Tesis: Campus Universitario a Parigi-Ivry

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CAMPUS UNIVERSITARIO A PARIGI -IVRY Tesi di Laurea Ana Victoria FarĂ­a Delfino Relatore: Pierre-Alain Croset Correlatore: Cino Zucchi


I FACOLTÀ DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO DI TORINO LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA (COSTRUZIONE) A.A. 2009-2010

CAMPUS UNIVERSITARIO A PARIGI -IVRY Tesi di Laurea

Candidata Ana Victoria Faria Delfino Matricola 153637 _________________________________ Relatore Professore Pierre-Alain Croset _________________________________ Correlatore Professore Cino Zucchi _________________________________ Dicembre, 2010


Alla mia famiglia... ... porque sencillez no siempre quiere decir simplicidad


A più di 8000 km da casa e dopo due anni in un meraviglioso paese, sono riuscita a finire i miei studi con un progetto che mi ha rubato forze, lacrime e allegrie nella sua elaborazione. Raggiungere questa meta non sarebbe stato possibile senza la cooperazione disinteressata di ognuna delle persone che sono state un forte supporto nei momenti di angoscia e disperazione. Innanzi tutto vorrei ringraziare il mio relatore Pierre-Alain Croset per la collaborazione, pazienza e supporto dati fin dal mio arrivo in Italia. Per la sua comprensione e aiuto quando più era necessario. Per coltivare in me una passione più grande per l’architettura. Per insegnarmi un’altra maniera di guardare alla nostra professione. Anche a tutti i suoi collaboratori e assistenti per il loro tempo: Marco, Gianluca, Erica, Paolo, e Manuele. Al professore Cino Zucchi per accetare di essere il mio co-relatore e darmi un po del suo tempo. A Martina per i suoi consigli nei momenti precisi, per il suo aiuto. Per essere sempre presente quando più ho avuto bisogno di un amico e anche per mantenermi, letteralmente parlando, con vita negli ultimi mesi. Anche alla sua famiglia per essere stati sempre speciali con me. A Jesús per essere un compagno di lavoro eccezionale e un ottimo amico. A Miguel per essere sempre attento e incoraggiarmi. A Ray per riempirmi di musica e referenze. A Roberto per esigere sempre di più da me. A Fabio per la sua compagnia e risate anche nei momenti di strees. A Dario per i suoi consigli mai sbagliati. A Diego per essere sempre lì. A Waleska per proporrermi la simbiosi. A Julieta per ascoltarmi nei momenti difficili. Alla mia famiglia di Torino, persone che mi hanno offerto il loro supporto e amore incondizionalmente. Per aver creato questo vincolo che considero indistruttibile. Per essere cresciuti insieme cosi tanto in breve tempo. Per riuscire a non farmi sentire mai sola nonostante la lontananza da casa. Ringrazio oggi e sempre la mia famiglia. Le mie nonne per aiutarmi come potevano: pregando. Ai miei fratelli, Alex e Andrés per essere come sono, esempi invalutabili di vita da seguire, per insegnarmi a essere perseverante, per condividere con me nonostante la distanza. A i miei genitori, Alex e Ana, per essere sempre presenti, per il loro supporto incondizionato e per lo sforzo realizzato per farmi arrivare ai miei sogni, per insegnarmi a avere coraggio e valore davanti all’avversità. Perchè voi mi avete reso quello che sono. Grazie mille.

Ringraziamenti

Saber y saberlo demostrar es valer dos veces. Sapere e saper dimonstrarlo è valere due volte.


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Indice Capitolo 1: Università nello Svilluppo della Città. Modelli di Università in base alla relazione con la città Università e Città L’Università nella Storia. Dai monasteri alla città Uni-Città. Classificazione delle Università a seconda della relazione con la Città. Università come Sistema Disperso Caso 1.1 Università di Seviglia Caso 1.2 Università Pompeu Fabra Università come Sistema Concentrato Caso 2.1 Università Centrale di Venezuela Caso 2.2 Campus Universitario di Vigo (Lagoas-Marcosende) Riflessioni

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Capitolo 2: Luogo di progetto: Ivry Sur Seine. Il Progetto di Ivry Confluences Portata Contenuti L’Asse La viabilità L’attenzione al ambiente Reti di trasporto Parc de Cormailles Un parco per la città Proiezione orizzontale Distribuzione multifunzionale Sistema Strutturale. Traviparete Sopralluogo L’Inizio Il Viaggio

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Capitolo 3: Master Plan Decisioni Progettuali Il Programma L’Università Schemi funzionali complessivi Planimetria Renders

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Capitolo 4 Modificazione del Master Plan Modifica Planimetria Renders

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Capitolo 5 Sviluppo Architettonico del Campus Universitario Sezioni longitudinali Scatola 1. Aule/Sale Studio Scatola 2. Uffici Ricercatori Scatola 3. Amministrazione/Direzione Scatola 4. Auditorio/Laboratori Scatola 5. Mensa Scatola 6. Aule Scatola 7. Auditori/Sale Studio Scatola 8. Audiotorio Scatola 9. Aule/Sale Studio Scatola 10. Aule/Sale Studio

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Conclusioni

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BIbliografia

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Capitolo 1 L’UNIVERSITÀ NELLO SVILUPPO DELLA CITTÀ Modelli di Università in base alla relazione con la città


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Università e Città Nella storia dell’Umanità, l’Università è un’istituzione che ha avuto un ruolo significativo nell’evoluzione della società dentro cui si è inserita e ha contribuito decisivamente al miglioramento del suo intorno, un elemento di rinnovo in più al carattere di luogo per la conoscenza, ricerca e comunicazione delle persone. L’università è un organismo direttamente vincolato con la trasformazione urbana, funzionalmente complesso per la compresenza di funzioni residenziali, funzioni didattiche e di ricerca, funzioni di rappresentanza e di servizio al territorio; ciascuna caratterizzata da eterogeneità di utenti, variazione di flussi e di attributi dei vari spazi che la compongono. È anche un insediamento di notevole dimensione e a grande scala, che interloquisce con l’intero sistema urbano. Ma la sua complessità è legata anche e sopratutto all’ambiguità dei programmi, alla scarsa definibilità delle prestazioni, all’imprevedibilità delle interazioni, alla pluralità degli obiettivi e delle esigenze.

del tessuto urbano delle grande città mentre in altri hanno scelto di collocarsi in località di dimensioni più ridotte. Esistono poi anche le università in periferia, divenute simbolo dell’educazione superiore americana e britanica. Ma qualunque localizzazione abbia l’università, sempre interagisce con il suo intorno ed è allo stesso tempo un agente economico e sociale che favorisce le sinergie territoriali. Questa relazione si intensifica a fine del XX secolo quando si concettualiza e si riconosce l’economia e il territorio della “conoscenza” come luogo dove interagiscono i capitali umani, culturali e territoriali, creando una rete non solo nel contesto locale ma anche regionale. L’università diventa un pezzo chiave del sistema perchè genera innovazione e conoscenza, perciò aumenta la produttività, lo sviluppo e la richezza del luogo. Perciò si può dire che la conessione tra università e città si crea attraverso questa rete che mette in contatto attività didattiche e attività urbane entro un sistema di infraestrutture e percorsi che collegano tutti i due.

Soprattutto si può pensare all’università come un agente territoriale di primo ordine. Ripercorrendo a ritroso la storia fino alla fondazione dei primi atenei, questi hanno sempre significato un cambio molto importante nelle strutture urbane dove si sono inseriti. In qualcuni paesi si presentano disperse all’interno Ana Victoria Faría Delfino

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L’Università nella Storia DAI MONASTERI ALLA CITTÀ La fondazione dell’università risale al Medioevo, quando si sposta la conoscenza dai monasteri alla città. Fino ad allora, la conoscenza era sotto il dominio esclusivo della Chiesa, essendo fuori dalle preoccupazioni della società produttiva e commerciale della città. Il consolidamento del borgo è accompagnato dalla nascita dell’Università, con cui si inscena il transito da un sapere soltanto scolastico a un altro più accorde con il tempo di quell’epoca.

porta per i progressi, gli Stati hanno creato nuove piattaforme per lo studio della scienza e della ricerca: le Accademie, nuove istituzioni che hanno portato scoperte scientifiche e tecnologiche del secolo dei Lumi. Nel 1666, Colbert fonda l’Académie des Sciences, che si incaricava in particolare dello studio delle tematiche inerenti alle scienze basiche, men-

La prima università europea è stata fondata a Bologna nel 1088, in un territorio per lo scambio e il commercio. L’istituzione diventa il centro europeo per lo studio del diritto civile e canonico. Nel 1170 aprì l’Università di Parigi, nel 1167 quella di Oxford, la prima dedicata allo studio della teologia, e la seconda alle scienze naturali. Con queste prime due fondazioni cominciano due forme di concepire l’università che incidono sia i campi di interesse di ciascun centro e al suo rapporto con la società. Nelle città latina, in particolare, l’università si trova nelle città dove si trova anche il potere, e la sua preoccupazione è lo studio che si centra in questioni di natura teorica. Nelle isole britanniche, l’università è situata in paesi, fuori dalla capitale, nelle cittàuniversitarie. Se nel continente il punto focale è la riflessione teorica sulle isole tendono a studiare i problemi più pratici. Dopo cinque secoli di esistenza, nel XVII e XVIII secolo l’università diventa refrattaria del progresso della scienza e la spinta della ragione. Così, l’Illuminismo va incontro alla scarsa conoscenza teorica e la sua incapacità di rinnovarsi. Visti i problemi che ciò com-

Planimetria dimostrativa della citta con la particolare indicazione degli istituti universitari XVI Ana Victoria Faría Delfino

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tre la Accademia Britannica, guidata da Newton, si concentrava principalmente sulla ricerca applicata. La crisi universitaria finisce nel 1793, quando Napoleone sopprime le università dell’antico regime e fonda le scuole speciali per la formazione di personale altamente qualificato per i servizi pubblici del nuovo regime politico. Nel tardo XVIII secolo, i centri per la ricerca e l’istruzione superiore vennero suddivisi in tre classi: l’Accademia che si occupava principalmente della ricerca di base e applicata, le Scuole Speciali che formavano gli alti funzionari e le Università responsabili dell’insegnamento tradizionale. L’università in questo periodo fu relegata alla trasmissione del sapere con meno valore sociale. Dopo la crisi della fine del XVIII secolo, l’Università riconquistò il protagonismo sociale, fondandosi sulle proprie basi scientifiche e sulla capacuità di produrre servizi alla società; riprese i principi che una volta avevano difeso le Accademie: l’innovazione, e lo sviluppo in vari settori della conoscenza al fine di rispondere meglio alle esigenze dell’industria e della formazione della società industriale. La Francia, dopo la Convenzione, ricostruisce la Sorbona e si impegna nella costruzione dei politecnici come università dell’industria. La Germania, d‘altra parte, parallelamente al processo di ricostruzione nazionale, fonda l’Università di Berlino come un grande monumento alla cultura, dalle mani dei grandi innovatori delle discipline classiche. Così, l’università romantica prende il posto delle scienze e del pensiero. Il dibattito della modernità torna in aula e l’università recupera il terreno che aveva perso davanti all’accademia. La società chiede un’università per la formazione delle élite che siano in grado di rispondere alle importanti trasformazioni sociali ed economiche che hanno scosso il XIX e XX secolo. L’Università della seconda metà del XX secolo si affronta da un altro presupposto: l’interesse, non sempre dimostrato, degli Stati per la ricerca e la formazione di tecnici ed esperti per lo sviluppo. Si somma la crescita della classe media le cui aspirazioni di progresso si traducono, in parte, nella voglia di accedere alla formazione universitaria, che produce una forte espansione quantitativa delle università e un cambiamento del loro ruolo a livello sociale. La massificazione degli atenei, l’espansione dei loro corsi e carriere, l’aumento e dispersione dei centri, l’incremento del carico di insegnamento dei docenti, le difficoltà di un finanziamento stabile per ricerca, ecc, ridimensionano il carattere elitario delle università, tranne in centri molto speciali, e le convertono in istituzion in cui si imparte una formazione socialmente più conveniente. Questi cambiamenti si producono anche nel contesto della globalizzazione, che spinge l’università verso una competizione in cui la qualità e differenza

sono complementari. Pertanto, più che mai, il rapporto tra l’università, la città e il territorio, l’impegno dell’università con il suo intorno deve essere il primo garante di questa qualità e differenza. Se nel passato l’università è stata strettamente collegata con la città, oggi questo rapporto appare come qualcosa di fondamentale, come un primo passo verso la differenza e soprattuto, la prima e più importante dimostrazione della sua capacità di risposta alle esigenze della società. In questo modo si può affermare che l’università sia stata una delle istituzioni chiave nella definizione della struttura urbana occidentale, essendo ad oggi, insieme alle ferrovie e i grandi magazzini, elemento urbani fondamentale della città liberale come erano la chiesa, il palazzo reale e il castello nei secoli precedenti. I cambiamenti finora descritti, riguardanti il ruolo dell’Università nella società, si sono tradotti anche fisicamente in sue diverse conformazioni spaziali. Gli edifici che nei secoli sono stati chiamati ad ospitare questa istituzione del sapere si sono saputi adattare al diverso uso che ne veniva fatto, alla diversa importanza che veniva loro di volta in volta attribuita. E’ così possibile ripercorrere la storia dell’Università anche attraverso una lettura critica degli edifici in cui questa veniva collocata. Dalla loro fondazione fino al 1400, le univeristà erano caratterizzate da una configurazione policentrica all’interno del tessuto urbano, in locali non specificamente progettati per l’insegnamento. A partire dal XV secolo inizia invece a prendere campo l’idea dell’edifcio-università. In questo modo si cominciano a costruire edifici compatti contenenti tutti gli elementi necessari (aule, biblioteche, ecc.). L’edificio universitario diventa una costruzione urbana, rettangolare, introversa e di pianta centrale, dominata da una torre e con chiare risonanze monastiche. La struttura universitaria come spazio funzionale, è allo stesso tempo un luogo di studio e di riflessione, e la residenza di docenti e studenti. Da questo momento l’Università inizia ad essere vista come luogo della comunità educativa e luogo in cui si produce conoscenza. L’architettura che doveva ospitarla ha dovuto quindi trasmettere questa duplice valenza attraverso una monumentalità che potesse competere con quella di altri edifici che rappresentavano altre forme di potere nella città come chiese, castelli e palazzi. Da quando il ruolo dell’università e la sua importanza sono stati consolidati all’interno della società, si è potuto assistere ad una diversa declinazione di questi concetti attribuibile per lo più ai diversi approcci che ciascuna società ha deciso di adottare. E’ quindi possibile riconoscere diversi modelli di università moderne ben definiti apparteneti a diverse Ana Victoria Faría Delfino

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aree geografiche europee. Esempio di questo è la pubblicazione fatta da Mikala Holme Samsøe1 insieme con la The Danish University and Property Agency (DUPA) parla dei questi modelli moderni per poter capire il futuro della università. Il modello inglese Il modello universitario britannico, rappresentato principalmente da Oxford e Cambridge, ha un carattere di autonomia non soltanto dal punto di vista architettonico ma anche accademico. Questo modello anche conosciuto come college, ha una configurazione in pianta essenzialmente quadrata o rettangorale che riprende l’idea dei monasteri dove in questi spazi di marcato ordine formale si riusciva a mantenere il controllo della vita studentesca in maniera più diretta. Ache si garantiva un migliore adattamento alle divisioni del tessuto. È una composizione chiusa e multipla che densifica un ente urbano abbastanza omogeneo, in cui si crea una identificazione esplicita tra Università e ciità.

