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d e l l ’ A r c i
anno IX - n. 39 8 novembre 2011
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La premessa per iniziare a ricostruire Due sono gli eventi al centro dell'attenzione in Italia in questo inizio di novembre: il maltempo che ha devastato interi territori e il precipitare della situazione politica sotto i colpi della crisi. C'è un nesso fra questi temi in apparenza così diversi, ed è il declino che sta vivendo il nostro Paese. A pochi giorni dall'alluvione nel levante ligure, la furia delle acque ha sommerso Genova provocando ancora distruzioni, danni materiali e purtroppo altre vittime. Da nord a sud, il disastro non risparmia altre Regioni. È importante che subito sia scattata la solidarietà di tanti cittadini per aiutare le popolazioni colpite. Ma sarà bene che stavolta non si versino lacrime di coccodrillo prendendosela col destino avverso. Venti morti in dieci giorni per il maltempo sono un dato inconcepibile in un paese moderno. Se ancora nel 2011 basta un nubifragio, pur di portata eccezionale ma anche ampiamente previsto e annunciato, a mettere in ginocchio intere città, è perché ci si ostina a non voler imparare dai disastri del passato. Bisogna finirla con la devastazione irresponsabile del territorio: corsi d'acqua lasciati all'incuria, torrenti deviati per fare spazio alle costruzioni, interi quartieri eretti sull'alveo dei fiumi, lavori di manutenzione e messa in sicurezza annunciati e mai fatti, gli stanziamenti per le opere contro il dissesto idrogeologico ridotti dell'80% in quattro anni. Il fattore tempo è decisivo, per queste scelte come per altre che gravano sul futuro del Paese. Il G20 si è concluso con un nulla di fatto, se non la conferma che l'Europa non ha una politica per affrontare la sua grave crisi economica e che l'Italia non riuscirà ad uscire dal pantano in cui è scivolata senza una netta svolta nel quadro politico. La fine del governo Berlusconi è questione di ore. Resta da capire se a sancirla sarà il voto parlamentare o se il premier sceglierà di farsi da parte prima. È tempo che le opposizioni si attrezzino per l'alternativa. Ma non si può pensare che basti un governo tecnico di larghe intese se dovesse attuare le medesime ricette già proposte dalla destra. Serve una svolta profonda nelle politiche economiche, sociali, ambientali, che sappia legare risanamento e sviluppo con l'equità sociale, e che può nascere solo da un nuovo mandato elettorale. La fine di questo governo è solo la premessa per iniziare a ricostruire, rimuovere le macerie del berlusconismo, arginare l'antipolitica, restituire fiducia e speranza al Paese.
Genova, un disastro annunciato
e immagini passate in Tv o su internet ben illustrano la drammaticità dell'alluvione che ha colpito Genova. Drammaticità da pelle d'oca, quando le persone che vivono nei palazzi distrutti dalla furia dell'acqua ti raccontano le mille storie vissute per salvare gli anziani che abitano ai primi piani - allagati sino al soffitto - delle case popolari di Piazzale Adriatico. O gli amici che si sono gettati nell'acqua per portare in salvo i figli rimasti isolati e atterriti. Quelli che hanno perso. Qualcuno che non ce l’ha fatta.
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Dopo le persone, cominci a fare la conta dei danni alle cose e vedi volti che passano dalla frenesia dei primi momenti allo smarrimento delle perdite. Molti non hanno più niente: casa, auto, vestiti, mezzi di lavoro. Quasi non sanno neanche loro cosa chiederti. Tantissimi si interrogano sulle responsabilità di questa tragedia che ha causato la morte di sei persone. Ma al di là di singole responsabilità specifiche, che sono reali, la questione centrale sta nell’uso del territorio, nell'urbanizzazione selvaggia, con interi quartieri affastellati l’uno sull’altro: tutto ciò ha prodotto un grave dissesto idrogeologico. È necessario cambiare questo modello di società, improntata a un consumismo/consumo indiscriminato di risorse ambientali, produttive, umane. Ma sono momenti in cui si accende anche la speranza, grazie ai volti delle centinaia di volontari, soprattutto giovani, che in poche ore hanno riossigenato l'atmosfera cupa della città. I dirigenti dei nostri circoli coinvolti chiedono soprattutto di non essere lasciati soli, di poter contare su qualcuno che li sostenga per ricostruire progetti di vita. Un piccolo passo in questa direzione potrebbero essere serate organizzate dai circoli Arci in tutta Italia per raccogliere fondi da destinare all'emergenza utilizzando il conto corrente dedicato. Grazie a tutti voi per esserci vicini. Gabriele, Stefano e Walter
EMERGENZA ALLUVIONE Chi volesse versare un contributo per far fronte all’emergenza alluvione in Liguria può effettuare un versamento sul conto corrente aperto presso Banca Popolare Etica - Agenzia di Genova, intestato ad Arci Liguria.
IBAN IT 16B05018 01400 000000140234