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d e l l ’ A r c i anno IX - n. 38 2novembre 2011

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Uscire dal liberismo per salvare il Paese

L’Italia che frana

H I dati Istat sono impietosi: la disoccupazione sopra l'otto per cento, quella giovanile ormai al trenta, l'inflazione che torna a galoppare; e ancora le borse nuovamente in picchiata e lo spread coi titoli tedeschi sopra al 4%. Un quadro veramente allarmante per l'economia italiana, nel già critico contesto europeo. Domani a Nizza si apre il vertice dei G20 e l'Europa si appellerà alle economie emergenti del pianeta nella disperata ricerca di soluzioni per salvare gli Stati sull'orlo della bancarotta e scongiurare il suo stesso fallimento. Il Consiglio europeo della settimana scorsa ha segnato il punto più basso dell'Unione, la fine dell'idea stessa di un'Europa politica capace di visione comunitaria. Nessun progetto comune di investimenti, nessuna strategia sulla green economy, dimenticati gli obbiettivi di Europa 2020. Solo tagli per rientrare dal debito, provvedimenti confusi e contraddittori. In barba al principio dell'autonomia dei mercati alla fine saranno gli stati a pagare la ricapitalizzazione delle banche. Niente si è fatto per fermare le speculazioni, tradito anche l'impegno sulla Tobin Tax. Ancora una volta la politica ha ceduto al ricatto dei poteri finanziari. Se l'Europa è sull'orlo del baratro, l'Italia è già commissariata. Tutti sanno che la lettera del governo all'Unione è stata scritta sotto dettatura, decisa dal destinatario e subita dal mittente, e che il governo italiano non ha la forza di attuare quegli impegni. Un piano insostenibile, che scarica tutto il peso del risanamento sui diritti sociali e sul lavoro, liberalizza i licenziamenti, porta l'assalto finale all'articolo 18. Anziché provare a coniugare rigore, sviluppo ed equità, il governo sposa la linea Marchionne e sceglie di far saltare il patto sociale. Divide il Paese e soffia in modo irresponsabile sul fuoco delle tensioni fino ad evocare il ritorno del terrorismo. Non è vero che quelle rozze misure vetero liberiste siano le sole possibili, ci sono strade diverse socialmente più sostenibili. La discriminante dell'uscita dal modello liberista è il vero nodo su cui misurarsi per salvare il Paese. A questo le opposizioni dovrebbero dedicare ogni energia anziché disperderle in manovre di posizionamento e lotte intestine. Cercare le ragioni di un'ampia unità nei contenuti di un progetto credibile di alternativa, perché non basta che cada Berlusconi se non ci sarà una vera discontinuità rispetto alle scelte economiche e sociali che hanno prodotto la crisi.

La piazza di Vernazza invasa da acqua e fango iò che abbiamo visto nei giorni scorsi nelle zone colpite dall'alluvione non è paragonabile alle pur drammatiche immagini passate in questi giorni su tutti i telegiornali nazionali. Distruzione e disperazione la fanno da padrona in gran parte della Val di Vara, a Vernazza e Monterosso e nella zona di Aulla. Si parla di oltre 500 millimetri d'acqua caduti in poche ore in un pomeriggio che in tanti non dimenticheranno per molto tempo. Mentre scrivo le vittime sono salite a dieci; l'ultima ritrovata a Borghetto Vara dove la furia fatta di acqua, fango, legna e detriti vari ha sfogato la sua rabbia arrivando fino a Brugnato. Ed è proprio da Brugnato che inizia il nostro viaggio in questo inferno; mi accompagnano i nostri volontari della Prociv Arci Liguria che dalla sera stessa di quel maledetto 25 ottobre stanno lavorando senza sosta in coordina-

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mento con tantissime altre organizzazioni. Fango e polvere ci accolgono all'uscita del casello dove la Polizia Stradale blocca il passaggio a chi non è residente. Solo residenti e mezzi di soccorso fino a nuovo ordine per impedire il triste rito del 'turismo da catastrofe' ci dicono gli agenti. Risaliamo la Val di Vara fino a Borghetto Vara, il primo centro abitato di media grandezza oltre Brugnato. Ancora macchine accatastate una sopra l'altra, case occupate da legna e sassi e un via vai di uomini e mezzi della protezione civile provenienti dall'Emilia Romagna, dal Piemonte e dalla Lombardia. Oltre naturalmente quella della Liguria. Un senso di disorganizzazione ci colpisce mentre incontriamo i referenti del centro operativo comunale di Borghetto Vara; non è una bella sensazione dopo le immagini di distruzione che abbiamo visto. continua a pagina 2

EMERGENZA ALLUVIONE Chi volesse versare un contributo per far fronte all’emergenza alluvione in Liguria può effettuare un versamento sul conto corrente aperto presso Banca Popolare Etica - Agenzia di Genova, intestato ad Arci Liguria.

IBAN IT 16B05018 01400 000000140234


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