italiano DOLOMITEN
Numero 37 Inverno 2012/13
Alta Pusteria
» Almanacco
Alta Pusteria «
» incantevole » emozionante » curioso
PhotoGrünerThomas
» informativo
www.altapusteria.info
Gratuito presso le Associazioni Turistiche e gli esercizi membri dell’Alta Pusteria Alle Angaben ohne Gewähr
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A L L’ I N S E G N A D E L L A T R A D I Z I O N E E D E L L A N AT U R A L E Z Z A A San Candido il Natale è come ormai è difficile trovarlo: valori antichi, usi e tradizioni ancora vive e sentite. Cultura ed eventi puntano sul valore degli usi e dei costumi ancora vivi e vissuti, e grande importanza viene data alla tradizione. Cori e concerti d’Avvento vi trasportano proprio nell’atmosfera di una volta. Il programma prevede diverse manifestazioni, concerti e giochi antichi. Mostre e presepi viventi completano il programma. Il centro di San Candido è decorato da tanti alberi di Natale, lanterne e mille luci, che creano un’atmosfera magica e offrono infiniti spunti per scattare una bella foto. Le vetrine dei negozi, bar, caffè e ristoranti di San Candido propongono artigianato locale originale e specialità tipiche. La ristorazione offre piatti natalizi particolari, tè selezionati, cioccolate calde in tante versioni, serate con vin brulè e punch diversi.
INFORMAZIONI · Ass. Turistica San Candido · Piazza del Magistrato, 1 · 39038 San Candido (BZ Tel. (+39) 0474 913149 · Fax (+39) 0474 913677 · E-Mail: info@sancandido.info · Internet: www.sancandido.info
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Chalet Natur Resort pieno di
sole & cuore
Tutto ciò che rende un maso tanto confortevole è stato qui realizzato con il comfort dei tempi di oggi. Essere qui corrisponde a una rinascita dei sensi, a concentrarsi sulle cose essenziali. Annusate il profumo del fieno, sentite, vedete e provate il calore del fuoco, Vi cibate di prodotti dei contadini locali, sentite l’aria e trovate la pace che troppo spesso è andata persa nella vista quotidiana. Potete semplicemente essere Voi stessi.
Chalet Natur
Resort
Glinzhof Chalet Natur Resort · Fam. Jud · Monte San Candido 5 · 39038 San Candido · Tel. 0474 913448
Nuove suite dello Chalet Caratteristico & autentico La natura e l’uomo in armonia Il Vostro piccolo paradiso vacanze. 6
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Alfred Prenn, Presidente Consorzio Turistico Alta Pusteria
L’Alta Pusteria “mi piace” State cercando notizie utili e i suggerimenti giusti? Vi piacerebbe essere sempre informati sulle ultime novità? Avete domande sulla Val Pusteria? O desiderate condividere con degli amici i momenti più belli delle vostre vacanze? Basta cliccare su www.facebook.com/Dolomiten e postare. Sarete i benvenuti! Alfred, Silvia, Carmen, Ingrid, Angelika, Karin, il team del Consorzio Turistico Alta Pusteria
» Cari ospiti, « » pregustatevi una vacanza con i fiocchi… In inverno, l’Alta Pusteria è la destinazione giusta per sportivi e veri intenditori. Quello che noi tanto amiamo della nostra valle, e che anche i nostri ospiti sanno apprezzare, è il suo essere una combinazione unica di atmosfera esclusiva e di natura incontaminata, di piacere di stare allegramente in compagnia e di pacifico relax. Qui tra le Dolomiti, piacere e lifestyle vanno a braccetto con wellness e salute! Bastano anche solo pochi giorni di vacanza per liberarsi dallo stress quotidiano. Fuori la neve luccica e i primi raggi di sole invitano a una bella escursione. E’ ora di fare lo zaino e di immergersi nella natura impagabile dell’Alta Pusteria. Scendere lungo le piste da sci perfettamente battute, scoprire le pittoresche valli dolomitiche lungo gli anelli di fondo che riservano scorci sempre nuovi. L’Alta Pusteria sa offrire emozioni a piene mani. La nuova edizione dell’Almanacco saprà senza dubbio di esserVi d`aiuto per meglio organizzare la vostra vacanza. Al centro della pubblicazione troverete come sempre l’opuscolo informativo con tutti gli indirizzi utili e i consigli per il vostro soggiorno. GodeteVi la Vostra vacanza nella terra delle Tre Cime! Buona lettura! Il Vostro Consorzio Turistico Alta Pusteria «
Alfred Prenn, presidente
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K. Peterlin
26–27
H. Rier
30–32
22–23
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In questa edizione… Menu invernale
Sport invernali
Un mondo incantato… L’Alta Pusteria
L’inverno è una favola ai piedi delle Tre Cime
30–32
In Alta Pusteria i sogni dei bambini si avverano
33–34
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Natura
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Dolomiti andata e ritorno
40–42
Orme nella neve e Schlutzkrapfen
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Neve e ghiaccio sulla Cima Grande
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Tracce nella neve
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Energia pulita e futuro
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Vivere tra le montagne
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Fresco in tavola, direttamente dal contadino
22–23
Cultura e Tradizione
Un passo dal cielo
26–27
L’architettura religiosa popolare
52–53
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A. De Simine
40–42
Ch. Hainz
48–49
52–53
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56–59 Frau Emma in Europa Dalla mitica locomotiva a vapore alla tradizione elettrica sulla splendida "Val Pusteria"
56–59
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L’abito fa il monaco – dal designer e sarto "Sir Lady Eisenhover" 62–63 Il sapore dell’Alta Pusteria – Canederli e spaghetti
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E poi … Ricetta: Bauerngröstel
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Gewinner des Fotowettbewerbs aus dem Almanach Sommer 2012
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Concorso fotografico 2012/13: „Il mio piatto preferito in Alta Pusteria“
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Anteprima estate 2013
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H. Oberhofer
» Orario invernale Associazioni Turistiche
» Info « » Consorzio Turistico Alta Pusteria
Presidente: Alfred Prenn Direttrice: Silvia Wisthaler Collaboratori: Ingrid Bodner, Angelika Burgmann, Carmen Schwingshackl, Karin Steiner
» Consorzio Sextner Dolomiten - Alta Pusteria
Presidente: Kurt Holzer Collaboratori: Herbert Innerkofler, Roland Innerkofler
» Associazione Turistica Sesto
Presidente: Alfred Prenn Direttrice: Maria Luise Hofer Collaboratori: Ariane Innerkofler, Annemarie Lanz, Martina Lanz, Rosmarie Lanzinger, Marina Villgrater
» Associazione Turistica San Candido Presidente: Andreas Krautgasser Direttrice: Hanna Erharter Collaboratori: Valentina Basso, Gabriel Fauster, Michael Lanz, Caroline Schönegger
» Associazione Turistica Dobbiaco
Presidente: Roland Sapelza Direttrice: Kathrin Tschurtschenthaler Collaboratori: Birgit Costamoling, Angelika Pfeifhofer, Melanie Patzleiner
» Associazione Turistica Villabassa Presidente: Hubert Trenker Direttrice: Gertraud Trenker Collaboratori: Emanuela Elli
» Associazione Turistica Valle di Braies Presidente: Christian Ploner Direttrice: Manuela Schwingshackl Collaboratori: Renate Fichter
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» Sesto
Via Dolomiti 45, 39030 Sesto tel. +39 0474 710 310 | fax +39 0474 710 318 e-Mail: info@sesto.it Internet: www.sesto.it
Orario d’apertura: LUN–VEN ore 8.30–18.00 / SAB ore 09.00–12.00 e ore 15.00–18.00. Bassa stagione: LUN–VEN ore 08.30–12.30 e ore 14.30–18.00 / SAB ore 09.00–12.00
» San Candido
Piazza del Magistrato 1, 39038 San Candido tel. +39 0474 913 149 | fax +39 0474 913 677 e-Mail: info@sancandido.info Internet: www.sancandido.info
Orario d’apertura: LU–SA ore 8–12 e 15–18, bassa stagione: SA pomeriggio chiuso
» Dobbiaco
Via Dolomiti 3, 39034 Dobbiaco tel. +39 0474 972 132 | fax +39 0474 972 730 e-Mail: info@dobbiaco.info Internet: www.dobbiaco.info
Orario d’apertura: LU–SA ore 8.30–12 e 15–18 periodo natalizio: DO ore 10–12 bassa stagione SA pomeriggio chiuso
» Villabassa
Via Stazione 3, 39039 Villabassa tel. +39 0474 745 136 | fax +39 0474 745 283 e-Mail: info@villabassa.it Internet: www.villabassa.it
Orario d’apertura: fino al 23/12: LU–VE ore 9–12 e 15–18, SA ore 9–12, DO chiuso 24/12 + 31/12: ore 9–12, 25/12: ore 11–12, 26/12–30/12 tutti i giorni ore 9–12 e 15–18, 1/1: ore 11–12, 2/1–6/1: tutti i giorni ore 9–12 e 15–18, 7/1–15/3: LU-MA-GI-VE-SA ore 9–12 e 15–18, ME + DO ore 9–12, 16/3–30/6:LU-MA-GI-VE ore 9–12 e 15–18, ME+SA ore 9–12, DO chiuso
» Braies
Braies di Fuori 78, 39030 Braies tel. +39 0474 748 660 | fax +39 0474 749 242 e-Mail: info@valledibraies.info Internet: www.valledibraies.info
Orario d’apertura: LU–VE ore 9–12 e 15–18, SA ore 9–12, luglio+agosto: SA ore 9–12 e 14–18
Editorial » Pubblicazione: dicembre e giugno (2 volte l’anno: inverno & estate) » Editore: Consorzio Turistico Alta Pusteria » Direttore responsabile: Michael Wachtler » Grafica e impaginazione: Agenzia Pubblicitaria Rotwild (Bressanone) – www.rotwild.it » Redattori: Consorzio Turistico Alta Pusteria/ Angelika Burgmann » Testi: Mariska Brunner, Angelika Burgmann, Angela De Simine, N. Eisele-Hein, Stefan Herbke, Marion Mair, Martina Pfeifhofer, Lino Postal, Katharina Prenn, Martha Rothe, Nina Schröder, Heidi Siefert, Georg Weindl » Foto: A. De Simine, Cortina Turismo, N. Eisele-Hein, EOS/F. Blickle, M. Gratton, C. Hainz, Internet, H. Oberhofer, K. Peterlin, M. Pfeifhofer, PhotoGrünerThomas, H. Rier, rotwild/shutterstock, M. Santini, M. Schönegger, H. Siefert, E. Steiner, Südtirol Marketing, Südtirol Marketing/A. Trovati, Südtirol Marketing/F. Blickle, Tilia, Tourismusvereine, Ch. Tschurtschenthaler, P. Wassermann » Traduzioni: Maria Luisa Schäfer, Daniela Spanu » Foto di copertina: PhotoGrünerThomas » Pubblicità: Tourismusverband Hochpustertal / Angelika Burgmann » Repro: CTP, S. Martino B. A. (UR) » Stampa: Litopat S.p.a. » Coordinazione: Tourismusverband Hochpustertal / Angelika Burgmann
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» Un mondo incantato… l’Alta Pusteria «
Il fiabesco paesaggio invernale dell’Alta Pusteria, ammantato di neve, i massicci dolomitici dalle forme bizzarre e i boschi di abeti verde intenso sapranno emozionarvi. Tutto attorno alle Tre Cime, l’inverno è di grande bellezza, con tante proposte sportive e non.
H. Oberhofer
M. Schönegger
Le Tre Cime di Lavaredo, Patrimonio Naturale UNESCO.
» Sesto Il paese nel cuore delle Dolomiti sa affascinare con la splendida cornice dei monti, gli indimenticabili paesaggi invernali e una miriade di proposte per lo sport. Sul Monte Elmo e sulla Croda Rossa, le piste perfettamente preparate assicurano il piacere di sciare a grandi e piccini. Senza dimenticare i fondisti. Oltre a molti anelli sul fondovalle, percorso sci escursionistico in alta quota da Monte di Mezzo all’alpe offre scorci meravigliosi sulle cime frastagliate delle Dolomiti. Un luogo ideale in cui sfuggire allo stress della routine quotidiana e immergersi nella natura più bella praticando un’attività sportiva. Chi preferisce invece il relax più assoluto, senza rinunciare a gustarsi la bellezza del paesaggio che scorre davanti agli occhi, può optare per una romantica passeggiata sulla slitta trainata dai cavalli lungo l’incantata Val Fiscalina.
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» San Candido La vivace cittadina riuscirà infatti senza dubbio a conquistarvi. Al termine di una giornata di vacanza ricca di emozioni, il centro offre un piacevole diversivo con i suoi tanti negozi, i caffè e i ristoranti. La classica passeggiata in centro ha in serbo qualcosa di interessante per ognuno. Qui, si scia sulla montagna subito a ridosso del paese, il Monte Baranci, un piccolo e delizioso comprensorio sciistico adatto soprattutto a famiglie e principianti. Divertimento assicurato anche sulla pista da slittino di 3 km che attraversa il bosco nella sua veste invernale. Un particolare avvenimento sportivo è la coppa del mondo di Skicross, a dicembre, giunta ormai alla sua 4° edizione.
M. Santini
Appuntamento fisso per tutti gli appassionati di sport e di cultura. La Nordic Arena di nuova realizzazione rappresenta il centro del fondo dell’Alta Pusteria. Si può assaporare tutta la magia dell’inverno durante una passeggiata attorno al Lago di Dobbiaco, uno dei più belli dell’Alta Pusteria, in posizione incantevole, tra cime e boschi ammantati di neve. Il Grand Hotel è il punto d’incontro culturale del comune, dove si possono godere vari concerti. Qui si vola alto… non solo con la musica: ogni anno, qui si tiene infatti anche il Balloonfestival, il festival dei voli in mongolfiera.
» Villabassa Il paese all’imbocco dell’Alta Pusteria è conosciuto soprattutto per le tante proposte nell’ambito della salute. In particolare, il percorso Kneipp, un antico metodo di medicina popolare, in grado di promuovere il benessere e la salute. Villabassa è stata una delle prime località turistiche della Pusteria, e qui usi, costumi e cultura continuano a godere di una grande considerazione. Villabassa però è anche aperta a intraprendere nuove vie, come ad esempio il Curling Club Niederdorf, primo Curling Club in Sudtirolo, Vi invita al Lago di Braies tra il 22 e il 24 febbraio 2013 a partecipare al II° International Curling Open Air Tournement.
H. Oberhofer
M. Schönegger
K. Peterlin
» Dobbiaco
» Braies La piccola valle ha una sua semplice bellezza, ben lungi da fretta e frenesia. E qui può trovare rifugio in un’oasi di pace chi cerca di sfuggire allo stress quotidiano. Natura incontaminata, grande senso dell’ospitalità e abitati pittoreschi sono le caratteristiche distintive di questi luoghi. Le vette mozzafiato delle Dolomiti, il meraviglioso Lago di Braies, ma anche i profumi e i sapori dei piatti tipici si imprimeranno indelebilmente nella vostra memoria e vi daranno nuova energia.
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» Tracce nella neve «
P. Wassermann
Attraversare un romantico paesaggio invernale, scoprire valli solitarie e sostare in accoglienti rifugi e trattorie. Una combinazione affascinante. Le escursioni invernali in Alta Pusteria sono proprio così! Strada facendo, poi, ci si trova davanti a cime famose e spettacolari: un’esperienza indimenticabile per veri intenditori e amanti della natura.
Winterwandern
Paesaggio invernale a Prato Piazza: Ideale per escursioni invernale, ciaspolate e praticare lo sci di fondo.
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Si tratta forse dell’attività invernale più sottovalutata. Ci si immerge totalmente nella natura, ci si abbandona alla pace dei luoghi e si lascia andare qualsiasi tensione. In più, ci si allena e non si spende nulla. Le escursioni offrono numerosi vantaggi, soprattutto in Alta Pusteria, ideale con i suoi tanti prati e le pittoresche valli laterali, e accoglienti rifugi come meta. Una sosta piacevole è importante, per l’escursionista come per lo sciatore. E poi, quando dopo una bella passeggiata nella stube vengono servite le specialità sudtirolesi e nell`aria si diffondono i deliziosi profumi di Schlutzkrapfen e canederli, si può veramente dire che l’escursione abbia avuto un coronamento perfetto.
