QUELLO CHE DICO IO Semin Tahirovik
L’Associazione Il Pettirosso, in collaborazione con Comune di Terni, bct - Biblioteca Comunale Terni e Comitato Ternano per i Diritti Umani e la Pace, a Gennaio 2013 ha promosso il progetto CHI LEGGE SCRIVE IL MONDO, un bando di concorso per giovani scrittori sul tema delle migrazioni, finanziato dalla Regione Umbria ai sensi della L.R. 18/90 nel quadro degli interventi annuali in materia di immigrazione e intercultura. Semin Tahirovik ha presentato la sua raccolta di poesie “Quello che dico io”, questa pubblicazione rappresenta il premio che l’Associazione Il Pettirosso ha assegnato a questo giovane autore. Grazie alle persone che hanno collaborato alla realizzazione di questo progetto: Valentina Galluzzi, Marco Carniani, Barbara Andreani, Alessandro Carlaccini, Andrea Pierdiluca, Adele Barbetti, Claudia Monti, Elisabetta Grigioni, Sandra Paolucci e il personale di bct - Biblioteca Comunale Terni. Grazie alle maestre e alle classi che hanno partecipato al concorso CHI LEGGE SCRIVE IL MONDO.
progetto editoriale Ass. Il Pettirosso progetto grafico Alessandro Carlaccini © Ass. Il Pettirosso 2013 proprietà letteraria riservata: nessuna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata o comunque riprodotta senza autorizzazione A cura di Associazione Il Pettirosso
Con il finanziamento della Regione Umbria
in collaborazione con:
Associazione IL PETTIROSSO c/o Laboratorio Diritti, Pace Ambiente - Via Carrara, 6 05100 Terni 0744.43.35.73 - +39 377.48.777.98 - labdpa@gmail.com
indice Prefazione..................................10 Introduzione................................12 Nota biografica.............................14 La vita.....................................16 La notte, il giorno,cosa c’è dietro?........17 Chi sono?...................................19 Paura.......................................22 Io... ......................................24 La notte....................................26 Il poeta....................................28 Io, tu, l’amicizia..........................30 Le parole...................................32 Lui e lei...................................34 Il mio cuore nelle tue mani.................36 Persone.....................................38 Noia........................................39 Mondo.......................................40 Nuove conoscenze............................42 Amico.......................................44 Specchio....................................45 Ti ho incontrata............................46 Aprire un libro.............................47 Giochi di una volta.........................48 Ti regalerò.................................49 Musica......................................50 Eroi........................................51 Ore, minuti, secondi... ....................52 Il pittore..................................53 Cose che non succedono......................55 Guerre......................................56 Dolore......................................58
Prefazione Quando a Gennaio 2013 abbiamo indetto il concorso per giovani lettori e scrittori “Chi legge scrive il mondo”, non pensavamo di riuscire a coinvolgere così tanti bambini e bambine, ragazzi e ragazze su un tema così particolare e profondo come la migrazione e il viaggio, inteso anche come viaggio interiore. La meraviglia dell’incontro con l’altro e il dolore profondo per l’inevitabilità del distacco, la gioia e la paura di arrivare in un paese lontano dove tutto è diverso, la ricerca dell’identità passata e la costruzione di una nuova identità, sentimenti contrastanti che ci hanno emozionato ed hanno reso questo concorso un’esperienza unica anche per noi, un viaggio. Quando abbiamo letto le poesie di Semin abbiamo pensato che nessuno aveva descritto in modo così completo il suo mondo: già in sé incontro, scambio, mediazione. Ci ha stupito che un ragazzo così giovane avesse pensato ad un suo prodotto editoriale già completo e provvisto anche di copertina. Le cose sono venute da sé, non potevamo fare a meno di lanciarci in questa impresa, realizzare quel prodotto ovvero quel sogno che non riusciva ad essere raccontato ma solo donato. Le poesie di Semin ci hanno colpito e ci dicono tanto, non solo su di lui, ma anche su di noi, non più tanto “giovani Holden”, da non molto tempo usciti da una adolescenza rimpianta e non ancora metabolizzata, operatori ed educatori in cerca di chiavi di lettura della complessità emotiva dei giovanissimi, per accompagnare la loro crescita. Oggi che finalmente vediamo questo libro siamo felici, perché rimarrà qualcosa a memoria di questo nostro primo viaggio nel cuore e nelle speranze dei giovani, e auguriamo a Semin che questo libro rappresenti anche per lui un momento di passaggio nella costruzione della sua complessa, delicata, profonda identità. Associazione Il Pettirosso
