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SPECIALE ANNATA AGRARIA 2022, UN PRIMO BILANCIO SETTORE PER SETTORE

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MERCATINO

MERCATINO

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R R E E P P O O R R T T 2 2 0 0 2 2 2 2

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L’annata agraria 2022 per il comparto agricolo è stata caratterizzata da una prolungata siccità che ha pesantemente colpito tutta l’Italia senza risparmiare l’intero territorio alessandrino. Situazione aggravatasi a tal punto da portare il Governo, lo scorso mese di luglio, a dichiarare in Piemonte lo stato di emergenza in relazione alla situazione di deficit idrico. Parallelamente è proseguito il folle e vertiginoso aumento dei costi di produzione, dalle materie prime all’energia, proseguendo il trend negativo avviato dallo scorso anno. La situazione si è drasticamente aggravata a febbraio con lo scoppio del conflitto russo-ucraino. La crisi che sta tuttora attraversando l’intero tessuto produttivo nazionale, agroalimentare e non, ha portato al varo di misure eccezionali. Nel settore agricolo, in particolare, sono state varate misure straordinarie per la zootecnia nazionale. L’aumento del valore dei prodotti sul mercato non sempre, o comunque nell’immediato, si è adeguato per controbilanciare la crescita dei costi lasciando così gli agricoltori in grave difficoltà.

CEREALI

Quella che si è conclusa è stata un’annata altalenante e complicata. Il problema principale è stata la siccità estrema che ha determinato danni più o meno gravi praticamente su tutte le colture e in tutti gli areali, sia sui cereali autunno-vernini sia sulle colture primaverili, estive ed anche foraggere. Per via delle temperature estreme e della prolungata siccità si è anche registrata una forte pressione degli insetti dannosi quali la cimice asiatica, la piralide e la diabrotica che hanno contribuito a ridurre le produzioni e compromesso il prodotto finale. A farne le spese sono stati i cereali autunno-vernini per i quali si è compromessa in parte la germinazione e soprattutto l’accestimento che ha determinato un basso numero di spighe a metro quadro. Questa situazione ha generato un calo produttivo della granella con produzioni ridotte di almeno il 20% attestandosi su medie produttive di circa 65 q/ha su tutto il territorio provinciale. Le qualità reologiche dei frumenti raccolti, tuttavia, sono risultati conformi alle richieste effettuate dai mulini e di ottima qualità. Grazie agli accordi di filiera attraverso il progetto Grano Piemonte, promossi da Coldiretti Alessandria e Consorzio Agrario delle Province del Nord-Ovest, sia con mulini e centri locali sia con la grande industria di trasformazione, si è permesso alle aziende agricole territoriali di ottenere premialità qualitative per valorizzare economicamente le produzioni. Per quanto riguarda i cereali primaverili-estivi, le lavorazioni nella fase di semina sono iniziate dalla seconda decade di marzo e si sono protratte fino alla metà di aprile, favorite da terreni perfettamente in tempera. Malgrado ciò, la germinazione delle plantule è stata ritardata a causa della bassa umidità del terreno e dalle forti escursioni termiche notturne che hanno favorito la competitività delle piante infestanti. Superata questa fase, è stata determinante la disponibilità idrica, che ha creato situazioni non uniformi: negli areali dove è stato possibile irrigare la coltura, considerate le somme termiche, ha raggiunto con largo anticipo la fase di fioritura (fine giugno), mentre in caso di mancata irrigazione il ciclo è stato fortemente compromesso causando altezze ridotte e assenza di fioritura. Infine, hanno inciso e stanno incidendo in maniera incontrollata i costi dei mezzi tecnici che hanno raggiunto livelli mai visti e che stanno influenzando l’economia e i profitti delle aziende agricole. A completamento della difficile annata, le tensioni imprevedibili dei mercati alla luce della preoccupante situazione internazionale che, da un lato, determina un’impennata del prezzo delle commodity e, dall’altro, mina alla stabilità dei mercati dei prezzi e dei costi.

VITICOLTURA

Se la campagna scorsa è stata caratterizzata da una marcata carenza idrica, il 2022 ha messo a dura prova la capacità della vite a resistere ad una siccità mai vista in tempi moderni. Si è arrivati alla vendemmia con assenza di piogge (salvo rari fenomeni temporaleschi) per l’intera estate e per giunta dopo un inverno de-

speciale aNNata agraria corso asciutto e senza neve. La vite è riuscita tuttavia a sorprendere tutti, mostrando una resilienza straordinaria e la capacità di portare a frutto una qualità inaspettata. Le esposizioni meno solatie hanno patito di meno così come i vigneti su terreni più strutturati e profondi e più ricchi di sostanza organica. L’equilibrata fertilizzazione e l’inerbimento ha infine giocato un ruolo determinante sulla rigogliosità della vegetazione e di conseguenza sul superamento delle condizioni critiche. La ripresa vegetativa è avvenuta con oltre una settimana di anticipo, ma il margine si è poi dilatato anche oltre i 10 giorni. Viceversa si è invece dovuto accorciare talvolta in base a esposizioni o anticipare ulteriormente la raccolta per evitare danni da appassimento e crollo di acidità. La fioritura, avvenuta in assenza di piogge, è stata regolare e di conseguenza l’allegagione. La carenza di acqua in condizioni più estreme ha comportato la formazione di grappoli spargoli e, nei casi più gravi ma limitati, un inizio di avvizzimento che ha determinato la scelta di distacco precoce. Le malattie tipiche come la peronospora e l’oidio grazie al clima secco sono state controllate meglio e con meno trattamenti rispetto ad altre campagne. Poca è stata la presenza anche di tignola e tignoletta. La flavescenza dorata, invece, ha avuto una marcata recrudescenza sintomatica, amplificata e resa più evidente dalla siccità. La vendemmia è iniziata, mai successo, ancora prima della metà di agosto per le uve da spumante, che si sono presentate ottime. La scarsità di piogge ha determinato un calo produttivo stimato fino al 15-20%, anche se variabile da zona a zona, ma il decorso stagionale asciutto ha favorito la maturazione di grappoli sani, con una bassa carica di patogeni, offrendo nel complesso una vendemmia di qualità, capace di regalare prodotti in cantina eccellenti. Sul versante mercato emerge la consolidata reputazione del vino italiano nel mondo: nonostante pandemia, guerra, stagnazione e ombre di recessione generale, le vendite interne stanno sostanzialmente tenendo le posizioni storiche pur con qualche flessione rispetto all’ultimo anno, specialmente nella GDO (che era invece balzata in piena pandemia). L’export ha pareggiato nei primi mesi in volumi per poi rallentare al giro di boa annuale, mentre cresce in valore (+ 13,5% a giugno) rispetto all’anno scorso, quando ha raggiunto il record di 7,1 miliardi di euro. Il 2022 potrebbe fare ancora meglio, ma la situazione è resa incerta dalla congiuntura economica globale. Altro aspetto da considerare è l’aumento dei prezzi dei fattori produttivi: si stima un aumento percentuale del costo di produzione oltre la doppia cifra, sia in vigneto che in cantina. Dai concimi al gasolio alle materie prime “secche “come bottiglie, tappi, all’energia elettrica e al gas. L’aumento medio dei listini delle bottiglie è però tenuto a freno poiché le aziende tentano di assorbire internamente i costi per limitare l’impatto negativo sulle vendite. I rincari suddetti si riflettono sui prezzi dell’uva, ma Coldiretti Alessandria ha invitato la filiera a cercare equilibrio con la contrattazione immediata tra viticoltore cedente e acquirente trasformatore, per giungere ad un prezzo finale da subito pattuito in vendemmia.

