ERRE AL QUADRATO
MAGGIO-GIUGNO 2013 - BIMESTRALE anno VII - n° 23
Prodotti ‘puliti’ e novità
RINNOVABILI
A ogni latitudine: città, mare, lago e campagna
da sapere …scoprire
RISTRUTTURO
€ 3,50
CLIMATIZZAZIONE estiva e invernale per il comfort domestico
Poste Italiane SpA - Spedizione in A.P. - D.L.353/2003 (conv. LO/CONV/113/2013) art.1, comma 1, DCB Milano
DI Sonia Maritan
C’È UN LEGAME FRA LE COSE Premessa esplicativa Questa rivista ha già una sua storia, per questo è il numero 23. Mi occupai del progetto editoriale anche nel 2007, quando nacque, quindi mi emoziona vederla rinascere e per questo ringrazio Vanni Bellini. Il valore aggiunto di questa riedizione sarà dato dalle persone che gravitano intorno a questo progetto, l’ingrediente più prezioso di questa ‘amalgama’ di idee. R2 Ristrutturo Rinnovo Casa si pone come un utile strumento per rinnovare, ristrutturare, inventare e vivere lo spazio casa, con un’attenzione particolare al recupero di tutto il patrimonio edilizio esistente, ricchezza inestimabile del bel Paese, trattando di vecchi cascinali e antichi borghi, castelli e dimore d’altri tempi, spazi piccoli e grandi ritagliati nel tessuto urbano cui ridonare il sapore primigenio identitario, attraverso progetti mirati e descritti in ogni dettaglio esecutivo.
Ispirazione naturale
In questo numero ci siamo dedicati alla climatizzazione estiva e invernale. Esistono infatti moltissimi prodotti - che spaziano dai condizionatori, ai radiatori, alle stufe, ai camini - che contribuiscono al comfort domestico oggi, particolarmente i sistemi radianti che rappresentano un vero e proprio sistema di riscaldamento/raffrescamento; e le energie rinnovabili di cui trattiamo estesamente si legano al tema ed esprimono il contributo che possono dare all’equilibrio climatico in ambito indoor e outdoor. Il sole è la forma di energia naturale più potente che ci sia, e può essere una fonte illimitata per i luoghi antropici, ambienti da vestire di tessuti solari che permettano di catturare la luce da tutte le direzioni, e che possano essere inglobati nei materiali di struttura degli edifici trasformandoli in captatori di energia e un ‘domani’ – non troppo lontano – in elementi autonomi come un girasole!
Quando la comunicazione di un progetto ci insegna qualcosa significa che contiene valore, da divulgare perché abitare l’architettura deve significare vivere meglio, conoscendo le proposte e scegliendo le soluzioni idonee anche in termini etici. Così, R2 Ristrutturo Rinnovo Casa è la raccolta di ri-progetti di episodi metropolitani e rurali da rivitalizzare, rinnovare, ristrutturare, recuperare, per riempire i luoghi di luce, recuperare la loro memoria, vestire le facciate di colore, restituire agli involucri vitalità, raccogliere il senso di quella storia, ri-valorizzando la percezione visiva di scorci urbani o suburbani. Il costruito deve sorprendere e abbellire la vita, ogni piccolo progetto deve concorrervi. L’ispirazione arriva dalla natura, dal suo equilibrio e dalla sua bellezza, rintracciabile nel rapporto aureo in ogni dettaglio: dal carapace di una tartaruga, al disegno di un fiore, alle ali di un uccello, si legge la perfezione di quello che abbiamo intorno.
Segno stilistico Il Salone del Mobile è la vetrina dalla quale abbiamo scelto di ripartire: anche se la testata si dedica principalmente all’ossatura della casa è importante poi vestirla di bellezza. Case belle dentro e fuori. Ma cos’è la bellezza? Quando la comunicazione di un progetto sa durare nel tempo, possiamo attribuirgli la personalità e la forza di un simbolo. Vale per un mobile o per un oggetto e certo per un immobile, per il quale è imprescindibile conoscere le caratteristiche del contesto, le qualità e irregolarità del profilo, il genius loci per creare uno specifico disegno, ancor più considerato che i nostri riflettori puntano sul parco edilizio esistente. Se osserviamo accessori, oggetti, mobili in occasione di questo evento dedicato per antonomasia al design possiamo rintracciare specifici linguaggi progettuali. Segni e stili che ritornano a cicli proprio come nella moda, ma che solo raramente ci fanno scorgere l’infinito. Accade quando quella creazione ci affascina o inconsciamente entra a far parte del nostro mondo. Allora diventa un emblema che trasforma lo spazio in un luogo come un segno che cambia quel paesaggio.
Percorsi urbani I percorsi urbani in occasione della costellazione di eventi satellitari del Fuorisalone inducono a una visione diversa della città e a un itinerario inconsueto, che racconta a tratti anche la storia dei luoghi che accolgono le installazioni. Per ognuno l'architettura connota interno/esterno, messaggi temporanei dentro forme costruite, scintille forti e intense che accendono la rievocazione remota del nostro panorama culturale: così lo spirito si nutre di design e l’intelletto di cultura del progetto. L’architettura è ovunque, è tutto quello che abitiamo mentre camminiamo per Milano e respiriamo l’atmosfera meneghina di cui spesso ignoriamo i dettagli, percepiti di corsa dentro la quotidianità frenetica che questa città sempre in danza impone, con una moltitudine di viandanti che, muovendosi nello spazio, produce continuamente idee, sogni, speranze, segni e messaggi nuovi. I Fuorisalone sono un’occasione per vivere Milano e assaporare la città vestita di design.
soniamaritan@virgilioeditore.it
editoriale
Pensiero solare
maggio-giugno 2013 NON SOLO CASA
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DI SONIA MARITAN
R2 ACE
16
DI ANTONIO CARDELLINI
IN VETRINA: STYLNOVE
16
DI AMELIO BONFANTE
IN VETRINA: LA MURRINA
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DI AMELIO BONFANTE
ANTEPRIMA ON-OFF
18
DI DONATELLA RAVIZZA
DALL’ESPERTO
24
DI ANTONIO CARDELLINI
R2 …ARGILLA
26
DI EMMA FINETTI
AD HOC
32
DI ELENA SIVORI
IO ARCHITETTO CITTÀ DI SONIA MARITAN - FOTO JULE HERING R2 …STICKERS
36 42
R2 RECUPERO mare DI IVANA VIO - FOTO FABIO FIDONE PROGETTANDO DI EMMA FINETTI
46 58
R2 RISTRUTTURO lago DI MARIO KOSMA - FOTO PIER MAULINI GUIDA CLIMA DI ELENA SIVORI
66 80
DI BRUNO MAFFEIS
GUIDA CONDIZIONATORI
84
DI CINZIA RUSSO
ZOOM CONDIZIONATORI
88
DI GILDA CIARUFFOLI
GUIDA RINNOVABILI
92
DI ANGELO FORGIONE
GUIDA FOTOVOLTAICO
98
DI DONATELLA RAVIZZA
DOSSIER RINNOVABILI
104
DI GILDA CIARUFFOLI
SPOT RADIANTI
110
DI GILDA CIARUFFOLI
GUIDA AUTUNNO
114
DI CINZIA RUSSO
FOCUS CAMINI
120
R2 RECUPERO rustico DI SONIA MARITAN – FOTO GIORGIO PATRUNO INDIRIZZI COLOPHON DI GILDA CIARUFFOLI
IN COPERTINA: IL RECUPERO DI UNA VILLA RAZIONALISTA (L’ARTICOLO A PAGINA
COVER A LAIGUEGLIA SULLA RIVIERA LIGURE DI PONENTE – PHOTO FABIO FIDONE 8
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126 143 144 46)
DI Sonia Maritan
NON_SOLO_CASA
Intrecci di respiro moderno
La carezza di due cuori avvoltolati
Una spazialità senza confini
PUMPKIN di Piero Lissoni per PIERANTONIO BONACINA
LOVE PAPILIO di Naoto Fukasawa per B&B ITALIA
MIAMI di Francesco Lucchese per SWAN ITALIA
Corde e colori per l ’outdoor
Candida sensuale morbidezza
Una leggera iniezione di tecnologia
AFRA di Francesco Rota per PAOLA LENTI
CIPRIA di Fernando e Humberto Campana per EDRA
INVISIBLE LIGHT di Tokujin Yoshioka per KARTELL
Il comfort di un telaio a spirale
Un nido morbido e versatile
Patchwork per costruire un’isola
UP-CHAIR di Martin Ballendat per TONON
NUVOLA di Paola Navone per GERVASONI
PILLOWCASE di Italo Rota e Alessandro Pedretti per MERITALIA
NON_SOLO_CASA Fiori di tessuto da camminare
La natura dona nodi di noce
HERBARIUM di Gunilla Legerhem Ullberg per KASTHALL
Sky Natura di CR&S Riva 1920 per Riva 1920
Ossequio di profilo orientale
Pura eleganza formale
Sempre a portata di mano
SPILLO di Damian Williamson per ZANOTTA
MASON di Wolfgang C.R. Mezger per WALTER KNOLL
Anello di luminoso cristallo
Calore per dar vita alla materia
Segni e forme da creare
LOOP di Ricardo Bello Dias per GALLOTTI&RADICE
YLI di Chi Wing Lo per GIORGETTI
COMBO di Francesco Rota per LEMA
SHANGHAI di Pietro Arosio per EMMEBI
Marshmallow di metallo
L’essenza dell ’equilibrio
Un decoro a filo di vetro
BIDUM di Letitia Florin per LIGNE ROSET
BALANCING BOXES delle Front per PORRO
MACRAMÉ di Paolo Lucidi e Luca Pevere per FIAMITALIA
ace
DI Antonio Cardellini
in vetrina DI Amelio Bonfante
Il certificato energetico è un documento obbligatorio per chiunque voglia vendere o affittare la propria casa e si chiama Attestato di Certificazione Energetica
I
l certificato energetico è una procedura di valutazione prevista dalla legge e precisamente dal Decreto legislativo n.192 del 19 agosto 2005 e successive modificazioni e integrazioni, in attuazione della Direttiva Europea 2009/91/CE. L'ACE è obbligatorio nei seguenti casi: affitto o vendita; attività edilizia prevista nel Piano Casa; nuova costruzione; ristrutturazione totale per più di 1.000 m2 o ampliamenti di volume per più del 20%; ottenere incentivi o sgravi fiscali (uno per tutti, il 55% di detrazione per il risparmio energetico). È da rilevare che l'indice di prestazione energetica deve essere inserito negli annunci di carattere commerciale. E questo significa che esso si sta affermando anche come uno strumento di orientamento del mercato immobiliare, poiché offre un elemento in più per la valutazione dell'immobile. A marzo è stato emanato un decreto che fissa i titoli di studio e i requisiti necessari per accedere alla nuova professione di Certificatore Energetico, che sono, per le persone fisiche: laurea in ingegneria, architettura oppure laurea specialistica in scienze ambientali, chimica, scienze agrarie, scienze forestali; diploma di geometra, perito industriale, perito agrario; abilitazione e iscrizione all'ordine professionale; frequenza di un corso di formazione di almeno 64 ore con esame finale, riconosciuto da un organismo regionale; iscrizione nell'elenco dei soggetti certificatori. Alle Regioni è stata lasciata ampia facoltà di stabilire eventuali, ulteriori requisiti; pertanto, chi volesse avvalersi dell'opera di un Certificatore Energetico deve controllare se la Regione di appartenenza non ne abbia stabiliti di altri. 16
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Stylnove Ceramiche L’azienda dal 1967 è sinonimo di design all'avanguardia per il complemento e l'illuminazione della casa, oggi è presente nei più prestigiosi punti vendita con lo slogan: Made in Italy. Hand made. Fatto in Italia a Nove, perché a tutti i livelli, i prodotti Stylnove Ceramiche sono pensati, modellati e prodotti interamente a Nove in Italia. La ceramica, nobile materiale creato con quattro elementi primari - Acqua, Aria, Terra e Fuoco legati insieme da una segreta e antica alchimia, altissima artigianalità e professionalità, è una materia insostituibile, parte della vita di ogni giorno nonché un mestiere tramandato da padre in figlio… per creare e distribuire dei prodotti dalla personalità e dal carattere forti, riconoscibili e sempre attuali nel mercato nazionale e internazionale. Passione e determinazione per raggiungere nuovi obiettivi hanno contribuito a creare un'azienda in continua evoluzione, così come i marchi Munari 104, Cavalca design e Secondobinario che Stylnove produce e distribuisce direttamente. Old Industry (qui) e Feel Industry (sopra) di Lorenzo Zanovello
Ardenti ceramiche di design
in vetrina
DI amelio bonfante
la murrina
Scenografie in luce
A Euroluce Pallene
LA STORIA
Regolo
IL FUTURO
È la luce a fare la differenza, dentro e fuori casa, nelle strade, nelle piazze e in tutti quei luoghi dove contano benessere e atmosfera. Una ‘materia senza materia’, una sorta di quarta dimensione dell’architettura tanto importante quanto le tre dimensioni canoniche. Un buon progetto illuminotecnico, che tenga conto delle differenti necessità di luce nei diversi ambienti, non solo arricchisce il risultato generale ma è in realtà la chiave progettuale di qualsiasi intervento. A tal proposito, nuove fonti di illuminazione vengono in aiuto di progettisti e utenti finali, in particolare i LED con cui creare un’illuminazione che sottolinei spazi e oggetti dando vita a scenografie sempre differenti. A progettisti, architetti e designer, i LED – sorgenti di luce molto piccole ma allo stesso tempo molto luminose, regolabili a piacere in intensità e colore – offrono una libertà espressiva senza pari, sia nella definizione di volumi e contorni, sia nella creazione di prodotti dalle forme più svariate. Per gli utenti finali, i LED rappresentano una soluzione soddisfacente in termini di risparmio energetico e di tutela ambientale, una risposta sostenibile per il futuro non solo dell’illuminazione ma anche del pianeta.
Sin dagli anni ’60 vi sono notizie di una piccola fornace gestita da un gruppo di maestri vetrai denominata Murrina Fornace da cui nasce poi il simbolo del marchio di quella che diverrà La Murrina spa. L’attività iniziale, che prosegue fino al 1974, è quella della realizzazione di pochi e prestigiosi oggetti in vetro soffiato ideati dagli stessi artisti che sono i proprietari della fornace. Proprio nel 1974 la proprietà della piccola fornace viene trasferita a una famiglia milanese, già produttrice di articoli per l’illuminazione in vetro e metallo. Da qui inizia la trasformazione dell’azienda che viene organizzata e gestita in modo più imprenditoriale: il marchio La Murrina viene depositato in tutto il mondo e le collezioni si ampliano e si arricchiscono.
A Euroluce Deimos
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ON-OFF di Donatella Ravizza
Anteprima Euroluce CON LE MIGLIORI LUCI
Un’anteprima delle novità che saranno presenti alla settimana del design milanese (Saloni, Fuorisalone ed Euroluce). Prodotti dalla personalità significativa, che si distinguono per originalità e innovazione funzionale e tipologica, per i processi di produzione adottati, per i materiali impiegati e per la sintesi formale raggiunta
L'appuntamento con Euroluce, rinomata rassegna dedicata all'illuminazione su una superficie complessiva di oltre 40.000 m2, all’interno del Salone internazionale del Mobile di Milano, è dal 9 al 14 aprile 2013
Axo Light Muse – Design Sandro Santantonio
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OLA, design: Enrico Frantolini, KARBOXX
Movimenti fluenti
La lampada da muro sembra sfidare le leggi della fisica: è caratterizzata da un lunghissimo braccio in acciaio (190 cm) il cui peso, connesso a una struttura portante sempre in acciaio, viene controbilanciato grazie all’utilizzo di ruote dentate in tecnopolimero che rendono possibili e fluidi i movimenti. La sorgente luminosa ruota anch’essa, accorgimento che consente il posizionamento della lampada in infinite configurazioni (e di conseguenza la creazione di svariati scenari domestici). L’utilizzo di sorgente LED, collegabile direttamente alla rete domestica, ha evitato l’uso di un trasformatore a bassa tensione. Materiali: struttura in acciaio verniciato, testa in alluminio. Counterbalance, design: Daniel Rybakken, Luceplan
Tessuti fashion
Ispirata ai lampadari con paralume in tessuto di una volta, la lampada utilizza tecnologie all'avanguardia. Il tessuto strappato e rovinato, dall'aria vintage, è il risultato di un processo semi industriale che viene usato generalmente nel settore moda. La stoffa viene prima tinta e lavorata al laser per ottenere il disegno, quindi trattata manualmente per operare le rotture e i rammendi. Infine viene lavata con processo stone wash e spruzzata con uno speciale pigmento ambrato che dà l'effetto usato. Life, design: Matteo Ugolini, Kaman
I
n questi tempi di recessione globale, resistono meglio le imprese di design capaci di produrre dei balzi in avanti, con intelligenza e ricerca. La sopravvivenza è invece incerta per quelle senza una vera strategia imprenditoriale, appiattite sulla ricerca del veloce successo commerciale. Oggi più che mai bisogna puntare sulla qualità di quanto si produce, capire e interpretare le esigenze del pubblico, badare ai bisogni e alle aspettative. Il design punta, deve puntare, sull’etico, su un progetto più sobrio e meno effimero, sulla cultura tecnologica dell’innovazione, nel rispetto della natura e del risparmio energetico. Nel mondo della luce, in particolare, i prodotti validi sono ispirati non dal formalismo fine a se stesso ma dal desiderio di creare miglioramenti per la vita quotidiana in termini di comfort, ergonomia, sicurezza, senza sottovalutare l’aspetto emozionale e l’attenzione per le modalità percettive.
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Le possibilità sono sempre più potenziate dalle moderne tecnologie e dall’elettronica, le luci sono sempre più pensate come interfacce che bucano le pareti, sbocciano dai soffitti, li attraversano. Le luminosità si fondono con le superfici e, accanto ad apparecchi tradizionalmente intesi, compaiono oggettiluminosi, piani di pura luce, elementi componibili che, emanando bagliori, prendono vita e aggiungono una nuova dimensione all’architettura. Il minimalismo è un tratto rappresentativo delle proposte ma non è privo di poesia, è piuttosto un’esigenza di essenzialità e funzionalità che non toglie spazio alla bellezza. Gli oggetti di ricerca, talvolta prodotti in piccola serie o autoprodotti, concentrano l’attenzione sulla gestualità per interpretare in modo nuovo il rapporto con la luce. Alcuni provano a rimettere in discussione l’archetipo dell’oggetto e portano l’osservatore a valutare la realtà da un altro punto di vista; filo conduttore è la sorpresa, lo stupore di fronte al fascino di un’estetica determinata dall'affermarsi di nuovi materiali, colori e tecnologie.
Come note di calle
Proposta singolarmente o a gruppi di tre è illuminata da tecnologia a LED. La forma fluida e dinamica ricorda un coro di trombe, e anche il nome, Nafir, è un omaggio alla musica: indica una tromba di origine nord africana di piccole dimensioni, senza pistoni, usata per ottenere suoni squillanti. In materiale plastico bianco a iniezione, si presenta con tre tipi di colorazioni: esterno cromo/interno bianco, esterno bianco/interno oro ed esterno bianco/interno bianco. Nafir, design: Karim Rashid, Axo
Intagli
È una lampada a sospensione disponibile in due diametri (50 e 80 cm). Il diffusore è in metallo verniciato bianco opaco con intagli creati con tecnologia laser 3D che caratterizzano la lampada stessa. L'aspetto è organico e naturale ma, quando si accende, crea anche un fantastico gioco di luce e ombre dando alla stessa, nonostante le dimensioni, un senso di leggerezza e attualità. Le lampadine energy saving sono nascoste da un vetro bianco latte. Kelly, design: Andrea Tosetto, 2013, StudioItalia Design
EMOTIONAL DESIGN Nel mercato competitivo attuale, un approccio fondato sulle modalità di utilizzo, le associazioni e le percezioni che un oggetto crea, è essenziale per il successo del prodotto, al pari delle caratteristiche funzionali. Emozione è oggi una delle parole chiave per il mondo del design: non si può non tenere conto del piacere che ci procurano, o meno, gli oggetti. Li scegliamo, li compriamo, li amiamo e ci soddisfano non solo per la funzione che svolgono, ma anche per le sensazioni che ci danno, per ciò che rappresentano. L'aspetto emotivo nel rapporto persona-oggetto è fondamentale. I prodotti dalla personalità significativa sono gli unici capaci di emergere dal sovraffollamento di proposte spesso troppo simili, inutili e sempre più numerose. Siamo attratti dal valore simbolico, dalle buone vibrazioni e dalle sensazioni gratificanti emanate dalle cose.
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Sculture digitali
Le lampade digitali di Exnovo, azienda trentina specializzata nelle tecnologie di produzione da stampa 3D che consentono di trasformare un file cad in un oggetto solido, sono vere e proprie sculture digitali realizzate in poliammide sinterizzata. Le lampade sono disponibili sia in versione singola che a moduli componibili (cluster). Saturno Hanging e Notte Hanging, design: Selvaggia Armani, Exnovo
Le lampade in particolare sono ben piÚ di semplici elementi di arredo che svolgono la funzione d'illuminazione artificiale. Sono veri numi tutelari dell’anima: si varca la soglia della propria abitazione e si accende la luce anche per rimarcare la propria presenza o per sentirsi finalmente a casa. Con le loro forme, le loro trasparenze e le loro proiezioni molteplici creano l’atmosfera di cui abbiamo bisogno, modificano la lettura dello spazio, ci permettono di stare e muoverci con sicurezza, danno luce al nostro angolo preferito, creano un ambiente intimo, rilassante, formale o conviviale, secondo le esigenze del momento.
Il diodo a emissione luminosa o led è un piccolo dispositivo che produce fotoni, e potremmo dire anche il vero protagonista di questa edizione di Euroluce, che ha portato alla rivisitazione di modelli esistenti e a prodotti progettati ad hoc
Soffi e bolle
La lampada nasce dal connubio tra la grande tradizione del vetro soffiato veneziano e la tecnologia LED. La luce viene controllata con il massimo rendimento e guidata al diffusore in vetro attraverso un light pipe trasparente dal bassissimo coefficiente di assorbimento. Materiali: diffusore in cristallo sfumato seta; guida di luce in metacrilato a basso coefficiente di assorbimento; piastra di fissaggio in alluminio verniciato. Empathy, design: Carlotta de Bevilacqua, Artemide
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LUCE TESTURIZZATA
Guardando al prodotto decorativo, che più interessa l’ambito domestico, c’è ampio spazio per forme plastiche e per oggetti colorati e vivaci che rispondono ai nostri bisogni di positività; sono luci che ci riportano forse all’infanzia o ci rassicurano con la loro disinvoltura. Trionfano le forme arrotondate, sinuose, ruotate, organiche, in qualche modo fluide e quasi liquide in contrasto con altre poligonali, fatte come origami per geometrie sovrapposte. Superfici sfaccettate, squamate, involucri traforati, dove l’illuminazione si espande creando testurizzazioni e proiezioni inedite. Lo sguardo si sposta sempre più sul gioco di luce e ombra che la conformazione dell’apparecchio crea, sulla densità diversa del flusso diffuso attraverso materiali traslucidi. Il taglio laser e la stampa digitale permettono di imprimere con assoluta precisione ghirigori, di tagliare sagome o solo inciderle, per modulare la trasparenza e il colore. Si utilizzano materiali nuovi e comunque non canonici a fianco di vetro e alluminio; molti i diffusori in resina, in materiali termoplastici e in tessuto, all'insegna della massima libertà creativa e funzionale, e soprattutto per sperimentare il passaggio della luce attraverso i differenti gradi di traslucenza.