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Introduzione La poesia sgorga dal nulla. Dal tutto indistinto che non ha nome. E’ un di-segno a mano libera dai contorni indefiniti, un salto nel colore spiccato dagli occhi che affonda direttamente nel rilievo della parola. Davanti alla pagina bianca, Semin Tahirovik edifica imponenti costruzioni. Il luogo è ideale per non perdersi, complice il silenzio di un paesaggio interiore dai tratti autunnali in cui la luce si confonde con la parola stessa, si allunga in versi essenziali, quasi scarnificati, riuscendo a varcare il confine palpabile che separa l’artista dal resto del mondo. La poesia non ha volto, ma è chiaramente a suo agio negli occhi di Setnin. Utilizza la sua mano per trovare una via d’uscita, vagando tra le pieghe di un sen-timento, ornandosi di mille sfumature, assumendo la pienezza di una dimensio-ne. Pungendo il lettore dove meno se lo aspetta, in una precisa richiesta d’intento comunicativo. Portatrice di immagini eteree, di atmosfere di sogno, spesso imper-niata sull’interrogativo che muove dallo stupore. Lo stesso che ci coglie nell’indos-sare l’emozione trasmessa in questi versi, la cui apparente semplicità sa offrire una sorprendente chiave di lettura del dato reale a partire direttamente dall’universo sensibile. Premessa necessaria perché un viaggio atteso risulti indimenticabile.
Silvia Sardini
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Nota biografica Come in ogni buona pubblicazione di un libro di poesie si dovrebbe comincia-re con una sintesi biografica dell’autore, per raccontarne cronologicamente la storia e le opere; ma un po’ per la sua età, sorprendentemente giovane per la poesia, e so-prattutto perché si tratta di un avvio letterario, lascio ad altri biografi, speranzoso degli esiti positivi, l’incarico di raccontare il passato di Semiti. Al momento preferisco proporre qui il suo presente e augurargli un futuro ricco di speranze e nuovi traguar-di di questo sorta. Chi, come me, conosce Semin nel suo percorso scolastico potrebbe obiettare che qui si vuol tacere della sua origine extracomunitaria, in cui il ragazzo non si ricono-sce affatto; e ancora che si evita di evidenziare i conflitti familiari, che caratterizza-no la sua quotidianità domestica; o ancora si potrebbe criticare che, in questa sede, non siano riportate le numerose lacune scolastiche dello studente Thairovik Sentiti, iniziate fin dalle elementari e rafforzate ora alle medie, che hanno reso sempre dub-biosa l’ ammissione agli anni scolastici successivi. E via dicendo, con il solito sterile burocratese scolastico. Ma questa serie infinita di preterizioni renderebbe carne da macello, ad uso editoria-le, la vita passata dell’autore. Il suo presente invece è quello assoluto del poeta: ovvero di chi sa astrarsi dal suo tempo, liberarsi dalle ristrettezze del passato, per perpetuare la sua ispirazione in un futuro di atemporalità. Solo chi è poeta o artista in genere, sa cosa significhi cogliere al volo l’ispirazione, fermare il tempo e lo spazio in un attimo di creazione che diventa eterno: essere a suo modo unico, o al massimo uno dei pochi. Alberto Moravia, alle esequie di Pier Paolo Pasolini, celebrò la grandezza dell’autore de “Le ceneri di Gainsci” dicendo che di poeti, in un secolo, ne nascono al massimo 304 e che il poeta dovrebbe esser sacro per una società; auguro a Senili; di essere fra questi pochi, con la consapevolezza che, per il momento, è l’unico della sua scuola, forse l’ unico di tutte le scuole dell’Umbria e, ancora, uno dei pochi in Italia, a poter vantare la pubblicazione di un suo libro di poesie a poco più di 14 anni; e di questo, nonostante la scuola (che ha il solo merito di aver sostenuto la presente pub-blicazione), dovremmo essergli, se non proprio riconoscenti, almeno rispettosi. Matteo Severini 13
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La vita La vita, è un vortice di cose belle e brutte. La vita è come un libro di storie che iniziano e poi finiscono... la vita è come un fiore che nasce e poi muore. La vita, ha mille sorprese che ti rendono felice. Andare avanti con un sorriso in viso ti fa dimenticare le cose brutte.
