Cactus & Co. 2011 n. 4

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XV Poste Italiane S.p.a. – Spedizione in abbonamento postale – d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2, dbc Varese

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Oroya peruviana. (Photo: Philippe Richaud)


CACTUS & Co. www.cactus-co.com 4

GLOBETROTTER

La vegetazione xerofila del Per霉 The xerophytic vegetation of Peru

Norbert Rebmann & Philippe Richaud

28 FOCUS Puya raimondii

La regina delle Ande The Queen of the Andes

J. Salazar Castillo, F. Caceres De Baldarrago & I. Poma.

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TAXA

Fra la diagonal e la transversal: il complesso di Sulcorebutia crispata e le sulcorebutie del sudest Between the diagonal and the transversal: The complex of Sulcorebutia crispata and the sulcorebutias of the south-east Alessandro Gentili & Gianluca Calestani

2011 Vol. xv 路 n. 4



– GLOBETROTTER – paesaggi peruviani

La vegetazione xerofila del Perù

Austrocylindropuntia lagopus: dettaglio di pianta in fiore.

Austrocylindropuntia lagopus: close up of flowering plant.

I

l Perù è un vasto paese di 1.285.220 km quadrati, situato lungo la costa dell’oceano Pacifico, limitato a est da Brasile, Bolivia e Colombia, a sud dal Cile e a nord dall’Ecuador. Parleremo in queste pagine della flora xerofila che si trova tra Lima (la capitale del paese) e la frontiera cilena. Da nord a sud, grandi catene montuose attraversano il paese. Sono le cosiddette Ande della Puna, dal nome della regione di alta quota (altiplano e suoi dintorni) situata tra le grandi catene (Cordigliera orientale, Cordigliera occidentale) che costeggiano il Pacifico. Orografia Le caratteristiche orografiche salienti sono: • la pianura costiera desertica, lungo il Pacifico fino al nord del Perù; • le alture costiere che dominano il deserto, caratterizzate dalla vegetazione delle lomas, erbacee e an-

peruvian landscapes

The xerophytic vegetation of Peru Text: Norbert Rebmann. Photos: Philippe Richaud.

P

eru is a huge country, with a surface area of 1,285,220 square kilometres, lying along the coast of the Pacific Ocean. Eastwards it is bordered by Brazil, Bolivia and Colombia, to the south by Chile, and northwards by Ecuador. This article will look at the xerophytic flora that grows between Lima (Peru’s capital city) and the Chilean border. Running north-south, imposing mountain chains cross the country. These are the so-called Andes of the Puna, from the name of the high-lying region (the altiplano and its surrounds) that lies between the great chains (Eastern Cordillera and Western Cordillera) that run parallel to the coast. Orography The main orographic characteristics are: • the desert-like coastal plain, running along the Pacific Ocean up to northern Peru;• the coastal highlands that stand above the desert, 5


Cactus & Co. – globetrotter

nuali, talvolta legnose, la cui esistenza è condizionata dall’umidità atmosferica stagionale (la garua), in assenza di piovosità degna di nota; • la Cordigliera occidentale, il cui versante verso il Pacifico, soggetto alle influenze xeriche che predominano sulla costa, ha una vegetazione xerofila, quanto meno su una gran parte della sua estensione: in Perù, è la regione della Sierra; • L’altiplano, vasto pianoro a un’altitudine di 4000 m, generalmente coperto da una vegetazione tipo steppa; • la Cordigliere orientale, il cui versante Est è esposto ai venti umidi, e presenta, alle altitudini medie e basse, una vegetazione forestale igrofila; questa regione montuosa umida del versante orientale è chiamata in Perù la montana, e vi si trovano le yungas, valli umide, inizialmente coperte da foresta tropicale. 6

characterised by the vegetation of the lomas, annual herbaceous species, sometimes woody, which manage to grow thanks to the seasonal atmospheric humidity (the garua), there being no rainfall worth mentioning; • the Western Cordillera, whose slopes facing the Pacific Ocean are subject to the xeric influences that dominate the coast. These have xerophytic vegetation, at least over most of the area: in Peru, this is the Sierra region; • the altiplano, a huge plateau at an altitude of 4000 m, generally covered with steppe-type vegetation; • the Eastern Cordillera, whose eastern slopes are exposed to damp winds. At mid-to-low altitudes there is a hydrophilic forest vegetation; in Peru, this humid mountain region on the eastern slopes is called la montana, and here we find the yungas, humid valleys, initially covered with tropical forest.


