Portfolio Architettura Alessia Milano

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Alessia Milano | Portfolio

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Sono Alessia Milano, ho 25 anni e ho conseguito la laurea in Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze a luglio 2019 con la valutazione di 110/110 e lode. La preparazione universitaria mi ha permesso di sviluppare un’apertura mentale in ogni ambito progettuale e inoltre di adattarmi ad ogni scelta formativa e stilistica dei diversi docenti. Il tema scelto per la mia tesi di laurea è stato quello della progettazione sostenibile, il quale mi ha permesso di approfondire le tematiche relative alla sostenibilità ambientale, come l’utilizzo di materiali naturali e di strategie bioclimatiche atte al risparmio energetico. La tesi in ambito tecnologico mi ha permesso di sviluppare una solida abilità nell’affrontare le diverse scale del progetto, dall’estetica al dettaglio costruttivo. Sono inoltre interessata ad apprendere nozioni riguardo la progettazione BIM per poter accrescere le mie competenze professionali ed essere più competitiva nel mondo del lavoro. Mi piacerebbe inoltre approfondire la cura degli spazi interni nel dettaglio. Mi ritengo una persona socievole, curiosa e con tanta voglia di imparare. Sono molto incline al lavoro di gruppo, ma anche in grado di lavorare in assoluta autonomia. Spero di accrescere e consolidare le mie conoscenze grazie all’opportunità di un’eventuale collaborazione professionale. Sono attualmente in sede a Firenze, ma disposta a spostarmi su Pisa e Livorno. 1/57


PROGETTI SELEZIONATI

ArchViz Render

DEPLO.4D Deployable for Disaster

Biblioteca a Recanati

Edificio residenziale ad Arezzo

Asilo nido “Manuela Masi” 2/57

p.8

Render, Autodesk Authorized Training Center 2020

p.10

Tesi di laurea, DIDA, Unifi 2019 Prof. relatrice: Paola Gallo Prof. correlatrici: Rosa Romano, Giovanna Ranocchiai Team: Alessia Milano, Sara Marconi

p.22

Laboratorio di Progettazione V, DIDA, Unifi 2018 Prof.: Paolo Zermani Team: Alessia Milano

p.30

Laboratorio di Progettazione IV e Laboratorio di Urbanistica II, DIDA, Unifi 2017 Prof.: Fabrizio Rossi Prodi Team: Alessia Milano, Sara Marconi

p.42

Laboratorio di Progettazione Ambientale, DIDA, Unifi 2017 Prof.: Paola Gallo Team: Alessia Milano, Sara Marconi, Pietro Gallori, Cristina Galatà


1.618 Casa bassa

p.48

Laboratorio di Progettazione II, DIDA, Unifi 2015 Prof.: Michelangelo Pivetta Team: Alessia Milano, Alessia Cavaliere, Milena Lorusso

κοινὴ

p.52

Laboratorio di Progettazione II, DIDA, Unifi 2015 Prof.: Michelangelo Pivetta Team: Alessia Milano, Alessia Cavaliere, Milena Lorusso

David Casa in alta

p.56

Laboratorio di Progettazione II, DIDA, Unifi 2015 Prof.: Michelangelo Pivetta Team: Alessia Milano, Alessia Cavaliere, Milena Lorusso

Casa in linea

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ArchViz Render

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Render, Autodesk Authorized Training Center 2020


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DEPLO.4D

Tesi di laurea, DIDA, Unifi 2019 Prof. relatrice: Paola Gallo Prof. correlatrici: Rosa Romano, Giovanna Ranocchiai Team: Alessia Milano, Sara Marconi

