La chitarra moderna

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LA CHITARRA MODERNA

APPUNTI, CONSIGLI, ED ESERCIZI PER UNO STUDIO PIU’ ORGANIZZATO

ALEX MASSARI alexmassari@libero.it


SUONARE LA CHITARRA Iniziare a suonare la chitarra è cosa abbastanza facile, pochi accordi e un minimo di “mano” bastano per poter accompagnare molte canzoni conosciute, ma allo stesso tempo questo strumento offre possibilità illimitate di espressione per tutti quelli che vogliono approfondire in maniera totale (ma non si finisce mai di studiare) il linguaggio tecnico e teorico delle sei corde. Imparare a suonare significa realizzare una fusione tra abilità manuale e istinto. Si possono esprimere attraverso la chitarra cose che non possono essere dette con le parole; ma più si vuole comunicare, più il proprio “vocabolario” deve essere ampio. I punti cardine dello studio Le fasi fondamentali dell’appprendimento (per qualsiasi strumento) sono due: una informativa (teoria) e l’altra motoria (tecnica). Vibrato, legato, bending, le tecniche di manipolazione delle note emesse sulla chitarra sono molte, e le varianti sono tante quanti sono i chitarristi; esse determinano sound e personalità. Si inizia generalmente con esercizi semplici di coordinazione mano destra-sinistra, esercitandosi senza affaticarsi, e curando in particolare la precisione, il senso ritmico, il tocco, ecc., il tutto fissando di volta in volta gli obiettivi da raggiungere, è in questi ultimi punti che la presenza di un insegnante risulta fondamentale.

L’apprendimento delle varie tecniche non può non essere integrato dall’approfondimento delle basi della teoria musicale, come lo studio di scale, accordi, figure ritmiche, e l’uso che se ne può fare nei vari contesti armonici, anche, per esempio, nel corso di una improvvisazione vero fulcro dell’espressione musicale. Un corso di studi può durare anni, a seconda delle attitudini, dei bisogni, e della voglia dell’allievo; variando di caso in caso le strade da prendere, un percorso succinto e un po’ generalizzato può essere il seguente: Introduzione 1) Cenni generali 2) Analisi degli obiettivi (cosa, come, dove e quando imparare) 3) Verifica del livello e delle conoscenze dell’allievo. Basi 1) 2) 3)

Basi sul funzionamento della chitarra. Impostazione A) mano destra B) mano sinistra Breve analisi dei vari stili

Tecnica 1 1) Esercizi di coordinazione mano destra e sinistra a 2, 3, 4 dita. 2) Studio scale di base, maggiori e minori in varie tonalità. 3) Studio accordi semplici a tre voci (triadi).


4) Sviluppo del senso ritmico (studio con metronomo e drum machine). 5) Studio delle tecniche solistiche di base: A) Legati B) Vibrato C) Bending D) Ecc. Tecnica 2 1) Esercizi complessi di coordinazione destra-sinistra e tecniche solistiche pi첫 avanzate: 2) A) Sweep picking B) Tapping C) Salti di corda 3) Velocizzazione studio scale di base. 4) Introduzione a scale pi첫 complesse. 5) Introduzione accordi a 4 e pi첫 voci. 6) Studio delle tecniche solistiche applicate agli studi fatti. Teoria 1) Studio dei modi 2) Studio armonizzazione scale maggiori e minori 3) Uso e applicazione delle scale in contesti armonici semplici 4) Costruzione degli accordi. 5) Le cadenze e le strutture 6) Basi di notazione musicale 7) Gli intervalli

Dritte 1) strumentazione: chitarre, ampli, effetti, accessori. 2) Impostazione dello studio a casa (Warm up). 3) Ear training 4) Studio dai dischi



L’INTAVOLATURA L’intavolatura, o tablatura, è un sistema di scrittura, “dedicato” agli strumenti a corda (e tasti), ed in particolare, alla chitarra. Questo sistema nasce in tempi remoti addirittura per strumenti come il liuto, per poi essere adottato a vantaggio del “nostro” in tempi più recenti, ma essendo privo di notazioni ritmiche, non va assolutamente preso come “l’alternativa” al pentagramma, come spesso succede, semmai come un valido completamento abbinandoli per esempio in questa maniera.

