Progettualità strategiche e di cooperazione

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À T I L A U T T PROGE I D E E H C I G E T A R T S E N O I Z A R COOPE e è un inizio, un successo. Trovarsi insiem progresso…lavorare insieme un restare insieme Henry Ford


STRATEGIE E COOPERAZIONE

I PROGETTI STRATEGICI Sono considerati strategici i progetti regionali di valorizzazione del territorio di interesse collettivo e per la cui realizzazione è richiesto l’impegno e il coinvolgimento di diversi settori e direzioni regionali in collaborazione con gli altri Enti e i portatori di interesse presenti sul territorio. Un esempio concreto di progetto strategico che interessa l’area metropolitana torinese è la “Corona Verde”.

Corona Verde Nel 1800 solo il 2% della popolazione mondiale viveva nelle città, nel 2000, vi si è trasferita quasi la metà della popolazione mondiale, ed entro il 2010, secondo le stime delle Nazioni Unite, la popolazione urbana rappresenterà il 55% del totale della popolazione umana.

FIGURA 1 Il logo Corona Verde

La qualità dell’ambiente urbano e periurbano è diventata una delle preoccupazioni centrali delle politiche locali con un duplice obiettivo: migliorare la qualità della vita dei cittadini e ridurre gli impatti dello sviluppo urbano sui sistemi ambientali (qualità dell’aria, delle acque, rumore, consumo di suolo, perdità di biodiversità, ecc). Nel corso del 2009 è iniziata l’attività del progetto strategico regionale che ha l’obiettivo di realizzare una Corona Verde per l’area metropolitana torinese che colleghi gli elementi di valore del territorio (aree protette, corsi d’acqua, aree agricole e siti di valore storico culturale) in un sistema che acquisisca anche valore di rete ecologica. Il recuperare un equilibrio nel rapporto tra città e natura, città e spazi aperti rappresenta un elemento di indiscusso valore per il miglioramento della qualità di vita complessiva dell’intera area metropolitana. Il progetto Corona Verde ha preso avvio a seguito dell’approvazione della DGR n. 89-12010 del 4 agosto 2009, avente per oggetto: “Programma Operativo Regionale FESR 2007/2013 Asse III: Riqualificazione territoriale – Attività III.1.1 Tutela dei beni ambientali e culturali. Definizione dei contenuti della misura - Progetto Corona Verde: programmazione della seconda fase” .

FIGURA 2 Il “disegno strategico”

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Al progetto sono stati destinati 10 milioni di Euro per il finanziamento di interventi che possano contribuire a riorganizzare e riqualificare l’area metropolitana torinese attraverso la realizzazione di una infrastruttura verde che integri al sistema della corona di delitie, costituito dalle dimore sabaude attorno a Torino, quello della “cintura verde” rappresentata dal patrimonio naturale di grande pregio dei parchi metropolitani, delle fasce fluviali convergenti sul grande arco del Po ai piedi della collina e dalle aree rurali ancora poco alterate nell’hinterland delle città della cintura torinese.

i progetti strategici


Il Progetto, incentrato su un percorso di governance territoriale coinvolge 93 Comuni, oltre alla Regione Piemonte (coordinatrice), alla Provincia di Torino, agli Enti Parco ed altri soggetti del mondo accademico (Politecnico, Università), agli ordini professionali, alle associazioni locali e alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, firmatari del “Protocollo d’Intesa per la realizzazione del progetto strategico della Corona Verde”. Ai fini della progettazione degli interventi il territorio è stato suddiviso in 6 Ambiti coordinati da altrettanti Comuni capofila (Chieri, Nichelino, Rivoli, Venaria, Settimo T.se e Torino).

FIGURA 3 Gli Ambiti territoriali

Tutti i soggetti coinvolti operano in stretta sinergia al fine di individuare, progettare e realizzare, in una prospettiva di medio/lungo periodo ed in modo integrato, il progetto complessivo nell’area urbana e periurbana dello spazio metropolitano torinese che deve tendere: • al riequilibrio ecologico di tale area, allo scopo di dare continuità alla rete ecologica regionale e provinciale tramite la connessione e la valorizzazione delle aree naturalistiche e fluviali, la tutela degli spazi aperti agricoli e del periurbano; • alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale e del paesaggio, sia nelle sue espressioni di eccezionale valore (come le grandi architetture del potere sabaudo), che nei sistemi diffusi dei paesaggi culturali rurali, creando un sistema di aree verdi connesse fra loro e con il sistema delle Regge sabaude e garantendo una fruibilità integrata a tutti i cittadini. Ad oggi ciascun Ambito territoriale ha sviluppato un Piano di Azione condiviso, contenente interventi di scala sovracomunale e locale e programmi di gestione degli aspetti manutentivi, capaci di dare attuazione al disegno strategico generale. I Piani di Azione costituiscono lo strumento di programmazione per ciascun Ambito e, indirizzando le scelte future del territorio metropolitano, hanno una valenza di medio e lungo periodo. Corona Verde, inoltre, si coordina nelle finalità e concorre, in sinergia con le misure del PSR 2007/2013 coinvolte nella tutela della biodiversità (111, 214, 216 e 323), all’attuazione del “Programma finalizzato alla tutela della biodiversità” della Regione approvato con DGR n. 12-7383 del 11 ottobre 2010. Il programma individua le forme di integrazione tra la Corona Verde e la Misura 323 del PSR (redazione dei piani di gestione dei siti della Rete Natura 2000, sostegno ad interventi di conservazione e riqualificazione di siti di grande pregio naturale) e promuove il concorso delle altre misure ad interventi complementari e non finanziabili dal POR-FESR (interventi non produttivi e manutenzione).

i progetti strategici

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STRATEGIE E COOPERAZIONE

IL PIEMONTE IN EUROPA Negli ultimi anni la Regione Piemonte ha investito energie e professionalità per ampliare la sua rete di contatti e collaborazioni con attori internazionali facendo propria la visione contemporanea della gestione del bene ambientale, per la quale risulta necessario un approccio integrato ed esteso ai territori extra-regionali. Non si può infatti pensare di affrontare tematiche importanti come ad esempio l’inquinamento atmosferico o l’utilizzo di energie rinnovabili senza interloquire con tutti i soggetti coinvolti, siano essi nazionali od internazionali, pubblici o privati. È evidente ormai a tutti i livelli, sia politici che amministrativi, che senza una gestione coordinata dei problemi, scommesse importanti come quella del 20-20-20 (riduzione del 20% del consumo di energia, soddisfacimento di almeno il 20% del fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, riduzione del 20% delle emissioni di gas serra) sarebbero destinate al fallimento. In quest’ottica l’Unione Europea, che da sempre si è ritagliata il ruolo di leader mondiale per la sostenibilità e la tutela ambientale, ha lavorato con i suoi stati membri per un’integrazione tra l’approccio ambientale e le sue politiche di coesione competitività e sviluppo. Ne è prova il costante richiamo, nel trattato di Lisbona, ad uno sviluppo sostenibile. Le priorità a livello europeo e di conseguenza a livello nazionale e locale, sono oggi: combattere il cambiamento climatico, preservare la biodiversità, ridurre i problemi sanitari causati dall’inquinamento e attuare una gestione più responsabile delle risorse naturali. Oltre a tutelare l’ambiente, questi obiettivi devono per di più aiutare la crescita economica promuovendo l’innovazione e l’imprenditorialità. Diventa chiaro quindi che la trasposizione di queste priorità in impegni concreti per gli stati membri passi anche attraverso una cooperazione territoriale forte a livello internazionale. È in questo contesto che la Regione Piemonte si è impegnata nella trasposizione a livello politico degli impegni presi a livello nazionale ed europeo e nello sfruttamento delle opportunità finanziarie e non, che l’Unione Europea mette a disposizione degli stati membri e delle sue regioni. Concretamente, attraverso gli strumenti dati dalla cooperazione territoriale finanziata dai fondi strutturali, si è promosso uno sviluppo equilibrato e sostenibile delle macroregioni dell’Unione, sostenendo la cooperazione transfrontaliera e gli scambi delle buone pratiche. In particolare si è rafforzata la cooperazione a tre livelli: • la cooperazione transfrontaliera, attraverso iniziative congiunte regionali e locali; • la cooperazione transnazionale, attraverso azioni volte allo sviluppo territoriale integrato; • la cooperazione interregionale, attraverso lo scambio di esperienze.

