IL RESTAURO DELL’ ARCHITETTURA DI TERRA
PROSPETTIVE PER LA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO COSTRUITO NELLA REGIONE VALENCIANA:
IL CASO DELLA TORRE DELL’ALQUERIA DI MONTROY a cura di Alfonsina D’Aniello
Candidata: Alfonsina D’Aniello N14002092
Corso di laurea magistrale in architettura 5UE
TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN RESTAURO Anno Accademico 2021/2022
IL RESTAURO DELL’ ARCHITETTURA DI TERRA
PROSPETTIVE PER LA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO COSTRUITO NELLA REGIONE VALENCIANA:
IL CASO DELLA TORRE DEL CASTELLO DI MONTROY
Relatore:
Prof. Arch. Valentina Russo
(..) “Se tutto finisce nell’oblio, perché costruiamo e perché i nostri antenati hanno costruito? Perché scriviamo e perché hanno scritto? In tal caso perché piantare alberi e perché concepire? Perché lottare per una causa, perché parlare di progresso, di evoluzione dell’umanità, di futuro? Se diamo troppa importanza all’istante in cui viviamo, ci lasciamo assediare da un oceano di morte. E, al contrario, risuscitando il tempo passato, aumentiamo l’ambito della vita. In ogni caso, dal mio punto di vista, perseguire le origini è una riconquista contro la morte e l’oblio, una riconquista che dovrebbe essere paziente, abnegata, fedele.”
Amin Maalouf. L’identità
INDICE
PREMESSA
CAPITOLO 1
Le torri d’avvistamento arabe nell’area valenciana
1.1| Modelli d’insediamento nella società musulmana in Spagna
1.2| L’alqueria musulmana valenciana
1.3| Le torri osservatorio nell’intorno valenciano
CAPITOLO 2
Conoscenza della torre e del suo contesto
2.1| Inquadramento territoriale
2.2| Inquadramento urbanistico - amministrativo
2.3| Accessi e percorsi esistenti
2.4| Indagine storica
2.5| Rilievo metrico
2.6| Rilievo dei materiali e delle tecniche costruttive
12 14 17
22 24 28 30 38 41
CAPITOLO 3
Strategie per la definizio dell’intervento
3.1| Criteri e obiettivi di progetto
3.2| Criticità e potenzialità del sito
3.3| Principali azioni progettiali
CAPITOLO 4
Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno
4.1| Analisi dei dissesti e dei meccanismi di collasso: cause, indagini e interventi di consolidamento strutturale
4.2| Analisi dei fenomeni di degrado e progetto di conservazione delle superfici
4.3| Progetto di recupero/adeguamento funzionale
4.4| Riconfigurazione paesaggistica: strategie progettuali e azioni a scala territoriale
CONCLUSIONI
Bibliografia essenziale Sitografia di riferimento
58 60 32 66 78 86 100
PREMESSA
L’architettura di terra, in particolare di tapia, è una particare tipologia di architettura realizzata con un’antichissima tecnica costruttiva che è stata presente ovunque nella storia, dalle prime civiltà ai tempi più recenti, in innumerevoli aree geografiche. Sebbene il suo uso antico sia praticamente estinto nel mondo occidentale, ancora oggi possiamo trovare luoghi in Africa, Asia e America Latina dove localmente la tapia è una pratica comune nella costruzione. Questo è uno dei motivi per cui è consuetudine associare la tapia ad aree geografiche extra europee, ma in realtà è molto presente ed è stata molto importante storicamente nel nostro contesto. Infatti, la penisola iberica, in particolare la Spagna, ha un esteso e variegato patrimonio di antichissime architetture in terra cruda che si differenziano per la varietà di materiali e di metodologia di costruzione in base all’area
geografica e socioculturale in cui si andavano ad insediare. Tale patrimonio ha attraversato i secoli di storia e rappresenta una ricca eredità patrimoniale di innegabile valore culturale tanto da essere oggetto di numerosi studi nazionali ed internazionali sia a livello di conservazione patrimoniale ma anche dal punto di vista di studio per una costruzione più sostenibile. Così questo lavoro, sviluppato a seguito di un progetto nel quadro Erasmus+ presso la UPV di Valencia, uno dei maggiori centri europei di ricerca in ambito di conservazione patrimoniale dell’architettura di terra con i prof. Camilla Mileto e Fernando Vegas, vuole contribuire alla conoscenza intorno al vasto patrimonio di architettura tradizionale di terra. Lo studio si incentra nella comunità valenciana, precisamente nella comarca della Ribera Alta, nel comune di Montroy, ubicata al centro del territorio valenciano, dove tro-
viamo la torre di Montroy, uno degli esempi meglio conservati di tali architetture. Il lavoro è stato svolto secondo la metodologia del restauro architettonico, quindi secondo due fasi principali: fase conoscitiva, dove si va ad analizzare il tema nelle sue peculiarità architettoniche e materiche; la seconda la fase progettuale: dove sono state individuate le ipotesi progettuali sia di restauro sia di rifunzionalizzazione della stessa e del suo contesto. Attraverso l’analisi e l’intervento sulla torre di Montroy, si vuole contribuire ad amplificare la conoscenza intorno alla architettura tradizionale di terra e indagare adeguate metodologie di intervento che individuino tecniche e prodotti per la salvaguardia delle costruzioni in crudo. Ogni elemento è un elemento unico, irripetibile; è un documento che porta impresso su di sé la testimonianza di una tecnica costruttiva più antica al mondo, con un passato di
fondamentale rilevanza anche oggigiorno. Inoltre, questa, come altre torri disseminate per il territorio valenciano, connota fortemente il paesaggio e ne rappresenta un punto di forza su cui far affidamento per avviare lo sviluppo di un turismo anche per questa area.
Quindi prenderne più coscienza e sostenerne la conservazione, per far sì che non entri in una dinamica dell’oblio, di deterioro e di scomparsa della stessa.
(1) Foto accesso alla collina Montroy, 2019.
CAPITOLO 1
LE TORRI D’AVVISTAMENTO ARABE NELL’AREA VALENCIANA
1.1 MODELLI D’INSEDIAMENTO NELLA SOCIETÀ MUSULMANA IN SPAGNA
L’avvicinamento allo studio di opere realizzate di qualsiasi cultura passata richiede un approfondimento e una contestualizzazione storica della epoca in cui esse nacquero ed ebbero la maggiore espansione.
Nel 711 d.c inizia la conquista araba della penisola iberica e da qui in avanti, i musulmani, si stanzieranno per circa otto secoli diffondendo nuovi gli usi e i costumi in tali terre. Nel litorale levantino, di cui ci andiamo ad occupare, la conquista non fu differente dal resto della penisola, portando alla nascita del famoso “Sharq al-Andalus”. Durante i secoli di dominazione musulmana, l’area del levante conobbe molti periodi di pace e di progresso in campo commerciale, culturale ed economico. Dal XII secolo però, con il regno degli Al-
mohades, la minaccia cristiana unita ad un’instabilità interna tra gruppi di differenti etnie, porta ad un periodo di vulnerabilità. È durante questo periodo che abbiamo la costruzione delle maggiori fortificazioni in terra che ritroviamo ancora oggi presenti; si inizia a dotare l’area agricola che circonda la capitale Valencia, detta Huerta valenciana, di fortificazioni di diverso tipo (castelli, muraglie, torri ect.) che aiutassero a proteggere militarmente, da saccheggi e distruzione, le comunità rurali di tale area. Ci furono quasi cento anni di presenza Almohade, alternati da periodi di guerra con il regno cristiano e periodi di tregua. Il regno Sharq al-Andalus continuerà ad esistere sotto il controllo musulmano fino alla Reconquista operata da Giacomo I nel 1238.
12| Le torri d’avvistamento arabe nell’area valenciana
L’arrivo dei musulmani nella penisola iberica porta l’insediamento di nuovi gruppi umani provenienti dal Medio Oriente e dal nord d’africa e chiaramente comporta tutta una serie di novità in campo di riorganizzazione territoriale. Si distinguono questi i modelli insediativi, alcuni fortificati altri no, ordinati per grandezza dalla popolazione più alta a quella più bassa: - MADÎNA (Medina): era il centro del potere amministrativo e militare. La madina era il capoluogo amministrativo e politico, aveva una popolazione considerevole ed era protetta da delle mura difensive. Balansiya (Valencia) era la madina dell’area geografica levantina. - AMAL: si tratta di una città con una minore popolazione ed estensione e non era fortificata. Molte volte era un distretto di una Madîna da cui dipendeva e da cui riceveva difesa.
- HISN: equivale ad un castello e poteva raccogliere una popolazione più piccola di un amal, ma in compenso era circondato da uno recinto fortificato. Quindi era in grado di auto difendersi. Come la madina, l’hisn, e anche se con meno poteri, era una sorta di giurisdizione; quindi, amministrava le popolazioni locali e ne riceveva i tributi.
- QARYA: nel modo rurale, era l’unità basica dove si stanziava la popolazione. Non aveva una funzione amministrativa, infatti dipendevano economicamente e politicamente dagli Hisn o amal più vicini. Erano fortificate e dotate di sistemi di avvistamento che permettevano di comunicare con le altre popolazioni o fortificazioni del territorio.
- BURDJ: era una casa-torre e serviva solo con lo scopo difensivo, lanciare segnali in caso di avvicinamento dei nemici.
Nella pagina precedente:
(2) Schema espasione Impero Almohade in Spagna
Produzione propria
In questa pagina:
(3) Rappresentazione di una Madina tipo
(4) Rappresentazione di un hisn tipo
Fonti: Alamy web
Le torri d’avvistamento arabe nell’area valenciana
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1.2 L’ALQUERIA MUSULMANA VALENCIANA
Nel presente paragrafo si va ad approfondire il concetto di “alqueria”, che è in parte il tema oggetto della presente tesi. Il concetto di “alqueria” ha le sue origini dal vocabolario arabo “al-qarîa” o “quarya.”(2) Per la sua definizione non abbiamo a disposizione una grande bibliografia e l’interessamento dietro queste architetture è sempre stato moltoinsufficiente. Partiamo dalla definizione che ci fornisce la Real Academia Española, e alla voce alqueria leggiamo che è “una casa a scopo agricolo, tipica del levante della penisola iberica.” Il medievalista R Burns aggiunge un qualcosa alla definizione suggerita dalla RAE, dicendo che è “la più piccola unità comunale dotata di nome e identità”.(3) Quindi non solo una casa ma una vera e propria cellula da cui andava a svilupparsi una popolazione o unità comunale. È lo storico spagnolo Pablo Rodriguez Navarro, ci fornisce la definizione forse più completa nel suo studio “Las torres árabes de las alquerias valencianas”, dicendo che ‘’Le alquerie valenciane sorgono sotto la dominazione musulmana come piccoli centri di popolazione, per facilitare la residenza di agricoltori e allevatori del luogo. [...](4) Però l’alqueria valenciana ha un elemento differenziatore che le rende uniche: sono fortificate e dispongono di un’unica enorme torre in tapia”2
In generale, quindi, le alquerie valenciane, seguono uno schema così diviso: torre, un primo
anello difensivo della torre, “albacar” dove alloggiavano gli animali e le “barreres”, l’ultimo anello difensivo, dove avevamo le abitazioni. La forma dei distinti elementi varia in base al contesto geografico dove sorgevano ed erano tutti costruiti con la tecnica costruttiva della tapia. Le qlquerie essendo un modello insediativo di tipo rurale, nascevano quindi in prossimità di fiumi e terreni fertili, e se ne incontrano in maggior numero in aree pianeggiati o collinari, e nelle zone con un’orografia più aggressiva si riduce di numero.
