DIRIGENZA MEDICA 6-7/2013

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I L M E N S I L E D E L L’ A N A A O A S S O M E D

NUMERO 6/7 - 2013

dm dirigenzamedica

Intervista a Costantino Troise pagina 2 Ddl Lorenzin pagina 6

Costantino Troise

Beatrice Lorenzin

zionale a N o s s e r g n o C 22° omed s s A o a a n A io r Straordina

o t a c a d n i Un s

Domenico Iscaro Presidente Nazionale Anaao Assomed

Perché mai un congresso straordinario per modificare lo Statuto dell’Associazione? Perché mai e per quali logiche, deduzioni e controdeduzioni impegnare l’Associazione in uno sforzo operativo ed organizzativo considerevole in un momento politico così complesso? Perché mai mettere in discussione organismi ed articolazioni se “la vita continua” ed i parametri vitali sono ancora soddisfacenti? Perché rimuovere spazi di esistenza consolidati ed abbandonare percorsi apparentemente fluidi ed automatici? La risposta è semplice: per il futuro.

più forte à t i n a s a l r e p uro

petenze tra organismi centrali e periferici, adeguando le rappresentanze aziendali al nuovo ruolo della Dirigenza medica e trasferendo poteri e competenze sulla contrattazione aziendale. Quello Statuto ha fatto forte l’Anaao, le ha permesso di affrontare periodi difficili contrassegnati da congiunture economiche sfavorevoli, attacchi al Servizio sanitario nazionale e al ruolo del medico, le ha consentito di chiudere quattro contratti collettivi nazionali caratterizzati da conquiste normative e vantaggi economici, ha rafforzato il suo ruolo centrale nel panorama sindacale medico, ha accresciuto il peso della sua leadership culturale, ha tutelato la democrazia interna e la circolazione delle idee. Lo statuto è il complesso delle regole che ci siamo dati, esprime la nostra cultura e le sue radici democratiche e rappresenta lo strumento di guida della associazione per il raggiungimento dei suoi traguardi. Negli ultimi anni è cambiato

del fut

Lo scheletro organizzativo della nostra Associazione è stato disegnato nel congresso di Riccione del 1994. Allora le condizioni politiche e gli equilibri istituzionali del Paese erano scossi dal ciclone tangentopoli; cambiavano i meccanismi della selezione e della rappresentanza politica; il Dlgs 502 e l’aziendalizzazione del Ssn facevano sperare in trasformazioni radicali della sanità pubblica capaci di vincere la sfida della sostenibilità economica; alle Regioni si trasferivano più ampi poteri organizzativi e nuove responsabilità gestionali. Il nostro sindacato rispondeva modulando com-

segue in ultima pagina

Anno XII - n. 6/7 - 2013 - Poste Italiane Spa - Sped. in Abb. Postale D.l. 353/2003 (Conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, dr Commerciale Business Roma N.11/2006 - www.anaao.it In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Roma - Romanina per la restituzione al mittente previo pagamento resi


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Intervista a Costantino Troise, segretario nazionale Anaao Assomed

Serve un’idea nazio delle politiche della Precariato, responsabilità professionale e rinnovo del contratto. E ancora,

riorganizzazione del lavoro dei medici e orario di lavoro. Sono ancora molte le questioni sul tappeto che andranno affrontate nei prossimi mesi. Ne abbiamo parlato con Costantino Troise che in questa intervista ribadisce le intenzioni del sindacato di non abbassare la guardia: “Continueremo a gridare le nostre istanze e a porre le nostre condizioni”.

Contratto.

Subito!

Lo sciopero del 22 luglio è stata una tappa fondamentale del percorso che i dirigenti medici del Ssn stanno portando avanti per raggiungere i loro obiettivi. Sono, infatti, ancora molte le questioni in attesa di una risposta da parte del Governo e delle Regioni. Temi che coinvolgono direttamente i medici. Basta pensare al nuovo Patto per la salute e ai costi standard che avranno ricadute importanti sulla sanità. C’è poi la nota dolente della responsabilità medica, una questione irrisolta. E poi il rinnovo del Contratto e la riorganizzazione del lavoro dei medici. Capitoli fondamentali per chi lavora nelle corsie degli ospedali, anche perché come ricorda Costantino Troise, segretario nazionale dell’Anaao Assomed, in questa intervista “Le condizioni di lavoro dei medici sono drammatiche e non più sostenibili”. Per questo il sindacato continuerà a portare avanti le istanze della categoria, senza abbassare la guardia. “Ora dob-

biamo cercare interlocutori, in Parlamento, nel Governo e nei partiti – ha sottolineato Troise – in grado di comprendere che la componente professionale è un pezzo fondamentale del nostro sistema e va tutelata. Ma dobbiamo anche tenere insieme una categoria che rischia di frammentarsi sempre di più e di sbandare abdicando ad un compito deontologico”. Dottor Troise, la pausa estiva si è chiusa e vi aspetta un autunno rovente. Da dove ripartiamo? Esattamente dal punto in cui ci eravamo lasciati dopo la nostra protesta del 22 luglio, ossia da una serie di questioni critiche irrisolte. Sui precari stanno per arrivare soluzioni, ancora da verificare, per il resto si riparte dai provvedimenti ancora al palo, come quello sulla responsabilità professionale. Bisogna aspettare il Patto per la salute presentato come la nuova occasione per ridisegnare la sanità italiana. Peccato che si


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onale a salute è partiti con il piede sbagliato: almeno per il momento non si è cercato alcun confronto con i principali operatori del sistema. Un errore perché si rischia di realizzare una sperimentazione in provetta che non reggerà alla prova dei fatti. C’è poi il miraggio dei costi standard che si stanno inseguendo in maniera acritica, invocati come panacea di tutti i mali. Insomma, non è un momento facile anche perché si procede senza un’idea nazionale delle politiche della salute, per cui stiamo andando sempre più velocemente verso la disgregazione del sistema sanitario. Soprattutto abbiamo davanti a noi la partita dei rinnovi di contratti e convenzioni su cui continuiamo a non avere risposte. Una tema caldo questo dei rinnovi contrattuali. Quali sono le prossime mosse? A breve proveremo a sentire il comitato di settore. Certo abbiamo intenzione di mettere in campo delle iniziative per fare pesare il ruolo e la forza della dirigenza medica e sanitaria. Anche perché un importante capitolo rimane aperto: quello dell’organizzazione del lavoro dei medici. Condizioni sempre più difficili … È così. Le condizioni di lavoro dei medici sono drammatiche e non più sostenibili. Permane il blocco del turn over, inoltre di là dalle promesse si continuano a ridurre gli organici a causa dei pensionamenti. Basta pensare poi alla questione sull’orario di lavoro. Le richieste della Commissione europea al Governo di applicare la Direttiva comunitaria che prevede il rispetto del diritto dei medici e dirigenti del Ssn a periodi minimi di riposo giornaliero e a limitare il tempo di lavoro massimo settimanale, continuano a rimanere inascoltate. Una mancata risposta inaccettabile che coinvolgendo il tema della sicurezza delle cure e quindi la tutela della salute dei cittadini va ben oltre il mero ambito contrattuale o l’interesse particolare di una categoria professionale. Per questo abbiamo dichiarato la nostra disponibilità a sostenere il contenzioso legale per il diritto dei medici a cu-

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rare e dei cittadini a essere curati in condizioni organizzative improntate a standard di sicurezza europei. Non solo, si continua ancora ad abusare dei contratti atipici. Va detto però che in questo mare magnum di questioni aperte abbiamo centrato l’importante obiettivo della stabilizzazione dei precari. Grazie alle nostre pressioni il Consiglio dei Ministri ha esteso i benefici del decreto sulla pubblica amministrazione alle professionalità mediche e del ruolo sanitario. Certo, il tutto rimane avvolto in una nebulosa legislativa che rende incerti i tempi e il perimetro. In quest’ottica portare a casa un contratto in grado di restituire appeal alla professione diventa essenziale? Pretendere di avere a breve “soldi freschi” è impensabile. È altrettanto certo che esistono nel sistema risorse che possono promuovere una rivisitazione di modelli organizzativi e favorire condizioni più favorevoli per la dirigenza medica. Questo significa ripensare il modo di organizzare il lavoro negli ospedali anche accettando cambiamenti, ma chiedendo cambiamenti. Il contratto serve appunto per avere uno spazio dove discutere, confrontarsi e scambiare delle soluzioni avendo in mente che il sistema va mutato. Soprattutto considerando che tra qualche anno la rivoluzione di genere richiederà cambiamenti adeguati e risposte improcrastinabili. È chiaro che l’uscita dal tunnel diventa sempre più ardua se la politica si abbandona alle invasioni legislative che negli ultimi anni hanno portato via il contratto esistente, pezzo dopo pezzo, senza pensare a sostituirlo con qualcosa di nuovo. La crisi della politica sicuramente non aiuta. Quindi quali sono le carte che intendete mettere sul tavolo? Pressione e interlocuzione. Continueremo a gridare le nostre istanze e a porre le nostre condizioni. Ora dobbiamo cercare interlocutori, in Parlamento, nel Governo e nei partiti, in grado di comprendere che la componente professionale è un pezzo fondamentale del nostro sistema e va tutelata. Ma dobbiamo anche tenere insieme una categoria che rischia di frammentarsi sempre di più e di sbandare abdicando ad un compito deontologico. Dobbiamo aspettarci un’altra giornata di proteste? Per il momento lo sciopero rimane la forma di pressione e di comunicazione più efficace per sostenere le richieste. Abbiamo sicuramente bisogno di qualcosa che faccia rumore perché si rischia di rimanere inascoltati e irrilevanti. Non vogliamo che tra i tantissimi problemi reali si scegliesse di mettere quelli dei medici, considerati come privilegiati, all’ultimo posto. E sulla formazione, altra questione indicata come priorità in occasione dello sciopero? Sulla formazione siamo all’impasse. Non ci sono segnali veri di riforma. Si continua a procedere sulla scia dei precedenti tentativi di cambiamento e lo stesso decreto del ministro invece di offrire chiarimenti sulla rotta da seguire rischia solo di creare confusione. Una graduatoria nazionale è certamente un fatto positivo, ma da sola non basta a risolvere i non pochi problemi della formazione medica.