N. Eisele-Hein
Ma vediamo in concreto di cosa si tratta. Magari si preferisce iniziare con un giro più dolce e non troppo lungo. Una sorta di assaggio. Il giro del Lago di Dobbiaco pare fatto apposta. Si inizia prendendo il bus che da Dobbiaco entra in Val di Landro fino al Lago di Dobbiaco. Dalla fermata presso l’albergo Baur al Lago si gode un bel panorama sul romantico Lago di Dobbiaco, e da qui si può partire per una passeggiata attorno al lago. Un percorso agevole senza particolari dislivelli, che richiede da 1 a 1,5 ore. A Dobbiaco si rientra nuovamente in autobus. A chi fosse venuta voglia di altre escursioni – cosa assolutamente probabile dopo questo primo assaggio – consigliamo un percorso leggermente più impegnativo. Da Villabassa si va a Pian di Maia, leggermente al di sopra del fondovalle tra Villabassa e Dobbiaco. Il dislivello da superare non è tuttavia impegnativo. In compenso, ci si immerge nella storia, perché Pian di Maia è stato anticamente un bagno termale famoso, noto già nel XVI secolo, dove pare abbia sostato addirittura l’imperatore Massimiliano I. Da Pian di Maia il sentiero porta poi di nuovo verso valle, tocca il campeggio Olympia e ritorna a Villabassa costeggiando le sponde della Rienza. L’escursione richiede circa 1,5 ore.
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N. Eisele-Hein
H. Oberhofer
Dopo questa parentesi vagamente nostalgica ci si può cimentare con un’attività più intensa. Il prossimo percorso ha infatti come meta un vero rifugio, ed è un classico dell’Alta Pusteria. Si inizia andando in auto o, meglio, in autobus, da San Candido verso Sesto, e in prossimità del Ristorante Gasthaus Zum Klaus si imbocca la Valle Campo di Dentro, che inizia ai piedi della possente Cima Tre Scarperi. Il sentiero parte vicino al parcheggio Gweng e sale dolcemente per la valle con belle vedute sulle Dolomiti di Sesto e il Rifugio Tre Scarperi come meta. Poco prima del rifugio, che si trova a 1626 m, il sentiero si fa più ripido. Il percorso presenta un dislivello di 400 m, e richiede circa 2 ore di cammino. Anche la prossima escursione, ancora un po’ più impegnativa, regala begli scorci sulle Dolomiti di Sesto. Da Moso, frazione di Sesto, si sale alle malghe, con una puntata al Passo Monte Croce. Si tratta di un vero e proprio tour per intenditori, con bei rifugi lungo il tragitto e un’eccellente gastronomia sul passo . Da Moso, il sentiero sale alla locanda Froneben per proseguire attraverso le abetaie lungo il percorso 13 fino al Rifugio Alpe di Nemes, a 1877 m. Durante una sosta si può decidere se procedere direttamente fino al Passo Monte Croce o fare una digressione per Malga Coltrondo. La vista sulle cime maestose delle Dolomiti di Sesto è splendida. Dal Passo Monte Croce si può poi prendere nuovamente l’autobus per rientrare a Moso. L’escursione presenta un dislivello di 500 m e, a seconda della durata della sosta in rifugio, richiede approssimativamente una mezza giornata. Passiamo ora all’ultima delle nostre escursioni invernali, con dolci salite e spettacolari panorami, da Braies a Prato Piazza. La soluzione migliore è arrivare in autobus fino a Ponticello, e da lì iniziare il percorso, che inizialmente corre lungo la strada, per prendere poi il sentiero 18 sulla destra e salire fino a Malga Stolla. A questo
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punto si sono già superati gran parte dei circa 500 m di dislivello, e tenendo la sinistra si raggiunge velocemente Prato Piazza con l’omonimo rifugio. Quassù si gode una vista splendida sul Monte Cristallo e sulle Tofane, e la fatica è subito dimenticata. E’ proprio questo il bello delle passeggiate invernali: talvolta, le cose più belle della vita sono anche le più semplici. Georg Weindl
Consigli
Rifugio Prato Piazza (2.000 m) Tel. +39 0474 748650 E-Mail: info@plaetzwiese.com www.plaetzwiese.com
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Plan de Corones P. Gardena Corvara
Dobbiaco
Pusteria
Lagazuoi
Badia San Cassiano
Ski Area Badia
Foto: Stefano Zardini
Alle 5 Torri e al Lagazuoi le piste tagliano il fronte dei combattimenti tra l’esercito italiano ed austro-ungarico. Le postazioni militari restaurate, a lato della pista da sci, sono liberamente visitabili lungo il Giro della Grande Guerra.
Tofana di Rozes Fànis
Valparola P
Col Gallina Arabba, P. Pordoi Val di Fassa
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Averau P
Skibus Cortina Ski Area Tofana
5 Torri Nuvolau
Pescul - Civetta Alleghe
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Fedare Passo Giau
Visitare con gli sci i luoghi della Grande Guerra Funivia Falzarego lagazuoi Tel/fax: (+39) 0436.867301 Apertura: da Dicembre a Pasqua seggiovia 5 torri Tel/fax: (+39) 0436.4010 Apertura: da Dicembre a Pasqua Da plan de Corones l'area lagazuoi 5 torri è raggiungibile attraverso l'alta badia con lo skibus piccolino - pedraces
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alta badia Passo Gardena Castelrotto BOLZANO Passo Sella
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E R I A Dobbiaco San Candido AUSTRIA
Monguelfo
Sesto Comelico
Sasso della Croce
B A D I A
La Villa San Cassiano Tofane
Tre Cime Misurina Cristallo
lagazuoi Passo 5 torri Falzarego Arabba
Passo Pordoi
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Passo Tre Croci Cortina d'ampezzo San Vito
Passo Giau
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San Vigilio Braies
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» Energia pulita e futuro « SMG/Ch. Tschurtschenthaler
Produzione sostenibile di energia
Il capitale più grande dell’Alto Adige è la bellezza del suo paesaggio, unita a un ecosistema intatto, e non c’è da meravigliarsi che sia una delle regioni più attive sotto il profilo della difesa ambientale e della produzione sostenibile di energia. Attualmente, l’Alto Adige copre la metà del suo fabbisogno energetico da fonti rinnovabili. E l’Alta Pusteria, nel cuore delle Dolomiti di Sesto, patrimonio naturale dell’umanità UNESCO, ha fatto già da tempo dell’energia pulita un elemento fondamentale del proprio approvvigionamento locale di calore e di corrente. Così, a Dobbiaco e San Candido la centrale di teleriscaldamento realizzata congiuntamente nel 1995 fornisce calore da biomassa a circa 1.200 utenti domestici e alberghieri, nonché alla piscina e all’ospedale, per un totale del 95 per cento di tutti gli edifici delle due località e con un risparmio annuo pari a 70.000 tonnellate di biossido di carbonio. Un cosiddetto modulo ORC, il primo dell’Alto Adige e il più grande d’Europa, consente inoltre di produrre anche energia elettrica. Il sentiero didattico sulla biomassa realizzato nel 2005 illustra ai visitatori il funzionamento di una centrale di teleriscaldamento. Qui si ha anche modo di capire come dagli scarti provenienti dalla lavorazione locale del legno si ottenga energia termica ed elettrica. Grazie alla centrale di teleriscaldamento, i nostri ospiti possono così trascorrere una vacanza non solo all’insegna della tutela del clima, ma anche senza impatto climatico. In collaborazione con l’azienda ClimatePartner, specializzata in materia di protezione del clima, Dobbiaco ha infatti elaborato un sistema che offre la possibilità ad ogni ospite di calcolare le emissioni di CO2 della propria vacanza, e di compensarle attraverso l’acquisto di certificati di riduzione delle emissioni della Centrale di Teleriscaldamento di Dobbiaco-
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San Candido. Le spese sono a carico dell’Associazione Turistica. Dobbiaco è stata più volte insignita del premio ambiente di LEGAMBIENTE per il suo impegno a difesa dell’ambiente alpino. Con il denaro proveniente dai certificati, la centrale di teleriscaldamento finanzia progetti di tutela ambientale come Pro Drava o il rimboschimento del Parco Naturale Tre Cime e Fanes-Sennes-Braies. Anche la centrale di teleriscaldamento di Sesto utilizza biomassa per produrre energia elettrica e calore. Questo progetto del Comune di Sesto insieme a SEL Spa è stato avviato nel 2003, e dall’inverno 2004/2005 fornisce alla popolazione il riscaldamento necessario. La particolare architettura dell’impianto merita di essere vista. Per Sesto era infatti importante che la costruzione si inserisse armonicamente nel paesaggio circostante, e alla fine è stato indetto un concorso internazionale cui sono stati invitati architetti da tutto il mondo. Ha vinto la proposta dell’architetto Siegfried Delueg, che ha previsto tra l’altro soluzioni estremamente attente al risparmio delle risorse. In Alto Adige vi è comunque una grande attenzione al risparmio energetico nell’edilizia e nelle ristrutturazioni: l’Agenzia CasaClima con sede a Bolzano promuove infatti iniziative volte a sensibilizzare la popolazione in materia di efficienza energetica, sostenibilità e cambiamenti climatici, organizza corsi di formazione e aggiornamento e provvede alla certificazione energetica degli edifici. Dal 12 gennaio 2005, infatti, in Alto Adige il risparmio energetico nell’edilizia è obbligatorio, e dal 13 giugno 2011 sono stati ulteriormente innalzati i requisiti che gli edifici di nuova costruzione debbono soddisfare. Da tale data, i nuovi edifici devono infatti corrispondere almeno allo standard CasaClima Classe B, mentre a quelli appartenenti alle Classi Oro, A o B l’Agenzia CasaClima conferisce una targhetta CasaClima. In Alta Pusteria, non sono solamente i Comuni a impegnarsi in fatto di protezione del clima, ma anche
gli alberghi e gli esercizi pubblici. In Alto Adige, un precursore nel campo dell’energia idroelettrica è ad esempio l’azienda Tschurtschenthaler Turbinenbau. Da oltre 30 anni, l’azienda di famiglia di Sesto realizza infatti turbine per gli impianti idroelettrici. Nel 1978, Paul Tschurtschenthaler ha posto coraggiosamente la prima pietra di un’azienda innovativa, che oggi ha 13 dipendenti e all’insegna di “energia dalla natura” produce piccoli impianti idroelettrici di varia tipologia con tutte le relative componenti. I prodotti vengono venduti soprattutto in Alto Adige e nell’Italia settentrionale, ma anche nei vicini stati dell’UE. Il maso Gallo Rosso "Im Kranzhof", con le sue pale eoliche, e l’HotelResidence tre stelle superior Rainer di Prato alla Drava, vicino a San Candido, dimostrano come l’approvvigionamento energetico autonomo possa essere un’alternativa interessante per una struttura ricettiva. Grazie a una centrale di teleriscaldamento a biomassa è infatti in grado non solo di approvvigionarsi per tutto il proprio fabbisogno, ma anche di fornire energia e calore puliti a 16 utenze domestiche di Prato alla Drava. In Alta Pusteria, un’alternativa eco-compatibile all’auto privata è la rete capillare di autobus pubblici, gestita dalle aziende Steiner Touring e Holzer Busreisen. Steiner Touring rinnova costantemente
il proprio parco, acquistando veicoli con motori 5 EEV. Di concerto con la pubblica amministrazione, l’azienda sta poi verificando l’impiego di autobus a trazione elettrica da impiegarsi su particolari tratte turistiche, e collabora con il Comune di Braies per migliorare i trasporti soprattutto verso una meta prediletta dai turisti, Prato Piazza, il cui accesso da Ponticello rimane chiuso in alta stagione per ragioni di ordine ecologico. Una vacanza in Alta Pusteria è quindi anche una vacanza nel segno del rispetto ambientale, volta a preservare la bellezza unica della natura altoatesina.
» Martha Rothe …collabora con l’Agenzia di PR turistiche uschi liebl pr di Monaco di Baviera. Ama le montagne, sia d’inverno che d’estate, ed è felice che, come l’Alta Pusteria, sempre più destinazioni alpine si impegnino a favore della tutela ambientale.
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Municipio
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» Il bosco è un habitat particolare, che offre protezione, è un luogo di silenzio e vegetazione selvaggia, fonte di energia pulita e rinnovabile: il legno, materia prima locale. La centrale di teleriscaldamento di DobbiacoSan Candido impiega residui di legno inutilizzati e non trattati come cippato di legno, segatura e corteccia. Il vantaggio dell’impiego di questa biomassa come risorsa rinnovabile è il suo ciclo chiuso: la biomassa non produce CO2, e riduce quindi gli inquinanti atmosferici. Se vogliamo consegnare ai nostri nipoti natura integra e aria pulita, è giunto il momento di sfruttare tutte le opportunità che ci si offrono per produrre energia alternativa da fonti rinnovabili. Per la nostra generazione e per le prossime in Alta Pusteria”. «
Hanspeter Fuchs
Presidente della Centrale di teleriscaldamento Dobbiaco-San Candido
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H. Oberhofer
» Vivere tra le montagne « Alta Pusteria: in inverno un paesaggio nell’incanto della neve, in estate gli ampi spazi verdi dei prati. Cielo blu, contornato dai profili delle Dolomiti, bizzarre formazioni rocciose patrimonio naturale dell’umanità dell’UNESCO. Noi viviamo qui, in quella che per altri è cornice di vacanza. Ma vivere tra le montagne non è sempre stato facile. La popolazione ha dovuto affrontare sfide che alle genti di pianura erano sconosciute, ma che hanno generato competenze ancora oggi tangibili.
La vita un tempo e ai giorni nostri Un tempo, gli abitanti dell’Alta Pusteria erano poveri e per la maggior parte contadini. Le risorse non erano molte, e si doveva vivere e sopravvivere con quello che si aveva. I contadini avevano in genere diversi capi di bestiame che fornivano il latte e la carne. I cereali venivano coltivati, raccolti, messi ad essiccare su appositi graticci in parte ancora oggi esistenti, detti “Harpfen”, lavorati e trasformati in pane. Anche le verdure venivano coltivate in proprio, come spesso avviene ancora oggi, nei begli orti curati e fioriti che in estate fanno bella mostra di sé. Naturalmente si coltivavano anche le patate, alimento principe della cucina dell’Alta Pusteria: si pensi ad esempio ai gustosi Schlutzkrapfen, una sorta di agnolotti con ripieno a base di patate.
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I canederli, un piatto della tradizione Anche i canederli allo speck, caratteristici della cucina altoatesina, sono un piatto con una sua tradizione. Pare siano stati inventati da una contadina che, ricevuta una visita inaspettata e dovendo servire da mangiare, aveva necessità di valorizzare quanto rimaneva nella dispensa. Dunque, la nostra contadina si ingegnò con quello che aveva: pane raffermo, farina, uova, speck e latte. Con questi ingredienti, preparò un impasto da cui ricavò rotondi canederli, che poi fece cuocere in acqua bollente. Evidentemente, il piatto ebbe successo, tanto che ancora oggi compare su quasi tutti i menù di ristoranti e rifugi.
La fienagione In passato, la fienagione richiedeva molto lavoro manuale. Spesso, poi, il fienile non era sufficiente a contenere tutto il fieno, e in un’epoca di scarsa meccanizzazione non era agevole trasportarlo fino al maso, per cui parte veniva stipato in cosiddetti “Schupfen”, una sorta di piccole costruzioni in legno tuttora diffuse in Alta Pusteria. In inverno, quando il tempo a disposizione era maggiore, e il trasporto con le slitte risultava più agevole, il fieno veniva trasferito delle Schupfen al maso.
