test_medici_web

Page 1

La Macroglobulinemia di Waldenstrรถm

Test Medici

3


La Macroglobulinemia di Waldenström Test Medici Dichiarazione di vision di IWMF Supportare chiunque abbia a che fare con la Macroglobulinemia di Waldenström mentre si accrescono i progressi della ricerca per ottenerne la guarigione. Dichiarazione di mission di IWMF Offrire mutuo supporto e incoraggiamento alla comunità della Macroglobulinemia di Waldenström e ad altri che abbiano un interesse riguardo alla patologia. Fornire informazioni e programmi educazionali utili a indirizzare le preoccupazioni dei pazienti. Promuovere e supportare la ricerca che conduce a migliori terapie e, in ultimo, alla guarigione. Pubblicato da International Waldenstrom’s Macroglobulinemia Foundation (IWMF) Queste informazioni sono fornite gratuitamente. Ti chiediamo di prendere in considerazione di aderire e/o dare un contributo a IWMF per permetterci di continuare a fornire materiali come questo e di promuovere la ricerca al fine di ottenere sempre migliori trattamenti e la guarigione per Macroglobulinemia di Waldenström. Puoi aderire e/o dare un contributo sul nostro sito web, www.iwmf.com, oppure puoi spedire un’offerta a: 6144 Clark Center Avenue, Sarasota, FL 34328 IWMF è un’Organizzazione Non Profit esente da tassazione, Fed ID # 54-1784426. Revisione 2007


Traduzione in italiano validata da Annamaria Nosari per il Gruppo di Supporto Pazienti WM-Italy Associazione Malattie del Sangue Onlus Ematologia Grande Ospedale Metropolitano Niguarda Piazza Ospedale Maggiore 3 - 20162 Milano wm_it@malattiedelsangue.org www.malattiedelsangue.org


INDICE

PREMESSA.............................................................................................................4 ESAMI DEL SANGUE PER I PAZIENTI CON MACROGLOBULINEMIA DI WALDENSTRÖM.............................................................................................5  Introduzione......................................................................................................5   Principali esami del sangue per la macroglobulinemia di waldenström.6 ESAMI DELLE IMMUNOGLOBULINE...............................................................15  Introduzione....................................................................................................15   Esami per la misurazione delle immunoglobuline...................................16 ALTRI IMPORTANTI ESAMI PER I PAZIENTI CON MACROGLOBULINEMIA DI WALDENSTRÖM E RELATIVE INFORMAZIONI..................................22   Esame delle urine...........................................................................................22   Biopsia del midollo osseo.............................................................................23 ESAMI PER PARTICOLARI CONDIZIONI NELLA MACROGLOBULINEMIA DI WALDENSTRÖM......................................................................................24  Amiloidosi........................................................................................................24  Anemia.............................................................................................................25   Malattia da agglutinine fredde...................................................................26  Crioglobulinemia............................................................................................26   Neuropatia periferica....................................................................................27   Disturbi visivi...................................................................................................27 APPENDICE 1: Glossario dei termini medici relativi agli esami.................28 APPENDICE 2: Procedure mediche.................................................................48 APPENDICE 3: Metodiche di laboratorio....................................................60

3


PREMESSA

Questa pubblicazione è stata preparata per coloro che sono interessati, in generale, alla Macroglobulinemia di Waldenström (WM). L’obiettivo alla base di questo progetto è lo sviluppo di un opuscolo di riferimento di facile e immediato accesso sui termini e gli esami medici, con particolare riferimento alla misurazione delle IgM e all’emocromo completo (CBC), nonché di un glossario esaustivo di termini selezionati appartenenti al mondo della clinica e della ricerca sulla WM. Nessun glossario, nel mondo in rapida progressione della scienza medica, resta attuale e aggiornato molto a lungo; tuttavia, ci auguriamo che questo opuscolo costituisca il fondamento di una conoscenza, destinata ad espandersi, per il paziente interessato, per coloro che prestano assistenza ai malati o per chiunque voglia avere maggiori informazioni sulla WM. Guy Sherwood, MD, CCFP, ABHM Marzo 2007 Copyright 2007 IWMF e Guy Sherwood, MD

4


ESAMI DEL SANGUE PER I PAZIENTI CON MACROGLOBULINEMIA DI WALDENSTRÖM INTRODUZIONE L’esame emocromocitometrico completo (Complete Blood Count, CBC), o più semplicemente emocromo completo, consiste in un insieme di esami di routine che valutano i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine. L’emocromo è un esame automatizzato, può essere realizzato rapidamente e, occasionalmente, richiede una valutazione definitiva da parte di un ematologo mediante esame microscopico diretto. Il CBC misura l’ematocrito, l’emoglobina, il volume (MCV) di ogni globulo rosso (GR), l’emoglobina per GR (MCH), la concentrazione di emoglobina nel globulo rosso (MCHC), il numero di GR, di globuli bianchi (GB) e di piastrine; una conta differenziale dei leucociti o “formula leucocitaria” conta i linfociti, i monociti, gli eosinofili, i basofili e i neutrofili. Se la conta automatizzata è anormale, si esegue una conta differenziale manuale per verificare i risultati. La formula leucocitaria manuale è una procedura piuttosto laboriosa e comporta la preparazione di un vetrino per microscopia e la conta visiva delle cellule mediante il microscopio. Il sangue è un tessuto fluido che svolge molte importanti funzioni vitali del corpo umano. La più importante di queste funzioni è il trasporto e l’erogazione di ossigeno dai polmoni ai tessuti del corpo e il successivo trasporto dei gas di scarto, principalmente l’anidride carbonica, dai tessuti del corpo ai polmoni, perché siano eliminati. Il sangue svolge altre funzioni vitali, come il trasporto e la distribuzione delle cellule del sistema immunitario, la coagulazione, la partecipazione ai sistemi di equilibrio acido-base e liquido del corpo, la regolazione della temperatura corporea, il trasporto di nutrienti e ormoni ai tessuti corporei e il trasporto dei rifiuti, per la loro successiva eliminazione, ai reni, ai polmoni e alla cute. Il sangue è circa tre volte più spesso dell’acqua, ha un gusto leggermente salato ed è lievemente alcalino, o basico (pH 7,4). Le arterie trasportano sangue ricco di ossigeno, rosso vivo, dai polmoni ai tessuti, mentre le vene trasportano sangue povero di ossigeno, rosso scuro, dai tessuti nuovamente ai polmoni. 5


Il sangue presenta due componenti principali: il plasma, che è la porzione liquida, di color paglierino chiaro, che contiene proteine, enzimi, nutrienti e altre molecole disciolte; e gli elementi figurati che sono globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Questa sezione passerà in rassegna più dettagliatamente: 1. I globuli rossi: compresi la conta dei globuli rossi, l’ematocrito, l’emoglobina totale, gli indici eritrocitari (MCV, MCH e MCHC); nonché altri esami rilevanti selezionati che non si trovano ordinariamente in un CBC, come l’ampiezza di distribuzione dei globuli rossi (RDW), la conta reticolocitaria e la velocità di eritrosedimentazione. 2. I globuli bianchi o leucociti: comprese la conta leucocitaria e la formula leucocitaria. 3. Le piastrine: conta piastrinica e volume piastrinico medio. Questa sezione comprenderà anche le unità di misura comparative usate nelle varie nazioni. Il sistema metrico è praticamente d’uso universale nei sistemi sanitari, in particolare negli esami di laboratorio in tutto il mondo; la principale differenza è costituita dalla nomenclatura di concentrazione utilizzata. PRINCIPALI ESAMI DEL SANGUE PER LA MACROGLOBULINEMIA DI WALDENSTRÖM 1. I globuli rossi Conta dei globuli rossi (GR) Il ruolo più importante del globulo rosso è quello di trasportare ossigeno dai polmoni ai tessuti e trasportare successivamente i gas di scarto dai tessuti ai polmoni per la loro eliminazione. Perché si esegue questo esame? 1. Per valutare il numero e le dimensioni dei globuli rossi. 2. Per determinare il contenuto di emoglobina e la condizione dei globuli rossi 3. Per contribuire alla diagnosi di problemi di salute collegati al sangue. Quali sono i risultati normali? 1. Uomini: 4,2-5,4 milioni di GR per microlitro di sangue (4,2-5,4 × 1012/l). 6


2. Donne: 3,6-5,0 milioni di GR per microlitro di sangue (3,6-5x1012/l). Qual è il significato di un risultato anormale? 1. Una riduzione del numero di globuli rossi può indicare anemia, sovraccarico di liquidi, o grave sanguinamento. 2. Un numero elevato può indicare policitemia. 3. Sono necessari ulteriori esami per determinare la diagnosi precisa. Ematocrito Questo esame misura semplicemente la percentuale (%) di globuli rossi, o ematocrito, in un campione di sangue. I risultati variano in base al sesso e all’età del paziente, con individui più giovani come lattanti e bambini che presentano valori più bassi. Perché si esegue questo esame? 1. Per aiutare nella diagnosi di malattie del sangue. 2. Per aiutare a calcolare il volume e la concentrazione delle cellule del sangue. Quali sono i risultati normali? 1. Uomini: 42-54%. 2. Donne: 38-46%. Qual è il significato di un risultato anormale? 1. Un ematocrito basso può indicare anemia, sovraccarico di liquidi o una significativa perdita di sangue. 2. Un ematocrito alto può indicare policitemia, disidratazione o altre condizioni. Emoglobina La molecola di emoglobina (Hb) è la metallo-proteina contenente ferro presente nei globuli rossi. La sua funzione è trasportare l’ossigeno nel sangue. L’emoglobina costituisce fino al 97% del peso secco del GR. La misurazione del livello di emoglobina, che fa parte dell’emocromo completo, si riferisce alla quantità di emoglobina per volume di sangue intero. Perché si esegue questo esame? 1. Per rilevare anemia o policitemia o per valutare la risposta a varie terapie. 2. Per fornire ulteriori informazioni a quelle ottenute dall’emocromo completo. Quali sono i risultati normali? 7


1. La concentrazione di emoglobina varia a seconda del tipo di campione ottenuto (campione capillare dal dito, circolazione centrale attraverso una via venosa centrale, o più frequentemente vene periferiche). I valori di Hb dipendono anche dal sesso della persona, e il valore massimo diminuisce con l’età dell’individuo. 2. Uomini: 14-18 g/dl o 140-180 g/l. 3. Donne: 12-16 g/dl o 120-160 g/l. Qual è il significato di un risultato anormale? 1. Valori di emoglobina bassi possono indicare anemia, recente perdita di sangue o sovraccarico di liquidi. 2. Valori di emoglobina elevati si osservano comunemente nella policitemia o la disidratazione. Indici di conta dei globuli rossi Gli indici eritrocitari forniscono importanti informazioni circa le dimensioni (MCV), il peso di emoglobina (MCH) e il livello di emoglobina (MCHC) di un globulo rosso medio. Perché si esegue questo esame? 1. L’informazione è importante quando si diagnostica e si valuta un’anemia. Quali sono i risultati normali? 1. MCV - volume corpuscolare medio - il rapporto tra ematocrito e conta di globuli rossi: 80-100 fl. 2. MCH - emoglobina corpuscolare media - il peso dell’emoglobina in un globulo rosso medio: 26-32 pg 3. MCHC - concentrazione corpuscolare media di emoglobina - la percentuale di emoglobina in un dato volume di globuli rossi: 30-60% g/dl. Qual è il significato di un risultato anormale? 1. Il MCV calcola le dimensioni medie dei GR e rileva se essi sono microcitici (piccoli), macrocitici (grandi) o normocitici (normali). GR piccoli sono comunemente osservati nell’anemia da carenza di ferro, mentre GR grandi sono tipici di alcuni stati di carenza vitaminica. Il MCV è il valore chiave nel valutare un’anemia. 2. L’MCH spesso fornirà indizi sullo stato della sintesi dell’emoglobina. Valori bassi sono osservati negli stati di malattia cronica, nell’anemia da deficit di ferro, ecc. 3. I valori di MCHC sono utili nel distinguere i globuli rossi normocro8


mici (di colore normale) dai globuli rossi ipocromici (più pallidi), spesso presenti in alcuni stati patologici. Ampiezza di distribuzione dei globuli rossi (RDW) La RDW è il coefficiente di variazione dell’istogramma di distribuzione del volume dei GR normalmente di forma gaussiana, ed è determinata dividendo la deviazione standard del MCV per il MCV e moltiplicando il risultato per 100 per convertire il valore in una percentuale. Pertanto la RDW fornisce una misura quantitativa della variazione di dimensioni dei GR circolanti. Si veda Conta reticolocitaria per ulteriori informazioni. Perché si esegue questo esame? 1. Un test piuttosto avanzato per valutare grossolanamente la distribuzione per età della popolazione dei globuli rossi. Quali sono i risultati normali? 1. 13,5% + 1,5%. Qual è il significato di un risultato anormale? 1. Un valore aumentato può spesso indicare una risposta alla terapia per un’anemia, in quanto i GR giovani sono prodotti a una velocità maggiore del solito. 2. Un valore basso suggerirà una popolazione di GR statica, con scarsa variabilità nelle dimensioni (e nell’età). Conta reticolocitaria I reticolociti sono globuli rossi immaturi. Essi sono generalmente più grandi dei globuli rossi maturi. Si può valutare l’effettiva produzione di GR semplicemente misurando la conta reticolocitaria. Il numero di reticolociti è espresso come percentuale della conta totale di globuli rossi. Generalmente, quanto più alta è la conta reticolocitaria, tanto più ampia sarà la distribuzione dei globuli rossi (RDW). Perché si esegue questo esame? 1. Per rilevare l’anemia o monitorare il suo trattamento. 2. Per distinguere fra vari tipi di anemia. 3. Per aiutare a valutare le perdite ematiche o la risposta del midollo osseo all’anemia. Quali sono i risultati normali? 1. I reticolociti costituiscono lo 0,5-2,0% della conta dei globuli rossi. Qual è il significato di un risultato anormale? 9


1. Una bassa conta reticolocitaria indica una scarsa produzione di nuovi globuli rossi come avviene nell’anemia ipoplastica o perniciosa. Insufficienza del midollo osseo, anemia aplastica, sindrome mielodisplasica producono ugualmente basse conte reticolocitarie. 2. Un’elevata conta reticolocitaria dimostra la risposta a una terapia per anemia, o la risposta del midollo osseo sano ad anemia o perdita di sangue. Velocità di eritrosedimentazione (VES). Questo esame misura la velocità con cui gli eritrociti (i globuli rossi) si depositano sul fondo di una speciale provetta per campioni di sangue durante un periodo di tempo determinato. La VES è un esame sensibile ma non specifico che è spesso il primo indicatore di una malattia, quando altri esami o segni fisici sono normali. Di solito la VES aumenta notevolmente nelle patologie infiammatorie diffuse; il suo innalzamento può essere prolungato in presenza di un’infiammazione localizzata o di un tumore. Perché si esegue questo esame? 1. Per valutare lo stato dei globuli rossi. 2. Per monitorare una malattia infiammatoria o maligna. 3. Per aiutare nell’individuazione e nella diagnosi di patologie come la tubercolosi o le malattie del tessuto connettivo. Quali sono i risultati normali? 1. La VES normale varia da 0 a 20 mm per ora. 2. La velocità aumenta gradualmente con l’età; un valore di 30-40 può non essere insolito per un soggetto di età> 65 anni. Qual è il significato di un risultato anormale? 1. La velocità di eritrosedimentazione aumenta in gravidanza e in caso di anemia, infiammazione acuta o cronica, tubercolosi, febbre reumatica, artrite reumatoide e alcuni tipi di tumori. 2. La sindrome da iperviscosità della Macroglobulinemia di Waldenström, con i suoi elevati livelli di IgM, può far aumentare significativamente la VES. 2. I globuli bianchi Conta dei globuli bianchi (GB) Conosciuta anche come conta leucocitaria, la conta dei globuli bianchi (GB) determina quanti globuli bianchi ci sono in un volume dato di sangue. In un giorno qualsiasi, i GB possono variare di un valore che arriva 10


fino a 2000, a causa di esercizio intenso, stress o infezione. Il numero di globuli bianchi può aumentare o diminuire significativamente in alcune malattie, ma come strumento diagnostico, la conta leucocitaria è utile solo quando si prendono in considerazione la conta differenziale e lo stato di salute del paziente. Perché si esegue questo esame? 1. Per individuare infezione o infiammazione. 2. Per determinare la necessità di ulteriori valutazioni, come una formula o conta differenziale o una biopsia del midollo osseo. 3. Per monitorare la risposta di un paziente ad una terapia oncologica. Quali sono i risultati normali? 1. Le conte leucocitarie normali variano da 4000 a 10.000 GB per millimetro cubo (mm3) di sangue intero (4-10 x 109/l). Qual è il significato di un risultato anormale? 1. Una conta leucocitaria elevata, definita leucocitosi, spesso indica infezione. Eventi stressanti come traumi, ictus o attacchi cardiaci possono ugualmente innalzare transitoriamente i GB. Alcune emopatie maligne sono caratterizzate da conte leucocitarie elevate. 2. Una bassa conta leucocitaria, definita leucopenia, spesso indica problemi del midollo osseo. Agenti chimici tossici e infezioni virali possono causare una riduzione dei GB. Influenza, febbre tifoide, morbillo, mononucleosi infettiva, epatite e rosolia possono caratteristicamente causare leucopenia. Formula leucocitaria La formula leucocitaria, o conta differenziale dei globuli bianchi, è usata per valutare la distribuzione dei cinque principali tipi di globuli bianchi, o leucociti: neutrofili, eosinofili, basofili, linfociti e monociti. La formula leucocitaria informa anche il medico sulla struttura di queste cellule, e permette una rapida rassegna del sistema immunitario. Perché si esegue questo esame? 1. Per valutare il sistema immunitario e la capacità dell’organismo di resistere e superare un’infezione. 2. Per determinare lo stadio e la gravità di un’infezione. 3. Per individuare infezioni parassitarie. 4. Per individuare e valutare reazioni allergiche. 5. Per individuare e identificare vari tipi di leucemia. 11


