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AMANI Amani significa Pace in Kiswahili. È una lettera di padre Kizito agli amici e un foglio di collegamento di Amani. Anno III, n 1, marzo 2003 - Spedizione in A.P. - Art. 2 comma 20/C legge 662/96 - Milano

Poi ogni tanto questa poesia ti aggredisce in momenti imprevedibili e immeritati. La vedi, è li a portata di mano, e ti accorgi che è più vera della realtà. Nairobi, 11 Marzo 2003 A me è successo per esempio lunedì 18 novembre, mentre visitavo la Koinonia di Lusaka, in Zambia. Ero Cari Amici, seduto nel cortile della casa dove vivono gli oltre sessanta bambini di strada ospitati dalla comunità, nel prato, Abbiamo voluto chiamarci "Amani", cioè pace, perchè sotto il grande albero di jacaranda. C'era una grande ci è parso di capire che questo è il grande impegno nel mondo di oggi, per tutti. E i nostri piccoli progetti, le nostre case e scuole, i nostri interventi sui Monti Nuba hanno sempre voluto essere un segno di pace, anche là dove la guerra e la violenza sembrano vincere. Inevitabilmente in giorni così difficili come quelli che stiamo vivendo, in cui si fronteggiano la follia di un piccolo dittatore e la tracotanza di chi vuole dominare il mondo, non possiamo non essere coinvolti da quanto sta accadendo. Uno slogan indovinato afferma che un nuovo mondo è possibile. Anzi, è necessario, aggiunge qualcuno. Io mi permetto di dire sottovoce: amici, vi sbagliate, il nuovo mondo esiste già. La prova più evidente è nelle folle che hanno manifestato per la pace e nell'impegno quotidiano di tanti perchè la pace prevalga. Ogni grande movimento storico non produce solo leaders, teorie, libri, dibattiti, statistiche, marce, o che altro. I movimenti creano poesia. A volte è una forma minore di poesia, quella dei sogni a occhi aperti o delle illusioni. Ma altre volte è poesia vera, quella che ci fa vedere al di là della realtà, soprattutto quella che ci aiuta a vedere il futuro che esiste già adesso. Così è stata nella Chiesa la stagione conciliare. Così è stato il 68 per chi era giovane in quegli anni. Per l'Africa sono stati così il movimento della negritudine, la prima stagione dell'indipendenza e poi i movimenti di liberazione. Le visioni di un mondo nuovo non nascono negli incontri di salotto di persone intelligenti, e neanche nei "think tanks" sponsorizzati della grandi istituzioni, o nel mondo individualista della cultura globalizzata, tantomeno nei dibattitti televisivi. Queste visioni poetiche nascono nei gruppi che si impegnano nel sociale e nel politico “Un bambino di Kivuli a scuola, diventerà uno dei prossimi scrittori africani ?” fotografia di Tadej Znidarcic per molti anni, che soffrono, che pagano di persona. Lettera di Padre Kizito agli amici

Amani

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se non sanno verbalizzarli - sono vivi dentro di noi, e li sappiamo vedere nel piccolo mondo intorno a noi, prima ancora che nel grande mondo. Koinonia è per me il piccolo mondo dove ogni tanto la poesia irrompe, libertà e amore prendono il sopravvento, e mi accorgo che il nuovo mondo è già qui. Che probabilmente è solo colpa mia se non lo vedo e non lo assaporo più spesso. E' l'intravedere questi valori che attira i giovani d'oggi verso il movimento per la pace. Il che dà a chi fa da punto di riferimento o di coagulo una grande responsabilità. Ho letto recentemente il giudizio severo di Enzo Bianchi che riferendosi ad alcuni personaggi che appaiono come i leaders dei pacifisti, dice "Non si tratta di maestri: sono voci critiche che incanalano un dissenso. I testimoni di una volta scrivevano, lasciavano un'eredità.Ora invece il mondo dei mass media crea facilmente i suoi idoli e altrettanto presto li dimentica; si tratta di personaggi privi di eloquenza, che appaiono soltanto; tutti li applaudono, ma qual'è il loro messaggio?" Credo che questo giudizio sia un po' ingeneroso, ma purtroppo e' indubbio che c'è una grande carenza di maestri e testimoni veri, che ci facciano gustare la bellezza, la poesia di un mondo che c'è già. Forse questa difficoltà nell' identificare i maestri, i leaders, i testimoni nasce anche dal fatto che - come ha scritto John Berger - dall' 11 settembre in poi ci hanno rubato le parole. Giustizia, pace, democrazia, terrorismo, violenza, guerra, non hanno più il significato che avevano qualche anno fa. Spesso vogliono dire il contrario. Per mantenerci liberi, capaci di interpretare veramente cosa sta succedendo, dobbiamo capire cosa si nasconde dietro alcune parole chiave. Se gli oppositori diventano tutti terroristi, se la guerra di conquista diventa guerra preventiva, se la volontà di dominio diventa ingerenza umanitaria, se la reazione ad un atto terribile come quello compiuto l'11 settembre è "consumate per continuare a far girare l'economia", dobbiamo stare attenti, il rischio è che noi tutti da persone umane diventiamo solo consumatori e clienti del supermercato globale. E quelli che percepiamo come leaders sono solo i personaggi scontati

