Arcireport n 37 2015

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arcireport

settimanale a cura dell’Arci | anno XIII | n. 37 | 29 ottobre 2015 | www.arci.it | report@arci.it

I farisei, la principessa e il drago di Francesca Chiavacci presidente nazionale Arci

Nel film Comizi d’amore che Pier Paolo Pasolini girò nel 1963, interrogando gli italiani sul loro rapporto con il sesso e la trasgressione possibile, Alberto Moravia dice: «Le cose che si conoscono non scandalizzano, gli uomini di profondo spirito religioso non si scandalizzano mai. Insomma, non credo che Cristo si scandalizzasse mai, anzi non si è mai scandalizzato. Si scandalizzavano i farisei». Ecco, in questi nostri tempi registriamo purtroppo un nuovo frenetico attivismo di un pezzo della società italiana contrario a una decisa lotta alle discriminazioni e più in generale schierato combattivamente, come dimostra l’opposizione ad una legge sulle unioni civili, contro il riconoscimento dei diritti. Qualche mese fa il Sindaco di Venezia ha ‘messo all’indice’, bandendoli dalle scuole, 49 libri in cui comparivano coppie dello stesso sesso. Ieri due fatti. Il Consiglio regionale della Liguria che vota due mozioni contro la

cosiddetta teoria gender e la notizia di due genitori che a Massa Carrara hanno deciso di mandare la propria figlia in una scuola paritaria dopo aver appreso che nell’asilo frequentato dalla propria bambina si svolgevano letture contro gli stereotipi di genere: la storia di una principessa che si salva da sola dal drago malvagio perché non ha bisogno di un principe che la aiuti e quella di un bambino a cui i genitori danno solo giochi ‘da maschi’ mentre lui vorrebbe giocare con le bambole. La ministra Giannini è intervenuta per ribadire che nella scuola italiana non si diffondono testi che si fondano sulla teoria del gender. Il comportamento di questi genitori di Massa Carrara sembra proprio il risultato della frenesia di questo attivismo che genera strumentalmente confusione e mistificazione. I testi incriminati non sono assolutamente espressione di quella presunta

teoria continuamente brandita come arma spuntata da gruppi e sigle, magari di destra, che non vogliono arrendersi ai cambiamenti del nostro Paese. Si tratta invece di fiabe sulla cittadinanza di genere per insegnare ai bambini a rispettare e non discriminare gli orientamenti sessuali delle persone. Questi desideri censori di fiabe e questo attivismo dai tratti fortemente oscurantisti sono pericolosi e vanno contrastati, a cominciare dall’affermazione della verità dimostrando che non c’è nulla di cui aver paura e per cui mentire. Ma soprattutto, quando si prendono di mira i libri e la lettura si corre sempre una grande pericolo, e quando a questo si aggiunge la menzogna il rischio è ancora più grosso. Nelle prossime settimane ci impegneremo a diffondere e a organizzare letture pubbliche di questi testi in tante città d’Italia per difendere i valori della laicità e della libertà.


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