Quali sono i risultati normali? La tabella seguente fornisce i livelli relativi dei cinque tipi di globuli bianchi classificati nella formula leucocitaria: TIPO DI CELLULA

PERCENTUALE DI CELLULE

NUMERI ASSOLUTI

NEUTROFILI

48,0-77,0%

1,9-8,0 × 103/mm3 (x 109/litro)

LINFOCITI

16,0-43%

0,9-5,0 × 103/mm3 (x 109/litro)

MONOCITI

0,6-9,6%

0,16-1,0 × 103/mm3 (x 109/litro)

EOSINOFILI

0,3-7,0%

0,0-0,08 × 103/mm3 (x 109/litro)

BASOFILI

0,3-2,0%

0,0-0,2 × 103/mm3 (x 109/litro)

Qual è il significato di un risultato anormale? Distribuzioni differenziali anormali possono indicare un’ampia gamma di malattie e condizioni patologiche. La tabella seguente riassume il modo in cui le malattie influenzano la formula leucocitaria. TIPO CELLULARE

AUMENTATO DA

DIMINUITO DA

NEUTROFILI

Infezioni Traumi Malattie metaboliche Risposta allo stress Malattia infiammatoria

Soppressione midollare Infezioni Malattie di fegato e milza Malattia vascolare del collagene Carenza vitaminica

EOSINOFILI

Malattie allergiche Infezioni parassitarie Malattie cutanee Neoplasie maligne Vari altri meccanismi

Risposta allo stress Traumi Sindrome di Cushing

BASOFILI

Leucemie Anemie emolitiche Linfoma di Hodgkin Malattia infiammatoria cronica Malattia renale

Ipertiroidismo Ovulazione Gravidanza Stress

LINFOCITI

Infezioni Anomalie endocrine Patologie immunitarie Leucemia linfatica cronica Malattie infiammatorie

Grave malattia Terapia corticosteroidea Immunosoppressione Chemioterapia e altro Neoplasie maligne

MONOCITI

Infezioni Malattia vascolare del collagene Leucemie Linfomi

Immunosoppressione

12


3. Piastrine Conta piastrinica Le piastrine, o trombociti, sono i più piccoli elementi figurati del sangue. Esse favoriscono la coagulazione del sangue dopo una lesione. L’aspirina (ASA) inibisce temporaneamente la funzione piastrinica. Una conta piastrinica costituisce uno dei più importanti esami ematici. Perché si esegue questo esame? 1. Per determinare se il sangue coagula normalmente. 2. Per valutare la funzione piastrinica. 3. Per determinare gli effetti della chemioterapia o della radioterapia sulla produzione di piastrine. 4. Per diagnosticare e monitorare un grave aumento della conta piastrinica. Quali sono i risultati normali? 1. Le conte piastriniche normali variano da 130.000 a 400.000 piastrine per mm3 di sangue intero (130-400 × 109/l). Qual è il significato di un risultato anormale? 1. Basse conte piastriniche (trombocitopenia) possono essere causate dalla soppressione del midollo osseo dovuta a un tumore o a un’infezione; da carenza di acido folico o vitamina B12; dall’intrappolamento delle piastrine in una milza ingrandita; da un aumento della distruzione delle piastrine causato da patologie immunitarie; o da danno meccanico alle piastrine. Una conta piastrinica che scende sotto 50.000 può talvolta causare un sanguinamento spontaneo. Quando scende sotto 5000, è possibile un sanguinamento letale nel sistema nervoso centrale o una massiva emorragia gastrointestinale. 2. Un’elevata conta piastrinica (trombocitosi) può essere causata da un grave sanguinamento, da un’infezione, da un tumore, da anemia da carenza di ferro e da un recente intervento chirurgico, da una recente gravidanza o asportazione della milza. Una conta elevata può anche essere causata da patologie infiammatorie. Volume piastrinico medio (MPV) Ulteriori informazioni sulla funzione piastrinica si ottengono dal volume piastrinico medio (MPV). Nei pazienti con una normale funzione del midollo osseo, la produzione di piastrine sarà stimolata quando la conta piastrinica inizia a scendere. 13


Perché si esegue questo esame? 1. La misurazione delle dimensioni medie delle piastrine spesso può offrire prove indirette della patogenesi della trombocitopenia (bassa conta piastrinica). Quali sono i risultati normali? 1. Le dimensioni medie delle piastrine sono 7,2-11,1 fl Qual è il significato di un risultato anormale? 1. Piastrine grandi sono presenti quando vi è una trombocitopenia derivante da un aumento della distruzione di piastrine. 2. Il volume piastrinico medio aumenta perché le nuove piastrine, più grandi, rappresenteranno una percentuale maggiore delle piastrine circolanti. 3. Un MPV che rimane lo stesso di un soggetto normale non trombocitopenico non è un riscontro normale in un paziente trombocitopenico e suggerisce che l’insufficiente produzione di piastrine ha contribuito in modo significativo alla patogenesi della trombocitopenia.

14


ESAMI DELLE IMMUNOGLOBULINE INTRODUZIONE La concentrazione di immunoglobulina M (IgM) e i suoi aumenti o diminuzioni sono uno dei principali indicatori dell’attività delle cellule B maligne nella WM. I medici utilizzano i livelli di IgM come criteri per la diagnosi di WM e come indicatore principale della progressione della malattia e dell’efficacia del trattamento. I livelli di IgM sono un indicatore della remissione o ripresa della malattia, e molti useranno i livelli di IgM e, ancora più importante, l’andamento dei valori di IgM nel tempo come evidenza laboristica del momento in cui i sintomi possono comparire e possono di fatto richiedere un trattamento. La IgM monoclonale è l’immunoglobulina prodotta dalle cellule B monoclonali della WM. Le molecole monoclonali di IgM hanno tutte la stessa composizione molecolare. (Si noti che in rarissime occasioni un paziente con WM può avere due tipi di proteine IgM monoclonali provenienti da due differenti linee cellulari B maligne. Alcuni pazienti possono avere anche una IgM monoclonale proveniente da una linea cellulare tumorale di WM e una seconda immunoglobulina monoclonale di una classe differente (in genere IgG) prodotta da un’altra linea cellulare neoplastica di WM. Nuovamente, ciò è molto raro, e una completa trattazione di questa bi-clonalità va oltre lo scopo di questo opuscolo). Le IgM policlonali prodotte dalle cellule B normali del sistema immunitario hanno differenti composizioni molecolari in base all’antigene contro cui le IgM stesse sono dirette. Gran parte delle IgM policlonali è prodotta in risposta a patogeni esterni, mentre la IgM monoclonale delle cellule B della WM è secreta dalle cellule tumorali in assenza di una stimolazione antigenica cronica. Vi è attualmente un ampio dibattito su quale sia lo stimolo iniziale che innesca la secrezione di IgM da parte di queste cellule B della WM, e alcuni suggeriscono che la IgM della WM sia prodotta senza la necessità di alcuna stimolazione antigenica. Le due più comuni metodiche di laboratorio per misurare la concentrazione di IgM nel siero di un paziente sono la nefelometria e l’elettroforesi.

15


ESAMI PER LA MISURAZIONE DELLE IMMUNOGLOBULINE 1. Nefelometria La nefelometria è una metodica per misurare la “nebulosità” di un liquido come l’acqua potabile. Un termine più comune è “torbidità”, che è analizzata da un torbidimetro. Sia il nefelometro che il torbidimetro misurano la quantità di luce che viene persa per diffusione nell’attraversamento della soluzione. Particelle o grandi molecole come la proteina IgM sospese nel siero causano la diffusione della luce. Un torbidimetro ha un rilevatore che è in linea con la fonte di luce diretta attraverso il siero o la soluzione da misurare. L’intensità della luce è inizialmente misurata attraverso una soluzione libera da particelle (in genere acqua distillata) per ottenere una lettura di base accurata. Viene quindi misurato il campione torbido in questione, ottenendo una riduzione dell’intensità della luce che raggiunge il rilevatore. La riduzione nell’intensità di luce è proporzionale alla quantità e alle dimensioni delle particelle nell’acqua. Si utilizzano quindi degli standard calibrati per determinare l’entità della torbidità nel campione. Un nefelometro legge la luce diffusa dalle particelle, non l’intensità del fascio diretto una volta che è passato attraverso il campione. Pertanto, un campione senza particelle non diffonderà la luce e avrà un valore pari a zero. Se nel campione vengono introdotte delle particelle, o prodotte tramite precipitazione, la luce sarà diffusa e l’intensità della luce diffusa potrà essere misurata con un rilevatore di luce. L’intensità della diffusione della luce è direttamente proporzionale alla quantità di particelle in sospensione nella soluzione. Il nefelometro può essere usato per misurare le immunoglobuline (IgA, IgG e IgM) nel nostro siero. Le IgE vanno misurate con tecniche più sensibili, come il dosaggio radioimmunologico o il dosaggio immunoenzimatico. Queste tecniche non sono esattamente identiche, ma in genere il campione di siero è aggiunto a una quantità di acqua distillata e viene successivamente introdotto uno specifico antigene che indurrà la precipitazione dell’immunoglobulina interessata nella soluzione, fino a formare delle piccole particelle. Queste particelle Ig/antigene diffonderanno la luce. La quantità di luce proveniente dal precipitato Ig/antigene può essere confrontata con i valori standardizzati di una concentrazione di Ig nota. Sia le IgM monoclonali sia quelle policlonali reagiranno con l’antigene e 16


precipiteranno in modo da diffondere la luce. La nefelometria non può stabilire quante delle IgM totali siano monoclonali. Tuttavia, noi sappiamo che in condizioni normali le IgM policlonali di un sistema immunitario normale variano da 50 a 300 mg/dl; possiamo quindi dedurre che un valore di 1000 mg/dl corrisponda a 800 mg/dl di IgM monoclonale (se assumiamo che il valore “normale” medio delle IgM sia di 200 mg/ dl). Questa è naturalmente una grossolana semplificazione eccessiva, che tuttavia risulta soddisfacente nella maggior parte dei casi, in quanto un valore di IgM statico non è importante quanto una misurazione dinamica dell’andamento del valore di IgM nel tempo. Perché si esegue questo esame? 1. Per fornire una rapida e accurata misurazione della concentrazione sierica di IgA, IgG e IgM. Quali sono i risultati normali? 1. IgA: 60-400 mg/dl, 0,6-4,0 g/l. 2. IgG: 560-1800 mg/dl, 5,6-18 g/l. 3. IgM: 50-300 mg/dl, 05-3 g/l. Qual è il significato di un risultato anormale? Risultati anormali delle IgA: 1. Aumentati livelli di IgA: infezioni croniche (in particolare coinvolgenti l’apparato gastrointestinale), malattia infiammatoria intestinale, febbre reumatica. 2. Ridotti livelli di IgA: agammaglobulinemia, ipogammaglobulinemia, gastro-enteropatia con perdita di proteine, deficit ereditario di IgA, chemioterapia e/o immunoterapia. Risultati anormali delle IgG: 1. Aumentati livelli di IgG: infezioni croniche, iperimmunizzazione, mieloma multiplo di tipo IgG, epatopatia, artrite reumatoide (e altre malattie del tessuto connettivo), febbre reumatica. 2. Ridotti livelli di IgG: agammaglobulinemia, ipogammaglobulinemia, amiloidosi, leucemia, pre-eclampsia, chemioterapia e/o immunoterapia. Risultati anormali delle IgM: 1. Aumentati livelli di IgM: mononucleosi infettiva, linfosarcoma, macroglobulinemia di Waldenström, MGUS, artrite reumatoide (e altre malattie del tessuto connettivo). 2. Ridotti livelli di IgM: agammaglobulinemia, ipogammaglobulinemia, amiloidosi, leucemia, chemioterapia e/o immunoterapia. 17


2. Elettroforesi L’elettroforesi proteica (ETF) è una tecnica di laboratorio usata molto comunemente per valutare pazienti con elevati livelli di proteine sieriche, come nella MW e nel mieloma multiplo. In alcuni casi, nonostante la presenza di livelli normali di proteine sieriche, si esegue un’elettroforesi per condizioni come disturbi neurologici inspiegati e altre malattie. L’ETF di base separa le proteine del siero in base alle loro proprietà fisiche: la carica netta (positiva o negativa) delle molecole proteiche, e le dimensioni e la forma delle proteine. Esistono esami elettroforetici particolari che si usano occasionalmente in caso di necessità: tra essi vi sono l’elettroforesi zonale e l’elettroforesi con immunofissazione/immunofluorescenza. Il tracciato di un’elettroforesi tipica dipende dalla concentrazione dei due principali The tipibeta di proteine sieriche: albumina e globuline. L’albumina, proglobulin fraction is composed mostly of transferring, and 1 dotta dal fegato, è la principale costituente proteica del siero normale. Le beta2 contains beta-lipoproteins. Rarely, IgA, IgM, and sometimes globuline, viceversa, rappresentano in genere una frazione molto più picalong with complement proteins, can bediidentified in the beta cola delle IgG, proteine sieriche. L’identificazione sottogruppi di globuline fraction. e la determinazione della loro quantità relativa sono i principali obiettivi dell’elettroforesi. L’albumina, è la globulin componente delleinterest proteine sieriche norTheche gamma fractionprincipale is of particular to WM mali, è rappresentata conseguentemente dal picco più alto del tracciato patients and their physicians as immunoglobulins migrate to this elettroforetico, e si trova nella posizione più vicina all’elettrodo positivo. region of thecomponenti electrophoreticproteiche pattern. Although immunoglobulins Le seguenti cinque rappresentano i sottogruppi di can be found throughout the entire electrophoretic spectrum, globuline: alfa1, alfa2, beta1, beta2 e gamma. I picchi delleIgM globuline si distribuiscono in direzione dell’elettrodo negativo, la frazione gamma is typically well represented in the gamma region. Thecon inflammatory che è la piùmarker vicinaC-reactive all’elettrodo stesso.inLa 1 mostra proteinnegativo (CRP) is located thefigura area between the un tipico tracciato elettroforetico. beta and gamma fractions. Albumina

Alfa1

Alfa2

Beta

Gamma

Figura 1. Tipico tracciato normale dell’elettroforesi proteica.

18


Componenti delle proteine sieriche nell’elettroforesi L’albumina, di solito il picco più elevato, comprende circa il 60% delle proteine sieriche totali. È responsabile del mantenimento della pressione osmotica colloidale del plasma e funge da principale proteina trasportatrice per le grandi molecole come gli acidi grassi, la bilirubina, molti farmaci e alcuni ormoni. Tabella 1. Indicazioni all’esecuzione dell’elettroforesi proteica. - Sospetto di mieloma multiplo, macroglobulinemia di Waldenström, amiloidosi primaria o patologie correlate. - Neuropatia periferica inspiegata (non attribuita a un diabete di lunga data, esposizione a tossine, chemioterapia, ecc.). - Anemia di nuova insorgenza associata a insufficienza renale e dolore osseo. - Lombalgia con sospetto di mieloma multiplo. - Ipercalcemia, perdita di peso, spossatezza, dolore osseo, sanguinamenti anormali. - Formazioni a rouleaux (impilamento dei globuli rossi) osservate nello striscio di sangue periferico. - Insufficienza renale associata ad aumento delle proteine sieriche. - Frattura patologica inspiegata o lesione litica inspiegata identificata con la radiografia. - Proteinuria di Bence-Jones.