COLTURE INDUSTRIALI

La campagna di trasformazione 2022 del pomodoro da industria per il bacino del Nord Italia è iniziata a metà luglio, in anticipo di una quindicina di giorni rispetto alle scorse annate, e si è conclusa a fine

settembre con il completamento degli ultimi conferimenti alle industrie di trasformazione delle varietà a maturazione tardiva. È stata un’annata caratterizzata da grandi difficoltà, dovute principalmente alla necessità di irrigare per far fronte alla prolungata siccità. Buon andamento produttivo per le varietà precoci, che meno hanno sofferto lo stress idrico, più difficoltà per le varietà a media maturazione e tardive. Nel complesso la qualità è stata discreta, con una buona sanità del prodotto a causa dell’assenza di precipitazioni atmosferiche, ad eccezione di qualche precipitazione in alcuni areali intorno a Ferragosto, ma con un livello di gradi brix inferiore rispetto alle precedenti annate. Le rese produttive si collocano nell’ordine degli 800 quintali/ettaro, ma occorre tenere conto che variano notevolmente da un’area all’altra, con scostamenti notevoli (da 550 a 1.200 quintali/ettaro). Per il raccolto 2022 l’accordo sul prezzo di riferimento del pomodoro da industria del distretto del Nord Italia è stato raggiunto lo scorso 12 aprile, con un prezzo di riferimento di 108,5 euro a tonnellata (+18% rispetto al 2021), il più elevato di sempre. L’accordo 2022 ha confermato la premialità più elevata, introdotta lo scorso anno, per il prodotto tardivo in modo da incentivare gli agricoltori a dedicare maggiore superficie alle varietà tardive e, conseguentemente, favorire una migliore scalarità della raccolta e nei successivi conferimenti all’industria di trasformazione. Per quanto riguarda le patate, sia per quelle da consumo che per quelle da industria, il 2022 è stato un anno molto problematico, con una forte riduzione della produzione dovuta alle condizioni climatiche avverse, a causa della lunga assenza di piogge e del perdurare di temperature molto elevate. A ciò si sono aggiunge le principali fisiopatie del periodo che hanno contribuito ad un aumento degli scarti. Le rese produttive sono state nettamente inferiori rispetto al 2021, soprattutto a causa di cali molto importanti di pezzatura dei tuberi; solo in rari casi si è riusciti a raggiungere dei livelli leggermente inferiori rispetto alla media storica. Queste stesse problematiche si sono verificate anche in altri Paesi europei produttori di patate da consumo o da industria. Addirittura in alcune aree di coltivazione, in particolare nelle zone con scarsa acqua da irrigazione o nelle zone di montagna, l’eccesso di caldo e la carenza di precipitazioni, oltre alla presenza di insetti terricoli quali gli elateridi, hanno compromesso in maniera drastica la produzione; in alcuni casi si è arrivati a rinunciare alla cavatura. A tutto ciò si sommano gli aumenti esponenziali dei costi di produzione: dai mezzi tecnici all’energia per l’irrigazione sino alle spese di stoccaggio. Stante un’offerta generale ridotta di patate e a testimonianza di un mercato vivace sin dalle prime battute, le quotazioni sono state superiori a quelle della scorsa campagna di commercializzazione. L’auspicio è di un prosieguo altrettanto favorevole, sia in termini di domanda che di rialzo dei prezzi. Tuttavia, nelle situazioni in cui si sono registrati significativi cali produttivi, difficilmente i produttori riusciranno a chiudere il bilancio aziendale in pareggio. Nello specifico, i contratti per le patate da industria non sono stati così favorevoli (16/17 centesimi al Kg), a fronte di una forte riduzione di resa produttiva (-30%) e già si prospetta una nuova annata con un considerevole aumento dei prezzi (si ipotizza già di 20 centesimi al Kg), in quanto si ridurranno i produttori, soprattutto in alcune zone italiane, a fronte di un prodotto estero molto caro.

SETTORE CORILICOLO

Il comparto corilicolo, reduce dalla scorsa annata pesantemente influenzata da fattori climatici avversi, auspicava un’annata migliore. Se la primavera ha fatto sperare in una buona differenziazione dei frutti, con il proseguo della stagione si sono verificate condizioni climatiche avverse fra siccità prolungata, grandinate e tempeste di vento; le piante hanno faticato a conservare i frutti differenziati e, soprattutto, ad avere un’adeguata fecondazione ed allegagione. Il principale problema registrato è stato, dunque, una forte cascola dei frutti e a risentirne maggiormente sono stati i noccioleti più vetusti. La raccolta è poi avvenuta regolare e in ambiente molto asciutto, condizione importante per un prodotto sano. Mediamente gli standard qualitativi sono rimasti nella norma con criticità limitate legate al sotto calibro. Nelle aree tradizionalmente vocate del territorio alessandrino, con il protrarsi della siccità, si è riscontrata una produzione medio-bassa, ampiamente inferiore alle attese, ma di qualità molto ragguardevole. Negli areali dove è stato possibile ricorrere ad interventi di irrigazione e nei giovani impianti in produzione si sono riscontrate, invece, buone produzioni. La difesa fitoiatrica è stata gestita con ottimi risultati e un bassissimo impatto ambientale: in moltissime aziende non sono stati eseguiti trattamenti insetticidi con un risultato finale che non ha tradito le attese facendo registrare danni da cimice contenuti. È continuato il lavoro di contenimento “sostenibile” della cimice asiatica attraverso i rilasci di Anastatus bifasciatus e tramite la lotta simbionticida. In questa campagna

speciale aNNata agraria si è avuta un’intensità di lanci decisamente superiori, grazie alla collaborazione e al sostegno dei corilicoltori, anche dal punto di vista economico. La lotta simbionticida, invece, è ormai entrata a pieno regime nelle strategie aggiuntive di difesa, consolidandosi e crescendo di anno in anno. Infine, sono continuati i rilasci in natura della cosiddetta Vespa Samurai. Per contro si sta monitorando attentamente l’espansione della Popillia Japonica sul territorio regionale. Riguardo la campagna di commercializzazione per il raccolto 2022, la Commissione prezzi delle Nocciole della Camera di Commercio di o continua ad essere un prezioso strumento di riferimento per il mercato. Tuttavia, le aspettative iniziali dei produttori erano nettamente superiori alle prime quotazioni ufficiali in un’annata già fortemente condizionata dai rincari dei mezzi tecnici e dai volumi produttivi ridotti.

FRUTTA

Per quanto riguarda la frutta estiva, la produzione italiana è stata superiore alla campagna precedente mentre in Europa, alcuni Stati come la Spagna hanno avuto un ridimensionamento produttivo che ha favorito l’andamento del mercato. L’estate particolarmente soleggiata ha poi favorito i consumi, anche se il contesto instabile in Europa e i rincari energetici hanno inciso in modo notevole sui costi, rendendo la fase della produzione non più remunerativa rispetto agli investimenti effettuati. Infine, nel 2022 è stata quanto mai sentita l’ormai strutturale difficoltà nel reperire la manodopera per la raccolta. Passiamo ora ad una lettura più puntuale delle singole specie frutticole. Per il ciliegio la produttività e la qualità della produzione sono state ovunque buone e l’aumento della coltivazione ha favorito un aumento considerevole della produzione. L’accavallamento delle maturazioni nelle diverse aree produttive ha reso il mercato difficile e premiante solo per i frutti di pezzatura più elevata. Per quanto riguarda l’albicocco, dopo la gelata del 2021, la produzione è tornata alla normalità. Ormai da diversi anni il calendario di raccolta si è allungato con l’aumentata coltivazione delle varietà più tardive a maturazione estiva. La qualità della produzione è stata ovunque buona e il mercato, soprattutto locale, ha ancora una volta dimostrato la propria preferenza per le varietà con caratteristiche organolettiche superiori. Per quanto riguarda il comparto pesche e pesche noci, la pezzatura media dei singoli frutti è stata ovunque leggermente inferiore alla media degli anni precedenti e l’andamento del mercato è stato notevolmente favorito dalle buone quotazioni del prodotto destinato all’industria di trasformazione. Tuttavia, nonostante la diminuzione degli ettari coltivati in Europa e l’andamento climatico favorevole, si è registrato ancora una volta un calo della domanda e delle quotazioni sintomatico dell’elevata debolezza strutturale della filiera produttiva nei confronti delle grandi catene di vendita europee. Appare sempre più evidente come la forte deriva verso il mercato del basso prezzo, della conseguente bassa qualità e, non ultimo, il notevole ritardo nelle liquidazioni non

lascino intravedere per il futuro alcun miglioramento. Le aree e le aziende che per tradizione si dedicano alla produzione di pesche per il mercato locale, purché meno rappresentative in termini percentuali, hanno ottenuto una buona rimuneratività. Per quanto riguarda le mele, la campagna di raccolta ha fatto registrare un discreto aumento produttivo rispetto all’anno scorso a compensazione della produzione mancante a causa del gelo. Mediamente su tutte le varietà c’è da registrare sul nostro territorio una leggera diminuzione del calibro medio delle partite e un aumento generalizzato del grado zuccherino. Se guardiamo alla campagna di commercializzazione, le prime fasi sono state caratterizzate da quotazioni inferiori trascinate al ribasso dal prezzo basso proposto dalle industrie di trasformazione e da un comportamento generalizzabile del mercato, che tende ad abbassare il prezzo infischiandosene dell’aumento generalizzato dei costi di produzione e della rimuneratività delle aziende produttrici. Per non aggravare ulteriormente tale situazione molte imprese hanno deciso di abbandonare in campo la parte di prodotto non conforme al mercato del “fresco”. Di conseguenza la minore disponibilità di prodotto fa sperare in una buona evoluzione della stessa. Nel complesso per il comparto frutticolo la corrente campagna di commercializzazione sarà ricordata per il forte condizionamento delle dinamiche internazionali, ma permane soprattutto sul mercato europeo una pesante problematica di tipo strutturale tra la filiera produttiva e quella distributiva. Oltre a ciò, i produttori cedono la maggior parte della partite con il cosiddetto sistema del “conferimento”: le quotazioni effettive saranno dunque note soltanto a fine campagna di commercializzazione. Proprio dal rispetto tra i diversi attori della filiera può partire il rilancio della stessa.

