Arcireport n_16 - 2011

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anno IX - n. 16 26 aprile 2011

www.arci.it report@arci.it

Fuga dalla democrazia

‘Ricordatemi per i miei sogni’

+ Il regime, perché di questo si deve parlare ormai in Italia, ha paura del voto e sta tentando di truccare le carte per sottrarsi al giudizio degli elettori. Solo così si può spiegare l'affannosa ricerca di espedienti per evitare i referendum da parte di un governo ostaggio di lobby affaristiche che non intendono rinunciare al business su acqua e nucleare e di un presidente del consiglio preoccupato solo di sfuggire ai suoi processi. Sanno che perderanno su tutti i quesiti, acqua, nucleare, legittimo impedimento. Non se lo possono permettere e non hanno altra scelta che boicottare il voto: hanno oscurato i referendum censurando l'informazione, hanno impedito l'election day per ostacolare il raggiungimento del quorum. Ma non è servito a niente, la mobilitazione continua a crescere. E allora non resta che ricorrere all'inganno, col repentino e poco credibile ripensamento sul nucleare. Il decreto approvato in Senato è certo un segnale della loro debolezza e della nostra forza, ma anche una trappola. Di fatto prevede una sospensiva, non l'abbandono definitivo del piano nucleare: un depistaggio per evitare il referendum. Infatti, pochi giorni dopo ecco l'annuncio di un'altra leggina per boicottare il quesito sull'acqua, che però anche in questo caso non inciderebbe realmente sui processi che il referendum intende bloccare. Piccole furberie da tre soldi, sufficienti però a gettare fumo negli occhi. Decreti che potrebbero non essere mai convertiti, ma intanto saranno serviti a far saltare il referendum o comunque a screditarlo. Alla fine il vero obbiettivo viene fuori: evitare il quorum sul legittimo impedimento per salvare ancora una volta il presidente del consiglio dalla giustizia. È un attacco di gravità inaudita al diritto di voto. Non è la prima volta che si mette mano a nuove leggi per scongiurare un referendum, ma lo si è sempre fatto cercando ampi consensi in Parlamento, mai in modo così spudorato, con un decreto dell'ultima ora. Sabotando il referendum si prendono gioco di uno strumento chiave di controllo sull'attività legislativa da parte dei cittadini. Del resto, se svuotano il Parlamento, assaltano la magistratura e occupano i media è perché hanno paura che i cittadini siano liberi di scegliere e facciano sentire la propria voce. Vogliono fuggire dai rischi della democrazia. Ecco perché è importante mobilitarci tutti per raggiungere il quorum il 12 giugno. Per l'acqua pubblica, contro il nucleare, per salvare la democrazia.

In migliaia per l’ultimo saluto a Vittorio Arrigoni

Berlusconi cambia idea e arma i bombardieri e parole di Berlusconi sono bolle di sapone. Le bombe italiane che cadranno sulla Libia purtroppo no. Si potrebbe sintetizzare così l’improvviso voltafaccia del Presidente del consiglio che ha detto sì a Obama, dal canto suo ben contento di riuscire a non sporcarsi troppo le mani, come invece toccò a Bush. Perché Berlusconi ha cambiato idea? Diversi possono essere i motivi, ma nemmeno uno rientra nell’applicazione della risoluzione Onu 1973. Per quanto ambigua e contradditoria, quella risoluzione in nessun caso può essere letta come un invito ad azioni di guerra che non proteggono popolazioni inermi, ma casomai sono volte a liquidare Gheddafi, come dimostrano i bombardamenti di questi giorni sul suo quartiere generale. E l’Italia esegue, alla vigilia dell’incontro con Sarkozy

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sull’immigrazione, dopo cento anni esatti dalla sciagurata avventura coloniale del 1911 nel paese africano. Non si sa se in cambio di qualche immigrato in meno per tacitare la Lega, o addirittura per ingraziarsi il via libera francese alla presidenza di Draghi alla Bce, con cui risollevare le sorti del prestigio nazionale mai caduto così in basso. In ogni caso le sorti della rivolta in quelle zone del mondo, che ora sta subendo una repressione sanguinosa in Siria, c’entrano ben poco. La guerra sostituisce la politica per perseguire obiettivi che neppure possono essere dichiarati tanto sono bassamente strumentali. Ferisce la divisione nel campo del centrosinistra, ove non manca chi plaude alla decisione. Cessate il fuoco, no alla guerra e no a Gheddafi: la parola deve tornare ai popoli e chi, in Italia e nel mondo, lavora per la pace.

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‘Per continuare l’impegno di Vittorio dobbiamo far uscire la Palestina dall’isolamento politico’ Un articolo della giornalista Giuliana Sgrena e fosse possibile - e non lo è - fare una classifica degli orrori della morte, sicuramente l'assassinio di Vittorio Arrigoni sarebbe ai primi posti. Essere trucidamente ammazzati dal fanatismo che hai sempre combattuto mettendo a repentaglio la tua vita è veramente la cosa più atroce. Ma con il fanatismo religioso ogni logica scompare, inutile cercare di comprendere che cosa può indurre a compiere un gesto simile: uccidere chi ha lasciato il suo mondo per aiutare il tuo popolo! È la degenerazione della guerra che induce a tanta violenza? Sicuramente, ma questa non può essere una giustificazione né per i palestinesi né per chi li sostiene. E non può servire da alibi a chi li isola. L'isolamento ha contribuito sicuramente alla nascita e al diffondersi di queste cellule salafite jihadiste, perché sul terreno dell'islamismo politico la rincorsa al più puro e più duro non ha confini, e non solo in Palestina.

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L'uccisione di Vittorio è dunque un grido di allarme in un mondo in sommovimento come è quello arabo in questo momento. Per continuare l'impegno di Vittorio dobbiamo togliere la Palestina dall'isolamento non solo economico ma anche politico, rimetterla al centro del dibattito anche di tutti i nostri interlocutori nel mondo arabo. Purtroppo la questione palestinese non è più sotto i riflettori né dell'occidente né degli arabi impegnati nelle loro rivoluzioni, eppure il contagio deve giungere anche in Palestina per liberare nuove forze laiche, democratiche, non violente che possano sconfiggere il fanatismo, la corruzione e l'autoritarismo. Non possiamo certo farlo noi, ma un piccolo contributo lo possiamo dare: coinvolgendo i palestinesi nel dibattito in corso sulle rivoluzioni/rivolte del Mediterraneo. Quel grido di dolore che ci arriva da Gaza con la morte di Vittorio in questo momento deve indurci alla riflessione e all'azione. Non possiamo lasciarci paralizzare dal

dolore e dall'orrore. Il nostro impegno a salvare la rivoluzione tunisina - quella che finora ha fatto più passi in avanti anche se gli ostacoli sono molti - e a sconfiggere la logica di guerra che prevale in Libia può essere di aiuto anche ai palestinesi, per cercare insieme a loro il modo migliore per aiutarli. La primavera araba non può essere l'autunno dei palestinesi, perché questo non avvenga occorre analizzare fino in fondo la realtà in cui stanno vivendo senza nasconderci dietro il velo della solidarietà, necessaria ma non sufficiente. Non possiamo accettare che Vittorio Arrigoni venga ucciso da chi stava aiutando, dobbiamo scoprire le perversioni di una ideologia che certamente fa proseliti fra i più disperati della terra ma che è governata da chi ha interessi ben precisi a sostenere il fanatismo, non solo a Gaza ma anche in Tunisia, in Egitto e negli altri paesi musulmani dove le rivoluzioni hanno avuto un segno non violento e laico, basato sulla rivendicazione dei diritti universali. Un salto nella modernità che minaccia regimi medioevali, che temono la nascita di democrazie nel mondo arabo.

In ricordo di Vittorio Arrigoni le iniziative primaverili della Fondazione dedicata ad Angelo Frammartino

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e iniziative primaverili della Fondazione Angelo Frammartino stanno per entrare nelle loro fase

finale. A partire dal 28 aprile si svolgeranno molteplici eventi che coinvolgeranno in forme diverse le tante ragazze e ragazzi, le istituzioni ed il mondo dell'associazionismo che ci accompagnano ogni giorno nei percorsi di Pace che la Fondazione ha intrapreso fin dalla sua nascita. Giovedì 28 aprile saremo a Roma a Palazzo Valentini per la presentazione delle attività svolte dalla Fondazione durante l'anno e dei lavori realizzati nell'ambito del 3° concorso per Borse di Studio Angelo Frammartino. Mentre eravamo tutti coinvolti nell'organizzazione delle imminenti iniziative, siamo stati sconvolti e turbati dagli accadimenti che si sono susseguiti nei giorni scorsi. Il nostro mare Mediterraneo lambisce terre sempre più teatro di guerre. Dall'Africa al Vicino Oriente. Tante, troppe vittime innocenti di una ingiusta violenza.

