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d e l l ’ A r c i anno IX - n. 12 29 marzo 2011
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Incapaci, cinici e spudorati
Un grande corteo per l’acqua e per la vita
H Quando il corso della storia ha improvvise accelerazioni, servono classi dirigenti all'altezza delle scelte da compiere. Non è così nell'Italia di oggi. Di fronte alle grandi trasformazioni che investono il Mediterraneo, il nostro ruolo è pressoché nullo, mortificato da un governo senza politica estera, oscillante fra l'avventura militare e l'azione diplomatica nel goffo tentativo di trovare un posto a rimorchio dei potenti. E che dire della scandalosa gestione degli sbarchi a Lampedusa? Migliaia di profughi accalcati in condizioni disumane e smistati senza un criterio: chi spedito nei centri d'accoglienza, chi indotto a presentare domanda d'asilo senza alcuna informazione, chi rinchiuso in un centro di detenzione senza poter fare, pur volendolo, richiesta d'asilo. E tutti additati all'opinione pubblica col marchio di clandestini. Lampedusa sta esplodendo, se la situazione non è ancora degenerata lo si deve solo al buon senso e alla generosità degli isolani. Non c'è solo improvvisazione e inefficienza in questa storia, c'è anche la cinica strumentalizzazione del governo. Si potevano smistare subito i profughi nei tanti posti disponibili in accordo coi Comuni della rete Sprar, ma si è preferito esasperare la situazione per poter gridare all'invasione, fare ancora una volta campagna elettorale sulla pelle dei migranti. Noi ribadiamo la nostra proposta: concedere il diritto d'asilo previsto dalla Convenzione di Ginevra, garantire accoglienza a tutti con le misure di protezione temporanea previste dalle direttive europee. Ma il governo ha ben altro da fare, come inventarsi un rimpasto di deleghe per pagare il prezzo di qualche voto in Parlamento. Mentre cresce l'infiltrazione del crimine organizzato in interi settori economici, si nomina ministro un personaggio inquisito per i suoi rapporti con le mafie. Un atto di arroganza ancor più spudorato se gli si assegna proprio l'agricoltura, settore in cui storicamente la mafia ha costruito il suo potere e oggi divenuto simbolo dell'antimafia, grazie alle cooperative che coltivano le terre confiscate. La distanza di questo governo dai cittadini è abissale. Sul nucleare, mentre tutti gli stati rivedono i propri piani energetici, da noi si decide solo un anno di moratoria, giusto il tempo necessario perché gli italiani dimentichino. Ma non sarà così: il grande corteo di sabato scorso dimostra che un nuovo ecologismo sta crescendo anche in Italia e può portare nelle urne di giugno piacevoli sorprese.
UnÊimmagine della manifestazione del 26 marzo a Roma
Nasce il Coordinamento 2 aprile. Un percorso di iniziative in tutta Italia i è costituito nei giorni scorsi il Coordinamento 2 aprile, una cornice unitaria in cui si riconoscono diverse realtà sociali e culturali impegnate per il cessate il fuoco, il sostegno alle rivolte del mondo arabo, l’opposizione ai regimi e alle repressioni in corso, i diritti e la protezione dei migranti. L’obiettivo comune è costruire il massimo di iniziativa diffusa, a partire da sabato prossimo che vedrà un appuntamento a Roma promosso da Emergency con l’adesione di molte organizzazioni, ma anche tante iniziative locali. Di seguito l’appello del Coordinamento. Le persone, le organizzazioni e le associazioni che, in questi giorni, hanno sentito la necessità - attraverso appelli, prese di posizioni e promozione di iniziative - di levare la propria voce contro la guerra e la cultura della guerra, per sostenere le rivoluzioni e le
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lotte per la libertà e la democrazia dei popoli mediterranei e dei paesi arabi, per l'accoglienza e la protezione dei profughi e dei migranti, contro le dittature, i regimi, le occupazioni militari, le repressioni in corso, per il disarmo, un'economia ed una società giusta e sostenibile, chiedono lo stop ai bombardamenti e il cessate il fuoco in Libia, per fermare la guerra, la repressione ed aprire la strada a una soluzione politica coerentemente democratica. Il 2 aprile 2011, sarà una grande giornata di mobilitazione e partecipazione attiva a Roma e in tante piazze d'italia. A partire da quella data ci impegniamo a dar vita a un percorso diffuso sul territorio di mobilitazioni, iniziative, informazione, assemblee, incontri e solidarietà con i movimenti dei paesi arabi. Per adesioni: coordinamento2aprile@gmail.com
Gli auguri dell’Arci a Pietro Ingrao che domani compie 96 anni Un secolo per la democrazia e per il movimento operaio
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Un’intervista ad Alaa Shukrallah, egiziano, attivista per i diritti umani e sociali laa Shukrallah è il presidente dell’Associazione per la salute e lo sviluppo ambientale e del Centro di sostegno allo sviluppo del Cairo. Attivista per i diritti umani e sociali, ha partecipato alla rivolta egiziana e il suo Centro è diventato punto di riferimento per i movimenti giovanili che hanno avuto un ruolo importante nella sollevazione popolare. Sabato scorso era in piazza San Giovanni, a Roma, ed è intervenuto dal palco, raccontando della difficile transizione democratica che sta vivendo il suo paese. Una situazione piena di potenzialità ma non stabilizzata, dove i rischi perché si affermino davvero democrazia e libertà sono ancora alti. Questa l’intervista che ci ha rilasciato.
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Che condizioni hai lasciato in Egitto? C’è ancora disorientamento e instabilità, ma anche molta energia e una forte determinazione da parte delle forze democratiche e dei giovani impegnati a preservare le novità positive ottenute con questa rivoluzione. Siamo consapevoli della necessità di non lasciarla incustodita, di svilupparla a tutti i costi. La paura, anche dell’incolumità fisica, è stata superata, ma sappiamo che ci sono importanti scommesse aperte davanti a noi. L’esercito è ancora nelle strade, compie azioni ‘stupide’ e ingiustificate. Alcuni dei nostri compagni attivisti sono stati arrestati e processati. Hanno avuto condanne chi di tre, altri di cinque anni; ci sono state anche vittime di torture. Sono stati vietati sit in, cortei, mobilitazioni. Chi invita a manifestare può essere
punito con un anno di galera o mezzo milione di ghinè (lira egiziana). Malgrado questo, la popolazione è scesa di nuovo in strada in tante parti del Cairo. C’è la volontà di non tornare alla situazione precedente, a qualunque costo. I lavoratori stanno riunendosi nel loro primo sindacato indipendente, gli studenti si stanno organizzando in comitati, stanno nascendo comitati di quartiere. Al nostro Centro si sono rivolti anche giovani di regioni che non hanno partecipato attivamente alla rivoluzione. Ma ci sono ancora seri problemi da affrontare: dal fondamentalismo alle bande di malviventi che rispondono alla volontà del vecchio regime e della polizia. Sono comunque fiducioso che le forze democratiche e progressiste sbocciate con questa rivoluzione che sta fiorendo ogni giorno, continuino la resistenza per arrivare alla realizzazione di una vera società democratica. È una situazione complicata perché ci sono tante forze in campo che si fronteggiano, ma l’unica strada è continuare a impegnarsi.
Nella prima settimana di mobilitazioni Internet è stato oscurato in Egitto. Come avete reagito? La mancanza di comunicazioni (telefono e internet) non ha avuto effetti negativi sulla crescita del movimento. Al contrario, la gente è stata costretta a uscire di casa per avere informazioni su ciò che accadeva, e questo ha comportato una forte aggregazione popolare.
Si è parlato di ÂRivoluzione di InternetÊ, di una
mobilitazione nata attraverso social network, media, Facebook: cosa ne pensi? I social network hanno svolto un ruolo molto interessante nell’avvio del movimento. Ma in un giorno sono scesi nelle piazze di tante città quasi 10 milioni di egiziani. Se non si contano gli anziani e i bambini, quasi la metà della popolazione. Internet non basta a spiegare un movimento simile.
Venendo allÊItalia, come valuti mobilitazioni di piazza come quelle di oggi? Sono convintissimo che c’è un ruolo comune che possiamo svolgere ed è importante che a entrambi i nostri popoli arrivi il messaggio della condivisione delle rispettive lotte. È stato importante mostrare a tutto il mondo quel che stava accadendo in piazza Tahrir, ma altrettanto importante è stata la solidarietà che ci veniva dai movimenti dell’occidente, per sfatare il luogo comune che gli occidentali sono nostri nemici e bisogna diffidarne. D’altra parte, per quel pezzo di società islamofobica è importantissimo conoscere quel che fa e quali sono le aspirazioni del nostro movimento. Solo a chi ci governa e vuol mantenere lo status quo ha interesse a fomentare pregiudizi e divisioni. Non è un caso se il principale regime dittatoriale dell’area, quello dell’Arabia Saudita, è il più grande amico dell’occidente. Io penso che solo lavorando insieme un altro futuro sia davvero possibile, per noi ma anche per voi.
In Siria e Yemen proseguono le rivolte, tra aperture e violenze dei regimi nche in Siria la piazza consegue una prima vittoria. Mentre scriviamo è arrivata la notizia delle dimissioni del primo ministro, in carica dal 2003, insieme a quelle dell’intero governo. Il presidente Bashar Assad ha accettato la decisione dell'esecutivo, che però rimarrà in carica fino quando non si insedierà il nuovo governo, cosa che secondo fonti ufficiali dovrebbe avvenire entro mercoledì. Negli intenti del regime, la mossa dovrebbe placare le proteste dell’opposizione che, sulla scia delle rivolte nel mondo arabo, da giorni sta dando vita a manifestazioni di piazza in tutto il paese, violentemente represse dalle forze di sicurezza con un
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bilancio di 150 morti. Il regime di Damasco tenta quindi di accelerare il cambiamento per non restare travolto dall'ondata di proteste che però ne chiede la fine. Il presidente Assad ha annunciato la presentazione di un programma di riforme. Intanto i suoi sostenitori stanno riempiendo le piazze della capitale e di altre città minori per una manifestazione di ‘fedeltà alla nazione’. In Yemen, altro paese percorso da proteste represse con grande violenza, il presidente Saleh, al potere da 32 anni, dopo aver dichiarato una sua disponibilità a lasciare il governo ‘con dignità’, pare tornato sui suoi passi. I negoziati con i militari che lo hanno
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abbandonato nei giorni scorsi per schierarsi al fianco dei manifestanti non avrebbero prodotto i risultati sperati. La situazione, precipitata una decina di giorni fa con l’uccisione di 51 persone dopo la preghiera del venerdì da parte delle forze speciali fedeli al regime, resta molto confusa. Lo scoppio di un deposito d’armi che ha provocato più di cento morti viene interpretata come un segnale del caos che un’uscita di scena di Saleh potrebbe innescare. Ma l’opposizione continua a chiederne le dimissioni, sostenendo che le violenze sono fomentate dal regime per spaventare i manifestanti e il mondo sui possibili rischi di un paese che potrebbe diventare incontrollabile.