Di tali architetture, nessuna ne è rimasta intatta, quindi dotata di tutti gli elementi originari. Solo alcune conservano ancora parte del primo anello difensivo, ad esempio l’alqueria di Aledua e di Betera. L’elemento che maggiormente si è conservato nei secoli è la torre.
In questa pagina (3) Ipotesi di alqueria valenciana secondo Pablo Rpodriguez Navarro
14| Le torri d’avvistamento arabe nell’area valenciana
In questa pagina:
(5) Resti dell’antica alqueria di Betera. Foto di Asociacion española amicos de los castillos
(6) Antica alqueria di Aledua con ancora presenti resti primo anello difensivo alla torre.
Foto di Jesus Perez
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Le torri d’avvistamento arabe nell’area valenciana
1.3 LE TORRI D’AVVISTAMENTO
Non esiste una documentazione specifica araba che ci indica le date di costruzione o, cronache che possano datare cronologicamente le torri delle alquerie, ma, in linea generale tra gli storici, si conviene che intorno all’IX sec si iniziò a costruire tali architetture, dato lo sviluppo dell’agricoltura nelle zone del Sharq al-Andalus. È durante la tappa Almohade (secolo XII) si costruirono la maggior parte delle alquerie e quindi conseguentemente delle torri che ancora oggi si conservano, dato che come già anticipato nello scorso paragrafo, in quel periodo si necessitò la costruzione di fortificazioni per la protezione delle aree agricole intorno Valencia. Le torri d’avvistamento furono costruite a protezione di questi piccoli centri abitati della Huerta Valenciana e prevenire i tentativi di incursione dei cristiani durante il conflitto cristiano-musulmano. Tutta l’area levantina era un’area che si trovava sulla prima linea del conflitto cristiano. Li i cristiani facevano quella che vengono denominate “cavaldades”(5), cioè piccole incursioni di pochi uomini armati con lo scopo di uccidere mori e bruciare tutto ciò che incontravano. Le torri che incontriamo nella provincia di Valencia
sono distribuite in modo aleatorio, non costituivano un cinturone difensivo alla città di Valencia ma semplicemente erano dei rifugi da queste incursioni. L’ambito in cui si insediano e controllo è un ambito rurale fatto di contadini e allevatori, una zona agricola, dove non mancavano terreni agricoli e fonti di acqua. Guardando il gran numero di torri che si andarono a costruire, esse costituivano una vera e proprio rete infrastrutturale che si ramificava dall’entroterra valenciano fino alle aree costiere. Erano messe in connessione tra di loro e con i castelli da cui dipendevano da un sistema di comunicazione visivo che prevedeva l’utilizzo di segnali luminosi di notte e di fumo per il giorno. Il sistema di torri è chiaramente di tipo passivo e preventivo: realizzato principalmente per l’avvistamento e l’organizzazione difensiva. Sorgevano in luoghi strategici, ad esempio in prossimità di vie principali, o su alture da cui era possibile godere di ampia visuale in modo da garantire la sorveglianza dei villaggi.
Nella pagina precedente: (7) schema distributivo torri. Elaborazione propria.
Le torri d’avvistamento arabe nell’area valenciana
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Uno dei caratteri fondamentali di questo sistema difensivo era la visibilità tra le torri. La distanza tra di loro variava in base alla morfologia del territorio e al campo visivo. Ogni torre era in vista delle altre limitrofe in modo da poter comunicare sia durante il giorno (con segnali di fumo) che di notte (con l’accensione di fuochi).
In caso di avvicinamento dei nemici, il guardiano della torre inviava subito segnali alle torri e alle fortificazioni con le quali vi era collegamento visivo. Il segnale arrivato alle torri limitrofe veniva trasmesso a sua volta ai villaggi vicini del pericolo imminente.
Queste torri venivano realizzate interamente in tapia, materiale molto semplice e facilmente reperibile.
La maggior parte delle torri che si incontrano hanno una forma troncoconica, di base quadrata o rettangolare ed avevano un altezza che oscillava tra i 15 e i 25 metri.
In questa pagina: (8) Sotto, schema funzionamento sistema di segnali tra le torri. Elaborazione propria
Le torri d’avvistamento arabe nell’area valenciana
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NOTE
1. Definizioni tratte da “Las torres árabes de las alquerias valencianas”. Pablo Rodriguez Navarro (2008), p. 115.
2. Cfr. “Las torres árabes de las alquerias valencianas”. Pablo Rodriguez Navarro (2008), p.33
3. Cfr. “Las torres árabes de las alquerias valencianas”. Pablo Rodriguez Navarro (2008), p.25
4. 2. Cfr. “Las torres árabes de las alquerias valencianas”. Pablo Rodriguez Navarro (2008), p.32
5. 2. Cfr. “Las torres árabes de las alquerias valencianas”. Pablo Rodriguez Navarro (2008), p.96
Le torri d’avvistamento arabe nell’area valenciana
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CONOSCENZA DELLA TORRE E DEL SUO CONTESTO
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CAPITOLO
2.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE
Montroy è un comune di 1628 abitanti, situato nel centro geografico della comunità valenciana, in Spagna, ad un’altitudine di 145 metri sul livello del mare e 33 km di distanza dalla città di Valencia. Il territorio comunale ha una superficie di 31,6 km2 (22 km2 di coltivazioni e 9,6 km2 di montagne) e confina con i municipi di Monserrat al Nordest, con Turís al Nord-ovest, con Dos Aguas a sud-ovest e con Real de Montroi a sud-est. Diverse strade secondarie, di competenza della comunità valenciana, attraversano il territorio comunale come la CV-50 che collega i comuni di Tavernes e Llíria, la CV-405 da Montroi a Torrent, il CV-435 da Real de Montroi a Dos Aguas. Nonostante la presenza di queste strade, che permettono comunque
un collegamento con la restante provincia di Valencia, si ha una sensibile carenza di mezzi pubblici che non permettono di sfruttare a pieno la zona. Morfologicamente, il territorio si presenta pressoché pianeggiante con 22km destinato a coltivazioni e il restante 9,6km a carattere collinare o caratterizzato da piccole alture che non superano i 600 m s l m; è attraversato dal fiume Magro. Il centro abitato si concentra a nord est ai piedi della collina che ospita la Torre di Montroy. Il colore rosso caratterizzante il terreno di questi luoghi ha dato origine al paese. Dal latino Montes Rubeos, “i Monti Rossi”, deriva in linea di principio il toponimo Montróbios, poi Montroyo, che è come gli arabi chiamavano la collina che ospita la torre. (9) Nella pagina successiva Inquadramento territoriale scala 1:5000 Elaborazione propria
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CAPITOLO 2. Conoscenza della torre e del suo contesto
SPAGNA - COMUNITA’ VALENCIANA PROV. DI VALENCIA COMUNE DI MONTROY
Conoscenza della torre e del suo contesto CAPITOLO
2.|23
2.2 INQUADRAMENTO URBANISTICO - AMMINISTRATIVO
La torre si ubica nella parcella n42 di proprietà comunale di 3140 mq di superficie.
Il principale strumento urbanistico del comune di Montroy è il Plan general de ordinacion urbana, corrispondente al nostro Puc, con cui viene regolamentato la gestione delle attività di trasformazione urbana e territoriale del comune. In virtù della classificazione urbanistica che dispone il piano generale, l’area oggetto di studio è classificata come Suolo non urbanizzabile per protezione culturale (SNUPC), riprendendo anche i limiti dettati dalle normative dei Beni culturali di cui la torre ne è bene d’interesse culturale dal 2001. ( Agli articoli 9.5.2 e 9.5.3 delle normative urbanistiche a pendice del piano, leggiamo che per le aree classificate non urbanizzabili, sono definiti gli usi compatibili e le opere realizzabili e non, nel perimetro definitone dal piano:
Articolo 9.5.2. REGIME GENERALE DEGLI USI. 2. Usi compatibili: a) Opere e impianti richiesti da infrastrutture e servizi pubblici, ai sensi dell’art Art. 7 della L.S.N.U., compatibilmente con gli specifici valori giustificativi della sua speciale protezione, ai sensi dell’articolo 9 della L.S.N.U. b) Opere e impianti di interesse pubblico o di utilità sociale di cui all’articolo 8 della L.S.N.U., necessarie per la migliore conservazione o per la pubblica fruizione dell’area, integrato nell’ambiente e com-
patibile con gli specifici valori giustificativi della sua tutela speciale, ai sensi dell’articolo 9 della L.S.N.U. Articolo 9.5.3. NORME DI PROTEZIONE.
1. In questa Zona valgono le condizioni indicate nel Catalogo dei Beni e Spazi Protetti per ogni elemento in esso incluso.
2. Qualsiasi azione, lavoro, installazione o attività che si intende collocare nelle sue aree delimitato o ad una distanza inferiore a 50 m dall’elemento protetto, deve avere autorizzazione del Comune e del Ministero della Cultura. (tratti dalle “normativas urbanisticas” PGUO_ Ayuntamiento de Montroy)
Mappa catastale
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CAPITOLO
2. Conoscenza della torre e del suo contesto
La zona circostante la torre, il piano generale ha previsto l’esecuzione di un parco pubblico, con il fine di preservare i suoi valori storici e paesaggistici. (fig.3) Infatti, l’articolo 3.1 delle norme urbanistiche allegate al piano, si contempla la redazione di un piano speciale, ancora non redatto, che ordina l’esecuzione di un parco con il fine di preservare i suoi valori storici e paesaggistici.
Nella pagina precedente: (10) Mappa catastale
In questa pagina: (11) Allegato piano Classificazione suolo (12) Allegato pianoDestinazione d’uso
Classificazione del suolo Destinazione d’uso
Conoscenza della torre e del suo contesto CAPITOLO 2.|25
QUADRO NORMATIVO: TUTELA PAESAGGISTICA NELLA COMUNITA’ VALENCIANA
Qualsiasi progetto di restauro deve seguire delle normative specifiche, che cambiano da paese in paese in cu queste vengono attuate. Quindi è necessario conoscere in primo luogo qual è lo stato giuridico in materia di beni culturali della Torre.
