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Qual è il problema con i diritti dei controllori?
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Di Gianluca Del Pinto
Eamonn Brennan è Director General di Eurocontrol dal 1 gennaio 2018. Eurocontrol è l’organizzazione intergovernativa, civile e militare, il cui scopo principale è quello di sviluppare e mantenere un efficiente sistema di controllo del traffico aereo a livello europeo. Dalla pagina biografica di Brennan sul sito dell’Agenzia si riporta che il DG ha 35 anni di esperienza nel comparto ATC, presso i maggiori stakeholders europei e mondiali. Sempre lo stesso Brennan ha paragonato Eurocontrol ad una gemma, tanto questa rappresenta un importante valore aggiunto per l’intero continente. Quest’affermazione è senz’altro inoppugnabile, categorica nella sua effettiva capacità valoriale; nulla può essere ritenuto oggetto di critica. Altrettanto forte però un’altra affermazione che il DG ha affidato al social network Twitter, in relazione allo sciopero che il 7 settembre ha interessato l’Italia. Nel post, ritwittato anche dal profilo ufficiale di Eurocontrol, il DG lascia trasparire una considerazione quantomeno particolare se ricondotta alla posizione ricoperta (il diritto di espressione è riportato certamente in tutte le costituzioni democratiche ma altrettanto valore ha l’arte della diplomazia) e al valore aggiunto (ancora si torna alla capacità di produrre valore) che gli operatori apportano al sistema (è lo human factor a creare la human performance non viceversa). Nel tweet sono stati inoltre taggati alcuni importanti stakeholders del comparto aeronautico europeo. EBAA, European Business Aviation Association, la principale organizzazione per gli operatori dell’aviazione business, rappresenta più di 700 compagnie private.
A4E (Airlines for Europe), organizzazione internazionale avente lo scopo di promuovere gli interessi delle compagnie aeree europee, rappresenta 16 tra i più grandi vettori europei e il 70% del traffico europeo. A4E ha dichiarato che il diritto di sciopero del comparto ATC “is destroying air traffic and economies across europe”. ERA, European Regions Airline Association, associazione categoriale che rappresenta più di 55 compagnie aeree e oltre 130 membri associati tra produttori, aeroporti, fornitori di servizi aeronautici. IATA, International Air Transport Association, la principale organizzazione internazionale per le compagnie aeree. ACI EUROPE, Airports Council International, che rappresenta più di 500 aeroporti in 46 paesi europei che gestiscono più del 90% del traffico aereo commerciale.
Perché? Il diritto di sciopero è sacrosanto. Qualsiasi società civile ed equilibrata riconosce al diritto di espressione valore elevatissimo. Perché diversamente non potrebbe essere. Nulla può giustificare un eventuale rinvio delle esigenze dei controllori del traffico aereo, perché esiste il dovere di lavorare ma anche il diritto a farlo propriamente. Il traffico aereo, superata l’attuale flessione dovuta alla pandemia, riprenderà a crescere così come Eurocontrol riporta nei suoi periodici tre scenari relativi alla ripresa. Stante che questi varino in relazione al momento in cui il traffico tornerà ai livelli pre-pandemia, nessuno ritiene che la stasi diventi strutturale.
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Assistenza Al Volo - ANNO XLVI - NUMERO 3/2021
Occorrerà quindi essere pronti, costruendo adessole strutture necessarie ad affrontare la domandache ci si aspetta. E la natura eminentementedinamica del controllo del traffico aereo necessitadi un apprendimento che non può essere staticoperché il senso preesistente delle informazioni chesi acquisiscono, certamente forte di esperienzenormative pregresse, servono solo a costruireun’interpretazione nuova o aggiornata dellestesse esperienze pregresse. Sono solo i controlloridel traffico aereo a dare questa fondamentaleinterpretazione, attraverso la quale il sistema producevalore, economico e finanziario.Diversamente dal passato quando erano leorganizzazioni a produrre siffatti costrutti, occorrerannoquindi rappresentazioni collettive e socialidel lavoro prodotte chiaramente dagli operatori.
“Qualsiasi società civile ed equilibrata riconosce al diritto di espressione valore elevatissimo.”
L’investimento su di esso viene sì caratterizzato da un rientro nel medio-lungo periodo ma ad un alto costo-investimento iniziale si associa un crollo successivo della spesa inserita a bilancio; nei settori della safety, della speditezza e del rapporto costo-efficienza. Al contrario, a un risparmio iniziale dovuto alla mancata comprensione dell’importanza strategica della valorizzazione del fattore umano si associa un incremento esponenziale delle perdite da inserire a bilancio. Si ricordi inoltre che gli ANSPs sono HROs, High Reliability Organizations, organizzazioni preposte alla fornitura di determinati servizi per cui i livelli prestazionali sono fortemente legati alla domanda e alla necessità imprescindibile di garantire i più bassi livelli possibili di errori e incidenti. Le HROs sono organizzazioni di tipo mindful, cioè caratterizzate da una costante preoccupazione per i fallimenti, dalla riluttanza a semplificare, oltremodo resilienti e valorizzanti le competenze. Tutte caratteristiche portate nel sistema dai CTA.
Lo stesso apprendimento della tecnica operativa dovrà sottolineare l’impossibilità di ricavare la stessa in maniera oggettiva e passiva, perché solo il punto di vista della persona, la sua interazione con l’altro e la soggettiva attribuzione di significato ne potranno far sviluppare gli effetti positivi. Anche questa capacità è prodotta solo e soltanto dai controllori del traffico aereo. Quindi se di CTA si vuole parlare, si deve far riferimento a questi come capitale umano necessario al raggiungimento degli obiettivi prefissati, considerando variabili quali il tempo di recupero del capitale iniziale, il guadagno atteso, il rendimento. I CTA, per l’addestramento ricevuto, per le loro successive specializzazioni, per il know how che risiede nella loro esperienza sono, letteralmente, il migliore asset aziendale. Perché viviamo in un’epoca storica dove la gestione dell’informazione ha un valore che sovrasta quello di qualsiasi altro bene materiale tecnologico, digitale, artificiale. Il fattore umano non deve allora essere considerato un costo esterno, e non può essere correlato a deliberate logiche aziendali di esclusione. Lo human factor è quindi caratterizzato da un’importanza strategica non più procrastinabile o sottovalutabile per i sistemi gestionali complessi.
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