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L'efficacia della società civile negli interventi di sviluppo: una consultazione nazionale per discuterne
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La consultazione italiana si è focalizzata dapprima sugli 8 principi di Istanbul, definiti durante la prima Assemblea dell'Open Forum. Secondo questi principi le Cso sono efficaci quando: rispettano e promuovono i diritti umani e la giustizia sociale, promuovono i diritti di genere; supportano l'empowerment delle popolazioni; si impegnano a essere trasparenti e responsabili; perseguono la solidarietà ed eque relazioni con i partner locali; condividono e scambiano conoscenze e competenze; si impegnano a realizzare cambiamenti positivi e sostenibili. L'importanza di questi principi, però, non deve fa dimenticare altri aspetti fondamentali. In particolare, le organizzazioni intervenute durante il dibattito hanno manifestato la loro visione comune su alcuni punti: bisogna individuare indicatori che vadano al di là dell'efficacia del progetto e che tengano conto dell'efficacia dei 'processi'; il valore delle organizzazioni della società civile, infatti, risiede anche nel radicamento nei territori e nei rapporti fecondi con i partner e le comunità locali. Un altro punto condiviso è stato quello della diversità delle organizzazioni per dimensio-
ni, scopi, competenze e attività. Una diversità che è una ricchezza e che non deve scontare la penalizzazione di un approccio alla cooperazione che si sta sempre più facendo strada e che predilige il criterio di 'pochi, grandi progetti'. Per un'azione efficace, inoltre, occorre poter contare su maggiori fondi, tema su cui non si può tacere se si vogliono esaminare le condizioni affinché ci sia un enabling environment. È importante inoltre che i governi promuovano spazi per permettere alle organizzazioni di sensibilizzare ai temi della cooperazione e che i governi si impegnino nel perseguire la coerenza delle politiche per lo sviluppo. Info: desilvestri@arci.it
BOLOGNA Promosso dall'Arci di Bologna e dalla Coop adriatica il progetto Asili per la pace in Palestina. È possibile contribuire fino al 31 marzo donando al progetto i punti accumulati con la spesa
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l 24 marzo a Roma le reti italiane delle organizzazioni della società civile Aoi, Cini e Link 2007 hanno organizzato la Giornata nazionale sull'efficacia della società civile: un momento di consultazione per tutte le organizzazioni, utile a far sì che anche l'Italia partecipi al processo internazionale di analisi e revisione dell'efficacia della società civile negli interventi di sviluppo, promosso dall'Open Forum for Cso Development Effectiveness. Tra gli obiettivi dell'iniziativa dell'Open Forum: consentire alle organizzazioni della società civile (Cso) di raggiungere il consenso su un International Cso development effectiveness framework che includa principi, indicatori, linee guida per i meccanismi di accountability e standard minimi per un enabling environment (un ambiente che permetta alla società civile di agire efficacemente); offrire uno spazio in cui le Cso possano discutere le questioni e le sfide rilevanti per il loro operato e le loro relazioni come attori dello sviluppo; promuovere tra i donatori ufficiali, tra i governi e tra altri stakeholder lo sviluppo di un ambiente 'favorevole' alle organizzazioni della società civile.
Campi di lavoro e conoscenza Arci: tra le proposte del 2011 anche Giordania e Marocco ornano i campi di lavoro e conoscenza Arci. Tante le proposte tra cui poter scegliere, per vivere un'esperienza di crescita culturale, di confronto e solidarietà con culture e popoli lontani. I campi promuovono la cooperazione tra i popoli, la costruzione di percorsi di pace, il sostegno ai movimenti di emancipazione sociale e civile. Le mete proposte: Libano, Palestina, Rwanda, Mozambico, Brasile, Colombia, Kosovo e per la prima volta Giordania e Marocco. In Kosovo (dal 30 maggio al 4 giugno), i volontari parteciperanno e collaboreranno alla conduzione di laboratori didattici, di teatro, di arte visiva, di musica. In Libano (dal 1 al 15 luglio) i campisti saranno impegnati in attività con bambini e ragazzi del campo profughi palestinese di Bourj El Barajneh: dal workshop fotografico ai tornei sportivi, dalle attività teatrali e di cucina, alle danze tradizionali. In Marocco (dal 3 al 23 luglio) si organizzeranno attività e momenti di incontro e scambio tra ragazzi italiani e marocchini sul tema 'I giovani in movimento per la democrazia e i diritti umani'; si porteranno avanti lavori di
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sistemazione e allestimento di una casa riservata alle donne della comunità di Ribat El Khair. In Palestina (dal 15 al 24 luglio) i volontari parteciperanno al campo internazionale organizzato da Opgai (Occupied Palestinian and Golan Advocacy Initiative), prendendo parte a incontri tematici con giovani provenienti da diverse località dei Territori Palestinesi occupati e ad attività di rivalutazione di alcune aree. In Brasile (dal 15 al 27 luglio) i volontari, guidati dal fotografo professionista Giulio Di Meo, parteciperanno ad un workshop di fotografia sociale. Attraverseranno la regione mineraria Serra do Carajàs e conosceranno i villaggi, gli accampamenti MST e le comunità che vivono a stretto contatto con le attività della Vale Do Rio Doce, impresa mineraria a livello mondiale che da anni provoca gravissimi danni ambientali. In Giordania (dal 22 al 30 luglio) i volontari saranno coinvolti in attività ricreative per bambini e adulti iracheni rifugiati nelle aree di Hashmi al Shemmal e al Qusur (Est Amman). In Mozambico (dal 24 luglio al 15 agosto) il campo verterà sui temi dell'ecologia e dello sviluppo sostenibile, con incontri di cono-
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scenza con le realtà locali e attività manuali. In Colombia (dal 28 luglio al 10 agosto) si svolgeranno attività di conoscenza e partecipazione a progetti di sviluppo sostenibile, si conosceranno gli spazi di formazione cittadina e partecipazione democratica di Armenia e si prenderà parte a una sessione della Escuela de Liderazgo Democratico di questo municipio. Ancora in Brasile (dal 29 luglio al 13 agosto), a Cigra, i volontari avranno modo di conoscere in prima persona la vita, le rivendicazioni e le attività del Movimento Sem Terra. In Rwanda (dal 1 al 15 agosto) verranno realizzati laboratori ludico-ricreativi per i bambini e i ragazzi che hanno subito traumi a causa del genocidio, si terranno incontri con associazioni di donne che lavorano sul tema della memoria e sulla ricostruzione dell'identità. Infine, si visiterà il Memoriale del Genocidio. Per iscriversi al campo in Mozambico c'è tempo fino al 25 aprile, per quello in Kosovo fino al 2 maggio, per gli altri il termine ultimo per l'iscrizione è il 31 maggio 2011. Per iscriversi è necessario prendere visione del regolamento pubblicato sul sito. Info: www.arciculturaesviluppo.it
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Alcune domande al ministro Maroni sull’accoglienza dei migranti nel nostro Paese accoglienza è ormai diventata nel nostro Paese una vera emergenza democratica. Il governo sta infatti cinicamente giocando sulla pelle dei migranti e delle comunità locali per raccogliere consensi elettorali, ma sta anche dimostrando tutta la propria inadeguatezza ad esercitare il ruolo che gli compete. Lampedusa è stata fatta diventare l'emblema dell'invasione che il centrodestra strumentalmente va paventando, mentre nulla viene fatto per migliorare le condizioni degli abitanti e dei migranti trattenuti in quella che ormai è diventata una grande prigione all'aperto. Attraverso alcune domande indirizzate al ministro Maroni vorremmo provare a far emergere i fatti in tutta la loro gravità. 1) In base a quale criterio sono stati distinti i richiedenti asilo dai migranti irregolari? Ci risulta che a tanti è stato fatto firmare il modulo per l'asilo senza che nemmeno sapessero quel che facevano, mentre ad altri, che lo chiedevano, è stata negata questa possibilità (per esempio in alcuni CIE).
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2) Quanti sono coloro che hanno richiesto asilo e quanti invece hanno ricevuto un provvedimento di espulsione? In che numero e dove sono stati trasportati coloro che sono stati allontanati dall'isola? Da quanto sappiamo le scelte sono state quasi sempre del tutto arbitrarie o affidate al caso. 3) Perché il governo non ha ancora adottato la protezione temporanea per chi fugge dalla Tunisia o da altri paesi nordafricani, status che meglio si adatta a queste persone, previsto dall'articolo 20 del T.U. sull'immigrazione? Perché non è stata aperta una trattativa per la ripartizione dei profughi con gli altri Paesi dell'UE proprio facendo leva sulla Direttiva europea del 2005 che contempla questa forma di protezione? 4) Come mai il Governo scopre solo adesso le navi di linea per trasferire i migranti? Non sarà che l'uso delle navi militari - fra l'altro molto più costoso - evoca con maggiore efficacia il famoso 'esodo biblico'? 5) Come si può pensare di convincere con una mancia di 1500 euro i tunisini a tornarsene a casa dopo che hanno pagato, con
Un documento del Forum tunisino dei diritti economici e sociali Pubblichiamo ampi stralci del documento promosso dal Forum tunisino dei diritti economici e sociali alla vigilia della visita dei ministri degli Esteri e dell'Interno italiani, che si è svolta il 25 marzo scorso. «Abbiamo saputo che i ministri italiani Frattini e Maroni verranno a Tunisi. L'obiettivo della visita è fare pressioni sul governo provvisorio tunisino affinché, da una parte, si adoperi per impedire la partenza di chi vuole emigrare verso i paesi dell'Ue e, dall'altra, accetti il rientro di massa dei migranti tunisini o di altre nazionalità che si trovano a Lampedusa. La Tunisia sta vivendo un momento difficile della sua storia, si sta avviando tra molti problemi verso un regime democratico. Malgrado le difficoltà, ha accolto a partire del 20 febbraio più di 160mila persone provenienti dalla Libia. Ha affrontato questa emergenza contando solo sui propri mezzi, attraverso una campagna di solidarietà attivata soprattutto dai suoi cittadini, senza vittimismi o richieste d'aiuto alla comunità internazionale. Il Forum si rivolge pertanto al governo tunisino con le seguenti raccomandazioni: fermo rifiuto alla richiesta ita-
liana del rimpatrio di massa dei migranti; revoca degli accordi sulle questioni migratorie stipulati dal precedente regime che non prendevano in considerazione i diritti dei cittadini tunisini. Il Forum chiede inoltre al governo italiano: di assumersi le proprie responsabilità verso un paese partner della comunità europea che sta attraversando una fase delicata e di attivare le conseguenti forme di protezione provvisoria per i tunisini espatriati; di trasferire immediatamente i migranti che si trovano a Lampedusa verso altre località in grado di garantire condizioni di vita dignitose e offrendo la protezione prevista dal diritto internazionale; di combattere qualsiasi manifestazione di razzismo; di offrire le facilitazioni necessarie agli esponenti della società civile perché possano contribuire all'accoglienza dei migranti nei posti in cui si trovano. Infine, il Forum chiede a tutta la comunità europea di assumersi le proprie responsabilità nei confronti della Tunisia, paese partner dell'Europa, attualmente in una fase difficile e che, con pochi mezzi, si sta facendo carico dell' emergenza migratoria che proviene dalla Libia».