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il piemonte in liguria


RIFERIMENTI Corona Verde: all’indirizzo http://www.regione.piemonte.it/ambiente/coronaverde/index. htm è possibile trovare tutta la documentazione inerente il progetto e seguire l’evolversi delle attività. Notizie dall’Europa e dal mondo: all’indirizzo http://www.regione.piemonte.it/ambiente/europa/index.htm è consultabile una finestra che illustra le attività e i progetti che coinvolgono la Regione in ambito internazionale oltre a fornire notizie sulle attività internazionali ed europee significative per l’ambiente (legislazione, iniziative, eventi, ecc.).

riferimenti

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STRATEGIE E COOPERAZIONE

APPROFONDIMENTO

I PROGETTI EUROPEI ATTIVI I PROGETTI DELLA DIREZIONE AMBIENTE SHARE Sustainable Hydropower in Alpine River Ecosystems Programma Spazio Alpino

Il progetto SHARE, giunto al suo secondo anno di attività, nasce con la finalità di sviluppare e promuovere un sistema di supporto decisionale per mettere a confronto gli impatti sull’ecosistema e le necessità della produzione idroelettrica. L’attività del Piemonte è prevalentemente rivolta all’identificazione di indicatori legati alla morfologia dell’habitat e alla vegetazione che possano evidenziare gli effetti di una pressione causata dalla riduzione di portata del corso d’acqua. Si sta effettuando una sperimentazione su tratti di torrente scelti nel bacino del Chisone allo scopo di ipotizzare il variare degli impatti ambientali a seconda di diverse modalità di gestione dei prelievi. Il progetto ha assunto come metodologia per il confronto delle diverse opzioni l’analisi multi-criterio. PARTNERS • ITALIA: capofila Arpa Valle d’Aosta, Regione Piemonte (Direzione Ambiente), Arpa Veneto, RSE (Ricerca Sistema Energetico) • SLOVENIA: E-zavod, University of Ljubljana • AUSTRIA: Graz University of Technology, Institute for Hydraulic Engineering and Water Resources Management, University of Innsbruck, River Ecology and Invertebrate Biology Institute of Ecology, Government of Styria, Department for Water Resources Management • FRANCIA: Joseph Fourier Grenoble University, Laboratory of study of the Transfers in Hydrology and Environment OSUG, GERES, Renewable energies, Environnement and Solidarity Group, European Association of Elected representatives from Mountain Regions

STRADA “STRAtegie Di Adattamento ai cambiamenti climatici per la gestione dei rischi naturali” Programma Italia - Svizzera

Le modalità di regolazione dei grandi laghi prealpini si basano su regole programmate e condivise che hanno consentito negli anni passati di gestire in modo consensuale le risorse idriche a disposizione. In questo contesto generale, l’emergere, da una parte, di nuove esigenze (per es. di tipo ambientale) e, dall’altra, le modifiche sul regime idrologico medio causate dai cambiamenti climatici in atto, anche alla scala più locale, richiedono di riconsiderare con modalità condivise e approccio multidisciplinare le politiche di regolazione e le loro motivazioni originarie. Uno degli obiettivi principali del progetto “STRADA” (www.progettostrada.net), finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del P.O. Cooperazione Transfrontaliera Italia–Svizzera 20072013, è quello di valutare politiche negoziate di regolazione delle acque del lago Maggiore e di Lugano, che permetta di migliorare la soddisfazione dei portatori di interesse dell’intero siapprofondimento

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stema lacuale e la qualità dell’ecosistema, anche attraverso l’implementazione degli strumenti conoscitivi. L’obiettivo generale si articola in diversi obiettivi specifici: • individuare gli scenari climatici: sviluppare scenari meteorologici e di afflusso in cambiamento climatico, omogenei e condivisi per l’intero bacino transfrontaliero di alimentazione dei laghi Maggiore e Lugano; • indagare gli effetti ecologici dovuti alle fluttuazioni di livello in funzione dei cambiamenti climatici: studiare in modo più approfondito le fioriture algali sul lago Maggiore, in aumento negli ultimi anni, probabilmente connesse alla variazione dei livelli del lago, legati alle interazione tra evento naturale e controllo esercitato dall’uomo; • identificare politiche: supportare le istituzioni italiane e svizzere nella realizzazione di un processo decisionale integrato e partecipato che, coinvolgendo i portatori di interesse delle due nazioni, si concluda nella definizione di scenari alternativi di regolazione dei due laghi (politiche di miglior compromesso). Tale politica deve essere ricercata e costruita in un’ottica di bacino come richiesto dalla Direttiva Quadro Europea 2000/60/ CE (WFD) che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque; il processo decisionale sarà partecipato e le politiche scelte coerentemente con i principi del paradigma IWRM (Integrated Water Resources Management); • migliorare la previsione idro-meteorologica: saranno implementati gli attuali modelli previsionali e le reti di monitoraggio al fine di avere un miglioramento dei modelli di previsione e un miglioramento della gestione attuale. PARTNERS • ITALIA: capofila Regione Lombardia (Direzione Generale Reti, Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo Sostenibile, Direzione Protezione Civile, Prevenzione e Polizia locale), Arpa Lombardia, Regione Piemonte (Direzione Ambiente, Direzione Opere pubbliche, difesa del suolo, economia montana e foreste), Arpa Piemonte, Regione autonoma Valle d’Aosta (Direzione Tutela del Territorio), IREALP (Istituto di Ricerca per l’Ecologia e l’Economia Applicate alle Aree Alpine) • SVIZZERA: Canton Ticino (Dipartimento del territorio, ufficio dei corsi d’acqua), Canton du Valais (Département des Transports, de l’Equipement et de l’Environnement, Service de la Protection de l’Environnement, Section déchets et eaux souterraines, Service des Forets et du Paysage, Section des dangers naturels (valanghe), Kanton Graubünden (Ufficio Forestale dei Grigioni, sezione pericoli Naturali)

R2D2 - Riduzione Raccolta – Déchet de demain Programma Alcotra

Prosegue il progetto europeo denominato “R2D2 – Riduzione Raccolta – Déchet de demain” che nel secondo anno di attività continua con l’attuazione delle 6 azioni di progetto, finalizzate alla riduzione della produzione di rifiuti ed all’aumento delle quantità di riciclo, in conformità alla gerarchia dei principi di gestione dei rifiuti stabilita dall’Unione Europea. Il progetto R2D2 si pone l’obiettivo di migliorare le capacità di intervento e regolazione dei partner nella loro gestione dei rifiuti, soprattutto nei settori della prevenzione della produzioapprofondimento

