serramenti falegnameria
Progetti di profilo ligneo
I tanti perché di una scelta
Forum in ottica polimorfa
Il pelo ‘di pvc’ nel fienile
Uno sguardo dentro la finestra
Tecnologia in evoluzione
A colloquio con i progettisti
Un tocco di grazia dall’Ahec
IMESTRALE PER LA PRODUZIONE E LA VENDITA DI CHIUSURE, SCALE, FINITURE ESTERNE E INTERNE
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02/2013
EDITORIALE
Il futuro della finestra lignea S
ul futuro della finestra in legno in Italia, ma anche in Europa – perché i serramenti più caratteristici sono quelli del nostro ‘Vecchio Continente’ – ho riflettuto preparando la relazione di un convegno nell’autunno scorso, il cui tema riguardava la protezione totale del legno. Considerato il calo nelle nuove costruzioni, l’accento va innanzitutto posto sulla riqualificazione immobiliare: il 98% degli edifici che saranno presenti tra 50 anni sono già stati costruiti e si stima che le nuove costruzioni costituiranno solo il 2% sul volume totale del costruito. Una fotografia del settore immobiliare che implica anche molte opportunità e una sfida importante, se si considera che il patrimonio immobiliare italiano è il secondo più vecchio d’Europa, dopo la Germania, e che la maggior parte delle abitazioni è stata costruita da più di 40 anni. Gli interventi sull’involucro edilizio, per il 95% eseguiti sugli infissi (il 5% su strutture opache veritcali/orizzontali), relativi al 2010, evidenziano un utilizzo di tipologie prevalenti in pvc (45% pvc – 23% metallo – 22% legno e 10% misto) secondo le statistiche derivanti dalle pratiche inviate a Enea per usufruire dell’agevolazione fiscale inerente la detrazione del 55% della spesa totale destinata alla sostituzione dei serramenti. L'investimento totale è stato di 2.130.000.000 euro e si tratterebbe di capire se siano stati destinati al parco edilizio esistente o nuovo. Perché, accertato che tiene il mercato della riqualificazione e della componente ‘risparmio energetico’, è necessario puntare verso nuovi saperi legati all’eco-sostenibilità e a materiali ad essa sintonici. L’infisso ligneo propone da una parte un materiale coltivabile che anche sotto forma di manufatto, continua a trattenere CO2, dall’altra una finitura che potremmo definire ecologica: la vernice all’acqua, due ingredienti vincenti. E poi, quello che salva l’Italia è la qualità, il valore aggiunto, forse addirittura ‘produrre’ pezzi unici, perché il serramento ligneo è caratterizzato da una filiera lunga e articolata, dove l’eccellenza è davvero data dalla somma di più qualità e cioè da ogni singolo anello della catena produttiva: dall’utensile all’impianto verniciante. Allora, cosa determina la scelta della tipologia di serramento? La destinazione d’uso? Il contesto ambientale? Sarebbe saggio. A fronte della complessità di questo mercato poi, c’è una cosa che accresce la qualità di quello che facciamo: aumentare il contenuto di ‘intelligenza’ nell’offerta che si confeziona, cioè il cosiddetto valore aggiunto, che deriva dalla formazione, l’unico ambito in cui un’azienda dovrebbe investire e che non può esternalizzare. Il fattore estetico diventa in questo senso carat-
teristica indispensabile per un mercato di nicchia, cui dovrebbe puntare questo manufatto. Quindi, da una parte c'è il design del prodotto che deve essere eco-sostenibile nelle soluzioni progettuali proposte, e dall’altra il ciclo produttivo, agevolato dall’utilizzo di un materiale ecologico come il legno, che può portare alla realizzazione di manufatti a basso impatto ambientale e permettere di realizzare prodotti il cui ciclo di vita sia in grado di chiudersi su se stesso. E poi, non dimentichiamolo, la finestra costituisce un componente edilizio essenziale, da scegliere con cura, è un elemento di congiunzione fondamentale fra l’interno e l’esterno, con una vita media lunga che spesso coincide con quella dell’edificio: una scelta importante, una cultura da trasmettere. Così l’innovazione e il design, cui puntare nel settore serramentistico, tracciano la strada di ‘domani’, come mediazione tra funzione e dimensione estetica da un lato, tra memoria e futuro dall’altro. Per questo, è possibile affermare che l’innovazione sostenibile, oggi, costituisce un reale fattore di competitività per le imprese del settore legno. Tutte. In definitiva, ritengo che il futuro della finestra lignea debba appartenere a un mercato di alta qualità, in cui proporre serramenti tecnologici con un’immagine contemporanea. Il legno, senza dubbio, deve essere considerato un materiale attuale, perché proprio l’evoluzione tecnica continua ha portato al desiderio di manufatti che enfatizzino caratteristiche estetiche, materiche e tattili sempre più straordinarie, anche dal punto di vista figurativo, e la ‘naturalezza’ di alcuni è una delle inclinazioni più forti. Ecosotenibilità, qualità, design, attualità, i valori che distingueranno il serramento di domani: un patrimonio da esportare anche fuori dai confini del nostro Stivale come un fiore all’occhiello del made in Italy.
soniamaritan@virgilioeditore.it
SF 3 Foto di Claudio Porcarelli
sommario editoriale
3 di Simone Colombo
Il futuro della finestra lignea di Sonia Maritan
appunti
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di Amelio Bonfante
up to date
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Il 15% degli utili aziendali come stipendio in più di Michela Vassena
La riqualificazione del foro finestra è un ‘nodo’ primario
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di Sonia Maritan
intervista
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Percorsi incrociati di Sonia Maritan
marketing
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Diamo un senso alla crisi
La parola al perito
di Patrizia Esposito
intervista
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Commissione legno UNI: i trattamenti del legno
Un tocco di grazia di Mario Kosma
Il pelo nel fienile di Alessandro Romitii
I grandi Marchi 33
di Antonio Cardellini
dall’AHEC
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Dal rosso di Sayerlack al rosso di Sherwin Williams di Sonia Maritan
una finestra sul mondo
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Florida: lo standard dei serramenti contemporanei di Ivana Vio – foto di Fabio Fidone
azienda
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Una parabola ascendente di Amelio Bonfante
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Indirizzi
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sommario Focus sistemi: l’infisso contemporaneo Presentazione: E luce fu
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di Sonia Maritan
L’infisso contemporaneo
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di Bruno Maffeis
I serramenti in legno: i tanti perché di una scelta
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di Cinzia Russo
Vetrate a profili lignei nel golf club scandinavo
Uno sguardo ‘dentro’ la finestra Azienda: Tagli di luce zenitale di Arianna Inzani
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di Angelo Forgione - foto di Thorbjoern Hansen
Arte e architettura nell’università svedese
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Rassegna serramenti
Presentazione: Ottiche polimorfe
Rigore formale e integrazione tecnologica
Introduzione: Tendenze in atto
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di Gilda Ciaruffoli
di Bruno Maffeis - foto di Åke E:son Lindman
di Donatella Ravizza
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di Sonia Maritan
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di Bruno Maffeis
50 anni di finestra: dallo stucco alla domotica
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di Angelo Forgione
Il finestrato ieri e oggi, cosa cambia domani?
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di Samuele Broglio
A colloquio con i progettisti in tema di serramenti
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di Sonia Maritan
Speciale High tech Tecnologie in evoluzione
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di Gilda Ciaruffoli
Utensili & Tecnologie per la lavorazione del legno Dall’Acimall
90 95 90
In copertina, l’appartamento MP, S. Cristoforo al Lago, Pergine Valsugana (TN) - progettazione di Burnazzi Feltrin Architetti (www.burnazzi-feltrin.it) 2010/2012 Foto di Carlo Baroni coperta dai diritti d'autore. Il progetto verrà pubblicato nel n° 147
appunti LEGNO&EDILIZIA 14-17 marzo (VR) 1° Vertice italiano LA FINESTRA IN LEGNO Per la prima volta il mondo della produzione italiana di finestre in legno si incontra a "ranghi uniti". Il comparto, riconosciuto sul mercato internazionale come un’eccellenza del made in Italy, costituisce una voce importante all’interno dell’edilizia. Questo settore, costituito da industrie, imprese artigiane, tecnici installatori, rivenditori qualificati, ricercatori, centri sviluppo qualità e innovazione prodotto, si riunirà al completo per trattare tutte le ragioni della finestra in legno italiana nella cultura del costruire, nei suoi valori di prodotto, nei suoi numeri economici, nelle sue prospettive di mercato. Vi aspettiamo il 16 marzo alle 9.30 nella Sala Verdi del Palaexpo - www.legnofinestraitalia.it
POVERI SIAMO TUTTI PIÚ ott dito, o Interno Lordo) o di red
(Prod Si parla sempre di PIL cioè che esso è un flusso, ma bisogna ricordare l caso di caso di crescita) o, ne (in e ion laz mu cu 'ac un to ta; è chiaramente un da diminuzione, una perdi e della ale si basa la valutazion importantissimo sul qu re di . Ma noi vogliamo parla congiuntura economica l tempo è stato stock, cioè quanto ne ricchezza, che è uno portanti è stato calcolato da im accumulato. Ebbene, 11 e il 2012, e questo stock, tra il 20 istituzioni finanziarie ch si grandi macroaree, esclu sia diminuito in tutte le l 2,9% , in cui è aumentato de ca eri Am rd No il e na la Ci uardante ente. Il dato globale, rig e dell'1,3% rispettivam 5% della diminuzione di oltre il il Mondo, registra una ssione del 2009, do della Grande Rece rio pe il po Do . za ez ch ric e tributo alla gato un ulteriore grand l'Europa nel 2011 ha pa e si è ricchezza (il 13,6%), ch diminuzione della sua ria e che sta si economica e finanzia cri la n co a tat es nif ma a testimonianza la le: in Italia ne sono un sconfinando nel socia di lavoro diminuzione dei posti valori dei titoli zioni, e la caduta dei e dei prezzi delle abita iglie una ha provocato nelle fam borsistici; tutto questo rdi ezza di ben 1.500 milia diminuzione della ricch 12). 17% - 28 novembe 20 di Euro (calcolata nel
SCEGLIAMOLO PERCHÉ… La scelta del legno, un materiale coltivabile, non pone limitazioni grazie all’enorme disponibilità di alcune specie legnose che risultano in abbondanza rispetto alla domanda, nonostante la crescente richiesta dell’ultimo decennio. Si pensi ad esempio che nella piccola Austria ogni secondo cresce un metro cubo di legno, e in dieci secondi un parallelepipedo alto dieci metri e avente i lati da un metro. In media, soltanto il 60% della produzione boschiva viene utilizzata per l’industria, il restante diverrà humus, per cui molto spesso il taglio del legno risulta indispensabile per la salute del bosco; la mancanza del taglio, infatti, ne provocherebbe l’invecchiamento.