Wellness naturale Anche i bagni di fieno, che oggi non mancano mai nelle tante aree benessere dell’Alta Pusteria, hanno una loro lunga tradizione. I primi a rendersi conto dei benefici effetti del fieno furono anche in tal caso i contadini che, dopo le giornate di lavoro più faticose, dormivano sul fieno e il giorno successivo si alzavano particolarmente riposati .
La forza del sole
Una delle sfide maggiori per chi vive in Alta Pusteria sarà riuscire a trasmettere anche alle generazioni future i preziosi saperi del passato che, come negli esempi qui illustrati, riguardano la nascita dei mestieri, delle tradizioni e degli usi.
» Angelika Burgmann
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Il Caravan Park Sexten utilizza la forza degli elementi ispirandosi alla Meridiana di Sesto per un massaggio che riscopre antichi saperi: il “massaggio della meridiana”. L’idea che sta alla base è la forza del sole. Nell’arco delle 12 ore, i cinque elementi terra, fuoco, aria, acqua e quintessenza ricevono infatti tutta la forza del sole e la trasmettono ai singoli organi del corpo umano. In base all’orologio della natura, le energie che predominano di notte si scambiano con quelle attive di giorno, e in orari diversi vengono trasferite ai vari organi preziose informazioni. In determinati momenti della giornata è così possibile attivare e rafforzare i vari organi con l’ausilio di speciali tecniche di massaggio che si avvalgono di oli selezionati, erbe ed essenze.
Cresciuta in un maso di montagna, da cinque anni lavora presso il Consorzio Turistico Alta Pusteria, dove coordina e dirige la redazione dell’Almanacco.
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Un buon latte saporito da mucche sane. Pregiate varietà di formaggio da latterie locali nel segno della tradizione. In Alta Pusteria, le migliori specialità regionali sono tutt’altro che una moda. Sono frutto di una grande tradizione e, come le Tre Cime e il Lago di Braies, fanno parte integrante dell’Alta Pusteria. Lo si può sperimentare presso i contadini di montagna o in uno dei tanti ristoranti e nelle trattorie.
» Georg Weindl
Südtirol Marketing / F. Blickle
Il giornalista free-lance viva a Chiemgau, in Baviera, ed è spesso in Alto Adige per realizzare reportage per quotidiani, riviste e guide di viaggio.
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» Fresco in tavola, direttamente dal contadino « Al Lechnerhof di Braies, un bel maso di montagna a 1200 m di altitudine non lontano dal Lago di Braies, ogni giorno agli ospiti alloggianti negli appartamenti si serve latte crudo fresco. A pochi metri di distanza, con il latte proveniente dalle mucche e dalle capre della stalla si producono formaggio fresco, formaggio da taglio e ricotta. Più fresco e naturale di così… La famiglia Patzleiner ha cura di produrre il formaggio con latte della migliore qualità, proveniente da animali alimentati al meglio. Ma il Lechnerhof non è certo un caso isolato. In Alta Pusteria, la produzione casearia di qualità ha sempre avuto una grande importanza e vanta una lunga tradizione. Si pensi che la prima latteria sociale dell’Alto Adige venne costituita a Villabassa già nel lontano 1878. Nel 1926, 47 contadini di Sesto fondarono un’altra latteria sociale, ponendo allora le basi per un’attività oggi molto significativa per tutta l’Alta Pusteria. Attività che come il Lechnerhof di Braies ha una grande importanza anche per il turismo. O, forse, si potrebbe dire che i gustosi prodotti lattiero-caseari dell’Alta Pusteria rappresentino una sorta di attrazione turistica, non tanto e non solo per le visite alle latterie o alle stalle, ma perché sempre più persone si convertono a un’alimentazione sana, ad alimenti prodotti nel rispetto dell’ambiente, ed esigono la tracciabilità dei prodotti che arrivano sulla tavola. Inoltre, in Alto Adige sempre più cuochi stellati scelgono ingredienti di provenienza regionale, tanto che persino il tradizionale ‘formaggio grigio’ (Graukäse) è assurto agli onori della gastronomia più raffinata. Contadini e latterie dell’Alta Pusteria sanno come fare: l’alimentazione degli animali è naturale e senza mangimi geneticamente modificati, e nella strategia qualità rientrano anche scrupolosi controlli sanitari e un allevamento etologico dei bovini. Un buon esempio a questo riguardo può essere il caseificio agricolo Unteroltl di Sesto-Moso, a 1450 m di altitudine. Qui, si producono artigianalmente formaggi da latte vaccino, caprino e ovino, ma anche speck e salsicce. Ultimamente Video: Il latte risultano molto richiesti i prodotti di latdell’Alto Adige te di capra. Attualmente, il maso ha 25 capre, che in estate pascolano nei prati attorno al Rifugio Comici. Qui trovano le saporite e sostanziose erbe alpine, la cui sapidità si ritrova poi naturalmente nel formaggio. Una gita all’insegna del sapore
Consigli è anche la visita al Mondo Latte Tre Cime o al Caseificio di Sesto, dove si troveranno pronti per l’assaggio il formaggio di montagna, il formaggio di malga, il formaggio baita di Sesto, il famoso formaggio grigio, che nonostante il suo intenso sapore è molto povero in grasso, e anche la nuova linea di prodotti al latte fieno. La qualità proveniente dai contadini dell’Alta Pusteria è poi entrata anche in molta ristorazione. A questo riguardo, è stato creato il concetto di “Quality Partner”, di cui possono pregiarsi i locali che utilizzano prevalentemente prodotti di qualità della zona: soprattutto latte fresco, panna fresca, burro e formaggio. In Alta Pusteria, mangiare bene e sano è un gioco da ragazzi, ed è praticamente impossibile sbagliare! E tutta la famiglia può trovare modo di interessarsi al mondo del latte e del formaggio, cosa che può forse apparire poco realistica a mamme e papà un po’ stressati. Ma il “Sentiero tematico del latte – la via del latte” di Sesto-Moso vi stupirà. Lungo il percorso di circa un’ora e mezza i bambini hanno modo di scoprire in maniera chiara che cosa renda latte e formaggio tanto preziosi e perché siano così buoni. Tre angoli gioco rendono il tutto ancora più allettante. Alla fine si arriva al Caseificio di Sesto: un’ottima occasione per fare uno spuntino a base di latte e formaggi.
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» Per me, la salute delle mie mucche e delle mie capre è importante, così come lo sono le pratiche di allevamento rispettose del loro benessere. Gli animali vengono alimentati in modo naturale, con il buon fieno dei nostri prati. L’ingegneria genetica è bandita nel modo più assoluto. L’eccellente qualità del latte è garantita da un insieme di fattori: animali in ottima forma, aria pulita, natura e agricoltura biologica, portata avanti con grande convinzione”. «
Josef Gruber
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Contadino di montagna di Braies di Fuori
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Mosa al latte (“Milchmus�) Ingredienti 2 l di latte dell’Alto Adige 1/2 tazza di acqua 200 g di farina di grano tenero sale burro fuso Mescolare la farina con una parte del latte, mettere l’acqua in una pentola, aggiungere il restante latte, portare a ebollizione e salare. Aggiungere la farina precedentemente unita al latte e versare nella pentola mescolando continuamente con una frusta. Lasciare sobbollire a fuoco lento per 15-20 minuti, rimestando di quando in quando. Versarvi sopra il burro fuso dorato. Lasciare raffreddare un poco.
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Come l’Alta Pusteria è diventata protagonista di una serie televisiva italiana di successo: "Un passo dal cielo", giallo in versione altoatesina Un uomo, il suo cavallo, e un torrente tra i massi. Basta già, per l’ambientazione di un western. Soprattutto se a stare in sella è Terence Hill. E non è poi un problema se questo western, invece di essere girato nei grandi spazi del Nordamerica, è ambientato nel cuore dell’Europa. I torrenti tra le rocce si assomigliano tutti, soprattutto se la telecamera indugia sul corpo fumante del cavallo o sulla spuma dell’acqua, come accade nei titoli di testa dello sceneggiato. Uno stereotipo che abbiamo tutti ben chiaro, e che ci viene subito a mente. Si tratta di uomini solitari e di cacce selvagge immersi nella natura, in cui le strade non sono che piste polverose. E in genere sono molto, molto lontane. Si tratta della lotta del singolo contro intere orde di nemici che stanno in agguato dietro alla prossima roccia, si tratta della vittoria dell’eroe: impolverato, esausto e assetato, ma vittorioso. E forte è per lui il richiamo della natura selvaggia… un uomo e il suo cavallo. Tutto corrisponde, nella serie televisiva “Un passo dal cielo”. Solo il copricapo è quello sbagliato. Invece di un cappello da cow boy a larghe falde, sulla testa di Terence Hill vediamo infatti un cappello da uniforme. Anche se gli occhi azzurri, come di acciaio, brillano con la stessa calma ammiccante e sembrano guardare lontano, come in tutti i western che ha girato in passato. E poi forse, a ben guardare, anche la natura selvaggia è un po’ troppo verde per un vero western. E, in effetti, di un western non si tratta, ma piuttosto di un “northern”, un film sul nord, visto da Roma, dove si gira quando non si è in esterni. Al centro dell’inquadratura prendono spazio capanne in legno e possenti montagne, e il baluginare
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di un lago verde profondo. E’ più che evidente: non si tratta di un western, ma di una fiction sentimentale ambientata ai giorni nostri. “Un passo dal cielo” è il titolo di questa serie televisiva made in Italy di grande successo. All’inizio delle riprese il titolo era ancora “L’uomo dei boschi”, ma quando si sono viste le prime immagini con il lago e il cielo che vi si rispecchiava, e tutta la sfacciata bellezza del Lago di Braies, si è lasciato perdere, abbandonando il riferimento all’uomo solitario. Ciononostante - o forse proprio per questo?la fiction partita nel 2011 su Rai Uno è stata un grande successo. La prima serie è stata seguita da 6,6 milioni di telespettatori, e non c’è quindi da stupirsi che già nel maggio 2012 si sia iniziato a girare la seconda serie, ambientata tra i boschi e i paesaggi dell’Alta Pusteria… I sottotitoli del film lo definiscono una commedia. In realtà, è un mix di generi diversi, che però piace. E’ un giallo ambientato tra le montagne. Al centro, si collocano tre figure. Pietro, il solitario capo della squadra del corpo forestale, che vive ritirato tra i monti e cerca tranquillità, perché ha alle spalle un doloroso segreto. Il commissario Vincenzo, un cittadino dal piglio burbero che è stato trasferito da Napoli nella pacifica San Candido e a cui la mentalità del posto risulta piuttosto estranea. E tra di loro la bella ed eterea veterinaria Silvia Bussolati, che non ha l’aria di una che sarebbe in grado di far nascere un vitellino, il che non è comunque neppure il suo compito. Suo compito è infatti fare girare la testa al commissario di Napoli. Insieme, vivono e sopravvivono a rapimenti di bambini e assassini, disastri aerei e lupi presunti mordaci. Un passo dal cielo 2 è andato in onda in autunno 2012. La trama della nuova serie è rimasta inva-
TV Innichen / San Candido
» Un passo dal cielo «
calzavo gli sci per fare i miei giri”, e aggiunge: ”Questo è uno dei posti più belli al mondo”. Ed è orgoglioso di essere stato il primo con il suo cast a scoprire tutta questa bellezza come scenario per una serie filmica.
» Nina Schröder Nina Schröder è cresciuta a Berlino. Ha studiato germanistica, teatro, storia dell’arte e politica a Monaco e Berlino. Lavora per la carta stampata, la radio e la televisione, in particolare nell’ambito del giornalismo culturale. Attualmente vive con il marito e il figlio a Brunico, dove lavora come giornalista free lance.
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riata, anche se è stata girata da un nuovo regista, Riccardo Donna. La ricetta è quindi la stessa, con la variante di alcuni nuovi personaggi: un amico quasi dimenticato della bella veterinaria, Tobias, interpretato da Raniero Monaco di Lapio, e la bella Miriam (Alice Bellagamba). Inoltre, fa la sua comparsa anche Antonella, la moglie di Huber, il poliziotto di paese un po’ sempliciotto. La novità maggiore sta forse nel fatto che la natura acquista un rilievo ancora maggiore di quanto prima non fosse. Ai piedi delle vette maestose attorno al Lago di Braies, a un passo dal cielo, tutte le vicende di gelosia e avidità, di amori delusi e false ambizioni, in un certo qual modo si ridimensionano. Inoltre, questa seconda serie verrà girata anche sotto le Tre Cime, ed entreranno in azione anche elicotteri del soccorso alpino. Uno che conosce al meglio le montagne dell’Alta Pusteria dove si gira è la guida alpina di Braies Erwin Steiner. Già per la prima serie aveva cercato e individuato le ambientazioni giuste, diventando ben presto la controfigura del settantunenne Terence Hill. “Anche se molte cose potrebbe farle lui stesso, non gli è permesso”, dice Steiner. E giustamente, perché senza Terence Hill la serie crollerebbe come un castello di carte. E’ lui che conferisce alla fiction tutta la sua autenticità. “Prende molto sul serio la natura e il fatto di lavorare con essa”, dice Erwin Steiner, e racconta quanto valore il grande attore conferisca alla precisione di ogni singolo dettaglio. A differenza del resto del cast, durante le riprese Terence Hill alloggia al lago, e ogni mattino si alza molto presto. Evidentemente, è proprio una persona semplice, amante della natura, e la ragione la rivela ai giornalisti: “Nel Massachusetts vivevo in una piccola baita nel bosco, e tutte le volte che ne avevo la possibilità, anche di notte,
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» L’inverno è una favola ai piedi delle Tre Cime «
H. Rier
Per le famiglie appassionate della neve, il paradiso si trova in Alta Pusteria.
L’area sciistica Croda Rossa: La famiglia di puppazzi di neve giganti saluta grandi e piccini.
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La nostra meta è Sesto, in Alta Pusteria. Un paese di montagna dell’Alto Adige di una bellezza da cartolina, ai margini di un altopiano inondato dal sole. Quando ero senza figli, mi sembrava un paradiso per famiglie con figli piccoli sugli sci e adesso, con due maschietti, è arrivato il momento di mettere alla prova per bene la vocazione pro-bambini del posto. Felix comincia subito. Dall’auto schizza direttamente sulla piccola pista di Moso, e prima di aver portato tutti i bagagli in camera ha già fatto le prime discese. Lontano da strade e altri pericoli, fuori dalla ressa di tante piste da sci, lo lasciamo andare tranquilli. E quando più tardi, con le guancette rosse e gli occhi luccicanti, davanti a una fetta di torta e a una tazza di cioccolata fumante, ci racconta come è stato bello, siamo proprio felici di questo inizio di vacanza in pieno relax. E così dev’essere. L’unica difficoltà sarà scegliere tra le tante cose che si possono fare! Ma è un problema che risolviamo egregiamente, e riusciamo a sfruttare al meglio tutte le proposte. In cima alla lista dei desideri dei bambini c’è un giro sulla slitta trainata dalle renne, una cosa che sa subito di Natale in terre lontane. E non solo per i bambini, che pensano immediatamente a Babbo Natale e ai regali. Si rimane sorpresi a vedersi attorno questi animali curiosi mentre si calzano gli sci sui Prati di Croda Rossa. Sono arrivati in Alta Pusteria qualche anno fa, quando i locali hanno iniziato a considerare con un rivenditore di motoslitte scandinave l’idea di portare
in Alto Adige un tipico animale del nord. L’idea un po’ balzana è divenuta realtà, e le renne si sono trovate talmente bene sui Prati di Croda Rossa da iniziare rapidamente a riprodursi. Oggi trainano sulla slitta bambini raggianti imbacuccati sotto spesse pellicce, e passeggiano senza paura attorno alla stazione a monte della cabinovia, rubando il palcoscenico alla gigantesca famiglia di pupazzi di neve che da anni è divenuta il simbolo invernale dell’Alta Pusteria. Ogni anno, tra pista e parco giochi, un gruppo di pupazzi rotondeggianti dà infatti il benvenuto agli ospiti. Sciatori e snowboarder, che qui trovano un piccolo e delizioso comprensorio sciistico con accoglienti rifugi e mucchi di fieno profumati sulla pista. Amanti del sole che si godono la pace e il panorama dalla loro sedia a sdraio. Appassionati di slittino che possono scendere a valle lungo la bella pista illuminata. Una delle due piste da sci per Sesto è considerata una delle più impegnative dell’Alto Adige; non per nulla vi si allena la nazionale italiana. Io scelgo la terza alternativa: la cabinovia. E anche qui rimango conquistata dalla disponibilità del personale. Invece di mostrarsi infastiditi, come purtroppo spesso accade, per tutto lo scomodo bagaglio in più da stipare, tutti si prodigano ad aiutare. Lo stesso dicasi del Monte Baranci, la nostra prossima meta. E non c’è da stupirsi che anche qui la densità di carrozzine e passeggini sia decisamente alta. Mentre i più piccolini trascorrono la soleggiata giornata invernale per lo più dormendo, tutti gli altri componenti della famiglia possono divertirsi al meglio sul Monte Baranci, la “montagna di casa” di chi vive in Alta Pusteria. Anche qui le piste non sono moltissime, ma ce n’è per tutti i gusti, adatte ai bambini ancora inesperti come ai papà più esigenti. E tutti si possono divertire, e non solo sugli sci. A due passi dalla stazione a monte della seggiovia c’è infatti una zona separata con ogni genere di attrazione invernale. Felix ha difficoltà a scegliere: prima i paletti dello slalom,
Alle Fotos: H. Siefert
Inizia subito dopo Brunico. Ma non è semplicemente neve: un bianco luccicante ricopre come per gioco tetti, insegne e steccati. Gli abeti sono avvolti da un manto di neve, come nei libri illustrati con cui i bambini si dilettano a far passare il tempo del viaggio in auto.