“Un bambino di Kivuli in partenza per una gita alle cascate di Thika” fotografia di Tadej Znidarcic

quiete, l'ultima auto era passata oltre un'ora prima, nella strada sterrata ai piedi della collina. Il sole tramontava ad occidente mentre contemporaneamente ad oriente sorgeva la luna piena. Alcuni bambini rientravano sudati e stanchi per una partita di calcio. Altri erano sotto la doccia, mentre altri, già puliti e profumanti di bucato (per lavarsi usano lo stesso sapone del bucato, la saponetta col profumo artificiale è un lusso) preparavano all'aperto il tavolo che sarebbe servito da altare per la Messa. Poco lontano, sotto una tettoia dello stesso grande cortile, mama Edina e mama Justina stavano cucinando un'enorme polenta, mentre il pentolone di spezzatino era già pronto. I bambini indaffarati nelle varie occupazioni mi passavano accanto e facevano un cenno d'intesa, mi lanciavano uno sguardo, un sorriso, ognuno in modo diverso significando la gioia di essere insieme in un posto tranquillo, protetto, dove ci si vuol bene. Ecco, improvvisamente, il nuovo mondo è qui. Mi è venuto in mente che era il quinto anniversario della morte di Andrew Owour, il ragazzo kenyano che ha stimolato noi tutti in questa avventura al servizio dei bambini di strada in tutta l'Africa. Mi è venuto in mente che proprio qui, a Koinonia di Lusaka, dove mi aveva accompagnato nel 1994, Andrew aveva concluso il suo cammino di fede ed aveva deciso di diventare cattolico, da anglicano che era. Aveva fatto qui, in questo cortile, la sua professione di fede. Allora durante la messa ho parlato di lui ai bambini, che mi ascoltavano come se parlassi di un loro fratello maggiore, rapiti. Ecco, il nuovo mondo è qui, nella comunione fra i vivi, e dei vivi coi morti. Quando riduci all'osso i grandi movimenti che hanno espresso i desideri collettivi della gente, li ripulisci di tutto il dolore, sudore, e purtroppo magari anche sangue che hanno generato, ti accorgi che la loro forza era nell'aver in qualche modo, magari anche sbagliato, coagulato le grandi aspirazioni di libertà e di amore che sono dentro tutti noi. Libertà e amore (comunione) sono due, sono il motore di tutto ciò che si muove. Siamo aperti al mondo, accoglienti, quando queste due forze - forze semplici, familiari, di cui tutti intuiscono i contenuti anche Amani

“Bambini Nuba tornano al loro villaggio dopo la scuola” fotografia di Gian Marco Elia

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I momenti di poesia come quelli del 18 novembre nella Koinonia di Lusaka che la vita ci regala sono l'espressione della realtà, non ombre cinesi di un mondo irraggiungibile. La Pasqua ormai non lontana ci fa vedere la poesia più bella: la Vita che ha vinto la morte. Il mondo nuovo è già qui.