In una fase di studio iniziale, tuttavia, potremo usufruire della sua semplicità, lasciando da parte (per il momento) i “difficili” concetti del sistema di notazione musicale, per dedicarci a scale, accordi, arpeggi, e a tutta quella parte meccanica dell’apprendimento, con tutta la “tranquillità” del caso.

Come funziona L’idea di base è quella di una griglia di sei righi, ciascuno dei quali rappresenta una corda, ma attenzione, la prima in alto sarà il Mi (E) cantino, (la corda più sottile), e questo “ribaltamento” della grafica richiederà un piccolo sforzo iniziale per abituarsi. I numeri grandi all’interno, ci dicono quali tasti dobbiamo premere, (lo 0 sarà una corda suonata a vuoto), e quelli piccoli sotto al grafico indicano quale dito dovremo usare, ultima segnalazione importante, è quella che riguarda la direzione della pennata, V in alto, e п in basso. Più avanti vedremo le varie simbologie specifiche che di volta in volta inseriremo, per ora ci possiamo limitare a quelle sopraelencate che sono riassunte nello schema qui sotto.

3

3

1

3

3

P.S. D’ora in avanti, useremo il sistema di nomenclatura anglosassone, più diffuso nelle pubblicazioni di livello medio alto, e quindi più adatto a scopi didattici, qui sotto trovate la semplice tabella di conversione: C D E F G A B DO RE MI FA SOL LA SI


MANO DESTRA E SINISTRA L’approccio “manuale” allo strumento è apertissimo e le varianti, come già detto, sono pressoché infinite; tuttavia alcune “direttive” fondamentali su come mettere le “mani” sulla nostra “compagna d’avventura”, aiuteranno ad evitare errori fatali, che potrebbero rallentare il processo d’apprendimento, o peggio, ostacolare la vostra futura ricerca stilistica. La mano destra afferra il plettro (lasceremo da parte per ora le tecniche che prevedono l’uso delle dita), all’inizio posizionandolo tra pollice e indice, ed in seguito andando a ricercare , se volete una impugnatura più personalizzata, l’importante, è “attaccare”la corda in modo deciso, e senza allontanarsi troppo dalla stessa, con movimenti piccoli e perpendicolari.Naturalmente passando alle ritmiche con accordi, ci potremo rilassare di più ed avere delle escursioni più ampie. La sinistra è sicuramente più impegnata e dovrà svolgere un lavoro più complesso e articolato, il manico dovrà restare “ingabbiato” fra il pollice e le restanti quattro dita per sfruttare al meglio la presa e distribuire più correttamente la forza, se per far questo dovrete contravvenire alla regola (classica e ferrea) che prevede il pollice perfettamente al centro sul retro del manico, non vi preoccupate troppo, e fate scorrere lo stesso però, solo verso l’alto (Hendrix a volte diteggiava in questo modo il E basso e occasionalmente il A), questo espediente, soprattutto se avete una mano di dimensioni generose, potrebbe concedervi un “appoggio” più comodo.

In questa fase l’aiuto di un esperto, il consiglio di un amico più “navigato” o la visione di filmati e foto dei vostri idoli possono risultare un valido supporto didattico. Le dita sulla tastiera cadono perpendicolarmente, o in gergo a martello, cercando di non toccare le corde adiacenti, e avvicinandosi il più possibile al tasto (barretta) successivo senza però andarvi sopra, col tempo scoprirete che non serve una forza eccessiva se curerete bene questi due punti. Cercate di avvicinarvi ad ognuno dei punti sopra citati, con il massimo “relax”, la tensione è il nemico numero uno nell’approccio con lo strumento, una mano “tesa”, può vanificare la vostra seduta di studio.


I PRIMI ESERCIZI E LA COORDINAZIONE Iniziamo a far emettere alla nostra chitarra le prime note, e partiamo con l’esercizio N°3 colpendo per due volte (ottavi), ogni battito del piede (quarti), le corde libere partendo dalla sesta (Mi basso), e avendo cura di alternare un colpo (pennata) in basso (п), a uno in alto (V), in una formula di plettraggio, (appunto pennata alternata) tra le più usate… basilare e assolutamente da “coltivare”.