LATTE

Ancora un’annata difficile per il comparto del latte vaccino. Così come per tutta la zootecnia, pesa l’aumento vertiginoso e contestuale di più voci dei costi di produzione, dall’energia alle materie prime per l’alimentazione. Negli allevamenti i rincari dell’energia si sono fatti sentire per la fasi di mungitura, refrigerazione e per il funzionamento dei sistemi di raffrescamento e ventilazione; per l’alimentazione degli animali, i livelli elevati su cui continuano ad attestarsi le quotazioni di mais e soia hanno inciso in maniera negativa sui costi. A soffrirne particolarmente sono gli allevamenti con un minore grado di autoapprovvigionamento di materie prime. A fine ottobre 2021 il prezzo del mais aveva raggiunto le 277 euro/ tonnellata, con un balzo del 57% rispetto allo stesso periodo 2020 (176 euro/tonnellata). A ottobre 2022 la Borsa merci di Torino ha rilevato lo stesso prodotto a 375 euro/tonnellata, vale a dire con un rincaro del +35% rispetto a dodici mesi fa e del +113% rispetto al 2020. Sul fronte del mercato, il prezzo del latte alla stalla riconosciuto agli allevatori è progressivamente aumentato nel corso dell’annata, allineandosi con gli adeguamenti che si sono verificati a livello nazionale, in primis con la vicina Lombardia. Tuttavia, permane in molte situazioni il differenziale “storico” che, pure essendo ormai anacronistico, continua in alcuni contesti ad essere applicato. I principali aumenti sono stati applicati ad aprile, che segna da tradizione l’inizio della campagna lattiero-casearia. In questi mesi servirà monitorare attentamente come si andrà ad assestare il comparto dopo che, nelle ultime tre annate, avevamo assistito a livello sia regionale che nazionale ad un progressivo aumento della produzione che aveva favorito anche una minore dipendenza dall’estero. Sarà perciò importante comprendere come il comparto lattiero-caseario piemontese saprà far fronte all’onda lunga degli aumenti dei costi. Analizzando i mesi dell’annata agraria 2022, fino a giugno la produzione piemontese ha proseguito la sua crescita nel solco degli anni scorsi con un’inversione di tendenza che si è avuta a luglio 2022 (-1,5%), addirittura più contenuta rispetto all’andamento nazionale (-2,7%). Un quadro che si è drasticamente ribaltato, come riportano gli ultimi dati mensili diffusi da AGEA e aggiornati al mese di agosto 2022, con un calo notevole della produzione piemontese: 78.787 tonnellate, vale a dire -17,5% rispetto allo stesso periodo 2021, ben superiore alla contrazione verificatasi a livello nazionale (-6,9%). Certamente ad agosto il fattore climatico e le elevate temperature che hanno caratterizzato la stagione estiva hanno inciso notevolmente sulla produzione, ma occorrerà seguire l’andamento dei mesi autunnali per avere una fotografia puntuale della situazione piemontese.

ZOOTECNIA

In Piemonte, dove si alleva il 20% dei capi nazionali da carne, il comparto ha vissuto un’altra annata complicata, sia per i vitelli da ristallo, importati prevalentemente dalla Francia (Garonnese, Charolaise e Limousine), sia per i bovini di razza Piemontese. Se nelle ultime due annate il fattore Covid aveva comportato notevoli

speciale aNNata agraria difficoltà a fronte di una domanda in contrazione, il 2022 è stato caratterizzato dall’aumento esponenziale dei costi di produzione. Le materie prime per l’alimentazione hanno subìto rincari esponenziali, dal mais alla soia, ma anche il fieno ha raggiunto prezzi che superano abbondantemente i 300 euro/tonnellata (l’ultimo listino della Borsa merci di Torino ha rilevato 350 euro/tonnellata per il fieno maggengo). Prezzi che, soprattutto per mais e fieno, risentono anche di una stagione pesantemente condizionata dal fattore siccità, che ne ha ridotto significativamente la produzione. I costi elevati hanno portato ad un rallentamento dei capi destinati all’ingrasso e, conseguentemente, a una minore offerta complessiva di bovini sul mercato. Nonostante una minore disponibilità di animali, i prezzi di vendita si sono progressivamente innalzati, ma non ancora sufficienti per coprire i maggiori costi degli allevatori. Un quadro dell’attuale situazione è possibile desumerlo leggendo i dati degli allevamenti piemontesi riportati Banca Dati Nazionale dell’Anagrafe Zootecnica (BDN) del Ministero della Salute: al 30 giugno 2021 erano presenti oltre 521.000 capi bovini nelle aziende specializzate negli allevamenti da carne; al 30 giugno 2022 sono poco più di 515.000, confermando una flessione dei capi a livello regionale. La Piemontese, prima razza autoctona a livello nazionale, continua ad esprimere numeri importanti con 328.000 capi sul territorio regionale (sono 348.000 in Italia), seguita a distanza dalle altre razze da carne, con Garonnese. Limousine che hanno 46.000 capi ciascuna. Per la razza Piemontese, il rallentamento dell’offerta di vitelloni, a cascata, sta condizionando negativamente il mercato degli svezzati con inevitabili ripercussioni per gli allevamenti linea vacca-vitello. Considerando che l’Italia ha un grado di autoapprovvigionamento di carne bovina del 50%, il restante viene direttamente importato e, tenuto conto che la quasi totalità dei ristalli è di provenienza estera, gli allevamenti linea vacca-vitello rappresentano una componente strategica e fondamentale della filiera, che può permetterci di limitare la dipendenza strutturale che abbiamo nei confronti degli altri Paesi. A fronte di tutte queste difficoltà, Coldiretti ha contribuito alla messa in campo di misure straordinarie a favore della zootecnia, in particolare per il comparto bovino da carne, dall’integrazione all’aiuto accoppiato al sostegno sulle razze autoctone.

SETTORE SUINICOLO

Ogni anno in Piemonte vengono allevati e destinati al circuito delle DOP, in primis per le filiere del Prosciutto di Parma e Prosciutto di San Daniele, circa 1,3 milioni di suini. Numeri che nel corso del 2022 hanno registrato una considerevole contrazione, soprattutto a causa dei rincari delle materie prime (mais e soia) che fanno lievitare i costi di produzione. Secondo i dati pubblicati sul portale RIFT (Registro Italiano Filiera Tutelata) nel periodo gennaio/settembre 2022, nell’ambito del circuito delle DOP sono stati macellati circa 5,91 milioni di suini, il 4% in meno rispetto al medesimo periodo del 2021 (6,17 milioni). Solamente nei mesi di maggio e giugno si è riscontrata una breve inversione di tendenza, con macellazioni superiori allo stesso periodo 2021. Nel complesso, una minor offerta di suini pesanti da destinare alle pregiate DOP e che rappresentano la maggior parte degli allevamenti nazionali e piemontesi, conferma l’attuale clima di incertezza che sta attraversando tuttora il comparto. Altro elemento da sottolineare è il peso medio dei suini che, come pubblicato sul portale RIFT, da luglio in avanti si è stabilizzato a 169 Kg, in calo rispetto ai primi mesi dell’anno. Sul fronte del mercato, dopo aver registrato il punto più basso a fine febbraio, i prezzi dei suini sono progressivamente aumentati e, a parte la flessione di maggio, sono arrivati a posizionarsi al di sopra dei 2 euro/ Kg. Prezzi che, in annate “normali” sarebbero stati molto positivi, mentre in un contesto come quello attuale consentono agli allevatori di pareggiare solo in parte le perdite accumulate nei mesi precedenti. Il 2022 sarà anche ricordato come l’anno in cui è giunta la Peste Suina Africana in Piemonte: il 7 gennaio è stato confermato il primo caso di PSA in una carcassa di cinghiale rinvenuta nel Comune di Ovada. Prontamente sono state attivate tutte le misure di emergenza, dalla definizione dell’area infetta a quella cuscinetto, come previsto dalla normativa sanitaria e tutte le restrizioni necessarie. Tuttavia, non sono mancate, soprattutto nelle settimane successive alla conferma del focolaio, le strumentalizzazioni da parte di alcuni macelli che pretestuosamente hanno sospeso i ritiri di suini provenienti da allevamenti piemontesi in territori indenni, seppur non ci fosse alcun rischio sanitario. Superata la prima fase emergenziale, ad oggi assistiamo purtroppo ad un rallentamento dell’attuazione del piano di eradicazione della PSA che comporterebbe, tra l’altro, ad una considerevole riduzione della popolazione dei cinghiali, al fine di ridurre il più possibile i rischi per gli allevamenti domestici.