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STRATEGIE E COOPERAZIONE

ne dei rifiuti urbani e della raccolta differenziata, attraverso un confronto con altre realtà e l’attuazione non di singoli interventi, ma di un insieme coordinato di azioni su un territorio vasto. Partner di progetto sono, oltre alla Regione Piemonte – Direzione Ambiente, i Consorzi CISA di Ciriè (soggetto capofila), CCA di Ivrea e COSRAB di Biella, la Comunità Montana del Giovi (provincia di Savona), l’Association du Pays Sisteronais-Buëch di Sisteron e l’Association GESPER di Digne les Bains. La Regione partecipa nell’ambito del progetto R2D2 a tre azioni: • AZIONE 1 – compostaggio domestico. È stata redatta, in collaborazione con i partner di progetto, una guida metodologica come strumento per gli amministratori locali per la diffusione del compostaggio domestico. Inoltre, in accordo con l’IPLA, l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente, è stato definito un metodo per quantificare la frazione organica per la quale non sarebbe più necessario attivare la raccolta differenziata grazie al compostaggio domestico. In questo ambito, è stata prevista una campagna di pesatura del rifiuto organico; la prima fase è stata effettuata nel mese di febbraio presso 90 famiglie, selezionate da un insieme di 179 famiglie volontarie, la seconda fase sarà effettuata nel mese di giugno, per verificare la variazione di peso di rifiuto organico prodotto tra la stagione invernale e quella estiva. • AZIONE 2 – riduzione degli imballaggi e della pubblicità. Per definire le azioni di riduzione degli imballaggi, integrabili con quelle già in atto presso i diversi punti vendita, è stato attivato un tavolo di lavoro con i rappresentanti della Grande Distribuzione Organizzata ed avviata un’azione di coordinamento con l’Assessorato regionale al Commercio. È in corso, inoltre, una valutazione per redigere un protocollo d’intesa da sottoscrivere con i rappresentanti della GDO, con possibile assegnazione di un marchio di qualità ambientale. • AZIONE 3 – riduzione dei rifiuti alimentari. Questa azione è finalizzata al recupero dei pasti non distribuiti presso le scuole per ridistribuirli a persone in difficoltà grazie alla mensa di un ente caritativo. Dopo aver siglato l’accordo e aver approvato la procedura per il ritiro, il trasporto, la conservazione e la ridistribuzione dei pasti, è iniziata la fase sperimentale, in cui si monitora il corretto mantenimento delle temperature secondo la procedura concordata. I risultati ottenuti dalle esperienze realizzate all’interno del progetto R2D2 potranno essere diffusi su tutto il territorio piemontese. PARTNERS • ITALIA: capofila Consorzio CISA di Ciriè, Consorzio Canavesano Ambiente di Ivrea, Consorzio COSRAB di Biella, Regione Piemonte (Direzione Ambiente), Comunità Montana del Giovi • FRANCIA: Association du Pays Sisteronais-Buëch di Sisteron - Association GESPER di Digne les Bains

approfondimento

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GODEM Europe-Aid

Su entrambi i lati del Mediterraneo, la quantità e il cambiamento di composizione dei rifiuti stanno rendendo urgente trovare modelli sostenibili di gestione dei rifiuti. In particolare sulla sponda Sud, i rifiuti sono essenzialmente gettati in modo incontrollato, con solo il 5% riciclato. Il progetto GODEM, acronimo di Gestion optimisée des déchets en Méditerranée, attivato a febbraio 2010 ed entrato nel secondo ed ultimo anno d’attività, si propone di contribuire ad affrontare il problema della gestione sostenibile dei rifiuti, mettendo in atto una rete permanente per lo scambio d’informazioni e d’esperienze tra le autorità locali del Sud del Mediterraneo ed i partner europei. Il progetto consentirà, inoltre, di migliorare le capacità dei partner locali di sviluppare progetti concreti di gestione dei rifiuti. La Regione Piemonte coopera insieme alla Regione di Rabat-Salé-Zammour-Zaer ed al Comune di Rabat per individuare una migliore organizzazione della filiera informale di selezione e valorizzazione dei rifiuti al fine di avviarli a recupero di materia, considerando l’attuale situazione sociale degli operatori implicati che lavorano in un regime informale di gestione dei rifiuti. PARTNERS Regione di Bruxelles-Capitale - Direzione Ambiente IBGE (Belgio) - Area Metropolitana di Barcellona (Spagna) - Regione di Rabat-Salé-Zammour-Zaer (Marocco) - Città di Rabat (Marocco) - Associazione delle città e regioni per il riciclo e la gestione sostenibile delle risorse ACR+ (Belgio) - Regione Piemonte (Italia) - Municipalità di Scusse (Tunisia) - Comunità urbana di Lille metropolitana (Francia) - Municipalità di Madia (Tunisia) - Municipalità di Djerba (Tunisia) - Regione Marche (Italia) - Medcités (Spagna) - Città di Roubaix (Francia)

I PROGETTI DELLA DIREZIONE AGRICOLTURA I Galliformi alpini Programma Alcotra

L’Osservatorio regionale sulla fauna selvatica (Direzione Agricoltura) ha promosso e coordina il progetto ALCOTRA Italia-Francia “I galliformi sulle Alpi Occidentali come indicatori ambientali: monitoraggio, conservazione e gestione delle specie”. Il progetto, di durata triennale, è stato approvato nel mese di agosto 2009. Gli enti coinvolti sono molteplici: da parte francese l’Observatoire des Galliformes de Montagne, coordinati dall’Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, e, per parte italiana, la Regione Piemonte, la Regione Val d’Aosta ed il CNR Istituto per le Scienze dell’Atmosfera e del Clima. In ambito regionale sono coinvolti, come soggetti attuatori, alcuni parchi regionali (Parco naturale Orsiera-Rocciavrè, Parco naturale delle Alpi Marittime, Parco naturale della Val Troncea, Parco naturale Alpe Veglia e Devero) e alcuni Comprensori alpini (che gestiscono i distretti venatori di montagna). Gli scopi sintetici del Progetto, che individua i Galliformi alpini come “specie ombrello” per valutare la salute dell’ambiente alpino, sono: • l’analisi dello “stato di salute” delle popolazioni presenti sulle Alpi Occidentali e delle diverse “pressioni” a cui sono sottoposte le singole specie e gli habitat in cui esse vivono; approfondimento

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STRATEGIE E COOPERAZIONE

• la creazione di una rete permanente di monitoraggio transfrontaliera, in grado di mantenere una sua operatività oltre il termine stabilito dal progetto, per assicurare nel lungo periodo la raccolta dei dati su queste importanti specie come indicatori dello stato dell’ambiente, tale da consentire di intraprendere azioni comuni e coordinate di tutela e di salvaguardia delle specie stesse e dell’ambiente in cui vivono. Il raggiungimento di questi obiettivi avverrà attraverso lo sviluppo di quattro tematiche: 1. Monitoraggio della presenza e della distribuzione delle diverse specie sulle Alpi; 2. Studio dell’impatto delle attività antropiche in generale sulle popolazioni di galliformi alpini (sportive, turistiche, cavi sospesi, attività venatoria, pastorizia, ecc..); 3. Studio dell’influenza del clima, dello stato sanitario e della dinamica di popolazione; 4. Attività di promozione, sensibilizzazione e comunicazione su tali tematiche. I risultati e i documenti relativi all’anno 2010 sono consultabili alla pagina web www.regione.piemonte.it/agri/osserv_faun/progetti/alcotra.htm PARTNERS • ITALIA: capofila Regione Piemonte (Direzione Agricoltura), Regione Valle d’Aosta, CNR Istituto per le Scienze dell’Atmosfera e del Clima. Soggetti attuatori parchi regionali (Parco Naturale Orsiera Rocciavrè, Parco Naturale Alpi Marittime, Parco Naturale Val Troncea, Parco Naturale Alpe Veglia e Devero), comprensori alpini gestori di distretti venatori di montagna. • FRANCIA: Observatoire des Galliformes de Montagne, coordinati dall’Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage.