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enormi sacrifici, più o meno la stessa cifra per arrivare fin qui? 6) Perché allestire costose tendopoli che dovrebbero accogliere i migranti da espellere (maxi CIE last minute) e che diventeranno presto enormi ghetti di nuova denominazione (CAI: centri di accoglienza e identificazione) che nessuna legge prevede? Perché non ricorrere a una diffusa distribuzione sul territorio, più economica e di minore impatto sociale, accogliendo la disponibilità degli enti locali e della rete Sprar? 7) Quali misure sono state previste, nel rispetto della legge e del diritto internazionale, per accogliere i minori sbarcati a Lampedusa e i richiedenti asilo che stanno arrivando? Finora decine di ragazzini sono stati lasciati per strada infischiandosene di tutte le normative. Sarebbe importante avere risposte urgenti a domande che ci piacerebbe anche le opposizioni ponessero al governo, viste le conseguenze negative sulle relazioni sociali e per la nostra democrazia delle scelte adottate sin qui. Info: miraglia@arci.it
La Germania boccia il diritto d’asilo in Italia Lo scorso 9 novembre un giudice del Tar di Darmstadt, capitale dell'Assia, ha bloccato il trasferimento in Italia di un richiedente asilo somalo perché, come cita la sentenza, «emergono dubbi fondati sulla capacità della Repubblica italiana di offrire sufficienti garanzie». Secondo il Regolamento Dublino II infatti sarebbe stata l'Italia, primo paese di approdo del richiedente asilo, lo Stato competente all'esame della domanda. Eppure il giudice tedesco, davanti a un dettagliato report sulle condizioni dei richiedenti e titolari di protezione internazionale in Italia, nel quale è stata documentata la mancanza di alloggi nonché di tutela sociale, sanitaria e legale, ha emesso una sentenza coraggiosa nella quale fa chiaro riferimento alle lacune del sistema asilo italiano soprattutto «in riferimento alla situazione umanitaria nonchè economica, sanitaria e abitativa». Una fotografia amara delle condizioni dei rifugiati in Italia che viene confermata dai drammatici fatti di questi giorni in cui il diritto d'asilo è calpestato dal bisogno di propaganda a fini elettorali. E la condanna inappellabile della Germania non si è fatta attendere. Info: itri@arci.it
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Il futuro dell’Italia deve passare da un investimento significativo nella cultura, nella ricerca e nella scuola
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un gioco al massacro che sollecita egoismi e battaglie corporative. Ma per tornare alle risorse per il sistema cultura lasciateci dire che non siamo per nulla soddisfatti. Non è certo con questo reintegro di risorse che centinaia di piccoli teatri riapriranno, che le sale cinematografiche di città saranno sostenute, che i tanti luoghi della musica dal vivo reggeranno alla crisi. Poiché siamo davvero convinti che il futuro dell'Italia passa da un investimento significativo nei settori della Cultura, della Ricerca, della Scuola, ci aspettiamo molto di più dal Governo. Non sarà facile il lavoro del ministro Galan, considerando che i colleghi dell'attuale maggioranza sanno bene che più cultura e conoscenza sono nemici del consenso televisivo. Ma c'è di più. Vorremmo che il dibattito sulle risorse per sostenere la cultura tenesse conto anche dello stato penoso in cui versano la maggior parte dei bilanci di enti locali e regioni. Sappiamo bene quanto la situazione sia difficile e pericolosa. Non vorremmo che qualcuno pensasse che basta salvare una fondazione lirico sinfonica per animare il tessuto culturale diffuso di un territorio. Senza quest'ultimo, anche la prima soccombereb-
be per assenza di interesse e di pubblico. Per non parlare del sostegno alle forme sperimentali, innovative, contemporanee della creazione artistica che rappresentano il futuro e che spesso vivono di relazioni e scambio con esperienze simili in Europa e nel mondo. Festival, rassegne, produzioni hanno bisogno di sostegno e promozione che oggi non sono all'ordine del giorno. Proprio per questo è necessario che l'ampio fronte che si è mobilitato negli ultimi mesi continui a pretendere un cambio di paradigma nelle politiche pubbliche per la cultura e la conoscenza di questo Paese. È in gioco l'idea di futuro dei nostri territori e delle nostre comunità. Info: testini@arci.it
ROMA Per il 96° compleanno di Pietro Ingrao il 30 marzo alle 18 in via IV novembre 119, sala Di Liegro, sarà presentata la sua ultima opera Indignarsi non basta. L’autore interverrà in video
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l 24 marzo, il giorno prima dello sciopero generale dei lavoratori dello spettacolo e della tre giorni di mobilitazione per la cultura e lo spettacolo, viene nominato il nuovo Ministro per i Beni e le Attività Culturali, il già ministro per l'Agricoltura e governatore veneto Gancarlo Galan. La nomina ha avuto in dote alcuni provvedimenti che segnano una vittoria importante delle mobilitazioni del mondo dello spettacolo e della cultura: il reintegro del Fus ai livelli (bassi) previsti nel 2009, l'eliminazione della gabella sui biglietti del cinema, una manciata di milioni per la tutela del patrimonio culturale per tamponare il disastro di Pompei e similari. La brutta notizia, già ampiamente commentata da stampa e politica, è la terrificante associazione tra l'aumento del costo della benzina e l'aumento di risorse per la cultura. Come se ad ogni voce di spesa pubblica dovessimo associare la categoria economica che viene tassata per giustificarne la sostenibilità: per le spese della missione in Libia tassiamo gli agricoltori, per coprire il costo della doppia tornata elettorale aumentiamo le tasse per le piccole e medie imprese. Un gioco a dir poco pericoloso che mette tutti contro tutti, in
A Padova artisti a A Reggio Emilia il workshop su sostegno della cultura Dialogo interculturale e diversità culturali Settanta artisti padovani inpegnati in performance e spettacoli nelle piazze del centro cittadino e, in conclusione, in una simbolica installazione vivente: si può riassumere così la giornata di mobilitazione a sostegno della cultura che si è svolta a Padova domenica 27 marzo, Giornata mondiale del Teatro. Scopo dell’iniziativa, patrocinata dall’Assessorato alle politiche culturali del Comune di Padova, è stato portare la cultura in mezzo alla gente per sottolinearne il suo essere bene comune. «Il reintegro del Fondo unico per lo spettacolo, ottenuto tramite il rincaro della benzina come annunciato dal governo, non ci rende affatto tranquilli - ha spiegato il comitato promotore così facendo il governo grava peraltro sui cittadini, mentre sarebbe assai più giusto e opportuno tagliare gli ampi e numerosi sprechi della politica. Chiediamo ai cittadini di unirsi a noi. Perchè non è una battaglia per noi soli, ma per un diritto da tutelare e un patrimonio da proteggere insieme». Momento culmine della giornata è stato la realizzazione del ‘mascheramento urbano’, una grande ragnatela a simboleggiare la ‘trappola’ in cui si trovano oggi tanti artisti.
