Rivista telematica di sport e ciclismo registrata presso il Tribunale di Catania (Autorizzazione n. 16 del 28/05/2012)
ANNO UNO NUMERO ZERO Il nuovo web-magazine dei bikers da sfogliare e da cliccare!!!
Gare: impazza la stagione agonistica amatoriale Viaggiare: il bagaglio ideale per la vacanza in sella
w w w. m o u n t a i n b i k e o g g i . i t
TRAINING
Arriva il grande caldo: sconfiggiamo insieme il termometro in gara e durante gli allenamenti.
TECNICA
G i a m p a o l o Ca r u s o : “ L a m i a p a s s i o ne pe r l a M t b”
La forza non è tutto: per guidare davvero dobbiamo dominare la nostra Mtb su tutti i terreni.
ALIMENTARSI
Siamo fatti di acqua: in estate l’imperativo è idratarsi sempre!!! Scopriamo come e con quali cibi.
www.mountainbikeoggi.it
Rivista telematica di sport e ciclismo registrata presso il Tribunale di Catania (Autorizzazione n. 16 del 28/05/2012)
S OMMARIO
MountainBike Oggi ANNO I - N. O
Direttore responsabile Alessandro Petralia
Editoriale
Una nuova rivista: ecco perchè
Fotografie Clelia Barbagallo
pag.4
Speciale intervista
Collaboratori Paolo Alberati Andrea Trivellato Nicolò Musso Enrico Cavalli
Giampaolo Caruso: Mtb che passione! pag.6
Mondo Gare
Stagione 2012 al culmine
Registrazione Tribunale di Catania n. 16 del 28/05/2012
pag.9
Rubriche
Service Provider Aruba Spa
Training
Estate: il caldo ti taglia legambe? Impara a sconfiggere il termometro pag.10
CONTATTI
Alimentazione
Primo comandamento: idratare Secondo comandamento: sempre
redazione redazione@mountainbikeoggi.it
pag.15
amministrazione info@mountainbikeoggi.it
Tecnica
La forza non è tutto: per guidare dobbiamo dominare la nostra Mtb
pubblicità commerciale@mountainbikeoggi.it
pag.16
Diario di viaggio...pedalando verso Santiago
La presente pubblicazione è un mensile sfogliabile on line che si affianca allo spazio news in costante aggiornamento sul sito www.mountainbikeoggi.it
Alla ricerca del bagaglio perfetto pag.22
Visto in TV
Ex bikers che trionfano su strada pag.28
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Editoriale
Una nuova rivista: ecco perchè
Chi lo ha detto che il web debba essere solo news? La mountain bike merita di più...anche on line
Per rispondere a queste istanze MountainBike Oggi è sia un sito internet (www.mountainbikeoggi.it), dove il bikers troverà tante news in costante aggiornamento, sia la presente rivista on line, sfogliabile come un tradizionale periodico cartaceo a cadenza mensile.
Nasce MountainBike Oggi, un nuovo web magazine interamente dedicato alla passione per la pedalata off road. Un giornale telematico pensato dai bikers e rivolto ai bikers: non è certo il primo in Italia, ne esistono infatti altri e molto interessanti, ma MountainBike Oggi ha già una personalità tutta sua.
Cercheremo di essere attenti a tutto quello che accade nel settore Mtb: gare, classifiche, raduni, eventi, viaggi, percorsi, itinerari, innovazioni, tecnologia, mercato, allenamento, tecnica, alimentazione e tanto altro. Tenteremo di narrare con immagini e parole il variegato mondo degli amanti delle ruote grasse con uno sguardo sull’emisfero agonistico e uno su quello cicloturistico e amatoriale.
Noi crediamo fermamente che l’informazione che corre sul web non debba limitarsi ad essere un mero “passaggio” di news, pur giocano in questo un ruolo ormai irrinunciabile nel tenerci costantemente aggiornati in maniera più tempestiva di qualsiasi altro mezzo di comunicazione, ma che essa possa osare molto di più. Crediamo che l’informazione on line debba essere, oltre che tempestiva, piacevole e curata nei contenuti e nella grafica: nel tentare di descrivere la realtà essa può e deve utilizzare la lente di ingrandimento degli approfondimenti, delle rubriche, dei reportage e l’ausilio di foto e immagini in una veste grafica adeguata.
Speriamo di riuscire in questo tentativo e soprattutto di catturare l’interesse di tanti bikers avidi di intense letture: non sarà facile...ma abbiamo voluto la bicicletta e adesso pedaliamo!
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Speciale Intervista
Giampaolo Caruso
Spazio alla mountain bike in vista del Tour de France
Il campione avolese racconta una stagione finalizzata alla corsa in giallo
Un caffè e due aperitivi analcolici: incontro Giampaolo Caruso, insieme alla moglie e alla bellissima figlia Gloria di appena sei mesi, presso un rinomato bar della piazza centrale di Nicolosi, alle pendici dell’Etna. Il campione avolese del Team Katusha, “avvistato” pochi giorni prima in sella ad una mountain bike in occasione della sesta edizione della Gran Fondo del Vulcano, racconta di una stagione interamente finalizzata alla partecipazione del Tour de France, il primo della sua vita: “Il mio prossimo impegno – afferma – è rappresentato da alcune corse in Germania, ma soprattutto dal 9 al 17 Giugno dal Giro di Svizzera dove comincerò veramente a testare il mio stato di forma in vista del Tour: poi non ho ancora deciso se mi allenerò sullo Stelvio, oppure tornerò qui sull’Etna per rifinire la preparazione atletica”. Quest’anno lo hai dunque dedicato interamente alla preparazione della corsa in Giallo? “Decisamente si, il mio obiettivo è andare forte al tour ed essere un uomo importante per Denis
Menchov che senza dubbio è uno dei favoriti per la vittoria finale”. Ci sarà spazio anche per qualche soddisfazione personale? “Non è impossibile: se trovo la giornata giusta e se ci sarà spazio per giocare la mia carta, indubbiamente non mi tirerò indietro”. Come si affronta un Tour così difficile con tanti chilometri a cronometro? “Quest’anno sono previste due crono individuali ed una a squadre per un totale di oltre cento chilometri di corsa contro il tempo: io infatti non curerò assolutamente la classifica generale, a cui invece penserà Menchov. Per quanto mi riguarda preferirei aggiudicarmi una tappa ed essere importante per Denis nelle tappe di montagna. È il primo tour della mia vita e sono emozionatissimo. Allo stesso tempo però sono concentrato e cattivo: il Tour infatti non è come il Giro dove le fughe prendono largo più facilmente. In Francia sono tutti
