AND Rivista quadrimestrale di architetture, città e architetti n°12 maggio/agosto 2008 direttore responsabile Eugenio Martera direttore editoriale Paolo Di Nardo comitato scientifico Giandomenico Amendola, Gabriele Basilico, Miranda Ferrara, Maurizio Nannucci, David Palterer, Sergio Risaliti, Giorgio Van Straten redazione Tommaso Bertini, Filippo Maria Conti, Samuele Martelli, Alessandro Melis, Elisa Poli, Pierpaolo Rapanà, Daria Ricchi, Eugenia Valacchi coordinamento editoriale Giulia Pellegrini coordinamento redazionale Fabio Rosseti corrispondenti dalla Francia: Federico Masotto dalla Germania: Andreas Gerlsbeck traduzioni italiano-inglese Miriam Hurley, Selig Sas, Team Translation inglese-italiano Team Translation crediti fotografici le foto sono attribuite ai rispettivi autori come indicato sulle foto stesse. L’editore rimane a disposizione per eventuali diritti non assolti progetto grafico Davide Ciaroni impaginazione elettronica Giulia Pellegrini, Pierpaolo Rapanà
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in copertina/cover Ozeaneum – German Oceanographic Museum © Behnisch Architekten
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soci sostenitori ANCE TOSCANA ARX SEZIONE EDILE DI CONFINDUSTRIA FIRENZE CONTEMPORANEA PROGETTI GRANITIFIANDRE URBAN MEDIA
12 sommario/summary BEHNISCH > SCUOLE DI ARCHITETTURA
EDITORIALE
Behnisch Architekten, John M. Reynolds
One day. + Works, Paolo Di Nardo
Thermal SPA Bad Aibling
8
10
18
24
32
38
42
48
Haus im Haus
Administration and laboratory buildings
Terrence Donnelly Centre
Unilever Germany Headquarters
Marco Polo Tower
Genzyme Center
Ozeaneum – German Oceanographic Museum
ECOLOGY DESIGN SINERGY, Pierpaolo Rapanà
50
54
60
64
68
72
76
80
LA SCUOLA FIORENTINA, Fabio Fabbrizzi
FERRARA. UNA SCUOLA GIOVANE, Graziano Trippa
IAN+, Laboratori a Torvergata, Francesca Oddo
SCUOLE DI ARCHITETTURA, Martin Haas
TALCA UNIVERSITY, Mauricio Pezo
SCI_Arc, Florencia Pita
KOREA UNIVERSITY, Hyon-Sob Kim
MIAMI UNIVERSITY, John M. Reynolds
82
88
94
100
106
AAM, Alberto Alessi
Opere Thermal SPA Bad Aibling
nome progetto/project name Centro benessere Bad Aibling/ Thermal SPA Bad Aibling progetto/design Behnisch Architeken strutture/structures Duwe Mühlhausen Ingenieurgesellschaft committente/client Stadtwerke Bad Aibling concorso/competition 2003, 1° premio/1st prize luogo/place Bad Aibling, Germania progetto e realizzazione/planning and construction 2003-2007 superficie totale/total area 10.850 mq/sqm foto/photos Adam Mørk/Torben Eskerod
Bad Aibling, a small resort some 60 km south-east of Munich, and the oldest ‘moor’ spa in Bavaria, wanted to complement its existing health and leisure amenities with a new thermal spa baths, associated extensive wellness areas and outdoor swimming pools. The new facilities provide an attractive, health-orientated focus for both the local community and the region, drawing upon the traditions of the town. The layout of the complex respects the beautiful surrounding landscape, with the building opening out onto the riverfronted sunbathing meadow. The south west aspect ensures that the building and outdoor areas of the pool deck are flooded in sunlight. From here visitors have commanding views out towards the Bavarian Alps. In responding to the complex demands of water quality, indoor environment and privacy the various indoor pools and treatment areas are accommodated in separate ‘cabinet-like’ units. These are united by an undulating pool deck which extends from the changing areas through a generous wintergarden out toward the outdoor terraces. The wintergarden affords visitors various bathing possibilities in a quiet and relaxed environment and provides access to both cabinets and the outdoor pools, sauna areas. The deck is sheltered by a low-lying timber roof. An extensive array of glazed rooflights ensure variable daylighting conditions throughout the wintergarden. The cabinets themselves are expressed as a series of differently sized domes. Largely opaque, the domes are perforated by various circular openings. Each dome has a distinctly individual character promoted by the incidence of natural light and complimentare artificial lighting, the use of different materials and colours, different water features and acoustic qualities.
Bad Aibling, un piccolo resort situato 60 km a sud di Monaco, è la più antica Spa della campagna bavarese. Il resort aveva la necessità di ampliare le sue dotazioni con una nuova Spa, alcune aree benessere e varie piscine esterne. Le nuove attrezzature offrono un polo attrattore dedicato a salute e benessere sia per la comunità locale che per l’intera regione, attingendo alle tradizioni della città. Il layout del complesso rispetta il meraviglioso paesaggio in cui si inserisce permettendo agli edifici di aprirsi sul prato della riva soleggiata. L’esposizione a sud est assicura inoltre che l’edificio e le aree esterne intorno alla piscina siano immersi nella luce. Da qui i visitatori possono godere viste mozzafiato verso le Alpi Bavaresi. Rispondendo alla necessità dell’edificio di avere acqua di qualità, indoor environment e privacy, le vasche interne e le aree per i trattamenti sono situate in piccole unità separate, collegate però da una passerella ondulata che partendo dalle aree degli spogliatoi e attraversando un giardino d’inverno, giunge alle terrazze esterne. Il giardino d’inverno offre agli ospiti varie possibilità di bagnarsi in un intorno calmo e rilassante e garantisce l’accesso ad entrambe le celle, alle piscine esterne ed alle aree della sauna. La passerella è protetta da una bassa copertura in legno. Un’ampia gamma di lucernari vetrati assicura condizioni di luce variabile attraverso il giardino d’inverno. Le singole unità sono contenute in una serie di cupole di varie dimensioni per lo più opache, ma illuminate attraverso varie aperture circolari. Ogni cupola è caratterizzata da un aspetto differente definito dall’incidenza della luce naturale e di quella artificiale, dall’uso di materiali e colori diversi e da differenti caratteristiche dell’acqua e delle qualità acustiche.