Cactus & Co. – globetrotter

Fig. 1 · Oreocereus leucotrichus ‘densilanatus’. Inserto: dettaglio di un apice fiorito. Fig. 2 · Oreocereus leucotrichus. Fig. 1 · Oreocereus leucotrichus ‘densilanatus’. Inset: a flowering apex. Fig. 2 · Oreocereus leucotrichus.

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I climi

The climates

Il clima secco caratterizza il versante occidentale delle Ande (piovosità di 148 mm ad Arequipa, 2360 m di altitudine). La zona di deboli precipitazioni si estende da 600 a 2400 m di altitudine, ove inizia una zona a piovosità estiva. Il limite inferiore delle nevi si pone, secondo Weberbauer, verso i 3600-3700 m, ma esse diventano notevoli a partire dai 4000 m. La piovosità, sull’altiplano, diminuisce da nord a sud e da est a ovest, da 700 mm a meno di 50 mm. La temperatura media annuale varia tra gli 8,5 e i 9,5 °C.

The dry climate characterises the western slopes of the Andes (rainfall 148 mm at Arequipa, 2360 m above sea level). The low-precipitation area extends from 600 to 2400 m a.s.l., where a zone of summer rainfall begins. The lower limit of the snow-line, according to Weberbauer, lies at about 3600-3700 m, but snow becomes significant above 4000 m. On the high plateau, or altiplano, precipitation decreases from north to south and from east to west, from 700 mm to below 50 mm. The mean annual temperature varies from 8.5 to 9.5 °C.

Le Ande della Puna

The Puna Andes

Il termine Puna deriva da una parola della lingua quechua che significa regione elevata. La Puna si estende tra i 3400 e i 5000 m di altitudine. Tra i 3400 e i 4300 m la vegetazione consiste di arbusti bassi e sparsi, e di un tappeto erbaceo che si

The term Puna derives from a word in the Quechua language meaning high ground. The Puna extends from 3400 m to 5000 m a.s.l.. Between 3400 m and 4300 m the vegetation consists of a few low-growing bushes, and grassy turf that grows in the rainy season. 7


Austrocylindropuntia floccosa

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Austrocylindropuntia lagopus

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– FOCUS –

Puya ra bromeliacee succulente

succulent bromeliads

La regina delle Ande The Queen of the Andes


imondii Panoramica di un “rodal”

con piante di Puya raimondii

in buono stato di conservazione (Provincia di Castilla, Distretto di Pampacolca, Località Río Blanco).

View of a “rodal” with healthy

Puya raimondii plants (Río Blanco, Castilla Province, Pampacolca District).


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Cactus & Co. – focus

Text: J. Salazar Castillo, F. Caceres De Baldarrago, I. Poma. Photos: J. Salazar Castillo. Fig. 1 · Due esemplari

Fig. 1 · Two specimens

di Puya raimondii in buono

of Puya raimondii in healthy

stato di vegetazione, ma con

growth, but with

evidenti segni di bruciatura

signs of burning at the base of the stem

alla base del fusto (Provincia di Castilla, Distretto di Pampacolca,

(Río Blanco, Castilla Province,

Località Río Blanco).

Pampacolca District).

Fig. 2 · Uno splendido esemplare

Fig. 2 · A splendid specimen

di Puya raimondii in fioritura

of Puya raimondii in

nella località Puka Puka,

flower (Puka Puka, Caylloma

Provincia di Caylloma,

Province, Madrigal District).

Distretto di Madrigal.

Premessa

Forward

Puya raimondii è una specie monocarpica appartenente alla famiglia delle Bromeliaceae (sottofamiglia Pitcairniodeae), che si riscontra in Perù e Bolivia e fu avvistata per la prima volta dal francese Alcides D’Orbigny nel 1830 nella “Cordillera de Vacas”, in Cochabamba (Bolivia). Successivamente, nel 1867, Antonio Raimondi la scoprì e denominò Pourretia gigantea (Venero 1984). Infine, nel 1928, dal dottor H. Harms è stata rinominata Puya raimondii Harms in onore del suo scopritore.

