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MICHELE GRIMALDI, EMANUELA COPPOLA, ROBERTO MUSMECI
Le attività di sensibilizzazione dell’Osservatorio sul consumo di suolo e sul paesaggio
Compito di un Osservatorio sul Consumo di Suolo è monitorare le trasformazioni urbanistiche attraverso idonei ed efficaci meccanismi di controllo ma anche compiere un’attività di divulgazione, conoscenza e (ri)-scoperta di un’identità territoriale. In tal senso vanno lette le azioni messe in atto dal luglio 2015 dall’Osservatorio Consumo di Suolo Campania1, rispondono alla volontà di generare partecipazione sui temi ambientali e del paesaggio così come è scritto nella Convenzione europea del Paesaggio (2000) ispirandosi ai dieci punti del Manifesto dell’Osservatorio Regionale per il Paesaggio della Regione Veneto, noto anche come Manifesto di Verona ovvero: ascolto, conoscenza, divulgazione, governo, monitoraggio, condivisione, consapevolezza, formazione, identità e partecipazione. Istituito il 9 Luglio 2015, l’Osservatorio sul Consumo di Suolo in Campania è stato principalmente impegnato a sollecitare la Regione Campania a introdurre principi di mitigazione del consumo di suolo attraverso l’istituzione di soglie minime di insediamento, modalità di ripartizione dei carichi insediativi ammissibili, meccanismi di incentivazione e azioni ispirate ai principi delle green infrastructure in ambito urbano (Coppola, 2016) nell’ambito di un’auspicabile riforma della legge urbanistica regionale - la L.R. 16/2004 - (Coppola, Grimaldi, 2015) oltre a diffondere ricerche legati ad analizzare il fenomeno dell’urbanizzazione delle campagne dell’area metropolitana di Napoli (Caputo Coppola Moccia, 2016) ed ha contribuito a testare il tool “Soil Monitor” come prodotto di una ricerca Life messo a punto dal CRISP - Centro di ricerca interdipartimentale sulla Earth Critical Zone per il supporto alla gestione del paesaggio e dell’agroambiente. I risultati della sperimentazione sull’area metropolitana di Napoli sono stati pubblicati nel Rapporto del Centro di Ricerca Consumo di Suolo (Coppola Grimaldi Langella 2017). L’Osservatorio sul Consumo di Suolo e sul paesaggio ha predisposto anche attività di sensibilizzazione e di cittadinanza attiva che hanno coinvolto scuole secondarie, le università e le associazioni tramite l’organizzazione di workshop, foto contest, passeggiate identitarie e campagne di monitoraggio. In particolare, i workshop con le scuole hanno permesso di infondere agli studenti l’importanza che assume un monitoraggio costante del territorio, al fine di migliorare la conoscenza del territorio e rafforzare la capacità di identificarsi nei luoghi in cui esso vivono, studiano e che frequentano abitualmente. Sono stati raccolti elementi informativi, al fine di costruire dei riferimenti estremamente significativi per immaginare e ridisegnare le possibili evoluzioni che il territorio può subire. I laboratori sono stati i seguenti: • il laboratorio di ascolto del territorio presso la scuola media Michelangelo- Augusto, che ha coinvolto 138 studenti; • il laboratorio di partecipazione per il Puc di Afragola, che ha coinvolto 112 studenti di tre Scuole Medie (Montalcini, Nosengo e Rocco) e 78 studenti di scuole superiori (Liceo scientifico Brunelleschi, Isis Sereni e Isis Pertini); • i laboratori di conoscenza del territorio svolti a Bagnoli (Liceo scientifico Labriola), Quarto (Liceo scientifico Montalcini) e Scampia (Istituto Elsa Morante) attraverso un progetto di alternanza scuolalavoro con due licei scientifici, circa ottanta studenti. Scopo primario di questi laboratori presso le scuole è stato accrescere il concetto di diritto alla città dei radazzi che vi partecipavano inteso come “forma superiore dei diritti, come diritto alla libertà, all'individualizzazione nella socializzazione, all'habitat e all'abitare” (Lefebvre 1968). Oltre a promuovere una cittadinanza attiva tra adolescenti e i giovani2 .