DA FEDERLEGNO
Il sistema legno-arredo nel 2012 ha raggiunto un fatturato di 28,4 miliard i di Euro, con una diminu zione dell'11% sul 20 11 e del 33% sul 2007.
ORA LEGALE
e il 31 notte tra il 30 lla e n rà e rn To 2012 vi è ra legale. Nel l’o 3 1 0 2 o rz a m i eneromplessivo d c io rm a sp ri stato un consumo quivalente al gia elettrica e miglie. È di 205.000 fa medio annuo i 10 anni, he, negli ultim c to la o lc a c stato ato in per l'Italia è st le ta to io rm a il risp nno oni di Euro l’a ili m 0 0 1 i d ia med umento del el continuo a d to n o c to u n (te ergia). costo dell'en
INFISSO A IM L K ’È C O Z R DAL 7 AL 9 MA ienza energetica di Klimahouse,
ma effic svolgerà la pri Sulla scia dell’ i s , 3 1 0 2 o rz liera l 7 al 9 ma e rivolto alla fi n a Bolzano, da lo a s o v o u n del limainfisso, il on esclusione c edizione di K te ia c c fa e a finestre, porte era a cadenz fi lla e produttiva di d e n io z za e o. La specializ estinata, com d , te n prodotto finit e c in v ula ttotituisce la form rcianti, costru e m m o c biennale, cos i, m a legn hitetti. rramentisti, fa gegneri e arc visitatori a: se in i, ic n c te o gettisti term ri metallici, pro
appunti
I L CR O WD F U N D I N G
Dopo aver esaurito tutte le risorse aziendali e personali, aver (spesso inutilmente) chiesto alle banche ulteriori finanziamenti, aver provato a battere la strada delle obbligazioni societarie, . 12 20 e br m ce una novità può venire in aiuto delle esauste Legge n. 221 del 17 di È stato convertito nella e lar casse aziendali. co o le seguenti di parti am ali gn se à, vit no e rs Si tratta del “Crowdfunding”, finanziamento Tra le dive effettuato attraverso piattaforme online interesse: partire dal 2013 per le a ni an 3 r pe % 19 l dedicate. Crowd significa folla e funding • la detrazione de ative ov inn p t-u ar st lle ne ti finanziamento e il crowdfunding non è altro r investimen somme impegnate pe isi qu re di isa ec pr to ol che un processo di collaborazione di più e a una serie m (che devono risponder , ica om on ec a persone che utilizzano in comune parte delle cit es importanti per la cr ti), in quanto ritenute la proprie risorse finanziarie per sostenere le ovanile), per upazione (sopratutto gi cc ll'o de to en um l'a r idee (spesso innovative) di persone, pe l rischio, ll'imprenditorialità e de de , za en ar sp tra lla organizzazioni o aziende. de cultura li esteri e per la ta pi ca e ti len ta di ne Essendo un processo che è all'inizio, bisogna per la possibile attrazio essere molto cauti nella scelta della mobilità sociale; ovativi, inn ti et og pr i r pe i piattaforma e nella proposta che s’intende nd fo % dei • la destinazione del 25 I; far finanziare. Comunque, la base normativa tale, a favore delle PM gestiti dall'Agenzia digi ). ra st de è il DL 179 del 2012 (nella parte dedicata ding (vedi l’appunto a un df ow cr l de ne zio • l'introdu alle misure per la nascita e per lo sviluppo delle start-up innovative), che prevede anche il controllo della Consob e un registro apposito. La materia è, comunque, in continua evoluzione. OLATI V E G A I T N E (20 dicembre 2012) A NZIAM
O BIS DL N. 179 SVILUPP 012 DEL 18 OTTOBRE 2
FIN USTRIALI D IN I T T E V E un o, attraverso PE R I BR ic m o n o c E o ilupp
ello Sv (Fondo Il Ministero d istituito, l'FNI o s s e a d to n me tiva una apposito stru ha reso opera ), e n o zi a v o n r l'In ti sullo Nazionale pe novativi basa in i tt e g ro p i r o pe indulinea di credit della proprietà li to ti i d le ia tr indus sfruttamento elli. isegni e mod d i, tt e v re b è evolati striale, cio anziamenti ag n fi e d e c n o c redito i 300 Tale linea di c porto totale d im n u r e p li dustria ogni alle imprese in i 3 milioni per d o im s s a m con un iedere milioni di Euro ni, senza rich n a 0 1 i d o d o r un peri 012) progetto e pe (6 dicembre 2 li. a re o li a n o garanzie pers
P RE F E RI A M O L O P ER C H É … La scelta del legno come materiale sostenibile è giustificata da fattori fortemente caratterizzanti, a partire da quelli legati alle forme di gestione boschiva rispondenti a determinati requisiti di “sostenibilità”, secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
DAL 28 FEBBRAIO AL 2 MARZO C’È S AI
E 3
La prima edizione del Salone della filiera di produzione del serram ento e delle finiture di interni ed esterni ap rirà a Bologna, a cavallo di febbraio e m arzo 2013: in esposizione l’alta specializzaz ione di un prodotto lavorato e confezionat o in Italia al 100%, con i grandi maestri ita liani del serramento e delle finiture d’interni ed esterni. Dopo la fiera di riferim ento internazionale nel settore delle piastr elle e quella basata sulla riqualificazione ed ilizia, una formula del tutto nuova per il SAIE 3, che prenderà vita sul web, in fiera e in città con gli eventi collegati al Salone.
appunti
Osservatorio economico
Il settore edilizio attraversa una forte crisi; diminuiscono fortemente gli investimenti, i finanziamenti (in particolare, i mutui) e i posti di lavoro. Da Anit Nel periodo che va dal 2008 al 2012 le nuove abitazioni o dello IT ha inviato al Minister Il 3 dicembre 2012 AN cusono diminuite del 54,2%, gli interventi nell'edilizia non sue osservazioni sul do Sviluppo economico le residenziale privata del 31,6%, le opere pubbliche del riguardante la strategia mento in consultazione : he ific ec 42,9%; si salva soltanto il settore della riqualificazione le richieste sp energetica nazionale. Tra gli de ca eti erg en lificazione con un aumento del 12,6%. • fondamentale la riqua iouz rid lla su o nd nta pu are Nel periodo 2007/2011 sono stati persi 360.000 posti di edifici esistenti da realizz ifie non solo sulla divers ia erg en di i um ns co i lavoro, mentre i finanziamenti per l'edilizia abitativa sono ne de ionamento; cazione dell’approvvig diminuiti del 38,2% e del 44,3% quelli per l'edilizia non nuova devono essere • gli standard sull’edilizia residenziale. endo però conto delle sempre più stringenti ten cli Nel 2012 gli investimenti in termini reali sono diminuiti lle nostre variegate zone necessità e criticità de del 7,6% a fronte di una perdita del 5,3% nel 2011; la matiche; ran sa re ne ge entivi di vario previsione per il 2013 è per una ulteriore perdita del • detrazioni fiscali e inc lla de to rca me il ire e ripart 3,8%. In questo modo si arriverebbe a una diminuziono indispensabili per far ne totale degli investimenti per il periodo 2008/2013 di riqualificazione: uttuo essere definitive e str nn vra do ni zio tra de i tal ben il 30%. (5 dicembre 2012) sufgrammate per un tempo rali, o in alternativa pro le gno 2013, il bonus fisca ficiente (da gennaio a giu detraimenti scende al 50%, per il cambio dei serra bile in 10 anni), niche maggiori indicazioni tec - maggiore controllo e to, to a tutto il provvedimen potrebbero essere di aiu auspi(eco-prestito) sarebbe - un contributo iniziale sore erventi di un certo spes cabile per tutti quegli int co). (economico ed energeti 13.pdf) s/Osservazioni_SEN20 (http://www.anit.it/doc
Abitiamolo perchè…
Impariamol o perchè… La deforestaz
ione tropicale , per via indir responsabile etta, è del 15% delle immissioni di nell’atmosfera gas serra . È la causa d i u n in q u a tutte le auto inamento pari , i treni, le na v i e g li aerei esistenti sulla terra. La recente attivit à d i gestione fore le sostenibile stadelle specie tr o p icali, sulle qu domanda a liv ali la ello globale è in netta cresc sensibilità ve ita, e la rso la salvagu ardia delle fo fortunatamen reste tropicali, te, è al passo . Al contempo gli sforzi attu , nonostante ali, servirebbe ro s c e lt e dano attraente politiche che renla pratica della g e s tione sostenib alcune piccole ile e azioni quotid iane che noi mo adottare, tutti dovremcome il ricicla ggio, la riduz sumo di carta ione di con(utilizzando a d esempio to stoffa anziché vaglie di quelle di cart a ) e la ri chiesta di bo e fatture per llette via elettronica . In iz ia ti ve che conse rebbero un so ntistanziale con tenimento de partendo dalle g li sprechi, forme più sem plici e “dome ad arrivare a stiche” fino quelle su larg a scala.
L’utilizzo, per le nuove costruzioni e per la riqualificazione del patrimonio esistente, di prodotti in legno è giustificato dal fatto che oltre ad essere naturale, sostenibile e con elevate caratteristiche meccaniche, è igroscopico e tende in modo naturale a migliorare il benessere dell’ambiente in cui viene ospitato. Con le soluzioni costruttive in legno si possono ottenere spazi in cui si sposano la massima flessibilità progettuale e applicativa, la leggerezza dei materiali impiegati, la traspirabilità, e l’elevato isolamento termico; inoltre i valori di trasmittanza e sfasamento dell’onda termica estiva del legno non sono paragonabili a quelli di nessun altro materiale da costruzione.