Deployable for Disaster MODULO ABITATIVO TEMPORANEO POSTEMERGENZIALE

L’interesse relativo al tema dell’emergenza abitativa è nato a seguito della partecipazione all’evento organizzato dal Politecnico di Milano per la partecipazione al concorso del Solar Decathlon Europe 2019 in Ungheria. Il Solar Decathlon è stato uno spunto per la progettazione di un modulo abitativo ad alta efficienza energetica che dovesse rispondere ai criteri di innovazione architettonica, velocità di costruzione, sostenibilità ed economicità. Grazie all’approccio metodologico analitico utilizzato in questa tesi, è stato possibile riscontrare i punti di forza e di debolezza delle soluzioni abitative postemergenziali attualmente esistenti analizzate nello stato dell’arte. Questo procedimento è stato utile per la realizzazione di una nuova risposta progettuale più consona al problema dell’emergenza abitativa. A partire dai criteri progettuali per la realizzazione di moduli prefabbricati attualmente in uso, è stato possibile effettuare una più accurata ricerca su un sistema costruttivo che garantisca 6/57

la massimizzazione della reversibilità nel processo costruttivo una volta che sono cessate le condizioni per le quali quest’ultimo è servito. Da questa idea nasce il progetto DEPLO.4D: “Deployable for Disaster”, un modulo abitativo dispiegabile in grado di ampliarsi a seconda della grandezza del nucleo familiare richiedente il quale può customizzare la propria abitazione personalizzandola. Questo permette il coinvolgimento diretto dell’utenza nella progettazione della propria nuova dimora. Inoltre la possibilità dell’autocostruzione permette all’abitante di riappropriarsi del nuovo luogo sentendosi a casa. Il progetto risponde inoltre ai criteri di progettazione ambientale sostenibile nel rispetto del territorio circostante, a partire dalla sua impronta a terra fino ai suoi componenti costruttivi. Prevede sistemi attivi e passivi per il controllo ambientale che gli permettono di essere completamente off-grid. Il progetto risultante è quindi in grado di piegarsi, letteralmente, ad ogni utenza e ad ogni ambiente

a seconda dell’input di partenza rispondendo ai principi di innovazione architettonica, velocità di costruzione, sostenibilità ed economicità.


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Il nome “DEPLO” deriva dal termine inglese deployable, dispiegabile. Attraverso un semplice movimento di elevazione è possibile trasformare un sistema definibile in due dimensioni (2D), lunghezza e larghezza, in un sistema molto più ampio che acquista una terza dimensione, l’altezza, aumentando il proprio volume interno (3D). Successivamente viene aggiunta una quarta dimensione, quella impiantistica, attraverso l’inserimento del core tecnologico, dimentando quindi un sistema 4D. Ma il termine DEPLO.4D ha un duplice significato. Può essere letto sia un funzione dell’idea progettuale strutturale, sia in funzione dell’idea progettuale funzionale, ossia la soluzione abitativa in caso emergenziale post-disastro.

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INCLINAZIONE DEL SOLE

TIPOLOGIE DI ALLOGGI

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pianta piano terra

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pianta piano primo

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dettagli di montaggio

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BIBLIOTECA A RECANATI

Nella poesia di Leopardi “L’infinito”, il poeta descrive le sensazioni che si generano in lui quando siede in cima al monte Tabor e la sua vista è ostacolata da una siepe. Questa immagine ristretta e limitata dell’orizzonte gli permette di perdersi nell’immaginazione contemplando cosa ci possa essere dietro quella siepe. Il progetto della biblioteca nasce dall’analisi dell’idillio, all’interno del quale si sviluppa un continuo parallelismo tra il limite, la realtà, e l’infinito al di là di questo, l’eternità, diventando una caratterizzazione spaziale delle sensazioni del poeta. Queste si traducono in un segno, un quadrato, che rappresenta lo spazio immobile, concreto, che si pone sul limite delle mura, diventando un filtro tra la realtà del borgo e il mare verso l’orizzonte. Si genera quindi un luogo chiuso, che ruota su sé stesso, comunicando con il tessuto circostante grazie alla fessura di accesso che rispecchia una tipologia edilizia presente nel contesto. La corte è il fulcro del luogo, attorno al quale ruotano tutte 18/57

le stanze principali, un cuore pulsante solitario dove l’uomo può raccogliersi. Ma anche l’architettura viene colpita dalla forza ignara della Natura matrigna, la quale mutila la simmetria perfetta della forma. La regolarità della geometria umana si piega quindi alla forma del territorio cercando un nuovo equilibrio e donando una nuova importanza a quell’angolo tanto importante del quadrato che ormai non esiste più. Attraversando inizialmente uno spazio ristretto, il campo visivo si allarga e viene colpito dalla rottura della simmetria che guida il visitatore verso l’ingresso, uno spazio filtro tra esterno e interno caratterizzato da aperture che continuano il ritmo scandito dalle finestre. Il progetto si struttura in tre piani di cui due fuori terra. Il piano terra presenta funzioni tra di loro svincolate: l’accoglienza, uffici, sala conferenze e angolo ristoro. Il piano superiore collega le funzioni del piano