La Sorbonne. Parigi. Fondata in 1245. Immagine dl 1642 Il modello tedesco L’Università di Berlino è stata creata in 1810, seguendo le diretrici di Guglielmo di Humboldt. Questa è stata qualificata come la madre di tutte le università moderne, essendo di grande influenza nella ideazione di tante università internazionali. Dal punto di vista urbanístico, consiste nell’ampiamento della città attraverso l’università. Si comincia con un macro edificio compatto eredità della tradizione rinascimentale. Esempio di questo è l’università di Berlino con il Palazzo del Principe Heinrich costruito in 1748. Ha orginalmente una pianta a forma di “U” che è stata posteriormente ampliata (1913) con due ali lunghe verso nort.

Università di Lancaster, Inghilterra.

Questo modello implica la sempre crescente necessità di occupare con usi universitari le aree relativamente vicine al edificio principale e primitivo.

Il modello francese Il modello della università napoleonica appare all’inizio del XIX secolo. Si basa su un modello di distribuzione che localizzava a Parigi come l’asse principale per tutte le istituzioni nazionali. Nel interno della città i palazzi adottano una disposizione policentrica. La università si sovrapponeva alla città. Durante il periodo illuminista, la idea di conoscenza multipla si vede riflessa nella frammentazione fisica della università in diversi pezzi architettonici. Esempio di questo è la Sorbona. In un inizio era un complesso compatto e monostrutturale fatto da Richelieu ma quando Napoleone ha creato l’Università Imperiali, questo palazzo e rimasto in secondo piano e si è adattato un modello di localizzazione multiple e disperso nel tessuto del quartiere latino. È una università che con il trascorrere del tempo ha adquisito un compromesso urbanistico tra città e università. 1 Holme Samsøe, Mikala. Campus and Study environment - phys-

Università di Berlino nell’attualità Attualità Nel periodo seguente alla Seconda Guerra Mondiale, uno dei fenomeni che ha segnato di più il profilo dell’educazione del XX secolo è la massificazione. Cominciano a sollevarsi dubbi sulla questione che un’università plurale e multisociale possa dare risposta solida e vera alla domanda educativa. A livello spaziale non si creano nuovi modelli specifici ma rimangono come modelli due proposte urbanistiche: quella inglese e quella tedesca.

ical framework for universities of the future.

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Uni-Città CLASSIFICAZIONE DELLE UNIVERSITÀ A SECONDA DELLA RELAZIONE CON LA CITTÀ

Nella città, il mondo universitario trova gli appoggi e le attività di cui ha bisogno, e allo stesso tempo la città ha nell’università una fonte prossima di conoscenza. Purtroppo la localizzazione dell’Università nel contesto urbano è stata, e continua a essere, diversa a seconda della storia accademica, amministrativa e urbana dei diversi paesi. Questa storia si definisce tra due posizioni diverse tra dispersione e concentrazione delle attività accademiche dentro alle città o nelle zone periferiche. Tutta la variabilità che si crea tra queste opzioni opposte comprende tutti i modelli che oggi coesistono nelle localizzazioni universitarie. Diversi studiosi hanno indagato l’università da questo punto di vista, tentando di catalogare o quantomeno di elaborare una classificazione a cui ridurre una molteplicità di esempi esistenti. Uno di questi è Pablo Campo Calvo-Sotelo con la sua tesi dottorale “La universidad de España. Historia, urbanismo y arquitectura” in cui studia le forme e maniere in cui si sono sviluppate le università. Ad oggi si ritiene che questo testo debba obbligatoriamente rientrare nella bibliografia da consultare al momento in cui si voglia approfondire lo studio delle univeristà spagnole. Le conclusioni di questa ricerca giungono ad affermare che non tutte le università si sono collocate territorialmente in posizioni diverse, applicando differenti strategie urbane, e a supporto di questa

teoria sviluppa una classifica, limitatamente inerente alle università spagnole, basata su diversi criteri: Il primo di criterio riguarda l’importanza e influenza degli atenei sul territorio: • Territoriali: quando hanno diverse sedi e tentano così di ridistribuire l’effetto della capitalità. Rappresentano una regione dove le diverse facoltà si trovano nelle città che la contituiscono. • Locali: quando mantengono una stretta relazione con la città concedendo valore e rango di capoluogo alla città con la sua presenza. • Associazione: quando si localizzano in un nucleo periferico di una grande città per approfittare “degli efetti di metropolitaneità e dei benefici della differenza”.1 Altro criterio è la posizione urbana e territoriale del campus, secondo il quale possono essere: • Svincolate: quando localizzano in quello che si definisce “non luogo”, svincolate dalla città senza la capacità di creare altre connessioni con la città se non quelle fisiche. • Segregate: quando la città non riconosce le università perchè si trovano in spazi territorialmente marginali, alle spalle della città. • Superperiferiche: quando si fonda l’università 1 Campo Calvo-Sotelo, Pablo. La universidad de España. Historia, urbanismo y arquitectura

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come una “operazione speculativa... come una riqualificazione del suolo più che un’articolazione del territorio metropolitano”. A seconda della posizione all’interno della città l’università puo essere: • Periferica come una parte della città funzionale, un spazio di aree specializzate. •All’ interno del tessuto urbano come un pezzo che compone la città. • Isolata nell’ interno urbano come un elemeto singolare o speciale. • Difusa nell’ interno urbano come pezzi che conformano la città. Volendo avanzare una critica a questo lavoro si potrebbe dire che questo si caratteriza per un’alta complessita, infatti a seguito della seconda ricerca fatta, delle diverse bibliografie consultate e università studiate, si è visto che le università nel trascorrere della prpria esistenza possono essere riflesso di più di uno di questi modelli. Di conseguenza si potrebbe realizzare una classificazione più generale che guardi all’università soltanto come elemento urbano in relazione allo svillupo della città e al suo inserimento in essa. In questo modo si propone una classifica che pone sopra ogni criterio la relazione università-città a livello urbano e che propone le seguenti categorie: 1. Università come un sistema disperso. L’università si trova diffusa nell’interno urbano come una parte del puzzle che conforma la città. Si potrebbe dire che la città è l’università.

2. Università come un sistema concentrato. L’università si concepisce in forma di campus, isolata dal tessuto urbano tradizionale del suo intorno, e nella sua genesi, accoglie soltanto attività accademiche. Questo spazio suburbano si transforma progressivamente in città, non in termini amministrativi ma funzionali. Ciò accade nella misura in cui si vanno localizzando nel campus le funzioni urbane (commerciali, culturali, sportive) insieme con quelle accademiche e residenziali. Questa trasformazione si complementa con il flusso di pesone e informazioni, acquistando il carattere di nodo urbano a scala metropolitana o regionale. Perciò questa categoria si può suddividere a seconda del livello della trasformazione dell’università in città in: a. Università concentrata periferica. L’Università ancora si percepisce come un nucleo separato dalla città e che si localizza nella periferia. È la genesi del sistema concentrato. b. Università concentrata urbana. L’università si trova all’interno del tessuto urbano come una parte che compone la città. Diventa un quartiere accademico caratteristico e riconoscibile della città. Si potrebbe dire che gode della condizione di università dentro la città e di città dentro l’università.

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UNIVERSITÀ COME UN SISTEMA DISPERSO

L’università come sistema disperso si indende come quella che si perde nel tessuto urbano e si caratteriza per essere conformata da edifici isolati e dispersi nella città senza un apparente vincolo tra di loro. La disgregazione fisica delle diverse sedi impedisce la connessione funzionale diretta così che non si configura come un insieme compatto o unitario. Il vincolo più estremo a cui puo arrivare è occupare un isolato o presentare divisioni interne dentro uno stesso palazzo ma che comunque non puo essere inteso come un tutto per la sua relazione con gli altri palazzi sparsi nella città. Ogni palazzo puo alloggiare una o varie facoltà che abbiano relazioni tra di sè e che a loro volta costituiscono questo grande puzzle nella città transformandola pienamente in università. Questi tipi di università si presentano soprattutto in città dove la storia risale al periodo medievale come è il caso di Bologna prima università d’Italia o Genova, dove anche la storia dell’università parte da questo periodo storico. Sono atenei che dopo la riforma protestante (secolo XVI) occuparono gli antichi monasteri e si sono espansi con il trascorrere del tempo per la necessità di alti spazi per la formazione nella città. È cosi come con il percorrere dei secoli gli antichi conventi, collegi minori e monasteri dell’antica città si vanno recuperando e restaurando con il tempo, localizzando in questo

modo una grande parte dell’università nei centri storici delle città. Durante il XX secolo e con la necesità di una maggiore quantità di spazio, cercano la propria espansione nella periferia della città o nelle aree dismesse, localizzandosi in antinche fabbriche o generando nuovi piani urbanistici per la costruizione di Campus universitari che riescano ad alloggiare la cresciente popolazione studentesca. È difficile slegare la crescita dell’università e della città, poichè la loro interazione è estremamente intima e complessa. Si potrebbe pensare ad entrambe come un insieme. Esempio di questo è la problematica attuale di densificazione nelle zone in cui si localizza la sede dell’università. Non esiste una connessione travolgente tra le facoltà che permettono di creare una rete studentesca. Il mezzo connettore è la città di per sè. Questa situazione è ricorrente in Spagna, dove città come Salamanca, Sevilla, Alcalà, Oviedo, presentano sedi universitarie collegate dalla città e che ad oggi hanno insufficienti spazi per la domanda esistente. Sevilla probabilmente è uno dei casi più studiati attraverso conferenze e studi organizzati dalla stessa università per capire la formazione e il suo possibile sviluppo nel futuro come università.

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Caso 1.1 UniversitĂ di Siviglia

Siviglia 1855. A Guesdon Ana Victoria FarĂ­a Delfino

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Siviglia nell’attualità

SIVIGLIA: Città La città di Siviglia si trova nella provincia di Siviglia, che appartiene alla Comunità Autonoma dell’Andalusia, nel sud della penisola iberica, sulla riva sinistra del fiume Gadalquivir, nonostante parte della città occupi il lato destro del fiume navigabile rendendola un porto fluviale. Ha una superficie di 142,8 m2 1 e può essere considerata come il centro artistico, culturale, finanziario, economico e sociale del sud della Spagna. È la quarta città più grande di questo paese per numero di abitanti dopo Madrid, Barcellona e Valenzia.2 Ha sperimentato diversi sviluppo urbani importati come lo svolgimento dell’Esposizione Iberoamericana del 1929 segnata dalla creazione di parchi, piazze e palazzi cosiderati fino adesso icone della città. Esempio di questo è

il Parco Maria Luisa o la Piazza Spagna. Un altro evento importante è stata l’Esposizione Universale di 1992 che ha lasciato alla città molte infraestrutture più l’inserimento di nuove imprese tecnologiche e centri universitari nelle zone liberate dopo l’evento. Uno degli elementi più rappresentativi della città è l’Università di Siviglia, con oltre 55.000 studenti ed i cui centri si localizzano sparsi per tutta la città. È categorizzata come la seconda università dell’Andalusia dopo l’Università di Granada, l’undicesima di tutta la Spagna e 284 del mondo entro le classifiche internazional.