Lo scorso 25 marzo, presso il circolo Arci Sergio Stranieri di Reggio Emilia, si è svolto il workshop su Dialogo interculturale e diversità culturali: un incontro nato dall'obiettivo che l'associazione si è data, dopo il congresso di Chianciano, di costruire su questi argomenti una riflessione più strutturata e trasversale ai settori di lavoro. Sebbene diverse attività quotidiane dell'Arci attraversino concretamente il tema dell'intercultura, manca una riflessione condivisa su ciò che le pratiche interculturali implicano, e su quanto siamo coscienti che intercultura sia sinonimo di trasformazione reciproca, esperienza comune, sguardo e spazio condiviso. Il seminario, che nella sessione pomeridiana ci ha offerto la possibilità di confrontare tra noi le diverse sfumature che diamo all'intercultura, base essenziale per pensare insieme un seminario di approfondimento nel giugno prossimo, ci ha permesso anche di conoscere due esperienza diverse ma molto significative; una più ancorata al livello locale quale l'esperienza di Reggio Emilia, città appartenente al network delle Intercultural Cities, e pertanto la
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storia, le pratiche, le azioni , gli atti concreti declinati per esempio in termini di riqualificazione urbana, animazione sociale e culturale, che le permettono di riconoscersi in questo ambito; dall'altro un'esperienza internazionale come quella di Chris Torch vissuta prima all'interno dell'associazione svedese Intercult, poi con la Piattaforma per l'Europa Interculturale. Torch ha sottolineato la necessità di avere una strategia per far crescere il ruolo del dialogo interculturale che comunque, come sottolinea anche il libro bianco del Consiglio d'Europa, «non può essere prescritto per legge». Torch ha ribadito quanto pesino, nel non riuscire a rendere diffuso un approccio interculturale, la crisi della democrazia, della partecipazione, della cittadinanza, e come la competenza interculturale nasca innanzitutto da una disponibilità a capire l'altro, dalla capacità di sentire ciò che l'altro sente, dalla voglia di costruire qualcosa insieme, partendo da produzioni artistiche che diano un risalto ancora maggiore al legame forte che c'è tra cultura e democrazia. Info: bucca@arci.it
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Tram mob ‘8 marzo sull’8’. Un articolo di Flaminia Graziadei, del coordinamento di Maude iniziativa di Maude, movimento delle lavoratrici dello spettacolo, è stata pensata per ricondurre la ‘ricorrenza’ dell’8 Marzo entro un contesto storico-politico. Siamo ripartite dalla storia di cento anni fa, purtroppo terribilmente attuale: 146 donne, fra cui 39 italiane, morte nell’incendio dell’industria tessile Triangle a New York, nel marzo 1911. Lavoravano sei giorni a settimana, con turni pesantissimi, rinchiuse nella fabbrica e perquisite all’uscita per controllare che non rubassero pezzi di tessuto. Proprio la chiusura delle porte principali unita all’incuria per i sistemi di sicurezza antincendio, ha causato la morte di molte di loro. In un epoca in cui si rimettono in discussione diritti fondamentali di lavoratrici e lavoratori, in cui il numero delle morti sul lavoro rappresenta un’emergenza, in cui nel decreto mille proroghe passano sotto silenzio le ‘dimissioni in bianco’ per le donne in caso di gravidanza, restituire le testimonianze originali delle sopravvissute al tragico evento di 100 anni fa ci è sembrato il modo più efficace di riportare l’attenzione su queste istanze. Una delle caratteristiche di Maude è di ricercare un linguaggio
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nuovo, più immediato e creativo, come alternativa a quello stereotipato e distante della politica tradizionale. Una modalità di comunicazione in linea con la specificità ‘artistica’ che ci contraddistingue, seppur applicata alla partecipazione politica e sociale. Abbiamo scelto quindi di andare noi sul territorio, unendo comunicazione a ‘suggestione’ in una performance ritagliata ad hoc. Da qui l’idea di quello che abbiamo ribattezzato ‘Tram-Mob’, ovvero un’iniziativa d’impatto, che giungesse inaspettata in uno spazio quotidiano come un tram. Ognuna ha curato una parte dell’iniziativa, secondo le proprie competenze: attrici, sceneggiatrici,costumiste e registe hanno interpretato le testimonianze degli atti processuali dell’epoca, li hanno adattati e hanno stilato un breve volantino che spiegasse su cosa verteva l’iniziativa, si sono occupate dei costumi e dell’istallazione di immagini della tragedia unite a quelle di lavoratrici di tutte le epoche in tutto il mondo, che completavano l’evento. Abbiamo scelto il percorso del Tram 8 da Trastevere a Piazza Argentina. Quella linea raccoglie un’umanità così variegata che ci consentiva di raggiungere uno spettro
Gli italiani riscoprono cinema e teatro. Il Rapporto di Federculture Nonostante la caduta degli investimenti pubblici, la flessione delle sponsorizzazioni private e il crollo ‘fisico’ di alcuni siti archeologici, sono incoraggianti i segnali che arrivano dall’ultimo Rapporto Federculture pubblicato nei giorni scorsi. In Italia, nel 2010, la domanda di cultura è aumentata: c’è stato un boom di presenze a teatro (più 13,5%), un aumento di pubblico ai concerti di musica classica (più 5,9%), un picco di vendite dei biglietti per accedere a siti e monumenti statali (più 6,4% di presenze e più 7,5% di incassi). Le visite a Pompei, nonostante i crolli, sono aumentate dell’11,1%. Il settore ha contribuito al Pil per 39,7 miliardi di euro. Eppure, dal fronte degli investimenti, le prospettive non erano buone: dopo mesi di polemiche, la scorsa settimana il governo ha deciso di finanziare il Fondo unico per lo spettacolo con un aumento di tasse sulla benzina, ma l´incertezza sugli investimenti pubblici aveva già trascinato verso il basso quelli privati. Nel 2010 le sponsorizzazioni sono diminuite del 30%, le donazioni del 7, le erogazioni delle fondazioni bancarie del 20,5. Ma la voglia di cultura resiste: l´anno scor-
so le famiglie italiane vi hanno dedicato il 7% della loro spesa totale. Ancora per quanto, si chiede Federculture? Pur tenendo conto della limitatezza delle risorse l´Italia è ferma, a malapena sopravvive, non fa sviluppo. «Il potenziale è enorme commenta Roberto Grossi, presidente della Federazione - quello che manca è un progetto per il paese. Non si fa formazione, non si facilita l´accesso al sapere, non si spende. La Francia l´anno scorso ha investito in cultura 46 euro pro capite, l´Italia 20». Negli ultimi cinque anni i fondi pubblici sono diminuiti del 33%: «In questo settore i capitali privati non possono bastare, sostenerlo con investimenti pubblici significa aumentare le possibilità del paese di farcela. Non basta ripetere che siamo il paese con più siti Unesco, servono politiche attive». Negli ultimi anni non ci sono state e i risultati si sono visti: in un anno l´appeal dell´Italia è precipitato dal sesto al dodicesimo posto del Country Brand Index 2010, classifica mondiale che registra l´attrattività di un paese. Nel World Economic Forum 2010, che valuta la competitività in campo culturale, siamo 48esimi, ultimi in Europa.
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ampio di pubblico…e di reazioni. Così è stato. Una delle cose più interessanti è stato osservare come gli inconsapevoli spettatori reagivano a quanto stava succedendo: qualcuno infastidito, molti interessati, per arrivare alla commozione, ai ringraziamenti e perfino agli applausi, insieme a un po’ di stupore per il lungo filo rosso che, sorretto da alcune di noi, attraversava in lunghezza l’intero tram con il suo carico di immagini a volte drammatiche a volte colorate. Così l’8 marzo 2011, una piccola folla di artiste, simpatizzanti di Maude e passanti che si raccoglievano via via, ha percorso più volte in entrambe le direzioni la linea dell’8, lasciando dietro di sé un breve ma importante momento di riflessione. I progetti di Maude intanto continuano: un censimento dell’occupazione femminile nell’audiovisivo; la realizzazione di un film documentario collettivo per raccontare come vivono oggi le donne in Italia. La realizzazione di un reportage sul panorama delle associazioni femminili che operano sul territorio. Info: maude.lavoratricispettacolo@gmail.com
Nuovamente condannato il Miur I giudici bacchettano di nuovo il Ministero dell’istruzione guidato da Mariastella Gelmini: alcuni giorni fa, il Tribunale del Lavoro di Genova lo ha condannato a risarcire 15 docenti precari con 30mila euro ciascuno per la loro mancata stabilizzazione dopo anni di contratti a tempo determinato. Il ministero ha già annunciato che farà ricorso. Intanto, da La Spezia, arriva un’altra sentenza negativa secondo cui il Miur ha avuto una condotta ‘discriminatoria’: a causa dei tagli sono state ridotte le ore di sostegno a un ragazzo disabile di un istituto superiore cittadino. Il giudice ha condannato il ministero a ripristinare quanto tolto e a pagare le spese processuali. Ma, denuncia la Fish, «il ministero non sta dando esecuzione al provvedimento, e anzi ha dato disposizione di non eseguirlo». Questa non è la prima sentenza a favore di uno studente diversamente abile. Il 26 febbraio 2010 la Consulta ha dichiarato illegittimo il principio per cui si può stabilire un limite al personale di sostegno. La Gelmini ha dovuto adeguarsi aumentando i docenti. Quale sarà la prossima condanna per il Miur?
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Il 26 marzo un fiume in piena ha attraversato la capitale per dare il via alla campagna referendaria n fiume in piena. Metafora scontata ma inevitabile per definire con poche parole lo straordinario corteo che sabato 26 marzo ha invaso le strade di Roma, lanciando la campagna referendaria che dovrà convincere la maggioranza dei cittadini italiani a recarsi alle urne il 12 e 13 giugno e a votare 2 Sì per l'acqua pubblica e 1 Sì contro il nucleare. Il popolo dell'acqua, troppo spesso oscurato dai media, ha mostrato sabato tutta la sua vitalità e i suoi colori, in una manifestazione che questa volta i principali quotidiani e telegiornali non hanno potuto ignorare. Dietro agli striscioni d'apertura e alla folta rappresentanza di sindaci e amministratori locali, un lunghissimo spezzone punteggiato
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LAZIO Nuova deroga alla Regione in materia di arsenico: fino al 31 dicembre 2012, al Lazio è consentita la concentrazione massima della sostanza di 20 microgrammi per litro nell’acqua destinata a uso potabile
di cappellini a forma di rubinetto, gocce e parrucche blu, cartelli ironici e arrabbiati: le attiviste e gli attivisti che in questi anni si sono riconosciuti e riuniti nei comitati territoriali per l'acqua bene comune. Nel mare di bandiere blu con il logo ‘2 Sì per l'Acqua Bene Comune’ distribuite lungo tutto il corteo, erano visibili i colori di quell'ampio schieramento sociale che si è andato aggregando intorno al Forum dei Movimenti per l'Acqua: bandiere di associazioni ambientaliste e sindacali, striscioni dei movimenti sociali e degli studenti...in poche parole le mille realtà che hanno fatto propria la lotta contro la privatizzazione dell'acqua, come paradigma della difesa dei diritti fondamentali di tutti noi. Il corteo di sabato è stato infatti anche il risultato di un percorso includente, che ha incrociato la battaglia contro la mercificazione dell'acqua con quella contro il ritorno del nucleare in Italia, resa ancor più tragicamente attuale dagli eventi in corso in Giappone. Un percorso nel quale hanno trovato una naturale collocazione anche le istanze pacifiste: sempre e comunque legate alla salvaguardia dei diritti primari e ai valori di solida-
rietà nei quali il principio dell'acqua bene comune affonda le proprie radici. Lo ha ricordato bene Alaa Shukrallah, attivista egiziano per i diritti sociali e la difesa ambientale, che ha sottolineato come le rivendicazioni che animano la ‘primavera araba’ siano legate alla comune battaglia contro le politiche privatiste europee, e come una nostra vittoria possa fare la differenza anche per i nostri vicini del Mediterraneo. Dalla piazza di sabato è quindi partito un grido che risuona come una promessa: le politiche privatiste e la mercificazione dei beni comuni si possono sconfiggere con un'ampia partecipazione dal basso. La partecipazione che, fin dall'inizio, caratterizza il ‘nuovo soggetto politico’, come lo definisce Padre Alex Zanotelli, che ha saputo imporre all'agenda politica il tema della gestione dei beni comuni, parlando con la voce di migliaia di cittadine e cittadini che fanno opera di sensibilizzazione quotidiana nei mercati, nelle stazioni, nelle strade...e che da oggi saranno visibili con le migliaia di bandiere dell'acqua che fioriranno sulle finestre e i balconi d'Italia. Info: www.referendumacqua.it
Fukushima: a rischio l’intero ecosistema marino e danni che dureranno anni alla catena alimentare l’acqua la principale minaccia che viene adesso dalla centrale di Fukushima. Liquido altamente radioattivo è stato trovato in un tunnel sotterraneo per la manutenzione del reattore 2, per la prima volta quindi all’esterno degli edifici che ospitano le barre di combustibile. Un fluido micidiale, con un livello di radiazioni pari a 1.000 millisievert l’ora, e che ora potrebbe finire in mare. Il tunnel termina infatti ad appena 55 metri dalla costa, una distanza che rende concreta la possibilità di uno sversamento diretto del liquido contaminato nell’oceano, con conseguenze drammatiche per l’intero ecosistema marino. Secondo i tecnici al momento non esistono prove che l’acqua radioattiva sia finita in mare, ma l’elevata quantità di particelle atomiche registrata nei giorni scorsi nella zona rende l’ipotesi probabile. L’Agenzia per la sicurezza nucleare nipponica ha infatti precisato che nei pressi dei reattori 1 e 4, quelli maggiormente danneggiati, i livelli di iodio 131 sarebbero 2.000 volte superiori al normale. Mentre il governo ha riconosciuto che la concentrazione radioattiva nell’acqua fuoriuscita dal secondo reattore è probabilmen-
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te dovuta a una parziale fusione delle barre di combustibile. Una fusione temporanea, secondo il governo, ma l’aumento della radioattività ha reso estremamente complicate le operazioni nell’area. Un problema che aggiunge ulteriore criticità a una situazione già difficile, visto che il raffreddamento dei reattori è considerata una priorità da tutti gli esperti. Infatti, se non si riduce la temperatura, esiste il rischio che la massa incandescente del nocciolo possa perforare prima la parete del reattore e poi quella del containment. Nel caso in cui questo cedesse, i rilasci in atmosfera e nell’ecosistema non sarebbero più limitati a gas e sostanze radioattive leggere come xenon, iodio e cesio, ma riguarderebbero anche sostanze più pesanti, compreso il plutonio. Finora i tecnici non sono riusciti a verificare lo stato dell’involucro di contenimento del reattore, che si sospetta danneggiato, ma già nei giorni scorsi erano stati registrati valori allarmanti per il liquido all’interno del reattore 2. Un altro problema pressante è quello delle piscine di stoccaggio delle barre di combustibile, che non si trovano all’interno del containment. Secondo gli esperti, le strutture
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che ospitano queste barre sono state danneggiate dalle esplosioni e attualmente non esiste più una barriera tra queste e l’ambiente circostante. Gli elementi a bagno nelle piscine devono restare sempre coperti dall’acqua, altrimenti si fondono e rilasciano nell’ambiente circostante il loro contenuto di uranio, plutonio e altre scorie. Per questo occorre assicurare sufficiente alimentazione di acqua, in modo da compensare l’evaporazione dovuta al calore sprigionato dalle barre. Nel contempo però il liquido non deve essere troppo, perché altrimenti trabocca dalle piscine e si riversa nell’edifico. E se gli elementi adagiati nelle vasche del reattore 3 e 4 sono danneggiati, come sembra, allora quell’acqua è altamente radioattiva. Intanto, tracce di plutonio sono state rilevate in cinque diverse aree intorno alla centrale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità denuncia l’impatto che le radiazioni avranno sulla catena alimentare, avendo contaminato alimenti e bacini idrici. Il problema, secondo l’Oms, è molto più grave di quanto si pensava e i prodotti contaminati potrebbero aver raggiunto altri paesi.