La frazione di alfa1-globuline comprende alfa1-antitripsina, globulina legante la tiroxina e transcortina. Le globuline alfa2 sono composte da ceruloplasmina, alfa2-macroglobulina e aptoglobina. La frazione di beta1-globuline è composta principalmente da transferrina, mentre le beta2 contengono le beta-lipoproteine. Raramente, IgA, IgM e talvolta IgG, insieme con le proteine del complemento, possono essere identificate nella frazione beta. La frazione delle gammaglobuline è particolarmente interessante per i pazienti con WM e i loro medici, in quanto le immunoglobuline migrano verso questa regione del quadro elettroforetico. Benché le immunoglobuline possano essere trovate nell’intero spettro elettroforetico, le IgM sono tipicamente ben rappresentate nella regione gamma. La proteina C-reattiva (PCR), un indicatore infiammatorio, è localizzata nell’area tra le frazioni beta e gamma. Interpretazione dei risultati dell’elettroforesi proteica I livelli delle proteine sieriche variano in risposta a modificazioni fisiologiche che si verificano nell’organismo in seguito a infiammazione acuta, 19


neoplasia maligna, lesione traumatica, necrosi tissutale, ustioni e lesioni chimiche. Come sottolineato in precedenza, l’interpretazione dell’elettroforesi è principalmente focalizzata sulla regione gamma, che contiene prevalentemente le immunoglobuline. Benché molte condizioni possano causare un aumento in regione gamma, diversi stati patologici possono causare la comparsa di un picco appuntito omogeneo. Le gammopatie monoclonali, come la WM, la MGUS e il mieloma multiplo, costituiscono un gruppo di malattie caratterizzate dalla proliferazione di un singolo clone di cellule B o plasmacellule immature che producono una proteina M omogenea. In questi casi, alla EPS si osserva classicamente un caratteristico picco M. Tabella 2. Tracciati elettroforetici e condizioni o patologie associate Aumento dell’albumina Disidratazione Riduzione dell’albumina Malattia cronica cachettica o debilitante Infezioni croniche Emorragia, ustioni o enteropatia con perdita di proteine Compromissione della funzione epatica derivante da ridotta sintesi di albumina Malnutrizione Sindrome nefrosica Gravidanza Aumento delle alfa1-globuline Gravidanza Riduzione delle alfa1-globuline Deficit di alfa 1-antitripsina Aumento delle alfa2-globuline Insufficienza surrenale Terapia adreno-corticosteroidea Diabete mellito in fase avanzata Sindrome nefrosica Riduzione delle alfa2-globuline Malnutrizione Anemia megaloblastica Enteropatia con perdita di proteine Grave epatopatia Malattia di Wilson

20

Aumento delle beta1- o beta2-globuline Cirrosi biliare Carcinoma Malattia di Cushing Diabete mellito Ipotiroidismo Anemia da carenza di ferro Ipertensione maligna Nefrosi Poliarterite nodosa Ittero ostruttivo Gravidanza nel terzo trimestre Riduzione delle beta1- o beta2-globuline Malnutrizione proteica Aumento delle gammaglobuline Amiloidosi Infezioni croniche Leucemia linfatica cronica Cirrosi Linfoma di Hodgkin Malattie reumatoidi e del collagene (patologie del tessuto connettivo) Macroglobulinemia di Waldenström Riduzione delle gammaglobuline Agammaglobulinemia Ipogammaglobulinemia


Gammopatie monoclonali e policlonali Le gammopatie monoclonali sono caratteristiche di un processo clonale che è maligno o potenzialmente maligno. Le gammopatie policlonali, d’altro canto, possono essere il risultato di numerosi processi reattivi o infiammatori come infezioni, malattie del tessuto connettivo, epatopatie, neoplasie maligne, malattie ematologiche e linfoproliferative, e altre condizioni infiammatorie. Una proteina M (proteina monoclonale) è caratterizzata dalla presenza di una banda netta e ben definita con una singola catena pesante e una banda simile con una catena leggera kappa o lambda. Una gammopatia policlonale è caratterizzata da un’ampia banda diffusa con una o più catene pesanti e catene leggere kappa e lambda. Una volta che un’EPS ha determinato la presenza di una banda proteica monoclonale (picco M), è necessario identificare il tipo di gammopatia attraverso ulteriori esami come la biopsia del midollo osseo, la raccolta delle urine delle 24 ore alla ricerca di proteine, la citometria a flusso, ecc. Le cause più comuni di gammopatia monoclonale sono il mieloma multiplo, la macroglobulinemia di Waldenström, il plasmocitoma solitario, il mieloma multiplo “smoldering”, la gammopatia monoclonale di significato indeterminato (MGUS), la leucemia plasmocitaria, la malattia delle catene pesanti e l’amiloidosi. È importante notare che in alcuni pazienti l’EPS può apparire normale perché l’immunoglobulina monoclonale completa è assente o è presente in quantità molto basse. Gamma

Albumina

Alfa1

Alfa2

Beta

Figura 2. Elettroforesi proteica alterata in un paziente con WM

21


ALTRI IMPORTANTI ESAMI PER I PAZIENTI CON MACROGLOBULINEMIA DI WALDENSTRÖM E RELATIVE INFORMAZIONI ESAMI DELLE URINE Proteine di Bence-Jones: complessi anormali di due unità (dimeri) di catene leggere di immunoglobulina riscontrati nelle urine di alcuni pazienti, in particolare quelli con mieloma multiplo e macroglobulinemia di Waldenström. pH (urina): il pH urinario ha una gamma più ampia del pH del sangue perché i reni hanno un ruolo importante nel mantenere il pH nella circolazione vicino alla neutralità (pH 7,35-7,45). Se il pH nel sangue scende e diviene più acido, i reni aumentano l’escrezione di ioni idrogeno (acidi). Se il pH nel sangue sale e diviene più alcalino, i reni aumentano l’escrezione di ioni bicarbonato (alcalini). Proteine (urina): l’urina normale contiene quantità poco significative di proteine. Un aumento delle proteine normali o semplicemente la presenza di proteine nell’urina (proteinuria) sono abitualmente causati da malattia dei reni. Un aumento di proteine anormali (proteine monoclonali) è generalmente causato da neoplasie (mieloma multiplo o linfomi). Acido urico: piccolo prodotto di scissione delle purine, che fanno parte del DNA. L’acido urico è escreto principalmente dai reni, nonché dall’apparato gastrointestinale. In caso di aumento di acido urico, questo è deposto sotto forma di cristalli in vari tessuti: le articolazioni del ginocchio, del gomito, della caviglia e, in particolare, dell’alluce sono le aree favorite. “Gotta” è il termine generale usato per indicare la condizione infiammatoria e molto dolorosa causata dalla deposizione di cristalli di acido urico nelle articolazioni. L’acido urico aumenta con il rapido turn-over delle cellule, come in caso di tumore (in particolare durante la chemioterapia, quando vi sono grandi quantità di cellule che muoiono) e anche in conseguenza di terapia farmacologica (in particolare diuretici), e in molte altre situazioni. Analisi delle urine: esame a basso costo in cui un campione di urina è esa22


minato alla ricerca di diverse malattie. L’analisi di routine delle urine è usata per individuare una malattia renale (ad es. glomerulonefrite), una malattia delle vie urinarie o una malattia metabolica come il diabete mellito. BIOPSIA DEL MIDOLLO OSSEO Biopsia: termine generale che si riferisce sia alla procedura chirurgica in cui si asporta a un paziente un piccolo frammento di tessuto, sia al tessuto stesso. Le modificazioni presenti nel tessuto sono interpretate da un anatomo-patologo, che emette una diagnosi sulla base di criteri relativamente standardizzati. Le biopsie sono utilizzate per diagnosticare una malattia, determinare l’estensione di una malattia (ad es. metastasi tumorali) e determinare l’adeguatezza dell’asportazione chirurgica. Agoaspirato e biopsia di midollo osseo: il midollo osseo è il tessuto molle presente all’interno di alcune ossa (tra cui anca e bacino, sterno, vertebre) ed è la sede in cui sono prodotti i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine. Tale procedura viene eseguita quando vi è necessità di spiegare un reperto anomalo relativo alla conta dei globuli rossi, dei globuli bianchi o delle piastrine di un determinato soggetto. Questa procedura può anche essere eseguita quando un medico desidera valutare lo stato di una patologia ematologica nota, determinare la necessità di trattamento, determinare se un trattamento per una patologia nota richiede un’ulteriore modificazione o semplicemente per valutare il risultato di un particolare trattamento (ad es. dopo chemioterapia). La procedura è eseguita nell’ambulatorio del medico in anestesia locale, o può essere realizzata in un contesto più controllato sotto leggera sedazione. Le biopsie di midollo osseo sono generalmente ottenute dalla spina iliaca postero-superiore (porzione postero-superiore dell’osso del bacino), La cute è pulita con una soluzione antisettica e la regione è anestetizzata con un anestetico locale. Si introduce un ago di grosso calibro e per l’aspirazione si asporta un campione di liquido è sospeso il midollo osseo. Per ottenere un campione bioptico, si asporta una porzione solida di cellule midollari accompagnate da osso. I campioni ottenuti sono valutati da un anatomo-patologo e viene emessa una diagnosi. Con i campioni raccolti è possibile eseguire esami specializzati, come la citometria a flusso. Il fastidio derivante dalla procedura varia secondo i pazienti: la maggior parte dei soggetti avverte un dolore sordo profondo all’osso durante la procedura e successivamente per alcuni giorni – da qui l’uso diffuso di eseguire la procedura sotto leggera sedazione, se disponibile. 23


ESAMI PER PARTICOLARI CONDIZIONI NELLA MACROGLOBULINEMIA DI WALDENSTRÖM AMILOIDOSI Gruppo di malattie a eziologie differenti caratterizzate dall’accumulo di proteine fibrillari insolubili (amiloide) in vari organi e tessuti del corpo, in modo tale da compromettere le funzioni vitali. Gli stati patologici associati possono essere infiammatori, ereditari o neoplastici, e la deposizione può essere locale o generalizzata o sistemica. Nella Macroglobulinemia di Waldenström l’amiloidosi è generalmente causata da frammenti di catene leggere e interessa principalmente i reni e il cuore. Per diagnosticare un’amiloidosi e determinare quali parti del corpo ne sono colpite possono essere usati molti esami. Una biopsia è il solo modo per porre una diagnosi definitiva di amiloidosi. L’amiloidosi secondaria è generalmente diagnosticata da una biopsia di una piccola quantità di tessuto, in genere grasso addominale, esaminata al microscopio. Un metodo alternativo è una biopsia mediante agoaspirato (Fine Needle Aspiration Biopsy, FNAB) di grasso sottocutaneo. Indagini di diagnostica per immagini possono essere utilizzate per rilevare se sono colpiti organi come il cuore o i reni. Le biopsie possono anche essere prelevate da fegato, nervi, cuore o reni. Queste sono procedure più invasive e possono richiedere un ricovero ospedaliero. La biopsia nervosa è usata per valutare neuropatie primarie o secondarie o malattie sistemiche come l’amiloidosi. Su una biopsia nervosa correttamente prelevata possono essere eseguiti diversi studi speciali, tra cui analisi biochimiche, microscopia elettronica, istologia, immunochimica, vari studi molecolari e virologia. Il sito scelto per la biopsia nervosa è essenziale e deve essere in una zona di malattia attiva. Il nervo surale nella porzione inferiore della gamba è la sede preferita per la neuropatia periferica associata alla macroglobulinemia di Waldenström. Immunofluorescenza diretta: tecnica in cui una molecola che interessa è rilevata direttamente, usando un anticorpo marcato con una molecola fluorescente. Questo esame è spesso usato per rilevare la presenza di depositi di immunocomplessi in tessuti come i reni. È spesso usato per la diagnosi istologica di amiloidosi. 24


ANEMIA Il termine anemia si riferisce a una carenza di globuli rossi e/o emoglobina. Questo conduce a una ridotta capacità di trasportare l’ossigeno ai tessuti da parte del sangue, causando ipossia; poiché tutte le cellule umane dipendono dall’ossigeno per la loro sopravvivenza, vari gradi di anemia possono avere un’ampia gamma di conseguenze cliniche. L’emoglobina, la proteina trasportatrice di ossigeno presente nei globuli rossi, deve essere presente per assicurare un’adeguata ossigenazione di tutti i tessuti e gli organi del corpo. Le tre principali classi di anemia comprendono eccessiva perdita di sangue (acutamente come in un’emorragia o cronicamente attraverso perdite di basso volume), un’eccessiva distruzione di globuli rossi (emolisi) o una carente produzione di globuli rossi (emopoiesi inefficace). L’anemia è la patologia più comune del sangue. Vi sono diversi tipi di anemia, prodotti da una varietà di cause sottostanti. L’anemia può essere classificata in molti modi, in base alla morfologia dei GR, al meccanismo eziologico sottostante e allo spettro clinico individuabile, per ricordarne solo alcuni. Ferro (capacità ferro-legante, capacità ferro legante totale [Total Iron-Binding Capacity, TIBC]): il ferro è un minerale essenziale che si lega all’emoglobina ed è responsabile del trasporto di ossigeno. Il termine “ferro totale” si riferisce alla quantità di ferro effettivamente presente nel siero. Al contrario, il termine “capacità ferro-legante totale” indica la quantità di ferro che può essere presente in circolo (ovvero legato dalle proteine trasportatrici presenti nel siero) ed è un’approssimazione chimica della quantità di transferrina (la proteina responsabile del trasporto del ferro nel sangue). Attualmente sono disponibili misurazioni dirette della transferrina, ma non sono diffusamente utilizzate. Sideremia e TIBC sono spesso parte di un insieme generale di esami chimici che può essere effettuato da strumenti altamente automatizzati. Piruvato chinasi: enzima che partecipa al metabolismo anaerobico del glucosio. La sua assenza è la causa più comune di anemia emolitica congenita. Essa è misurata nella valutazione delle anemie emolitiche croniche. Una riduzione della piruvato chinasi si osserva nelle anemie emolitiche, nelle leucemie acute e nell’anemia aplastica. 25


Transferrina: proteina che trasporta il ferro nella circolazione. I livelli di transferrina corrispondono alla massima quantità di ferro che può essere legata dalla proteina, un valore che è definito “capacità ferro-legante totale” (TIBC). I livelli di transferrina possono essere richiesti in presenza di un sospetto di anemia da carenza di ferro, o nei soggetti con epatopatia cronica, insufficienza renale, malnutrizione, avvelenamento da piombo e altre condizioni. I livelli di transferrina sono aumentati nell’anemia da carenza di ferro grave, e possono essere ridotti in gravi malattie come epatopatia, tumore, sovraccarico di ferro e grave malnutrizione. MALATTIA DA AGGLUTININE FREDDE La malattia da agglutinine fredde è un’anemia emolitica autoimmune causata da autoanticorpi che si legano ai globuli rossi a temperature raggiunte nei capillari della cute e dei tessuti sottocutanei, causando distruzione dei globuli rossi (emolisi). Gli anticorpi IgM sono di origine monoclonale, presentando catene leggere kappa o lambda ma non entrambe, e sono osservati in alcuni pazienti con macroglobulinemia di Waldenström. Le agglutinine fredde o “a freddo” sono anticorpi che causano l’aggregazione dei globuli rossi a basse temperature. Essi sono rilevabili a bassi livelli nei pazienti normali, aumentano dopo alcune infezioni e sono privi di significato se non distruggono i globuli rossi. Le agglutinine a freddo sono usate per contribuire alla diagnosi di certi tipi di polmoniti atipiche e certe anemie emolitiche CRIOGLOBULINEMIA Le crioglobuline sono proteine anormali rilevate in laboratorio raffreddando il siero a 32° C. I pazienti con crioglobulinemia (che colpisce alcuni pazienti con WM) presentano dolore, cianosi e intorpidimento delle dita delle mani e dei piedi quando esposti al freddo. Il campione di siero prelevato dal paziente deve essere mantenuto caldo fino al momento dell’esame. La malattia clinica è caratterizzata dalla presenza di crioglobuline nel siero; spesso associata a una deposizione di immunocomplessi antigene-anticorpo (immunocomplesso crioprecipitabile) nei reni e in altri tessuti. Sono stati descritti tre tipi di crioglobulinemia: Tipo I (crioglobulinemia monoclonale); Tipo II (crioglobulinemia mista) osservata inizialmente nella MW, e che può essere osservata anche nelle malattie autoimmuni; Tipo III (crioglobulinemia mista policlonale-policlonale) osservata in malattie autoimmuni, infezioni e altre malattie mediche. 26


