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XV Poste Italiane S.p.a. – Spedizione in abbonamento postale – d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2, dbc Varese
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Brachychiton compactus dettaglio dei fiori. (Photo: Attila Kapitany)
CACTUS & Co. www.cactus-co.com FOCUS
Gli alberi a fiasco australiani Australian bottle-tree Attila Kapitany
Introduzione · Introduction Specie esotiche · Exotic species Adansonia gregorii Brachychiton australis Brachychiton compactus Brachychiton rupestris Brachychiton sp. Ormeau Confronti · Comparisons Fusti · Stems Foglie · Leaves Fiori · Flowers Frutti · Fruit Coltivazione · Cultivation Adansonia Brachychiton da seme · Brachychiton by seed Radici · Roots Salvataggio in habitat · Habitat rescue Potare · Pruning Incendi e sopravvivenza · Fire and recovery Conservazione · Conservation
Gli alberi a fiasco d'Italia
The bottle-tree of Italy
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Andrea Cattabriga
2011 Vol. xv · n. 3
Cactus & Co. – focus
– FOCUS – succulente australiane
australian succulents
Alberi a fiasco e baobab Bottle-trees in Australia and Boabs in Australia
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Brachychiton rupestris nella città di Roma, Queensland. Come si vede nella fotografia della pagina a fronte, la stessa pianta senza il punto di riferimento di un essere umano risulta difficile da sti-
Brachychiton rupestris in
mare quanto a dimensioni e,
the town of Roma, Queens-
quindi, quanto ad ‘appeal’.
land. As the picture on the
Avreste indovinato le sue re-
front page shows the same
ali dimensioni senza vedervi
tree without scale it can be
accanto una persona?
difficult to interpret its size and subsequent appeal. Would you have guessed its actual size or have come close, without seeing a person next to it?
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e fotografie di questo articolo ritraggono spesso delle persone. Questa scelta è determinata dall’opportunità di evidenziare le dimensioni e la circonferenza dei fusti delle piante. Ma vi sono anche altre buone ragioni: La maggior parte di coloro che incontrano per la prima volta questi alberi è incapace di resistere alla tentazione di abbracciarli o farsi fotografare vicino a loro. Gli alberi a fiasco sono sempre stati oggetto di ammirazione e catalizzano l’interesse e i commenti delle persone. Chi viaggia con una certa regolarità negli habitat degli alberi a fiasco parla degli esemplari più grandi in termini quasi umani, dicendo per esempio: “Deve trattarsi del nonno di tutti gli altri”, “non è un omaccione? Una donnona?”. Un po’ come gli esseri umani, alcuni alberi sembrano obesi, mentre altri sono brutti, pieni di cicatrici o di aspetto contorto. Queste piante sovente mostrano una sorta di individualità e di carattere, più pronunciati rispetto ad altri alberi. Le popolazioni indigene, in tutto il mondo, hanno sempre utilizzato varie parti di queste piante a scopo culturale o alimentare e ne hanno pertanto un’elevata opinione, anche dal punto di vista spirituale. Ringraziamenti
Ho consultato individualmente le seguenti persone e organizzazioni. Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle dell’autore e non necessariamente quelle delle persone interpellate. Molte persone e isti-
Text & Photos (unless stated otherwise): Attila Kapitany
H •
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aving people in pictures throughout this work is very important, mainly to show scale and to emphasise the girth of tree stems. Other reasons are: Most who encounter these trees for the first time are unable to resist the urge to hug them or stand next to them to have their picture taken. Bottletrees and boabs have always been objects of fascination and attract much interest and many comments. Regular travellers through Boab or Bottle Tree habitats refer to certain larger trees in humanised terms, ‘He must be the granddaddy of them all.’ and, ‘Isn’t he a big boy/fella/mama’. Some trees look obese and there are as many trees that are ugly, distorted or scarred. These trees often suggest individuality and character that is more pronounced than in most other trees. Indigenous people have always culturally used or eaten their various parts and so regard them very highly and also in a spiritual context. 7