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» Heidi Siefert Heidi Siefert (45) è autrice di libri e giornalista free lance per la redazione di Fahrtenschreiber. I suoi pezzi giornalistici riguardano le vacanze attive, la cultura e la famiglia. E’ cresciuta tra le dolci montagne dell’Alta Baviera, e quello che l’affascina dell’Alto Adige sono soprattutto le sue cime scoscese. E poi la tradizione così viva, che riserba tanto potenziale creativo. In Alta Pusteria viene con il marito e i figli, soprattutto con lo snowboard, la bici e gli scarponi da montagna.
H. Rier
il gommone o il quad? Tra un giro e l’altro, entra in una grotta di neve, prova come ci si possa arrampicare sui giochi con gli scarponi e si rimpinza di prelibatezze sostanziose come gli "Spatzlan" (i gnocchetti ai spinaci) grondanti di formaggio. Salendo in cabinovia sul Monte Elmo abbiamo ormai messo da parte i rimorsi di coscienza per avere richiesto un extra di lavoro al personale degli impianti con tutto quello che una giornata con la famiglia sulla neve comporta: passeggino, bambini, attrezzatura da sci e via dicendo… Anche sulla montagna più alta della zona ci sentiamo assolutamente i benvenuti. Sia che Moritz, all’esplorazione della terrazza del solarium sulle sue gambette ancora incerte, costringa più di una volta la cameriera a schivarlo, sia che Felix abbia bisogno di chi lo sostenga per issarsi sulla seggiovia. Qui, essere a misura di famiglia non è solamente uno slogan sulle brochure promozionali patinate. E’ proprio una bella realtà, per tutti quelli che arrivano con i propri bambini.
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» In Alta Pusteria i sogni dei bambini si avverano « Con i suoi comprensori sciistici, le scuole sci e le strutture ricettive adatte alle famiglie, l’Alta Pusteria presenta tutti i requisiti necessari per offrire un’indimenticabile vacanza a misura di bambino. La ragione del ricordo indelebile che vi rimarrà della vostra vacanza ce la spiega Alfred Prenn. Il Presidente del Consorzio Turistico Alta Pusteria è stato per molti anni a capo della Scuola sci di Sesto ed ancora oggi non ha abbandonato l’attività di maestro di sci.
Video: Inverno in Alto Adige
Alfred Prenn, presidente del Consorzio Turistico Alta Pusteria e maestro di sci, durante un corso di sci per bambini sulla Croda Rossa.
Almanacco Alta Pusteria: A partire da che età i bambini dovrebbero imparare a sciare? Alfred Prenn: Non appena acquistano la capacità di riconoscere i movimenti e assimilarli. È stato dimostrato che ciò avviene dai quattro anni e mezzo in poi, meglio ancora dai cinque. Di conseguenza non bisognerebbe mettere loro gli sci ai piedi prima di quest’età. È però importante non esagerare: inizialmente un corso di mezza giornata è più che sufficiente, infatti solo con gli anni risultano pronti per un corso di un’intera giornata. Sarebbe a dire che non è mai troppo presto per farli prendere confidenza con gli sci? Si sente spesso dire che „Prima si impara a sciare, meglio è“, ma non è sempre vero. Se si inizia troppo presto, i risultati dell’apprendimento non sono garantiti. Ne è la conferma il fatto che i bambini di quattro anni, o più piccoli, prima dell’inverno successivo abbiano già rimos-
so quanto avevano imparato l’anno precedente. Dal momento che è quindi necessario ripartire da zero, ne consegue che in questo modo i bambini non imparino affatto più velocemente. Come fanno i maestri di sci a facilitare l’avvicinamento dei più piccoli ad uno sport così nuovo per loro? Innanzitutto si tratta di promuovere un approccio giocoso alla scuola e agli sci. Cerchiamo, per esempio, di fare in modo che i bimbi considerino gli sci semplicemente come delle scarpe un po’ più grandi. Comunque l’importante è che i piccoli si abituino alla sensazione di avere gli sci ai piedi. A questo scopo esistono giochi specifici, come quello di scivolare su uno sci solo per imparare a dosare l’equilibrio. In Alta Pusteria esistono „Scuole sci specializzate per bambini“. E che cosa significa? In Alto Adige le scuole sci specializzate per bambini vengono contrassegnate da un marchio di qualità oro, argento o bronzo: un
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importante criterio qualitativo da tenere in considerazione nella scelta delle scuole sci nonché della zona sciistica. Per riuscire a ottenere un marchio di qualità le scuole sci devono presentare determinati requisiti, tra cui corsi sci specifici per bambini, un campetto scuola sicuro munito di attrazioni per i bambini, mezzi di risalita quali tappeti o corde, strumenti per l’apprendimento come aste, palle, archi e cappellini e per finire giubbottini di sicurezza. Per il marchio di qualità argento sono richiesti ulteriori mezzi di risalita quali un tappeto magico o offerte aggiuntive come per esempio la caccia al tesoro. Il marchio di qualità oro invece prevede in aggiunta anche l’assistenza ai più piccoli all’interno di un ski-kindergarten a partire dai due anni e mezzo (anche senza corso di sci) e l’offerta del pranzo. L’Alta Pusteria offre tre scuole sci contrassegnate dal marchio di qualità (Dolomiti di Sesto, San Candido e Dobbiaco: oro) e dunque specializzate nell’insegnamento ai bambini. Che cosa precisamente contraddistingue una valida scuola di sci per bambini? L’ottenimento di un marchio di qualità è già di per sé una significativa conferma del valore della scuola, tuttavia a ben guardare sono i maestri di sci l’elemento più determinante, dal momento che sono loro ogni giorno a contatto con i piccoli e quindi responsabili dell’atmosfera nel gruppo. In tutte le scuole di sci dell’Alta Pusteria è garantita la presenza di maestri con formazione pedagogica specifica e questa loro preparazione viene percepita anche dai bambini, che amano andare a scuola di sci. Negli ultimi anni è cambiato qualcosa nelle scuole di sci per bambini? Si, negli ultimi 15 anni si sono verificati grossi cambiamenti, soprattutto in quanto molte scuole di sci si sono specializzate nell’insegnamento ai bambini, e ciò con grande successo: oggi circa 18 corsi su 20 sono rivolti in modo specifico ai bambini e solo due sono per adulti, mentre 30 anni fa il rapporto era inverso. Inoltre, le nuove conoscenze vanno a influire sulle tecniche di insegnamento. I bambini ricevono gli stimoli adatti alla loro età e la modalità della lezione tiene conto della loro capacità motoria. Inoltre essi risultano molto più veloci nell’apprendimento rispetto a 10 anni fa, quando infatti i bimbi al di sotto dei 6 anni non venivano nemmeno accettati nelle scuole di sci. Oggi invece i più piccoli non hanno ancora compito i 5 anni. Come mai i bambini dovrebbero imparare a sciare? Fondamentalmente perché per loro è un divertimento praticare uno sport in mezzo alla natura. A ciò si aggiunge la sensazione e il divertimento di scivolare e naturalmente la velocità. Accanto al divertimento di muoversi nella neve non è da trascurare la componente sportiva dell’attività sciistica: implica movimenti che altrimenti non si farebbero e porta al superamento di difficoltà e paure. Inoltre chi trova il coraggio di affrontare situazioni nuove e mai gestite prima aumenta la fiducia in sé stesso e ciò è collegato a sensazioni piacevoli. É vero che lo sci è uno sport costoso? Senza dubbio ne esistono di più costosi. Tra l’altro non è assolutamente necessario che i bambini abbiano l’attrezzatura completa: per i primi tempi è senz’altro consigliabile noleggiare sci, scarponi e racchette, dal momento che oggi i noleggi dispongono di attrezzature efficienti e in buono stato. Bisogna però fare attenzione che gli scarponi non siano troppo grandi. Anche il casco, che ha l’importante funzione di proteggere i bambini sulle piste, è disponibile a noleggio. Tutto l’insieme viene a costare dai 14 ai 18 euro giornalieri, a cui vanno sommati il prezzo del corso di sci e, a partire da una certa età, il costo degli impianti di risalita. Infine, questo sport richiede un abbigliamento adatto, occhiali e un paio di calzini non troppo pesanti.
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Un’attrezzatura che spesso e volentieri non è necessario acquistare specificatamente per lo sci, dal momento che serve anche per le discese in slittino o i giochi nella neve. Che cosa fare se i figli non mostrano il minimo interesse nei confronti dello sci? La passione per lo sci dipende certamente anche dai genitori. Se ne parlano con entusiasmo e amano la neve e la montagna è facile che tali preferenze vengano trasmesse ai figli. Tuttavia l’esperienza mostra che solo in casi eccezionali i genitori siano in grado di insegnare ai figli a sciare, nella maggior parte dei casi infatti non funziona. Le scuole di sci invece semplificano e massimizzano il processo di apprendimento, potendo contare sull’interesse che scaturisce dall’essere in gruppo e la volontà di imparare dagli altri. Alcuni bambini sono intimoriti dalla scuola di sci. Come far loro cambiare approccio? Sono piuttosto rari i casi in cui i bambini non si trovino a loro agio nel gruppo. Questo può dipendere da delle brutte esperienze precedenti e proprio per questo motivo proponiamo dei giorni di ambientamento. Bisogna però aggiungere che quasi sempre il primo giorno c’è qualche momento in cui i bambini si sentono a disagio e può capitare che per questo motivo versino qualche lacrima. Molto presto però si rendono conto di quanto possa essere divertente la giornata passata alla scuola di sci e finiscono quindi per partecipare con grande entusiasmo. Intervista: Stefan Herbke
Attrazioni sciistiche Sci notturno
Chi ama sciare con il buio, quest’inverno sarà accontentato per la prima volta anche al Monte Baranci. Due volte alla settimana, tra le 19 e le 22, i nottambuli possono sfrecciare a valle con gli sci sugli affascinanti e mitici versanti del gigante roccioso Baranci. Chi preferisce lo slittino, sicuramente apprezzerà la pista da slittino del monte Baranci, lunga 3 km.
Sport mattutino: la prima traccia
Imprimere la propria traccia nella neve perfettamente spianata ed essere quasi gli unici sulle piste, è il sogno di ogni sciatore. In Alta Pusteria, per un mattino a settimana, questo sogno può diventare realtà sul Monte Elmo. Le piste sono ancora deserte, il silenzio è interrotto solo dal rumore delle lamine che scalfiscono la neve ancora fresca di spianatura. Il fascino di una discesa a valle all’alba è inimmaginabile. E poi una sostanziosa colazione nel nuovo Ristorante Monte Elmo.
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La coppa del mondo approda anche quest’anno in Alta Val Pusteria. In occasione di questo evento di risonanza internazionale all’inizio della stagione invernale, tra il 20 e il 23 dicembre 2012, il tranquillo paesino di San Candido diventa teatro di velocissime discese e salti mozzafiato. Nel suggestivo scenario offerto dalle Dolomiti si fronteggiano quattro sciatori alla volta, sfidandosi in prove di velocità e abilità. Date e informazioni presso: Dolomiti di Sesto info@s-dolomiten.it Tel: +39 0474 710355
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» L’Alta Pusteria è il luogo ideale per i bambini che non hanno esperienza sugli sci. Grazie alla competente assistenza offerta dalle scuole di sci, ai piccoli viene garantito un approccio ludico a questo sport invernale. Amo insegnare ai bimbi: mi piace motivarli e non c’è niente di più bello che vedere il loro entusiasmo dopo le prime esperienze sugli sci. Le loro prime soddisfazioni – per esempio la partecipazione alla gara di fine corso – li riempiono di orgoglio e sicurezza in sé stessi e li stimolano a migliorare e continuare ad imparare. La cosa più importante in assoluto, comunque, è che i bambini si divertano. « Klara Schönegger
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Con gli sci da fondo attraverso l’Alta Pusteria fino a Cortina d’Ampezzo. Sono il servizio bagagli e la guida a garantire ore spensierate in mezzo alla natura. Insieme ad Eugenio si può essere certi di due cose: di non sbagliare percorso e di non morire di fame. L’istruttore di sci di fondo Eugenio Rizzo di Dobbiaco, conosce come le proprie tasche non solo le piste, ma anche i posti dove poter gustare le specialità della cucina regionale. In realtà non siamo però alla ricerca di piatti tipici, bensì di tutt’altre cose. Stiamo affrontando un viaggio attraverso le Dolomiti, non in treno o in macchina, ma in modo del tutto insolito, con gli sci da fondo. Punto di partenza é Silian, nella parte austriaca della Val Pusteria, nel vicino Tirolo orientale. Lungo la pista soleggiata sul fondovalle, passando per Versciaco, Eugenio ci accompagna fino a San Candido. Innanzi a noi si erge il Monte Baranci con la sua cima innevata, mentre a spingere lo sguardo un po’ più in là si scorge il parco Naturale Tre Cime che risplendono nel
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sole di mezzogiorno. Da qui il nostro percorso proseguirà fino a Dobbiaco, la nostra meta del giorno, ma prima Eugenio ci sorprende con una puntata accattivante. Accattivante? Eugenio si mette a ridere. In fondo, nella meravigliosa Val Fiscalina in Valle di Sesto, ci aspetta non soltanto una straordinaria vista sulle cime di alta montagna ma anche un rifugio di tutto rispetto. “Lì mangio sempre la pasta fatta di pane nero di Sesto con formaggio di capra.” Se è Eugenio a dirlo, vuol dire che è proprio un piatto da provare. Saliamo quindi sullo skibus e ci facciamo portare fino all’imbocco della Val Fiscalina, poi passiamo alla pista di fondo che si addentra in questa romantica valle, in continua salita ma non troppo impegnativa. A questo punto un bel piatto di pasta è quello che ci vuole. Il ritorno risulta meno faticoso e sempre in leggera discesa. Ben 25 km percorsi in una sola giornata. La spa nel nostro hotel a Dobbiaco e il ricco menu serale sono un vero toccasana. Un viaggio con gli sci da fondo ai piedi è il leitmotiv di questa offerta, resa possibile grazie all’impeccabile rete di Dolomiti Nordic Ski, un comprensorio di 12 destinazioni per sci di fondo, per un totale di 1300 chilometri di piste da fondo nelle Dolomiti italiane e austriache. Il trasporto bagagli è fornito dagli hotel, mentre gli spostamenti vengono organizzati con mezzi pubblici. La nostra escursione dal Tirolo orientale a Cortina d’Ampezzo via Dobbiaco è il più classico tra i tre diversi percorsi offerti. Il giorno successivo partiamo dal nuovo stadio di fondo di Dobbiaco e ci troviamo ad affrontare una delle
Tour de Ski La coppa del mondo di sci di fondo passerà anche quest’inverno per Dobbiaco. Nell’ambito del Tour de Ski, la prestigiosa serie di gare che si terrà tra il 29 dicembre e il 6 gennaio, gli atleti si sfideranno a Dobbiaco il 3 e 4 gennaio. Il primo giorno è in programma la corsa da Cortina a Dobbiaco, il secondo inizieranno le gare singole alla Nordic Arena di Dobbiaco. L’evento prevede inoltre un ricco programma di attività collaterali – il divertimento è assicurato! www.worldcup-dobbiaco.it
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più famose e spettacolari piste da fondo dell’Alto Adige. La Valle di Landro si snoda in dolce salita, tocca il pittoresco Lago di Dobbiaco fino ad arrivare ad un grande ristorante, da dove si gode di una suggestiva vista sulle Tre Cime. Verso mezzogiorno Eugenio ci conduce ad un grazioso locale in prossimità della pista da fondo per farci gustare un bel piatto fumante di tagliatelle ai porcini. Dopo mangiato ci attendono 15 chilometri che, leggermente in discesa e con il Monte Cristallo e le Tofane come spettacolare sfondo, ci portano direttamente a Cortina d’Ampezzo. Si potrebbe chiamarlo “fondo abbinato al piacere gastronomico”. Il nostro viaggio però non è ancora terminato. Eugenio ha in serbo per noi altri due autentici gioielli: piste da fondo immerse in un paesaggio fiabesco e solitario al Passo Tre Croci, con tante lievi salite e discese, e poi il percorso verso il Lago di Misurina, con le sue ampie piste pianeggianti e vista lago. Come diversivo ci concediamo un espresso sulla terrazza di un bar, ed ecco che il fondo non è solo divertimento, ma si trasforma in un vero e proprio piacere per il palato. E’ un’esperienza del tutto nuova scoprire le Dolomiti in questo modo. E non c’è bisogno di essere atleti, basta avere un po’ di allenamento e cavarsela discretamente con la tecnica del fondo. Anche perché, per qualche tratta, è disponibile uno skibus, per esempio per raggiungere la prossima accogliente trattoria. Georg Weindl
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» Orme nella neve e Schlutzkrapfen « Ciaspolare in Alta Pusteria è un’esperienza speciale, e non solo per gli sportivi più esperti di montagna. Percorsi relativamente semplici e delizie gastronomiche attirano tra le Dolomiti anche i principianti. Ma non dimenticate di portarvi sempre qualche barretta energetica!