Anno speciale: per Caruso sarà la prima Grande Boucle della vita
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cattivi sin dalla prima settimana, in special modo i francesi; per questo se non vai li al 110% della forma fisica e concentrato sin dal primo chilometro è impossibile fare risultato. La Grande Boucle è infatti una vetrina troppo importante, dove qualsiasi corridore vuole mettersi in luce e sa che per farlo ha a disposizione solo la prima settimana perché poi, quando arrivano le grandi montagne, o hai la gamba per stare davanti oppure sei uno qualunque in mezzo al gruppo: e così la prima settimana è davvero pazzesca con medie assurde e velocità folli”. Parliamo di mountain bike: ti sei divertito alla Gran Fondo del Vulcano? “Alla Gran Fondo del Vulcano è stata la seconda volta che ho corso in mountain bike: mi diverto moltissimo e mi piacerebbe fare qualche gara importante per paragonarmi con gli atleti che vincono in questa specialità a livello internazionale. Come sai però è molto pericoloso e per un professionista c’è davvero il rischio di compromettere una stagione o addirittura una carriera; tuttavia
quello della mountain bike è un mondo che mi affascina tantissimo in cui mi trovo benissimo e mi diverto”. Dunque ti diverti e riesci a fare alcuni allenamenti specifici: qui sull’Etna ad esempio hai fatto tanto training di altura. “Esatto: pedalo molto sull’Etna dove in mountain bike c’è la possibilità di raggiungere quota 3.000 metri sul livello del mare. Riesco così ad allenarmi con meno ossigeno portando il mio corpo a condizioni estreme; un tipo di esercizio che riesco fare solo in queste condizioni, grazie allo splendido vulcano che abbiamo qui in Sicilia”. In una stagione quante volte vai a fare training d’altura sull’Etna? “Quest’anno ho incrementato molto le mie presenze rispetto al passato: sono venuto sull’Etna già tre volte e come ti ho già detto non escludo di tornare prima del Tour. Il versante Sud dell’Etna si sta affermando sempre di più come meta privilegiata di allenamento per i ciclisti professionisti. Quando sono venuto per
la prima volta nel 2006 qualcuno mi ha preso per pazzo; all’epoca non conoscevo neanche le strade per poter pedalare in queste zone, ma ne ho capito sin da subito le potenzialità: il clima è perfetto perché da già da Marzo ci si riesce ad allenare tranquillamente e in più c’è la possibilità di raggiungere le alte quote di cui abbiamo già parlato” Durante questo ritiro di quindici giorni quante volte hai raggiunto quota 3.000 in mountain bike? “Sono arrivato fino in cima ben cinque volte partendo dai 1.900 metri del Rifugio Sapienza”. Tanti ex professionisti della bici da corsa, come Gilberto Simoni e soprattutto Mirko Celestino, a fine carriera si sono dati alla mountain bike ottenendo ottimi risultati sportivi e grandi soddisfazioni personali: sarà così anche per Giampaolo Caruso? “Ho promesso a Paolo Alberati che quando finirò la mia carriera da professionista per un anno vorrò divertirmi affrontando con lui le gare in coppia in mountain
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IDENTIKIT
NOME: GIAMPALO
COGNOME: CARUSO ETÀ: 31 ANNI
NATO A: AVOLA (SR)
“
ALTEZZA: 181 CM PESO: 70 KG
SQUADRA: TEAM KATUSHA
PROFESSIONISTA: DAL 2002 VITTORIE: 3
”
Per chi viene dalla strada non è difficile far bene in competizioni come le marathon in Mtb: nelle fasi iniziali però i bikers di razza ti fanno patire le pene dell’inferno, perchè fanno dei fuori giri a cui non siamo abituati
Caruso durante uno dei training d’altura a quota 3.000 metri alla base dei crateri sommitali dell’Etna: “Riesco così ad allenarmi con meno ossigeno, portando il mio corpo a condizioni estreme”
bike: mi piacerebbe fare tre o quattro tappe in giro per il mondo affrontando prove durissime come quelle in Australia e in Sud Africa. Celestino sta ottenendo ottimi risultati e questo certamente è uno stimolo importante: quando vieni dalla strada e sei stato un ottimo corridore come Mirko, non è difficile far bene anche in mountain bike. C’è indubbiamente bisogno di familiarizzare con la tecnica, soprattutto in discesa, ma su una marathon molto lunga chi viene dalla strada alla lunga può fare la differenza: nelle fasi iniziali però i mountain bikers di razza ti fanno patire le penne dell’inferno perché riescono a fare dei fuori giri a cui noi stradisti non siamo abituati”.
“
Il Tour
Tanti ragazzini si avvicinano al ciclismo pieni di aspettative e speranze: cosa ti senti di dire alle nuove generazioni? Quale è stata la tua storia e quali scelte hai dovuto affrontare lungo la strada che porta al professionismo? “Per chi vuol fare professionismo le scelte arrivano molto presto: la mia ad esempio è stata quella di andare via di casa già a quattordici anni. Come sai in Sicilia il ciclismo su strada è un po’ spento, perché non ci sono squadre in grado di supportare la crescita dei giovani ciclisti. Sono quindi emigrato in Toscana e da lì a piccoli passi, anno dopo anno, sono riuscito ad emergere. Grazie a mio padre, che mi ha sempre
Sono concentrato e cattivo: il Tour non è come il Giro dove le fughe prendono largo più facilmente. Spero di aggiudicarmi una tappa e di essere importante per Menchov nelle salite decisive
“In mountain bike mi diverto moltissimo e non mi dispiacerebbe cimentarmi in gare vere per paragonarmi con gli atleti vincenti in questa specialità. Ora però sarebbe troppo pericoloso: non escludo questa ipotesi a fine carriera”
Gli inizi
convinto e supportato, finita la scuola da giugno a settembre mi trasferivo in Toscana per correre con un team del luogo. Nei mesi di attività scolastica durante ogni periodo di vacanza, Pasqua, Natale e persino nei weekend, salivo su per correre ed allenarmi; poi dopo il diploma mi sono definitivamente trasferito e grazie ai risultati in gara ho avuto i primi contatti con le squadre professionistiche. Ho fatto tre anni da dilettante, vincendo un Campionato europeo su strada e facendo secondo al mondiale di Lisbona nel 2011, prima di passare professionista a soli 21 anni nel 2002”.