UP TO DATE_ROVERPLASTICK DI
SONIA MARITAN
La riqualificazione del foro finestra è un ‘nodo’ primario Se del 25% di quanto disperso da una finestra è responsabile il cassonetto, la riqualificazione del foro finestra diventa l’elemento cruciale del comfort indoor, come è emerso alla conferenza stampa organizzata il 23 gennaio da Roverplastik a Volano (Trento)
R
Con questo slancio gli ingegneri della Roverplastik, i tecnici specialistici del prodotto, presentano i nuovi quattro prodotti a KlimaHouse: RoverBlok Energy, la gamma MonoBlok, Renova e le soluzioni foro finestra per le case in legno. Iniziando da RoverBlok Energy per scuri a battente con motorizzazione senza fili Yslo, nelle due configurazioni: tradizionale, con il motore posizionato ‘in luce’, e su misura, con il motore incassato all’interno di RoverBlok Energy, particolarmente adatto nei casi di isolamento a cappotto esterno. E ancora, l’ampliamento delle soluzioni MonoBlok: sistema universale di posa integrata del serramento completo di
spalle laterali, cassonetto e guide per avvolgibili, sviluppato per semplificare ogni fase di preventivazione e per ridurre tempi e costi di lavoro ai serramentisti; utilizzabile in tutti i contesti costruttivi e adatto a tutti i metodi di posa, ma personalizzabile rispetto al capitolato dei serramenti, alle misure luce e alla sezione del telaio. Quindi, le 4 nuove versioni PosaClima con le quali MonoBlok amplia la sua gamma: per avvolgibile con avvolgimento diritto, per avvolgibile con avvolgimento rovescio e celino esterno in alluminio (tipologia utilizzata in Trentino Alto Adige), per frangisole a pacco e per persiane frangisole. Il pacchetto ideale per le ristrutturazioni
Disegni di Simone Colombo
ipensare l’intero processo di vendita e il proprio modello di business in modo strategico, comporta fare continuamente innovazione di prodotto e di processo. Come afferma il direttore generale, Mario Liberali, aprendo la conferenza stampa del 23 gennaio scorso: “Ormai non si può più dire: abbiamo sempre fatto così. La forza vendita è chiamata a generare valore per soddisfare un approfondimento intensivo cliente per cliente, che comporta una ri-calibrazione del processo di vendita in chiave di marketing, e per l’azienda una connessione costante dei suoi nuclei fondanti: amministrazione, acquisti e produzione”.
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UP TO DATE_RENNER DI
MICHELA VASSENA
Uno ‘stipendio’ in più: il 15% degli utili aziendali Uno “stipendio” in più contro la crisi con la distribuzione degli utili e il ‘risparmio energetico’ nelle buste paga dei 200 dipendenti di un'azienda controtendenza
invece si chiama Renova, nato per chi desidera migliorare le prestazioni termoacustiche di cassonetti già installati in un contesto abitativo. Il pacchetto per la riqualificazione energetica del cassonetto comprende pannelli isolanti, spazzolini antispiffero, una posa a secco e un intervento risolutivo che non richiede la sostituzione del cassonetto, evitando di intervenire sulla muratura. Da una parte l’azienda risponde così al parco edilizio esistente, il mercato più promettente, e dall’altra a uno dei pochi settori in crescita, quello delle costruzioni lignee. Terminiamo, infatti, con la nuova linea Energy Wood composta da soluzioni costruttive specifiche per le case in legno, versioni rinnovate di MiniBlock, RoverBlok Energy e MonoBlok PosaClima, studiate su misura per le strutture lignee, spesso realizzate a secco e utilizzando prodotti di derivazione naturale, come la fibra di legno. Per ognuno di questi prodotti, preposti a isolare il foro finestra, è cruciale la connessione fra il controtelaio e la muratura, che costituisce il nodo primario, e fra il controtelaio e il telaio (nodo secondario); inoltre i sistemi sono a scomparsa nella muratura e predisposti con tutto il necessario per la realizzazione a regola d’arte delle finiture, una perizia che garantisce anche ottimi risultati estetici per una riqualificazione a 360° del nostro ‘spazio’ di vita.
L'ad Renner Italia, Lindo Aldrovandi, nel corso dell'evento
D
urante l’incontro del 28 gennaio scorso, organizzato nel sito produttivo Renner Italia di Minerbio (Bologna), l'amministratore delegato Lindo Aldrovandi ha passato in rassegna i numeri di una realtà industriale in controtendenza. La multinazionale, che produce vernici per il legno, ha chiuso il 2012 con un fatturato di 68,4 milioni di euro. Un balzo in avanti del +10,3% in un settore non certamente immune alla crisi dei mercati. Federchimica, nei primi nove mesi dell’anno passato, ha infatti fotografato una contrazione delle vendite pari al -10,2%. Del resto, il comparto delle vernici per il legno è strettamente connesso all’edilizia, segmento in grave affanno. Eppure, i 200 addetti dell'impresa riceveranno un bonus di 2.000 euro (importo lordo). Una vera e propria 15esima mensilità. Merito di due iniziative concordate dall’azienda con il sindacato Filctem-Cgil: ‘Il risparmio energetico in busta paga’ e la distribuzione del 15% degli utili aziendali. L’importo deriva dalla divisione del 15% degli utili (1.950.000 euro) e dal risparmio energetico che ognuno ha contribuito a realizzare con le buone pratiche anti spreco (-7,5% su un monte bolletta 2011 di 1,5 mln di euro). L’assemblea è stata anche l’occasione per la consegna del Premio Impresa Ambiente assegnato lo scorso dicembre a Renner dal Ministero dell’Ambiente e Asset - Camera di Commercio di Roma, un riconoscimento per le imprese che contribuiscono allo sviluppo sostenibile.
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INTERVISTA
DI
SONIA MARITAN
Percorsi incrociati Antonio Cardellini, con il quale, come con molte firme di questa testata, ho parlato del nuovo progetto editoriale di Virgilio, mi ha trasmesso tutto il suo entusiasmo per la riedizione di Serramenti&Falegnameria. E credo che la sua “fede” per questa missione documentaristica, la sua integrità e i suoi valori siano d’esempio. Constatazione che ci porta a indagare l’origine della sua personale avventura nel settore, rievocando aneddoti che inaspettatamente fanno ripercorrere anche a me alcune tappe importanti della mia esperienza in questo mondo, dove molti percorsi si sono incrociati
“
Dottor Cardellini, ci racconta l’origine della sua avventura nel settore e in particolare in Federlegno? “Nel gennaio del 1970 ho cominciato a lavorare in quella che allora si chiamava Federlegno (oggi Federlegno-Arredo, in sigla FLA – nome concepito, per comodità, dalla struttura). Il Dottor Mario Giovene ne era il direttore, il Dottor Maurizio Magni, il mio collega anziano (2 anni più di me); io occupavo il posto di un altro collega, che era stato trasferito a Milano per seguire l’attività dell’allora Gruppo Mobili. La sede di Roma era in via Quattro Fontane, ma a giugno ci spostammo in via Toscana (quella attuale), molto più grande e luminosa, dove mi toccò una bella stanza interna, molto tranquilla. E da lì iniziai la mia carriera professionale con sempre più impegni, che affrontai con spirito sereno e senza tirarmi indietro davanti alle pur tante difficoltà organizzative”.
La sede di Federlegno a Roma la ricordo anche io, nel 2006 ebbi il piacere di far visita a Maurizio Magni per condividere con lui e l’editore il nuovo progetto editoriale di R2 Ristrutturo Rinnovo Casa, allora ancora in embrione. Non dimenticherò mai le sue parole di apprezzamento verso i miei editoriali di Serramenti&Falegna meria, che non mancava di leggere considerandoli un’iniezione di entusiasmo, furono lo sprone per continuare la mia attività, e assecondare definitivamente il mio spirito eclettico. Così fu, perché negli anni a venire si aggiunse la direzione di altre testate legate al settore dell’architettura, come Recuperare l’Edilizia, Materiali Edili, Mondo Legno per il BtoB e poi R2 Ristrutturo Rinnovo Casa per il BtoC. Un’esperienza, quest’ulti-
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ma, che condivisi con Maurizio Garavelli, che serbava questo sogno nel cassetto: la creazione di una rivista sulla ristrutturazione della casa. In quell’ufficio, fra loro due, quel giorno, in qualche modo si tracciarono le linee guida del progetto editoriale, tanto che insieme parlammo anche di altri possibili nomi per questa testata. Fu un giorno importante per me, memorabile per il progetto che poco dopo nacque e indimenticabile perché rappresentò la prima occasione di creare una rivista: i suoi contenuti, la sua immagine e la sua anima. Ma torniamo a lei, come proseguì la sua esperienza in Federlegno? “In Federlegno sono stato fino alla fine di marzo del 1981, ricoprendo incarichi nei settori economico, organizzativo e tecnico. Nel 1975, ad esempio, sono stato il primo Segretario dell’appena nata Edilegno, associazione cui facevano capo i Gruppi che rappresentavano le aziende produttrici di porte, finestre, persiane avvolgibili, pavimenti, strutture e case prefabbricate. Nel frattempo, avevo creato la Commissione Comportamento al fuoco, in modo da poter difendere, anche con analisi e prove tecniche, le prerogative del legno nelle costruzioni, sopratutto nella sede del Comitato Prevenzione Incendi del Ministero dell’Interno”. Infatti, il percorso professionale di ognuno di noi, analizzato a posteriori, evidenzia esperienze incrociate, interessanti e spesso inaspettate, che ci connotano fortemente. Nel mio caso, mentre svolgevo l’attività di architetto, mi trovai un giorno del 1999 a colloquio con Maurizio Garavelli dell’Alberto Greco Editore, da cui mi arrivò la proposta di intraprendere la
INTERVISTA
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prima attività giornalistica con Serra menti&Falegnameria. Mi appassionò subito il settore che la testata rappresentava e l’attività che per essa svolgevo, insieme al mondo esterno che le gravitava intorno: fiere, convegni, associazioni e federazioni, dal quale scaturì anche l’attività convegnistica – per Federlegno fra le altre – oltre a quella giornalistica. Invece per lei, cosa ci fu oltre a Federlegno? “In aggiunta ad altre esperienze in FLA, quelle successive, prima come dirigente di una media industria di Napoli, poi come consulente liberoprofessionista sopratutto nel campo della normativa tecnica nei settori del legno stesso, dell’edilizia e dell’arredamento, ricoprii anche la carica di Coordinatore di uno dei quattro Gruppi di Lavoro del CEN/TC 175 (Comitato Tecnico europeo per la normativa delle questio-
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Antonio Cardellini e Sonia Maritan in redazione nei primi anni della sua attività
ni generali riguardanti il legno tondo e i segati); e mi piace ricordare anche il centinaio e più di articoli che ho scritto per le riviste di settore, ma particolarmente per Serramenti&Falegnameria. L‘impegno, espresso in tante attività, rimane tale e mi ha fatto un grande piacere quando lei e Vanni Bellini, il Direttore editoriale, mi avete coinvolto nuovamente nella collaborazione con diverse testate. Pur rendendomi conto dei miei attuali limiti (età, pensionamento, mancanza di collegamenti, ecc.), ho accettato volentieri, perché ritengo che, nell’attuale momento storico, tutti quelli che possono portare un contributo, sebbene minimo, si debbano impegnare in qualche modo. Viviamo in un’Italia strana, dove, qualcuno dice, solo il 30% degli Italiani ‘tira la carretta’ per tutti gli altri e io vorrei che, se fosse veramente così, questo 30% diventasse ogni giorno una percentuale più grande, in quanto solo con l’impegno di tutti possiamo pensare di uscire prima e nel modo migliore possibile da una crisi, che non è solo politica, economica e finanziaria, ma anche sociale e morale. Non è più tempo di indifferenza e di egoismo; ricordiamo come, negli anni Cinquanta, siamo usciti dai disastri della guerra più forti di prima, diventando nel tempo una grande potenza industriale (e ancora oggi siamo all’ottavo posto della classifica mondiale). E non solo: in Europa siamo al secondo posto sia per la manifattura sia per l’agricoltura! Insomma, deve prevalere l’ottimismo della volontà. Mi auguro fortemente che questa rivista sia un esempio fulgido per quanti condividono con me tali convinzioni e un punto di riferimento basilare per un settore, che, per quanto piccolo, rimane sempre importante per il mondo dell’edilizia”. La ringrazio molto, della sua dedizione e delle sue parole, in quanto convinta che lei abbia ragione – pur non avendo vissuto gli anni Cinquanta – e concordo nell’affermare che se il nostro Paese utilizzerà la ricetta del ‘merito, dell’impegno e della serietà’, saprà affermarsi più concretamente nell’Europa e nel mondo. Questo modus operandi caratterizza lo stile di tutte le persone, che come lei, gravitano intorno a questa testata e credono, con slancio positivo, come la sottoscritta, che debba ancora rappresentare il suo settore, nonostante questa crisi renda incerta la sorte di molte testate giornalistiche. Serramenti&Falegnameria ha davvero una personalità forte e una missione autentica e come la Fenice rinasce dalle sue ceneri, così la nostra rivista ritorna con slancio al suo impegno pubblico.