di un gioco che ci vuol manipolare. Noi viviamo di segni. I terroristi dell' 11 settembre ne erano perfettamente consapevoli. Nella loro azione non si sono limitati ad ubbidire. Avrebbero potuto far cadere gli aeroplani su qualsiasi anonima città americana magari causando più morti. Ma hanno creato un evento simbolico, colpendo, o cercando di colpire i centri del potere economico, militare e politico di quello che era da loro percepito come l'impero del male. Tutto può diventare segno. A volte un hamburger è solo un hamburger, a volte è il segno visibile della reale o immaginaria compartecipazione al mondo globale. Anche noi dobbiamo porre dei segni che esprimano al di là di ogni dubbio che riconosciamo gli altri come persone, che rispettiamo i diritti umani, che siamo per la crescita integrale di tutti i popoli e di tutte le culture. Noi cambiamo il mondo con gesti grandi e piccoli. Tendendo la mano ad un amico, scavando un pozzo, curando un malato, coltivando un campo, riparando un computer, accarezzando un bambino che piange, fermandoci sull'autostrada ad aiutare chi è coinvolto in un incidente.I nostri gesti, il nostro lavoro, i nostri progetti hanno un valore che va al di là della loro pura materialità. Quando sono posti consciamente cambiano il significato della nostra vita personale e del mondo che ci circonda. E' un gesto anche riconoscere umilmente il valore di ciò che gli altri fanno. Riconoscendo per esempio che la suorina Africana che cura i malati di AIDS da dieci anni in un ospedale dove i pazienti sono quasi tutti musulmani, sempre sorridente, sempre pronta a correre quando è chiamata, ha capito molto meglio di me, che magari discetto di Tobin tax e di scontro di civiltà, cosa vuol dire andare incontro agli altri, e quindi democrazia e diritti umani. In particolare io credo che quelli fra noi - come me e molti di voi - che cercano di essere cristiani, abbiamo nella nostra comunità una ricchezza enorme di segni potenti, che hanno la potenzialità di controbilanciare efficacemente i segni della società dei mass media. Se il mangiare insieme un hamburger può essere un segno, quale segno può essere più forte che il radunarsi insieme intorno alla stessa mensa di Huti e Tutsi che, mentre altri individui della loro gente si stanno scannando, mangiano lo stesso Corpo e bevono lo stesso Sangue, e recitano il Padre Nostro tenendosi per mano? Ogni nostro gesto deve essere un segno trasparente di che "un mondo diverso" è già quì. Il cristianesimo è basato sull'incarnazione. Da che Dio e' diventato carne le persone, partecipano della vita di Dio. Ed è la religione più concreta di questo mondo, che ci indica una possibilità infinita di gesti concreti. Ci dice "beati i costruttori di pace", "ama i tuoi nemici e prega per quelli che ti perseguitano", "vinci il male con il bene", "è meglio dare che ricevere". Altro che non violenza attiva. E questi non sono principi astratti, utopie da vivere in un mondo che non c'è. Mi basta uscire di casa, anche qui a Riruta, periferia di Nairobi, e trovo persone semplici che li vivono. Amani

Padre Kizito

Un Parlamento all'ombra dei manghi di Pietro Veronese Pietro Veronese inviato di Repubblica ha scritto questo articolo dopo aver partecipato alla All Nuba Conference durante i primi giorni dello scorso dicembre. Questo articolo è stato pubblicato sul mensile "Nigrizia" di Febbraio 2003 : la pubblicazione su "Amani" è stata possibile grazie all'esplicito permesso dell'autore (n.d.r.). Ai primi giorni di dicembre 2002 si è tenuta a Kauda, sui monti Nuba del Sudan, la prima All Nuba Conference, cioè il primo congresso di tutti i Nuba sudanesi fino a pochi mesi prima divisi dalla linea del fronte: quelli delle zone liberate, quelli che vivono nelle località sotto il controllo del governo di Khartum - in massima parte proprio nella capitale - e quelli della diaspora in America ed Europa. C'era un solo giornalista (io) e un solo fotografo, Gian Marco Elia, se si eccettua padre Kizito Sesana, che oltre a fare il giornalista è anche missionario comboniano. L'eco mediatica dell'avvenimento è stata poca o nulla. Per chi c'era, la presenza a Kauda in quei giorni è stata occasione di una triplice riflessione: sui Nuba e il frangente storico nel quale si trovano a vivere; sulla situazione più generale del conflitto sudanese; e sull'assenza dei media. I Nuba riuniti a Kauda hanno dato di sé grande spettacolo. Il loro ritrovarsi è stato, per chi vi assisteva, molto commovente. Qualcosa di speciale distingue questa tribù del centro del Sudan: una certa aperta umanità, una dignità mai altera, un equilibrio tra disponibilità e rispetto nell'incontro con gli altri. Espressione di questi tratti è sempre stato, da quando i Nuba hanno un'identità politica, anche il loro gruppo dirigente: prima il compianto Yusuf Kuwa, scomparso due anni fa, e ora il suo successore Abdel Aziz. Il piccolo parlamento riunito sotto i manghi di Kauda è stato in seduta per ore ininterrotte e si è concluso con un documento che segna un forte momento di unità politica dei Nuba intorno a Abdel Aziz, anche da parte dei delegati venuti dalle zone sotto il controllo governativo. Ma l'aspetto più impressionante è stato il carattere democratico della discussione e delle

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“Philip Ghabbush , prete anglicano, leader storico dei Nuba , davanti alla tomba-mausoleo di Yusuf Kuwa a Kauda” fotografia di Gian Marco Elia

vigilia del congresso Nuba ci fu l'attentato anti-ebraico di Mombasa, il quale distolse dal viaggio in Sudan chi eventualmente, tra i corrispondenti basati a Nairobi, avesse voluto intraprenderlo. Forse gli stessi Nuba non avevano le risorse per contattare i giornalisti e attirare l'attenzione dei media. Ma ancora una volta una bella storia africana, una storia che non era negativa, catastrofica, disperante, è andata perduta.