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tuzioni hanno fornito un contributo alla realizzazione di questo testo. In particolare desidero ringraziare sentitamente le seguenti: Jill Abbott, Dr. Paul I. Forster, Gavin Hart, Trevor Janson, Michele Kapitany, Glenn Leiper, Marcel Maslin, Ian Menkins, Mike Osborn, Kerry Rathie, Tony Rodd, Didge Rowe, Rudolf Schulz, Doug Sowerbutt, Noelene Tomlinson, Tim Willing, The New Acland Mine e diversi Erbari Australiani. Introduzione Un albero è per definizione una perenne legnosa, solitamente con un singolo fusto che cresce dalla base e una corona di rami. Le piante trattate in questo lavoro non possiedono l’abituale struttura legnosa che caratterizza un albero. I tronchi e le radici di queste piante sono caratterizzati da tessuti succulenti idonei alla conservazione dell’acqua, che si contraggono e si espandono a seconda della quantità di liquidi contenuta. Questi grandi alberi succulenti possono essere decidui, o stagionalmente oppure se sottoposti a stress, dato che fusto e rami si contraggono man mano che le riserve d’acqua vengono utilizzate. Alberi con fusti apparentemente sproporzionati in larghezza o rigonfi sono molto più diffusi di quanto si possa immaginare. Che ciò sia poco noto dipende in parte dal fatto che queste piante provengono principalmente dall’emisfero meridionale e sono assenti in quello settentrionale, dove vive la maggior parte della popolazione mondiale. Anche nell’emisfero sud questo tipo di alberi si trova di solito in luoghi caratterizzati da condizioni di aridità o semi-aridità stagionale, lontano dalle città principali che viceversa sono solitamente situate lungo o presso le aree costiere di ogni continente. Baobab o alberi a fiasco?
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Acknowledgements The following individuals and organizations were consulted independently. The views expressed in this publication are those of the author and not necessarily those of the individuals or organisations consulted. Many people have helped in various ways with this publication. In particular I would like to sincerely thank the following: Jill Abbott, Dr. Paul I. Forster, Gavin Hart, Trevor Janson, Michele Kapitany, Glenn Leiper, Marcel Maslin, Ian Menkins, Mike Osborn, Kerry Rathie, Tony Rodd, Didge Rowe, Rudolf Schulz, Doug Sowerbutt, Noelene Tomlinson, Tim Willing, The New Acland Mine and various Australian Herbaria. Introduction A tree, by definition, is a tall woody perennial, usually with a single stem rising from the base and having a crown of branches. The plants included here do not have the usual woody structure that typically defines a tree. The trunks and roots of these trees have very fleshy water storage tissue that expands and contracts depending on the amount of water reserves within. These large succulent trees can be deciduous either seasonally or when stressed, as stems and trunks contract as water reserves are used. Trees with seemingly disproportionately wide or swollen trunks are far more common and widespread than most people realise. This is partly because these trees are mostly from the southern hemisphere and absent from the northern hemisphere, where most of the world’s populations of people live. Even in the southern hemisphere, these types of trees are also usually found growing naturally in seasonally dry to semi-arid locations, well away from the largest towns that are predominantly situated along the coastal areas of each continent.
Le specie oggetto di questo articolo sono conosciute con i seguenti nomi comuni: • Baobab – nome diffuso in tutto il mondo per indicare tutte le specie di Adansonia. • Boab – Termine vernacolare australiano per indicare il Baobab • Alberi a fiasco – Qualsiasi albero con il tronco sagomato a forma di fiasco.
The plant species threated in this article are known with the following common names: • Baobab – Worldwide name for all Adansonia species. • Boab – Australian vernacular for baobab. • Bottle tree – Any tree with a bottle shaped trunk.
L’appellativo ‘albero a fiasco’ è utilizzato per molte specie di alberi in tutto il mondo. Gli esempi più noti sono:
The name ‘Bottle tree’ is used for many tree species around the world including these more well known examples:
Boabs or Bottle trees?
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• In Madagascar - numerose specie di Adansonia e Moringa drouhardii • In Sudamerica - varie Ceiba (Chorisia) e Cavallinesia arborea • In Australia - Adansonia gregorii e Brachychiton rupestris • In Africa - Adansonia digitata e Pachypodium lealii.
• In Madagascar - numerous Adansonia species and Moringa drouhardii. • In South America - various Ceiba (Chorisia) species and Cavanillesia arborea. • In Australia – Adansonia gregorii and Brachychiton rupestris. • In Africa – Adansonia digitata and Pachypodium lealii.