1 Sevilla en Sistema de Información Multiterritorial de Andalucía, Instituto de Estadística de Andalucía. [28-9-2008] 2 Instituto Nacional de Estadística, España (ed.): «Cifras de población referidas al 01/01/2008 Real Decreto 2124/2008, de 26 de diciembre

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SIVIGLIA: Università e città Lo studio delle relazioni urbane e architettoniche tra le diverse sedi universitarie e la città di Siviglia nel corso della storia, dipinge un quadro complesso di interazioni mutevoli tra i frammenti e il tutto, in cui entrambe, l’università e la città, vanno in continua evoluzione e crescita. Esse arrivano a definire il modello della loro conformazione spaziale, modificando nel tempo il ruolo dell’architettura, sia costruita come riutilizzata, che l’Università di Siviglia continua a utilizzare nel contesto in cui si è inserita. Il ruolo dell’ateneo di Siviglia varia in modo significativo rispetto ai suoi quasi 500 anni di esistenza. All’inizio, consiste in un unico insieme costruito sul bordo meridionale della cinta muraria, che definisce come prima sede il “Colegio-Universidad de Santa Maria de Jesus” fondata da Arcidiacono Maese Rodrigo Fernández de Santaella alla fine del XV secolo. Dopo l’espulsione dei Gesuiti, viene concesso all’università l’antica “Casa Profesa de la Compañia de Jesus”, che viene riutilizzata come una seconda sede nel cuore della città da 1771 fino 1954. Infine, la terza e ultima sede è situata in una zona fuori le mura, cioè la vecchia fabbrica di tabacco opera dell’ingegnere Van der Beer e sede attuale dell’Università dal 1954. Nel tempo si produce una dispersione progressiva delle sedi universitarie fuori del centro storico, in particolare durante la seconda metà del XX secolo, con la costruzione graduale di una serie di nuovi settori universitari e edifici isolati in diverse zone nella periferia della città. Ad esempio negli anni sessanta sono stati creati la Scuola di Architettura e Ingegneria Industriale. Nel decennio successivo sono stati creati gli Studi Economici e Farmacia divisa la Facoltà di Scienze in Facoltà di Biologia, Fisica, Chimica, Matematica e Chimica, e si crea il Collegio di La Rabida.

Espansione dell’Università di Seviglia

Perciò, a Siviglia, i processi iniziali del rapporto tra università e città sono piuttosto complessi, e non affatto lineari. Durante i secoli XVI e XVIII hanno vissuto insieme diversi centri di livello universitario, per lo più appartenenti a ordini religiosi che per un lungo periodo hanno fatto intendere la ciità come una città universitaria, un concetto che si decanta fino alla sopravvivenza di quello che oggi è conosciuto come l’Università. Durante la sua storia, e soprattutto nel suo sviluppo nel corso del ventesimo secolo, l’edificazione della struttura dell ‘Università di Siviglia si inserisce in un modello di dispersione urbana. L’esempio di Siviglia non partecipa come alcune antiche università inglesi (Oxford, Cambridge) o americane (Harvard, Yale, Duke) ad un modello urbano Le diverse sedi dell’Università di Seviglia nella attualità di ampia estensione, periferico all’inizio, ma che Ana Victoria Faría Delfino

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poi potrebbe venire assorbita dalla città nella sua crescita. Non corrisponde neanche ad un prototipo di università impiantata in grandi campus universitari esteriori alla città e collegato ad essa attraverso vie e mezzi di trasporto. Siviglia si trova nella tipologia di università inserita nella città, dispersa in essa e con forti vincoli con il contesto in cui si trova. Nello sviluppo e la crescita dell ‘Università di Siviglia non è mai esistito un piano per l’espansione futura, un ordine pianificato di espansione per un lungo periodo di tempo. La gestione del suo insediamento e crescita è stata quasi casuale e improvvisata, legata agli sforzi di politici in diversi momenti storici che hanno portato al recupero e costruzione di edifici e terreni che per diverse circostanze rimanevano disponibili nella città. Siviglia non ha mai pensato all’università come elemento del suo progetto urbano, ma come una risorsa per la conservazione del patrimonio. Questo fenomeno si ripete ancora oggi, quando l’università occupa edifici con una logica di profitto che alcune volte è irragionevole perchè non necessaria oppure perchè realizza inversioni molto più elevate del previsto, senza tener conto del problema nel suo complesso, come è il caso della nuova scuola di Ingegneria o il grande investimento nella trasformazione della Scuola di Ingegneria Informatica.

Colegio-Universidad de Santa Maria de Jesus. 1885 Prima sede

La vecchia fabbrica di tabacco

Casa Profesa de la Compañia de Jesus. 1929 Seconda sede

La vecchia fabbrica di tabacco nell’attualità Terza sede

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Caso 1.2 UNIVERSITÀ POMPEU FABRA

Vista di varie sedi del UPF . Barcellona Ana Victoria Faría Delfino

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La Università Pompeu Fabra si trova in Barcelona, Spagna. E’ stata creata nel 1990 dopo l’ autorizzazione del Parlamento alla sua costruzione. È un’università pubblica di Catalunia che si è pensata come un’istituzione dispersa nella città. Si estende dalla Rambla fino alla Villa Olimpica cosiderato un sistema di rinnovazione del tessuto urbano. Il governo catalano è stato il primo interessato ad utilizzare le università come utenti dei grandi contenitori urbani obsoleti che si trovano nel centro della città (conventi, caserma, ecc.), come sistema di riqualificazione dei quartieri antichi. Di conseguenza l’Università di Pompeu Fabra, che doveva essere la seconda università metropolitana di Barcelona, approfittò del fatto che le due università storiche della città (Università di Barcelona e l’Università Politecnica di Catalugna) erano state spulse dal centro urbano nei passati decenni. Perciò si propone come istrumento per la riqualificazione dei quartieri antichi più degradati della città. Il progetto si svillupa in due linee strategiche. Da una parte, riutilizza i grandi edifici pubblici del fronte marittimo della città, tipo la caserma della Intendenza o la stazione di Francia (ultima grande stazione dell’architettura di ferro della città) e altri palazzi ancora in uso come la il palazzo della Posta o il Governo Militare. Questa strategia cerca di distribuire l’università nei quartieri della Ribera e il Poblenou, portando con sè difficoltà ovvie di collegamento però con un vantaggio evidente di localizzazione urbana, accesibilità e contesto. La seconda strategia riguarda l’università come strumento di riqualificazione e sostituzione delle zone marginali centriche e con edificazione degradate. Questi quartieri occupati da uno strato

Campus della Comunicazione. Poblenou

Campus della Ciutadella Edificio Esci Born

Edificio Franca

Campus del Mar

Edificio Mercè

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sociale molto basso sono luogo di attività illecite, che soltanto trovano una soluzione con una attuazione incisiva di vuoto e sostituzione. Questo è il caso dell’impianto dell’università di fianco a una delle strade più importanti della città, Las Ramblas de Barcelona, nella piazza del Teatre, in cui essa si è inserita in uno spazio aperto, colonizzato e competendo con gli usi marginali, in un chiaro sforzo di riqualificazione che ha avuto esito positivo fino ad oggi. In questo caso, a differenza di quello di Siviglia, è l’università che decide di essere dispersa nel tessuto urbano come un modello di riqualificazione dei posti più degradati della città. L’obiettivo non è mantenere un patrimonio edilizio, ma trarre vantaggio dall’esistenza di questi palazzi per il rinnovo della città e in conseguenza l’ottenimento di un’università a carattere disperso. Questa di Barcellona è una strategia, che non soltanto si riflette in termini urbanistici, ma anche ha una base sociologica consapevole del potenziale innovativo che l’università porta intrinsecamente.

UPF. Edificio di Investigazione BIomedica. Campus del Mar

UPF. Foyer del edificio Roger de Lluria

UPF, Campus ciutadella

Ciminiera della antica fabbrica

UPF, Facoltà di Comunicazione. Antica fabbrica

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UNIVERSITÀ COME UN SISTEMA CONCENTRATO L’università come un sistema concentrato è anche conoscuita con il nome di campus universitario. Il campus, come modello universitario, è un recinto segregato, di localizzazione sub-urbana, in cui rimane specificamente legata la funzione residenziale per studenti e professori dell’accademia dello studio e ricercatori. Ha sempre una dotazione di servizi e strutture che le permette di avere autonomia funzionale. Nasce negli anni ’60 sotto l’idea inglese di isolamento e unicità, affascinata dal prestigio delle università inglese e americane degli anni ‘30 che seguono un criterio architettonico razionalista. Il risultato è una struttura densa, ma anche isolata, dove i luoghi di incontro della comunità universitaria sono molto tenuti. Tuttavia, la posizione di questi campus, spesso in terreni di occupazione immediata e poco costosi, fanno sì che l’insediamento avvenga nei peggiori siti, mal collegati con l’intorno, di difficile accesso e senza alcuna infrastruttura di connessione. Inoltre molti di loro hanno problemi di grandezza e povertà architettonica, insieme al fatto che molti di questi campus non sono stati completati con le residenze e i servizi di cui l’università aveva bisogno. Questa lontananza li rende spazi universitari con difficoltà di relazionarsi, in termini di conessioni fisiche. Questo produce all’inizio ghetti culturali, nel caso che godano dei servizi sufficenti per studenti e professori. La concentrazione dei centri di docenza, ricerca e innovazione in un punto del territorio hanno anche effetti positivi, poichè generano molte sinergie interne e possono essere un fattore di impulso innovatore per l’intorno. Il concetto di università concentrata o campus ha il suo elemento di forza nello spazio centralizzatore di edifici e coordinatore di funzioni. Per questo le università concentrate, nonostante siano concepite in maniera isolata, possono arrivare a costruire città al loro interno. Non in un senso amministrativo ma funzionale e morfologico. Affinchè

una università concentrata crei una morfologia a livello spaziale e sociale deve acquistire un carattere urbano cioè passare a essere città, ragione per i cui deve aggiungere altre funzioni come il commercio, cultura e divertimento, allo stesso tempo delle funzioni strettamente accademiche o lavorative. È in questo momento che l’università concentrata passa dall’essere periferica a urbana. Le università latinoamericane sono il migliore esempio di questo caso, che dopo essersi integrate al tessuto urbano confomano ciò che si conosce come città universitaria. Esempio di questo sono l’Università Nazionale Autonoma di Messico, l’Università Centrale di Venezuela, la Città Universitaria di Rosario in Argentina o la Città Universitaria Armando de Salles Oliveira in Sao Paulo Brasile. A livello planimetrico si può evidenziare, di maniera ricorrente, l’assorbimento del campus universitario da parte della città latinoamericana, poichè il suo tessuto è estraneo a quello dell’ urbe, perciò facilmente identificabile. Nostante non sia sufficiente una connessione fisica per stabilire una relazione con la città, è anche necesario un vicolo a livello sociale. L’università passa a essere parte della vita del cittadino, trasformandosi in un luogo dove lo studio e la ricerca sono considerati la base della sua creazione ma è il commercio, gli eventi culturali che si svolgono al suo interno e altri modi di ricreazione ciò che mantiene la sua dinamicità con la città. Tra i casi latinoamericani si può considerare l’Universidad Central de Venezuela come uno dei più interessanti, “constituendo un esempio dei più alti ideali di urbanismo, architettura e arte, rappresentativo dell’utopia moderna, che esprime l’illusione di raggiungere un mondo ideale di perfezione per una società e un uomo nuovo”1 . È stata progettata interamente da Carlos Raul Villanueva, e dichiarata Patrimonio Mondiale, Culturale e Naturale dell’Umanità nel 2000 da parte dell’UNESCO. 1

UNESCO, 2000

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Caso 2.1 Università Centrale di Venezuela

Università Centrale di Venezuela 1960 Ana Victoria Faría Delfino

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CARACAS: Città La città di Caracas è il capoluogo della Repubblica Bolivariana del Venezuela localizzata in America del Sud e anche cosiderata il centro amministrativo, finanziario, politico, commerciale e culturale del paese. Si localizza nella zona centro-settentrionale della nazione e si caratteriza per essere una valle montagnosa ad una altitudine di 900 mslm. Il monte Avila è considerato il suo polmone vegetale e l’elemento geografico che divide la città della costa.

Università Centrale di Venezuela 1958

Nei 74 anni (1936) trascorsi da quando il petrolio è diventato principale entrata economico del paese, la popolazione di Caracas si è moltiplicata 30 volte e la città dispersa negli spazi circostanti, ha creato un’estesa area metropolitna che si sovrappone alle divisioni politico territoriali. Siccome l’uso residenziale è quello che copre una percentuale maggiore dell’area urbana, la forma di crescita della città si è presentata sotto forma di sviluppo di quartieri residenziali di carattere pubblico o privato, situazione che si ripete fino ad oggi. Di conseguenza, la sua struttura urbana è considerata molto complessa essendo il risultato dell’accorpamento e sommatoria di questi insediamenti urbani isolati. Il suo processo evolutivo ha favorito la conformazione di frammenti carenti di relazioni e continuità spaziale. La città è cresciuta e si è moltiplicata fino ad oggi con una velocità superiore a qualsiasi tentativo di pianificazione o senso del futuro. Non esistono regole o requisiti. Ognuno ha cercato di affrontare l’espansione in base alle proprie capacità, necessità, talento, avidità o sensibilità. In questo modo Caracas evidenzia nella sua costituzione un insieme di tessuti eterogenei che riflettono la frammentazione della città, ma che allo stesso tempo arricchiscono e diversificano la città. Ogni tessuto è una forma di fare città, la manifestazione di un momento all’interno del processo di configurazione urbana della metropoli. Cosi la Università Centrale di Venezuela e diventata uno di questi insediamenti urbani isolati che con il trascorrere del tempo si è incorporata di maniera veloce diventando uno dei poli della città.