Il sole in casa
Il diffusore è in fibra di vetro, un materiale che, risultato di un lungo processo di ricerca tecnologica e materica, crea atmosfere uniche filtrando la luce attraverso le sue forme. Ola utilizza lampadine LED e a risparmio energetico. Ola, design: Enrico Franzolini, Karboxx
LED REVOLUTION
Silhouette di bozzolo
La sospensione a luce diffusa e diretta ripropone in chiave contemporanea le lanterne cinesi; la silhouette prende la forma di un bozzolo di cristallo soffiato. Tante le varianti cromatiche: dal total white all’estremo ed elegante total black, fino al più originale nero-aubergine, passando per l’abbinata avorio-avorio oppure avorio-bianco. Materiali: struttura in metallo, diffusore in cristallo soffiato con vetro verniciato all’interno per la parte opaca. Gong, design: Prandina R&D
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Ricerca e innovazione tecnologica sono guidati dal dictat imprescindibile di consumi consapevoli e sostenibili: tutte le nuove lampade hanno sorgenti a basso impatto energetico. Percepibile è la tensione verso linee progettate appositamente per i LED, adatte a esaltare sia in termini tecnici sia formali le piccole sorgenti, l’uso delle quali non si limita più agli apparecchi tecnici ma coinvolge tutte le tipologie. Durata elevata, efficienze luminose in continuo progresso, versatilità nel design sono le caratteristiche principali dei LED (acronimo di Light Emitting Diode: diodo a emissione di luce). Le dimensioni contenute dell’elettronica consentono degli approcci completamente diversi; i diodi rappresentano un cambiamento tecnologico epocale, una radicale trasformazione nell’intero settore, in termini di efficienza, qualità, flessibilità e gestione della luce. La tecnologia è ormai matura e, dopo tentativi poco convincenti di integrazione nelle forme già affermate, arrivano i primi coerenti esempi di lampade progettate appositamente per i LED.
D
AGEVOLAZIONI IN
DALL’ESPERTO di Antonio Cardellini
EDILIZIA R
I
n un recente sondaggio condotto da un importante quotidiano economico-finanziario, gli intervistati hanno dichiarato, per oltre il 40%, che vorrebbero sostituire gli infissi e i pavimenti; più del 37% desidererebbe intervenire su sanitari e tubature; gli altri sono orientati a cambiare la cucina, i tramezzi e gli spazi del soggiorno e la zona notte. Come vedremo alcuni di questi interventi non godono delle agevolazioni fiscali previste, ma significa che, oggettivamente, c'è un grande interesse alla manutenzione ordinaria, straordinaria e al risparmio energetico, da effettuarsi nelle proprie abitazioni. E allora cerchiamo di capire quali siano le agevolazioni fiscali possibili, in quale misura e fino a quando. Per quanto riguarda le ristrutturazioni, il riferimento regolamentare è il cosiddetto ‘Decreto Sviluppo’ (DL 83/2012, 24
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Quali sono le agevolazioni fiscali possibili? In quale misura? Che durata è prevista?
Gli sgravi fiscali riguardano le ristrutturazioni e il risparmio energetico. Per le prime la detrazione è stata portata dal 36 al 50% e il riferimento regolamentare è il cosiddetto ‘Decreto Sviluppo’ mentre per le agevolazioni del 55% sul risparmio energetico è il cosiddetto ‘Salva Italia’; si applicheranno fino al 30 giugno 2013
convertito nella Legge 7 agosto 2012, n. 134), mentre per il risparmio energetico si veda il DL 201/2011, convertito nella Legge 22 dicembre 2011, n. 214, cosiddetto ‘Salva Italia’.
DETRAZIONI 50%
Nelle ristrutturazioni, per cui opera la detrazione del 50% (con il limite di 96.000 €), rientrano gli interventi di manutenzione straordinaria, di restauro e risanamento conservativo. Vediamo di cosa si tratta. Per manutenzione straordinaria si intendono le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali
degli edifici e realizzare e integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, senza modificare i volumi e le superfici e mutare la destinazione d'uso. A mò di esempio, in esse rientrano: modifiche della facciata, costruzione di scale interne, rifacimento di rampe e scale (anche ai fini della sicurezza), istallazione di ascensori, realizzazione di mansarde e balconi, trasformazione di soffitta in mansarda o di balcone in veranda, apertura di nuove porte e finestre, sostituzione degli infissi esterni o persiane con serrande con eventuale modifica di materiale e tipologia. Nella ristrutturazione rientra anche la trasformazione di un fabbricato mediante opere che possono portare ad avere un fabbricato, del tutto o in parte, diverso da quello originario. Invece, per restauro e risanamento conservativo si intendono gli
interventi finalizzati a conservare l'immobile e assicurarne la funzionalità tramite opere che ne rispettino gli elementi tipologici, formali e strutturali, consentendo destinazioni d'uso compatibili; ad esempio, eliminazione di situazioni di degrado, adeguamento delle altezze dei solai, apertura di finestre per esigenze di areazione. Gli interventi di manutenzione ordinaria sono ammessi all'agevolazione solo se riguardano le parti comuni dell'edificio (e, quindi, in condominio). Il diritto alle detrazioni compete ai soggetti IRPEF, che abbiano in uso o in proprietà un edificio residenziale.
AGEVOLAZIONI 55%
riqualificazione degli edifici esistenti si intendono tutti quegli interventi che permettono il raggiungimento di un indice di prestazione energetica che realizzi la maggiore efficienza energetica richiesta, in funzione della categoria dell'edificio e della zona climatica su cui insiste. Per involucro degli edifici, invece, devono essere considerate le strutture opache orizzontali (coperture e solai), quelle verticali (pareti esterne e portoni di ingresso), finestre (con infissi, scuri, persiane e cassonetti), che rispettino i requisiti richiesti di dispersione del calore (detta anche trasmittanza termica). Le due agevolazioni non sono cumulabili; si deve cioè scegliere, caso per caso, quale si può applicare. Il 55% si applicherà fino al 30 giugno 2013, termine in cui scadrà anche il 50%, tornando
ambedue dall'1 luglio al 36%, che resta l'aliquota ordinaria che dal 2012 non ha più scadenza, essendo stata resa strutturale e definitiva. Come noto, il 50% ha avuto inizio il 26 giugno scorso. Altre due notazioni: per il pagamento vale il principio di cassa, cioè il momento in cui si effettua il versamento tramite bonifico bancario o postale, e la detrazione complessiva riconosciuta dovrà essere portata in detrazione in 10 quote annuali di pari importo.
Efficienza complessiva CO2: il fabbisogno di calore per riscaldamento specifico riferito alla superficie netta è di 13KW h/m2a Residenza Isabella Progetto di Omero Marchetti
Per quanto riguarda, invece, le agevolazioni del 55% per il risparmio energetico, esse sono ammesse sia per le persone fisiche sia per le società, sia per gli esercenti arti e professioni, per le associazioni tra professionisti, per gli enti pubblici e privati che non svolgano attività commerciale (la platea di applicazione è, quindi, molto più estesa). Gli interventi devono riguardare edifici residenziali esistenti, anche rurali e strumentali (in relazione all'attività di impresa o professionale). Però, la detrazione massima è in funzione del tipo di intervento; così abbiamo 100.000 € per la riqualificazione degli edifici esistenti, 60.000 € sia per l'istallazione di pannelli solari sia per interventi sull'involucro degli edifici e 30.000 € per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale. Dobbiamo specificare che per
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...l’argilla
DI Emma Finetti
Ecologica, economica, traspirante, malleabile, versatile, igienica, ipoallergenica… l’argilla può rappresentare una risposta davvero innovativa per l’edilizia del futuro
Sopra, Qasba del XVII secolo nell’oasi di Skoura, Marocco; nella pagina a fianco, in alto, costruzione in ciottoli di pietra e pisé, comune d’Hauterives, Dipartimento della Drôme, Francia; Moschea di Djenné, Mali. In basso una parte della Grande Muraglia cinese
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L
’argilla è un materiale naturale, utilizzato fin dall’antichità per diversi scopi, in particolare nel campo delle costruzioni. L’argilla è malleabile quando idratata e può quindi essere facilmente lavorata. Quando è asciutta diventa rigida, e quando è sottoposta a un intenso riscaldamento subisce una trasformazione irreversibile diventando permanentemente solida e compatta. Nel dettaglio, la terra cruda (pre-
feribilmente ad alto tenore di argilla) lavorata a impasto con acqua, paglia o fibre naturali, leganti naturali quali il letame o artificiali come ad esempio la calce, serve per realizzare murature di getto (pisé) o murature a blocchi (adobe). Il sistema costruttivo del pisé prende anche il nome di terra battuta. Le costruzioni in terra cruda sono tipiche dell’edilizia rurale e dell’architettura vernacolare e tale siste-
Nel 1786, François Cointeraux (1740-1830), professore di architettura rurale a Parigi, costruì la prima casa rurale incombustibile in pisé, che gli valse il primo premio dell’Académie d’Amiens, il cui soggetto riguardava lo studio del modo più semplice e meno dispendioso di prevenire ed evitare gli incendi nelle costruzioni in campagna. Tuttavia, una congiura di muratori, carpentieri e mercanti di legno portò alla distruzione del prototipo.
Muraglia cinese sono costruite con questa tecnica. Ma non per questo l’argilla è un materiale arcaico e superato. Le necessità ecologiche moderne ci spingono verso il ritorno di materiali naturali che, come in questo caso, non subiscono processi chimici di trasformazione e, senza un particolare sfruttamento energetico, diventano pregiata materia prima da costruzione. ma costruttivo si può far risalire all’origine dell’abitare. Le ritroviamo nella Valle dell’Indo in Pakistan, nei trattati storici sui Fenici, o ancora negli scavi archeologici di Cartagine, sulle colline di Byrsa. In Inghilterra i primi muri realizzati in pisé risalgono al I secolo a.C. Sembra, inoltre, che anche i cinesi abbiamo utilizzato la costruzione in terra battuta dopo l’epoca dei Tre Regni (221-581 d.C.), e molte parti della Grande
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Sopra, gli intonaci colorati in argilla Clayfix dell’azienda HOLZER; sotto il rivestimento murale Yosima colorato a base di argilla dell’azienda HOLZER
Yosima: rivestimento murale colorato a base di argilla
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L’argilla oggi viene utilizzata ancora in moltissimi Paesi e sul mercato nazionale troviamo diverse aziende nel campo dell’edilizia che la sfruttano per produrre intonaci, finiture, pavimentazioni, massetti, mattoni e strutture in genere. È un materiale ecologico e facilmente lavorabile, estremamente versatile, non genera allergie ed è riciclabile. È in grado di regolare l’umidità degli ambienti interni – la assorbe e la rilascia gradualmente – garantendo locali sani e freschi, e nel contempo mantiene asciutti eventuali materiali organici (legno) che si trovano nello stesso ambiente. È in grado di assorbire sostanze nocive ed eliminare alte percentuali di radiazioni dovute all’elettrosmog; trattiene polvere, gas e odori. Ha una buona inerzia termica e mantiene stabile la temperatura degli ambienti. Gode, inoltre, di eccellenti proprietà fonoassorbenti: attutisce i suoni a bassa frequenza e, se utilizzata come riempimento per i solai, elimina i rumori dovuti al calpestio. Gli esempi di strutture antiche costruite con l’argilla sono moltissimi, alcuni possiamo trovarli in queste pagine, ma oggi ci sono anche applicazioni degne di nota per le nostre case. Dalle aziende, alcuni esempi di applicazioni dell’argilla: ❑ L’azienda Holzer (www.holzer.eu), con il marchio Claytec, propone materiali da costruzione moderni, continuamente migliorati e perfezionati. Prodotti disponibili per molti campi di applicazione, come il pannello da costruzione in terra cruda, i mattoni in terra cruda alleggerita, gli intonaci premiscelati o gli intonaci colorati Clayfix. L’obiettivo dell’azienda è trasformare il modo di costruire con terra cruda attraverso un’operazione pulita. Gli intonaci di terra cruda Claytec sono adatti per tutte le intonacatrici moderne, la lavorazione è facile e non crea alcun problema.
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Tra le proposte dell’azienda, dopo oltre cinque anni di ricerca, troviamo Yosima, il rivestimento murale colorato a base di argilla dotato di brillantezza e intensità di colore uniche nel loro genere, e un’ampia gamma di terre molto belle. ❑ Altro esempio è l’azienda Terragena (www.terragena.eu), impegnata anch’essa nella produzione di materiali amici della natura, dedicati all’edilizia sostenibile. Tra questi troviamo pavimenti e intonaci in argilla. Un esempio è l’intonaco di fondo SB2 composto unicamente da sabbia calcarea e argilla pura, apprezzato per la notevole inerzia termica. Di color camoscio, facile da posare e lavorabile come un normale intonaco, diventa un ottimo fondo per le finiture d’argilla SB4 oppure per la pittura Terrapaint. Utile per le case passive per la capacità di trattenere il calore nell’ambiente, nelle strutture leggere e nelle case in legno. Si presta in modo particolare anche come intonaco provvisorio nelle iniezioni consolidanti su pareti a facciavista in quanto è facilmente rimovibile con acqua. Fin qui vi abbiamo proposto solo un piccolo assaggio di quello che il mercato offre e delle infinite possibilità e applicazioni dell’argilla. La cosa importante è calare questa nuova ‘idea’ nella nostra casa e capire cosa può essere maggiormente congeniale alle nostre abitudini abitative. E non dimenticate che è un prodotto così accessibile da poterci anche permettere un sano ed educativo fai da te (chiaramente solo per le applicazioni più semplici e per chi ha un po’ di dimestichezza con i ‘lavoretti’ di casa). L’intonaco composto da sabbia calcarea e argilla dell’azienda Terragena, qui applicata sulle pareti e sulla scala degli ambienti ritratti nelle immagini, è quindi utilizzata indistintamente come rivestimento orizzontale o verticale
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D AD HOC di Elena Sivori
Cosa fare per la nascita del secondo figlio se serve una camera da letto in più? Quali sono i vincoli normativi da rispettare? Come sono stati risolti nel caso specifico di questo appartamento?
LE FUNZIONI
CAPOVOLTE R
In apertura, una vista del bagno nuovo in cui si evidenziano i due setti murari sfalsati, collegati dalla lastra di vetro opaco, che ha una valenza sia estetica che funzionale A destra alcune viste del bagno con il lavabo da appoggio e i sanitari Pozzi Ginori serie 500; i rivestimenti, di colore marrone alternati al bianco, evidenziano i giochi di volume dell’ambiente
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L’esigenza di avere una camera da letto in più è stata lo spunto per questo progetto che ha visto, con pochi interventi, trasformare un appartamento di tre locali in uno di quattro, in cui ciascun membro della famiglia ha potuto trovare un suo spazio, adeguato ai propri bisogni
bile a creare due nuovi ambienti, una delle due stanze singole e il bagno appunto, un po’ più piccolo rispetto al precedente ma dotato di tutte le comodità.
L
’inusuale sovradimensionamento degli ambienti di questo alloggio ha reso possibile la traslazione delle funzioni dei diversi vani, per ciascuno dei quali la normativa richiede superfici minime (vedere box della pagina successiva). Quello che era il bagno principale di 9 m2 di superficie circa e con un’ampia portafinestra, aveva tutte le caratteristiche per diventare una camera da letto singola ed è stato così possibile trasformarlo nella seconda stanza, de-
stinata a uno dei due figli. La necessità quindi di trovare una nuova collocazione per il servizio igienico è stata il punto di partenza per lo sviluppo dell’idea progettuale che ha portato alla sua nuova ubicazione, in uno spazio ‘ritagliato’ all’interno di un locale esistente: la camera matrimoniale. Questa, proprio perché di dimensioni molto al di sopra di quelle minime necessarie, si è prestata a tale scopo, consentendo di operare quel frazionamento indispensa-
Il progetto ha potuto trovare la sua concretizzazione in quanto lo spazio trasformato era provvisto di due ampie finestre le quali sono state rispettivamente destinate una alla camera da letto e l’altra al servizio igienico. La normativa vigente obbliga infatti quest’ultimo a essere fornito di un’apertura di almeno mezzo metro quadro che gli consenta un’areazione e un’illuminazione naturali (articolo Progettando, pagina 59). Per consentirne l’ingresso diretto del bagno dal corridoio della zona notte e un facile accesso, essendo destinato a tutta la famiglia, si è reso necessario disimpegnarlo rispetto alla camera di nuova realizzazione. La parete che separa le due stanze, leggermente inclinata, forni-
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LE MISURE MINIME DI OGNI AMBIENTE (indicazioni estrapolate dal Regolamento Edilizo di Milano) Soggiorno (anche con angolo cottura) m2 14 Cucina m2 5 Camera matrominiale m2 14 Camera singola m2 9 Studio m2 7 Bagno principale m2 3.5 Bagno secondario m2 2 Per i bagni, ci sono dei vincoli anche in relazione alle misure del lato piĂš corto: bagno principale m 1.70 bagno secondario m 1.20
In questa pagina le planimetrie del locale interessato dal progetto: in alto lo spazio che fungeva da camera matrimoniale prima dell’intervento, in scala 1:100, in basso la realizzazione del progetto in scala 1:50
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sce a questo locale una particolare forma a imbuto. Tale conformazione è stata imposta innanzitutto dai vincoli spaziali esistenti, le due finestre appunto, e dalla necessità di dimensionare il locale in modo tale da permettere l’inserimento di tutti i sanitari necessari e da avere gli spazi minimi sufficienti a un loro pratico utilizzo, rispettando le superfici richieste dalla normativa. Il profilo del tavolato obliquo, spezzato in due, consente innan-
zitutto la realizzazione di una nicchia di dimensioni adeguate alla posizione del lavandino, oltre che la possibilità di inserire tra i due setti murari una lastra di vetro opaco a tutta altezza per consentire alla luce proveniente dalla finestra della stanza confinante di illuminare maggiormente il locale. Viste le dimensioni e la forma del nuovo bagno, la scelta dei sanitari è stata rivolta verso modelli con ingombri più ridotti. Il wc e il bidet selezionati, per esempio, hanno una profondità di soli 50 cm. La vasca è di 160 cm, più piccola ma sufficientemente comoda. Di questa, una parte risulta inserita all’interno di una rientranza per guadagnare più spazio possibile nell’ambiente. La realizzazione del muretto su cui si appoggiano i due sanitari infine ha la semplice funzione di ripiano di appoggio per bottigliette e ninnoli vari.
Alcune viste della camera da letto singola realizzata per il secondo figlio, con un parquet prefinito in Rovere. A sinistra in primo piano il setto murario obliquo che separa questo ambiente dal bagno di nuova realizzazione: sia l’inclinazione della parete che la sua colorazione mettono ulteriormente in risalto questo elemento progettuale
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IO ARCHITETTO di Mario Kosma
architetto Alberto Gorlini photo Jule Hering disegni Elena Sivori
città
Nel contesto urbano di Legnano, in provincia di Milano, linearità e pulizia connotano ogni dettaglio architettonico nell’intento di disegnare uno spazio quasi asettico ed elegante, dove tutte le funzioni sono a ‘scomparsa’ e ogni attività leggibile nella sua essenzialità
TOTAL
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white
In questi interni il colore bianco diviene elemento progettuale e fil rouge che lega il disegno complessivo del candido volume duplex: un unico spazio molto ampio che raccoglie soggiorno, cucina e sala da pranzo per la zona giorno e al livello inferiore quello più intimo della zona notte
I
l condominio a Legnano in provincia di Milano dove è inserito lappartamento si chiama Lo Zodiaco perché a ogni piano un bassorilievo rappresenta un segno zodiacale. In questabitazione la figura del committente si è identificata nella figura dell'architetto, che ha trovato spazio per dilatare le proprie sensazioni e trasformare questo luogo nel riflesso della sua personalità. Nella sua interpretazione di abitare lessenzialità rappresenta la linea guida, sottolineata dal colore bianco che rende elementi e finiture diafani, uno spazio neutro dove lunico protagonista è lattore che si muove su una tribuna allestita con una scenografia a filo parete o a scomparsa.