AQUA - Achieving good water QUality status in intensive Animal production areas La proposta progettuale AQUA ha come finalità generali: • l’esecuzione di un’attività dimostrativa di tipo gestionale rivolta agli allevatori delle Regioni del Nord Italia, ai decision makers e agli Organismi di Controllo ambientale di detta area, finalizzata alla diffusione presso gli allevatori di modalità di gestione degli effluenti zootecnici fondati sul Codice di Buona Pratica Agricola e sulle Migliori Tecniche Disponibili; • l’integrazione di modalità gestionali ad elevata valenza dimostrativa, utili ad orientare le scelte dell’imprenditore agricolo nella gestione dell’azoto a scala aziendale o comprensoriale, estendibili all’universo delle aziende zootecniche del Nord Italia e trasferibili anche nelle realtà zootecniche degli altri Stati Membri a zootecnia intensiva. Le attività progettuali si svolgeranno nel quadriennio 2011-2014. PARTNERS C.R.P.A. S.p.A di Reggio Emilia (coordinatore), F.C.S.R Fondazione C.R.P.A. Studi e Ricerche, CRA – Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, E.R.S.A.F. Lombardia, Veneto Agricoltura, E.R.S.A. Friuli, I.P.L.A. S.p.A. Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente – Piemonte.

approfondimento

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I PROGETTI DELLA DIREZIONE INNOVAZIONE, RICERCA ED UNIVERSITÀ, SETTORE ENERGIA MARIE “Mediterranean Building Rethinking for Energy Efficiency Improvement” La Regione Piemonte, in collaborazione con la Regione Catalogna, la Regione Provence – Alpes - Cote d’Azur ed altri partner minori appartenenti a stati che si affacciano sul Mediterraneo (Malta, Slovenia, Grecia), ha partecipato al bando di progetti strategici MED del 2010. Con il progetto MARIE “Mediterranean Building Rethinking for Energy Efficiency Improvement”. Il settore edile è certamente uno dei prevalenti settori industriali sul territorio regionale ed uno dei più afflitti dalla crisi economica (ad esempio, a livello italiano, le previsioni per il primo trimestre 2010 sono ancora negative rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Malgrado ciò, il settore permane uno dei più promettenti, su scala europea, per via degli sviluppi conseguenti all’azione normativa operata dall’UE, che prescrive per i prossimi anni un sensibile miglioramento della qualità energetica degli edifici. Il settore civile, infatti, contribuisce ormai per circa il 30% al consumo energetico sul territorio europeo e la scarsa qualità media degli edifici consente un forte miglioramento delle prestazioni a fronte di investimenti ridotti rispetto ai benefici (economici e di comfort) che verrebbero apportati ai cittadini. Un altro aspetto assume particolare rilievo: le regioni che si affacciano sul bacino mediterraneo sono caratterizzate da esigenze e climi differenti da quelli del nord Europa, dove più si è sviluppata l’edilizia bioclimatica. Ad oggi, però, le tecnologie avanzate di settore continuano ad essere disponibili solo presso i paesi di area nord europea e le regioni mediterranee sono quasi esclusivamente dei semplici importatori di materiale. Visti gli ambiziosi obiettivi che guideranno il settore a livello europeo per i prossimi anni, e che molto probabilmente contribuiranno ad una sua rivitalizzazione, diventa di importanza vitale riuscire a creare un mercato sud europeo di queste tecnologie, sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta: da un lato, è opportuno aumentare la disponibilità di prodotti innovativi per l’edilizia ad elevate prestazioni energetiche, riducendone pertanto i costi; dall’altro, è essenziale coinvolgere i cluster di ricerca applicata e le imprese del territorio nel processo di innovazione tecnica, per portarli a competere efficacemente sul mercato europeo delle tecnologie innovative di settore. Per una azione efficace, occorre quindi affrontare le barriere di mercato, istituzionali e finanziarie, che impediscono uno sviluppo del mercato: • si deve sottolineare il ruolo delle istituzioni nell’elaborazione di politiche che, tenendo presenti gli indirizzi stabiliti dall’UE, supportino la revisione degli edifici esistenti (sia privati che pubblici) e gli investimenti nel settore, facilitando in questo modo la domanda e consentendo il superamento delle barriere socio-economiche; • si devono superare le barriere per la competitività delle imprese, sviluppando misure per supportare le aziende manifatturiere ed i fornitori di servizi (imprese costruttrici ed impiantistiche), in modo da renderle in grado di offrire soluzioni tecnologicamente avanzate ed adatte per le condizioni climatiche dell’Europa meridionale, offrendo loro nel contempo un’occasione di sviluppo economico ed industriale; • si devono costituire aggregazioni di territori in grado di superare le barriere finanziarie e competere per l’aggiudicazione dei fondi disponibili a livello europeo per i grandi proapprofondimento

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STRATEGIE E COOPERAZIONE

getti di efficienza energetica nell’edilizia (ad esempio, i fondi BEI).

Progetto RENERFOR Programma Alcotra

Nell’ambito dell’Obiettivo Cooperazione Territoriale 2007 - 2013 la Commissione europea ha approvato, con Decisione C(2007) 5716 del 29 novembre 2007, il Programma operativo Alcotra (Alpi Latine Cooperazione Transfrontaliera) che è il quarto programma di cooperazione transfrontaliera lungo la frontiera continentale tra l’Italia e la Francia. Obiettivo generale di Alcotra è quello di migliorare la qualità della vita delle popolazioni e lo sviluppo sostenibile dei sistemi economici e territoriali transfrontalieri attraverso la cooperazione in ambito sociale, economico, ambientale e culturale. Questo programma si caratterizza in particolare per l’impulso di nuove strategie territoriali che si traducono in tre tipologie di progetti (progetti singoli, piani integrati transfrontalieri, progetti strategici) rispondenti ognuna a bisogni specifici del territorio sia a livello locale, sia su più vasta scala. Il progetto Renerfor si inserisce in questo programma e interessa i territori della Regione Autonoma Valle d’Aosta, le Province di Torino, Cuneo e Imperia, i Dipartimenti della Savoie e dell’Haute-Savoie (Regione Rhône-Alpes) e i Dipartimenti delle Hautes-Alpes, delle Alpesde-Haute-Provence e delle Alpes-Maritimes (Regione Provence-Alpes-Côte d’Azur). Il progetto Renerfor si pone l’obiettivo di migliorare le capacità di intervento per quanto riguarda lo sviluppo e l’utilizzo delle fonti rinnovabili, importanti non solo perché pulite e quindi fondamentali per la riduzione dell’inquinamento, ma anche sostenibili, perché tese a migliorare le prospettive economiche e sociali delle popolazioni che abitano i territori coinvolti. L’esigenza che ha spinto i partner a predisporre il progetto è quella di un confronto con altre realtà e l’attuazione non di singoli interventi, ma di un insieme coordinato di azioni su un territorio più vasto. Obiettivo generale del progetto è quello di offrire ai partners, attraverso lo scambio di esperienze e l’attuazione di iniziative pilota, modelli e strumenti per migliorare la politica locale di sviluppo e di cooperazione. Il progetto prevede, dopo una prima fase di analisi e ricerca di “buone pratiche” e la realizzazione di workshop e visite-studio per lo scambio di esperienze tra i partner, la predisposizione e l’attuazione di iniziative che hanno lo scopo di armonizzare gli sforzi al fine di promuovere la collaborazione per lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili nei territori designati, il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra. Il progetto, che ha durata triennale, ha un costo totale di 6.448.043 Euro, di cui 1.526.890 Euro di parte piemontese. Il Progetto prevede la realizzazione delle seguenti azioni: Attività 1: descrizione della situazione attuale sotto il profilo del bilancio energetico dei territori interessati e delle strategie individuate, ai fini del raggiungimento degli obiettivi 20*20*20 posti dall’Unione Europea. Attività 2: definizione e messa in opera di un modello territoriale per la pianificazione loapprofondimento

