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M a i NOTIZIE DI RILIEVO:
Cronaca Nera
Cronaca Bianca
Oroscopo
Filosofie e Leggende
Eventi e Spettacolo
Art. Specialistico
Economia e Finanza
SOMMARIO: Mai più Fight Club
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Rave Party al
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Sol Levante Oroscopo della Settimana
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Un vivace fune- 4rale 5 Spiriti e Riti nella Foresta Mori
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L’Irlanda in un bicchiere
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Borsa di Tokyo
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Il Filo Invisibile
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Sudoku
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Haiku della Settimana
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Contatti Azien- 10 dali
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-Servizio di Emamnuel Dotrak-
visto né sentito parlare di
Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca ...” Se si volesse pensare al Fight Club, probabilmente questa è una delle citazioni che salirebbero a galla nel ricordare il celeberrimo film di David Fincher, ispirato all'omonimo libro. Da giorni si sentiva in giro parlare di strani scontri, di ragazzi che si riunivano in luoghi bui e disabitati per poter combattere emulando, per l'appunto, il film sopra citato. 26 Aprile, è tardo pomeriggio. Nei pressi dei fiume Tama, lì dove giacciono numerosi magazzini abbandonati, si sente della musica a volume alto invadere l'aria e si osserva una moltitudine di giovani riunirsi per potersi esibire ed assistere all'evento. Nella mente si susseguivano frasi di quel film, di quel libro, scene indelebili che potevano rendere alcuni dei partecipanti, degli osservatori, curiosi ed eccitati per le aspettative che si erano creati. Per chi non ha mai
“Fight Club” basta dire – senza approfondire i contenuti di uno dei migliori film prodotti negli ultimi anniche i vari combattimenti che venivano organizzati erano sì clandestini, ma non vi era nulla in palio, nessuna ricompensa, nessun merito per una possibile lotta vinta. Nel Fight Club, potevi essere un Dio ma fuori, quando il sole tornava a splendere nella volta celeste, tornavi ad essere il solito impiegato sottopagato, magari un cameriere che serve ai tavoli o “schiavi dai colletti bianchi”. Perché combattevano? Per allentare la tensione accumulata du-
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rante la tediosa routine quotidiana, per evadere da questa e, soprattutto, perché “Dopo la lotta ogni altra cosa nella vita si abbassava di volume. Potevi affrontare tutto!”. Ma no, di certo non sono state queste le motivazioni che hanno spinto i ragazzi a riunirsi al magazzino numero 10, non per questo che volevano lottare l'uno contro l'altro, ma per soldi, per i 40mila yen posti in palio e che sarebbero dovuti andare al vincitore. Sono state anche recitate le note regole dettate dalla pellicola ma, a parte queste, nulla poteva essere minimamente paragonato all'opera di Fincher. Nulla. Chi ha organizzato tutto questo e, soprattutto, perché? Uomini segnati tutti dal medesimo tatuaggio, un drago cinese che portava un sole dorato sopra il capo, uomini in vestiti scuri dai loschi affari, spacciatori, droga, alcool; questo ciò che si è visto e queste ultime cose sono state probabilmente l'unico interesse di chi ha organizzato il tutto. Ma non il brutto ancora deve arrivare, poiché vi è quasi la certezza di un omicidio e la triste morte di una donna, causata da overdose. Sono stati visti due uomini salire su una macchina scura, una Nissan
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Mai più Fight Club
“Nel Fight Club, potevi essere un Dio ma fuori, quando il sole tornava a splendere nella volta celeste,
GT-R nera targata 横浜 77 77 カ, abbandonare velocemente il luogo e si suppone con un cadavere nascosto da scaricare nello stesso fiume Tama non distante da lì. Tutte le informazioni possedute sono state date alla polizia che è intervenuta nel bel mezzo della lotta per fermare quella pazzia in corsa, interrogare tutti i partecipanti e i ragazzi che son stati presi, e che subito si è adoperata per la ricerca del possibile cadavere dimostrandosi più che disponibile a donarci informazioni preziose non appena sarà al corrente di qualcosa. Probabilmente il
tornavi ad essere il solito impiegato sottopagato.”
nosciuti. Potrei scriverlo, potrei rendere nota questa semplice frase, basterebbe battere ancora poche lettere sulla mia macchina da scrivere e fare come mi è stato detto. Tuttavia, non è mia intenzione assecondare queste pazzie, non è mia intenzione gettare legna su un fuoco che divampa, alimentandolo tanto da rischiare l'incolumità di persone che non hanno nulla da spartire con le Mafie e i loro interessi, nessun altro deve fare la fine della povera ragazza morta in quella oscena e mal riuscita copia del Fight club.