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SCALA 1:50 PIANO QUARTO
zona giorno
dettagli
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Lappartamento si sviluppa su due piani in circa 140 m2, cui corrispondono rispettivamente la zona giorno e la zona notte. Il colore bianco diviene elemento progettuale e fil rouge che lega il disegno complessivo del candido volume duplex, in cui luci e ombre giocano il ruolo principale, nellunico spazio molto ampio che raccoglie soggiorno, cucina e sala da pranzo, come al livello superiore più intimo della zona notte, che si suddivide in guardaroba, locale di servizio, due camere da letto e due bagni. Ogni arredo e qualunque oggetto vive di luce propria, e le ombre ne manifestano la corporeità. Il linguaggio del colore si configura così come un linguaggio simbolico particolare, fatto anche di suggestioni che non provengono dalla sola osserva-
zione razionale, ma dalle facoltà dellanima. La dualità intrinseca delluomo si esprime infatti con il bianco e il nero. Luci e ombre. I colori manifestano anche altre funzioni, che non sono connesse soltanto allambito prettamente visivo e sensoriale ma possono svolgere un ruolo identitario, sensibile, estetico. Limpatto che si vuole dare è quello di un ambiente minimale, volutamente asettico, dove tutto ruota attorno al colore bianco, che assorbe e raccoglie la luce filtrata dalle finestre che si affacciano sulla città, dando allambiente una forte luminosità. Lunico colore che si oppone a questo dominio del bianco è il nero, utilizzato solo allinterno dei due bagni. Un contrasto ricercato. Essenza anche nella materia. SCALA 1:100 PIANO TERZO
zona notte
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L’impatto che si vuole dare a questo progetto è quello di un ambiente minimale, volutamente ‘asettico’, dove tutto ruota attorno al colore bianco, dando all’ambiente una forte luminosità: l’unico colore che si oppone a questo dominio del bianco è il nero, utilizzato solo all’interno dei due bagni. Un contrasto ricercato. Essenza anche nella materia: la resina costituisce l’unico materiale di finitura per i pavimenti di tutta la casa e le pareti dei bagni
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IDENTIKIT PROGETTO • Riscaldamento a pavimento con caldaia autonoma Tata • Serramenti in legno/alluminio Gorlini collezione Double One in abete lamellare verniciato con un colore bianco RAL 9016 • Cassonetti a scomparsa Roverplastik con avvolgibili Nava in acciaio motorizzati Somfy (con centralizzazione) + zanzariera Pronema • Porte interne rasomuro Piano Zero Tiziano Rubini • Maniglie in biocromo Olivari • Sanitari Villeroy & Boch • Rubinetti Zazzeri • Cucina su disegno con elettrodomestici Teka • Letto Flou • Divano Mussi • Sedie Tonon
I prodotti delle aziende scelti per questo progetto
Arredi e rivestimenti rispettano infatti questo diktat: la resina costituisce lunico materiale di finitura per i pavimenti di tutta la casa e per le pareti dei bagni; nessunaltro materiale, come pietra o gres, è presente. Come non cè alcun raccordo o rilievo fra gli elementi o lungo le superfici verticali e orizzontali. Per mantenere il più possibile unimmagine stilizzata e lineare degli spazi, si è optato per dei corpi illuminanti, faretti a controsoffitto o lampade a parete, completamente a filo muro, così come
per le porte interne e per le ante a parete si è utilizzata la tipologia di serramento rasomuro. Anche i cassonetti per gli avvolgibili sono stati realizzati a scomparsa, per non creare sporgenze troppo invasive rispetto alla linearità dellintero ambiente. Altro dettaglio di questa casa, figlio del minimalismo, è lassenza dello zoccolino tradizionale. Daltra parte, gli autori minimalisti evitano gli avverbi e preferiscono lasciare al contesto il ruolo di definire il significato…
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DI Emma Finetti
...gli stickers
Colorati, pratici, vivaci e divertenti, gli stickers sono un’ottima soluzione per ravvivare una stanza con un tocco di ironia senza incidere sullo spazio
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volte per rinnovare una stanza o per renderla maggiormente adatta a un particolare utilizzo non occorrono cambiamenti sostanziali. Un quadro, una parete colorata, delle mensole, una tenda… moltissime cose possono aiutare a modificare l’aspetto di uno spazio e può accadere che non sia necessario nemmeno ricorrere a martello e pennelli ma semplicemente a un po’ di estro e tanta fantasia. Si chiamano stickers e sono essenzialmente degli adesivi pre-tagliati da incollare su diverse superfici lisce: muri, vetri, porte, mobili; in tutte le stanze della casa. Sono in genere semplicissimi da utilizzare e da reperire. Nelle librerie, nei piccoli negozi di arredamento e di elettrodomestici si possono trovare differenti marche e proposte di stickers. Possono essere colorati o in versione monocromatica, di dimensioni molto piccole o tanto grandi da riempire una parete, e di infinite forme: disegni geometrici, piante, animali, parole, pupazzi e riproduzioni di edifici. Una volta acquistato il modello adeguato all’utilizzo, basterà pulire la superficie sulla quale dovrà essere posato, staccare l’adesivo dal supporto e incollarlo un poco alla volta, facendo attenzione a
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My collection
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non creare bolle. Non servono né strumenti speciali né colle, gli adesivi vengono venduti già dotati di un lato pre-incollato e se le dimensioni sono notevoli è consigliabile aiutarsi con una spatola per essere sicuri che tutta la superficie aderisca nel migliore dei modi. Un’attenzione particolare deve essere dedicata agli stickers composti da più parti, come scritte e composizioni di figure, per i quali è necessario avere un’idea di massima del risultato che si vorrà ottenere prima di cominciare la fase di incollaggio. In ogni caso nelle confezioni si possono trovare tutte le informazioni necessarie adatte alla tipologia del prodotto acquistato. Una nota particolare va dedicata agli stickers per supporti vetrati quali specchi o finestre, visibili sia dall’interno sia dall’esterno, in pvc elettrostatico, riposizionabili e riutilizzabili. Gli stickers si possono utilizzare in decine di modi differenti e con diverse motivazioni. Un ingresso troppo angusto nel quale è difficile inserire perfino un
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appendiabiti può addirittura diventare una rigogliosa foresta. Come? Con dei colorati stickers a forma di albero. Non si occupa spazio, non si blocca il passaggio, ma si ravviva e rallegra un ambiente. E una finestra tristemente orientata su un cavedio o un cortile interno può addirittura diventare un affaccio sulla Tour Eiffel. E cosa fare con un piccolo bagno dai colori monotoni? Riaccenderlo con dei divertenti pesciolini colorati o delle allegre bolle. Ci sono molte proposte anche per il mondo dei piÚ piccoli, spesso obbligati a dividere la stanza con
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fratelli più grandi o comunque senza la possibilità di uno spazio a loro completa disposizione. Possono scegliere tra personaggi dei fumetti, aeroplani, macchinine e simpatici animaletti per decorare almeno una parte di muro o una finestra e dare immediatamente l’impressione di essersi creati un luogo tutto loro.
In certe circostanze i problemi da risolvere sono altri. Spesso nelle case in affitto si può modificare molto poco e i proprietari sono molto ligi, ma gli stickers non rovinano né l’intonaco né le finestre, né nessun’altra superficie e quindi lasciano piena libertà d’azione per ricreare la testata di un letto o ‘mettere’ una lampada
dove nemmeno c’è una presa elettrica. Altra problematica che gli stickers possono risolvere senza creare danni o problemi è il cambio di destinazione d’uso di una stanza. Se un sottotetto sempre sfruttato come cabina armadio all’improvviso dovesse essere utilizzato – magari non in maniera definitiva – come studio, degli adesivi colorati possono venire in nostro aiuto e ricreare un ambiente accogliente laddove prima non c’era nulla. Gli stickers però non sono solo pratici ed economici. Se si sfruttano nel modo giusto non sono adatti solo per spazi piccoli, case in affitto o stanze a destinazione d’uso precaria. Si possono anche creare degli ambienti estremamente chic ed eleganti. Una scritta significativa o un evocativo skyline possono rendere ancora più raffinato un appartamento già accuratamente arredato. Le idee possono essere infinite. Noi ci limitiamo a darvi degli spunti, ma con un po’ di gusto e una dose indispensabile di estro – che dobbiamo sempre ‘interpellare’ quando arrediamo o rinnoviamo una casa –, potrete veramente creare qualcosa di unico, esclusivo e personalizzato. Armatevi dunque di estro e tanta fantasia ...e buon divertimento!
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RECUPERO di IVANA VIO
mare
architetti FABIO FIDONE E IVANA VIO photo ARCHIVIO FIDONE E VIO ARCHITETTI disegni ELENA SIVORI
IL RAZIONALISMO
degli spazi 46
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Una villa in collina con annesso giardino, costruita come casa per le vacanze, è stata ristrutturata per adattarla alle esigenze abitative dei nuovi proprietari e rendere piÚ fruibili gli ambienti esterni, conservando le forme e gli spazi geometrici tipicamente razionalisti
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Sulle alture che circondano il golfo della cittadina di Laigueglia – nota stazione balneare della Riviera Ligure di Ponente – spicca un gruppo di ville in stile razionalista, che riporta alla memoria il celebre quartiere Weißenhof di Stoccarda. Fu proprio un architetto tedesco di scuola razionalista che progettò, nei primi anni Sessanta, queste case per le vacanze, tra cui la propria. Sicuramente il luogo fu per il progettista il catalizzatore delle proprie idee e un profondo rispetto per il genius loci caratterizza lintera costruzione e il giardino che circonda la villa.
Nelle pagine precedenti e in alto, la ristrutturazione della villa ha rispettato la filosofia progettuale razionalista e il genius loci. In basso, la zona pranzo del giardino è stata delimitata idealmente da un decoro che sottolinea la proiezione del terrazzo sovrastante, il cui aggetto funge da riparo
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In alto, nell’ampia apertura del soggiorno è stato inserito un nuovo serramento fisso che sostiene un vetro di notevoli dimensioni, di sicurezza e a lastra unica, che pesa circa 500 kg. In basso, le ringhiere e le inferriate sono state ridisegnate in stile contemporaneo, riprendendo il design originale risalente agli anni Sessanta
Quando un architetto costruisce per sé, però, amplifica le proprie percezioni e il luogo dove dimora diventa quasi lalter ego della propria personalità. Non sempre, perciò, è facile intervenire in un equilibrio così delicato quando si deve recuperare unarchitettura per rapportarla alle esigenze abitative dei nuovi proprietari che sono, ovviamente, diverse. La ristrutturazione della villa con lannesso giardino è stata impostata su due linee principali: adattarla e ampliarla per ospitare una famiglia più numerosa che la vive come prima casa, e ripristinare il rapporto tra interno ed esterno, il tutto rispettando il più possibile la filosofia progettuale razionalista e il genius loci. Il progetto originario prevedeva, infatti, una costruzione perfettamente integrata nellambiente e nellorografia naturale del suolo: la casa è strutturata su due livelli e il giardino, che rispetta i naturali terrazzamenti del terreno, presenta muri in pietra a secco, tipicamente liguri.
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La pietra è stata usata anche come rivestimento per i muri del piano terreno, mentre la superficie esterna dei muri che delimitano il piano superiore è stata trattata a intonaco. In ambito razionalista, gli spazi rappresentano i luoghi, dove la vita si svolge, ognuno con le proprie peculiarità e funzioni e i due livelli della costruzione sono stati divisi in zona giorno, al piano terreno, e zona notte, a quello superiore. Anche nel progetto di ristrutturazione si è deciso di rispettare queste funzioni, con un linguaggio di conservazione dove possibile, e un attento rinnovo per altri aspetti per far fronte alle richieste dei committenti. Nella zona giorno sono stati conservati i pavimenti originali in ardesia a spacco, tipica pietra ligure, che, dopo unaccurata pulizia e trattamento della superficie, è stata riportata al suo naturale colore grigio scuro, che aveva perso nel corso degli anni.
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La scala dei rivestimenti (dimensione dei singoli elementi dei pavimenti) rispetto alla planimetria in scala 1:50 (a sinistra) è volutamente più grande rispetto alla proporzione del disegno per poter visualizzare meglio la texture del materiale
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I disegni della pavimentazione della zona notte , a sinistra, che evidenziano elaborate forme geometriche impreziosendo le potenzialità del parquet. Qui i listelli del pavimento sono proporzionati alla scala della planimetria A destra, la scala dei rivestimenti (dimensione dei singoli elementi dei pavimenti) rispetto alla planimetria in scala 1:50 è volutamente più grande rispetto alla proporzione del disegno per poter visualizzare meglio la texture del materiale
com’era SCALA 1:100
Un grande caminetto rivestito di pietra è lelemento più importante della zona giorno e divide idealmente il living dalla zona pranzo. Per renderlo più funzionale e moderno, sono stati progettati una nuova imboccatura e vari ripiani, sempre in ardesia sia perché è la tipica pietra del luogo, sia per rispettare le scelte originali. Per marcare ulteriormente le funzioni e lelemento soglia, che conduce da una stanza allaltra, sono stati progettati due portali in ardesia e marmo. Un nuovo scalone sempre in ardesia e marmo collega i due piani. Il piano superiore è stato ampliato e completamente ridisegnato per inserirvi quattro camere da letto con due bagni, e allesterno è stata mantenuta e rinnovata la finitura a intonaco. Per la nuova pavimentazione della zona notte sono state scelte superfici in parquet. Nel corridoio e nelle camere da letto sono state disegnate elaborate forme geometriche, caratterizzate da inserti e incroci, sottolineate anche dal contrasto delle tonalità cromatiche delle varie specie legnose utilizzate.
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Il parquet è stato posato con campiture a spina pesce nelle camere da letto, mentre nel corridoio i listoni sono stati posati a tolda di nave. Allesterno si è deciso di sostituire la pavimentazione in pietra, che presentava ormai varie parti sconnesse e ampia vegetazione di graminacee, con una pavimentazione in gres porcellanato più moderna, funzionale e di facile manutenzione. Anche in questo caso si è tenuto conto del criterio razionalista che assegna a ogni funzione uno spazio ben preciso e per ogni determinata zona è stato elaborato un decoro sul selciato sempre diverso, sia mediante variazioni cromatiche superficiali sia con limpiego di mattonelle di diverse dimensioni. La zona pranzo nel giardino è stata delimitata idealmente da un decoro che sottolinea anche la proiezione del terrazzo sovrastante, che funge da riparo.
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In alto, nel bagno della zona notte i rivestimenti delle pareti sono stati realizzati con piastrelle in grès porcellanato in due tonalità di colore, mentre il top dei lavabi è di marmo di Carrara. In basso e nella pagina a sinistra, il nuovo scalone interno, che collega la zona giorno alla zona notte, ha le pedate rivestite in ardesia a spacco, mentre le alzate sono di marmo di Carrara. La ringhiera è in ferro battuto con pomoli di ardesia torniti a disegno
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Tutte le ringhiere, i cancelli di accesso e le recinzioni sono stati ridisegnati con dettagli più contemporanei ma di impronta post-moderna, per rispettare il design degli anni Sessanta. Sia allinterno sia allesterno si è prestata particolare attenzione alla qualità e quantità dei corpi illuminanti, la cui luce sottolinea i vari ambienti, i dettagli e la finitura superficiale dei materiali, la vegetazione esterna e le varie zone del giardino, reso più fruibile. Nellinsieme lintervento di recupero è stato il meno invasivo possibile, ma ha reso attuale una villa che era chiusa da anni, restituendole il carattere di luogo da abitare tanto caro al filosofo tedesco Heiddeger.
In alto, per la nuova pavimentazione della zona notte sono state scelte superfici in parquet che, nelle camere, è stato posato con campiture ‘a spina di pesce’, delimitate da cornici con motivi a rombi realizzati con specie legnose più scure. In basso, nel corridoio i listoni di parquet sono stati posati ‘a tolda di nave’ in diagonale, impreziositi da inserti quadrati dalle differenti tonalità cromatiche
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PROGETTANDO
DI ELENA SIVORI
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A R I A
E
DI LUCE IL COMFORT ABITATIVO LEGATO A QUESTI FATTORI
A sinistra: Residenza Isabella - progetto di Omero Marchetti
Quantità e qualità di ventilazione e illuminazione devono essere tali da consentire agli occupanti degli ambienti di svolgere le loro attività in condizioni di efficienza e comfort. Vediamo quali sono le indicazioni fornite dalle normative che a riguardo devono essere rispettate
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I
rapporti aeroilluminanti (R.A.I.) sono un aspetto fondamentale della progettazione, un elemento che deve sempre essere tenuto in considerazione nel momento in cui si sviluppa un’idea, che ne vincola fortemente la sua elaborazione e ne orienta le distribuzioni funzionali interne. In ogni unità immobiliare, per ciascun locale cosiddetto abitabile (il soggiorno, il tinello, le camere da letto e la cucina quando occupa uno spazio separato dalla zona giorno) devono essere assicurati un’adeguata illuminazione e un altrettanto idoneo riscontro d’aria, in modo tale da garantire quei requisiti igienico sanitari che lo rendono agibile. Questa garanzia si ottiene rapportando nella giusta proporzione due elementi: la dimensione del serramento, misurata al lordo dei telai portanti la lastra di vetro, e quella della stanza, intesa come l’area del pavimento (superficie calpestabile) calcolata al lordo degli arredi presenti nel locale, ma al netto di quelli cosiddetti fissi.
LA NORMATIVA
Il Rapporto Aeroilluminante (R.A.I.) comprende il Rapporto Aerante (R.A.), e il Rapporto Illuminante (R.I.), che prendono in considerazione rispettivamente la superficie apribile e quella illuminante del serramento rispetto all’area del locale che servono. Il valore che deve essere rispettato viene indicato nei Regolamenti Edilizi e nei Regolamenti Locali di Igiene di ciascun comune e generalmente non può risultare inferiore a 1/8 (1 m2 di superficie finestrata ogni 8 m2 di superficie del locale). A questo proposito è importante sottolineare che ciascun comune è dotato di un proprio Regolamento Edilizio e ciascun Regolamento Edilizio, a sua volta, fa riferimento a una ASL di competenza con un proprio Regolamento d’Igiene (vedi box a fianco). In alcuni casi, per esempio, può succedere che ci siano delle differenze per quel che riguarda il rapporto minimo da rispettare.
RAI DELLE REGIONI ITALIANE Qui di seguito vengono riportati i valori dei Rapporti Aeroilluminanti (R.A.I.) relativi ai capoluoghi di tutte le regioni italiane. Lombardia Trentino Alto Adige piano terra piani superiori
Milano
1/10
Trento 1/8 1/10
1/8 per le seguenti regioni: Valle dAosta (Aosta), Piemonte (Torino), Friuli V. Giulia (Trieste), Veneto (Venezia), Emilia Romagna (Bologna), Liguria (Genova), Toscana (Firenze), Umbria (Perugia), Marche (Ancona), Lazio (Roma), Abruzzo (LAquila), Molise (Campobasso), Puglia (Bari), Campania (Napoli), Basilicata (Potenza), Calabria (Catanzaro), Sicilia (Palermo), Sardegna (Cagliari)
Figure 1a - 1b
Il rapporto aerante considera l ’area apribile |
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Il rapporto illuminante tiene conto degli aggetti e della veletta
Il Comune di Milano, per esempio, consente la riduzione del Rapporto Aeroilluminante da 1/8 a 1/10 (1 m2 di superficie finestrata per ogni 10 m2 di superficie del locale), sicuramente meno restrittivo e che può agevolare la distribuzione interna dei diversi ambienti. È quindi consigliabile verificare sempre le indicazioni fornite dalla normativa di riferimento del luogo in cui si trova l’appartamento oggetto di intervento.
Figura 2
riferimento all’area apribile, cioè alla effettiva dimensione del serramento nella sua totalità, e di conseguenza alle effettive dimensioni del varco nel quale è posizionato (larghezza per altezza) (Figure 1a e 1b). Per quel che riguarda invece il Rapporto Illuminante (R.I.), il calcolo risulta un po’ più articolato, in quanto diversa risulta essere la superficie illuminante utile a una corretta illuminazione del locale.
COME SI CALCOLANO
Il Rapporto Aerante (R.A.) come il Rapporto Illuminante (R.I.), nella maggior parte dei casi, devono soddisfare il medesimo valore minimo, ma vengono calcolati in modo differente e, di conseguenza, risulteranno dissimili anche nel caso di un medesimo infisso. Prendendo in esame, per esempio, una normale finestra a battente, il Rapporto Aerante (R.A.) fa 60
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Figura 3
Figura 4
Il rapporto illuminante tiene conto anche della fascia inferiore della portafinestra
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Figura 5
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Il rapporto illuminante si relaziona alla profondità dell ’ambiente
Figura 6
Fondamentale per questa verifica è, infatti, il modo in cui l’inclinazione dei raggi consente loro di colpire l’infisso. La differente tipologia di serramento (finestra o portafinestra), oltre che la sua posizione in facciata, giocano un ruolo fondamentale su come le sue diverse parti vengono irradiate dalle radiazioni solari e, per tale motivo, contribuiranno ai fini del calcolo dell’area utile da considerare. Importante è innanzitutto la presenza o meno di aggetti o sporgenze (balconi, tettoie o simili) che si trovano in corrispondenza della finestra. In particolare, se l’aggetto c’è e ha una lunghezza
che, a seconda dei diversi Regolamenti d’Igiene, varia tra i 120 e i 150 cm, la superficie della fascia superiore del serramento (a), messa così in ombra, verrà considerata solo per una sua quota percentuale, corrispondente a 1/3 (Figura 2). Per quantificare l’area (a) che in tal modo riceve meno luce, si dovrà ricorrere a un calcolo che prende in considerazione diversi fattori, tra cui la misura dell’aggetto, appunto, oltre che la dimensione della veletta, cioè lo spazio di muratura che resta sopra l’estradosso della finestra e il cui valore si ottiene sottraendo all’altezza dell’interpiano quella del serramento (Figura 3).
Figura 7
Nel caso di una portafinestra, viene inoltre sempre dedotta la sua fascia inferiore, corrispondente ai primi 60 cm di altezza (c) (Figura 4). Come precedentemente detto, è comunque sempre necessario verificare la normativa di riferimento perché, come per esempio nel caso della Regione Veneto, la Circolare dell’1 luglio 1997, n. 13, indica nella misura di 70 cm l’altezza di riferimento per quel che concerne la superficie sopra citata.
Il rapporto aerante in questo caso è ridotto Figura 8
L’unica parte che contribuisce nella sua totalità all’ottenimento dell’area utile necessaria per il calcolo illuminante è quella centrale (b) (Figura 5). Ciascuna delle diverse parti contribuisce in maniera differente all’ottenimento di quella utile per conseguire una corretta luminosità della stanza (Figura 6). La profondità dell’ambiente è un altro elemento importante agli effetti di una sua corretta illuminazione; profondità che non deve superare di due volte e mezzo l’altezza del serramento (Figura 7). Per profondità dei locali superiori, il rapporto di 1/8 diventa più restrittivo. Per esempio, nel caso del Regolamento d’Igiene di Milano, per una profondità del locale superiore a 2,5 volte l’altezza della finestra ma non superiore a 3,5 volte, il rapporto da prendere in considerazione non deve essere inferiore a 1/8. Infine poi, per il calcolo del Rapporto Aerante (R.A.) dei serramenti a vasistas, si deve ridurre la porzione apribile, in quanto evidentemente ridotta, e la superficie utile verrà calcolata in percentuale diversa in funzione dell’angolo di apertura dell’anta (Figura 8). Per quel che riguarda infine i servizi igienici, il discorso è diverso in quanto per essi non viene mai fatto il calcolo del rapporto aeroilluminante (R.A.I.), ma la richiesta, nel caso di bagno finestrato, è di un infisso di dimensione minima pari a mezzo metro quadro. Sono inoltre ammessi anche bagni sprovvisti di un’apertura, ma in tal caso devono essere dotati di areazione forzata, come da box sotto (6 vol/h continui o 12 vol/h discontinui).