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Alessandro Petralia
Per chi vuol fare professionismo le scelte arrivano molto presto: la mia è stata quella di andare via di casa già a quattordici anni per poi trasferirmi definitivamente in Toscana appena diciottenne
M ONDO
Stagione 2012 al culmine GARE
Giugno: la stagione agonistica amatoriale giunge al culmine. La primavera, tradizionalmente più densa di gare e appuntamenti, sta ormai lasciando il passo all’estate e alle relative vacanze anche dalla Mtb. Una delle più belle manifestazioni dello scorso mese è stata indubbiamente la Gran Fondo dei Colli eolici a Mineo (CT), che ha visto al via oltre duecento partecipanti in una bella giornata di sport risparmiata dalle piogge che funestarono e resero durissima l’edizione del 2011. Il vento, che da queste parti non manca mai, ha spinto gli atleti lungo i 44 chilometri del percorso che si snoda quasi per intero all’interno del Parco eolico di Mineo: un tracciato intenso caratterizzato da lunghi tratti di dura salita fino al Gran Premio della Montagna posto in cima al Monte Catalfaro (700 msl) in corrispondenza del tredicesimo chilometro e poi da un susseguirsi di veloci sali-scendi fino al traguardo posto nel centro storico di Mineo. Elevatissime le velocità tenute
dagli atleti, con i primi tre atleti che hanno chiuso con una media di percorrenza superiore ai 23 chilometri orari. Ad aggiudicarsi il primo posto assoluto è stato Paolo Caldarella, della Ciclistica di Rosolini, che ha tagliato il traguardo in un ora, cinquanta minuti e venti secondi: dietro di lui a soli sei secondi si è piazzato
I trionfatori di Mineo: Paolo Caldarella (primo), seguito daLeandro Cavallo e Giovanni Belluardo
Leandro Cavallo, atleta della Probike Erice, mentre Giovanni Belluardo, del team Bike Ragusa Frw, concludeva il podio distaccato di appena 13 secondi. I 28 chilometri del giro corto sono stati dominati dal giovane Christian Riccioli, del Team Bike Spinella, che si è messo alle spalle Luciano Chiofalo (Cicli Benedetto) e Salvatore Ferraro (Bici Club Davide Di Mauro). Tra le donne registrato il dominio di Alena Kalchanka (ASD ora Pedala), che ha dato un distacco di oltre quindici minuti alla rivale Maria Scalia (MTB Fk Pozzallo). A dominare la classifica a squadre è stato il Team Bike Spinella (Catania): il secondo gradino del podio è andato all’Asd Bike&co Ragusa, seguito da Extreme Bike Nicolosi, Team Max Bici (Messina) e Skorpioni MTB (Varese). Ottima l’organizzazione dell’evento e ricchissimi come sempre i premi per i primi classificati nelle classifiche di categoria con ceste piene di prodotti tipici locali.
Sei un’appassionato di mountain bike, partecipi alle gare, segui gli eventi, scatti tante fotografie e soprattutto ami pedalare nella tua regione, in Italia e nel mondo. Se vuoi raccontare le tue avventure scrivi a redazione@mountainbikeoggi.it e diventa un nostro collaboratore! 9
T RAINING
È estate, il caldo ti taglia le gambe? Impara a sconfiggere il termometro Rubrica a cura di: Paolo Alberati www.a&gsporting.com
L’impertativo è mantenere intatte energia e freschezza fisica e mentale
L’estate vera è finalmente alle porte, “era ora” verrebbe da dire! In effetti quest’anno in particolare si è fatta attendere particolarmente, e probabilmente sarà il mese in cu potremo dare sfogo alle energie fisiche e psicologiche accumulate durante i mesi invernali prima e poi primaverili. Ma il segreto per un estate piacevole è quello di saper mantenere energia e freschezza fisica e mentale nonostante le calde temperature che, specialmente nel sud Italia, caratterizzeranno i mesi di giugno, luglio e agosto. Gli stimoli, la chiave per mantenere alto il livello di prestazione nei mesi caldi, stimoli giusti che mai come quest’anno ci potranno assistere, visto che il finale di stagione prevede appuntamenti importanti sia al nord che al sud Italia ove l’antipasto del Campionato Italiano Marathon che nel 2012 si correrà nel terreno dell’Etna Marathon invoglierà molti a provare la propria condizione e il percorso proprio nell’edizione 2012 della maratona etnea. Recupero e allenamento
A questo punto della stagione, salvo imprevisti o soste forzate dovute a malaugurati infortuni, saremo sicuramente già ben allenati e rodati. I chilometri accumulati in allenamenti specifici e le corse oramai già numerose nelle gambe avranno sicuramente contribuito ad affinare il
fisico e rendere le gambe reattive settimanale, giornate nelle quali, per i più “irrequieti”, quelli che e forti. Al contrario però il rischio più in- non riescono proprio a stare mai sidioso dal quale guardarci è fermi, suggeriamo al massimo quello dell’overtraining (sovralle- una blanda seduta di footing (o namento): la temperatura calda e camminata svelta in salita) da effettuare facoltatila sudorazione abvamente al martedì bondante, con conseOcchio alla mattina, a stomaco guente perdita di sideropenia, cioè vuoto, giusto per “acliquidi e minerali la carenza di cendere” il motore in (occhio alla sideropenia, carenza da ferro nel sangue giornata e permettere al sudore di affiorare ferro!), unite a “dosi” eccessive di allenamento, sulla pelle. possono infatti farci piombare in Sarà un modo per non rimanere stati prolungati di stanchezza ed fermi del tutto, ma allo stesso tempo ci permetterà di non accuapatia. “Prevenire (l’overtraining) prima mulare ulteriore stress da bicidi curare” quindi: ecco ciò che cletta. dovremo fare, ponendo attenzione a dosare ed alternare al- Per via del giusto recupero nelenamenti pesanti a giornate di cessario dalla gara domenicale, i riposo. Proprio per questo giorni di lavoro più intenso motivo, giunti a questa fase della debbono essere scelti tra il merstagione vi suggeriamo (come coledì e il giovedì, ottimo “ponte” potete vedere nel box specifico di collegamento tra le fatiche sull’allenamento) di inserire due della domenica precedente con giorni di riposo assoluto (martedì quella successiva, mentre rie venerdì) nella programmazione posando il giorno del venerdì, al sabato ci sarà bisogno di un “richiamo” di fatica (due-tre tratti di pochi minuti da percorrere ad andatura tipogara), utile a predisporre gambe e testa all’impegno della domenica. Arrivare infatti alla partenza troppo riposati, “scarichi”, se da un lato può essere utile per allontanare stress e ricaricare le batterie, dall’altro lato comporta il rischio di insufficiente “attivazione”,
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Siamo già in forma e rodati: gli allenamenti specifici e le corse affrontate hanno affinato il fisico e reso le gambe reattive e forti. A questo punto della stagione il rischio più insidioso dal quale guardarci è quello dell’overtraining
L’integrazione salina va effettuata dopo l’allenamento: prima e durante l’attività è inutile o addirittura dannosa ossia predisposizione alla fatica. Proprio per questo addirittura Percorrendo brevi tratti a fre- alcune aziende specializzate nelquenze cardiache sostenute sti- l’abbigliamento hanno studiato il moleremo gli ormoni della forza, attivando inoltre le nostre risorse Sotto sforzo la volitive. Le insidie delle alte temperature e i rimedi
temperatura corporea ideale è di 37 gradi
modo di tenere la temperatura bassa nonostante il caldo e nonostante l’attività sportiva in corso di svolgimento, grazie a particolari accorgimenti come la perforazione dei capi in punti strategici o per esempio trattenendo nel corpo una certa quantità di umidità prodotta, così da raffreddarlo con la ventilazione provocata dal movimento. Ma detto questo, per quanto ci riguarda, è scelta saggia scegliere le prime ore del mattino e quelle serali prima di cena per i nostri allenamenti o, in alternativa, scegliere le quote più alte dei pendii vicino casa nostra, per eseguire gli allenamenti più intensi. Discorso a parte merita l’inteQuando il sole impazza diventa cruciale l’importanza dei grazione a base di sali micapi tecnici con perforazione dei punti strategici Il corpo tende a mantenere una temperatura ideale, sotto sforzo, di 37 gradi, e come potete immaginare le alte temperatura del mezzogiorno estivo mettono a dura prova la termoregolazione del nostro corpo.