Video
Le famose Tre Cime nelle Dolomiti. Se in primavera e in estate la zona è una sorta di “Eldorado” per scalatori ed escursionisti, in inverno, con un po’ di fortuna, si può riuscire a godersi il maestoso panorama in perfetta solitudine.
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Gli alberi scricchiolano sotto la neve appena caduta. A poco a poco, il sole si fa strada in Alta Pusteria, facendo cadere di quando in quando improvvisi cumuli di neve dai rami stracarichi. Il nostro fiato forma nell’aria delle nuvolette che brillano controluce, e anche le nostre ciaspole sollevano miriadi di cristalli che paiono esplodere nel sole del mattino. All’inizio, in realtà, siamo un po’ perplessi delle insolite calzature: a gambe larghe tipo John Wayne procediamo lungo il versante coperto di neve. Fortunatamente, procedendo ci facciamo sempre più sicuri. Davanti ai nostri occhi si parano immagini che sembrano tratte da un vecchio libro di Jack London, e infatti le Dolomiti sono uno scenario assolutamente perfetto per la nostra favola invernale sulle ciaspole. Non è certo possibile raggiungere le erte vette dei tremila attorno alle Tre Cime, ma le tante alte vie e cime intermedie sono comunque un terreno perfetto per avvicinarsi ai giganti di roccia. L’Alta Pusteria è un immenso palcoscenico che conquista e rapisce.
N. Eisele-Hein
In Alta Pusteria già il tragitto per arrivare sul posto è un’esperienza deliziosa. Tra Monguelfo e Villabassa, la placida Val di Braies sbocca nella Val Pusteria. Procediamo lungo una strada panoramica, prima lungo Rio Stollabach e poi con le catene da neve per alcuni ripidi tornanti fino a Prato Piazza, una delle più grandi alpi d’alta quota dell’Alto Adige. Da lì si prosegue agevolmente in piano fino ai piedi del Rifugio Vallandro. Per fortuna, perché la Croda Rossa d’Ampezzo con i suoi 3.146 metri attira come per magia i nostri sguardi, e non vorremmo inciampare nelle “padelle” ai nostri piedi proprio mentre ci stiamo riscaldando un po’. Procediamo per una serie di ampi dossi su neve meravigliosamente battuta fino alla Croce dei Reduci, sulla
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cima più alta di Monte Specie, a 2.307 metri. Da qui sopra, lo sguardo spazia tutto attorno, dalle Tre Cime fino al Monte Cristallo. Mentre le Tre Cime viste da ovest paiono quasi inoffensive, il Monte Cristallo appare in tutta la sua magnificenza. Il tè nel nostro termos è ancora bollente, e sulla cima esposta al vento pare ancora più buono, mentre le nostre barrette di muesli rimangono ancora nello zaino. Già prima, quando siamo saliti, lo chef del Rifugio Vallandro ci ha rivelato che oggi avrebbe preparato un tris di gnocchi ripieni di formaggio, pomodoro e spinaci.
Tanti bei “voli” Per la prossima escursione non ci attardiamo in tanti preliminari. Partiamo per Sesto, saliamo in funivia e scendiamo alla stazione a monte del Monte Elmo, a 2.041 metri. Fino alla cima il dislivello è di circa 400 m, e una volta arrivati ci soffermiamo ad ammirare il maestoso panorama in silenzio. Sulla Traversata Carnica, che con le sue cornici di neve sembra proprio un quadretto ideale per gli appassionati delle ciaspole, proseguiamo lungo l’Alpe delle Pecore fino alla Sella Obermahd. In alcuni tratti, la neve fresca consente persino una sorta di discesa. Ma c’è bisogno di esercitarsi un po’! Rimanere troppo con il peso all’indietro fa finire con il sedere a terra, mentre sbilanciandosi troppo in avanti i denti anteriori delle ciaspole si impiantano e la “discesa” termina con un bel salto mortale. Questi “voli” fanno parte del gioco, e aumentano il divertimento. Prima di cimentarsi su versanti esposti sarebbe però bene esercitarsi in zone più pianeggianti. Rimaniamo sulla cresta fino a Monte Arnese, per lasciarci poi scivolare felici verso un allettante gruppo di rifugi. Vi consigliamo lo strudel di mele del Rifugio Pendio M.te Elmo.
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Soli davanti alla parete nord
Momenti di sole Il mattino successivo, all’inizio è nuvoloso. Le nostre gambe sono ancora un po’ stanche dall’escursione piuttosto impegnativa del giorno precedente, e decidiamo quindi per un tragitto più breve. Partiamo con passo pesante da Campo Fiscalino e saliamo fino al Rifugio Rudi, al di sotto della Croda Rossa di Sesto. Inizialmente, i passaggi nel bosco sono ancora all’ombra e il freddo è pungente. Un paio di ripidi tornanti fanno aumentare la frequenza del nostro polso, e poco dopo iniziamo a scaldarci piacevolmente. Quando lasciamo dietro di noi il bosco nei pressi del Rifugio Prati di Croda Rossa, immediatamente il sole sbuca da dietro le nuvole, e il termometro inizia subito a salire. Prima ci togliamo la giacca, cinque minuti dopo è la volta del maglione, e ben presto ci rimbocchiamo anche le maniche della camicia. Davanti a un bel cappuccino e a un tiramisù, al Rifugio Rudi ci godiamo la vista sulle cime frastagliate della Croda Rossa. Il sole è sempre più forte, e non solo la Croda Rossa, finora di un freddo grigio, assume un colore dorato, ma, nonostante la crema fattore di protezione 30, anche la nostra pelle inizia a sentire l’effetto dei raggi solari. Speriamo bene, per il percorso che coronerà questa nostra esperienza sulle ciaspole.
Uno sguardo fuori dalla finestra e già siamo giù dal letto. Cielo perfettamente terso, l’alta pressione tiene! A tempo di record, ci lasciamo alle spalle il buffet della colazione e saltiamo in macchina. Dopo Dobbiaco si svolta a sinistra in Val di Landro. Poco prima del Lago di Landro scorgiamo dal finestrino le Tre Cime. Si prosegue verso il Lago di Misurina e poi subito a sinistra si sale verso il Lago Antorno. Eccitati, calziamo le ciaspole. Già verso il Rifugio Auronzo iniziamo a sudare ben bene, ma non ci importa, il tempo è splendido e, a parte noi, ci sono solo pochissime persone. Possiamo assaporare in piena tranquillità la vista di queste tre splendide cattedrali di roccia, la trilogia di pietra più fotografata al mondo. Il giro delle Tre Cime è un classico, un vero must per gli appassionati di ciaspole. In estate brulica di turisti. In inverno, invece, la discesa non è abbastanza interessante per lo sci escursionismo e improponibile per normali escursionisti. Perfino se vi fate portare con la motoslitta fino al Rifugio Auronzo, da lì non si prosegue. E’ il nostro asso nella manica! Con le nostre ciaspole ai piedi possiamo conquistare il territorio in assoluta pace. E la cosa più bella: il percorso è facile. Anche chi finora ha sperimentato l’inverno sulle Alpi solo dalla poltrona di casa, guardandosi le gare di sci, con le ciaspole ha la possibilità di immergersi nel mondo della montagna più autentico. E’ tuttavia importante che ci sia almeno una persona esperta di neve e prevenzione valanghe, e per i principianti c’è la possibilità di avvalersi di una guida. Superiamo la Forcella Lavaredo, e da questa angolazione le Tre Cime ci si offrono in tutta la loro magnificenza. Decidiamo di abbreviare il percorso, rinunciamo a passare dal Rifugio A. Locatelli e tagliamo paralleli alle tristemente famose, scoscese pareti nord attraverso Grava Longa. Qui siamo assolutamente soli, e ammiriamo con una certa soggezione e non senza un brivido l’imponente e pericolosa parete nord della Cima Grande di Lavaredo, quella centrale. Alexander Huber, folle e geniale al tempo stesso, l’ha scalata in solitaria senza alcun ausilio. Ci soffermiamo ad ammirare la parete di roccia un po’ troppo a lungo, e con lo stomaco che brontola constatiamo che il Rifugio Auronzo ha già chiuso. Così tocca finalmente alle nostre barrette energetiche, i giorni scorsi più volte disdegnate.
» Norbert Eisele-Hein È nato a Monaco nel 1966, ha studiato etnologia a Monaco e Londra, è fotografo, giornalista, autore di libri. E’ stato ospite in Alta Pusteria nel 2007, quando ha partecipato all’Alpentrail e ha scritto questo articolo.
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rotwild/shutterstock
Libertà e rispetto –
spazi liberi per l’uomo e gli animali Chi fa un’escursione o scia immerso nel paesaggio invernale, si gode la libertà di potersi muovere in un ambiente naturale. Accanto alle tracce lasciate dagli escursionisti con o senza le racchette da neve e dagli sci alpinisti, nella neve si notano anche le orme degli animali selvatici che abitano questi luoghi. Ci stiamo muovendo, infatti, nella natura aperta, nella quale ogni essere vivente abita il suo spazio. Per chi pratica gli sport invernali è importante conoscere gli animali selvatici e i loro bisogni durante la stagione più difficile, in modo da muoversi con il dovuto rispetto.
loro spostamenti, gli sportivi dovrebbero attenersi al cosiddetto “principio d’imbuto”: > muoversi liberamente sul terreno aperto oltre il limite del bosco, evitando tuttavia le aree rocciose e sgombre dalla neve, > limitare il proprio raggio nella fascia esterna del bosco e attraversarlo lungo il percorso più breve possibile, > transitare all’interno del bosco solamente su piste e sentieri.
Quando l’inverno in montagna riduce le energie
Anche in inverno l’area attorno a Prato Piazza attira tante persone. Per questo motivo l’Ufficio provinciale Parchi naturali e l’Alpenverein Südtirol hanno sistemato un tabellone informativo con una panoramica dell’area comprendente gli itinerari consigliati di sci alpinismo e racchette da neve, nonché le zone di quiete per la fauna selvatica cui possibilmente non accedere. Sono elencate le principali regole di comportamento sul territorio e una breve descrizione illustrata informa circa i bisogni degli animali selvatici in inverno. Si ricorda inoltre che ognuno è responsabile del proprio comportamento, e si raccomanda di informarsi sempre circa le condizioni della neve e la probabilità di valanghe, per programmare di conseguenza i percorsi.
La stagione invernale è lunga e richiede a tutti gli animali selvatici una particolare capacità di adattamento sia del corpo che delle abitudini. Per gli ungulati, ad esempio, una delle più importanti strategie di sopravvivenza è rappresentata dalla capacità di gestire le riserve di grasso. La parola d’ordine è: muoversi il meno possibile. Qualsiasi elemento di disturbo e quindi la necessità di fuggire sprecando forze preziose, si ripercuote negativamente sul bilancio energetico degli animali. La dovuta tranquillità durante i mesi invernali è di conseguenza spesso decisiva per la loro sopravvivenza. È quindi necessario cercare di evitare le zone di passaggio della fauna selvatica, e soprattutto durante i
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Informazioni sul posto
Foto: Georg Tappeiner
Straordinario DOLOMITI PATRIMONIO MONDIALE UNESCO
Provincia Autonoma Bolzano-Alto Adige
Provincia Autonoma di Trento
Provincia di Belluno
Provincia di Pordenone
Provincia di Udine
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Regione del Veneto
49 Provincia Autonoma Bolzano-Alto Adige | Ripartizione Natura, paesaggio e sviluppo del territorio | Ufficio Parchi naturali | www.provincia.bz.it/natura-territorio | www.fondazionedolomitiunesco.org
» Neve e ghiaccio sulla Cima Grande. « Un vero quadro! La vista dal Rifugio Antonio Locatelli verso i tre denti di roccia affiancati con la loro fascia detritica è un vero classico. Al centro, la Cima Grande, la più alta, affiancata dalla Cima Ovest a destra e dalla Cima Piccola a sinistra, solo di poco più basse. Un trio veramente unico, che ogni amante delle Dolomiti desidera ammirare da vicino almeno una volta. E’ infatti un massiccio tra i più caratteristici delle Alpi, una sorta di simbolo delle Dolomiti, una classica immagine da cartolina. Le Tre Cime sono inconfondibili, i percorsi alpinistici delle pareti nord si annoverano tra i più difficili di tutti l’ arco alpino, e persino la “via normale” da sud su Cima Grande richiede passaggi del III grado. Cima Grande non è certo una montagna facile, e ben lo sapevano anche Frank Walter Steinmeier, Stephan Kohler e Lukas Meindl, quando nell’estate del 2011 si trovavano al Rifugio Antonio Locatelli,
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con i tre caratteristici denti di roccia che si elevavano davanti a loro. L’ex ministro degli esteri tedesco, l’amministratore della Deutsche Energie Agentur , l’Agenzia tedesca per l’Energia, e il titolare dell’azienda calzaturiera Meindl, stavano trascorrendo una settimana attraverso le Alpi, dal lago Königssee nel Berchtesgaden a Dobbiaco in Alta Pusteria, fino alle Tre Cime. Per tutti e tre un’esperienza particolare, ma una volta giunti davanti a Cima Grande era stato loro subito chiaro che vi sarebbero dovuti salire, e che il viaggio sarebbe stato compiuto solamente quando avrebbero raggiunto la vetta. L’obiettivo era chiaro, e alla metà di maggio del 2012 si decide di realizzarlo. Tutti e tre avevano il tempo necessario, e avevano trovato in Christoph Hainz il loro accompagnatore esperto. In realtà, Frank Walter Steinmeier aveva poca esperienza di arrampicata, ma per la guida pusterese la cosa non rappresentava un problema. “Molti vogliono salire su Cima Grande. Se hanno un po’
C. Hainz
di preparazione e vanno con una guida, non è un problema”. Christoph Hainz conosce Cima Grande a memoria, per esservi salito innumerevoli volte e per essersi aggiudicato una prima ascensione della parete nord, un percorso di grado IX che procede in linea praticamente diretta attraverso le gialle erosioni a strapiombo, considerato uno dei più difficili delle Tre Cime: il “Phantom der Zinne”, ovvero “Il “Fantasma delle Cime”. Christoph Hainz è perfettamente in grado di giudicare chi è in grado di fare cosa, e nel caso di Steinmeier, Kohler e Meindl non aveva dubbi di sorta: “Ce la possono fare alla grande”. Adeguatamente motivati, il 19 maggio 2012 affrontano quindi il “progetto Cima Grande “. La grande quantità di neve fresca e le condizioni atmosferiche decisamente invernali costringono tuttavia il gruppo a partire già al di sotto del punto di pagamento del pedaggio per la strada verso Rifugio Auronzo, per cui il precorso si allunga sensibilmente. La presenza di neve e ghiaccio rende poi il tutto più difficoltoso. La cordata ha però fortuna. All’inizio, “la neve è di ostacolo”, dice Christoph Hainz, “ma nel punto cruciale del camino è stata di vantaggio, perché invece di arrampicare abbiamo potuto procedere agevolmente, risparmiando tempo”. Aspetto comunque relativo, perché una cordata di quattro avanza lentamente. Per risparmiare tempo, il gruppo supera tutti i passaggi più agevoli in corda semplice, mentre Christoph assicura i suoi compagni solamente nei punti più difficili ed esposti. Neve, scalata e passaggi verticali hanno frenato l’avanzata , ma “non c’è mai stato il problema di non riuscire ad andare avanti. Ognuno voleva raggiungere la cima, e lo abbiamo fatto in piena tranquillità
» Stefan Herbke (42) spesso tra le montagne, per professione. In estate a piedi o in mountainbike, in inverno con gli sci o la slitta. Nell’inverno 2006, con Christoph Hainz ha attraversato le Dolomiti da Fundres a Sesto.