deliberazioni e ancor più l'emozione del ritrovarsi insieme. Ogni giornata di lavori si concludeva in abbracci, scambi di notizie tra amici che non s'incontravano da anni e anni, emozioni del ritorno per chi non rivedeva il villaggio o la famiglia da moltissimo tempo. Si legge nel comunicato finale: "E' stato un evento notevole, di cui non s'era mai visto l'eguale sulle montagne Nuba". Si viveva a Kauda un'atmosfera molto particolare. Il cessate-il-fuoco tra i Nuba e le forze governative regge. Gli osservatori internazionali della Joint Military Commission dicono che le cose vanno bene. Tra loro c'è anche un ufficiale di collegamento venuto da Khartum e così in quei giorni si sono trovati fianco a fianco il leader della Spla, John Garang, intervenuto a sorpresa il secondo giorno del congresso, e questo maggiore dell'Aeronautica sudanese (un musulmano, il quale ricordava con nostalgia il viaggio fatto a Roma in Vaticano in occasione della beatificazione di Comboni). Questo clima non è rappresentativo della situazione generale del conflitto sudanese. Nel sud le cose vanno peggio. Ma quello che sta accadendo sui monti Nuba dà la sensazione di una pace possibile. Le dichiarazioni di Abdel Aziz, incontrato in quei giorni, non erano affatto ottimiste. All'ottimismo spingeva però la situazione di fatto. Tutto questo ha ottenuto sulla stampa mondiale un unico articolo, apparso su Repubblica qualche giorno dopo. E' stato un vero peccato. E' vero che proprio alla Amani

Diario dalla Zambia di Padre Kizito Ho trovato il progetto Mthunzi che cresce bene, i bambini contenti e impegnati. Ce ne sono 5 nuovi. L'ultimo è arrivato qualche giorno prima della mia visita. Hanno visto questo bambino piccolissimo, forse di 5 anni, entrare nel cortile e guardarsi in giro spaesato, sul punto di scoppiare a piangere. Gli hanno chiesto che cosa volesse, e lui ha raccontato che la mamma lo ha accompagnato fino al ponticello alla base della collinetta su cui c'è la nostra casa, lo ha salutato dicendogli che non lo avrebbe più rivisto e gli ha detto: "adesso vattene via, va in quella casa, troverai delle persone che ti aiuteranno e ti vorranno bene". Poi se ne è andata. Da dove venivano? Da lontano, hanno camminato tutta la mattina, ed erano

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all'attuale processo di pace nonché indicazioni su come poterlo sostenere dall'Italia, sia come Campagna sia come singole associazioni; • far conoscere alla società civile l'esistenza della Campagna ed il lavoro finora svolto in Italia, ma anche prendere contatti con nuove sezioni di essa; • aprire un "credito di fiducia" presso le autorità alle quali va riconosciuta la disponibilità ad incontrarci mentre in passato avevano più volte rifiutato persino il visto a una delegazione di Pax Christi; • verificare, per quanto possibile, la situazione dei diritti umani, in particolare degli sfollati del Sud dislocati nei campi intorno alla capitale e altre città come Kosti ed El Obeid.

partiti molto presto, ma la mamma cammina adagio, perchè é molto malata… Chokepo parla solo Chitumbuka, una lingua di una piccolo popolo molto lontano da Lusaka. Ci vuole poco ad immaginare cosa faccia sua mamma a Lusaka, e di che cosa sia malata, probabilmente morente. Pochi giorni dopo guardavo Chokepo (lo hanno chiamato così, come si fa in Africa, dove un avvenimento forte di dà il nome, chokepo vuol dire "vattene via") giocare al pallone con gli altri, pensavo a quella mamma che ha avuto tanta fiducia in noi, alle centinaia di bambini in Zambia, altre centinaia in Kenya, altre migliaia (senza esagerare) in Sudan che Amani e i sostenitori di Amani aiutano ad avere una vita serena, e a poter guardare al futuro con speranza. Abbiamo una grande responsabilità. Ne siamo consapevoli e facciamo questa azione insieme all'altra fondamentale azione, che è l'impegno a cambiare la società. Lo dico sempre, ma ripeterlo fa bene anche a me. Un'azione senza l'altra non avrebbe senso. Se gli educatori di Mthunzi avessero detto a Chokepo "ci spiace, non c'è posto per te, ma non preoccuparti perché ormai con la nostra azione politica e sociale siamo vicini a costruire il nuovo mondo possibile e fra cinque anni non ci saranno più problemi per te e per tutti i poveri" sarebbero stati a dir poco degli irresponsabili. Ma lo stesso si sarebbe potuto dire se continuassero a fare azioni caritatevoli senza impegnarsi per il mondo nuovo.