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cale dell’utilizzo a fini energetici delle biomasse di origine forestale, secondo il criterio della filiera corta, mettendo in rapporto l’effettiva disponibilità di risorsa con una quantificazione dell’utenza termica potenzialmente allacciabile. Creazione di una filiera legno-energia nei territori interessati (mediante studi, confronti e applicazione sperimentale della metodologia citata per la pianificazione locale, con particolare attenzione all’integrazione degli aspetti forestali, energetici e ambientali). Attività territoriali di sostegno agli Enti locali, per la formazione professionale e la definizione di scenari potenziali ed effettivi. Definizione di modelli organizzativi per lo start-up delle filiere forestali. Attività 3: analisi delle problematiche afferenti al settore idroelettrico in bacini campione con particolare riferimento alla stima delle potenzialità residue per lo sfruttamento della fonte idraulica ai fini di produzione idroelettrica, nonché delle criticità di carattere ambientale correlate allo sfruttamento intensivo di tale fonte sui corpi idrici piemontesi. Definizione di una metodologia replicabile per la definizione di un piano-stralcio sulla fonte idroelettrica in Piemonte, con particolare riferimento alla: • razionalizzazione degli impianti esistenti sotto il profilo energetico-ambientale; • definizione di criteri per la realizzazione di nuovi impianti. Attività 4: attività finalizzate alla diffusione delle informazioni e della divulgazione del progetto e delle iniziative (organizzazione di eventi pubblici, pubblicazione di materiali informativi, partecipazione a tavoli di lavoro in occasione dei quali ci si possa confrontare sulle iniziative e sui risultati ottenuti). Attività 5: gestione amministrativa del progetto. PARTNERS • ITALIA: Capofila: Regione Piemonte, Direzione Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Economia Montana e Foreste - Settore Politiche Forestali in collaborazione con la Direzione Innovazione, Ricerca, Università (Settore Politiche Energetiche) e la Direzione Ambiente, Regione Liguria (Dipartimento Ambiente), Provincia di Torino, Provincia di Cuneo (Risorse naturali/Servizio Energia), Regione Autonoma Valle d’Aosta (Direzione Foreste e Infrastrutture), Regione Autonoma Valle d’Aosta (Direzione Energia), Regione Autonoma Valle d’Aosta (Servizio Gestione Demanio e Risorse Idriche) • FRANCIA: Region Rhône-Alpes (Direction de l’Environnement et de l’Energie), Conseil General de la Savoie, Prefecture de la Region Paca (Dreal Paca)

approfondimento

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STRATEGIE E COOPERAZIONE

I PROGETTI DELLA DIREZIONE OPERE PUBBLICHE, DIFESA DEL SUOLO, ECONOMIA MONTANA E FORESTE ALP FFIRS (Alpine Forest FIre waRning System) Programma Spazio Alpino

Il progetto ALP FFIRS (ALPine Forest FIre waRning System) è un progetto europeo approvato nella seduta del 9-10 giugno 2009 finanziato dal Comitato del Programma UE INTERREG Alpine Space 2007-2013. Lo scopo del progetto è il miglioramento della prevenzione degli incendi boschivi nello Spazio Alpino mediante la creazione di un sistema di allerta condiviso basato sulle condizioni meteoclimatiche favorevoli allo sviluppo degli incendi. Il risultato principale atteso dal progetto è lo sviluppo di strumenti comuni per l’identificazione e la previsione dei livelli di rischio per incendi boschivi utili al supporto delle decisioni degli attori coinvolti nella prevenzione e nella lotta agli incendi boschivi. Saranno definiti protocolli e procedure per il mutuo aiuto nella vigilanza e nell’estinzione. Verrà definita una scala di rischio per gli incendi boschivi adattata alle regioni alpine per uniformare l’interpretazione del livello di pericolo tra gli operatori impegnati nella prevenzione e nello spegnimento, ma anche per favorire una comunicazione uniforme dei livelli di pericolo al pubblico dell’intera area alpina. I partner del progetto sono 14 istituzioni pubbliche delle regioni dello Spazio Alpino (2 dell’Austria, 1 della Francia, 1 della Germania, 5 dell’Italia, 2 della Slovenia, 3 della Svizzera): servizi meteorologici, vigili del fuoco, università, dipartimenti regionali responsabili della prevenzione, servizi forestali. Il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale ha assegnato al progetto un finanziamento totale di 2.074.162 Euro per tre anni. Nell’ambito del progetto la Regione Piemonte, con il Settore Politiche Forestali, svolge un ruolo di primo piano essendo l’unica Regione ad aver implementato, in forma sperimentale, un sistema di valutazione del pericolo e di previsione degli incendi. Le sinergie attivate con gli altri partner partecipanti permetteranno di migliorare l’efficacia operativa per la prevenzione e l’estinzione degli incendi boschivi e migliorare la gestione delle risorse. Particolare attenzione verrà posta nei confronti della comunicazione con il cittadino coinvolgendo la popolazione nell’applicazione di pratiche e comportamenti volti a ridurre gli incendi boschivi di natura colposa. Tutti i contenuti del progetto sono consultabili nel sito www.alpffirs.eu. Il progetto ALP FFIRS ha portato innanzitutto ad un confronto tra i diversi partner, osservatori e partner locali a riguardo delle diverse strategie messe in atto, le risorse disponibili, gli strumenti utilizzati, le tecnologie adottate e le pratiche operative ecc. permettendo in questo modo di superare i limiti dei confini regionali o nazionali e di lavorare in un’ottica di regione geografica quale è lo spazio alpino. Il progetto sta portando alla definizione degli indici meteorologici di potenziale d’incendio, che costituiscono il miglior strumento per valutare la probabilità di incendi boschivi. I partner del progetto stanno realizzando un meticoloso lavoro di valutazione di una vasta serie di indici e il confronto con le statistiche dei fuochi verificati. approfondimento

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Gli indici meteorologici di potenziale d’incendio sono basati sul comportamento dei combustibili contenuti nel bosco in risposta alle condizioni meteorologiche: lunghi periodi di siccità, alte temperature o forti venti possono ridurre l’umidità contenuta, ad esempio, nella lettiera del bosco e possono aumentare la probabilità d’incendio, sempre che si verifichi la causa dell’innesco del fuoco (fulmini, passaggio di treni o veicoli, comportamenti umani colposi o dolosi). Le caratteristiche dei combustibili, insieme alle condizioni meteorologiche (il vento in particolare) sono inoltre responsabili anche della diffusione più o meno rapida dell’incendio boschivo. Molti tra gli indici meteorologici di potenziale d’incendio forniscono inoltre un suggerimento sul possibile comportamento del fuoco, in funzione delle osservazioni o delle condizioni meteorologiche previste. Dai primi risultati preliminari si osserva una significativa variabilità delle attitudini degli indici in funzione della geografia e delle stagioni. Si stanno perciò sviluppando diversi approcci per meglio adattare gli indici alle caratteristiche dell’area alpina, cambiando i dati in ingresso (da quelli di una singola stazione a quelli più complessi con spazializzazione ad alta risoluzione) oppure combinando più indici insieme. Per esempio a livello austriaco si sta lavorando per trovare un indice appropriato che funzioni sulle diverse zone: montagna, collina e pianura. I dati utilizzati derivano da 110 stazioni meteorologiche combinati con quelli degli incendi verificati nel periodo 1990-2009. Una parte del lavoro è stata l’identificazione di stazioni meteorologiche che forniscano dati significativi che, a loro volta, sono stati utilizzati per calcolare 5 diversi indici meteorologici (FMI, CFWI, M68-wbkz, Angström, Nesterov) su base quotidiana. La selezione degli indici appropriati è stata fatta sulla base dell’analisi dei percentili, su test di eterogeneità, (CHIsquare, Kolmogorow-Smirnow) e analisi di regressione logica confrontando i valori quotidiani dell’FWI (l’indice sviluppato a livello canadese) con gli incendi verificati con i valori di FWI per i giorni senza eventi di incendio. Risultati preliminari hanno evidenziato che FWI mostra risultati abbastanza differenti per le diverse zone. Sembra infatti che gli indici Nesterov e M68-wbkz evidenzino una buona relazione tra la frequenza dei fuochi e le condizioni meteorologiche nella maggior parte delle regioni mentre l’FWI canadese promette buoni risultati solo su alcune regioni. Comunque molte analisi statistiche sono ancora necessarie per verificare questi risultati preliminari. La difficoltà di questo lavoro, che rappresenta anche elementi interessanti, è che gli incendi boschivi si verificano principalmente per cause antropogeniche e quindi un alto livello dell’indice meteorologico non significa, necessariamente e fortunatamente, che si sviluppi un incendio, mentre, più raramente, gli incendi boschivi si realizzano anche in condizioni sfavorevoli. Un altro grande sforzo che il progetto sta affrontando è stabilire le soglie degli indici meteorologici di potenziale d’incendio al fine di valutare i diversi livelli di allerta nella scala europea di pericolo di incendio boschivo: il progetto vuole infatti produrre un bollettino giornaliero operativo per l’intera area alpina con i livelli di allerta osservati e previsti, al fine di aiutare la gestione delle operazioni di spegnimento, per pianificare l’utilizzo di mezzi e per stabilire un linguaggio comune per la cooperazione tra le diverse regioni di ciascuna nazione o transfrontaliere. Infine i partners del progetto ALP FFIRS sono coinvolti nella caratterizzazione dei modelli di combustibile per i tipi forestali più soggetti agli incendi al fine di aumentare la conoscenza dell’infiammabilità di alcune specie di riferimento. approfondimento