NOMINATO IL NUOVO CSS

TROISE: “È UNO SCANDALO: TROPPI UNIVERSITARI” La nomina dei componenti del nuovo Consiglio superiore di sanità ha incassato aspre critiche dal sindacato. Diciassette le conferme, ventitre le nuove nomine e in tutto, solo tre le donne. Calcolando anche le sette donne presenti tra i membri di diritto il totale delle donne presenti in Css sale a dieci, comunque sempre molto poche. Aggiungendo ai 40 membri di nomina ministeriale quelli di “diritto” il Css raggiunge quota 69 membri. La stragrande maggioranza sono dipendenti del ministero dell’Università. Sotto il sole d’agosto il Ministro della Salute ha nominato il nuovo Consiglio Superiore di Sanità. Al di là di curricula scientifici, più o meno validi, colpisce il fatto che un organismo consultivo del ministero della Salute, quale il Css, sia composto in stragrande maggioranza da dipendenti del ministero dell’Università. Il Ministero della Salute diventa così una succursale non solo del ministero dell’Economia, ma anche del Miur. Non era quello che speravamo quando abbiamo auspicato la sopravvivenza di un Ministro della Salute. L’Anaao Assomed giudica scandalosa una siffatta composizione anche per lo scarso numero di donne e giovani, e la rilevante presenza gerontocratica che mettono in contraddizione il Ministro con il suo genere e la sua età. Lascia sconcertati il fatto che i requisiti di “altissima professionalità”, su cui il Ministro sostiene di essersi basata per le nomine, siano ritenuti appannaggio esclusivo, quasi genetico dell’Università e di quella romana in particolare, e completamente estranei a quel personale del Ssn che pure il Ministro dovrebbe difendere e valorizzare per compito istituzionale. Dopo la pretesa di ridisegnare la sanità italiana senza i medici, un nuovo episodio rivela il giudizio che il Ministro dà di quel patrimonio di professionalità, colonna portante della sanità pubblica italiana, che le è stato affidato.


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Decreto legge sulla pubblica amministrazione

Precari in sanità. In arrivo un decreto ad hoc per la stabilizzazione Dovrà arrivare entro la fine del mese di novembre il Dpcm

che, d’intesa con le Regioni, consentirà la stabilizzazione degli oltre 35mila precari della sanità. È quanto ha stabilito il Decreto legge sulla razionalizzazione della Pa approvato dal Consiglio dei ministri alla fine di agosto e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Una vittoria per l’Anaao Assomed che grazie alle pressioni esercitate sul Governo ha consentito l’introduzione di modifiche sostanziali per la sanità È vicina la stabilizzazione degli oltre 35mila preca-

ri della sanità. Un esercito di medici, personale infermieristico, tecnici e altri 11 profili professionali che tramite concorso pubblico riservato potrà finalmente dire addio al precariato. Grazie al via libera del Governo al Decreto legge “Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche

amministrazioni”, pubblicato il 31 agosto in Gazzetta ufficiale, è stata infatti aperta la strada per la loro stabilizzazione che arriverà con l’emanazione di un decreto ad hoc del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro della salute, da adottarsi entro tre mesi dall’entrata in vigore del Dl. Quindi entro la fine del mese di novembre. Un provvedimento che do-

vrà essere condiviso con le Regioni e le Province Autonome. Una grande soddisfazione per l’Anaao Assomed: proprio per le pressioni dei sindacati medici, con un emendamento dell’ultima ora, il Consiglio dei ministri ha esteso i benefici del decreto sulla pubblica amministrazione alle professionalità mediche e del ruolo sanitario. Oltre agli interventi per la lotta al precariato il provvedimento del Consiglio dei ministri, contiene anche importanti interventi di “razionalizzazione per concentrare e rafforzare la lotta alla corruzione, la prevenzione e la trasparenza” nella Pubblica amministrazione. Inoltre, per quanto riguarda le disposizioni urgenti in tema di immissione in servizio di idonei e vincitori di concorsi, nonché di limitazioni a proroghe di contratti e all’uso del lavoro flessibile nel pubblico impiego previste dall’articolo 4 del Dl, per la sanità al comma 10 si precisa che “Per gli enti del Servizio sanitario nazionale, tenuto conto dei vincoli assunzionali previsti dalla normativa vigente, si procede all’attuazione dei commi 6, 7, 8 e 9, anche con riferimento alle professionalità mediche e del ruolo sanitario, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto-legge, su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro per la pubblica amministrazione, di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano”.

TROISE: “UN RISULTATO SODDISFACENTE” “Anche per i medici e dirigenti sanitari precari da troppi anni, si apre la strada della stabilizzazione. L’impegno del Ministro della salute, che va riconosciuto ed apprezzato, le pressioni dell’Anaao Assomed e degli altri sindacati medici hanno portato ad una modifica sostanziale del testo del Dl sulla Pubblica Amministrazione approvato dal Consiglio dei Ministri” ha commentato il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise. “Impegno e pressioni – prosegue – hanno sconfitto pregiudizi ideologici che vogliono vedere i medici sempre e comunque una categoria privilegiata a dispetto del ruolo esercitato con grandi sacrifici nel garantire un diritto che la Costituzione definisce fondamentale. Una boccata di ossigeno in una partita che sembrava persa fin dall’inizio, che può rappresentare una svolta, malgrado sia avvolta in una nebulosa legislativa di poteri, spes-

so in conflitto, che rischia di relegarla tra le tante norme non attuate. Ma noi, e crediamo il Ministro, vigileremo per impedirlo”. Il decreto legge, specifica Troise, compie anche una nuova incursione nella età di quiescenza dei medici dipendenti che ha visto negli ultimi anni provvedimenti tra di loro contraddittori, ma con il filo comune del carattere penalizzante: “Dopo la rottamazione, il pensionamento coatto e non per favorire l’occupazione giovanile, ma solo continuare a cullare l’illusione di una riduzione dei costi ad invarianza di servizi. Un altro tassello allo smantellamento ed all’impoverimento della sanità pubblica. Ora occorre che Ministro e sindacati continuino ad impegnarsi a fondo per evitare il collasso totale del Servizio sanitario nazionale”. Con il decreto interministeriale di intesa con la Conferenza Stato–Regioni saranno

definite entro tre mesi le procedure da adottare per applicare i seguenti provvedimenti: - immissione in ruolo di coloro che sono collocati in posizione utile in graduatorie vigenti per concorsi a tempo indeterminato, la cui validità è prorogata al 31 dicembre 2015; - concorsi riservati nella misura del 50% per coloro che negli ultimi 5 anni hanno svolto almeno 3 anni di lavoro subordinato a tempo determinato; - possibilità di rapporto di lavoro a tempo parziale per meglio utilizzare le risorse finanziarie disponibili; - limitazione del lavoro atipico “per rispondere ad esigenze temporanee ed eccezionali”; - possibilità di proroga degli incarichi a tempo determinato. “Se è vero che la realizzazione di questi programmi da parte delle Regioni è su-

bordinato alle disponibilità finanziarie – ha specificato Troise – è altrettanto vero che sono disponibili strumenti reali per il superamento del precariato. Il ricorso al lavoro atipico viene ricondotto ad esigenze eccezionali e temporanee ripristinando il contratto a tempo indeterminato come forma prioritaria ed ordinaria di assunzione. L’utilizzo, spesso strumentale e discriminatorio, del lavoro atipico viene finalmente contrastato. Inizia pertanto un percorso, che andrà attentamente monitorato a livello centrale e periferico, per tradurre finalmente in fatti concreti i principi enunciati dal decreto. Il servizio sanitario nazionale che in questi anni ha proseguito l’attività con 35mila precari ci cui circa 10mila della dirigenza medica e sanitaria può finalmente realizzare quel ricambio generazionale necessario per imboccare la strada del rilancio.


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Approvato dal Parlamento

Decreto “Fare”: le norme sulla sanità Dal Fascicolo sanitario elettronico all’ulteriore soppressione

di certificati inutili fino ad una gestione più razionale dei medicinali nei casi di modifiche apportate al bugiardino. Ed anche la proroga al 13 agosto 2014 dell’obbligo di assicurazione per le professioni sanitarie. Sono alcune delle novità in campo sanitario contenute nel Dl “Fare” approvato dal Parlamento ad agosto. È stato approvato, dalla Camera, prima della pausa estiva in via definitiva, il disegno di legge, di conversione, con modificazioni, del decretolegge 21 giugno 2013, n. 69, recante “Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia”, il Dl “Fare”. Per la sanità le modifiche riguardano essenzialmente il Fascicolo sanitario elettronico (Fse), l’ulteriore soppressione di certificati inutili e una gestione più razionale dei medicinali nei casi di modifiche apportate al bugiardino. Ed anche la proroga al 13 agosto 2014 dell’obbligo di assicurazione per le professioni sanitarie. Sul Fse slittano i tempi per la partenza del progetto al 31 dicembre 2015. In più è previsto che per favorire la qualità, il monitoraggio, l’appropriatezza “nella dispensazione dei medicinali e l’aderenza alla terapia ai fini della sicurezza del paziente, è istituito il dossier farmaceutico quale parte specifica del Fascicolo, aggiornato a cura della farmacia che effettua la dispensazione”. Per i certificati inutili è soppresso l’obbligo, previsto del decreto Balduzzi, di certificazione per l’attività ludicomotoria e amatoriale. Resta l’obbligo di certificazione presso il medico o pediatra di base per l’attività sportiva non agonistica. Saranno i medici o pediatri di base a stabilire se i pazienti necessitano di ulteriori accertamenti. E poi modifiche al “bugiardino”. Nell’ottica di una razionale gestione dei medicinali è stabilito che, nei casi di modificazioni apportate al foglietto illustrativo, l’Aifa possa autorizzare la vendita al pubblico delle scorte, subordinandola alla consegna al cliente, a cura del farmacista, di un foglietto sostitutivo conforme a quello autorizzato. Ma vediamo nel dettaglio le misure che riguardano la sanità contenute nel provvedimento.

Per questo è autorizzata una spesa di 10 milioni per il 2014 e di 5 milioni per il 2015. Le Regioni e le Province autonome presenteranno all’Agenzia per l’Italia digitale e al Ministero della Salute il piano di progetto per la realizzazione del Fse, redatto sulla base delle linee guida rese disponibili dalla medesima Agenzia e dal ministero della Salute, anche avvalendosi di enti pubblici di ricerca. Alla realizzazione del Fse sono tenute le Regioni e le province autonome per l’accesso al finanziamento integrativo a carico del Ssn. Inoltre per favorire la qualità, il monitoraggio, l’appropriatezza nella dispensazione dei medicinali e l’aderenza alla terapia ai fini della sicurezza del paziente, è istituito il dossier farmaceutico quale parte specifica del Fse, aggiornato a cura della farmacia che effettua la dispensazione. Abrogazione dei certificati inutili. Sono eliminate

tutte le certificazioni mediche oggi necessarie per accedere a impieghi pubblici e privati, limitatamente alle professioni non a rischio. Per promuovere la pratica sportiva e per non gravare cittadini e Ssn di ulteriori onerosi accertamenti e certificazioni, è soppresso l’obbligo di certificazione per l’attività ludico-motoria e amatoriale previsto dall’articolo 7, comma 11, del decreto Balduzzi. Resta l’obbligo di certificazione presso il medico o pediatra di base per l’attività sportiva non agonistica. Sono i medici o pediatri di base a stabilire se i pazienti necessitano di ulteriori accertamenti.

Pagamenti debiti PA. Le risorse per il pagamento

dei debiti degli enti del Ssn, ripartite dal governo Monti in 40 miliardi divisi in due anni, e non richieste dalle Regioni entro lo scorso 31 maggio, possono essere assegnate alle Regioni che ne hanno fatto richiesta entro il 15 luglio. Si tratta di circa 280 milioni che dovrebbero andare al pagamento dei debiti delle Asl di Piemonte e Puglia. Farmaci orfani e di eccezionale rilevanza terapeutica.