Riassumendo a grandi linee, si stabilisce le regole di protezione della Torre di Montroy (Valencia) con la categoria di Monumento.
La Torre di Montroy è un Bene di Interesse Culturale disciplinato dalla legge 4/1998 dell’11 giugno della Generalitat Valenciana, inclusa all’art. 26 nella categoria Monumento, con iscrizione nell’inventario del Ministero della Cultura con il codice: R-I-51-00105772.
In accordo con la Ley 4/1998, modificata con la Ley 5/2007, e ne delimita il suo ambiente di protezione, ne definisce gli usi consentiti, il regime di interventi nell’intorno per conservazione del paesaggio storico, elementi patrimonio archeologico.
Il Bene di Interesse Culturale (BIC) è istituito con un livello di PROTEZIONE INTEGRALE. Questo tipo di protezione prevede: “Il livello di protezione integrale includerà le co -
struzioni, gli involucri o elementi che devono essere integralmente preservati per il loro carattere singolare o monumentale e per motivi storici o artistici, conservandone le caratteristiche architettoniche, botaniche o ambientali originali. Solo lavori di restauro e conservazione che perseguono la manutenzione o rinforzo di elementi strutturali, nonché il miglioramento dello stato generale o delle strutture del bene o dell’elemento protetto. Ciò nonostante, può essere autorizzato: - La ricomposizione o ricostruzione di quei corpi o vuori primitivi, utilizzando tecniche e soluzione costruttive proprie dell’epoca della sua costruzione e recuperando il disegno originale, utilizzando soluzione di rifinitura che permettano di distinguere le parti ricostruite da quelle originali - Le opere eccezionalmente di ridistribuzione dello spazio interiore, senza alterare le caratteristiche strutturali o esteriori dell’edificio, sempre che Ciò non toglie nulla ai valori protetti né influisce sugli elementi costruttivi da preservare. Se il Catalogo vieta la demolizione di elementi specifici, la sua l’enumerazione si intende vincolante, anche se non esaustiva.
Nella pagina successiva: (13) Piano Beni culturali BIC
CAPITOLO 2. Conoscenza della torre e del suo contesto
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2.3 ACCESSI E PERCORSI ESISTENTI
La torre e l’area oggetto di studio sono raggiungibili dal comune sottostante tramite diversi percorsi: si accede a nord della collina e tramite dei percorsi recentemente asfaltati, si può percorrere un primo tratto sia in auto che a piedi; proseguendo sempre a nord della collina, tramite dei percorsi sterrati si raggiuge la torre solo a piedi e non con poche difficoltà non essendo in alcuni punti, manutenuti bene. All’apice è posta la torre dove l’unico accesso all’interno è disposto sul lato sud.
In questa pagina:
(14) Foto percorsi asfaltato
(15) Foto Inizio con percorso sterrato
(16) Foto sentiero sterrato per raggiungere collina
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CAPITOLO 2. Conoscenza della torre e del suo contesto
In questa pagina:
(17) Schema percorsi e accessi area d’intervento
(18) Schema Area d’intervento
2.|29
Conoscenza della torre e del suo contesto CAPITOLO
2.4 INDAGINE STORICA
La documentazione incontrata sulla torre di Montroy è molto scarsa, sebbene ci permetta di conoscere qualcosa riguardo la storia dell’edificio. Le due fonti storiche da cui si hanno notizie certe riguardo le torri d’avvistamento, e quindi da cui far partire uno studio dell’evoluzione storica della torre sono: “Llibre dels fect” e il ”Llibre del Repartement” entrambi redatti da Re Giacomo I successivamente la Reconquista cristiana del XIII.
Il Llibre dels fect venne redatto tra il 1240 e il 1270, ed è un’autobiografia, scritto in prima persona, e racconta il periodo prima della conquista di Valencia del 1238. Questo testo è un caposaldo della letteratura riguardo le torri e ci dà una grande quantità di dettagli e informazioni riguardo il funzionamento di queste torri.
Il Llibre del Repartiment è stato considerato dalla storiografia come documento di base per determinare l’inizio di famiglie e città nelle terre valenciane. Giacomo I promise terreni e fortificazioni ai suoi alleati, una volta terminata la campagna contro i mori. Infatti, è un inventario con cui si stabilì, con accordi anche precedenti alla riconquista cristiana, il cambio di proprietà nelle terre valenciane. Queste “donazioni” chiaramente riportano di nomi dei nuovi proprietari ma soprattutto descrizioni dettagliate.
In questa pagina:
(19) Copertina prima edizione Cronica Real (el Llibre dels Fets)
(20) Copertina Llibre del Repartiment
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CAPITOLO
2. Conoscenza della torre e del suo contesto
XII secolo: Epoca almohade
La costruzione della torre è avvenuta all’incirca nella seconda metà del XII secolo durante l’epoca almohade, annessa a un villaggio già presente sulla collina denominato Montrobius. Come altre torri dell’area, la torre di Montroy presentava un intero sistema fortificato. Dalle poche tracce rimaste ai piedi della stessa, ho potuto ricostruire un’ipotesi di come si sviluppava: avevamo sicuro una fortificazione in tapia per proteggere la torre e una fortificazione esterna in legno (una palizzata), che proteggeva le abitazioni e gli allevamenti. La torre era alta all’incirca 20m e possedeva un unico ingresso sul lato sud posto ad un’altezza di circa 4 m da terra. L’accesso alla torre era garantito da scale rimovibili in legno o in corda, che venivano ritirate una volta che il soldato fosse entrato nella torre. Come vediamo la torre essendo un’architettura di carattere militare, aveva poche aperture, se non quelle militari, dette feritoie, con cui venivano lanciate pietre e frecce al nemico. Anche all’interno, infatti, erano presenti delle rampe di scale che si fermavano a metà altezza ed erano utilizzate come postazioni di tiro. Per salire ai piani superiori, venivano utilizzate delle scale in legno ritraibili così da impedire la risalita dei nemici. All’ultimo livello c’era il passo di ronda, dove veniva controllato il territorio sottostante e ci si teneva in contatto con le altre torri del sistema difensivo valenciano, tramite segnali di fumo di giorno e con l’utilizzo del fuoco di notte. In particolare, era strettamente legata ad altre due fortificazioni presenti nella valle: Il castello degli alcalans e il castellet.
In questa pagina:
(21) Schema illustrativo con ipotesi alqueria di Montroy (22) Ipotesi torre XII secolo
Conoscenza della torre e del suo contesto
CAPITOLO 2.|31
2. Conoscenza della torre e del suo contesto
In questa pagina: (23) Schema illustrativo rapporto torre con altre fortificazioni Valle dels Alcalans (24) Ipotesi torre XII secolo: Funzionamento interno della torre
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CAPITOLO
XIII secolo: Reconquista cristiana
La alqueria di Montroy con quella di Real fu donata il 27 aprile del 1238, al nobile aragonese Don Rodrigo de Lizana, importante cavaliere del re Giacomo I, la cui partecipazione alla conquista del territorio valenciano avrebbe dovuto essere significativo, al punto da essere nominato governatore della città di Valencia, subito dopo la sua conquista. Questa donazione è riportata anche in un documento nel famosissimo Llibre del Repartment. Durante i secoli successivi alla conquista, la torre si utilizza come casa signorile, dove alloggiava il commendatore durante le sue visite alla popolazione mora. Da questo momento vengono create nuove aperture e allargate quelle esistenti per agevolare passaggio di aria e luce. Durante questo tempo, la torre del castello di Montroy divenne il riferimento principale della valle. Nel 1241, Don Rodrigo de Lizana, per favorire gli ordini militari, donò le alquerie di Buñol, Macastre e Montroy alla nobile castigliano Don Pedro de Egea, in rappresentanza dell’Ordine militare del Hospital de San Juan de Jerusalén (successivamente ordine di Malta).
In questa pagina: (25) Ipotesi torre XII secolo: Funzionamento interno della torre (26) Documento tratto da Llibre del Repartiment, asiento número 214.
“Rodericus de Liçana, castra et villas de Montroy et de Buinol et de Machasta per hereditatem. V kalendas madii.”
TRAD: A Rodrigo di Licana, i castelli e le ville di Montroi e Bunol e di Macastre in eredità. 27 APRILE”.
Conoscenza della torre e del suo contesto
CAPITOLO 2.|33
XIV: Regno aragonese
Nel 1319, in occasione del recente scioglimento dell’Ordine del Tempio (1317), a Valencia fu creato un ordine militare autoctono, l’Ordine di Santa María della Montesa, con sede nel castello di Montesa. Tutti i beni del Tempio e dei Cavalieri Ospitalieri di San Juan, furono assegnati al nuovo Ordine. Montroi era una minuscola parte della signoria di Montesa. Questo è attestato da una mappatura realizzata successivamente al XIV secolo, che ci riporta tutte le “encomiende” del ordine, segnate con una croce.
In questa pagina: (27) Mapa geografico del Reyno de Valencia Don Tomas Lopez, Geografo de los dominos de S.M Madrid (1534)
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CAPITOLO 2. Conoscenza della torre e del suo contesto
XVII secolo: Regno D’Asburgo
Nell’ottobre del 1609, viene promulgato il decreto di espulsione dei mori. Una moltitudine di città del Regno di Valencia furono abbandonate, poiché i suoi abitanti erano interamente moreschi. tra cui c’era Montroy.
Nel 1611 Montroy si fondò un nuovo centro abitato ai piedi della colina, ed essendo la torre ubicata anche in un punto scomodo, ha provocato la progressiva perdita d’interesse per un suo utilizzo e conservazione. Da qu i in poi non abbiamo fonti certe riguardo i proprietari che si sono succeduti e l’evoluzione storica della torre.
In questa pagina: (28) Mappatura di Situacion de Montroy, Real y Montserrat Antonio J Cavanilles (1695)
Conoscenza della torre e del suo contesto CAPITOLO
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2. Conoscenza della torre e del suo contesto
In questa pagina (29) Foto storica: Aprile 1956 (30) Foto storica: Agosto 1978
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CAPITOLO
XIX secolo
In questa pagina (31) Foto storica: Marzo 1978 (32) Foto storica: Gennaio 1956
Conoscenza della torre e del suo contesto CAPITOLO
2.|37
XXI secolo: Epoca contemporanea
Arriviamo direttamente ai giorni nostri. Nel 2001 viene dichiarato Bene di Interesse culturale ed alla torre e all’intera area della collina viene applicato il vincolo paesaggistico. La torre riversa in uno stato di totale abbandono ed è vittima di numerosi crolli, sia interni che esterni. Nel 2014 vengono stanziati dei fondi da parte del Consiglio provinciale di Valencia per la conservazione e la protezione del patrimonio locale della provincia, e il comune di Montroy riesce ad ottenerne parte per mettere in sicurezza la torre. Quindi nel 2016 vengono avviate delle opere di somma urgenza per dissesti.