Vogliamo esprimere la nostra vicinanza ai familiari e agli amici di Vittorio Arrigoni con poche righe scritte dai ragazzi della Fondazione nelle ore immediatamente successive alla tragica morte. «Fa male. Ci lascia pietrificati, come uno schiaffo che toglie le parole, la violenza ingiusta che ha strappato la vita a Vittorio Arrigoni e ha spezzato la speranza che la sua vita e la sua voce continuavano a tenere viva anche in quel tempio del dolore e dell'orrore che è da troppo tempo la striscia di Gaza. Parole che non abbiamo avuto nemmeno il tempo di trovare in questa fredda notte di primavera in cui la notizia di questa morte rincorreva quella del suo rapimento come i tuoni rincorrono i lampi. Fa male, ed è un sentire al quale non vogliamo sottrarci, perché è l'unico modo che abbiamo per condividere il dolore al quale questa morte costringerà la sua famiglia, i suoi amici, i suoi compagni e tutti quelli che non si arrendono a credere che c'è un destino o una fatalità che costringe alla guerra i bambini, le donne e gli uomini che vivono in quei territori

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devastati. Fa male alla popolazione di Gaza che, come noi, più di noi, è oggi un po' più sola! E sappiamo che ci mancheranno le parole vere con cui riusciva a tradurre il suo sguardo sull'uomo e su noi, su questo Occidente e questa Italia troppo immobili per avere la forza di chiedere PACE! Questo lui ha voluto essere, testimone oculare minuto per minuto, e l'impegno che ci lascia è quello di non volgere mai lo sguardo dall'altra parte. È un testimone che vogliamo raccogliere nel nostro continuare a chiedere subito e per tutti una pace autentica che, prima che il tacere delle armi, è ridare parola a chi non ha più voce, restituire a chi ne è stato privato pane acqua e lavoro! Restituire a noi e agli altri il senso del nostro essere umani è stata la ragione della sua vita, non della sua morte, per questo ricordarlo vuol dire anzitutto rinnovare il nostro impegno, ogni giorno anche quando pare che il senso dell'umanità si perda». Info: www.angeloframmartino.org


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L'esercito siriano assedia Daraa, dove la rivolta assomiglia ormai a una guerra

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lizzante presa di posizione della Francia che chiede misure forti per far cessare l'uso della forza contro la popolazione civile, perché, come ha dichiarato Sarkozy, «la risoluzione dell'Onu sull'intervento in Libia ha segnato una svolta nella politica estera francese, anche se questo non significa che si debba intervenire ovunque nel mondo» (!). Intanto una fonte del governo siriano giustifica l'intervento dell'esercito sostenendo che Daraa si apprestava a diventare un «Emirato islamico comandato da un emiro salafita». Di certo c'è solo che la città è sotto i colpi di mortaio dei tank di Assad e che i cecchini controllano le strade, un assedio che ricorda quanto successe ad Hama nel 1982, quando un'intera città venne rasa al suolo in pochi giorni dall'esercito di Assad padre. Ma perché il cuore della protesta è proprio qui, in questo piccolo centro alla periferia della Siria? Daraa è il 'granaio' del paese, si vive di agricoltura e negli anni è maturato il malcontento contro Damasco che ha fatto pochissimi investimenti, l'acqua scarseggia e la popolazione è cresciuta enormemente per il flusso dei profughi iracheni, ma anche

per le migrazioni interne a causa della siccità che ha colpito le zone dell'Eufrate. Ma i motivi sono anche altri, e fra questi la corruzione che ha raggiunto livelli insopportabili, tanto che il sindaco si è schierato con i suoi concittadini contro il governatore locale a causa delle eccessive ruberie. Una rivolta annunciata, a cui mancava solo una scintilla. A fine febbraio sono stati arrestati venti bambini tra gli 8 e i 10 anni, colpevoli di aver intonato e scritto sui muri slogan contro il regime. Le famiglie hanno protestato, ma non gli è stato concesso nemmeno di visitare i figli in carcere. A quel punto la rivolta è esplosa, la paura ha lasciato il posto alla rabbia. Per fermarla è arrivato l'esercito.

VARESE Il 27 aprile alle 21 Arci Varese presenta Il lato oscuro. Un continente in rivolta tra il mediterraneo e l'equatore. Interverrà Raffaele Masto, di Radio Popolare, moderatore Vittorio Malagutti, de Il fatto quotidiano

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Daraa, il giorno dopo l'operazione militare che ha provocato la morte di almeno 25 oppositori al regime, continua la battaglia strada per strada. Daraa è una piccola cittadina nel sud della Siria. Lì è cominciata la rivolta, che continua ormai ininterrottamente da più di un mese. Quella che sembrava una piccola crepa nella tenuta del potere alauita sta diventando una grande falla e Assad ha inviato l'esercito. Le poche notizie che filtrano raccontano di una zona completamente militarizzata, con spiegamento di carri armati, elicotteri che sorvegliano dai cieli e cecchini che sparano dai tetti. La città è stata isolata, la frontiera con la Giordania chiusa, i giornalisti cacciati, mentre bilancio delle vittime si fa sempre più drammatico. Sono solo i social network a rimandare le poche immagini dell'assedio e gli appelli alle altre città a sollevarsi. Ma la paura e la violenta repressione per ora hanno la meglio sulla solidarietà attiva. Anche da oltreconfine poche voci si sono levate a fianco dei rivoltosi. Ieri l'amministrazione Obama ha dichiarato di valutare sanzioni mirate contro il regime baathista, mentre è di oggi la poco tranquil-

La guerra in Libia ha fatto la prima vittima italiana: la nostra Costituzione Pubblichiamo un articolo di Michele Ainis, docente di Istituzioni di Diritto Pubblico all’università Roma3 a guerra in Libia ha fatto la prima vittima italiana: la nostra vecchia Carta. L’articolo 11 è quanto mai eloquente: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Quel verbo non fu scelto a caso. All’Assemblea costituente qualcuno avrebbe voluto scrivere «condanna» la guerra, qualcun altro «rinuncia». No, dissero i più: perché la condanna esprime una valenza etica piuttosto che giuridica, e perché si può rinunciare all’esercizio di un diritto, ma non esiste il diritto d’aggredire il prossimo. C’è solo il diritto di resistere alle aggressioni altrui, e infatti i commentari della Costituzione sono univoci: l’unica guerra ammessa è quella difensiva, quando il nemico ti entra in casa. E allora come la mettiamo se l’esercito italiano preme il grilletto oltre confine? Dagli anni ’80 in poi l’ha fatto in mezzo mondo: il Libano, la Somalia, l’Iraq, la

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Bosnia, il Kosovo, l’Afghanistan, ora la Libia. E in tutti questi casi è stata ingaggiata una disputa sulla parola, anziché sulla cosa. Non guerra, bensì intervento umanitario. Non offesa alla libertà degli altri popoli, bensì soccorso armato per la loro libertà. Non avventura militare, bensì presidio dei diritti umani, strumento di pace e di giustizia. Rispolverando in ultimo il motto di Aristotele: «Facciamo la guerra per poter vivere in pace». Ma al contempo incorrendo in almeno quattro paradossi. Primo: i diritti umani, come dice per l’appunto la parola, spettano all’intera umanità. Ma l’umanità ha mai spedito truppe per difenderli in Cecenia o in Tibet? No, perché russi e cinesi hanno l’atomica. E dunque in nome della realpolitik ne neghiamo il valore universale, trasformando i diritti in privilegi. Secondo: se invece fosse possibile imporli con le armi senza alcuna eccezione, il mondo diventerebbe un’enorme polveriera. Sicché celebreremmo i funerali del

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primo diritto umano, quello alla sopravvivenza della specie. Terzo: in Libia non marcia un esercito invasore, come in Polonia nel ’39. C’è una sollevazione popolare, e ogni popolo deve trovare in sé medesimo le energie per rovesciare i propri dittatori, altrimenti resterà comunque servo, colono del suo liberatore. Quarto: ma l’articolo 11 - si osserva - consente limitazioni di sovranità per edificare un ordinamento che assicuri la pace. Curiosa questa torsione interpretativa che piega l’articolo 11 contro se stesso, sostituendo al ripudio della guerra l’apoteosi della guerra giusta, quella dichiarata dall’Onu e poi liberamente interpretata da ogni Stato. Sennonché il pensiero giuridico moderno da Kelsen in poi - si è sbarazzato dell’idea di guerra giusta, anche perché ogni guerra è giusta per chi la proclama. E ha benedetto la guerra legittima, ossia ancorata a vincoli sostanziali e a procedure formali. Nella Costituzione italiana l’organo legittimato a esprimere questa suprema decisione è il Parlamento, che tuttavia si è scomodato il 24 marzo, quando gli aerei erano già decollati.


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migranti

Una bella pagina di accoglienza in Calabria, un esempio da estendere a tutto il Paese n questi giorni 35 giovani tunisini, appartenenti al gruppo di circa 40 incontrati dall'Arci il 14 marzo scorso presso il Cie di Pian del Duca di Lamezia Terme in rappresentanza delle rete Migreurop, hanno dormito al freddo nei pressi della Stazione di Lamezia Terme, in attesa del rilascio del permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari. Tra sabato 16 e domenica 17 marzo alcuni volontari e operatori dell'Arci e di Progetto Sud che sostengono il progetto Sprar di Lamezia Terme hanno attivato una rete di solidarietà per offrire ospitalità a questi giovani, in attesa della presa in carico da parte degli enti istituzionali. Grazie alla disponibilità della Caritas che ha offerto i

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VITERBO Il 30 aprile alle 18 presso la Sala Gatti di via Macel Gattesco si inaugura la mostra Italian History X, organizzata da Arci Viterbo all’interno della rassegna Resist

pasti, della comunità di don Claudio Piccolo Longo di Maida e dell'Operazione Mato Grosso locale che hanno aperto le proprie case, si è trovata una soluzione temporanea offrendo loro ristoro, calore umano e senso della comunità. Ogni giorno gli operatori e i volontari della rete di volontariato attivata si sono impegnati per garantire conforto e solidarietà umana, tessendo, grazie alle mediatrici linguistico-cuturali di lingua araba, un sistema di relazioni basato non sull'assistenzialismo fine a se stesso ma su momenti di socializzazione, confronto ed incontro. Si è trattato di un'esperienza intensa, risultato di un'opera di mediazione e di felice connubio tra associazioni, enti, cooperative, cittadini. Non ultima, la comunità cattolica che, il giorno della Domenica delle Palme, ha ospitato a pranzo i ragazzi tunisini e ha donato loro vestiti e scarpe per cercare di alleviare questo periodo così difficile. Parliamo infatti di lavoratori, soprattutto del settore turistico, costretti a scappare dal proprio paese. Anche il Vescovo di Lamezia Terme, Sua Eminenza Monsignor