AVICUNICOLI

In Pimonte sono presenti circa 350 allevamenti, per un numero complessivo di 6,6 milioni di capi, perlopiù organizzati in filiere (fonte BDN - Banca Dati Nazionale dell’Anagra-

fe Zootecnica del Ministero della Salute al 30 settembre) 2022). Nel corso dell’annata i prezzi si sono progressivamente stabilizzati, posizionandosi su livelli di mercato ancora soddisfacenti. Anche per l’allevamento avicolo da carne ha pesato l’aumento dei costi di produzione, che non sembra destinato a scemare nel breve periodo, al pari degli altri comparti zootecnici. I rincari delle materie prime e dell’energia hanno portato ad un raddoppio dei listini dei mangimi, voce di spesa fondamentale per la sostenibilità del comparto. Anche per quanto riguarda la produzione di uova, l’annata agraria è stata particolarmente difficile. Al pari del comparto carne, si è verificata una offerta nazionale ridotta, dovuta all’influenza aviaria e ad una ripresa generale dei consumi, dopo due anni di restrizioni dovute alla pandemia. Nonostante i produttori abbiano evidenziato, a più riprese, un mercato dinamico e pressoché con un trend al rialzo e un’offerta limitata di uova, solamente a partire dal mese di agosto la CUN Uova in natura da consumo ha registrato progressivamente gli aumenti dei listini. Al pari del comparto carne, il settore uova ha sofferto gli aumenti dei costi di produzione, dal mangime all’energia; solamente negli ultimi due mesi dell’annata agraria, con i recenti adeguamenti dei prezzi riconosciuti dal mercato, inizia ad intravedere, seppur in minima parte, una lieve marginalità. Nella nostra Regione sono presenti circa 270 allevamenti, per un numero complessivo di 2,16 milioni di capi in deposizione, a cui si aggiungono circa 127 pollastre (fonte BDN - Banca Dati Nazionale dell’Anagrafe Zootecnica del Ministero della Salute al 30 settembre 2022). Su spinta di alcuni produttori, nei mesi scorsi è stato riattivato il COAVIP (Consorzio Avicolo Piemontese), portando alla creazione di una rete di scambio di informazioni tra i produttori. Attualmente è in costruzione un “borsino” delle uova con l’obiettivo di ottimizzare la produzione regionale e collocare eventuali surplus di produzione ed evitare sprechi. Il settore cunicolo ha iniziato l’annata agraria con quotazioni soddisfacenti ben superiori ai riferimenti storici degli anni passati per poi avviare da gennaio un progressivo crollo dei prezzi, toccando il minimo di 1,61 euro/Kg, arrestatosi solamente a inizio luglio. Dalla prima metà di luglio in poi ha gradualmente registrato un aumento che ha portato a sfiorare, a fine ottobre, i 3 euro/Kg; tale incremento è legato principalmente alla carenza di prodotto sul mercato. Non bisogna però farsi trarre in inganno dall’aumento record dei prezzi dei conigli: come tutta la zootecnia, il comparto vive un momento difficilissimo, con gli aumenti spropositati di materie prime, energia e mangimi che hanno raggiunto picchi del 90% in più. Gli incrementi del prezzo stanno sostenendo gli allevatori a coprire i maggiori costi di produzione e in questi mesi il comparto sta cercando il più possibile di recuperare ciò che non si è fatto nei primi mesi dell’anno, come attestano i prezzi settimanali della CUN conigli da macello. Il Piemonte conta circa 280 allevamenti, per un totale di 2,11 milioni di capi.

MIELE

L’annata apistica 2022 è stata caratterizzata da un incremento delle produzioni di miele rispetto agli ultimi anni, in particolare alla pessi-

speciale aNNata agraria ma stagione 2021. L’aumento delle produzioni non compensa, però, il prolungato trend negativo che interessa il settore da ormai quasi dieci anni e purtroppo si mantiene su un livello ancora di molto inferiore a produzioni considerate soddisfacenti. Sostanzialmente la produzione complessiva di miele per il 2022 si attesta su circa un 30% in meno rispetto ad un’annata considerata normale. La siccità estiva, aggravata dalle elevate temperature, annulla quasi totalmente la raccolta della melata di bosco che caratterizza il mese di luglio e le prime settimane di agosto. Questo fenomeno interessa ormai l’intero territorio nazionale, in particolare l’Italia settentrionale che è una zona di produzione privilegiata. Un inverno particolarmente mite ha determinato un sufficiente sviluppo degli alveari ad inizio stagione, consentendo discrete raccolte dei mieli primaverili come il tarassaco, il ciliegio e il millefiori, che si attestano sui 5-10 Kg medi per alveare; aspetto questo che rientra nella normalità per le raccolte del mese di aprile, caratterizzate da alveari ancora non del tutto popolosi e condizioni climatiche instabili. Anche il successivo raccolto del miele di acacia, che interessa il mese di maggio, si è attestato in media sui 5-10 Kg per alveare, una produzione ben al di sotto delle aspettative, probabilmente influenzata negativamente dalle condizioni siccitose e di forte insolazione che in alcune zone ha bruciato parte dei fiori nel pieno della fioritura. Discrete o buone si rivelano le produzioni d’inizio estate, anche se caldo e siccità hanno dimezzato la durata dei raccolti del miele di castagno che si sono attestati su valori di 15 Kg per alveare, con una variabilità compresa in una forbice piuttosto ampia tra i 10 e i 25 Kg per alveare a seconda delle zone di raccolta. Nota positiva è rappresentata da un rinnovato interesse dei consumatori per il miele italiano che, unito a maggiori difficolta d’importazione del miele estero, in particolare dei mieli di origine asiatica, ha determinato un leggero rialzo dei prezzi sul mercato. Un rinnovato interesse dei consumatori per il miele italiano che, unito a maggiori difficolta d’importazione del miele estero, in particolare dei mieli di origine asiatica, ha determinato un leggero rialzo dei prezzi sul mercato.

FIORI

Il 2022 è stato un anno difficile per il comparto florovivaistico, con un aumento del 95% dei costi totali per piante e sementi. Oltre a ciò, il caldo e la siccità nella tarda primavera 2022 hanno determinato notevoli difficoltà nella pratica agronomico-produttiva presso i produttori del comparto floricolo, con ulteriore aggravio sui costi di produzione, un più rapido deprezzamento intrinseco del prodotto (in particolare per gli steli recisi) e un sensibile calo dei consumi di prodotti floricoli e di conseguenza nella rete distributiva in generale. Il settore è messo sotto pressione dalle importazioni dall’estero cresciute del +59% nei primi sei mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con oltre 2/3 (71%) rappresentati dagli arrivi dall’Olanda. Fra gennaio e giugno di quest’anno le importazioni di piante e fiori hanno sfiorato i 452 milioni di euro coprendo in sei mesi il 77% del valore registrato in tutto il 2021. In pratica, 1 prodotto su 5 arriva dall’estero, nonostante la frenata degli scambi internazionali causata dalle tensioni per la guerra in Ucraina con la riduzione nell’UE del 40% del commercio di fiore reciso.