MARKETING DI PATRIZIA ESPOSITO
Diamo un senso alla crisi È possibile scegliere in che direzione avviare il cambiamento: se in meglio o in peggio! Il mio consiglio è cominciare dalle attività più semplici, per esempio le comunicazioni aziendali, organizzandole in funzione dell’obiettivo da raggiungere
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ari lettori, vorrei guidarvi verso la riflessione su come e su cosa viene scritto nelle comunicazioni delle aziende poi inviate a clienti, fornitori o comunque a persone con cui esse hanno contatti di lavoro. Spesso si pensa alla Comunicazione come a una capacità già presente nella natura umana, oppure a una semplice lezione da imparare, ma il peso del suo valore resta fuori dalla conoscenza e dall’anima di chi la utilizzerà. Si dichiara il suo fondamentale contributo alla conduzione delle relazioni fra azienda e mercato e poi, nello svolgere la quotidianità, la comunicazione scompare, si fa da parte e si aprono le finestre e le porte all’abitudine che con un soffio cancella la conoscenza e (purtroppo) l’intelligenza di chi scrive. La comunicazione diventa strumento di improvvisati poeti, letterati o diplomatici che costruiscono discorsi tortuosi e poi se ne innamorano, lasciando al lettore la duplice scelta: o l’eliminazione o l’indifferenza. C’è una strana parola che rappresenta la comunicazione fuori senso: ambage. Essa deriva dal latino amb- intorno e agere condurre, e rappresenta l’immagine multiforme del giro intorno: la pomposa orazione interminabile introdotta da preamboli e premesse ai preamboli, che si articola in parentesi di parentesi, dove spicca il connotato di inconcludenza ricca, di disorientamento vibrante, di tortuosità complessa. È possibile ottenere una risposta adeguata ai propri obiettivi attraverso la gestione della comunicazione: se essa è ben organizzata raggiunge l’obiettivo desiderato, al contrario, se è standard o inconcludentemente ricca, viene ignorata. Il saper comunicare è una conoscenza che deve essere appresa da tutti coloro che credono nelle proprie capacità e vogliono che il mercato ne riconosca il giusto valore. Per questo è importan-
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te assumersi la responsabilità e il controllo di ciò che si scrive. La comunicazione è un elemento strategico, fondamentale per conquistare il mercato, per acquisire nuovi clienti, per dichiarare l’unicità dell’azienda, per risolvere conflitti latenti o dichiarati. Così con l’obiettivo di spiegare meglio il valore della comunicazione scritta e come gestire il suo aspetto strategico, ho preparato alcuni esempi concernenti situazioni che possono presentarsi periodicamente con colleghi, clienti o fornitori. Per praticità a ogni esempio ho assegnato un nome così da differenziarne la struttura e il contenuto riguardo al diverso obiettivo. Prima di iniziare a scrivere è importante avere chiari tre punti: 1. Qual è l’argomento che si vuole comunicare, 2. A chi è indirizzata la comunicazione, 3. Cosa si vuole ottenere con quel messaggio. Questa scaletta di priorità ci illumina nella distinzione fra una comunicazione strategica, attenta e precisa, e un’informazione generica da “copia e incolla”. Vediamo gli esempi: • Le Comunicazioni Dirette. Obiettivo: dare un messaggio chiaro sulle decisioni prese Questa comunicazione non richiede risposta o confronto, ma comunica una decisione presa da un responsabile o dal titolare in merito a un evento o cambiamento. Sinteticità e linearità nel messaggio. • La Comunicazione con Richiesta di Partecipazione. Obiettivo: ottenere soluzioni o collaborazione Quando si vuole motivare un collega, fornitore o dipendente a risolvere una situazione partico-
lare, per esempio con un cliente. Individuata la persona cui si chiede di realizzare quel compito, è necessario fargli capire con parole adeguate che l’azienda conosce le sue capacità e lo ritiene importante, che è la persona giusta e di fiducia per risolvere tale mansione. • La Comunicazione di Cambiamenti. Obiettivo: attuare dei cambiamenti (nel listino, nei pagamenti, nei ruoli) La comunicazione di questo genere è molto delicata, si deve prima di tutto avere la consapevolezza delle reazioni che potrà suscitare quel cambiamento (o prevederle) e che si andranno a modificare anche delle abitudini. Per questo si devono utilizzare parole che evidenzino gli elementi positivi della nuova situazione: vantaggi, nuove regole più efficaci, migliore gestione, ecc. • La Comunicazione di Conflitti. Obiettivo: risolvere situazioni problematiche In questo caso la comunicazione ha un compito molto importante: essa può risolvere o attenuare conflitti o semplici disguidi oppure accentuare la situazione negativa, alimentando il disagio con parole inadeguate. Se l’obiettivo è risolvere, essa deve stimolare il confronto costruttivo e contenere il senso della condivisione: “fino a oggi abbiamo sviluppato e condiviso”, “un fraintendimento nel mio scritto può aver creato disguidi”, “condivido la sua preoccupazione”… E mai essere di barriera: “no, lei ha sbagliato, non è competente”. • La Comunicazione Interna. Obiettivo: passare informazioni e definire eventuali azioni In questo tipo di comunicazione, spesso per la fretta o perché viene dato per scontato che l’altro abbia compreso, si dimentica la chiarezza nell’espressione di ciò che si vuole dire, crean-
PATRIZIA ESPOSITO Esperta in comunicazione e formazione nel settore del serramento, svolge l’attività di consulente in comunicazione strategica e vendita relazionale, personal coach sulla leadership e creatrice di percorsi formativi e clinic su misura. Attenta studiosa dei cambiamenti del mercato e dei comportamenti d’acquisto, sviluppa piani e progetti di marketing innovativi unendo le conoscenze di diversi ambiti, quali artistico, sociologico e psicologico per avere una visione unitaria del mercato. patrizia@gruppoventidue.com www.gruppoventidue.com
do fraintendimenti. La confusione si diffonde e se poi c’è un passaggio multiplo dell’informazione, ecco che nessuno è più responsabile dell’errore, del mancato invio, della comunicazione del nuovo listino: è importante fare chiarezza, stabilire chi è il mittente del messaggio e precisamente cosa vorrei che facesse. Questi sono alcuni esempi-chiave con cui il mercato (composto di clienti potenziali, fornitori e pubblico d’interesse) confronta la coerenza fra le attività svolte dall’azienda e i risultati: sono le semplici azioni quotidiane che rispecchiano i valori in cui si crede veramente. Una chiara incoerenza è parlare di qualità su misura, di finestra creata su misura, di preventivo su misura o dell’attenzione alla persona, quando in realtà si ha un ascolto “superficiale” del mercato. Si presuppone di conoscerlo, in verità si ascolta solo la voce della propria esperienza, che indica comportamenti e strategie legate alle abitudini e all’appagamento che queste hanno creato. I cambiamenti reali si attuano da piccole modifiche dei gesti quotidiani eseguite con attenzione e continuità.
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INTERVISTA
DI
ANTONIO CARDELLINI
Commissione legno UNI: i trattamenti del legno
Fonte: Door 2000, modello porta Stikla
Oltre alle informazioni di carattere generale sull'attività del GL, diamo uno sguardo d'insieme alle norme che si riferiscono ai prodotti in legno per l'edilizia, quali: porte, finestre, persiane, scale, arredi, e rivestimenti esterni
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a Dottoressa Sabrina Palanti è dal 2005 la Coordinatrice di tale Gruppo di Lavoro (GL). Alla nostra richiesta di intervista ha aderito volentieri, tenendo conto che, malgrado tutti gli sforzi fatti in questo senso, la partecipazione ai lavori normativi è molto scarsa da parte sia dei produttori di preservanti, sia di coloro che effettuano la preservazione, sia di chi dovrebbe applicare i preservanti ai propri prodotti finiti (e qui il richiamo è alle aziende artigiane e industriali produttrici di porte, finestre, scale, persiane, rivestimenti, ecc.), sia, infine, dei consumatori finali che avrebbero tutto l’interesse ad acquistare prodotti che non solo si presentano ben fatti, ma anche durabili nel tempo.
A questo punto, desidereremmo che Lei ci mettesse in evidenza il contenuto dei due UNI/TR, pubblicati nel 2012. “Nell’anno indicato sono stati pubblicati a cura dell’UNI due rapporti tecnici sviluppati dal GL 2.
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Il primo, il rapporto tecnico UNI/TR 11436, è stato pubblicato nel gennaio 2012 e ha per titolo ‘Durabilità del legno e dei prodotti a base di legno – Linee guida per l’utilizzo delle norme europee’; esso ha lo scopo di aggiornare gli operatori del settore sugli sviluppi che si sono avuti negli ultimi anni nella normativa che riguarda la durabilità del legno e dei prodotti a base di legno. Inoltre in questo rapporto tecnico sono riportati alcuni prospetti con esempi, corrispondenti a situazioni di servizio, con le raccomandazioni per i progettisti relative alle specie da utilizzare e, nel caso di utilizzo di un trattamento preservante, le raccomandazioni per la classe di ritenzione adeguata e la classe prestazionale in accordo con la UNI EN 599 parte 1 del 2009. Il secondo, UNI/TR 11456 ‘Durabilità del legno e dei prodotti a base di legno – Requisiti di penetrazione dei preservanti del legno nelle diverse classi di utilizzo’, è stato pubblicato a settembre 2012.