Cronaca di uno sgombero. Le tre giornate di San Paolo 22 aprile: ennesimo sgombero dei Rom a Roma, a cui l'Arci ed altre associazioni assistono impotenti. 150 Rom rumeni abitano in baracche a via dei Cluniacensi, una strada periferica di quasi campagna, e si andranno a sommare agli altri centinaia di Rom sgomberati in vista della beatificazione di Papa Woityla. A qualcuno viene in mente di alzare la testa rispetto alla solita prova di forza del Comune, e tutti si dirigono verso la seconda chiesa più importante di Roma, la Basilica di S. Paolo fuori le mura. Si entra velocemente, i bambini inziano a giocare mentre le donne pregano: la comunità è di religione ortodossa, festeggerà la Pasqua domenica come i cattolici. Le associazioni mediano l'accoglienza dei Rom all'interno della struttura vaticana, saranno ospitati in un capannone. Alcuni circoli Arci portano alimenti e bevande. Il Comune di Roma propone di ricoverare solo donne e bambini, i Rom non accettano la divisione familiare. 23 aprile: alcuni Rom escono dal capannone per fare la spesa. Mentre le associazioni arrivano, la sicurezza vaticana impedisce il rientro di chi è uscito. Giungono anche la

stampa e le televisioni, che riportano fedelmente quando accadrà in queste 3 giornate. Organizziamo un pranzo pasquale all'esterno di S. Paolo con i Rom rimasti fuori. La sera piove, durante la veglia pasquale la polizia impedirà l'entrata in chiesa anche ai fedeli, hanno paura che i Rom esclusi la occupino ancora. Il Comune non permette di piantare 4 tende per riparare i bambini dalla pioggia. La Comunità di S. Paolo ospiterà i Rom per la notte. Pasqua: allestiamo il pranzo, mentre i romani porteranno pasta, salame, colombe, cioccolato. Gli avanzi vanno alla Caritas per i Rom rimasti dentro. La situazione è tesa, ma fino a che non si troverà una soluzione non ce ne andremo. Pochi provano a polemizzare, arrivano anche 2 giovanissime famiglie fasciste urlando contro noi e i Rom, che reagiscono con orgoglio. Alle otto di sera, rientrano i Rom rimasti all'esterno, dei pullman li trasferiscono in una struttura della Caritas. A Roma esiste ancora la solidarietà: Alemanno è costretto a sospendere gli sgomberi. Ricordando Vittorio Arrigoni, siamo restati umani. Info: crisstella@libero.it

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Luigi Cantafora, si è fermato per una sera a cena con i giovani tunisini, ha parlato con loro, ha soprattutto ascoltato le loro storie e i loro drammi personali. Martedì 19 aprile hanno ottenuto il permesso di soggiorno temporaneo e il titolo di viaggio per proseguire il loro viaggio verso le mete stabilite. Molti hanno raggiunto infine la Francia. Otto tunisini invece sono stati accolti nel campo di Sicignano degli Alburni a Salerno. Tuttavia l'invivibilità del Campo li ha convinti ad andar via e 6 di questi hanno preferito fare ritorno a Lamezia Terme. Una bella pagina di accoglienza per l'intero territorio lametino, con la speranza e l'auspicio che possa diventare presto normale prassi e consuetudine sociale nel nostro paese. Info: gennaro.dicello@gmail.com

Evacuazione dei rifugiati dalla Libia Acli, Arci, Asgi, Fcei, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, Cir, Senza Confine, che fanno parte del Tavolo Nazionale Asilo coordinato dall'UNHCR, hanno lanciato un appello urgente alle Istituzioni e ai governi europei, ai ministri degli Esteri e dell’Interno italiani, per l'immediata evacuazione dei rifugiati provenienti dall'Africa Sub-Sahariana, in particolare dal Corno d'Africa, che si trovano intrappolati in Libia e minacciati da tutte le parti in conflitto, così come per quelli che hanno già raggiunto il confine Libico-Tunisino e che non possono ottenere una effettiva protezione in Tunisia. Queste persone non hanno altre possibilità se non quella di imbarcarsi dalla Libia su barche inadatte alla navigazione mettendo a rischio la vita. Centinaia di loro sono già morti durante questi viaggi. Nella notte tra il 5 e il 6 aprile 260 persone sono state inghiottite dal mare nel naufragio della carretta su cui viaggiavano. Queste tragedie si sarebbero potute evitare se i rifugiati fossero stati evacuati e trasferiti in Stati sicuri. In questa situazione, secondo calcoli approssimativi, si trovano ancora non meno di 10.000 persone. La Risoluzione del consiglio di sicurezza dell’Onu n.1973 ha lo scopo di evitare la perdita di vite di civili. L’appello va esattamente in questa direzione, ma non richiede alcuna operazione militare.


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cultura

Più Cultura, più informazione, più democrazia. In un incontro a Roma le proposte di chi opera nel settore apertura di una grande, unitaria vertenza nel Paese per dare la giusta dignità alle politiche per la Cultura: questo l’obiettivo delle centinaia di organizzazioni, movimenti, associazioni che a vario titolo operano nel settore e che il 20 aprile in un incontro a Roma hanno presentato le loro proposte. Partendo da un assunto comune: la Cultura è il grande investimento per il futuro, perché Conoscenza e Saperi sono la nuova linfa dell’ era digitale e cognitiva. E non esiste conoscenza, libertà, capacità critica senza la Memoria, la ricerca delle radici che possono offrire solo i Beni Culturali, le Arti visive, la Musica, il Teatro, il Cinema, la Scienza, il Pensiero filosofico e letterario. L’Italia, secondo l’Unesco, detiene ‘il maggior patrimonio culturale del mondo’. Questo straordinario patrimonio appartiene all’intera umanità e questo carica il Paese della grande responsabilità di tramandarlo alle future generazioni. Sulla valorizzazione di questa immensa ricchezza l’Italia può costruire la strategia di uno sviluppo diverso per l’oggi e per il futuro. Nell’epoca del ‘capitalismo informativo e cognitivo’, i beni immateriali non sono meno importanti di quelli materiali, anche da un punto di vista economico ed è per questo che rifiutiamo la logica dell’incursione violenta, a forza di decreti legge in questi territori

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della conoscenza, ritenuti forse troppo ‘infedeli’ per chi vuole irreggimentare la cultura, la formazione, l’immaginario. Riteniamo invece che ci si debba battere contro ogni forma di omologazione del pensiero, promuovendo sempre più ampi spazi di informazione, favorendo il libero mercato di risorse pubblicitarie, superando i conflitti di interesse che bloccano la crescita dei sistemi di comunicazione. Tutto il mondo della Cultura, dei Beni culturali e dell’informazione sono in sofferenza per i pesanti tagli operati dalle ultime leggi finanziarie, che si sommano al disinvestimento culturale che il nostro paese opera oramai da anni, penalizzando l’occupazione, le condizioni di lavoro, le professionalità. Nelle dichiarazioni programmatiche del nuovo ministro Galan non sono mancati annunci impegnativi ma poco credibili. Il ministro ha evocato un Piano Roosevelt per la cultura, sostenendo che le risorse ci sono, il problema sarebbe la loro gestione. Questo problema esiste e si risolve con la trasparenza dei soggetto coinvolti e delle procedure di spesa. Quel che non torna è l’affermazione sull’esistenza di grandi risorse, visto che per reintegrare il Fus si è aumentata l’accise sulla benzina mettendo strumentalmente in contrapposizione consumatori e cultura. Al Governo si chiede di aprire un serio con-

fronto con le associazioni, ricordando innanzitutto la necessità di un finanziamento dell’intero settore culturale, basato sulla fiscalità generale certo negli anni, tale da consentire una seria programmazione di investimenti nel comparto. E quindi: 1) una politica che individui nella Cultura, nella Formazione e nella Ricerca i settori strategici sui quali investire per accelerare l'uscita dalla crisi; 2) una legislazione che garantisca lo sviluppo libero del Web e una reale libertà di informazione; 3) la rapida approvazione di leggi di sistema nei settori di cinema, audiovisivo, editoria, spettacolo dal vivo, musica, teatro, enti lirico-sinfonici, che garantiscano trasparenza, affidabilità, ottimizzazione delle risorse, eliminazione degli sprechi; 4) una legislazione che consenta il massimo sviluppo dell’occupazione e la continuità lavorativa, che dia dignità al lavoro di tutti gli operatori del settore attraverso il riconoscimento legislativo, contrattuale e professionale e difenda i diritti degli autori. Che dia trasparenza alle procedure di spesa nei Beni Culturali a partire dagli appalti di lavori servizi e forniture, escludendo le gare al massimo ribasso ed esercitando un forte controllo sulla sicurezza degli operatori. Ed infine, la forte richiesta di rilanciare il ruolo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Alcune proposte sulla musica, la sua promozione in Italia e all’estero, il sostegno ai giovani musicisti e agli operatori del settore a vita musicale va salvaguardata ovunque, nelle grandi città come nei piccoli centri. Enorme importanza hanno le realtà associative che rappresentano l’humus fecondo di una offerta artistica e di creatività per tutta la cittadinanza, in particolare per i giovani. L’associazionismo musicale è formato da realtà anche molto diverse tra loro ma con alcuni obiettivi comuni: sostegno agli autori allo scopo di produrre e divulgare le opere contemporanee, favorendo la ricerca, la sperimentazione, le nuove tecnologie, offrendo spazi per prove e spettacoli. Importante è l’attenzione ai percorsi dei giovani musicisti per favorire il loro inserimento nel panorama musicale nazionale ed internazionale e riequilibrando il rapporto, oggi sperequativo, tra il costo della formazione e quelli della produzione e distribuzione. Vanno incentivate le forme di Artistiin-Residence, ampliata la sfera produttiva

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musicale, con nuovi approcci e diffusione verso una più vasta gamma di pubblico. Importante è pure il carattere interregionale delle iniziative, soprattutto con il coinvolgimento di Regioni del Sud o comunque meno servite da offerte culturali; per questo è utile copromuovere con gli enti locali programmi che prevedano Residenze, progetti di Welfare, interrelazioni col turismo e i beni ambientali. Altrettanto utile è avviare un dialogo con le istituzioni europee e del bacino del Mediterraneo per ottimizzare risorse e opportunità. C’è bisogno poi di una riforma legislativa e di provvedimenti fiscali che sostengano gli organizzatori di eventi musicali dal vivo, in particolare quelli no profit, alleggerendo i costi burocratici, semplificando le procedure, defiscalizzando alcuni ambiti, incentivando gli investimenti nelle produzioni di musica dal vivo. Sostenere azioni di riqualificazione del territorio vuol