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La notte, il giorno, cosa c’è dietro? Cose che non esistono immaginiamo, siamo persone di mille pensieri, giochiamo con il nulla. La rosa rossa appesa nel cielo gocciola si sta scolorendo non è più vita. Noi che pensiamo, ci consideriamo i più grandi ma non è vero. Bisogna guardarci negli occhi per capirci non nella bellezza. L’acqua scorre via prende il dolore che il vento ha portato.
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Nascondo l’anima di chi ha maltrattato che brucia di rabbia per castigarci, la realtà è stata buttata via nel fuoco del domani, è cenere ormai. Torniamo a casa stanchi del lungo passato, ricordi ormai dimenticati stanchi di vivere per il nostro presente.
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Chi sono? Ci sono molte domande della vita una di quelle è dire “chi sono?”. Sono un ragazzo che trascina i suoi sogni e li apre alla realtà. Sono un ragazzo che guida la verità, brucia la rabbia per dire “chi sono”. Mi reggo ai sogni che taccio, guardo le ore che svelano il mio passato. Mi arrampico sul nulla.
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Sbatto la porta a chi mi vuole ostacolare. Mi giro nel niente, ascolto il sangue che mi scorre tra le vene, cadono i fogli del libro che ho letto. Semino i miei sogni, notte d’estate notte di oggi e di ieri. Ricordi ormai passati ricordi che non ricordo, volo con la poesia che mi abbraccia, il suo sentire mi avvolge. Respiro la vita. Ma la domanda rimane “chi sono io”.
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Paura soffre paura batte il cuore solitudine le lacrime che scendono piange tristezza guardo la paura che è nera scappa dimentica fugge leggera
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Io... Io che amo gli altri, io che ho parlato scrivendo. Io che non ho capito mai le regole della vita, io che non ho pensato mai al male...ma poi l’ho capito. Io che facevo scendere le mie lacrime come la pioggia, io che non ho mai scoppiato questa bolla che mi imprigiona che mi circonda io che non servo a nulla. “Solo con le parole del cuore, dei sentimenti riesco a vedere il mondo con altri occhi�.
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La notte Cala il sipario arriva la notte c’è solo silenzio tutti dormono, sopra nell’immenso cielo c’è la luna accompagnata dalle stelle illuminano questo lungo spettacolo. Ma in una casa un poeta che scrive l’ultima poesia.
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Il poeta Si trova lÏ tranquillo senza pensieri medita, guarda il foglio bianco, che non sa parlare. Chiude gli occhi e pensa, vagando in un prato pieno di fiori sente l’ispirazione prende la penna ed inizia a scrivere.
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Io, tu, l’amicizia Io in un angolo tu nell’altro paura di sbagliare qualcosa paura di fare un passo sbagliato cercare di avvicinarsi, e poi parlare poi penso ce la posso fare faccio un passo avanti anche lui fa la stessa cosa un sorriso e poi la mano
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Le parole Le parole significano dicono. Le parole sono come un libro di storie che raccontano. Le parole sono uniche che arrivano dal cuore. Sono loro a renderci unici diversi dagli altri tutti hanno delle parole speciali che ci cambiano la vita.
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Lui e lei Lui guarda lei Lei guarda lui lui raccoglie un fiore lei non lo vuole. Lei se ne va lui la segue lui prende un foglio ed una penna scrive una poesia lei la legge e la prende lui sorride lei lo bacia.
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Il mio cuore nelle tue mani Stendi le mani prendi il mio cuore lascio via ogni cosa, non si può leggere nei libri o nelle poesie. Lui batte senza sosta si sente nell’aria profumo di tristezza oggi arriva al domani senza senso le parole ormai si sente quel rumore. come una croce.
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Persone Corriamo nel nulla, non sappiamo scrivere una storia per il nostro futuro. Mangiamo, i nostri pianti i nostri dispiaceri. Giochiamo con una palla di sentimenti altrui. Tocchiamo il profumo di una rosa morta. Vediamo, l’anima di un bambino che piange. Annusiamo, il nostro dolore che ci portiamo dentro come una croce. 37
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Noia
Mondo
Giorni di noia non passano più guardo l’orologio ma l’ora non passa aspetta... Si è mossa una lancetta scrivo, leggo, corro ma mi annoio lo stesso. Ho trovato un amico e mi sento felice adesso, giochiamo.