planimetria/site plan 0
50 m
24 25
piscina esterna con cupola termale external pool with thermal dome pagina seguente/following page vista noturna dell’area ingresso entrance area at night
sezione/section 0
20 m
26 27
pianta piano terra ground floor plan
0
20 m
sezione longitudinale/longitudinal section 0
20 m
28 29
in senso orario/clockwise cupola dei sensi con la Lanterna Magica sensuous dome with Laterna Magica; hall della zona sauna/sauna area in bathing hall; hamam/hamam pagina precedente/previous page sauna Triftbach/Triftbach sauna
30 31
© FM Conti
Genzyme Center
nome progetto/project name Centro Genzyme/ Genzyme Center progetto/design Behnisch Architeken strutture/structures Buro Happold committente (proprietario)/client base building Lyme Properties LLC Cambridge, MA committente (locatario)/client tenant improvement Genzyme Corporation Cambridge, MA concorso/competition 2000, 1° premio/1st prize luogo/place Cambridge, MA, USA progetto e realizzazione/planning and construction 2000-2004 superficie/gross 32.500 mq/sqm foto/photos Anton Grassl
The Genzyme Center is located in the midst of other dynamic research institutions on a former brownfield site close to the Charles River. The design brief required a progressive building which would represent a point of identification for the Genzyme Corporation, its employees, guests and visitors. The building accommodates about 920 individual workplaces over 12 floors. Commencing with the initial architectural competition and throughout a highly integrated design process the primary design objective was to develop a building from the inside out. Organised as ‘a vertical city’ with individual ‘dwellings‘, public areas and gardens which extend up to the full height of the central atrium. The open staircase forms part of a ‘vertical boulevard’, starting at the ground floor lobby before proceeding upwards through various neighbourhoods with open workstations and separate offices. The interior is flooded with daylight, all workstations are naturally illuminated through a combination of redirectional blinds at the building’s perimeter and the top-lit central atrium. Above the atrium roof a sunlight redirection system with heliostats and fixed mirrors serves to further enhance lighting levels. A prismatic ceiling beneath the skylights carefully filters the light, then disperses it into the interior of the building through reflective objects such as the sparkling ‘chandeliers’ and the ‘light-wall’. The atrium’s role as a return air duct ensures that the chandeliers are, under the influence of thermal effects, constantly in motion, further enlivening the space. The building has been awarded the USGBC Leed Platinum Rating and is a prime example of what can be achieved through the application of sustainable strategies in the workplace.
Il Genzyme Center è situato tra altri istituti di ricerca su un’area edificabile in un’ex zona industriale dimessa vicino al fiume Charles. Il programma richiedeva un edificio all’avanguardia che potesse rappresentare un momento d’identificazione tra la Genzyme Corporation, i suoi impiegati, gli ospiti ed i visitatori. L’edificio ospita circa 920 postazioni di lavoro individuali distribuite su 12 piani. Iniziando dalla fase di concorso e passando attraverso un processo di progetto integrato, il primo obiettivo era quello di realizzare un edifico che si sviluppasse dall’interno verso l’esterno. L’edificio è organizzato come una ‘città verticale’ con alloggi ‘singoli’, aree pubbliche e giardini che si estendono fino al punto più alto dell’atrio centrale. Il vano scale, aperto, forma una parte del cosiddetto ‘boulevard verticale’ che, partendo dall’atrio del piano terra, procede verso l’alto passando attraverso zone dotate di postazioni di lavoro aperte e di uffici indipendenti. La luce inonda lo spazio interno e tutte le postazioni di lavoro sono illuminate in modo naturale grazie ad una combinazione di cortine orientabili situate sul perimetro dell’edificio ed in alto, sul profilo dell’atrio. Sulla copertura dell’atrio un sistema costituito da eliostati e specchi orienta la luce del sole permettendo di aumentare ulteriormente l’illuminazione dei diversi livelli. Una superficie prismatica situata sotto i lucernari filtra accuratamente la luce, disperdendola inoltre all’interno dell’edificio attraverso oggetti riflettenti come gli scintillanti ‘coriandoli’ sospesi ed i ‘light-wall’. Il ruolo dell’atrio come condotto di ritorno dell’aria assicura che i ‘coriandoli’ siano, sotto l’influenza degli effetti termali, in costante movimento, ravvivando ancora di più lo spazio. L’edificio è stato premiato con il USGBC Leed platinum Rating [U.S. Green Building Council, Consiglio degli Edifici Verdi degli Stati Uniti] ed è il primo esempio di ciò che si può raggiungere con l’applicazione delle strategie sostenibili nei luoghi di lavoro.
planimetria/site plan 0
50 m
54 55
pianta 2° piano/2nd floor plan 0
50 m
sopra/above schema dei pieni e dei vuoti/mass and void scheme sotto/below immagine notturna della facciata ovest/west façade at night pagina seguente/following page giardino all’ingresso/entrance garden
56 57
Š Roland Halbe
sezione sull’atrio/section showing atrium sotto/below: biblioteca giuridica/Law Library pagina precedente/previous page giardino interno, cubicolo e postazione di lavoro/interior garden, cubicle, working place
58 59
+
+
+
+
+ +
IAN +
+
IAN+
+
Laboratories for Torvergata University
Laboratori Università di Torvergata Anche un oggetto di dimensioni contenute può parlare il linguaggio dell’innovazione. Lo dimostra l’edificio per i Laboratori per l’Università di Tor Vergata firmato IaN+, progetto vincitore della Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per l’opera prima. Non si tratta di un gesto eclatante. Piuttosto di un’architettura minuta capace di portare in sé il seme di una importante rivoluzione. Racconta infatti di un’alternativa possibile agli scenari consueti dei contesti universitari italiani, esprime con un linguaggio garbato e intelligente la volontà di sperimentare nuove soluzioni formali. E in questo senso la si può interpretare come il tassello di un potenziale mosaico progettuale, o come un’icona, ma con un’accezione molto diversa rispetto a quella cui siamo abituati, più vicina ai contenuti dell’architettura piuttosto che all’immagine. L’edificio fa parte di un sistema puntiforme di case rurali adibite a dipartimenti e laboratori all’interno della stazione idrobiologica dell’università. In un luogo ai margini della città, quasi in campagna. Si appoggia come una piccola astronave che con un grande occhio, uno schermo a vetri, osserva il limite fra trama urbana e compagine rurale. «L’architettura entra in un processo di scambio con il contesto che lo circonda. Un elemento semplice, un parallelepipedo, viene sottoposto ad una deformazione ed ai suoi possibili effetti», spiegano i progettisti, e ancora «l’edificio si sviluppa nella fusione tra il vuoto verticale di distribuzione, il vuoto ricavato dall’inversione della pendenza del tetto e il pieno formato dagli ambienti necessari per i laboratori». La struttura si articola su tre piani: i primi due livelli ospitano i laboratori, mentre il terzo è adibito a sala riunioni e il volume che lo accoglie aggetta sul piazzale, si protende e guarda verso l’esterno. Per gli interni sono stati utilizzati i materiali di GranitiFiandre, nello specifico il Leuca naturale 30x30 cm e 20x20 cm della collezione Tinte Unite per la pavimentazione. Il colore avvolgente del materiale riveste tutte le superfici, l’atmosfera è rarefatta, sospesa, e introduce alla ‘magia’ degli esperimenti di laboratorio. Il rivestimento esterno in intonaco a grana grossa e la componente cromatica sui toni del rossiccio legano l’architettura al territorio e ai suoi casali, creando le premesse per un dialogo con la materia e l’atmosfera del paesaggio rurale che la circonda.
di/by
Francesca Oddo
Even an object of contained dimensions can speak the language of innovation. This is demonstrated in the building for the Laboratories of the University of Tor Vergata designed by IaN+, the winning design of the Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana [Gold Medal for Italian Architecture] for the first opera. It does not feature an extraordinary gesture. Rather a tiny architecture capable of bearing the seed of an important revolution. It basically portrays a possible alternative to the usual scenarios of the Italian university context and it gracefully and intelligently expresses the will to experiment with new formal solutions. And, in this sense, it can be interpreted as a piece of a potential design mosaic, or as an icon, but with a very different meaning in regards to that which we are used to, closer to the contents of the architecture rather than the image. The building forms part of a dotted system of rural structures used as departments and internal laboratories of the hydrobiological station of the university. It is located at the edges of the city, almost in the countryside. It rests like a small spaceship, observing the boundaries between the urban plan and the rural organism with a great eye, a screen of glass. «The architecture enters into a process of exchange with the surrounding context. A simple element, a parallelepiped, is subjected to distortion and to its possible effects», explain the designers, and, furthermore, «the building is developed by the fusion between the vertical void of distribution, the void derived from the inversion of the inclination of the roof and the full format of the environments necessary for the laboratories». The structure is divided into three floors: the first two levels host the laboratories, while the third is used as a meeting room and the volume that it occupies juts out over the entrance area, protruding and overlooking the exterior. GranitiFiandre materials have been used for the interiors, in particular the Leuca matt 30x30 cm and 20x20 cm from the 'Tinte Unite' collection has been used for the flooring. All the surfaces are covered by the material’s fascinating colour, the atmospehre is rarefied, suspended, introducing to the ‘magic’ of laboratory experiments. The exterior large-grain plaster covering and the chromatic component of the red-brown tones binds the architecture to the territory and to its rural buildings, creating the premise for a dialogue between the subject and the rural landscape setting that surrounds it.