Prevista, con una modifica al Decreto Balduzzi, una corsia preferenziale per i farmaci orfani e di eccezionale rilevanza terapeutica (i cosiddetti “salvavita”). L’Aifa – tramite “sedute straordinarie delle competenti commissioni” – avrà massimo 100 giorni per il completamento delle procedure per il loro inserimento nel prontuario a carico del Sistema sanitario nazionale. Sempre nell’ottica di una razionale gestione dei medicinali, è stato introdotto un emendamento che stabilisce che, nei casi di modificazioni apportate al foglietto illustrativo, l’Aifa possa autorizzare la vendita al pubblico delle scorte, subordinandola alla consegna al cliente, a cura del farmacista, di un foglietto sostitutivo conforme a quello autorizzato. Liquidità per la Cri. Il ministero dell’Economia e delle Finanze mette a disposizione della Croce rossa un anticipo di liquidità per una cifra massima di 150 milioni per il 2014 (Articolo 49-quater). L’anticipo è concesso, previa presentazione da parte della Cri di un piano di pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012. Fascicolo sanitario elettronico. Il progetto del Fse deve essere realizzato entro il 31 dicembre 2015.

Donazione degli organi. I Comuni trasmetteranno

i dati relativi al consenso o al diniego alla donazione degli organi al Sistema informativo trapianti. Il consenso confluirà poi nel Fascicolo sanitario elettronico. Obbligo assicurazione professioni sanitarie. Limita-

tamente agli esercenti le professioni sanitarie l’obbligo di assicurazione viene prorogato al 13 agosto 2014. Stop alle visite di controllo per invalidi gravi. Escluse dalle visite di controllo per l’accertamento dell’invalidità tutti coloro che sono affetti da malattie gravi e irreversibili, da sindrome di down e da sindrome da talidomide. Il provvedimento prevede inoltre che non sarà più sospesa l’erogazione della pensione nei casi, purtroppo non rari, di ritardo della vidimazione del verbale di invalidità. Disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro. Si

estende con alcune specificazioni, ad altri soggetti la disciplina in materia di sicurezza sul lavoro attualmente vigente per i componenti dell’impresa familiare, i lavoratori autonomi, i coltivatori diretti, i soci delle società semplici operanti nel settore agricolo, gli artigiani e i piccoli commercianti. L’estensione riguarda i volontari ovvero coloro che prestano la propria attività, spontaneamente e a titolo gratuito o con mero rimborso spese, in favore delle associazioni di promozione sociale. Sono previste alcune semplificazioni nelle procedure per le verifiche periodiche delle attrezzature di lavoro da parte dei soggetti pubblici e privati competenti.


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Torna “l’omnibus”

Lorenzin ci ri Si parte dal Ddl Fazio e dal decreto Balduzzi. Il ministro della Salute ha messo a punto un

nuovo provvedimento di riforma della sanità. Dalla riforma degli Ordini all’inserimento degli specializzandi all’ultimo biennio nelle strutture del Ssn per prestare servizio fino ai divieti di fumo a scuola e per le e-cig, sono queste le grandi questioni inserite nel Ddl approvato, prima della pausa estiva, dal Consiglio dei Ministri Sperimentazioni cliniche e aggiornamento dei Lea

con l’inserimento di prestazioni per il controllo del dolore nel parto, riforma degli Ordini professionali, lotta all’abusivismo professionale, nuove norme per la formazione specialistica. Ma anche sicurezza alimentare, benessere animale e promozione di corretti stili di vita. Fino all’inasprimento delle pene per reati contro i pazienti ricoverati in ospedale o in strutture residenziali. Novità anche per gli specializzandi ammessi al biennio conclusivo del corso, che potranno essere inseriti all’interno delle aziende del Ssn. Sono queste le misure per la sanità contenute nel Ddl targato “Lorenzin” recante “Disposizioni in materia di sperimentazione clinica dei medicinali, di riordino delle professioni sanitarie, di tutela della salute umana e formazione medico specialistica e di benessere animale”, approvato dal Consiglio di ministri alla fine del mese di luglio. In tutto 6 capitoli e 28 articoli che prendono spunto dai precedenti Ddl Fazio rimasto al palo nella scorsa legislatura e dal Balduzzi. Ora il neo ministro Lorenzin ci riprova rimettendo in pista quelle norme, riviste, corrette e integrate da altre. Con qualche novità significativa per la vita di tutti i giorni come quella del divieto di fumo in tutte le aree scolastiche, comprese quelle all’aperto e del divieto di vendita delle sigarette elettroniche con nicotina agli under 18. Per fermare gli abusi su pazienti anziani ricoverati in strutture non idonee, anche una norma ad hoc per rendere più severe le pene per reati contro la persona commessi nei confronti di ricoverati in strutture sanitarie o presso strutture sociosanitarie residenziali e semiresidenziali. Il Ministro annuncia inoltre anche una stretta all’esercizio abusivo delle professioni sanitarie. Previsto un inasprimento delle pene e il seque-

stro dei beni destinati all’attività illecita. “Solo tra gli odontoiatri ci sono 15mila abusive”, ha ricordato il ministro Lorenzin “È prevista un’aggravante di reato e viene introdotta una nuova misura oltre a quella pecuniaria. Se si coglie sul fatto un medico abusivo vengono sequestrati i beni destinati alla professione e dati a strutture che offrono cura e assistenza a persone in difficoltà economica e sociale”. Grande attenzione, poi a due temi centrali: le sperimentazioni cliniche e la riforma degli Ordini professionali. Sul primo punto Lorenzin è stata molto chiara. “Il nostro intento è quello


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prova

co residuo da precedenti attività diagnostiche e terapeutiche. Prevista anche l’individuazione e il ruolo del Dg o responsabile legale della strutture. Si dovranno prevedere anche meccanismi di valutazione dei risultati. Proposta anche l’istituzione (senza oneri maggiori per lo Stato) di master in gestione di studi clinici. Riformulato anche l’apparato sanzionatorio. Ammenda fino a 20mila euro per le violazioni formali; arresto fino a 3 anni per le violazioni di particolare gravità. Prevista anche una sanzione amministrativa fino a 100 mila euro per le violazioni non punite con sanzione penale. Aggiornamento Lea per le prestazioni di controllo del dolore nel parto. La misura aggiorna i Lea con l’in-

serimento di prestazioni di controllo del dolore nella fase travaglio parto, effettuate tramite ricorso a tecniche di anestesia loco regionale. Riordino della disciplina degli Ordini delle professioni sanitarie. Si prevede che in ogni Provincia o

città metropolitana sono costituiti gli Ordini dei medici-chirurghi e degli odontoiatri, dei veterinari e dei farmacisti. Gli Ordini e le Federazioni sono enti pubblici non economici e agiscono come organi sussidiari dello Stato per tutelare gli interessi connessi all’esercizio professionale. Hanno autonomia patrimoniale, finanziaria, regolamentare e disciplinare e sono sottoposti alla vigilanza della salute. Verificano il possesso dei titoli per l’esercizio professionale; assicurano l’informazione sull’attività svolta per garantire la trasparenza della loro azione. Separano, nell’esercizio della funzione disciplinare a garanzia del diritto di difesa, dell’autonomia e della terzietà del giudizio disciplinare, la funzione istruttoria da quella giudicante. Per questo in ogni Regione sono costituiti Uffici istruttori di Albo. Gli Uffici istruttori, sulla base di esposti o su richiesta del Presidente della competente Commissione disciplinare, o d’ufficio, compiono gli atti preordinati all’instaurazione del procedimento disciplinare. I Consigli direttivi possono essere sciolti quando non siano in grado di funzionare regolarmente. Lo scioglimento è disposto con decreto del Ministro della salute, sentite le rispettive Federazioni nazionali. Albi professionali. Ciascun Ordine ha uno o più Albi permanenti, in cui sono iscritti i sanitari della rispettiva professione. Per l’esercizio delle professioni sanitarie è necessaria l’iscrizione al rispettivo albo. La cancellazione dall’albo è decisa dal Consiglio direttivo, d’ufficio o su richiesta del Ministro della salute o del Procuratore della Repubblica. La perdita dei requisiti necessari per l’iscrizione all’albo determina la cancellazione dallo stesso. Federazioni nazionali. Gli Ordini provinciali sono riuniti in Federazioni nazionali che assumono la rappresentanza esponenziale delle rispettive professioni presso enti ed istituzioni nazionali. Le Federazioni nazionali hanno compiti di indirizzo, coordinamento e supporto amministrativo agli Ordini e alle Federazioni regionali. Inoltre raccolgono e aggiornano le norme deontologiche in un codice nazionale unico per tutti gli iscritti agli albi. Sono Organi delle Federazioni nazionali: il Presidente, il Consiglio nazionale, il Comitato Centrale, la Commissione di Albo, per le Federa-

zioni comprendenti più professioni, il Collegio dei Revisori. Le Federazioni sono dirette dal Comitato centrale. Inoltre vengono trasformati gli attuali Collegi delle professioni sanitarie e le rispettive Federazioni nazionali in Ordini delle medesime professioni e relative Federazioni nazionali accorpando in un medesimo Ordine professioni tra loro omogenee e compatibili, nonché la costituzione degli Albi per quelle professioni sanitarie che ne sono sprovviste. Ordinamento delle professioni di biologo e di psicologo. Viene modificato il decreto legislativo n.