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In Germania una sentenza storica sui detenuti. L’Italia resta in coda nella difesa dei diritti umani
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qualche modo definito una gerarchia di valori a cui un Paese civile deve attenersi: si antepone il rispetto della dignità umana a quello della sicurezza. Penso che giuristi e filosofi del diritto avranno di che scrivere e commentare riguardo a questo pronunciamento. Noi, più modestamente, vorremmo ancora far notare come nella difesa dei diritti umani l'Italia è in coda all'intera Europa. Lo dimostra il numero e la portata delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo pronunciate l'anno scorso (ma anche andando indietro negli anni il risultato non cambia) in applicazione della Convenzione sottoscritta a Roma dai Paesi fondatori di quella che solo tanti anni dopo sarebbe diventata l'Unione europea, e che ad oggi è firmata da ben 47 Stati. Ebbene, tra quelle subite da quasi tutti i contraenti (in pratica solo la Danimarca è indenne), le sentenze a dis-favore dell'Italia, con relativa condanna mai solo simbolica, sono ben 95 su 98. Precedono il nostro paese solo la Turchia (con 278 sentenze, e figuriamoci: è una delle ragioni delle molte riserve all'ammissione nell'Ue), la Russia (217), la Romania (143), l'Ucraina (109), la
Polonia (107), la Bulgaria e la Grecia, rispettivamente con 81 e 56. A molte lunghezze ci sono, tra le grandi nazioni, la Francia (42) e la Germania (36). Il nostro sistema penale e penitenziario è spesso accusato di buonismo ed eccessivo perdonismo, descritto come debole, lacunoso ed incapace di assicurare un giusta e certa punizione a chi ha commesso dei reati. I dati dimostrano che invece è diventato sempre più severo, tra i più duri d'Europa. Negli ultimi 20 anni, infatti, a fronte di un aumento di poco superiore al 10% del numero dei reati denunciati all'autorità giudiziaria, la popolazione detenuta in carcere è passata da 29.133 a 67.615 persone, un aumento del 130%. Info: uda@arci.it
ROMA Il 6 aprile alle 15 presso l’Università Roma Tre, in via Ostiense, si terrà Dei diritti e delle pene, una conferenza sulla situazione carceraria in Italia. Interviene Riccardo Arena, conduttore della trasmissione Radio Carcere
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a Corte Costituzionale tedesca, con una sentenza storica, obbliga le autorità penitenziarie del Paese a rilasciare un detenuto qualora non siano in grado di assicurare una prigionia rispettosa dei diritti umani fondamentali. La notizia si commenta da sola, anzi, varrebbe la pena di incorniciarla così. Ma qualcosa ci spinge ad andare a fondo. Diciamo innanzitutto che la Germania non ha dovuto prendere questa decisione spinta dall'emergenza e dalla necessità: infatti le carceri tedesche hanno un tasso di affollamento inferiore al 90%, vale a dire che ci sono più posti letto che detenuti (vogliamo qui solo ricordare che nel nostro Paese lo stesso indicatore sfiora il 150%!). Inoltre con questa sentenza si riportano elementi di responsabilità in capo allo Stato: se un Paese non è in grado di esercitare il suo potere precipuo di coazione e di garantire una custodia e delle condizioni di privazione delle libertà che siano rispettose e compatibili con i diritti umani fondamentali, questo stesso potere non è applicabile, cioè uno Stato non può sanare l'illegalità con uno strumento altrettanto illegale. Infine la Corte Costituzionale tedesca ha in
Ragazzi dentro, il A Genova un convegno sulle carceri e Rapporto di Antigone l’esperienza dello Sportello Informativo È stato presentato la scorsa settimana alla Camera Ragazzi dentro, il Rapporto di Antigone sugli Istituti di pena per minori. E se non sono i numeri ad allarmare (al 23 marzo 2011 si contavano 426 detenuti tra i 14 e i 18 anni, un numero in media con gli ultimi 10 anni), è il sistema che non è a misura di minore. Due detenuti su tre sono in attesa di giudizio, la maggior parte sono stranieri, spesso rom (arrestati soprattutto al centro-nord), gli italiani provengono quasi tutti dalle periferie delle grandi città del sud, le ragazze sono in prevalenza straniere (nel 2009, 28 su 34). Gli Istituti sono in alcuni casi vecchi, malmessi o inadatti allo scopo, in parte o del tutto in ristrutturazione. Sono numerosi i trasferimenti di ragazzi in Istituti lontanissimi dal loro luogo d’origine, con conseguenti difficoltà nel mantenere il rapporto con le famiglie. Ancora, c’è il problema della tutela della salute: in molti Istituti sono state segnalate carenze, ma è inaccettabile soprattutto la differenza che si registra tra aree diverse del paese (in Sicilia e Sardegna le Regioni non si stanno facendo carico della domanda di salute dei detenuti).
Modalità di presa in carico e accompagnamento delle persone per un post carcere, questo il tema del convegno organizzato dal Gruppo Carcere del Celivo, di Genova, ai cui lavori partecipa anche Arci Solidarietà. Il convegno - svoltosi venerdì 25 marzo - era articolato in una sessione pubblica, al mattino, e un work shop per addetti ai lavori su Il ruolo e le caratteristiche del volontariato nell'accompagnamento in un quadro di diritti di cittadinanza nel pomeriggio. L'iniziativa, nell'ambito del 2011 anno europeo del Volontariato, ha visto lo scambio di esperienze tra le più attive realtà genovesi e liguri ed alcune associazioni piemontesi, Gruppo Abele, Società San Vincenzo De' Paoli e Associazione Santa Croce. La dimensione europea è stata assicurata dalla partecipazione di George Audibert, dell'Association Nationale des Visiteurs de Prison (Parigi). L'intervento di Sandra Bettio ha illustrato l'esperienza dello Sp.In (Sportello Informativo) a Genova, a cui nel periodo tra gennaio e ottobre 2010 si sono rivolte 119 persone: 70 italiani, di cui 15 donne, e 49 stranieri, di cui 13 donne.