L’esercizio seguente, è probabilmente il più conosciuto da chiunque si sia cimentato, nell’apprendimento di questo strumento, è molto semplice, e non per questo poco importante, anzi è da considerarsi una “base” vera e propria, utile anche ai più avanzati, per esempio per il riscaldamento, va eseguito moooooolto lentamente.

Mentre il prossimo è una variazione sul tema, che ho proposto con successo a diversi allievi alle prime armi, abbinandolo ad una sorta di gioco, suggerendo, l’esecuzione (solo dopo averlo ben assimilato)in completa “distrazione”, per esempio davanti al televisore, o chiacchierando con un amico, in questo modo, le sue doti indiscutibili di allenamento “meccanico” vengono fuori ancora di più.


Quella che segue è una serie di esercizi utili in un primo stadio di apprendimento, da eseguire lentamente, con pennata alternata, e con particolare attenzione a chiarezza, e precisione.


STUDIARE A CASA (WARM UP) Uno studio “organizzato”, può sicuramente risultare più proficuo e premiare i vostri sforzi, è naturale che la tabella di marcia consigliata per lo studio giornaliero riportata qui sotto, è puramente indicativa, e dovrà essere adattata al livello transitorio dell’allievo, e alle sue conoscenze del momento. TEMPO 3’ 5’ 5’

OBIETTIVO Riscaldamento Conoscenza tastiera Tecnica

ESERCIZI Esercizi semplici Tabella triangoli

BPM1 BPM2

Esercizi complessi 2’ Pausa Caffè 5’ Scale Maggiori, minori e pentatoniche 10’ Accordi Dalle posizioni semplici, alle armonizzazioni da 5’ a … Improvvisazione Tutto

Le session di studio (allenamento) risultano sempre un po’ noiose e ripetitive, quindi non vi dati carichi di lavoro troppo pesanti, lavorate su tempi non troppo lunghi, e siate sempre certi di alzarvi dalla sedia appagati per il vostro sforzo.


INTERVALLI Certo il tema è di quelli che scottano, e lungi da me l’idea di esaurire l’argomento in queste poche righe, si può però tentare di mettere un po’ di ordine nella confusione che regna intorno alla materia. L’intervallo, è la distanza, misurata in semitoni tra due note stop….il problema nasce dal fatto che il “nostro”, è un punto focale di moltissime “pratiche” musicali, come la costruzione di accordi, o l’improvvisazione, e questo genera un pò di caos. Diciamo che un determinato intervallo,(suonando le due note contemporaneamente, o in successione) produce una certa sonorità, bella, brutta, consonante, o dissonante, e che la varietà di questi “attributi”, combinati insieme, produce MUSICA, per cui dovrete almeno conoscerli, e saperli collocare sulla tastiera della vostra chitarra, anche perché questo è importantissimo per poter comprendere, poi, la gran parte dei concetti armonici e melodici. La tabella che vi propongo, comprende i dodici intervalli all’interno di un’ottava, (ho escluso l’unisono), suonateli, memorizzateli, confrontateli, e cercate di riconoscerli, tenendo presente che(in questo caso) la tonica, sarà sempre la nota più grave, che per comodità manterremo per ora, sempre alla sesta corda ottavo tasto (C), e che lo schema può naturalmente essere trasportato facendolo partire qualunque altra.

provate a suonarli anche invertendo l’ordine,(es. CG/G-C) produrrete così il rivolto dell’intervallo.


LA TASTIERA Questo sistema di triangoli aiuta a conoscere (trovare) meglio le note sulla tastiera; visto che la confidenza con la parte alta del manico (5° e 6° corda) è solitamente migliore rispetto al resto questa viene fruttata per abbreviare i tempi di ricerca. Familiarizzate da subito con questo metodo e non passerete ore intere a cercare un C# sulla terza corda.

Qui trovate uno schema delle note a disposizione sulla tastiera nei primi 12 tasti


L’ACCORDATURA Per convenzione, le sei corde della chitarra devono produrre a vuoto queste note:

Non vi scoraggiate ai primi tentativi, e ricordate che serve a tutti un po’ di allenamento, per ottenere i primi risultati apprezzabili Fate prima un passaggio grossolano su tutte le corde, per poi rifinire con maggior precisione la vostra accordatura.