In realtà in Australia troviamo altre tre specie di alberi a fiasco, di cui le ultime due sono rare e con una distribuzione limitata nel territorio, ragion per cui sono poco note al di fuori degli ambienti scientifici. Si tratta di: • Brachychiton australis • Brachychiton compactus • Brachychiton sp. Ormeau
In fact, Australia has three more bottle tree species (below), the last two of which are rare and restricted in distribution range, hence they are hardly known outside scientific circles. • Brachychiton australis • Brachychiton compactus • Brachychiton sp. Ormeau
Adansonia gregorii e Brachychiton rupestris, relativamente comuni e distribuite nel territorio, sono ben note, in parte perché si possono osservare con facilità da strade e autostrade. Molti viaggiatori che si imbattono in queste specie di alberi a fiasco così appariscenti, sono portati a credere che si tratti di una sola specie o al massimo di due specie strettamente imparentate, finché non le esaminano da vicino. In realtà il fatto che entrambe possiedano un fusto ingrossato è dovuto più a convergenza evolutiva che a una parentela ancestrale.
The relatively common and widespread Adansonia gregorii and Brachychiton rupestris are fairly well known Australian bottle trees, in part because they can be easily observed from roads and highways, within their distribution range. Many travellers who come across these two most prominent bottle tree species, assume that they are the same or are at least closely related until examined or compared closely. The fact that they both have similar broad stems is more a case of convergent evolution rather than close ancestry.
GLOSSARIO Caudice · porzione di fusto e/o di apparato radicale
Caudex · a massively enlarged portion of the stem
fortemente ingrossata, spesso di natura palesemen-
axis and sometimes the roots of some species, often
te succulenta; parte perenne o base del tronco di
of a slight to pronounced succulent nature; the peren-
una specie altrimenti erbacea.
nial base or trunk of an otherwise herbaceous plant.
Caudiciforme · pianta che forma un caudice.
Caudiciform · a plant species that can form a cau-
Pachicaule · pianta con fusto o tronco ingrossato in
dex.
modo abnorme e di varie forme.
Pachycaul · a plant with abnormally thickened
Succulenza · la capacità di immagazzinare acqua in
trunk or stem of various shapes.
tessuti spugnosi specializzati situati in parti ingros-
Succulence · the ability to store water in speciali-
sate della pianta, solitamente al fine di permettere la
sed spongy tissues in enlarged plant parts, usually
sopravvivenza della pianta nella stagione arida.
to enable the plant to endure dry seasons.
Succulento · (agg.) che mostra succulenza
Succulent (as an adjective) · showing succulence;
Succulenta · (sost.) pianta succulenta.
(as a noun) · plant with obvious succulence.
GLOSSARY
Ref: Eggli, U. (1993). Glossary of botanical terms with special reference to Succulent Plants, British Cactus and Succulent Society, UK
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Fig. 1 · La resistenza alla siccità di Adansonia gregorii è considerata modesta, dato che queste piante sono molto più comuni lungo o presso corsi d’acqua e si trovano solo ai tropici. Generalmente, maggiori sono le dimensioni di una pianta succulenta, tanto maggiore sarà la quantità di acqua necessaria per garantirne la sopravvivenza in caso di siccità. Ciò richiede lunghi periodi caratterizzati da abbondanza di acqua al fine di permettere un adeguato rifornimento idrico. Quando queste piante crescono su terreni scoscesi e rocciosi, ciò significa che nel sottosuolo vi sono vene d’acqua. Gli esemplari molto vecchi sono così grandi e contorti che alcuni sono divenuti una tipica meta per i viaggiatori che visitano il nord dell’Australia Occidentale. All’ombra di questo grande albero presso Wyndham, WA, vi sono diversi tavoli da picnic, e un’apertura sul tronco cavo della pianta. Figg. 2 & 3 · Forse il più famoso albero australiano, presso Derby, (Australia Occidentale). Il tronco maestoso di questo vecchio esemplare presenta una grande cavità, accessibile da una stretta apertura laterale. La cavità è così ampia, che si dice fosse usata come prigione agli inizi dell'epoca coloniale. Oggi l'albero è protetto da una barriera: frequentemente fotografato, è un'attrazione turistica sotto il profilo sia storico sia estetico. Fig. 1 · The drought resistance of Adansonia gregorii is regarded as only moderate as they are most common along or near waterways and found only in the wet tropics. Generally, the larger the size of a succulent plant, the greater the volume of water required to survive droughts. This can require periods of sustained very high water intake. When seen on rocky escarpments there will be subterranean seepage. Very old trees are so large and gnarled that some have become quite famous destinations for travellers to northern Western Australia. In the shade of this big tree near Wyndham, WA, are several picnic tables, as well as an entrance to the tree’s hollow interior. Figs. 2 & 3 · Possibly Australia’s most famous tree, near Derby, Western Australia. This majestic old specimen’s trunk has a large hollow, accessible by a small entrance on its side. Indeed the hollow is so large it was reputedly used as a prison in early colonial times. A barrier now protects this well photographed tree, a tourist attraction for both its historical interest and aesthetic appeal.