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OVERTRAINING
Generalmente segue un periodo di grazia, uno stato di rendimento atletico ottimo, in cui andare in bicicletta non pesa affatto ed anzi si pedala senza sforzo apparente. Attenzione: è questo il momento in cui si rischia di strafare, esagerare nella lunghezza delle uscite e soprattutto nell’intensità. Con conseguente calo della reattività muscolare, dell’appetito, astenia diffusa e fatica a prendere il ritmo di vita consueto la mattina al risveglio, una certa apatia nel pedalare. Il primo sintomo evidente, scientificamente provato, è la diminuzione della frequenza cardiaca massima anche di 10 battiti. Ecco che la frittata è fatta, bisogna subito correre ai ripari. Tre giorni (nei casi più gravi anche cinque) giorni di riposo assoluto si impongono, meglio se movimentati da attività alternative fatte in modo blando: il footing (non più di 30 minuti) e la camminata in montagna sono un toccasana. Siamo a giugno, le ferie si avvicinano, perché non prevedere un periodo di rigenerazione in montagna, meglio in altura?
TABELLA DI ALLENAMENTO PERIODO DI MANTENIMENTO*
nerali, che è sempre utile, ma soprattutto intelligente adottare nel dopo allenamento, quando il NEL corpo estremamente disidratato necessita di liquidi e sali che, se introdotti proprio in quel momento, riescono a penetrare e Lunedì rifornire la cellula più in profondità. Inutile invece, e a volte anche dannosa, l’integrazione prima e durante l’attività sportiva Martedì di Sali minerali, perché in quei frangenti il corpo già impegnato e sotto sforzo, non riesce a sufficienza a “collocare” i Sali lì dove servirebbero. Massima attenzione va riservata anche alle scorte di ferro ematico, che in estate tendono a depau- Mercoledì perarsi più velocemente: un esame con il medico di famiglia o con il medico sportivo prima delle ferie estive ci potrebbe aiutare a scongiurare ogni tipo di inconveniente legato a carenze varie. Perché riposare il venerdì
Il riposo come dicevamo d’estate è una arma in più per preservare brillantezza e voglia di fare fatica, anche poi nel finale di stagione. In particolare il riposo del venerdì costituisce la necessaria ricarica per arrivare, settimana per settimana, alla domenica pieni di energie e grinta. In più, come sappiamo già da tempo, la fatica dell’allenamento corrente non la si riscontra nell’immediato, né il giorno successivo, ma quarantotto ore dopo. Proprio per questo dopo la corsa della domenica siamo soliti rispettare il riposo assoluto non il giorno del lunedì ma il martedì. Stesso discorso vale per il venerdì, tutto ciò che faremo
Giovedì
Venerdì Sabato
Scarico su asfalto (2h in totale): pedalata agile (90-100 rpm) con frequenza cardiaca <75%. Pedalare in tranquillità osservando il paesaggio…(consigliabili 30’ su rulli per togliersi le tossine di dosso). Riposo assoluto: eventuali massaggi-sauna. Per i più “irrequieti”, si può anche effettuare una breve seduta di footing (30-40’) in scioltezza con bpm <75
Lavoro divertente di tecnica di guida Mtb su sterrato (2ore e 30’): scegliere percorsi tecnici e divertenti. Pedalare a sensazione e cercando soprattutto il divertimento. Una volta al mese richiami di lavoro specifico: 3 Salite (da 15-20 minuti). Nella prima e terza salita (asfalto/sterrato ben battuto) inserire una sequenza Forza & Ossigeno di 7’, ossia: 3 minuti a 40/50 rpm con 80 per cento bpm; 2 minuti a 55/65 rpm con 85 per cento bpm; 2 minuti a 70/80 rpm con cuore al 90 per cento bpm e gli ultimi 30” a tutta (!). Osservare 15’ di recupero tra una salita e l’altra.
Fondo aerobico su asfalto o sterrato (3 ore 3h30’ in totale): si tratta di una giornata di fondo generico, che ci abitui alle lunghe permanenze in bici delle lunghe prove marathon in vista. Una volta al mese richiami di lavoro specifico: 1 salita (lunga); 4X3’ Salita Forza Resistente in salita al 4-5%, 50-60 rpm con (max) 85 per cento bpm e recupero tra l‘una e l’altra Sfr di 4’. Pianura: 30’ di agilizzazione e recupero in piano/falsopiano a 90-110 rpm (possibile anche indoor, sui rulli o Roto Press Tension). Riposo assoluto: eventuali massaggi o bagno turco. Scarico su asfalto o lenta ricognizione del percorso (2h): effettuare 2 volte x 3 min ad andatura molto sostenuta, utili ad “accendere il motore” per la gara della domenica. Corsa (a tutta!) o effettuare allenamento di sintesi
Domenica con i lavori del mercoledì e giovedì.