Laboratorio di Progettazione V, DIDA, Unifi 2018 Prof.: Paolo Zermani

sottostante e presenta il luogo principale della biblioteca che è la sala lettura. Questa si dispone come un percorso circolare che ruota attorno alla corte e termina nel punto di rottura che permette al visitatore di guardare oltre quella siepe, oltre quelle mura, e contemplare lo spazio infinito. Il piano interrato infine presenta servizi e archivi.


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pianta piano terra 1_ingresso 2_ufficio 3_ristoro 4_sala conferenze

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pianta piano primo 5_biblioteca

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sezione trasversale

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sezione longitudinale

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EDIFICIO RESIDENZIALE AD AREZZO

Laboratorio di Progettazione IV e Laboratorio di Urbanistica II, DIDA, Unifi 2017 Prof.: Fabrizio Rossi Prodi Team: Alessia Milano, Sara Marconi

CONTESTO

ANALISI DELLA MORFOLOGIA URBANA

PRINCIPIO INSEDIATIVO

Il progetto nasce all’interno di un’area situata nel comune di Arezzo, in una zona a ridosso del centro storico che corre lungo le mura, precisamente tra porta San Clemente a nord e porta del Foro (porta San Lorentino) a sud. Attualmente la zona ospita dei campi da tennis insieme ad altre strutture sportive quali un palazzetto, dei campi da calcetto all’aperto e altre palestre, la sede del quartiere e un centro sociale che occupa il bastione a nord; tutti edifici che verranno abbattuti poiché di poco interesse architettonico e rilevanza storica. Di contro, nella parte rialzata, sono presenti un’azienda agricola con campi coltivati, la casa circondariale, due ex caserme militari, l’ex caserma Piave e l’ex caserma Italia, di cui la seconda progettata da Michelucci.

Il tessuto residenziale è perfettamente in stile aretino, con il fronte strada continuo e pseudo rettilineo mentre l’interno frastagliato e disordinato. Nel tessuto aretino è ricorrente il tema degli isolati a corte. In particolare nel centro storico hanno tutti una forma quadrangolare con il perimetro chiuso e una piccola corte interna. Allontanandosi si vanno svuotando sempre di più, infatti si trovano delle corti più ampie e progettate fino ad arrivare a svuotare alcuni fronti, il cui limite viene ad essere costruito da un muro e non più da un edificio. In questo modo il fronte strada è sempre continuo e sembra che gli edifici voltino le spalle ai luoghi pubblici, per far si che la vita privata si svolga al loro interno. Fuori dalle mura è invece frequente trovare isolati di più recente costruzione, che perdono il tessuto del centro storico e sono caratterizzati da elementi puntiformi.

Il nostro spazio di progetto fa da filtro tra centro storico e “fuori le mura” per cui è stato scelto un principio insediativo in continuità sia con i tessuti circostanti che con i caratteri identitari della città. Le preesistenze sono state sfruttate e completate per creare degli isolati a corte, che volgono le spalle alla strada, luogo della vita pubblica. Allo stesso tempo sono stati inseriti degli elementi puntiformi in prossimità dei bastioni, che riprendono gli insediamenti esterni alla cinta muraria. Le strade principali, carrabili e pedonali, restano all’esterno delle corti venutesi a formare.

