Il natale del cap teach 2014

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IL NATALE DEL CAPITANO TEACH di Loredana Micceri

Charleston, Carolina del Sud, Natale del Signore anno 1717 Carissima Madre, Vi saluto ed imploro su di Voi la benedizione del Signore! Sono fermo ormai da mesi in questo porto, dove il servizio fedele alla Nostra Amata Patria ed al suo Felice Sovrano Giorgio mi hanno condotto e non credo che tornerò presto a casa, e comunque non in tempo per passare insieme a Voi il Santo Natale. Ma in verità non mi lamento troppo, non preoccupatevi per me; all' ovvia nostalgia per la mia terra e la mia cara famiglia, e più di tutti per Voi, madre carissima, si contrappone la felicità di fare qualcosa di concreto per la grandezza del Regno d'Inghilterra. Sempre di più mi rendo conto che la gloria di un Paese e l'importanza che esso ha nel mondo dipendono non solo dalla fortuna di avere dei grandi Sovrani, e di questo ringraziamo Iddio tutti i giorni e preghiamo per loro, ma anche dal duro lavoro e dall'impegno di chi vive nel Paese e rispetta le sue leggi e lavora per la propria ed altrui edificazione. Di questo io sono orgoglioso, anche se so che l'orgoglio è un peccato, ma ho la sensazione di fare delle cose belle, seguendo i dettami della mia coscienza e gli insegnamenti della Fede, e non ultimo il Vostro esempio, Madre, che avete sempre vissuto esemplarmente ed insegnato a noi figli il vero valore della Vita. Qui le mie giornate scorrono abbastanza uguali: ho la sveglia insieme agli altri ufficiali verso le sei del mattino, la funzione, la colazione, ed inizia la giornata di lavoro. Mi occupo di controllare le merci che arrivano nel porto, salgo sulle navi, controllo le lettere di corso, mi assicuro della giustezza della qualità e quantità delle merci trasportate. Cara Madre, non sapete quanti lestofanti si insidiano nei nostri mari! Quanti cercano di truffare l'Inghilterra non pagando i dovuti dazi, oppure nascondono le merci di contrabbando o trasportano merci avariate cercando di venderle come buone... I loro loschi traffici sono tutti inutili, giacché io ed i miei uomini siamo qui apposta per contrastare le loro tristi intenzioni, e lavoriamo con serietà ed efficienza. Non vi nascondo, peraltro, che in questo periodo, la più grande minaccia per la Nazione è la pirateria. Questi individui, i pirati, sono pericolosissimi e spietati delinquenti che non si fermano davanti a nulla pur di ottenere i loro insani profitti, e le nostre armate sono agguerrite nell'opera di


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