Questo rapporto tecnico definisce i requisiti di penetrazione di preservanti del legno in relazione alle classi d’uso e alle caratteristiche di impregnabilità delle specie legnose. È una specifica nazionale che si è resa necessaria per la definizione della corrispondenza tra le classi di ritenzione, definite nella UNI EN 351 e le classi d’uso indicate nella UNI EN 335. La norma europea ha un carattere molto generale ed esprime solo le classi di penetrazione, lasciando ai singoli Paesi membri la libertà di scegliere le classi d’impiego per ogni classe di penetrazione. Questo, a differenza della norma precedente, dove vi era una chiara corrispondenza tra le classi d’uso e le classi di penetrazione”. Oltre a quanto evidenziato sopra, esistono altri documenti tecnici (o norme) che possano interessare particolarmente i prodotti in legno per l’edilizia (porte, finestre, persiane, scale, arredi, rivestimenti esterni, ecc.)? “La normativa sulla durabilità naturale, ben descritta nelle suddette linee guida, è applicabile ai prodotti per l’edilizia che sono utilizzati nella classe d’uso 3, che è quella che riveste maggiore importanza per il legno impiegato in edilizia in Italia. Inoltre, per alcuni prodotti, come le finestre, vi sono delle norme specifiche per la valutazione dell’efficacia dei prodotti preservanti, secondo la UNI EN 330”.
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Prospetto 1 Struttura CEN/ TC 38 WG
Argomento
CEN/TC 38/WG 21
Durabilità – Classificazione (classi di utilizzo – durabilità naturale) Prestazioni – Saggi e specificazioni (legno trattato – preservanti del legno) Test per i funghi (basidiomiceti – microfunghi) Test per gli insetti (coleotteri – termiti) Fattori esterni e precondizionamento Fattori fisici/chimici (metodi analitici) Aspetti legati all’esposizione Classificazione delle prestazioni
CEN/TC 38/WG 22
CEN/TC 38/WG 23 CEN/TC 38/WG 24 CEN/TC 38/WG 25 CEN/TC 38/WG 26 CEN/TC 38/WG 27 CEN/TC 38/WG 28
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INTERVISTA
Sabrina Palanti Posizione attuale Ricercatore CNR dal 2001, responsabile laboratorio Biodegradamento e Preservazione di CNR IVALSA di Sesto Fiorentino (Firenze). Titoli conseguiti 1998 - Corso di perfezionamento post laurea “La Scienza per la Conservazione dei Beni Culturali” (Università degli Studi di Firenze) 1997 - Dottorato di ricerca in Scienze Ambientali (Università degli Studi di Roma “La Sapienza”) 1992 - Laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (Università degli Studi di Firenze). NOTA – Tralasciamo, per brevità, le innumerevoli esperienze in campo professionale e accademico
Nei lavori del GL (e naturalmente del CEN/TC 38) ha inciso in qualche modo il recepimento da parte italiana della Direttiva europea sui biocidi (n. 98/8/CE), che ha lo scopo di tutelare la salute umana? “Tale Direttiva ha prima notificato tutti i biocidi per l’utilizzo nelle differenti categorie e anche per i preservanti del legno (PT8) e poi ha registrato solo quelli che, mediante la valutazione delle loro caratteristiche di efficacia, ecotossicologia e non nocività verso l’uomo e gli animali, risultassero utilizzabili. Proprio riguardo a questo, lo studio della seconda parte della EN 599, riguardante l’etichettatura dei preservanti, è in standby, aspettando che tutto il processo di revisione dei prodotti notificati sia stato completato.” E allora, ci vuole indicare quali sono i preservanti da impiegare per i prodotti finiti? Sali metallici (come il boro o il rame) per arredi
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esterni e prodotti acquosi per finestre, scale e porte esterne? E con quale procedimento (trattamento profondo in autoclave, a doppio vuoto o altri)? “I preservanti che attualmente vengono impiegati nei prodotti per l’edilizia sono applicati superficialmente e sono a base di emulsioni acquose con fungicidi e insetticidi. Nel caso delle finestre, i preservanti sono generalmente applicati industrialmente, mediante un procedimento di flow coating, cioè applicazione del prodotto mediante nebulizzazione. Gli arredi esterni sono generalmente trattati con prodotti a base di sali di rame e altri co-formulanti, mediante applicazione in autoclave. In realtà per la classe d’uso 3 è prevista dalla normativa anche l’applicazione superficiale; in questo caso, vengono utilizzati prodotti a base di emulsioni acquose contenenti fungicidi e insetticidi. Non bisogna, inoltre, dimenticare che, negli ultimi dieci anni, si sono sviluppati sempre più prodotti basati sulla modificazione chimica del legno e che, in alcuni casi, come l’acetilazione, esistono marchi registrati. Poi, vi sono i trattamenti termici del legno che hanno un largo utilizzo nell’Europa settentrionale e che si stanno diffondendo anche in Italia.”
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Ci parli ora di quali sono i progetti di norma e gli argomenti che il GL sta trattando. “Il GL 2, da me coordinato, occupandosi di durabilità naturale del legno e dei prodotti da esso derivati, è molto impegnato a livello europeo nei differenti gruppi di lavoro del CEN/TC 38, Comitato Tecnico presieduto da Magdalena Kutnic dell’Istituto Tecnologico FCBA (Foret Cellulose BoisConstruction Ameublement – Francia). All’interno del TC 38 vi sono numerosi gruppi di lavoro (WG = Working Group); quelli in cui è coinvolta l’Italia, mediante la partecipazione di esperti alle riunioni che si svolgono periodicamente, sono elencati nel prospetto 1. Inoltre, la Dottoressa Elena Conti, ricercatrice del CATAS, è stata nominata recentemente come Coordinatore (Convenor) del WG 22. Nel mese di novembre del 2012 si sono tenute a Parigi le riunioni dei WG 21, 23, 24, 27 e 28, nonché la riunione plenaria del Comitato Tecnico”.
Bene. La ringraziamo moltissimo per tutte queste informazioni che potranno essere utilizzate convenientemente da tutti gli interessati. Nel caso in cui ci fossero sviluppi determinanti nello studio della normativa tecnica, sopratutto nel settore collegato all’edilizia, la invitiamo caldamente a contattare la nostra rivista, che rimane a disposizione per eventuali aggiornamenti. Da parte nostra, ci riserviamo di approfondire, in successivi articoli, alcuni aspetti messi in evidenza in questa intervista, ad esempio le diverse classificazioni.
dall’AHEC
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CURA DI
MARIO KOSMA – FOTOGRAFO: SIMON DEPREZ
Un tocco di grazia L’Acero americano porta calore e luce in un punto vendita di Parigi, la Galerie de Lunettes: un nuovo negozio di ottica, nel centro della capitale francese, arredato con legno di Acero americano
SCHEDA TECNICA Tempi di realizzazione: dal 15 dicembre 2011 al 27 gennaio 2012 Budget: 50.000 Euro Architetti: Dumazer & La Falisse 205 Bis Boulevard Raspail, 75014 Parigi Opere di falegnameria su misura: Bois Design et Agencement – Christophe Desmons et Christophe Michel 92 RN 60 – Le Migneret – 45700 Chevillon/Huillard Impianto elettrico: 2ENR Julien Rouzaud et Mickael Sin Sloim 38 rue Henri Barbusse – 94450 Limeil Brevannes S F 26
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a Galerie de Lunettes è un negozio di ottica situato in Rue Toudic nello spazio che prima ospitava una galleria d’arte. Via Yves Toudic a Parigi si trova in un quartiere in rapido sviluppo con necessità sempre più diversificate. Il negozio ha una superficie di 60 mq, e comprende una zona di 36 mq dedicata alla vendita e un piccolo ufficio al primo piano al quale si accede da una scala a chiocciola situata sul retro. Grande cura è stata posta nella progettazione del negozio per far sì che esso si distinguesse dai molti altri negozi vicini. Per gli interni l’architetto Marion Dumazer
dello studio Dumazer & La Falisse ha scelto il legno di acero americano (American hard maple). La distribuzione dello spazio permette ai clienti di muoversi a loro agio, e la gradevolezza dell’ambiente spesso li trattiene nel negozio piuttosto a lungo. Le nicchie ricavate nel muro sono bene illuminate e su di esse vengono artisticamente esposti gli occhiali i cui modelli e colori variano a seconda della stagione. Il mobile che contiene gli occhiali è costruito in compensato e rivestito con impiallacciatura di acero americano. Una semplice mano di vernice di colore naturale è stata applicata all’impiallacciatura. Sulla parete opposta si trova una collezione di specchi di forme diverse che i clienti usano per provare i vari modelli di occhiali. L’idea architettonica si rifà all’originale destinazione d’uso dello spazio e prevede l’esposizione degli occhiali come se fossero opere d’arte. La collezione di occhiali in vendita comprende marchi ricercati e di gusto retrò, come Garrett Leight, Graz, Lunor e Prism London. “Abbiamo disegnato il mobile contenitore usando legno chiaro” dice l’architetto Marion Dumazer. “Esso si allunga e segue le curve del muro per creare zone espositive attraenti, visibili dall’esterno attraverso la vetrina. Abbiamo scelto l’acero americano per il suo colore chiaro e per la sua venatura. Il committente voleva ottenere un’atmosfera diversa da quella di altri negozi di ottica che tendono ad essere piuttosto freddi, quasi “ospedalieri”, e ha optato per una soluzione calda, naturale e di gusto femminile”.
AMERICAN HARDWOOD EXPORT COUNCIL L'American Hardwood Export Council (AHEC) è la più importante associazione internazionale di settore per il legno di latifoglie americana. Rappresenta le società USA impegnate nell'esportazione di tali essenze, nonché le maggiori associazioni di settore dei prodotti in legno di latifoglie americano. L’AHEC è sempre a disposizione di architetti, designer e clienti finali per fornire informazioni tecniche sulla gamma di specie esistenti, sui prodotti e sulle fonti di approvvigionamento. L’AHEC offre una serie di pubblicazioni tecniche che si possono ordinare gratuitamente visitando il sito www.americanhardwood.org A sinistra la vetrina del negozio su Rue Toudic a Parigi In questa pagina due scorci dell’interno
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LA PAROLA AL PERITO DI ALESSANDRO ROMITI
Il pelo nel fienile Ineluttabile, per questa perizia, il diverbio in sottofondo fra ‘sostenitori’ di finestre in legno o pvc. Comunque, la situazione di una chiara inconsistenza di difetto è palese. Si tratta di una anomalia estetica, resa più grande solo dall’eccezione figurativa legata alla capacità di riscontrare una ‘soluzione della continuità’ che è inevitabile, al processo di produzione. Il processo è legato alla minore temperatura di fusione del pvc. È come discutere della correttezza del nodo di una cravatta su di un vestito che ha le maniche corte alla giacca!