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TIPOLOGIE EDILIZIE

VIABILITÀ

SISTEMA DEL VERDE

I due edifici isolati si sviluppano in altezza e hanno funzione prevalentemente abitativa. I prolungamenti delle corti invece sono costituiti da case in linea a doppia quota. In particolare i corpi longitudinali che seguono l’andamento della strada e delle mura si sviluppano su due piani, con il pian terreno a uso commerciale. I corpi trasversali che costituiscono l’ideale prolungamento degli edifici storici hanno la stessa altezza di questi ultimi e accolgono prevalentemente residenze.

La strada carrabile a senso unico che corre tra le mura e i nuovi edifici costituisce l’unico collegamento diretto tra le due porte all’interno delle mura. I percorsi pedonali sono diversi e a diverse altezze: quello principale, a quota 0, tocca tutti i punti dell’area e si collega al bastione; una passerella panoramica corre lungo le mura per terminare su una terrazza da cui si può godere della vista sulle campagne aretine e sull’appenino. Momenti di compenetrazione, fra l’area dei nuovi edifici e quella rialzata degli edifici storici sono costituiti dalla scalinata posta al centro del progetto che apre alla vista sulla piazza.

La volontà progettuale è quella di incrementare le aree verdi dell’area che attualmente ospita soltanto giardini e orti privati, mentre è totalmente sprovvista di verde pubblico. Il sistema del verde pubblico è quindi pensato e collocato prevalentemente nella fascia adiacente alle mura e culmina nel bastione. Il verde privato invece ad uso esclusivo dei condomini, è stato inserito ai piedi dei nuovi edifici.

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CONCEPT DI PROGETTO CONCEPT DI PROGETTO

IlIl progetto progetto di siun nastro ripreo tema delnerapporto nascenasce dall’ideadall’idea di un nastro che avvolge attornoche ad unsi volumeviene scatolare affinchèilquest’ultimo assuma le tra la città e la sue qualità:attorno la trama del diventa il modulo base da cui si sviluppacampagna l’alternanza in prospetto dei pieni dei vuoti avvolge adtessuto un volume scatolare affinchè attraverso la erealizzazione di un’orto i quali vengono evidenziati con l’uso di frangisole scorrevoli. quest’ultimo ne assuma le sue qualità: la trama urbano sulla terrazza. Successivamente emergono degli elementi di eccezione al nastro i quali si presentano come punti di snodo tra i due volumi fondamentali che si sviluppano in orizzontale verticale. del tessuto diventa il modulo basee inda cui Altro si elemento di eccezione alla regola è il pergolato presente sulla terrazza che bilancia la volumetria, ripreso anche all’interno del sistema di verde semipubblico alla base sviluppa l’alternanza in prospetto dei pieni e Gli elementi di eccezione delineati nel concept dell’edificio. Per mettere diversità caratteristiche del progetto, questi di elementidisono caratterizzati da un materiale di colore dei vuoti ini risalto qualilevengono evidenziati con l’uso progetto rappresentano dei luoghi pubblici e scuro che riprende il corten della passerella che percorre le mura. frangisole scorrevoli. semipubblici in relazione con i volumi restanti che Dall’analisi della morfologia urbana aretina viene ripreo il tema del rapporto tra la città e la campagna attraverso la realizzazione di un’orto urbano sulla terrazza. Successivamente emergono degli elementi di invece sono adibiti a funzioni private. eccezione al nastro i quali si presentano come punti di snodo tra i due volumi fondamentali che Il verde si sviluppa su due livelli alternandosi con si sviluppano in orizzontale e in verticale. Altro la parte pavimentata. Al piano terra, sul fronte elemento di eccezione alla regola è il pergolato principale è presente un percorso pavimentato presente sulla terrazza che bilancia la volumetria, arredato con delle sedute attrezzata con del verde. ripreso anche all’interno del sistema di verde Tali sedute sono riprese nella parte retrostante semipubblico alla base dell’edificio. dell’edificio dove è presente anche una porzione Per mettere in risalto le diversità caratteristiche pavimentata coperta con il pergolato. A questa del progetto, questi elementi sono caratterizzati zona dell’edificio si può accedere attraverso due da un materiale di colore scuro che riprende il tagli del blocco basamentale. corten della passerella che percorre le mura. Al piano superiore, sulla terrazza, si trova un orto Dall’analisi della morfologia urbana aretina urbano privato fruibile dai condomini, anch’esso 29/57


alternato ad una parte pavimentata in ombra.

