BARAN
03 2015
L’artista non sono io, ma sei tu che guardi e che modifichi l’opera, sei tu che vivi la tua vita con tutti i cinque sensi, sei tu che ami o che odi, sei tu che soffri, sei tu che lotti per gli altri e per te stesso, sei tu che sei energia e pensiero, sei tu che sei ricco dentro...
...Ho abbandonato tutto, il mio io, la mia storia, i miei colori, i miei disegni, per dedicarmi a te che guardi, in cerca di un appiglio che non ti posso dare, perchÊ l’artista sei tu, sei tu l’artefice del tuo essere e del tuo divenire.
La grande bellezza la troverai
solo dentro di te.
urbanitĂ fuggenti
“Urbanità fuggenti” non raccontano un luogo, stimolano piuttosto l’uomo a ritrovare l’essenza della propria dimensione urbana, rivelando micro tracce di un’architettura o di un ambiente, che tuttavia l’osservatore recepisce con estraneità, non avendoli fatti propri attraverso l’intima conoscenza. In questo processo indotto di riappropriazione dei luoghi, l’artista fa intravvedere alcuni dettagli, concentrandosi maggiormente sulle sfumature degli oggetti, conducendo l’osservatore verso un percorso introspettivo depurato da immagini precostituite e finite. In questo cammino verso la consapevolezza del rapporto uomo- architettura, Baran si annulla per favorire la comunicazione tra l’opera e il fruitore, arrivando ad affermare: “l’artista non sono io”.
“essenze e immagine�
“alla ricerca dell’essere nell’abitare” Abitare questo mondo significa essere, esistere, farne parte come uomo che vive, che lavora, che ama, che si muove. Martin Heidegger sottolineava come il termine antico tedesco per costruire, buan, significa abitare. Ciò vuol dire dimorare e soggiornare. Il vecchio termine bauen, legato alla parola bin(essere) ci dice che l’uomo è in quanto abita. Basti pensare anche al verbo inglese to be che vuol dire essere, ma anche abitare: I’m from Venice, ad esempio ci indica il nostro luogo di provenienza, dove abitiamo. L’uomo non riesce a sopravvivere senza la sua casa, senza il riparo, senza i luoghi del lavoro e della socializzazione. La casa e la città sono i luoghi ed i paesaggi costruiti dall’uomo per l’uomo, sono le radici della propria civiltà, sono brani di vita, sono i segni della storia, sono le tracce di un esistere che si evolve partendo da lontano. La città è la più alta espressione dell’essere uomini sulla terra.
Quindi, guardando il costruito della città, l’uomo potrebbe vedere sé stesso, scoprire la propria identità perduta nell’era della globalizzazione. L’uomo contemporaneo si muove nel suo costruito, nelle città, distratto ed imbrigliato dalla rete delle informazioni e delle comunicazioni ed accattivato dalle strutture globalizzate, sempre uguali in ogni parte del mondo (catene di distribuzione e marchi globalizzati). L’uomo è abbagliato dall’eccesso di immagini sempre definite e spettacolari, , immaginifiche ed immaginarie, da eventi sempre programmati, da itinerari sempre obbligati; così, senza rendersene conto, ha perso la propria libertà e, soprattutto la propria identità. In questo mondo saturo di immagini e di messaggi in cui si rafforzano le grandi reti multinazionali, si spera di trovare una via d’uscita nel pensiero utopico, magari in quello di un mondo senza frontiere e globale, senza capire che la frontiera non è un muro che vieta un passaggio, ma una soglia che invita al passaggio nel rispetto delle altrui differenze, e senza comprendere che il colore globale cancella il colore locale portatore di memoria e di cultura. Come dice Marc Augé, viviamo in un mondo che non abbiamo ancora imaparato ad osservare, abbiamo bisogno di reimparare a guardare lo spazio. L’uomo, per acquisire la sua libertà, dovrà ritrovare la sua identità, il suo essere uomo nato in una parte della terra e portatore di cultura ed idee proprie. Per fare questo dovrà fare un processo di introspezione che può essere stimolato immagini astratte ed indefinite prive di spettacolarità e di lucentezza, quelle immagini tratte dalle radici dell’abitare, ovvero di ciò che l’uomo ha costruito e che oggi guarda senza vedere e dove si muove e vive senza percepire stimoli ontologici.
Queste saranno le immagini della ripartenza e fonte di meditazione, le “Urbanità Fuggenti” che stimoleranno una ricerca nella memoria soggettiva dello spettatore che sarà trascinato nel percorso interiore di essere uomo con una propria identità. Alla base starà la volontà della ricerca, quindi del voler vedere, di voler scoprire la propria identità, di voler essere uomo del proprio tempo, di voler vivere ed agire in autonomia di pensiero; onde per cui determinante sarà l’azione con la quale si sentirà protagonista, quell’azione, anche semplice, che porterà a scoprire le immagini dietro un pannello da muovere o dentro un libro da aprire.
tracce di
archite di una
ci
ettura
ittĂ indefinita
vedere oltre...