Il problema è che avrete bisogno di un riferimento, per far si che lo strumento non sia accordato con se stesso, ma scordato rispetto ad altri strumenti. Di solito si usa un diapason, che produce un A (LA) a 440Hz (intonato), che vi permette di sistemare la quinta corda, di conseguenza potrete, anche attraverso lo schema qui sotto regolare le altre, quindi suoneremo al 5° tasto della quinta corda, e troveremo il D (RE) della quarta, al 5° tasto della quarta, troveremo il G (SOL) della terza, al 4° tasto della terza, troveremo il B (SI) della seconda, al 5° tasto della seconda troveremmo il E (MI) della prima, che ci permetterà di aggiustare anche la sesta, trasponendo in basso di due ottave.

Esistono ormai da anni in commercio, degli accordatori elettronici di indubbia utilità, tuttavia l’importanza di allenare il vostro orecchio e la vostra sensibilità musicale con l’accordatura “tradizionale” è notevole soprattutto nella fase iniziale dell’apprendimento.


LE SCALE Una scala è una particolare sequenza di note scelte all’interno di un’ottava, la struttura della successione di intervalli (salti) tra i vari suoni, determina la sonorità, e quindi il “carattere”. Esistono numerosi tipi di scale, ma l’importanza di quella maggiore, soprattutto nella musica occidentale è un dato di fatto. La scala diatonica maggiore (SDM), che per il momento studieremo nella tonalità di C, è caratterizzata da questa serie di intervalli: C

T

D

T

E

S

F

T

G

T

A

T

B

S

C

Quindi potremo dire che la formula della SDM, è TTSTTTS, dove T sta per tono, e S per semitono, formula che vale naturalmente per tutte e dodici le tonalità, ed è proprio questa che dovrete memorizzare, perché ciò vi permetterà di costruire questa scala partendo da una tonica qualsiasi, senza dover necessariamente studiarle tutte a memoria.

Qui sotto, trovate come costruire una SDM, su una sola corda….

….e su più corde, con una delle diteggiature più conosciute:

Mentre se partiamo dalla sesta nota della scala, in questo caso A, troveremo la scala minore naturale, detta anche relativa, per il fatto che contiene le stesse identiche note di quella maggiore, ma in un ordine differente, e che è caratterizzata dalla formula TSTTSTT: A

B T

C S

D T

E T

F S

G T

A T

Anche per questa vi propongo uno dei “box” più usati.


LE SCALE PENTATONICHE Se avessimo la possibilità di compiere un sondaggio tra tutti i chitarristi del pianeta, su quale tra le numerose scale a disposizione, preferiscono per le loro scorribande solistiche, non v’è alcun dubbio sul risultato, la pentatonica stravincerebbe di sicuro. Questa scala di cinque note (da qui il nome), di origine orientale, è la più popolare ed usata (a volte abusata), dai guitar players, per svariati motivi, tra cui possibilità di collocazione in numerosi contesti musicali, l’estrema semplicità di esecuzione (diteggiatura), e la grande capacità di esaltare tutta la serie di tecniche solistiche come il bending, lo slide, e i legati, così vicine a questo strumento. La vecchia cara pentatonica è dunque, un passaggio “fondamentale”, e molto importante, dello studio, soprattutto se vi interessano i sentieri del fraseggio solistico, e dell’improvvisazione, questa però, non dovrà saziare la vostra sete di conoscenza, a causa delle sue doti in grado di gratificare già alle prime “esperienze”. La “forma” che vi propongo, è forse la più conosciuta e popolare, e si riferisce a quella della pentatonica minore, in tonalità di A (La):

A

C

D

E

G

Tecnicamente non avrete nessun problema, cercate comunque di suonarla, partendo da toniche diverse da quelle dell’esempio, ed in particolare provate G, C,e D, poi tornate a quella di A , e suonatela sui seguenti accordi: A-7, A7, Cmaj7, E-7, Gmaj7, questo è solo un piccolo assaggio della versatilità di questa scala, che potrete trovare e apprezzare nelle incisioni di: Eric Clapton, Jimi Hendrix, Steve Vai, Metallica, BB King, George Benson, ecc…ecc…ecc…