76 77
nome progetto/project name Laboratori di ricerca Università di Torvergata/Research Laboratories for University of Tor Vergata architetto/architect IAN+ – Carmelo Baglivo, Luca Galofaro, Stefania Manna committente/client Università di Tor Vergata/ Tor Vergata University materiali/materials esterno: intonaco a grana grossa; pavimentazioni interne: Leuca naturale 30x30 cm e 20x20 cm, collezione Tinte Unite, GranitiFiandre/ exterior: grooved finished plaster; internal floorings: Leuca matt 30x30 cm e 20x20 cm, collection Tinte Unite, GranitiFiandre luogo/place uscita/exit 19-GRA, Roma superficie/area 400 mq/sqm data progetto/design date 1999-2002 realizzazione/realization 2004 costo/cost 360.000 euro riconoscimenti/awards Medaglia d’Oro Architettura, Opera Prima, Triennale di Milano www.ianplus.it
a
sala riunioni/meeting room Lab 1
Lab 2
ufficio/office
Lab 3 impianti/systems wc
impianti/systems
pianta piano terra/ground floor plan 0
wc
a
pianta 1° piano/1st floor plan
5m
sezione aa/section aa
0
5m
78 79
Š Cristobal Palma
Talca University Talca, Chile
di/by
Critical craft Now in Chile the architectural education is in a central debate: there are 45 schools teaching architecture. Ten years ago there were 24 and ten years before that, in 1988, just 8. Some terrified teachers are trying to understand why we need so many schools (therefore, so many architects) in such a small country. Others, in a better mood, are trying to redefine the new roles and practical possibilities that this situation opens for the future. Clearly, one of the first answers that the latter teacher could say to the other is that thinking in the practice of architecture as a geopolitical confinement is obsolete (since the information access makes limits diffuse). Another argument he could say is that, considering the enormous amount of professionals prepared with similar skills, the best possibilities should be found in the diversification of those skills. And by diversity I’m not just saying specialization (which is too academic) but something more related with the practical elasticity for reacting to unexpected problems. In that sense, the experience of educating architects (if that is possible) is more a training in a sort of personal sensibility for a critical review of reality. In the context of Chilean architectural education, I’ve been teaching at two extremes types of schools: in one of the oldest traditional ones, with all the conceptual and practical heaviness that the age carries, and at the ‘Talca School’, one of the new and also renovated agendas for educating architects in Latin America. Talca is a small agricultural town located about 250 km south of Santiago. And this position is one of its strategic goals: not too far (considering the distances that we’re used to in South America) for visiting professors to travel there for a day and not too close so as to have to fight for visibility in the capital’s arena. But this lo-
Talca University School of Architecture studenti/students 500 ammessi ogni anno/admissions per year 80 laureati/grduated 500 organico docenti/staff teachers 10 docenti esterni/visiting teachers 40 durata del corso di laurea/duration of the career 12 semestri/semesters anno di apertura/opening year 1999 direttore/director Juan Román www.talca.org
Mauricio Pezo
Arte critica Attualmente in Cile la formazione in architettura è oggetto di discussione e si insegna in ben 45 scuole mentre solo dieci anni fa l’insegnamento era previsto in 24 strutture e nel 1988 soltanto in 8. Alcuni docenti, particolarmente preoccupati, stanno cercando di capire da cosa derivi l’esigenza di aumentare le strutture scolastiche e, di conseguenza, anche la formazione di altri architetti in un paese così piccolo. Altri insegnanti, più propensi ad accettare il fenomeno, stanno cercando di definire nuove regole e opportunità pratiche per il futuro basandosi sulla situazione attuale. La seconda categoria di insegnanti potrebbe contestare alla prima la concezione obsoleta della pratica architettonica come limitazione geopolitica, basandosi sul fatto che l’accesso alle fonti di informazione non ha più confini. Un altro elemento di discussione offerto dalla seconda categoria riguarderebbe l’enorme quantità di professionisti formatisi in modo analogo, in quanto le migliori possibilità deriverebbero proprio dalla diversificazione delle abilità. Con il termine ‘diversità’ non intendo dire specializzazione (troppo accademico) ma voglio fare riferimento alla flessibilità pratica di reazione. In questo senso, studiare architettura (dove possibile) significa esercitarsi in una sorta di sensibilità personale orientandosi verso l’analisi critica della realtà. In questo contesto formativo dell’architettura in Cile, ho avuto modo di insegnare in due scuole estremamente diverse: una organizzata secondo un sistema tra i più tradizionali, caratterizzata da un rigore concettuale e pratico tramandato negli anni e l’altra (Talca School), considerata come una delle istituzioni più moderne nonché tappa forzata per la formazione degli architetti in America Latina. Talca è una piccola cittadina agricola situata a circa 250 km a sud di Santiago. La sua posizione geografica è uno dei fattori strategici che la caratterizzano: è facilmente raggiungibile (se consideriamo le distanze in Sud America) per i docenti esterni nel giro di una giornata e, allo stesso tempo, non è molto caotica: non si deve lottare per farsi spazio nella ‘giungla’ della capitale. La posizione non è casuale se pensiamo che la Talca School si pone come obiettivo quello di localizzare il più possibile il ruolo dell’architettura nel paesaggio circostante a livello estremamente localizzato. Questo luogo ha potuto contare anche sulla presenza di Winy Mass, degli MVRDV. A livello metodologico, uno degli aspetti più innovativi della Talca School riguarda la realizzazione del progetto finale per il quale agli studenti non è richiesto di elaborare un programma teorico (basato su un grande museo o palazzo dei congressi) difficilmente in agenda per il 99% degli architetti del posto, ma la realizzazione di un piccolo progetto. Con questa iniziativa, la scuola mira ad avvicinare i soggetti al contatto con le cose e ad accrescere l’elasticità produttiva affinché il loro ultimo progetto accademico coincida con il loro primo lavoro di tipo professionale. Gli studenti dovranno affrontare i problemi come nella realtà e senza alcun tipo di aiuto imparando a gestire spese ridotte, aspetti legali, lavoratori dipendenti ecc., dovranno attirare l’attenzione di specifiche comunità affinché li considerino parti integranti in fase di progettazione e costruzione. Questo fattore rafforza la posizione dell’architetto sia a livello pubblico che sociale. Tenendo conto di questo ruolo, l’approccio del nostro studio si basa principalmente sull’esplorazione visiva in totale autonomia e sull’inserimento di oggetti fatti a mano in contesti naturali. Considerate le possibilità di lavorare con prototipi 1:1, questi oggetti sono stati concepiti come elementi specifici per analizzare un particolare paesaggio culturale e, allo stesso tempo, come un modo attento e scrupoloso per gestire risorse economiche limitate di cui disponiamo nel settore dell’architettura urbanistica. Con l’introduzione di costruzioni realizzate con materiali riciclati, ciascun progetto propone un’interazione diretta con l’ambiente naturale e le sue richieste. Gli studenti entrano così letteralmente in simbiosi con il territorio, riproducendo simultaneamente le rappresentazioni mediate (quali disegni e fotografie) nello spazio e nelle dimensioni reali del progetto. Il nostro lavoro si è fondato sulla consapevolezza che la morfologia geografica determina i comportamenti delle forze produttive locali e su tale base abbiamo selezionato gli schemi e i codici di produzione per scoprire il legame tra strutture formali e attività. Ciascun progetto rappresenta una sorta di strumento attraverso il quale è possibile individuare i collegamenti mentali suggeriti dal luogo.
