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N"19.2016
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Nell'altra pagina: Andrea Cattabrigla, 51 anni. A destra, dall'alto: una delle sue serre e con i suoi adorati cactus.
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musicale a diciamo così, percussione: ogni pianta produce un suono diverso, come se fossero delle gocce di pioggia. Ci troviamq insomma, dentro un vero e proprio mondo a parte allestito a San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologn4e costituito da circa 35 mila piante, di cui 1O mila specie in via
d'estinzione e perciò molto prezio se, tanto che la raccolta di Cattabriga è
stata riconosciuta dalla massima au-
torità mondiale in materia la britannica Botanic Garden Conservation.
«Ho iniziato la mia collezione da ragazzino, affascinato dalf incontro con che
il celebre botanico Giuseppe Lodi mi regalò le prime piantine». Ce
ne mostra una: «E unArioca{put sembra quasi un fossile e ha la caratteristica di mimetizzarsi con il suolo. Ci ha messo quasi trent'anni prima di
ro; o rpine
farmi vedere i primi fiori.I cactus mi
nica"
piacciono perché mi insegnano a dare valore al tempo e che occorre adattarsi e trovare soluzioni sempre nuove)). Il naturalista coglie da una pianta un frutto che ha una strana forma a elica. «Volteggia nel vento e quando tocca terra la punta è come se diventasse un trapano che perfora la terra. Ci sono cactus che crescono in vefiicale su pareti di arplilla, alcuni che si awolgioro ad altre piante e oome sorpenti strisciano finché non hanno trovato
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disposizione resistendo anche
per mesi senz4 una vera lezione per una specie "sprecona"come la nostra».
pine
E se prima abbiamo incontrato
rurri
piante velenose, ora Cattabriga ci mostra la Hoodia sudafricana, un cactus che presenta aculei molto aguzzi. «Il
sco-
ento
fusto, però, è commestibile e reprime il senso delle fame.l boscimani lo masticano e poi vanno a caccia per giorni senza l'ingombro delle prowiste». Una proprietà di cui si è accorta anche una casa farmaceutica che ne ha ricavato una pillola dimaSlrante. Ma non è necessario andare fino in Africa per trovare piante medicamentose. Dalle Apuntia, una famiglia di cactus di cui fanno parte anche i fichi
d'India tipici del nostro Sud si producono delle pillole per il diabete. «ln Africa fanno ancora di più: dalle Opunfia ricavano un olio molto pregiato e delle fibre che usano per costruire mobili. I cactus sono insomma una grande risorsa. In Cina ci sono coltivazioni a uso medico. Da noi, invece,
intensive
avremmo iI clima adatto, non praticamente nulla». Il naturalista Andrea Cattabriga ha due figlie, di 16 e zi. anni. «Fin da piccole ho insegnato loro a giocare con i cactus, ma non seguiranno la mia strada. Per questo mi piacerebbe un giorno lasciare a qualcuno in eredità le mie piante. Dopo tanto tempo passato con loro per me sono come bambini da accudire: da dettagli apparentemente insignificanti, una spina che avrebbe dovuto crescere, il colore di che pure si fa
una foglia, capisco che stanno soffren-
finché nonstanno dinuovo bene, soffro anch'io». o do. E
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