e padronanza della situazione” dicono Steinmeier, Kohler e Meindl. Grazie naturalmente anche alla guida: serve a darti sicurezza. Non dubiti assolutamente di farcela o meno”. Non da ultimo, il bel tempo ha contribuito: sole splendente, cielo blu, e una visuale da urlo. Ancora oggi, tutti ricordano con piacere un’esperienza unica, dove il fatto di essere soli al cospetto della montagna ha dato all’impresa un sapore particolare. Non frequente, considerato quanto la vetta sia ambita, ma assolutamente comprensibile in inverno. Il fatto poi che tutto l’itinerario sia durato più a lungo del previsto, non è che una piccola pecca. Christoph aveva con sé la corda da 70 metri, ma c’è voluto un bel po’ di tempo prima che tutti e quattro riuscissero a scendere. E poi ancora il tragitto in auto. Alla fine, il gruppo era felice di essere riuscito a concludere il percorso, e orgoglioso di avere coronato la traversata delle Alpi con la conquista di Cima Grande.
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In inverno ci piace…
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» Un aroma pieno « Il “ Graukäse”, il formaggio grigio di Sesto, è ottenuto da latte acido ed è un prodotto naturale assolutamente particolare. Il formaggio sviluppa le sue particolari qualità organolettiche a partire da un periodo di maturazione di circa una settimana. Il colore va dal giallo chiaro al brunastro fino al grigio, non si ha formazione di scorza, e con il proseguire della maturazione la pasta tende ad assumere un aspetto opalescente. Profumo e sapore sono aromatici, sono presenti note di latte e di tostato che ricordano il latte, la panna o il burro riscaldati, ma anche note leggermente acidule, di latte acido e yogurt. Il formaggio grigio può venire gustato semplicemente condito oppure può venire utilizzato nella preparazione di molti piatti della tradizione, come i canederli, gli gnocchi e le zuppe.
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» Il benessere che viene dalla natura « Il caldo fa proprio bene, e il cuscino con spelta di farro è in grado di cedere dolcemente e a lungo il calore accumulato, con un effetto benefico in presenza di contratture nella zona del capo e della nuca, in caso di dolori di pancia e mani o piedi freddi. Funge poi anche da comoda fonte di calore da portarsi appresso: nel passeggino, sul sedile dell’autovettura, nel letto, o per concedersi un momento di piacevole relax sul divano dopo una passeggiata al freddo. Quando il caldo è controindicato, il cuscino può venire utilizzato anche come fonte di freddo: tenuto un po’ in frigorifero o nel congelatore, ecco che si trasforma in breve in una comoda applicazione fredda. Il farro è un cereale coltivato dalla famiglia Feichter di Dobbiaco secondo metodi biodinamici, e la spelta è il rivestimento glumerale dei semi. I cuscini di farro della Fam. Feichter contengono spelta di farro e lavanda: il profumo della lavanda ha un effetto calmante e coadiuva il rilassamento. All’interno della spelta non si sviluppano acari, né germi o funghi, ed è quindi adatta anche agli allergici.
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» Il bosco in casa « Design ORTUS: il termine ORTUS viene dal latino, e significa origine. Il concetto di base sta infatti nella realizzazione di mobili che rispettino e mantengano la forma più originaria del legno, ovvero il tronco. Ogni tronco possiede la sua forma caratteristica e il suo specifico carattere, e ogni pezzo è quindi assolutamente unico. E’ così possibile portarsi all’interno della propria casa un pezzetto di natura, con tutta la sua autenticità. Combinato con vari materiali, come ad esempio l’acciaio, il ferro arrugginito e trattato, il vetro, o diverse pietre naturali, offre poi interessanti soluzioni. Ogni pezzo della linea design ORTUS viene realizzato individualmente dalla falegnameria Brugger di Sesto/Moso secondo le esigenze del cliente.
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» Una bellezza radiosa « Albicocca, camomilla, calendula… piante e frutti locali sono alla base della linea beauty della Farmacia Dobbiaco. Cura del viso: peeling a base di noccioli di albicocca per asportare dolcemente le cellule morte, latte di pulizia alla camomilla, tonico alla calendula, siero e crema viso con cellule staminali dell’erba officinale Ajuga reptans per rivitalizzare la pelle.
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» E tutto passa « Già in passato, e soprattutto nelle zone di montagna, l’Arnica montana era considerata una panacea universale, detta appunto anche ”panacea dei traumi”. Nota per i suoi eccezionali effetti antinfiammatori, viene impiegata soprattutto per uso esterno in presenza di traumi chiusi, ematomi, contusioni, stiramenti o distorsioni. L’arnica è antinfiammatoria, batteriostatica e antifungina. “Questa pianta merita il primo posto tra i rimedi in presenza di offese al corpo, e non posso quindi mai raccomandarla abbastanza”, scriveva un tempo l’abate Sebastian Kneipp (1821–1897). Troviamo quindi che una tintura di arnica non dovrebbe mai mancare nell’armadietto dei medicinali di casa!
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» L’architettura religiosa popolare «
Capita spesso, passeggiando per i campi o per le strade dei nostri paesi, di imbattersi in cappelle, crocefissi, edicole, capitelli, colonne e tabernacoli, il più delle volte risalenti a molto tempo addietro, in alcuni casi vecchi anche di secoli. Queste semplici costruzioni si annoverano tra le architetture spontanee a tema religioso e rientrano a pieno titolo tra le opere significative per la conoscenza del passato. Esse fanno parte di un bagaglio culturale, di una conoscenza collettiva, di un’ antica tradizione popolare e denotano uno stretto legame con il territorio. Esiste infatti una forte relazione tra simbolo sacro e percorso, tra religiosità privata e paesaggio rurale.
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Le cappelle
Alle Fotos / Tutte le foto: A. De Simine
Tutto il territorio alpino è punteggiato di cappelle, sparse tra i prati verdeggianti o situati nei pressi di un pugno di masi. Sono spesso vere e proprie opere d’arte, piccoli gioielli costruiti prevalentemente su precedenti luoghi di culto pagani. Alcune sono state edificate quali “tabernacoli della peste”, per ringraziare la divinità di aver risparmiato il paese dal flagello della malattia oppure per richiedere la benedizione di Dio sul territorio. Nei masi lontani dal centro abitato, la cappella sostituiva la chiesa: battesimi, matrimoni, funerali vi si svolgevano quasi regolarmente. Il momento di maggior utilizzo delle cappelle era la primavera, quando vi si celebravano le rogazioni. Ogni cappella dell’Alta Pusteria vanta una storia e la più antica è sicuramente quella di San Pietro in Monte, che occhieggia nel bosco sopra l’abitato della frazione di Santa Maria a Dobbiaco. Pare infatti sia stata costruita su un precedente luogo di culto celtico, usato poi dai romani e quindi cristianizzato all’epoca dei bavaresi.
I crocefissi Sono costruiti in legno e, dal loro grado di corrosione, causato dagli agenti atmosferici, si può risalire al grado di vetustà. Si incontrano spesso nei campi, all’incrocio di strade o al limite di un confine ed in generale nei luoghi legati alla vita rurale di un tempo. La croce con la figura del Cristo è protetta da un tettino e, a volte, sotto il crocefisso è situata una panchina, per permettere al viandante di riposare e rivolgere un pensiero alla divinità.
I capitelli Il nome capitello deriva dal termine latino “capitellum”, che significava “edicola sacra in campagna”. I capitelli rappresentano frammenti di vita passata, di edilizia popolare sacra e, insieme alle cappelle, erano un punto d’incontro per le rogazioni (Wettermesse) - processioni e funzioni religiose primaverili – derivanti da riti di origine antica, che si svolgevano per richiedere la protezione della divinità sul buon andamento delle colture. Si svolgono a tutt’oggi, adattate nel cristianesimo al carattere di penitenza e propiziatorio per un buon raccolto. I capitelli sono collocati in varie zone: agli incroci di strade, all'interno delle contrade, all'inizio di una contrada, su pareti di case, lungo le strade e sui percorsi delle rogazioni. Queste costruzioni potevano svolgere varie funzioni, tra cui la protezione per singoli o per gruppi; se i capitelli erano inseriti in una contrada, la protezione era rivol-
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ta alla contrada stessa, nei confronti di incidenti e calamità. Un'altra funzione dei capitelli era quella di preghiera, di cui un esempio è costituito dai fioretti, un momento di preghiera collettiva. Ancora oggi si edificano capitelli, che possono avere molte dedicazioni, ma i più sono dedicati alla Madonna. E' infatti frequente trovare nicchie, edicole, sacelli, statue o altri tipi di capitelli con rappresentata la madre di Cristo. Oltre alla Madonna, i capitelli sono dedicati ai santi più venerati. Pochissimi sono quelli consacrati a Dio o a Cristo – salvo i crocefissi - poiché si ritiene che già tutte le chiese siano a lui intitolate. I capitelli venivano edificati dalle persone per devozione. I casi più frequenti hanno per motivazione una grazia ricevuta oppure per la protezione, per uno scampato pericolo, per l'anno santo o per l'anno mariano. Il committente dei capitelli poteva essere costituito dalla collettività nel suo complesso, ma anche da un singolo individuo. La prassi comune vuole che raramente figurino le generalità di chi ne ha voluto la costruzione.
Gli affreschi E’ abitudine abbastanza diffusa, in Alto Adige, affrescare i muri esterni delle case con immagini sacre o con lo stemma nobiliare della famiglia d’origine. Tra i santi più riprodotti, vi sono San Giorgio che uccide il drago, San Floriano – protettore dei pompieri - la cui protezione viene invocata contro gli incendi, che nel passato, quando le case erano costruite prevalentemente in legno, rappresentavano una vera e propria calamità. Alcuni di questi affreschi sono veri capolavori, come ad esempio l’affresco che rappresenta la fuga della Sacra Famiglia in Egitto, che si trova sulla facciata del Maso Fauster a Dobbiaco.
Le edicole e i sacelli Le edicole sono delle piccole costruzioni a forma di casetta, erette a protezione di una statua, di immagini sacre, di affreschi o di epigrafi. La struttura architettonica è di modeste dimensioni, spesso addossata ad un muro, e al suo interno si trovano statue, bassorilievi o raffigurazioni di tipo religioso. Hanno origine pagana e pare discendano dall’uso di tenere nelle case le statue dei numi tutelari della famiglia – i Lari – ai quali era affidata la buona sorte della casa e dei suoi abitanti. Possono essere costruite sulle facciate delle case ed avere anche la forma di una nicchia. I sacelli sono quasi identici alle edicole, tranne che per le dimensioni. Sono più grandi e possono contenere due o tre persone e per accedervi si entra da una porta o da un cancelletto posto prima dell'entrata.
I tabernacoli a pilastro e le colonne I tabernacoli a pilastro – chiamati anche piloni votivi - hanno origini antichissime. Secondo alcuni studiosi, derivano dai cumuli di pietre che le popolazioni celtiche, e in seguito quelle cristiane, costruivano ai bordi delle strade. La loro era una funzione sia religiosa che di segnavia: ne sono un esempio quelli che si trovano lungo i tracciati di pellegrinaggio. Sono di norma realizzati a piana quadra, quadri-facciale, con una nicchia per lato, ciascuna affrescata con immagini religiose. Erano spesso commissionati da persone abbienti e gli affreschi venivano affidati ai giovani di bottega dei vari maestri pittori. Notevole è il tabernacolo che a San Candido si trova entro il perimetro del camposanto. E’ considerato anch’esso un “peststöckl”, un tabernacolo della peste, costruito nel XV secolo e decorato da affreschi di scuola brissinese. Le colonne, come dice la parola stessa, sono pilastri costruiti in pietra con delle scritte o delle immagini scolpite. A volte sopra la colonna trova posto una statua. Si trovano spesso nelle piazze o vicino alle chiese. A Dobbiaco è interessante la statua di San Giovanni Nepomuceno (protettore dalle acque) che si innalza sul lato sud della chiesa parrocchiale.
» Angela De Simine Ceconi Giornalista, pubblicista e naturopata diplomata, vive a Dobbiaco. Pratica varie metodiche di riequilibrio psico-fisicoenergetico, quali il trattamento shiatzu, la digitopressione e la riflessologia plantare. Ha una pluriennale esperienza in fitoterapia, aromaterapia, floriterapia, medicina tradizionale cinese. Scrive su temi di naturopatia su testate periodiche e ha pubblicato alcuni libri.
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Internet
Âť Frau Emma in Europa ÂŤ Il nome Emma Hellensrainer e familiare alla grande maggioranza degli abitanti di Villabassa, ma indagando ulteriormente, si scopre ehe Ia memoria non va al di Ia di qualche episodio della sua vita frequentemente citato, come per esempio I' aneddoto della cartolina postale spedita da Oltreoceano e recante come destinatario "Frau Emma in Europa, Autriche", che si dice giunse regolarmente a destinazione. Per molto tempo, Villabassa fu l'ultimo paese prima del bivio per Cortina d'Ampezzo (Dobbiaco Nuova, all' epoca, non esisteva ancora). Nel 1467 Villabassa divenne stazione di diboscamento, e i commercianti in transito vi passavano la notte. Apartire dal 1754, l'abitato ricevette un grande impulso dal collegamento postale Vienna-Mantova, e dopo il 1833, anno in cui fu ultimata Ia strada di Ampezzo, il transito
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erebbe ulteriormente. Villabassa divenne stazione di pedaggio, e nacque I' esigenza di creare alloggi per controllori, spedizionieri e altri funzionari pubblici. Ad attirare forestieri contribuivano inoltre le sorgenti di acqua termale situate in prossimità del paese (Weiherbad, Bad Maistatt). Nel 1853, al servizio di Costruzione diligenza delle Poste si aggiunse un'impresa di trasporto privata. Ne fu precursore proprio il marito di Emma, Joseph Hellenstainer. Egli affiancò al suo allevamento di cavalli un servizio di trasporro in carrozza, chefunzionava pressapoco come un autobus e con ogni corsa poteva trasportare fino a quattordici persone. La ferrovia (Ia tratta Fortezza- Villach) fu inaugurata nel 1871), che col tempo prese il posto delle carrozze private, consenti il potenziamento del trasporto di persone, incrementando cosi anche il turismo
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a Villabassa. Oltre ai mercanti e commereianti che passavano per Villabassa, nel paese apparve una nuova categoria di turisti. Si trattava di persone desiderose di riposarsi in un'ambiente alpino, inizialmente provenienti dall'lmpero austroungarico, successivamente anche dall estero.
di un sesto senso per il benessere dei clienti? In ogni modo, questa donna aveva un grande carisma, altre ad una spiccata sensibilità per le esigenze degli ospiti. E furono proprio i turisti ehe venivano a fare le eure termali a Maistatt a diffondere elogi e apprezzamenti per Emma.