*Si effettua una sola settimana di carico al mese
Recupero e rapporti agili possono essere la nostra arma in più durante i mesi estivi
(allenamento o riposo) nel quinto giorno della settimana, si rifletterà nel rendimento del settimo giorno, la domenica. Può essere quindi il venerdì il giorno giusto per un bagno caldo o una sauna rilassante, utili en-
trambi a favorire la sudorazione e l’espulsione delle tossine accumulate nei due giorni precedenti di lavoro consecutivo. Un allenamento ben fatto non prevede solamente sessioni di fatica intensa: quella fatica non
darà nessun giovamento se non viene recuperata in maniera sufficiente e “supercompensata” a dovere. Il recupero: la nostra arma in più per i mesi estivi.
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ALIMENTAZIONE
P rimo comandamento: idratare Secondo comandamento: sempre Rubrica a cura di: Nicolò Musso neurobiologo e nutrizionista
Da un lato il caldo, dall’altro le regole fisiologiche: troviamo la quadratura lenamento quotidiano e coscienza sempre presente dei propri limiti, sono la base. Una corretta alimentazione può comunque giocare un ruolo fondamentale nell’aiutare il corpo ad affrontare il “grande caldo”.
recupero nel post-esercizio. Le virtù dell’acqua
Spiegare compiutamente ogni singola funzione dell’acqua e delle molecole in essa contenute in poche righe è impossibile, ma Questione di retaggio evolutivo dobbiamo comunque dare a questo elemento l’importanza che Circa 4,4 miliardi di anni fa la merita. vita comparse sul nostro pianeta In campo sportivo possiamo renel momento in cui l’acqua stringere le sue virtù a 2 funzioni divenne presente allo stato fondamentali: 1) regolazione liquido: di questo retaggio evolu- della temperatura corporea mezionistico risentiamo ancora diante la sudorazione, che può adesso, tanto che il corpo umano arrivare a un massimo di 1.5-1.8 è formato per il 16% da proteine, litri ogni ora; 2) trasporto moAffrontando una gara podistica di 1% da glicidi, 5% sali minerali, lecole e ioni. 5000 m (al termine della quale la 13% da lipidi e dal 65% da acqua. temperatura rettale può arrivare Nello sportivo e soprattutto nel “Allenamento idro-salino” a 41°C), è normale avere una ciclista e più in generale in chi temperatura sopra i 37,5°C pratica sport di endurance al- Il primo errore in cui spesso ancora per diverse ore dopo la l’aperto (dove anche il clima possiamo incorrere è quello di idratarci solamente nell’imgara; se a queste due infor- gioca un ruolo fondamentale), l’idratazione è mediato pre-gara o peggio mazioni aggiungiamo l’elemento indiancora solamente durante la che l’essere umano ha spensabile su gara: queste due azioni, un range di tempe- C’è una certezza: seppur fondamentali non ratura molto ristretto l’atleta disidratato cui costruire altro bastano e devono essere all’interno del quale le crollerà o renderà ogni aspetto inserite all’interno di funzioni vitali si man- pochissimo in gara della un “allenamento-idrotengono su livelli otpropria prestazione salino” più ampio. timali, possiamo comprendere L’organismo, senza quanto l’arrivo della stagione atletica: se c’è una tenere conto dell’attività estiva soprattutto a certe lati- certezza è che un atleta sportiva perde giordisidratato è un atleta che tudini dove si sfiorano anche i nalmente acqua con l’urina, 40°C sia un momento molto de- “crollerà” o nella migliore le feci, la respirazione e atdelle ipotesi renderà policato. Tuttavia esistono molti metodi chissimo nella compe- Il corpo umano è costituito traverso la pelle sia con la perspiratio insenal 65% da acqua per convivere con il clima da un tizione; inoltre non sibilis sia con la sudoavrà i mezzi per reculato e con le rigide regole fisiologiche che l’organismo dall’altro perare nell’immediato ed au- razione: in totale giornalmente lato ci impone: tessuti adatti, al- menterà notevolmente i tempi di esso può perdere fino a 2,0-2,5
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Il primo errore in cui possiamo incorrere è quello di idratarci solo nell’immediato pre-gara o addirittura a competizione iniziata. Il corpo può mal tollerare l’introduzione massiva di liquidi e sali: dobbiamo introdurli con regolarità durante l’intera settimana
litri di acqua e molecole sia di scarto che importanti. L’idratazione attraverso l’assunzione di liquidi e di cibi che contengono liquidi, è un processo che il corpo è abituato a gestire costantemente, mentre può mal tollerare l’ingestione massiva di liquidi e sali in quantità. E’ nei giorni precedenti e in generale durante l’allenamento che
sconfiggere il termometro: frutta, verdura e acqua. Occorre evidenziare però che non basta consumare queste pietanze saltuariamente, ma al contrario, per ottenere i benefici che esse assicurano, garantirne un’assunzione quotidiana e cospicua: un “dosaggio” di circa 5 porzioni al giorno è una regola valida per un soggetto “normale”. Nello
gerire e danno al corpo energia pronta e non da metabolizzare quando la calura sarà tanta e il corpo né avrà bisogno. Potremmo aggiungere 2 snack (oltre ai 5 normali di cui abbiamo già parlato) a base di frutta fresca (mele, pere, pesche, kiwi ecc.), inserire centrifugati freschi di Arancia, pomodori o Carote: a cena infine non lesiniamo insa-
dobbiamo allenare il corpo all’idratazione e a massimizzare l’assunzione di acqua e ioni da ciò che ingeriamo; durante lo sforzo muscolare, cardiocircolatorio e climatico, dobbiamo invece allenarlo a gestire la temperatura maggiore e a metabolizzare gli integratori che assumiamo.
sportivo tale fabbisogno aumenta proporzionalmente all’impegno fisico richiesto.
latone di verdure a foglia verde e simili. Con poche accortezze daremo così al nostro corpo una buona quantità di acqua, vitamine e sali mangiando sempre in maniera genuina e bilanciata. Non dimentichiamo inoltre di bere sempre acqua in abbondanza anche senza la presenza del sintomo “sete” (che fra le altre cose quando compare al caldo sotto sforzo è già sintomo di mancanza di acqua), magari effervescente se ci piace di più, integrando i sali nella borraccia in gara e durante gli allenamenti più “caldi” per temperatura e per carico di lavoro previsto: in questo modo aiuteremo sia i meccanismi energetici che di dissipazione del calore a funzionare al meglio anche sotto il solleone.