Rave Party al Sol Levante -Servizio a cura della Red. C. Bianca.-
Si dice che quando si ha tutto, la noia porti a cercare di spezzare la monotonia nei modi più assurdi, e che questo accada principalmente tra i giovani, i quali, visti i tempi, la tecnologia moderna e l'abitudine di avere spesso tutto a portata di mano, cercando distrazioni dai problemi tipici della loro età in alcol e droghe, spesso abusandone e finendo in un tunnel dal quale non è affatto facile uscire. Ed ecco che l'istituto del Sol Levante, nato come accademia militare e famoso quindi per la sua disciplina, si è ritrovato coinvolto, come molti dei lettori appassionati di gossip già sapranno, in un recente scandalo che ha causato non pochi movimenti. C'è da dire che poteva sicuramente finire peggio, considerato che, stando a quanto testimonia l'articolo scandalistico della oramai nota Gossip Scoop, alla
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cadavere di un politico sarà trovato, questo si è sentito, ma appena giungeranno notizie certe allora saranno rese sicuramente note. Sempre grazie alla polizia, poi, si è giunti all'ipotesi che gli organizzatori di queste lotte clandestine siano componenti della Triade, la Mafia cinese che da tempo si è radicata in Giappone, contrastandosi alla già fin troppo nota Yakuza e, probabilmente da questa, è stato riferito un messaggio affinché venisse pubblicato sul questa edizione del giornale, un messaggio cifrato di cui mittente e destinatario sono tutt'ora sco-
festa erano presenti diverse quantità di droghe ed alcolici di forte gradazione, che avrebbero potuto far sfociare la serata in tragedia, se qualcuno avesse esagerato. Ma è giusto ritenere colpevoli di ciò i membri del comitato studentesco? Per quanto possano essere preparati, non rimangono comunque dei ragazzi, alunni come gli altri? Certo, magari avrebbero dovuto avvisare delle autorità più competenti, ma magari non sapevano che al festino vi sarebbero state anche le suddette sostanze. Quindi, ci si potrebbe chiedere: ma gli adulti, gli insegnanti, il rettore, i maggiori responsabili dell'istituto, quanto hanno partecipato nel tentare di risolvere la situazione? Lo fanno mai? O preferiscono stare tranquilli nei loro bozzoli, scaricando tutte le responsabilità sulle spalle dei loro allievi che son membri del comitato, o che comunque vor-
rebbero aiutare a risollevare l'istituto al suo vecchio splendore? Fatto sta che sembra quasi impossibile che ciò accada, attualmente. Grazie ai nominativi dati dallo stesso articolo di gossip probabilmente la polizia sta risalendo ai vari “colpevoli” della serata, e svolgendo le sue indagini sulla provenienza di alcolici e stupefacenti utilizzati per il party clandestino. Purtroppo le informazioni a riguardo del caso sono ancora riservate, quindi non possiamo azzardare ad aggiungere altro, se non che attendiamo al più presto una mossa dal nostro commissariato e con essa possibili risultati, assieme ad altre informazioni da poter fornire ai nostri amati lettori. I giovani sono il futuro, è importante non dimenticarsene e prendersi quindi cura della loro sicurezza, istruzione e disciplina.
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Un Vivace Funerale -Servizio
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di
Yoshi
Okada- Times. Si! Esatto miei cari lettori,
proprio io.
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Oggi giorno si tende a dividere la vita comune di ogni cittadino dividendola in due grandi rami: la vita normale e la vita da Film.