82 83
Wolf House nome progetto/project name Casa Wolf architetto/architect Pezo von Ellrichsausen Architects – Mauricio Pezo, Sofia von Ellrichsausen strutture/structures German Aguilera appaltatore/contractor Ricardo Ballesta committente/client Juan Carlos Heijboer data di progetto/design date 2005-2006 realizzazione/construction date 2006-2007 luogo/site Andalue, Cile superficie lotto/site area 362 mq/sqm superficie costruita/built area 136 mq/sqm www.pezo.cl Il programma cerca di risolvere la ‘reclusione’ volontaria di chi ha appena rinnovato il proprio matrimonio e la propria paternità (con figli adulti che gli fanno visita di tanti in tanto). I servizi, la circolazione verticale a spirale ed i diversi spazi di stoccaggio aiutano a confinare le minime ed opprimenti distanze laterali opprimenti del lotto. Nella direzione longitudinale, le due stanze principali e più spaziose occupano diverse estremità e livelli: sul retro del lotto c’è il vano con vocazione sociale che le connette con il terreno naturale; sulla strada è collocato invece uno spazio che ospita riunioni più informali e familiari. Il vano centrale è composto dalla ripetizione di quattro strutture rigide d’acciaio sulle quali sono costruite due piattaforme che si sovrappongono. Il rivestimento è costituito da una trama continua e leggera che incanala la pioggia, in tinta bronzea (instabile alle variazioni della luce naturale) che è appena interrotto da lucidi tagli di cristallo, allineati al muro esterno/The program tries to solve the voluntary reclusion of someone who’s just renewed his marriage
and fatherhood (with children who are now adults and visit him only occasionally). The services, vertical spiralling circulation and different storage spaces help confine the oppressive lateral distances of the site. In the longitudinal direction, the two major and most voluminous rooms occupy different ends and levels: towards the back of the site is the room for social uses that connects them with the natural ground; towards the street the space allowing more informal and familiar reunions is located. The central bay is composed by the repetition of four rigid, steel on which two overlapping platforms are built. The coating is a continuous texture that guides the rainfall, in a bronze tone (unstable with the variations of natural light) that is barely interrupted by the glossy crystal cut-outs, aligned with the outside wall
spaccato assonometrico sliced axonometric 0
5m
© Cristobal Palma
0
5m
a
c
NORTH
N
FIRST FLOOR FIRST FLOOR FIRST FLOORFIRST FLOOR (FFL+0.00) (FFL+0.00) (FFL+0.00)(FFL+0.00)
N0
N 0
N 0 5m
0
5m
SECOND FLOOR SECOND FLOOR SECOND FLOOR SECOND FLOOR WEST (FFL+2.75) (FFL+2.75) (FFL+2.75)(FFL+2.75)
5m
NORTH SOUTH prospetto nord/north elevation
THIRD FLOOR THIRD FLOOR THIRD FLOORTHIRD FLOOR (FFL+5.50) (FFL+5.50) (FFL+5.50)(FFL+5.50)
copertura/roof plan +8,50 m
ROOF PLAN ROOF PLAN ROOF PLANROOF PLAN AA (RL+8.50) (RL+8.50) (RL+8.50) (RL+8.50)
5m
prospetto est/east elevation WEST EAST
sezione cc/section cc
sezione aa/section aa
BB CC
AA
5m
0
0
3° piano/3rd floor +5,50 m
2° piano/2nd floor +2,75 m
1° piano/1st floor ±0,00 m
DD 0
5m
5m
cation is just a layout anecdote since the real goal of the Talca School is the accuracy for contextualizing the architecture’s role in its immediate landscape. In other words, the school is conceived for producing a hyper-local work. Paradoxically, this locative condition had the eventual participation of Winy Maas from MVRDV. In methodological terms, one of the innovative SOUTH features of the Talca School is the procedure for the students’ final project. Instead of working with (a big museum, a big con0a theoretical program 5m gress palace) that rarely will be in the agenda of 99% of the local architects, they just ask for the actual construction of a small program. So they are stimulating both the physical experience of touching things and the productive elasticity for transforming their last academic project into their first professional work. There are no excuses for the demands of reality: they have to deal with low costs, legal aspects, workers, etc. But, beyond that, they have to engage specific communities in order to be accepted as articulating parts during the whole design and constructive process. This requirement, in all the cases, strengthens the social and public domain of the architect. Having this posture in mind, our studio’s central approach is based on the visual exploration on autonomy and insertion of hand made objects in natural contexts. Considering the possibilities of working with 1:1 prototypes, these objects have been thought as specific devices for reading a particular cultural landscape and also as an exercise of carefully and consciously
handling the limited economical resources that (usually here) we have for building architecture. Through the insertion of constructions made with recycled materials each project proposes the direct interaction with the natural setting and its demands. In this way, the students, literally, inhabited the territory by translating simultaneously the mediated representation (by plans and photographs) EAST into the real place and size of the project. Our work was based on the assumption that geoCC graphical morphology determines the behaviors of local productive forces. On this basis, the approach 0 consisted on selecting those patterns or codes of production in order to understand the link between formal structures and activities. Each project would be read as an apparatus for making visible some mental connections that the place evokes.