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dire anche individuare nuovi spazi per la fruizione e produzione della musica, aprendo a quella dal vivo contenitori esistenti ma di fatto preclusi e chiedendo agevolazioni fiscali per la ristrutturazione di spazi che promuovono artisti emergenti e produzioni innovative. Importante è pure sostenere tutti i percorsi didattici che nelle scuole promuovano la cultura musicale. Così come le scuole popolari di musica e le esperienze associative di formazione musicale. La diffusione della cultura musicale di base rappresenta infatti il volano principale per la promozione e il ‘consumo’ di musica. Infine bisogna aprire un confronto sugli obiettivi e la gestione della SIAE, chiedendo un maggiore impegno per la promozione degli artisti emergenti e di percorsi che valorizzino la creatività e la innovazione. Info: pagina Facebook ‘MovEm09’


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cultura

La primavera dei libri: parte il progetto Arci Babylon per la promozione della lettura e delle attività culturali n un Paese in cui si investe sempre meno in attività culturali, l'Arci avverte la necessità di farsi promotrice di attività che sappiano, mediante lo strumento-libro, sia rendere accessibili a tutti saperi ed informazioni che permettere a case editrici e scrittori emergenti di divulgare i propri prodotti di intelletto. Tra i progetti del gruppo di lavoro nazionale sui diritti culturali c'è Arci Babylon, contenitore di azioni e percorsi di promozione della lettura che va a coinvolgere, su tutto il territorio nazionale, un numero rilevante di soci, lettori, autori e case editrici mediante lo sviluppo di attività di bookcrossing e di promozione della lettura da realizzarsi all'interno dei circoli e dei comitati.

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RIETI Presso la sala Conferenze di Palazzo Dosi il 30 aprile alle 17.30 Arci Rieti e il circolo Underground promuovono l'incontro con Luciana Castellina che presenterà La scoperta del mondo

Dopo le varie iniziative realizzate nel 2010 sabato 23 aprile 2011 il gruppo di lavoro ha festeggiato la Giornata mondiale del libro con l'inaugurazione del sito www.arcibook.it grazie al quale è possibile seguire le iniziative in programma, segnalare nuove proposte ed aderire al progetto nazionale nonchè scaricare tutto il materiale utile alla realizzazione di attività di promozione della lettura e di bookcrossing all'interno dei Circoli. Il sito è inoltre lo strumento collettore delle iniziative che all'interno del mondo Arci vengono realizzate nell'ambito della promozione della lettura: dal 23 aprile in poi, infatti, grazie al rapporto già da tempo consolidato fra il Centro per il libro e la lettura ed Arci Babylon, il gruppo promuove il Maggio dei Libri, iniziativa che, come per il tradizionale Ottobre piovono libri, intende mappare le iniziative di promozione della lettura realizzate nei vari territori durante il mese di maggio . All'interno di questo contesto, il 20 e il 21 maggio, presso il circolo Arci Fanfulla di Roma si svolgerà un appuntamento di approfondimento aperto alla partecipazione di operatori e dirigenti Arci sul tema del ‘leggere quale processo di partecipazione sociale

e politica’. All'appuntamento parteciperanno l'antropologa della lettura Michèle Petit, il rappresentate del progetto francese di promozione della lettura Lire et Faire Lire Laurent Piolatto e Pap Kouma, direttore della rivista letteraria multiculturale El Ghibli. Dal 27 al 29 giugno, presso il XVII Meeting Antirazzista di Cecina ed in collaborazione con la BJCEM, sarà la volta di un workshop rivolto ai giovani scrittori strutturato in un primo modulo di formazione in ambito linguistico cui seguiranno attività di sperimentazione sul tema della città intesa come crogiuolo di suoni, parole ed immagini in costante evoluzione. Qui i partecipanti saranno invitati ad inventare, secondo la tecnica teatrale del 'grammelot', una nuova chiave sintattica comune mediante la quale si possa comporre un testo creativo sulla città immaginaria di Babylon. A conclusione del percorso primaverile-estivo e quale incipit alle iniziative autunnali ed invenali, Arci Babylon si impegnerà, in collaborazione con Arci Report, nella selezione di alcuni testi del concorso Scrivi la Città per l'edizione 2011 della BJCEM. Buona lettura! Info: www.arcibook.it

A Mantova dal 6 all'8 maggio Viva il Live! 3.0 - Il futuro della musica che resiste e il primo Arci Real Meeting al 6 all'8 maggio, a Mantova presso l'Arci Tom si svolgerà Viva il live! 3.0 - Il futuro della musica che resiste, tre giorni di musica che consentiranno di conoscere ed apprezzare i gruppi musicali emergenti selezionati dal circuito Arci Real e dal progetto Play di Mantova. Già nei precedenti incontri di Viva il Live! (a Milano nel 2009 e al Mei di Faenza nel 2010) è emersa la straordinaria ricchezza del mondo della musica dal vivo che anima centinaia di piazze e migliaia di club in Italia. Ricerche degli ultimi anni confermano lo scenario che molti operatori della musica conoscevano da tempo: la musica dal vivo è già il futuro della musica del nostro Paese. A fronte di una crisi strutturale della discografia, la musica dal vivo è, anche in tempo di crisi economica, la risposta al futuro di musicisti, autori e operatori della musica. La musica dal vivo è strumento straordinario per la promozione di un territorio, per rafforzare il dialogo interculturale, per sostenere inclusione sociale e vivibilità di una comunità. Già da tempo vengono evidenziate difficoltà crescenti del settore da più punti di vista. Nel

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2010 la situazione è ulteriormente peggiorata: pubblico in calo, numero di eventi in calo, qualità delle proposte mortificate dalla scarsità di risorse, nessun provvedimento legislativo a sostegno del settore, nessuna strategia di sistema, aumento insostenibile dei costi di gestione degli spazi per la musica. Si aggiunge a questo scenario la crisi finanziaria delle Regioni e degli Enti Locali che verrà aggravata dagli ulteriori tagli ai trasferimenti dello stato centrale decisi con l'ultima manovra finanziaria. A questi tagli vanno poi aggiunti quelli indiretti provocati dal restringimento dei vincoli del patto di stabilità per gli enti locali. In assenza di una scelta strategica di sviluppo di politiche culturali organiche, questi tagli colpiranno sicuramente tutto il settore culturale, compresa la musica dal vivo. Per questo nei tre giorni saranno affrontati dall'Arci diversi aspetti legati al sostegno della musica dal vivo. Saranno invitati operatori, media, artisti, etichette discografiche indipendenti, istituzioni locali, a confrontarsi direttamente e condividere possibili proposte di sostegno alla musica dal vivo. Sarà anche l'occasione per promuovere e

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rafforzare il progetto Arci Real, rete dei circoli Arci di musica dal vivo, organizzando il primo Meeting della rete. Durante il Meeting saranno presentati gruppi emergenti selezionati dai circoli del circuito che potranno esibirsi nelle tre serate nell'Arci Real Festival affiancandosi ad artisti più conosciuti e agli artisti segnalati dal progetto Play promosso da Arci Mantova e Comune di Mantova. Aucan, Meganoidi e I fratelli di Soledad saranno gli artisti di richiamo per le tre serate, a cui si affiancheranno gli emergenti Nebbia, Banda Fratelli, Emiro, Tua madre, Bye Bye Blondie, Krymave, Deluded by lesbian, Post no Bills, Sine Frontera. Oltre ai workshop in cui saranno raccontate le esperienze delle culture giovanili del Mediterraneo e si discuterà di Siae che vorrei, nuovi media e musica, valorizzazione della pratica dello strumento musicale, ci sarà ogni sera alle 19 un appuntamento con Un libro per aperitivo, in collaborazione con artisti e con la rivista Rumore. L'8 maggio si conclude con Ci hanno chiuso fuori o c'è ancora spazio per la musica live?, in cui l'Arci presenterà le sue proposte per la ‘Musica dappertutto'.


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Dopo il nucleare tocca all'acqua. Il governo teme il voto e tenta di scippare i referendum

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si tratta di un meccanismo assai debole, ma soprattutto truffaldino. Infatti in questione non è la congruità o la moderazione dei prezzi di mercato, ma la sua estromissione dalla proprietà e dalla gestione di un bene comune primario come l'acqua. Un’Authority, per sua intrinseca natura come dimostrano le esperienze già esistenti in altri campi, si pensi solo all'energia, e in altri paesi - non solo non potrebbe fare questo, ma sarebbe lì a certificare proprio il contrario e cioè che l'acqua non è un bene comune, ma conteso tra proprietario e acquirente e quindi ha bisogno di una regolazione da parte di un soggetto 'terzo'; non risponde al soddisfacimento di un diritto civile e sociale delle popolazioni, ma è una merce come le altre, al massimo sottoponibile al 'monitoraggio' di un Mister prezzi qualunque. Se esiste un mercato senza Authority , non può essere vero il contrario. Per questo il nuovo passo che il governo si appresta a fare è di una gravità senza precedenti. Certo, come è stato ricordato, non è la prima volta che si cerca di impedire la celebrazione di referendum. Ma qui avverrebbe addirittura con un decreto legge, non

per autonoma iniziativa parlamentare, come invece è previsto dalla legge istitutiva dei referendum nella sola ipotesi che il Parlamento raccolga integralmente la volontà dei referendari. In caso di decreto legge e di successiva conversione, spetterebbe comunque alla Cassazione l'ultima parola. I precedenti non parlano a favore del governo, ma comunque, poiché il giudizio avverrebbe a ridosso del voto, il tutto servirebbe a disorientare i cittadini e fare fallire il quorum. La verità è che l'attuale sistema non sopporta qualsiasi espressione di democrazia diretta, per sopravvivere deve mortificare anche la partecipazione popolare. La difesa del referendum diventa quindi più che mai una questione di democrazia.