GLI ACCORDI PRINCIPALI Le posizioni (aperte) basilari per gli accordi più semplici (alcuni li chiamano accordi del barbiere!), si possono riassumere nelle quindici che troverete di seguito, sono di fondamentale importanza per diverse ragioni, tra cui l’ingresso nel mondo dell’armonia e dell’accompagnamento, e la familiarizzazione, con delle forme che saranno poi riciclabili con l’uso del barrè. In questi accordi c’è sempre una o più corde che suonano a vuoto, e questo da maggiore “spazialità” al suono. Tecnicamente dovrete avere un po’ di pazienza, (e lavorare contemporaneamente sugli esercizi a corde singole) facendo attenzione a sistemare le dita in modo da non toccare assolutamente altre corde oltre quelle segnalate. Partite suonando una corda per volta molto lentamente, e solo dopo aver controllato che nessuna rimanga stoppata, provate delle pennate più lunghe su tutte e sei (strumming), senza mai forzare, solo dopo averci lavorato un po’, e aver permesso sia alla mano, che alla testa di memorizzare, passate ad un altro accordo.

fate attenzione, alle x sopra al grafico che indicano le corde che non devono suonare


Power chord Il power chord è una forma d’accordo fortemente semplificata, ed è formato da una una nota (tonica), e dalla sua quinta (per esempio C-G).per la sua essenzialità, può essere collocato all’interno di numerose progressioni, sfruttando anche l’estrema facilità con la quale può essere eseguito anche da chitarristi non espertissimi. Probabilmente senza i power chord, la musica rock, oggi avrebbe un aspetto completamente diverso, infatti l’uso smodato, a volumi terrificanti, e carico di distorsione, che se ne è fatto da circa trent’anni a questa parte, li rende ormai indispensabili per questa forma musicale. La posizione qui sotto è quella più usata, da notare nel secondo box il raddoppio, (facoltativo) della tonica all’ottava superiore.


IL BARRÈ L’introduzione del barrè è un episodio basilare del vostro studio, non tanto per un indubbio valore tecnico, e per la difficoltà che questo comporta, ma soprattutto perché in un sol colpo, il vostro bagaglio armonico aumenterà di dieci volte, vista la trasportabilità di molte posizioni aperte. L’idea è quella di muovere lungo la tastiera, una forma d’accordo, e per far questo dovrete “simulare”, la presenza del capotasto, con l’indice che preme tutte e sei le corde contemporaneamente.

Come vedete, la seconda posizione, è solamente traslata di tre tasti, prendendo il nome dalla nuova tonica (G), naturalmente la diteggiatura cambia, visto che l’indice è occupato e bloccato sul quarto tasto. Durante la fase di studio delle posizioni aperte cominciate a familiarizzare con il barrè, per esempio suonando tutte e sei le corde, al 3°, 5°, e 7° tasto solamente con il dito indice.

Quando effettuate il barrè provate a ruotare l’indice verso l’esterno (ruotando leggermente la mano in direzione della paletta),questo vi permetterà di ottenere una pressione più omogenea.


PROGRESSIONI BASE Una progressione, è una concatenazione di accordi, più o meno complessa, (alcune parti di queste, le più semplici e consuete, sono proprie dei concetti di armonia, e sono chiamate cadenze), attraverso la quale potrete “finalizzare” il lavoro fatto in precedenza sugli accordi. Tecnicamente il problema più grande, è quello del “cambio” da una forma all’altra, mantenendo invariato il tempo dell’esecuzione, e quindi, la rapidità con la quale la mano sinistra riesce ad effettuare il passaggio. Per far questo, isolate prima i due accordi, e ripetete il movimento più volte (anche in senso inverso, per esempio C-Am….AmC)partendo come al solito lentamente, e avendo come obbiettivo precisione, e progressiva velocizzazione del movimento. Se la conoscenza dei due accordi presi separatamente è già buona, prendete un punto di riferimento, (io consiglio l’indice), e seguitelo con lo sguardo durante il cambio, questo abbrevierà i tempi di apprendimento tecnico, perché la mano seguirà istintivamente il movimento del primo dito che si sarà poggiato sulla tastiera.