AREAZIONE FORZATA Nei bagni generalmente è richiesta un’apertura di almeno mezzo metro quadro di superficie in quanto ambienti all’interno dei quali, per la loro particolare funzione, è facile che si crei umidità originata dall’utilizzo di lavandini, docce o vasche e che, per tale motivo, necessitano di un ricambio d’aria più frequente. La normativa però permette, nel caso per esempio di secondi bagni o lavanderie, che vengano dotati di quella che viene comunemente chiamata aspirazione forzata, o controllata, la quale garantisce il corretto ricambio d’aria con l’esterno in assenza di finestre che lo consentirebbero naturalmente. La ventilazione forzata prevede il ricambio d’aria attraverso un semplice aspiratore collegato a una tubatura che convoglia verso l’esterno l’aria viziata formatasi all’interno del locale. Si tratta di apparecchiature comandabili che devono assicurare un ricambio d’aria minimo di 6 volumi/ora se in espulsione continua, o di 12 volumi/ora se in aspirazione forzata intermittente a comando automatico adeguatamente temporizzato.
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I SOTTOTETTI
Naturalmente il Rapporto Aerante (R.A.) come quello Illuminante (R.I.) per le aperture create sui tetti, nel caso della trasformazione di un sottotetto senza permanenza di persone in uno spazio abitabile, devono sottostare ai medesimi rapporti aeroilluminanti validi per un qualsiasi piano di abitazione a garanzia delle adeguate caratteristiche di agibilità. Il valore necessario corrisponde a quello richiesto per gli altri ambienti sopra esposti. Nel calcolo dei rapporti aeroilluminanti l’area del locale presa in considerazione sarà quella effettivamente abitabile, al di sopra dell’altezza minima ammessa (150 cm). Infatti, nel caso dei sottotetti caratterizzati da un volume dello spazio stesso molto irregolare, in corrispondenza della parte più bassa della falda (al di sotto dei 150 cm) s’inseriscono arredi su misura in quanto non è considerata un volume accessibile (Figura 9).
Figura 9
I lucernari contribuiscono al rapporto aeroilluminante complessivo In relazione alla morfologia del sottotetto va sottolineato che possono essere installati diversi tipi di apertura; oltre alle tradizionali finestre e portefinestre (finestre perimetrali), si fa un ampio utilizzo anche di serramenti paralleli alla falda, denominati lucernari. Per quel che riguarda il calcolo del rapporto aeroilluminante, il vincolo imposto è quello di avere sempre una finestra verticale, oltre che eventualmente dei lucernari, a integrazione di questa (Figura 9). Nel caso di pioggia, la presenza del solo lucernario impedirebbe, infatti, una corretta areazione in quanto, se aperta, causerebbe l’infiltrazione dell’acqua all’interno dell’ambiente (Figura 10). I lucernari possono in ogni caso intervenire nell’ottenimento della superficie necessaria al raggiungimento del corretto rapporto per una quota parte, corrispondente a 1/3 della superficie totale necessaria richiesta. Figura 10 64
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RISTRUTTURO di Mario Kosma
architetto Tommaso Marchi photo Pier Maulini disegni: Elena Sivori
lago
CHARME
contemporaneo 66
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Riorganizzare lo spazio e attualizzare un precedente scontato tentativo di ristrutturazione sono stati gli obiettivi principali del progetto di una casa rurale disposta su due livelli risalente al secolo scorso e ubicata in un piccolo nucleo storico sulle pendici del Mottarone, fra il lago Maggiore e il lago d’Orta
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In apertura, la vista esterna della casa. A destra, la planimetria dello stato di fatto del piano terra e, nella doppia pagina successiva, il disegno della sua trasformazione in studio: in queste pagine diversi scatti degli ambienti interni dopo l’intervento
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com’era SCALA 1:100 PIANO TERRA
L
a vecchia struttura, il cui involucro esterno è stato vincolato dalla precedente ristrutturazione, è stata quasi interamente demolita e ricostruita mantenendone la forma originaria: unico elemento superstite è la lunga parete longitudinale che corre parallela alla strada e ha mantenuto le stesse forature delle finestre con il
caratteristico spessore delle murature in pietra. In questo caso, la figura del committente si è identificata nella figura dellarchitetto, per cui è nata lesigenza di creare uno spazio lavorativo adibito a studio di architettura e uno spazio più privato, nel quale organizzare labitazione vera e propria del progettista.
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L’intero piano dedicato allo studio dell’architetto
com’è
SCALA 1:50 PIANO TERRA
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Si è così deciso di dislocare al piano terra lo studio e al primo piano labitazione, con la prerogativa di non creare una netta divisione fra le due parti, una di fatto complementare allaltra, ma renderle interagibili: lingresso e la scala sono stati così utilizzati come principali elementi di unione, messi in evidenza attraverso una grande vetrata trasparente che, seguendo il profilo degli scalini, rendono visibile la gradinata nella sua interezza da ogni angolo dello studio. 72
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com’era SCALA 1:100 PIANO TERRA
La scala simbolicamente collega il piano terra dello studio al primo piano dell’abitazione con l’intento anche progettuale di non creare una netta divisione fra le due parti ma renderle interagibili, infatti, è realizzata in cemento a vista come il pavimento dello studio. Il suo proseguo fino al primo piano lascia poi il passo a un pavimento ‘più addomesticato’, che diventa parquet
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com’è
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SCALA 1:50 PIANO PRIMO
L’ambiente principale della zona giorno, in basso a sinistra, e, a destra, alcuni dettagli del primo piano interamente dedicato all’abitazione il cui bagno suddivide razionalmente la parte giorno dalla parte notte. La parete in pietra originaria lasciata a vista diventa un quadro della memoria, superstite prezioso di un’altra epoca. Il pavimento in legno posato uniformemente su tutta la superficie del primo piano ridisegna l’identità contemporanea della casa
Anche la scelta dei materiali non è stata casuale: la scala infatti è in cemento a vista, come il pavimento dello studio, così che possa essere percepita come il suo proseguo fino al primo piano, dove il pavimento cambia, come la sua funzione, a favore del legno. I materiali sono strettamente legati al loro utilizzo e alle caratteristiche storiche e tipologiche del luogo: cemento, potente, forte e ricco di fascino, per la parte lavorativa e dei servizi, legno, più intimo ed elegante, per la parte abitativa. Attraversato un cancello pedonale dogato, si accede poi allo studio tramite una bassa gradonata realizzata in blocchi di luserna che immette su una comoda pedana in legno: soglia fra interno ed esterno.
Lo studio è suddiviso in diversi ambienti e strutturato in modo da garantire le varie operazioni che comunemente in esso vengono svolte, come il ricevimento dei clienti o il lavoro di progettazione vero e proprio; un disimpegno ha infine il compito di distribuire i diversi spazi, come il laboratorio modelli e il piccolo bagno di servizio, semplice e austero come il periodo storico cui allude. Elemento vigoroso è il camino preesistente, che attualizzato nelle forme polarizza lo sguardo verso la spessa parete risalente alla struttura originaria. Questa, con il suo movimento contraddistinto da sfondati, aperture e rientranze, attraversa tutti i locali del piano terreno diventando motivo di unione e segno del passato.
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Il bilocale al piano primo è invece composto da una stanza da letto e da unampia zona giorno che, avvalendosi della posizione di altura della casa, si affacciata tramite una balconata sulla vallata sottostante. Anche in questo caso la parete in pietra originaria fa da elemento dominante: qui è stato lasciato a vista un bel riquadro di muro, sul quale è addossato un divano che ne lascia percepire la texture tipica delle case di quellepoca. Langolo cottura è separato dalla zona soggiorno mediante il tavolo da pranzo e a rimarcare la cucina sono stati lasciati due piccoli setti derivati dalla demolizione della vecchia stanza da letto; il colore di tonalità più scura e un controsoffitto contenente i corpi illuminanti e alcuni elementi tecnici, contribuiscono ad aumentare leffetto sfondato dellangolo cottura. Linserimento di alcuni elementi riflettenti, come il vetro temperato dellalzata della cucina, i mobili bianchi lucidi, le trasparenze delle sedute, rendono lambiente brillante e dinamico nonostante i colori di fondo siano tutti molto neutri.
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I materiali sono strettamente legati alla funzione e alle caratteristiche storiche e tipologiche del luogo: cemento per la parte lavorativa e legno per quella abitativa. Alcuni elementi però legano questi ambiti: la scala aperta, le finiture dei bagni, il disegno dei mobili e delle porte interne, i corpi illuminanti, in definitiva lo stile progettuale
Un piccolo ballatoio aperto sulla scala fa da tramite fra la zona giorno e la camera da letto, disimpegnandone il bagno. Questultimo spazio di servizio, per coerenza progettuale, è stato pavimentato in cemento; solo il piano lavabo e il piano della doccia in rovere hanno subito la stessa lavorazione del pavimento in legno, così da riequilibrare luso dei materiali e seguire il fil rouge che lega tutto lintervento. Infine si è scelto di mettere molto in risalto le ceramiche dellarredobagno optando per forme esasperatamente geometrizzate e giocando sul netto contrasto di colore. Nella camera, la testata del letto, con luce radente e mensola che nasconde comodini estraibili, diventa elemento architettonico specifico che bilancia la parete laterale del letto occupata per intero dallarmadio bianco lucido semiriflettente, una sorta di fondale sempre in movimento.
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A predominare sono luce e contrasti materici e di colore, legno lucido e spazzolato, toni moderati del beige dei tessuti e del pavimento con il fucsia dirompente delle sedie in legno di inizio 900 e della lampada. Lo studio del dettaglio architettonico rappresenta cosÏ la linea giuda di questo intervento, e lo troviamo in ogni elemento, dal disegno dei tavoli alle porte interne, dal parapetto della scala alla cornice del camino, dai bagni alla disposizione dei corpi illuminanti, dal gioco innescato dalle trasparenze contrapposte alle opacità , alla scelta dei materiali, dei colori e delle finiture miscelati in modo da creare un continuo richiamo alla tradizionale architettura locale, senza però trascurare o disattendere lo charme dellabitare contemporaneo.
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ARIA
GUIDA CLIMA di Bruno Maffeis
DI STAGIONE R
È
una favola letta da bambino sui libri. “Nel buio dei tempi, quando l’uomo aveva fatto solo la scoperta del fuoco, un pellegrino stanco di camminare nel freddo e nella neve bussò alla porta di una capanna fatta di rami, di foglie e di paglia. Un uomo gli aprì, lo fece entrare e accese il fuoco perché si riscaldasse e per preparargli un po’ d’acqua calda per una bevanda di erbe. Mentre il fuoco si accendeva il pellegrino aveva appoggiato le mani gelate davanti alla bocca e vi soffiava per riscaldarle. Quando fu pronta l’uomo porse al pellegrino la tazza con la bevanda bollente. Il pellegrino la accostò alle labbra, ma sentendo che la bevanda scottava vi soffiò sopra per raffreddarla. L’uomo che seguiva attento i movimenti dello straniero si inginocchiò davanti a lui e gli disse: Tu non sei un mortale; tu sei un Dio! Con il fiato della tua bocca riscaldi le tue mani gelate; con lo stesso fiato raffreddi l’acqua bollente”. 80
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Le curiosità e la storia del condizionatore d’aria portano con sé diverse riflessioni, ma quale sarà il suo futuro?
L’inventore del deumidificatore, oltre un secolo fa, ha in realtà formulato il condizionatore d’aria attuale. Oggi questi prodotti costituiscono un business in continua crescita, che porterà a un’evoluzione senza fine in termini tecnologici e di design Anche l’uomo di oggi potremmo considerarlo un ‘Dio’: è capace di inventare macchine che se schiacci un tasto diffondono il caldo, se ne schiacci un altro diffondono il freddo (macchine che ha chiamato inverter). Già negli scorsi decenni ha saputo elaborare marchingegni che sfruttando il caldo, magari il semplice calore della fiammella di una candela, producono il freddo, e intorno vi ha costruito un frigorifero che arriva a produrre ghiaccio (se ne vedono ancora di questi antenati dei nostri frigoriferi, in villaggi africani sperduti nella savana, senza energia elettrica). Il caldo e il freddo sono situazioni ambientali che l’uomo ha sempre saputo sopportare o dominare con rassegnazione, adattandosi (al caldo…) o utilizzando (contro il freddo) i mezzi messi a disposizione dalla Natura: pelli, vesti di cotone, e soprattutto il fuoco.
Oggi però non è più possibile (non ce la faremmo, fisicamente) un adattamento ‘passivo’ al caldo o al freddo. Il nostro fisico si sta disabituando a vivere a temperatura ‘ambiente’; l’orologio biotermico si sta tarando su altri valori, che abbiamo creato noi artificialmente e che
non sono più quelli legati alle stagioni, alle latitudini, al giorno, alla notte. Abbiamo bisogno, quindi, di un adattamento ‘attivo’ nei confronti della temperatura esterna; così la tecnologia ha inventato macchine che danno aria calda se fuori fa freddo, e aria fresca se fuori fa caldo. Sarà anche una questione di ‘mode’, di lusso, di ‘status sociale’, magari di generale ‘rammollimento’ del fisico dell’uomo e della donna, del bambino e dell’adulto, che non sopportano più temperature al di sotto dei 15 gradi o al di sopra dei 25; preferiscono vivere in una perenne ‘ibernazione’, estate e inverno, giorno e notte. In
È in questa direzione che corre la società di oggi, seguita (o preceduta…) dalla tecnologia e dal ‘consumismo’ che fa in modo che anche tu cada nell’inganno di credere che se in casa, in ufficio, c’è un grado in più o in meno rispetto a quella forbice che intercorre tra i 15 e i 25 gradi, ecco che il tuo equilibrio fisiologico si rompe, ti viene la bronchite! E così ti mette in mano il cellulare con il quale finito il lavoro puoi telefonare a casa e dire alla centralina del nuovo impianto ‘domotico’ della tua villa o del tuo appartamento: accendi la caldaia, sto partendo; la cucina e il soggiorno devono essere a 22 gradi per quando arrivo alle 19.30; la
so quel cellulare al venerdì pomeriggio: potrà effettuare la stessa operazione comandando alla centralina dell’appartamento in montagna: fa in modo che per le 20.00 in tutti i locali ci siano 23 gradi. Così la famiglia, quando arriverà, alle 20.00 appunto, troverà ad accoglierla un gradevole tepore materno; non si accorgerà nemmeno di essere in alta montagna; che fuori faccia meno 8 gradi lo sapranno solo leggendo le previsioni meteo. Ma se l’uomo si sente (o semplicemente: si crede) costretto a condizionare la temperatura dell’ambiente esterno, non possiamo giustificarlo dicendo tout court che è la moda che lo
qualsiasi Paese della terra si trovino devono essere costantemente in ambienti compresi tra i 15 e i 25 gradi. Lì trovano il loro benessere, il loro comfort. Questa è diventata la necessità odierna.
camera da letto dei bambini deve essere a 20 gradi per le 21.30; la mia deve essere alla stessa temperatura di 20 gradi, ma per le 23.30. E la centralina elettronica esegue; e il ‘padrone’, varcando la soglia, non dovrà subire alcuno sbalzo di temperatura. Ancor più prezio-
impone; o dicendo che è l’uomo che si è rammollito. Ci sono seri motivi che rendono il condizionatore uno strumento indispensabile in un ufficio, in un’azienda, in una scuola, in una casa. Certe attività esigono la massima concentrazione; in ambienti troppo caldi è difficile, o
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comunque poco redditizio, il lavoro sia manuale sia intellettuale; e poi la salute: rammolliti o no, oggi siamo tutti più delicati dei nostri antenati, molto più soggetti a malattie respiratorie dovute al freddo, o malattie cardiovascolari dovute al caldo. Ma anche certi materiali impiegati per il lavoro hanno bisogno di un determinato clima, che si raggiunge e stabilizza forzando la ‘temperatura ambiente’. Non ci si dimentichi che i primi ‘condizionatori d’aria’ (in realtà erano ‘deumidificatori’) sono nati in America nei primissimi anni del 1900 inventati dall’ingegner Willis Carrier che aveva l’incarico di risolvere il grosso problema che affliggeva una tipografia: a causa dell’umidità la carta da stampa si raggrinziva. Dopo ricerche e tentativi, Carrier ha creato una macchinetta che rispondeva perfettamente alle aspettative: toglieva l’umidità; in più – vantaggio non previsto – rinfrescava tutto l’ambiente, con grande sollievo degli operai che vi lavoravano d’estate. E così, senza saperlo, l’ingegnere si è trovato a essere l’inventore non del deumidificatore, come pensava, ma del condizionatore d’aria! Invenzione poi ripresa, riformulata, riadattata, da altri ricercatori in tutti questi decenni. Fino ad arrivare alla perfezione dei condizionatori d’aria attuali. Belli esteticamente, perfetti nel funzionamento, a sempre più basso consumo energetico. I prodotti per il raffrescamento/riscaldamento sono uno dei business destinati ad avere maggior incremento a livello di vendite, ma anche a livello di ricerca tecnologica. La crescita della domanda di generatori di caldo o di freddo è esponenziale, 82
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soprattutto nei Paesi a forte e accelerata industrializzazione.
Un dato. Un recente rapporto del McKinsey Global Initiative prevede che un miliardo di abitanti delle grandi Metropoli del mondo entro il 2025 (fra solo 12 anni, quindi!) sarà entrato nel novero dei grandi consumatori globali. E per la maggior
parte di loro sarà con tutta probabilità un condizionatore d’aria il primo acquisto, dato che queste megalopoli sorgono nella maggior parte in zone dal clima caldo. Ecco alcuni nomi: Chennai (India), Bangkok (Thailandia), Giacarta (Indonesia), Karachi (Pakistan), Lagos (Nigeria), Rio de Janeiro (Brasile). In molte economie emergenti le vendite di condizionatori d’aria registrano già oggi una crescita di due cifre in percentuale sull’anno precedente. Un altro dato che può aiutare a riflettere, da un altro punto di
vista, su quale futuro c’è lì, dietro l’angolo, per produttori, venditori e installatori di condizionatori. Cinque anni fa, l’87% delle famiglie statunitensi possedeva in casa uno o più condizionatori; oggi arriviamo a superare il 90%. In Brasile le famiglie con un condizionatore sono l’11%; in India sono il 2%. Se si parte dal presupposto, sia pur contestabile, che gli Stati Uniti sono il ‘modello’ di sviluppo al quale consapevolmente o inconsapevolmente si stanno ispirando molti dei Paesi in via di forte e accelerata industrializzazione, chi riuscirà a far fronte all’ondata di richieste di condizionatori provenienti dal Brasile, dall’India, dagli altri Paesi emergenti, desiderosi di raggiungere lo standard americano? Dove trovare tutti quei milioni di pezzi richiesti dal mercato? I produttori italiani di condizionatori dovrebbero forse smettere le loro geremiadi sulla crisi economica in Italia e in Europa, sul calo di vendite. Si preparino piuttosto a varcare la barriera dei confini europei, mercato ormai saturo e senza prospettive; si attrezzino per affacciarsi con coraggio verso la Cina, l’India, la Russia, il Brasile. Ovviamente non da soli, ma in cordate e con l’appoggio delle Camere di Commercio e delle Associazioni di categoria. Tra l’altro, oltre a esserci richiesta di condizionatori in genere, non va dimenticato che l’Italian Style è idolatrato, soprattutto in Oriente. E meritatamente, perché solo noi sappiamo fare certi condizionatori, certi caloriferi, che sono dei capolavori di estetica e di tecnologia, e che, inutile sottolinearlo, per i nostri lettori sono ‘a portata di mano’!
D
LA NUOVA ESTETICA DEI
GUIDA CONDIZIONATORI di Cinzia Russo
CONDIZIONATORI R
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Quali sono le evoluzioni tecnologiche nel settore dei condizionatori?
Il mercato dei condizionatori ha subito un incremento esponenziale in questi ultimi anni nonostante la crisi economica che attanaglia l’Europa
In apertura e a fianco Nexura, il nuovo climatizzatore di design di Daikin. Modello a pavimento in pompa di calore a inverter dotato di filtro per la purificazione dell’aria che funziona in raffrescamento e riscaldamento. Unisce l’eccellenza tecnologica all’estetica di design, essenziale ed elegante
I
l mercato dei condizionatori e climatizzatori d’aria a parete domestici ha consolidato sempre di più i propri risultati, riuscendo a soddisfare una domanda sempre crescente che negli ultimi vent’anni si è evoluta in termini di comfort, qualità dell’aria e dell’ambiente interno, efficienza energetica e sostenibilità. I climatizzatori residenziali hanno subito numerose evoluzioni tecnologiche, soprattutto nel settore dei fluidi frigorigeni utilizzati, del benessere, dell’estetica, della qualità dell’aria interna e del livello sonoro, ottenendo dei prodotti rispettosi dell’ambiente, economici dal punto di vista energetico, silenziosi e utilizzabili in ogni stagione (sul mercato francese oltre il 60% dei climatizzatori residenziali sono reversibili). Nell’ottica della protezione dello strato d’ozono, la regolamentazione ha generato un utilizzo sempre più ingente dei fluidi del tipo HFC. I fabbricanti di climatizzatori domestici hanno saputo approfittare di questa situazione.
Sotto, Alasplit di Mitsubishi Electric, il dispositivo automatizzato per l’incasso delle unità interne (split). Nella foto il prodotto installato presso la casa campione a Hi Home dell’architettodesigner Andrea Castrignano
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La situazione, in un primo momento, potrebbe apparire idilliaca ma i bei sogni sono spesso destinati a durare poco quando si affronta il discorso dal punto di visto estetico: i clienti si aspettano dalle aziende che i loro designers riescano a coniugare design innovativo e prestazioni tecnologiche hi-tech in modo da far diventare il condizionatore un vero e proprio oggetto d’arredo. Oggi molti produttori offrono soluzioni innovative e creative capaci di rendere lo split interno un vero oggetto di design attraverso la ridefinizione del rapporto tra forma e funzione. L’estetica, i materiali e le forme assumono così sempre più importanza, come complemento della tecnologia: non si tratta più di semplici elettrodomestici puramente funzionali da mimetizzare, nascondere o schermare, ma diventano accessori da mettere in primo piano. In questa pagina DC Inverter Plus, il nuovo climatizzatore della gamma design di Daikin. È un modello a parete in pompa di calore dotato di tecnologia inverter. Funziona in raffrescamento e riscaldamento
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Di volta in volta sono diventati: quadri capaci di integrarsi con ogni arredamento grazie al pannello frontale in cui è possibile esporre le proprie fotografie o stampe preferite; a parete dove si unisce l’efficienza tecnologica all’estetica offrendo un design ultrapiatto dalle linee morbide; di design essenziale, senza tempo, semplice e discreto, fatto di colori e superfici in equilibrio tra forma e funzione;
veri e propri complementi d’arredo, sobri e compatti, caratterizzati da un design molto ricercato e innovativo: il pannello frontale completamente scuro e con finitura lucida è dotato di una serie di elementi che brillano a seconda dalla luce; a controllo wi-fi dove le unità sono capaci di connettersi al router domestico e offrire la possibilità di controllarne il funzionamento a distanza,
direttamente dal proprio smartphone. Questi modelli hanno una classe energetica top e integrano le tecnologie più avanzate per il benessere domestico, tra cui lo ionizzatore certificato, il filtro HD contro batteri e polvere e la funzione auto-clean per eliminare accumuli di umidità interna. Tutti questi prodotti sono dotati poi di tecnologia inverter in grado di adeguare in ogni momento la potenza erogata dal condizionatore in base alla temperatura desiderata nell’ambiente, riducendo al minimo rumori e vibrazioni. Infine, per chi non ama mimetizzare la tecnologia ma nasconderla alla vista, una nota azienda ha messo a punto un innovativo dispositivo automatizzato per l’incasso di unità interne di climatizzazione della tipologia split, versione a parete. Questo
sistema è ideale per risolvere esigenze estetiche legate alla climatizzazione di abitazioni, uffici ed esercizi commerciali dicendo addio alle antiestetiche griglie di copertura o ad apparecchi di climatizzazione sempre visibili.