233/46 e viene istituito l’ordinamento dei biologi, vigilato dal ministro della Salute. Sempre il ministro entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, adotta gli atti necessari all’articolazione provinciale degli Ordini dei biologi. La professione di psicologo è ricompresa tra le professioni sanitarie del decreto legislativo n. 233/46. Esercizio abusivo della professione sanitaria. L’esercizio abusivo di una professione sanitaria fa si che la pena venga aumentata da un terzo alla metà. Le strutture utilizzate per commettere reati vengono confiscati e destinati alle strutture pubbliche o private che offrono cura e assistenza a persone in difficoltà economica e sociale. Circostanza aggravante per i reati contro la persona commessi in danno di persone ricoverate presso strutture sanitarie o presso strutture sociosanitarie residenziali o semiresidenziali. L’aver commesso rea-

ti nei confronti delle persone ricoverate presso strutture sanitarie o presso strutture sociosanitarie residenziali o semiresidenziali è un aggravante. Disposizioni in materia di formazione medica specialistica. Sarà un accordo all’interno della Confe-

renza Stato-Regioni a definire le modalità per l’inserimento dei medici in formazione specialistica, ammessi al biennio conclusivo del corso, all’interno del Ssn. La valutazione finale degli specializzandi resta di competenza della scuola di specializzazione. L’inserimento degli specializzandi nelle aziende del Ssn comporta la graduale assunzione delle responsabilità assistenziali secondo gli obiettivi definiti dall’ordinamento didattico del relativo corso di specializzazione. Dirigenza sanitaria del ministero della Salute. I dirigenti del ministero della salute con professionalità sanitaria sono collocati in un unico livello nel ruolo della dirigenza sanitaria del ministero della Salute con lo stesso trattamento giuridico ed economico attualmente in essere. Entro 90 giorni il ministero della Salute deve individuare il numero di posti destinati alla dirigenza sanitaria del ministero e gli incarichi. L’accesso al ruolo della dirigenza sanitaria del ministero avviene mediante concorso pubblico per titoli. Sicurezza alimentare. I laboratori che effettuano i controlli degli operatori del settore alimentare e dei mangimi sono iscritti ad appositi elenchi delle Regioni e delle Province Autonome. Qualora i laboratori trovassero delle irregolarità questa vanno segnalate entro e non oltre 24 ore all’Asl di riferimento in cui ha luogo lo stasegue a pag 11

di dare un contesto normativo in materia degno delle straordinarie capacità e potenzialità della ricerca italiana. Vogliamo non solo riportare a casa i cervelli in fuga, ma anche attrarre ricercatori stranieri in un contesto normativo finalmente all’altezza delle sfida dell’innovazione scientifica”. Sulla riforma degli Ordini, il ministro ha invece richiamato il lavoro già in corso in Parlamento augurandosi una stretta collaborazione e sostenendo che il suo Ddl vuole essere soprattutto di stimolo ulteriore alla riforma ordinistica. Con grande attenzione anche a quelle professioni sanitarie tuttora senza Ordine. Infine, ci sarà anche l’inserimento degli specializzandi all’ultimo biennio nelle strutture del Servizio sanitario nazionale per prestare servizio. Spetterà alla scuola di specializzazione e non alle Regioni la decisione su come impiegare gli specializzandi. L’articolo inserito nel Ddl sul tema, ha evidenziato Lorenzin, “non è esaustivo, ma è un ‘chiodo’ che mettiamo per aprire il dibattito parlamentare e che ha lo scopo di agevolare l’accesso dei giovani alla professione medica, accrescendo la loro partecipazione alle attività professionali”. Vediamo in sintesi alcune delle principali misure contenute nel Disegno di legge Lorenzin. Sperimentazione clinica. La misura conferisce al Governo la delega per il riassetto e la riforma della normativa in materia di sperimentazione clinica dei medicinali per uso umano. L’Esecutivo avrà 12 mesi di tempo dall’entrata in vigore della legge per emanare uno o più decreti legislativi per la riforma. I D.lgs dovranno essere proposti dalla Salute di concerto con gli Affari europei, Giustizia, Economia, Pa, Istruzione, Lavoro, previa intesa in Conferenza Stato-Regioni. I provvedimenti dovranno individuare i requisiti dei centri autorizzati a condurre sperimentazioni dalla fase O alla fase IV e individuare le modalità per sostenere l’attivazione di centri clinici dedicati agli studi di fase I, sia su pazienti che su volontari sani (equamente ripartiti tra i due generi, ove possibile). Inoltre si dovranno semplificare alcuni adempimenti formali e le modalità d’uso per la ricerca su materiale clini-

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Segno rosso per Piemonte, Calabria, Molise e Lazio. Tornano i conti in Abruzzo

Le verifiche dei P Nel 2012 la gestione di Piemonte e Calabria è stata positiva solo grazie alle

coperture (le tasse), ma i primi dati sul 2013 evidenziano (senza coperture) sempre il segno meno. Negativi gli esiti per il Lazio: i conti per il 2013 si profilano negativi. Molise in disavanzo. Meglio l’Abruzzo. I conti tornano grazie al-

le tasse mentre le gestioni sono sempre in rosso. Deficit minori rispetto a qualche anno fa, ma pur sempre deficit. Questo traspare dalla sintesi dei verbali delle verifiche dei Piani di rientro di Calabria e Piemonte. Per quest’ultima “per l’anno 2013 si profila un disavanzo non coperto di 113 mln di euro scontando la copertura Lea di 50 mln di euro così come presente nel Programma Operativo”. Stesso discorso per la Calabria dove “in ordine all’andamento dei conti del I trimestre 2013 l’advisor stima il profilarsi di un disavanzo prima delle coperture di 68 mln di euro”. Negativi gli esiti per Lazio i cui conti per il 2013 si profilano peggiori delle aspettative e per il Molise dove si profila un disavanzo di 18 mln nel 2013 ed è stato bloccato il turnover fino al 2016. Meglio sui conti l’Abruzzo che chiude in attivo il 2012. Ma nonostante ciò permangono alcune criticità su accreditamento e tempi di pagamento.

ABRUZZO Nella Regione per il 2012 i conti sono a posto, ma i tempi di pagamento rimangono alti. In merito all’erogazione dei Lea si evidenzia un decremento dell’ospedalizzazione totale dal 2009, il cui tasso si colloca, nel 2012, lievemente al di sopra del valore di riferimento nazionale (165 vs 160). Si osserva inoltre una consistente riduzione del ricorso a ricoveri ad alto rischio di inappropriatezza, se erogati in modalità ordinaria (con un valore – per l’anno 2012 – pari a 21,05 a

fronte del valore nazionale di riferimento pari a 23) e dell’ospedalizzazione della popolazione over 75. Il valore della degenza media pre-operatoria, indicatore di efficienza nella gestione del percorso preoperatorio e di efficace pianificazione dell’utilizzo delle sale operatorie e dei servizi di supporto all’attività chirurgica, si mantiene per il 2012 lievemente al di sopra del valore medio nazionale (1,96 vs 1,85). La dotazione di posti letto è nel complesso in linea con il valore medio nazionale. Per quanto riguarda l’erogazione di assistenza territoriale, gli indicatori evidenziano una dotazione di posti letto inferiore ai parametri di adeguatezza individuati dal comitato Lea sia presso strutture residenziali per anziani che presso strutture tipo Hospice. Importanti e gravi criticità si rilevano nell’erogazione di servizi per la prevenzione con particolare riferimento agli screening oncologici. In relazione allo stato di attuazione del Piano di Rientro e specificatamente per quanto inerente la rete ospedaliera è da completarsi il piano delle riconversioni previste con l’attribuzione delle relative funzioni assistenziali e la riorganizza-

zione dei punti nascita. È necessaria la completa attivazione delle strutture dedicate ai malati terminali (Hospice) e dovranno essere intraprese iniziative per implementare l’assistenza residenziale agli anziani. Anche in merito alla rete laboratoristica si attende il completamento del percorso intrapreso in particolare nella definizione delle modalità di determinazione del fabbisogno di prestazioni specialistiche ambulatoriali tenendo conto dei criteri di appropriatezza ed efficienza. Si resta in attesa inoltre di una relazione di aggiornamento sullo stato della riconversione dei laboratori dei Pta di Gissi, Casoli e Guardiagrele in Punti prelievo e del completamento delle attività previste nelle Asl di Pescara e Lanciano-Chieti. Sulla rete di emergenza-urgenza si attendono chiarimenti sulla convenzione con la Regione Emilia Romagna, sulla Centrale Unica, sui collegamenti funzionali tra le varie strutture per garantire la continuità assistenziale con particolare riguardo alle reti tempo-dipendenti. Attesi anche, per le cure primarie, aggiornamenti sui Piani attuativi aziendali e sul livello di implementazione dei nuovi livelli organizzativi.


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non coperto di 198,940 mln di euro, scontando le risorse Fas per 578 mln di euro che al momento attuale non sono disponibili e sono vincolate alla riprogrammazione del “Piano Sud”. In ordine all’andamento dei conti del I trimestre 2013 l’advisor stima il profilarsi di un disavanzo prima delle coperture di 68 mln di euro.

Piani di rientro Atteso anche, per quanto riguarda il numero di strutture semplici e complesse di ciascuna azienda, l’atto che le attribuisce numericamente coerentemente agli standard definiti dal Comitato Lea. In ritardo le procedure per l’accreditamento. Permangono criticità in materia di applicazione del tariffario nazionale. A consuntivo 2012 la Regione presenta un avanzo, prima delle coperture, di 9,160 mln di euro. Dopo il conferimento del differenziale sul debito al 31/12/2005, pari a 3,991 mln di euro, presenta un avanzo di 5,169 mln di euro. Considerando le risorse preordinate a valere sulla massimizzazione delle aliquote fiscali, pari a 42,040 mln di euro, si rileva un avanzo di 47,209 mln di euro. Ci sono poi fragilità delle informazioni contabili. Ribadita la necessità di ricevere bilanci consolidati definitivi e regolarmente approvati dalla Giunta Regionale entro i termini di legge. Per questo il tavolo si riserva di condurre l’istruttoria sullo stato patrimoniale 2012 in occasione della prossima riunione di verifica. I tempi medi di pagamento sono tuttora superiori ai sei mesi.

CALABRIA Conti in rosso e blocco automatico del turn over del personale del Ssr fino al 31 dicembre 2015. In merito all’erogazione dei Lea si rileva un decremento dell’ospedalizzazione totale a partire dal 2009, il cui tasso si colloca al 2012 lievemente al di sopra del valore di riferimento nazionale (162,6 per 1.000 abitanti vs 160 per 1.000 abitanti). Si osserva altresì una consistente riduzione dei ricoveri ad alto rischio di inappropriatezza se erogati in modalità ordinaria. Il valore della degenza media pre-operatoria, indicatore di efficienza nella gestione del percorso preoperatorio e di efficace pianificazione dell’utilizzo delle sale operatorie e dei servizi di supporto all’attività chirurgica, pur mostrando un decremento nel tempo si mantiene ancora, nel 2012, al di sopra del valore medio nazionale (2.08 vs 1.85). La dotazione di posti letto per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie risulta pari a circa 0,4 posti letto per mille abitati residenti al 1 gennaio 2013 a fronte di un valore medio nazionale di riferimento di 0,7 p.l. per 1.000 abitanti. Nell’erogazione di assistenza territoriale dagli ulti-

mi dati disponibili si evidenzia una quota di anziani assistiti a domicilio inferiore all’atteso e una dotazione insufficiente di posti letto presso Rsa per anziani, seppure entrambi gli indicatori mostrino dal 2009 un lieve incremento. Il numero di posti letto presso strutture residenziali destinate all’assistenza psichiatrica o presso strutture tipo Hospice è ancora insufficiente. A valori non accettabili rispetto a quelli medi di riferimento, si ascrive il settore della prevenzione con particolare riferimento agli screening oncologici effettuati in programmi organizzati. L’aggiornamento delle Linee Guida per gli atti aziendali risponde parzialmente ai rilievi espressi dai Ministeri con i rispettivi pareri. In merito alle reti assistenziali si attende ancora l’atto complessivo di programmazione, anche in virtù del grave ritardo con cui la struttura commissariale sta operando in relazione alla riorganizzazione della rete territoriale e laboratoristica. C’è inoltre la necessità di portare a compimento con la massima tempestività l’attuazione della riorganizzazione della rete dell’emergenza urgenza. Relativamente all’atto di intesa tra la Fondazione Campanella e Aou Mater Domini permangono diverse criticità: requisiti per l’accreditamento della Fondazione, posti letto di cardiochirurgia dell’Ao di Reggio Calabria, finanziamento delle strutture, gestione dei servizi comuni, modifica statuto della Fondazione, personale. Inoltre si ribadisce l’esigenza di ricevere gli atti che definiscono l’assetto giuridico della Fondazione stessa. In materia di personale, in relazione al disavanzo sanitario non coperto relativo agli anni 2012 e precedenti si conferma il blocco automatico del turn over del personale del Ssr fino al 31 dicembre 2015. La norma relativa alla stabilizzazione risulta in contrasto con il Piano di Rientro. A consuntivo 2012 la Regione Calabria presenta un disavanzo di 70,722 mln di euro. Dopo il conferimento delle coperture derivanti dal gettito delle aliquote fiscali massimizzate relative all’anno di imposta 2013, che copre il 2012, il risultato di gestione evidenzia un avanzo di 43,498 mln di euro. Inoltre sulla base delle analisi condotte in relazione al debito 2007 non coperto, al disavanzo 2008 e 2009, al risultato di gestione 2011 e 2012, si stima il permanere di un debito