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ebbo impegnarmi a mantenere un atteggiamento laico, sulla trattazione dell’ennesimo caso di contrapposizione sulla diversa qualità che esiste tra la generica categoria dei serramenti di Pvc e quelli di Legno (non per errore scritto con la maiuscola). Chi mi conosce sa bene che io – quale cultore del più nobile materiale – parteggio sfacciatamente per esso e non potrò mai che prediligere il legno. Non voglio quindi ‘menarvela’ con la faccenda della CO2, la freddezza della superficie sintetica, la rigidità offerta dai più ‘perfetti’ telai e quindi, in una parola, la mancanza di un’anima. I serramenti di legno – ben diversamente – hanno disponibile quella dotazione di qualità che corrisponde a uno stile, che arriva direttamente all’interno delle abitazioni, essendo proprio il legno il primo dei prodotti destinati alla
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costituzione dei diversi elementi di ‘arredo’. La controversia di cui al caso è speciosa e vuole lusingare una certa categoria di persone, dedicate alla ricerca maniacale* della perfezione. Prossimamente questa controversia sarà possibilmente risolta con la nomina di un consulente tecnico che, dotato di ‘berretto e paletta’ si sentirà capace di discernere il bene dal male, dirimendo così – con una poco salomonica determinazione – la contestazione che ha fatto seguire una controversia giudiziale davvero grottesca. Chiaro che tale professionista procederà con un criterio ‘positivista’ che lusingherà il ricorrente e, comunque, sarà radicato nella sua più completa discrezionalità e intuizione, non disponendo d’alcuna trattazione tecnica per dare dignità alla sua motivazione specificamente ricondotta alla natura del ‘dettaglio’. È un difetto o una semplice trascurabile, tollerabile anomalia? Rispetto al presunto difetto oggetto del contenzioso, la stessa società produttrice del profilato ha mancato di specificare al cliente finale che il dettaglio di cui si discute è un carattere non significativo e che, comunque, non inficia il generale presupposto di funzionalità e quindi lascia inalterata la sua ‘destinazione d’uso’, non componendo così nessuna alterazione riconducibile alla categoria di difetto. Il tecnico incaricato del sopralluogo ha infatti riconosciuto che “...non tutte le ciambelle riescono con il buco”! Siamo di fronte a una mera ‘anomalia’, legata al profilo con sezione stondata e che, per diversi fattori (non ultimo la capacità di taglio del disco) è causata dall’aumento della temperatura di fusione del materiale plastico e dalla formazione di tale insignificante alterazione. Devo usare queste pagine per stigmatizzare chiaro e forte come, tale circostanza, non sia affatto provvista di una dignità argomentativa e, per fare ciò, non mi fermerò sulla valutazio-
Ritocchi perfetti su ogni VXSHUÀFLH KÖNIG
ne oggettiva dell’alterazione, ma sul contesto generale del fabbricato, ovvero sulla più generale soggettiva apparenza dell’insieme finito che appare sul vano murario. Quale adeguatezza vogliamo riconoscere al ‘dettaglio’ contestato? Si parla dell’irregolare definizione della giunzione di accosto fatta dal taglio in quarto-bono sull’incastro d’angolo. Prima di procedere a considerare la generalità dell’insieme, ci si fermi a considerare il fatto che tale alterazione è davvero difficilmente riconoscibile senza una critica attenzione che si deve svolgere con una visione certamente ravvicinata.
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LA PAROLA AL PERITO
Il lettore potrà svolgere le sue considerazioni pratiche, considerando che tali anomalie sono certamente ammesse e tollerate sul legno, ma divengono esasperate per la caratteristica d’omogeneità del pvc che diviene spietata in una lettura particolare dei dettagli. Ma torniamo al caso illustrato dalle immagini e rispondiamo alla pregnante analisi di merito con un colpo d’occhio: la perfezione ricercata nel serramento è giustificata e coordinata con le caratteristiche generali del vano murario ovvero con le macroscopiche irregolarità dovute a una così imprecisa attestazione dell’intonaco, portato sulla giunzione con il telaio maestro in plastica?
STUDIO ROMITI LEGNO PERIZIE E CONSULENZE SETTORE LEGNO E DERIVATI Consulenze tecniche per il settore legno: serramenti, pavimenti e arredamenti in genere. Assistenza come consulente tecnico di parte in procedure giudiziali ed extragiudiziali. Valutazioni economiche e stime di danni. Arbitrati. www.romitilegno.it
*gli adepti del Dio Mani, avevano una visione del mondo a due toni, il bianco e il nero.
CRITERI DELLA PERIZIA Ripercorriamo le argomentazioni, l'analisi dei manufatti e la selezione degli eventuali difetti e/o anomalie per una perizia svolta assumendo precisi criteri volti a restituire un parere il più oggettivo possibile
Analisi Assunto che secondo il CTP tale sbavatura non incide sul generale aspetto estetico del prodotto, sopratutto se il manufatto serramento verrà considerato nella sua collocazione propria (il vano murario), appare completamente trascurabile e ‘travolta’ dalle scoordinate sbrodolature e imperfezioni di applicazione della malta (o resina cementizia) di sigillatura del vano murario medesimo.
Anomalia
Nella fattispecie, la ‘costituzione e composizione’ dei componenti sul vano di destinazione (montanti – traversi, accessori) che non si riconduce perfettamente alla normalità richiesta (progettualmente attesa) in ragione di una ‘perfetta esecuzione’ senza che per questo, si configuri la consistenza del difetto dato per certo che sono comunque garantite la normale costituzione, il funzionamento e il generico aspetto estetico, in rispetto della ‘legittima attesa’ che dal prodotto esaminando è richiesta.
Difetto
Da collegare tale definizione ai concetti di ‘sicurezza’ e di ‘legittima attesa’. Il prodotto difettoso è tale quando non offre la sicurezza che ci si può legittimamente attendere (vedendo pregiudicata la sua funzionalità) tenuto conto delle circostanze, ovvero: • il modo in cui il prodotto è stato messo in circolazione; • l’uso cui il prodotto può essere ragionevolmente destinato e i comportamenti che, in relazione a esso, si possono ragionevolmente prevedere; • il tempo in cui il prodotto è stato messo in circolazione. Sulla base di quanto sopra, il manufatto risulterà difettoso se non riscontrerà fisicamente la legittima attesa (qui intesa come integrità strutturale di composizione e funzionamento) offerta normalmente dagli altri esemplari della medesima tipologia (esattamente d'analoghe caratteristiche costruttive), quindi distinguiamo i difetti nelle due sub-categorie. • Difetto occulto: ossia quando risulti nascosto, non manifestamente evidente. Per esempio, deformazioni delle strutture legnose dovute all'impiego di materiale non ottimamente essiccato o fornito in assortimento qualitativo tale da pregiudicare l’intera consistenza strutturale nell'uso a cui è destinato, diverso assortimento legnoso per quanto contrattualmente determinato. • Difetto palese: ossia quando risulti evidente e riconducibile alle caratteristiche fisiche dei materiali impiegati, per esempio, qualità della specie legnosa e il suo assortimento, quantità eccessive di nodi, erronea conformazione delle diverse componenti, sottodimensionamento e/o inadeguatezza degli accessori.
Parere
Il tipo di manufatto periziato risulta essere un prodotto finito, con proprie peculiari caratteristiche estetico-funzionali, dovute congiuntamente alla natura del materiale impiegato, al processo di lavorazione e installazione (ovvero la tipologia costruttiva) e alla modalità d'uso e/o di mantenimento nel contesto ambientale di destinazione, ovvero alla conservazione nel plesso d’esercizio. La quanti minoris non esiste per le anomalie, appunto per la loro definizione e natura ontologica.
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ayerlack è stata fondata a Bologna nel 1954 e da quasi 60 anni è sinonimo di soluzioni innovative per il trattamento e la finitura del legno. È stata la prima azienda in Italia a produrre vernici per legno all’acqua di cui oggi detiene la leadership nel mercato europeo. Ha ottenuto prestigiose certificazioni di prodotto: solo a titolo esemplificativo citiamo il Catas WKI Premium Plus, ottenuto da Sayerlack come unica azienda al mondo sul ciclo di verniciatura per esterno più venduto. Nel 1987 Sayerlack entra a far parte del gruppo Hickson International, trasformandosi in Hickson Coatings nel 1993. Nel luglio del 2000 Hickson International viene acquisita da Arch Chemicals Inc. e Sayerlack divenne così il nucleo centrale di Arch Coatings. Nel 2010 la multinazionale americana The Sherwin-Williams Company ha acquisito Sayerlack da Arch Chemicals Inc. Dall’unione dell’eccellenza e della presenza nel mondo di The Sherwin-Williams Company (la prima azienda di vernici in America e la terza nel mondo, che occupa più di 30.000 persone) e Sayerlack è nato un leader globale delle vernici per il legno. Dal 1 gennaio 2013 le due entità legali Sayerlack S.r.l. e Sherwin Williams Italy Coatings S.r.l. diventano un’unica società: Sherwin-Williams Italy S.r.l.
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el 1962 Industrie Chimiche S.p.a. nasce come attività imprenditoriale a Cavezzo di Modena, dove da oltre cinquant'anni produce e commercializza vernici e lacche per il trattamento delle superfici in vetro, legno, carta, metallo e supporti plastici. Nel 1985 l'azienda è stata completamente rinnovata secondo i più moderni criteri di sicurezza. I laboratori di ricerca, le strumentazioni scientifiche e gli impianti produttivi sono tecnologicamente all'avanguardia. Nel 1990 assume una dimensione internazionale entrando a far parte del gruppo svedese Klinten. Nel 1996, in seguito alla joint-venture tra Klinten e Becker Acroma, OECE ottiene un notevole rafforzamento sul mercato, aumentando i propri volumi di vendita e di fatturato. Nel gennaio del 1998 il gruppo Klinten viene assorbito da Becker Acroma, che diventa così l'azionista di riferimento. Becker Acroma Group, già multinazionale svedese operante nel settore dei prodotti vernicianti per legno, è presente con unità produttive in Svezia, Germania, Italia, Francia, Gran Bretagna e Canada e con sedi commerciali in diverse parti del mondo. Il primo settembre 2010 Becker Acroma viene acquisita da The SherwinWilliams Company diventando parte di una delle principali multinazionali al mondo specializzate nel coating. Dal 1 gennaio 2013 le due entità legali Sayerlack S.r.l. e Sherwin Williams Italy Coatings S.r.l. diventano un’unica società: Sherwin-Williams Italy S.r.l.