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Le passeggiate identitarie e i foto contest
Per due anni, in concomitanza con la JANE’S WALK, un festival globale che onora la memoria di Jane Jacobs, l’osservatorio ha incentivato la partecipazione alle passeggiate identitarie come modalità di conoscenza del territorio.
1 La convenzione europea del paesaggio del 2000 istituiva gli Osservatori Regionali del Paesaggio. Presso la Regione Campania, fino ad oggi non è stato istituito e si è deciso così di istituire un Osservatorio indipendente – su base volontaria - presso l’Inu Campania, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura (DIARC) dell’Università Federico II di Napoli, Legambiente e Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo (CRCS).
2 Maggiori elementi su questi laboratori si trovano in E. Coppola 2019 e 2016.
Le passeggiate urbane si sono tenute nel quartiere di Bagnoli, nei Comuni di Vietri sul Mare e Quarto, hanno visto riunirsi oltre 200 persone che hanno liberamente passeggiato per esplorare, parlare e celebrare i loro quartieri, con lo scopo di sviluppare una tradizione e un’educazione urbana, nonché un approccio progettuale basato sulla concertazione con la comunità (Coppola 2016).
Figura 1. Un momento della Jane’s Walk Naples del 2019. Fonte: Osservatorio sul consumo di suolo e sul paesaggio A queste attività, negli ultimi due anni, si sono aggiunti i foto contest. La fotografia, oggi più che mai, rappresenta uno strumento principale di comunicazione e con il dilagarsi dell’utilizzo dei social media quali Istagram, Pinterest, ecc., ha visto incrementare la possibilità di interazione e coinvolgimento e per questo motivo, l’Osservatorio ha deciso di aprirsi a tale strumento tramite l’utilizzo di foto contest periodici finalizzati a comunicare e a stimolare una maggiore consapevolezza e conoscenza del nostro territorio e dei nostri paesaggi che troppo spesso sono minacciati da costruzioni senza regole venendo deturpati e manomessi senza tener conto delle persone che li abitano. Ad oggi sono stati effettuati due foto contest. Per il primo foto contest ha visto la partecipazione di 50 concorrenti ai quali è stato richiesto di inviare uno scorcio inedito del proprio territorio comunale con l’intento di uscire dalle logiche convenzionali del paesaggio inteso solo come “bellezza da cartolina”, e di considerarlo nella sua accezione più ampia, ossia costituito da ambiente naturale e urbano dove coesistono e convergono relazioni intrinseche ed estrinseche. Il paesaggio frutto di un’azione complessa dato dal rapporto tra uomo e territorio. Un mondo vivo che appartiene ad ognuno di noi e che ognuno di noi contribuisce a costruire e modificare; caratterizzato da significati e tracce che raccontano la nostra storia e la nostra vita quotidiana. Il secondo foto contest, lanciato in concomitanza con l’inizio dell’emergenza pandemica COVID-19, ha assunto invece come obiettivo quello di far riflettere sulla qualità degli spazi e dei territori che ci circondano, mettendo in risalto le immagini dei paesaggi e degli spazi che viviamo e osserviamo quotidianamente e dei paesaggi che invece abbiamo immaginato e sognato di osservare durante il lockdown: al mare, lungo un sentiero di montagna o semplicemente a passeggiare nella propria città. Con la richiesta di raccontare attraverso delle fotografie, il loro paesaggio del cuore e quello che si ritrovano fuori dalla loro finestra, il foto-contest ha visto la partecipazione di 90 concorrenti per un totale di 180 fotografie in totale tra paesaggi del cuore e paesaggi fuori dalla finestra.