Nonostante un parziale miglioramento della situazione negli ultimi quattro anni, il regime speciale limita ancora fortemente i diritti umani, civili e politici, delle persone: dalla forte censura sulla stampa, ai processi sommari. Il principale problema, tuttavia, è la mancanza assoluta di servizi nei campi degli IDP, Internally Displaced People, cioè gli sfollati del Sud. Questi, circa 2 milioni nella sola Khartoum, sono lasciati a se stessi, in zone aride, senza acqua, corrente elettrica, servizi medici, scuole, e senza, soprattutto, la possibilità di trovarsi un lavoro o inserirsi in un qualche tipo di economia che permetta loro una sopravvivenza dignitosa. Rispetto al processo di pace in corso, la società civile rammarica la totale esclusione da esso. I negoziati riguardano di fatto solo due parti militarmente contrapposte, il Governo del Sudan e l'Esercito di Liberazione del Popolo Sudanese (SPLA). Entrambe queste parti, si stima, non hanno attualmente che il 20% di sostegno da parte della popolazione. Per questo la società civile non confida che la prossima possa essere una pace duratura: la previsione è che le parti ora dominanti si ritrovino a dover far fronte a spaccature interne altrettanto gravi quanto quella che attualmente contrappone il nord e il sud. Quasi tutti i rappresentanti della società civile reputano che al termine del periodo di transizione di 6 anni, attualmente previsto dagli accordi di pace, il sud voterà per la secessione. Nel complesso, la delegazione si è ritenuta soddisfatta, non solo per la quantità e qualità degli incontri realizzati, ma anche per gli elementi raccolti. È sempre più necessario mobilitare l'opinione pubblica europea e, soprattutto, italiana affinché questo "conflitto dimenticato" non si trasformi in una "pace dimenticata", tanto più in un paese, il nostro, il cui governo è impegnato in prima fila nei negoziati di pace. Per Amani la partecipazione alla delegazione è stato un momento importante perché per la prima volta la nostra associazione ha potuto visitare l'altra parte di un paese in cui da anni si impegna con aiuti umanitari e iniziative di solidarietà. Il forte impegno di Amani a fianco del popolo Nuba non può essere visto in un'ottica restrittiva. Il destino di questo popolo che Kizito ci ha insegnato a conoscere, è inserito in un quadro molto più ampio, complesso e dagli equilibri delicati.

Il progetto: Il "Mthunzi Centre", è progetto educativo realizzato dalle famiglie della comunità di Koinonia di Lusaka (Zambia) a favore dei bambini di strada. Il Centro Mthunzi oltre ad accogliere 53 bambini di strada in forma residenziale curandone la crescita e l'educazione, è un punto di riferimento per la popolazione locale con il suo dispensario medico e con i suoi laboratori di falegnameria di avviamento professionale.

Iniziative Amani partecipa alla delegazione della Campagna Sudan a Khartoum. Dal 28 gennaio al 7 febbraio scorso, si è svolta la visita della Campagna Italiana per la Pace e i Diritti Umani in Sudan, a Khartoum. La delegazione era guidata da Tonio Dell'Olio, portavoce della Campagna e coordinatore nazionale di Pax Christi, e da Gino Barsella, ex-direttore del Comboni College di Khartoum e direttore di Nigrizia. Per Amani ha partecipato Cristina Brecciaroli. Gli obiettivi della missione erano principalmente quelli di incontrare la società civile nel nord del paese, le autorità governative di Khartoum, la diplomazia italiana ed europea e le agenzie ONU, al fine di: • raccogliere le loro interpretazioni e aspettative rispetto Amani

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troppo spesso ci dimentichiamo. Anche per questo da quest'anno il bando di Africa Teller si rivolge anche al mondo dell'Africa francofona. Quello di Amani è un invito alla lettura, all'ascolto e alla scoperta di una dimensione più intima dell'Africa che si esprime attraverso i suoi giovani scrittori.