“visioni filtrate”
biografia
Baran is the pseudonym adopted by Andrea Barasciutti, artist and architect. Twenty years maturing in the profession have led him to develop a craftsman’s style of architecture based on details, materials and balance. Close to the architecture there is always his art. His artworks, a fusion of architecture, painting, sculpture and photography, are extremely conceptual, they are the synthesis of his thought and professional experiences. His artworks has been exhibited in Galleries, Fairs and Museums in London, Vienna, Rome, Venice and many other cities. Baran (Venice 1964) lives and works in Ferrara and Adria, Italy.
ART SOLO SHOW / selection 2015 URBANITA’ FUGGENTI curated by Melania Ruggini | Spaziaperti Studio - Adria - Italy 2014 PROGETTI BRUCIATI curated by Melania Ruggini | Septem Maria Museum - Italy 2013 AI MARGINI DEL MONDO curated by Andrea Barasciutti | Arte Padova, Padua - Italy ART GROUP SHOW / selection 2015 MOSTRAMI Fondazione Bracco | Spazio Folli50, Milan - Italy 2015 PHOTISSIMA curated by Margherita Maccaferri | Chiostro dei Frari, Venice - Italy 2015 DELTARTE – MEMORIE NASCOSTE curated by Melania Ruggini | Museo Regionale della Bonifica, Rovigo - Italy 2015 POLESINE FOTOGRAFIA curated by Roberto Giannese | Villa Badoer, Rovigo - Italy 2014 PERCEPTIONS curated by Silvia Arfelli | Trispace Gallery, London – Great Britain 2013 VIENNA MOYA curated by Mauro De Francesco | Palais Schonborn, Vienna - Austria 2013 IN ORDINE SPARSO curated by Cristina Madini | Galleria Rosso Cinabro, Roma - Italy 2013 ART BUDAPEST curated by Mauro De Francesco | Millenaris Park, Budapest - Hungary ART PRIZES / selection 2015 INTERNATIONAL PHOTOGRAPHY AWARD | Honorable mention 2015 PX3 GRAND PRIX DE LA PHOTOGRAPHIE PARIS | Honorable mention 2015 DONKEY ART PRIZE | Finalist 2015 PREMIO COMBAT | Signaled 2015 PHOTISSIMA ART PRIZE | Finalist
ARCHITECTURE / selection 2014-15 CENTRO SERVIZI ANZIANI progetto preliminare | CSA – Adria – Italy 2012-14 RESTAURO PALAZZO FABBRI progetto definitivo,esecutivo e D.L. | Luisa Fabbri – Adria (RO) – Italy 2011-14 RESTAURO MUNICIPIO progetto definitivo,esecutivo e D.L. | Comune di Adria – Adria (RO) – Italy 2009 LIFE TOWER progetto preliminare | Life ltd - Ras Al Khaimah – United Arab Emirates 2008-15 RESTAURO TEATRO COMUNALE –– progetto definitivo,esecutivo e D.L. | Comune di Adria – Adria (RO) – Italy 2006-08 HOTEL LEON BIANCO progetto definitivo,esecutivo e D.L. | Fanum Atriae Srl - Adria (RO)– Italy 2005-08 RESTAURO VILLA LIBERTY progetto definitivo,esecutivo e D.L. | Avv. Linguerri - Ferrara – Italy 2002-04 RESTAURO PALAZZETTO RINASCIMENTALE progetto definitivo,esecutivo e D.L. | dott. Boldrini - Ferrara – Italy 2000-04 RECUPERO EX TESSITURA DEL PRA progetto definitivo,esecutivo e D.L. | Immoarea Srl - Treviso – Italy 1997-99 HOTEL MAGGIOR CONSIGLIO progetto definitivo,esecutivo e D.L. | Brefin Group Spa - Treviso – Italy 1994-97 RESTAURO PALAZZO RINASCIMENTALE progetto definitivo,esecutivo e D.L. | Dott.Calzavara - Treviso – Italy ARCHITECTURE COMPETITION / selection 2015 COLLEGIO ONAOSI | Perugia - Italy 2013 SENIOR CITY | Cortina d’Ampezzo - Italy 2009 SERVICIOS DE JUVENTUD | Burgos – Spain 2009 SCUOLA MATERNA | Cazzago San Martino (BS) – Italy 2008 COMPLESSO SCOLASTICO | Malnate (VA) - Italy
note
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