Gli zuccheri sono abbondanti nella frutta fresca di stagione, da assumere anche cinque volte al giorno. A cena non lesiniamo inslatone di verdure a foglia verde e carote
Carboidrati? Non solo pasta
Non possiamo però a dimenticare il “carburante” necessario al ciclista: ok acqua e frutta in abbondanza, ma nella nostra aliCibi ricchi di H2O mentazione estiva non potranno mancare i carboidrati, che Il cambio di temperatura che per- possiamo ingerire anche aucepiamo ci aiuta in automatico a mentando la quantità di detercambiare il nostro minati alimenti che stile alimentare, stile meglio si addicono al I cereali danno che non può avere caldo rispetto al formule magiche ma energia pronta da classico piatto di solo buonsenso e co- metabolizzare nei pasta asciutta. I stanza. La dieta medi- casi di grande caldo cereali ad esempio, terranea ci fornisce ingeriti al mattina “naturalmente” tutti gli elementi presto nel momento più fresco sacri per lo sportivo che deve della giornata, sono facili da di-
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T ECNICA
La forza non è tutto: per guidare dobbiamo dominare la nostra Mtb Rubrica a cura di: Andrea Trivellato, direttore tecnico Scuola Nazionale Maestri di Mountain Bike - www.amibike.it
Ritmo, postura, rapporti: tutto per ottimizzare la pedalata sui fondi sconnessi Per pedalare in fuoristrada su terreni sconnessi non basta possedere l'energia sufficiente per far girare le gambe, ma è necessaria la padronanza della tecnica di guida per gestire la fatica e evitare di appoggiare i piedi a terra. Frequenza di pedalata
La frequenza di pedalata ottimale è un parametro individuale diverso per ogni individuo ed è condizionata da diversi fattori, tra i quali: la struttura muscolare, le capacità respiratorie, l'allenamento e il bagaglio tecnico d'esperienza di ognuno di noi. Ad una frequenza di pedalata più alta corrisponde senza dubbio una migliore ossigenazione del
muscolo, grazie ai tempi di con- Quando si pedala su strade dal trazione più corti rispetto ad una fondo buono e su pendenze regolari, anche la pefrequenza più bassa, dalata può essere redove i tempi di conSe non riusciamo a golare ed è più facile trazione sono più variare il ritmo di gestire le proprie lunghi, causando un pedalata il rapporto energie cercando di affaticamento muè troppo lungo utilizzare i rapporti scolare più precoce. adeguati all’andatura. È interessante e utile comprendere qual è il ritmo di Quando si affrontano strade parpedalata più appropriato per noi. ticolarmente sconnesse e/o su Potremmo scoprire che a parità pendenze importanti invece, è di velocità, utilizzando un importantissimo non solo scerapporto più o meno agile il gliere il rapporto più adeguato, nostro cuore potrà rimanere più ma anche avere la capacità di basso e quindi consentirci di variare la frequenza di pedalata avere ancora margine di energia aumentando l’andatura per a disposizione. E’ sufficiente riuscire a superare indenni i dotarsi di un sensore conta-pe- tratti più accidentati. Sono accedalate, un ciclo-computer e un lerazioni che comportano un cardiofrequenzimetro per grande dispendio di energia e per questo dovremo ricercare al più eseguire il test.
In alcuni casi, affrontando tratti particolarmente tecnici e ripidi in salita, dovremo essere in grado di pedalare anche con i piedi appoggiati in modo approssimativo e precario pur di evitare di mettere il piede a terra
presto il terreno più compatto, questo atteggiamento porta a molto a mantenere l’equilibrio e per ridurre il ritmo e recuperare continue perdite di aderenza del evita che muscoli contratti inula fatica. pneumatico posteriore, so- tilmente sottraggano energia alprattutto se il terreno è bagnato. l’azione della pedalata. Leggere il terreno Quando cambiamo rapporto durante una salita si consiglia di Questione di rapporti La lettura del terreno è una com- rimanere seduti poiché solleponente fondamentale per vandosi in piedi aumenterebbe la Qual è il rapporto più giusto da riuscire a scegliere sempre le tra- tensione della catena. Prima di utilizzare? Il rapporto giusto non iettorie migliori e trovare il cambiare rapporto aumentare esiste, ma esiste sicuramente momento più idoneo per leggermente la frequenza di pe- quello sbagliato: se utilizzando cambiare rapporto, giocando dalata per qualche un rapporto non d’anticipo rispetto a pendenze e metro e poi ralsiamo in grado di auasperità. Quando abbassiamo il lentare, in modo da mentare la frequenza Nel lento la tecnica ritmo ovviamente si riduce anche scaricare la tensione di pedalata per sudel freno pedale la velocità e l’equilibrio può di- della perare un tratto particatena e è la nostra ventare precario; per questo è ne- cambiare senza ricolarmente sconnesso migliore alleata cessario avere la capacità di schiare danni. In con maggiore vemuoversi col corpo evitando di alcuni locità, avremo un casi, afrimanere statici, per recuperare frontando tratti particolarmente rapporto troppo duro; come sarà situazioni di equilibrio com- tecnici e ripidi in salita, dovremo sbagliato avere un rapporto promesse, controbilanciando. Nei essere in grado di pedalare anche troppo agile poiché anche in tratti di single tracks in fal- con i piedi appoggiati in modo questo caso la velocità che sopiano, in presenza di curve approssimativo e precario pur di potremo raggiungere non sarà strette e terreno accidentato è ne- evitare di appoggiare i piedi a sufficiente e perderemo l’equicessario applicare una delle terra. Rimanere rilassati aiuta librio. Il rapporto giusto anche in tecniche fondamentali della mountain bike: la tecnica del pedale freno. Si tratta di pedalare e frenare contemporaneamente trovando un giusto compromesso sull’intensità della frenata e il rapporto adeguato per ottenere un'efficace frequenza di pedalata e consentire alla bike di avanzare a velocità controllata. Con questa tecnica è possibile guidare con la massima precisione a bassa velocità.
Sguardo alto e concentrato per giocare di anticipo rispetto a pendenze e asperità
L’aderenza del posteriore
Per garantire sempre e in tutte le situazioni la massima aderenza dei pneumatici al terreno la nostra pedalata dovrà essere rotonda, fluida: in modo da distribuire in modo omogeneo la spinta sui pedali e garantire una trazione costante, evitando di pedalare a stantuffo in cui si alternano momenti di massima spinta sui pedali, a monti vuoti;
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In salita peso sempre sul posteriore: così la ruota aderisce e non perde trazione questo caso è molto personale e cercare di utilizzare lo stesso condizionato dalla struttura rapporto utilizzato da altri, per voi potrebbe essere corporea, dall’alleinadeguato. namento e dalle caE’ in tutti questi casi pacità tecniche di ogni Bisogna sentire biker. E’ necessario la pedalata: mai che si misurano le ca“sentire” la pedalata: copiare il rapporto pacità tecniche di un biker! Riuscire a mantenere una degli altri mettere in pratica tensione della catena tutti gli accorgimenti costante pedalando in modo fluido per copiare il tecnici per riuscire pedalare terreno e avere sempre il laddove normalmente si sarebbe massimo controllo della spinta la mountain bike. mountain bike. Inutile quindi Pedalare in fuoristrada comporta
senz’altro un maggiore dispendio d’energia rispetto alla pedalata su strada. I ritmi di pedalata variano spesso per tutti i fattori che abbiamo trattato e dosare le energie attraverso l’applicazione della giusta tecnica consente di risparmiare energia preziosa per garantire l’autonomia sufficiente per tutta la durata dell’escursione, mantenendo anche la lucidità necessaria per affrontare con sicurezza e controllo ogni passaggio tecnico.