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DD 5m
assonometria della struttura constructive axonometric 0 0
5m
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5m
Balcony site in Pinohuacho studente/student Rodrigo Sheward tutor/tutor German Valenzuela nome progetto/project name Belvedere a Pinohuacho – progetto finale/ Balcony site in Pinohuacho – final project luogo/site Villarrica National Park, Chile data progetto/project date 2006 sito/site area indefinito/undefined superficie costruita/built area 25 mq/sqm costo/total cost 3.000 dollari/US dollars materiali/materials legno riciclato/ recycled wood foto/photo Rodrigo Sheward
Due volumi distanti tra loro (uno rivolto verso il vulcano di Villarica e l’altro verso i laghi) ed un basso recinto. Due strutture vuote che catturano l’attenzione del visitatore e offrono una sorta di protezione ai contadini della zona durante le loro giornate lavorative. Ciascun blocco si compone di 96 pezzi della misura di 25,40 cm ed è realizzato con legno di quercia molto spesso e montato in situ dagli agricoltori e da un piccolo gruppo di studenti/ Two distant volumes and a low fence, one volume facing the Villarrica volcano and the other facing the lakes. Two empty pieces that frame the visitor’s view and help the local farmers with temporary protection during their daily works. Each block is composed by 96 pieces of 25,40 cm thick oak wood that were made and assembled in situ by the farmers and a small group of students
prospetto est/east elevation East elevation
East elevation
pianta/plan Plan
North elevation
0
East elevation
North elevation
5 m elevation prospetto nord/north elevation North
Section AA
Perimeter enclosure studente/student Dafne Ariztia tutor/tutor Kenneth Gleiser nome progetto/project name Recinto perimetrale – progetto finale/Perimeter enclosure – final project luogo/site Talca, Chile data progetto/project date 2007 superficie sito/site area 1.200 mq/sqm superficie costruita/built area 166 mq/sqm costo/total cost 5.700 dollari/US dollars materiali/materials maglia di acciaio, tessuto/ steel mesh, cloth foto/photo Dafne Ariztia
4.20
Come si trasforma un silo in una corte? Questa è la questione concettuale ed operativa che il progetto si propone di risolvere. La risposta è una linea continua circolare che circonda il luogo, accompagnata da un’opacità misurata diffusa nei dintorni. Il risultato è un luminoso velo ottenuto da una minima resistenza della piega di uno strato sottile di armatura a stuoia che sostiene un tessuto. Questo è ciò che si nasconde nel contesto, non è né ciò che si vede né la sua negazione/How to translate a silo into a court? This is the conceptual and operative question that the project proposes to solve. The answer is a continuous circular line that encloses the site and a controlled opacity that diffuses its surroundings. So, the project is a bright veil constructed by the minimal resistance of the folding of a thin steel mesh that supports a cloth. This is a hatch of the context, not its frontal presence, not its negation
±0,00 sezione tipo/main section
91.35° prospetto interno e pianta/ internal elevation and plan
86 87
a
Landmark in six stations studenti/students Ronald Hernandez, Marcelo Valdez, Osvaldo Veliz tutor/tutor Kenneth Gleiser nome progetto/project name Landmark in sei punti – progetto finale/Landmark in six stations – final project luogo/site Rauco, Chepica, Lolol, Hualane and Vichuquen, Chile data progetto/project date 2007 superficie sito/site area indefinita/undefined superficie costruita/built area 5,8 mq/sqm costo/total cost donazioni/donations materiali/materials legno riciclato/ recycled wood foto/photo Osvaldo Veliz Seguendo un percorso preesistente, il progetto ricerca un modo per consolidare una serie di punti di riferimento per il paesaggio. I luoghi principali, lungo il tratto, sono stati ricostruiti con l’introduzione di figure scultoree utili ai fini dell’orientamento visivo.Le sculture sono state anche
b
utilizzate come elementi di arredo, utili per riposare durante un viaggio all’insegna dell’avventura. Data la scarsità di risorse in questa zona lontana, tutte le costruzioni sono state realizzate raccogliendo dei pezzi di legno (scarti della silvicoltura). Questi piccoli frammenti sono stati impiegati nella facciata principale e nella curva continua stratificata che sembra galleggiare nella parte centrale/Following an existing path, this project explores the possibility of consolidating a sequence of referential points for the landscape. The dominant places along the path were rebuilt by the insertion of small sculptural figures that serve as visual orientation and as furniture devices (for resting during an adventure trip). Considering the lack of resources of this distant area, all the construction was made on the basis of recollection of wooden pieces (that were thrown away by forest industry). These little pieces were used in the main faceted structure and in the continuous laminated curve that is floating in its center
a
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SCI-Arc Los Angeles, California, USA
di/by
Introduction to SCI-Arc There’s nothing in the SCIArc discourse (past or present) that’s sacrosanct, as many of you have come to know. No particular politics are required. The discussion is wide and (hopefully) probing. Every premise, conceptual strategy, technical means, presentation technique and theoretical conclusion is open to challenge or to confirmation. We prize both the unequivocal pronouncement and the nuanced critique. SCI-Arc is always and forever a venue for debate on the movement of ideas over time. How does misfit become fit and again misfit? How does the once radical become the conservative? How does the edge (often imperceptibly) move to the center? And can one, can an institution, perpetually inhabit the edge, or is the edge itself in danger of becoming a commonplace? SCI-Arc is a place for testing ideas without inculcating allegiances. The promulgation of a particular ideological predilection (vis-à-vis alternative prospects) confirms a belief in/acceptance of and idea or position. In practical terms, students are entitled to a particular belief (for the moment), but the institution remains an institution of non-believers. We are not the progenitors of the ‘how to be a radical architect’ pro forma, because there is no such pro forma. SCI-Arc should be the Institute for Nonallegiance. Please get comfortable being uncomfortable. We love conviction, and simultaneously, we love to challenge that conviction. The student must commit, and simultaneously understand that, ipso facto, something other, something essential has been omitted. We like to dig without a guarantee we’ll arrive at the bottom. From: Eric Owen Moss’ introduction to the 2007 Graduate Thesis Review. Eric Owen Moss, Director Southern California Institute of Architecture (SCI-Arc)
Florencia Pita
Introduzione al SCI-Arc Come molti di voi sapranno, non c’è niente di inconfutabile nel discorso sul SCIArc (sia nel presente che nel passato). Non sono richieste politiche particolari. L’analisi è ampia e, si spera, anche critica. Tutte le premesse, le strategie concettuali così come i mezzi tecnici, le tecniche di presentazione e le conclusioni teoriche si prestano ad essere discusse o confermate. Noi privilegiamo sia le conclusioni inequivocabili che le critiche sottili. Il SCI-Arc è sempre stato e continuerà ad essere luogo di dibattito in merito ai movimenti di idee, senza limiti di tempo. Come si passa dal disadattamento all’adattamento e viceversa? Come può un radicale divenire conservatore? Come si può spostare il margine (spesso impercettibilmente) verso il centro? Può qualcuno di noi o un’istituzione vivere perennemente al margine o è quest’ultimo che rischia di divenire un luogo comune? SCI-Arc significa sperimentazione di ideologie in totale libertà. La diffusione di una particolare tendenza ideologica (con varie visioni a confronto) conferma la volontà di accettare o negare un’idea o una posizione. A livello pratico, agli studenti è richiesto di prendere una posizione (temporanea). Dall’altra parte le istituzioni rimangono tali, pertanto non ci saranno sostenitori. Noi non intendiamo definire ‘un architetto radicale’ pro forma proprio perché la formalità in questo senso non esiste. Il SCI-Arc dovrebbe rappresentare il riconoscimento ufficiale della libertà di pensiero. Sentitevi pure a vostro agio anche nel disagio. Noi adoriamo la convinzione e, allo stesso tempo, la mettiamo in discussione. Lo studente deve impegnarsi e comprendere che, proprio per questo, manca qualcosa di importante. A noi piace ‘scavare’ senza avere la garanzia di arrivare in fondo. Dall’introduzione di Eric Owen Moss alla Graduate Thesis Review, 2007 [Rassegna delle tesi di laurea, 2007] Eric Owen Moss, Direttore del Southern California Institute of Architecture (SCI-Arc)