Università Centrale di Venezuela 1960

Aula Magna e Biblioteca, 1960

Università Centrale di Velezuela nell’attualità Ana Victoria Faría Delfino

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Foto sattelitale dove si evidenzia la Università Centrale come centro urbano dopo la espasione della città

UNIVERSITÀ CENTRALE DI VENEZUELA Riprendendo l’idea della frammentazione della città, si può considerare che l’Università Centrale di Venezuela, anche conosciuta come Città Universitaria, sia diventanta un’area di poligono1 di Caracas. L’università rappresenta un poligono con una importante participazione del vuoto, considerata un tessuto moderno all’interno della città, caratterizata da grandi costruizioni insieme con importanti spazi vuoti. Si è trovata in mezzo alla città per la crescita incontrollata di quartieri residenziali durante gli anni sucessivi alla sua costruzione nel 1940. La vera origine di questa università risale al 1721 poichè si tratta dell’instituzione di educazione superiore più antica di tutto il paese. Le sue origini sono quelle di università dispersa essendo la sua prima sede il Seminario Santa Rosa e la seconda il Convento di San Francisco, tutte e due in centro città. In 1940 sotto la dittatura, si decide di creare un campus universitario già che gli spazi non erano sufficenti per la popolazione studentesca. Perciò il governo decise di espropriare i terreni della “Hacienda Ibarra” localizzata in periferia e concedono il lavoro all’architetto Carlos Raul Villanueva. È un complesso costituito da 70 edifici, il Giardino Botanico di Caracas, la seconda biblioteca più importante del 1 La città di Caracas presenta quattro tipi di tessuti: le aree tradizionali (quelle que conformano il nucleo originale di fondazione, composta da una reticola come trace geometriche del modello coloniale), le aree di crescita per espanzione (prolungamento della reticola e altre aree che aumentano il perimetro della città come i quartieri isolati), le aree poligono (grandi terreni con importante paticipazione del vuoto, circondate dalla città), le aree di sviluppo non controllato (crescite espontanee e senza nessuna normativa urbana) Marcano Requena, Frank. (2005). Las Constelaciones del Colibrí, metáfora del espacio público de Caracas. Instituto de Urbanismo. Facultad de Arquitectura y Urbanismo. Universidad Central de Venezuela. Caracas.

paese, 9 delle 11 facoltà che la compongono e un’Aula Magna tra le più importanti del mondo. La Città Universitaria è considerata di una qualità superiore, con i più alti ideali e proposte urbanistiche, architetoniche e artistiche. È il simbolo di un mondo ideale di perfezione per la società e il “nuovo uomo”, di cui parlava Villanueva, che sorgeva in questo mondo occidentale risoltato dei cambiamenti filosofici, sociali, tecnologici ed estetici dell’epoca. Perciò si considera Villanueva un architetto moderno che voleva trasformare la società attraverso la sua professione. Cercava l’unità all’interno della complessità dell’insieme ideale tra città, tecnologia, forma, spazio e arte come un tuttto integrato. Si può dire che questa sia stata costruita pensando al futuro e alla sua integrazione con la città. È vero però che la Città Universitaria è stata concepita come un insediamento limitato e isolato dalla Caracas degli anni ‘50. Pensata con le funzioni separate dove si possono distiguere chiaramente le diverse zone, destinate a differenti usi e aree di conocenza, collegate tra di loro attraverso una rete veicolare e pedonale. Era un modello urbano basato sulle proposte urbane dei CIAM principalmente quelle sviluppate nella Carta di Atene del IV CIAM curato da Le Corbusier. Abitare, Lavorare, Ricrearsi si separano e comunicavano tra di loro attraverso la circolazione. È un’idea ricorrente in tutte le città universitarie del latinoamerica durante gli anni ‘40 e ‘50. È cosi che si riusciva ad arrivare all’idea di città dinamica e complessa, dove attraverso le reti di circolazione pedonali e veicolari se collegava con i giardini e le edificazioni della trama organica con innumerevoli relazioni, efficenti nel senso funzionale e imparagonabile nel suo attrattivo spaziale. È stata già immaginata come modello di un nuovo cuore per la Ana Victoria Faría Delfino

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città, come un centro di vitalità sociale, accademica e culturale, cioè un mondo umanistico la cui organizzazione in tutti i sensi contrasta con il caos della città di Caracas, proponendo un’alternativa di ordine ideale che si mantiene fino ad oggi. Questo carattere di ideale viene rafforzato dalla relazione con la naturalezza, i luoghi di riunione e incontro e il percorrere gli spazi capendo il tempo come quarta dimensione e il fatto di muoversi come mezzo per comprendere, sentire e assaporare l’architettura di questo posto. “…todo se disuelve ahora, se adelgaza, se vuelve continuo y transparente y sobre todo se une con otros espacios y otros volúmenes y otras aberturas, con una riqueza de posibilidades jamás imaginada. Todo se atraviesa, se interpenetra de un modo fluido y penetrante, en una gama rica y potente y expresa características propias que son: elasticidad, movimiento, continuidad y dinamismo” .2

Giardini della Università Tierra de Nadie

Il fatto di possedere una piano terra considerato un basamento trasparente complesso percorribile quasi nella sua totalità, insieme con la caratteristica di essere pensato come uno spazio per la cultura dove l’aspirazione umanistica e sociale si incontrano fanno che la Città Universitaria crei un rapporto città-università a un livello più profondo. “Conviene recordar con Michel Ragon que, así como los leones no deben estar en los parques zoológicos, tampoco las pinturas y esculturas deben ser recluidas en los museos. El ambiente natural de los animales salvajes es la selva. El ambiente natural de las obras artísticas son las plazas, los jardines, los edificios públicos, las fábricas, los aeropuertos:

2 Villanueva, Carlos Raúl. La Facultad de Arquitectura, Escritos. Facultad de Arquitectura y Urbanismo, UCV. Caracas 1980.

Piazza coperta Scultura: “Pastor de Nubes” di Jean Arp Mural: Mateo Manaure

Squema dei flussi e movimenti nella piazza coperta dell’Università e coni visuali delle opere di arte in essa contenuta Ana Victoria Faría Delfino

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todos los lugares donde el hombre perciba al hombre como a un compañero, como a un asociado, como a una mano que ayuda, como a una esperanza, y no como la flor marchita del aislamiento y de la indiferencia.”3 È una città dentro la città dove si collegano cultura, commercio, ristorazione, ricreazione, servizi, investigazione e soprattutto accademia poichè sono davvero gli studenti che mantengono l’università in una dinamica permanente ma sempre controllata dai suoi tre collegamenti principali di tipo pedonale e veicolare con Caracas. È una relazione basata sullo scambio, delle cose che puo offrire l’università tanto agli studenti come ai cittadini. Il fatto che uno studente possa rimanere a fare vita universitaria nel dopo classe e il cittadino possa godere delle installazioni accordi per svolgere funzioni di appoggio per la città a livello culturale, ricreativo e di servizio.

Entrata alla piazza coperta verso l’Aula Magna Schizo di C.R. Villanueva

Spazi aperti della piazza coperta Schizo di C.R. Villanueva

Squema del Master Plan dell’Università

Piazza del rettorato Schizo di C.R. Villanueva

3 Villanueva, Carlos Raúl. La Facultad de Arquitectura, Escritos. Facultad de Arquitectura y Urbanismo, UCV. Caracas 1980.

Ana Victoria Faría Delfino

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Caso 2.2 Campus Universitario di Vigo (Lagoas-Marcosende)

Campus Universitario di Vigo Ana Victoria FarĂ­a Delfino

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Il Campus Universitario di Vigo si trova nella zona periferica a 15 chilometri del centro della città di Vigo, Spagna, sul versante sud della montagna di Marcosende, luogo pieno di vegetazione e con colline di forte pendeza chiamate montus. È stato costruito nel 1990 dopo della sua separazione dall’Università di Santiago de Compostela e ad oggi è considerato una città universitaria. Costituisce insieme ad altre tre sedi l’Università di Vigo essendo questo campus il più rappresentativo non soltanto dell’università ma anche della città stessa. Referimento dell’architettura contemporanea, è costituito dalle opere di Enric Miralles, Alberto Nogueron, Pilar Diez, Cesar Portella e Grabiel Santos Zas. Il master plan del Campus Universitario di Vigo, progettato da Enric Miralles in 1999, si ispira all’ideale della città accademica delle università americane. Nel campus convinono i palazzi dei docenti, amministrativi, aree residenziali e sportive, complessi di ricerca e divertimento che aiutano a mantenere una vita nonostante la sua distanza della città. Si sono progettate anche piscine, palestre e un centro commerciale per spingere la possibilità di integrazione con la città. Il suo sistema si può dividere in edifici docenti, infrastrutture, area centrale, zona pedonale e area residenziale. In 1977, precedentemente al progetto di Miralles, si erano costruiti alcuni palazzi senza coerenza urbanistica e con difficile accesso dall’esterno dovuto alla topografia. Perciò il progetto di Miralles e Tagliabue si basa pricipalmente nella materialità del luogo e il paesaggio, realizzando una intensa interpretazione delle pontezialità del sito come un’adattamento del terreno che crea terraze, bosco, colline e laghi artificiali per rivalorizzare la natura e adeguarla alla esigenze richieste dalla vita universitaria. Secondo Miralles era imprescindibile ridefinire le qualità del luogo per potenziare la vita comunitaria degli studenti e per adeguare ed enfatizzare le caratteristiche naturali. Si doveva organizzare il campus in modo che il complesso costantemente cambiasse la sua fisionomia adattandosi alle necesità dell’utente, al terreno e ai belvederi creati con le terrazze che circondano tutto il complesso.1

Pianta topografica del area a intervenire da Miralles e Tagliabue. 1998

Ampliamento del Campus Universitario di Vigo da Miralles e Tagliabue. 2003

È una città universitaria pensata come uno spazio isolato per gli studenti che doveva avere un carattere di meditazione dove loro potessero approfittare del carattere bucolico del luogo: silenzo, concentrazione, intesità di lavoro in una localizzazione che, secondo i progettisti, era ideale per un campus. Miralles progetta una città che si costruisce attraverso l’articolazione dei palazzi, incorporazione di infrastruttura complementare d’uso comune come residenze, strutture per lo sport, negozi, bar, ristoranti, ecc. che permettano la interrelazione tra facoltà e 1 Bigas Vidal, Montserrat. Enric Miralles. Procesos metodológicos en la construcción del proyecto arquitectónico

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studenti che con il trascorrere del tempo creano un ambiente di città per la accademia. Attualmente questo campus è una opera urbanistica e architettonica di cui Vigo si sente orgogliosa e che è già diventata un’icona della città considerato anche uno dei migliori edifici del XXI secolo dall’ Atlante Phaidon di Architettura Mondiale del XXI secolo. D’altra parte l’universitò ha sempre avuto la necessità di una connessione con la città, perciò si sono realizzati progetti che prevedono di unire l’università attraverso tunnel con le altre facoltà e la città. Purtroppo, questa università non cerca veramente un collegamento con la città, bensi espandersi attraverso la sua rappresentatività, diventando un luogo dove non solo si svolge la vita accademica degli studenti ma anche quella del cittadino comune di Vigo. Cerca di spargersi nel tessuto ed essere più attrativa a livello sociale, economico, culturale, tanto per gli studenti attraverso la costruzione di residenze, aule, incubatori di imprese come per le persone non studenti con l’infrastruttura per lo sport o i negozi che si possono trovare dentro. Questo caso è un’altra interpretazione delle università concentrata nella periferia ma si può intuire che nel trascorso di qualche anno la università e la città cresceranno in modo tale che si troveranno al punto in cui l’università passerà a essere dentro della città e considerato un elemento urbano dentro il tessuto di Vigo.

Diverse foto attuali el Campus Universitario di Vigo Ana Victoria Faría Delfino

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Riflessioni I molti modi in cui il rapporto tra città e Università si è impostato e sviluppato nel tempo sono un significativo parametro per individuare ed affrontare il tema dell’organizzazione urbana nel suo complesso. In altri termini nel corpo della città, l’Università ha trovato storicamente forme di insediamento di volta in volta differenti al cambiare del contesto, proprio per la sua natura di “sistema” autonomo rispetto al complesso urbano, senza per questo rinunciare ad un dialogo, ora esplicito, ora sottintesso con la città. Sia che si parli dell’univiersità medievale come di quella moderna con i suoi diversi modelli, questo organismo è stato estremamente vincolato con la città da un punto di vista sociale, spaziale ed economico. Comunque la relazione spaziale universitàcittà si trova legata alla storia della città, sia questa medievale, dove l’università cresce insieme alla città, o sia di nuova fondazione, dove diventa simbolo della città, ed è pianificata dal nulla nella periferia. Qual è la differenza tra l’Università di Sevilla e l’Università di Havard, per esempio? Nel primo caso l’univeristà si trova immersa nel concetto di città mentre nella seconda l’università definisce la città trasformandosi in un polo in cui non è neanche necessario fare riferimento a Cambridge come localizzazione della città. È diversa la relazione tra città e università quando l’università si adatta a un tessuto urbano o quando si sviluppa come un microcosmo intorno a cui vive la città. Ma il fatto che sia un caso o l’altro dipende tanto dalla storia quanto dall’antichità della città. È per questo che le università considerate sistemi concentrati o meglio conosciute come campus universitari non hanno lo stesso esito nell’Europa che in America. Oltre a questo le università europee con il trascorrere degli anni hanno visto la necessità di espadere le proprie frontiere per soddifare la crescente popolazione studentesca e il campus è stato in molti casi una risposta non sempre efficiente al problema. Infatti nella sua costruzione devono essere previsti programmi a livello sociale, economico e culturale per il suo inserimento e collegamento con la città. Tutto ciò non è sucesso in America forse per il fatto che l’università cresce insieme alla città e tutte le edificazione rappresentative a livello culturale e so-

ciale (teatri, stadi, biblioteche, ecc.) che si costruiscono nell’università diventano riferimenti principali per la città a differenza dell’Europa dove ogni città presenta edificazioni di questo tipo che hanno acquisito un carattere centrale nella città per esserne anche patrimoni. Indifferentemente sia che si tratti di costruire nuovi edifici o di rivitalizzare parti degradate del complesso urbano, la crescita delle Università è diventata un momento importante nella formazione di modelli di intervento, spesso esemplari, sia dal punto di vista metodologico che della qualità finale del prodotto. Al di là della sua funzione specifica, quella dell’insegnamento e della trasmissione del sapere, da un punto di vista più strettamente architettonico ed urbanistico, il sistema “Università” è ancora uno dei possibili parametri con i quali potenziare le dinamiche urbane, anche per la capacità dello stesso sistema di dare vita a tutta una città. C’è da chiedersi quale sarà la nuova “forma” della università. Il mega-ateneo, isolato che ancora sopravvive e si progetta per trasformarsi dopo in un altro polo della città attraverso connessioni che vanno più in là del livello fisico o si reinterpretarà la frammentazione presente nelle città medievali pensando all’università come un sistema multipolare partendo da una logica di specializzazione dell’offerta didattica? In un’epoca in cui il luogo ha dimensione infinita, dove la globalizzazione è un tema di grande attualità e le telecomunicazioni sono un elemento importante del suo sviluppo, anche l’Università diventa un po’ virtuale. I corsi a distanza, le cui prime sperimentazionei risalgono agli anni ’70, sono già una realtà che potranno in futuro sostituire le lezioni tradizionali. L’Università intesa come oggeto fisico potrà anche assumere un ruolo del tutto diverso, diventando allo stesso tempo cervello del meccanismo, centro del coordinamento didattico e luogo dei momenti didattici di eccellenza. E’ possibile in conclusione ipotizzare che nel futuro un modello ancora diverso di università prenda campo, con caratteristiche ancora differenti per rispondere a queste nuove esigenze.