Figura 2. Foto prima classificata del foto contest “Oltre il metro quadro” per la sezione #fuorilafinestra. ph. Antonia Arena. Fonte: Osservatorio sul consumo di suolo e sul paesaggio
La sperimentazione dell’app OPS
La necessità di mettere a punto una modalità di monitoraggio dal basso ha portato alla messa a punto di una applicazione multipiattaforma basata su un’estesa raccolta di dati relativi al territorio: un sistema in grado, di intercettare, aggregare, gestire, visualizzare e leggere tutti i dati strutturati e destrutturati prodotti dai diversi attori che popolano il nostro territorio (persone, enti, associazioni, professionisti, ecc.). L’esito di questo processo è rappresentato dall’attivazione di servizi digitali innovativi e altamente personalizzati. In particolare, è stata messa a punto l’APP “OPS” acronimo di Osservatorio Paesaggio Suolo, per permettere a singoli cittadini, in un’ottica di cittadinanza attiva, di segnalare sia aspetti negativi che danneggiano il paesaggio sia buone pratiche che lo valorizzano. Il progetto mira a rafforzare e ampliare gli strumenti tecnologici a supporto della collaborazione civica ed estenderli al territorio regionale. Nello specifico si è proceduto allo sviluppo della App in modalità crossplatform per farla funzionare sulle principali piattaforme più diffuse: Android e iOS. Si tratta di una applicazione ibrida, sviluppata mediante lo strumento Ionic che consente una esperienza di utilizzo del tutto simile a quella delle applicazioni native. L’avvio della fase di test e sperimentazione, ha dato risultati soddisfacenti prefigurando un concreto ed effettivo contributo alla costruzione di un archivio partecipato organizzato in un webgis contenete le segnalazioni, sia relative al consumo di suolo che alle buone pratiche di paesaggio. OPS è un APP user-friendly, con una struttura semplice, progettata per essere estremamente facile da usare, anche per chi non è molto pratico al fine di un più ampio coinvolgimento. Costituita da un’interfaccia grafica intuitiva dal quale si può facilmente accedere alle due funzioni principali: la segnalazione e la visualizzazione in mappa delle segnalazioni categorizzate per tipologia.
Figura 3. Interfaccia grafica dell’app OPS. Fonte: Osservatorio sul consumo di suolo e sul paesaggio L’app permette di inviare segnalazioni divise per 12 tipologie: Accumulo Rifiuti; Alberi Monumentali; Attrezzature Pubbliche; Buone Pratiche; Disboscamento; Edifici Dismessi; Impermeabilizzazione; Nuove Strade; Nuovi Edifici; Punto Panoramico; Scheletri Edilizi; Sversamenti; Altro. Chiunque può inviare segnalazioni, attraverso l’applicazione smartphone, gratuita, in alternativa dal sito attraverso la procedura guidata. Tramite smartphone è sufficiente lanciare l’app e scattare una foto per far sì che il dispositivo vi associ automaticamente le coordinate GPS e di seguito vengono inviate ad un database privato fino alla loro validazione che permette la visualizzazione della segnalazione sulla mappa. Tutte le segnalazioni vengono sottoposte a moderazione da parte degli operatori interni prima della pubblicazione sulla mappa interattiva pubblica, in modo da filtrare le Segnalazioni con contenuti inappropriati o incongrui. A partire dall’avvio dell’iniziativa nel 2016, il sistema ha seguito varie fasi di test, concluse nel 2019. Oggi le segnalazioni che ha gestito il sistema sono circa 500. Sono oltre 200 gli utenti che hanno utilizzato l’app di cui oltre 160 studenti (universitari e non), 25 appartenenti ad associazioni, 4 appartenenti ad enti locali e nazionali e circa 20 professionisti.
Figura 4. Grafico degli utenti. Fonte: Osservatorio sul consumo di suolo e sul paesaggio
Il webgis
Negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescente produzione e utilizzo delle informazioni geografiche nella pianificazione territoriale. Questo processo è favorito da un lato dal recente sviluppo delle Infrastrutture di Dati Territoriali che ne permettono una maggiore condivisione, dall’altro dal fenomeno delle Informazioni Geografiche Volontarie (si tratta di iniziative il cui scopo primario è orientato ad un contributo degli utenti caratterizzate da un impegno verso la cattura, compilazione e integrazione di dati geolocalizzati o documenti con geotag).