NEUROPATIA PERIFERICA Sintomo clinico dove vi è un problema permanente o transitorio nella funzione dei nervi al di fuori del midollo spinale. I sintomi di una neuropatia possono comprendere intorpidimento, debolezza, dolore urente e perdita di riflessi. Il dolore può essere lieve o intenso e invalidante. Elettromiografia (EMG): l’elettromiografia misura le minuscole scariche elettriche prodotte nel muscolo scheletrico sia a riposo sia durante la contrazione volontaria, ed è usata nella diagnosi di una malattia neuromuscolare. L’elettrodo per l’EMG è introdotto attraverso la cute e viene quindi registrata la scarica elettrica, o potenziale di unità motoria, che ne deriva. Gli studi della conduzione nervosa, che costituiscono un protocollo diagnostico separato, possono essere eseguiti contemporaneamente. Gli studi della conduzione nervosa misurano la velocità a cui i nervi trasportano i segnali elettrici, e sono spesso usati per diagnosticare una neuropatia periferica, nonché una sindrome del tunnel carpale. Biopsia nervosa: biopsia usata per valutare le neuropatie primitive o secondarie o malattie sistemiche come l’amiloidosi. Su una biopsia nervosa correttamente prelevata è possibile eseguire vari studi speciali, tra cui analisi biochimiche, microscopia elettronica, istologia, immunochimica, vari studi molecolari e virologia. Il sito scelto per la biopsia nervosa è essenziale e deve essere in una zona di malattia attiva. Il nervo surale nella porzione inferiore della gamba è la sede preferita per la neuropatia periferica associata alla macroglobulinemia di Waldenström. Studi della conduzione nervosa: metodica non invasiva per valutare la capacità di un nervo di trasportare un impulso nervoso e la sua velocità di trasmissione. In questo tipo di studi, i nervi periferici motori e sensitivi più grandi sono stimolati elettricamente a vari intervalli lungo il decorso di un nervo motore. Tipicamente, si pongono due placche metalliche sulla cute a una certa distanza l’una dall’altra. Uno stimolo elettrico passa attraverso una placca e causa la scarica del nervo, producendo un potenziale d’azione muscolare “composto” che può essere misurato e registrato. DISTURBI VISIVI Angiografia con fluoresceina: tecnica usata per diagnosticare una malattia corio-retinica sulla base dell’accentuazione dei dettagli anatomici e va27


scolari della retina dopo iniezione endovenosa di fluoresceina. È possibile osservare e fotografare con una camera per fondo dell’occhio lo schema di distribuzione del colorante alla fluoresceina, in funzione della sua fluorescenza intrinseca. Fundoscopia (esame del fondo oculare, oftalmoscopia): l’esame della parte posteriore dell’occhio (fondo oculare) con un oftalmoscopio, che fa parte dell’esame di routine di un paziente. L’oftalmoscopia consente una valutazione ingrandita dei vasi sanguigni, dei nervi e della retina. Utilizzando questa tecnica possono essere facilmente osservati emorragie retiniche, distacchi di retina, tumefazione dei vasi sanguigni, come avviene nei pazienti con elevata viscosità del sangue e altre anomalie. Tonometria: tecnica che misura la pressione intraoculare (in mmHg) attraverso contatto (indentazione o appiattimento) o senza contatto (con uno sbuffo d’aria) del bulbo oculare. La tonometria è usata per diagnosticare e gestire il glaucoma e l’ipertensione oculare, e nell’esame oftalmologico di routine. La pressione intraoculare normale varia da 15 a 20 mmHg.

28


APPENDICE 1: GLOSSARIO DEI TERMINI MEDICI RELATIVI AGLI ESAMI

NOTA: questo glossario ha lo scopo di aiutare i pazienti a comprendere alcuni degli obiettivi degli esami medici. Non tutti i pazienti saranno sottoposti a tutti gli esami citati in questo opuscolo. Una lista più ampia di definizioni mediche per il paziente affetto da Macroglobulinemia di Waldenström può essere trovata nel “Glossario completo: termini medici per il paziente affetto da Macroglobulinemia di Waldenström”, una recente pubblicazione dell’IWMF. L’US National Institutes of Health’s National Cancer Institute mantiene un ampio dizionario on-line di termini relativi ai tumori a www. cancer.gov/dictionary. Acido folico: l’acido folico è una vitamina idrosolubile che non può essere sintetizzata dai mammiferi. L’acido folico fa parte di una dieta normale ed è presente nella frutta e verdura crude, nel rene e nel fegato, e può essere distrutto da una cottura prolungata. La carenza di acido folico, come quella di vitamina B12, causa anemia megaloblastica, che è caratterizzata da bassi numeri di GR ingranditi. Acido urico: piccolo prodotto di scissione delle purine, che fanno parte del DNA. L’acido urico è escreto principalmente dai reni, nonché dall’apparato gastrointestinale. In caso di aumento di acido urico, questo è deposto sotto forma di cristalli in vari tessuti: le articolazioni del ginocchio, del gomito, della caviglia e soprattutto dell’alluce sono aree favorite. “Gotta” è il termine generale usato per indicare la condizione infiammatoria e molto dolorosa causata dalla deposizione di cristalli di acido urico nelle articolazioni. L’acido urico aumenta con il rapido turn-over delle cellule, come nei tumori (in particolare durante la chemioterapia, quando ci sono grandi quantità di cellule che muoiono) ed anche in conseguenza di terapia farmacologica (in particolare diuretici), e in molte altre situazioni. Agglutinine febbrili: l’esame per le agglutinine febbrili identifica nel siero delle agglutinine che causano febbre dovuta a sospetta infezione batterica. Gli antigeni batterici spesso associati alla presenza di agglutinine febbrili 29


sono quelli della brucellosi, della salmonellosi, della febbre tifoide e della tularemia (infezioni molto pericolose nel paziente immunocompromesso). Agglutinine fredde o a freddo: le agglutinine a freddo sono anticorpi che causano l’agglomerazione di globuli rossi a basse temperature. Sono rilevabili a bassi livelli nei pazienti normali, aumentano dopo certe infezioni e sono insignificanti se non distruggono i globuli rossi. Le agglutinine a freddo sono usate per aiutare nella diagnosi di alcuni tipi di polmoniti atipiche e certe anemie emolitiche. Alanina transaminasi (ALT o SGPT): enzima localizzato principalmente nel fegato e presente in quantità minori nei reni, nel cuore e nei muscoli. Usato come indicatore precoce di danno epatico. Aumentato nell’epatopatia. Albumina: l’albumina, la proteina più abbondante presente nella circolazione sanguigna, è necessaria per mantenere all’interno dei vasi sanguigni la pressione osmotica, senza la quale una perdita dei fluidi. L’albumina fornisce nutrimento ai tessuti e si lega a varie molecole, come ormoni, vitamine, farmaci ed enzimi, trasportandole in tutto il corpo. L’albumina è sintetizzata nel fegato ed è estremamente sensibile al danno epatico. Aumenta nella disidratazione; diminuisce in caso di epatopatia, malattia cronica, alcuni tipi di tumore, malnutrizione, nelle patologie tiroidee, nelle ustioni, nell’insufficienza cardiaca e nelle malattie renali. Amilasi: enzima sintetizzato nel pancreas e secreto nell’apparato gastrointestinale, che aiuta a digerire amido e glicogeno nella bocca, nello stomaco e nell’intestino. Innalzata nelle malattie pancreatiche acute o nella malattia acuta delle ghiandole salivari, può essere aumentata o diminuita nel tumore del pancreas, ridotta nella patologia pancreatica cronica e nell’epatite. Ammoniaca: l’ammoniaca è prodotta nel fegato, nell’intestino e nei reni come prodotto terminale del metabolismo delle proteine. Il fegato converte l’ammoniaca in urea, che viene quindi escreta dai reni. L’ammoniaca è aumentata nell’epatopatia, nell’insufficienza cardiaca congestizia grave, nell’emorragia gastrointestinale e in alcune gravi malattie emolitiche (ad esempio malattia emolitica del neonato). Ampiezza di distribuzione dei globuli rossi (RDW): stima dell’anisocitosi degli eritrociti (presenza nel sangue di globuli rossi che mostrano ec30


cessive variazioni di dimensione); valore generato dalle macchine automatiche di conta dei globuli rossi. Questo parametro è usato per determinare la causa di una data anemia. Anticoagulante lupico: termine generico per indicare anticorpi di classe IgG o IgM che compaiono spontaneamente in pazienti con lupus eritematoso (LES) e sono diretti contro varie componenti dei fattori della coagulazione. Gli anticoagulanti lupici sono anche stati segnalati in pazienti con HIV, trombosi venosa profonda, linfomi e altre patologie. Gli anticoagulanti lupici comprendono anticardiolipina e altri anticorpi antifosfolipidi. Anticorpi anti DNA a doppia elica: autoanticorpo diretto contro il DNA e abitualmente osservato nel lupus eritematoso sistemico. Gli anticorpi anti DNA a doppia elica sono in genere misurati come parte di una batteria di esami anticorpali quando si esamina un paziente con anticorpi antinucleo noti. Anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili (ANCA): autoanticorpi con varie specificità contro enzimi lisosomiali mieloide-specifici. Osservati con maggior frequenza in alcune forme di vasculite, patologie del tessuto connettivo, insufficienza renale inspiegata, reazioni indotte da farmaci. Anticorpi antinucleo (ANA): gruppo di anticorpi circolanti, comunemente osservati in malattie del tessuto connettivo/malattie autoimmuni, che sono diretti contro vari antigeni nel nucleo tra cui istoni, DNA a doppia e singola elica, e ribonucleoproteine. Benché gli anticorpi non siano dannosi in se stessi, essi formano talvolta complessi antigene-anticorpo che causano danno tissutale. Anticorpi anti-tossoide tetanico: la misurazione degli anticorpi contro il tossoide tetanico è usata per valutare lo stato dell’immunità contro il tetano. Gli anticorpi IgM aumentano in seguito all’esposizione acuta, e gli anticorpi IgG sono presenti nei soggetti che hanno livelli sierici adeguati di anticorpi anti-tetano. Gli anticorpi sono presenti nei soggetti immunizzati, assenti in soggetti suscettibili al tetano. Aptoglobina: proteina circolante che è un reagente di fase acuta; il suo livello nel siero aumenta in risposta a infiammazione acuta o infezione, stress o necrosi (morte di tessuti). Il suo ruolo principale consiste nel legare l’emo31


globina liberata dai GR che vanno incontro a una morte cellulare naturale, impedendo così l’accumulo di emoglobina nel plasma. Dopo che il ferro è stato rimosso e “riciclato” nell’organismo, l’emoglobina legata all’aptoglobina è eliminata dal sistema reticolo-endoteliale monocito-fagocitico. aPTT (tempo di tromboplastina parziale attivata): conosciuto anche come PTT (tempo di tromboplastina parziale), è usato nello screening preoperatorio per rilevare una tendenza all’aumento del sanguinamento e per monitorare la terapia con eparina e altre forme di terapia anticoagulante. Il test PTT valuta il tempo necessario perché le proteine o fattori della coagulazione formino un coagulo di fibrina. Questo esame è noto per essere aumentato nei deficit dei fattori della coagulazione, nella malattia di Hodgkin, nella leucemia, nell’epatopatia, nella malattia di von Willebrand, con l’uso di farmaci. Aspartato transaminasi (AST o SGOT): enzima riscontrato principalmente nel fegato; rilasciato nel torrente sanguigno nelle malattie epatiche, negli attacchi cardiaci, nella patologia renale e nelle malattie del muscolo scheletrico. Azotemia (Blood Urea Nitrogen, BUN): l’azoto sotto forma di urea costituisce il principale prodotto di scarto del metabolismo proteico ed è escreto attraverso i reni. La BUN è misurata nel siero, nel plasma e nell’urina, ed è il più delle volte misurata in associazione alla creatinina come indicatore della funzione renale. L’aumento della BUN in genere riflette una patologia renale o un catabolismo proteico insolitamente elevato. La riduzione della BUN si osserva nella malnutrizione, nella grave epatopatia e in gravidanza. Beta-2 microglobulina: proteina associata alla membrana cellulare (parte delle molecole MHC di classe I) che è specificamente aumentata nei casi di infiammazione, malattia renale, AIDS e in alcuni tumori, tra cui la WM, la LLC e il mieloma multiplo. I livelli urinari di beta-2 microglobulina possono essere influenzati da una patologia renale. Bilirubina: la bilirubina è un prodotto del metabolismo dell’emoglobina, quando i globuli rossi vanno incontro a distruzione al termine della loro abituale durata di vita di 120 giorni. La bilirubina si unisce al liquido biliare ed è trasportata dal fegato alla colecisti e quindi all’intestino. La maggior 32


parte è normalmente eliminata dall’intestino. Un’aumentata produzione o una ridotta escrezione di bilirubina possono causare un ingiallimento (ittero) della cute e del bianco degli occhi e la produzione di urine più scure. La bilirubina è aumentata nelle malattie epatiche, nelle malattie emolitiche e nell’ostruzione del normale flusso biliare. Calcio: il minerale calcio si trova in grandi quantità prevalentemente nelle ossa e nei denti. Non solo il calcio è importante per la struttura dell’osso, ma è anche particolarmente importante per molti processi metabolici dell’organismo, come la contrazione muscolare, la trasmissione di segnali nervosi, la coagulazione del sangue e l’inibizione della distruzione cellulare. Esami del sangue che indicano un aumento dei livelli di calcio possono si possono avere nelle patologie e i tumori paratiroidei, nelle malattie ossee, nel mieloma multiplo, nel tumore metastatico, nelle patologie renali, nell’insufficienza surrenale e nell’eccessivo uso di antiacidi. La riduzione dei livelli si osserva in caso di ghiandole paratiroidi poco funzionanti, malassorbimento, insufficienza renale e malattia di Cushing. Citomegalovirus (CMV): membro del gruppo degli herpesvirus di distribuzione globale. È trasmesso mediante il sangue e raramente costituisce un’infezione grave, ma è stato collegato alla sindrome di affaticamento cronico. Nei pazienti immunocompromessi (AIDS, trapianto di midollo osseo), l’infezione da CMV può essere grave. L’esame del CMV negli adulti si basa sulla misurazione dei livelli anticorpali nel siero. Le infezioni da CMV sono molto gravi durante la gravidanza, in quanto possono causare malformazioni congenite. Clearance della creatinina: questo esame riflette la capacità dell’organismo di eliminare la creatinina ed è usato per diagnosticare e determinare la funzione renale. Sono necessari una raccolta delle urine delle 24 ore e un campione di siero. Cloruro: il cloruro è il principale elettrolita negativo (anione) del liquido extracellulare, e interagisce con il sodio per mantenere la pressione osmotica del sangue, regolando in questo modo il volume del sangue e la pressione arteriosa. Colesterolo: lipide (grasso) del sangue che è una componente normale dei globuli rossi ed è una costituente importante delle membrane cellulari. 33