BIOLOGICO

Il 2022 ha segnato per la prima volta un leggero rallentamento della crescita per il biologico. La Coldiretti ha fondato l’Associazione nazionale Coldiretti Bio che tutela e rappresenta le aziende non solo biologiche ma anche biodinamiche: una scelta fatta alla luce dell’aumento delle aziende che seguono e producono secondo il metodo biodinamico e che rappresentano realtà economiche stabili su altrettanti mercati. Negli ultimi cinque anni in Italia le superfici e le aziende bio sono cresciute del 40% e i consumi interni di circa il 70%. Dall’ultimo censimento, gli ettari certificati in Italia sono circa 2.190.000 portando la SAU Bio al 17,4%. Nell’ultimo anno sono aumentati gli ettari a cereali biologici, soprattutto per frumento duro e tenero e i fruttiferi grazie alla vite (+ 9%) e al nocciolo (+12,5%). Il Piemonte è cresciuto del 4,5% arrivando a circa 51.500 ettari. La zootecnica, seppur ancora a rilento, è cresciuta molto per il comparto avicolo (+20%) e per l’apicoltura (+13%). Anche gli operatori (produttori, preparatori e importatori) sono cresciuti arrivando a circa 86.000 di cui circa 3.300 in Piemonte. Per quanto riguarda i consumi, si è di fronte ad un rallentamento; l’inflazione spinge parte dei consumatori a modificare le proprie scelte nel carrello della spesa o a scegliere altri prodotti o “certificazioni”. Il dato sui consumi è anche riscontrabile dall’ampliamento dei negozi in cui il consumatore cerca i prodotti biologici, dai discount alla grande distribuzione in genere. Tuttavia, il comparto rimane stabile: il 39% dei consumatori europei “medio alti” vogliono continuare a consumare bio e il 70% dei giovani italiani, francesi e tedeschi crede ancora che il bio sia il futuro. Anche la politica continua ad incentivarlo per centrare nel 2030 l’obiettivo del 25% della SAU europea certificata bio.

Le novità contenute nel Decreto “Aiuti ter” per limitare gli effetti negativi del momento congiunturale

CREDITO D’IMPOSTA PER L’ACQUISTO DI CARBURANTE IN AGRICOLTURA

Alcuni provvedimenti legislativi del 2022 sono intervenuti a riconoscere una serie di crediti d’imposta a favore di specifiche attività o potenziali soggetti beneficiari per limitare gli effetti negativi della guerra in Ucraina e di quelli derivanti dall’andamento del mercato dell’energia. In questa sede cerchiamo di riassumere le norme che hanno previsto il riconoscimento del credito d’imposta relativamente all’acquisto di carburante agricolo. Nell’ambito del DL n. 21/2022, c.d. “Decreto Ucraina”, l’art. 18 ha introdotto il primo credito d’imposta a favore delle imprese esercenti attività agricola e della pesca pari al 20% della spesa sostenuta nel primo trimestre 2022 per l’acquisto di gasolio / benzina per i mezzi utilizzati per l’attività. Successivamente il DL n. 115/2022 c.d. “Decreto Aiuti-bis”, ha previsto a favore delle imprese esercenti attività agricola e della pesca, l’estensione del credito d’imposta per le spese sostenute per gli acquisti di carburante effettuati nel terzo trimestre 2022. Infine, il c.d. Decreto “Aiuti ter” ha riconosciuto, a favore delle imprese esercenti attività agricola e della pesca, un credito d’imposta nella misura del 20% delle spese sostenute nel quarto trimestre 2022 per l’acquisto di carburante per la trazione dei mezzi utilizzati per l’esercizio dell’attività e per il riscaldamento delle serre e dei fabbricati produttivi adibiti all’allevamento degli animali. Una importante precisazione riguardante la norma in commento, più volte prorogata, è la seguente: il credito in parola, dal punto di vista del requisito oggettivo, spetta per “l’acquisto di gasolio e benzina per la trazione dei mezzi utilizzati per l’esercizio dell’attività agricola”. La norma non fa alcuna distinzione sulla tipologia di mezzi da impiegare per l’attività agricola ma è necessario solo che il carburante sia utilizzato per la trazione di detti mezzi. Salvo ovviamente l’ampliamento valido per il quarto trimestre che prevede il calcolo del credito d’imposta sul carburante acquistato per il riscaldamento delle serre e dei fabbricati produttivi adibiti all’allevamento degli animali. La spesa deve essere comprovata delle fatture di acquisto, non es-

Ricordiamo che la spesa deve essere comprovata delle fatture di acquisto

sendo rilevante il pagamento della fattura, e, in ogni trimestre, il calcolo va effettuato sull’importo al netto dell’iva. L’agevolazione di cui trattasi spetta indipendentemente dal regime iva adottato, quindi vale anche per le imprese in regime speciale o di esonero e non esclusivamente per le imprese agricole in regime iva ordinario. Il credito di imposta è utilizzabile in compensazione in particolare entro il 31 dicembre 2022 quello relativo al secondo e terzo trimestre mentre entro il 31 marzo 2023 quello relativo al quarto trimestre 2022. La compensazione avviene sul modello F24 e, come di consueto, il credito d’imposta può compensare tutti i debiti del contribuente compresi i contributi previdenziali. In alternativa può essere ceduto, non parzialmente ma per intero, ad altri soggetti compresi gli istituti di credito e altri intermediari finanziari e in tal caso sarà necessario far apporre, da un soggetto abilitato, il visto di conformità sulla documentazione comprovante il diritto al credito.

MANOVRA: DALL’ESENZIONE IRPEF AI GIOVANI TUTTE LE NOVITÀ PER L’AGRICOLTURA

Voucher, 100 milioni per la sovranità alimentare e risorse per contrastare il consumo del suolo. Impatto positivo sulla filiera dalla card finalizzata a sostenere gli acquisti alimentari delle famiglie più fragili. Prende corpo il pacchetto agricolo della Legge di Bilancio 2023 che inizia l’iter parlamentare. Resta in vigore l’esenzione Irpef per i redditi dominicali e agrari. Confermato l’esonero contributivo per un periodo fino a 24 mesi per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali di età inferiore a 40 anni che si insediano per la prima volta in agricoltura tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2023. Scatta anche l’esonero parziale dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti per i periodo di paga dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023.

Sul prossimo numero gli approfondimenti.

Tutte le novità per ottenere le agevolazioni in bolletta

CREDITO D’IMPOSTA PER L’ACQUISTO DI ENERGIA E GAS

Diversi provvedimenti legislativi del 2022 sono intervenuti a riconoscere una serie di crediti d’imposta per limitare gli effetti negativi derivanti dall’andamento del mercato dell’energia. In questa sede cerchiamo di riassumere le norme che hanno previsto il riconoscimento del credito d’imposta relativamente all’acquisto di energia e gas naturale a partire dal secondo trimestre 2022. Per contenere il costo della bollette di energia elettrica e gas per le imprese non energivore e non gasivore è stato riconosciuto, a parziale compensazione dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l’acquisto della componente energia e gas, un contributo straordinario sotto forma di credito d’imposta che può essere utilizzato in compensazione. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta, trattando separatamente il credito dell’energia da quello del gas naturale.

Tutti i crediti d’imposta che abbiamo trattato sono compensabili nel modello F24

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Credito d’imposta energia elettrica

Per ottenere il credito d’imposta relativamente all’acquisto dell’energia elettrica nel 2° trimestre 2022, è necessario che le imprese siano dotate di contatori di energia elettrica di potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW e che l’incremento del costo della componente energia relativo al KWh fra il 1° trimestre 2019 e il 1° trimestre 2022 sia stato superiore al 30%, condizione che non si verifica se l’azienda ha in essere un contratto a prezzo fisso a lunga scadenza. Per ottenere il credito d’imposta relativamente all’acquisto dell’energia elettrica nel 3° trimestre 2022, è necessaria ancora la dotazione di contatori di energia elettrica di potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW ma l’incremento del costo della componente energia relativo al KWh superiore al 30% deve verificarsi fra tra il 2° trimestre 2019 e il 2° trimestre 2022. Il credito d’imposta in entrambi i trimestri, secondo e terzo, è previsto nella misura del 15% della spesa sostenuta per la componente energia elettrica effettivamente acquistata e utilizzata. Si considera spesa agevolabile, sulla quale calcolare la percentuale del credito d’imposta, quella sostenuta per l’acquisto della componente energetica (costituita dai costi per l’energia elettrica, il dispacciamento e la commercializzazione), ad esclusione di ogni onere accessorio, diretto e/o indiretto, indicato in fattura diverso dalla componente energetica. Si tratta, sostanzialmente, della macro categoria abitualmente indicata in fattura complessivamente alla voce “spesa per la materia energia”. Non costituiscono invece spese agevolabili, a titolo di esempio, le spese di trasporto e le coperture finanziarie sugli acquisti di energia elettrica. Il suddetto credito d’imposta è stato poi esteso ai mesi di ottobre e novembre 2022 ma nella misura del 30% della spesa sostenuta per la componente energia elettrica effettivamente acquistata e utilizzata in quei due mesi. Le condizioni per poter beneficiare di questo credito sono sempre due: la dotazione di contatori di energia elettrica di potenza disponibile pari o superiore a 4,5 kW (mentre nei trimestri precedenti la potenza era stabilita pari o superiore ai 16,5 kW) e l’aumento del prezzo della componente energetica acquistata nel terzo trimestre 2022 di una soglia superiore al 30% per kWh rispetto allo stesso periodo del 2019. In generale, le spese per l’acquisto dell’energia elettrica utilizzata si considerano sostenute nel periodo di riferimento quando sono documentate dal possesso delle fatture di acquisto.