La catalogazione, la cooperazione, la diffusione e il monitoraggio, a sostegno della pianificazione tradizionale, sono tutte azioni possibili con utilizzo sapiente delle piattaforme collaborative. In particolare, le pratiche partecipative bottom-up risultano essere un efficace strumento per incrementare il coinvolgimento con l’obiettivo di sviluppare il senso di appartenenza e di identità dei luoghi. La possibilità di disporre di conoscenze e informazioni a tutte le scale geografiche costituisce un elemento indispensabile delle basi di conoscenza delle imprese, delle istituzioni, degli enti amministrativi locali, degli operatori pubblici e privati che erogano servizi in numerosi settori. L’esigenza di archiviare ed elaborare un sistema complesso e in continua evoluzione di dati eterogenei e provenienti da fonti diverse ha portato alla necessità della realizzazione di una piattaforma GIS per integrare e far interagire dati georeferenziati. Fondamentale risulta l’evoluzione di questi ultimi anni, ci troviamo di fronte ad un nuovo sistema di divulgazione dei dati che, con l’aiuto del web, vengono organizzati in portali chiamati WebGis, WebMaps, o semplicemente GeoPortali: si tratta di mappe online consultabili formate dalla sovrapposizione di layers. Per la creazione di tali servizi si è fatto ricorso a soluzioni open software sia per l’organizzazione del database, sia per la realizzazione della piattaforma GIS Desktop che per l’importazione WebGIS. Nello specifico è stato per la piattaforma Gis il software Quantum Gis (QGIS), un GIS Desktop open-source per la gestione, visualizzazione, modifica, analisi di dati geografici che supporta formati di dati vettoriali, raster ed i database. All’interno di questo open software, la mappa può essere personalizzata con layers e tematismi provenienti dai dati presenti all’interno del database associato ad elementi spaziali. Per la costruzione del WebGis si è utilizzato il plugin “qgis2web”, che consente di replicare tutti gli aspetti del progetto, compresi i livelli, gli stili anche se categorizzati e l'estensione. Esso genera mappe web dal progetto QGIS, sia come OpenLayers sia come Leaflet, esportando la mappa in formato HTML ed integrandola all’interno di una pagina web. Durante l’esportazione possono essere definite le analisi che l’utente può effettuare sulla mappa, quali la misurazione spaziale, la sovrapposizione di più tematismi, l’interrogazione degli elementi per la consultazione dei dati e delle informazioni contenute nelle mappe e la stampa.
Figura 5. Webmap delle segnalazioni Fonte: Osservatorio sul consumo di suolo e sul paesaggio
I primi risultati dell’archivio partecipato
Il percorso intrapreso dall’Osservatorio sul consumo di suolo e sul paesaggio mira alla costruzione di un “archivio partecipato” orientato alla definizione di mappe di comunità, ovvero uno strumento con cui gli abitanti di un determinato luogo hanno la possibilità di rappresentare il patrimonio, il paesaggio, i saperi in cui si riconoscono e che desiderano trasmettere alle nuove generazioni. Evidenzia il modo con cui la comunità locale vede, percepisce, attribuisce valore al proprio territorio, alle sue memorie, alle sue trasformazioni, alla sua realtà attuale e a come vorrebbe che fosse in futuro. Consiste in una rappresentazione cartografica o in un qualsiasi altro prodotto od elaborato in cui la comunità si può identificare. Viene in tal modo esplicitato un concetto “nuovo” di territorio, che non è solo il luogo in cui si vive e si lavora, ma che pure conserva la storia degli uomini che lo hanno abitato e trasformato in passato, i segni che lo hanno caratterizzato. Vi è la consapevolezza che il territorio, qualunque
esso sia, contenga un patrimonio diffuso, ricco di dettagli e soprattutto di una fittissima rete di rapporti e interrelazioni tra i tanti elementi che lo contraddistinguono. Predisporre una mappa di comunità significa avviare un percorso finalizzato ad ottenere un “archivio” permanente, e sempre aggiornabile, delle persone e dei luoghi di un territorio. Eviterà la perdita delle conoscenze puntuali dei luoghi, quelle che sono espressione di saggezze sedimentate raggiunte con il contributo di generazioni e generazioni. Un luogo include memorie, spesso collettive, azioni e relazioni, valori e fatti numerosi e complessi che a volte sono più vicini alla gente che non alla geografia, ai sentimenti che non all’estensione territoriale. L’utilizzo di queste pratiche può essere visto come un primo step per il raggiungimento di un obiettivo cardine della Convenzione Europea del Paesaggio, ovvero:
«Il riconoscimento di un ruolo attivo dei cittadini nelle decisioni che riguardano il loro paesaggio può offrir loro l’occasione di meglio identificarsi con i territori e le città in cui lavorano e trascorrono i loro momenti di svago. Se si rafforzerà il rapporto dei cittadini con i luoghi in cui vivono, essi saranno in grado di consolidare sia le loro identità, che le diversità locali e regionali, al fine di realizzarsi dal punto di vista personale, sociale e culturale». (Convenzione europea del Paesaggio, Relazione esplicativa, 2000).