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Molti i dati che meriterebbero essere evidenziati. Tra questi, quello sull'età media: 44 anni per gli italiani a fronte dei 38 anni degli stranieri, con il dato più significativo nella fascia d'età 20/29, in cui registriamo 11 stranieri e 9 italiani. Interessante anche il dato relativo alla provenienza dei cittadini stranieri: il 50% proviene dall'Africa - di cui il 36% dall'Africa Mediterranea - a fronte di una presenza sul territorio che in termini percentuali è pari al 18% dell'intera popolazione straniera. Elemento che sottolinea l'importanza di una rete familiare o amicale alle spalle dei detenuti. Le richieste hanno riguardato soprattutto il lavoro: sono state ben 70, di cui 44 sono state 'girate' al Centro per l'Impiego o altro servizio della Provincia, e 11 ad associazioni. In un caso è stato possibile attivare una borsa lavoro come Sp.In. Le altre richieste hanno riguardato informazioni varie: 30 su sostegno/ascolto, 24 su assistenza legale, 17 su alloggio/dormitorio, 7 su sostegno economico. Piccoli numeri, certo, dietro i quali c'è però un grosso impegno che va sostenuto. Info: alfredo.simone@arciliguria.it
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Parte la campagna dell’Arci per il 5X1000 per sostenere l’attività di promozione sociale e culturale artiamo! La campagna nazionale per la raccolta del 5X1000 è entrata nella sua fase operativa. Nonostante alcune perplessità sullo strumento e sulle modalità di raccolta e nonostante i tentativi del Governo di affossarlo, il 5X1000 rimane oggi - insieme al tesseramento, su cui con un'attenta analisi stiamo lavorando parallelamente - l'unico strumento per recuperare risorse da destinare al nostro lavoro ordinario di promozione sociale dei territori. C'e anche, è vero, la progettazione sociale e culturale che passa attraverso i bandi ed è quindi, per definizione, uno strumento precario e/o straordinario. La difficoltà a reperire risorse adeguate - a causa della crisi economica e delle scelte dell'attuale esecutivo - rischiano di indebolire la nostra
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VENEZIA Il 31 marzo e il 1 aprile la Conferenza europea di apertura dell’Anno internazionale del volontariato con l’incontro su Sussidiarietà e volontariato per l’inclusione sociale
azione associativa e soprattutto la nostra filiera organizzativa, capace di 'tenere insieme' oltre 1.100.000 soci e 5600 circoli in tutta Italia, con storie e peculiarità diverse ma uniti nell'impegno per il bene della propria comunità, attraverso le più diverse iniziative. Siamo infatti impegnati/e a combattere la solitudine delle persone facendole incontrare e provando a farle sentire parte di qualcosa di più grande. Non è retorica, credo. È il nostro lavoro quotidiano. Spesso ci siamo domandati se costruire un progetto di grande respiro, magari umanitario, a 'forte impatto emotivo' e accompagnato da un grande battage comunicativo, fosse l'unico modo per coinvolgere i tantissimi soci e i cittadini. Diverse le risposte ma ogni volta, contestualmente, ci siamo anche chiesti: il nostro impegno quotidiano sul territorio non è un grande progetto di lavoro, una sfida altrettanto dignitosa, coinvolgente e meritevole di essere valorizzata? Crediamo di sì. E crediamo anche che la grande sfida del 5X1000 s'intrecci con un altro tema importante con cui da tempo facciamo i conti: la ricerca di una identità associativa sempre più forte e per così dire 'autodeterminata' in grado di affrontare il nuovo secolo. A
questo proposito illuminante la provocazione di chi, durante una discussione sul 5X1000 in presidenza nazionale, ha detto che se fossimo un partito politico non riceveremmo nemmeno i voti dei nostri iscritti e militanti… Il Fondo di Sviluppo, alimentato dalla raccolta del 5X1000 - quasi interamente dedicato ai territori in modo proporzionale - e la convenzione con le strutture di servizio della Confederazione Italiana Agricoltori sono un pezzo importante di questo lavoro di cui parleremo nei prossimi numeri di Arcireport. Così come la campagna di comunicazione istituzionale. Ma ancora più importante è l'impegno personale e associativo di tutto il gruppo dirigente diffuso. Anche per questo in Consiglio Nazionale abbiamo deciso di individuare un obiettivo minimo per comitati territoriali e regionali di almeno due sottoscrizioni per base associativa. Anche questo è un modo per avere strumenti adeguati per un paese migliore e più giusto. È questo un grande obiettivo? Come si sarebbe detto una volta…ai posteri l'ardua sentenza! Ma nel frattempo mettiamoci al lavoro! Info: walter.massa@arci.it
Gli obiettivi minimi In base agli obiettivi minimi decisi in Consiglio nazionale, ogni base associativa dovrà riuscire a realizzare almeno due sottoscrizioni. Di seguito, la tabella di riepilogo con gli obiettivi individuati per ogni regione. Comitato Piemonte Valle d’Aosta Liguria Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna Marche Toscana Umbria Lazio Campania Abruzzo Molise Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna TOTALI
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Adesioni Obiettivo 580 1.160 3 6 340 680 569 1.138 22 44 198 396 51 102 966 1.932 194 388 1.302 2.604 190 380 133 266 120 240 56 112 6 12 141 282 22 44 84 168 81 162 76 152 5.134
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‘Genova 2011 deve essere un nuovo approdo da cui ripartire’. Le iniziative Arci verso il decennale possibili, sulla democrazia odierna per un'altra economia e un'altra società. Una sfida ambiziosa, che vorremmo aprire a 150 ragazze e ragazzi per quattro mezze giornate, dal 19 al 22 luglio prossimi a Genova e che vedrà impegnate con noi anche altre organizzazioni nazionali e internazionali, come la Fiom, Flare, Legambiente, Uds, Udu, Fair e Movimento Federalista Europeo. Un investimento sul futuro che riparte proprio da Genova, dieci anni dopo quello straordinario movimento di uomini e donne che, come disse Susan George, «è il primo movimento che non chiede niente per se stesso ma molto per l'umanità». In tante e tanti ritorneremo a Genova con il futuro nel cuore. Info: walter.massa@arci.it
ono mesi di intenso lavoro per l'Arci all'interno del percorso verso Genova 2011. Mesi dedicati in particolare a 'mettere insieme' uomini, donne e organizzazioni. Il tutto a distanza di dieci anni da quel tragico luglio 2001. Nel frattempo abbiamo incontrato nuovi compagni di strada, nuove realtà in lotta, nuovi luoghi con cui confrontarci e agire. Dieci anni sono tanti per alcuni versi; forse per altri no. È la quotidianità che ce lo ricorda con durezza se solo pensiamo alla Libia, al Medio Oriente e al Mediterraneo africano in pieno fermento. Molte delle analisi di allora sono diventate purtroppo drammatica realtà. Ma dieci anni possono essere anche pochi; è proprio dei giorni scorsi la sentenza della Corte Europea sulla morte di Carlo Giuliani. Ancora una sentenza difficile da accettare ma non inaspettata. Come non lo sono state le tante delusioni avute in questi anni di indagini, processi e sentenze. Genova 2011, però, deve essere anche un nuovo approdo da cui ripartire. La realtà non consente commemorazioni, ci impone uno sforzo collettivo per guardare avanti, a ciò che sta accadendo nel mondo per riflettere su come questi avvenimenti, geograficamen-
te lontani, siano invece molto vicini e collegati tra loro. Con questo approccio martedì scorso Arci e Cgil hanno promosso una riuscita iniziativa che ha messo insieme tantissime realtà di movimento e organizzazioni sociali. Un passo politicamente importante, che ha sancito una nuova e più ampia alleanza che ci accompagnerà fino al prossimo luglio e anche oltre. Interessanti gli interventi di Giuliano Giuliani e di Vittorio Agnoletto, ma anche quelli 'nuovi' degli studenti dell'Uds, dell'Udu, giovani che nel luglio 2001 hanno vissuto tutta un'altra storia per evidenti questioni anagrafiche. Significative le presenze di Landini della Fiom e di diversi segretari confederali della Cgil che hanno ribadito come il tema della difesa del lavoro sia un pezzo importante delle lotte globali. Le tematiche al centro sono le battaglie di oggi in cui anche la nostra associazione è impegnata: acqua, ambiente, beni comuni, cibo, cultura, democrazia, lavoro, legalità, diritti, pace e molto altro. Arci e Cgil stanno in particolare lavorando ad un appuntamento dedicato agli 'under 35': una scuola estiva per formare i futuri gruppi dirigenti associativi e sindacali, insieme, per riflettere sui modelli di sviluppo
La scuola estiva dal 19 al 22 luglio
La sentenza della Corte europea: l’Italia non ha responsabilità nella morte di Carlo Giuliani
La scuola estiva promossa da Arci e Cgil è rivolta a un massimo di 150 partecipanti, tra ragazze e ragazzi under 35, e innanzitutto ai dirigenti associativi e sindacali di Arci, Cgil, Fiom, Flare, Legambiente, Fair Coop, Movimento Federalista Europeo, Uds e Udu. La scuola si terrà dal 19 al 22 luglio a Genova e impegnerà circa tre o quattro ore al giorno. Il tema generale che affronterà è la democrazia declinata attraverso i possibili modelli di sviluppo con attenzione alla riconversione ecologica dell'economia. Il bando uscirà intorno a fine aprile, inizio maggio e le iscrizioni si chiuderanno ai primi di giugno 2011. Ci si sta adoperando perché ai partecipanti siano riconosciuti crediti formativi. Ogni partecipante contribuirà ai costi di vitto, alloggio e organizzazione generale della scuola. Lo scopo non è quello di farne un evento spot solo per il 2011, ma di dare continuità. Le parole d'ordine che orienteranno il lavoro della scuola saranno: contaminazione, connessione, transizione, contestualizzazione, esperienze concrete, collettivo, trasmissione di saperi, format riproducibile, luogo di convergenza delle pratiche dei territori, workshop, voglia di imparare e costruire.
La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, con sentenza definitiva, ha assolto l'Italia dalle accuse di avere responsabilità nella morte di Carlo Giuliani. La Corte ha dato torto ai familiari su tutti i punti del loro ricorso, compresa la parte che riguarda la conduzione dell'inchiesta sulla morte di Carlo. Si è anche pronunciata per l'assoluzione dell'Italia dall'accusa di non aver organizzato in modo adeguato le operazioni di polizia durante il summit del G8 a Genova. Nella sentenza della Grande Chambre si ripercorre tutta la vicenda confermando la sentenza di primo grado che stabiliva l'assoluzione di Mario Placanica, il carabiniere che sparò a Giuliani in Piazza Alimonda. Invocando l'articolo 2 della Convenzione dei Diritti dell'Uomo, il ricorso dei familiari sosteneva invece che la morte fu causata da un uso eccessivo della forza, che vi erano state carenze nell'organizzazione delle operazioni per mantenere e ripristinare l'ordine pubblico e, infine, che non vi era stata alcuna indagine efficace sulla morte di Carlo. Inoltre, invocando l'articolo 3, si evidenziava l'incapacità di fornire assisten-
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Dal 15 al 17 aprile presso la Cittadella si terrà il seminario nazionale Per la pace e la libertà, i diritti umani e la democrazia organizzato dalla Tavola della pace. Per partecipare è possibile iscriversi fino al 5 aprile 2011
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za immediata al giovane. Infine, ai sensi degli articoli 6 e 13, che l'inchiesta svolta non era stata efficace, e che il governo italiano ha agito in violazione dell'articolo 38, omettendo di fornire informazioni alla Corte o presentando informazioni inesatte. Il ricorso è stato depositato presso la Corte europea dei Diritti dell'Uomo nel 2002 ed è stato dichiarato ricevibile nel 2007. Nella sua sentenza del 25 agosto 2009 la Corte ha ritenuto che non vi era stata alcuna violazione dell'articolo 2 in merito al presunto uso eccessivo della forza, all'obbligo positivo dello Stato di tutelare la vita, nè in materia di obblighi procedurali, e che non vi era stata alcuna violazione dell'articolo 38. La Corte ritenne anche che non fosse necessario esaminare il caso ai sensi degli articoli 3, 6 e 13. Dopo una sospensione, l'udienza si è tenuta il 29 settembre 2010 a Strasburgo. Adesso la sentenza è definitiva. «Continueremo la nostra battaglia per la verità - ha affermato Giuliano Giuliani. L'ultima possibilità per avere un dibattimento processuale è la causa civile che intenteremo contro chi ha sparato».
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Nasce MetroCubo, spazio aperto ai giovani senesi e alle loro produzioni culturali e artistiche etroCubo è un progetto fortemente voluto dall'Arci di Siena e sarà un contenitore per libere espressioni, uno spazio di incontro e produzione culturale per i giovani e gestito dai giovani, attraverso associazioni e gruppi informali». Lo ha detto Serenella Pallecchi, presidente dell'Arci provinciale di Siena, giovedì 24 marzo prima di tagliare il nastro degli spazi recuperati e allestiti in Via Roma 75.