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Capitolo 2 Luogo di progetto: Ivry Sur-Seine Sito, viaggio studio a Parigi


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Il Progetto di Ivry Confluences IVRY SUR-SEINE

Piccolo villaggio di contadini fino al XIX secolo, Ivrysur-Seine sta rapidamente raggiungendo la scala di una vera e propria città industriale, avendo moltiplicato la sua popolazione di tredici volte in 50 anni (1806-1856). L’accesso immediato alla Senna, la strada per Basilea, e l’arrivo dei binari ferroviari sono gli elementi di maggior impatto che contribuiscono a creare l’immagine di Ivry-sur-Seine, una cittadina in posizione strategica, dotata di molte industrie fiorenti. Grazie a questa presenza industriale, Ivry-sur-Seine ospita una popolazione attiva in rapida crescita. L’aspetto sociale modella da sempre il volto della città, in particolare da quando, nel dopoguerra, si è dato avvio ai piani di ristrutturazione sostanziale che hanno riguardato abitazioni e strutture pubbliche.

La terziarizzazione della regione parigina e l’obsolescenza delle infrastrutture hanno costretto una parte del tessuto urbano costruito d’Ivry-surSeine all’inattività. Oggi invece questa stessa parte, testimone di un passato glorioso, trova una seconda vita nel processo di rinnovamento della città; il progetto Ivry Confluences le ridarà infatti un contesto di apertura e mixitè, restituendo alla Senna un ruolo primario. a riequilibrare le funzioni economiche e residenziali del luogo fornendo un importante mix sociale e la perpetuazione della tradizione del sito industriale con il suo adattamento alle sfide dell’economia di oggi. E’ infatti prevista la realizzazione di grandi impianti produttivi, così come di servizi e negozi. Il processo di densificazione sarà inoltre accompagnato da un programma ambizioso di disegno degli spazi pubblici. Ana Victoria Faría Delfino

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IL PROGETTO IVRY CONFLUENCES Portata Alla confluenza tra la Senna e la Marna, alle porte di Parigi e della regione di Seine-Amont, ad Ivry-surSeine esiste un luogo con un’alta posta in gioco, futura sede di un grande progetto per la città. L’area in questione rappresenta infatti un quinto del territorio comunale, attualmente incuneato tra la Senna e il fascio ferroviario di Austerlitz, che presto acquisterà valore, densificandosi e collegandosi al resto della città e a Parigi. Conformemente ai principali obiettivi della carta “Vers Ivry 2015”, la città ha dato inizio, a partire dal 2001, ad un processo di sviluppo di un vero progetto urbano di tutta l’area attorno a Place Gambetta. Questo progetto urbano è stato formalizzato nel programma di sviluppo di riferimento (Schéma d’Aménagement de Référence) del 2004. L’obiettivo della città è la conversione di molte aree urbane e di terreni disponibili in un quartiere misto e vivace. A seguito di un’ampia consultazione, la città ha scelto anche di far rientrare all’interno del programma di sviluppo il territorio di Ivry Porto, fornendo un quadro coerente per tutti i futuri interventi per il quartiere. La liberazione graduale di nuove porzioni di territorio ha richiesto l’ampliamento del perimetro del Piano di sviluppo di riferimento, che oggi arriva ad estendersi su 145 ettari e costituisce il progetto di sviluppo “Confluence Ivry”. Le ripercussioni del progetto non si limitano alla sola area di Ivry bensì rientrano in un quadro di riflessioni territoriali condotte a livello regionale all’interno dell’associazione “Seine-Amonte-Developpement” (che comprende i comuni di Ivry-sur-Seine, Alfortville, Choisy-le-Roi, Orly e Vitry-sur-Seine). Ivry Confluences si inserisce nel campo di applicazione dell’Operazione di Interesse Nazionale OrlyRungis-Seine-Amont ed è, per la sua importanza, il

primo baluardo dell’operazione di sviluppo, il vero segno di rinascita dell’intero territorio.

Contenuti Il progetto Ivry Confluences ha l’ambizione di mirare a riequilibrare le funzioni economiche e residenziali del luogo fornendo un importante mix sociale e la perpetuazione della tradizione del sito industriale con il suo adattamento alle sfide dell’economia di oggi. E’ infatti prevista la realizzazione di grandi impianti produttivi, così come di servizi e negozi. Il processo di densificazione sarà inoltre accompagnato da un programma ambizioso di disegno degli spazi pubblici. Per aumentare gli scambi nella città e ripristinare il suo ruolo di spazio di incontro, saranno sviluppate ed implementate alcune strutture pubbliche, in particolare attraverso il recupero di aree e siti del settore. Caratteristica distintiva del progetto è il suo svilupparsi lungo un asse est-ovest su cui sono collocati i principali centri di interesse.

L’ASSE: Centri d’interesse Il fiume / la confluenza: il vero cuore del progetto sarà la creazione di un grande parco, che sarà organizzato intorno a un polo universitario integrato a terziario, abitazioni e negozi. Il fronte della Senna sarà arricchito anche di abitazioni e strutture pubbliche. Le due miglia di lungofiume saranno riqualificate per creare un luogo vivo dove flora e fauna siano protette. • Place Gambetta: punto di apertura del Parco Confluence, il quartiere tornerà alla tradizionale vita suburbana animata. • L’asse di Brandeburgo: in questo quartiere nevralgico fioriranno nuove imprese, che con la loro presenza vivacizzeranno la zona.

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• La zona della stazione: la sua posizione centrale, vicino al parco des Cormailles e a numerose case del centro, porterà ad uno sviluppo attivo della sua potenzialità attrattiva, in particolare per le aziende. Una nuova rete alternativa all’automobile, sarà destinate a promuovere il traffico dolce (biciclette, percorsi pedonali,...). • Un grande parco pubblico si sviluppa già oggi lungo la Senna fino a confluire nel cuore di Ivry. Con il progetto si prevede di rimuovere il traffico automobilistico pesante a favore di una modalità di traffico leggero. E’ previsto inoltre l’insediamento di diversi progetti lungo la Senna, sempre con attenzione a non precludere punti panoramici e di accesso al fiume.

La viabilità Ivry Confluences prevede la realizzazione di nuovi assi viari, compresa un’ampia strada centrale alberata che correrà da nord a sud. Un nuovo ponte attraverserà i binari ferroviari per collegare le due parti della città. I mezzi di trasporto pubblici saranno

Il 50% del progetto è dedicata al sostegno e allo sviluppo delle attività economiche Il 40% concerne insediamenti residenziali Il 10% riguarda grandi strutture accademiche e culturali, unitamente a strutture locali

implementati.

L’attenzione all’ambiente Il disegno del progetto, che guarda sia allo sviluppo delle aree urbane che a un miglioramento delle condizioni economiche e sociali della zona, è in linea con uno sviluppo sostenibile a lungo termine della città. Inoltre, il progetto presterà particolare attenzione alla gestione delle acque, dei rifiuti, dell’ energia e dei posti auto.

Reti di Trasporto Ivry-sur-Seine sarà dotata di una rete di collegamenti completa che faciliterà gli scambi creando le sinergie necessarie al campo sociale, economico e culturale. Gli interventi previsti in questo ambito riguarderanno: • La ristrutturazione della stazione RER d’Ivry-sur Seine • La creazione di una nuova rete di trasporti pubblici urbani che colleghino l’area al centro • L’ottimizzazione dell’esistente traffico fluviale tramite servizio di navetta • La creazione di 16 stazioni di bike-sharing che favoriscano il raggiugimento dei mezzi di trasporto regionali • Lo studio del prolungamento della linea 10 della metro perchè raggiunga Place Gambetta, in pieno centro di Ivry-sur-Seine

Durante il biennio 2009-2010 sono stati programmati una serie di incontri partecipati fra istituzioni, progettisti e rappresentanti della cittadinanza che hanno discusso insieme alcune alternative progettuali e suggerito spunti per un continuo miglioramento del progetto Confluence Ivry.

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Parc des Cormailles

Parc des Cormailles nell’attualità Agence TER

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Durante i secoli XVII e XVIII, il paesaggio di Cormailles era composto da prati, campi di grano, case e giardini francesi. Dopo la Rivoluzione francese, i successivi cambiamenti sociali ed economici hanno finito per convertire questo luogo in un deserto post-industriale. Attualmente, il parco di Cormailles si imposta come un nuovo luogo legato alla rete di treni RER che collegano Ivry con la cittá di Parigi, un esteso spazio di collegamento urbano che evoca e perpetua la natura di questo luogo.

Un parco per la città Per il team della Agence TER la realizzazione del parco Cormailles è stata una grande opportunità per analizzare e risolvere un difficile e eterogeneo caso pratico di terreno urbano dismesso. Il successo più importante è stato riuscire a concepire tutto lo spazio senza modificare l’essenza e la singolarità del sito, incoraggiando nuovi usi dello spazio con ingegno e abilità, mantenendo il passato morfologico e vegetale del luogo. Si parla perciò di un buon esempio di adeguamento di un parco del secolo XVII ai nuovi tempi, ideato per la comunità e gestito in maniera sostenibile, evitando l’utilizzo di pesticidi, incentrando la gestione al risparmio idrico e utilizzando vegetazione autoctona e resistente.

Proiezione orizzontale La morfologia della valle della Senna permea tutto il progetto: dalla topografia orizzontale, alla vegetazione, all’elevata percentuale di limo e sabbia prodotta dalle inondazioni del passato. La spianata centrale è coperta per larga parte dal prato creando una grande spiaggia verde che offre un’ampia visuale, libertà di movimento e spazi in cui i diversi elementi che caratterizzano questo luogo si integrano. Questa pianura alluvionale è segnata da linee semplici che trasmettono tranquilita’ e offrono spazio ricreativo al centro urbano. Dentro questa continuità visuale emergono spazi di forme, funzioni e conformazione puntualmente diverse, che sorgono rompendo l’orizzontalità dominatrice. Questi elementi sono zone ricreative, giardini, padiglioni e un canale di aqua che attraversa tutto il terreno. I confini dello spazio cercano di non interferire nelle ampie prospettive visuali, per questo motivo si include una chiusura ha-ha caratteristica del giardinaggio inglese.

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Distribuzione multifunzionale Sopra l’ampio e polivalente prato si dispongono i diversi elementi funzionali. Come prolungamento del terreno superficiale scorre un canale parallelo alle linee della ferrovia. Questa linea di aqua è la parte visibile della rete di acque reflue, che scorre attraverso il parco e cerca di preservare la qualità della Senna e risolvere i problemi di inondazione del centro urbano del comune di Ivry-sur-Seine. Lungo questo canale di acqua si distribuiscono longitudinalmente i padiglioni, costruzioni che accolgono le visite, gli eventi, i workshops e le altre iniziative che perseguono un fine ludico, pratico ed educativo. Oltre a questi edifici dalla spianata emergono giardini che si distribuiscono come isole in un mare verde, che accolgono aree di ricreazione di diversa caratterizzazione. Tra queste isole ci sono “il giardino della cima”, “il giardino della sabbia”, “il frutteto scolare” e i roseti. Le altre zone con giardini si distinguono per la loro forma, in funzione delle attività che offrono e della loro vegetazione. Vigneti, roseti, erbe, vegetazione acquatica e flora silvestre si distribuiscono per ogni spazio di maniera lineale o a gruppi offrendo diverse interpretazioni e sensazioni. Esempio di questo è il fatto di essere stato premiato con il “Prix du Paysage 2007”. Il “Parc des Cormailles”, come gli chiamano i francesi, diventa cosi una parte molto importante per la città e per lo sviluppo del masterplan della zona. Perciò è considerato un catalizzadore insieme con il progetto dell’università per la riqualificazione della zona di Ivry-sur-Seine.

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Sistema Strutturale TRAVIPARETE

Con il termine di trave-parete si indica un elemento strutturale soggetto prevalentemente a flessione caratterizzato da una altezza rilevante rispetto alla luce, quindi con basso rapporto luce/altezza: anche se secondo alcuni autori la denominazione trave-parete si applica propriamente ai casi in cui il rapporto luce/altezza non supera 2, esso viene qui generalizzato al caso in cui le travi hanno altezza almeno pari all’altezza di piano, anche per rapporti luce/altezza superiori a 2, ma comunque bassi. Le travi parete sono caratterizzate da una grande rigidezza nel loro piano, che rende possibile il superamento di grandi luci, sia in semplice appoggio che a sbalzo, con stati di tensione accettabili e deformazioni di piccola entità: esse possono perciò consentire soluzioni architettoniche audaci e inconsuete.