Viene assorbito a partire dagli alimenti, sintetizzato dal fegato e utilizzato dal corpo per la digestione dei grassi; è una molecola di partenza per la sintesi di ormoni da parte delle ghiandole surrenali, delle ovaie e dei testicoli. Poiché l’aumento dei livelli di colesterolo (e livelli molto bassi di colesterolo HDL) sono stati associati ad aterosclerosi, coronaropatia e aumento del rischio di morte per attacchi cardiaci e ictus, il colesterolo è abitualmente misurato e incluso nella maggior parte dei profili chimici di routine. Il colesterolo fissato a lipoproteine ad alta densità (colesterolo HDL) è metabolizzato in modo ottimale ed è conosciuto come il colesterolo “buono”. Il colesterolo fissato alle lipoproteine a bassa densità (colesterolo LDL) e alle lipoproteine a densità molto bassa (VLDL) è conosciuto come il colesterolo “cattivo”. La maggior parte degli esami per il colesterolo oggi misura il colesterolo totale, HDL, LDL e VLDL. Per risultati ottimali il paziente deve digiunare per 12 ore prima dell’esame. Colesterolo HDL: colesterolo legato alle lipoproteine ad alta densità. Aumenti del colesterolo HDL e del rapporto colesterolo HDL/totale sono associati a un aumento della longevità e una riduzione della morbilità e mortalità per attacchi cardiaci, ictus e altre patologie vascolari. I pazienti devono digiunare per 12 ore prima del prelievo del campione. Colesterolo LDL: colesterolo trasportato in circolo dalle LDL (lipoproteine a bassa densità) che, quando innalzato, è un fattore di rischio principale per aterosclerosi. Si veda Lipoproteine a bassa densità. Complemento: il complemento è un complesso di più di 25 proteine presenti nel siero che media una risposta infiammatoria aspecifica a vari antigeni attraverso una sequenza di reazioni enzimatiche. Il complemento porta a numerosi prodotti biologicamente attivi coinvolti in alcune malattie immunitarie. Le proteine del complemento sono designate da C1 a C9, e solo alcune di esse sono misurate routinariamente. Deficit del complemento sono abitualmente presenti nelle infezioni e nelle malattie autoimmuni. Conta dei globuli rossi: il numero di globuli rossi per volume di sangue. Si veda Esame emocromocitometrico completo (CBC). Conta piastrinica: la conta delle piastrine circolanti, che sono in gran parte responsabili della coagulazione del sangue. Si veda Esame emocromocitometrico completo (CBC). 34


Conta reticolocitaria: i reticolociti sono globuli rossi immaturi che mancano di nucleo e sono presenti in quantità estremamente bassa nella circolazione periferica. La conta reticolocitaria è un modo semplice per valutare la velocità di produzione dei GR e la risposta del midollo osseo all’anemia. Creatina fosfochinasi (CK, CPK): enzima ritrovato principalmente nel cuore e nel muscolo scheletrico e, in basse concentrazioni, nel cervello. I suoi livelli sono innalzati quando vi è una lesione al muscolo scheletrico, al muscolo cardiaco (attacco cardiaco), o un ictus (attacco cerebrale). Creatinina: la creatinina è il prodotto terminale del metabolismo della creatina, che è escreto dal rene ed è usato per diagnosticare e monitorare una patologia del rene. La creatinina può essere misurata nell’urina e nel siero (sangue). Crioglobuline: le crioglobuline sono proteine anormali rilevate in laboratorio raffreddando il siero a 32° C. I pazienti con crioglobulinemia (che colpisce alcuni pazienti con WM) presentano dolore, cianosi e intorpidimento delle dita delle mani e dei piedi quando esposti al freddo. Il campione di siero prelevato dal paziente deve essere mantenuto caldo fino al momento dell’esame. Criptococcosi: infezione fungina causata da Cryptococcus neoformans, che può verificarsi nel sangue, nei polmoni, nel liquido cerebrospinale e in altri siti del corpo. L’esame si esegue sul siero e occasionalmente sul liquido cerebrospinale. Criptosporidia: parassita dell’apparato intestinale e di quello respiratorio che, nell’uomo, causa una grave diarrea cronica nei pazienti con AIDS e riduzione delle immunoglobuline. L’infezione è leggera nei soggetti con immunità normale. Ematocrito (Hct): l’ematocrito è la percentuale di sangue intero che corrisponde ai globuli rossi (eritrociti). Vi sono due metodiche di base per questa determinazione. La metodica automatizzata è quella più comunemente utilizzata ed è un ematocrito calcolato piuttosto che una misurazione diretta. Esso è determinato dalla formula MCV (volume corpuscolare medio) per numero di globuli rossi, dove MCV è il volume medio dei globuli rossi. Si veda Esame emocromocitometrico completo (CBC). 35


Emogasanalisi: i gas del sangue sono usati per valutare la funzione polmonare, i livelli acido-base del sangue e per monitorare la terapia respiratoria. Si preleva sangue intero da un’arteria, generalmente l’arteria radiale al polso. Emoglobina (Hgb): l’emoglobina è una proteina che è il principale costituente dei globuli rossi. La funzione principale dell’emoglobina è trasportare l’ossigeno, nonché agire come tampone per l’anidride carbonica prodotta dalla respirazione. Esistono diverse forme di emoglobina. L’emoglobina F è formata nel feto ed è la principale emoglobina fino al momento della nascita. Alla nascita, una percentuale che arriva fino al 30% dell’emoglobina è costituita da emoglobina A. Negli adulti, l’emoglobina è principalmente emoglobina A, con piccole quantità di emoglobina F e A2. I difetti dell’emoglobina sono ereditari e definiti emoglobinopatie. Le emoglobine alterate spesso non hanno la stessa capacità di trasporto dell’ossigeno dell’emoglobina A. Nei soggetti con difetti parziali (tratti) dell’emoglobina, l’emoglobina esiste sia in stato normale che alterato, e quelli che sono portatori del tratto spesso non presentano sintomi conclamati. Le varianti dell’emoglobina sono rilevate attraverso l’elettroforesi dell’emoglobina. Eritropoietina: l’eritropoietina è un ormone prodotto dai reni che stimola la produzione di globuli rossi. Svolge un ruolo importante nella regolazione del metabolismo dell’ossigeno, ed è fortemente diminuita nella patologia renale di stadio terminale. Un semplice esame del sangue può determinare il livello di eritropoietina di un paziente; alcuni pazienti sviluppano anticorpi contro l’eritropoietina, che possono essere anch’essi misurati. L’EPO è l’eritropoietina sintetica prodotta con tecnologia del DNA ricombinante. Esame emocromocitometrico completo (CBC): l’esame emocromocitometrico è un esame di routine che misura le cellule in circolo e l’emoglobina mediante apparecchiature automatiche. Esso misura l’ematocrito, l’emoglobina, il volume (MCV) di ogni globulo rosso (GR), l’emoglobina per GR (MCH), la concentrazione di emoglobina nel globulo rosso (MCHC), il numero di GR, di globuli bianchi (GB) e di piastrine; una conta differenziale dei leucociti o “formula leucocitaria” conta i linfociti, i monociti, gli eosinofili, i basofili e i neutrofili. Se la conta automatizzata è anormale, si esegue una conta differenziale manuale per verificare i risultati. La formula leucocitaria manuale è una procedura piuttosto laboriosa e comporta la preparazione di un vetrino per microscopia e la conta visiva delle cellule mediante il microscopio. 36


Valori di riferimento del CBC (adulto): GR Maschi

4,5-5,4 Ă— 1012/l

Femmine

3,6-5,0 Ă— 1012/l

MCV

80-100 fl

MCH

26-32 pg

MCHC

30-60%

Ematocrito Maschi

42-54%

Femmine

38-46%

Emoglobina Maschi

14-18 g/dl

Femmine

12-16 g/dl

GB

4000-10.000/mm3

Neutrofili

48-77%

Linfociti

16-43%

Monociti

0,6-9,6%

Eosinofili

0,3-7%

Basofili

0,3-2%

Piastrine

130-400.000/mm3.

Valori anormali di CBC Diminuiti in

Aumentati in

GB

infezione virale

infezione batterica, leucemia

Ematocrito

anemia emodiluizione

policitemia emoconcentrazione nelle perdite ematiche

Emoglobina

anemia emorragia ritenzione di liquidi

emoconcentrazione in policitemia, disidratazione

GR

anemia sovraccarico di liquidi

policitemia disidratazione emorragia

MCV

anemia da deficit di ferro alterazione genetica del DNA

anemia macrocitica (deficit di vitamina B 12) talassemia eccesso di alcol

MCH

anemia microcitica carenza di ferro

anemia macrocitica (deficit di vitamina B 12) eccesso di alcol

37


MCHC

anemia da carenza di ferro

sferocitosi

Neutrofili

radiazioni o chemioterapia infezioni (virali o prevalentemente batteriche) ipersplenismo malattia vascolare del collagene carenze vitaminiche carenza di acido folico

infezioni attacchi cardiaci stress malattie metaboliche infiammazione

Eosinofili

stress sindrome di Cushing (eccesso di steroidi surrenalici)

allergia infezioni parassitarie malattie cutanee tumore malattia vascolare del collagene

Basofili

ipertiroidismo ovulazione gravidanza stress

leucemia mieloide cronica policitemia vera malattia di Hodgkin alcuni tipi di anemia

Linfociti

malattia cronica debilitante immunodeficienza

infezioni leucemia linfatica alcune malattie immunitarie colite ulcerativa

Monociti

infezioni malattia vascolare del collagene tumore leucemie e linfomi

Ferritina: la ferritina è la principale proteina di immagazzinamento del ferro che è normalmente presente in piccole quantità nel siero. Negli adulti sani, i livelli di ferritina sierica sono direttamente correlati alla quantità di ferro immagazzinata dall’organismo. La ferritina è per il 23% del peso costituita da ferro, e benché sia generalmente misurata con studi del ferro e di legame del ferro, è l’esame singolo più accurato in caso di carenza di ferro. Ferro (capacità ferro-legante, capacità ferro-legante totale) (Total Iron-Binding Capacity, TIBC): il ferro è un minerale essenziale che si lega all’emoglobina ed è responsabile del trasporto di ossigeno. Il termine “ferro totale” si riferisce alla quantità di ferro effettivamente presente nel siero. Al contrario, il termine “capacità ferro-legante totale” indica la quantità di ferro che può essere presente in circolo (ovvero legato dalle proteine trasportatrici presenti nel siero) ed è un’approssimazione chimica della quantità di transferrina (la proteina responsabile del trasporto del ferro nel sangue). Attualmente sono disponibili misurazioni dirette della 38


transferrina, ma non sono diffusamente utilizzate. Sideremia e TIBC sono spesso parte di un insieme generale di esami chimici che può essere effettuato mediante strumenti altamente automatizzati. Fosfatasi acida: gruppo di enzimi presenti nella prostata, nello sperma, nel fegato, nella milza, nei globuli rossi, nel midollo osseo e nelle piastrine, che possono essere separati e analizzati secondo la loro fonte. Aumenta in caso di tumore o infezione della prostata, malattia ossea, mieloma multiplo. Fosfatasi alcalina (ALP): enzima normalmente presente nel sangue. Vari sottotipi (isoenzimi) si riscontrano nel fegato, nell’intestino e nelle cellule ossee. I livelli di ALP sono aumentati nelle malattie che colpiscono l’osso e/o il fegato. Fosforo (fosfati, PO4): il fosforo è il principale anione (ione negativo) intracellulare, ed è parte integrante dell’immagazzinamento e dell’utilizzo di energia. Esso regola i livelli di calcio, il metabolismo dei carboidrati e dei lipidi, l’equilibrio acido-base, ed è essenziale per la formazione di osso. Circa l’85% del fosforo e dei fosfati del corpo si trova nell’osso. Glucosio: il glucosio è il principale zucchero del corpo e il suo metabolismo fornisce la maggior parte dell’energia dell’organismo. L’eccesso di glucosio o iperglicemia è una caratteristica fondamentale del diabete mellito e può causare danno irreversibile a vasi sanguigni, occhi, reni e altri tessuti. La riduzione di glucosio o ipoglicemia, estremamente rara negli individui (tranne che nei diabetici in trattamento farmacologico), può causare un blocco metabolico dovuto a carenza di energia. Un livello di glucosio elevato impone ulteriori indagini, in particolare un test di tolleranza al glucosio. Helicobacter pylori: batterio che è stato correlato allo sviluppo di ulcere gastriche e duodenali, gastropatia ipertrofica, adenocarcinoma gastrico e linfoma non Hodgkin dello stomaco. È presente nel 10-50% dei soggetti giovani sani e fino al 60% di quelli di età uguale o superiore a 60 anni. Il 90% dei pazienti con tumore dello stomaco è stato infettato da H. pylori. L’H. pylori può essere diffuso attraverso contatti intrafamiliari. Un semplice esame delle feci o una biopsia dello stomaco possono rilevare l’infezione. Il trattamento è abitualmente con un ciclo orale di due settimane di tripla terapia antibiotica. 39


Immunofluorescenza diretta: tecnica in cui una molecola che interessa è rilevata direttamente, usando un anticorpo marcato con una molecola fluorescente. Questo esame è spesso usato per rilevare la presenza di depositi di immunocomplessi in tessuti come i reni. È spesso usato per la diagnosi istologica di amiloidosi. Immunoglobuline (anticorpi): le immunoglobuline sono molecole altamente specifiche prodotte dai linfociti B del sistema immunitario in risposta a una sostanza estranea (antigene). Si veda Immunoglobuline nel glossario. Indici eritrocitari: un gruppo di valori ottenuti dalle macchine automatiche con cui si esegue l’emocromo, che forniscono informazioni sulle dimensioni e la concentrazione di emoglobina dei globuli rossi (cioè MCV, MHC e MCHC). Si veda Emocromo completo (CBC). Lattico deidrogenasi (LDH): la lattico deidrogenasi è un enzima presente nel citoplasma di tutte le cellule. Catalizza l’interconversione di lattato e piruvato. La misurazione dell’attività LDH totale è usata nello screening per le malattie del fegato, del muscolo e del miocardio. L’LDH è spesso usata anche come indicatore per alcune leucemie, linfomi, anemie e mieloma multiplo. Gli isoenzimi LDH possono essere frazionati per determinare la fonte prevalente di LDH. Si osservano isoenzimi nel cuore e nei globuli rossi (LD1, LD2); nelle piastrine, nei polmoni e nel muscolo scheletrico (LD3); nel fegato e nel muscolo scheletrico (LD4, LD5). Lipoproteine a bassa densità (Low Density Lipoprotein, LDL): le lipoproteine sono proteine con legati dei lipidi, tra cui il colesterolo è quello più importante dal punto di vista clinico. Le LDL appartengono al gruppo beta delle lipoproteine, che è stato collegato ad aterosclerosi e coronaropatia. Il colesterolo LDL è misurato estraendolo dalle altre frazioni colesterolo-lipoproteina (ad esempio le lipoproteine alfa o ad alta densità, o HDL). Come parte di un profilo lipidico in cui vengono misurati i trigliceridi, le HDL, le LDL e le VLDL, si chiede al paziente di sottoporsi a un digiuno la notte precedente al prelievo per ottenere un campione più accurato. Lipoproteine ad alta densità (HDL): classe eterogenea di molecole riscontrate nel sangue che comprende proteine (33% del peso), colesterolo 40