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STRATEGIE E COOPERAZIONE

Forêts de protection, Foreste di Protezione: tecniche gestionali e innovazione nelle Alpi Occidentali Programma Alcotra

Le foreste proteggono, spesso direttamente, le zone abitate, le infrastrutture e le attività umane nei confronti di rischi naturali come le valanghe, le cadute di massi, le lave torrentizie, i fenomeni di erosione superficiale. Il ruolo di protezione della foresta completa quello delle opere artificiali nella difesa dei centri abitati e delle infrastrutture. Questa funzione è particolarmente importante nelle valli fortemente antropizzate, quali la maggior parte delle Alpi occidentali francesi, italiane e svizzere. Dunque, è indispensabile assicurare la continuità dei popolamenti forestali che svolgono un ruolo di protezione diretta. Il progetto Interreg III A Alcotra 2000-2006 “Gestion durable des forêts de montagne à fonction de protection” (2003-2007) ha permesso di migliorare la cooperazione tra i gestori forestali delle Alpi occidentali e di produrre documenti di gestione pratici (manuali di selvicoltura, carte di zonizzazione, documenti di divulgazione) per localizzare e gestire meglio i popolamenti a funzione prioritaria di protezione. Attualmente i tre Paesi dispongono ciascuno di un manuale per la gestione delle foreste a protezione diretta, di cui due sono il frutto del progetto citato ed il terzo, il NaiS in Svizzera, ne ha ispirato i contenuti e la metodologia di lavoro. Per le Alpi francesi si tratta della “Guide de sylviculture de montagne - Alpes du Nord” e per la Valle d’Aosta ed il Piemonte del manuale “Selvicoltura nelle foreste di protezione. Esperienze e indirizzi gestionali in Piemonte e Valle d’Aosta”. Il progetto corrente, sulla scorta dell’esperienza maturata durante il precedente periodo di programmazione, si propone di raggiungere i seguenti obiettivi generali: (1) verificare i costi e l’efficacia degli interventi selvicolturali nelle foreste di protezione, (2) confrontare le metodologie, le tecniche e gli strumenti già a disposizione nei tre Paesi, (3) integrare le conoscenze scientifiche nelle pratiche di gestione di questi popolamenti. Capofila del progetto è la Regione Piemonte - Settore Politiche Forestali, gli altri partner sono: • per parte italiana, la Direzione Foreste della Regione Autonoma Valle d’Aosta; • per parte francese, l’Office National des Forêts – agence des Hautes-Alpes e de Savoie, i Comuni di Montgenèvre e di Vaynes, il Cemagref – Unité de recherche Ecosystèmes montagnards e il Conséil Général de la Savoie; • per parte svizzera, gli uffici forestali dei Cantoni di Vaud e Valais. Ciascuna regione coinvolta individua alcuni ambiti forestali per i quali vengono prodotte carte di zonizzazione dettagliata della funzione di protezione diretta e viene definita una metodologia di valutazione delle priorità di intervento selvicolturale nei confronti dei rischi naturali. In Piemonte sono interessate 3 zone (alta valle Susa, valle Pellice e valle Gesso). Tali carte di zonizzazione saranno utilizzate per l’individuazione dei popolamenti forestali rientranti nella rete internazionale e locale di cantieri-pilota dove verranno applicate le indicazioni selvicolturali elaborate nei manuali tecnici sopra ricordati e verranno valutati i costi economici e l’efficacia degli interventi selvicolturali realizzati. I cantieri-pilota, sia internazionali che locali, saranno sede di corsi di formazione indirizzati ai tecnici forestali dei 3 Paesi coinvolti riguardanti sia aspetti selvicolturali sia tecniche di utilizzazione e di organizzazione dei cantieri stessi. approfondimento

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Inoltre, i siti dei cantieri rientrano tra i popolamenti analizzati ai fini di meglio comprendere l’influenza che i principali tipi di perturbazione, di origine naturale o antropica, e le modificazioni del clima esercitano sulla dinamica forestale, sulla stabilità dei popolamenti e sull’evoluzione del ruolo di protezione esercitato dalle foreste. Questa attività permetterà di realizzare una guida complementare ai manuali di selvicoltura esistenti. In effetti, le regole di gestione raccomandate in tali guide si basano su una buona conoscenza delle dinamiche endogene dell’ecosistema forestale; resta tuttavia da precisare l’impatto degli agenti esogeni su queste dinamiche, per verificare che la gestione selvicolturale raccomandata assicuri la perennità del ruolo di protezione anche in presenza di disturbi. Sono infine previste azioni di sensibilizzazione nei confronti di amministratori e tecnici sia a livello locale che internazionale, quali: incontri, manuali tecnici, sito web e realizzazione di DVD divulgativi.

Risk Nat Programma Alcotra

Nell’ambito del Programma ALCOTRA 2007-2013 (Obiettivo Cooperazione territoriale europea, Italia/Francia – Alpi) i rappresentanti degli Enti territoriali delle Alpi Occidentali hanno elaborato una proposta di progetto strategico – ambito tematico prevenzione dei rischi – dal titolo: “Gestione in sicurezza dei territori di montagna transfrontalieri – RISKNAT” al quale partecipa la Regione Piemonte – Direzione Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Economia Montane e Foreste. Il progetto coinvolge tutte le Regioni italiane e francesi transfrontaliere, il Cantone svizzero del Vallese (come partner associato), la maggior parte delle Province e dei Dipartimenti transfrontalieri e 2 Servizi dello Stato francesi (DIREN Rhône-Alpes e DIREN PACA). I rischi naturali presi in considerazione sono quelli che incidono sui territori di montagna: rischi generati dall’evoluzione dell’ambiente di alta montagna, rischio idrogeologico, valanghe, piene e lave torrentizie, piene dei fiumi alpini, rischio sismico. Le regioni transfrontaliere delle Alpi occidentali condividono non solo rischi comuni, ma anche un vasto patrimonio di conoscenze ed esperienze di lavoro in comune, realizzate nel corso di quasi venti anni di cooperazione transfrontaliera. I principali obiettivi che il progetto strategico RISKNAT si propone: • rafforzare l’azione dei servizi tecnici - pubblici di protezione contro i rischi naturali verso soluzioni di politiche di sviluppo territoriale impostate sulla sostenibilità; • costituire una piattaforma interregionale di scambio delle esperienze, di valorizzazione delle informazioni e di riflessione strategica, funzionante in rete; • mettere a punto servizi e metodi innovativi di previsione e mitigazione ad alto contenuto tecnologico; • realizzare degli interventi pilota, quali buone pratiche di gestione di rischi integrati con la gestione ambientale e territoriale; • sensibilizzare gli operatori tecnici alle buone pratiche di gestione ambientale e territoriale.