SEGNALAZIONI Si intitola Calendario della fine del mondo il volume collettivo dedicato alla Madre Terra edito da Intra Moenia. Per ogni copia del libro saranno destinati 5 euro al finanziamento della campagna referendaria sull’acqua Per ordinazioni: zero.libri@gmail.com

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opo il nucleare tocca dunque all'acqua. Ma se nel primo caso la moratoria, lunga o breve che sia, comporta per ora il blocco del progetto nucleare, nel secondo le cose stanno in modo molto diverso. Qui si vorrebbe, dando vita all'ennesima Authority per vigilare sulle tariffe, aggirare in modo sostanziale la volontà di quel milione e mezzo di cittadini che sono corsi a firmare la richiesta referendaria. La pensata del governo consisterebbe in questo: con un decreto che istituisce il nuovo organismo si vorrebbe aggirare sia la norma che è contenuta nella legge Ronchi, in base alla quale tutte le società pubbliche che gestiscono l'acqua devono arrivare entro l'anno a una partecipazione privata almeno del 40%; sia quella contenuta nel decreto legislativo 152 del 2006 ove si prevede che le tariffe siano definite in modo da garantire un guadagno per il capitale investito. Secondo il progetto governativo, l'azione dell'Authority derubricherebbe a questione secondaria il carattere pubblico o privato delle società e d'altro canto introdurrebbe criteri di moderazione sulla remunerazione del capitale privato investito. Come si può facilmente constatare

La campagna referendaria deve continuare. Articolo di Alfiero Grandi, portavoce del comitato ‘Vota Sì al referendum sul nucleare’ l Governo ha compiuto una clamorosa retromarcia e ha scelto di non rischiare una sconfitta al referendum sul nucleare. Questo vuol dire che i sondaggi hanno confermato che il quorum era possibile e che il nucleare avrebbe spinto al quorum anche gli altri referendum, compreso quello tanto temuto sul legittimo impedimento. Il Governo ha preferito non rischiare. Questo significa che la conversione è tutt'altro che sincera. Comunque ora occorre evitare eccessi di entusiasmo per questo risultato, pure così importante. Il Governo ha tirato fuori il coniglio dal cappello e ha presentato al Senato un emendamento che ha chiaramente l'obiettivo di evitare il pronunciamento popolare, abrogando le norme che costituivano il corpo centrale del quesito referendario. Tuttavia il testo dell'emendamento non è limpido, mantiene un retropensiero che traspare anche dal testo, oltre che dalle parole insincere di Romani. È solo un tentativo poco nobile di coprire la clamorosa ritirata del Governo? Forse. È un tentativo di tenersi aperta una strada futura? Può essere, anche se messa così

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conferma solo che il Governo non ha ancora capito cosa è accaduto a Fukushima, in particolare che purtroppo le conseguenze gravissime di quell'incidente per le persone e l'ambiente ci perseguiteranno per anni senza che se ne conosca ancora con esattezza la gravità. Anche il rinvio del Governo italiano a decisioni europee (atteggiamento che ricorda quello per gli sbarchi di immigrati) sembra ignorare che l'Europa non è in grado di decidere per il nucleare. Fino ad ora l'Europa ha solo preso atto che il nucleare esiste in una parte di paesi dell'Unione, mentre alcuni governi che avevano il nucleare nel loro programma hanno deciso di uscirne. Quindi? Che tipo di aiuto si aspetta il Governo? Comunque dopo l'approvazione al Senato del decreto legge, modificato con un emendamento, perché queste modifiche diventino legge debbono essere approvate nello stesso testo alla Camera. Infatti se la Camera cambiasse il testo, la legge dovrebbe tornare al Senato per l'approvazione definitiva.

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Il testo deve poi essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e solo a quel punto la Cassazione potrà giudicare se i quesiti referendari sono stati assorbiti dalle modifiche legislative. Fino a quel momento, la campagna referendaria deve essere mantenuta in piedi perché un qualunque incidente di percorso è possibile e sicuramente non possiamo correre il rischio che l'eventuale conferma del voto ci trovi impreparati. D'altra parte, è la normativa sui referendum che prevede che la propaganda elettorale possa continuare fino a quando verrà pronunciata la sentenza ufficiale della Corte di Cassazione. In altri termini, non è il Ministro Romani, né tanto meno il Governo, che può decidere se il referendum si terrà oppure no. Questo giudizio spetta esclusivamente alla Cassazione. Senza dimenticare che ci sono altri importanti referendum in gioco, a cominciare dai due sulla ripubblicizzazione dell'acqua su cui pure si sta tentando di espropriare gli elettori del diritto a decidere. Info: www.fermiamoilnucleare.it


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‘Il primo luogo comune da sfatare all’estero è che la mafia sia un prodotto di esportazione italiana’ 'è la luna piena, la sera prima della partenza per l'Italia, a far da testimone al commiato dei carovanieri. Qualcuno è rientrato prima, altri sono arrivati dopo qualche giorno ma, dalla coesione raggiunta, sembra che si sia stati sempre tutti insieme. Partita da Livorno per Bastia, la Carovana antimafie ha attraversato il territorio francese per chiudere la prima parte del tour europeo a Ginevra. Una delegazione eterogenea, quella carovaniera, e questo ha di fatto arricchito il senso del viaggio: rappresentanti di Arci e Libera, delle associazioni partner del progetto Ecl e un sindaco, anzi… una ‘sindaca’. Le piazze la mattina, i cinema o un tendone da circo la sera, sono stati lo scenario delle soste, l'occasione per dare

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RIMINI Il gruppo antimafia Pio La Torre promuove dal 28 aprile al 1 maggio Antimafia è partecipazione, 4 giorni di eventi sulla legalità al Csa Grottarossa. Info: gap.rimini@gmail.com

spazio e tempo alle parole dei carovanieri e per il ripetersi di quei gesti che, in ogni città in cui si fermi la carovana, son sempre uguali: lo striscione dispiegato fra due alberi, uno spazio improvvisato per posare la mostra sui beni confiscati, una panchina che si fa tavolino (quando il tavolino non c'è) per esporre i ‘gioielli’, ovvero il vino, la pasta, i ceci, insomma i prodotti dei beni confiscati alle mafie, grandi protagonisti di questa carovana. La Corsica sembra una Sardegna più assopita e un po' meno disfatta, la natura incontaminata per qualche ora ci distrae dalle cifre dei tanti omicidi che affliggono l'isola. Fortapàsc è il titolo del bel film di Marco Risi proiettato in un cinema di Bastia, seguito dalle domande del pubblico, molto più sensibile ad approfondire il tema delle ‘mafie’ rispetto alle tante persone incuriosite incontrate nelle strade e nelle piazze. In tanti si sono avvicinati ai furgoni per chiedere notizie e ottenere informazioni ma la parola ‘mafia’, nell'immaginario collettivo all'estero, sembra più un prodotto di esportazione italiana ed è proprio questo il primo dei luoghi comuni che la Carovana ha voluto sfatare. A noi carovanieri italiani inoltre, piace raccontare che se esiste la mafia, esiste anche l'anti-

La tappa pugliese della Carovana e la partenza dal porto di Bari verso i Balcani Dopo aver viaggiato per Francia, Svizzera, Corsica e quasi tutta l'Italia, la Carovana internazionale antimafie farà tappa in Puglia. I carovanieri arriveranno il 27 aprile a Cerignola, da dove partirà l'esperienza pugliese che si concluderà il 2 maggio, data in cui i carovanieri si imbarcheranno dal Porto di Bari alla volta di Durazzo, per proseguire il viaggio verso i Balcani. La tappa di Bari rappresenta il momento corale del percorso della Carovana, con il saluto della cittadinanza e delle Autorità ai carovanieri, accompagnando il passaggio ideale della memoria di Hiso Telaray - giovane migrante albanese che si ribellò al caporalato dei campi pugliesi, e fu per questo ucciso nel 1991 in provincia di Brindisi e di tante esperienze di memoria e impegno civile dalla Puglia all'Albania. Incontri con le scuole, uno spettacolo teatrale, tavole rotonde, concerti sono alcune delle iniziative in programma nella tappa pugliese. Il 27 aprile si inizia con la testimonianza di Daniela Marcone, coordinatrice pugliese Vittime innocenti di mafie e responsabile Libera Memoria Puglia, a Cerignola, mentre in serata nel circolo Arci Lamaserena, a

Minervino Murge, si terrà lo spettacolo teatrale Il convegno della compagnia Punta Corsara di Scampia. Il 28 aprile la Carovana viaggia tra Bari, dove si terrà la lezione magistrale sui beni confiscati in Puglia, Andria, dove si tiene il corteo fino al bene confiscato in Largo Giannotti e Copertino, dove, dopo la tavola rotonda Lavoro e mafia, ci sarà il concerto di Laura Meyer e Tsigoti. Il 29 aprile tappa a Mesagne e Maruggio, il 30 aprile le scuole incontrano la Carovana a Calimera, mentre a Torchiarolo si tiene il forum Lavoro e legalità. Il percorso si avvia alla conclusione con le tappe del 1° maggio a Bari, dove la Carovana parteciperà al concerto organizzato dalla Cgil in piazza del Ferrarese, Bisceglie, con la presentazione del presidio di Libera intitolato a Sergio Cosmai e il dibattito sulla legalità e i diritti del lavoro, e Terlizzi. Il 2 maggio a Toritto ci saranno la piantumazione dell'albero dedicato alle vittime delle mafie, il corteo degli studenti, un convegno sulla legalità e musica dal vivo, fino ad arrivare a Bari dove, dal porto, la Carovana partirà per Durazzo. comunicazione.arcipuglia@gmail.com