Le sollecitazioni che agiscono nelle travi parete sono quelle tipiche delle travi, e cioè momento flettente e taglio, eventualmente con la contemporanea presenza di sforzo normale, ma la rilevante altezza della sezione rispetto alla luce fa sì che una trave parete solo in prima approssimazione possa essere considerata come un solido di De Saint Venant (dimensioni trasversali piccole in confronto alla luce). La conseguenza è che l’ipotesi di conservazione delle sezioni piane (ipotesi di Navier), così usuale nelle travi, è applicabile nelle travi parete solo in prima approssimazione. In effetti, a causa della grande dimensione dell’altezza, le zone di diffusione delle forze occupano gran parte della lunghezza della trave: in tali zone il comportamento deve essere studiato tenendo conto della presenza di uno stato di tensione piano, cioè costituito da σx, σy e

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σxy. Il progetto si basa sull’utilizzo sistematico di traviparete in calcestruzzo, sia come elementi resistenti principali degli orizzontamenti, che quali costituenti del portale in cui si trova i collegamenti verticali e che costituisce il nucleo di irrigidimento di tutto l’edificio. Le travi parete degli orizzontamenti sono realizzate in calcestruzzo precompresso, mediante l’inserimento di idonei cavi di precompressione. Alla grande rigidezza delle travi parete nel piano verticale corrisponde una rigidezza molto minore alla flessione nel piano ortogonale (intorno all’asse y) ed alla torsione: ciò impone una grande attenzione ai fenomeni di sbandamento laterale delle zone compresse e di instabilità flessotorsionale, contro i quali risulta essenziale il contributo stabilizzante dei solai. I portali funzionano come nuclei che hanno la funzione di assicurare sia la trasmissione al suolo dei carichi verticali, sia la stabilità globale dell’edificio e la resistenza alle forze orizzontali (vento e sisma) I problemi di stabilità globale dell’edificio contituiscono uno degli aspetti più formativi dell’intero progetto: infatti la grande libertà di concezione consentita dalle elevate prestazioni delle travi parete come elementi orizzontali dovrà trovare una regola nella necessità di ottenere un equilibrio globale non artificioso dell’edificio.

La diferenza tra stati di tensione presenti in elementi alla De Saint Venant ed elementi trave parete

Le travi-parete necessariamente hanno aperture (porte e finestre): in caso di aperture di ampiezza rilevante si sviluppa l’analisi della distribuzione interna degli sforzi, per individuare il meccanismo resistente e verificare la compatibilità con la sicurezza.

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Sopralluogo L’INIZIO

Wiliam Lescaze. Progetto per il Museum of Modern Art a New York, 1930-31.

Questo progetto è cominciato con la scelta di “Strutture e forme costruttive” come quarta unità e anticipo di tesi. Il programma del corso prevedeva il disegno di una torre multifunzionale basata sul sistema di travi-parete e in relazione con un nuovo polo universitario. Avendo già la conoscenza di base sulle traviparete abbiamo lavorato insieme al professore Pier-Alain Croset, Marco Pastore e i diversi collaboratori in modo da rendere il corso ancora più ricco per tutti i ragazzi che lo stavano seguendo per la prima volta e fare un progetto di tesi che approfittasse le conoscenze su questo sistema costruttivo. In questo modo siamo arrivati alla sfida di fare un campus universitario che reinterpretasse la struttura a travi pareti molto particolare della torre, dove ogni volume è concepito come una “scatola”. Nel complesso la torre è costruita come una sovrapposizione “libera” delle singole “scatole” attorno ai nuclei centrali di distruibuzione. Il nostro compito era quello di reinterpretare l’idea di una composizione di travi-parete verticale in maniera orizzontale.

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IL VIAGGIO Posteriormente abbiamo partecipato al un viaggio di 5 giorni organizzato dal professore P.A. Croset con l’obbiettivo di conoscere il sito di progetto e di incontrare gli architetti aggiornati sulla situazione attuale di Ivry-sur-Seine. Questo luogo si trova nel comune di Ivry, a confine sud est con il comune di Parigi, in un’area metropolitana in forte trasformazione. Come altri comuni a confine con la “corona” di Parigi del Boulevar Périphérique é stata oggetto recentemente di un dibattito sulla legittimitá di costruire edifici alti e “torri” nell’area metropolitana di Parigi. Attualmente uno dei progetti urbani più importante per questa zona è quello di Ivry Confluences, di cui siamo riusciti a vedere un bel plastico e sentire una spiegazione dettagliata. In seguito abbiamo fatto un seminario progettuale all’Ecole d’Architecture Paris Belleville con l’architetto Laurent Salomon, professore nella stessa università. È stata un’esperienza abbastanza importante per lo sviluppo del progetto in quanto ha riguardato la programmazione dell’università e la comprensione del sito. Abbiamo deciso di fare l’università di Scienze dell’Informazione in un terreno caratterizzato per la sua linearità, tra la ferrovia e il parco di Cormailles. Poichè la creazione del corso di laurea in informatica è solo di un anno fà, l’Universita’ di Scienze dell’Informazione è una delle prime in Francia del suo tipo e il suo programma è già stato abbastanza ben definito dalla cattedra d’informatica

dell’Università di Parigi (tabella 1). Loro propongono una università di 26400 metri quadri per circa 3000 studenti. Il programma parla di tre diversi auditori, aule per lezioni, laboratori, biblioteche, ateliers, sale studio, uffici per i ricercatori, amministrazione, piscina, palestra per gruppi e palestra per sport individuale, mense, bar, residenze, sale riunione, centri stampa, ecc. Il programma descrive la quantità di spazi, i metri quadri, il numero di studenti per spazio, i servizi e la qualità dello stesso a livello formale, distinguendo in spazio singolare, regolare o di servizio. Singolari sono gli spazi dove la forma è collegata alla funzione, si vede come uno spazio che dovrebbe essere identificabile. Regolare vorrebbe dire che sono frutto della repetizione, non si considera uno spazio singolo ma un tutto. Servizi consistono in circolazione e i servizi propri di un’università. Posteriormente siamo stati accompagnati dal architetto Laurent Salomon a fare il sopralluogo del sito di progetto dove siamo riusciti a capire meglio il progetto di Ivry Confluences, vedere la importanza del parco de Cormailles per la comunità e la relazione dei diversi palazzi degli anni 30 che ci sono nella zona. Ugualmente abbiamo percepito il potenziale progettuale della stazione della RER e altri palazzi di carattere storico como il Hotel de Ville o il Commissariat. Realmente un luogo con una potenzialità gigante e inspiratrice.

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Tabella 1: Programma dell’Universita’ di Scienze dell’Informazione proposto dalla Cattedra d’Informatica dell’Università di Parigi

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Capitolo 3 Master Plan Programma e prime idee


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Master Plan DECISIONI PROGETTUALI Abbiamo deciso che l’obbiettivo di questo progetto é costruire un nuovo polo universitario (raddoppio dell’Universita’ di Paris-Jussieu) con un carattere eccezionale dal punto di vista strutturale, dimensioni e forme architettoniche che trovano giustificazione nel suo programma pubblico e di localizazione. Si prende questo progetto come un catalizzatore del sito per la sua riqualificazione urbana. Ci basiamo sul progetto di Ivry Confluence dove l’università entrerebbe come un punto finale dell’asse da loro proposto. Perciò si è deciso di fare uno studio fotografico e pianimetrico del contesto inmediato. (Immagine 1) Si sono fatte un paio di ipotesi sulla modifica del contesto urbano concorde con i bisogni formali e spaziali del luogo. La prima proposta è un fronte duro davanti alla Avenue Georges Gosnat come elemento unificatore del profilo urbano. Abbiamo deciso di fare la ristrutturazione dei due isolati attraverso l’idea del “frazionamento del tutto”. Inoltre si è progettato un elemento sopra la Avenue Georges Gosnat che collegava il parco de Cormailles con il fronte duro. (Immagine 2) Come in tutte le cose della vita, si impara dagli errori e abbiamo capito che questa non era la strada giusta per il masterplan. Si è deciso quindi di capire meglio il luogo e in questo modo si è arrivati all’idea di tenere sempre in conto dell’importanza del “Parc Departemental Des Cormailles” intorno al quale vive questa zona e si propone a livello di master plan una riqualificazione della zona attraverso diversi interventi non tanto invasivi e più concordi con il sito.

Uno e’ stato il prolungamento del parco piu’ in la della Avenue Georges Gosnat che si trasforma non soltanto in un fronte verde ma anche permette la rivalorizzazione dei palazzi come l’Hotel de Ville, il Commissariat e la stazione della RER. Ugualmente si propone un gruppo di edifici che danno risposta al nuovo profilo urbano del luogo, che si caratterizza per il fatto di ospitare una funzione commerciale nei primi piani, progettati a livello formale come basamenti, e le funzioni di ufficio sopra, riprendendo l’idea della “torre”. Uno degli obbiettivi principali di questo master plan è l’adeguamento del profilo urbano a un progetto cosi grande di rilevanza come una università. Perciò dopo diverse analisi abbiamo deciso di intervenire sulla parte est della ferrovia con la creazione di edifici di ufficio di 20 o 25 metri di altezza che formano tra di loro corti interne. Definitivamente la parte più interessante di questo progetto, a livello di master plan, è la forma in cui l’università si inserisce e si collega con il contesto. Tra i fattori che hanno affetto questa idea si trovano la linearità del progetto, la ferrovia come estrema prossimità, la necessità di isolamento e il concetto di orizontalità e verticalità dell’università. In questo modo sorge l’idea di un piano leggermente inclinato, che non funciona soltanto come prolungamento del Parc Departemental Des Cormailles finendo dall’altra parte della ferrovia, ma come un elemento di schermo visuale, che collega con l’altro lato del luogo riprendendo l’idea di montagna sezionata ospitando cortili e spazi per l’università al suo interno. Ana Victoria Faría Delfino

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1. Studio fotografico e pianimetrico del contesto inmediato

2. Prime proposte di Master Plan

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Il Programma Simultaneamente alla progettazione del masterplan abbiamo cominciato a creare un programma basandoci sulle tabelle programmatiche fatte dalla cattedra d’Informatica dell’Università di Parigi e procurateci dal professore Laurent Salomon nel viaggio. Abbiamo realizzato un programma per l’universitàz diviso in due parti: una verticale e un’altra orizzontale, cioè una torre e una parte da sviluppare in maniera lineare di fianco al Parc Departemental Des Cormailles e la ferrovia. La torre è stata sviluppata dai ragazzi dell’unità di progetto, mentre la parte lineare che noi abbiamo denominato campus è sviluppata da noi. Cosi siamo riusciti a distribuire le funzioni tra la torre e il campus dando ai ragazzi le funzioni e i metraggi attraverso diverse tabelle generali e specifiche create da noi. Abbiamo deciso di collocare nel campus funzioni di tipo accademico come auditori, laboratori, sale corsi, amministrazione, uffici di ricercatori, mentre nella torre palestre, piscina, bib-

lioteca, residenze e mense. Questa decisione viene assunta per approfittare dei grandi spazi dentro le scatole della torre e la linearità del campus per funzioni precedentemente considerate regolari nella tabella della cattedra. Questo criterio si accorda anche con il fatto che funzioni come quelle di tipo accademico sono più ripetitive mentre quelle di benessere degli studenti e apoggio all’università tipo palestre, mense, residenze, biblioteca si localizzano nella torre. Cosi è rimasto un 48% nella torre e un 52% nel campus. Siccome i ragazzi che disegnavano la torre lavoravano di più con i volumi, abbiamo deciso di aggiungere ai dati della tabella i metri cubi di cui si avevano bisogno per ogni spazio. Anche si è aggiunto un 30% di superficie per la circolazione. Tutti questi numeri sono stati presi come indicativi sia per i ragazzi che per noi.