Credito d’imposta gas naturale

Alle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale è stato riconosciuto, a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti per l’acquisto del gas naturale, un contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, in percentuale sulla spesa sostenuta per l’acquisto del medesimo gas, consumato per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici. In particolare, come per il credito d’imposta sull’energia, anche per il gas sono previsti tre diversi crediti a seconda dei periodi del 2022 durante i quali è avvenuto l’acquisto; in particolare il credito d’imposta è il seguente: - 25% per il secondo trimestre 2022, purché il prezzo medio di riferimento del gas naturale del 1° trimestre 2022 abbia subito un incremento superiore al 30% di quello del 1° trimestre 2019; - 25% per il terzo trimestre 2022, purché il prezzo medio di riferimento del gas naturale del 2° trimestre 2022 abbia subito un incremento superiore al 30% di quello del 2° trimestre 2019; - del 40% per i mesi di ottobre e novembre 2022, purché il prezzo medio di riferimento del gas naturale del 3° trimestre 2022 abbiano subito un incremento superiore al 30% di quello del 3° trimestre 2019. Anche per il credito d’imposta concesso relativamente al gas naturale, ai fini del computo del beneficio fiscale spettante, occorre procedere alla determinazione del totale delle spese sostenute per l’acquisto della componente “gas” nel trimestre di riferimento, considerando i costi della componente “gas” (costo della commodity), ad esclusione di ogni altro onere accessorio, diretto e/o indiretto, indicato in fattura diverso da quella componente. Si tratta, sostanzialmente, della macro categoria abitualmente indicata in fattura complessivamente alla voce “spesa per la materia gas naturale”, mentre non concorrono al calcolo della spesa della componente “gas”, a titolo di esempio, le spese di trasporto, stoccaggio, distribuzione e misura (cosiddetti servizi di rete).

Compensazione o cessione

Tutti i crediti d’imposta che abbiamo trattato sono compensabili nel modello F24 in diminuzione dei debiti fiscali compresi anche i contributi previdenziali obbligatori: mentre i crediti d’imposta relativi al 2° trimestre 2022 sono utilizzabili in compensazione entro il 31/12/2022, i crediti del 3° trimestre e di ottobre e novembre 2022 sono utilizzabili in compensazione entro il 31/03/2023. Detti crediti sono però anche cedibili solo per intero, dalle imprese beneficiarie ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari: la circostanza che il legislatore abbia precisato che i crediti di cui trattasi sono cedibili “solo per intero” implica che l’utilizzo parziale di ciascun credito in compensazione tramite modello F24 impedisce la cessione della quota non utilizzata. La cessione avviene, da parte delle imprese beneficiarie del credito, con la compilazione e l’invio telematico di un apposito modello sul quale deve essere apposto il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione che attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto a quel credito oggetto di cessione.

Si è svolta l’Assemblea Provinciale degli under 30 di Coldiretti Alessandria

GIOVANI: NO AL CIBO SINTETICO, LE NOVITÀ DELLA PAC E SEMPLIFICAZIONE BUROCRATICA

Mobilitazione contro il cibo sintetico, sostenibilità, inflazione, sovranità alimentare ma anche i tanti interrogativi legati alla Pac 2023-2027 e l’esigenza di una semplificazione burocratica: tanti i temi affrontati durante l’Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa Alessandria con il delegato provinciale, Fabio Bruno, e una numerosa partecipazione di giovani imprenditori da tutti i territori della provincia alessandrina. Ad aprire l’incontro il presidente di Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, e il Direttore Roberto Bianco. “Abbiamo visto una grande partecipazione attiva dei nostri giovani imprenditori in questo momento assembleare che è tornato a svolgersi in presenza anche per l’approvazione del nostro piano delle attività annuali – ha affermato Fabio Bruno delegato provinciale Giovani Impresa -. Testimonianza del fatto che l’agricoltura sia oggi capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Non a caso, è uno dei pochi settori in cui, a livello nazionale, i giovani occupati con meno di 34 anni aumentano con un balzo di ben 19mila unità, rispetto a prima della pandemia”. Tematiche affrontate dai tanti under 30 presenti che hanno portato la “voce” del territorio, punti di forza e di debolezza scanditi sempre tenendo ben presente il punto di partenza, ossia il grande patrimonio che si chiama Agricoltura Italiana e i valori dell’essere forza sociale all’interno della progettualità economica di Coldiretti. “In un periodo in cui l’economia soffre, i mercati sono sconvolti dal conflitto in Ucraina e dai forti rincari energetici, è inaccettabile ostacolare le progettualità economiche dei giovani che hanno scelto l’Italia quale luogo per realizzare le proprie idee imprenditoriali”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco. Un vivace dibattito ha scandito la parte dedicata ai cinque ecoschemi della nuova Pac: la partecipazione di Franco Ramello, responsabile Area Economica Coldiretti Piemonte, ha permesso di approfondire le tante novità legate alla politica agricola comunitaria ma è stata anche l’occasione per fare il punto sulla crescita dei progetti di filiera sul territorio a livello provinciale e regionale. “I giovani di Coldiretti sanno trasformare le difficoltà in opportunità in controtendenza e Giovani Impresa rappresenta la forza giovane del settore agricolo, che non delocalizza ma investe nella nostra terra, che crede nelle tradizioni e, al contempo, cerca modi innovativi per rendere l’agricoltura sempre più sostenibile, rimarcando il valore distintivo dei territori, proiettandosi alla conquista dei mercati con le proprie eccellenze”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco. La chiusura dei lavori è stata affidata a Danilo Merlo, delegato Giovani Impresa Coldiretti Piemonte.

Per rendere l’agricoltura sempre più sostenibile, rimarcando il valore distintivo dei territori

CORSI GRATUITI. Inseriti nel Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Piemonte

INIPA NORD-OVEST, ANNO FORMATIVO 2022-2023

Con l’arrivo dell’autunno al via diversi corsi previsti dal Bando regionale n. 3/2021. Misura 1 - Operazione 1.1.1 Formazione in campo agricolo e Per i prossimi mesi la programmazione di Inipa Nord-Ovest ha già forestale - Azione 1 Formazione posto in calendario molte proposte formative per le quali è possibile professionale in campo agricolo iscriversi contattando la Segrete- Bando n. 3/2021 ria Provinciale Inipa Nord-Ovest, sede operativa di Alessandria, telefonando allo 0131.235891 (interno 622), inviando una mail a alessandria@inipanordovest.it oppure, rivolgendosi alla propria sede di Zona della Coldiretti. Si ricorda che tali corsi sono totalmente gratuiti e verranno attivati CORSICORSI GRATUITIGRATUITI unicamente al raggiungimento del numero minimo di allievi previsto dal bando regionale. Ai corsi potranno partecipare titolari o soci di aziende agricole, coadiuvanti regolarmente iscritti ai ruoli Inps e/o dipendenti a busta paga nel periodo Appunti di svolgimento del corso: condizione indispensabile è che l’azienda sia classificata con Codice Ateco 01 principale. Al momento dell’iscrizione sarà necessario allegare alla domanda copia di documento di identità e copia del tesserino sanitario; per i soci sarà richiesta anche la visura camerale, mentre per i dipendenti sarà indispensabile copia della busta paga. I corsi già calendarizzati sono i seguenti: Si ricorda che essendo limitati i posti previsti dal bando regionale si terrà conto della data presente sulla domanda di iscrizione. Inoltre, nel periodo invernale verranno attivati alcuni corsi di formazione, a catalogo, “Patentino Fitosanitario” e aggiornamento, indispensabile per l’acquisto e l’utilizzo dei fitofarmaci in agricoltura, “patentino trattori e aggiornamento.