Con Daikin Emura l’estetica di puro design si unisce alla tecnologia più avanzata. Il climatizzatore è infatti dotato delle funzioni di raffrescamento e riscaldamento, deumidificazione, ventilazione e purificazione dell’aria
Con Art Cool LG il condizionatore diventa oggetto artistico che permette di inserire nella cornice apribile foto o immagini amate
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ZOOM CONDIZIONATORI
A CURA DI Gilda Ciaruffoli
Aria nuova in ogni ambiente Clivet presenta ElfoRoom2, il ventilconvettore per impianti idronici che rappresenta un’alternativa a pannelli radianti, radiatori e ventilconvettori tradizionali. ElfoRoom2 infatti filtra l’aria, la riscalda in inverno, la raffredda e deumidifica in estate, con un’unica unità; movimenta inoltre l’aria evitando i fenomeni di stratificazione. Con i suoi 13 cm di profondità, le 4 grandezze e le 3 versioni disponibili – verticale a vista con tastiera autonoma, verticale/orizzontale a vista con termostato a parete, verticale/orizzontale da incasso con termostato a parete – permette un’ampia flessibilità applicativa. ElfoRoom2 di Clivet
Climatizzatore o calorifero? Nexura è il climatizzatore a pavimento Daikin che unisce l’innovazione tecnologica del riscaldamento in pompa di calore con pannello radiante all’estetica di design. L’unità interna è disponibile nelle taglie di potenza da 2,5 kW, 3,5 kW e 5 kW, nelle versioni mono e multisplit in combinazione anche con unità interne di diverse tipologie. Può essere installata anche a semi-incasso riducendo la sporgenza a soli 13 cm. Nexura raffresca, riscalda e purifica l’aria mediante il filtro fotocatalitico all’apatite di titanio. Il climatizzatore si caratterizza per l’innovativa tecnologia del riscaldamento radiante: attivando il pannello frontale in alluminio, irradia calore come un calorifero tradizionale. Nexura di Daikin
Split per ogni stagione La serie di climatizzatori Inverter a parete mono e multisplit Kirigamine Zen di Mitsubishi Electric è disponibile in 3 colori (bianco, nero, argento), impreziositi da un profilo in argento. Kirigamine Zen offre grandi performance di efficienza energetica, ottenute principalmente grazie al sistema di regolazione DC Inverter. Il filtro al nanoplatino integrato consente di neutralizzare batteri, virus, allergeni e cattivi odori mentre il filtro agli enzimi antiallergie garantisce aria pulita e sana. Con le funzioni di raffrescamento, riscaldamento, deumidificazione e purificazione dell'aria è ideale in ogni stagione. Classe A e super silenzioso (solo 21db). Kirigamine Zen di Mitsubishi Electric
Questi impianti moderni contribuiscono a un miglior comfort domestico in tutte le stagioni 88
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Aria pulita e clima ideale Il climatizzatore Prestige Inverter V di LG Electronics garantisce un elevato coefficiente di prestazione (C.O.P. ed EER paria a 5.60) e migliora così notevolmente l’efficienza energetica. La riduzione dei consumi è possibile grazie all’adozione di uno scambiatore di calore, cui è stato aggiunto un ulteriore rango, e di un innovativo compressore. Un’ulteriore caratteristica distintiva del nuovo nato in casa LG è il sistema di filtrazione Plasmaster che assicura una barriera contro allergie e agenti dannosi, purificando al massimo l’aria. Due le innovative tipologie di filtro: filtri d’aria Virus & Allergy Safe Filter che migliorano la pulizia dell’aria eliminando i principali virus e batteri; filtro ad alveare che rimuove al meglio i cattivi odori. Prestige Inverter V di LG Electronics
Tanto sottile quanto efficiente Olimpia Splendid presenta la gamma Bi2+, ventilradiatori Inverter con pannello radiante che d’inverno riscaldano per ventilazione e per irraggiamento, mentre d’estate climatizzano e deumidificano. Tra i plus incorporati, l’OS Inverter System: la ventola tangenziale a bordo macchina è governata da un motore Inverter DC; la modulazione resa possibile da questa tecnologia fa sì che i consumi vengano ridotti fino al 60% rispetto ai motori a corrente alternata. Il controllo elettronico modula la velocità di ventilazione in funzione del carico ambiente e permette quindi di minimizzare costantemente il consumo elettrico arrivando a un minimo di 3W. Il ventilradiatore ha uno spessore di soli 12,9 cm. La gamma Bi2+ è disponibile nelle versioni: SLR+, ventilradiatore inverter con pannello radiante; SL+, ventilconvettore inverter. Ogni versione è inoltre disponibile in 5 modelli di potenza (da 0,87 kW a 3,91 kW). Bi2+ di Olimpia Splendid
Un soffio di purezza Compatta ed elegante, la linea Akita Evo – disponibile in 5 taglie per i modelli monosplit e 6 per le unità multisplit – viene proposta nelle potenze da 2,5 a 6,0 kW (raffrescamento, classe A ++) e da 3,2 a 7,0 kW (riscaldamento, classe A+), con temperature da -15°C a 46°C. Akita Evo è dotata del sistema di filtrazione IAQ con azione deodorante, anti-batterica e antivirus, e con funzione di “pulizia automatica” per prevenire la formazione di muffe. Il particolare sistema di distribuzione dell’aria garantisce massimo confort, grazie anche alla modalità “auto” che gestisce in autonomia la migliore direzione del flusso a seconda delle esigenze. Il pulsante quiet del telecomando assicura massima silenziosità consentendo di selezionare, ad esempio nelle ore notturne, una velocità del ventilatore così bassa che il rumore percepito è paragonabile a un soffio. Akita Evo di Toshiba
I condizionatori sono diventati prodotti multifunzione, climatizzatori per tutte le stagioni che integrano sistemi di filtrazione per virus e cattivi odori |
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ZOOM RADIATORI Novità multifunzione La continua ricerca formale e funzionale di una nuova generazione di radiatori ha, per Caleido, un punto fermo sul concetto di superficie radiante. Nasce così l’ipotesi di una cover che, svincolata dal sistema portante dell’acqua, diventa come un vestito del radiatore e aggiunge una nuova funzionalità: una mensola scaldante. In questa direzione, l’azienda porta avanti una consolidata collaborazione con designer di fama internazionale ampliando la collezione di radiatori di design con due novità firmate da Francesco Lucchese: Rebel e Rude. Rude, in foto, misura 46 cm di larghezza e 186,5 di altezza; ha una resa termica fino a 1127 W, è realizzato in acciaio al carbonio e disponibile nelle versioni idraulica, elettrica e mista. Rude di Caleido
Sculture a infrarossi Il sistema radiante I-Radium utilizza la tecnologia a infrarossi, proponendo una vera e propria rivoluzione del riscaldamento. Il sistema a infrarossi infatti riscalda dapprima gli oggetti e le persone che abitano l’ambiente, per poi riscaldare l’aria: questo fa sì che, appena acceso l’apparecchio, si abbia una sensazione di calore immediata. E non solo. Sono veri e propri quadri in legno, i radiatori a parete I-Radium. Come Morphosis, design Michael Schmidt, radiatore modulare che trova collocazione anche al di fuori dei confini del bagno. Posizionabile sia orizzontalmente che verticalmente, consente la massima flessibilità di adattamento e la possibilità di essere munito di accessori. Misure: 180x65x11 cm. Disponibile nelle finiture Wengè, Rovere sbiancato, Rovere grigio, Rovere nero, Ebano. Morphosis di I-Radium
Riflessi di luce e calore Con la sua cornice curvilinea ed elegante che cela un moderno sistema di illuminazione integrato, Spekkio è un termosifone. Ma anche uno specchio. Per questo motivo è ideale per l’ambiente bagno, nelle camere da letto ma anche in un ingresso di rappresentanza, conferendo allo stesso tempo funzione ed eleganza all’architettura circostante. Spekkio è disponibile in un’ampia gamma di finiture verniciate e anodizzate, e in un’ampia gamma di dimensioni, nonché in esecuzioni su misura. L’elevata resa termica e il basso contenuto di acqua ne fanno una scelta consigliabile anche dal punto di vista dell’efficienza dell’impianto di riscaldamento. Spekkio di K8
Alcuni produttori pongono sempre più attenzione all’aspetto estetico rendendoli modulari, inserendovi una cover o integrandoli a oggetti 90
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Stretching’ a gradi Verteo di Kermi è proposto con parte frontale superliscia con rivestimento brillante o con un caratteristico look sagomato. È equipaggiato con l'innovativa tecnologia X2 che assicura un consumo di energia ridotto e un maggiore comfort. Con potenze calorifiche da 650 a 3100 W, è disponibile in quattro diverse altezze e in quattro larghezze. Per tutte le fonti di calore: riscaldamento a metano, a gas o per il teleriscaldamento; per impianti a energia solare o impianti di riscaldamento tradizionali. Innumerevoli le possibilità di collegamento dall'alto e dal basso. Verteo di Kermi
Eleganza in sospensione Si chiama Folio ed è letteralmente sospeso sulla parete il nuovo radiatore in alluminio e grafite espansa di Runtal firmato per l'azienda svizzera dai designer Perry King e Santiago Miranda. La struttura di base consiste in un'innovativa combinazione di materiali naturali, quali l'alluminio e la grafite naturale espansa, che, con una profondità di 16 mm, permette di ottenere un peso che è la metà di quello di un normale radiatore in acciaio. Folio è disponibile in tre varianti: Runtal Folio, Runtal Folio Belt (con una o due barre porta-salviette) e Runtal Folio Corner. Le misure disponibili variano da 115,6x43 a 195,6x74,4 cm. Oltre all'intera gamma colori RAL (anche su ordinazione) sono disponibili due finiture in alluminio anodizzato (naturale e nera) e tre versioni con una sottilissima ed elegante impiallacciatura in legno: Quercia, Wengé (in foto) o Ebano Macassar. Folio di Runtal
Ovunque…con leggerezza Riuscire a creare un prodotto che possa essere utilizzato in tutti gli ambienti della casa e che si trasformi in scaldasalviette o in radiatore a seconda delle esigenze, che sia di design ma che garantisca alte rese termiche: questi sono gli elementi sui quali i designer e i tecnici di Scirocco hanno lavorato. Il risultato è Light. Disponibile in due misure 80x60 e 180x50 cm, è composto da un corpo scaldante realizzato con tubi in acciaio alettati (che assicurano un’alta resa termica), e una cover in acciaio che può essere verniciata in tutti i colori della gamma Scirocco. Light è disponibile nella versione idraulica, elettrica e mista. Light di Scirocco
Versatile e discreto Zehnder Fina rappresenta una soluzione perfetta per operazioni di ristrutturazione rapide e semplici, grazie alla flessibilità di allacciamento garantita dal nuovo sistema ZehnderEasyTube. Il radiatore si distingue anche per i rapidi tempi di reazione resi possibili dal ridotto contenuto d’acqua e dalla parte frontale a diretto contatto con la grafite, un indubbio vantaggio in fatto di distribuzione del calore. Il design sottile di Zehnder Fina, profondo solo 20 mm, offre anche reali vantaggi tecnici: viene fornito con deflettori laterali con uno speciale sistema a molla che permette d’installare il radiatore a parete adattandolo alla profondità, creando un effetto senza interruzioni visibili; i sottili pannelli creano poi un effetto d’ombra, facendo apparire l’elemento sospeso davanti alla parete, come un oggetto d’arte. Disponibile in nove dimensioni, con altezze di 130, 150 e 180 cm e larghezze di 50, 60 e 70 cm. Zehnder Fina di Zehnder
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Quale evoluzione hanno avuto le tecnologie legate alle energie rinnovabili? Quali i pro e i contro?
ENERGIA
GUIDA RINNOVABILI
AL NATURALE
di Angelo Forgione
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Sole, vento, biomassa, terra, mare, oggi ci appaiono sotto una nuova ‘luce’. Elementi portatori di benessere climatico, ma certamente la strada da percorrere è lunga…
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iamo in piena ‘grande transizione’; la chiamano così la sostituzione – ora in faticosa attuazione – dei combustibili fossili inquinanti e in quantità ‘a termine’ (petrolio, carbone, gas naturale) con fonti energetiche rinnovabili e pulite (eolico, fotovoltaico, biomassa, geotermico…). Transizione salutata come Era nuova che possa finalmente risanare il nostro pianeta dall’inquinamento che lo sta soffocando, e dalla paura di rimanere un giorno senza più fonti di energia; ma guardata anche con scetticismo e forsanche con qualche preoccupazione. Del resto, è destino di tutte le grandi rivoluzioni quello di destare entusiasmi, ma anche di far ergere un muro di ostilità. Com’è destino che alla fine vinca chi è portatore di novità che segnano un progresso verso il miglioramento sociale, ambientale. Così è stato per la rivoluzione industriale, e così dovrà essere per la transizione alle rinnovabili. Effettivamente, è urgente un risanamento dell’ambiente natu-
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matura e affidabile, e offre maggiori potenzialità di sviluppo rispetto ad altre.
rale; la strada sulla quale ci siamo ora incamminati sta provocando gravi dissesti a livello planetario. Il mondo ha fame di energia; ogni giorno cresce il fabbisogno. E la quasi totalità di questa energia è ricavata dallo sfruttamento di risorse fossili, quali appunto il petrolio, il carbone, il gas, le cui fasi di trasformazione immettono nell’atmosfera sostanze nocive. E poi sono sostanze esauribili: non ne potremo disporre all’infinito.
tricità o energia termica. ❑ I cosiddetti impianti solari termici permettono di trasformare l’energia irradiata dal sole in energia termica per la produzione di acqua calda sanitaria, per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti, per scaldare le piscine, per i processi industriali. La tecnologia solare termica è ormai
❑ Il solare fotovoltaico è invece la tecnologia che converte direttamente l’irradiazione solare in energia elettrica attraverso pannelli composti da celle fotovoltaiche costituenti l’unità di base. Il materiale usato per queste celle fotovoltaiche, il silicio, è un minerale dal costo ancora elevato, come ancora complicato è il meccanismo per un utilizzo diretto dell’energia elettrica prodotta (va mediata attraverso il gestore nazionale); da qui un relativo rallentamento nella diffusione del solare fotovoltaico. Comunque è destinato ad avere una sempre maggiore diffusione su tutto il suolo nazionale: il nostro Paese ha la fortuna di avere abbondante irraggiamento solare nell’arco di tutto l’anno. ‘Ben venga’ lo sfruttamento anche di tante altre energie, tutte rinnovabili, che la natura mette generosamente a nostra disposizione. La tecnologia per il loro utilizzo sta facendo grandi progressi.
SOLE Da qui il ‘ben vengano’ che si alza da più parti indirizzato alle energie rinnovabili. Un ‘ben venga’ indirizzato in primo luogo allo sfruttamento dell’energia emanata dal sole, la principale fonte naturale disponibile sulla terra, che l’uomo ora sa sfruttare per ricavare elet-
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utenze diffuse (aziende agricole, imprese artigianali, utenze domestiche di interi quartieri...). In Italia questo modello eolico ha importanti potenzialità proprio per le caratteristiche altimetriche e di ventosità di vaste aree del territorio. Parchi eolici possono essere posti anche in mare.
BIOENERGIA
VENTO
Il vento, per esempio, può fornirci tanta energia elettrica. ❑ Gli impianti eolici sono costituiti da aerogeneratori (le cosiddette ‘pale’) che trasformano l’energia cinetica del vento in energia meccanica, e infine quest’ultima in energia elettrica. Possono essere realizzati impianti eolici di varie dimensioni organizzati in ‘parchi’ posizionati normalmente su colline, in grado di servire 94
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Anche le biomasse sono un’ottima fonte rinnovabile di energia: sono sostanze organiche utilizzate come combustibili (legna da ardere, sottobosco, sterpaglie, scarti e derivati dall’agricoltura, determinate tipologie di rifiuti urbani, piante e vegetali appositamente coltivati…). Attraverso la combustione, grazie a moderne tecnologie queste biomasse possono essere convertite in calore, in energia elettrica o in entrambi (cogenerazione); il calore viene trasferito attraverso una modalità che sta sempre più diffondendosi: il ‘teleriscaldamento’.
MARE
TERRA
Va aggiunta un’altra fonte di energia che potrebbe avere grande potenzialità, ma che fino a oggi non è adeguatamente sfruttata: la geotermia. L’energia geotermica è una forma di energia che utilizza le sorgenti di calore del sottosuolo. È naturalmente legata a quei territori con particolari fenomeni geotermici (in Italia si distinguono per la loro ricchezza di calore nel sottosuolo regioni quali la Toscana, il Lazio, la Sardegna, la Sicilia e alcune specifiche zone del Veneto, dell’Emilia Romagna e della Lombardia). Questo calore, che dal profondo sottosuolo si propaga fino alle rocce prossime alla superficie, può essere sfruttato sia per il riscaldamento, sia per il raffrescamento. Finora le tecnologie di sfruttamento del calore terrestre erano indirizzate principalmente alla produzione di calore per stabili residenziali o per uffici, per serre, per centri sportivi, per specifici processi industriali. Ma oggi ci si è resi conto che il sottosuolo può egualmente
servire come serbatoio del freddo durante l’estate, sfruttando lo sbalzo termico tra superficie e sottosuolo; e così si possono anche raffrescare gli edifici, una necessità sempre più sentita. Tutti noi conosciamo i blak out elettrici d’estate, quando tutti contemporaneamente ricorrono ai ventilatori o mettono al massimo gli impianti di condizionamento dell’aria. Sonde geotermiche, geostrutture e scambiatori geotermici permettono di raffreddare gli edifici senza dover ricorrere a impianti che consumano molta energia elettrica. Se si abbina il riscaldamento con il raffreddamento, la soluzione geotermica diventa ancora più efficiente e interessante in termini di profitti economici, e offre un enorme potenziale di applicazione.
Anche il mare, con le sue maree e il suo moto ondoso, è fonte inesauribile di energia; una fonte ancora poco esplorata e di conseguenza poco sfruttata. L’energia delle onde può essere ‘imprigionata’ sfruttando il movimento di galleggianti ancorati al fondo del mare con dei cavi che si avvolgono e svolgono sull’asse di un alternatore, oppure sfruttando il movimento dell’aria al di sopra delle onde; si è però ancora in fase sperimentale. Anche lo sfruttamento delle maree può essere un altro modo per produrre energia dal mare. Così pure può essere sfruttata la differenza di temperatura tra il fondo e la superficie. Una macchina termica può utilizzare la differenza di temperatura per ottenere energia meccanica e da questa ricavare energia elettrica. L’efficienza di tali sistemi non è elevata: è intorno al 5% ma, dato che la quantità di energia termica accumulata negli oceani e nei mari è altissima, sfruttandola adeguatamente è possibile ottenere enormi quantità di elettricità.
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Approfondimento Ma è davvero tutto così facile, pulito, di corta durata il cammino che ci porta alla ‘grande transizione’? La tecnologia attuale (e delle prossime generazioni) è, o sarà, in grado di ricavare dalle risorse rinnovabili offerteci dalla natura, energia tale da metterci in grado di far a meno del petrolio, del carbone, del gas? È a questo punto che sorgono gli scetticismi. La possibilità di far fronte al fabbisogno energetico mondiale utilizzando soltanto le fonti rinnovabili è considerata da alcuni esperti un traguardo lontano. L'IEA, l'Agenzia Internazionale dell'Energia, ha calcolato che le fonti rinnovabili forniscono attualmente soltanto l'1% dell'energia usata dal pianeta. Ma non solo: secondo lo stesso studio, nel 2030, nonostante una loro crescita invocata da più parti, e sollecitata dai Governi, l'incremento del ricorso a fonti rinnovabili salirebbe soltanto al 2%. Il Giappone, per esempio, ritenuta la ‘patria’ delle rinnovabili, prevede di attuare per il 2015 una produzione di energia rinnovabile che passerebbe dall'1,3% attuale a soltanto l'1,9%. Anche nel nostro Paese tali fonti, attualmente e nel breve termine, forniscono un apporto ancora irrilevante. Per non pochi esperti, inoltre, il traguardo dell’abbandono totale delle energie fossili con un ricorso alle energie rinnovabili non solo è lontanissimo: in una società strutturata e attrezzata come la nostra è irraggiungibile. E strizzano l’occhio al nucleare. Scetticismo, quindi. Ma anche parecchie perplessità. Non è poi così ‘pulito’ come lo si decanta l’accesso alle rinnovabili. Ci avevano messo in guardia vari economisti e anche – addirittura – qualche ambientalista. E ora, alla luce di questi primi anni di ‘transizione’, bisogna prendere atto che avevano ragione. Ci sono ombre sia nell’aspetto ecologico, sia nell’aspetto economico. La tecnologia per lo sfruttamento delle singole energie rinnovabili presenta ancora delle falle; falle che ci si augura vengano presto tamponate. Sarebbe lungo entrare nei dettagli. Citiamo solo qualche caso. Partiamo dal fotovoltaico, il più ‘allettante’ dei sistemi di sfruttamento dell’irraggiamento solare. Ormai il nostro pianeta è coperto da milioni di metri quadri di pannelli. Fino a oggi non ci si è posti il problema di come potranno essere smaltiti a fine vita (la durata di un pannello fotovoltaico è di 25/30 anni). Ma fra 20 anni cosa succederà? Si consideri anche il fatto che non tutti i pannelli fotovoltaici sono a base di silicio (materiale non pericoloso e in parte recuperabile e riciclabile): il 10 % dei pannelli oggi in commercio è a base di telloruro di cadmio, materiale molto inquinante. Così la biomassa. Molti ambientalisti sono contrari al suo sfruttamento come energia rinnovabile: la produzione intensiva crea squilibri, a danno della produzione agricola alimentare per gli uomini e per gli animali; necessita di concimi chimici; inoltre lo stoccaggio, l’eventuale fermentazione, e la combustione finale provocano emissioni dannose. Ma anche sul piano economico sono molte le perplessità. Su tutte, le speculazioni finanziarie da parte di società e di privati che si possono nascondere dietro la ‘conversione’ massiccia alle energie rinnovabili. Allo scopo di sfruttare gli incentivi che il Governo concede, inoltre, vaste estensioni di terreno fertile vengono sottratte all’agricoltura e ricoperte di pannelli fotovoltaici. Parchi eolici sorgono un po’ ovunque nell’Italia meridionale, con devastanti colate di cemento alla base di ogni alto aerogeneratore. Quelle pale per buona parte della giornata restano ferme, ma intanto sono stati spesi molti soldi pubblici, e quelle colline sono deturpate per sempre. Perplessità anche sul corretto uso. Non basta dotare la propria abitazione di un ottimo impianto di riscaldamento/raffrescamento funzionante con energia geotermica, se poi i muri, i serramenti esterni e il tetto non sono adeguatamente isolati contro il freddo e il caldo. Prima ancora di pensare al fotovoltaico, al geotermico, ad altre forme di energia rinnovabile è opportuna pensare all’isolamento termico a partire dal ‘cappotto’, dalle porte, dalle finestre. È da lì che incomincia il risparmio energetico.