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Il frutto è ovale, rotondo o a volte allungato e appuntito, per 150-200 mm di lunghezza. Sviluppa una sorta di involucro secco, duro e legnoso contenente una massa bianca e farinosa all’interno della quale si trovano i semi, numerosi, reniformi, lunghi fino a 12 mm. Quando è maturo l’involucro del frutto diventa fragile, e cade poi facilmente dall’albero. I frutti che cadendo finiscono su terreno duro o su qualche pietra si spaccano parzialmente o completamente liberando in tal modo i semi. Invece i frutti che cadono su una superficie più morbida, come la sabbia o l’acqua, non si rompono e possono galleggiare e percorrere anche grandi distanze durante i monsoni.
less tree full of dry fruit during winter, but also it was open all day long in the full sun (flowers are normally nocturnal). The fruit is oval, round or sometimes long and pointed, 150-200 mm in length. It develops a hard, dry, woody shell with a white powdery mass within which contains numerous kidney shaped seeds to 12 mm in length. When ripe, the fruit’s shell becomes brittle before falling from the tree where those that hit hard ground or rocks, partly or completely shatter, often spilling seeds in the process. Fruit that falls on softer surfaces like sand and water don’t shatter and can float great distances in monsoonal floods.
Brachychiton australis
Brachychiton australis
Malvaceae (già Sterculiaceae) Broad-Leaved Bottle Tree, Large Leaf Bottle Tree, Kurrajong
Malvaceae (formerly Sterculiaceae) Broad-Leaved Bottle Tree, Large Leaf Bottle Tree, Kurrajong 1
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Figg. 1 & 2 · Maturazione dei frutti di Brachychiton australis. In entrambe le figure residui a forma di petalo dei fiori sono visibili alla base di ciascuno dei frutti. Ciò mostra con chiarezza che un singolo fiore di Brachychiton può produrre un frutto a cinque segmenti che, una volta apertosi, sembra costituito da cinque frutti del tutto separati fra loro. Nella Fig. 4 della pagina a fronte, invece, si vede bene il caratteristico aspetto dei cinque segmenti del frutto di qualsiasi Brachychiton. Se si vedono più di cinque segmenti, ciò significa che sono stati prodotti da più di un fiore. I Brachychiton possono avere meno di cinque segmenti per frutto se l’impollinazione è stata incompleta, e vi sono inoltre diverse specie di Brachychiton non pachicauli i cui frutti a maturazione avvenuta possiedono solo due follicoli. Nota: molte persone considerano erroneamente ciascun follicolo come se fosse un singolo frutto. Fig. 3 · Il frutto dell’australiana Adansonia gregorii, a sinistra, di fianco al frutto dell’africana Adansonia digitata. A. gregorii ha un frutto con polpa più bianca e farinosa, racchiusa da una scorza molto fragile e sottile. La specie africana ha frutti con abbondante tessuto fibroso marrone, all’interno di una corteccia più spessa. Fig. 4 · Le ultime due linee verticali di frutti appartengono a varie specie di Brachychiton, mentre la prima fila mostra frutti di Adansonia gregorii. Figs. 1 & 2 · The two pictures show the developing fruit of Brachychiton australis. In both pictures petal-like residue of flowers is still visible at the base of each of these developing fruit. This clearly shows that, as with all Brachychitons, a single flower can produce a five segmented fruit that fans out, appearing as if each part is a separate fruit. Looking at the opposite page, the typical sets of up to five segments of any Brachychiton fruit can now be seen. If more than five segments are perceived then there was more than one flower involved. These brachychitons can have less than five segments per fruit if pollination was poor and there are many nonbottle shaped Brachychiton species that commonly only have two follicles develop to maturity.��������������� Note: Most people commonly refer to, and consider each follicle as a whole fruit. Fig. 3 · Australian Adansonia gregorii fruit above, at left, alongside African A. digitata fruit. A. gregorii has whiter, chalk-like flesh inside a thin-walled, very brittle shell. The African species’ fruit has lots of brown fibrous tissue, inside a comparatively thick-walled shell. Fig. 4 · The second two vertical rows have the fruit of various Brachychiton species, while the first row has only Adansonia gregorii fruit.