Puya raimondii is a monocarpic species belonging to the Bromeliaceae family (subfamily Pitcairniodeae) that grows in Peru and Bolivia. It was first found by the Frenchman Alcides D’Orbigny in 1830 in the “Cordillera de Vacas”, in Cochabamba (Bolivia). Subsequently, in 1867, Antonio Raimondi discovered it and named it Pourretia gigantea (Venero 1984). Finally, in 1928, Dr. H. Harms renamed it Puya raimondii Harms in honour of its discoverer.

Nomi locali Nelle zone andine di Perù e Bolivia, Puya raimondii è conosciuta in varie località come “Titanka”. Nel distretto di Huambo, nella provincia di Caylloma, è nota come “Huankar”. Nella provincia di Cotahuasi, nei villaggi di Puica, Huaynacotas e Chincayllapa è comunemente denominata “Pitancas”. Nel dipartimento di Ancash, gli abitanti la chiamano “Cuncush” o “Cunco”. In alcune zone della “Puna” Puya raimondii riceve nomi diversi: “ccara” o “titanka” o “tika-tika” o “santón” (Brack e Mendiola 2000).

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Local names In the Andean zones of Peru and Bolivia, Puya raimondii is known in various places as “Titanka”. In the Huambo district, in the Province of Caylloma, it is called “Huankar”. In Cotahuasi Province, the villagers of Puica, Huaynacotas and Chincayllapa usually call it “Pitancas”. In the Department of Ancash, the locals call it “Cuncush” or “Cunco”. In different parts of the “Puna”, Puya raimondii goes under various names: “ccara” or “titanka” or “tika-tika” or “santón” (Brack and Mendiola, 2000). 31


Le illustrazioni di Puya raimondii pubblicate da Harms nel 1930 (per cortesia di Urs Eggli).

The illustrations of Puya raimondii published by Harms in 1930 (courtesy of Urs Eggli).


Cactus & Co. – focus

Storia e distribuzione geografica

History and geographical distribution

Dopo A. Raimondi, numerosi ricercatori hanno ampliato le conoscenze sulla distribuzione della specie, pubblicando studi sulla utilizzazione e distribuzione della spettacolare forma vegetale rappresentata da Puya raimondii (Salazar et al. 2010). Davila (2004) riporta i dati di uno studio sulla valutazione ecologica e sulla conservazione della specie in Espinar-Cusco, mentre Linares et al. (2009) pubblicano un nuovo dato fitogeografico su Puya raimondii nel Dipartimento di Arequipa (Perù). Riguardo alla distribuzione Particolare dell’ingeografica di Puya raimondii, fiorescenza nell’enciclopedia “Ecologia del di Puya raimondii Perù” (Brack & Mendiola, 2000) (Puka Puka, sono riportati solo 26 siti, di cui Provincia di Cayl25 in Perù e uno in Bolivia. loma, Distretto Attualmente, in Bolivia è posdi Madrigal).

After A. Raimondi, numerous researchers have extended our knowledge of the species’ distribution, publishing studies on the use and distribution of the spectacular plant form that is Puya raimondii (Salazar et al., 2010). Davila (2004) reported on the findings of a study evaluating the species’ ecology and conservation in Espinar-Cusco, while Linares et al. (2009) published new phytogeographical data on Puya raimondii in the Department of Arequipa (Peru). With regard to the geographical distribution of Puya Detail of the raimondii, the encyclopaedic inflorescence of Puya raimondii “Ecológia del Perù” (Brack & Mendiola, 2000) only mentions (Puka Puka, 26 sites, of which 25 are in Peru Caylloma and one in Bolivia. Province, At present, in Bolivia it is Madrigal District). 33



Sulcorebutia heliosoides PL 20.398 (Photo by P. Lechner).

– TA X A – cactus boliviani

Fra la diagonal e la transversal: il complesso di Sulcorebutia crispata e le sulcorebutie del sudest

bolivian cacti

Between the diagonal and the transversal: The complex of Sulcorebutia crispata and the sulcorebutias of the south-east

Text: Alessandro Gentili & Gianluca Calestani. Photos: Alessandro Gentili, unless stated otherwise.

L’

esplorazione di una regione e l’approfondimento della conoscenza delle specie vegetali che la caratterizzano sono sempre stati strettamente collegati allo sviluppo delle vie di comunicazione che l’attraversano. Non vi è quindi da meravigliarsi se il progressivo ammodernamento della rete stradale boliviana, verificatosi nell’ultimo decennio, abbia contribuito alla scoperta di nuovi taxa del genere Sulcorebutia1 e a una più precisa definizione dell’areale di Sulcorebutia crispata Rausch ([15]).