In questa pagina (33) Catálogo de bienes y espacios protegidos. PGOU 2001
In questa pagina (34) Foto di Jose Francisco Simó Nueda (2016)
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CAPITOLO
2. Conoscenza della torre e del suo contesto
Conoscenza della torre e del suo contesto CAPITOLO
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2.5 RILIEVO METRICO
Nonostante le non poche criticità riscontrate nella fase di primo approccio al manufatto, ha avuto inizio la fase di rilievo.
I metodi di rilievo utilizzati sono stati principalmente due:
• Trilaterazione o rilievo diretto
• Rilievo indiretto – fotogrammetria
Trilaterazione
Partendo da un adeguato eidotipo, si è arrivati tramite tecnica della trilaterazioni e un processo di rilievo diretto con strumenti di diverso tipo, alla redazione di una pianta geometrica del piano terra, con l’indicazione della poligonale esterna e delle trilaterazioni interne. Le trilaterazioni hanno interessato però solo la parte esterna e il primo piano della torre, essendo gli altri piani inagibili per mancanza di un adeguato sistema di comunicazione verticale e inagibilità di alcuni ambienti.
In questa pagina:
(35) Eidotipo pianta primo pianto
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CAPITOLO 2. Conoscenza della torre e del suo contesto
Rilievo fotogrammetrico
Una seconda fase, invece, consiste nella fotogrammetria, e cioè nella ortorettificazione delle immagini fotografiche riferendole a un sistema cartesiano e in tal modo si è riusciti, mediante una consistente battuta fotografica del sito, a risalire a delle ortofoto dei quattro prospetti principali della torre e alle sezioni interne. La difficoltà di accedere a tutti i piani della torre, unito alla mancanza di luce naturale e la difficoltà in alcuni punti di un adeguato rilievo fotografico per una distorsione eccessiva dovuta alla mancanza di spazio, non ha permesso di rilevare per l’interezza la torre. In compenso però, grazie ad un lavoro di rilievo con drone svolto dall’associazione locale “La riberana” nel 2018, ho potuto integrare e migliorare il mio lavoro di rilievo di piante, prospetti e sezioni. Seguono le diverse fasi del processo, da sopra a sotto:
(36)Creazione nuvola di punti (Pont cloud) (37) Creazione nuvola densa (dense cloud) (38) Creazione mesh (39) Creazione del modello ( Tild model)
In basso: (40) Rilievo con drone Fonte: Licenza CC 4.0. By Mancomunitat de la Ribera Alta
42| CAPITOLO 2. Conoscenza della torre e del suo contesto
2.6 RILIEVO DEI MATERIALI E DELLE TECNICHE COSTRUTTIVE
Per quanto riguarda la fase di analisi dei materiali e delle tecniche costruttive, l’attenzione è stata rivolta alla redazione di elaborati grafici che evidenziassero la consistenza architettonica, materica e strutturale del manufatto. Attraverso una legenda dettagliata sono state indagate le tipologie e i materiali impiegati nelle strutture verticali, negli orizzontamenti, nelle coperture, nelle scale, nelle pavimentazioni e negli arredi fissi. All’interno dei medesimi grafici sono stato riportato il fessurativo.
Descrizione del manufatto architettonico
Dell’antica alqueria, ad oggi, non ci era che la torre, ma sappiamo dai pochi resti ai piedi della stessa che la torre era costituita da un ulteriore recinto difensivo. La torre ha tre piani fuori terra ed un piano interrato utilizzato in parte come cisterna e deposito alimenti. Ogni piano è composto da due ambienti, divisi da un muro diaframmatico, non in modo simmetrico, che la irrigidisce verticalmente. Negli ambienti più ampi è presente parte delle scale utilizzate come postazioni di guardia e per il collegamento verticale. La torre ha un’altezza complessiva di 21 m. Attualmente l’ingresso principale è posto a 1,80 m da terra e quindi è di difficile accesso. Anche l’interno non è attualmente fruibile se non al primo livello, sia a causa delle scale che non coprono tutta l’altezza di interpiano sia per il crollo parziale dei solai voltati.
In questa pagina (41) Foto resti strato di rifinitura, Prospetto sud. (42) Foto angolo sud-ovest.
Conoscenza della torre e del suo contesto CAPITOLO
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I MATERIALI DELLA FABBRICA: LA TAPIA
La tapia
La torre è costruita interamente con la tecnica costruttiva della tapia. Nel caso specifico è una tapia real/ tapia migliorata con aggiunta di mampuestos cioè pietre di diversa grandezza di arenaia e calcarea. La bibliografia è abbastanza ampia su tale argomento e negli anni c’è stata sempre molta confusione nelle definizioni tra tapia e tapiale. Infatti, citando sempre la RAE, si definisce tapia l’opera realizzata, mentre con tapiale viene identificata la cassaforma con cui tale tecnica viene realizzata. Come ho detto, la torre è interamente realizzata in tapia real composta da terra, calce (in una percentuale minore del 20%) che permette di stabiliz-
In questa pagina
(43) Dettaglio tapia real. (44) Dettaglio parti del tapiale.
DETTAGLIO COSTRUTTIVO MURO IN TAPIA
zarla e renderla più resistente, e pietre anch’esse utilizzate per aumentare la solidità del muro. Possiamo osservare la composizione da alcune foto, che a causa del forte degrado, ci porta a capirne la consistenza e la composizione orientativa. Il tutto veniva poi perfezionato con uno strato di rifinitura in malta di calce, strato che ancora oggi persiste in alcuni punti della torre come possiamo osservare da queste foto. Anche se altamente deteriorata per gli agenti atmosferici, grazie a questa crosta che oggi possiamo ammirare molti esempi di torri arabe, proprio perché conferiva alla torre una maggiore coesione e stabilità.
1_Muratura in: terra, calce, ghiaia e pietrame 2_Strato di rifinitura in terra e calce
PARTI DEL TAPIALE
1. Agujas; 2.Barzon; 3.tapiales; 4.carceles; 5.codales; 6.costales; 7.cunas; 8.clavos ; 9.frontera; 10.gargol; 11.garrote; 12.lia; 13.tapiales; 14.liston; 15.agujas superiores.
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2. Conoscenza della torre e del suo contesto
Il Tapiale
Passando alla tecnica costruttiva vera e propria, tale tapia veniva realizzata con il tapiale (dall’arabo luh) che è una cassaforma in legno, necessaria per realizzare i vari strati o filari o hilada in spagnolo. A lui si devono le sue caratteristiche e le forme del muro.
Il processo di costruzione del muro prevedeva principalmente 4 fasi che si ripetevano ugualmente in successione. La tapia è un sistema costruttivo molto interessante da investigare perché è un sistema costruttivo modulare e lascia sulla facciata i segni di tale sistema costruttivo.
Pagina successiva: (45) fasi di realizzazione filare in tapia.
Infatti, sulle facciate sono riconoscibili una serie di fori, che ci indicano i moduli di costruzione della stessa. Questi segni possono essere attribuibili alle AGUJAS, elementi lineari di legno/ metallo che attraversano il muro e si appoggiavano su questi i pannelli del tapiale. Per la costruzione del muro, gli arabi usarono come unità di misurare il CODO (gomito) e corrisponde a circa 0,42 cm. L’insieme di due codos era una vara e ci indica quale altezza avrà avuto la cassaforma. Nel caso della torre di Montroy il filare è di circa 0,82 cm; quindi, due codos ed è formata da circa 21 filari, quindi ha un’altezza di circa 20m.
LE FASI DI REALIZZAZIONE
1_Costruzione tapial con un inclinazione minore di 90°
2_Insermento del materiale che viene pressato con il molde, fino ad ottenere la consistenza voluta
3_Continuazione per strati successivi.
4_Dopo l’asciugatura completa, si smonta la cassaforma e si continua nella stessa maniera per i successivi strati.
Conoscenza della torre e del suo contesto CAPITOLO 2.|45
LEGENDA 1: Lettura dei materiali e dei sistemi costruttivi
2. Conoscenza della torre e del suo contesto
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CAPITOLO
PROSPETTO SUD
PROSPETTO NORD
PROSPETTO OVEST
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PROSPETTO EST
SEZIONE BB’
SEZIONE
AA’
Passando all’interno, possiamo vedere che con tale tecnica costruttiva sono stati realizzati anche gli elementi orizzontali e le scale, fatta eccezione per il solaio di copertura che è costituito da mattoni ceramici disposti a cortina.
Come vediamo dalle piante, Tutte e tre i livelli presentano due ambienti voltati. Nelle volte a botte monolitiche viene lasciato un varco attraverso il quale la scala viene a collegarsi. La struttura interna della Torre è piuttosto deteriorata, infatti delle volte dei primi due li-
velli ne troviamo soltanto i resti, a causa dei crolli dovuti all’avanzare del tempo. All’interno i piani la Torre sono divisi in due ambienti separati da una parete diaframma intermedia che serve ad accorciare la luce da coprire con le volte, poiché la stabilità della volta in muratura non è affidabile con le luci troppo grandi. Questo muro stabilizza e irrigidisce inoltre la Torre verticalmente. La comunicazione tra le due stanze di ogni piano si esegue attraverso un arco a tutto sesto. Anche nel solaio di copertura vediamo un varco di accesso verso quello che una volta era il passo di ronda.
Conoscenza della torre e del suo contesto CAPITOLO 2.|53
DETTAGLIO COSTRUTTIVO VOLTA A MATTONI
DETTAGLIO COSTRUTTIVO VOLTA IN TAPIA
PIANTA PIANO PRIMO
PIANTA PIANO SECONDO
PIANTA PIANO TERZO
PIANTA COPERTURE
STRATEGIE PER LA DEFINIZIONE DELL’ INTERVENTO
CAPITOLO 3
3.1 CRITERI E OBIETTIVI DI PROGETTO
Il legame tra arch. millenaria e paesaggio, in questi luoghi, è sempre stato un legame molto forte, in virtù anche della sua funzione originaria di tale architettura, e cioè di difesa e supervisione dell’area circostante. La volontà è quella di far permanere la torre nella sua funzione originaria e cioè di torre osservatorio, ma reinterpretarla in chiave moderna. L’idea progettuale parte proprio dal recupero della sua funzione storica, funzione che suscita fascino ancora oggi sull’uomo. Quindi non solo conservare l’edificio in quanto tale ma anche la sua funzione storica, far rivivere quei luoghi in base proprio a questa visione. Obiettivo primario del progetto sarà quello di riconnettere la torre con il paesaggio circostante, non solo tramite apertura di nuovi sentieri o strade di collegamento alla collina, ma anche visivamente. Si vuole ripristinare il collegamento visivo che aveva la torre con la valle sottostante.