Tutto comincia con l'invito di partecipazione al funerale di una vecchia conoscente di famiglia. Al funerale
Certo, pensare alle avventure fantastiche, coinvolgenti ed emozionanti, quegli eventi che sconvolgono i canoni della normalità e che ti spingono verso un sentiero imprevisto, uno stile di vita nuovo e per quanto poco questo possa durare non si può far altro che rifiutarlo a priori, catalogandolo nel ramo della vita da Film – che tra l'altro molti di voi continueranno ancora anche dopo aver letto questo articolo – vita che mai potrebbe verificarsi no? Questo è quanto pensano tutti, questo è quanto pensavano anche i protagonisti della nostra storia. Persone comuni, gente di tutti i giorni ma che si è presto accorta di essere al centro di uno di questi racconti avventurosi. Qui le carte in tavola cambiano, devono decidere se vivere l'avventura o fermarsi, perché... hei! Si parla anche di vivere o morire e questo di certo non è un film. Non ci è concesso rivelare i nomi di questi protagonisti, meno che uno, il caro O.Y. Attraverso gli occhi e le esperienze di questo ragazzo, laureato in lettere con altissimi voti, aspirante scrittore e neo assunto proprio qui, al rinomato Kanagawa
sono invitate pochissime persone, praticamente quei pochi (e si contano sulle dita di una mano) che han conosciuto la defunta signora. Ad essi vengono offerti vitto e alloggio per una serata con l'intento di prendere parte alla veglia funebre. La casa non manca di camere per gli ospiti, al punto che tutti riescono a sistemarsi all'interno di una camera singola. Il tempo passa in modo però fuori dai canoni e del tutto contro qualsiasi aspettativa. Le regole da rispettare sono poche e tra le più importanti spicca di certo quella di non salire nella misteriosa soffitta della casa. Cari lettori, a questo punto devo fare ammenda per aver peccato di curiosità, ma una cosa è certa: non ero l'unico a non voler restare all'oscuro dei segreti custoditi nella soffitta. Approfittando di un buon momento ci intrufoliamo tutti all'interno dell'antro oscuro, dentro il quale è ovvio, sono stati svelati misteri che han dello stravagante. Dovete saper che la proprietaria di casa da giovane frequentava persone che, come lei, andavano matte per le ricerche sui pirati e sui loro fanto-
matici tesori sepolti, al punto da scoprire di un certo forziere custodito, indovinate un po' dove? Proprio nei pressi della Yuigahama Beach. Raggiungere il luogo indicato per proseguire la ricerca non è di certo facile, così come è ovvio che noi tutti e quattro i presenti tra il presenziare ad una veglia e l'andare alla ricerca di un tesoro pirata, abbiamo scelto la seconda opzione. Elaborando gli indizi, risolvendo rompicapi degni del miglior romanzo piratesco o della più bella avventura del prode Indiana Jones, si giunge a quello che pare essere un ristorante della suddetta spiaggia. Ora dato che in ogni avventura che si rispetti, l'eroe di turno deve per forza essere ostacolato da una figura malvagia, l'antieroe di turno, noi pure siamo incappati in quella che è una banda di manigoldi bella e buona. La Banda Fratelli, scappati di recente di prigione, si sono – per motivi a noi ignoti – messi sulle tracce del medesimo tesoro. Al tentativo di intrufolarci nel locale da loro presidiato (tra l'altro nostra stessa meta, dato che le indicazioni in nostro possesso ci han condotto proprio fin li) veniamo catturati ed interrogati dai bruti, nella speranza di capire del perché ci trovassimo nei pressi di quel locale. Inutile stare qui adesso a prolungare di troppo la vicenda, vi basti sapere che con uno stratagemma ben architettato riusciamo a liberarci della spiacevole compagnia e a perlustrare il locale dall'interno, ed è proprio nella cantina dello stesso che si può vedere una botola che conduce ad un passaggio sotterraneo. L'avventura è stata davvero pericolosa, quel luogo sotterraneo - che si dirama per chilometri nel sottosuolo tra caverne e cunicoli – si è rivelato irto di pericoli e trappole di ogni genere, noi tutti abbiamo rischiato di perdere la vita più di una volta nel tentativo di proseguire, trovare un tesoro (qualora ve ne fosse uno) e con la consapevolezza di essere inseguiti di certo dalla famiglia di lestofanti. Riusciamo a raggiungere una grandissima caverna sotterranea, ricolma di acqua, un vero e