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MAGLIE (LE) Il 31 marzo alle 18 nell'Aula Magna del Liceo Capece ci sarà la presentazione dell'antologia poetica di Pierluigi Mele Ho provato a non somigliarti. Intervengono gli scrittori Antonio Errico e Titti De Simeis e Paola Cillo della Biblioteca di Sarajevo. A seguire, letture dell'autore su musiche di Francesco Negro. L’iniziativa è organizzata dal circolo Biblioteca di Sarajevo
Accanto a lei, Simonetta Pellegrini, assessore provinciale al welfare, in rappresentanza della Provincia di Siena, che ha sostenuto questo progetto, finanziato dalla Regione Toscana nell'ambito dell'Accordo di programma Quadro 2010 sulle politiche giovanili. Presente all'inaugurazione anche Francesco Giannoni, dirigente del settore welfare dell'Arci regionale Toscana. MetroCubo ospiterà la web radio dell'Arci senese, RadioLabo (www.radiolabo.it), già attiva da alcuni mesi grazie all'impegno, volontario di numerosi giovani, e offrirà alla popolazione giovanile di Siena spazi aperti per incontri e laboratori artistici e culturali, dalla pittura al teatro, dalla danza alle arti visive fino alla realizzazione di piccoli eventi culturali, tra cui presentazioni di libri, promossi da associazioni giovanili e gruppi informali. «L'apertura di MetroCubo - ha aggiunto Serenella Pallecchi - è stata possibile grazie all'impegno di tanti volontari e volontarie dell'Arci provinciale che hanno lavorato sul progetto, con il sostegno delle istituzioni. Un grande ringraziamento va a loro, alle associazioni affiliate all'Arci senese e ai
gruppi di giovani che hanno collaborato all'apertura di questi spazi, quali Didee, spazi per l'arte, Motus danza, Straligut Teatro e il Movimento Pansessuale. Un ringraziamento anche al consorzio di cooperative sociali Archè, che ha permesso l’utilizzo di una parte dei locali». «La Provincia - ha aggiunto l'assessore Simonetta Pellegrini - ha sostenuto in maniera convinta questo progetto perché offre ai giovani uno spazio di aggregazione aperto e libero, che sarà gestito direttamente da loro. Le politiche giovanili sono una parte importante del welfare e l'impegno dell'amministrazione provinciale è stato e continuerà a essere forte su questo fronte». La serata si è chiusa con delle performance artistiche organizzate da alcune associazioni culturali, integrando l'esibizione di Motus Danza con la pittura di Alessandro Grazi e degli artisti di Didee, con la promozione delle attività teatrali di Straligut Teatro e con un divertente e coinvolgente gioco organizzato dal Movimento Pansessuale di Siena. Info: www.arcisiena.it
Notizie Brevi Apertura del processo ISERNIA - Il 31 marzo presso il Tribunale di Isernia ci sarà l'udienza di apertura del processo per lÊaggressione al presidente del circolo territoriale, Celeste Caranci, avvenuta circa tre anni fa presso il locale. Intorno alle 2 di notte, a metà gennaio 2008, un giovane noto per la sua militanza nell'estrema destra e sempre vistosamente coperto di simboli nazisti accoltellò Celeste Caranci, che per fortuna non riportò gravi conseguenze, pur rischiando la perforazione di un polmone e la rescissione dell'arteria femorale. Info: www.altromolise.it
Festival Resistente GROSSETO - Anche quest'anno il circolo Festival Resistente promuove due bandi di concorso per stimolare una riflessione su tematiche legate ai valori espressi dalla Resistenza antifascista e dalla Costituzione repubblicana. QuestÊanno il tema selezionato è la scelta: tutti gli artisti sono invitati a confrontarsi con il bando dedicato alle arti visive, intitolato L'Arte di scegliere, e con quello dedicato alla
musica, intitolato Amo assumermi la responsabilità di ciò che canto. Il concorso culminerà in una mostra che si terrà dal 22 al 30 aprile presso il Cassero senese, mentre il concorso musicale, dopo le selezioni del 2 e del 9 aprile che si terranno presso il locale Spazio72, porterà le band finaliste ad esibirsi sul palco del Festival Resistente, in programma dal 22 al 25 aprile sempre nei suggestivi scenari del Cassero. Il 31 marzo è il termine per lÊiscrizione al concorso musicale, lÊ8 aprile per il bando dedicato alle arti visive. Info: bandi@festivalresistente.it
Volontariato experience NOCERA INFERIORE (SA) - Par te lÊiniziativa Volontariato experience: cinema e solidarietà in movimento, che propone la sperimentazione di forme alternative di cinema e teatro per la crescita della cultura del volontariato, promossa dallÊArci Uisp A. Simeon di Nocera Inferiore. LÊevento di apertura si terrà il 30 marzo presso la sala polifunzionale della Galleria Maiorino di Nocera Inferiore con tre istituti scolastici
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secondari della provincia; ci sarà la proiezione di Si può fare di Giulio Manfredonia, presentato da un esper to di didattica cinematografica e preceduto da interventi di rappresentanti istituzionali e delle associazioni moderati dal giornalista Salvatore De Napoli. Info: www.arcinocera191.it
Sguardi indipendenti MIRANDOLA (MO) - Il 31 marzo alle 20.30 si terrà la presentazione ufficiale del circolo cinematografico Italo Pacchioni. In questa occasione, partirà la rassegna Sguardi indipendenti, che proseguirà fino al 21 aprile con delle proiezioni gratuite che si terranno ogni giovedì presso lÊAuditorium Castello dei Pico in piazza Marconi. Per il primo appuntamento ci sarà la proiezione di una serie di cortometraggi dÊautore tratti da All human rights for all. Info: www.arcimodena.org
Workshop di tammurriata VITERBO - Due giorni per imparare le ÂtammurriateÊ, tipiche danze appartenenti all'ampia famiglia della taran-
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tella meridionale, diffuse in Campania. Il seminario, organizzato dal circolo Arci Jesce sole, si svolgerà il 2 e 3 aprile presso la palestra della scuola L. Concetti in via Vetulonia. I primi ricercatori di questa danza trasmetteranno le forme tradizionali di due tipologie diverse del ballo, documentate da loro nei primi anni '80 del secolo scorso, per poi esporre le trasformazioni e le invenzioni avvenute successivamente. Ingresso con tessera Arci. Info: jesce_sole@libero.it
Valzer con Bashir GUSSOLA (CR) - Continua il cineforum I mille volti della pace organizzato dal territoriale Arci Bassa. Lunedì 4 aprile sarà proiettato Valzer con Bashir, un film di animazione che narra della guerra in Libano, dello sterminio di Sabra e Chatila. Sarà presente alla serata Rosita Viola, che racconterà la sua esperienza di volontariato in Palestina, dove con lÊArci si è recata in molte occasioni a portare aiuto e solidarietà. Info: cremona@arci.it
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Assemblee e mobilitazioni a Catania. La città non può tacere sulle scelte scellerate del governo atania si mobilita. Gli eventi incalzano e la società civile, le associazioni, i soggetti politici hanno difficoltà a stare dietro alle emergenze. Nel non - luogo ghettizzante che ha voluto Maroni, dal sarcastico nome Villaggio della solidarietà, a Mineo, arrivano non più e non soltanto richiedenti asilo di tutta Italia, ma stanno adesso confluendo tunisini, eritrei e somali sbarcati in questi giorni. La tensione tra le persone costrette a vivere in un luogo sperduto nella campagna, a 10 chilometri dal centro urbano, dove bisogna fare una fila di due ore per avere mezza bottiglia d'acqua al giorno e un piatto di pasta, cresce. Lunedì un autobus pieno di donne e bambini è partito dal Centro dirigendosi verso Catania, ma le associazioni presenti non hanno potuto sapere per quale destinazione. Arci Catania lo scorso mercoledì durante un presidio ha chiesto ufficialmente l'autorizzazione per entrare all'interno del CARA. La Prefettura non ha ancora risposto. Intanto, stiamo chiedendo la convocazione straordinaria di un Consiglio territoriale in Prefettura assieme a tutti i soggetti presenti in quel tavolo, affinché ci vengano date dalle
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ÿAnche il sindacato di categoria degli agenti di assicurazioni Sna ha confermato che, dal 1994 a oggi, l'incremento nel settore è stato pari, secondo i nostri studi al +186%Ÿ. Un aumento ingiustificabile che MC, Federconsumatori e Adusbef denunciano da tempo. Lo Sna punta l'indice anche contro l'abbandono delle aree meridionali: la stima è di 5mila agenzie a rischio chiusura in tutta Italia. Anche questo è stato denunciato più volte dalle associazioni che lo ritengono un atteggiamento vergognoso e inaccettabile, oltretutto in un settore che detiene il record delle tariffe più alte a livello internazionale. Queste ultime sono aumentate, nel 2010, del 18%, e quest'anno si iniziano a registrare ulteriori incrementi pari al 12%.
Salute. Campagna ‘Equivalente’ I farmaci equivalenti oggi rappresentano una risorsa per i cittadini. Sono infatti prodotti di qualità a un prezzo contenuto, alleggeriscono la spesa della famiglia, ma anche del Sistema sanitario nazionale. Rappresentano, in sostanza, una scelta di salute consapevole e informata. Per favorire la creazione di una corretta cultura della salute, Teva Italia e
Movimento Consumatori hanno istituito la campagna educazionale Equivalente - conosci e scegli i farmaci equivalenti. Il calendario prevede incontri in tutt'Italia, durante i quali medici e operatori sanitari, oltre a far conoscere i farmaci generici, daranno consigli sulle problematiche di salute più diffuse.