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– FOCUS – succulente d'Italia
succulents of italy
Gli The tree alberi bottle a fiasco of d'Italia Italy Text & Photos: Andrea Cattabriga
Con questo breve articolo, a complemento del lungo articolo sugli alberi bottiglia di Attila Kapitany, si vuole dare una breve testimonianza iconografica sull’’esperienza della loro in Italia. Si tratta, chiaramente, di un’opportunità di Le branche pachicui possono gioire solo gli abitanti dermiche di una delle zone più calde e assolate del grossa Chorisia nostro paese e che, se già non lo speciosa. Orto Bosapevano, potranno pensare di ab- tanico di Palermo. bellire il proprio giardino con falsi kapok e Brachychiton in piena terra. Agli altri, comunque, resta pur sempre la possibilità di crescere questi alberi a fiasco in vaso, in puro stile bonsai.
With this contribution, a small complement to Attila Kapitany’s long article on bottle-trees, I want briefly to illustrate our experience with these plants in Italy. Clearly, this is an opportunity that only those who live The pachydermain the hotter and sunnier parts tous branches of of our country can enjoy: maybe a large Chorisia they didn’t know it, but they can speciosa. Palermo Botanical Gardens. embellish their gardens with false kapoks and Brachychiton species growing outdoors. For the rest of us, though, there still remains the possibility of growing these bottle-trees in a pot, bonsai style.
ono davvero così lontani da noi questi alberi a fiasco? Sarebbe possibile coltivarli in qualche parte d’Italia, magari nelle regioni più calde e assolate? Se Chorisia speciosa, bombacacea argentina, è ben rappresentata sia in Australia sia nell’Italia mediterranea, un discorso a parte va fatto per Brachychiton, genere delle Malvacee endemico d’Australia e Nuova Guinea, che include una
re these bottle-trees really so far away from us? Could we grow them in some part of Italy? Perhaps in the warmest and sunniest parts? Chorisia speciosa (Bombacaceae), an Argentine species, is widespread both in Australia and in Mediterranean Italy. But the situation concerning Brachychiton is quite another thing. This is a genus belonging to the Malvaceae endemic of Aus-
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Tra gli alberi a fiasco non australiani, ma che condividiamo con quel Paese, c’è il falso kapok (Chorisia speciosa, bombacacea dell’Argentina), di cui si fa ampio (e incauto) uso a Palermo come arredo urbano. Questo tipo di albero consente di arredare a verde una città che soffre di scarsità di acqua estiva, ma ha lo svantaggio di compromettere l’integrità dei marciapiedi e la salute di chi le urta inavvertitamente. In queste pagine sono ritratti gli esemplari coltivati presso l’Orto Botanico di Palermo, in cui furono introdotti nella prima metà del secolo scorso. Come per il vero kapok (Chorisia insignis) i frutti di questa specie sono dotati di una densa lanugine, di cui si tentò l’impiego tessile durante il periodo autarchico (che forse fallì a causa della scarsa qualità). Fig. 1 · Il viale delle Chorisia. Fig. 2 · Uno degli esemplari dal fusto più voluminoso. Fig. 3 · Alcuni esemplari in fiore in prossimità della serra ‘Giardino d’Inverno’. Una pianta è totalmente defogliata. Among non-Australian bottle-trees, but that we share with that country, there is the false kapok (Chorisia speciosa, an Argentinian Bombacacea), of which widespread use (perhaps overly so) has been made in Palermo’s public areas. This type of tree is useful to provide greenery in a city with little summer rainfall, but has the drawback of invading pavements and hurting those who accidentally bump into them. In these pages, the specimens cultivated in the Palermo Botanical Gardens are illustrated. These plants were introduced in the first half of last century. As for the true kapok (Chorisia insignis) the fruits of this species have thick wool, which it was attempted to use in the textile industry during the autarchic period (attempts that may have failed due to its poor quality). Fig. 1 The Chorisia avenue. Fig. 2 One of the largest-trunked specimens. Fig. 3 ·Some specimens in flower close to the greenhouses ‘Giardino d’Inverno’. One plant is completely bare of leaves.