LAZIO Si registra un’inversione di tendenza con riferimento alla stima del risultato d’esercizio 2013 che appare peggiore del preconsuntivo 2012. In merito all’erogazione dei Lea si evince un decremento dell’ospedalizzazione totale a partire dal 2009 che, pur mostrando margini di riduzione ed un lieve incremento nell’ultimo biennio, è ancora al di sopra del valore medio nazionale di riferimento (178,9 vs 160) e si accompagna ad un decremento del tasso di dimissione della popolazione anziana e del ricorso a ricoveri ad alto rischio di inappropriatezza, se erogati in modalità ordinaria. Il valore delle degenza media pre-operatoria, indicatore di efficienza nella gestione del percorso preoperatorio e di efficace pianificazione dell’utilizzo delle sale operatorie e dei servizi di supporto all’attività chirurgica, pur mostrando segnali di decremento nel tempo si mantiene, nel 2012, al di sopra del valore medio nazionale (2,25 vs 1,85). La dotazione totale di posti letto, in diminuzione dal 2009, è comunque ancora superiore al valore di riferimento, per effetto soprattutto di un eccesso di posti letto per le acuzie rispetto al parametro di riferimento (3,18 posti letto per 1.000 abitanti vs 3,0 p.l. per 1.000 ab.). Per quanto riguarda l’erogazione di assistenza territoriale, permane una dotazione ancora inadeguata di posti letto presso strutture residenziali per anziani non autosufficienti e di posti letto per l’assistenza residenziale psichiatrica, valori che ad oggi non mostrano segnali di incremento. Si evidenziano criticità soprattutto nel settore degli screening oncologici: è ancora bassa quota di popolazione residente che ha effettuato test in programmi organizzati. Migliorano gli indicatori sul tasso di ospedalizzazione e sul costo percentuale dell’assistenza farmaceutica. Si attendono azioni per superare le criticità sugli indicatori delle coperture vaccinali e gli screening. Permangono, per l’anno 2010, inadempienze relative a: posti letto, accreditamento, certificazione in merito al blocco automatico del turn over e del divieto di effettuare spese non obbligatorie. Per quanto riguarda il 2011 permangono inadempienze con rinvio al piano di rientro per: acquisto di beni e servizi, mantenimento erogazione dei Lea, posti letto, contabilità analitica, accreditamento, riorganizzazione rete laboratoristica; e inadempienze relative a: obblighi informativi, implementazione percorsi diagnostico-terapeutici, Lea aggiuntivi, certificazione in merito al blocco automatico del turn over e del divieto di effettuare spese non obbligatorie, sistema Fse, attività trasfusionale. Per l’anno 2012 l’istruttoria è ancora in corso. Si registra la soppressione dell’Asp e il trasferi-


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mento delle sue competenze alla Giunta Regionale e all’azienda RmE per le analisi epidemiologiche. Non più procrastinabile stabilire il fabbisogno effettivo sulla base del quale procedere alla rimodulazione dell’offerta assistenziale. Chiesto per la rete dell’emergenza, anche in relazione alle criticità legate alla gestione del 118, un aggiornamento sulla riorganizzazione complessiva del servizio con obiettivi e tempistiche definite. Atteso il completamento per le procedure sull’accreditamento e ribadita la necessità che tutte le strutture che erogano prestazioni a carico del Ssr siano accreditate. È in ritardo l’attuazione del percorso di riorganizzazione della rete laboratoristica. Richiesti inoltre interventi tempestivi per controllare il settore del contenzioso. Si richiama poi l’urgenza di procedere al rinnovo del protocolli d’intesa con tutte le università statali e non statali. Sono state superate le criticità sul Programma Tessera Sanitaria. Non è stato possibile effettuare una valutazione del consuntivo 2012 in quanto i dati trasmessi risultano carenti dell’istruttoria preliminare da parte della Regione e della struttura commissariale nella sua interezza e presentano iscrizioni passibili di modifiche e necessitano di approfondimento in merito a possibili errori di contabilizzazione. Si registra il ritardo con cui è stato trasmesso lo stato patrimoniale consuntivo 2012 che sarà quindi esaminato nella prossima riunione di verifica. Si registra un’inversione di tendenza con riferimento alla stima del risultato d’esercizio 2013 che appare peggiore del preconsuntivo 2012.

MOLISE I conti sono sempre in rosso e il blocco del turnover ci sarà fino al 2015. Persistono, infatti, numerose criticità peraltro già emerse nelle precedenti riunioni di verifica. Per questo è stata chiesta alla Gestione Commissariale di porre in essere, nel minor tempo possibile, tutte le azioni di risanamento che a oggi avrebbero già dovuto essere approntate. Si rimane inoltre in attesa di una nuova bozza di Piano Operativo 2013-2015 che tenga conto delle indicazioni ministeriali. In merito alla riorganizzazione delle reti assistenziali, l’ospedalizzazione totale per il 2012 presenta un consistente decremento mantenendo però ancora un livello superiore a quello di riferimento nazionale. Analogo andamento negativo è emerso nel valore della degenza media pre-operatoria che si mantiene, nel 2012, al di sopra del valore medio nazionale (2,42 vs 1,85). La dotazione totale di posti letto, in diminuzione dal 2009 e pari a 4,54 posti letto per mille abitanti residenti al 1 gennaio 2013, risulta superiore al valore di riferimento nazionale (3,7 p.l. per mille ab). Questo eccesso riguarda sia il numero di posti letto per acuti che quello destinato all’assistenza post-acuzie, entrambi superiori ai valori previsti. L’erogazione di assistenza territoriale evidenzia valori positivi in linea con quelli attesi come valori adeguati e in costante aumento dal 2009. Apprezzabili risultano anche le attività dedicate alla prevenzione con particolare riferimento agli screening oncologici. È ancora ina-

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deguata la dotazione di posti letto presso strutture residenziali e semi-residenziali destinate alla popolazione anziana non autosufficiente. Incompleta anche la riorganizzazione della rete dell’emergenza-urgenza e di quella laboratoristica. Per la rete territoriale è prioritario che la Regione indichi l’attuale offerta assistenziale per pazienti non autosufficienti, anche anziani, distinta per regime residenziale e semiresidenziale oltre che per intensità assistenziale, e quali azioni intenda avviare per monitorare l’andamento della riorganizzazione nell’area della non autosufficienza. In relazione al Piano Sanitario Regionale 20132015 sono ancora poco chiari i meccanismi di attribuzione dei posti letto alle strutture pubbliche e private a causa di una inadeguata metodologia di determinazione del fabbisogno. Inoltre va regolamentato tempestivamente il fenomeno della mobilità sanitaria soprattutto per quanto attiene la Fondazione Giovanni Paolo II e la struttura Neuromed per la quale è ancora da completarsi la procedura di riconoscimento del carattere scientifico. Sono carenti i provvedimenti di accreditamento delle strutture socio-sanitarie. Elevato il livello di contenzioso espresso in particolare dalle principali strutture private accreditate a diretta gestione regionale. Si è ancora in attesa dell’atto Aziendale dell’ASrem. A consuntivo 2012 la Regione Molise presenta un disavanzo, prima delle coperture, di 54,764 mln di euro e, dopo le coperture, residua un disavanzo non coperto di 32,951 mln di euro. Considerando la perdita del 2011 e precedenti non coperta, residua una perdita non coperta per il 2012 e precedenti di 87,694 mln di euro. La percentuale di disavanzo si convalida pari all’8,9% ben al di sopra della soglia del 5% considerata di riferimento per l’obbligatorietà della sottoscrizione di un piano di rientro. Considerando anche i disavanzi pregressi, la percentuale di disavanzo risulta pari al 17,9%. Per il 2013 si prefigura il manifestarsi di un disavanzo non coperto di 18 mln di euro a cui deve aggiungersi tutta la situazione di disavanzo pregresso non coperto. I pagamenti dei fornitori sono superiori agli 800/1000 giorni. In merito alla richiesta di deroga al blocco del turn-over, la struttura commissariale non ha provveduto ad inoltrare la documentazione richiesta e si è evidenziato che è nuovamente operativo il blocco totale fino al 31 dicembre 2015 in conseguenza del mancato raggiungimento dell’equilibrio sull’anno 2012. PIEMONTE In merito all’erogazione dei Lea la maggior parte degli indicatori di assistenza ospedaliera, comprese le misure di appropriatezza ed efficienza, presentano valori compresi nei parametri. La do-