Proprio il 4 marzo si sono riaperti i negoziati in Kenya per discutere del destino delle tre aree più controverse del Sudan: Montagne Nuba, Southern Blue Nile e Abyei. Dalla firma del Cessate il fuoco sulle Montagne Nuba, gennaio 2002, il programma speciale delle Nazioni Unite, NMPACT - Nuba Mountains Programme for Advancing Conflict Transformation, sta operando per facilitare la ricostruzione di una unità del popolo Nuba incrinata da una separazione forzata, imposta dal conflitto. Forse anche per Amani sarà finalmente possibile estendere il proprio aiuto e la propria attenzione a quella parte del popolo Nuba che è rimasto sotto il controllo del Governo di Khartoum e che ha sofferto le conseguenze della guerra tanto quanto quella sotto il controllo dell'SPLM/A. Amani potrebbe così contribuire alla ricostruzione dell'unità Nuba e allo stesso tempo rafforzare le basi per una pace duratura.

Incontri di padre Kizito a marzo - aprile 2003 20 giovedì 20 giovedi 21 venerdì 22 sabato 24 lunedì 25 martedì 27 giovedì 28 venerdì 31 martedì 01 mercoledì 02 giovedì 03 venerdì

Progetto: Amani sostiene sui Monti Nuba un Centro educativo polifunzionale: una "scuola modello" che prevede oltre all'educazione elementare di 500 bambini per fare fronte all'emergenza scolastica presente nella zona, anche la formazione di circa 30 insegnanti all'anno per rivitalizzare il tessuto culturale ed educativo in quell'area duramente provata dalla guerra. Questo progetto potrà in futuro essere ampliato con la dislocazione di altre scuole sui Monti Nuba se la situazione politica e le energie degli organizzatori e dei sostenitori lo permetteranno. Amani inoltre aiuta attraverso borse di studio un gruppo di giovani nuba rifugiati in Kenya e li accoglie nelle proprie strutture a Nairobi.

Milano Mattino Bari Sera Matera Taranto Roma Roma Padova Cremona Genova Bologna Varese Merate (CO)

Chi fosse interessato a partecipare agli incontri di padre Kizito previsti in Italia a marzo - aprile può contattare la sede di Amani ai tel. 02 48951149 / 02 4121011 e all'e.mail amani@amaniforafrica.org per avere ulteriori dettagli (luogo, ora, ecc.), consultare il sito web www.amaniforafrica.org o iscriversi ad "Amaninews", un servizio che permette agli iscritti un continuo aggiornamento sulle iniziative di Amani e di conseguenza anche sugli incontri di padre Kizito. Un Fiore per un Fiore

Premio letterario Energheia Africa Teller

di Amalia e Tina Il 21 marzo alle ore 18,30, si svolgerà a Matera, presso l'Aula Magna dell'Università, in via S. Rocco, la cerimonia di consegna del Premio letterario Africa Teller. Il Premio, alla sua terza edizione, è promosso dall'associazione culturale Energheia, di Matera, e da quest'anno vede la collaborazione attiva di Amani. Alla cerimonia saranno presenti il vincitore, Jealous Nyandoro dallo Zimbabwe, padre Kizito Sesana e i giurati, Antonio Perna, responsabile del CRIC - Centro Regionale di Intervento per la Cooperazione di Reggio Calabria, Jean Léonard Touadi, giornalista RAI e di Nigrizia, e Pietro Veronese, inviato speciale di Repubblica. In occasione della cerimonia di premiazione, Amani presenta la pubblicazione delle due prime raccolte dei racconti finalisti, Africa Teller 1 e Africa Teller 2. Con questi due volumi, Amani debutta come Amani Edizioni e dà avvio ad una collana che spera possa avere un lungo seguito, continuando a raccogliere le voci di un Continente lontano ma che desidera comunicare ed essere ascoltato. Un Continente vasto e della cui diversità Amani

" E come potevamo noi cantare….." Non è certo con Quasimodo che avremmo voluto comunicarvi,cari amici, quanto è successo "ad un Fiore per un Fiore" dall'ultima volta che ci avete letto. Ma purtroppo gli avvenimenti internazionali stendono una triste coltre sulla nostra gioia nonostante il successo dell'iniziativa. Perché di successo si tratta. Infatti circa 500 rizomi hanno trovato collocazione tra privati e comunità. In particolare 300 sono stati piantati dai giovani di Comunità Nuova di Villa Paradiso ( Besana Brianza - Milano ) che hanno accolto con entusiasmo la nostra proposta di impegnarsi con Amani, per la Casa di Anita, felici di stabilire un ponte di generosità fra due situazioni di difficoltà dolorosa ma in evoluzione positiva. Grazie ragazzi!

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L'Africa presentata dagli africani

Questo poco prima di Natale. Un grande Natale. A fine gennaio un'altra bellissima novità: una piccola comunità di adolescenti si è offerta di allargare il cerchio di altruismo; anche loro a scavare, a sperare pensando ad altri lenendo così le proprie sofferenze con sentimenti che scavalcano tutte le distanze. Come è lontana la guerra degli adulti, la guerra dei forti. Ora questi ragazzi attendono di sapere il nome di chi adotterà le peonie che loro coltivano ed il cui fiore sarà messo in offerta al momento della fioritura.