SCI-Arc Southern California Institute of Architecture anno di fondazione/foundation year 1972 corpo docenti/faculty body 85 non laureati/undergraduate department 242 laureati/graduated department 226 programmi post lauream/postgraduate programs 15 totale studenti immatricolati/total enrolled students 483 www.sciarc.ed
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Pulse: Tendril Formations titolo della mostra/exhibition title Pulse: Tendril Formations luogo/location SCI-Arc Gallery architetto/architect Florencia Pita date/dates 7 aprile-21 maggio 2006 April 7th-May 21st, 2006 gruppo di allestimento/fabrication team Daren Chen, John Klein IV, Zarmine Nigohossian, Clair Souki, Joe Tarr, Chris Eskew, Jin Tack foto/photos Joshua White www.fpmod.com L’installazione site-specific dal titolo Pulse: Tendril Formations propone la manipolazione del colore e del materiale come un doppio meccanismo per la resa spaziale. La galleria si trasforma così in un paesaggio rosa fatto di pareti sinuose e viticci realizzati con 300 fogli CNC di plastica sottile tagliati a laser, accompagnati da tavole sagomate che serpeggiano al di là della contorta passerella. Tra pavimenti e pareti di colore rosa, l’esposizione ricrea un ambiente ed un effetto spaziale caratterizzati da una totale immersione nel colore, nell’ambiente e nel materiale. I viticci strutturali, formulati con calcoli matematici, permettono al materiale da costruzione di costituire una vera e propria struttura senza dover ricorrere ad elementi di sostegno. La complessità dello stesso impianto, ottenuta grazie alla molteplicità, si sviluppa grazie alla varietà di strati di una singola curvatura. L’estrusione di materiali bidimensionali, all’interno di uno schema e di un flusso tridimensionali, accentua la decorazione nella struttura e nel volume senza una infrastruttura. Ispirandosi alla fotografia naturalistica, diffusasi nel tardo 19º secolo ad opera dell’artista tedesco Karl Blossfeldt e alle composizioni di tessuti realizzate dal contemporaneo innovatore, in fatto di tendenze, Junya Watanabe, l’installazione ricerca le nozioni del colore e della forma come elementi performativi
che si inseriscono nello spazio con stile e carattere/The site-specific installation Pulse: Tendril Formations emphasizes the manipulation of color and material as a double mechanism for the production of spatial affect. The Gallery is transformed into an entirely pink landscape with winding walls, or structural tendrils, made of 300 CNC lasercut Sheets of thin plastic, with contoured benches coiling out of the meandering walkways. With pink floors and walls, the exhibition offers an environment and spatial effect of total immersion in color, atmosphere and material. The structural tendrils, formulated through mathematical computation, allow the building material to be the structure itself, without any supporting structure. The structure’s complexity, achieved through multiplicity, is created by the proliferation of layers of single curvature. The extrusion of two-dimensional materials into a threedimensional pattern and flow accentuates ornamentation through structure and volume without infrastructure. Inspired by the late 19th Century nature photograph of German Artist Karl Blossfeldt and by the complex fabric structures of contemporary fashion innovator Junya Watanabe, the installation investigates notions of color and form as performative elements that embed spaces with mood and atmosphere
Programma M.Arch 1/Program M.Arch 1
Orogenous Zone 1
Master di 3 anni (7 quadrimestri), riconosciuto dal National Architectural Accrediting Board, aperto a studenti laureati di primo livello o con un titolo equivalente nello stessa area di studio Hsin-Ming Fung, direttore del progetto Sperimentazione architettonica e apprendimento sono alla base del programma. Grazie a semestri basati sull’insegnamento della progettazione e studi visivi, culturali e applicati, gli studenti avranno l’opportunità di approfondire il legame tra architettura, progressi tecnologici, rappresentazione ed evoluzione sociale, svilupperanno una capacità tale da poter affrontare problematiche più delicate, testando le proprie convinzioni intellettuali e creative. Esporranno pubblicamente una tesi elaborata in totale autonomia Progetto M.Arch 1 – Zone orogene: topografia e ricerca di un ordine tettonico L’interrelazione tra geometria, forma, tettonica e rilevanza entra nel merito dei sistemi organizzativi e dei comportamenti dei sistemi guidati da un contenuto programmatico, logiche strutturali e disposizione fisica. L’insieme delle relazioni tra parti e complesso è regolato da un paradigma che concepisce lo spazio come un bacino vuoto (nullo) pronto per essere riempito con elementi (solidi). In alternativa, si presenta una sensibilità che sostituisce la statica (composizionale) nozione di ambiente con quella di un comportamento dinamico: il paradigma della materia, partendo dal presupposto che non esiste né il nulla né un bacino vuoto, ma ci muoviamo nella materia in modo frizionale e viscoso. Si privilegeranno condizioni geo-morfologiche irregolari. Un terreno in pendenza ad esempio solleva problemi di accesso, circolazione, stabilità, paesaggio, ecc., ma mette anche in discussione le nozioni di superficie, massa, gravità, tettonica, forma, ecc./A 3 year (7 terms) Master accredited by the National Architectural Accrediting Board and open to applicants who hold a bachelor’s degree or equivalent in any field of study Hsin-Ming Fung, program director Architectural experimentation and learning through making lie at the core of the program. By integrally linking each semester’s design studio with courses in visual, cultural and applied studies, students are offered an instruction in the depth of the relationship between architecture and technological advances, representation, and social change. Students acquire a unique ability to address a breadth of complex architectural issues while testing their own intellectual and design convictions. Students complete their studies with the presentation, in a public exhibition, of a thoroughly researched independent architectural thesis 1GB M.Arch 1 Program – Orogenous zones: topography & the search for tectonic order The interrelationship between geometry, form, tectonics, and materiality will be explored as it relates to overarching organizational systems and emergent systemic behaviors driven by programmatic content, structural logics and physical setting. The relationships between the parts and the whole falls under the umbrella of a spatial paradigm, which understands space as an empty reservoir (void) waiting to be filled with objects (solid). Alternatively, there is an emerging sensibility that replaces the static, i.e. compositional, notion of the built environment with one that is dynamic and behavioral: the matter-field paradigm that operates with the understanding that there is no void, no empty reservoir waiting to be filled with things. We don’t simply move between objects but through matter in a frictional/viscous way. This semester will focus on structural and organizational principles in relation to irregular geo-morphologies (a sloped terrain) and the establishment of higher levels of order. Sloped terrains offer not only the challenging, immediate problems of access, circulation, stability, light, landscape, drainage, etc., but also challenge the architects’ notion of surface, mass, gravity, tectonics, form, structure, and ordering systems. Conventionally, hillsides are approached with the economies laid out by a developer or real-estate broker
nome del progetto/project name Studio 1GB Progetto M.Arch 1 – Zone orogene: topografia e ricerca di un ordine tettonico/Studio 1GB M.Arch 1 Program – Orogenous zones: topography & the search for tectonic order docenti/faculty Florencia Pita, Ramiro Diaz Granados, Darin Johnstone, Dana Bauer studente/student Tanja Werner
planimetria generale/full site plan
struttura/structure
a a
sezione aa/section aa
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SECTION B
Orogenous Zone 2 nome del progetto/project name Studio 1GB Progetto M.Arch 1 – Zone orogene: topografia e ricerca di un ordine tettonico/ Studio 1GB M.Arch 1 Program – Orogenous zones: topography & the search for tectonic order docenti/faculty Florencia Pita, Ramiro Diaz Granados, Darin Johnstone, Dana Bauer studente/student Leigh Jester