L’intero progetto è suddiviso in fasce funzionali. Al piano terra si trova il basamento con funzione commerciale con negozi, bar e una piccola palestra. o rappresentano dei luoghi pubblici e semipubblici in relazione La fascia orizzontale del primo piano è riservata ivate. agli uffici. Il terzo piano funge da basamento per l’elemento verticale del progetto all’interno del quale sono sviluppate le residenze. Esso presenta una Al terrazza privata, fruibile dai ècondomini, pavimentata. piano terra, sul fronte principale presente un un Tali orto urbano. All’interno del retrostante secondo a con delcon verde. sedute sono riprese nella parte blocco si dividono la lavanderia tata coperta conbasamentale il pergolato. A questa zona dell’edificio si può condominale e l’area magazzini per l’orto.

no privato fruibile dai condomini, anch’esso alternato ad una

rciale con negozi, bar e una piccola palestra. i. 30/57 rticale del progetto all’interno del quale sono sviluppate le


progetto area B

Studenti: Marconi Sara - Milano Alessia

Piante alloggi

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Prospetti

prospetti

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sezioni

progetto area B

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ASILO NIDO “MANUELA MASI”

Il progetto si sviluppa nell’area immediatamente sopra l’esistente scuola dell’infanzia Masi su di un terreno caraterizzato da una forte pendenza, con un dislivello di circa 15 metri. Il progetto consiste nell’edificazione di un’asilo nido per 40 bambini le cui caratterisctiche corrispondano alle contemporanee esigenze di scuola multifunzionale. In particolare i punti salienti del progetto sono: la creazione di uno spazio a valenza didattica in grado di garantire attività educative e paideutiche sempre diverse e configurazioni fisiche e distributive sempre variabili in modo tale da offrire spazi modulari facilmente confugurabili, in grado di rispondere a tutti i contesti educativi previsti senza sacrificare flessibilità e funzionalità. Il lotto presenta un’orientamento in direzione nord-est/sud-ovest con l’andamento del terreno in direzione nord/sud. La mancanza di edifici molto alti nelle vicinanze, unita alle caratteristiche già elencate, rende la zona di progetto ideale per lo sfruttamento attivo e passivo dell’irraggiamento 38/57

solare. A tal proposito è stata eseguita un’analisi bioclimatica e un approfondimento sulle ombre lungo tutto il periodo dell’anno per evitare il generarsi di ombre autoportate. L’ingresso è situato nella parte più a sud-ovest, in prossimità del viale d’accesso, in modo tale da permettere una più agevole consegna dei pasti necessari per il servizio di mensa; è inoltre prevista la realizzazione di un filtro termico come previsto dalla normativa (Normativa Regionale sugli asili nido della Regione Toscana). Le aule sono sviluppate secondo un andamento sinuoso lungo il lato sud-est dell’edificio per poter garantire il maggior soleggiamento e ventilazione giornalieri. Le aule presentano le stesse dimensioni sia in pianta che in alzato in modo tale da permettere una costruzione più agevole e veloce da realizzare. All’interno delle cinque aule sono stati inseriti dei divisori di materiale leggero per poter sistemare i servizi di ridotte dimensioni dedicati ai piccoli frequentatori dell’asilo nido

Laboratorio di Progettazione Ambientale, DIDA, Unifi 2017 Prof.: Paola Gallo Team: Alessia Milano, Sara Marconi, Pietro Gallori, Cristina Galatà

e inoltre queste pareti risultano tagliate da un’apertura orizzontale che facilità l’attività di controllo da parte degli insegnati. La parte retrostante che risulta essere meno esposta alla luce solare è organizzata come spazio per il riposo grazie all’inserimento di lettini e morbidi cuscini. Le aule sono collegate da un connettivo centrale, illuminato da grandi lucernari sulla copertura, che funge da fulcro dell’edificio e offre occasioni di incontro, socializzazione e gioco. Il blocco posteriore più vicino alla collina è stato riservato oltre che all’ingresso anche a tutti gli altri spazi destinati ai servizi quali la distribuzione pasti, aula insegnanti e servizi igienici. Questi ambienti mostrano differenze rispetto alle aule antistanti soprattutto per quanto riguarda l’illuminazione naturale poiché anche qui deve essere garantito un fattore di luce diurna minimo del 2%. Infatti, essendo contro terra da un lato, è risultato necessario aumentare l’altezza degli ambienti in modo da inserirci delle aperture orizzontali sul lato opposto.