approfondimento

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STRATEGIE E COOPERAZIONE

La proposta di progetto strategico per il periodo 2007-2013 si articola in 3 assi principali: A. Creazione di una piattaforma interregionale di scambio di esperienze, di valorizzazione delle informazioni e di riflessione strategica, funzionante in rete; B. Sviluppo di metodi e di strumenti operativi, azioni innovative volte alla gestione del territorio; C. Azioni pilota di buone pratiche di presa in conto dei rischi naturali nella gestione ambientale e territoriale. Il volet A del progetto permetterà un coordinamento ed una validazione effettiva delle azioni transfrontaliere presenti e passate sui rischi naturali, tramite un’ampia diffusione delle attività e dei risultati presso le popolazioni e la comunità tecnico-amministrativa. Permetterà altresì ai decisori, attraverso appositi gruppi di lavoro ed atelier, di valutare queste azioni così come di definire le nuove azioni prioritarie da intraprendere. I volet B e C permetteranno di realizzare delle azioni innovative su territori pilota, direttamente al servizio della sicurezza delle popolazioni e degli utilizzatori delle infrastrutture. L’aspetto innovativo potrà provenire sia dalla messa in opera coordinata ed integrata di diversi savoir-faire troppo sovente dissociati, sia dalle metodologie innovative sviluppate dal volet B ed in particolar modo per i siti pilota del volet C.

I PROGETTI DELLA DIREZIONE PROGRAMMAZIONE STRATEGICA, POLITICHE TERRITORIALI ED EDILIZIA CAPACities: valorizzare le risorse locali Programma Spazio Alpino

Il progetto CAPACities, gestito dal Settore Pianificazione Territoriale e Paesaggistica della Regione Piemonte, si è svolto nell’ambito del programma Alpine Space, e ha visto la partecipazione (fra l’ottobre 2008 e il marzo 2011) di 10 regioni, istituti di ricerca e agenzie di sviluppo di Francia, Italia, Svizzera, Austria e Slovenia. Tema del progetto sono state le politiche di sviluppo per i piccoli centri urbani dell’area alpina, attraverso un approccio che ne mettesse in risalto le potenzialità endogene e valorizzasse le risorse localmente disponibili. La Regione Piemonte ha approfondito questo tema in due ambiti territoriali: la Valle Varaita, nella quale sono state analizzate le questioni relative alla produzione di energia da fonti rinnovabili, e la Valle Ossola, dove è stato trattato il tema della rigenerazione delle borgate di versante in prossimità dei centri urbani principali. Dal punto di vista metodologico il progetto ha adottato un approccio alla sostenibilità che basa le politiche per lo sviluppo sullo sfruttamento delle risorse disponibili localmente e sulla soddisfazione dei bisogni endogeni, visti come pre-condizioni per la realizzazione di un sistema locale saldo, capace di “competere” e di “attrarre”. Fra gli esiti di maggior rilievo del progetto si possono mettere in evidenza: • la raccolta di dati socio-economici e ambientali su due aree pilota, la valle Varaita e la valle Ossola. Una parte consistente dell’analisi ha riguardato la disponibilità locale di risorse, in particolare le fonti rinnovabili per la produzione di energia (acqua, sole, vento, biomassa) e i materiali da impiegare nell’edilizia (legno, pietra, etc.); • l’elaborazione di linee guida per la riqualificazione energetica degli insediamenti monapprofondimento

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tani, nelle quali vengono suggeriti possibili interventi per la riduzione dei consumi e la produzione di energia da fonti rinnovabili disponibili alla scala locale, il tutto in un’ottica integrata (pensando cioè agli insediamenti montani e alle borgate come insiemi complessi, e non come semplice somma di singoli edifici); • l’elaborazione di linee guida per il recupero e la rivitalizzazione dei villaggi montani, che contengono indicazioni tanto per l’adeguamento dei nuclei edilizi a standard abitativi corrispondenti a bisogni e stili di vita “moderni” quanto per l’attivazione di piccole attività economiche compatibili con l’identità storico-culturale e paesaggistica dei luoghi. Per ulteriori informazioni sul progetto e sui suoi esiti si possono consultare il sito Internet generale (in inglese, all’indirizzo www.capacities-alpinespace.eu) e le pagine a esso dedicate sul sito della Regione (www.regione.piemonte.it/sit/argomenti/pianifica/programmi/capacities), dalle quali è possibile scaricare la versione elettronica delle pubblicazioni finali.

OTREMED: monitorare le trasformazioni territoriali Il progetto OTREMED si colloca all’interno del programma MED ed è attivo da ottobre 2010 a marzo 2013; il progetto vede coinvolte 13 fra regioni e istituti di ricerca di Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Slovenia e Grecia. L’obiettivo del progetto è offrire alle pubbliche amministrazioni uno strumento di aiuto alla decisione e alla gestione delle dinamiche territoriali attraverso l’identificazione di fattori e indicatori con i quali monitorare le trasformazioni in atto. La partecipazione della Regione Piemonte a tale progetto è stata pensata in stretta relazione con le attività del Settore Pianificazione Territoriale e Paesaggistica. Avere strumenti di monitoraggio in itinere delle dinamiche territoriali è infatti una condizione indispensabile per garantire che gli strumenti di pianificazione abbiano la capacità di produrre effetti positivi sulle realtà che intendono governare e indirizzare.

approfondimento

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STRATEGIE E COOPERAZIONE

I PROGETTI DELLA DIREZIONE TRASPORTI, INFRASTRUTTURE, MOBILITÀ E LOGISTICA CITY LOG - Sostenibilità ed efficienza della logistica in ambito urbano 7° Programma Quadro, Tema 7, Sustainable Surface Transport

Sostenibilità ed efficienza della logistica in ambito urbano. Numerose esperienze, sia italiane che europee, hanno dimostrato come l’utilizzo in ambito urbano di tecniche di city logistic possa ridurre le emissioni di inquinanti e rumori nell’aria e la congestione, attraverso un sistema di distribuzione che riduca i tempi di viaggio riducendo lo spostamento e/o aumentando la velocità commerciale, diminuendo i tempi di carico e scarico, migliorando il coefficiente di riempimento medio dei veicoli, diminuendo i disagi creati dai mezzi per il carico e scarico merci per mancanza di aree dedicate alla sosta. PARTNERS Capofila Centro Ricerche Fiat (CRF), IVECO S.p.A. (IVECO), Volvo Technology Corporation AB (VOLVO), TNT Global Express (TNT), NAVTEQ, Netherland’s Organization for Applied Scientific Research (TNO), PTV Planung Transport Verkehr AG (PTV), Mizar Automazione S.p.A (MIZAR), Fraunhofer Institut für Produktionsanlagen und Konstruktionstechnik (FRAUNHOFER) Europlatforms Geie, Senatsverwaltung für Stadtentwicklung Berlin, Communauté Urbaine de Lyon, Regione Piemonte (Direzione Trasporti infrastrutture mobilità e logistica), European Road Transport Telematics Implementation Coordination Organisation SCRL, Interuniversity Consortium for Optimization and Operation research, Interface Transport, RE:LAB S.r.l., LogisticNetwork Consultants GmbH. http://www.city-log.eu

DESTINATION - DangErous tranSport To New prevenTive Instruments Conoscere il trasporto di merci pericolose come strumento di tutela del territorio Programma Italia – Svizzera