Programma M.Arch 1/Program M.Arch 2 Master di 2 anni (5 quadrimestri) riconosciuto dalla National Architectural Accrediting Board, aperto a laureati in un corso quadriennale o aventi un titolo equivalente all’estero Hsin-Ming Fung, direttore del progetto Gli studenti sono chiamatati ad esprimere un punto di vista critico su questioni architettoniche contemporanee e ad analizzare la relazione complessa e mutevole tra architettura e cambiamenti culturali, politici, economici e sociali. Acquisiranno competenze sugli ultimi sviluppi in fatto di produzione e conosceranno nuove metodologie di progettazione nel contesto storico attuale concludendo gli studi con la presentazione pubblica di una tesi elaborata in totale autonomia nell’ambito dell’architettura Progetto M.Arch 2 – Trasparenza. Da letterale e fenomenale a pratico e sensazionale Il corso si propone di ricercare le nozioni contemporanee di emozione grazie alla trasparenza. Un ramo dell’architettura attuale si è concentrato sugli effetti, sulle conseguenze (quantitative) o sul risultato finale di determinate cause, sottolineando il ruolo dell’emozione che risulta avere un impatto notevole sulla mente e/o le sensazioni (punto di vista qualitativo). L’emozione ha sempre rappresentato un fattore chiave per architetti e designer senza però rientrare in uno scambio discorsivo data la sua natura effimera e per le sue tendenze antropocentriche dal punto di vista storico. È qui che la fenomenologia decade; lo spazio ambientale è limitato all’esperienza vissuta e manca una disciplina nel trasmettere i sentimenti in senso formale. Lo studio si propone di sviluppare competenze tecniche avanzate su programmi di elaborazione digitale ricercando anche opportunità spaziali ed organizzative offerte da modelli topologici e le loro invarianti. Si è chiamati a riformulare condizioni tipiche quali: interno/esterno, struttura/involucro, finestratura/illuminazione ecc. con relazioni sempre più particolari e livelli di ordine più alti/A 2 year (5 terms) Master of Architecture program, accredited by the the National Architectural Accrediting Board, open to applicants with a minimum of a four year degree, or its equivalent abroad Hsin-Ming Fung, program director Students are introduced to an advanced critical perspective on contemporary architectural issues as a tool with which to examine the complex and shifting relationship between architecture and cultural, political, economic and social change. Students are provided with a knowledge of the latest developments in fabrication, as well as an understanding of design methodologies and their historical and contemporary contexts. Students complete their studies with the public presentation of a thoroughly researched independent architectural thesis M.Arch 2 program – Transparency. From Literal & Phenomenal to Virtual & Sensational This course will investigate contemporary notions of affect through transparency. A current strain of architecture has shifted form an emphasis on effects, which is simply the consequences (quantitative) or end result of certain causes, towards an emphasis on affect, which has more to do with impressing the mind and/or emotions (qualitative). Affect has always been a driving factor for architects and designers but never part of discursive exchange due to its fleeting nature and because of its historically anthropocentric tendencies. This is where phenomenology fell short. Within that milieu space was confined to that of lived experience. There existed a lack of discipline in translating ones feelings to formal significance. The impetus of the studio is the development of technical expertise of advanced digital modeling software and its relevance within contemporary architectural discourse and practice. Each student will investigate the spatial and organizational opportunities afforded by topological models and their invariants. You are challenged to reformulate typical conditions such as interior/ exterior, structure/envelope, fenestration/ illumination, etc. into more sophisticated relationships and higher levels of order
Transparency nome del progetto/project name Studio 2GAX Progetto M.Arch 2 – Trasparenza. Da letterale e fenomenale a pratico e sensazionale/Studio 2GAX M.Arch 2 Program – Trasparency. From Literal & Phenomenal to Virtual & Sensational docenti/faculty Florencia Pita, Ramiro Diaz Granados, Elena Manferdini studenti/students Jerry Chang, Nathaniel Moore
perimetro esterno ed interno exterior and interior enclosure
Tesi di laurea 2007/Graduate Thesis 2007 coordinatore/coordinator Hernan Diaz Alonso studenti/students McCall Holman, Cecilia Brock relatore di tesi/thesis advisor Florencia Pita
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Hanno collaborato a questo numero / Contributions to this issue
Alberto Alessi
architetto/architect
Caravaggio (BG), 1964. Studia presso il Politecnico di Milano, l’ETH di Zurigo e l’Ecole d’Architecture Paris-Villemin. Nel 1994 apre uno studio a Roma e nel 2004 a Zurigo lavorando come architetto, docente, critico e curatore. Si occupa di progetti a diverse scale, dalle residenze ai progetti urbanistici. Ha curato numerose pubblicazioni, tra cui Heinz Tesar, Shared Architecture (con Jo Coenen) e Italy now?/Caravaggio (BG), 1964. He has studied at the Milan Polytechnic, ETH Zurich and Ecole d’Architecture Paris-Villemin. He opened a studio in Rome in 1994 and at Zurich in 2004 working as an architect, lecturer, critic and curator. He deals with projects of various dimensions, from residences to urban planning designs. He has directed numerous publications, amongst which are Heinz Tesar, Shared Architecture (with Jo Coenen) and Italy now?
Paolo Di Nardo
architetto/architect
Firenze, 1958. Fondatore e direttore editoriale della rivista AND, nel 2002 fonda lo studio ARX che si occupa di progettazione e ricerca architettonica; collabora con studi quali Coophimmelb(l)au, Diener & Diener, Obermayer Planen + Beraten. è professore a contratto di progettazione presso la Facoltà di Architettura di Firenze e autore di numerosi articoli e saggi sull’architettura contemporanea/Florence, 1958. Founder and editor of AND magazine. In 2002 Di Nardo founded studio ARX, which is concerned with architectural research and design; he also works with studios such as Coophimmelb(l)au, Diener & Diener, Obermayer Planen + Beraten. He is a temporary professor of design with the Faculty of Architecture in Florence and has authored numerous articles and essays on contemporary architecture
Fabio Fabbrizzi
architetto/architect
Firenze, 1963. Ricercatore in Progettazione Architettonica e Urbana presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, professore di Progettazione Architettonica, redattore della rivista Firenze Architettura. è autore di libri riguardanti principalmente i rapporti tra storia e progetto, ambiente naturale e costruito, oltre a numerosi articoli e saggi sul linguaggio architettonico nel rapporto tra città storica e interpretazione progettuale/Florence, 1963. Researcher in Architectural and Urban Planning at the Florence Faculty of Architecture, professor of Architectural Planning, editor of the Firenze Architettura magazine. He is a published author of books on the rapport between history and planning, natural and constructed environments, besides numerous articles and essays on the architectural language in the rapport between historical city and planning interpretation
Martin Haas
architetto/architect
Friburgo (Germania), 1967. Dopo aver lavorato come filmmaker, pubblicitario e documentarista, si laurea in architettura a Stoccarda nel 1995. Ha lavorato in vari studi in Germania e all’estero prima di arrivare allo studio Behnisch nel 1996 di cui diviene socio nel 2005. Tiene numerose conferenze in Europa e negli Stati Uniti, in particolare sul tema della sostenibilità/Friburgo (Germany), 1967. After having worked as a filmmaker, publicist and documentary maker, he graduated in architecture at Stuttgart in 1995. He worked in various studios in Germany and abroad before arriving at the Behnisch studio in 1996, of which he became partner in 2005. He holds numerous conferences in Europe and the United States, featuring the theme of sustainability in particular
Hyon-Sob Kim
architetto/architetto
Korea, 1973. Studia alla Korea University e completa la tesi di dottorato preso l’Università di Sheffield nel 2005. è assistente alla Korea University ed insegna Storia dell’Architettura. Molte sue ricerche sono state pubblicate, ad esempio Villa Mairea, The Lost Memories, A Study on Alvar Aalto’s Collective Housing e Tetsuro Yoshida and Architectural Interchange between East and West/Korea, 1973. Studied at Korea University and completed his doctoral thesis at University of Sheffield in 2005. He is assistant professor at Korea University and he is actually teaching history of architecture. Many of his researches have been published, e.g. Villa Mairea, The Lost Memories, A Study on Alvar Aalto’s Collective Housing and Tetsuro Yoshida and Architectural Interchange between East and West.