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herwin-Williams Italy S.r.l. è l’azienda leader nel mercato delle vernici per legno che commercializza i prodotti con marchio Sayerlack, Oece, Becker Acroma e Linea Blu. Sherwin-Williams Italy S.r.l, che occupa oltre 400 dipendenti in Italia, ha tre stabilimenti produttivi. Il principale, a Pianoro (BO), si estende per 85.000 metri quadrati, dei quali 12.000 sono dedicati al magazzino prodotti. Il secondo si trova a Mariano Comense (CO) e occupa 5.000 metri quadrati (di cui 1.000 di magazzino). Il terzo è a Cavezzo (MO) e occupa 12.000 metri quadrati. Pianoro è anche sede legale, direzionale e commerciale. Il laboratorio Ricerca e Sviluppo si trova a Pianoro; la sezione di ricerca sui prodotti UV opera a Mariano Comense. Sherwin-Williams Italy S.r.l. distribuisce i prodotti in oltre 80 paesi del mondo attraverso le sedi estere (Francia, Gran Bretagna, Spagna e Stati Uniti) e una rete globale di distribuzione.
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Dalrossodi Sayerlack al rosso di Sherwin-Williams
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AZIENDA SHERWIN-WILLIAMS ITALY S.r.l.
AZIENDA SHERWIN-WILLIAMS ITALY S.r.l.
Alessandro Pirotta, Managing Director South Europe di Sherwin-Williams Italy S.r.l
Del piacevole incontro con Alessandro Pirotta, vi restituisco in queste pagine una forma indiretta della conversazione che ne è scaturita, rimandandovi alla video-intervista del sito, la prima con la quale esordiremo (a breve)
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ispetto al suo nuovo ruolo di Managing Director South Europe di Sherwin-Williams Italy S.r.l – la nuova azienda nata il primo gennaio 2013, che gestirà i marchi Sayerlack, Oece, Becker Acroma e Linea Blu – m’incuriosisce conoscere quali aggettivi utilizzi Alessandro Pirotta per descrivere il suo percorso in Sayerlack – anche a livello umano – considerato il ruolo di rilievo che riveste da molti anni all’interno dell’azienda. Lui attacca con un largo sorriso, com’è nel suo stile, e una battuta allusiva a un lungo periodo che si vorrebbe far risalire a ‘ieri’, “ma no, il mio percorso in Sayerlack dura ormai da 10 anni – racconta Pirotta – 10 anni intensi, caratterizzati
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prima da un mercato in grande spolvero e poi da questa crisi che ha determinato le fortune/sfortune del nostro settore. Sayerlack, che dal 2010 fa parte del gruppo Sherwin-Williams e dal primo di gennaio fa parte di Sherwin-Williams Italy S.r.l., si è ben ‘barcamenata’ in questo scenario. Posso definire questo periodo come intenso, pieno di sfide, molto stimolante, coinvolgente e anche di grande soddisfazione, perché al di là del risultato aziendale – che è stato positivo –, il fatto di avere una squadra di collaboratori che ha seguito la mia idea mi ha appagato più di tutto”. Mentre lo ascolto, torno con la memoria alla prima volta in cui visitai quest’azienda, anni addietro. Ricordo che mi colpì quel percorso aereo di tubazioni che fuoriescono dagli edifici e sembrano raccontare i passaggi che le resine, i pigmenti e via via i prodotti vernicianti compiono prima di assumere il loro aspetto finale, dove l’immagine di un’azienda tradizionalista si mischia a un’idea molto progressista che quel layout trasmette. Una sensazione che condivido con lui, chiedendogli che cosa significhi oggi, per un’azienda storica come Sayerlack, essere parte di una multinazionale e se le opportunità del mercato globale partano da una diversa connotazione – anche geografica – del tessuto aziendale, oppure se l’affermazione di Sherwin-Williams Italy S.r.l. rimanga comunque legata al territorio italiano. “Credo che questa fusione rappresenti il giusto esito, un percorso naturale – risponde Pirotta – se consideriamo che il fondatore di Sayerlack si è sempre distinto per la grande lungimiranza e questa si è riflettuta sull’azienda, nei vari passaggi avuti, connotandola in modo molto diverso dalle aziende dello stesso settore, più tradizionali. Il territorio su cui essa nacque nel 1954 – il primo edificio è ancora presente nello stabilimento – già allora si estendeva fra il fiume e la ferrovia per assecondare un probabile ampliamento che, qualora fosse venuto meno l’impegno nel settore delle vernici, avrebbe consentito comunque la crescita di un’attività agricola. Questo tratto distintivo rafforza anche l’orientamento odierno: siamo forse l’unica azienda di proprietà di una multinazionale che ha mantenuto una forte connotazione locale e questo secondo me è un elemento che caratterizza il marchio, e comporta di conseguenza una serie di scelte e di risultati. Oggi il giro di affari di Sherwin-Williams Italy S.r.l. è per il 65% legato all’esportazione, che per entrambi i marchi, Sayerlack e Oece-Becker, era partita almeno 15/20 anni fa…”. Così, parliamo di Sherwin-Williams, che nell’ambito di una strategia di sviluppo in Europa volta al potenziamento della divisione Product Finishes, gli ha assegnato l’incarico di Managing Director South Europe; ruolo che lo vede alla guida del business in Italia e Spagna e per cui gestisce le
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Sotto: quartier generale Sherwin-Williams a Cleveland
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Sopra: la sede storica di Sayerlack a Pianoro (BO)
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organizzazioni commerciali di Sayerlack e OeceBecker, a partire dal primo gennaio 2013, quando la nuova società è stata costituita. “Quando è nata la nuova società Sherwin-Williams Italy S.r.l, dalla fusione di Sayerlack S.r.l e di Sherwin-Williams Italy Coatings (marchio Oece-Becker che ha sede a Cavezzo), abbiamo integrato le due realtà mantenendo i presidi produttivi – di Pianoro, Mariano Comense e Cavezzo –, e i marchi – Sayerlack, Oece e Becker – potenziando, con l’inizio dell’anno in corso, il grande punto di forza costituito dal patrimonio tecnologico che abbiamo a disposizione, per sviluppare ulteriormente i mercati in cui siamo presenti con questi tre marchi”, ci spiega Alessandro Pirotta. Certamente, si tratta di tre marchi rappresentativi nel settore dei prodotti vernicianti, che forse meritano un cenno, anche per chiarire meglio quale sia l’offerta attuale di Sherwin-Williams. “Sì,
sono tre eccellenze nel settore dei prodotti vernicianti. Oece è un marchio storico italiano che ha rappresentato per primo l’innovazione nella comunicazione e nel marketing: gli strumenti di comunicazione del prodotto che utilizzava sono stati davvero innovativi ed efficaci nel presentare un prodotto che si colloca in una fascia di alto livello di mercato. Becker è una tecnologia che viene dal nord, dalla Svezia; è il principale fornitore di Ikea, quindi con un forte orientamento nella ricerca di prodotti altamente ecosostenibili, in particolare nel settore dei mobili. Sayerlack è la prima azienda italiana che ha sviluppato i trattamenti per legno all’acqua. Infine, abbiamo delle nicchie all’interno della nostra offerta che si rivolgono a mercati alternativi al legno, come la plastica e il vetro; si tratterà quindi di curare questa gamma di prodotti vernicianti, per soddisfare qualunque tipo di commessa”. Una produzione così ampia per ciascun settore d’impiego, porta a interrogarsi su quale sia la strada scelta: specializzazione o servizio? In questo senso, ‘Innovative wood solutions’ è un pay off eloquente, che racconta grandi ambizioni rispetto all’obiettivo di proporre ogni prodotto verniciante: all’acqua, poliuretanico, poliestere, alla nitro, sintetico, acrilico e così via. “L’impegno è di mirare a entrambi questi indirizzi” spiega Pirotta. “Senza dubbio il successo di quest’azienda e del marchio è sempre stato legato all’innovazione: Sayerlack ha sempre anticipato quelle che poi
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sarebbero state le esigenze di mercato, e tutt’oggi noi siamo molto legati al nostro pay off, ‘Innovative wood solutions’, creato 10 anni fa. Vale ancora, e anzi, costituisce il nostro vero punto di forza. Oltre al servizio, perché se ci fosse innovazione senza servizio sarebbe sprecata la grande risorsa che potenzialmente si crea e che poi deve essere messa a disposizione. Quindi ci muoviamo su entrambi i fronti: potremmo dire che tendiamo a essere innovativi anche nel servizio”. Certo, il mezzo per esprimere quell’innovazione. Comunque, un tratto distintivo, quello rac-
molto alla ricerca, ma nello stesso tempo offrire un servizio che possa diffondere, con la giusta soddisfazione, quello che è stato creato in laboratorio. Sayerlack in origine partì dall’Italia, ma oggi è presente in tutto il mondo, proprio per esportare questo format e adattarlo al mercato nel quale di volta in volta ci troviamo a operare. Per esempio noi all’estero, dove abbiamo una forte presenza nel settore dell’indoor, a differenza che in Italia – nella quale entrambi i settori d’impiego sono consolidati –, stiamo sviluppando anche l’outdoor. Per farlo stiamo sviluppando là tecnologia, know-
chiuso in questo pay off, che si connoterà diversamente nel mercato ‘globale’, ma come? Come adattare la vostra mission, secondo il paese di destinazione, che sia italiano, europeo, extra europeo? “Questa è una domanda interessante che mi fa riflettere su come esportiamo il nostro pay off ‘altrove’, e credo di poter affermare che stiamo esportando un modello. Un modello che abbiamo adottato nell’ambito sia del mercato italiano sia del mercato dell’esportazione, e che ci caratterizza: essere innovativi, quindi puntare
how, conoscenza, esperienza, tutto quel sapere…” …racchiuso nelle ampolle dei vostri laboratori di Pianoro e Mariano Comense? “Esatto, soprattutto perché in Italia le difficoltà del mercato attuale non ci danno grandi spazi di crescita. Nonostante il mercato italiano rimanga quello di riferimento per il consumo dei nostri prodotti, negli ultimi anni ha dimostrato grande sofferenza, che abbiamo compensato con questa diversificazione nell’export”. Già, ce ne rendiamo conto tutti: la speranza di cre-
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I prodotti vernicianti dei marchi Sayerlack e Oece-Becker Acroma
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scere, in questo momento, è spesso affidata a un ‘mondo più grande’. E forse anche ad alcune opportunità concrete, per una multinazionale come Sherwin-Williams, nell’Era della Green Economy, legate al valore aggiunto che può esprimere e alle strategie che può mettere in atto, per soddisfare la complessità delle esigenze contemporanee. “Sicuramente siamo in linea con la Green Economy, trattando vernici all’acqua con un ingrediente di base ‘eco’, che legittima il riconoscimento del marchio Ecolabel ma anche di altre certificazioni, e per Sherwin-Williams concentrare la ricerca in un’offerta che sia sempre più sostenibile, costituisce il futuro. Una scelta che parte a valle, sviluppando addirittura le resine ecosostenibili e via via su questa direttrice tutti i componenti del prodotto verniciante, riguardo al mercato italiano con un’espansione importante dei prodotti per l’indoor”. Torno ancora con la mente alle fattezze dell’azienda nella quale mi trovo, e cerco di dare voce a quel pensiero: il futuro di questa realtà, come il suo presente, è fatto di tecnologia, laboratori di chimica, ‘pozioni magiche’ che sembra difficile poter trasmettere nel loro valore, considerato il
contenuto altamente tecnologico del prodotto verniciante. Fino a quale utente, la finitura all’acqua di Sherwin-Williams Italy S.r.l. vuole arrivare e qual è il più difficile da raggiungere? “Questa forse è la parte più critica, la paura che il nostro prodotto non venga compreso in tutti i suoi aspetti da chi poi usufruisce di tutti i suoi benefici. Non me ne vogliano i produttori di porte, finestre o mobili, ma il loro prodotto, pur mantenendo un ottimo design, viene ulteriormente impreziosito dalla qualità del verniciante che lo riveste che, quindi è un elemento essenziale. Noi confidiamo che i nostri clienti sappiano poi trasferire all’utente finale la qualità di un mobile che sia verniciato con un prodotto più o meno prestante, tecnologico, ecosostenibile, abbellente, anche perché la patria della tecnologia dei prodotti vernicianti è l’Italia. Senza dubbio quindi il messaggio da dare, anche ai mercati esterni, è che si tratta di mobili made in Italy verniciati con prodotti made in Italy”. Terminiamo con un auspicio e un sorriso, immaginando quale sia l’evoluzione del mercato odierno per chi, come Sherwin-Williams, quel mercato lo connota: insomma, quale colore avrà il suo futuro? “Considerato che vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, e siccome amo pasteggiare con il vino rosso – conclude Pirotta – io vedo il rosso nel futuro, il rosso Sayerlack… o il rosso SherwinWilliams!”.