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pianta piano terra

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sezione AA’

sezione BB’

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Laboratorio di Progettazione II, DIDA, Unifi 2015 Prof.: Michelangelo Pivetta Team: Alessia Milano, Alessia Cavaliere, Milena Lorusso

CASA BASSA

C’é bisogno di ordine per dare luogo alla creatività. In ogni elemento, situazione, evento che ci circonda c’è un filo conduttore, una rete tessuta per far sì che tutto funzioni, come un ingranaggio perfetto. In architettura lo scheletro portante è la regola matematica, la geometrizzazione degli spazi, un concatenarsi di formule che permette lo sviluppo, la stabilità e l’armonia delle forme dell’edificio. La nostra idea di “casa bassa” si basa proprio su questo: una razionalizzazione dello spazio attraverso l’uso di griglie e moduli che permetta all’architettura di relazionarsi e di prendere possesso del luogo in cui è posto. L’architettura padrona dello spazio, l’uomo padrone dell’architettura. E’ l’uomo il parametro fondamentale con cui l’edificio è portato a relazionarsi ed è l’uomo che, attraverso la sua presenza, crea e modifica le spazio circostante, Il progetto, infatti, che prende spunto dalla casa 44/57

giapponese, ha al suo interno un camminamento della larghezza di 1,20m, ricavato dallo spazio elementare necessario all’individuo. Gli spazi individuati e delimitati dal camminamento stesso sono elementi scatolari, derivanti dalla coesistenza di rettangoli aurei, quadrati modulari e sottrazioni degli stessi, il punto focale della casa è il soggiorno che, unito alla zona pranzo, costituisce il focolare domestico: qui gli ambienti e le loro divisioni sono dettati dal rettangolo aureo, ossia dal quadrato modulare affiancato alla sua sezione aurea. Di qui l’architettura statica e raccolta diviene dinamica: procedendo verso la zona notte, lo spazio si riduce, si piega su se stesso e diventa introverso; il modulo è, così, sovrapposto alla sua sezione aurea. Spostandosi verso l’esterno, al contrario, lo spazio si frammenta, scomponendosi in singole unità: il modulo, presente come negazione della struttura, poiché rappresentante l’ingresso

dell’edificio, è coperto in parte dal suo sviluppo aureo e la loro sottrazione va a definire lo spazio della dependance e del garage. Percorrendo e vivendo l’architettura, si percepisce il suo continuo movimento, un pulsare costante che rispecchia la vita al suo interno.


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costruzione geometrica

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pianta piano terra

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κοινὴ

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CASA IN LINEA

Ogni individuo è solo, ma, allo stesso tempo, è in continua relazione con il mondo circostante. Ha bisogno di essere se stesso, ma anche di rispecchiarsi negli altri. In ognuno di noi esiste una dualità, una doppia natura che ci porta ad essere δύσκολος e πολίτης. Proprio per questa doppia essenza, l’uomo vive di due spinte vitali: una, interiore e rivolta al proprio io, tende a mettere in primo piano l’individualità e la centralità dell’essere; l’altra, tesa verso l’esterno e rivolta al rapporto con gli altri, comunica lo spirito dell’uomo quale animale sociale, integrato nella collettività. Questi due caratteri, coesistenti e inscindibili, crescono di pari passo, ancor più quando l’uomo è chiamato direttamente a rapportarsi con la società; di qui l’esempio delle “case in linea” o “a schiera” in cui uno comunità coesiste, seppur in maniera autonoma, Spesso, però, accade che, nonostante l’idea di unità, essa sia superata dalla suddetta autonomia che, imponendosi prepotentemente, 48/57