Per la realizzazione del Progetto, si intende creare una vera e propria rete di comunicazione e condivisione della conoscenza, attraverso la progettazione e implementazione di un sistema informativo, quale strumento in grado di fornire i dati per: accrescere la sensibilità sul rischio connesso al trasporto di merci pericolose attraverso la definizione di politiche pubbliche e il coinvolgimento dei soggetti privati che operano sui territorio, quali ad esempio le attività produttive e logistiche e le associazioni di categoria del trasporto. Gli obiettivi specifici sono: • sviluppo dei processi partecipativi attraverso il coinvolgimento degli operatori pubblici e privati; • definizione di strumenti comuni per l’acquisizione e analisi dei dati connessi con il territorio e il trasporto delle merci pericolose; • costruzione di una “rete transfrontaliera delle merci pericolose” al fine di prevenire e minimizzare gli effetti indotti dal trasporto delle merci pericolose sull’ambiente in modo duraturo; • condivisione di informazioni ambientali, di sicurezza e territoriali relative alla gestione dei territori interessati dal trasporto delle merci pericolose. approfondimento

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PARTNERS • ITALIA: capofila Regione Piemonte (Direzione Ambiente e Direzione Trasporti) - Ente promotore e capofila italiano, Regione Lombardia - Direzione Protezione civile, Provincia di Bolzano - Ripartizione 26 Protezione antincendi e civile, Regione Valle d’Aosta - Direzione servizi antincendio e di soccorso. • SVIZZERA: Cantone Ticino - Area Ambiente. http://www.regione.piemonte.it/ambiente/destination/

I PROGETTI DELLA DIREZIONE CULTURA, TURISMO E SPORT Turismo nel Geoparco delle Alpi Cozie Programma Alcotra

PERIODO DI REALIZZAZIONE: 2007/2013 Il progetto intende diversificare l’offerta turistica delle Alte Valli creando un nuovo prodotto che si fonda sulle specificità del territorio: le valenze geologiche, che opportunamente valorizzate e organizzate in geoparco transfrontaliero verranno utilizzate per raccontare e presentare a pubblici diversi l’origine delle Alpi e l’influenza della geologia sulla vita degli uomini, attivando forme di turismo sociale, ambientale, educativo e sostenibile. Il progetto ha tra le finalità la conoscenza della formazione del pianeta e delle Alpi, per un’educazione al rispetto dell’ambiente globale e locale, in un’ottica di conservazione della geodiversità della rete di siti di interesse geologico, attraverso una fruizione sostenibile. Verrà anche predisposta la documentazione per l’adesione alla rete europea (European geoparks network) che evidenzi la strategia territoriale comune di sviluppo turistico sostenibile, basata sulla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio geologico a fini turistici, integrato al patrimonio ambientale e culturale del territorio di riferimento. PARTNERS Comunità montana valli Chisone e Germanasca (capofila), Comunità montana Alta Valle Susa, Comunità montana Bassa Val Susa e Val Cenischia, Comunità montana Val Sangone, Comunità montana Val Pellice, Comunità montana pinerolese – pedemontano, Parco naturale val Troncea. STATO PROGETTO: Avviate le attività preliminari di progettazione.

approfondimento

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STRATEGIE E COOPERAZIONE

Nuovo territorio da scoprire, itinerari dei grandi spazi: le attività all’aria aperta a contatto con la natura Programma Italia - Francia

PERIODO DI REALIZZAZIONE: 2007/2013 Situato alla periferia di importanti metropoli regionali (Lione, Marsiglia, Torino), il territorio presenta un potenziale rilevante per lo sviluppo di un turismo naturale e culturale di qualità, basato sulla valorizzazione del patrimonio rurale e dei paesaggi. Il progetto mira a costruire un bacino di turismo itinerante promuovendo la mobilità dolce (a piedi, equestre e cicloturistica), tramite la realizzazione e la promozione di una rete d’itinerari transfrontalieri, lo sviluppo di standard comuni di accoglienza e lo scambio di know how franco-italiano. Si vogliono creare nuovi sentieri equestri, pedestri e cicloturistici e rafforzare quelli esistenti, sviluppare la segnaletica, sensibilizzare all’attività all’aria aperta, migliorare gli standard d’accoglienza dei cicloturisti, promuovere questa offerta turistica. Viene promosso l’accrescimento e la valorizzazione della risorsa naturale, mediante il rispetto dell’ambiente e delle sue ricchezze, in quanto la valorizzazione dei percorsi ciclabili, le pratiche turistiche legate all’attività in piena natura, migliorerà la scoperta del patrimonio naturale e la sensibilizzazione agli usi condivisi dello spazio, soprattutto utilizzando delle modalità di spostamento alternative all’auto. PARTNERS Conseil General Alpes de Haute-Provence(capofila), Communautè de communes du Sisteronais, Communautè de communes de la Motte Turriers, Communautè de communes de la vallèe du Jabron, Communautè de communes du Pays de Seyne, Communautè de communes du Moyen Verdon, Commune de Barcelonnette, Commune de Valendole, Commune d’Uvernet Fours, Commune de Revest des Brousses, Commune de Puimichel, Provincia di Cuneo, Unione del Fossanese STATO PROGETTO: Avviate le attività di progettazione.

Monviso: l’uomo e le territoire Programma Alcotra

PERIODO DI REALIZZAZIONE: 2007/2013 Il progetto mira a promuovere una fruizione turistica lenta e sostenibile dell’area transfrontaliera. Si prevede lo studio, la sperimentazione e la promozione di strumenti e servizi per i visitatori che intendono fruire in maniera slow le molteplici risorse turistiche, creando relazioni con la popolazione e la sua cultura. La parte italiana, definita “conca verde”, si sviluppa nell’area di pianura della Provincia di Cuneo e nelle colline del Roero, mentre la parte francese è prettamente montana, caratterizzata dalla presenza del Parco naturale regionale del Queyras. Obiettivo generale è di promuovere una fruizione lenta che consenta uno sviluppo equilibrato del territorio.

approfondimento

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PARTNERS Associazione Le Terre dei Savoia (capofila), Parc naturel règional du Queyras STATO PROGETTO: Progetto avviato e realizzato al 50%.

VETTA – Valorizzazione delle Esperienze e dei prodotti Turistici Transfrontalieri delle medie e Alte quote Programma Italia - Svizzera

Periodo di realizzazione: 2007/2013 Spirito del progetto è quello di valorizzare e mettere in risalto le risorse ambientali, umane e paesaggistiche già presenti sul territorio transfrontaliero attraverso il miglioramento dell’offerta turistica rivolta agli escursionisti. Partendo da una valutazione sul potenziale turistico locale collegato all’offerta ricettiva dei rifugi in media ed alta quota, da un’analisi della domanda e dell’offerta dei servizi turistici connessi al settore dell’escursionismo, tenuto conto delle esperienze già avviate attraverso la progettazione transfrontaliera, s’intende costituire attraverso lo sviluppo ed il monitoraggio di progettualità pilota collegate ad alcuni temi di rilevanza strategica per l’escursionismo, una solida base per la valorizzazione condivisa dell’offerta turistica rivolta agli escursionisti, anche al fine di individuare linee strategiche di intervento comuni e modelli replicabili in altri contesti territoriali. PARTNERS Regione Piemonte, Attuatore italiano(capofila), Cantone Ticino, Attuatore svizzero (capofila), Regione Lombardia, Regione Autonoma Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano, Cantone dei Grigioni, Club Alpino italiano, IREALP – Istituto di Ricerca per l’Ecologia e l’Economia alpina. STATO PROGETTO: In fase di conclusione. Parte del progetto già realizzato e rendicontato.

Route de la pierre sèche Programma Alcotra

PERIODO DI REALIZZAZIONE: 2007/2013 Il progetto si propone di sensibilizzare le popolazioni dell’area transfrontaliera e, in particolare i giovani, sul tema del paesaggio e – più specificamente – sulla salvaguardia e valorizzazione dei segni che caratterizzano il paesaggio montano dell’area transfrontaliera fra Italia e Francia. Uno di questi segni distintivi è sicuramente la pietra, una tecnica costruttiva che caratterizza fortemente il paesaggio montano di queste zone: la pietra a secco. PARTNERS Associazione Culturale AURIATE (capofila), APARE – Association pour la Participation et l’Action Regionale STATO PROGETTO: Progetto concluso.

approfondimento

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