Con la mappa di comunità, una comunità si conosce, si riconosce e si autorappresenta, individua quelle risorse materiali ed immateriali da tutelare e facendo fulcro su memorie, esperienze e saperi, può innescare un processo di valorizzazione, con la creazione di un paesaggio peculiare che condensano radici, valori e aspettative, i quali costituiscono il substrato sul quale immaginare la costruzione del proprio futuro. Un attento e strutturato processo di pianificazione indirizzato alla tutela e alla valorizzazione delle risorse paesaggistiche ed ambientali non può prescindere dalla costituzione permanente di un Osservatorio sul consumo di suolo e sul paesaggio basato sui tali principi. Al riguardo i primi risultati che ci restituisce l’utilizzo dell’app in merito alle segnalazioni delle aree che deturpano il paesaggio è la presenza degli edifici dismessi segnalati circa in 100 occasioni dagli utenti.
Figura 6. Segnalazione di edificio dismesso. ph. Giuseppe Rega. Fonte: Osservatorio sul consumo di suolo e sul paesaggio Come maggiori elementi che deturpano il paesaggio seguono le segnalazioni relative agli scheletri edilizi e alle pratiche di impermeabilizzazione del suolo. Invece per gli elementi positivi che caratterizzano il paesaggio, gli elementi più segnalati sono i “Punti panoramici” e le “Buone pratiche” che riguardano a titolo esemplificativo: il recupero di edifici dismessi, il recupero di aree attrezzate pubbliche; la conservazione di verde pubblico.
Riferimenti bibliografici
Bianchetti A. (2013), “Conoscersi, riconoscersi, rappresentarsi: le mappe di comunità”, in Banini T. (a cura di), Identità territoriali, FrancoAngeli, Milano Coppola E., Grimaldi M. (2015), “Governo del territorio e consumo di suolo. indirizzi per il nuovo impianto normativo della Regione Campania”, in Urbanistica Informazioni, n. 259-260, pp. 72-74 Coppola E. (2016), Infrastrutture Sostenibili Urbane, Inu Edizioni/Collana Accademia, Roma Coppola E., Grimaldi M., Langella G. (2017), “Monitoraggio dell'impatto del consumo di suolo sulle infrastrutture verdi dell'area metropolitana di Napoli attraverso Soil Monitor”, sul Rapporto CRCS 2017 - INU EDIZIONI – ISBN 978-88-7603-159-5 Coppola E. (2019), “Laboratori di cittadinanza attiva: esperienze in aree periferiche per accrescere il senso di città e contrastare la povertà urbana” in URBANISTICA n° 162 - INU EDIZIONI – ISNN 0042-1022 Caputo M.G., Coppola E., Moccia F.D. (2016), “Urbanizzazione delle campagne dell’area metropolitana di Napoli”, in Rapporto CRCS 2016, pp. De Marchi M. (2009), “Partecipazione e paesaggio”, in Castiglioni B., De Marchi M. (a cura di), Di chi è il paesaggio? La partecipazione degli attori nella individuazione, valutazione e pianificazione, Cleup, Padova.