Nello studio seguente si sono presi gli accordi costruiti (armonizzazione) sulla scala di C maggiore, numerandoli dall’1 al 7 con il sistema romano:

C I

Dm II

Em III

F IV

G V

Am VI

Bdim VII

Poi si è fatta la stessa cosa con quelli della scala di G maggiore:

G I

Am II

Bm III

C IV

D V

Em F#dim VI VII


Infine sfruttando i vari gradi (la posizione di ognuno) si è creata una serie di progressioni (tutte molto usate nel panorama pop) che vi permetteranno di affrontare alcuni tra i cambi più comuni.

Notate, che nell’esercizio, il primo e l’ultimo accordo di ogni progressione, corrispondono sempre a al primo e quinto grado sia nella tonalità di C, che in quella di G, quindi la vostra attenzione dovrà essere rivolta solo alla parte centrale di ognuna, e che le due serie sono identiche per successione di gradi, ma nelle due tonalità diverse.


TECNICHE PARTICOLARI La chitarra, per una serie di fattori caratteristici, si adatta alla perfezione, a tutta una serie di “manipolazioni” vere e proprie, dei suoni che ne scaturiscono, ( si parla di effetti fisici, e non elettronici), il contatto diretto delle corde con le mani dell’esecutore, favorisce queste variazioni, e abbellimenti, tanto che queste tecniche a volte, possono risultare elemento distintivo tra vari chitarristi, a prescindere dal genere musicale, e dal tipo di strumento usato, (acustico, elettrico ecc..), mettendo in luce le qualità specifiche di un musicista, ed esaltando il concetto di soggettività. La conoscenza di queste tecniche, è necessaria, sia per un ulteriore passo in avanti riguardo la vostra tecnica, ma anche perché queste sviluppano un innalzamento del livello di “confidenza” pratica, che vi permetterà di esprimervi con più disinvoltura, e di usare gli studi fatti fin qui con maggior profitto. Ognuna di queste merita considerazione, ma soprattutto….. lavoro; specifico, con esercizi dedicati, e globale attraverso l’approfondimento delle “basi”, e dato che non si può certo pensare di andare in pista a 300 all’ora il giorno dopo aver preso la patente, attenzione, perché pazienza,e applicazione sono condizioni primarie per poterle domare. Questo è un elenco delle tecniche più comuni e della loro spiegazione.

BENDING- L’arte di “tirare” le corde, una volta suonata, la stessa, viene spinta verso l’alto , o il basso innalzando il pitch (intonazione) di ¼, ½, 1 tono o più, la chitarra Blues ne è forse l’espressione più illustre. HAMMER ON- Legato ascendente, si ottiene suonando la prima nota, e martellando, con un altro dito, aggiungendone una seconda, senza plettrare di nuovo. PULL OFF- Legato discendente, si suona la prima nota, e con l’altro dito già in posizione si strappa la corda per ottenere la seconda. PALM MUTING- Il palm muting, consiste nello stoppare leggermente le corde, con il palmo della mano destra, rendendo il suono più ovattato, è molto usato nelle ritmiche rock. RAKE- Il passare il plettro su più corde completamente stoppate, prima di suonare una nota. SLIDE- Lasciando da parte, la slide guitar, possiamo considerare slide, il suonare due note consecutive, facendo scivolare il dito da un tasto a un altro senza staccarle dalla tastiera, può essere seguito o meno da una nuova plettrata. TAPPING- Combinazione di hammer-on, e pull-off, utilizzando anche la mano destra sulla tastiera, nel campo rock, un nome su tutti Van Halen. VIBRATO- Variazione molto leggera veloce e continuata del pitch, data dal movimento del dito sulla tastiera, in senso orizzontale (vibrato classico), o verticale (vibrato rock), si possono anche combinare insieme i due ottenendo un movimento circolare.