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D FOTOVOLTAICO di Donatella Ravizza
Quando posso fare un impianto fotovoltaico? Che differenza c’è tra pannelli solari e fotovoltaici? Qual è la funzione della tecnologia fotovoltaica? Quali vantaggi produce il V Conto Energia? Cosa cambia con il nuovo sistema?
ENERGIA
DAL SOLE R Il V CONTO ENERGIA permette di produrre elettricità dai pannelli fotovoltaici. La differenza principale è che non è più incentivata tutta la quota di energia prodotta, ma solo quella immessa effettivamente nella rete; è poi prevista una tariffa premio sull’autoconsumo, limitata all’energia prelevata dalle utenze mentre l’impianto fotovoltaico sta producendo energia. Nella foto, impianto FV integrato
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La premessa indispensabile è avere la superficie necessaria per l’impianto, senza ombreggiamenti e con la corretta inclinazione ed esposizione (meglio verso sud). Con i pannelli solari si raccoglie l’energia del sole e la si usa per riscaldare l’acqua contenuta in un serbatoio, che poi serve per bagno, cucina e riscaldamento. I fotovoltaici, invece, permettono di avere anche l’energia elettrica.
CHE COS’È UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO Un impianto fotovoltaico è un insieme di apparecchiature in grado di trasformare direttamente l’energia solare incidente in energia elettrica, sfruttando le proprietà del silicio, elemento semiconduttore. I principali componenti del sistema sono: i pannelli fotovoltaici, l’inverter e i contatori. L’inverter è il dispositivo che converte la corrente continua, in uscita dal generatore FV, in corrente alternata, per poterla utilizzare all’interno delle abitazioni. I contatori misurano l’energia prodotta, quella consumata e quella in uscita. Nei sistemi connessi alla rete elettrica l’energia solare viene, in caso di esubero, rimessa nella rete di distribuzione, con la quale l’impianto lavora in regime d’interscambio.
I MODULI FOTOVOLTAICI I pannelli o moduli fotovoltaici sono l’elemento principale dell’impianto in quanto la loro esposizione alla radiazione solare determina la produzione di energia elettrica. All’interno del modulo ci sono le celle fotovoltaiche, costituite da sottilissime fette, dette anche wafer di silicio. Sulla base delle caratteristiche delle celle che li compongono, si distinguono i moduli a silicio monocristallino (gli atomi di silicio sono disposti a costituire un unico
cristallo), policristallino (gli atomi di silicio costituiscono molti cristalli uniti fra loro) e a film sottile o ‘thin film’ (strati sottilissimi di silicio amorfo vengono depositati su materiali di supporto come il vetro o il metallo). Queste tre tipologie si differenziano per svariate ragioni, fra le quali l’aspetto esteriore e l’efficienza, che decresce passando dal monocristallino al film sottile. Quest’ultima è la soluzione più economica ma, per via dell’efficienza minore, necessita, a parità di dimensionamento dell’impianto, di superfici maggiori. La tecnologia del film sottile è realizzabile in qualsiasi forma, perfino convessa, e può risultare la scelta migliore per superfici estese e nel caso di irraggiamento prevalentemente diffuso (cielo coperto). Ha un largo utilizzo anche per il suo facile inserimento nelle superfici edilizie; in particolare, i moduli semitrasparenti danno risposta alla domanda di integrazione nelle superfici vetrate: sono infatti somiglianti al vetro colorato utilizzato per i tradizionali sistemi di facciata e copertura.
I moduli fotovoltaici più diffusi sono rettangolari, delle dimensioni di 1-1,5 m2; le celle sono superiormente protette da un vetro con particolari caratteristiche di resistenza e trasparenza; il peso si aggira intorno ai 15/20 kg.
Sopra, i pannelli fotovoltaici ricevono l’energia prodotta dal sole e convertono l’energia solare in corrente continua (CC). Gli inverter permettono poi di convertire la corrente continua in corrente alternata (CA). Questo è un passaggio fondamentale in quanto le utenze domestiche utilizzano la corrente alternata (a 220 volt o 380 volt). Fonte: Enel Green Power. Sotto, CIS Solar Tower, Manchester (UK)
QUANTI WATT PRODUCE? La potenza di picco di un impianto fotovoltaico si esprime in kWp (chilowatt di picco), ed è la potenza teorica massima che l’impianto può produrre nelle condizioni standard di insolazione (1.000 W/m2) e di temperatura dei moduli (25 °C). In caso di maggiore o minore temperatura la resa diminuisce.
Per essere conveniente, un impianto fotovoltaico per utenza domestica deve produrre almeno l’energia per l’autosostentamento, sufficiente al fabbisogno della famiglia. Dove installarli
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Per farsi un’idea: in Italia centrale un impianto da 3 kWp può essere sufficiente per coprire i consumi elettrici medi annui di una famiglia (3.000 kWh/anno). CONNESSI ALLA RETE L’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, oltre ad essere direttamente utilizzata può anche essere immessa nella rete di distribuzione. È fondamentale che l’impianto installato sia di tipo connesso alla rete per poter usufruire degli incentivi per il fotovoltaico e per potere, quando ci si trova in un periodo dell’anno in cui l’impianto produce un quantitativo di energia elettrica
inferiore al fabbisogno necessario (come in inverno), utilizzare l’energia della rete di distribuzione. IL V CONTO ENERGIA Il V Conto Energia per il fotovoltaico è entrato in vigore, per i privati, dal 27 agosto (per gli impianti della pubblica amministrazione dal 1° gennaio 2013) e durerà fino a 30 giorni dopo il superamento del tetto di spesa cumulativo per gli incentivi, pari a 6,7 miliardi l’anno. Il governo ha dato una sforbiciata agli incentivi fiscali e le tariffe incentivanti sono più
basse rispetto al passato, ma parallelamente si è assistito a una certa riduzione dei prezzi (chiavi in mano) degli impianti. LA QUALITA’ È PREMIATA Se da una parte il nuovo provvedimento appare un tantino avaro per quanto riguarda la quantità di incentivi previsti, dall’altra è senz’altro ‘riqualificante’. Nel caso in cui l’impianto non sia installato sopra il tetto esistente ma sia di tipo innovativo, con pannelli integrati nell’architettura dell’edificio stesso, ha accesso alle tariffe più alte dell’attuale conto energia. L’impianto integrato garantisce infatti una migliore resa di produzione, oltre alla totale tenuta In queste pagine: installazione di moduli fotovoltaici sul tetto di un’abitazione privata. Il modulo rigido viene inserito e fissato in maniera semplice alla copertura
all’acqua, diventando di fatto parte integrante della copertura. Inoltre, gli impianti costruiti con componenti principali (pannelli e gruppi di conversione) realizzati unicamente all’interno di un Paese membro Ue o See (Spazio economico europeo) hanno diritto a un premio sulla tariffa. ENERGIA IMMESSA IN RETE E AUTOCONSUMATA Il nuovo conto energia prevede due tariffe incentivanti: una applicata solo all’energia immessa in rete (la tariffa omnicomprensiva), l’altra solo all’energia autoconsumata (il premio autoconsumo). L’autoconsumo è la quantità di energia che viene ‘autoconsumata’ dall’utente, ovvero l’ener-
gia che viene prelevata dalle utenze mentre l’impianto fotovoltaico sta producendo energia. Per trarne vantaggio, è quindi auspicabile rimodulare le abitudini in modo da utilizzare l’energia nei momenti in cui l’impianto fotovoltaico la produce, per esempio evitando consumi elevati nelle ore serali e notturne. Maggiore sarà la quota di autoconsumo maggiori saranno i benefici: oltre a percepire la tariffa premio ‘autoconsumo’, si avrà un ulteriore risparmio per il mancato acquisto dell’energia dalla rete pubblica. ATTENZIONE: il consumo notturno non è calcolato come ‘autoconsumo’
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COSTI E METRI QUADRI Come riferimento del tutto generico si può indicare che un impianto fotovoltaico di buona qualità da 3kWp può costare intorno ai 9.000 €. Indicativamente: per ogni 1.000 Wp di potenza installata occorrono circa 7/8/12 m2 di moduli rispettivamente con celle monocristalline/policristalline/thin film. In questa foto un impianto FV integrato, in basso i moduli amorfi Sharp si presentano come una lastra di vetro di colore uniforme di pochi millimetri
UN INVESTIMENTO
Installare un impianto fotovoltaico sulla propria casa è certo una spesa ma, se le condizioni sono favorevoli, può dimostrarsi un ottimo investimento, che si ripaga nel giro di qualche anno. Il costo può variare a seconda che l’installazione avvenga a terra, su fabbricati nuovi o già esistenti, che la posa sia in sovrapposizione o integrazione della copertura, che si debbano sostenere spese per l’allacciamento alla rete o per l’utilizzo di attrezzature durante il montaggio (gru, impalcature). Può essere preferibile scegliere soluzioni del tipo chiavi in mano per essere seguiti anche in tutte le fasi burocratiche di accesso agli incentivi e successivamente nella manutenzione. Prima di procedere all’installazione conviene farsi fare più preventivi da ditte e personale tecnico specializzati nel settore. Una corretta preventivazione può esser fatta solamente dopo un accurato sopralluogo che valuti le caratteristiche del sito d’installazione, dia un’indicazione riguardo alla poten102
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za necessaria all’impianto e un’idea concreta di quanti anni ci vorranno per rientrare dai costi iniziali, a fronte di una durata e di una buona efficienza dell’impianto ventennale. I ricavi generati da un impianto fotovoltaico sono: ❑ l’incentivo statale regolato dal V Conto Energia; ❑ la riduzione dei costi in bolletta a seguito del consumo di una parte di energia elettrica prodotta.
DOVE INSTALLARLO?
Se l’immobile non è in una zona sottoposta a vincoli (di tipo ambientale, storico, artistico, paesaggistico...), l’impianto fotovoltaico (fino a 20 kWp) può essere installato senza alcuna autorizzazione; è sufficiente la comunicazione di inizio lavori semplice, come richiesto per qualsiasi tipo di lavoro di manutenzione straordinaria. La decisione in merito alla fattibilità tecnica si basa sull’esistenza nel sito d’installazione dei seguenti requisiti, che devono essere verificati dal progettista/installatore in sede di sopralluogo: ❑ disponibilità dello spazio necessario per installare i moduli; ❑ corretta esposizione e inclinazione della superficie; ❑ assenza di ostacoli in grado di creare ombreggiamento. Le condizioni ottimali sono: ❑ esposizione a sud (anche sudest, sud-ovest, con limitata perdita di produzione); ❑ inclinazione 30°-35° (anche 15°-45° con limitata perdita di produzione).
DOSSIER RINNOVABILI A CURA DI Gilda Ciaruffoli
Sistema ibrido 3 per 1 Baxi presenta i sistemi ibridi integrati CSI grazie ai quali è possibile riscaldare e condizionare la casa, e produrre acqua calda per usi sanitari utilizzando tre tecnologie a basso impatto ambientale che lavorano in sinergia: pannelli solari, pompa di calore e caldaia a gas a condensazione. I sistemi Baxi CSI sono composti da un'unità da installare all'interno (ingombro inferiore a 1 m2) che contiene la caldaia a condensazione Luna Platinum CSI, il puffer da 300 l, la centralina di controllo e i dispositivi idraulici necessari al funzionamento dell'impianto. L'unità interna è collegata a una pompa di calore esterna, ai pannelli solari termici e ai terminali di riscaldamento o condizionamento. CSI di Baxi
Soluzioni per piani inclinati Collettore solare a tubi sottovuoto per sistemi a circolazione forzata, Auron DF è ideale su tetti inclinati o piani, con disposizione tubi verticale od orizzontale. È inoltre possibile l’installazione su facciata. La gamma consiste in assiemi da 15 o 20 tubi sotto vuoto a flusso diretto e alta efficienza energetica. Auron DF può essere utilizzato per la produzione di acqua calda sanitaria e come integrazione al riscaldamento, grazie alle elevate prestazioni energetiche in un ampio spettro di temperature operative. La proposta di gamma Auron DF è esaustiva grazie agli accessori e ai componenti di sistema, tra cui il regolatore Logon B Sol, predisposto alla gestione di molteplici schemi d’impianto. Auron DF di Elco Italia
Tradizione che guarda al futuro Il Coppo Fotovoltaico proposto da Cotto Possagno unisce le funzionalità classiche dell’argilla alla moderna tecnologia fotovoltaica, mantenendo pressoché immutato l’aspetto estetico del manufatto e permettendo di ottenere, con circa 17 metri quadrati di copertura, 1,00 kWp di potenza. Il sistema può essere integrato in una copertura esistente, sostituendo solo i metri quadrati interessati. Quattro i colori della gamma: Antica Possagno, Rosso, Coppo Vecchio Scuro e Ardesia. Coppo Fotovoltaico di Cotto Possagno
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Tutta la forza del vento Interwind presenta il generatore eolico domestico Maia, un sistema integrato e autonomo per la produzione di energia elettrica, disponibile in kit di montaggio a isola multi-fonte o kit omologato per la connessione alla rete con tariffa incentivata. Progettato per durare 20 anni, dispone di sistemi brevettati a totale garanzia della sicurezza: sistema di sicurezza basculante a doppio azionamento, sistema di frenatura elettrico, sistema di protezione da impatto, sistema passivo vibro-assorbente, sistema a pitch-variabile. Maia di Interwind
Energia integrata Red è una linea di prodotti che integra i tradizionali sistemi energetici producendo energia dalle biomasse e dal sole. La caldaia a pellet Red è semplice nel funzionamento, robusta, affidabile e democratica nel prezzo. Ideale per ambienti ridotti, avendo il gruppo sanitario (circolatore e vaso di espansione) già integrato nella struttura, può essere collegata direttamente all’impianto. Gli alti rendimenti (90%) e l’ampia modulazione di funzionamento rendono questa caldaia particolarmente adatta alle nuove installazioni. Da quest’anno è disponibile in tre potenze: 18 kW, 24 kW e 35 kW. Red di MCZ Group
Celle altamente performanti LG Electronics propone celle solari che hanno raggiunto un rendimento medio del 20,6% e un rendimento massimo del 20,7%. Il risultato di recenti test mostra uno dei più alti valori di efficienza per le celle solari a livello mondiale (test interni, effettuati in condizioni di prova standard, in conformità con i parametri definiti dall'Istituto Fraunhofer. Il laboratorio di prova di LG Electronics è accreditato alla certificazione TUV e UL). LG Electronics produce le sue celle solari secondo gli standard 156x156 mm monocristallino P-typewafer e ha in programma di includere le celle ad alta efficienza nella produzione dei propri moduli a partire dal 2013. In foto il modulo Mono X. Moduli solari di LG Electronics Italia
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L’acqua prima di tutto Il sistema SplitHydrotank della linea Ecodan (pompe di calore idroniche) di Mitsubishi Electric è formato da un'unità esterna e una interna da installare a terra che incorpora oltre allo scambiatore di calore e alle componenti che consentono la produzione dell'acqua per il riscaldamento/raffrescamento a pavimento, un bollitore da 200 litri per l'acqua calda sanitaria. Questa tipologia offre lo stesso comfort dei sistemi tradizionali con un maggior risparmio energetico poiché sfrutta l'energia rinnovabile e garantisce una minore emissione di CO2. SplitHydrotank di Mitsubishi Electric
Un’idea che è tutto un ‘programma’ My Clima presenta Idea, un sistema integrato ad alta efficienza costituito da caldaia a pompa di calore e pannello solare, per la produzione di acqua calda sanitaria e per la climatizzazione delle abitazioni; una soluzione che assicura il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo (in foto, l’unità interna). Il sistema è affiancato da Galileus, software che in inverno gestisce la pompa di calore e il sistema di termoregolazione dell’impianto e permette di gestire l’integrazione di altre sorgenti di calore/fonti energetiche, quali solare termico, caldaia, termo camino, dando la priorità a quella a minor costo e impatto. Idea di My Clima
Un sistema completo Pellematic Smart combina un bollitore a stratificazione di 600 litri con il solare e un modulo a condensazione a pellet, mantenendo gli ingombri al minimo. Con potenze da 4 a 14 kW è adatto a nuove costruzioni a basso consumo e case passive; in più le emissioni di polvere vengono ridotte a 4mg/MJ tramite la tecnica a condensazione (circa il 95% in meno rispetto alle caldaie a legna). Con la combinazione bollitore a stratificazione, modulo a condensazione a pellet e unità idraulica, la Pellematic Smart offre un sistema di riscaldamento completo. Pellematic Smart di ÖkoFEN Italia
Dalla terra, la forza Olimpia Splendid presenta Geolo, la pompa di calore geotermica che utilizza l’energia presente nell’acqua e nel sottosuolo grazie agli scambiatori geotermici presenti nel terreno. Per ogni kW consumato, Geolo produce fino a 5 kW di energia termica. Ciò significa che fino all’80% l’energia è gratuita, rinnovabile, pulita.Tra le caratteristiche di Geolo si evidenziano: curve climatiche basate sulla temperatura dell’aria esterna; tre set point configurabili per riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria; gas ecologico R410A. Geolo è disponibile in 5 modelli di potenza: Geolo 10M, Geolo 13M, Geolo 14T, Geolo 16T e Geolo 19T. Geolo di Olimpia Splendid
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Pannelli di design Il modulo solare Panasonic HIT con sfondo nero costituisce una valida alternativa estetica e di potenza ai moduli convenzionali. Con un rendimento del modulo del 18.6% e con resa di conversione della cella del 21.1%, i moduli N235B e N230B si posizionano sul livello più alto dell’efficienza tra i moduli con sfondo nero presenti sul mercato. Il vetro antiriflesso aiuta ad aumentare l’assorbimento dell’energia e anche i tab design sono stati modificati nel colore nero aumentandone l’area effettiva di captazione: catturando molta più luce solare contemporaneamente si riducono le perdite elettriche tra le celle. HIT di Panasonic
Un riscaldamento divino Loki, la nuova caldaia a legna di Paradigma Italia, è disponibile con e senza sonda lambda nelle potenze 25/35/60 kW (60 kW solo con sonda lambda). La caldaia a legna Paradigma risulta di semplice utilizzo grazie al sistema di combustione a gassificazione che permette di ottenere una riduzione del materiale incombusto a favore di rendimenti molto elevati, fino al 90%. La caldaia, divisa internamente in due camere, funziona a fiamma inversa, ossia una fiamma che si sviluppa verso il basso per mezzo dell’azione di un ventilatore che poi espelle i fumi. Loki è marchiata Nordic Ecolabel, sistema di etichettatura ecologica volontaria che valuta l’impatto del prodotto sull’ambiente durante l’intero ciclo di vita. Loki di Paradigma Italia
Una vera e propria centrale termica HR EVO24 di Ravelli è una caldaia a basamento adatta a integrarsi all'impianto di riscaldamento esistente, alimentata a pellet. Una soluzione modulabile che prolunga l’autonomia di funzionamento attraverso un serbatoio di caricamento supplementare (opzionale) che può essere affiancato al corpo caldaia. Lo scambio termico garantisce inoltre un’elevata resa nel tempo e consumi ridotti grazie allo scambiatore a fascio tubiero con turbolatori integrati e al sistema di pulizia del braciere automatico coperto da brevetto. HR EVO24 svolge dunque la funzione di una vera e propria centrale termica. HR EVO24 di Ravelli
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Ogni possibile combinazione Toshiba presenta il sistema a pompa di calore aria-acqua Estìa 3 e ne propone sei modelli, tre in monofase e tre trifase, da 8 a 16 kW a pompa di calore aria-acqua. Si tratta di un sistema multifunzione progettato per consentire una regolazione del riscaldamento per ambienti domestici, produzione di acqua calda sanitaria e climatizzazione degli ambienti in estate. Per le nuove abitazioni o le ristrutturazioni di immobili, le pompe di calore Estìa consentono varie combinazioni e, per i fabbricati già dotati di caldaia tradizionale a gas o a combustibile, possono essere installate in combinazione con l’impianto in loco. Estìa 3 di Toshiba
Per rileggere l ’esistente Daikin propone a marchio Rotex una soluzione ad alta efficienza per impianti già esistenti: HPU compact hitemp. Si tratta di una pompa di calore in grado di produrre, senza resistenze elettriche, acqua calda fino a 80° C anche con temperature esterne che raggiungono i -20° C. È composta da un’unità esterna e da un modulo interno collegati solo da linee di refrigerante; il circuito dell’acqua è posto all’interno dell’abitazione evitando problemi di ghiacciatura. Grazie a queste sue caratteristiche, il sistema è ideale per la sostituzione di caldaie installate in impianti dove sono presenti terminali ad alta temperatura, come i radiatori. Il sistema si integra perfettamente ai pannelli fotovoltaici. HPU compact hitemp di Rotex
Confort alla quarta potenza La stazione idraulica Ratio Compact è l’efficiente abbinamento di 4 funzioni in un unico dispositivo: raccoglie l’energia del sole e la accumula nel serbatoio tampone Ratio tramite un circolatore modulante ad alta efficienza. Produce acqua calda in istantaneo tramite un potente scambiatore a piastre ed elimina il problema delle legionelle. Il calore accumulato è disponibile anche per il riscaldamento degli ambienti. Il sistema consente di integrare fino a due generatori esterni e può quindi essere abbinato, ad esempio, a una caldaia a gas o gasolio più termocamino o caldaia a legna o a pellet. Ratio Compact di Wagner & Co Solar Italia
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Naturale, come l’aria ComfoBox aria/acqua di Zehnder è un aggregato termico compatto che combina la tecnologia della pompa di calore con la ventilazione meccanica controllata con recupero di calore. È pertanto in grado di soddisfare tutte le esigenze di un edificio: riscaldamento, raffrescamento, ventilazione comfort e produzione acqua calda sanitaria. Inoltre, utilizzando l'energia dell'aria esterna naturale e rinnovabile, rappresenta la soluzione ideale per gli edifici eco-compatibili a basso consumo energetico. La struttura occupa solo 0,5 m2. ComfoBox di Zehnder
Dalla pompa di calore al campo sonde Il programma PdC di Weishaupt comprende una serie completa di PdC aria/acqua, acqua/acqua e geotermiche. Per la geotermia gli apparecchi disponibili, 230 V e 400 V, anche reversibili, hanno potenze da 5 fino a 130 kW, sia in esecuzione Base, cioè da abbinare al programma di accessori a catalogo, sia in esecuzione Compatta, cioè già completa di accessori per circuito glicolico, circolatore primario riscaldamento e serbatoio inerziale. La realizzazione di un campo sonde perfettamente abbinato alla PdC è fondamentale per il buon funzionamento del sistema geotermico. Per questo Weishaupt realizza direttamente, per i propri clienti in Italia, anche i pozzi geotermici. Programma PdC di Weishaupt
RENDI LA TUA CASA RINNOVABILE Un esempio sostenibile Solarelit è una realtà specializzata nella realizzazione di impianti fotovoltaici chiavi in mano su tetto, che opera anche come Solution Integrator in rapporto con le imprese costruttrici. Come nel caso del complesso residenziale Geosol di Senago (Mi), per il cui progetto ha supportato l’industria edile Elmarnon per gli impianti elettrico-fotovoltaico e termoidraulico-geotermico, ma anche per la loro completa integrazione. L’edificio è stato realizzato con l’impiego di materiali bio-compatibili a basso impatto ambientale. Il sistema ha adottato un impianto a pompa di calore geotermica a ‘bassa entalpia’, con lo scopo di produrre caldo, freddo e acqua calda sanitaria, mentre per la produzione di energia elettrica si è ricorso a un impianto solare fotovoltaico, che andrà ad alimentare la pompa di calore dell’impianto geotermico. In foto: il sito dove verranno posizionati i pannelli fotovoltaici. Solarelit
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SPOT RADIANTI
A CURA DI Gilda Ciaruffoli
Naturalmente all ’avanguardia Si chiama Ocra Clima il modulo per il riscaldamento a parete di Bioterra Italia che permette di sfruttare tutti i vantaggi dei moderni impianti a bassa temperatura utilizzando le proprietà dell’argilla. Il pannello Ocra Clima è infatti realizzato interamente in terra cruda ma integra all’interno un sistema idraulico pensato per essere utilizzato con le caldaie a condensazione di ultima generazione, ma anche con pompe di calore o collettori solari. Le naturali proprietà igroscopiche dell’argilla evitano inoltre la formazione di muffe e condense, assorbendo l’umidità in eccesso presente nell’ambiente e azzerando gli interventi di manutenzione. Ocra Clima di Bioterra Italia
A ognuno il suo impianto Il sistema a soffitto CD-4 è la soluzione di riscaldamento e raffrescamento radiante presentata da Chemidro, divisione del Gruppo Wavin Italia. Fiore all’occhiello del sistema Chemidro è la progettazione basata su ogni singolo impianto. Il particolare sistema di aggancio dei moduli permette inoltre un’installazione semplice e veloce da parte dei posatori; la stessa installazione delle superfici radianti, la loro connessione e il collaudo dell’impianto, avvengono prima della posa delle lastre di finitura in cartongesso. Questa esclusiva caratteristica del sistema favorisce la netta separazione delle due fasi di lavorazione, evitando dispendio di tempo e risorse. CD-4 di Chemidro
GESTISCI LA TUA CASA L'anima hi-tech dei sistemi radianti L’anima di un impianto radiante è il sistema che ne regola il funzionamento, nel miglior controllo di tutti i parametri. Per questo Eurotherm ha ideato Smartcomfort, sistema di regolazione intelligente ottimizzato per l’impianto radiante. Il suo punto di forza: gestire con un’unica interfaccia-utente tutti gli aspetti del comfort indoor, dal riscaldamento alla climatizzazione, passando dal ricambio aria e controllo dell’umidità. Tra i suoi vantaggi, la possibilità di misurare e regolare i valori di temperatura e umidità per ogni singola stanza, di utilizzare diverse funzioni in una stessa zona, oltre a riconoscere l’ambiente di volta in volta sfavorito (ossia con maggiore richiesta di energia), impostando automaticamente nuovi parametri per soddisfarne le esigenze.