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mafia sociale e che abbiamo delle buone pratiche da condividere e mettere in rete. A partire dall'esperienza delle cooperative e dalla legge sul riuso sociale dei beni confiscati che, speriamo, nessun Governo abbia il coraggio di cancellare. Finalmente avvertiamo la voglia degli spettatori di parlare della criminalità organizzata corsa e francese in generale. Lo scenario si ripete a Grasse e in Costa Azzurra, dove avvertiamo la preoccupazione collegata alla mole di interessi economici ed agli appetiti che questo territorio suscita nelle mafie locali e straniere. Tuttavia, la comprensione delle ‘nuove mafie’, quelle dei mercati finanziari e dei ‘colletti bianchi’ sembra ancora sfumata rispetto all'idea di una mafia degli omicidi e delle stragi. Lasciata la Francia i due furgoni si sono diretti in Svizzera, a Ginevra, la cui Università ha ospitato un partecipato seminario sulle sfide future alla criminalità organizzata. Quando la sera si prepara ad accogliere la stanchezza, negli occhi dei carovanieri si legge la consapevole sensazione di un viaggio importante, che è servito a contaminare le esperienze e, soprattutto, a rafforzare l'impegno. Siamo pronti a ripartire… Info: cobianchi@arci.it

Solo il 3% dei beni viene riassegnato Aumentano i beni immobili e le aziende sottratti alle mafie. Nel 2010 l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata (Anbsc) ne ha bloccati 11.234 contro i 10.421 confiscati nel 2009. L’81% è concentrato in quattro regioni meridionali, quelli dove è anche più forte la presenza della criminalità organizzata. Quasi la metà delle aziende e dei beni confiscati è in Sicilia (4.983, il 44,36% del totale); a seguire Campania (1.687, il 15,02%), Calabria (1.556, il 13,85%) e Puglia (922, l’8,21%). Ma subito dopo le prime tre regioni del sud spicca, davanti alla Puglia, la Lombardia (963, l’8,57%). Numerosi i beni bloccati anche nel Lazio (510, il 4,54%), a dimostrazione che le mafie ormai penetrano senza problemi nel tessuto economico del centro e del nord del paese. Tuttavia, dall’aprile dell’anno scorso, da quando esiste l’Anbsc, poco più del 3% di questi beni sono stati riassegnati, appena 355. Tra i motivi che rallentano la riassegnazione di beni mafiosi, i procedimenti ancora poco ‘fluidi’, alcuni sono interclusi, cioè parte di beni di altri soggetti, mentre altri sono in garanzia, bloccati da ipoteche bancarie.


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società

'Questa è l’ultima sfida della mia vita, che mi ricongiunge idealmente a quella dei miei 20 anni' Intervista a Carlo Smuraglia, di recente eletto presidente nazionale Anpi Presidente, ti trovi da qualche giorno a guidare l'Anpi, l'Associazione per antonomasia della Resistenza e dell'Antifascismo. Qual è il tuo stato d'animo? Prima di tutto, di commozione. Questa è l'ultima sfida della mia vita, che mi ricongiunge - chiudendo un cerchio di assoluta coerenza - alla sfida dei vent'anni, quando sono andato in montagna. Concludere con un incarico di alta responsabilità, ai vertici dell'Anpi, è davvero una cosa emozionante. Dopo, vengono le riflessioni, perché l'impegno è forte. Si tratta di dirigere una grande e autorevole associazione, proprio nel momento in cui si sta attuando un forte ricambio generazionale. I combattenti per la libertà diventano sempre meno, mentre cresce il numero degli 'antifascisti', giovani e meno giovani, che vengono da altre esperienze. Si tratta di realizzare un amalgama generazionale, cambiare 'pelle' senza perdere la natura e l'identità dell'associazione, e continuare a portare avanti, magari in maniera più moderna ed efficace, i valori di cui essa è - da sempre - portatrice. Per fortuna, non sono solo ed anzi intendo affrontare il mio lavoro col massimo di collegialità e di partecipazione, nella convinzione che c'è bisogno di tutti e c'è da imparare da tutti. I tempi, come è noto, sono difficili e pericolosi e bisognerà mettercela tutta.

Qual è oggi il primo dovere dell'Anpi?

Il primo dovere dell'Anpi, in un momento difficile come questo, con un Paese fortemente degradato e con una democrazia esposta ai pericoli, è quello di attestarsi non solo sulla memoria (peraltro una memoria 'attiva', fatta non solo di ricordi, ma di conoscenza, di riflessioni, di trasmissione dei nostri valori), ma anche sulla difesa della Costituzione e sulla pretesa che - anziché cambiata - essa venga finalmente attuata. E poi occorre essere davvero 'antifascisti', nel senso più ampio: combattere i nostalgici ed i tentativi di ricondurci ad un passato di guerra, di orrori, di privazione della libertà; ma, al tempo stesso spiegare e far conoscere cos'è stato il fascismo (altro che 'brava gente!'); ed ancora bisogna far capire che il fascismo da combattere non è solo quello in camicia nera, ma anche quello che si risolve in autoritarismo e populismo, assumendo le forme più svariate.

A proposito di 'nostalgici', quattro senatori del Pdl hanno recentemente proposto, con un disegno di legge, di abolire la XII disposizione transitoria della Costituzione che vieta la riorganizzazione del partito fascista… C'è da preoccuparsi? La proposta di abrogare la XII disposizione transitoria della Costituzione è assurda, ma costituisce un segnale, come tanti altri, del resto. Non si punta tanto ad un risultato (allo stato, pressoché impossibile), ma a creare un clima, a cercare di abituare i distratti e gli indifferenti all'idea che di quel

divieto si potrebbe anche fare a meno. Insomma, si vuol sminuire non solo quella norma, ma tutto il profondo connotato antifascista dell'intera Costituzione. Non passeranno, perché il Paese - nella sua profonda sostanza - è sano ed allergico all'idea di impossibili ritorni.

Per concludere, nel documento politico-programmatico del suo 15esimo°Congresso Nazionale (Torino 24-27 marzo 2011) l'Anpi propone una grande alleanza per la democrazia tra tutto l'associazionismo antifascista, democratico e le confederazioni sindacali: quanto può incidere un movimento del genere nel tessuto sociale del Paese? La grande alleanza tra tutti i democratici antifascisti è forse l'unico, vero modo per uscire dalla crisi, l'unica soluzione che può rompere il muro di indifferenza, di assuefazione, talora di rassegnazione che esiste in tanta parte degli italiani. Certo, non è facile mettere insieme spezzoni assai diversi fra loro, ma non si tratterebbe di unificarli, quanto di metterli insieme, in una sorta di grande alleanza, in qualche modo riproducendo il processo che condusse alla Resistenza e poi alla Costituzione. Del resto, questo già avviene molte volte, in occasioni particolari, in manifestazioni, in prese di posizione: si tratta di dare coerenza e consistenza a questa linea, facendo di essa il punto di riferimento di tutti coloro che amano la democrazia, non vogliono vederla esposta a continui pericoli e pensano alla costruzione di una società libera ed eguale, anche sul piano sociale.

Breve biografia del nuovo presidente dell’Anpi

Tante iniziative in piazza per la Liberazione

Dal 16 aprile, Carlo Smuraglia è il nuovo presidente nazionale dell'Anpi. Nato ad Ancona nel 1923, si è laureato in Legge nel 1946 a Pisa, città in cui ha cominciato a impegnarsi in politica svolgendo, dal 1947 al 1960, il ruolo di assessore alla Giustizia della Provincia. Alla carriera accademica (è stato docente nelle Università di Milano e di Pavia), Smuraglia ha sempre affiancato la professione di avvocato e l'attività politica. Dal 1970 al 1985 è stato per il PCI consigliere regionale in Lombardia, ricoprendo anche il ruolo di presidente del Consiglio regionale. Tra il 1986 e il 1990 ha fatto parte del Consiglio superiore della magistratura. Con i Democratici di Sinistra, è stato eletto per tre volte senatore dal 1992 al 2001 e, dal 1994, ha guidato per sette anni la Commissione Lavoro di Palazzo Madama. Insignito dal Presidente Pertini, il 2 giugno 1980, del titolo di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana, l'attuale presidente nazionale dell'ANPI (che aveva già diretto l'Associazione partigiani di Milano), è autore di numerosi testi sul Diritto del lavoro e sulla tutela della sua sicurezza.

In piazza nonostante tutto. Nonostante i tentativi di revisionismo storico, gli attacchi alla Costituzione e ai valori della Resistenza, nonostante la proposta fatta da alcuni senatori di abolire la disposizione della Costituzione che vieta la riorganizzazione del partito fascista. O forse proprio per questo, perché ancora più forte deve essere l'impegno, la passione, la voglia di Resistere. Tantissime in tutta Italia le iniziative dell'Arci per il 25 aprile. 40 km di pedalate in bicicletta a Lucca, 4 giorni di Festival Resistente a Grosseto, la mostra 1938 lo Stato Italiano emana le leggi razziali a Salbertrand, l'iniziativa Un fiore per il partigiano, musica dal vivo e racconti sulla Resistenza a Montereale Valcellina con il circolo Tina Merlin; il flash mob Suoniamogliela al sindaco a Carmagnola con il circolo Margot, la rassegna Resist a Viterbo, gli appuntamenti nei circoli di Fiesole con Resistenza e lavoro; una riflessione sulle donne e la Resistenza a Civitavecchia, il Festival della Liberazione al Cinema Vekkio di Corneliano d'Alba, Libertà, pace e musica con l'Arci Siracusa, feste popolari a Trento, Cremona, Genova, Reggio Emilia. Sicuramente non le abbiamo citate tutte, ma straordinaria è stata la partecipazione.