LA CHITARRA ELETTRICA Acustiche, elettrificate, solid body…..la lista delle differenze di costruzione di questo strumento, è lunga, e per comodità non punteremo la nostra attenzione sulle caratteristiche “peculiari”, ma su quelle “vitali” per poter affrontare lo studio nella maniera migliore. Premesso che è evidente che ci saranno salti di qualità enormi tra una chitarra da 100€, e una da 2500€, si deve pretendere però da entrambe, almeno: 1) la tenuta dell’accordatura 2) una intonazione accettabile 3) una altezza delle corde dalla tastiera che vi permetta di spingere le stesse senza giocarvi i tendini. Per il primo punto, controllate la tenuta di meccaniche (chiavette), e punto d’ancoraggio sulla cassa (ponte), magari stiracchiando un po’ le corde, per il secondo, dovrete controllare che il suono di ogni corda sia lo stesso, ma trasposto di un’ottava, suonando la medesima, a vuoto e al 12° tasto, per il terzo la cosa è soggettiva, per cui sarà la vostra mano a suggerirvi il da farsi una volta provato lo strumento. Se la chitarra che userete verrà acquistata per l’occasione, potrete anche valutare i vostri gusti musicali, nella selezione che farete, ma se siete al primo strumento, evitate soluzioni troppo complicate, o personalizzate, ci vorrà ancora un po’ di tempo, per poter valutare tutto più obbiettivamente….in bocca al lupo.


ARMONIZZAZIONI Per armonizzazione, si intende la costruzione degli accordi sulle note di una determinata scala (qualunque essa sia), che viene ottenuta seguendo alcune semplici norme, tenendo sempre a mente che in questa fase la conoscenza degli intervalli risulta “fondamentale” per la comprensione. La regola principale, è che questa costruzione, è eseguita per salti di terze. Prendiamo la scala di C maggiore:

C

D

E

F

G

A

B

C

DO

RE

MI

FA

SOL

LA

SI

DO

Ora andiamo a scegliere le nostre note, partendo dalla prima, e proseguendo (saltando), con la terza, la terza della terza, e così via, ripetendo per ogni nota otterremo così una serie di accordi: C E G

D F A

C

Dm

E G B

F A C

G B D

A C E

Em

F

G

Am

B D F

Bdim

Questa serie produce una progressione ben precisa, di sette triadi (accordi a tre voci) dette triadi diatoniche, dove la successione delle forme (maggiore, minore, diminuita) sarà rispettata anche nelle altre 12 tonalità (naturalmente cambiando le toniche), questi accordi

costituiscono per esempio l’ossatura della parte armonica di un brano. Per chiarezza facciamo un ulteriore esempio in tonalità di G: G B D

A C E

B D F#

C E G

D F# A

E G B

G

Am

Bm

C

D

Em

F# A C

F#dim

Le triadi possono essere ulteriormente ampliate, con l’aggiunta di un’altra nota (ancora con un salto di terza) dando vita ad accordi a quattro voci (di settima), troveremo questo tipo di armonizzazione qui di seguito, con tre tipi di diteggiatura ognuna delle quali prende il basso (tonica) su una corda diversa, mentre nella pagina seguente, è riportato uno schema per la costruzione, e la comprensione della maggior parte degli accordi usati, ricordate che potrete usare la tavola degli intervalli di questo libro, come riferimento.


Accordi Maggiori Accordo

Intervalli

C

1

3

5

CMAY7 1

3

5

7

CMAY7/9

1

3

5

7

C6

1

3

5

6

C6/9

1

3

5

6

9

9

Accordi minori 1 C-

1

3b

5

C-7

1

3b

5

7b

C-7/9

1

3b

5

7b

9

C-11

1

3b

5

7b

(9)

Accordi minori 2 C-MAY7

1

3b

5

7

C-6

1

3b

5

6

11


Accordi 7 dominante C7

1

3

5

7b

C7/9

1

3

5

7b

9

C13

1

3

5

7b

(9)

13

C11

1

(3)

5

7b

(9)

11

* C11 viene praticamente sostituito da CSUS4 Accordo semidiminuito C-7/5b (C - ∅)

1

3b

5b

5b

7bb

7b

Accordo 7 diminuita C0

1

Accordo Sus

3b

4

CSUS4 = B b/C Accordi alterati Tutti gli accordi cui viene alterata 5 e/o 9 5+

5b

9+

9 (solo su accordi 7 dominante)


I MODI Una scala, ha tanti “modi” di essere suonata quanti sono i gradi (le note) della scala stessa. Questo principio, è alla base della comprensione del concetto modale, tanto caro quanto ostico, alla maggior parte dei musicisti che vi si avvicinano. Per dare un senso del “peso” di questo argomento, basti dire che con le seguenti due pagine potreste avere materiale di studio per un paio d’anni o più, ma per ora l’intenzione è quella di portare l’allievo ad avere una buona familiarità con le varie diteggiature dei modi maggiori, così da poterle gestire sulla chitarra sia per un potenziamento tecnico, che per intenderne in un secondo momento i giusti valori, e le possibilità d’utilizzo. Diciamo che presa come riferimento la scala maggiore di C :