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Figg. 1 - 4 · Varianti cromatiche dei fiori di Chorisia speciosa. Fig 5 - 7 · Brachychiton discolor è coltivata diffusamente nei giardini pubblici di Palermo. Nelle foto un esemplare, alcuni rami fioritie e frutti caduti a terra nei pressi di Palazzo dei Normanni. Figs. 1 - 4 · Colour variations of the flowers of Chorisia speciosa. Figs. 5 - 7 · Brachychiton discolor is widely grown in Palermo parks. The photos show a specimen, some branches in flower, and fallen fruits close to Palazzo dei Normanni.
trentina di specie. Ad esso appartengono B. discolor, B. populneus e B. acerifolius, diffusi nelle regioni settentrionali con clima tropicale umido e che sviluppano un tronco meno ‘panciuto’. Proprio per le loro origini naturali questi Brachychiton si adattano bene alla coltivazione in Italia, limitatamente alle località più calde, lungo le coste e le regioni più meridionali,
tralia and New Guinea, with some thirty species. They include B. discolor, B. populneus and B. acerifolius, common in northern regions with a damp tropical climate and that grow a less “obese” trunk. Due to their natural origins, these Brachychiton species adapt quite easily to cultivation in Italy, that is to say in the hotter parts of our country, along the coasts and in the southern areas, where they are 71
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Brachychitum a Palermo. Fig. 1 · Uno dei rari B. rupestris italiani che fiorisce e fruttifica regolarmente all'Orto Botanico e un dettaglio dei frutti. Fig. 2 · Giovane esemplare di B. rupestris della collezione botanica del Vivaio Ibervillea. Fig. 3 · Il più grande esemplare di B. discolor di cui si abbia notizia, già presente nel Giardino di Acclimatazione di Via Calatafimi realizzato a metà del XIX secolo, oggi Vivai Lo Porto. Brachychitum plants at Palermo. Fig. 1 · One of the rare Italian Brachychiton rupestris specimen that regularly bears flowers and fruits in the Botanic Garden. Insert: detail of the fruit. Fig. 2 ·Young specimen of B. rupestris in the botanical collection of “Ibervillea” nursery. Fig. 3 · The Palermo’s largest known specimen of B. discolor, planted in the XIX century in the old Acclimatation Garden on Via Calatafimi, today “Lo Porto” nursery.
ove sono spesso adottate nell’arredo urbano. Ben diverso è il caso delle specie deserticole trattate da Attila Kapitany. Adattati a condizioni di clima più caldo e arido, questi alberi potrebbero soffrire delle nostre piogge invernali, che saturano il terreno predisponendo l’insorgenza di marciumi radicali. Forse è per questo che tali specie sono virtualmente assenti in Italia, oppure la ragione potrebbe semplicemente essere che nessuno ne ha tentato la coltivazione. Esiste infatti un’eccezione, rappresentata da Brachychiton rupestris, di cui a Palermo esiste un esemplare che fiorisce e fruttifica regolarmente all’Orto Botanico e un’altro, ancora giovane, presso la collezione di un vivaio. Un successo che invita a tentare l’acclimatazione dei Brachychiton più succulenti in Sicilia.
often used to decorate city streets and parks. The story is quite different for the desert-loving species that Attila Kapitany deals with. These trees have adapted to hotter and drier climatic conditions, and might suffer in our winters from the rains that saturate the ground, opening the way to attacks of rot at the roots. This may be why these species are almost never seen in Italy, unless it is simply that no one has ever tried to cultivate them. There is one exception: Brachychiton rupestris. In Palermo a specimen exists, growing in the Botanical Gardens, that regularly bears flowers and fruits, and another one, still a young tree, is in a nursery collection. Successes that invite others to try to acclimatise the more succulent Brachychiton species in Sicily. 73
ISSN 1129-4299