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proprio lago sepolto, al centro del quale galleggiava maestoso un antico galeone pirata. La bandiera nera raffigurante il teschio parlava chiara e le condizioni della nave in se erano assai messe male. Quel galeone era li sotto in attesa di essere scoperto da secoli, con a bordo ancora il suo vecchio equipaggio, oramai cumulo d'ossa e nulla più. Purtroppo a bordo del galeone non si trova alcun tesoro, per tanto quella ricerca è stata un enorme buco nell'acqua, sia per noi avventurieri che per la banda fratelli che da li a poco ci raggiunse cercando di metter-
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ci fuori gioco una volta per tutte. Ovviamente se sono qui a scrivere è ovvio che loro non sono riusciti nel loro intento. Purtroppo per fuggire, le misure adoperate sono state fuori luogo per via del posto in cui ci trovavamo e per la salvaguardia dell'esistenza del galeone stesso. Aprendo un buco nella parete della grotta con della dinamite, noi ed il galeone assieme, abbiamo preso il largo. La nostra corsa, o per meglio dire navigata, termina a poche centinaia di metri dalla spiaggia, verso la quale siamo tornati a nuoto. Il galeone, non es-
sendo governabile si è sperduto al largo, verso rotte a noi ignote. Chi sa, magari è tornato all'avventura come a suo tempo, io almeno lo spero. Mentre la banda di criminali... beh certamente adesso saranno nuovamente dietro le sbarre, dato che sono rimasti – a seguito dell'esplosione – confinati nella grotta, alla mercé delle forze dell'ordine. La storia, per quanto stramba, termina qui. Esempio lampante che avvolte la vita reale si mescola un poco con quella rappresentata nei libri o nei film. Sta poi a noi viverla al meglio e senza rimpianti.
Spiriti e Riti nella Foresta Mori bero potuto percepire l'energia di quel- ciole, fino a trovarmi in una piccola la notte, che si spandeva per tutta la radura dove una bambina dai capelli foresta, in quella notte sicuramente rosso fuoco e la pelle chiara come la Per i temerari che si sono avventurati luna, mi attendeva. Era lei a cantalungo i sentieri della foresta More quella melodia, che proseguiva: ri, la notte del 30 aprile è stata "Giochi con la strega, lei sarà consicuramente fuori dall'ordinario. tenta, non tocchi l’angelo, tesoro, Nonostante la pioggia battente, la le sue lacrime la strega non le può luna usciva a sprazzi da dietro le sopportare; ti farà soffrire, ti farà a nubi e illuminava il cammino di pezzi e poi… ti farà sparire…". quanti, magari per una gita o per Vedendomi mi sorrise e mi tese la raggiungere il tempio Shintoista, mano: voleva che la accompasi sono trovati a passare per quei gnassi, ma fino al momento del luoghi. mio arrivo sul posto non sapevo Erano le ore 20, circa, e nella dove. Quello che prima sembrava foresta risuonava una strana canun vicolo cieco, fece largo ad un zoncina: "Danzan le streghe la sentiero e la bambina, Alisea, mi danza con i maghi, fanno i filtri scortò, tenendomi per mano, fino magici per spaventare i draghi. magica, tramutatasi poi in macabra. ad uno spazio più ampio, dove mi ripaGira, gira il pentolone tira su il coperrai con lei dietro un cespuglio. Insieme chio; fuoco, fuoco notte e dì, le streghe Fatto sta che la sottoscritta non era l'unica presente, ma solo più tardi ho a me, chi accompagnato ad una bambifan così!". Non erano certo ripetitori potuto constatare la presenza di altre na dalle fattezze molto simili a quella posizionati dietro i cespugli, per una persone, per loro fortuna o sfortuna che mi scortava, chi solo, c'erano altre 5 trovata pubblicitaria o per uno scherzo coinvolte in quel che stava succedendo persone: tutte si erano trovate a transitadi massa, magari di qualcuno che volenel bosco. re per la foresta e tutte erano rimaste va solo divertirsi, a diffondere quelle La prima persona che ho incontrato, impigliate in questa rete magica, fatta di parole; era invece una voce di bambina, lungo il sentiero, era un giovane ragaz- richiami e di canzoni. accompagnata da piccole risa, che da lontana si faceva sempre più consistente zo, ma è sparito poco dopo, richiamato Davanti a noi, si stava svolgendo uno e vicina mano a mano che si avanzava da qualcosa a me ignoto; invece io ho spettacolo agghiacciante: sette figusul sentiero. Anche i più scettici avreb- proseguito, guidata da una scia di luc- re femminili di incredibile bellezza dan-Servizio
a
cura
di
Ookami
Tsuya.-
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In fine, cari lettori, vorremmo ricordarvi che il KT è ognuno di voi, e che la vostra opinione conta! Se mai voleste fare comunicazioni alla redazione, o vorreste pubblicare qualche riga sul giornale, inviate una e-mail all'indirizzo redazione@kt.jp e noi sorteggeremo una lettera a settimana per esporla in una rubrica speciale che creeremo apposta per voi!