C

D

E

F

G

A

B

Posso costruire sette scale diverse, ognuna delle quali parte da una di queste sette note, per cui ci sarà quella che va da C a C, quella da D a D, da E a E ecc…ecc..come nell’esempio:

MODO INTERVALLI

NOTE

CD E F G A B MODO DORICO DE F G A B C MODO FRIGIO EF G A B C D MODO LIDIO FG A B C D E MODO MIXOLIDIO G A B C D E F MODO EOLIO A B C D E F G MODO LOCRIO BC D E F G A MODO IONICO

C

TTSTTTS

D

TSTTTST

E

STTTSTT

F

TTTSTTS

G

TTSTTST

A

TSTTSTT

B

STTSTTT


La cosa da notare, è, oltre ai particolari nomi di queste scale che derivano dall’antica Grecia, che la sequenza degli intervalli, con riferimento alla tonica che cambia ogni volta, è sempre diversa, per cui ci troveremo di fronte a strutture distinte, che producono dei “colori” ben precisi, ossia il responso sonoro, e quindi l’emozione che riceverete varierà, e questo “effetto”, sarà più evidente, trasportando tutti i modi, facendoli partire da un'unica nota (C),e passando dallo specchietto qui sopra a costanza di tonalità, ad uno a costanza di tonica. Nelle pagine seguenti avrete modo di studiare sette diteggiature “fondamentali” per la messa in pratica di queste scale, sviluppate tutte nella tonalità di C, mentre di seguito è riportato lo sviluppo a costanza di tonica con segnalate le nuove tonalità, una progressione di riferimento studiata per mettere in evidenza le varie sonorità che ne scaturiscono, e un “ipotetico” mondo musicale al quale queste sonorità potrebbero legarsi. Imparate prima la parte tecnica, memorizzando i sette box, poi provate a suonarli (trasportandoli), sulle progressioni di riferimento, magari registrandole per 4 o 5 minuti, creandovi delle basi vere e proprie, sulle quali potervi allenare.


Studio dei modi a costanza di tonica e relative progressioni armoniche basate sul IV° e V° della tonalità relativa su un pedale basso (tonica del modo): Modo Tonalità

Intervalli Formula

C ionico C maggiore

CDEFGAB CDEFGAB 1 234 56 7

C dorico Bb maggiore

C D E F G A Bb BbCDEbFGABb 123b4567b

C frigio Ab maggiore

CDbEbFGABb AbBbCDbEbFG 12b3b4567b

Progressione Colore |C|G/C|F/C|G/C| Classico maggiore |Cm7|F/C| Rockblues |Cm7|Db/C| Dark

C lidio G maggiore

CDEF#GAB GABCDEF# 1234#567

|C|D/C| Reggae

C mixolidio F maggiore

CDEFGABb FGABbCDE 1234567b

|C|Bb/C| Shuffle

C eolio Eb maggiore minore

CDEbFGAbBb EbFGAbBbCD

|Ab/C|Bb/C| Classico

123b456b7b C locrio CdbEbFGbAbBb |Ab/C|Gb/ | Db maggiore DbEbFGbAbBbC Atmosfera dark 12b3b45b6b7b


ESERCIZI Per finire nelle pagine seguenti troverete una serie di esercizi di difficoltà variabile tratti da una pubblicazione del chitarrista di scuola americana Frank Gambale, adatti a migliorare le vostre capacità tecniche, come la velocità o la capacità di coordinazione fra la mano destra e la mano sinistra. Suonateli sempre partendo molto lentamente facendo attenzione alla pulizia di ogni nota e al tempo. Dimenticavo …. tenete sempre in allenamento il vostro orecchio per esempio cantando le note della scala o dell’esercizio che state studiando, oppure se siete sprovvisti dello strumento giocando a cantare le note, associandole ai numeri di un telefono o a quelli di una targa automobilistica. E’ simpatico e divertente oltre che utile …. provate per credere!!!




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