Quindi l’idea progettuale sarà guidata dall’idea di preservare la sua funzione storica, adottando adeguate metodologie d’intervento scelti nel rispetto dell’identità storica e valore storico del monumento.
Si Prevederanno degli interventi di recupero sia statico che funzionale della torre, proprio per garantire lo sfruttamento totale della torre. Tutti gli interventi previsti avranno come criteri da rispettare quelli del restauro architettonico e in particolare: il criterio di compatibilità, cioè di utilizzo di materiali per il recupero sostenibili per il monumento.; Il criterio della distinguibilità, cioè riconoscibilità e chiara lettura degli interventi previsti. Criterio del minimo intervento, forse il più importante, salvaguardare l’identità storica e materica del manufatto, limitando gli interventi esclusivamente a quelli di restauro.
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3. Strategie per la definizione dell’intervento
Strategie per la definizione dell’intervento
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3.2 CRITICITA’ E POTENZIALITA’ DEL SITO
Per difendere e valorizzare un patrimonio così rilevante è necessario concentrare l’attenzione su tutte le problematiche legate alla sua conservazione, strettamente correlate al contesto urbano nella quale è inserita la torre. Risulta fondamentale dunque analizzare tutte le criticità presenti nell’area per poi definire delle strategie d’intervento a scala urbana indispensabili nelle attività di tutela, controllo e valorizzazione della torre. Ma non solo è necessario identificare anche tutte le potenzialità che mettere a disposizione l’area, che potrebbero sfruttarsi per attuare una strategia efficace ed efficiente.
Le potenzialità rilevate sono:
- un paesaggio prevalentemente naturale essendo caratterizzato terreni agricoli e quindi poco urbanizzato;
- presenza di altre testimonianze storiche come El castellet e il castello dels Alcalans; - la presenza di alcuni collegamenti ben consolidati dalla valle alla torre di Montroy; - punto di vista strategico essendo la torre soprelevata rispetto alla valle.
Per quanto riguarda le criticità abbiamo:
- percorsi di difficile accessibilità in alcuni punti; - scarsa pubblicizzazione della torre; per es non sono presenti cartelloni stradali o eventi svolti in quell’ area;
- mancanza di attrezzature sulla collina che ne impedisce una fruizione adeguata.
In questa pagina:
(46) Foto panorama visibile dalla torre.
(47) Foto di un sentiero per la torre.
(48) Foto panorama dalla torre verso el Castellet.
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CAPITOLO 3. Strategie per la definizione dell’intervento
Strategie per la definizione dell’intervento
CAPITOLO 3.|63
3.3 STRATEGIA E PRINCIPALI AZIONI PROGETTUALI
Quindi quali saranno sul concreto le azioni sulla torre, per rirenderla funzionale? Si prevederanno questi interventi: -interventi di consolidamento strutturale, per rendere la torre di nuovo percorribile e sicura. -interventi di conservazione delle superfici, per assicurare il mantenimento della materia storica, e cioè la tapia. -interventi di recupero funziona, attraverso l’inserimento di tutta una serie di elementi volti al rendere la torre ripercorribile come una volta. -Interventi di promozione culturale, attraverso l’in-
serimento sia all’interno che all’esterno sulla collina, di un percorso tematico sulla torre e la valle. Attraverso la realizzazione di interventi strutturali e di quelli di promozione e comunicazione, si tenta di implementare la comprensione della torre e dell’area nella sua evoluzione storica complessiva. Sul piano conoscitivo, l’obiettivo prioritario è quello di costruire una base ampia di informazioni che permetta di migliorare le condizioni e la qualità della fruizione della torre ed agevolare lo sviluppo del sito anche in termini economici.
CONSOLIDAMENTO CONSERVAZIONE SUPERFICI
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CAPITOLO 3. Strategie per la definizione dell’intervento
NUOVA FRUIBILITA’ INTERNA PROMOZIONE CULTURALE
Strategie per la definizione dell’intervento
CAPITOLO 3.|65
CAPITOLO 4
PROGETTO DI CONSOLIDAMENTO, CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE DELLA TORRE E DEL SUO INTORNO
4.1 ANALISI DEI DISSESTI E DEI MECCANISMI DI COLLASSO: CAUSE, INDAGINI E INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE
Conservare un edificio storico significa preservarlo in tutti i suoi vari aspetti. Quello strutturale fa parte, a tutti gli effetti, del processo di conservazione del monumento e del suo valore storico, in modo tutt’altro che secondario e concorre a determinarne la sua identità materiale e culturale. Conservare o ripristinare il comportamento strutturale di un monumento significa garantirsi dall’eventualità di pericolosi e talvolta incontrollabili effetti collaterali, dovuti a una diversa distribuzione delle sollecitazioni sia statiche che dinamiche nelle murature, sia fuori terra che nelle fondazioni.
Per l’analisi dei dissesti strutturali ci si è concentrati sui seguenti punti: 1. diagnosi dei dissesti strutturali; 2. progetto delle indagini diagnostiche; 3. interventi di consolidamento strutturale.
La diagnosi dei dissesti strutturali consiste nella rappresentazione del quadro fessurativo in piante, prospetti, sezioni e schemi assonometrici; nell’interpretazione complessiva dei fenomeni di dissesto analizzati nelle loro cause e nei relativi effetti mediante schemi grafici esplicativi.
Il progetto delle indagini diagnostiche consiste invece nella localizzazione sull’edificio oggetto di studio delle indagini non distruttive da condurre in rapporto al tipo di dissesto, con indicazione della tipologia della prova.
Per quanto riguarda il progetto di consolidamento strutturale, sono stati individuati degli interventi di
consolidamento mediante schemi grafici esplicativi (piante, prospetti, sezioni e schemi assonometrici).
Gli interventi andranno relazionati metodologicamente ai problemi statici individuati nella fase di diagnosi, distinguendo quelli volti all’eliminazione delle cause dei dissesti da quelli volti all’eliminazione degli effetti. Nel caso in esame è molto importante il concetto di minimo intervento, ovvero limitare al minimo l’intervento di restauro affinché sia garantito il rispetto delle informazioni sulla costruzione e sulla storia di un sito archeologico così fragile.
Analisi dissesti Nell’immaginario comune, si pensa che l’architettura di terra sia una architettura fragile e molto deperibile, al contrario, non è il caso di quest’architettura che hanno attraversato i secoli senza quasi nessuna traccia. Infatti, partendo dal quadro fessurativo, la torre e in particolare i muri perimetrali portanti, non presenta gravi dissesti. Il quadro fessurativo più importante si riscontra sui prospetti est ed ovest, i due prospetti minori, che presentano gravi fessurazioni passanti dovute principalmente a: apertura di vani o allargamento di quelli esistenti; abbandono del sito; agenti atmosferici, che hanno portato al deterioramento della materia e quindi conseguentemente, all’indebolimento della stessa. La torre presenta anche tutta una serie di piccole fessurazioni capillari, dovute alla stratificazione della tecnica costruttiva, ma non molto profondo e quindi pericolose da farci mettere in allerta.
CAPITOLO 4. Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno
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Indagini
Le indagini diagnostiche ipotizzate per la fabbrica sono state:
a. Fessurazioni: Controllo e misurazione delle fessure con fessurimetri e deformimetri.
b. Per le murature invece, prove soniche per capire gli eventuali vuoti e definire le condizioni statiche generali; delle analisi mineralogichepetrografiche per capire la composizione chimico-mineralogia della tapia presente.
c. Per il terreno e la copertura si prevedono rispettivamente invece delle prove georadar per capire se ci sono altri possibili resti del sistema fortificato ed ispezioni che prevede nella precisione: rimozione vegetazione, verifica estradosso (in particolare eventuale prova di carico). per la copertura si prevede anche un eventuale prova di carico proprio per una maggiore sicurezza per la funzione scelta.
Interventi
Passiamo alle tecniche di intervento proposte, anche qui, molto importante, i concetti di minimo intervento e di riconoscibilità affinché sia garantito il rispetto delle informazioni sulla costruzione e della sua storia. Per quanto riguarda il progetto di consolidamento strutturale, sono stati individuati degli interventi di consolidamento mediante schemi grafici esplicativi e simulazioni d’intervento.
Si prevede: 1.Chiusura di fessurazioni passanti con malta di calce compatibile 2.Reintegrazione muraria 3.Protezione creste murarie
In questa pagina: (49) Fessurazione passante, prospetto est. (50) Fessurazione non passante, prospetto ovest. (51) Fessurazioni capillari dovue alla tecnica costruttiva,prospetto sud.
Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno CAPITOLO 4.|69
LEGENDA 2: Lettura quadro fessurativo, progetto diagnostico e interventi.
Pagina successiva: (52) Assonometria riportante quadro fessurativo e progetto di consolidamento.
70| CAPITOLO 4. Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno
Un breve discorso a parte merita invece l’interno della torre, dove abbiamo il quadro deformativo più grave: il crollo delle volte in terra. Le cause sono sempre da ricercare negli agenti atmosferici, alla vetustà e al peso del materiale disgregato che negli anni è andatosi ad accumulare.
Le indagini previste sono sempre di ispezione generale, di analisi chimico fisica della composizione del materiale, per le volte che ancora persistono, una prova di determinazione della curva delle pressioni, per verificarne le condizioni di equilibrio e un’indagine endoscopica per ispezionare tutti quei punti inaccessibili tramite microcamere. Per garantire una futura fruibilità di tutti i piani della torre, si è previsto un Ripristino della continu-
ità della volta con materiali presenti nel cantiere e malta di terra e calce compatibile, con leggero sottosquadro per rendere leggibile l’intervento.
Tutti gli interventi saranno approfonditi esaustivamente nelle pagine successive.
In questa pagina: (53) Foto crollo volte a botte in tapia. (54) Foto crollo per schiacciamento arco a sesto acuto.
Pagina successiva: (55) Esploso assonomentrico riportante quadro fessurativo e progetto di consolidamento interno.
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Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno CAPITOLO
4.|73
INTERVENTI: CHIUSURA FESSURAZIONI PASSANTI
Riempimento e sigillatura della fessura con malta di calce idraulica NHL-5 e terra.
Chiusura per iniezione di malta naturale NHL-5 in una proporzione tra terra e malta di calce di 1:3, questo per aumentarne la resistenza del nuovo prodotto iniettato.
La chiusura avverrà per fessurazioni di grandezza minore di 1cm.
Per fessurazioni con una grandezza maggiore di 1 cm si prevede l’inserimento di piccoli ancoraggi in silicone, per migliorare l’aderenza del nuovo materiale all’antica muratura.
FASI D’INTERVENTO
1_Pulitura meccanica delle superfici mediante spazzole di saggina e aspiratori.
