2 minute read
I PRESIDENTI
Avvalendosi sia delle segnalazioni dei Soci sia delle obiettive considerazioni correnti sull’argomento, il Collegio ha indirizzato ai vari istituti assicurativi una lettera di protesta circa le evasioni dai carichi contributivi, quale già il Collegio di Bergamo aveva indirizzato agli Istituti di quella provincia. Ne diamo un estratto: “Ci domandiamo se non è il caso di consigliare ai nostri associati di “arrangiarsi” quanto più possono nei confronti delle onerosissime previdenze sociali onde mettersi nella condizione di sostenere la concorrenza delle imprese, specialmente le piccole a carattere artigiani, che tali oneri, nella maggioranza dei casi, trascurano completamente o quasi. È una piaga della quale Voi, Istituti truffati, Vi siete sempre occupati poco ed ora, da quanto ne sappiamo, trascurate quasi del tutto. Alle necessitò del Vostro bilancio sopperite aumentando le aliquote senza curarvi di reprimere le evasioni; in modo che lo svantaggio delle imprese serie, in confronto delle disoneste, diventa sempre maggiore. Controllare le fronti degli operai che riscuotono malattie inesistenti o lavorano mentre sono in integrazione, può non essere facilissimo senza una organizzazione alla quale sono poco adatte le amministrazioni a carattere statale. Ma evitare almeno le più sfacciate frodi da parte dei datori di lavoro è soltanto questione di un minimo di buona volontà e di interessamento da parte Vostra. Un Ispettore che girasse, specialmente nei paesi, potrebbe facilmente informarsi dei lavori edili in corso; una visita ai cantieri per rilevare i nominativi degli addetti e una alla sede dell’impresa. Non si perda tempo in questioni di forma, tenendo contro che le imprese edili, specialmente se piccole, non possono avere in tanti cantieri staccati e continuamente varianti l’organizzazione anche formale di una industria; ma si guardi alla sostanza e cioè se gli operai sono in regola con le assicurazioni di Legge e se i contributi relativi vengono pagati nella giusta porzione del lavoro eseguito. Si riscontreranno evasioni di una sfacciataggine rivoltante. Si colpiscano con il massimo rigore; e se l’inadempiente non è in grado di pagare le penalità, venga privato della facoltà di esercire; nei casi più gravi di evidente malafede si dia notizia del fatto sulla stampa locale; come si dà notizia di qualsiasi altro reato. Questo servirebbe a frenare gli evasori e i profittatori di tali evasioni.
Riteniamo profittatori i committenti dei lavori affidati a imprese che non danno alcuna garanzia di serietà. Vorremmo si trovasse il modo di colpire tali committenti che, secondo noi, hanno la figura morale se non anche giuridica del ricettatore; perché quando si compra a prezzo troppo inferiore al mercato è doveroso pensare almeno a qualche cosa di irregolare. Crediamo sarebbe una meritatissima lezione almeno la pubblicazione del loro nome assieme a quello del diretto evasore. Sappiamo che la nostra azione colpirebbe anche diversi nostri associati; ma il Collegio è sorto per tutelare gli interessi delle imprese oneste e non di quelle che disonorano e danneggiano la classe. Se l’essere ossequienti alle Leggi è una minchioneria in quando l’inosservanza delle stesse è quasi sicuramente impunita, non ci resterà, ripetiamo, che consigliare ai nostri associati di non essere ancora minchioni in avvenire. Ci ripugna ricorrere a questo mezzo e preferiamo per ora rivolgerci a Voi con la preghiera di curare, come Vostro diritto, e Vostro dovere, che le disposizioni vigenti vengano rispettate a vantaggio dell’Erario, degli Operai, delle Imprese serie, della serietà della Legge”.
Advertisement