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d e l l ’ A r c i
anno IX - n. 16 26 aprile 2011
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Fuga dalla democrazia
‘Ricordatemi per i miei sogni’
+ Il regime, perché di questo si deve parlare ormai in Italia, ha paura del voto e sta tentando di truccare le carte per sottrarsi al giudizio degli elettori. Solo così si può spiegare l'affannosa ricerca di espedienti per evitare i referendum da parte di un governo ostaggio di lobby affaristiche che non intendono rinunciare al business su acqua e nucleare e di un presidente del consiglio preoccupato solo di sfuggire ai suoi processi. Sanno che perderanno su tutti i quesiti, acqua, nucleare, legittimo impedimento. Non se lo possono permettere e non hanno altra scelta che boicottare il voto: hanno oscurato i referendum censurando l'informazione, hanno impedito l'election day per ostacolare il raggiungimento del quorum. Ma non è servito a niente, la mobilitazione continua a crescere. E allora non resta che ricorrere all'inganno, col repentino e poco credibile ripensamento sul nucleare. Il decreto approvato in Senato è certo un segnale della loro debolezza e della nostra forza, ma anche una trappola. Di fatto prevede una sospensiva, non l'abbandono definitivo del piano nucleare: un depistaggio per evitare il referendum. Infatti, pochi giorni dopo ecco l'annuncio di un'altra leggina per boicottare il quesito sull'acqua, che però anche in questo caso non inciderebbe realmente sui processi che il referendum intende bloccare. Piccole furberie da tre soldi, sufficienti però a gettare fumo negli occhi. Decreti che potrebbero non essere mai convertiti, ma intanto saranno serviti a far saltare il referendum o comunque a screditarlo. Alla fine il vero obbiettivo viene fuori: evitare il quorum sul legittimo impedimento per salvare ancora una volta il presidente del consiglio dalla giustizia. È un attacco di gravità inaudita al diritto di voto. Non è la prima volta che si mette mano a nuove leggi per scongiurare un referendum, ma lo si è sempre fatto cercando ampi consensi in Parlamento, mai in modo così spudorato, con un decreto dell'ultima ora. Sabotando il referendum si prendono gioco di uno strumento chiave di controllo sull'attività legislativa da parte dei cittadini. Del resto, se svuotano il Parlamento, assaltano la magistratura e occupano i media è perché hanno paura che i cittadini siano liberi di scegliere e facciano sentire la propria voce. Vogliono fuggire dai rischi della democrazia. Ecco perché è importante mobilitarci tutti per raggiungere il quorum il 12 giugno. Per l'acqua pubblica, contro il nucleare, per salvare la democrazia.
In migliaia per l’ultimo saluto a Vittorio Arrigoni
Berlusconi cambia idea e arma i bombardieri e parole di Berlusconi sono bolle di sapone. Le bombe italiane che cadranno sulla Libia purtroppo no. Si potrebbe sintetizzare così l’improvviso voltafaccia del Presidente del consiglio che ha detto sì a Obama, dal canto suo ben contento di riuscire a non sporcarsi troppo le mani, come invece toccò a Bush. Perché Berlusconi ha cambiato idea? Diversi possono essere i motivi, ma nemmeno uno rientra nell’applicazione della risoluzione Onu 1973. Per quanto ambigua e contradditoria, quella risoluzione in nessun caso può essere letta come un invito ad azioni di guerra che non proteggono popolazioni inermi, ma casomai sono volte a liquidare Gheddafi, come dimostrano i bombardamenti di questi giorni sul suo quartiere generale. E l’Italia esegue, alla vigilia dell’incontro con Sarkozy
L
sull’immigrazione, dopo cento anni esatti dalla sciagurata avventura coloniale del 1911 nel paese africano. Non si sa se in cambio di qualche immigrato in meno per tacitare la Lega, o addirittura per ingraziarsi il via libera francese alla presidenza di Draghi alla Bce, con cui risollevare le sorti del prestigio nazionale mai caduto così in basso. In ogni caso le sorti della rivolta in quelle zone del mondo, che ora sta subendo una repressione sanguinosa in Siria, c’entrano ben poco. La guerra sostituisce la politica per perseguire obiettivi che neppure possono essere dichiarati tanto sono bassamente strumentali. Ferisce la divisione nel campo del centrosinistra, ove non manca chi plaude alla decisione. Cessate il fuoco, no alla guerra e no a Gheddafi: la parola deve tornare ai popoli e chi, in Italia e nel mondo, lavora per la pace.
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