tazione totale di posti letto è sostanzialmente immutata, a partire dal 2009, e pari - al 1 gennaio 2013 - a 4,2 posti letto per 1.000 abitanti residenti, di cui 3,14 p.l. per acuti e 1,05 p.l. per la post-acuzie: valori superiori a quelli di riferimento nazionali (3,7 p.l. per 1.000 ab.; 3,0 p.l. per 1.000 ab. per acuti e 0,7 p.l. per 1.000 ab per post acuzie). La degenza media pre-operatoria presenta un livello positivo con un valore di 1,26 a fronte di un valore nazionale di riferimento pari a 1,85. Per quanto riguarda l’erogazione di assistenza territoriale la quota di anziani assistiti a domicilio è inferiore all’atteso, a fronte però di una dotazione di posti letto presso strutture residenziali per pazienti anziani molto elevata (24,3 pl per 1.000 ab. anziani vs 10 pl per 1.000 ab. anziani). Si attesta a livelli minimi il valore della prevenzione con particolare riferimento alla quota di screening oncologici. Per quanto riguarda l’erogazione dei livelli aggiuntivi rispetto ai Lea non è possibile per la Regione utilizzare risorse aggiuntive da bilancio regionale per l’erogazione di prestazioni non ricomprese nei Lea. Necessaria poi una revisione complessiva delle norme regionali sull’accreditamento che contenga l’adeguamento alle disposizioni del D.lgs. 502/92. Non è stato ancora completato il processo di accreditamento istituzionale definitivo per tutte le diverse tipologie assistenziali. Mancano inoltre informazioni sullo stato dell’arte della disattivazione dei laboratori di emodinamica. Relativamente alla rete di emergenza c’è ancora ritardo nell’attivazione dei trasporti secondari urgenti in capo al 118. Ci son poi per la rete ospedaliera incoerenze, in termini di posti letto, tra la D.D. 523/2013 e la Dgr. n 65519/2013. Inoltre, per quanto riguarda le Unità Operative, si rilevano alcuni scostamenti rispetto alla programmazione regionale in merito ai quali si chiede di conoscere le cause che li hanno determinati. Per quanto riguarda i rapporti con gli erogatori privati manca un report sullo stato dell’arte della sottoscrizione degli accordi e dei contratti per tutte le tipologie assistenziali. È valido per l’intero anno 2013 il provvedimento regionale adottato in materia di determinazione delle tariffe. La gestione per l’anno 2012 a consuntivo presenta un disavanzo di 108,615 mln di euro e, dopo il conferimento delle coperture, un avanzo di 21,385 mln di euro. In ragione del disavanzo emerso in relazione ai crediti ridotti e non re-impegnati nel bilancio regionale per 883 mln di euro, la Regione presenta un disavanzo da coprire di 861,615 mln di euro. A seguito delle ulteriori coperture pari a 864,046 mln di euro, il risultato di gestione è in avanzo di 2,431 mln di euro. Pertanto avendo adottato entro i termini misure idonee e sufficienti a garantire l’equilibrio di bilancio per l’anno 2012, non risulta più sussistente il presupposto per l’incremento automatico delle aliquote nella misura massima secondo quanto disposto dalla legge 311/2004. Per il 2013 si profila un disavanzo non coperto di 113 mln di euro scontando la copertura Lea di 50 mln di euro così come nel Programma operativo. Nel prossimo numero gli esiti di Puglia, Campania e Sicilia.


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Ministero della salute. Lea 2011: la verifica sugli adempimenti

Promosse solo otto Regioni Il Ministero promuove solo 8 regioni su 16 soggette a verifica. Maglia

nera alla Calabria. Solo Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria e Veneto hanno superato la verifica degli adempimenti. L’esame ha riguardato 16 Regioni, quelle a statuto ordinario più la Sicilia. Per le otto inadempienti salta il 3% del fondo sanitario. Le peggiori performance in Calabria, Campania e Lazio. Sono otto le Regioni in regola (lo stesso numero del 2010) con la verifica del Ministero della Salute sugli adempimenti da assolvere in tema di Livelli essenziali di assistenza (Lea) per l’anno 2011. È quanto mostra il Rapporto “Verifica adempimenti Lea 2011” messo a punto dalla Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute sulla base del lavoro del Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Lea. La verifica riguarda 16 Regioni: quelle a statuto ordinario più la Sicilia, ossia quelle che hanno accesso al “fondo sanitario” e che vengono private del 3% di questo se risultano inadempienti, ossia se non danno attuazione ai 44 adempimenti previsti.

In sintesi nel 2011, il Ministero registra bollino verde, esito positivo della verifica, in tutti gli adempimenti per Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria e Veneto, mentre le altre Regioni mostrano criticità e inadempienze, bollino rosso: 21 inadempienze per la Calabria, 19 per la Campania, 13 per il Lazio, 12 per il Molise, 10 per l’Abruzzo, 8 per la Puglia, 5 per la Sicilia e 4 per il Piemonte. Nel Rapporto 2010 erano sempre 8 le regioni risultate adempienti in modo completo alla verifica: Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Marche, Veneto, Piemonte, Lombardia e la Basilicata. Ma nella verifica del 2011 il Piemonte è stato sostituito dalla Liguria.

Criticità nelle Regioni con Piani di rientro Le criticità maggiori si concentrano nelle Regioni in Piano di rientro, soprattutto Calabria, Campania e Lazio, con la tendenza a cronicizzare i problemi soprattutto per quanto riguarda: - i sistemi informativi per il monitoraggio dell’assistenza e dei dati economici; - la risposta dell’offerta sanitaria ai bisogni assistenziali, con particolare riferimento al territorio: assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale per le categorie più fragili come gli anziani - non autosufficienti, i disabili, i malati terminali; - la qualità delle prestazioni (rischio clinico e liste di attesa): - efficienza e appropriatezza delle prestazioni erogate. Gli adempimenti oggetto della verifica ministeriale sono aumentati nel tempo. Nel 2005 erano 19, nel 2010 36, sono oggi 44 e toccano i temi strategici del Servizio sanitario nazionale, dall’erogazione effettiva dei Lea al monitoraggio delle liste di attesa, alla salute sui luoghi di lavoro, all’appropriatezza, qualità e sicurezza delle cure. Nel tempo è cresciuta anche la capacità di risposta dei sistemi regionali a far fronte agli impegni previsti, a parte le Regioni soggette ai Piani di rientro. In crescita anche la capacità di monitorare i sistemi sanitari regionali in modo concreto in base a dati e indicatori affidabili e specifici, non limitando la verifica a un controllo formale degli atti trasmessi dalle Regioni. Tra i 44 adempimenti attualmente considerati, uno dei più rilevanti in questo senso è quello relativo alla verifica dell’erogazione dei Lea, attraverso indicatori misurabili (c.d. Griglia Lea) e il confronto con standard di riferimento. I risultati di questa rilevazione - che per il 2011 saranno a breve raccolti in un Rapporto dedicato - mostrano 9 Regioni (Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria, Veneto e Piemonte) in grado di garantire l’erogazione dei Lea. Questo tipo di monitoraggio oltre ad essere il primo passo per l’accesso alla quota di finanziamento del Servizio sanitario nazionale accantonata, offre un quadro dell’assistenza sanitaria nel nostro Paese e un confronto tra i diversi sistemi regionali finalizzato alla promozione di concreti risultati per la salute della popolazione.

segue da pag 7

bilimento. Nel caso di violazioni da parte dei laboratori, i titolari sono soggetti a sanzioni che variano dai 3mila ai 9mila euro. In caso di reiterazione del reato oltre alla sanzione è prevista anche la sospensione da uno a tre mesi dagli elenchi.Gli operatori del settore dei materiali o oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti notificano prima di iniziare, all’autorità sanitaria competente, che intendono svolgere l’attività. Quelli che invece già operano nel settore devono farlo entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge. gli operatori del settore devono iscrivere gli stabilimenti del Sistema informativo nazionale veterinario per la sicurezza alimentare. La violazione a questi principi

determina una multa variabile dai 500 ai 1.500 euro. Notifica delle malattie infettive e diffusive degli animali. I servizi veterinari delle Asl dovranno no-

tificare qualsiasi informazione relativa al sospetto e alla conferma di malattie utilizzando il sistema informativo nazionale per la notifica delle malattie animali. Tale previsione sostituisce gli obblighi di notifica e denuncia previsti dalla legislazione vigente. La notifica delle malattie espressamente elencate dalla legge è effettuata entro 24 ore dall’accertamento del focolaio primario e almeno il primo giorno lavorativo di ogni settimana dall’accertamento del focolaio secondario.

Disposizioni in materia di fumo ed e-cig Divieto di fumare anche nelle aree all’aperto di pertinenza degli istituti scolastici. Le sigarette elettroniche che han-

no nicotina sono vietate ai minorenni. I produttori di questi dispositivi devono indicare la composizione dei liquidi e la concentrazione di nicotina. È vietato l’uso delle sigarette elettroniche nei luoghi chiusi scolastici. La vendita ai minorenni di sigarette elettroniche con nicotina è punita con una multa che varia dai 1.500 ai 9mila euro. La violazione del divieto di utilizzo delle sigarette elettroniche nelle scuole è sanzionata con multe da mille a 6mila euro. All’accertamento delle violazioni provvedono gli organi di vigilanza competenti in materia sanitaria.


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La transizione di genere in sanità

Le politiche sindacali declinate al femminile Maria Ludovica Genna e Rosalia Catapano Gruppo donne Anaao Assomed Regione Campania

Giulio Liberatore Segreteria Nazionale Anaao Assomed

Lo “stato dell’arte” del lavoro femminile nella sanità. La necessità di una trasformazione che corrisponda alla reale presenza in termini numerici, di competenze e professionalità, delle donne. Le strategie necessarie per promuovere il cambiamento. Come facilitare il lavoro femminile. Questi i temi al centro del convegno “La transizione di genere in sanità: politiche sindacali declinate al femminile” organizzato all’Ospedale Cto di Napoli “Il lavoro femminile crea

presso la sala convegni dell’Ospedale Cto di Napoli, i cui lavori sono stati coordinati da Santo Monastra e Giulio Liberatore della Segreteria nazionale Anaao-Assomed, ha dato la parola alle donne dirigenti per avviare una riflessione sullo “stato dell’arte” del lavoro femminile nella sanità, sulla necessità di una trasformazione che corrisponda alla reale presenza in termini numerici, di competenze e professionalità, delle donne e sulle strategie necessarie per promuovere questo cambiamento. Facilitare il lavoro femminile significa consentire alle donne dirigenti di esprimere i loro talenti, che nel mondo della sanità, il mondo della cura e dell’accoglienza, trovano la loro migliore espressione. La coordinatrice Gruppo Donne Anaao Cam-

pania, Maria Ludovica Genna - dopo i saluti, assolutamente non formali, del Direttore Generale della Ao dei Colli, Antonio Giordano, del Presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli Bruno Zuccarelli e del Segretario Regionale Vicario Anaao Assomed, Fulvio Esposito - ha riportato con lucidità da storica le convinzioni che animavano i pensatori degli anni trenta, per arrivare all’oggi e all’urgenza di politiche sindacali rivolte alle esigenze del lavoro femminile, e di un sindacato nuovo, che, dopo anni di predominio maschile ai suoi vertici, accolga e condivida una transizione di genere. Silvana Capasso ha parlato della storia dell’Associazione Italiana Donne Medico che, nata segue a pag 14

al contempo due danni: la mascolinizzazione della donna e l’aumento della disoccupazione maschile. La donna che lavora si avvia alla sterilità; perde fiducia nell’uomo; (…) considera la maternità come un impedimento, un ostacolo, una catena; se sposa, difficilmente riesce ad andare d’accordo col marito; (…) concorre alla corruzione dei costumi; in sintesi, inquina la vita della stirpe”. Così affermava Ferdinando Loffredo, nel suo Politica della famiglia del 1938. I decenni passati, i radicali cambiamenti politico-culturali avvenuti nel paese hanno cancellato del tutto tali convinzioni? Sono scomparsi i pregiudizi sul lavoro femminile, la diffidenza per la donna lavoratrice? Quanti passi ancora vanno fatti per creare quella parità sancita dall’art. 37 della Costituzione, che chiede una “speciale adeguata protezione” alla lavoratrice e ai suoi figli? Questi tra i temi trattati nel Corso di Formazione organizzato dal Gruppo Donne Anaao Assomed di Napoli sotto l’egida della Fondazione Pietro Paci. La transizione di genere in sanità: politiche sindacali declinate al femminile, organizzato di recente


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Medici europei (Fems)

Come stanno i sistemi sanitari europei? REPUBBLICA CECA Il Sindacato dei medici Cechi (Lok-Scl) denuncia la grave crisi del sistema sanitario della Repubblica Ceca innescato a partire dalla fine del 2012, paventando l’intenzione politica di creare la strada per ulteriori privatizzazioni degli ospedali statali.

europei, fotografate nei rapporti dei sindacati federati alla Fems in occasione dell’Assemblea Generale che si è tenuta a Budapest lo scorso 10 maggio

nitarie cresce ogni anno del 4-5%, che rappresenta 10,4 miliardi di Corone. Questi sforzi non possono essere interpretati diversamente che nell’intenzione di provocare una crisi e creare la strada per ulteriori privatizzazioni degli ospedali statali. FRANCIA Dal Rapporto del Sindacato nazionale dei praticanti ospedalieri, anestesisti e rianimatori (Snphar-E) emerge un quadro tutto sommato ricco di speranze per il futuro del sistema sanitario francese, che vedrà l’approvazione nel 2014 di una Legge per la Salute pubblica. Il 2012 è stato un anno pieno di attività per i sindacati dei medici ospedalieri impegnati nel tentativo di far valere i diritti dei lavoratori soprattutto in tema di orario di lavoro.