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Smartcomfort di Eurotherm
Una risposta a ogni esigenza Oventrop propone i nuovi sistemi Cofloor per il riscaldamento e raffrescamento radiante a pavimento e a parete; per gli impianti a pavimento sono disponibili tutti i sistemi di posa: bugnato, liscio (Tacker o con barra di fissaggio) e a secco, mentre per gli impianti a parete si possono utilizzare il sistema liscio con binari e il sistema a secco. Il sistema Cofloor comprende pannelli preformati, fogli isolanti, tubazioni e tutti i componenti necessari. I quattro sistemi principali proposti da Oventrop sono disponibili con diversi formati e caratteristiche, studiati per adattarsi alle più diverse condizioni di installazione. Cofloor di Oventrop
Temperature omogenee Il sistema completo di riscaldamento e raffrescamento Radiant Design Zone integra il sistema radiante – a pavimento o a soffitto e parete –, il sistema di trattamento dell’aria e il sistema di termoregolazione, con l’obiettivo di ottimizzare i consumi energetici e di garantire un elevato livello di comfort ambientale. Tra i vantaggi: l’utilizzo di un sistema radiante anche per il raffrescamento evita fastidiosi getti d’aria fredda; il sistema di trattamento dell’aria comprende una serie di macchine per la deumidificazione estiva e il controllo dell’aria primaria negli impianti radianti; il sistema di termoregolazione si avvale di centraline espandibili e sonde di temperatura e umidità per il controllo elettronico di tutti i valori dell’impianto, al fine di garantire la gestione ottimale di ogni elemento. Sistema Radiant Design Zone di RDZ
Calore dall’alto Il controsoffitto radiante GKM 500 è composto da pannelli preassemblati in alluminio indipendenti dal soffitto in cartongesso. I pannelli si installano in appoggio sulla struttura standard per cartongesso e sono liberi di dilatare senza creare tensioni sulle lastre. Inoltre è sempre possibile smontare le lastre di cartongesso per accedere al vano controsoffitto senza demolire l'impianto. I pannelli radianti GKM 500 sono leggeri, si movimentano facilmente e sono accoppiati in modo permanente con scambiatore in tubo di rame e coibentazione a scelta in polistirene, fibra poliestere riciclata ecosostenibile o fibra di vetro in EC A1. GKM 500 di Proter Imex
Soffitto performante Rehau propone un’ampia gamma di sistemi di riscaldamento/raffrescamento radiante per la ristrutturazione delle più diverse costruzioni. Nella foto, un esempio di sistema a soffitto con costruzione a secco, che consente di realizzare controsoffitti all’interno dell’edificio e annulla la dispersione termica verso l’alto grazie all’isolamento applicato in cantiere sulla parte superiore. Disponibile in quattro misure per realizzare un rivestimento ottimale con superfici di raffrescamento attive anche all'interno di ambienti che presentano rientranze, richiede un’altezza di montaggio di 30 mm in aggiunta alla sottostruttura e risulta particolarmente resistente agli urti e alla flessione, grazie a un rinforzo in fibra dei pannelli in gesso con cui è realizzato. Sistema a soffitto di Rehau
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Chi fa da sé… Rotex Systema 70 è un impianto per il riscaldamento radiante al quale è possibile abbinare direttamente i radiatori utilizzando la stessa temperatura di mandata dell’acqua, fino a un massimo di 70°C, senza installare ulteriori pompe e sistemi di regolazione, con conseguente risparmio sui costi. Systema 70 utilizza il tubo riscaldante Duo, costituito da due tubi concentrici: in quello interno scorre l’acqua, mentre quello esterno crea un’intercapedine di aria che ha la funzione di isolamento termico e garantisce il mantenimento di una temperatura ottimale per la superficie del pavimento. Questa soluzione versatile permette di scegliere in libertà gli elementi scaldanti ideali per ogni ambiente: a pavimento, radiatori o una combinazione di entrambi. Systema 70 di Rotex
Quattro millimetri di flessibilità Il sistema di riscaldamento radiante a pavimento Genius Carbon in fibra di carbonio è stato sviluppato per soddisfare le più svariate esigenze di applicazione. Installabile in tutti gli ambienti, il riscaldamento Genius Carbon in Fibra di Carbonio presenta uno spessore di appena 4 mm e una elevata flessibilità d’uso. Il sistema garantisce una differenza di temperatura dell’aria tra pavimento e soffitto inferiore ai 2°C; pertanto la curva di distribuzione della temperatura risulta ideale per il benessere termico. In foto: esempio di stratigrafia per un sistema di riscaldamento a pavimento con rete riscaldante per interni tra il massetto di cemento e il pavimento. Genius Carbon di Thermal Technology
Posa di un ‘clima’ a secco Il sistema di riscaldamento e raffrescamento a pavimento Velta Siccus HD nasce come soluzione per le ristrutturazioni di edifici con problemi di spessore permettendo di adottare un riscaldamento radiante anche dove lo spazio non lo consentirebbe. La caratteristica principale del sistema è data dal massetto a secco realizzato con lastre in calciosilicato: materiale stabile nel tempo indipendentemente dalle temperature e dall’umidità, dalla grande resistenza meccanica nonostante il peso ridotto. La posa in opera è semplice e rapida, i pannelli possono essere tagliati e sagomati per adattarsi anche alle geometrie meno regolari e non ultimo lo spessore complessivo del sistema si riduce a soli 34 mm. Il peso di soli 16 kg/m2 non pone problemi all’installazione nemmeno su solai in legno di vecchi edifici. Siccus HD di Velta
I sistemi radianti sono ormai concepiti per tutte le superfici domestiche: pavimenti, pareti e soffitti, e garantiscono secondo la stagione il riscaldamento o il raffrescamento degli ambienti 112
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Fra camini e stufe, cosa scegliere? Quali sono le differenze e i modelli che propone il mercato?
L’ETERNO DILEMMA
GUIDA AUTUNNO
CAMINO O STUFA
di Cinzia Russo
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Camini e stufe possono migliorare notevolmente la qualità dell’aria delle nostre città, sostituendo la caldaia oppure integrandola, assicurandoci un tepore confortante, un’intimità invidiabile e una marcia in più nell’accogliere gli ospiti
Per chi preferisce il camino è bene sottolineare che l’utilizzo di un’energia rinnovabile, come il legno, non aumenta l’effetto serra, poiché contrariamente a quanto accade con il petrolio o il carbone,
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Modello San Diego di Palazzetti: l’aspetto morbido e satinato di San Diego, il nuovo rivestimento Palazzetti, è esaltato dalla lucentezza e dalla purezza del marmo di Carrara bianco anticato: un tripudio alla modernità. Il piano e il porta legna, invece, sono realizzati in pietra Medea fiammata. Due componenti che si intersecano perfettamente, dando origine a un gioco ordinato di proporzioni, di colori e forme
A destra, modello Lady Fire Palazzetti: una stufa dalle elevate prestazioni, grazie al focolare in Magnofix® – speciale materiale refrattario ad altissimo accumulo – e alla base in ghisa che ottimizzano l'irraggiamento e la combustione. Il corpo è in ceramica Monolite Ipergrès®, dai colori e trame originali, che donano alle stufe un sapore unico, che riporta a culture lontane. Questo esclusivo materiale è composto da argille e minerali che garantiscono una notevole resistenza nel tempo ed elevata duttilità. Sotto, un modello di caminetto con sistema Woodbox di Nestor Martin
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valori di inquinamento che vengono raggiunti in inverno nelle nostre città, ci inducono ad adottare, oltre alla caldaia e ai sistemi tradizionali di riscaldamento, altre soluzioni, diverse a seconda delle esigenze e dei gusti, esteticamente apprezzabili e anche molto utili in termini di risparmio energetico, come ci obbliga a fare il cosiddetto ‘Pacchetto 20-20-20’. L’Ue ha infatti approvato la Strategia ‘20-20-20’, stabilita nel 2007, che fissa i traguardi in merito all’efficienza energetica, da raggiungere entro il 2020, nella riduzione delle emissioni di gas serra del 20%, nel raggiungimento della quota del 20% di energia fornita da fonti rinnovabili e nella riduzione del consumo di energia del 20%, sul totale europeo. In ragione delle linee stabilite
la quantità di anidride carbonica rilasciata nell ’ambiente durante la sua combustione è pressoché identica a quella che viene prodotta nella normale decomposizione del legno nei boschi
dall’Unione, i Paesi membri dovranno dunque attuare una serie di misure vincolanti e fissare l’obiettivo nazionale di efficienza energetica da raggiungere nei prossimi 7 anni. Il miglior impianto di riscaldamento si deve comportare, nella
trasmissione del calore, nel modo più prossimo alla radiazione solare: non deve emanare sostanze nocive, provocare elettricità statica, consumare troppo ossigeno, generare eccessiva aridità nell’aria dei locali e consumare troppa energia.
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elettrica: tradizionale, dotata di una resistenza e di una ventola tramite la quale viene emesso il calore. Generalmente queste stufe arrivano a consumare fino a 2000 watt; alogena, la quale contiene due lampade alogene che, con il passaggio della corrente elettrica, si riscaldano emanando calore; al quarzo, simile a quella alogena ma dotata di due o più lampade al quarzo che generalmente arrivano a consumare 800 watt; a infrarossi, in questo caso il calore non viene utilizzato per riscaldare l’aria, ma viene emesso sotto forma di raggi infrarossi, come avviene con i raggi del sole. In questo modo viene riscaldato direttamente l’oggetto che si trova davanti alla stufa mentre l’aria rimane fredda, ottenendo di conseguenza un buon risparmio energetico.
A destra un modello di caminetto con sistema Woodbox di Nestor Martin
STUFA Quando si parla di stufe dobbiamo tener conto delle tante novità che si sono affacciate sul mercato, come stufe a gas, stufe elettriche, stufe a pellet. ❑ Le stufe a gas sono apparecchi per il riscaldamento indipendenti che impiegano un bruciatore atmosferico con camera stagna rispetto all’ambiente in cui sono installati. Questo rappresenta una massima garanzia di sicurezza perché non permette rigurgiti di fumi di scarico o di combustibile all’interno del locale abitato. L’aspirazione 116
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dell’aria comburente e lo scarico dei prodotti della combustione avvengono all’esterno dell’ambiente grazie al ventilatore centrifugo installato sugli apparecchi, che possono essere predisposti, in fabbrica, per il funzionamento a GAS metano o GPL. ❑ La stufa elettrica è un elettrodomestico utilizzato per riscaldare velocemente piccoli ambienti. Si collega a una presa elettrica: azionandola si riscaldano elettricamente le resistenze dalle quali il calore viene poi trasferito, tramite una ventola, all‘ambiente esterno. Il design delle stufe elettriche privilegia in genere materiali quali plastica e alluminio ed è volto a garantire leggerezza e trasportabilità. Vi sono varie tipologie di stufa
❑ Le stufe a pellet, infine, utilizzano un combustibile legnoso formato da segatura compressa e scarti della lavorazione del legno. Il vantaggio delle stufe a pellet, rispetto alle tradizionali stufe a legna, è dato dalla possibilità di dosare il combustibile a piacimento e di conseguenza consentire un preciso controllo della temperatura. La maggioranza di queste stufe è di tipo automatico (in termini di accensione, regolazione dell’alimentazione, quantità di aria o acqua calda), se manca la corrente elettrica la stufa si ferma e riprende a funzionare autonomamente quando torna l’elettricità. Sono disponibili con capacità di riscaldamento da 70 a 200 m2 con un’autonomia che va da 15 a 45 ore secondo le tipologie.
La stufa Ecofire idroermetica di Palazzetti è progettata per trasferire all’acqua la quasi totalità del calore prodotto, ed è proprio questo il principale parametro da osservare per una stufa idro che deve cedere la maggior parte del calore all’acqua
Esistono modelli sia ad aria calda sia ad acqua, collegabili in serie o in parallelo all’impianto di riscaldamento a termosifoni. Possono essere alimentate con diversi materiali a biomasse legnose purchÊ tritate e sminuzzate, o anche con granoturco o con mais, essendo, quest’ultimo, uno dei combustibili piÚ potenti in natura, non inquinante e di facile reperibilità . � Per concludere, non si può dimenticare la stufa tradizionale piena che può essere realizzata essenzialmente in muratura, con pietre, mattoni o materiale refrattario, ghisa, into-
nacata a calce, oppure rivestita in pietra ollare o in maiolica, per renderla cosÏ ancora piÚ efficiente, in quanto questi due materiali riescono ad accumulare a lungo il calore. Il calore prodotto da questo tipo di stufa, addossata a una parete, viene trasmesso soprattutto per convezione, ma quando viene posizionata in modo da avere tutti i lati liberi, e quindi la possibilità di irradiare calore liberamente, esegue un’irradiazione ottimale che procura benessere e riduce al minimo i movimenti d’aria e la circolazione della polvere.
STRATOS S
I prodotti di design Elios di Stratos che hanno rendimenti superiori al 75%, e garantiscono cessione di calore fino a 8 ore a prodotto spento
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CAMINO Quella del camino è una scelta estetica e di stile importante ma, se non lo si trova già nella struttura di una casa, non sempre è possibile installarlo in quanto in una abitazione già esistente non sempre è presente una canna fumaria adattabile all’uso. Per questo sono usciti sul mercato camini alternativi che permettono agli amanti del fuoco vivo di poter godere in qualunque luogo e ambiente di questo spettacolo: camini a gas, camini elettrici, camini al bio-etanolo e camini elettrici al vapore acqueo ionizzato. � I camini a gas all’apparenza sono molto simili ai camini a legna. Nel focolare vengono posti inserti dotati di bruciatori a gas; nella camera di combustione vengono collocati dei ciocchi di legna o carbone mineralizzato che modifica, grazie a un catalizzatore, la
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colorazione blu tipica della fiamma generata dal metano in un colore rosso più naturale. Funzionano a metano o GPL e necessitano di una canna fumaria del tutto simile a quella prevista per gli usi legati al riscaldamento domestico. I camini a gas offrono le medesime caratteristiche di sicurezza e funzionalità dei modelli tradizionali a legna, garantendo però una soluzione più versatile e facilmente adattabile anche in contesti domestici cittadini o di dimensioni contenute. ❑ I camini al bio-etanolo non hanno bisogno di una canna fumaria come invece i caminetti tradizionali a legna o a pellet. L’installazione, quindi, non prevede complessi lavori di muratura, mentre la manutenzione è molto più veloce, dato che il combustibile non produce cenere. Il bio-etanolo è un combustibile totalmente naturale, ricavato dalla fermentazione di biomasse vegetali, quali patate e
barbabietole, che contengono un’elevata quantità di zucchero e carboidrati. Il bio-etanolo è un combustibile ecologico (le emissioni di anidride carbonica sono pari a quelle di tre candele) e biodegradabile al 100%: non contiene zolfo, genera bassissime emissioni di carbonio – dannoso per la nostra salute –, e i costi variano in base al suo grado di purezza. L‘assenza della canna fumaria fa sì che il camino al bio-etanolo riscaldi l’ambiente velocemente. I più recenti e costosi modelli di camini al bio-etanolo sono provvisti di dispositivi per l’accensione automatica e per il controllo delle emissioni di carbonio nell’ambiente. ❑ Gli ultimi nati sono i caminetti con fiamma elettrica tridimensionale che rievoca l’atmosfera confortevole del salotto di casa grazie a un sofisticato sistema a vapore acqueo e proiezioni di luce. Da un serbatoio di acqua integrato al camino elettrico viene rilasciato vapore acqueo ultra-fine, che
si irradia su cinque lampade alogene a bassa tensione. La proiezione luminosa brevettata produce l’effetto 3D, in quanto si crea una fiamma regolabile tridimensionale, e un effetto fumo che appare veramente realistico se osservato da tutti i lati. Per ottenere un funzionamento di otto-dieci ore con una fiamma ‘realistica’ in 3D e l’effetto fumo, occorrono almeno 1,3 litri di acqua ed energia elettrica. Il camino può essere a fuoco aperto oppure a fuoco chiuso. Il camino a fuoco aperto è quello classico, senza protezioni per il fuoco. Il camino chiuso ha invece il braciere coperto da un vetro che lo rende più efficiente, aumentandone la resa: il vetro infatti riscalda per irraggiamento e questo fa risparmiare il combustibile, la legna. A ogni buon conto, che si scelga un camino piuttosto che una stufa, quello che si evince è che la tecnologia mette a disposizione soluzioni che non giustificano più un uso poco consapevole dei sistemi di riscaldamento!
I prodotti di design Elios di Stratos hanno una combustione altamente efficiente e a una miscelazione ottimale dell’aria che viene diffusa nell’ambiente per convezione naturale. Non è necessario quindi usare motorini o ventole che sono comunque rumorosi e alzano polvere
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A CURA DI Gilda Ciaruffoli
FOCUS CAMINI E STUFE
camini e stufe a bioetanolo, gas, elettriche Un gioiello luminoso Open, firmato da Alex Sacchetti, è un caminetto a bioetanolo caratterizzato da un design semplice ed estremamente versatile, adatto a soddisfare le esigenze di calore di ambienti giovani e moderni. Il biocamino Open ha un’installazione a parete e come tutti i caminetti a bioetanolo Brandoni non necessita di alcuna canna fumaria. Disponibile in differenti colorazioni della scala RAL, è personalizzabile su richiesta. Le dimensioni in mm sono 700x510x275. Open di Brandoni
Un segno inossidabile Aires è il camino a bioetanolo proposto dall’azienda australiana Cocoon Fires, e distribuito in Italia da Oekotherm, disegnato dal giovane designer Federico Otero. Aeris è un camino sospeso al soffitto. Lo stelo telescopico permette di regolare l'altezza tra il soffitto e la struttura in qualsiasi momento. Il camino, realizzato interamente in acciaio inox, è inoltre girevole a 360°. Il Cocoon Aeris non necessita di canna fumaria, non fa fumo né odore e non necessita di manutenzione. Il serbatoio ha una capienza di 6 litri e un’autonomia di 6 ore. Aires di Cocoon Fires
Come un quadro Il camino elettrico Ardes+Medicura con comando a distanza è caratterizzato da un look elegante, con vetro bombato ed effetto fiamma a ceppo ardente. Studiato per essere posizionato sulla parate, il camino raggiunge una potenza di 1.500 W e dispone di un timer programmabile fino a 7 ore e mezza. Con un apposito dispositivo di protezione dal surriscaldamento, può essere utilizzato anche con il solo effetto estetico del fuoco (a basso consumo) e con luminosità regolabile. Il suo peso è di circa 12 kg, mentre le dimensioni in mm sono 900x140x455. Camino elettrico di Ardes
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Un classico camino a… gas!