1  In un articolo di G. Hentzschel e K. Augustin ([10]), apparso nel 2008, il genere Sulcorebutia è stato ricombinato insieme a Cintia e Weingartia nell’unico genere Weingartia. Anche le analisi sul DNA compiute dal gruppo di studio sulle cactacee sudamericane guidato dalla dottoressa Christiana Ritz nel 2007 sono giunte a conclusioni analoghe. Noi preferiamo in questa sede utilizzare la vecchia denominazione, sia per ragioni di semplicità, sia perché con il nome di Weingartia l’appassionato è abituato ad identificare piante che morfologicamente differiscono alquanto da quelle a cui noi ci riferiamo nel presente scritto.

T

he exploration of a region, and our increased knowledge of the plant species that characterise it, are always closely linked to the development of the roads that cross that region. So it is hardly surprising that the progressive modernisation of Bolivia’s road network that has come about over the last decade has contributed to the discovery of new taxa of the genus Sulcorebutia1 and to a more precise definition of the areale of S. crispata Rausch ([15]). There are essentially two arteries whose gradual completion is enabling the Department of Chu1 In an article by G. Hentzschel and K. Augustin, which appeared in 2008 ([10]), the genus Sulcorebutia was combined with Cintia and Weingartia into a single genus Weingartia. Molecular studies on south-american cacti by Dr. Christiana Ritz in 2007 led to the same conclusions. We prefer here to maintain the old denomination, both for simplicity’s sake and because we believe that the enthusiast is accustomed to identify with the name Weingartia plants that morphologically differ widely from those described in this article.

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Cactus & Co. – taxa

Fig. 1 · Mappa dell’area oggetto dell’articolo: in verde la diagonal J. Mendoza, in blu la transversal J.A. de Padilla. Fig. 2 · Ponte Santa Rosa, tra le due sponde del Rio Grande. Fig. 1. Map of the area dealt with in this article: in green the diagonal J. Mendoza, in blue the transversal J.A. de Padilla. Fig. 2 · The Santa Rosa bridge, spanning the Rio Grande.

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Sono essenzialmente due le arterie il cui graduale completamento permette di attraversare da est a ovest e da nord a sud il dipartimento di Chuquisaca, patria delle specie in oggetto: la cd. “diagonal Jaime Mendoza”, che ha l’ambizioso scopo di unire l’altipiano (Oruro) con il Chaco, e la “transversal Juana Azurduy de Padilla”, che mira a collegare il profondo sud chuquisacheño con la prospera Santa Cruz (Fig. 1). Per quanto riguarda la prima, alla completa asfaltatura del “tramo” Sucre-Zudáñez farà seguito un rapido ampliamento del tratto fino a Montagudo, mentre per la seconda i lavori procedono con maggior difficoltà a causa dell’aspra natura dei luoghi da attraversare. Essenziali al completamento del progetto sono inoltre due nuovi importanti ponti: il primo, il Puente Santa Rosa, attraversa il Rio Grande sullo stretto omonimo ed è stato ultimato sul finire degli Anni 90 (Fig. 2), mentre il secondo è attualmente in costruzione sul Río Pilcomayo a sud di Azurduy. Le due strade si incrociano a Tomina attraversando per intero l’areale di distribuzione del complesso di S. crispata. Nella più nota monografia sul genere Sulcorebutia ([1]) pubblicata dieci anni fa da Augustin, Gertel ed Hentzschel (e recentemente rivisitata dallo stesso 54

quisaca, home to the species in question, to be crossed from east to west and from north to south: the socalled “diagonal Jaime Mendoza”, whose ambitious goal is to connect the high plateau (Oruro) with the Chaco, and the “transversal Juana Azurduy de Padilla”, which aims to link the deep south of Chuquisaca with the prosperous Santa Cruz (Fig. 1). With regard to the former, once the asphalt of the “tramo” SucreZudáñez has been completed, this will quickly be followed by a rapid extension to reach Montagudo, whereas work on the latter is proceeding with greater difficulty due to the harsh nature of the terrain to be crossed. Two important new bridges are also essential for the project’s completion: one, Puente Santa Rosa, crosses the Rio Grande at the narrows of the same name and was finished in the late 1990s (Fig. 2), while the second is now being built over the Río Pilcomayo to the south of Azurduy. The two roads intersect at Tomina, and cross the entire distribution area of the S. crispata complex. The best-known monograph on the genus Sulcorebutia, published ten years ago by Augustin, Gertel and Hentzschel ([1]) (recently revised by Gertel himself, in a new monograph published exclusively