ostacola lo spirito comunitario: gli abitanti, trovandosi a stretto contatto tra di loro, sono portati ad isolarsi e a ricercare il privato anche in un contesto pubblico. Il progetto si basa, perciò, su un unicum, caratterizzato dalla complementarità di sfera pubblica e privata. L’idea è quella di stabilire un equilibrio fra privato e pubblico, senza, però, che i due aspetti risultino svincolati: di qui l’idea di creare, con l’ausilio di unità abitative appositamente accorpate e roto—traslate, una volumetria unitaria, scavata all’interno solo dall’asse di scorrimento centrale. E’ lo stesso asse che, con l’affaccio delle abitazioni circostanti, dà luogo a degli spazi aperti, una sorta di “piazze” ad uso pubblico che trovano il loro corrispettivo e la loro negazione nelle terrazze soprastanti, ad uso privato. Così come accade per le piazze, anche l’asse vede una contrapposizione, in questo caso quella ortogonale del corpo centrale al piano superiore, il quale funge sia da perno di salita che da elemento

di distribuzione. La forza visiva e funzionale del perno sopraelevato è, poi, rafforzata dalla presenza di strade e strettoie ad esso parallele che, in due angoli opposti del agglomerato abitativo, scindono anche l’area degli uffici e delle attività commerciali, ricreative e sportive. La configurazione che il “blocco”, ormai eroso dall’attività vitale, va quindi ad assumere è quella di una città nella città, connotata da un continuo scambio di interazioni, di blocchi che retrocedono e che avanzano, di piazze comuni e di terrazze private, quasi i prospetti lineari e privi di movimento esterni volessero contenere e comprimere all’interno il pulsare della vita.


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pianta piano terra

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pianta piano primo

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DAVID

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CASA TORRE

L’architettura parla una lingua comune, comprensibile, non facilmente interpretabile, ma chiaramente riconoscibile. È la lingua visiva dei pilastri, dei setti e dei solai. Delle facciate che abitano e fanno vivere la strada, altrimenti sempre uguale a se stessa. L’edificio è fatto di sguardi, esiste nel momento In cui se ne studia la fisicità e se ne osservano le forme. Progettazione, geometria, proporzione, simmetria. Esistenza slegata, però, dall’essenza. Il respiro dell’architettura, la natura stessa dell’edificio, ha inizio in facciata, ma si esplica nel pulsare intimo, frutto della vita al suo interno. E’ l’uomo la misura dello spazio ed è l’uomo che dà significato all’abitare. Aggregazione, sentimento, comunità, vita. Dualità contrastante, ma assolutamente inscindibile. Con l’intento della scoperta della sua anima, l’edificio viene spogliato, caratterizzato da una pelle esterna e da un nucleo centrale, luogo in cui 52/57

si svolge la vita nel suo stadio più primitivo, puro e naturale. La progettazione diviene indagine architettonica, ma anche sociale; un momento per analizzare la compressione e la decompressione degli spazi e la relazione tra di essi. Il progetto, basato sullo studio dell’architettura e delle dinamiche di sviluppo di Torre David, si presenta come una unità divisa sulla diagonale: mentre la parte “completa” dell’edificio tende a voler comunicare all’esterno la sua essenza, la parte “incompleta”, caratterizzata solo dalla struttura portante, funge da base per lo sviluppo di abitazioni indipendenti, costruite in maniera del tutto naturale. L’immediata conseguenza percepibile è il rapporto con lo spazio circostante, diretto e spontaneo per quanto riguarda la zona in costruzione, rigido e mediate da imposizioni quali pilastri in facciata, per la parte ultimata e rifinita. Per tale ragione, all’interno dei due edifici si viene a creare una decompressione, una sorta di piazza verticale che ben descrive il pulsare dell’’architettura.


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pianta tipo 1

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pianta tipo 2

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pianta tipo 3

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Alessia Milano

Via Francesco de Sanctis n.5, Firenze +39 3409009088 alessiamilano10@gmail.com


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