Vampata scultorea Olympia è il camino scultura di Bronpi, distribuito da Noesi, che poggia semplicemente sul pavimento, a centro stanza o in un angolo della casa, e non necessita di alcuna canna fumaria né opera muraria. Olympia, le cui misure sono 1200x400 mm, con un peso di 27 kg, riscalda fino a 64 m2 ed è garantito 5 anni. Il bioetanolo è un combustibile che non produce fumo, cattivi odori, residui incombusti, ma possiede tutte le caratteristiche estetiche e caloriche di una bella fiamma viva. Olympia di Bronpi
Le linee del caminetto a gas Riva2 800 di Gazco, distribuita in Italia da Oekotherm, riprendono le forme squadrate dei camini classici a legna, ai quali si avvicina nell’aspetto anche grazie al rivestimento in vermiculite e ai pezzi di legna in ceramica. Con una portata termica di 9 kW e un rendimento dell’82% consente di riscaldare anche ambienti di grandi dimensioni. Ampia la gamma di cornici classiche in pietra, con la possibilità di incassare completamente il camino nella parete senza profilo e cornice a vista. Il Riva2 800 è un prodotto a camera stagna a tiraggio naturale che non necessita di canna fumaria tradizionale. Per lo scarico utilizza un tubo coassiale che può uscire a tetto (percorso verticale) o in parete (percorso orizzontale). Riva2 800 di Gazco
Il focolare a tavolino Il biocamino Focus di Ozzio design è incorporato in un elegante tavolino da salotto. È dotato di bruciatore e kit comprensivo di accendino lungo, imbuto, coperchio per spegnimento fiamma. I bio camini permettono a ogni casa, fino al più piccolo appartamento, di avere un “punto fuoco” di alto design. Come tutti i biocamini, Focus si presenta come un elemento d’arredo che non sostituisce l’impianto di riscaldamento ma ha una funzione calorifera che viene totalmente sfruttata non venendo aspirata dalla canna fumaria. Designer Giuliano Cappelletti Architetto/Studio Ozeta. Focus di Ozzio design
Calore a 360 gradi Globe, il biocamino free-standing con focolare aperto a bioetanolo della svedese Vauni, è dotato di un piede che può essere ruotato di 360° per una vista sulla fiamma ottimale e una massima flessibilità d’utilizzo. Globe è dotato di bruciatore di etanolo che brucia senza generare fumo, fuliggine o cenere; la dimensione della fiamma può essere regolata in modo continuo. L’esterno può essere in ghisa con finitura opaca e granito nero lucido. Globe di Vauni
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camini e stufe a legna Cocktail di calore aria umidità
Linee di ruvida eleganza
La serie Aerjolly di Jolly Mec si compone di termocamini ad aria umidificata. L’alimentazione a legna ad alto rendimento consente una combustione controllata e prolungata, in grado di riscaldare abitazioni fino a 285 m2 tramite la canalizzazione dell’aria nei vari locali. Questi termocamini sono composti da uno scambiatore di calore in acciaio speciale a doppia parete sagomata, coibentato con un materassino di lana di roccia e un mantello in lamiera zincata per contenere al minimo la dispersione termica. Il tubo dell’aria comburente inoltre può essere collegato direttamente con l’esterno: l’ideale per le case a basso consumo energetico perché non altera i ricambi di ossigeno all’interno dell’ambiente. Aerjolly di Jolly Mec
Interessante evoluzione per Metafocus 1, camino con porte in acciaio grezzo dall'aspetto rugginoso e cerato. Rispetto alla versione precedente con mattoni refrattari, Metafocus 1 presenta un focolare a tenuta stagna; la versione aggiornata coniuga dunque estetica ed efficienza ponendosi come un’ottima alternativa per gli appassionati di design. Tra le caratteristiche: rendimento molto alto (83%), potenza nominale pari a 15 kW unitamente a un valore basso di emissioni (0,1%) e di polveri sottili (11 mg/Nm3). Metafocus 1 di Focus
Sinuosità d’impatto Prestige Magic di Lotus, distribuita in Italia da FC srl, è una stufa rivestita in vetro nero caratterizzata dal sistema Comfort Automatik di immissione d’aria temporizzato che facilita il processo di accensione e di ricarica. Sotto la camera di combustione è inoltre disponibile un vano apribile utile per nascondere la legna, che in questo modo oltre a non essere “in vista” non darà nemmeno problemi di pulizia. Su richiesta è invece possibile inserire un kit di pietre da accumulo nel vano superiore allo sportello per aumentare il potere di riscaldamento della stufa, oppure richiedere il piedistallo girevole a 360°. Prestige Magic di Lotus
Le tre facce dello stile Forma è una linea di termocamini a legna caratterizzata da importanti contenuti tecnologici, come Comfort Air, il sistema brevettato che può scaldare più ambienti anche non comunicanti, fino a una distanza massima di 8 metri con 60°C in uscita. Nella scorsa stagione la gamma dei termocamini estetici Forma è stata completata con un nuovo prodotto trifacciale a penisola che va ad aggiungersi ai modelli già disponibili nelle forme frontali, bifacciali, angolari e trifacciali. Anche questo nuovo modello può essere fornito di una cornice di compensazione Passe Partout spessa 5 mm, prestandosi così a installazioni senza rivestimento. Forma di MCZ Group
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Fiamme a colori
Pietra ollare modulare
Columna è la stufa a legna della casa Oranier, distribuita da Oekotherm, rifinita con intonaco minerale che può essere colorato a piacere. All’interno della stufa si trovano 100 kg di pietra Oranier CalorPIÙ che catturano il calore e lo rilasciano in maniera graduale per molte ore. Il piano superiore regolabile, in acciaio, permette di scegliere in qualsiasi momento quanto calore radiante e convettivo deve essere rilasciato in un certo istante. I valori di emissione sono nettamente inferiori non solo agli attuali valori limite in Italia e all'estero, ma anche ai futuri limiti di emissione già pianificati in Germania (BimSchV), che diventeranno quelli più severi a livello europeo. Columna di Oranier
Ollarfire 11 è realizzata in pietra ollare scandinava. Oltre al rivestimento esterno, anche all'interno della stufa, direttamente sopra la camera di combustione, sono posizionati dei blocchi di pietra ollare per massimizzare l'accumulo di calore. In alto, la stufa ha una comoda griglia per aprire e chiudere il flusso dell'aria convettiva naturale. Il focolare stesso, grazie a un avanzato sistema di combustione e al rivestimento della camera di combustione in vermiculite, assicura un elevatissimo rendimento. La stufa è disponibile in più altezze e con peso variabile dai 425 ai 575 kg. Ollarfire è distribuita in Italia da Oekotherm. Ollarfire 11 di Ollarfire
Volumi destrutturati La stufa/camino Turn può ruotare a 360° permettendo di indirizzare il fuoco sempre nella direzione desiderata. Sul fianco della stufa/camino si trova un pratico vano legna con contrappeso integrato che provvede al bilanciamento della struttura e le garantisce stabilità nonostante piedistallo e scarico fumi siano decentrati per conferire al prodotto una raffinata eleganza. Turn è disponibile a scelta con vano legna sul lato destro o sinistro, in acciaio verniciato nero, grigio o marrone. Turn di Skantherm è stata disegnata da Schweiger & Viererbl ed è distribuita in Italia da Oekotherm. Turn di Skantherm
Massima resa in minimi spazi Il caminetto Studio Design 2 di Stovax, distribuita da Oekotherm, arreda come un camino, ma ha l’alto rendimento e i bassi consumi di una moderna stufa a legna. Con una profondità ridotta a 35 cm e un’uscita fumi di soli 150 mm rappresenta un prodotto unico nel suo genere. Il rendimento termico del camino Studio Design 2 è elevato quanto quello di una stufa/camino grazie all’innovativo sistema di costruzione di questo focolare, ideato da un gruppo di ingegneri e designer inglesi. Studio Design 2 di Stovax
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PER ESSERE PROTAGONISTA DELLA TUA CASA
Se il caminetto a legna lo disegni tu Sistema Facile Palazzetti è la prima struttura “fai da te” completa per realizzare il rivestimento del proprio caminetto. Facile, economico, creativo: costituito da un’ampia serie di elementi modulari combinabili in fibrogesso leggeri, resistenti e tinteggiabili, questo sistema permette la massima personalizzazione sia nelle forme, sia nella scelta dei colori. Mensole, panche, porta legna, cornici e punti luce sono facilissimi da montare e già predisposti con tutti gli accorgimenti tecnici necessari per il funzionamento del caminetto (prese d’aria, fori per la canalizzazione, etc). Sistema Facile di Palazzetti
camini e stufe a pellet
Stufa salva spazio Denise è la stufa a pellet “salva spazio” caratterizzata da una profondità ridotta e dalla possibilità di essere posizionata ad angolo, per sfruttare le zone meno utilizzate della casa. Eccellente la resa termica, grazie all’unione di due principi di riscaldamento: l’irraggiamento e la convezione. In meno di 30 centimetri di larghezza Denise racchiude il cuore della tecnologia a pellet Palazzetti, con un’estetica elegante e raffinata: legno teak e vetro specchiato che, da spenta, cela il braciere, ma da accesa apre la visione della fiamma. Denise di Palazzetti
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Basta un… touch Il modello Video a pellet è caratterizzato da un look che si ispira al design di smartphone e tablet, abbinato a diversi corpi stufa e relative potenze e prestazioni: LP ad aria calda ventilata e con due livelli di potenza, 6 e 9 kW; LX ad aria canalizzata con livelli di potenza 9 e 12 kW; LW per il riscaldamento dell’acqua, con livelli di potenza 12,15 e 20 kW. Gli apparecchi da riscaldamento proposti da Caminetti Montegrappa hanno rendimenti certificati tra i più alti della categoria, grazie anche ad applicazioni tecnologiche come Automatic Power System (per un calore costante) e KCC – Kit controllo combustione. Video di Caminetti Montegrappa
Calde atmosfere
La buona stella
Serbis è un camino a pellet brevettato prodotto da L’Artistico. La sua alta potenza lo rende adatto a locali di grandi dimensioni. Il modello Serbis CN, grazie al sistema di tubi Airchauf, può inoltre distribuire in modo ottimale il calore in tutta l’abitazione. Con i modelli a doppia ventilazione, l’aria fuoriesce attraverso due bocchette superiori da 150 mm e una seconda uscita laterale con un ulteriore ventilatore dedicato canalizzabile; questo altro condotto, del diametro di 80 mm, consente di spingere l’aria fino a 5 metri di distanza. L’innovativo sistema di riscaldamento è reso possibile da un doppio bruciatore nel quale viene caricato il pellet, in grado di sviluppare una potenza elevata di 14 kW. Serbis di L'Artistico
Olimpia Splendid presenta Olympia Pellet Sfera Plus, la stufa a pellet disegnata da King & Miranda e rivestita in raffinata ceramica smaltata, con un particolarissimo motivo a sfera e decoro in rilievo, disponibile in due colori (beige e bordeaux). La stufa ha un peculiare sistema di alimentazione che, tramite l’utilizzo di un trinciatore volumetrico a stella al posto della coclea, evita i problemi riconducibili ai residui di pellet e garantisce costanza nel caricamento. I risultati sono stabilità della fiamma ed elevata semplicità nell’accesso e nella manutenzione. Il braciere e lo schienale in ghisa garantiscono prestazioni eccellenti e la doppia combustione permette un maggior rendimento calorico e la fuoriuscita di fumi più puliti. Olympia Pellet Sfera Plus di Olimpia Splendid
Giochi di materie e colori Il design della stufa P937 di Piazzetta nasce dall’idea di due volumi, ciascuno con una sua funzionalità: uno in primo piano che accoglie il fuoco, l’altro la tecnologia del focolare a pellet. Il rivestimento in maiolica è studiato e realizzato in due colori (ardesia in primo piano e bianco in secondo piano) per esaltare i volumi e dare ancora maggiore centralità visiva alla fiamma. Gli accostamenti cromatici a contrasto, nella visione d’insieme, sottolineano oltre ai volumi anche il disegno morbido delle sue linee. Dimensioni: 88x45x120 cm. Volume riscaldabile da 185 a 315 m3; potenza massima 11 kW. P937 di Piazzetta
Le stufe a pellet permettono di risparmiare e di seguire i dettami dell’ecologia. La combustione per gassificazione della legna, la cosiddetta “postcombustione”, oltre a garantire un rendimento termico tra i più elevati, regala emozioni visive uniche al mondo, come le fiamme che danzano lentamente sopra i ceppi apparentemente spenti
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RECUPERO di SONIA MARITAN
rustico
architetto Cesare Miglioli photo Giorgio Patruno disegni Elena Sivori
PROGETTO
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nel progetto
com’è Il genius loci in una corte di fabbricati rurali della tipica campagna lombarda riacquista la sua memoria e la sua identità attraverso un recupero eseguito riscattando tratti, stili e materiali legati al luogo e alla tradizione locale, facendo tornare quell’aggregato alla sua originaria funzione abitativa atta a sviluppare nell’intorno una nascente attività agricola
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com’è
com’era
Il recupero dei fabbricati viene realizzato per la parte residenziale definendo come unica abitazione la planimetria a L di circa 350 m2 per piano collegati da una scalinata elicoidale. In questa pagina alcuni scorci interni di questa prima versione di progetto
U
n attento recupero, partito dallesterno dei fabbricati rurali, di murature ammalorate e in alcuni punti in stato di degrado, ha consentito di salvare una piccola perla del patrimonio architettonico italiano, altrimenti destinata a erodersi sempre più. I lavori coinvolgono grandi volumi geometrici, unità elementari primarie, parallelepipedi e simili elementi organizzati in strutture aperte. I materiali utilizzati sono di tipo tradizionale: mattoni e legno allesterno, cotto e travi lignee allinterno, strettamente connessi alla forma e ai colori che
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coincidono con quelli del materiale stesso. Il contesto è quello della tipica campagna lombarda, nella provincia di Lodi, vicino a Milano, dove un imprenditore vuole sviluppare la sua nascente attività agricola rivitalizzando un luogo preposto a questo anche in passato, secondo un progetto mirato al recupero e alla rivalorizzazione di fabbricati rurali da far tornare alla loro funzione originaria di abitazione: ed è proprio su una porzione di tale fabbricato, che si sviluppa lungo una planimetria a forma di L per circa 350 m2 per piano, che accendiamo i nostri riflettori.
gli ambienti interni nella prima versione del progetto
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com’era SCALA 1:500 PIANO TERRA
prima versione del progetto
com’è
SCALA 1:100 PIANO TERRA
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com’era SCALA 1:500 PIANO PRIMO
La progettazione inizia con un accurato studio di fattibilità, supportato da una ricerca di stili e materiali legati al luogo e alla tradizione locale, tratti del genius loci da recuperare insieme a mattoni, travi e ogni dettaglio architettonico che rappresenti il lessico dellidentità primigenia di questa costruzione: lesterno viene tinteggiato con il color giallo lombardo e arricchito da pilastri in mattoni a vista, che delineano il grande portico e il cortile dingresso; i prospetti ripropongono numerose aperture sviluppate in modo simmetrico e intervallate da ampie vetrate per far fluire allinterno la luce attraverso gli scorci prospettici della campagna circostante che sembra rimasta in attesa di quella rinascita. La ristrutturazione così ha ridato vita allintorno nel suo complesso, e il recupero dei vecchi fabbricati rurali ha donato allambiente interno comfort, calore e luminosità, sfruttando tutta la luce dai due diversi affacci e creando relazioni intime fra lambito domestico e lesperienza agricola.
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com’era SCALA 1:100
In apertura e nelle pagine successive l’esterno del fabbricato rurale, raffigurato nel suo aspetto finale e negli stadi precedenti. Dalla quarta pagina gli ambienti interni della prima versione del progetto e in quelle successive la planimetria dei due livelli. Il piano terra in questa prima versione del progetto concepito come abitazione unica viene interamente dedicato alla zona giorno, tranne un locale a se stante sulla destra. Il piano superiore invece (sopra) è dedicato alla zona notte e l’area a se collegata da una scala secondaria
com’è
SCALA 1:500 - PIANO PRIMO
prima versione del progetto
Un contesto suggestivo e per larchitetto unesperienza duplice e differita in due tempi. Lintervento ha subito infatti, a distanza di poco tempo, una variante di progetto significativa che ha comportato una nuova distribuzione interna per una porzione del blocco edilizio destinato alluso residenziale.
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variante del progetto
com’è
SCALA 1:100 - PIANO TERRA
A partire da queste pagine le planimetrie e gli ambienti interni della variante di progetto, che suddivide in tre nuclei famigliari la superficie prima destinata a un unico grande appartamento di 350 m2 per piano. La porzione rinnovata riguarda i 170 m2 per livello. Questa variante di progetto ha comportato la ristrutturazione interna del lato sinistro (come da disegno a fianco) e ha un’impronta piÚ moderna
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uno schizzo prospettico della cucina ancora in fase di progetto
Nella prima versione del progetto è stata realizzata unabitazione unica per tutta la famiglia nellampia superficie a L che si estende su due piani, di 350 m2, ovvero larea a uso residenziale dellintero complesso. Un recupero edilizio che i proprietari hanno arricchito con un arredo tradizionale ma curato, riproponendo nella loro dimora elementi pieni di ricordi e personalismi. La progettazione degli interni si era quindi concentrata sulla loro suddivisione con la partizione razionale degli ambienti, riservando la zona
giorno al piano terra e destinando la zona notte al primo piano tranne un piccolo alloggio duplex posto allestremità destra della L; i due livelli sono collegati dalla rampa elicoidale della scala dingresso, realizzata con linee morbide a rappresentare un segno distintivo e moderno. Infine la progettazione si è soffermata sul disegno dei bagni, caratterizzando ognuno di essi con accostamenti di mosaici a rivestimenti più semplici, e con la realizzazione di arredi su misura.
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Successivamente le esigenze del committente cambiano e viene richiesta una nuova suddivisione, in tre nuclei famigliari, rispettivamente di 60, 120 e 170 m2. Le dimensioni lo permettono e così si cerca di dare a ognuno il proprio spazio; mentre per un figlio le linee progettuali e le scelte stilistiche vengono mantenute come per la porzione centrale dellabitazione padronale, sulla quale la rampa elicoidale continua a rappresentare lo snodo principale, per laltro cambiano i gusti, i colori e le esigenze: una distribuzione più funzionale e dinamica, uno stile più moderno e un design più attuale caratterizzano larea che si estende generosamente su 170 m2 al piano terra, adibita a zona giorno, e sulla corrispondente area al livello superiore assegnata alla zona notte.
Dalla pagina 134 in poi le immagini dedicate agli interni della variante di progetto. Il primo piano della porzione rinnovata di 170 m2 (corrispondenti alla metà della planimetria totale a forma di L) assegnato alla zona notte a destra, con lo studio e la zona fitness che si affacciano sul primo livello. Questo invece è dedicato alla zona giorno con cucina, pranzo, living e bagno a cui è affiancanto il blocco scala (a pagina 135 la planimetria della zona giorno)
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com’è
SCALA 1:100 PIANO PRIMO
In questo ambito il progettista può esprimersi totalmente e coordinare allintervento edilizio generale – che ha riqualificato tutto il complesso rurale – il disegno dellinterno, la nuova partizione degli ambienti, la scelta delle finiture e dellarredamento nonché il progetto illuminotecnico, per ottenere una composizione degli scorci domestici più leggera e fluida, connotando la dimora con unimpronta contemporanea. Uno spazio ampio al piano terra propone gli ambienti a enfilade: living, pranzo e, attraverso due grandi varchi e il camino passante, la cucina; un respiro che si amplia anche in altezza attraverso il soppalco del secondo livello che accoglie lo studio e la zona fitness nella lingua centrale di una planimetria complessiva oblunga e riserva ai due lati estremi le stanze da letto complete di cabine armadio e degli ambienti di servizio.
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Le due trasformazioni, in definitiva – questa la condizione più interessante dellintervento – mettono in luce, oltre al grande lavoro di recupero, due stili diversi nellabitare lo stesso involucro secondo il gusto personale e il proprio modo di modellare lo spazio più intimo e rappresentativo di ognuno: la casa. Un intervento importante, per il quale i committenti hanno dovuto affrontare cospicui costi di ristrutturazione, ammortizzati però in parte grazie agli accorgimenti tecnici in materia di risparmio energetico.
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In questa pagina il bagno padronale del secondo livello, in sintonia con il tratto stilistico che caratterizza finiture e arredamento dell’intera abitazione totalmente rinnovata con un’impronta più contemporanea
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p colophon Anno VII – N. 23 MAGGIO-GIUGNO 2013 www.errealquadrato.it DIRETTORE EDITORIALE Vanni Bellini direzione@virgilioeditore.it
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ESPERTO IN STUFE E CAMINI Paolo Masolini info@edilmasolini.it ESPERTO DI ARCHITETTURA LIGNEA Thomas Allocca thomasallocca@live.it ESPERTO DI NORMATIVA TECNICA Antonio Cardellini mg2005@alice.it INVIATO SPECIALE Bruno Maffeis brunomaffeis@libero.it ARCHITETTO DIDATTICO Donatella Ravizza ravizza.d@gmaiil.com BIOARCHITETTO DIDATTICO Cinzia Russo cinziarusso64@hotmail.it CULTORI DEI LUOGHI ANTROPICI Ivana Vio – Fabio Fidone Ivana.vio@uno.it f.fidone@awn.it REDAZIONE DINAMICA Gilda Ciaruffoli gildaciaruffoli@alice.it PROGETTO GRAFICO Luigi Naro LAY OUT GRAFICO Soar: le forme del pensiero GRAFICA E IMPAGINAZIONE Liliana Nori aleteo3@alice.it ELABORAZIONE DISEGNI Elena Sivori
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Amelio Bonfante, Antonio Cardellini, Fabio Fidone, Emma Finetti, Angelo Forgione, Alberto Gorlini, Jule Hering, Mario Kosma, Bruno Maffeis, Tommaso Marchi, Pier Maulini, Cesare Miglioli, Giorgio Patruno, Donatella Ravizza, Laura Rota, Cinzia Russo, Elena Sivori, Ivana Vio La pubblicazione o ristampa di articoli e immagini della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’autore. Gli articoli pubblicati su “R2 Ristrutturo
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