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Spiriti e Riti nella Foresta Mori zavano scalze intorno ad un calderone, ammantate in neri mantelli; legata ad un palo, una donna vestita di bianco piangeva, forse rassegnata a morire, di lì a poco. A studiare attentamente i fatti, a mente lucida, è probabile ci trovassimo davanti ad un rituale in piena regola, dove si voleva sacrificare la vergine come capro ad un'entità superiore, in cambio di un favore. Ma lì, nella foresta, sotto la pioggia battente, tutti eravamo sconcertati da quel che stava accadendo; non c'era molto tempo per pensare, dato che, poco dopo l'arrivo di noi visitatori, la terra sotto i nostri piedi ha iniziato a tremare e ne sono uscite innumerevoli mani in avanzato stato di putrefazione, ma ancora capaci di afferrare qualcosa o qualcuno. E quel qualcuno fu un uomo, di cui non ho potuto vedere il viso, che a differenza degli altri non era accompagnato da nessuna bambina. La situazione si stava facendo piuttosto tesa, dato che una delle sette figure in nero si era allontanata dal gruppo per prendere un
coltello rituale, con il probabile intento di sacrificare la donna in bianco. Molti dei presenti volevano intervenire, ma tutti avevano capito che, allontanarsi dalla bambina che li accompagnava, voleva dire finire preda di quelle mani sbucanti dal terreno, desiderose di stringersi attorno a qualcuno. Solo un uomo, per primo, ebbe il coraggio di lasciare il proprio riparo e di distrarre le sette streghe, puntando due pistole verso il cerchio di celebranti e facendo guadagnare a tutti il tempo per fare qualcosa. E quando i numeri potevano giocare a suo sfavore, ecco che, a modo proprio, tutti cercarono di aiutare il primo soccorritore e la donna vestita di bianco. Le bambine spiegarono, ai propri protetti, che è al loro presenza a fare in modo che nessuno di noi comuni umani venisse notata dalle streghe; che queste, in realtà, sono Lamie e succhiano il sangue. Ci informano che quella è la notte delle streghe e del Popolo Fatato, ma che le prime
l'hanno rubata; aggiungono che, quella notte, una volta l'anno una vergine deve essere sacrificata per rinnovare il patto con il demonio a cui le Lamie hanno venduto l'anima. La sete di sangue delle streghe e l'intervento di estranei nel loro rito le ha mandate su tutte le furie, e queste si lanciarono ad attaccare il giovane uomo irrotto nel loro cerchio; fortunatamente, con l'aiuto di tutti i presenti, la donna in bianco viene liberata e le Lamie rese inoffensive, impedendo la conclusione del rito e spezzando di fatto il patto che le legava al loro signore. Ad azione terminata, le bambine se ne sono andate come sono arrivate: in un vortice di lucciole che svanisce nel buio della foresta e della notte. Bagnati e spaventati, i presenti ritornano ognuno per la propria strada; non so chi fossero i miei compagni di sventura, ma li ringrazio: è stata la dimostrazione che l'unione fa la forza, soprattutto nelle situazioni più disparate.
L’Irlanda in un Bicchiere -Servizio a cura di Ookami Tsuya-
Il Brazen Head Irish Pub ed il suo staff ci regalano un'altra serata eccezionale, festeggiato, questa volta è un'altra invenzione "made in Ireland", l'Irish coffee: secondo la tradizione, la bevanda nasce nel 1942 ad opera di Mr. Joe Sheridan, capo dei barman nel bar dell'aeroporto di Shannon, in Irlanda. Vedendo arrivare in piena notte dei passeggeri stanchi e stizziti per la cancellazione del loro volo dovuta al maltempo, Sheridan pensò allora di servire loro qualcosa di robusto che potesse
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rinfrancare e "riscaldare" i passeggeri. Preparò del caffè molto forte, aggiunse zucchero e whisky, completando con una guarnizione di panna. Quando i passeggeri gli chiesero se si trattasse di caffè brasiliano, Mr. Sheridan divertito rispose: «No, è caffè irlandese!». La bevanda fu semisconosciuto fino a che, un giorno, un giornalista del "San Francisco Chronicle", atterrato a Shannon, scoprì l'irish coffee e l'apprezzò molto, arrivando a dedicargli un articolo, sul quotidiano a grande tiratura di cui era corrispondente.