Cactus & Co. – taxa

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Gertel in una nuova monografia edita in esclusiva per i lettori della rivista “Kakteen und andere Sukkulenten” ([7])), l’areale di distribuzione di S. crispata era considerato molto vasto, ma i suoi contorni erano descritti in termini abbastanza vaghi. Fino ad allora, grazie principalmente alle ricerche di Walter Rausch, Heinz Swoboda e Alfred Lau, erano infatti ben note una serie di popolazioni la cui distribuzione abbraccia le provincie di B. Boeto e Tomina e che fondamentalmente erano localizzate: 1. lungo la strada che collega Tomina a Padilla (per es. R288 (specie tipo) (Fig. 3), G52, HS258, HS260, L394) 2. più a nord, lungo la strada che collega Padilla a Nuevo Mundo, passando per Villa Serrano {R595 (Fig. 4), HS251, HS253, HS255, HS256, VZ54, VZ54a, VZ124, RH1628, RH1630) 3. più a sud, nella zona di Sopachuy, lungo la strada che da Tomina conduce verso Azurduy (L390, L391). Queste popolazioni, nonostante siano sparse su un territorio vasto, offrono del complesso un’idea piuttosto caratteristica dal punto di vista morfologico, tanto che S. crispata è spessissimo riconoscibile come tale

for readers of the journal “Kakteen und andere Sukkulenten” ([7])) the distribution area of S. crispata was considered to be very extensive, but its borders were described somewhat vaguely. Until then, mainly thanks to research by Walter Rausch, Heinz Swoboda and Alfred Lau, a series of populations were known, their distribution covering the provinces of B. Boeto and Tomina, which were chiefly located: 1. along the road joining Tomina and Padilla (e.g. R288 (type species) (Fig. 3), G52, HS258, HS260, L394) 2. further north, along the road linking Padilla to Nuevo Mundo, passing through Villa Serrano (R595 (Fig. 4), HS251, HS253, HS255, HS256, VZ54, VZ54a, VZ124, RH1628, RH1630) 3. further south, in the area of Sopachuy, along the road leading from Tomina towards Azurduy (L390, L391) These populations, although spread over a huge area, offer an idea of the complex that is fairly characteristic from the morphological standpoint, and indeed S. crispata can very often be recognised as such at a glance, both in habitat and in cultivation. The flowers are typically magenta in colour, in all possi55


Cactus & Co. – taxa

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al primo sguardo, sia in habitat che in coltivazione. Il colore dei fiori è tipicamente magenta, in tutte le possibili sfumature dal chiaro allo scuro, ma non mancano alcuni cloni che presentano un rosa molto tenue, quasi bianco; le spine, solo radiali e appressate, sono anch’esse caratteristiche, anche se quelle lunghe e in parte arricciate che hanno contribuito a dare il nome alla specie, tipiche della zona di Padilla, divengono via via più corte ed appressate man mano che si procede a nord verso Nuevo Mundo (cfr. [5]). Tra i collezionisti S. crispata è molto diffusa, sia per la facilità con cui le talee radicano sia per la capacità 56

ble hues from light to dark, although clones do exist with very pale pink flowers, almost white; the spines, only radial and appressed, are likewise characteristic, although the long and rather curly ones that contributed to giving the species its name, typical of the area Fig. 3 · Sulcorebutia crispata WR 288 in coltivazione. Fig. 4 · S. crispata WR 595 in coltivazione. Fig. 5 · S. crispata AG 50, Pucara. Fig. 3 · Sulcorebutia crispata WR 288 in cultivation. Fig. 4 · S. crispata WR 595 in cultivation. Fig. 5 · S. crispata AG 50, Pucara.