In questo, Frau Emma ebbe un ruolo di precursora. All' eta di 25 anni, giunse a Villabassa, al fianco del marito Joseph Hellenstainer, discendente di una famiglia in vista e descritto come un bell'uomo dai modi accativanti, per gestire insieme a lui l' albergo "Schwarzer Adler", ereditato da uno zio scapolo. La birreria di Dobbiaco, che Emma aveva gestito da sola prima del matrimonio, fu venduta.
L`alpinismo, nato negli anni trenta del I9° secolo, ebbe un ruolo decisivo per il turismo pusterese. Molti scalatori in cerca di avventure in alta quota si stabilivano a Villabassa. Ancora una volta, Frau Emma dimostro il suo spirito pionieristico: capì ben presto che l'alpinismo poteva attirare nuovi clienti. Poco dopo la fondazione del Club alpino tedesco, a Villabassa nacque una sezione locale. E la prima donna ad iscriversi fu proprio Frau Emma, pronta a dare il suo appoggio anche a questa nuova forma di turismo.
Una serie di persone rispettabili, sia di fuoriche del posto, si recavano tutte le sere allo "Schwarzer Adler" per bere un bicchiere di vino. Seduti attorno ad un tavolo, questi personaggi chiacchieravano del più e del meno. Quando arrivava ladiligenza, e cioe tre volte alla settimana, si venivano a sapere i fatti successi fuori dal paese. A volte Ia padrona di casa prendeva in mano la chitarra, e si intonavano i vecchi canti tirolesi.
Nel I883, dopo aver lasciato la direzione dello "Schwarzer Adler" nelle mani del figlio Eduard, Emma si trasferi a Merano, dove la figlia Josephine e il figlio Hermann, entrambi non sposati, avevano preso in gestione la pensione Stadt München. D' estate, Emma spesso e volentieri tornava a Villabassa, ma il suo luogo preferito era il lago di Braies, dove il figlio Eduard aveva fatto costruire l´Hotel Lago di Braies.
Di tanto in tanto, allo "Schwarzer Adler" si teneva un ballo. L'occasione era l'arrivoin paese di musicisti, quasi sempre provenienri dalla Boemia. Allara in quattro e quattr' otto si trasformava la stube in una sala da ballo, spostando a ridosso delle pareti tavoli, sedie e l'arcolaio, e si ballava e ci si divertiva fino a notte fonda. Nel 1844 nacque la prima figlia; Emma. La secondogenita, Mariechen, venne al mondo nel 1845, nel 1847 segui Josefine e nel 1850 Leopoldine, che mori bambina. All' era di due anni, precipito dalla finestra della stanza dei bambini che ospitava la culla di Luischen, nata soltanto due settimane prima. Successivamente diede alla luce due maschi, Eduard e Hermann. Emma aveva fama di grande lavoratrice e si dice che ci sapeva fare con i forestieri, per cui l`albergo divenne presto famoso. Si trattava forse
» Mariska Brunner Studium der Geschichte und Germanistik an der Universität Innsbruck Lehrperson am Sozialwissenschaftlichen Gymnasium Bruneck
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» Dalla mitica locomotiva a vapore alla trazione elettrica sulla splendida „Val Pusteria“ « Questa importante linea internazionale, anche se a semplice binario, venne ultimata il giorno 15 novembre 1871 e con largo anticipo sul termine del contratto. Era inserita nel grande progetto del 1869 da Villach al capolinea Bressanone. In seguito venne spostata più a nord cioè a Fortezza, per alcune serie esigenze tecniche e di traffico. Ha subito poi modifiche, causa lo smembramento dell’impero Austroungarico, conseguente all’’esito della guerra mondiale, 1915-1918, e col trattato di Saint Germain del 10 settembre 1919, il tratto da Prato Drava a Fortezza di km 71 passò subito alle Ferrovie dello Stato Italiane. Dopo la fine della seconda guerra, nell’accordo firmato a Parigi fra Italia e Austria, il 5 settembre 1946, fu prevista l’istituzione di copie di treni fra Innsbruck e Lienz (km 182), chiamati “Korridorzüge o transito facilitato”, e composto da materiale
e personale austriaco, senza fermate per servizio viaggiatori nel territorio italiano. Ora, dopo molto tempo e con diverse richieste, si sono ottenute agevolazioni e permettendo così il completo utilizzo anche su questo tratto. Questa tipica ferrovia di fondovalle ha pendenze, per mille, da 5–7 15 e 20 e con altitudini da m 747 di Fortezza a m 1210 di Dobbiaco, spartiacque tra i fiumi Drava e Rienza. Le locomotive a vapore erano dei gruppi: 740-741 e per poco la 685, la quale era chiamata la “regina” delle locomotive italiane e svolgevano il più che lodevole servizio, trainando treni merci e viaggiatori, composti questo da varie carrozze, vagone postale e bagagliaio per trasporto collettame e che necessitavano più delle volte di doppia trazione o di spinta. Nel periodo invernale ed estivo, circolavano carrozze da Roma Termini, da Milano e per qualche tempo fra Pisa-Genova e Lienz, ed
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un periodo il treno Vienna-Merano, il Dolomiten-Express MünchenLienz, nonché i treni invernali di agenzie dalla Germania e dal Belgio, come l’Alpen-See-Express e lo Ski Express da Bruxelles. C’erano molte varie corse locali effettuate con locomotori Diesel e automotori Breda e nell’anno 1975 vide la fine della trazione a vapore sulla Val Pusteria. Invece sul versante austriaco viaggiavano locomotori Diesel già da fine anni cinquanta. Molto fiorente e continua era l’importazione di svariate merci e che la stazione di confine e doganale ha, già dai suoi albori ha egregiamente soddisfatto, sia le esigenze locali, turistiche e commerciali, e che poi con i noti accordi internazionali U.E. 1985 sulle liberalizzazioni dei trasporti merci prima e delle persone dopo questa grande attività commerciale e per cosi dire, cessata. Riferendosi alle esportazioni verso l’Austria e paesi dell’est è sempre stata scarsa. Grandi festeggiamenti e con locomotive infiorate si sono svolte per il centenario della ferrovia pusterese il 15 settembre 1971, ed anche nell’anno 1996 per il 125 anni. La Val Pusteria ha vissuto il giorno 27 maggio 1989 nella stazione di San Candido la grande giornata dei cambiamenti con la cerimonia di inaugurazione della sua elettrificazione con discorsi, musica, folclore locale e i due rispettivi treni elettrici italiani e austriaci. Questo radicale cambiamento ha portato vantaggi sulla sicurezza, soppressione di molti passaggi a livello, nuovo binario, ampliamento delle cinque gallerie e sistemazione di numerosi ponti, centralizzazione degli apparati di controllo e una buona economia di gestione. Ci sono nuovi treni, nuove stazioni, sottopassi, pensiline, corse condensate, ecc. La vivacità e la potenzialità a livello regionale di questa linea che è di 64,5 km e poi tra l’altro proiettata nel futuro, offre oltre a “Trenitalia” nuovi convogli S.A.D. bitensione, chiamati “Flirt” molto spaziosi, climatizzati, colorati e confortevoli. Pure le ferrovie austriache, ÖBB, non sono da meno e per alcune corse fra San Candido e Lienz si servono di treni moderni, chiamati “Talent” e con capienza di 200 posti.
Visto ora il grande incremento dell’uso della bicicletta, sia per scopi turistici, famigliari o per diletto e poi con le molteplici possibilità di piste ciclabili nei vari itinerari alpini di questa splendida valle verde, esiste l’utilizzo anche del treno e a tale scopo ad ogni convoglio sono aggiunti degli attrezzati vagoni, trasporto biciclette. Per il tratto italiano c’e lo auguriamo quanto prima. Un’altra speranza per la stazione di San Candido, già punto di scambio di doppia tensione aerea, e che poi è stata felicemente superata, nelle prove tecniche da alcuni treni SAD e locomotori ÖBB, veda la sua indispensabile e urgente sistemazione. Da ricordare che nel periodo bellico mondiale e negli anni 1944 e 1945 causa bombardamenti aerei la stazione e lo scalo merci di San Candido subirono gravi danni, così come il ponte sul fiume Rienza a Perca ed anche Villabassa. A conclusione, sebbene questi mezzi di trazione, chiamati anche vaponiere abbiano cessato l’attività , non dimentichiamoci quanto sono stati necessari e poi quanta cronaca e lunga storia; naturalmente sempre con l’apporto unito e sacrificio dell’attivo fattore umano.
» Lino Postal
Lino Postal
Classe 1923, di origine trentina, ex-ferroviere, autodidatta, reduce seconda guerra
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„Moing, Moing!!“ mi accoglie Hubert Pfeifhofer quando arrivo al vecchio „Schuster-Hof“ in Val Fiscalina. Meglio conosciuto dai locali come „Lady“, da un po’ di tempo abita il vecchio maso da solo; prima ci vivevano anche i suoi genitori. E qui ha anche il suo “studio”. Diverse stanze sono diventati i suoi spazi di lavoro: in sala da pranzo, sulla stufa, ci sono varie stoffe, e sul grande tavolo sta tagliando alcuni abiti per la prossima sfilata. In un’altra stanza troviamo tre macchine da cucire: qui si assemblano i vari pezzi. Tutto normale? Lady non è però “normale”: non certo il suo nome, non lui, e neppure la sua storia. E’ proprio per questo che vado a trovarlo.
» L’abito fa il monaco «
M. Pfeifhofer
Dal designer e sarto “Sir Lady Eisenhover"
Hubert Pfeifhofer è „Sir Lady Eisenhover“. Il nome è certo un po’ insolito, ma corrisponde al tipo. In paese, e non solo, Lady è una persona che si abbiglia in maniera stravagante, un tipo cosmopolita, estremamente piacevole. Sulla sua homepage, della sua età e della sua filosofia come designer rivela quanto segue: “ ho ¼ di 181 anni e cerco di dare all’umanità un nuovo aspetto. Il mio stile vuole essere un contributo”. In realtà, la sua formazione è quella di fabbro, e la vita che racconta non è sempre stata semplice; secondogenito cresciuto presso il Schusterhof di Sesto, terminata
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la scuola dell’obbligo viene avviato alla formazione come fabbro. E da qui deriva il „Eisenhover“ associato al suo nome d’arte. Il “Lady” è stato poi aggiunto dai locali per via degli abiti stravaganti, mentre il “Sir” serve a specificare che non si tratta di uno “dell’altra sponda”, come spiega Hubert ridendo. Gli amici lo chiamano semplicemente “Lady”. E’ però molto orgoglioso del suo nome per intero: „Sir Lady Eisenhover“, tanto che lo ha fatto brevettare. Su tutti i suoi capi compare naturalmente il suo “marchio”. Ma torniamo alla sua vicenda. La sua vita è cambiata bruscamente già da giovane,
a seguito di un brutto incidente con una Vespa 125. Da allora, lo accompagnano violente emicranie, che gli rendono difficile concentrarsi. Per lui non è facile tenere a mente. Per fortuna ha mantenuto tutto il suo senso dell’umorismo e il suo atteggiamento positivo nei confronti della vita e della gente. E questo nonostante questa sensazione sorda e martellante nella testa. Il periodo successivo all’incidente è stato molto difficile. Una volta ripresosi dal trauma cranico e cerebrale, Lady ha dovuto reimparare tutto: a parlare, a camminare, a leggere e a scrivere. Era in grado di ricordarsi solamente pochi avvenimenti particolari della sua vita, il resto era come scomparso. Ciononostante, riesce a riprendere la sua attività di fabbro, anche se con grande difficoltà. Lady è però determinato a farcela! In quel periodo, molti presunti amici mostrano il loro vero volto, diversamente da „Marco the Highlander“, l’ex compagno di scuola di Bressanone, con cui Lady continua a intrattenere buoni rapporti. I due amici amano il “punk”, e anche i numerosi tatuaggi sul corpo di Lady sono risultato del lavoro di Highlander. Così, ad esempio, una grande rappresentazione di Chenresi, la divinità protettrice del Tibet, decora la sua schiena. Un ulteriore dettaglio importante: cresciuto in un contesto e nell’ambito di una società profondamente cristiana, Lady tende a identificarsi più con le concezioni del buddhismo. Una religione in cui la responsabilità del singolo prevale rispetto a quanto prescritto dalla divinità, dove l’essere umano apprende, migliora, e rinasce per continuare ad imparare e a migliorare. “E io devo imparare ogni giorno, ogni giorno di nuovo”, dice Lady assorto. Con il tempo, l’attività di fabbro diventa insostenibile, fino a che Lady ha un crollo sul posto di lavoro e
deve venire ricoverato. Dopo molte visite mediche e diagnosi, viene infine dichiarato invalido civile. E’ quindi con una certa angoscia che guarda al suo futuro. Ma la sua passione ancora celata per la moda gli indica la strada giusta. Il primo luogo di formazione è la Scuola Professionale di Teodone, dove Lady apprende i rudimenti del cucito e realizza un frack e un kilt. Lady ha poi occasione di affinare le sue capacità presso il presidente dei sarti su misura dell’Alto Adige, Richard Vill, dove avrà l’opportunità di imparare molto. Il maestro gli offre inoltre la possibilità di frequentare i corsi di design di Merano, dove si iscriverà alla Scuola professionale di Abbigliamento e
Moda. Le lezioni teoriche gli procureranno spesso problemi di cefalea, ragion per cui si dedicherà soprattutto alle lezioni pratiche. Accanto alla formazione, si dedica con grande impegno ad organizzare una sfilata di moda a Merano, nell’ambito della quale dà prova di grande talento e capacità. Dall’individuazione delle modelle, delle truccatrici, degli hairstilyst, fino alla pubblicità, alla location e alla realizzazione dei singoli capi, Lady si occupa personalmente di tutto, cercando di individuare eventuali ausili. Così, nel 2006 Sir Lady organizza la sua prima sfilata presso la Kunsthaus Café di Merano. Un successo! Nel 2007 segue un’altra edizione, che gli anni dopo si ripete in altre località dell’Alto Adige. Come descrivere il suo stile? Tutti i suoi pezzi sono comunque pezzi esclusivi, realizzati con un accurato lavoro manuale. Lady utilizza materiali e colori diversi, anche se a dominare è il nero. “Nero è il colore dell’amore “dice Lady “ mentre il rosso è il colore della provocazione. “ Tutti i suoi pantaloni maschili hanno infatti cuciture di colore rosso. Particolari, non convenzionali, asimmetrici, molto nudo, pazzi, con un tocco di punk e un certo fascino da “Highlander”, un po’ fuori dai ranghi, provocatori. Per alti e bassi, magri e corpulenti, giovani e meno giovani: in breve, tutt’altro che convenzionale e noioso. La sua moda è così. E in essa si rispecchia la sua personalità. Nella moda si è realizzato. Tanto che si dà da fare senza sosta per la prossima sfilata. Lady si accomiata con un “om” buddista, e a me non resta che riflettere sulle tante cose che mi ha rivelato. Ha spesso parlato della “fortuna” nella vita, di cui nonostante il suo infelice stato di salute ha goduto, … un personaggio senza dubbio fuori del comune.