Eugenio Martera
architetto/architetto
La Spezia, 1960. Fondatore e direttore responsabile di AND, dal 1986 sviluppa la propria attività di ricerca presso la Facoltà di Architettura di Firenze, all’interno della quale è Professore a contratto di Museografia. Nel 1991 fonda Contemporanea Progetti, che attualmente dirige, e si occupa di progetti museografici e mostre d’arte in Italia e all’estero collaborando con musei e centri culturali quali la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, la Kunsthal di Rotterdam e la Caixa di Madrid/La Spezia, 1960. As founder and managing director of AND, since 1986 he has developed the current internal research activity of the Florence Faculty of Architecture, of which he is a temporary lecturer of Museology. In 1991 he founded Contemporanea Progetti, which he currently directs, and is involved in museology projects and art exhibitions in Italy and abroad, collaborating with museums and cultural centres such as the Florence Uffizi Gallery, Palazzo delle Esposizioni in Rome, the Kunsthal in Rotterdam and La Caixa in Madrid
Alessandro Melis
architetto/architect
Cagliari, 1969. Dopo essersi laureato a Firenze fonda nel 1995 Heliopolis 21 a.a. con sedi a Pisa e Cagliari. Alterna all’attività professionale l’attività didattica e di ricerca iniziata in ambito storicocritico presso la Facoltà di Architettura di Firenze. Ha pubblicato monografie e saggi. Ha curato mostre, tenuto conferenze, visiting critic e lectures presso istituti italiani ed esteri/Cagliari, 1969. After graduating in Florence, he founded Heliopolis 21 a.a. in 1995 with branches in Pisa and Cagliari. He alternates his professional activity with didactic and research pursuits which began in an historical-critical setting at the Florence Faculty of Architecture. Besides having published monographs and essays, he has directed exhibitions, held conferences, visiting critics and lectures at both Italian and foreign institutes
Francesca Oddo
critica/critic
Messina, 1973. Scrive di architettura per diverse riviste specializzate, cartacee e digitali. Formazione da architetto, è attratta dall’attività giornalistica. Impegnata nella comunicazione dell’architettura e nell’organizzazione di eventi espositivi, lavora per la MEDIA AGECY di iMage a Firenze/Messina, 1973. Writes on architecture for a number of specialised publications, both printed and digital. Educated as an architect, Oddo found herself drawn to journalism. She works in the areas of architectural communications and exhibition organisation for iMage MEDIA AGENCY in Florence
Mauricio Pezo
architetto/architect
Cile, 1973. Ha ottenuto un Master in Architettura all’Università Cattolica del Cile nel 1998 e si è laureato all’Università di Bio-Bio nel 1999. Nel 2001 fonda lo studio Pezo von Ellrichsausen Architects. è artista visuale e professore all’Unoversità Bio-Bio e presso l’Università di Talca. Gli è stato assegnato il premio come Miglior giovane architetto cileno nel 2006/Chile, 1973. He completed a Master in Architecture at the Catholic University of Chile in 1998 and graduated from Bio-Bio University in 1999. In 2001 he founded Pezo von Ellrichshausen Architects. He is visual artist and professor at the Bio-Bio University and at Talca University. He has been awarded the Best Young Chilean Architect Prize, 2006
Florencia Pita
architetto/architect
Argentina, 1971. Florencia Pita mod is a collaborative practice that thrives for the mannerist use of digital technology. Florencia Pita graduated in 1998 from the National University of Rosario, Argentina. She is currently Full time Design Faculty at Sci-Arc teaching in the Undergraduate and Graduate design studios as well as Visual Studies instructor of advanced software. She is also Visiting Faculty at Lund University, Sweden. Pita’s work experience includes the offices of Greg Lynn FORM, Eisenman Architects and Asymptote/ Argentina, 1971. Florencia Pita Mod, is a collaborative practice that thrives for the mannerist use of digital technology. Florencia Pita graduated in 1998 from the National University of Rosario, Argentina. She is currently Full time Design Faculty at Sci-Arc teaching in the Undergraduate and Graduate design studios as well as Visual Studies instructor of advanced software. She is also Visiting Faculty at Lund University, Sweden. Pita’s work experience includes the offices of Greg Lynn FORM, Eisenman Architects and Asymptote.
Pierpaolo Rapanà
architetto/architect
Lecce, 1978. Svolge attività professionale in collaborazione con lo studio ARX di Firenze e attività di ricerca come Cultore della Materia nel corso Laboratorio di Architettura II presso la Facoltà di Architettura di Firenze. Fa parte della redazione di AND/Lecce, 1978. Works in partnership with studio ARX of Florence and conducts research as a scholar with the Architectural Workshop of the Faculty of Architecture in Florence. A member of the AND editorial staff
John M. Reynolds
critico/critic
Chicago (Illinois, USA), 1959. è un architetto iscritto in Virginia e direttore della Architecture Graduate Studies at Miami University, Ohio. è direttore del Luxembourg International Honors Design Studio e del The Fallingwater Honors Design Studio. Ha pubblicato e tenuto presentazioni; attualmente ha un contratto con la Monecelli Press e con Karsten Harries, sta lavorando al libro Constructing an Architecture of Value: Environmental Humanism and Sustainable Design Practices/Chicago (Illinois, USA), 1959. He is a Registered Architect in Virginia and Director of Architecture Graduate Studies at Miami University, Ohio. He is also the Director of The Luxembourg International Honors Design Studio and The Fallingwater Honors Design Studio. He has published and presented extensively and is under contract with Monacelli Press, developing the book Constructing an Architecture of Value: Environmental Humanism and Sustainable Design Practices with Karsten Harries
Graziano Trippa
architetto/architect
Bologna, 1941. Preside della Facoltà di Architettura di Ferrara e Professore Ordinario di Tecnologia dell’Architettura. è stato più volte responsabile scientifico di ricerche sulle tematiche dell’innovazione tecnologica, dell’evoluzione degli strumenti e delle metodologie di progettazione. è stato Presidente dell’Ordine degli Architetti dell’Emilia Romagna e consigliere di amministrazione della Triennale di Milano; dal 1980 è membro del Comitato Tecnico Consultivo del SAIE/Dean of the Faculty of Architecture at Ferrara University and Full Professor of Architectural Technology. On a number of occasions he has been the director of scientific research on the theme of technological innovation, the evolution of design tools and methodology. He has been President of the Order of Architects of Emilia Romagna and administrative advisor of the Triennale di Milano; since 1980 he has been a member of the SAIE (international building exhibition) Technical Advisory Board