In Francia il 2012 e 2013 sono stati anni ricchi di attività per i sindacati medici ospedalieri. Il nuovo Governo eletto nel maggio 2012 si è installato. Il Ministro della Salute, Marisol Touraine, ha lanciato una vasta consultazione di tutti gli attori ospedalieri, chiamata “Patto di fiducia” intorno a tre temi: - il servizio sanitario pubblico nel sistema di assistenza sanitaria; - modalità di dialogo sociale e di gestione delle risorse umane; - quale organizzazione e funzionamento del servizio pubblico ospedaliero. Il Snphar-E (Sindacato nazionale dei praticanti ospedalieri, anestesisti e rianimatori) ha partecipato ai lavori del patto di fiducia attraverso la sua intersindacale “Avenir Hospitalier”, finalmente riconosciuta come rappresentativa dal nuovo ministero dopo quasi 1 anno di esistenza. Questa consultazione ha portato alla stesura di una relazione da parte di Edouard

Couty (ex Direttore della Direzione dell’ospedalizzazione e assistenza) in cui si fanno 46 proposte sull’evoluzione dei servizi ospedalieri pubblici. Tredici di esse sono state selezionate dal ministro Marisol Touraine in una forma di impegno intorno a quattro temi principali (costruzione del servizio pubblico territoriale, modernizzazione del finanziamento ospedaliero, rafforzamento della democrazia in ospedale, rinnovamento del dialogo sociale). A oggi, questo non ha ancora portato ad alcuna azione concreta, ma gruppi di lavoro stanno per essere organizzati dal Ministero su queste tredici proposte. Il problema dei Conti di risparmio di tempo, che è stato un problema a livello sociale alla fine del 2012, è stato risolto. I medici possono ora richiedere fino a 20 giorni per anno su questo conto (congedi non fruiti, riduzione del tempo di lavoro, straordinari cancellati), che rimangono disponibili e sicuri fino alla fine della loro carriera, anche in caso di morte (pagamento ai parenti di circa 300€/giorno) o malattia. I giorni accumulati prima del 2012 possono essere oggetto di una compensazione (300€/giorno). La Francia è sempre di più afflitta dalla mancanza di medici di famiglia, ma anche ospedalieri, per certe specializzazioni e regioni. Sempre di più gli ospedali operano in condizioni disumane e l’offerta sanitaria è fortemente ridotta in alcune zone un po’ isolate o meno attraenti spesso per ragioni climatiche. Questo problema è stato ora assimilato dalla classe politica, ma resta il fatto che l’austerità praticata in Francia, come in altri paesi europei, non favorisce la crescita dei bilanci pubblici per la salute. Il problema resta irrisolto e continua a segue a pag 14

Alla fine del 2012, l’ospedale ha dovuto affrontare una minaccia di chiusura attraverso la cessazione massiccia dei contratti di prestazione di assistenza sanitaria da parte delle compagnie di assicurazione sanitaria. Le compagnie di assicurazione hanno voluto (intenzionalmente) ridurre significativamente la rete di strutture mediche, senza alcun criterio di trasparenza o condurre trattative con le associazioni professionali. Gli ospedali hanno affrontato la minaccia della chiusura di reparti, la perdita di accreditamento della formazione e la graduale liquidazione. Questo non trasparente processo di “ristrutturazione” dei posti letto ha portato all’attivazione di una iniziativa civile che si è trasformata nella creazione di un comitato di crisi che è costituito dalle organizzazioni dei pazienti, dalle associazioni ospedaliere, dai sindacati e dall’ordine dei medici e ha raggiunto una potenza sufficiente a spingere le compagnie di assicurazione a cambiare in modo significativo i loro piani originali. Il Ministero della Salute ha ignorato completamente l’intero processo e praticamente non ha commentato la problematica ristrutturazione. Tuttavia, il Ministero della Salute nel 2013 ha preparato il Piano di spesa (documento base che definisce il meccanismo e la quantità di spesa) che riduce le entrate degli ospedali di circa il 10%. Inoltre l’aliquota Iva del 5% è aumentata cumulativamente dal 2011 e colpisce la maggior parte dei prezzi dei prodotti acquistati dagli ospedali. L’Inflazione raggiunge circa il 5%. La combinazione della imprevedibile crescita dei costi e la diminuzione dei pagamenti da parte delle Compagnie assicurative, porta un numero considerevole di ospedali a perdite finanziarie. Questo porta a tagli salariali, riduzione della qualità e alla riduzione della capacità di assistenza sanitaria. Al contrario, la riscossione delle imposte sa-

Prosegue la panoramica sulle condizioni dei sistemi sanitari


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Le politiche sindacali declinate al femminile agli inizi del 900, ha annoverato tra le sue iscritte personalità autorevoli quali Maria Montessori. Alessandra Spedicato e Rosella Zerbi, della Segreteria Nazionale Anaao Assomed hanno relazionato sulle politiche di conciliazione, e le possibili iniziative da promuovere (part-time, progetti a sostegno della famiglia) ricordando che lo stress da lavoro si connota al femminile quale stress da mancata conciliazione lavoro famiglia, un disagio generato dalle istanze diverse cui la donna è sottoposta, divisa tra un lavoro che la appassiona e la famiglia, con le sue richieste continue di intervento e accudimento. Sugli aspetti organizzativi, gestionali e professionali hanno relazionato le eccellenze della Sanità campana. Maria Triassi, Direttore del Dipartimento Universitario di Sanità Pubblica Federico II, ha sottolineato che il gravoso compito della direzione di un dipartimento universitario trova nella donna la possibilità di mettere in campo, oltre la sua professionalità, tutti quei valori di comprensione, velocità di pensiero multicanale, che rendono la partecipazione femminile risorsa arricchente e indispensabile in ogni realtà lavorativa. Anna Maria Minicucci, Direttore Generale dell’Ao Santobono Pausilipon Annunziata (ruolo generalmente ricoperto da uomini) ha relazionato sull’incremento delle attività e il corretto utilizzo delle risorse economiche, in una azienda a altissima presenza femminile. Adriana Zatterale, Direttore della S.C. di Genetica Asl Na 1 ha narrato la storia della dirigenza sanitaria non medica, in cui le donne hanno da sempre costituito la maggioranza della categoria. Carmela Buonomo, Coordinatrice Anaao-Assomed Caserta, ha toccato il tema scottante della progressione di carriera delle donne dirigenti, denunciando la carenza di donne in posizioni apicali e ricordando che, come studi internazionali hanno messo in luce, le donne apicali nel settore sanitario concorrono con accuratezza e partecipazione emotiva alla crescita della produttività e della qualità del lavoro, curano le relazioni umane nel gruppo producendo consenso e stabilità.

Come stanno i sistemi sanitari europei?

Liliana Valentino, dell’Ao Cardarelli Na, ha puntualizzato il tema della maternità e delle politiche aziendali family friendly. Rosetta Rossi della Asl Na 1 ha parlato degli aspetto bioetici nella attualità medica, e dell’importanza dell’ascolto del malato quale cardine dell’alleanza terapeutica medico-paziente. Contributo interessante quello di Maura Mastrobiso del servizio di Guardia Medica della Asl Na 1, costituito per il 60% da donne; Tiziana Di Matola, dell’Ao dei Colli ha parlato delle esperienze aziendali di asilo nido e ludoteche. Giusy Meglio del Gruppo Anaao Giovani ha parlato del problema del precariato. Marlene Giugliano dell’Ao dei Colli ha sintetizzato le proposte del Gruppo Anaao Donne Campane: creazione dei CUG, adeguamento della normativa del part time, presidi di sostegno alla lavoratrice e alla famiglia. Un corso di formazione, dunque, ma anche un punto di partenza per lanciare una piattaforma di proposte concrete, e per promuovere un Gruppo Donne che dia voce alle istanze femminili in campo sindacale e aziendale. Essenziale, per la riuscita della giornata,il contributo della Segreteria Scientifica, composta da Eliana Brigante ,Filippina Ciaburri, Luisa Pinto, Maddalena Cianfrani e della Segreteria Organizzativa, composta da Bruno Chignoli, Donatella Taglialatela e Rosalia Catapano. Ha portato il saluto della Amministrazione Provinciale di Napoli la Consigliera di parità dott.ssa Luisa Festa. A conclusione, la sintesi di Costantino Troise, Segretario Nazionale Anaao Assomed, che, con la sua partecipazione dimostra quanto i vertici nazionali del sindacato siano sensibili alle istanze del Gruppo Donne che si va costituendo in tutta Italia, e siano consapevoli che la forza di un gruppo, sindacale, politico o lavorativo, nasce dalla varietà delle voci, dalla molteplicità delle idee, dalla diversità delle esperienze e delle competenze.

peggiorare con la crescente domanda di assistenza connessa alla demografia e all’invecchiamento della popolazione. Le direzioni ospedaliere continuano a derogare sulla normativa europea e nazionale delle 48 ore di lavoro massimo settimanale e il tempo di lavoro è sempre un ostacolo allo status dei medici ospedalieri. Il grave problema del lavoro notturno non è ancora risolto. Tuttavia, sembra che la Francia abbia subito pressioni da parte della Commissione europea per affrontare la questione dei tempi di spostamento durante i servizi di guardia, che non è riconosciuto come tempo di lavoro e porta a situazioni grottesche nelle quali dei professionisti che fanno guardia di notte e prendono il loro riposo giornaliero, si ritrovano a dover restituire dei giorni di lavoro ai loro datori di lavoro alla fine del mese e a rimborsare delle somme di denaro certe volte ingenti. Anche noi speriamo di trovare presto una soluzione a questo problema nazionale. Al di fuori dell’ospedale, un emendamento, il numero 8 della Convenzione medica tra l’assicurazione malattia obbligatoria e i sindacati dei medici privati è stato firmato alla fine del 2012. Quest’ultimo cerca di limitare la crescita annuale delle tasse in eccesso (non rimborsabili) dei medici specialisti privati. Questo accordo è stato oggetto di molte critiche: per i medici privati è troppo libertario e in generale per l’opinione pubblica non è sufficientemente coercitivo. Inoltre, una grande contrattazione tra i Sindacati dei dipendenti e dei datori di lavoro ha portato alla firma di un protocollo di accordo che autorizza l’uso temporaneo del tempo parziale all’interno delle imprese in difficoltà. Questo accordo prevede la copertura generale dei dipendenti da contratti collettivi in assicurazioni sanitarie complementari. Infine, nel mese di febbraio è stata istituita una missione di sette saggi per sviluppare una strategia nazionale per la salute per i prossimi anni. Il lavoro è appena iniziato, ma dovrà influenzare una grande Legge per la salute pubblica prevista per il 2014. In generale, un anno ricco di consultazioni e di speranza di vedere finalmente qualche cambiamento, qualche progresso sociale, ma tutto questo in un contesto di rigore imposto dalla crisi economica mondiale.