» Martina Pfeifhofer (Sesto) interessata a tutto ciò che ha a che fare con il movimento e lo sport, ne ha fatto la sua professione studiando ad Innsbruck Scienza dello sport. L’Alta Pusteria, dove vive, è il luogo ideale sia in estate che in inverno per praticare varie attività sportive outdoor.
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» Il sapore dell’Alta Pusteria « Canederli e spaghetti
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I ristoranti, rifugi e le baite dell’Alta Pusteria offrono piatti tipici e specialità mediterranee.
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Si cucina con amore e passione, e lo si sente! Sulla tavola arrivano prelibatezze come Schlutzkrapfen e pasta, pizza, canederli, pesce e selvaggina, Kaiserschmarrn (omelette spezzata), tiramisù, Buchteln e tante altre prelibatezze che deliziano palato e animo! Fino a 70 anni fa, la cucina dell’Alta Pusteria era caratterizzata da tipici piatti altoatesini. La popolazione era povera, e la maggior parte delle famiglie viveva di quanto prodotto in proprio. Sulla tavola arrivava quindi quello che dava il maso: carne dei propri animali da cortile, latte e prodotti caseari (ad esempio la cosiddetta “Schotte”, la ricotta), pane fatto in casa (il cosiddetto “Breatl”), verdura dell’orto e uova delle proprie galline. Di negozi ce n’erano pochi, e comunque con un assortimento assai limitato. Piatti come il pesce, la pizza o la pasta erano praticamente sconosciuti. La varietà del cibo era contenuta; la carne si mangiava raramente, più volte alla settimana comparivano sulla tavola i canederli, nelle loro diverse varianti (di magro, allo speck o agli spinaci), ma anche la polenta, gli Schlutzkrapfen, (una sorta di tortelloni con ripieno di spinaci o di patate), la mosa al latte o dolci fritti come i “Niggilan”. I bambini amavano molto i dolci, come il Kaiserschmarrn (omlette spezzata), i "Buchteln", il riso cotto nel latte e le omlette con i mirtilli rossi. La
cucina mediterranea iniziò progressivamente a fare la sua comparsa in Alta Pusteria con l’arrivo dei primi turisti italiani. Alla popolazione locale piacquero i piatti italiani, e così cibi come la pizza, la pasta, il pesce, le varie insalate e zuppe, nonché i dolci tipici della tradizione, sono entrati a far parte dell’alimentazione di tutti i giorni. Ed è proprio questo mix di cucina tirolese e del sud che rende la Val Pusteria così interessante per gli amanti del buon cibo. Qui, ognuno può trovare il piatto che più gli aggrada, e la buona cucina fa parte della vacanza proprio come il panorama e la cordialità della gente. Così, dopo una giornata trascorsa sulle piste da sci si può pregustare dei canederli allo "Speck" appena fatti con il gulasch, oppure un bel
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La Pusteria, verde vallata nella zona orientale dell’Alto Adige, è un crogiolo di due culture, da cui nasce una molteplicità di tradizioni e cibi diversi. Qui, i piatti tipici dei contadini di montagna incontrano la leggera cucina mediterranea italiana.
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Breatl:
è il tipico pane fatto in casa dell’Alto Adige, con farina di segala e pasta acida e aromatizzato con finocchio, cumino e trigonella.
Sexta Sippl: (la zuppa di Sesto) un tempo, come in tante altre piccole località, anche a Sesto la popolazione era povera. San Candido era invece un comune sede di mercato, e come tale in rapporto “più benestante”. Per tale ragione, i giorni di mercato a San Candido si offriva agli abitanti di Sesto una semplice zuppa di carne con l’uovo. Una tradizione che è stata recentemente ripresa. Nei ristoranti e nei rifugi che hanno aderito al progetto denominato “Sexta Sippl” viene servita una zuppa particolare, secondo le usanze locali. Niggilan: krapfen fritti Buchteln: pasta lievitata con ripieno di marmellata, servita con crema alla vaniglia. Un consiglio: il tutto è ancora più delizioso se accompagnato da un bicchiere di latte tiepido.
» Katharina Prenn Si interessa di lingue, fotografia e cultura. Attualmente frequenta il Liceo Pedagogico di Brunico.
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Consigli: Ristorante dell’orso HHHH PVia P. P. Rainer 2 I-39038 San Candido Tel. 0474 913 115 info@orsohotel.it www.orsohotel.it Ristorante Jagdstube Hotel Edelweiss Braies di Fuori, 65 I-39030 Braies Tel. +39 0474 748 664 office@hoteledelweiss.info www.hoteledelweiss.info
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piatto di zuppa d’orzo. Dopo un’escursione nel paesaggio ammantato di neve, deliziarsi in buona compagnia con degli Strauben, le tipiche frittelle dolci, è ormai quasi un must. Ci si riscalda, si apprezza il buon cibo e ci si racconta la giornata. Da non disdegnare, comunque, le paste sempre “al dente”, da riscoprire e gustare ogni volta diverse con i loro mille sughi, o la pizza croccante, cotta in un forno a legna. Chi alla fine avesse ancora voglia di qualcosa di dolce, può assaggiare un tiramisù, che vale sempre un peccato di gola, come il panettone, la panna cotta e le deliziose crostate. Si troveranno anche altri tipici piatti italiani, come le lasagne, i cannelloni, gli gnocchi e i tortellini. Assolutamente da provare sono anche i gustosi risotti, le saporite salsicce e la tenera fiorentina! Prendetevi tutto il tempo necessario per assaporare le tante prelibatezze della varia “cucina pusterese”!
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Il nuovo Museo del Patrimonio Naturale dell’Umanità di San Candido
DoloMythos da Natale a Pasqua DoloMythos, il più grande Museo sulle Dolomiti, nel centro di San Candido, si offre ancora una volta al meglio. Si comincia già a dicembre, con una „caccia al tesoro“ di pietre preziose e le più belle leggende delle Dolomiti, presentate in vetrinette come dei piccoli presepi. E, naturalmente, c’è anche un grande mercatino di Natale con tutto l’artigianato locale. Per tutto l’inverno si tiene la bella mostra sui dinosauri che hanno popolato le Dolomiti milioni di anni fa. E per i giovani cercatori di tesori, a Pasqua ci sarà la caccia alle uova dei dinosauri, nel mondo sotterraneo tra le rocce delle Dolomiti e gli animali selvatici. Naturalmente, ci si potrà portare a casa il frutto delle scoperte! www.dolomythos.com
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» Siamo sempre alla ricerca di colori e forme autentici: il bruno della cannella e il rosso delle fragole, il verde del prezzemolo fresco e le nuvolette di vapore che si alzano dall’acqua che ribolle. Come cuoco, nel mio ristorante di Dobbiaco cerco sempre di deliziare i miei ospiti offrendo loro la gioia del palato e degli occhi. Determinante per me è stata la mia formazione, gli anni che ho trascorso in Francia. Là dove ho imparato a portare nei miei piatti la semplicità della Costa Azzurra e la gioia di vivere della gente, con ingredienti che prendo principalmente dal territorio e porto sulla tavola il più autentici possibile. Adesso sono ritornato là da dove ero partito per conoscere il vasto mondo. Il mio lavoro mi ha insegnato che i buoni prodotti non hanno bisogno di essere tanto elaborati, se li si prepara e li si serve con rispetto. Semplice, si potrebbe pensare. Ma in fondo poi non tanto semplice! « Chris Oberhammer
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» Bauerngeröstel con insalata di cappucci allo speck « per 4 persone
Ingredienti del Bauerngeröstel: 400 g di carne di manzo lessa
Il rifugio Gigante Baranci … presso la stazione a monte della seggiovia a quattro posti del Monte Baranci a San Candido, è conosciuto per le sue eccellenti specialità sudtirolesi. Lo chef Günther raccomanda un tipico Bauerngeröstel con insalata di cappucci allo speck vi illustra questa delizia. La ricetta a seguire spiega come preparare il “Pusterer Bauerngeröstel “ considerato il cibo preferito dalle cucina locale tradizionale. Rifugio Gigante Baranci Stazione a monte della seggiovia Baranci (1.499 m) www.sextnerdolomiten.com
300 g di patate lesse
1 cipolla finemente affettata
Ingredienti dell`insalata di cappucci e Speck: 1 cavolo cappuccio di media grandezza
200 ml di brodo di carne
100 g i Speck
un po’ di olio
sale - pepe
½ foglia di alloro
aceto – olio
½ cucchiaio di maggiorana
cumino
1 cucchiaio di prezzemolo finemente tritato sale - pepe 40 g di burro Preparazione: Tagliare le patate a fette regolari e arrostire dolcemente insieme alle cipolle in un poco di olio. Tagliare la carne di manzo a fettine sottili e unirla alle patate. Aggiungere la foglia di alloro e la maggiorana, salare, pepare, e fare abbrustolire. Aggiungere il brodo di carne. Alla fine, unire il burro e il prezzemolo. Preparazione dell’insalata di cavolo con lo speck: affettare il cavolo cappuccio. Tagliare lo Speck a fettine sottili e farlo abbrustolire leggermente. Sfumare con un po’ di aceto e unire al cavolo. Condire con sale, pepe, cumino, aceto e olio.
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Concorso fotografico estate 2012
"L’escursione più bella in Alta Pusteria"
1° premio
Davide Cogoni
2° premio
Daniele La Paglia
3° premio Davide Bivi
Salire in vetta, percorrere le alte vie, passeggiare sulle sponde dei laghi: in estate, l’Alta Pusteria sa offrire mille possibilità diverse per gite ed escursioni. Era questo il tema del concorso fotografico sull’ultima edizione dell’Almanacco dell’Alta Pusteria. Molti ci hanno inviato le foto delle loro escursioni più belle, e vorremmo ringraziare tutti di cuore. La giuria non ha avuto compito facile nello scegliere la foto vincitrice tra le tante, bellissime inviate. Su questa pagina vi riportiamo quelle che si sono aggiudicate i primi tre posti, ma potrete visionarne un’ampia scelta sul nostro Flickr-Fotostream, al sito www.flickr.com/ photos/altapusteria. Infine, vorremmo esprimere ancora un sincero grazie a tutti i partecipanti. Ci auguriamo che serberete a lungo il ricordo delle vostre escursioni più belle. Anzi, ne siamo certi!
Vincitori estate 2012 Primo premio: un soggiorno di un fine settimana per due persone in Alta Pusteria Secondo premio: una cena per due persone in Alta Pusteria Terzo premio: un regalo a sorpresa dell’Alta Pusteria
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Südtirol Marketing / F. Blickle
Concorso fotografico
» Il mio piatto preferito in Alta Pusteria « L’Alta Pusteria non solo offre esperienze uniche per quanto riguarda la natura e le attività sportive, ma è nota anche per le sue straordinarie specialità culinarie e gastronomiche. Infatti, il nostro concorso fotografico invernale è dedicato ai piaceri del palato: che siano i canederli, gli "Schlutzkrapfen" o la zuppa d’orzo, i dolci, come gli "Strauben" o le frittelle con le mele oppure una tradizionale merenda tirolese, inviateci una foto del vostro piatto preferito dall’Alta Pusteria. Non preoccupatevi se siete indecisi sulla foto da scegliere, viste le numerose tentazioni culinarie che rifugi e ristoranti offrono. Per facilitarvi, sono ammesse tre foto a famiglia.
Regolamento: Sono ammesse al massimo tre foto per famiglia. Partecipando al concorso, il fotografo dà il proprio consenso affinché il Consorzio Turistico Alta Pusteria utilizzi tutte le foto inviate per scopi pubblicitari indicandone l’autore e le pubblichi sull’Almanacco dell’Alta Pusteria. Le foto devono essere state scattate in Alta Pusteria, con l’obbligo di indicare, al momento dell’invio, il nome del locale in cui il piatto è stato servito. La giuria, composta da rappresentanti del Consorzio Turistico, delle singole associazioni turistiche e della redazione della rivista valuterà e premierà le vostre foto.
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Potete inviarle per posta o e-mail (al massimo. 2 MB) al seguente indirizzo: » Consorzio Turistico Alta Pusteria Via Dolomiti 29, I-39034 Dobbiaco e-mail: info@altapusteria.info Inviare entro: 07.04.2013 Buon divertimento!!! Il vostro Consorzio Turistico Alta Pusteria
Suggerimenti da veri intenditor Dopo le vostre vacanze in Alta Pusteria, vi succede di ricordare in modo particolare una cena in un determinato ristorante? Oppure vi piacerebbe che anche altri potessero gustare i dolci deliziosi che avete scoperto in un rifugio? Allora, cosa aspettate? Condividete le vostre esperienze gastronomiche con amici e appassionati dell’Alta Pusteria su www.facebook.com/ Dolomiten Forse troverete anche voi qualche suggerimento prezioso per la vostra prossima vacanza in Alta Pusteria.
PhotoGrünerThomas
Anteprima » estate 2013 «
» Marion Mair » Cari amici dell’Alta Pusteria, Si interessa di musica e cultura. Ama i buoni concerti e i libri. Collabora con la rivista regionale "Puschtra".
M. Santini
l’inverno ha ormai avvolto monti e valli nella sua bianca magnificenza, offrendo innumerevoli occasioni di vivere la natura fino in fondo. Mentre voi ancora vi deliziate sugli sci, lo slittino e le ciaspole, o vi rilassate beati in albergo, io penso già a quello che verrà. Cosa si cela sotto la neve? Cosa vi si proporrà quando la neve inizierà lentamente a sciogliersi? In Alta Pusteria, la natura conosce mille modi di esprimersi, con tante occasioni diverse di sport, divertimento e ricreazione. Come ogni anno, l’edizione estiva dell’Almanacco vi rivelerà il fascino particolare dell’Alta Pusteria in primavera e in estate, con articoli interessanti, consigli da insider e immagini che sanno conquistare. Nella prossima edizione, un accento particolare sarà posto sul tema dell’architettura: vecchio e nuovo, tradizionale e moderno, innovativo e non: qual è il trend dell’architettura in Alta Pusteria? Vi presenteremo alcune chicche architettoniche, vi mostreremo come gli opposti sappiano dialogare, e quanto la tradizione possa essere moderna. Non per da ultimo, potrete conoscere quelle che sono alcune delle professioni tradizionali praticate in Alta Pusteria. Alcuni mestieri della tradizione vengono infatti portati avanti con amore e passione, preservando così un prezioso patrimonio culturale. E il fascino che celano ci sarà disvelato dagli artigiani stessi. “Sostenibilità” è un concetto di grande attualità, e un corretto rapporto con l’ambiente è uno dei temi più sentiti. L’Almanacco nella sua edizione estiva esprime tutta l’importanza di un agire sostenibile. Il numero crescente di agricoltori bio, le iniziative di singoli, le attività di gruppi, l’importanza sempre maggiore della
formazione nelle scuole e un laboratorio di idee sull’ambiente testimoniano quanto l’Alta Pusteria tenga ad un agire in sintonia con l’ambiente. Il tutto, coniugato con quello che di meglio l’Alta Pusteria ha da offrire in estate: escursioni a piedi o in bici, arrampicate, o magari solamente occasioni per assaporare il gusto del momento e rilassarvi. A noi potrete sempre fare riferimento per informazioni, consigli utili e suggerimenti. Non ci resta quindi che augurarvi una vacanza che sappia ritemprarvi e arricchirvi, nella nostra Alta Pusteria ancora imbiancata! «
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brandnamic.com Foto: Simone Ruzzenente
Life can be so sweet... Dolce Vita Alpina Post
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Fam. Wachtler | I-39038 Innichen (BZ), Italy | T. 0039 0474 913133 F. 0039 0474 913635 | info@posthotel.it | www.posthotel.it
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Imboccare la Val di Braies, dopo ca. 600 m svoltare a destra e seguire la strada per altri 400 m.
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