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A Grugliasco il 30 aprile il Congresso dell’Arci Valle Susa dedicato alle ‘esistenze resistenti’ l 30 aprile presso il Parco culturale Le Serre di Grugliasco (To) si terrà il 7° Congresso territoriale di Arci Valle Susa. L'Assemblea dei circoli ha deciso di regalare all'Arci un meritato momento di riflessione pubblica, proponendo di svolgere un congresso tematico sulla Resistenza. (r)esistenze - esistenze resistenti sarà un appuntamento dedicato a ‘testimonianze e riflessioni pubbliche sul concetto di resistenza’, ed è stato preceduto da un percorso di quattro assemblee precongressuali dedicate ai vari ambiti della vita dell'associazione, sia dal punto di vista programmatico (17 gennaio - politiche culturali e giovanili; 21 marzo - welfare, solidarietà e diritti), sia dal punto di vista istituzionale (13 dicembre - definizione rego-

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CROTONE Il 28 aprile alle 18 presso la Sala Raimondi, Arci Crotone organizza la proiezione de I gatti persiani. A seguire, dibattito con Zahra Toufigh, Antonio Laino e Filippo Sestito

lamento e percorso congressuale, 11 aprile statuto, documenti congressuali e candidature). La campagna congressuale è stata accompagnata da iniziative culturali (dibattiti, spettacoli, incontri e proiezioni) diffuse su tutto il territorio, dalla zona ovest alla Val di Susa, dalla Valsangone al Ciriacese, che caratterizzeranno per tutto l'anno il programma dell'associazione. Le iniziative sono promosse non solo in collaborazione con i consueti partner (Anpi, Comitato Resistenza Colle del Lys, Museo della Resistenza ed amministrazioni locali), ma anche con il protagonismo di associazioni giovanili aderenti all'Arci, che partecipano a Network Giovani. Sarà un congresso aperto e con tante voci, con l'idea di ragionare non solo sulla resistenza partigiana, parte importante di progetti permanenti ed esperienza fondativa della Repubblica italiana, ma di ragionare con più sguardi e più in generale sulle esperienze di resistenza, sulle resistenze: all'omologazione culturale, al neoliberismo, al razzismo, all'emarginazione, alla solitudine, alla violenza, alle mafie, alla guerra, all'occupazione. Con l'intento nello stesso tempo di ragionare sulla cornice di senso nella quale si inserisce il quotidiano impegno

dei circoli, considerando che in tempi come questi promuovere spazi di aggregazione è di per sé un atto ‘rivoluzionario’. Interverranno: Silvana Accossato Sindaco di Collegno, Federica Battistelli di Arcs, Ciro Cannavacciuolo di Arci L'Aquila, Guido Carbi, partigiano, Giulio Cavalli, attore-regista antimafia, Antonio Ferrentino, socio onorario, Gian Piero Godio, responsabile energia Legambiente, Beppe Gromi, attore-regista, Marcello Mazzù Sindaco di Grugliasco, Karim Metref, formatore, del collettivo immigrati auto-organizzati, Roberto Montà di Co.Co.Pa., i Perturbazione, Roberto Placido del Comitato Resistenza e Costituzione Regione Piemonte, Umberto Radin della Cgil, Emanuela Sarzotti del Comitato Acqua bene comune, Elide Tisi del Forum Terzo settore; concluderà i lavori il Presidente nazionale Paolo Beni. La giornata si concluderà con un aperitivo palestinese seguito dalla data unica di uno spettacolo che vedrà l'incontro tra la musica di Luca Morino (Mau Mau) e le evoluzioni acrobatiche della Scuola di Cirko Vertigo, con l'obiettivo di raccogliere fondi a favore della Scuola di Circo di Ramallah. Info: moroni@arci.it

Notizie Brevi Re Nudo pop COMO - Il 28 aprile alle 21 al circolo Arci Xanadù l'artista-scrittoreperformer Matteo Guarnaccia presenterà il cofanetto Re Nudo Pop & altri festival - Il sogno di Woodstock in Italia 1968-1976. Intervengono l'editore Claudio Fucci e Massimo Pirotta, giornalista musicale, testimone dei festival e autore di un intervento nel libro. Nel corso della serata ci saranno proiezioni di immagini estratte dal dvd e l'intervento musicale acustico dei Come le foglie. Info: www.arcixanadu.it

Il rito della luce CORLEONE - Ultimo appuntamento, il 27 aprile alle 17.30 con il Rito della luce, con il reading aperto alla cittadinanza e alle associazioni corleonesi dei poeti Nino De Vita, Franco Loi e Lello Voce, promosso tra gli altri dal circolo Corleone Dialogos. Si terranno inoltre un balletto dell'associazione Nag, un omaggio a Leopardi da parte delle associazioni teatrali corleonesi Cepros, Il Mosaico, La Ribalta, la mostra degli artisti Alessio D'Amico, Giuseppe Lo Grasso, Valeria Muzio,

Emiliano Somellini e l'esposizione del Fotografo Gabriele Lentini. Info: www.corleonedialogos.it

Capossela al Regio PARMA - Penultimo appuntamento con Musica di primavera, rassegna di concerti promossi da Arci Caos in collaborazione con l'assessorato comunale alla Cultura. Attesissimo Vinicio Capossela, che si esibirà sul palcoscenico del Regio il 29 aprile, riportando alla sua amata Parma una creatività e una musica (e il suo nuovissimo album Marinai, balene e profeti) che fonde in modo del tutto originale ritmi mediterranei con lo sperimentalismo di Tom Waits e con le atmosfere underground della scena emiliana, nella quale è cresciuto e si è formato. Info: parma@arci.it

Cinema e ambiente UDINE - Dal 28 aprile al circolo Arci Mis(s)kappa ha inizio la rassegna di film sull'ambiente Pachamama cinemà. Primo appuntamento con il film La terra degli uomini rossi di Marco Bechis. Ambientato in Brasile, al Mato Grosso do sul, racconta la ribellione

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pacifica di una comunità di indios che chiedono di riavere le loro terre, indebitamente tolte dai fazenderos per consentire la coltivazione di piante transgeniche. Info: misskappa.wordpress.com

Festival a Villa Zamboni VALEGGIO SUL MINCIO (VR) - Nel Parco di Villa Zamboni, per la prima volta aperto e usato per una manifestazione culturale, Arci Kroen e associazione Humus promuovono il Festival del Primo maggio, con gruppi musicali che si esibiranno dalle 16.30 in poi, tra questi: i Mariposa, i Three in one gentleman suit, i De Curtis, gli Ovlov, Mr. Wilson, gli Homeless. Ci sarà anche lo spettacolo reading Ritratti dei Suoni quotidiani, in occasione del 150esimo dell'Unità d'Italia. Info: arcikroen@gmail.com

Terza età e benessere FIRENZE - Continuano gli incontri del corso di formazione per volontari su terza età e benessere ideato da Arci Solidarietà Toscana e Cesvot, in collaborazione con Arci Toscana e Arci Arezzo, Auser Firenze, Spi Cgil Lega

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Le signe. Il 22 aprile dalle 15 alle 18 si affronterà il tema Rilevare bisogni, individuare risposte, relatore Francesco Giannoni dell'Arci Toscana. Info: arezzo@arci.it

Risorgere all'Arsenale PISA - Continua fino a maggio il teatro laboratorio Risorgere, che si tiene all'Arsenale. Il 28 aprile alle 21 Cinemateque Arsenale: un aperitivo per gustare un film, presentazione a cura di Adamo Dagradi; il 29 aprile, sempre alle 21, Col sole in fronte, storia di Rita Rosani ideata e scritta da Paolo Ragno, adattata da Franco Manzini, musicata ed eseguita dai Regina Mab. Info: www.arsenalecinema.it

Circoli aperti ai popoli PADOVA - Per il progetto Incontrarci. Circoli aperti ai popoli promosso da Arci Padova e i circoli Fahrenheit 451 e Carichi sospesi, il 28 aprile a partire dalle 21.30 si terrà una serata armeno sufi, con letture di brani tratti da La Masseria delle allodole di A. Arslan con accompagnamento musicale. Info: www.arcipadova.org


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incircolo

Due giornate di formazione per i dirigenti dei circoli della Basilicata. Un'iniziativa utile e partecipata i è svolta il 15 aprile la prima giornata di formazione per i dirigenti dei circoli Arci della Basilicata. L'appuntamento si è tenuto presso il circolo Linea Gotica di Ferrandina, in provincia di Matera. Il corso, tenuto dalla cooperativa L'Apis, fa parte del progetto Io sono perché siamo, finanziato nell'ambito della legge 383/2000. Alla giornata, condotta da Giancarlo Gizzi e Maura Burali D'Arezzo, hanno partecipato presidenti di circolo e dirigenti del comitato regionale. Il programma ha visto una vera e propria ricognizione delle basi fondamentali dell'associazionismo di promozione sociale sintetizzato in questi argomenti: Le basi del Terzo Settore in Italia attraverso gli articoli della Costituzione e il Codice Civile che distingue tra associazioni con personalità giuridica e associazioni senza personalità giuridica. Evoluzione della normativa italiana: legge 49/87 - Le Ong; legge 266/91 - Organizzazioni di volontariato; decreto legislativo 460/97 - Disciplina tributaria degli enti non commerciali; Legge 383/00 - Le associa-

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zioni di promozione sociale; decreto legislativo 155/06 - Disciplina dell'Impresa Sociale. L'Associazionismo nella 'pratica': come si costituisce un'associazione; codice fiscale e partita IVA; libri sociali 'obbligatori'. Associazioni e permessi: la somministrazione di alimenti e bevande; le feste del Tempo Libero. Giudicata da tutti utile e importante, la giornata di formazione è stata arricchita da molti interventi dei partecipanti che, a turno, hanno un po' tutti raccontato la propria realtà associativa, illustrando una casistica di difficoltà burocratiche specialmente riferite ai rilasci di autorizzazioni amministrative. Molti si sono inoltre soffermati sulla tenuta delle scritture contabili e la corretta compilazione dei rendiconti economico/finanziari dei circoli. A margine dell'incontro, il Direttore di sede Arci Basilicata, Gianni Brienza, ha presentato ai partecipanti il nuovo sito web del comitato (www.arcibasilicata.it) che è online dal 18 aprile. Il programma della seconda giornata di formazione che si svolgerà il 27 aprile a

Potenza presso il circolo Arci Caffè Letterario, con la partecipazione di Giancarlo Gizzi e di Massimo Camerieri dell'osservatorio nazionale Legislazione Arci, verterà sulla Tipologia degli accertamenti e dei controlli: accessi, ispezioni, verifiche, poteri degli organi accertatori; diritto del controllato; formazione dei verbali. Contestazione della fisionomia associativa: la corretta costituzione del rapporto associativo, la pratica del cosiddetto tesseramento contestuale, il tesseramento online, la documentazione relativa al corpo sociale, effetti negativi ricorrenti del mancato riconoscimento di una corretta fisionomia associativa. È la prima volta che l'Arci Basilicata vede la presenza della 'struttura nazionale' sul proprio territorio per ciò che riguarda la formazione degli organismi dirigenti associativi. Vista la qualità e l'interesse dell'incontro, auspichiamo che anche in futuro la formazione diventi un appuntamento periodico che consenta alla nostra associazione di far crescere e sviluppare al meglio i circoli Arci sul territorio. Info: info@arcibasilicata.it