(30%), fosfolipidi (29%), trigliceridi (8%), esteri di colesterolo e apolipoproteine. L’HDL è coinvolta nel trasporto del colesterolo dall’intestino. Quanto più grande è la molecola di HDL, tanto più efficiente sarà il trasporto di IPD e, per estensione, la scissione dei lipidi. I livelli di HDL sono il fattore predittivo più importante di cardiopatia coronarica, dato che molti fattori di rischio di coronaropatia (ad esempio fumo, obesità e mancanza di esercizio) possono abbassare l’HDL. L’HDL ha una relazione inversa con la VLDL e la LDL (lipoproteine note per essere aterogene); e l’HDL può interferire con l’aterogenesi favorendo il trasporto inverso di colesterolo o prevenendo l’aggregazione di particelle LDL nella parete arteriosa. La maggior parte dei medici ordina un esame del sangue a digiuno conosciuto come profilo lipidico per determinare lo stato di rischio; l’esame misura colesterolo totale, trigliceridi, HDL e LDL. Magnesio (Mg++): ione intracellulare necessario per molti processi metabolici che coinvolgono carboidrati, proteine e acidi nucleici. Quando il magnesio è legato al composto ad alta energia conosciuto come ATP, agisce come cofattore in reazioni enzimatiche ed è importante nell’attività neuromuscolare. Malattia di Lyme: la malattia di Lyme è causata da Borrelia burgdorferi, un batterio che si trasmette agli uomini attraverso la zecca dei cervi Ixodes dammini. La malattia risponde a una terapia antibiotica corretta ma può diventare cronica. La diagnosi è posta attraverso segni clinici (vi sono tre stadi differenti) e con misurazioni sierologiche seriali di IgG e IgM. È stato ipotizzato che la malattia di Lyme sia un fattore causale in varie malattie croniche come la sindrome da affaticamento cronico, la fibromialgia e perfino la macroglobulinemia di Waldenström, tuttavia una prova definitiva di questa associazione rimane elusiva. MCH, MCHC, MCV: indici eritrocitari. Si veda Esame emocromocitometrico completo (CBC). Micobatterio: il genere Mycobacterium contiene molte specie di batteri, il più conosciuto dei quali è il M. tuberculosis, che causa la tubercolosi e continua a essere la principale causa di problemi di salute in tutto il mondo. Un altro Mycobacterium importante è il M. leprae, che causa la lebbra. Le altre specie di Mycobacterium erano ritenute fino a tempi recenti relativamente benigne. L’uso di chemioterapia e farmaci immunosoppressori e 41


la comparsa dell’AIDS hanno offerto ad altre specie di Mycobacterium le opportunità di causare gravi infezioni nei pazienti immunocompromessi. Neutrofili: si veda Esame emocromocitometrico completo (CBC). Pannello/studio della coagulazione: gruppo di esami designati per identificare efficacemente una causa di emorragia in un paziente che sanguina. Gli esami comprendono tempo di protrombina (PT), tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT), conta piastrinica e tempo di sanguinamento. PH del sangue: i sistemi viventi funzionano in un ambiente liquido “tamponato” che è in genere vicino a un pH neutro (ovvero, né troppo acido né troppo alcalino) che, nel torrente sanguigno, si situa tra pH 7,35 e 7,45. L’organismo compensa le variazioni del pH - che sono correlate alla quantità di anidride carbonica e ioni idrogeno nel corpo - variando l’attività dei polmoni e/o dei reni. Una riduzione del pH sierico può essere dovuta all’aumento degli ioni idrogeno o a una riduzione degli ioni bicarbonato di compenso, ed è conosciuta sotto il nome di acidosi. Un aumento del pH sierico può essere dovuto a una riduzione degli ioni idrogeno o un aumento degli ioni carbonato ed è conosciuto con il nome di alcalosi. Acidosi e alcalosi sono distinte in base alla causa. Quella attribuita a una ridotta attività polmonare con accumulo di anidride carbonica è detta acidosi respiratoria, e quella attribuita a un aumento dell’attività polmonare con la riduzione dell’anidride carbonica è detta alcalosi respiratoria. La ridotta escrezione di acidi da parte del rene è definita acidosi metabolica; l’aumento dell’escrezione renale di acidi è l’alcalosi metabolica. Il pH è necessario per diagnosticare queste situazioni, ed è in genere ottenuto mediante puntura arteriosa. PH dell’urina: il pH urinario presenta una gamma di variazioni più ampia di quella del sangue perché i reni hanno un ruolo fondamentale nel mantenere il pH in circolo vicino alla neutralità (pH 7,35-7,45). Se il pH nel sangue scende e diventa più acido, i reni aumentano l’escrezione di ioni idrogeno (acidi). Se il pH nel sangue sale e diventa più alcalino, i reni aumentano l’escrezione di ioni bicarbonato (alcalini). Piruvato chinasi: enzima che partecipa al metabolismo anaerobico del glucosio. La sua assenza è la causa più frequente di anemia emolitica con42


genita. È misurata nella valutazione delle anemie emolitiche croniche. Una riduzione della piruvato chinasi si osserva nelle anemie emolitiche, nelle leucemie acute e nell’anemia aplastica. Plasmina: enzima formato dal plasminogeno, che è responsabile della rimozione dei coaguli di sangue. La plasmina esiste in forme libere e legate. Non vi è una misurazione diretta della plasmina a causa della sua instabilità. Si veda Plasminogeno. Plasminogeno: proenzima presente in circolo, che è sintetizzato nel fegato e prodotto o immagazzinato negli eosinofili. Esso forma complessi con fibrinogeno e fibrina. Durante la coagulazione, grandi quantità di plasminogeno sono incorporate nella massa di fibrina o coagulo. L’indicazione più comune alla misurazione del plasminogeno è il sospetto di una coagulazione intravascolare disseminata, una seria situazione clinica in cui esso risulta notevolmente diminuito. Potassio (K+): il potassio, il principale ione positivo (catione) nelle cellule, è essenziale per la sintesi di nuove molecole ed è coinvolto nel trasferimento dell’energia. Il potassio circolante ha un ristretto intervallo di valori normali, e livelli estremamente alti o estremamente bassi possono essere fatali. Il potassio è in genere misurato nell’ambito di un profilo chimico ed elettrolitico più esteso. Profilo chimico/profilo metabolico: termine generico che si riferisce a una batteria di esami che misurano le sostanze nel sangue che possono essere alterate in molte malattie comuni. Spesso nel profilo si trovano compresi albumina, BUN, calcio, colesterolo, creatinina, glucosio, fosfatasi alcalina, lattico deidrogenasi, fosforo, ALT, AST ed elettroliti. Proteina basica della mielina: proteina che è un componente principale della mielina. Negli adulti, un innalzamento della proteina basica della mielina nel siero si verifica nella sclerosi multipla ed indica un’attiva distruzione della mielina. Proteina C-reattiva (PCR): proteina prodotta nel fegato, la PCR fa parte dei “reagenti di fase acuta” i cui livelli nel siero salgono rapidamente durante l’infiammazione o lo stress fisiologico acuto. Le sue funzioni comprendono l’attivazione del complemento, il legame delle cellule T, l’inibizione della 43


retrazione del coagulo di sangue, la soppressione della funzione piastrinica e leucocitaria e l’accentuazione della fagocitosi da parte dei neutrofili. La PCR è un indicatore laboratoristico di lesione acuta ed è spesso misurata insieme alla velocità di eritrosedimentazione (VES), un altro indicatore aspecifico di infiammazione. Proteine (urina): l’urina normale contiene scarse quantità di proteine. Un aumento di proteine normali o semplicemente la presenza di proteine nelle urine (proteinuria) sono in genere causati da una malattia renale. Un aumento di proteine anormali (proteine monoclonali) è in genere causato da neoplasie (mieloma multiplo o linfomi). Proteine di Bence-Jones: complessi anormali di due unità (dimeri) di catene leggere di immunoglobuline ritrovati nell’urina di alcuni pazienti, in particolare quelli con mieloma multiplo e macroglobulinemia di Waldenström. Rapporto HDL/LDL: rapporto del colesterolo trasportato dalle lipoproteine ad alta densità con quello trasportato dalle proteine a bassa densità, che consente una rapida stratificazione del rischio di cardiopatia correlata a aterosclerosi; il rapporto HDL/LDL è ridotto dagli acidi grassi saturi. Rapporto tra cellule T helper e suppressor: il rapporto delle cellule T CD4 helper (linfociti T) con le cellule T CD8 suppressor è normalmente 1,5-2,0. Nell’AIDS questo rapporto è il migliore indicatore dello stato clinico del paziente, con valori inferiori a 0,5 abitualmente osservati, e valori di 0,1 o inferiori che predicono un fulminante peggioramento clinico. Nei soggetti immunocompromessi, come i pazienti con macroglobulinemia di Waldenström o i pazienti post-trapianto, il rapporto CD4/CD8 è usato anche per valutare lo stato immunitario. Il rapporto helper/suppressor è il più delle volte determinato mediante la citometria a flusso. Reagenti di fase acuta (Acute Phase Reactant, APR): i reagenti di fase acuta sono aumentati nell’infiammazione acuta e cronica, nella tubercolosi, in malattie caratterizzate da innalzamento delle paraproteine (ad esempio WM e mieloma multiplo) e nell’artrite reumatoide. Diminuiscono nell’iperviscosità. RIA (dall’inglese radioimmunoassay – dosaggio radioimmunologico): metodica che misura antigeni o anticorpi basandosi sulla inibizione com44


petitiva del legame di antigeni marcati radioattivamente con il legame di antigeni non marcati a specifici anticorpi. Il RIA consente la misurazione di quantità minime di sostanze antigeniche, tra cui enzimi e ormoni, ed è ampiamente usato in ricerca poiché è relativamente facile progettare un test per rilevare una determinata sostanza che interessa. I RIA sono in via di progressiva eliminazione dal laboratorio clinico in favore dei test enzimatici e dei test con fluorescenza o chemio-luminescenza, che evitano i problemi di smaltimento dei rifiuti insiti nella gestione dei materiali radioattivi. Saturazione in ossigeno: misurazione della capacità del sangue di trasportare ossigeno, che è parte normale di un profilo di emogasanalisi. La saturazione in ossigeno può essere stimata a partire da campioni di sangue arterioso prelevati con la puntura diretta di un’arteria (ad esempio arteria brachiale, femorale o radiale). Valori normali sono 95-98% nel sangue arterioso, 60-80% nel sangue venoso. Screening per l’osteoporosi: l’osso va incontro a un ciclo continuo di formazione (osteogenesi) e riassorbimento (osteoclasia), che nel suo complesso è definito rimodellamento. Alcune sostanze note come marcatori biochimici sono escrete nell’urina e possono essere usate clinicamente per determinare se l’osso è in fase di formazione o di riassorbimento. Le sostanze escrete durante il riassorbimento osseo comprendono l’idrossiprolina, la desossipiridinolina e i frammenti crociati delle estremità N terminali del collagene I (N-telopeptidi), che appaiono essere l’indicatore più specifico di riassorbimento osseo attivo e di osteoporosi in evoluzione. I marcatori urinari sono usati per ridurre l’uso della densitometria ossea e delle radiografie standard delle vertebre quale mezzo di valutazione dell’integrità ossea e della perdita di sostanza ossea, in quanto entrambe hanno lo svantaggio di esporre il paziente a radiazioni. Si veda Densitometria ossea nell’Appendice 2. Sodio (Na+): elettrolita che è il principale ione positivo (catione) nei liquidi extracellulari e nella circolazione. È fondamentale nell’omeostasi dei liquidi dell’organismo, nella conduttanza degli impulsi neuro-muscolari e nell’attività enzimatica. È possibile misurarne i livelli sierici e urinari. Test di fissazione del complemento: metodica ampiamente utilizzata che dipende dalla capacità del complemento di interagire con i complessi antigene-anticorpo (Ag-Ab). Il test di fissazione del complemento può essere 45


usato per rilevare complessi Ag-Ab, Ags particolati e solubili, Abs, batteri, funghi e immunoglobuline. Test di funzionalità ipofisaria: termine generale per qualsiasi esame di laboratorio usato per valutare la funzionalità dell’ipofisi anteriore. I test di funzionalità ipofisaria possono essere statici, e in tal caso consistono nella misurazione dei livelli sierici di un ormone ipofisario (ad esempio ACTH) e del corrispondente ormone con circuito di feedback correlato (cortisolo, che è secreto dalla ghiandola surrenale in risposta all’ACTH); o dinamici, che consistono nella somministrazione di ormoni per valutare la risposta degli organi con circuito di feedback alla stimolazione da parte di ormoni dell’ipofisi anteriore (adenoipofisi). I test dinamici comprendono il test combinato di funzionalità anteroipofisaria, il test di tolleranza all’insulina e il test di tolleranza al glucosio. Test diretto delle antiglobuline (test di Coombs diretto): esame usato per identificare gli anticorpi fissati ai GR causati da anticorpi, componenti del complemento, o entrambi. Questo esame identifica una reazione antigene-anticorpo ma non specifica l’anticorpo responsabile della reazione. L’anemia emolitica autoimmune (rottura dei globuli rossi causata da una reazione immunitaria) può essere collegata a vari farmaci, a una reazione emolitica da trasfusione e alla malattia emolitica del neonato. Un risultato positivo aiuta a distinguere un’anemia emolitica autoimmune da una immune secondaria, che può essere associata a una sottostante patologia come un linfoma o prodotta da farmaci. Il test di Coombs diretto e quello indiretto sono eseguiti insieme. Transferrina: proteina responsabile del trasporto del ferro nella circolazione. I livelli di transferrina corrispondono alla massima quantità di ferro che può essere legato alla proteina, valore che è definito “capacità ferro legante totale” (TIBC). I livelli di transferrina possono essere richiesti in presenza di sospetta anemia da carenza di ferro, o in caso di epatopatia cronica, insufficienza renale, malnutrizione, avvelenamento da piombo e altre situazioni patologiche. I livelli di transferrina sono elevati nella grave anemia da carenza di ferro, e possono essere bassi in malattie gravi come epatopatia, tumore, sovraccarico di ferro e grave malnutrizione. Velocità di eritrosedimentazione (VES): la VES è un semplice esame di laboratorio che misura la velocità con cui i globuli rossi in un campione di 46


sangue venoso ben miscelato si depositano sul fondo di una speciale provetta per esami. Questo valore serve da indicatore aspecifico di infiammazione e l’esame deve essere eseguito entro poche ore (12) dal prelievo del campione. Benché sia richiesto abitualmente da molti medici, si tratta di un esame aspecifico e l’infiammazione è monitorata meglio con la misurazione seriale della proteina C reattiva. Si noti che l’anemia e la paraproteinemia (come avviene spesso nella WM) invalidano quasi sempre i risultati. Virus di Epstein-Barr (Epstein-Barr Virus, EBV): l’EBV appartiene alla famiglia degli herpesvirus ed è il virus a DNA ritenuto causa della mononucleosi infettiva. L’EBV è associato al linfoma di Burkitt, al carcinoma rinofaringeo (incidenza molto elevata in Cina) e al linfoma in pazienti immunocompromessi, tra cui quelli affetti da AIDS. Vari indicatori sierologici sono usati per diagnosticare le infezioni da EBV e determinare lo stadio dell’infezione (EBV IgM e EBV IgG). Virus varicella-zoster: virus che appartiene alla famiglia degli herpes virus. È classificato come herpesvirus umano-3. La forma primaria o dell’infanzia, la varicella, si presenta in modo caratteristico, abitualmente come un’ondata di vescicole pruriginose che si diffondono sull’intero corpo e guariscono in tre-cinque giorni. Più preoccupante è la prima esposizione al virus varicella-zoster (VZV) nell’adulto, che manca di anticorpi protettivi. Gli anticorpi possono essere rilevati entro uno-quattro giorni dall’infezione acuta. Viscosità: la viscosità è la resistenza al flusso di un liquido, ad esempio la densità del sangue, o la facilità con cui esso scorre nella circolazione.