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TUTELA LAVORO

Avv. Vincenzo Bottino Consulente legale Anaao Assomed

Ristrutturazione aziendale e revoca dell’incarico dirigenziale

Il medico ha diritto alla salvaguardia del trattamento economico Espressione del processo di aziendalizzazione e, più in generale, della riforma della dirigenza sanitaria, è la specificazione delle funzioni dirigenziali attraverso il conferimento di incarichi di durata prestabilita (di regola da 3 a 5 anni), il cui contenuto è negoziato dalle parti nel rispetto delle regole generali fissate dalla legge e dagli accordi collettivi (art. 15 e ss. D.Lgs. n. 30 dicembre 1992, n. 502). La vigente contrattazione collettiva per l’area della dirigenza medica del Ssn (art. 27, comma 1, Ccnl 8.6.2000) delinea quattro tipologie di incarichi dirigenziali: a) incarichi di direzione di struttura complessa (compresi gli incarichi di direttore di dipartimento, di distretto sanitario, di presidio ospedaliero); b) incarichi di direzione di struttura semplice (anche a valenza dipartimentale); c) incarichi di natura professionale, di alta specializzazione, di consulenza, di studio e ricerca, ispettivi, di verifica e di controllo; d) incarichi di natura professionale conferibili al dirigente con meno di cinque anni di anzianità. Le tipologie di incarichi sopra elencate non sono tutte attribuibili al momento della costituzione del rapporto, ma delineano un percorso di accrescimento di funzioni e poteri del dirigente medico strettamente legato alla professionalità maturata e ai risultati conseguiti, i quali sono oggetto di un articolato sistema di valutazione e verifica periodica da parte dei competenti organi individuati dall’autonomia collettiva (il Collegio Tecnico, per le verifiche alla scadenza dell’incarico e il Nucleo di Valutazione per le verifiche annuali sui risultati di gestione e sugli obiettivi assegnati – v. art. 26 Ccnl 3.11.2005). Ne deriva che non esiste un meccanismo di progressione automatica nel conferimento degli incarichi, ma al contrario la crescita professionale del medico è strettamente connessa al sistema di valutazione delle funzioni svolte e dei risultati raggiunti (sia di natura professionale che gestionale), il quale culmina in una procedura selettiva pubblica (art. 15, comma 7, D.lgs. n.

502/92 e Dpr n. 484/1997) di verifica di idoneità professionale, il cui superamento è il presupposto necessario ai fini dell’adibizione agli incarichi di maggior rilievo, ossia la direzione di strutture complesse. La valutazione positiva al termine dell’incarico, da parte del collegio tecnico, costituisce, quindi, il presupposto necessario per la riconferma nell’incarico stesso o per l’assegnazione di un diverso incarico di pari o maggior rilievo professionale ed economico (v. art. 28, Ccnl 3.11.2005). Ciò posto, l’azienda sanitaria, con l’autonomia propria di un datore di lavoro privato, ha il potere, nel rispetto dei criteri fissati preventivamente dall’autonomia collettiva (art. 28, comma 8, Ccnl 8.6.2000), di modificare l’incarico dirigenziale conferito al medico al momento della sua naturale scadenza, oppure di revocarlo anche durante lo svolgimento dello stesso, qualora ciò si renda indispensabile in ragione di un processo di riorganizzazione e/o ristrutturazione delle proprie articolazioni interne (si pensi, ad esempio, al caso di soppressione, riqualificazione o accorpamento di una o più unità operative complesse o semplici). In questa ipotesi, l’azienda sarà comunque tenuta a motivare sufficientemente e per iscritto l’atto di revoca dell’incarico avendo riguardo ai criteri oggettivi stabili dall’autonomia collettiva, in ossequio ai generali principi di buon andamento, trasparenza ed imparzialità dell’azione amministrativa (art. 97 Cost.). A ciò va aggiunto che la disciplina contrattuale (v. art. 39, comma 8, del Ccnl 8.6.2000), nelle ipotesi di revoca anticipata dell’incarico per riorganizzazione aziendale, stabilisce che “nel caso di attribuzione di un incarico diverso da quello precedentemente svolto, a seguito di ristrutturazione aziendale, in presenza di valutazioni positive riportate dal dirigente, allo stesso sarà conferito, un incarico di pari valore economico”. Tale clausola contrattuale è finalizzata a garantire al dirigente medico - al quale sia stato revocato l’incarico dirigenziale non ancora scaduto per effetto di un processo di ristruttura-

zione che ha determinato la soppressione dell’incarico stesso - il mantenimento della medesima retribuzione precedentemente goduta anche nel caso in cui allo stesso dirigente venisse affidata una funzione dirigenziale inferiore sotto il profilo professionale a quella svolta in precedenza. In altri termini, laddove intervenga un processo di ristrutturazione durante la vigenza di un incarico dirigenziale, l’autonomia collettiva ha introdotto un principio di salvaguardia del trattamento economico, nonostante la necessaria modifica delle funzioni dirigenziali. Tale clausola di garanzia rappresenta una pattuizione di miglior favore per il dirigente e si applica soltanto nel caso in cui per effetto della ristrutturazione aziendale si viene a determinare la soppressione dell’incarico dirigenziale prima della sua naturale scadenza, con conseguente affidamento al medico di funzioni diverse, anche inferiori sotto il profilo professionale e/o gestionale, ma senza decurtazione del trattamento economico percepito sulla base all’incarico revocato ante tempus (ad esempio, stessa retribuzione di posizione). Al contrario, la suddetta regola di salvaguardia non trova applicazione nel caso in cui gli effetti della ristrutturazione aziendale si producano non durante la vigenza dell’incarico, ma a partire da un momento successivo alla sua naturale scadenza. In altri termini se per effetto della ristrutturazione, l’Azienda non revoca formalmente l’incarico prima della sua effettiva scadenza, ma lo lascia in essere fino al termine previsto, il medico non avrà diritto a vedersi conferito il medesimo tipo di incarico, potendo essere assegnato a funzioni diverse anche se inferiori sotto il profilo professionale ed economico. Sotto tale profilo, va osservato che il dirigente, anche se valutato positivamente, non è titolare di un diritto assoluto al rinnovo dell’incarico scaduto e/o revocato - la legge stabilisce che gli incarichi sono conferiti compatibilmente con le risorse finanziarie a tal fine disponibili e nei limiti del numero e delle strutture stabiliti nell’atto aziendale (v. art. 15-ter, D.lgs. n. 502/92) , ma piuttosto di un’aspettativa giuridicamente rilevante all’assegnazione di un incarico conforme alle proprie attitudini e all’esperienza acquisita. L’azienda, infatti, in occasione del conferimento di un diverso incarico dirigenziale, è tenuta, non solo a rispettare i criteri generali fissati dalla contrattazione collettiva (art. 28 Ccnl 8.6.2000), ma anche a garantire al medico, pur nei limiti del proprio assetto organizzativo e finanziario, l’attribuzione di funzioni dirigenziali adeguate al bagaglio professionale maturato nel corso del rapporto.


22° Congresso Nazionale Straordinario Anaao Assomed

o t a c a d n Un si

più forte per la sanità o del futur

Caserta 14-16 novembre 2013 Crowne Plaza Viale delle Industrie, area ex Saint Gobain

Organizzazione Anaao Assomed Segreteria Milano 026694767 – segr.naz.milano@anaao.it Segreteria Roma 064245741 – segreteria.nazionale@anaao.it Segreteria Napoli 0817649624 – seg.naz.napoli@anaao.it

dm dirigenzamedica Sede di Roma: via XX Settembre, 68 tel. 06.4245741 Fax 06.48.90.35.23 Sede di Milano: via D. Scarlatti, 27 dirigenza.medica@anaao.it www.anaao.it

Direttore Costantino Troise Direttore responsabile Silvia Procaccini Comitato di redazione: Giorgio Cavallero Domenico Iscaro Mario Lavecchia Carlo Palermo

Coordinamento redazionale Ester Maragò Progetto grafico e impaginazione

Periodico Associato

segue dalla prima

il mondo intorno a noi e sono cambiati i medici ed i sanitari del Ssn. Adeguare lo statuto significa preparare l’associazione alle prossime sfide. È necessario prendere atto delle profonde trasformazioni sociali e culturali che hanno fatto emergere nuovi soggetti e nuovi bisogni, è necessario ricercare soluzioni organizzative che compensino i limiti della democrazia rappresentativa, recuperando forme dirette di partecipazione democratica. Dobbiamo pensare ad una Associazione più corta, in cui organismi centrali e periferici operino con un continuo scambio di informazioni e a sostegno reciproco, è importante favorire la circolazione dell’elite per selezionare una un nuovo gruppo dirigente, è indispensabile affidare ruolo e responsabilità ai giovani e alle donne perché sono queste le nuove energie. L’istinto di sopravvivenza è generalmente una grande forza reazionaria e di conservazione, ma può con la dovuta umiltà trasformarsi in un potente motore di sviluppo. Su tutto questo ora la nostra Associazione si interroga e si confronta. Per tutto questo si farà a novembre il Congresso straordinario Statutario dell’Anaao Assomed. Per il nostro avvenire, per la sanità del futuro.

Editore Edizioni Health Commuinication Via Vittore Carpaccio 18 0147 Roma email: redazione@hcom.it tel. 06.59.44.61 fax 06.59.44.62.28

Diritto alla riservatezza: “Dirigenza Medica”garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati nel rispetto della legge 675/96

Registrazione al Tribunale di Milano n.182/2002 del 25.3.2002. Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, dcb Roma

Costo a copia: euro 2,50

Stampa STRpress, Pomezia (Rm)

Finito di stampare nel mese di settembre 2013


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