Cactus & Co. – taxa

di fiorire copiosamente sin dai primi anni di vita. Un altro motivo di attrazione è dato dalla peculiare variabilità della spinagione che, al di là della forma e della lunghezza delle spine, assume una colorazione che va dal bianco candido al marrone scuro passando da tutte le gradazioni del giallo, offrendo così uno spettro di colori che raramente si trova nel genere. A tale predilezione non corrisponde peraltro una compiuta conoscenza dei diversi habitat colonizzati da questa specie. Nella già citata monografia, sulla base di ritrovamenti allora recenti, si avanzava l’ipotesi che l’areale del complesso si potesse estendere molto più a sud, fino ad Azurduy. Infatti non molto tempo prima, in un ormai famoso viaggio che segnò l’inizio di una importante serie di esplorazioni e scoperte nella zona, Hans Jörg Jucker aveva percorso per la prima volta a piedi e con lo zaino in spalla la Cordillera de los Sombreros (il cui tratto settentrionale è noto come Mandinga) da Icla fino ad Azurduy, trovando accanto a specie nuove - fra le quali S. juckeri e S. cantargalloensis, che verranno successivamente descritte - alcune forme molto interessanti che sulla base delle conoscenze di allora potevano essere considerate in alcuni casi come forme di S. tarabucoensis ed in altri come forme di S. crispata. Sempre nel 2000 Mosti e Rovida descrivevano S. gemmae, una pianta trovata parecchi anni prima da Gianfranco Rovida sull’altipiano di Mojocoya, che si estende a nord della “diagonal”, delimitato ad est e ovest rispettivamente dalle valli del Rio Tomina e del Rio Zudáñez. S. gemmae, con le sue spine radiali e appressate e i suoi fiori magenta, ricorda morfologicamente le forme di S. crispata tipiche della zona settentrionale, da cui differisce principalmente per le spine dritte e non arricciate. La spinta data dalle nuove scoperte e la possibilità di esplorare un territorio vergine che stava diventando più accessibile per lo sviluppo delle vie di comunicazione hanno portato in questi dieci anni ad una serie di interessanti scoperte in quella che può essere considerata la regione di confine sud-orientale nella distribuzione delle sulcorebutiae, di cui S. crispata rappresenta la specie tipica. La costruzione del già citato ponte Santa Rosa sul Rìo Grande, che collega direttamente la regione di Vallegrande (Santa Cruz) con la provincia di Belisario Boeto (Chuquisaca), ha consentito a Karl-Heinz Müller di trovare a Pucarà, lungo la Ruta del Che, piante (KHM0003) in tutto e per tutto simili a S. crispata, ma che vivono non solo 60 Km a nord-est di Nuevo Mundo, ma anche dalla parte sbagliata del Rìo Grande (al di là, cioè, di quella che veniva considerata

of Padilla, become shorter and more appressed as one travels north towards Nuevo Mundo (4). Among collectors S. crispata is very popular, both thanks to the ease with which cuttings take root, and because of its ability to flower copiously right from its early years of life. Another reason for its attraction is the peculiar variability of the spination; not only do the form and length of the spines vary, but they also take on colours ranging from pure white to dark brown, and passing through every hue of yellow. The result is a spectrum of colours that are rarely to be found in the genus. This preference, however, is not based on any close knowledge of the various habitats colonised by this species. In the monograph already mentioned, based on what were then recent findings, the hypothesis was put forth that the areale as a whole might extend much further south, as far as Azurduy. Indeed, shortly before then, a now-famous journey marked the start of an important series of explorations and discoveries in the area: Hans Jörg Jucker was the first to explore the Cordillera de los Sombreros (the northern part of which is known as Mandinga) from Icla to Azurduy. On foot and carrying a rucksack, he not only found some new species – including S. juckeri and S. cantargalloensis, which were subsequently described – but also some very interesting forms that, based on the knowledge of the time, could be considered in some cases forms of S. tarabucoensis and in other cases forms of S. crispata. Again in the year 2000, Mosti and Rovida described S. gemmae, a plant found many years previously by Gianfranco Rovida on the high plateau of Mojocoya, which stretches north of the “diagonal”, and is bordered to the east and west respectively by the valley of the Rio Tomina and that of the Rio Zudáñez. S. gemmae, with its appressed radial spines and its magenta flowers, from the morphological standpoint is reminiscent of the S. crispata forms typical of the northern zone, from which it differs chiefly for its spines, which are straight rather than curly. The new discoveries, and the possibility of exploring virgin territory, just becoming accessible thanks to the new roads, combined to give a good dose of encouragement. Over this last decade, this has lead to a series of interesting discoveries in what may be considered the south-easternmost part of the distribution area of Sulcorebutia, of which S. crispata is the most typical species. The already-mentioned construction of the Santa Rosa bridge over the Rìo Grande, which directly links the region of Valle57


ISSN 1129-4299


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