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Tabella 2: Programma dell’Università di Scienze dell’Informazione Numero di spazi

Capacità

Area (unità)

Area cumulata

Altezza

Volumi

Area totale Volumi totale

Spazi per Insegnare

Area totale per settore 9005

Lezioni Frontali

5645

Volumi totale per settore

Spazi singolari

Spazi regolari

Spazi di servizio

42650

25190

Sale di corsi

30

40

60

1800

4

7200

1800

7200

Laboratori (sale TD)

25

35

62

1550

4

6200

1550

6200

Auditorio tipo 1

1

452

505

505

6

3030

505

3030

Auditorio tipo 2

3

214

190

570

6

3420

570

3420

Auditorio tipo 3

4

90

140

560

6

3360

560

3360

30

15

450

3

1350

450

1350

Centro Stampa

6

10

60

3

180

60

180

Bagni

6

25

150

3

450

150

450

Magazzino

Spazi per lavorare Biblioteca comune

3360

17460

1

600

1200

1200

6

7200

Sale studio

14

75

90

1260

6

7560

1260

7560

Uffici ricercatori

50

1

10

500

3

1500

500

1500

3

50

150

3

450

150

450

20

5

100

3

300

100

300

6

25

150

3

450

150

450

Magazzino Centro Stampa Bagni

1200

Spazi di Servizio

14625

Impianto sportivo Palestra (sport colletivo) Palestra (sport individule)

4300 800

800

12

9600

800

9600

9600

4

400

1600

6

9600

1600

9600

9600

100

200

3

600

1500

1500

6

9000

100

200

3

600

2

Piscina

1

Spogliatori Piscina

2

50

50

Mensa

1500

1325 Ristorante selfservice Mensa

63918

29400

1

Spogliatori Palestra

Bar

7200

600

600

9000

9000

200

600 9000

200

600

7518

3

50

100

300

6

1800

300

1800

1800

1

250

500

500

6

3000

500

3000

3000

1

184

381

2286

2286

381

381

6

2286

Cucina

1

94

94

3

282

94

282

Bagni

2

25

50

3

150

50

150

Residenze

9000

27000

Residenze tipo A

250

20

5000

3

15000

5000

15000

Residenze tipo B

50

80

4000

3

12000

4000

12000

Aministrazione

1515

Direzione

370

6660

1410

Ufficio del retore

1

1

50

50

3

150

50

150

Segretaria Generale

5

2

15

75

3

225

75

225

Sale di reunioni

1

25

50

50

3

150

50

150

Reception

1

50

100

100

6

600

Magazzino

1

25

25

3

75

25

75

Centro Stampa

1

10

10

3

30

10

30

Bagni 1

2

10

20

3

60

20

60

Bagni 2

2

20

40

3

120

40

120

Direzione pedagogica

100

275

600

1050

Direzione

1

1

25

25

3

75

25

75

Segretaria

5

2

15

75

6

450

75

450

Sale di reunioni

4

15

30

120

3

360

120

360

Magazzino

1

25

25

3

75

25

75

Centro Stampa

1

10

10

3

30

10

30

Bagni

2

10

20

3

60

20

60

Amministrazione (materiale per la pedagogia)

125

375

Amministratore

1

1

25

25

3

75

25

75

Segretaria

3

2

15

45

3

135

45

135

Magazzino

1

25

25

3

75

25

75

Centro Stampa

1

10

10

3

30

10

30

Bagni

2

10

20

3

60

20

60

Manutenzione

560

2880

Direzione

2

2

25

50

3

150

Ateliers

4

5

100

400

6

2400

Magazzino

2

15

30

60

3

180

60

180

Spogliatori-Bagni

2

25

50

3

150

50

150

Spazi di servizi

50 400

185

150

2400

945

Bar

1

50

100

100

6

600

100

600

Spazio di sosta

1

15

30

30

6

180

30

180

Magazzino

1

15

15

3

45

15

45

Spogliatori-Bagni

2

20

40

3

120

40

120

1974

14922

10

Stazione della RER Ponti pedonali

1

Aministrazione

3

Bagni pubblici Spogliatori-Bagni Privati Tronco Superficie totale

25145

113228

1325

375

56676

1200

0

14625

87116

45

135

1200

1200

15

45

3

135

2

15

30

3

90

30

90

2

20

40

3

120

40

120

1

10

10

3

30

2

0

8546

26470

113603

9746

56676

14670

87251

10

30

2054

15162

Programma Torre Programma Campus

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L’Università

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Il progetto parte dell’idea di riprendere la composizione verticale delle travi-parete della torre in maniera orizzontale. La torre è praticamente una sovraposizione di “scatole”. Come potevamo fare per reinterpretare l’idea di traviparete della torre con le sue scatole e i nuclei? Come potevamo ricreare l’imponenza degli sbalzi della torre? Come fare la linearità una caratteristica del progetto senza essere monotoni in un terreno di 400 metri di lunghezza? Come creare una identità propria di un’università che allo stesso tempo è un punto focale di un progetto urbano? Come mantenere un’orizzontalità di fianco a una torre di 120 metri di altezza senza essere insignificante? Queste sono le domande che ci siamo posti ogni volta sul progetto. In questo modo ha cominciato a sorgere l’idea di disegnare un portale sul quale si appendono le scatole. Ma pensare a un unico portale diventava un progetto dove soltanto le scatole portavano dinamicità e in più no si riuscirebbe ad avere un unico portale di 400 metri di luce. Fare due portali avrebbe significato giocare con la simmetria, una caratteristica non molto pregiata per noi come progettisti per i rischi che porta. Perciò abbiamo deciso di frammentare questa linearità attraverso tre portali di 120 metri di lunghezza e 24 di altezza sfasati tra loro di 10 metri e in cui ogni appoggio diventa un modulo di circolazione. Questi tre portici finiscono nella visuale della torre fatta dai ragazzi e si affacciano verso il parco di Cormailles. Questi portali si caratterizano per essere elementi monolitici che servono da sostegno al progetto. Diventano icone che modificano il profilo urbano insieme alla torre. Sono elementi ermetici che godono della luce zenitale e albergano laboratori disposti in due piani interni. Inoltre questi portici ci aiutano a dividere le funzioni amministrative da quelle propio accademiche. Il portico più lontano della torre ospita le funzioni con carattere amministrativo come la direzione, uffici di ricercatori, segreterie e anche l’aula magna per darle una condizione speciale per gli studenti. Per quanto riguarda le scatole, dovevano essere in estrema relazione con i portali. La loro disposizione si caratterizza per essere ludica ma in fondo ha un senso compositivo. Abbiamo deciso di creare 4 tipologie di scatole che si differenziano tra di se per misure, funzioni e relazione con il parco, il portale e il piano inclinato. Si lavora in base a un modulo di 3 metri e la disposizione dipende del tipo di scatola. La scatola di tipo 1 si caratterizza per localizzarsi negli estremi del progetto e per esserse appesa ai portali. Sono denominate scatola 1 e scatola 10. È comAna Victoria Faría Delfino

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posta da auditori distribuiti in due piani. Le dimensioni di questa scatola sono 15 metri di lunghezza per 45 metri di profondità. La scatola tipo 2 si localizza sopra il piano inclinato e si caratterizza per i suoi materiali leggeri, la sua relazione con il parco e con i diversi cortili che si generano nel piano inclinato. Si posano nel piano con un leggero giro di 30° che enfatizza ancora di più la distribuzione ludica delle scatole. Questi tipi sono la scatola 2, scatola 5 e scatola 8. Siccome tutti e tre sono equidistanti, abbiamo deciso di dar loro la funzione di bar insieme a un’altra come ateliers o mensa per i lavoratori. Le dimensioni di questo tipo di scatola sono 15 metri di lunghezza per 24 metri di profondità. La scatola tipo 3 ha le misure piu’grandi e funziona come apoggio intermedio ai grandi portali. Ha una relazione diretta tra la parte interna del piano inclinato, il piano inclinato in sè e il portale, cose che non si ripete in nessuna altra scatola. Si ripete nei tre portali con i nomi di scatola 3, scatola 6 e scatola 9. Può avere fino a quattro piani e all’interno esiste la possibilità di giocare con doppie altezze e relazioni visuali. Ha una pianta quadrata di 21 per 21 metri e le funzioni insediate sono sale di corsi e aule studio, in due di esse, mentre l’altra sarà pienamente per l’amministrazione. La scatola tipo 4 si disegna appesa da due portali simultaneamente. Si caratteriza per la capacitá di collegamento tra due portali sfasati. Ci sono soltanto due, la scatola 4 e la scatola 7. È importante segnalare la capacità di creare una piazza coperta

sotto di essa. Le sue misure sono di 15 di lunghezza e 30 di profondità. Tutte loro saranno fatte di calcestruzzo precompresso e sotto il sistema di travi-parete a eccezione delle scatole di tipo 2 che saranno direttamente appoggiate al piano inclinato. Tutte godranno di una visuale del parco ma ognuna alla sua altezza. Il piano inclinato si caratteriza per essere una barriera visuale e acustica della ferrovia e anche per essere un elemento molto importante per il progetto in generale. È un prolungamento artificiale del parco che si perfora creando cortili differenti. Crea tre ambiti di privacy: il pubblico che sarebbe il parco di Cormailles, il semi-pubblico con le piazze e i cortili interni e il privato, che si intende come le sale studio sotto il piano inclinato. Sotto e più vicino alla ferrovia si propone anche un parcheggio che si collegherà con il piano di sopra attraverso i sistemi di circolazione dentro i portali o i cortili interni creati attraverso la bucatura del piano inclinato. In questo modo il masterplan dell’università si può riassumere in 3 tipi di elementi in generale: portale, scatole e piano inclinato. Sono intimamente relazionati tra di loro mantenendo comunque ogniuno una funzione molto specifica. È un progetto molto sobrio e chiaro con un carattere eccezionale dal punto di vista strutturale, dimensioni e forme architettoniche che trovano giustificazione nel suo programma pubblico e di localizazione, ma anche come catalizzatore della riqualificazione urbana del sito.

Ana Victoria Faría Delfino

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Schema funzionale complessivo


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Schema funzionale complessivo


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Pianta Livello -3 m

Pianta Livello +10 m

Piante


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Sezione d-d’

Sezione c-c’

Sezione b-b’

Sezione a-a’

Sezioni


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Capitolo 4 modificazione Master Plan Terrazze e piazze coperte


Campus Universitario a Parigi -Ivry Tesis de Laurea

Modifica Dopo la separazione del gruppo, il master plan è stato ripensato cominciando dal piano inclinato. Dal inizio si aveva pensato su questo piano come una barriera visuale verso la ferrovia ma anche si doveva pensare che sotto essa si localizzavano funzioni di laboratori e aule studio. Perciò si cambia per terraze dove la differenza di altezze tra di loro diventano entrate di luce per i diversi spazi che si trovano sotto. Adirittura si collegano le terraze con Rue Lenine creandosi un altro acceso al parco. Tra i ventaggi che portano le terrazze a livello progettuale si possono sottolineare difuminazione dei limiti tra parco e università, la creazione di nuove aree verdi collegate non solo con il parco ma anche con la città, i percorsi pedonali e diversi spazi definiti non solo dai livelli ma anche dalle stesse scatole apese. Per ultimo e forse la più importante ragione di questa decisione è il risolvere le entrate di luce e accesi alle aule e laboratori che si affaciano ai cortili e i cui hanno bisogno di più luce nella parte posteriore. I piani inclinati rimangono soltanto come accesi alle scatole non apese. Diventano spazi di transizione tra il parco e la università e tetti per le piazze coperte che si trovano sotto.

si trovano, aule di corsi, laboratori, piazze coperte dove si possono svolgere mercatini, esposizioni e diverse manifestazioni artistiche. Anche si prevede parcheggio con l’acceso da Rue Ledru-Rollin. Tra le modificiazione di questo master plan è la diferenziazione tra le funzione amministrative e quelle didattiche. Nel primo portico (quello più a sud) si progettano la direzione, amministrazione, pedagogia, uffici di ricercator. Si coloca l’Aula Magna nella scatola 4 come funzione che collega la parte accademica con quella amministrativa. Anche si spostano i portici tra di loro creando questa sensazione di disordine e quasi simetria. Si pensa nei materiali, proponendo per i portici il acciaio corten in corrispondenza con i materiali usati nel parco per righiere, porte, tra altre cose. Le scatole si pensano in calcestruzzo a vista come espressione massima del sistema strutturale usato. Di questa maniera l’università si alza una ventina di metri sopra Ivry sur Seine definendo un nuovo profilo urbano insieme con il grattacielo e gli altro palazzi degli anni 30 e 70 gia esistenti e anche creando un nuovo stile di vita nella zona, più giovane, più dinamico.

Parco, università, terraze e piani inclinati si tradurrono in una maggiore dinamicità nel complesso e interassione con il contesto inmediato. Tra le funzione che si creano a livello -4.00 metri Ana Victoria Faría Delfino

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N

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2

1. . . Aule/Sale Studio 2. . . Uffici Ricercatori 3. . . Amministrazione/Direzione

1

3

4. . . Auditorio/Laboratori 5. . . Mensa 6. . . Aule

4

5 7

8

7. . . Auditorio/Sale Studio 8. . . Auditorio 9. . . Aule/Sale Studio

6

10

10. . . Auditorio/Sale Studio

9

LIVELLI

+5.00 m +4.00 m +3.00 m +2.00 m +1.00 m +0.00 m - 4.00 m


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Parcheggio

Piazze coperte

Sezione longitudinale

Pianta Livello +0.00 m

Aule / Laboratori

Pianta Livello -4.00 m

LIVELLI

N

+5.00 m +4.00 m +3.00 m +2.00 m +1.00 m +0.00 m - 4.00 m

Scala 1:1000


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74


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Schemi


Capitolo 5 IL PROGETTO Sviluppo Architettonico del Campus Universitario


BAR

Sezione Longitudinale Portale

A A’

Esc. 1:200


BAR

Sezione Longitudinale Portale

A A’

Esc. 1:200


BAR

Sezione Longitudinale Portale

A A’

Esc. 1:200


Campus Universitario a Parigi -Ivry Tesis de Laurea

1

Aule Sale Studio Scatola tipo 1

Il carattere di questo spazio viene definito da un piano inclinato che si coloca a metà scatola creando al di sopra due aule tipo anfiteatro e al di sotto sale studio che si riempono di luce attraverso le due grande vetrate nei estremi. Questi spazi saranno di supporto del l’area amministrativa, direzione e ricercatori che si localizzano in questa parte del campus. Numero di piani: 2 Superficie totale: 864 m2 Piano Terra

Primo Piano

2 Aule: 140m2 560 m3 90 persone

2 Aule: 140 m2 560 m3 90 persone

2 Sale Studio: 63 m2 252 m3 60 persone 6 Bagni: 25 m2

Ana Victoria Faría Delfino

80


Secondo Piano Livello +13.00m

Sezione trasversale

Aule/S. Studio_ scatola ti po 1

Primo Piano Livello +10.00m

Scala 1:200

N

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2 Numero di piani: 2 Superficie totale: 864 m2 Piano Terra

Open Space: 270 m2 35 ricercatori Spazio relax: 34 m2 Bagni: 26 m2

Campus Universitario a Parigi -Ivry Tesis de Laurea

Uffici Ricercatori

Scatola tipo 2

Questa scatola è stata disegnata per i ricercatori pensando in un open space definito da un paralelepipedo ubicato nel cuore dello spazio come grande colonna che si evidenzia come elemento principale e rappresentativo degli uffici. Si crea nella parte di sotto l’area di lavoro-ricerca che gira intorno a questa colonna e nella parte di sopra il bar che collega con il livello +5.00m dove si sviluppa una prolungazione del parco.