47


APPENDICE 2: PROCEDURE MEDICHE

Agoaspirato (AA): metodo per la diagnosi citologica e patologica che utilizza un ago sottile per ottenere cellule e minuscoli frammenti tissutali per esame sotto microscopia ottica. I siti scelti per l’AA sono spesso guidati dai radiologi con la fluoroscopia, la tomografia computerizzata, l’ecografia o la RM. Agoaspirato e biopsia di midollo osseo: il midollo osseo è il tessuto molle presente all’interno di alcune ossa (tra cui anca e bacino, sterno, vertebre) ed è la sede in cui sono prodotti i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine. Tale procedura viene eseguita quando vi è necessità di spiegare un reperto anomalo relativo alla conta dei globuli rossi, dei globuli bianchi o delle piastrine di un determinato soggetto. Questa procedura può anche essere eseguita quando un medico desidera valutare lo stato di una patologia ematologica nota, determinare la necessità di trattamento, determinare se un trattamento per una patologia nota richiede un’ulteriore modificazione o semplicemente per valutare il risultato di un particolare trattamento (ad es. dopo chemioterapia). La procedura è eseguita nell’ambulatorio del medico in anestesia locale, o può essere realizzata in un contesto più controllato sotto leggera sedazione. Le biopsie di midollo osseo sono generalmente ottenute dalla spina iliaca postero-superiore (porzione postero-superiore dell’osso del bacino), La cute è pulita con una soluzione antisettica e la regione è anestetizzata con un anestetico locale. Si introduce un ago di grosso calibro e per l’aspirazione si asporta un campione di liquido è sospeso il midollo osseo. Per ottenere un campione bioptico, si asporta una porzione solida di cellule midollari accompagnate da osso. I campioni ottenuti sono valutati da un anatomo-patologo e viene emessa una diagnosi. Con i campioni raccolti è possibile eseguire esami specializzati, come la citometria a flusso. Il fastidio derivante dalla procedura varia secondo i pazienti: la maggior parte dei soggetti avverte un dolore sordo profondo all’osso durante la procedura e successivamente per alcuni giorni – da qui l’uso diffuso di eseguire la procedura sotto leggera sedazione, se disponibile. Analisi delle urine: esame a basso costo in cui un campione di urina è 48


esaminato alla ricerca di diverse malattie. L’analisi di routine delle urine è usata per individuare una malattia renale (ad es. glomerulonefrite), una malattia delle vie urinarie o una malattia metabolica come il diabete mellito. Angiografia alla fluoresceina: tecnica usata per diagnosticare patologie corio-retiniche, basata sull’accentuazione dei dettagli anatomici e vascolari della retina dopo iniezione endovenosa di fluoresceina. Lo schema di distribuzione del colorante alla fluoresceina può essere osservato e fotografato con una macchina fotografica per il fondo dell’occhio, in funzione della sua fluorescenza intrinseca. Angio-RM (angiografia con risonanza magnetica): una forma di RM usata per identificare anomalie clinicamente rilevanti nelle arterie, tipicamente del cuore o del cervello. La procedura è simile a una RM standard. Biopsia: termine generale che si riferisce sia alla procedura chirurgica in cui si asporta a un paziente un piccolo frammento di tessuto sia al tessuto stesso. Le alterazioni presenti nel tessuto sono interpretate da un anatomo-patologo, che emette una diagnosi sulla base di criteri relativamente standardizzati. Le biopsie sono utilizzate per diagnosticare una malattia, determinare l’estensione di una malattia (ad es. metastasi tumorali) e determinare l’adeguatezza dell’asportazione chirurgica. Biopsia a stampo (“punch”): procedura chirurgica minore eseguita ambulatorialmente, in cui un ago cavo è usato per ottenere una biopsia solida del diametro di 3, 4 o più raramente 6 mm (“punch”) di tessuto, quasi sempre di cute, che viene quindi valutata con microscopia ottica o altri esami. Biopsia nervosa: biopsia usata per valutare le neuropatie primitive o secondarie o malattie sistemiche come l’amiloidosi. Su una biopsia nervosa correttamente prelevata è possibile eseguire vari studi speciali, tra cui analisi biochimiche, microscopia elettronica, istologia, immunochimica, vari studi molecolari e virologia. Il sito scelto per la biopsia nervosa è essenziale e deve essere in una zona di malattia attiva. Il nervo surale nella porzione inferiore della gamba è la sede preferita per la neuropatia periferica associata alla macroglobulinemia di Waldenström. 49


Broncoscopia: procedura in cui il medico usa uno strumento flessibile a fibre ottiche per visualizzare le vie aeree superiori, le corde vocali e l’albero tracheo-bronchiale. È possibile eseguire biopsie di tessuti solidi, lavaggi bronchiali (aspirazione di una piccola quantità di soluzione fisiologica instillata nell’area interessata per catturare cellule, organismi o altro materiale) e somministrazione di farmaci o posizionamento di dispositivi. Il paziente è in genere in lieve sedazione e monitorato molto attentamente. Biopsie e lavaggi bronchiali sono valutati dopo la procedura. Captazione di iodio radioattivo (scintigrafia tiroidea): metodica usata per determinare lo stato funzionale della ghiandola tiroide utilizzando un isotopo radioattivo dello iodio. La procedura più comune è la captazione delle 24 ore, in cui la captazione di iodio è misurata 24 ore dopo la somministrazione. Lo iodio-131 è iniettato per via endovenosa. Densitometria ossea: misurazione della massa o densità dell’osso per determinare la forza o la densità ossea, che è ridotta nel pazienti con osteoporosi (perdita di tessuto osseo). Il metodo più comune per valutare la densità ossea è l’assorbimetria a raggi X a doppia energia (DEXA). La densità ossea è ridotta nel deficit di estrogeni, nell’osteopenia, nella terapia corticosteroidea a lungo termine e nella patologia paratiroidea. Ecografia: metodica diagnostica che genera immagini sulla base di differenze nella capacità di rallentare le onde ultrasonore dei tessuti di varia densità. L’elettricità applicata a un cristallo o una ceramica piezoelettrici in un “trasduttore” induce una vibrazione meccanica ad alta frequenza (2,255,0 MHz/s), che emette suono sotto forma di “onde di pressione”. Queste onde sono trasferite a tessuti e organi, e a ogni interfaccia tra i tessuti una porzione dell’onda ultrasonora è riflessa, generando degli echi. Quando gli echi ritornano in direzione del trasduttore, vi è una leggera distorsione o deformazione di un cristallo piezoelettrico nel trasduttore, che produce minute pulsazioni di voltaggio che sono amplificate e visualizzate in varie modalità (“mode”): 1) L’ecografia in A-mode fornisce semplici visualizzazioni che sono oggettivate in una serie di picchi, la cui altezza rappresenta la profondità della struttura ecogena dal trasduttore: 2) L’ecografia B-mode fornisce “sezioni” bidimensionali di tessuto che sono prodotte utilizzando diversi tipi di trasduttori, in grado di scansionare sequenzialmente attraverso una regione limitata o uno spazio finito. Questo metodo ha un’ampia gamma di applicazioni, compresa la visualizzazione del feto in ostetricia, 50


la visualizzazione dei reni, della colecisti, delle strutture cardiache, ecc. 3) L’ecografia Duplex è una modalità che associa la visualizzazione B-mode in tempo reale standard con segnali Doppler pulsati, consentendo di analizzare le variazioni di frequenza di un segnale ecografico, che riflettono movimenti all’interno di un tessuto (ad es. flusso sanguigno). Questo metodo è utile per valutare l’aterosclerosi delle carotidi e altri disturbi circolatori; 4) L’ecografia con visualizzazione M-mode è una modalità in cui il segnale eco è registrato su una striscia continua di carta, con il trasduttore mantenuto in posizione fissa sopra la valvola aortica o mitrale. Ogni punto sull’immagine rappresenta una struttura in movimento; le strutture stazionarie sono rappresentate da linee continue. L’M-mode è stata la prima visualizzazione utilizzata in ecografia e a mettere in correlazione il movimento delle valvole cardiache con l’elettrocardiografia, la fonocardiografia e l’ecocardiografia Doppler. Gli effetti collaterali dell’ecografia sono minimi perché il livello di energia necessario per le immagini diagnostiche è considerato troppo basso per causare distruzione o importanti disturbi nei tessuti. Elettromiografia (EMG): l’elettromiografia misura le minuscole scariche elettriche prodotte nel muscolo scheletrico sia a riposo sia durante la contrazione volontaria, ed è usata nella diagnosi di una malattia neuromuscolare. L’elettrodo per l’EMG è introdotto attraverso la cute e viene quindi registrata la scarica elettrica, o potenziale di unità motoria, che ne deriva. Gli studi della conduzione nervosa, che costituiscono un protocollo diagnostico separato, possono essere eseguiti contemporaneamente. Gli studi della conduzione nervosa misurano la velocità a cui i nervi trasportano i segnali elettrici, e sono spesso usati per diagnosticare una neuropatia periferica, nonché una sindrome del tunnel carpale. Endoscopia gastro-intestinale superiore: una delle procedure endoscopiche più frequentemente eseguite, questa tecnica consente al medico di esaminare e prelevare materiale diagnostico dalla superficie mucosa del tratto gastrointestinale superiore, dall’esofago alla porzione superiore del piccolo intestino. La procedura consiste nell’introduzione di un lungo endoscopio a fibre ottiche attraverso la bocca del paziente che, di solito, viene sedato con farmaci endovenosi e riceve un supplemento di ossigeno durante la procedura. Il paziente è continuamente monitorato ed è per questo motivo che, da tempo ormai, la procedura ha dimostrato di essere molto sicura se eseguita da medici esperti. 51


Fluoroscopia: tecnica di diagnostica per immagini radiografica usata per valutare prevalentemente le strutture mobili del polmone e del cuore, e per aiutare a identificare la sede di tessuti e masse sospette da sottoporre a biopsia. La fluoroscopia presenta lo svantaggio di esporre il paziente a più radiazioni rispetto agli esami radiologici di routine e di non evidenziare piccole lesioni, inoltre non vi è una registrazione permanente delle immagini prodotte. Fundoscopia (esame del fondo oculare, oftalmoscopia): l’esame della parte posteriore dell’occhio (fondo oculare) con un oftalmoscopio, che fa parte dell’esame di routine di un paziente. L’oftalmoscopia consente una valutazione ingrandita dei vasi sanguigni, dei nervi e della retina. Utilizzando questa tecnica possono essere facilmente osservati emorragie retiniche, distacchi di retina, tumefazione dei vasi sanguigni, come avviene nei pazienti con elevata viscosità del sangue e altre anomalie. Immunoelettroforesi: tecnica usata per rilevare proteine anomale (immunoglobuline) nel siero e nell’urina. L’immunoelettroforesi è usata per valutare gammopatie monoclonali, ma essenzialmente è stata soppiantata dall’elettroforesi per immunofissazione. Si veda Elettroforesi nell’Appendice 3. Laparoscopia: il laparoscopio è un piccolo strumento flessibile equipaggiato con un’ottica. È usato diagnosticamente per visualizzare vari organi interni e eseguire biopsie del fegato, delle ovaie e in altre sedi, introducendolo attraverso una piccola incisione praticata nella parete addominale anteriore. Può anche essere usato terapeuticamente per eseguire procedure, come lisi di aderenze intraddominali e/o pelviche, sterilizzazione tubarica, asportazione di corpi estranei e altri tipi di chirurgia a invasività minima, come ad esempio colecistectomia laparoscopica (asportazione della cistifellea), isterectomia e ooforectomia (asportazione delle ovaie). La visualizzazione laparoscopica degli organi intraddominali consente la valutazione dei sintomi e la realizzazione, se necessario, dei prelievi bioptici. La laparoscopia ha sostituito la laparotomia in molti casi. Quest’ultima è riservata ai casi in cui si ipotizza una chirurgia più estensiva. La maggior parte delle procedure laparoscopiche è svolta sotto anestesia generale mentre alcune possono essere realizzate in anestesia locale. Laringoscopia: il laringoscopio è un piccolo tubo flessibile a fibre ottiche, simile nel progetto di base agli altri endoscopi. È fatto discendere nella gola 52


e utilizzato per visualizzare (e sottoporre a biopsia) le strutture laringee. La procedura è eseguita in anestesia locale nella stragrande maggioranza dei casi. Linfoangiografia: la linfoangiografia consiste in un esame radiologico del sistema linfatico in cui un mezzo di contrasto oleoso è iniettato nel piede o nella mano. I piedi sono usati per esaminare la circolazione linfatica degli arti inferiori, della regione inguinale e iliaca, e il retroperitoneo fino al dotto toracico. L’iniezione nelle mani visualizza la circolazione linfatica e i linfonodi ascellari e sopraclavicolari. La linfoangiografia è usata principalmente per diagnosticare e monitorare il trattamento dei linfomi. La fluoroscopia è usata per monitorare il riempimento dei vasi linfatici. Mediastinoscopia: procedura chirurgica invasiva in cui un endoscopio flessibile è introdotto attraverso un foro della parete toracica nel mediastino (torace anteriore) superiore, e le strutture regionali (polmoni, linfonodi, pericardio) sono esaminate visivamente per rilevare la presenza di masse, neoplasie o altre lesioni Se sono identificate delle anomalie strutturali, esse sono sottoposte a biopsia che viene inviata in laboratorio per essere ulteriormente studiata. La mediastinoscopia è anche eseguita talvolta come parte di una “procedura di stadiazione” quando si sa che il paziente ha una neoplasia maligna. In tali casi, è usata per determinare quanto si è diffuso il tumore, il che determinerà il tipo di terapia raccomandato dall’oncologo. Mielografia: tecnica radiografica per esaminare il canale vertebrale, in particolare la regione lombare. La mielografia è usata per valutare difetti del midollo spinale dovuti a compressione del midollo e/o delle sue radici da parte di un’ernia discale, lesioni articolari degenerative, traumi, tumori o altre masse del midollo o delle meningi o metastasi, sclerosi multipla, o aumento della pressione endocranica. La procedura consiste nell’introduzione di un lungo ago spinale, attraverso cui si inietta un liquido di contrasto radiografico. Le immagini sono ottenute mediante fluoroscopia e radiografia, usando un tavolo inclinabile. Ossimetria pulsata (test di saturazione in ossigeno): metodica non invasiva per valutare in continuo la saturazione in ossigeno (SaO2) nel sangue arterioso. Un ossimetro rileva la differenza ottica tra ossiemoglobina e deossiemoglobina e rileva le differenze come aumento o riduzione della 53


trasmissione della luce mentre il sangue pulsa attraverso i tessuti. Il rilevatore è, il più delle volte, posto su un dito o un lobo dell’orecchio. Pielografia endovenosa (PEV): studio radiologico con contrasto in cui il mezzo di contrasto è somministrato per via endovenosa ed escreto dai reni al fine di valutare la morfologia e la funzionalità dell’apparato urinario. La procedura consiste in una serie di immagini radiografiche sequenziali, realizzate prima, durante e dopo la somministrazione endovenosa del mezzo di contrasto e la successiva escrezione dai reni. La PEV può evidenziare un’ampia gamma di difetti anatomici, tra cui, ad esempio, il tumore del rene e della vescica e l’ostruzione degli ureteri per calcoli urinari. Prove di funzionalità polmonare (PFP): termine generale per indicare uno qualunque dei test facenti parte di un gruppo di tecniche e manovre che forniscono informazioni sulla funzionalità polmonare. Queste tecniche comprendono la spirometria, la scintigrafia di ventilazione e perfusione e le misurazioni dei volumi polmonari, delle resistenze delle vie aeree, della capacità di diffusione dell’anidride carbonica e l’emogasanalisi arteriosa. Le prove di funzionalità polmonare di per sé sono usate per misurare il volume d’aria che può essere inspirato, l’efficacia degli scambi gassosi e la forza dell’espirazione. Puntura lombare (rachicentesi): procedura diagnostica in cui un ago è introdotto nello spazio subaracnoideo tra la terza e quarta vertebra lombare per prelevare del liquido cerebrospinale (LCR) da sottoporre ad analisi. Una puntura lombare può, in rari casi, essere utilizzata per valutare la pressione endocranica. Una puntura lombare è quasi sempre preceduta da una radiografia della colonna vertebrale e da una TC del cranio (nei casi in cui si sospetta un’elevata pressione endocranica). La procedura è realizzata in ospedale o in ambulatorio in condizioni sterili. Si introduce un lungo ago nell’interspazio vertebrale L4-L5 e si preleva del liquido subaracnoideo (cerebrospinale) Il liquido è inviato in laboratorio per l’analisi chimica (cioè glucosio, proteine), in microbiologia per esami colturali se si sospetta un’infezione, e in citologia/patologia per valutare gli elementi cellulari. RM (risonanza magnetica): tecnica diagnostica non invasiva basata sui principi fondamentali della fisica. Gli ioni idrogeno nel corpo umano sono soggetti a un campo magnetico a radiofrequenza altamente controllato ad alta intensità. Gli ioni idrogeno del paziente rispondono emettendo un 54


segnale in radiofrequenza che è quindi elaborato da un computer per produrre un’immagine, su pellicola o computer. La RM rispetto alla tomografia computerizzata (TC) ha i seguenti vantaggi: (1) non produce radiazioni ionizzanti: (2) la differenza tra tessuto normale e patologico è maggiore; (3) non compaiono artefatti ossei confondenti; (4) le componenti in rapido movimento appaiono scure e il flusso di sangue nei grandi vasi può essere analizzato come un tipo di contrasto naturale. Le immagini sono prodotte facendo passare il paziente attraverso una struttura/dispositivo tubulare che genera un potente campo elettromagnetico. Sangue occulto nelle feci (SOF): esame delle feci alla ricerca della presenza di sangue che non è evidente a occhio nudo (in genere sono necessari più di 50 cc di sangue per litro di feci per riconoscervi visivamente il sangue) per individuare una possibile neoplasia maligna. I pazienti non devono assumere vitamina C per uno-tre giorni prima della ricerca di sangue occulto nelle feci. È stata raccomandata una dieta ad alto contenuto di fibre, priva di carne rossa, con riduzione delle verdure ricche di perossidasi (ad es. broccoli e cavolfiori) per 72 ore prima dell’esame. Alcol, aspirina e farmaci antinfiammatori non steroidei possono causare risultati falsi positivi. Il sangue nelle feci è individuato principalmente col metodo del guaiaco, una tecnica di screening a basso costo che usa una carta impregnata di guaiaco per misurare indirettamente l’emoglobina misurando l’attività di un enzima, la pseudo-perossidasi. Benché sensibile, il test al guaiaco non è specifico; i risultati falsi positivi sono frequenti. La presenza inspiegata di anemia in un paziente è praticamente sempre valutata con la ricerca di sangue occulto nelle feci (oltre che con altri semplici esami di routine) come parte della valutazione iniziale, in quanto l’apparato gastrointestinale è una fonte importante di perdite ematiche inspiegate. Esami di screening delle feci nuovi e semplici possono essere realizzati a domicilio e spediti al laboratorio con pochissime complicazioni. Si devono presentare tre campioni per un’interpretazione più affidabile. Scintigrafia con gallio: metodo radioscintillografico che consiste nella somministrazione per via endovenosa di 67Ga-citrato e nell’ottenimento delle immagini del suo schema di distribuzione. Una volta iniettato, il gallio si lega principalmente alla transferrina e a ogni tessuto che concentri anche lattoferrina. La scintigrafia con gallio era una volta utilizzata per localizzare ascessi, osteomieliti e altre infezioni, e continua ad essere utilizzata per la stadiazione di linfomi, tumore del polmone, epatoma, melano55