2_Umidificazione della superficie
3_Iniezione di malta naturale NHL-5
4_Stesura di uno strato di malta di rifinitura
5_Trattamento Trattamento idrorepellente delle superfici per pennellatura e per impregnazione
In questa pagina:
(56) Stato di fatto fessurazione non passante, prospetto ovest.
(57) Simulazione di progetto.
74| CAPITOLO 4. Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno
STATO DI FATTO
SIMULAZIONE D’INTERVENTO
INTERVENTI: REINTEGRAZIONE MURARIA
Ripristino della continuità delle aperture con integrazione e piccoli ancoraggi per migliorare l’aderenza del nuovo materiale. Integrazione realizzata con materiali presenti nel cantiere e malta di calce idraulica NHL-5. Realizzazione di un sottosquadro per rendere leggibile l’intervento.
L’utilizzo della malta di calce con una proprorzione maggiore rispetto alla consistenza originaria della tapia sono state pensate perchè la resistenza originaria della torre non è basata sulla forza della malta ma dal metodo di compattazione. Oggi non è possibile reintegrare seguendo l’antico metodo col tapiale per mancanza di spazio, quindi si aumeterà la proporzione di calce (1:3), aumentando così la resistenza.
FASI D’INTERVENTO
1_Pulitura meccanica delle superfici mediante spazzole di saggina e aspiratori.
2_Stuccatura tra i vari elementi con malta di calce idraulica naturale NHL-5.
3_Rifinitura con malta aerea
4_Trattamento Trattamento idrorepellente delle superfici per pennellatura e per impregnazione.
In questa pagina: (58) Stato di fatto feritoia, prospetto ovest. (59) Simulazione di progetto.
STATO DI FATTO
Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno CAPITOLO 4.|75
SIMULAZIONE D’INTERVENTO
INTERVENTI: CONSOLIDAMENTO E PROTEZIONE DELLE CRESTE MURARIE
E’ previsto anche una ricomposizione delle parte superiore della torre, con un consolidamento e protezione delle creste murarie con un bauletto di malta idraulica naturale NHL-5 e materiali di cantiere.
Anche se nella sua semplicità, l’intervento di consolidamento delle creste murarie rappresenta un intervento di notevole importanza per la protezione dell’intera struttura della torre. Tale intervento assicurera una protezione dell’intera torre dalle infiltrazioni d’acqua dovuto alle pioggie e permetterà anche una ricomposizione a livello visivo. L’intervento verrà come sempre reso leggibile da un leggero sottosquadro.
In questa pagina: (60) Dettaglio intervento di consolidamento creste murarie. Nella pagina successiva: (61) Stato di fatto ceste murarie, prospetto sud. (62) Simulazione d’intervento.
FASI D’INTERVENTO
1_Pulitura meccanica delle superfici mediante spazzole di saggina e aspiratori.
2_Trattamento biocida per rimuovere muschi e licheni e successivo sradicamento manuale e lavaggio con acqua ionizzata.
3_Stuccatura tra i vari elementi con malta di calce idraulica naturale NHL-5.
4_integrazione superficie di sacrificio di h =10 cm, in pietre irregolari ricavate dai crolli del manufatto.
5_Stesura sulla cresta di un strato di malta di calce addizionata con pietra calcarea alto 10-15 cm modellato a schiena d’asino
6_Trattamento Trattamento idrorepellente delle superfici per pennellatura e per impregnazione.
CAPITOLO 4. Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno
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STATO DI FATTO SIMULAZIONE D’INTERVENTO
Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno CAPITOLO 4.|77
INTERVENTI: CONSOLIDAMENTO E PROTEZIONE DELLE CRESTE MURARIE
Ripristino della continuità della volta con materiali presenti nel cantiere e malta di terra e calce compatibile NHL-5 con leggero sottosquadro per rendere leggibile l’intervento. La volta sarà consolidata con una rete in fibra di basalto.
Le reti in basalto vengono utilizzate nei rinforzi in muratura al fine di migliorarne il comportamento strutturale. Presenta numerosi vantaggi, tra cui: buone caratteristiche meccaniche e prestazionali; Elevate resistenze chimiche e alla corrosione; Affidabilità e durabilità del sistema di rinforzo; peso e spessori del sistema ridotti.
FASI D’INTERVENTO
1.Puntellamento provvisorio di sostegno e analisi delle caratteristiche della volta;
2.Predisposizione di centine di legno sostenute da tubolari metallici (impalcature);
3.Pulitura delle parti estradossali con svuota-mento dei rinfianchi e posa di distanziatori per garantire il sottosquadro;
4.Inserimento dei conci fino a garantire il mutuo contrasto;
5.Riempimento della parte estradossale con terra e materiale di risulta stabilizzato con calce naturale NHL- 5 (proporzione terra-calce 1:3);
6.Consolidamento della volta mediante inserimento di rete diffusa in fibra naturale di basalto e ancoraggio con connettori in fibra di vetro inghisati;
7.Rimozione graduale della centina, progressiva verifica delle tensioni del sistema voltato e completamento del solaio estradossale.
In questa pagina: (63) schema esplicativo intervento di ripristino delle volte a botte.
Nella pagina successiva: (64) Stato di fatto della volte crollate. (65) Simulazione d’intervento.
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STATO DI FATTO
SIMULAZIONE D’INTERVENTO
Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno CAPITOLO 4.|79
4.2 ANALISI DEI FENOMENI DI DEGRADO E PROGETTO DI CONSERVAZIONE
DELLE SUPERFICI
“Se la base e la coronazione sono i baluardi la difesa della torre, l’acqua è il loro principale nemico”
Restauracion de la tapia. (C.Mileto, F. Vegas)
La tapia è un materiale altamente sensibile alla presenza dell’acqua e facilmente soggetta ad erosione. Infatti, la causa principale dei fenomeni di degrado identificati nella torre è l’esposizione diretta agli agenti atmosferici (come umidità, vento, sole). La torre è posizionata sulla collina immediatamente al margine del centro abitato e questa sua localizzazione la rende maggiormente esposta a tutte le intemperie. Infatti, tre dei suoi prospetti sono esposti al sole durante tutta la giornata, e il prospetto nord ha la maggior difficoltà all’evaporazione delle acque meteoriche. Questo comporta tutta una serie di degradi legati appunto a tale difficoltà come patina biologica, effluorescenze ect. I venti predominanti nella stagione invernale provengono da sud-est, mentre quelli estivi provengono prevalentemente ad ovest della torre.
In questo caso si presentano fenomeni di erosione della crosta, di mancanza dello strato di rifinitura, proprio perché soggetto alla ventilazione durante tutto l’anno. Chiaramente il tutto è accentuato dall’ abbandono della fabbrica e alla mancanza di manutenzione nel tempo. La prima operazione effettuata è stata l’individuazione puntuale sulla facciata dei fenomeni
di degrado, andando a stabilirne la concretezza fisica e morfologica sugli elaborati grafici. Si è poi proceduto all’individuazione delle possibili cause che hanno portato ad un così evidente stato di degrado della facciata, andando a suddividere tra cause naturali e cause non naturali. Partendo dagli elaborati redatti, sono stati indicati i fenomeni di alterazione e degradazione, graficizzati attraverso la simbologia contenuta nel Lessico Nor.Ma.l 1/88 (aggiorn. Aprile 2006). Una volta individuati i fenomeni, localizzati sui prospetti tramite il lessico NORMAL e definitene le cause, le 4 fasi d’intervento (pre-cons, pulitura, consolidamento, protezione) sono state articolate tenendo sempre in conto come principio guida quello del minimo intervento proprio perché l’antica costruzione porta impressa sulla sua superficie le tracce del processo costruttivo e configurazione. Un restauro aggressivo può portare a un grave rischio di perdita di queste tracce. I materiali utilizzati nel progetto sono stati scelti con attenzione, studiando manuali specifici come “Restauracion de la tapia” dei professori Camilla Mileto e Fernando Vegas, cercando di ottenere la maggior compatibilità possibile per evitare ulteriori degradi.
CAPITOLO 4. Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno
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ANALISI SOLEGGIAMENTO
Estate - 21 giugno Elev. 69.07°
Inverno - 21 dicembre Elev. 25.65°
ANALISI VENTI PREDOMINANTI
Estate - 21 giugno Sud-est
Estate - 21 giugno Sud-ovest
Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno CAPITOLO 4.|81
CAPITOLO 4. Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno
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PROSPETTO EST
CAPITOLO 4. Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno
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PROSPETTO NORD
SIMULAZIONE ESITO INTERVENTO
FENOMENI DI DEGRADO E ALTERAZIONE
FESSURAZIONE: Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità nel materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti.
PATINA BIOLOGICA: Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde.
EFFLUORESCENZA: Formazione superficiale di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, generalmente di colore biancastro.
INTERVENTI
1. Applicazione di prodotto biocida (sali di amonio quaternario) a spruzzo in più mani.
2. Risciacquo con acqua deionizzata per la rimozione dei residui
3. Rimozione manuale con spazzole morbide
4. Microstuccatura con malta idraulica naturale NHL5, leggermente pigmentata con pigmentazioni naturali.
5. Stesura a pennello o a spruzzo di prodotto consolidante-riaggregante organico (silicato di etile)
6. Utilizzi di prodotti protettivi organici con applicazione a pennello o a spruzzo di polimeri fluorocarbonici
STATO DI FATTO
SIMULAZIONE D’INTERVENTO
In questa pagina: (66) Foto stato degrado prospetto nord. (67) Simulazione d’intervento.
Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno CAPITOLO 4.|85
SEZIONE AA’
CAPITOLO 4. Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno
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SIMULAZIONE ESITO INTERVENTO
FENOMENI DI ALTERAZIONE E DEGRADO
PATINA BIOLOGICA: Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde.
DISGREGAZIONE: Decoesione con caduta del materiale sotto forma di polvere o piccoli frammenti.
GRAFITO VANDALICO: Apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate.
INTERVENTI
1. Velinatura con carta giapponese e di alcool polivinilico, in modo da ridurre la perdita di materiale.
2. Applicazione di candeggina alcalina con pennello e lasciare seccare.
3. Risciacquo con acqua deionizzata per la rimozione dei residui
4 Rimozione manuale con spazzole morbide.
5. Consolidamento con cicli di impregnazione di silicato di potassio
6. Utilizzi di prodotti protettivi organici con applicazione a pennello o a spruzzo di Silossanoi.
STATO DI FATTO
SIMULAZIONE D’INTERVENTO
In questa pagina: (68) Foto stato degrado interno. (69) Simulazione d’intervento.
Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno CAPITOLO 4.|87
4.3 PROGETTO DI RECUPERO FUNZIONALE
Edificata come torre di controllo, il monumento ha avuto nel tempo un forte carattere simbolico, e lo è tutt’oggi, riconoscibile da diversi punti del territorio circostante. L’esistenza di una torre determina la volontà di rendere accessibile il suo livello superiore. La torre sarà l’ultima tappa panoramica di un percorso panoramico che coinvolgerà tutta la collina e fornire alla stessa un nuovo collegamento verticale è un’opportunità per valorizzarne la sua antica funzione. Chiaramente in un’ottica di futura fruibilità, è impossibile non considerare le antiche condizioni di accesso alla torre. Al giorno d’oggi ci rimangono poche tracce del sistema di accesso e del sistema di collegamento verticale della torre. Come abbiamo visto nell’analisi storica, in epoca almohade la torre era accessibile tramite una scala mobile in legno o corda, la stessa veniva rimossa poi una volta dentro, proprio per rendere meno espugnabile da parte del nemico. La torre, quindi, aveva un unico accesso che è quello che troviamo attualmente rivolto a sud ed era posto ad una altezza variabile tra i 3 e 4 m, oggi presente ad un’altezza di 1,80 m. L’accesso alla torre verrà garantito attraverso il vano originario e chiaramente riproporre lo stesso metodo di collegamento verticale antico è di difficile
attuabilità, considerando anche gli spazi ristretti e la presenza delle scale in tapia. Quindi Il progetto di recupero funzionale introduce una serie di elementi nuovi che riprendono gli elementi tipologici della torre per poterne permettere il suo riutilizzo. Tutti i nuovi elementi introdotti per rendere funzionale la torre sono completamente reversibili senza che le strutture esistenti vengano minimamente compromesse. Di seguito sono descritti gli aspetti tecnici dei principali elementi del progetto che sono: - scala di accesso - scala di collegamento tra i piani - passerella su terrazzamento.
Inoltre, per garantire una fruibilità anche nelle ore serali, sarà previsto un sistema di impianti tecnologici, come illuminazione interna e sistema di videosorveglianza. All’interno della torre prevederà uno spazio informativo per illustrare nel tempo l’suo fatto e raccontarne la sua storia. Nel percorso di risalita al punto clou, il terrazzamento, il visitatore verrà guidato alla conoscenza della torre tramite: plastici, cartellonistica interattiva, possibilità di realtà aumentata ect.
Nella pagina successiva: (70) Foto tore di Montroy vista all’ingresso della collina.
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SCALA D’ACCESSO
L’accesso alla torre avverrà attraverso il varco originario e sarà possibile tramite inserimento di una nuova scala metallica per renderne più agevole l’ingresso. È realizzata interamente con una struttura in acciaio corten formata da due cosciali che saranno ancorati direttamente a terra tramite bullonatura e una sottile lamina piegata sempre in acciaio corten di spessore 2cm, andrà a coprire il dislivello di 1,85m. È composta da una rampa di dieci gradini, con un pianerottolo di sbarco di fronte all’accesso alla torre. Tutta la struttura è assemblata mediante saldatura delle sue parti. La scala è autoportante e staccata dalla torre e, Il fissaggio a terra è previsto tramite una piccola fondazione in calcestruzzo. Tutto questo per non andare in alcun modo ad interferire con l’apparato murario del monumento. Inoltre, al di sotto, si permetterà il passaggio degli impianti idraulici ed elettrici, così da non interferire anche visivamente con tali attrezzature. I parapetti sono realizzati con corda di juta, andando a riprendere un po’ il materiale della corda che gli antichi mori utilizzavano per calarsi nella torre. Nonostante l’utilizzo dell’acciaio corten, tutto il corpo scala è stato pensato in maniera semplice e lineare, che lasci trasparire il panorama
Nella pagina successiva: (71) Render fotorealistico area ingresso torre.
4. Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno
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CAPITOLO
SEZIONE BB’
DETTAGLIO COSTRUTTIVOSCALA ESTERNA scala 1:20
DETTAGLIO COSTRUTTIVO FONDAZIONE scala 1:10
LEGENDA SCALA
1_Scala metallica formata da due cosciali di piastre metalliche di 1 cm di spessore sulla quale è posta una lamiera piegata di 15 mm di spessore
2_fondazione della scala e piastra di ancoraggio metallico 35x70 cm
3_Montante in acciaio corten 5 mm x 5 mm
4_Corda in juta naturale diametro 14 mm.
LEGENDA FONDAZIONE
1_Fondazione in calcestruzzo
2_Piastra di ancoraggio
3_Viti di fissaggio piastra di ancoraggio
4_Cosciale in acciaio corten
5_Lamina in rete stilata in corten
Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno CAPITOLO 4.|93
SCALA DI COLLEGAMENTO VERTICALE INTERNO
Anche all’interno verrà ripristinato un nuovo collegamento verticale però in chiave contemporanea, ponendosi in continuità con l’intervento della scala esterna. La scala interna di collegamento tra i piani è realizzata con una sottile lamina di acciaio corten e si appoggerà direttamente sulla scala antica senza però andarne ad intaccare il valore storico. La lamina sarà leggermente bucherellata o realizzata con una stiratura in corten così da permetterne ai fruitori di osservare i resti della scala esistenti al di sotto. La scala, dovendo coprire un dislivello di quasi 5 m per piano, è composta da 3 rampe e due pianerottoli intermedi. L’alzata e la pedata sono state realizzate in modo da cercare di rispettare il confort di utilizzo, sempre però facendogli da guida la scala esistente. Solo all’ultimo livello si prevederà un cosciale in acciaio corten per irrigidire il più possibile la scala. Essendo l’ambiente soggetto ad umidità, si prevede un trattamento chimico anti-ossidazione dell’acciaio corten che compone la scala, tramite un decapante chimico. Il parapetto è costituito da una ringhiera sempre in acciaio corten e corta di juta, a disegno semplice per ottenere la massima trasparenza e leggerezza.
Nella pagina successiva: (72) Render fotorealistico dell’interno.
CAPITOLO 4. Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno
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CAPITOLO 4. Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno
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SEZIONE AA’
PIANTA PIANO PRIMO
PIANTA PIANO SECONDO
PIANTA PIANO TERZO PIANTA COPERTURE
Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno CAPITOLO 4.|97
PASSERELLA
Sull’ultimo solaio di copertura della torre verrà ricreato l’antico passo di ronda, e sarà il vero e proprio punto panoramico. La terrazza verrà coperta con una sovrastruttura in acciaio corten, che creerà un percorso su tutti e quattro i lati della torre e permetterà una migliore fruibilità del terrazzamento. Anche qui, la struttura sarà bucherellata per permettere una migliore trasparenza e visione del terrazzamento originario. La struttura è retta da delle travi a C in acciaio inossidabile. L’intervento è stato fatto nel pieno rispetto di quanto già esistente, anche perché costruito in modo da poter essere rimosso in qualsiasi momento. La struttura in acciaio corten si ancora al solaio di copertura tramite piedini bullonati in acciaio. Tale attacco permette anche di regolare l’altezza in futuro. La struttura sarà soggetta a piogge battenti e quindi, si prevede un trattamento chimico anti-ossidazione dell’acciaio corten tramite un decapante chimico. Inoltre, è previsto un parapetto di sicurezza in acciaio corten e corda di juta, in coerenza con il parapetto utilizzato per tutti i collegamenti verticali della torre. L’accesso alla copertura è garantito da un boccaporto con sportello piano scorrevole e anta ribaltabile.
Nella pagina successiva: (73) Render fotorealistico del progetto di ricreazione del passo di ronda.
4. Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno
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CAPITOLO
DETTAGLIO COSTRUTTIVO 1 SEZIONE scala 1:20
DETTAGLIO COSTRUTTIVO 2 PROSPETTO Scala 1:20
Dettaglio 1 Dettaglio 2
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LEGENDA PEDANA:
1_Corrimano in acciaio corten 12x52mm
2_ Montante in acciaio corten
3_ Cavo di sospensione in corda di yuta 4_Nodo di aggancio parapetto-passerella
5_ Piedini di scarico regolabili di altezza variabile
6_Piano di calpestio in rete stirata spessore 20 mm
7_Profilo in acciaio UPN140 in acciaio, verniciato effetto corten
DETTAGLIO COSTRUTTIVO 2 PIANTA Scala 1:20
DETTAGLIO COSTRUTTIVO PIEDINO REGOLABILE Scala 1:5
LEGENDA PIEDINO:
1_Trave in acciaio Profilo UPN140
2_Collegamento trave-piedino regolabile tramite bullonatura
3_ Piastra superiore in acciaio (dim. 120mmx190mm)
4_ Barra filettata in acciaio di altezza regolabile
5_Manicotto tubolare in acciaio
6_Piastra inferiore in acciaio (dim 120 mm x 190mm)
7_Viti di fissaggio piedino solaio
Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno CAPITOLO 4.|101
4.4
PROGETTO DI RICONFIGURAZIONE PAESAGGISTICA:
STRATEGIE PROGETTUALI E AZIONI A SCALA TERRITORIALE
L’obiettivo del progetto nasce dalla volontà di conservare e valorizzare la fabbrica antica, attraverso la rivitalizzazione culturale del luogo, diventando così, assieme al tessuto urbano circostante parte di un unico disegno architettonico. Il legame tra arch. millenaria e paesaggio, in questi luoghi, è sempre stato un legame molto forte, in virtu anche della sua funzione originaria di difesa e supervisione dell’area circostante. Questo rende impossibile pensare ad una strategia solo a livello locale, ma invita ad attuare una strategia per tutta l’area della collina. Prendendo in considerazione l’area immediatamente prossima alla torre e cioè quella della Valle dels alcalans, la torre permane ancora oggi nella
sua funzione di landmark nel paesaggio. La torre con le altre due fortificazioni presenti, erano collegate visivamente per motivi di difesa e di controllo della valle. Ma ormai tale collegamento visivo è andato perduto essendo le altre fortificazioni sono ormai in stato di rudere a un livello avanzato. La strategia progettuale che si propone si basa principalmente proprio sulla posizione strategica della torre di Montroy rispetto alla valle e sul suo collegamento visivo ormai perso con le altre due fortificazioni del sistema difensivo. Si va quindi a riprendere la funzione originaria della torre di Montroy ovvero osservare per difendere, riadattandola in chiave contemporanea ovvero osservare per conoscere. Questo perché solo con la conoscenza
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CAPITOLO 4. Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno
storica si possono apprezzare e valorizzare i luoghi che si visiteranno o che si vivono quotidianamente. La strategia prevede dunque la progettazione di un percorso guidato lungo la collina che porti il visitatore in cima alla torre. Durante il percorso a tappe di risalita, prima di arrivare al punto clou cioè all’osservazione delle altre due fortificazioni dalla torre di Montroy, il turista potrà soffermarsi in punti strategici della collina da cui guardare altri aspetti chiave della storia della torre e della valle. È un’azione permanente a supporto di un turismo locale assai scarso nonostante l’offerta turistica potenziale che potrebbe mettere a disposizione.
