arcireport
settimanale a cura dell’Arci | anno XIII | n. 27 | 23 luglio 2015 | www.arci.it | report @arci.it
Contro i rifugiati crescono la paura e l’odio alimentati dalla disinformazione e dalle destre di Francesca Chiavacci Presidente nazionale Arci
Dal Veneto a Roma, le forze razziste e xenofobe si tendono la mano. Quando non è la Lega a soffiare sul fuoco è Casa Pound o Forza Nuova. Sarà bene non sottovalutare quanto è accaduto in questi giorni, soprattutto perché il fatto che si tratti di avvenimenti contemporanei indica che vi è ormai non più un semplice collegamento ma una vera e propria organizzazione che si muove su scala nazionale. Un salto di qualità in negativo non da poco. A Quinto i residenti hanno addirittura scelto di dormire nel prato antistante pur di non ‘contaminarsi’ con i giovani africani, mentre i militanti di Forza Nuova davano fuoco agli oggetti assemblati in un magazzino per l’arredamento delle abitazioni destinate ai rifugiati. Siamo ormai alla cultura e alla pratica dei pogrom! Parola tristemente famosa, che in russo infatti significa “devastazione”. Nella capitale, intanto, Casapound organizzava blocchi stradali per impedire l’accesso dei richiedenti asilo nel quartiere, naturalmente cantando l’inno nazionale. Tornano in mente i tempi più bui della nostra storia.
Il veleno della propaganda razzista, che in questi anni ha scavato a fondo in un’opinione pubblica sempre più disorientata, sta dando i suoi perfidi frutti. Il razzismo e la xenofobia a volte si manifestano con una sorda ostilità, altre volte nella forma più esplicita e clamorosa di manifestazioni e disordini di piazza. Nell’opinione pubblica si è fatta strada l’idea che l’Italia sarebbe oggetto di un’invasione. Un mantra per certa stampa. Una bugia clamorosa, dati alla mano, visto che la presenza di stranieri nel nostro paese è costantemente inferiore di quella in altri paesi europei. L’immigrazione, che potrebbe essere gestita come una risorsa per la nostra società, sia dal punto di vista culturale che economico, diventa invece il pericolo da agitare da parte del populismo di destra in cerca di voti e consensi. C’è allora bisogno innanzitutto di un grande lavoro culturale, che deve partire da un’operazione di verità e di conoscenza. Quindi di controinformazione, si sarebbe detto una volta. Verità sui numeri, sui motivi dei flussi migratori, conoscenza di queste persone, delle loro
storie, della vita che sono state costrette a condurre. Guai a rassegnarci a vivere in un paese che oggi appare imbarbarito, dimentico della sua storia, che è stata in larga parte storia di emigrazioni, e delle conquiste civili che l’hanno contrassegnata. Ci aspetta un impegno gravoso, ma abbiamo gli strumenti e la determinazione necessaria per portarlo avanti. Alla ripresa delle attività, dopo le vacanze estive, promuoveremo in tutto il Paese una campagna per l’informazione e la verità, contro l’ignoranza e le manipolazioni del fenomeno, contro i pregiudizi e le discriminazioni. Vogliamo rivolgerci soprattutto ai giovani, ma anche a quanti frequentano le nostre basi associative per rafforzare la loro capacità di intervenire nel territorio, per parlare con i cittadini, per sconfiggere sul nascere la diffusione della paura e dell’odio razziali. Chiederemo con più forza ai media di ospitare le opinioni di chi sostiene le ragioni dei diritti, e non di privilegiare, come spesso accade oggi, le posizioni di chi urla più forte con un linguaggio intriso di violenza e volgarità.