ma, metastasi (alle ossa, al cervello, al polmone) e di molti tipi di tumori primitivi. Scintigrafia con globuli rossi marcati con tecnezio: metodica non invasiva per identificare il sito di un’emorragia gastrointestinale lenta o intermittente. I globuli rossi che sono stati marcati con tecnezio sono iniettati in circolo e le immagini sono ottenute con una gamma camera, che rileva la scintillazione e identifica le aree di aumento della radioattività, quindi aree di sospetto sanguinamento. Scintigrafia di ventilazione/perfusione (scintigrafia V/Q): studio non invasivo con radionuclidi del rapporto tra ventilazione polmonare (V) e flusso ematico polmonare (perfusione, Q) nei polmoni. La scintigrafia V/Q è usata per rilevare un’embolia polmonare (presenza di coaguli di sangue nei polmoni). Secondo il protocollo comunemente utilizzato, la scintigrafia è eseguita dopo inalazione di 133Xe e somministrazione endovenosa di 99mTc, che consente la valutazione del flusso aereo inspiratorio, della presenza di intrappolamento d’aria e dell’adeguatezza della perfusione. Scintigrafia ossea: procedura radiologica di medicina nucleare in cui un composto radioattivo è somministrato per via endovenosa; la distribuzione del composto radioattivo nell’intero scheletro è analizzata con una gamma camera specializzata poche ore dopo la somministrazione, alla ricerca di siti locali di aumentata o ridotta captazione del composto. L’osso normale ha un basso livello di captazione diffusa; siti locali di captazione aumentata o diminuita del composto radioattivo possono indicare un tumore primitivo o metastatico, infezione, artrosi, trauma e patologia ossea metabolica. Spirometria: misurazione dei movimenti dell’aria in entrata e in uscita dai polmoni, durante varie manovre di respirazione, come mezzo di valutazione preoperatoria della funzionalità polmonare. La spirometria è la più importante delle prove di funzionalità respiratoria. Studi della conduzione nervosa: metodica non invasiva per valutare la capacità di un nervo di trasportare un impulso nervoso e la sua velocità di trasmissione. In questo tipo di studi, i nervi periferici motori e sensitivi più grandi sono stimolati elettricamente a vari intervalli lungo il decorso di un nervo motore. Tipicamente, si pongono due placche metalliche sulla cute a una certa distanza l’una dall’altra. Uno stimolo elettrico passa attraverso 56


una placca e causa la scarica del nervo, producendo un potenziale d’azione muscolare “composto” che può essere misurato e registrato. Studio dell’apparato GI superiore (bolo baritato): termine generale per indicare studi radiologici in cui si somministra un mezzo di contrasto nel tratto gastrointestinale superiore (esofago, stomaco, duodeno) e si ottengono delle immagini. Gli studi “a doppio contrasto” sono usati per valutare anomalie della mucosa. Gli studi “a contrasto singolo” sono particolarmente adatti per identificare un’ostruzione dello sbocco gastrico, il reflusso gastro-esofageo, l’ernia iatale e varici esofagee o un tumore dell’esofago. La procedura consiste nella somministrazione di una soluzione di bario (“milkshake”) e la valutazione, mediante fluoroscopia, del suo flusso attraverso l’esofago, lo stomaco e il duodeno; a intervalli di tempo vengono catturate immagini radiografiche su pellicola tramite dispositivi radiografici convenzionali. Tecniche di imaging con radionuclidi: varie procedure diagnostiche di medicina nucleare (comprendenti ad esempio la scintigrafia ossea, la scintigrafia epatica, la scintigrafia tiroidea o la PET) che utilizzano una sostanza contenente un isotopo radioattivo. La quantità di radioattività presente negli isotopi usati in medicina diagnostica è minima e non causa alcun rischio per la salute. L’organismo elimina gli ioni radioattivi entro poche ore o giorni dopo il termine dello studio. Tempo di tromboplastina parziale (Partial Thromboplastin Time, PTT): L’esame PTT è usato per ricercare prima di un intervento chirurgico tendenze all’aumento del sanguinamento e per monitorare la terapia con eparina e altri anticoagulanti orali, farmaci utilizzati per ridurre la formazione di coaguli. L’esame PTT valuta il tempo necessario perché le proteine o fattori della coagulazione formino un coagulo di fibrina. I valori di PTT possono essere aumentati in caso di patologia epatica, leucemia, linfoma, difetti di coagulazione, uso di farmaci e altre patologie. Test del respiro all’urea: test non invasivo usato per identificare un’infezione attiva da Helicobacter pylori. Nel test, si ingerisce 13C o 14C. Se è presente abbastanza ureasi (presunta originare dal H. pylori), dell’anidride carbonica radiomarcata sarà assorbita nel sangue ed eliminata nel respiro. Il respiro è raccolto prima del test come valore basale e dopo l’ingestione dell’urea marcata. Attualmente, la rilevazione di un’infezione da H. pylori 57


attiva o passata avviene, il più delle volte, con un semplice esame del sangue, mentre il test del respiro all’ureasi è usato per confermare l’eradicazione del microrganismo H. pylori. Test di Tzanck: rapido metodo per determinare la natura delle cellule nelle malattie vescicolari della cute (ad es. lesioni da herpesvirus). Tomografia a emissione di positroni (Positron Emission Tomography, PET): tecnica usata per misurare l’attività funzionale di una particolare regione del corpo – cuore, polmoni, cervello, ecc. - le cui cellule tumorali assorbono un radiofarmaco somministrato al paziente per via iniettiva. La misurazione dell’attività funzionale è determinata dalla concentrazione del radiofarmaco che, interpretata da un computer, viene rappresentata da quest’ultimo come un’immagine dinamica a colori o in scala di grigi della regione. La PET è utile per localizzare con precisione un tumore e per valutare la risposta di un tumore alla chemioterapia o alla radioterapia. Tomografia computerizzata (TC): procedura radiologica che usa sottili fasci di raggi X per esaminare sezioni corporee da molti angoli diversi producendo un’immagine precisa di tali aree. La TC permette di aumentare migliaia di volte la nitidezza delle immagini di una regione corporea e può spesso individuare con precisione delle anomalie che misurano meno di 2 mm. Le immagini ottenute sono basate sul semplice principio che le diverse densità dei vari tessuti (grasso, acqua, aria, muscolo, osso) avranno un aspetto diverso sulla pellicola. La TC non è invasiva e può essere realizzata con o senza mezzo di contrasto (materiale opaco ai raggi X). Il mezzo di contrasto aiuta a delineare i vasi sanguigni e la funzione renale (contrasto EV), mentre il contrasto orale aiuta a definire meglio gli organi cavi come stomaco e intestini. Tomografia computerizzata ad alta risoluzione: studio TC con sezioni dello spessore di 4 mm o meno, che sono più sottili delle usuali sezioni di 1-3 cm ottenute nella TC convenzionale. La TC ad alta risoluzione è la tecnica ottimale per valutare la patologia polmonare interstiziale e l’enfisema ed è preferita alla TC convenzionale nel rilevare noduli sottopleurici, piccole densità lineari e bronchiectasie ed è usata in ogni lesione corporea in cui si desidera un maggior dettaglio. Tonometria: tecnica che misura la pressione intraoculare (in mmHg) 58


mediante contatto (indentazione o appianamento) o senza contatto (attraverso uno sbuffo d’aria) sul globo oculare. La tonometria è usata per diagnosticare e gestire il glaucoma e l’ipertensione oculare, e nell’esame oftalmologico di routine. La pressione intraoculare normale varia tra 15 e 20 mmHg. Toracentesi: drenaggio di liquido dallo spazio pleurico a scopo diagnostico o terapeutico, utilizzando un lungo ago. Una volta prelevato, il liquido è analizzato per valutare la composizione chimica, e le cellule sono esaminate da un anatomo-patologo. La toracentesi è usata per determinare la natura (benigna o maligna) di una raccolta di liquido identificata clinicamente o radiograficamente nello spazio pleurico. Volumi polmonari: parte di una serie di procedure (Si veda Prove di funzionalità polmonare) in cui il polmone può essere funzionalmente suddiviso in “compartimenti” aerei come (1) capacità di riserva espiratoria: il massimo volume di aria che può essere volontariamente espirato; (2) capacità funzionale residua: volume che resta nei polmoni al termine di un respiro normale, che non fa normalmente parte delle suddivisioni; (3) capacità inspiratoria: il massimo volume che può essere inspirato; (4) capacità di riserva inspiratoria: il massimo volume d’aria che può essere inspirato oltre al volume corrente; (5) volume corrente: il volume di scambio nei normali movimenti respiratori di inspirazione/espirazione; (6) capacità polmonare totale: l’intero volume dei polmoni, circa 5 litri; (7) capacità vitale: il volume massimo che può essere inspirato ed espirato.

59


APPENDICE 3: METODICHE DI LABORATORIO

Analisi della ploidia: tecnica di citometria a flusso che valuta il contenuto cromosomico delle cellule, che è un indicatore dell’aggressività di una neoplasia maligna. In generale, la diploidia (ovvero la presenza di due set aploidi di cromosomi) è uno stato normale o quasi normale. Viceversa, i tumori anaplastici e aggressivi sono più spesso aneuploidi o iperdiploidi. I tumori iperdiploidi hanno un elevato tasso di recidiva e si comportano aggressivamente, portando a una sopravvivenza ridotta. La stessa “regola” (diploide, prognosi buona; aneuploide, prognosi sfavorevole) si applica al linfoma e a molti altri tumori. Analisi di fase S: analisi della frazione di cellule in un tessuto o liquido che stanno attivamente sintetizzando DNA, che fornisce utili informazioni sulla velocità di proliferazione di un tumore. La frazione di fase S è misurata al meglio con la citometria a flusso ed è un parametro spesso misurato quando si valutano certe neoplasie maligne. L’analisi di fase S fornisce informazioni sulla frequenza con cui le cellule di una lesione si dividono, non sul fatto che essa sia benigna o maligna. Citologia: scienza che studia la formazione, la struttura e la funzione delle cellule; il suo scopo principale è rilevare una neoplasia maligna in fase iniziale e curabile, nonché infezioni virali, fungine e di altra causa. Il termine “citologia” si riferisce anche all’esame microscopico dei tessuti o dei liquidi dell’organismo per individuare una malattia. Elettroforesi: separazione delle proteine in base alla loro migrazione quando sottoposte a una corrente elettrica. Si veda Elettroforesi proteica. Elettroforesi proteica (ETF): l’elettroforesi proteica è una metodica di screening per rilevare significative anomalie delle proteine sieriche. Quando vengono sottoposte a elettroforesi, le proteine sono separate in prealbumina, albumina, a1 e a2, b e g. Una o più regioni dell’elettroforesi proteica possono risultare aumentate o diminuite in condizioni che influiscono sulla produzione di certe proteine, o variabili in presenza di polimorfismo genetico. L’interpretazione è complessa e ogni anomalia identificata deve 60


essere confermata ripetendo l’elettroforesi. Il liquido corporeo che interessa è posto su un gel e si applica una corrente elettrica a un’estremità. Le proteine migrano fino a certi punti, a seconda del loro peso e della loro carica elettrica. Ibridazione del DNA: tecnica per rilevare la presenza di uno specifico segmento di DNA “bersaglio”. Nefelometria: tecnica che misura la concentrazione di sostanze attraverso la diffusione della luce da parte di particelle in sospensione. È comunemente utilizzata per rilevare immunocomplessi quando l’antigene o l’anticorpo precipitante sono ignoti. Saggio di radioimmunoprecipitazione: questa tecnica di laboratorio identifica gli anticorpi contro antigeni virali specifici. Un virus purificato e distrutto, precedentemente coltivato con un aminoacido radioattivo, è posto in incubazione con un campione da esaminare, che può contenere un anticorpo contro l’antigene virale. Le proteine del campione sono quindi separate mediante elettroforesi. Tempo di protrombina (PT): esame della coagulazione usato per determinare il tempo necessario perché si formi un coagulo di sangue, valutare la capacità di coagulazione del sangue e valutare l’attività funzionale dei fattori della coagulazione. Il PT è usato il più delle volte per monitorare una terapia con anticoagulanti orali, in particolare con il warfarin (Coumadin). Test della captazione di T3 (test della captazione di triiodotironina): test che misura indirettamente la tiroxina (T4) libera come espressione della funzione tiroidea, che corrisponde alla quantità di T3 (triiodotironina) che può essere legata alle proteine di trasporto, in particolare alla globulina legante la tiroxina (TBG). Nel test della captazione di T3, si aggiungono al siero una quantità nota di T3 radioattiva, superiore alla normale capacità di legame della globulina legante la tiroxina (TBG), e una resina legante. La T3 radioattiva che rimane dopo aver occupato i siti di legame della TBG si lega alla resina, e può essere misurata quindi mediante RIA. Test di inibizione dell’agglutinazione con mercaptoetanolo: test di laboratorio usato per separare IgG e IgM come causa dei una reazione di 61


agglutinazione. Quando un paziente è esposto a batteri o virus, il sistema immunitario risponde producendo immunoglobuline, che sono dapprima relativamente aspecifiche e spesso IgM; se l’infezione è cronica, le IgG sono più elevate delle IgM. Il trattamento delle IgM con mercaptoetanolo abolisce la loro reazione di agglutinazione e la loro capacità di legare il complemento. Questo test rappresenta una tappa necessaria nell’immunoelettroforesi. Velocità di eritrosedimentazione (VES): la VES è un semplice esame di laboratorio che misura la velocità con cui i globuli rossi in un campione di sangue venoso ben miscelato si depositano sul fondo di una speciale provetta per esami. Questo valore serve da indicatore aspecifico di infiammazione e l’esame deve essere eseguito entro poche ore (12) dal prelievo del campione. Benché sia richiesto abitualmente da molti medici, si tratta di un esame aspecifico e l’infiammazione è monitorata meglio con la misurazione seriale della proteina C reattiva. Si noti che l’anemia e la paraproteinemia (come avviene spesso nella WM) invalidano quasi sempre i risultati.

62


63


Dichiarazione di vision di IWMF

Supportare chiunque abbia a che fare con la Macroglobulinemia di Waldenström mentre si accrescono i progressi della ricerca per ottenerne la guarigione.

Dichiarazione di mission di IWMF

Offrire mutuo supporto e incoraggiamento alla comunità della Macroglobulinemia di Waldenström e ad altri che abbiano un interesse riguardo alla patologia. Fornire informazioni e programmi educazionali utili a indirizzare le preoccupazioni dei pazienti. Promuovere e supportare la ricerca che conduce a migliori terapie e, in ultimo, alla guarigione.

Pubblicato da International Waldenström’s Macroglobulinemia Foundation (IWMF) Queste informazioni sono fornite gratuitamente. Ti chiediamo di prendere in considerazione di aderire e/o dare un contributo a IWMF per permetterci di continuare a fornire materiali come questo e di promuovere la ricerca al fine di ottenere sempre migliori trattamenti e la guarigione per Macroglobulinemia di Waldenström. Puoi aderire e/o dare un contributo sul nostro sito web, www.iwmf.com, oppure puoi spedire un’offerta a: 6144 Clark Center Avenue, Sarasota, FL 34328.

6144 Clark Center Avenue Sarasota, FL 34238 Ph: 941-927-4963 Fax: 941-927-4467 www.iwmf.com Email: info@iwmf.com IWMF è un’Organizzazione Non Profit esente da tassazione, Fed ID # 54-1784426.

2


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.