Resistenza e lavoro Inaccettabile il concerto di gruppi nazi-rock ai circoli di Fiesole a Sansepolcro. Arci Arezzo chiede lo stop Resistenza e lavoro. Le basi della democrazia: otto giorni di festa e di eventi, dal 25 aprile al 3 maggio, proposti dai circoli Arci di Fiesole. Dopo la Casa del popolo di Fiesole e il circolo del Girone, il 27 aprile al circolo La Montanina di Montebeni si terrà la proiezione del film Coscienza di sol di Alessandro Povia Zani. Il 28 al circolo R. Pruneti di Pian del Mugnone letture dei condannati a morte della resistenza europea, a cura dell'associazione MagaMagò. Il 29 alla Casa del popolo Caldine è in programma l'incontro Italia - Libia, gli inizi coloniali di una storia. Il 30 aprile alla Casa del popolo Fiesole, Liliana Benvenuti racconta i fatti, i volti e la storia della Resistenza durante l'iniziativa Conversazione con Angel, mentre al circolo R. Murri di Ellera si terrà la proiezione del film Aronne, l'eccidio di Pian d'Albero di Fabio Del Bravo. Alla Casa del popolo Fiesole verrà presentato il saggio Le donne della Resistenza di Francesca Graziati. Domenica appuntamento con il corteo del Primo Maggio, che dalla Casa del popolo Fiesole arriverà a piazza Mino. Ultimo appuntamento il 3 maggio alla Casa del popolo Caldine con Lavoro da morire di Riccardo Rombi.

Nella città di Sansepolcro, Medaglia d'argento al valor militare, è in programma per sabato 30 aprile un concerto organizzato da Forza Nuova in cui suoneranno i gruppi nazi-rock Legittima Offesa e Delenda Carthago, membri di movimenti politici di estrema destra che, violando le norme costituzionali, inneggiano apertamente a simboli, ideologie e mitologie riconducibili al nazismo e al fascismo. «È inaccettabile - dichiara Laura Vichi, Segretaria provinciale dell'Arci di Arezzo che in prossimità del 25 aprile e alla vigilia del 1° maggio si possa svolgere un evento

che offende profondamente la dignità e la memoria storica di Sansepolcro e di tutta la Provincia di Arezzo, nonché di tutti i cittadini democratici e antifascisti. Proprio la sera del 30 aprile Arci Arezzo organizza, presso il circolo La Saletta di Sansepolcro, una cena della legalità per promuovere i prodotti delle terre confiscate alla mafia e la partecipazione dei giovani ai campi di lavoro 2011. Confidiamo nel buon senso delle istituzioni affinché riescano a fermare l'organizzazione del concerto promosso da Forza Nuova». Info: arezzo@arci.it

‘Nuove generazioni special’ a La Spezia In occasione della Festa della Marineria 2011, l'Arci La Spezia propone Nuove generazioni special, progetto nato nel 2006 raccogliendo l'eredità di Giovani linguaggi dell'immagine, che in quattro edizioni aveva presentato alla cittadinanza il meglio della produzione artistica dei giovani nati dal 1980 in poi. Per poter partecipare al concorso i concorrenti devono essere nati dal 1986 in poi ed essere nati o

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residenti o studenti nella provincia della Spezia. Ai giovani artisti è concessa la massima libertà espressiva senza categorie, limiti e definizioni: possono essere presentate opere di qualsiasi tipologia (pittura, scultura, foto, video, installazioni). Le opere selezionate saranno allestite presso il Point informativo della Festa e il circolo Arci Origami dal 15 al 30 giugno 2011. Info: www.arciliguria.it


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società

La politica che fa scoprire il mondo: presentato a Genova l’ultimo libro di Luciana Castellina Un articolo di Alberto De Sanctis dell’Università di Genova a scoperta del mondo, di Luciana Castellina, offre uno spaccato significativo di un'esperienza in cui umanità e politica si scontrano per poi sovrapporsi e tornare a scontrarsi di nuovo. La ripresa di un diario originariamente scritto tra il 1943 e il 1947 - la protagonista è nata nel 1929 - attribuisce a questo libro una forza inedita in virtù di un tratto di sincerità e schiettezza, che svela la vicenda di un'adolescente che confessa di sentirsi sequestrata rispetto al mondo circostante. «Ricordo, racconta nel suo diario, che il campo era ombroso mentre io e Anna Maria ci tiravamo palle inesperte oltre la rete…Fu allora che la guardia in borghese venne a chiamarla e il palleggio terminò bruscamente». Anna Maria è Anna Maria Mussolini, figlia di Benito e Rachele, «ci eravamo ritrovate lì a Riccione, dove il nostro gioco venne interrotto. Era la sera del 25 luglio 1943 e suo padre era stato arrestato a Roma nel corso della giornata». Nel corso di quella partita la politica già assume chiaramente i contorni di una polarità di cui è bene diffidare - quel-

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la altra rispetto al gioco, alla vita, la polarità nemica della spontaneità. È quindi la polarità tra politica e vita a raccogliere l'eredità di un dilemma esistenziale, qualificato dalla stessa autrice come borghese, per il quale il privato si contrappone al pubblico, il senso dell'individualità al senso della collettività. Ma anche quando la politica diventa per Castellina veicolo di un sentire collettivo, permane sempre sullo sfondo il dissidio con un'altra politica. Ma forse la radice della insofferenza della protagonista nei riguardi di tutto ciò che è legge, positiva o morale ma comunque avvertita come estranea all'intimità, è da ricercarsi in quello che è l'episodio centrale della sua infanzia: la separazione dei genitori e i rocamboleschi passaggi richiesti per regolarizzare l'unione della madre col nuovo compagno. Intrisa di perbenismo appare a Castellina anche l'ammonizione rivoltale a Praga da Giuliano Pajetta per avere accettato di fare un giro in autostop in compagnia di tre giovani inglesi. Una volta presa la tessera del partito, ha modo di constatare che Maria Goretti è una

delle eroine della FGCI. A dispetto di ciò, rileva come tutti gli scrittori e poeti a lei più noti - Vittorini e Quasimodo - si iscrivano al PCI, così come tutti i pittori. E Luciana aspira a diventare pittrice. È un clima nuovo in sintonia con il suo avvertire pietà per i più svantaggiati a donarle il coraggio di lasciarsi alle spalle quel ‘ghetto sociale’ - un ghetto dei quartieri alti - dove è nata e, dove restando, sarebbe presto - come lei dice instupidita. Quella che lei chiama la ‘politica vera’ è quella del lavoro in borgata, che le fa incontrare ‘figure umane straordinarie’. La ragione essenziale della scelta comunista di Luciana Castellina è, come ricorda lei stessa, quella di avere visto nel PCI il modo di non guardare più al proprio ombelico.

Hanno collaborato a questo numero Michele Ainis, Gianni Brienza, Chiara Calò, Claudia Carotenuto, Alessandro Cobianchi, Alberto De Sanctis, Gennaro Di Cello, Cristina Formica, Alfiero Grandi, Andrea Liparoto, Gabriele Moroni, Piero Pacchioli, Giuliana Sgrena In redazione Andreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

In merito alla dichiarazione del ministro Romani sulla necessità di un approfondimento legislativo sulla questione acqua interviene l'associazione. «Adesso chiediamo con forza che si lascino decidere i cittadini senza improvvisate marce indietro» sostiene Rossella Miracapillo, segretario generale MC. «Evidentemente la presa di coscienza dei cittadini, su un tema così importante come quello della privatizzazione di un bene comune come l'acqua, fa paura. Il movimento imponente che si è creato intorno alla questione e che ha portato alla firma di 1 milione e 400mila italiani per il referendum ne è la prova. Come cittadini, pretendiamo di esprimere la nostra opinione attraverso il referendum. Questi provvedimenti del Governo sembrano artati e tardivi e il timore è che si assumano norme non definitive e inefficaci, norme individuate invece con chiarezza e lucidità dai quesiti referendari».

MC asssite i consumatori nel fallimento Pandemia I 12.000 consumatori che hanno pagato in contanti o hanno versato caparre e stipulato contratti di finanziamento e non hanno rice-

Nucleare. Soddisfatti del dietrofront del governo La posizione del Movimento Consumatori di critica al programma nucleare deciso dal Governo, ha trovato riscontro nel dietrofront governativo. «È possibile - sostiene Ovidio Marzaioli, responsabile del settore Energia & Ambiente di MC - che questa ritirata possa essere intesa anche come un 'depotenziamento' dello strumento referendario ma resta la vittoria di tutto il movimento consumeristico contrario a un piano nuclearista sorpassato e senza impatto reale sulla produzione energetica. Ora più che mai c'è bisogno di sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, a cominciare dalle produzioni microgenerate per usi domestici».

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Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Paolo Beni Impaginazione e grafica Claudia Ranzani

www.movimentoconsumatori.it

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Acqua: non toccate il referendum

vuto i mobili acquistati presso il mobilifici Aiazzone di tutt'Italia, tramite MC hanno ora la possibilità di cercare di recuperare i pagamenti effettuati nel fallimento di Panmedia presso il tribunale di Torino. L'associazione invita tutti i consumatori coinvolti a contattare le sedi del Movimento Consumatori per ottenere informazioni e assistenza sia per l'insinuazione al passivo sia per l'eventuale azione collettiva nei confronti di Fiditalia.

Progetto grafico Sectio - Roma Cristina Addonizio Editore Associazione Arci Redazione Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005

Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione -Non commerciale Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/


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Pubblichiamo il secondo dei cinque manifesti realizzati per la campagna istituzionale dell’Arci


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