In questa pagina: (74)Vista della valle dalla torre di Montroy .
Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno CAPITOLO 4.|103
AZIONI PROGETTUALI PAESAGGISTICHE
Le azioni progettuali concrete che si prevedono di attuare nell’area della collina sono:
1. REALIZZAZIONE PUNTI PANORAMICI
Prima di tutto, come già esposto nella strategia a livello territoriale, ci sarà l’individuazione di punti panoramici sulla collina e sulla torre, che permetteranno di conoscere, tramite la risalita di un percorso suddiviso per tappe, tutti gli elementi che vanno a comporre la storia dei luoghi. La lettura del sistema di protezione verrà assicurato tramite l’installazione di cornici paesaggistiche nei punti selezionati, che andranno ad aiutare il visitatore inquadrandogli gli elementi appositamente selezionati lungo il percorso. Inoltre, verrà prevista l’installazione di pannelli e cartelli illustrativi che supporteranno la salita e la visita della collina.
2. RICONNESSIONE AL TESSUTO URBANO
Verrà prevista il consolidamento dei percorsi esistenti e quelli di nuova apertura, così da permettere una risalita confortevole alla torre.
3. VALORIZZAZIONE DEI LUOGHI IN CHIAVE NATURALISTICA
Inoltre, l’intero parco verrò dotato di nuovo arredo urbano e di un adeguato sistema di illuminazione così da permettere di goderne della l’area anche nelle ore serali.
Nella pagina successiva: (75)Schema esplicativo percorso panoramico lungo la collina e relative tappe.
4. Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno
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CAPITOLO
VALORIZZAZIONE DEI LUOGHI IN CHIAVE NATURALISTICA
RICONNESSIONE AL TESSUTO URBANO
REALIZZAZIONE PUNTI PANORAMICI
IL PERCORSO TEMATICO: LE TAPPE
Il percorso a tappe partirà dalla base della collina e prevederà nove tappe fondamentali. Saranno previste lungo il crinale della collina ma anche nell’area di sosta, all’ingresso del parco. Il punto panoramico principale sarà la torre e la sua terrazza. Ma non si avrà soltanto un punto, così da poter sfruttare interamente la collina e la sua natura. Sarà un percorso dinamico e interattivo, così da poter essere sfruttato anche dalle scuole della zona. In alcune tappe verrà previsto anche la possibilità di accedere ad un livello avanzato di conoscenza tramite simulazioni 3d, facilmente accessibili tramite smartphone. Infatti, tali simulazioni faranno entrare il visitatore ancora di
più nella mente di un uomo del XI e far rivivere le sensazioni che si potevano provare all’epoca. Le tappe selezionate sono tutte legate alla storia della torre e della vallata sottostante, e sono: 1. Antica alqueria; 2. Fiume Rio Magro; 3. Valle dels Alcalans; 4. comune Montserrat; 5. comune Real; 6. comune Montroy; 7. Sistema difensivo Torre di Montroy; 8. Huerta valenciana; 9. Els cerro/el Tello.
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MASTERPLAN
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SEZIONE TERRITORIALE
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Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno CAPITOLO 4.|109
I MATERIALI
Passiamo ancora più nello specifico nelle scelte e nella definizione dei materiali utilizzati. Tutti i materiali scelti per la riconfigurazione paesaggistica sono stati scelti nel rispetto dei luoghi e della loro storia. Tutti i materiali scelti per la riconfigurazione paesaggistica sono tutti materiali che vanno in parte a richiamare quelli utilizzati nell’antichità per la torre come, ad esempio, la terra battuta e la corda di yota, ma volgendo lo sguardo anche ai materiali contemporanei, come ad esempio l’acciaio corten, che permettono di realizzare strutture a supporto del progetto con innumerevoli in termini di durabilità nel tempo e la esigua manutenzione ect.
Percorsi
I percorsi sia esistenti che di nuova apertura, saranno consolidati con un battuto di terra. Questa tipologia di pavimentazione presenta numerosi vantaggi, sia per le caratteristiche estetiche che per la flessibilità di esecuzione.
Tale tecnica si adatta perfettamente al contesto della collina e ne rispetta anche gli antichi tracciati presenti. Inoltre, è un materiale a basso impatto ambientale, durevole, facilmente reversibile e di facile manutenzione negli anni. Tale tecnica verrà utilizzata anche per pavimentare l’area pic nic e l’area panoramica sottostante la collina.
Nei punti in cui i percorsi sono di più difficile accessibilità avranno il supporto di un parapetto in acciaio corten e corda di yota. Anche in questo caso si è scelto un parapetto formato da elementi molto semplici, che lasci trasparire al meglio la natura e non sia troppo opprimente visivamente.
Nella pagina successiva: (76)Dettaglio in sezione percorsi. (77) Dettaglio in pianta percorsi (78) Dettaglio corrimano percorsi in sezione. (79)Dettaglio corrimano in prospetto.
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DETTAGLIO PERCORSI IN TERRA STABILIZZATA
SEZIONE PIANTA
DETTAGLIO CORRIMANO IN ACCIAIO CORTEN E CORDA DI JUTA
SEZIONE PROSPETTO
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Arredo e attrezzatura percorsi
Il nuovo parco sarà dotato di una serie di attrezzature che renderanno godibile ed agevole l’utilizzo e la percorrenza della collina. Si prevederanno attrezzature idonee di riposo e ristoro da ubicarsi ove sia possibile e utile. Inoltre, l’impiego di un’attrezzatura omogenea per caratteristiche e materiali renderà riconoscibile e uniforme il percorso. Per quanto riguarda l’arredo urbano, si prevedono sedute e tavolini per l’area pic nic alla base della collina in acciaio corten e legno. Durante il percorso di risalita verranno previste delle sedute in pietra naturale, molto semplici e e di facile composizione, che si adattano facilmente al contesto. Nei punti strategici appositamente scelti, la segnaletica prevista sarà una cornice paesaggistica in acciaio corten che aiuti a indirizzare lo sguardo del visitatore verso quelli che sono i punti scelti sulla vallata. Ogni totem con cornice avrà tutte le descrizioni storiche e paesaggistiche principali per capire la tappa che si sta visitando, così da ampliare la conoscenza della vallata circostante. In un’epoca in cui le pratiche digitali fanno parte della quotidianità è imprescindibile la presenza dell’area sul web. Quindi un’ulteriore azione a supporto potrebbe essere quella di creare una
segnaletica turistica unica ed interattiva, dotata di Qrcode che guidi il visitatore alla scoperta dell’opera e gli fornisca le informazioni più importanti, oltre che permettere un approfondimento tramite contenuti multimediali (come simulazioni 3d e realtà aumentata) e l’accessibilità a tutti (soprattutto ai diversamente abili). Ogni totem paesaggistico e tutta la segnaletica prevista lungo il percorso di risalita, avrà un codice qrcode che andrà a collegarsi direttamente con il sito dell’associazione “la riberana”, così da permettere di avere un punto di riferimento importante per la conoscenza del luogo che si sta visitando e info utili sulla tappa in cui ci si trova. Inoltre, nelle ultime tappe, quelle sul terrazzamento della torre, non ci sarà l’installazione di alcuna cornice ma si sfrutterà la realtà aumentata. Infatti, il visitatore tramite il proprio smartpone avrà a possibilità di avere una simulazione direttamente a portata di mano. In alcuni luoghi, il pannello informativo sarà dotato di panchina annessa, così avrà un doppio utilizzo: sosta e fornire informazioni utili rispetto agli elementi paesaggistici che si incontrano lungo il percorso. Il pannello sarà sempre in acciaio corten e si innesta direttamente nella seduta tramite incastro.
In questa pagina:
(80) Codice Qr-Code di collegamento sito web “La riberana”
(81) Simulazione con smartphone.
Nella pagina successiva:
(82) Dettaglio costruttivo totem informativo con cornice paesaggistica
(83) Dettaglio panchina
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Progetto di consolidamento, conservazione e valorizzazione della torre e del suo intorno CAPITOLO
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DETTAGLI PANNELLO CON CORNICE PAESAGGISTICA
DETTAGLIO PANCHINA
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CONCLUSIONI
Lo studio della torre di Montroy ha consentito di affrontare tematiche di conservazione e valorizzazione particolarmente complesse, che accomunano buona parte del patrimonio architettonico in terra cruda, ormai in disuso. Il progetto ha trovato le basi, prima di tutto, nella conoscenza del luogo, della sua storia e, soprattutto delle sue caratteristiche identitarie territoriali. Questo passaggio è stato fondamentale per pianificare delle apposite strategie di riqualificazione che tenessero conto, sia degli aspetti fisico-materiali che quelli culturali-immateriali, entrambi essenziali per il mantenimento e la valorizzazione dell’identità del luogo. La conservazione del manufatto e la sua valorizzazione, in un’area fortemente connotata dal punto di vista culturale e paesaggistico, diviene l’obiettivo primario della ricerca. Il progetto di conservazione della torre di Montroy mira alla conservazione del monumento in quanto tale e pone nello specifico, una particolare attenzione al contesto della collina circostante, anch’essa ricca di storia.
Proprio quest’ultimo elemento ne diviene un punto focale nel progetto di futura funzionalizzazione dell’intera area della collina, diventando con la torre, un unico disegno architettonico. Le soluzioni progettuali proposte tentano di garantire il rispetto e la conservazione della fabbrica antica, valorizzando l’intera area di intervento. Le soluzioni progettuali proposte, guidate dal criterio del minimo intervento, suggeriscono un percorso di valorizzazione, rispettoso del bene storico e della sua storia, ma allo stesso tempo capace di potenziare l’offerta turistica ad oggi assai scarsa. Ad oggi la maggior parte degli interventi eseguiti sulle torri sono stati esclusivamente rivolti ad azioni di ristrutturazione e consolidamento e sempre focalizzati sul singolo edificio, senza mai considerare la totalità del sistema difensivo e senza un contenuto capace di generare interesse. Questo differente tipo di approccio darebbe non solo nuova vita a questi edifici dimenticati ma porterebbero a mio avviso notevoli benefici all’intero territorio della provincia valenciana.
(84) Foto panirama Valle dels Alcalans attraverso una feritoia della torre Montroy, 2019.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
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ISTITUT CARTOGRAFIC VALENCIA’: https://icv.gva.es/es/inicio
BIBLIOTECA VALENCIANA DIGITAL: https://bivaldi.gva.es/es/inicio/inicio.do
BILIOTECA GENERALITAT VALENCIANA: https://bv.gva.es/va/
BIBLIOTECA UPV: https://www.upv.es/entidades/ABDC/
CASTILLOS ESPANOLES: http://castillosespanyoles.blogspot.com/
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MINISTERIO DE CULTURA Y DEPORTE: https://www.culturaydeporte.gob.es/portada.html