DIARIO DI V
...Peda
Alla ricerca del bagaglio
S c o p r i l ’ e s s e n z i a l e d a p o r t a r e p e r a f f r o n t a r e a l m e g l i o l a t u a va c a
Non pensate che fare un viaggio in bici sia un'impresa fuori dal comune, magari lo è per chi non pedala (e sgranerà gli occhi al solo pensiero) o per chi pensa che grammi, watt e tabelle siano tutto. Questo diario è per chi pensa che due ruote siano fatte essenzialmente per fare strada, per quelli a cui piace sentirsi liberi con solo l'essenziale dietro e soprattutto per chi pensa che andare sia molto più importante che arrivare. Vi terremo compagnia portandovi lungo uno dei nostri primi viaggi in bici sul Cammino di Santiago, uno dei sentieri più antichi d'Europa percorso ogni
anno da migliaia di pellegrini ma che rappresenta un'esperienza imperdibile anche per chi non crede. Secondo noi è anche l'ideale, in termini di percorsi e punti di appoggio, per chi vuole sperimentare una vacanza pedalando. Esiste un'ampia letteratura e diversi buoni siti web sulle diverse vie storiche che ancora oggi portano a Santiago Cammino; ad essi faremo riferimento di volta in volta, ma in questo spazio cercheremo soprattutto di darvi dei suggerimenti utili per preparare ed affrontare un viaggio in bicicletta curando soprattutto alcuni
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aspetti pratici.
Preparare un viaggio
Un viaggio sui pedali va preparato mesi prima della partenza e il primo irriducibile quesito che si dovrà porre il biker può sembrare banale, ma in realtà ha una rilevanza cruciale affinchè la vacanza si un piacere per mente e corpo e non si trasformi invece in un inutile massacro: quale dovrebbe essere il bagaglio ideale?
La bike? Andate sul sicuro!!!
Per prima cosa ci vuole una bike. Il cammino è per buona parte in
VIAGGIO
alando verso Santiago
d i E nr ic o C a va ll i
“Questo diario è per chi pensa che due ruote siano fatte essenzialmente per fare strada, per quelli a cui piace sentirsi liberi con solo l'essenziale dietro a n z a e s t i va . . . i n s e l l a ! ! ! e soprattutto per chi pensa sterrato, anche se è sempre posche andare sia sibile prendere delle varianti in molto più importante che arrivare” asfalto, che sono certamente
perfetto
meno belle ma possono tornare utili in caso di maltempo o per altre esigenze. Va benissimo pertanto una mountain bike con copertoni da sterrato, magari sufficientemente robusti con battistrada da 2 o 2.10 pollici e montati nel verso più scorrevole. Per la bike non ci sono specifiche particolari, l'importante è che sia un mezzo rodato con cui abbiate fatto molta strada e trovato la vostra posizione in sella. Ovviamente deve essere in buone condizioni e revisionato a dovere. Tuttavia, come dicono gli inglesi, shit
Un diario di viaggio in dodici puntate per riviere da cima a fondo il ciclo-pellegrinaggio a Santiago di Compostela, lungo il Cammino francese. Dalla preparazione del bagaglio alle prime durissime rampe pirenaiche, dalle gialle “mesetas” castigliane ai verdissimi pendii della Galizia, fino all’ambita meta finale: la cattedrale di Santiago de Compostela e, ancora più in là, Capo Finisterre con lo sguardo rivolto all’Oceano atlantico e già alla ricerca di una nuova meta. Ripercorreremo insieme gli oltre novecento chilometri pedalati in sella alla nostra mountain bike; in dodici puntate (una per ogni mese) vi forniremo tante info utili e qualche consiglio pratico; vi racconteremo di luoghi, persone e di quell’inspiegabile richiamo ad andare avanti...sempre!
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Ă&#x2C6; inutile partire con una bike di alta gamma: la pedalata da viaggio non procede sui ritmi infernali dei contesti agonistici, anche perchè staremo in sella fino a undici ore al giorno. Scegliete un mezzo anche un pò piĂš pesante, ma solido e rodato in termini di misure.