Fu così che i bar di San Francisco incominciarono a preparare l'Irish Coffee, e poi la ricetta si diffuse in tutto il mondo. L'Irish coffee, oggi, è un caffè molto lungo, corretto con una buona base di whiskey e ricoperto con un po' di panna montata. Un vero Irish coffee si prepara in un grande bicchiere, precedentemente riempito di acqua calda per portarlo alla giusta temperatura. Si assapora lentamente e il segreto consiste nel mischiare molto bene lo zucchero. Si possono aggiun-
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gere delle spezie, come la cannella, ma i puristi lo preferiscono liscio. Ed è stata la bevanda eccellente per accompagnare la serata del 21 aprile, piovosa ed umida: lo staff del Brazen Head ha saputo preparare un ottimo Irish coffee e dolci basati sulla ricetta tradizionale ed accogliere i molti accorsi con calore e una gentilezza declinata
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all'Irlandese. A fare da contorno alla serata, sebbene avrebbero potuto essere la portata principale, il gruppo irlandese dei "The Script", che ha esaltato il pubblico. In ogni caso è stata un appuntamento in un certo senso familiare, nelle mura scure e nell'ambiente festoso. Qualcuno si è anche cimentato in un gioco
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nuovo, con carte e bicchieri di Irish coffe; la serata si è conclusa in pieno stile Brazen Head: tanta festa e molti gomiti alzati, qualche carenza di equilibrio e molti canti, sia seguendo la band, sia per smaltire l'euforia. Tutti ad esaltare il re della serata: l'Irish coffee.
Tokyo Shoken Torihikijo
NOME
PREZZO
Arikado corporation
6.355,00
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IdolM@ster corporation
4.560,00
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IronWork
6.430,00
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Kanagawa Times
4.666,00
+2,02%
Katsuragi group
8.880,00
+3,00%
Lilya Editori
4.301,00
+0,30%
Shinto corporation
8.789,00
+0,00%
Yoshitaka-Cho
8.420,00
-0,40%
(dati TST quadrimestrale pref. Kanagawa socio-economica— Chiusura I quadr.)
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Il Filo Invisibile trovavano si attaccavano e non si staccavano più neanUn lungo filo indistruttibile e che per mangiare e così morivano di fame; così gli dei invisibile. crearono l'atto sessuale che Un nastro scarlatto che si lega consentiva di trovare un apstretto al mignolo di ognuno pagamento da questa unione. di noi. Non si può tagliare, non si può sciogliere e non si sa questo dove conduce, lo si può solo seguire, ignari che sia lui a condurci nella nostra vita, a farci compiere ogni passo per raggiungere una ed una sola meta: l'altra sua estremità. Sin dall'antichità si è sempre ritenuto che per ogni anima ne esistesse una sua parte affine, che la completasse e i più noti filosofi dell'occidente hanno creato opere per capire e conoscere l'amore o, meglio ancora, la ricerca e il bisogno di questo. Le analogie fra le culture ocUna delle storie più conosciu- cidentali e orientali sono te è quella raccontata dal com- molteplici e la rappresentamediografo Aristofane: si trat- zione dello Yin e Yang, come ta di un mito secondo il quale raffigurazione di due anime che vanno a completarsi forgli uomini un tempo erano tondi – la sfera era vista come mando qualcosa di perfetto ed equilibrato, ne è l'esempio forma che rappresentasse la lampante. perfezione-, sferici e doppi: questi esseri si sentivano forti Più romantica è invece la e perfetti e peccarono di traco- leggenda cinese che narra del tanza; gli dei per punirli li ta- giovane Wei e la ricerca del gliarono a metà. Da allora suo amore volendosi rendere sentirono il bisogno di ritrova- artefice del suo destino, fire l'altra metà e la cercavano nendo quasi per uccidere la disperatamente. Quando la giovane donna che si rivelò -Servizio
“Non si può
tagliare, non si può sciogliere le coincidenze sono solo figlie della mente umana.”