TITOLO

LE ATTIVITA’ IN FATTORIA

FILIERA CORTA E VENDITA DIRETTA SEDE ORE

ALESSANDRIA 10

ALESSANDRIA 8

MARKETING E COMUNICAZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI ALESSANDRIA 8

AGRI-WEB COMPETENZE E STRUMENTI PER LA PRESENZA SUL WEB ALESSANDRIA 12

REATI ALIMENTARI: ETICHETTATURA, RESPONSABILITA’ AZIENDALI E RESPONSABILITA’ DELL’OSA ALESSANDRIA 8

E-COMMERCE E NUOVE STRATEGIE DI MERCATO ALESSANDRIA 24

REINTRODUZIONE DEL MANDORLO NELLE AREE COLLINARI A SALVAGUARDIA E CONSERVAZIONE DI BIOTOPI AUTOCTONI CERRINA MONFERRATO 12

REINTRODUZIONE DEL MANDORLO NELLE AREE COLLINARI A SALVAGUARDIA E CONSERVAZIONE DI BIOTOPI AUTOCTONI ACQUI TERME 12

RICONOSCIMENTO ERBE SPONTANEE E LORO VALORIZZAZIONE ALESSANDRIA 14

AGRICOLTURA BIOLOGICA, NUOVI AGGIORNAMENTI ALESSANDRIA 8 ENOTURISMO ALESSANDRIA 12

LA VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI LOCALI IN AGRITURISMO CONZANO 21

AGRICOLTURA DI PRECISIONE

FERTILIZZAZIONE/IRRIGAZIONE DI PRECISIONE, SISTEMI DI MAPPATURA DELLE PRODUZIONI ALESSANDRIA 8

ALESSANDRIA 8

Sono aperti corsi di Formazione Professionale in ambito forestale a pagamento co- finanziati ai sensi del psr 2014-2020 della Regione Piemonte settore foreste – misura 1 - operazione 1.1.1 - azione 2 - bando 3/2022. Percorsi formativi standard operatore forestale. Termine iscrizioni 15 dicembre 2022 Per info segreteria didattica INIPA NordOvest

Nella sede di Amag Ambiente nuova tappa della ‘Rivoluzione Verde’, partner Coldiretti

SCUOLA: LA FRUTTA E LE MELE DEL TERRITORIO

PROTAGONISTE DEL LABORATORIO DIDATTICO

Imparare giocando, in un contesto come i giardini della sede del Gruppo Amag in via Monteverde Con le scuole ‘Bovio’ e ‘Morando’ arrivate a “pedibus” ad Alessandria arrivando, accom pagnati dagli Alpini, a pedibus, se - seguendo un percorso sano ed guendo un percorso sano ed ecologico, “perché ogni percorso a piedi ecologico è un’avventura”. Sono stati questi gli ingredienti del progetto didattico-formativo proposto ad insegnanti e alunni nell’ambito della progettualità ‘Rivoluzione Verde’ che vede partner Coldiretti Alessandria. Per Coldiretti Alessandria è stata l’occasione per rilanciare e ribadire le proprie politiche sull’origine dei prodotti, sui consumi sostenibili, sulle produzioni a KmZero, sull’alleanza con i consumatori per prodotti salubri e con un buon rapporto qualità-prezzo. A partire proprio dalla mela, protagonista del laboratorio didattico in cui ne sono state ricordate le sue virtù salutistiche, ad alto contenuto di acqua e zuccheri, pectina e antiossidanti, la cui azione aiuta a rimanere in salute ed anche l’attività cerebrale. “Quando imparare è gioco e sapore… c’è più gusto! Iniziative come questa hanno l’obiettivo di formare consumatori consapevoli. Ringraziamo il Gruppo Amag e le insegnanti delle scuole elementari “Bovio” e “Morando” di Alessandria che hanno aderito con entusiasmo e partecipazione alla Mattinata Ecologica e al laboratorio didattico di Coldiretti”, hanno affermato il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria.

Celebrato il Ringraziamento ad Acqui Terme nella Cattedrale “Nostra Signora Assunta”

GRAZIE DEI CAMPI: L’IMPEGNO PER LA CUSTODIA DEL CREATO CONTRO L’ILLEGALITÀ E LE AGROMAFIE

In molti hanno firmato per il “no al cibo sintetico”. Consegnata una targa in ricordo di Gianluigi Gaglione

Riflettere sulla cultura della legalità, a renderla sempre più forte contro i non pochi ostacoli, che si frappongono nella filiera del cibo. Un’espressione evocativa che rimanda al valore della vita senza spreco, senza avidità e al contrasto di tutte le forme vergognose di sfruttamento e di caporalato. “Il cibo di ogni giorno come segno della bontà di Dio e l’Eucarestia per scardinare quelle strutture del male che affliggono la nostra società. Saper dire grazie, nonostante le difficoltà, per continuare quel cammino di crescita e di speranza che proprio i coltivatori nella ricorrenza di San Martino e l’inizio di una nuova annata agraria hanno fatto proprio”. Le parole di Mons. Ivo Piccinini, Consigliere Ecclesiastico provinciale, hanno accompagnato la 72ª Giornata Provinciale del Ringraziamento che Coldiretti Alessandria ha organizzato in Duomo ad Acqui Terme durante la celebrazione eucaristica concelebrata con don Giorgio Santi, parroco di “Nostra Signora Assunta”. Il Grazie dei campi come riconoscenza a tutte le aziende, vere sentinelle, che presidiano il territorio con coraggio senza lasciarsi piegare dalle difficoltà. Occasione per meditare sui problemi che il mondo rurale sta vivendo, acuiti dal protrarsi degli effetti di una crisi climatica, economica e finanziaria di portata mondiale dove diventa fondamentale una maggiore attenzione all’ambiente, alla sostenibilità e alla biodiversità. “Da sempre il mese di novembre per la Coldiretti è un momento di preghiera durante il quale il mondo cattolico rurale si ritrova unito per rivolgere il proprio Grazie per i frutti ricevuti e per l’avvio della nuova annata agraria, un’occasione per stare insieme ed esprimere quel sentimento di riconoscenza che i coltivatori hanno da sempre fatto proprio. Non poche volte, però, all’interno dell’attività agricola si infiltra un agire che crea grandi squilibri economici, sociali e ambientali - ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Nelle imprese catturate da dinamiche ingiuste si rafforzano comportamenti che minacciano ad un tempo la qualità del cibo prodotto e i diritti dei lavoratori coinvolti nella produzione. Si tratta di strutture di peccato che si infiltrano nella filiera della produzione alimentare: si pensi alle forme di caporalato, che portano a sfruttamento e talvolta alla tratta, le cui vittime sono spesso persone vulnerabili, come i lavoratori e le lavoratrici immigrati o minorenni, costretti a condizioni di lavoro e di vita disumane e senza alcuna tutela. Parlare di agromafia significa anche parlare di pratiche di agricoltura insostenibili dal punto di vista ambientale e di sofisticazione alimentare che mina la tutela dei prodotti cosiddetti “dop”, così come uso di terreni agricoli per l’immagazzinamento di rifiuti tossici industriali o urbani”. Sul sagrato antistante la cattedrale i trattori, moderni esempi di meccanizzazione agricola, hanno accolto i coltivatori provenienti da tutta la provincia. Tra le autorità che hanno preso parte alla funzione religiosa assieme ai vertici della Coldiretti alessandrina, il primo cittadino di Acqui Terme Danilo Rapetti, l’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa e l’assessore comunale all’agricoltura Rossana Benazzo. “La Giornata del Ringraziamento è un’occasione importante per meditare sui problemi che il mondo rurale sta vivendo, acuiti dal protrarsi degli effetti della guerra, di una crisi climatica, economica e finanziaria di portata mondiale dove diventa fondamentale una maggiore attenzione all’ambiente, alla sostenibilità e alla biodiversità. Quest’anno il Messaggio per la Giornata del Ringraziamento insiste sull’impegno di tutti non solo dei produttori agricoli ma anche dei consumatori. La stessa chiesa continua a denunciare le forme di corruzione e di tutto ciò che distrugge l’ambiente e le persone, occorre una vigilanza da parte di ciascuno, in modo particolare delle autorità pubbliche per prevenire infiltrazioni criminali in questo tessuto del dell’agro alimentare -