happens - le sfighe capitano a tutti - e pertanto dovrete essere sicuri che i pezzi che montate possano essere facilmente riparati o sostituiti qualora oc-
Il bagaglio può fare la differenza tra la piacevole vacanza e l’inutile massacro corresse. Considerate inoltre che la vostra bike dovrà essere montata, spedita e rimontata sul posto e a volte può anche succedere di doverla lasciare all'aperto nelle rastrelliere o in ambienti di passaggio. E’ dunque inutile viaggiare su una bike di alta gamma: sgombrate la mente dalle problematiche tipiche dell’ambiente agonistico. Anche se la vostra
bike peserà qualche centinaio di tipi, marche e prezzi; in questi grammi o anche qualche chilo in casi è meglio non cercare di fare più rispetto al vostro abituale troppa economia perché spesso si “cavallo” da corsa non fatevene rischia di ripiegare su soluzioni un cruccio: la pedalata da viaggio approssimative e poi dover comprare, spendendo non procede sui ritmi effettivamente tanto, infernali dei contesti agonistici, perché Prima di acquistare mentre si è in viaggio. Io personalmente ho staremo in sella accertatevi che anche undici or al portapacchi e telaio scelto di partire con giorno, ma sosiano compatibili un bagaglio minimo, di poco inferiore ai prattutto perchè essa è (e deve essere!!!) governata da sette chili, da caricare su un portutt’altra filosofia. Come detto la tapacchi montato a sbalzo sul semplice dimensione dell’andare tubo sella. Molti hanno storto il prevale sull’arrivare. Scegliete naso ma questa soluzione ha dunque un mezzo, anche un po' retto bene per tutti i novecento più pesante, ma solido, efficiente chilometri del viaggio; a metà del e comodo in termini di misure, Cammino ho solo dovuto serrare le brugole di ancoraggio ma a sterzo e soprattutto sella. parte questo non ho avuto particolari problemi. Esistono soIl portapacchi luzioni con maggiore capacità di Il secondo passo è la scelta del carico: si tratta di portapacchi portapacchi. Ce ne sono di diversi che possono ancorarsi su più
L’equipaggiamento ideale è essenziale: scaricate il più possibile la schiena, che dovrà sostenere solo pesi minimali. È bene che l’intero “pacchetto” fatto di bici, zainetto, portapacchi e bagaglio a pieno carico non superi i 25 chili
punti al telaio ed al mozzo della ruota posteriore; prima di acquistare ponete comunque attenzione alla compatibilità tra telaio e portapacchi e tra quest'ultimo e le borse che avete scelto per il vostro viaggio. Viaggiare leggeri
In qualunque caso, anche se siete all'interno delle capacità di carico della vostra attrezzatura, è bene verificare che l’intero pacchetto bici-portapacchi-zainetto -bagaglio a pieno carico non superi i venticinque chili per evitarvi sforzi eccessivi. Quando si parla di cosa portarsi dietro è bene ricordare che l'essenziale non è un vezzo ma una necessità: tutto ciò che carichiamo
La ricerca dell’essenziale non è un vezzo, ma una necessità
- due completi estivi da biker (maglia, salopette con fondello di qualità e calzini). È importante che siano sufficientemente rodati, a volte anche una cucitura nuova può dare fastidio quando si sta in sella per diverse ore ogni giorno;
cacao, sapone in pezzi (va bene quello di marsiglia) per uso personale;
- una sotto-maglia in tessuto tecnico e traspirante; - una mantella per la pioggia ed una giacca per il freddo (utile sia in bici che la sera);
- due t-shirt, un paio di pantaloncini e dei calzini (magari anche un paio pesanti) che costituiranno tutto il vestiario con cui partirete e che userete per tutto il viaggio!!!;
sulla bike si farà certamente - due cambi sentire quando dovremo spingere di biancheria sui pedali; d’altro canto è anche intima; vero che si deve essere sufficien- le scarpe per pedalare (per gli agganci), un altro paio per il riposo ed un paio di infradito per la doccia;
Non pedalate su biciclette prestate o addirittura affittate: è essenziale che soprattutto la sella sia quella su cui siete soliti fare lunghe uscite.
- un sacco a pelo compatto, ce ne sono anche da 800 gr in giù e con ingombri molto ridotti ma state attenti alla temperatura di comfort che non dovrebbe essere superiore ai 15 °C; - una federa per il cuscino;
temente preparati un po' a tutte le evenienze (senza per questo - una copertura impermeabile mettere l’intera casa nel bagaglio). per il bagaglio in caso di pioggia; Cosa serve? Ecco una lista dettagliata: - spazzolino, dentifricio, burro
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L’immagine raffigura alc - crema dovranno per nulla manc per le escoriazioni della pelle: essenziale dopo due o tre giorni!;
- sapone in pastiglie per lavatrici; - tovaglia per la faccia
- tappi per le orecchie, l’utilità la Credete sia troppo? Troppo poco? scoprirete da voi nelle affollate ca- Sappiate che abbiamo visto molti merate degli ostelli!!!; viaggiatori ricurvi lasciare negli ostelli tutto quello che, già dopo - taccuino, matita ed una buona un paio di giorni, si era rivelato guida; consigliamo quelle edite da inutile e che non avevano più inTerre di Mezzo o da Everest, nel tenzione di portarsi dietro. Tocaso siate pratici con lo spagnolo; gliere qualcosa è sempre bene, e magari se viaggiate in gruppo - spazzola, sgrassatore e lu- potrete dividervi parte dell'attrezbrificante per la bicicletta; - fascette per il cablaggio dei cavi e dinamo; - due camere d'aria, attrezzi multiuso e pompa per non farci appiedare da una foratura; - due borracce; sono da preferire al camel-bag perché crediamo sia meglio viaggiare con la schiena più libera;
- un copertone di riserva; - cesoie;
- maglie di scorta per la catena;
- cavi;
- un occhiello del cambio di scorta;
- due catene con tanto di lucchetti per assicurare la bici;
- telo da doccia in microfibra (poco ingombrante);
uni degli elementi che non care nel vostro bagaglio
- integratori di sali minerali, analgesici ed antipiretici; è comunque bene cominciare ad assumere sali minerali una settimana-dieci giorni prima di partire.
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Meglio viaggiare soli che all’interno di un gruppo disomogeneo
zatura ma è bene fare gruppi molto ristretti e affiatati: quando viaggiamo per intere giornate è d’obbligo pedalare con ritmi a noi familiari, aspettare o rincorre alla lunga poò farvi pentire di non essere andati da soli! Poche settimane prima di partire non esitate a provare la bici a pieno carico per prendere confidenza con il bagaglio ed avere il tempo di correggere eventuali problemi; se avete esagerato ve ne accorgerete dopo poche pedalate. Con questo speriamo di avervi messo la classica “pulce in testa” e che tra un po' abbiate voglia di partire. Se vi sembra complicato non demordete e aspettate fino al prossimo numero; saremo alle prese con la logistica!
Nel prossimo numero tutto sulla LOGISTICA! Pianifichiamo le tappe, smontiamo, spediamo e rimontiamo la bici, raggiungiamo lo start point e otteniamo la credenziale da pellegrino.
Visto in Tv È il momento degli ex bikers che trionfano su strada
Evans nel 2011 al Tour: Hesjedal re- Il canadese a sua volta guadagnò la centissimo trionfatore del Giro d’Ita- medaglia d’argento nella categoria XC lia 2012. Sembra proprio arrivata juniores durante il campionato monl’epoca dei ciclisti che “nascono” e si diale 1998; l'anno dopo fu di nuovo arformano sulle gento nella ruote grasse per categoria xc poi diventare vittounder 23 nel riosi nelle grandi campionato corse a tappe su mondiale 2001, e strada. Il primo, poi bronzo nella ancora giovanisstessa categoria simo, vinse infatti nel 2002. Nel la coppa del mondo 2003 arriva inXC del 1998, bisfine la medaglia sando il successo d'argento nella Christian Vandevelde, uno dei migliori gregari di Hesjedal, l’anno dopo. categoria xc Elite. in azione nella crono di Milano.
Il prossimo appuntamento con il mensile di MountainBike Oggi è per la prima settimana di luglio 2012. Speciali e approfondimenti in vista delle Olimpiadi di Londra 2012...non mancate!!! 28