Approach to African Culture and Life In collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Facoltà di Scienze della Formazione, il 20, 21 e 22 Marzo si è tenuto un Master in interventi relazionali in contesti di emergenza, L'AFRICA PRESENTATA DAGLI AFRICANI - Approach to African Culture and Life. Molto spesso l'Africa è presentata esclusivamente per il suo volto di povertà, per il suo ritardo di sviluppo, per le sue miserie.

Parte così l'operazione "ADOTTA UNA PEONIA" per cui inviando ad Amani 10 Euro si diventa “proprietari” di una pianta di peonie coltivata dai Salvo poi raccogliere alcuni frammenti di positività nostri generosi amici. attraverso la testimonianza di qualche missionario o la Un cartellino con il vostro nome, posto di fianco alla lettura del taccuino di qualche antropologo. Il Corso si è peonia, li farà felici perché darà la prima concretezza ai proposto di presentare agli Studenti, loro sforzi . Il ricavato servirà ad ultimare il pagamento con una metodologia diretta, un approccio alla dell'allevamento di polli alla Casa di Anita. Cultura e alla Vita del Continente distante da pregiudizi, Ad aprile poi presso Villa Paradiso ci troveremo per la fornendo tracce per una lettura obiettiva. SBOTTONATURA delle peonie che consiste nel toglieTra gli altri hanno partecipato in qualità di relatori re i boccioli laterali per permettere a quello centrale di Padre Renato Kizito Sesana ; Dott. A.Maurice Amollo , donarci un grosso fiore. Antropologo e Archeologo Università di Nairobi Conosceremo i ragazzi di Villa Paradiso con i quali , Dipartimento di Archeologia ; Dott. Michael Ochieng , assieme, pranzeremo a base dei loro asparagi. Se desiderate partecipare a questo momento non esita- Università di Nairobi - Coord. di Africa Peace Point ; Dott. Michael Owiso Università di Nairobi - Dip. di te a contattarci. Scienze Politiche - Direttore dell'Amani People's Theater A fine maggio inizio giugno, dipende dal tempo, LA FESTA DELLA PEONIA. Ma per questo ci faremo vivi più avanti attraverso la Newsletter di Amani. Per avere maggiori informazioni su questa iniziativa contattare la sede di Amani ai tel. 02 48951149 / 02 4121011 e all'e.mail amani@amaniforafrica.org. Il progetto: La "Casa di Anita" è una casa di accoglienza per minori situata a Ngong (piccolo centro agricolo a 30 Km da Nairobi) e curata da tre famiglie keniane. La "Casa di Anita" accoglie 24 bambine di strada (di età compresa tra i 4 e i 13 anni), alcune orfane e altre provenienti da famiglie poverissime, spesso vittime di abusi sessuali, e 3 bambini Nuba, inserendoli in una struttura familiare e protetta e permettendo loro una crescita affettivamente tranquilla e sicura. La Casa di Anita nasce in memoria di Anita Pavesi, giudice onorario del Tribunale dei minori di Milano, scomparsa nel 1998 dopo oltre vent'anni di straordinario e umanissimo impiego a favore di persone e famiglie in grande difficoltà.

Amani

Un pozzo a pompa manuale realizzato grazie al contributo della Coldiretti di Alessandria nei pressi Ker-Ker - fotografia di Gian Marco Elia

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Forse non tutti sanno che... spese postali.

Sito web di Amani

Gruppo adozioni

Ricordiamo a tutti gli amici che Amani ha cambiato il proprio dominio in rete. E' possibile trovare il sito web di Amani all'indirizzo www.amaniforafrica.org. Per ancora un po' di tempo, per evitare possibili problemi e confusione, il vecchio indirizzo www.peacelink/amani.html sarà ancora valido insieme a quello nuovo sopra citato. E' cambiato anche l'indirizzo e.mail: il nuovo è amani@amaniforafrica.org. Sarà ancora attivo ancora per un po' di tempo, come per il sito web, il vecchio indirizzo amani@iol.it.

Per domande, informazioni, idee e tutto ciò che riguarda le "adozioni a distanza" è possibile contattare direttamente Alessandro, Francesca, Angela, Benedetta e Tiziana, il gruppo di volontari di Amani che si occupa di questa iniziativa all'indirizzo e.mail amani.adozioni@iol.it oppure consultare il sito web www.amaniforafrica.org cliccando su "Adozioni a distanza".