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di
Emamnuel
Dotrak-
essere la sua anima gemella. Da questa leggenda nasce la credenza popolare del filo rosso del destino che ognuno di noi porta legato al mignolo dal momento in cui nasciamo e ci condurrà -prima o poi- dalla propria anima gemella. La saggezza degli antichi è da ritenersi rara e incredibilmente stupenda. Vero è che una leggenda resta pur sempre una leggenda, qualcosa a cui non dover credere alla lettera dando tutto per assurdo, ma ogni storia raccontata per generazioni racchiude in se molteplici significati ed insegnamenti che chi ascolta dovrebbe cercare di rendere propri. È vero, forse non tutti sono destinati, in questa breve vita che ci è concessa, di riuscire a trovare l'anima gemella o – ancor più difficile – a riconoscerla o a compiere le scelte esatte che conducono a questa, ma le coincidenze sono solo figlie della mente umana che si rifiuta di credere ad un Destino che indica loro la via da percorrere, che cerca di condurre ogni uomo lungo la propria strada, la via giusta per lui e lui solo. La popolazione mondiale, oggi giorno, conta circa 7
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miliardi di persone che abitano questo mondo, per un totale di 3 mila e 500 fili rossi che si annodano l'un l'altro, che si aggrovigliano, che si allungano e rimpiccioliscono solo per dare l'occasione a due persone di potersi incontrare. C'è chi è fortunato, c'è chi riesce a riconoscere il proprio amore da un solo sguardo, con un solo colpo di fulmine che lo folgora e rende tutto più chiaro, tutto più perfetto; c'è chi incontra subito l persona a lui affine senza dover conoscere la sofferenza; e c'è chi è guidato da una stella capricciosa, che si diverte a mettere ostacoli lungo il cammino, si diverte a far illudere, a spezzare i cuori e a far credere che non c'è beneficio
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alcuno per chi crede nell'amore ma, prima o poi, anche a questi, se riusciranno a sfilarsi la maschera che ricopre la loro espressione, se riescono ad abbattere le mura che proteggono il loro sofferente cuore, sarà concesso trovare l'altra estremità invisibile e scarlatta di quel filo. E lì dove non ci sono colpi di fulmini, lì dove il cammino sembra difficile, deve comparire l'audacia, quel pizzico di follia che spinge l'uomo a fare quel passo in più che cambia la sua vita, che lo fa rischiare, quel passo in un baratro oscuro che può sia finire per avvolgerti dalle tenebre o coglierti e cullarti con le sensazioni e le emozioni che l'uomo è destinato a ricercare e desiderare.
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Non abbiate paura, non siate cinici, non perdete speranze ma siate folli. Folli per l'amore e quello che vi può donare. Folli per sentire il vostro cuore battere all'impazzata. Folli per poter provare l'unico sentimento che fa sentire veramente vivi. “[...]La follia non sapeva che cosa fare.. Si scusò per aver organizzato un gioco così stupido! Implorò l'amore per ottenere il suo perdono e commossa dagli esiti di quel danno irreversibile arrivò al punto di promettergli che l'avrebbe assistito per sempre... L'amore, rincuorato, accettò la promessa e quelle scuse così sincere.. Così, da allora, l'amore è cieco… e la follia lo accompagna sempre.”
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“Farfalla vola, Sulle ali del vento, Saldo estivo.”
“Petali d’oro Sulle peonie e sul loto – Lungo è il mio viaggio.”
~Sakuramomiji Haiku~
Kanagawa Times
Vi ricordiamo inoltre, cari lettori, che abbia-
Kanagawa, Odowara, KT Building
sti con la mente sveglia. Non siate timidi e, se
Kanagawa, Kamakura, Zaimokuza
interessati, inviateci il vostro CV al numero
Tel.: 376-045 xxxx
376 045XXXX
Fax: 045-xxx xxxx Posta elettronica: ookami.tsuya@kt.jp Altri contatti Editoria: 376-468 xxxx Segreteria: 376-34x xxxx
mo continuamente bisogno di nuovi giornali-
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