grazie dei caMpi ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Lo stesso prezzo nel comprare i prodotti può alimentare la giustizia e la trasparenza perché comprare è sempre un atto morale. Viviamo al meglio questa Giornata del Ringraziamento non solo per le aziende agricole che producono, ma anche per tutto quel mondo che ruota attorno al cibo, chi lo prepara, chi lo commercia, chi lo compra e chi lo consuma”. Suggestivo il momento dell’offertorio e la benedizione dei mezzi agricoli che “servono per la fatica quotidiana, per lavorare la terra e per donare alla comunità il bisogno al proprio sostentamento. Al termine della cerimonia è stato consegnato un riconoscimento alla signora Gabriella, moglie dell’indimenticato Gianluigi Gaglione, “un dirigente ma soprattutto un amico, che ci ha lasciato prematuramente, a lui va il nostro speciale “grazie” non solo per l’impegno e l’attaccamento dimostrato nei confronti di Coldiretti per la sua dedizione al mondo agricolo che deve essere di esempio alle nuove generazioni”, come ha sottolineato il Presidente Mauro Bianco. “Siamo gli intermediari, il mezzo attraverso il quale ogni anno si realizza il miracolo della raccolta, la donazione, la distribuzione e la condivisione. Nei frutti c’è parte di noi, del nostro lavoro, della nostra fatica e del nostro impegno che li migliora e ne crea abbondanza” - ha sottolineato nel suo intervento Bruno Roffredo, Presidente Coldiretti per la Zona di Acqui Terme -. Puntando sulla multifunzionalità, la nostra agricoltura è in grado di dare luogo a produzioni congiunte e nuovi modelli di sviluppo, capaci di rispondere adeguatamente alle attese del Paese. In questo tempo di crisi, un segnale positivo è rappresentato dal ritorno all’impresa agricola dei giovani, che sentono questo lavoro come una “vocazione”, che dona loro dignità e piena valorizzazione”. La Giornata del Ringraziamento è stata l’occasione per continuare sul territorio la raccolta firme per dire “sì al cibo naturale e “no al cibo sintetico”.

GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO A SAN SALVATORE E A SAN MICHELE

Anche San Salvatore e San Michele, due importanti realtà della Zona di Alessandria hanno festeggiato la Giornata del Ringraziamento. E’ stata l’occasione per continuare la petizione per dire NO al cibo sintetico. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato e firmato, un grande risultato per contribuire ad ottenere la legge contro il cibo di Frankenstein. Anche il Primo Cittadino di San Salvatore, Corrado Tagliabue, ha accolto il nostro invito e ha firmato. Nelle immagini il foto racconto.

La disposizione modifica completamente la prassi seguita da oltre 15 anni

POSTICIPATA DECORRENZA DI PENSIONE IN CASO DI NON REGOLARITÀ CONTRIBUTIVA

Isoggetti che non sono in regola con il versamento dei contributi previdenziali e/o che al momento della presentazione della domanda hanno in corso una regolarizzazione contributiva, attraverso la dilazione di pagamento degli avvisi bonari e/o la rateizzazione delle cartelle esattoriali, vedranno posticipata la decorrenza della loro pensione. E’ quanto ha stabilito l’Inps con una recente disposizione, che modifica completamente linea e la prassi seguita da oltre 15 anni dall’Istituto. La nuova disposizione prevede che la liquidazione della pensione decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui è intervenuta la regolarizzazione contributiva. Precedentemente la decorrenza della pensione, pur in assenza della regolarità contributiva al momento della presentazione della domanda, era fissata al primo giorno del mese successivo a quello della maturazione dei requisiti pensionistici. In conseguenza della nuova disposizione introdotta, l’Inps liquiderà la pensione solo dopo l’avvenuto versamento di tutta la contribuzione pregressa, non presente al momento della presentazione della domanda, necessaria a perfezionare il requisito contributivo. Quindi, per ottenere con certezza il trattamento pensionistico con la decorrenza dal mese successivo alla presentazione della domanda è necessario che tutta la contribuzione indispensabile alla maturazione del requisito contributivo sia stata interamente versata prima dell’inoltro della richiesta. Coldiretti ed Epaca non condividono la decisione presa dall’Inps e la ritengono infondata sia perché stravolge una prassi amministrativa regolata da precedenti disposizioni emanate dall’Istituto e applicata da più di un decennio, sia perché il più aggiornato orientamento giurisprudenziale sulla materia va in direzione opposta a quella che è stata presa. Per questo sono allo studio le iniziative quali ricorsi amministrativi, azioni legali, ecc., per ripristinare le regole in essere prima della uscita della nuova disposizione e per tutelare gli interessi degli assistiti. Gli Uffici Epaca sono a disposizione per ogni chiarimento e intervento di assistenza.

L’Inps liquiderà la pensione solo dopo l’avvenuto versamento di tutta la contribuzione pregressa

L’INPS ha semplificato la procedura per gli ultra 65enni

LA PENSIONE AGLI INVALIDI CIVILI 2022

Tutti i soggetti in età lavorativa tra i 18 e 65 anni affetti da malattie e menomazioni permanenti e croniche di natura fisica e/o psichica ed intellettiva che abbiano una riduzione della capacità lavorativa non inferiore ad un terzo possono essere interessati alle prestazioni di invalidità civile. Anche i minori di 18 anni affetti da malattie e menomazioni permanenti che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età rientrano nella categoria degli assistibili. Infine, i cittadini ultra 65enni affetti da malattie e menomazioni permanenti e croniche possono ottenere l’indennità di accompagnamento qualora necessitino di assistenza continua per incapacità a compiere gli atti della vita e/o impossibilità a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore. Per l’attribuzione della pensione agli invalidi civili sono presi in considerazione soltanto i redditi personali del richiedente e gli stessi, per l’anno 2022, non devono superare 4.931,29 euro se riferiti all’invalidità parziale e 17.050,42 euro se attinenti all’invalidità totale. Tale procedura, disponibile presso il Patronato EPACA, consente di dialogare con l’INPS e ridurre i tempi di attesa per ottenere l’indennità.

PRESTAZIONE IMPORTI LIMITI DI REDDITO

Invalidità civile parziale (dal 74% al 99%) 297,98 € mensili 4.931,29 € annui Invalidità civile totale (100%) 297,98 € mensili 17.050,42 € annui

Indennità di accompagnamento 525,17 € mensili -

ASPETTANDO LA LUCE

Comincia l’Avvento. Per i credenti è un invito a ripartire e a guardare in alto. Ripartire da dove? Oggi siamo messi così. Dalla 1° pagina di un quotidiano: - Il racconto di Bati denuncia la ferita del sesso comprato….. - Valditara, quei lavori “utili” e gli studenti bulli da punire …... - Se per il salvataggio del nostro Pianeta restano solo briciole. - L’UE: blocchi in Africa. Ma ora basta bugie sulle navi delle ONG…. - Protestare e morire a Teheran, mentre si gioca a Doha…... - Tenuta sociale in pericolo….. Con tutte queste macerie e con tutte queste ferite, che senso ha invocare la venuta del Salvatore? Non facciamo finta di attendere il Signore come se bastasse la finta. Egli è già venuto. E’ stato chiaro. Molto chiaro. Ci salverà l’amore, il suo amore, ma anche il nostro; se vogliamo essere salvati. E noi non possiamo essere ipocriti gettando la colpa sempre sugli altri. La nostra stella polare è Gesù Cristo, venuto per dare e non per prendere, per servire e non per comandare, per amare e non per dominare. Portare e vivere l’amore, soprattutto verso coloro che nella vita fanno più fatica, dipende da noi. Portiamo riconciliazione dove c’è discordia, gioia dove c’è tristezza, luce dove c’è tenebra, amore dove c’è odio. Sta a noi impedire che il cristianesimo evapori, a impedire la sua profanazione e la sua dissacrazione. Usciremo dal deserto di una vita senza prospettiva e senza speranza. E’ difficile intravedere l’alba nel crepuscolo; non impossibile. Sicuramente entusiasmante aspettando la luce. La luce di Cristo. Buon Avvento.

Don Ivo Piccinini

ACCORDO TRA AUTOSTRADE PER L’ITALIA E COLDIRETTI SU SOSTENIBILITÀ ED ENERGIA

Firmato il primo accordo di collaborazione in ambito logistico per il comparto agroalimentare tra Autostrade per l’Italia e la Confederazione Nazionale Coldiretti. L’intesa è stata siglata tra Roberto Tomasi, Amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia e Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti. L’accordo nasce dalla volontà comune di sviluppare iniziative tese al rafforzamento dell’infrastruttura logistica strumentale e funzionale alla filiera agroalimentare, promuovendo modelli di efficientamento del trasporto merci, in ottica di sostenibilità. L’intesa prevede lo sviluppo di programmi per l’incremento di produzione e di utilizzo dell’energia rinnovabile, sfruttando terreni adiacenti alle infrastrutture autostradali, sviluppando impianti agro-fotovoltaici in grado di coesistere con le attività agricole e realizzando impianti in prossimità di aziende associate Coldiretti, con risparmio degli oneri di trasporto e di sistema.

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