Le offerte ad Amani sono deducibili I benefici fiscali per erogazioni a favore di Amani possono essere conseguiti con due possibilità alternative: 1. deducibilità ai sensi del DPR 917/86 a favore di ONG per donazioni destinate a Paesi in via di sviluppo. Deduzione nella misura massima del 2% del reddito imponibile sia per le imprese che per le persone fisiche. 2. oneri deducibili ai sensi del DL 460/97 per erogazioni liberali a favore di ONLUS. Per le imprese per un importo massimo di euro 2.065,83 o del 2% del reddito di impresa dichiarato. Per le persone fisiche detraibile nella misura del 19% per un importo complessivo non superiore a euro 2.065,83. Ai fini della dichiarazione fiscale è necessario conservare: • per i versamenti con bollettino postale: ricevuta di versamento; • per i bonifici o assegni bancari: estratto conto della banca ed eventuali note contabili. Ricordiamo inoltre di segnare sempre la causale del versamento e l'indirizzo completo del donatore.

Amaninews È attiva per via mail un servizio chiamato "Amaninews", che permette agli iscritti di essere aggiornati sulle iniziative di Amani, ricevere i comunicati stampa della stessa associazione e avere, tramite mail, una copia di questo giornale. L'iscrizione a questo servizio è gratuita e molto semplice basta mandare un messaggio mail a: amaninews-subscribe@yahoogroups.com Pensiamo che questo sia un ottimo strumento per essere sempre più coinvolti nella vita della nostra Associazione e per mantenere vivi i contatti tra di noi.

Africanews È possibile ricevere la versione italiana e quella inglese di Africanews gratuitamente in internet mandando un messaggio mail a: africanews1-subscribe@yahoogroups.com. Per ricevere la versione in inglese bisogna mandare un messaggio mail a: africanews2-subscribe@yahoogroups.com. Se si desidera riceverlo in copia cartacea per posta bisogna mandare una richiesta all'indirizzo mail: africanews@iol.it o presso la sede di Amani con l'indirizzo e, a discrezione, un contributo per le

rano per una cultura di pace attraverso la mediazione dei conflitti: l'Amani People Theatre.

Chi siamo Amani, che in Kiswahili vuol dire pace, è una associazione laica e una ONG - Organizzazione Non Governativa - riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri. Amani si impegna particolarmente a favore delle popolazioni africane seguendo queste due regole fondamentali: 1. curare lo sviluppo di un numero ristretto di progetti, in modo da poter mantenere la sua azione su base prevalentemente volontaria per contenere i costi a carico dei donatori. 2. affidare ogni progetto ed ogni iniziativa sul territorio africano solo ed esclusivamente a persone del luogo. A conferma di questo molti degli interventi di Amani sono stati ispirati da un gruppo di giovani africani riuniti nella comunità di Koinonia. Le principali attività di Amani sono le due case di accoglienza per i bambini e le bambine di strada di Nairobi, Kivuli e la Casa di Anita; la difesa del popolo Nuba in Sudan, vittima di un vero e proprio genocidio e Africanews un'agenzia di stampa redatta interamente da giovani giornalisti e scrittori africani. Inoltre, Amani sostiene in Zambia il Mthunzi Centre, un progetto per i bambini di strada di Lusaka, una piccola scuola in Kenya nel poverissimo quartiere di Kibera, e una compagnia di giovani attori che lavo-

Come contattarci. Amani Onlus - ONG (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale e Organizzazione non governativa) via Gonin, 8 - 20147 Milano - Italy Tel. 02-48951149 - 02-4121011 - Fax. 02-48302707 e-mail: amani@amaniforafrica.org sito web: www.amaniforafrica.org

Come aiutare Kivuli, la Casa di Anita, il Mthunzi e il popolo Nuba. Basta versare una somma sul c/c postale n. 37799202 intestato ad Amani Onlus - Ong, via Gonin 8 - 20147 Milano o sul c/c bancario n. 503010 Banca Popolare Etica ABI 05018 - CAB 12100. Ricordiamo inoltre di scrivere sempre la causale del versamento e il vostro indirizzo completo. Nel caso dell'adozione a distanza è necessario versare 26 euro mensilmente almeno per un anno. È importante indicare in entrambi i casi la causale del versamento.

Editore: Associazione Amani Onlus, via Gonin 8, 20147 Milano PORTA IL TUO CUORE IN AFRICA

Direttore responsabile: Daniele Parolini Stampato presso: Lito 2000 srl, via Sabatelli 31, 23868 Valmadrera, LC Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale Civile e Penale di Milano n. 596 in data 22.10.2001 Amani

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I - 2003


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