Gira senza sosta circondato da cose forti l’amore, l’odio, la felicità. Noi siamo quelle emozioni. Mondo tu che ci proteggi che ci sopporti, siamo senza vergogna a farti del male, chi siamo noi a farti questo. Mondo non ci odiare siamo fatti così!
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Nuove conoscenze Conosciamo nella nostra via persone che ci amano e poi ci tradiscono come una bestia siamo delle spugne assorbiamo solo. A volte conosciamo persone che calpestano i nostri sogni, davanti a noi abbiamo dei muri enormi che ci colpiscono frecce sbagliate bersagli semplici. Come leone che sceglie la lepre debole.
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Amico Parole di mille significati che non posso cercare nei libri ma nel cuore. Ăˆ una parola che non ha paura di niente, amico ripetendo questa parola ti senti piĂš forte.
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Specchio
Ti ho incontrata
Mi guardo nello specchio e vedo una persona che non si regge con la forza ma con i sentimenti vedo una persona che si nasconde da tutto e da tutti. E da quel momento che dico “Voglio cambiare�
Ti ho incontrata sotto la pioggia d’autunno il freddo vento passava, portando quel male di brutti ricordi. Ti ho incontrata sotto un ponte rovinato, intorno degli alberi spogli pensando che sia un prato di fiori. Ti ho incontrata in quell’attimo sfuggente ancora ti ricordo nei miei pensieri.
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Aprire un libro
Giochi di una volta
C’è una chiave per ogni libro pochi la possiedono. Ho aperto un libro, mi ha raccontato i suoi segreti. I fogli del libro volano come le foglie d’autunno. La lettura ci porta in un altro mondo. Buttiamoci nella verità nuotiamo nel mistero, sentiamo quella brezza che viene.
Ormai sepolti non esistono più, ricordo i miei giochi adesso cancellati. Il vento soffiato portato via il mio divertimento solo in un altro mondo. Piango lacrime colorate. Ricordi passati, che conservo nel mio cuore.
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ti regalerò
Musica
Ti regalerò, un vaso di vetro per i tuoi fiori dell’allegria. Ti regalerò il primo fiocco di neve che cadrà. Ti regalerò le stelle che hai visto per prime ti regalerò il sole per sentire calore sia dentro che fuori. Ti regalerò l’arcobaleno più grande. Ti regalerò una penna, un foglio per scrivere la tua di storia.
Note, di amore di dolore. Musica dolce, triste. La musica che vola nelle nostre case, la musica che si sente nei nostri cuori. Melodie che avvolgono ci amano. Suoni scuri, chiari. La musica è come il vento viene e poi se ne va.
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Eroi
Ore, minuti, secondi...
Eroi finti nel nostro mondo, eroi straordinari ma finti pensiamo nella nostra immaginazione le cose piÚ belle ma aprendo la porta di casa il caos, totale. Non esistono piÚ eroi, è tutto frutto della nostra immaginazione.
Il tempo passa, passano le ore, le ore del foglio bianco. Passano i minuti i minuti, morti ballano sopra le tombe delle ore. Passano i secondi, vivi veloci strappano il tempo a tutti non solo a me.
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Il pittore Una pennellata sul foglio con i suoi quattro colori blu, come il mare che imprigiona segreti di anni oscuri, come il cielo che non ha fine. Rosso, come il fuoco che brucia per amore o per odio, come il sangue di uomini andati via. Verde come l’erba e la natura che ci circondo, come la libertà che abbiamo.
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Giallo come il sole che vede cose che nessuno può vedere e illumina ogni giornata ogni ora. Il pittore si è ispirato al mondo di armonia ha iniziato a dipingere ed a immaginare.
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Cose che non succedono Angeli che volano nel cielo farfalle che muoiono in un mondo felice strumenti che suonano il suono della nostalgia. Parole che volano e nessuno le sente, ballare sopra le nuvole come persone che sanno amare. Strappare i sogni degli altri fiori che fioriscono morti, sentimenti che non valgono più niente. Oggi solo disprezzamenti.
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Guerre Sopra di noi c’è il cielo ma intorno a noi la guerra. La guerra è fatta per uccidere e alla fine morire. Non esiste più una fratellanza di uomini sogniamo tutte le persone che condividono il mondo, ma non è possibile noi siamo fatti così.
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Dolore Ti colpisce il cuore non senti niente sei l’unico al mondo. Piangiamo per il dolore che abbiamo strappiamo il nostro io pensiamo di non valere più, quello che ci resta è il nulla mangiamo il nostro odio, ci buttiamo nella realtà.
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