Banche. No alla commissione per prelievi allo sportello La decisione di molte banche di applicare una commissione fino a tre euro per prelievi di contante allo sportello, ha suscitato polemiche. A seguito delle proteste sollevate, nei giorni scorsi l'ABI ha ÿraccomandatoŸ alle banche di mantenere a disposizione della clientela ÿalmeno una tipologia di conto corrente per cui non sia prevista la commissione per i prelieviŸ. MC ritiene che tale raccomandazione, oltre che inefficace, possa essere controproducente sul piano della trasparenza nei rapporti tra banche e consumatori se, come è verosimile, le banche decideranno di esonerare dalla commissione i conti correnti utilizzati da chi ha un alto numero di movimentazioni, la commissione di tre euro rimarrà a carico di chi esegue le operazioni allo sportello.
diali Global Hawks dell'US Air Force, gli aerei senza pilota che decollano a pochi km dal terzo aeroporto italiano per traffico passeggeri (Catania - Fontanarossa). La città non può tacere. Chiedendo il sostegno e la presenza di quante più persone possibili, in una partecipata assemblea è stata convocata per il 3 aprile una lunga giornata di mobilitazione: alle 9.30 ci sarà un presidio a Sigonella, poi alle 11.30 si sposterà davanti al CARA per un presidio che diventi anche incontro con i migranti per dar loro sostegno e per continuare a raccogliere le loro storie sulla ‘accoglienza’ che ricevono dentro la struttura. Nel pomeriggio tutte le realtà antirazziste regionali prenderanno parte ad un'assemblea dove si discuterà sul da farsi in una situazione che diventa sempre più scottante e insostenibile. Ne è prova l'ulteriore decisione del Governo di creare due centri - pare definiti Cai - a Caltanissetta e Trapani. Info: mariagiovannaitalia@yahoo.it
Hanno collaborato a questo numero Veronica Becchi, Federico Bernini, Anna Bucca, Silvia De Silvestri, Flaminia Graziadei, Maria Giovanna Italia, Valentina Itri, Walter Massa, Filippo Miraglia, Piero Pacchioli, Simina Savini, Alfredo Simone, Franco Uda In redazione Andreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini Direttore responsabile Emanuele Patti
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Rubricadelmovimentoconsumatori
RC auto. Tariffe proibitive
Istituzioni risposte precise su quanto accade all'interno della struttura. Domenica un presidio voluto dai sindaci ha visto scendere in piazza persone con in mano cartelli che dicevano ‘No ai tunisini’. Gli abitanti di Mineo vengono strumentalizzati dalle forze razziste di destra, per cui diventa sempre più urgente e necessario creare momenti in cui si riesca a spiegare alla gente la follia delle scelte di questo governo prima che derive xenofobe s'impossessino dei cittadini. Nel frattempo, i 71 minori presenti nella nave che la scorsa settimana è approdata sulle coste catanesi sono rimasti rinchiusi in una palestra approntata a centro di identificazione per quattro giorni poiché non si riusciva a trovare spazio nelle comunità d'accoglienza per minori. Questa folle situazione s'intreccia con quella della guerra. La Sicilia è la regione d'Italia maggiormente coinvolta delle scellerate scelte governative di guerra: le basi militari Usa, italiane e Nato di Trapani-Birgi, Sigonella, Augusta, Pantelleria e Niscemi stanno contribuendo direttamente ai bombardamenti. In particolare, da Sigonella, a pochi chilometri da Catania, operano i cacciabombardieri Nato e i mici-
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CAROVANA INTERNAZIONALE ANTIMAFIE / Diari Ventunesima tappa
PONTICELLI (NA), 22 MARZO.
La Carovana Internazionale Antimafie è arrivata a Napoli fermandosi a Ponticelli, ospite di Arcimovie. I carovanieri sono giunti alle 9.30 presso il cinema teatro Pierrot, dove si è svolta una mattinata di cinema per le scuole della rassegna Lo Schermo e le Emozioni, che nel mese di marzo è stata completamente dedicata alla tematica della legalità e dei diritti. Nel pomeriggio la Carovana si è spostata nei due centri Catrin di educativa territoriale che Arcimovie gestisce a Ponticelli, dove ha incontrato ragazzi tra gli 8 e i 16 anni che hanno partecipato alle attività sociali e culturali pomeridiane, per parlare ancora di legalità, diritti e giustizia nella nostra difficile società. Qui la Carovana ha appreso una grande lezione e cioè quanto sia difficile parlare di legalità e diritti a bambini che spesso vivono nella quotidianità, anche familiare, i problemi connessi alla camorra, all'assenza di diritti e di cura della qualità della vita.
Ventiduesima tappa
SALA CONSILINA (SA), 23 MARZO. La Carovana, nel suo tour campano, è arrivata quasi al confine con la Calabria facendo tappa a Sala Consilina, dove l'Arci ha organizzato un incontro con 300 studenti presso il cinema-teatro di Sala. Quello che si è percepito è stato il bisogno di trovare punti di riferimento e stimoli per dedicarsi ad un impegno sociale attivo e partecipato. Spesso si parla dei giovani come il futuro del paese senza pensare quale sia il contenuto della parola giovani e quale fascia sociale identifichi veramente questa parola. Rimaniamo ingessati a pensare al loro futuro quando invece facciamo di tutto per destrutturarlo e minarlo in ogni sua possibile conformazione. Esempi interessanti di associazionismo giovanile dal basso sono rappresentati dal circolo Arci di Avigliano in provincia di Potenza che si occupa di multimedialità e audiovisivi, dall'Arci Aut di Sant'Agata de' Goti, dall'Arci Movie di Ponticelli a Napoli o ancora il circolo Arci Casa 28 di Rionero in Vulture con i quali domenica 20 marzo la carovana ha fatto un presidio della legalità nella piazza principale del paese. Il grande lavoro di questi circoli risulta ancora più sorprendente se si considera i territori e le realtà di quartiere dove operano: carenza di strumenti culturali, carenza delle istituzioni, bassa scolarizzazione, presenza fitta e radicata della camorra, assenza di servizi e povertà diffusa. Queste realtà con le quali la carovana antimafie ha collaborato in uno dei suoi passaggi nel sud Italia rappresentano un modello di riferimento per molti giovani e uno strumento per dare dignità e stimoli alle molte decine di ragazzi il cui presente appare torbido e il futuro neppure immaginato.
Ventitreesima tappa
VASTO, 23 MARZO. ˚ una magnifica giornata di sole e la Carovana Internazionale Antimafie oggi ha fatto tappa a Vasto. Ad una platea numerosissima e attentissima si parla di quei terreni e degli stabili confiscati a Corleone dove ogni anno centinaia di giovani volontari da tutta Italia giungono e sono ospitati, per lavorare e per approfondire le tematiche relative alle mafie. Si parla di cultura della legalità, di impegno civile, sociale e politico. Di società segrete, di riciclaggio, appalti e connivenze mafiose. Ciò che mi sorprende è la partecipazione. Ci sono molte domande, si capisce chiaramente che la mafia oggi non è più quella che spesso viene rappresentata, pastori con la lupara, tanto per intenderci, ma una raffinata organizzazione che si infiltra laddove si muovono grosse quantità di denaro. La mafia può essere intorno a noi e se ci è ÂinvisibileÊ, visibilissimi sono invece i suoi effetti, la cementificazione eccessiva ed ingiustificata delle nostre città, i guasti nella politica, la corruzione, i traffici illegali e il degrado sociale e culturale che ne derivano. Di fronte a tutto ciò occorre non rinunciare al proprio ruolo fondamentale di vedette.
Ventiquattresima tappa
L’AQUILA, 23/24 MARZO. Dopo la Campania, gli Abruzzi con Vasto e poi l'Aquila, una tappa necessaria. Nel pomeriggio è stato organizzato un incontro da Libera e Arci Aquila nella piazza principale, nel centro storico e da poco riaperta. C'è un silenzio assordante e uno spazio vuoto immenso nel centro dell'Aquila, poche persone, molte, moltissime le case ancora piantonate. Cresce una periferia sterminata e vuota di tutto, senza servizi, priva di strategie aggregative, il grosso progetto di ricostruzione a lasciato pezzi per strada, si è dimenticato che una città è fatta di case, di persone, ma anche di relazioni, storie, opportunità di scelta aggregativa. Come sarà tra vent'anni questa città, dove ci siamo dimenticati di ricostruire la socialità? La Carovana nel suo viaggio raccoglie e porta storie, viaggia per i diritti, la giustizia e la democrazia, ma viaggia anche per mettere in connessione associazioni e persone per scoprire quelle realtà e quelle esperienze che in un contesto di difficoltà assumono un valore straordinario.
Venticinquesima tappa
AOSTA, 26 MARZO. Circa cinquanta studenti delle scuole medie Viglino di Villeneuve hanno accolto con gioia l'arrivo dei due camper della Carovana. Attenti, con le facce belle, gli sguardi vivaci e puliti, hanno assimilato il racconto della morte di Michele Fazio; hanno guardato il video realizzato in Sicilia su un bene confiscato alla mafia, rispondendo con entusiasmo che loro la storia di n. 12
29 marzo 2011
Peppino Impastato la conoscevano. Tornare a casa dopo una giornata di Carovana ha per me significato possedere un qualcosa in più, essermi arricchita di un bagaglio culturale, di esperienze, ma soprattutto umano che non può non entrarti nella pelle, nel cuore e nell'anima. Realtà diverse che si incontrano, si conoscono e scoprono di avere tantissime cose in comune, dalla passione per l'antimafia alla capacità, nonostante tutto, di avere ancora gli occhi che brillano per qualcosa in cui si crede, in qualcosa per cui valga ancora la pena andare avanti. Sempre. Comunque.
Ventiseiesima tappa
BARDONECCHIA, RIVOLI, MONCALIERI, 27 MARZO. Alle prime luci dellÊalba scopriamo lÊunica cosa legale che non ci piace: lÊora! Dopo le undici ore di viaggio della notte precedente avremmo preferito dormire più a lungo ma come si dice: Âocchi gonfi eppur bisogna andarÊ. La meta odierna è Bardonecchia e con lÊottimismo dei viaggiatori contiamo di arrivare in tempo: cosa alquanto improbabile se si parte in ritardo e se cÊè un radiatore dispettoso che perde acqua per strada. Acqua dallÊauto e acqua sullÊauto: la primavera sembra sospesa e così arriva la pioggia e poi la nebbia. Arriviamo a destinazione purtroppo alla fine dellÊincontro programmato con Giancarlo Caselli e Margherita Asta. Per fortuna cÊè ancora il capo scout che sta facendo il suo intervento. Qui cÊè un bene confiscato alla Ândrangheta, assegnato allÊAgesci. Dopo i saluti e gli abbracci fra i carovanieri, lÊamministrazione comunale e i tanti presenti, ci rechiamo presso il bene. Lasciamo Bardonecchia, diretti a Rivoli, liceo Darwin. Sotto la pioggia incontriamo i genitori di Vito Scafidi, ucciso dal crollo di un soffitto mentre era a scuola. Ucciso dallÊincuria e da un tradimento. Perché di fiducia tradita si tratta, i ragazzi di tutta Italia, ogni giorno, entrano nelle scuole e si fidano. Ma le scuole in Italia crollano: a Torino, a San Giuliano di Puglia, a LÊAquila. Crollano per un terremoto anche quando non dovrebbero, perché ristrutturate da poco, crollano per un soffio di vento, crollano per la scelta, tutta politica, di risparmiare sui fondi per lÊedilizia scolastica, di fare gare al ribasso. E queste scelte accompagnano il soffio del vento che fa venire giù il soffitto del Darwin o il movimento della terra che trema sotto LÊAquila. A LÊAquila ci hanno consegnato una lettera da destinare alla famiglia di Vito. I giovani genitori sono carichi di lacrime e di dignità, cÊè forza ma anche il timore di non farcela. LÊabbraccio con Margherita Asta, che in un agguato di mafia diretto al Giudice Palermo ha perso, per una tragica fatalità, la mamma e due fratellini, è il senso più bello che si possa dare a questa giornata.