Primo Piano

1 Bar: 135 m2 1 Cucina: 14 m2

Ana Victoria FarĂ­a Delfino

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Primo Piano Livello +5.00m

Sezione

Uffici Ricercatori_ scatola tipo 2

tipo 2

Piano Ter ra Livello +1.50m

U f f i c i R i c e r c a t o r i _ scatola

Scala 1:200

Scala 1:200 N

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3

Campus Universitario a Parigi -Ivry Tesis de Laurea

Amministrazione Direzione Scatola tipo 3

L’Amministrazione, Direzione e Pedagogia si ubicano in una delle scatole più grande che serve anche di apoggio intermedio per il portale. Si accentua l’accesso attraverso la intersezione del cubo interno con la facciata vetrata. A questo cubetto apesso si da la funzione di ufficio del rettore permetendo ottenere una visione panoramica del interno di questa scatola. Numero di Piani 4 Superficie totale 1529 m2 Foyer 118 m2 1 Segretaria Generale 218 m2 1 Amministrazione 120 m2 1 Pedagogia 174 m2 2 Sale conferenze 74 m2 1 Ufficio Rettore 36 m2

2 Ateliers: 121 m2 1 Bar 128 m2 2 centri stampa 28 m2 12 bagni

Ana Victoria Faría Delfino

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Piano Ter ra Livello -4.00m

Primo Piano Livello +0.80m

ti po A Amministrazione m m i n i s t r a z i o n e__scatola scato l a 3t i p o

3

Scala S c a 1:200 la 1:200

N

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Secondo Piano Livello +5.00m

Ter zo Piano Livello +9.50m

A Amministrazione m m i n i s t r a z i o n e__scatola s c a t tiopo l a 3t i p o

3

Scala S c a1:200 la 1:200

N

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A A’

S e z i o n e A - A’

Scala S c a l1:200 a 1:200

A’

3

A

Amministrazione Am m i n i s t r a z i o n e __scatola s c a t oti po l a 3t i p o

N

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4

Auditorio Laboratori

Scatola tipo 4

Numero di piani 2 Superficie Totale 1437 m2 Piano Terra Sala Studio: 1 Bar:

480 m2 1920 m3 267 persone

140 m2 560 m3 58 persone

Approfitando le dimenzioni di questi tipo di scatola, si propone la funzione di auditorio sendo questo il più grande di tutto il complesso con più di 450 posti. Si decide di appendere l’auditorio del tetto e creare al di sotto uno spazio fluido dove si spalmano i box per portare avanti i laboratori di informatica. La luce fluisce attraverso le grande vetrate. Anche si valoriza gli estremi grazie alla creazione di doppie altezze dove si trovano le funzione di sale studio e bar che si affacia verso il parco.

8 Bagni: 42 m2

Primo Piano 1 Aula Magna: 505 m2 2020 m3 452 persone

Ana Victoria Faría Delfino

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Secondo Piano Livello +8.00m

Auditorio/Laboratori Au d i t o r i o / L a b o r a t o r _i scatola _ s c a tti opol a4

tipo 4

S c a l1:200 a 1:200 Scala

N

89


Secondo Piano Livello + 12.00m

A Auditorio/Laboratori u d i t o r i o / L a b o r a t o r_i scatola _ s c a tit po o l a4

tipo 4

S c a1:200 la 1:200 Scala

N

90


91

tipo 4

A’

A’

Auditorio/Laboratori Au d i t o r i o / L a b o r a t o r_i scatola _ s c a tit opol a4

S e z i o n e A - A’

A

A

N

Scala S c a 1:200 la 1:200


5 Numero di Piani Superficie Totale

2 558 m2

Piano Terra Mensa:

206 m2 824 m3 96 persone

Cucina:

94 m2 376 m3

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Mensa Scatola tipo 2 La mensa è concepitta come uno spazio che si collega con il parco di maniera fisica e visuale. Si pensa in questa scatola che si soleva attraverso pilotis generando il acceso e aprendosi a uno spazio a dopia altezza completamente vetrato e al cui si possono affaciare quelli che si trovano nella terraza a +5.00 m. Si pensa in uno spazio che in state sarà parte del parco approfitando il grande spazio di fianco della terraza a +3.00 m.

Primo Piano

Mensa: 175 m2 700 m3 88 persone

5 Bagni: 25 m2

Ana Victoria FarĂ­a Delfino

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Scala S c a l1:200 a 1:200

N

Piano terra Livello +2.00m

Sezione longitudinale

ti pot i 2p o MMensa e n s a _ _s cscatola atola

2

Secondo Piano Livello +5.00m

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6

Aule Scatola tipo 3

Questa scatola ospita unicamente aule di maniera regolare ma si rompe con questa regolaritĂ inserendo la idea della scatola dentro la scatola. Questa cubetto apesso esce come nella scatola 3 creando il acceso e dando un carattere particolare alla sala studio che si trova al di sotto. Nel terzo piano si proporre un bar a doppia altezza di cui si ottiene una magnifica vista del Parc Cormailles. Numero di Piani

4

Superficie totale

1529M2

5 Aule: 52 m2 7 Aule: 75 m2 1 Sala Studio: 140 m2 1 Sala Studio: 29 m2 1 Sala Studio: 92 m2 4 bagni: 15 m2 6 bagni: 24 m2

35 persone 56 persone 90 persone 26 persone 38 persone

Ana Victoria FarĂ­a Delfino

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Primo Piano Livello +0.80m

Aule Au l e _ _s cscatola a t o l ati pot i 3p o

3

S c a l1:200 a 1:200 Scala

N

Piano Ter ra Livello -4.00m

95


Ter zo Piano Livello +9.50m

A Aule u l e _ _s scatola c a t o l tiapot i3p o

3

S c a1:200 la 1:200 Scala

N

Secondo Piano Livello +5.00m

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A’

A A’

S e z i o n e A - A’

Scala 1:200

A

Aule_ scatola ti po 3

N

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7 Numero di piani Superficie totale

Auditori SaleScatola Studio tipo 4

1410M2

Piano Terra 2 Sale Studio:

2

120 m2 480 m3 112 persone

Questa scatola collega due dei portici per ciò si decide di enfatizzare la direzzione di questa communicazione attraverso due piani verticali che attraversano lo spazio e creano al di su auditori con capità di 214 persone e al di sotto sale studio che si affaciano verso le grande vetrate sendo anche spazi ricchi in luce. Anche si creano 2 aree di lavoro individuale a doppia altezza.

2 Sale Studio: 32 m2 128 m3 19 persone

8 Bagni: 45 m2

Primo Piano

2 Auditori: 190 m2 665 m3 214 persone

Ana Victoria Faría Delfino

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Primo Piano Livello +8.00m

A Aule/S. u l e / S . SStudio t u d i o__scatola s c a t tiopo l a 4t i p o

4

S c a1:200 la 1:200 Scala

N

99


Primo Piano Livello +12.00m

Aule/S. Studio_ scatola ti po 4

Scala 1:200

N

100


101

A Aule/S. u l e / S . SStudio t u d i o__scatola scato l a 4t i p o ti po

Sezione B-B’

S e z i o n e A - A’

4

A

B’

B

A’

S c a1:200 la 1:200 Scala N

B’

B


8

Campus Universitario a Parigi -Ivry Tesis de Laurea

Auditorio Scatola tipo 2

La scatola 8 si trova appoggiata su un piano inclinato che collega il parco con le terraze, perciò si crea un passagio pergolato e si approfitta la inclinazione per creare un auditorio che possa servire non soltanto all’università ma anche alla comunità. Ha più di 200 posti e multipli accesi. Al di sotto si svolge una piazza coperta come negli altri piani inclinati che funzionano come rampe pedonali.

Ana Victoria Faría Delfino

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Scala 1:200

B’

N

A’

Piano Ter ra Piano inclinato 8%

S e z i o n e A - A’

Auditorio_ scatola tipo 2

B

A

Sezione B-B’

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Campus Universitario a Parigi -Ivry Tesis de Laurea

9

Aule SaleScatola Studio tipo 3 4

Numero di piani

9 Aule: 40 m2 3 Aule: 46 m2 1 Aula: 57 m2 2 Aula: 65 m2 1 Sala Studio: 106 m2 1 Sala Studio: 24 m2 2 Sala Studio: 35 m2 1Bar: 65 m2 4 bagni: 7,5 m2 12 bagni 23,5 m2

Sperficie Totale

1419 m2 28 persone 28 persone 46 persone 48 persone 160 persone 24 persone 30 persone 34 persone

Questa scatola si caratteriza per la gerarchizazione degli spazi attraverso i vuoti. Si riprende la idea della scatola appesa che serve di acceso e si crea la sala studio piĂš grande di tutta la universitĂ . Nel terzo piano si propone un bar a doppia altezza con vista panoramica e nei diversi corridoi per accedere alle aule si propongo i tavoli di lavoro per creare spazi di studio informali.

Ana Victoria FarĂ­a Delfino

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Primo Piano Livello +0.80m

Aule Au l e _ _s cscatola a t o l ati pot i 3p o

3

S c a l1:200 a 1:200 Scala

N

Piano Ter ra Livello -4.00m

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Ter zo Piano Livello +9.50m

A Aule u l e _ _s scatola c a t o l tiapot i3p o

3

S c a1:200 la 1:200 Scala

N

Secondo Piano Livello +5.00m

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A A’

A A’

S e z i o n e A - A’

Aule_ scatola ti po 3

Scala 1:200

N

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Campus Universitario a Parigi -Ivry Tesis de Laurea

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Aule Sale Studio Scatola tipo 1

Il carattere di questo spazio viene definito da un piano inclinato che si coloca a metà scatola creando al di sopra due aule tipo anfiteatro e al di sotto sale studio che si riempono di luce attraverso le due grande vetrate nei estremi. Questi spazi saranno di supporto del l’area amministrativa, direzione e ricercatori che si localizzano in questa parte del campus. Numero di piani: 2 Superficie totale: 864 m2 Piano Terra

Primo Piano

2 Aule: 140m2 560 m3 90 persone

2 Aule: 140 m2 560 m3 90 persone

2 Sale Studio: 63 m2 252 m3 60 persone 6 Bagni: 25 m2

Ana Victoria Faría Delfino

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Secondo Piano Livello +13.00m

Sezione trasversale

Aule/S. Studio_ scatola ti po 1

Primo Piano Livello +10.00m

Scala 1:200

N

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Conclusioni


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Conclusioni Al termine di questa tesi si puo concludere che lavorare con le traviparete è un esercizio che apporta un bagaglio di conoscenza a livello strutturale e spaziale.

il parco da questo elemento attraverso un lavoro sui livelli del terreno che creassero una sensazione di interramento della ferrovia e successivamente la collocazione del campus su questo pendio.

Lavorare con le traviparete comporta una progettazione a grande scala di edifici unici nel loro genere che sembrano sovvertire le più elementari leggi statiche e che per questo si collocano nell’immaginario comune come icone del progresso tecnologico.

A partire dal movimento del terreno il progetto ha cercato di rendersi dinamico. Piazze coperte, cortili, laboratori e aule con grande vetrate sono i principali componenti di questa parte “sotterranea” collegati di maniera fluida tra di loro.

Cosi anche nel mio progetto ho dovuto fin da subito familiarizzare con una tecnologia che poteva e doveva esprimere al massimo le sue qualità.

Allo stesso modo la parte sopra elevata composta dai portali e le scatole cerca di rompere la sua regolarità all’interno per mezzo dell’inserimento di elementi molto rappresentativi che definiscono gli spazi. Chi percorre la struttura può godere di un’esperienza dinamica che si compone attraverso doppie altezze, piani inclinati, vetrate panoramiche che permettono di avere anche una relazione visuale diretta con il parco.

E’ stato il mio principale obiettivo comporre volumi che fin da subito rendesero chiara la composizione strutturale della università. Contemporaneamente il tema del progetto, il campus universitario, mi prescriveva di risppetare spazi standard molto precisi ed esigenze di utenti eterogenei: studenti, professori, ricercatori e anche la stessa comunità di Ivry. Per coniugare tali differenze, l’elemento del parco è stato di fondamentale importanza nella composizione architettonica che costantemente dialoga con esso. La stessa grande scala del mio progetto si è potuta realizzare e risulta pienamente godibile grazie all’importante spazio verde su cui si affaccia. Reciprocamente struttura e parco traggono vantaggio una dall’altro in un gioco di visuali, percorsi, punti panoramici, ecc. Altro elemento che fin da subito ho dovuto tenere in conto è la ferrovia situata ad est del progetto. L’ intenzione progettuale è stata quella di schermare

In base al programma fatto nella prima fase di aproccio al progetto si è deciso che in questa struttura di sviluppo orizzontale e lineare venissero collocate spazi molto standardizzati e ripetitivi: aule, laboratori, uffici, amministrazione, mensa, ecc. Date le dimensioni del progetto e la tempistica si è scelto di arrivare a uno sviluppo spaziale piu’ che tecnico del campus concentrando l’attenzione allo sviluppo compositivo di ogni scatola. Questo esercizio progettuale si è rivelato molto formativo perchè mi ha permesso di studiare una tecnologia estremamente attuale e in continua sperimentazione. La gestione di un progetto cosi grande e una tempistica abbastanza stretta mi hanno permesso di implimentare l’efficienza del mio lavoro. Ana Victoria Faría Delfino

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Bibliografia


Campus Universitario a Parigi -Ivry Tesis de Laurea

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Ana Victoria Faría Delfino

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