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Un excursus in breve sull’evoluzione della finestra, indissolubilmente legata alla storia dell’architettura dell’ultimo secolo e, abbattute le barriere tecnologiche, alle tendenze dell’interior design che la introduce in un’atmosfera fashion, dove colore, arredamento, texture dei materiali e disegno raccontano stili e tendenze che si rinnovano continuamente. Una trasformazione messa in risalto in queste pagine con una disamina iniziale
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legata all’evoluzione del serramento ligneo, il suo elogio attraverso progetti contemporanei ma anche i suoi limiti che emergono dal confronto di diversi punti di vista. E ancora le innovazioni che connotano la finestra odierna e la sua bellezza che emerge da una rassegna dei prodotti proposti dalle aziende. Cerchiamo così di cogliere il senso del cambiamento che riguarda questo manufatto di cui vorremmo individuare l’orientamento, l’aggiornamento che avrà particolarmente quello ligneo, capire come viene percepito, raccogliere spunti utili proprio per chi lo produce e progetta, stimolando gli attori di questa filiera a intraprendere nuove sfide …vincenti! di Sonia Maritan
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BRUNO MAFFEIS
L’infisso contemporaneo “
La storia dell’architettura è la storia della lotta dell’uomo per la luce; è la storia della finestra”. Geniale affermazione del grande architetto e designer tedesco Mies van der Rohe che par quasi richiamare “E luce fu” della Genesi. È frase che ben riassume il ruolo della finestra nella progettazione di una casa. Per millenni le facciate e le pareti esterne degli edifici erano condizionate dal posizionamento di aperture che permettessero il passaggio di luce per illuminare l’interno; l’estetica di un edificio era in funzione delle finestre. Ma l’avvento della luce elettrica ha rivoluzionato la funzione della finestra (togliendole il ruolo di protagonista dell’illuminazione) e, quindi, il modo di progettare la facciata. L’architettura ha voltato pagina. Un cambiamento reso ancor più rivoluzionario dall’arrivo di diverse altre invenzioni. Come l’aria condizionata. ‘Offuscata’ dalla luce elettrica (sia consentito questo ossimoro) l’aria condizionata è sempre rimasta in ombra, non le è mai stato riconosciuto un grande ruolo nella progettazione degli edifici. Eppure, è anche grazie alla possibilità di un ricambio ‘artificiale’ dell’aria che è stata possibile la grande rivoluzione dell’architettura di oggi: la facciata continua, quella gabbia di vetro, ermetica, sigillata, senza aperture, nella quale sono racchiuse certe grandi abitazioni moderne. Ma – ovviamente – la rivoluzione in architettura ha potuto aver luogo anche grazie alle nuove tecnologie nel campo dell’edilizia (cemento armato, strutture in acciaio, …). L’infisso contemporaneo è il frutto ultimo e l’espressione più sofisticata di questa rivoluzione. Chiamiamola piuttosto ‘evoluzione’. È un’evoluzione – sviluppatasi nell’arco di quest’ultimo secolo – molto complessa, che segue due strade parallele. Una – che potremmo chiamare ‘verticale’ – che fa tesoro e sviluppa portandole a vette di perfezione (funzionale, estetica) le conquiste tecnologiche nell’edilizia: è questa la strada evolutiva che porta alle cosiddette ‘facciate continue’. Ma in questa evoluzione la finestra si auto immola, rinuncia a esistere. L’altra – che potremmo chiamare ‘orizzontale’ – pone tutti i suoi sforzi e le sue attenzioni verso la finestra tradizionale nella sua forma e funzione: ne perfeziona i dettagli, i meccanismi, ‘inventa’ altri materiali costruttivi. In questa fase evolutiva la finestra rimane fedele a se stessa, alla sua storia. Se vogliamo trovare uno spartiacque che segni l’i-
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nizio di un nuovo duplice cammino dell’architettura, e in particolare della concezione della finestra, potremmo fissarlo all’inizio degli anni ’20 del secolo scorso. In Europa si manifesta una corrente di rinnovamento, con centro in Germania e in Francia. I grandi architetti dell’epoca (ce n’erano davvero tanti, e tutti grandi, geniali, innovatori; facciamo solo due nomi: il già citato Mies Van Der Rohe e Le Corbusier) danno nuove interpretazioni degli spazi costruiti, delle facciate, delle superfici finestrate. Sfruttando le enormi potenzialità offerte dalle innovazioni tecnologiche dei profilati d’acciaio e del cemento armato (conosciuti da decenni ma mai usati con ruolo dominante nella progettazione), rivoluzionano il modo di costruire; spogliano le facciate di ogni orpello, le finestre diventano essenziali (a questo proposito ricordiamo una frase – del 1908 – dell’architetto Adolph Loos che ha fatto storia: “Ogni decoro è un delitto”); si pongono in antitesi con il passato classico; significativamente si autodefiniscono non artisti, ma tecnici, proprio perché il loro obiettivo non è estetico, ma funzionale; non vogliono costruire case ‘belle’, ma case comode, luminose, che diano comfort a chi le abita. Fino alla loro epoca le murature avevano funzione portante; pertanto le dimensioni delle aperture (finestre) dovevano rispettare dei limiti, imposti dai rapporti pienivuoti, dalla consistenza dei maschi murari. La nuova generazione di architetti impiega l’acciaio e il cemento armato per realizzare ossature portanti con sezioni estremamente ridotte, fino ad arrivare a strutture formate da telai di pilastri e travi. Ora la finestra può diventare un vero e proprio
‘tamponamento’. Questo apre la strada alle più importanti invenzioni formali di tutta la storia della finestra: dalla finestra a nastro (la prima grande rivoluzione, firmata da Le Corbusier) via via fino – in decenni più recenti – a quella che viene detta ‘facciata continua’ nella quale la facciata è tutta una grande vetrata, una grande finestra; non c’è più soluzione di continuità tra esterno e interno. È in particolare di Le Corbusier il merito di aver sperimentato e sviluppato l’introduzione dei pilastri in cemento armato (i ‘pilotis’) che, appunto, hanno offerto la possibilità di allargare a dismisura, per avere il massimo di luce, gli spazi finestrati nelle facciate.
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Ma è ancora di Le Corbusier il merito di aver risolto l’altro grande problema che ostacolava ogni modifica strutturale alla finestra tradizionale, ad ante apribili: come permettere il ricambio d’aria se la vetrata è fissa? Le Corbusier ha pensato di ricorrere a impianti elettrici per il condizionamento dell’aria interna ai locali; diventava così non indispensabile poter aprire o chiudere la finestra. A Le Corbusier non si può certo attribuire una affinata sensibilità ecologista; siamo agli inizi del secolo, e sarà solo verso la fine del ’900 che si farà strada, sempre più attenta, la coscienza del risparmio di energia, del rispetto dell’ambiente, e si ipotizzerà la ‘casa passiva’ che nulla distrugge di energie naturali non rinnovabili, e nulla crea di emissioni inquinanti. Inconsapevolmente, però, Le Corbusier è stato il pioniere che per le generazioni future di architetti ha messo le basi – teoriche, estetiche, pratiche – per far case avvolte in un guscio protettivo perfettamente isolante che trattenga all’interno tutto il calore; ma per arrivare a questo sarebbe stato necessario sviluppare i suoi canoni costruttivi e andar oltre il concetto di finestra tradizionale perché è la finestra spalancabile il nemico numero uno dell’isolamento termico, e quindi della ‘passività’ di un edificio. È stato compito delle generazioni successive di architetti e di progettisti mettere a punto sistemi di mascheratura, di filtraggio dell’eccessiva intensità della luce che penetra nelle costruzioni a involucro di vetro, ricorrendo alle più svariate soluzioni: dagli iniziali ‘brise soleil’, alle tendine, ai vetri oscurati o riflettenti, a sottili reti d’acciaio applicate alle pareti vetrate.
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Assistiamo a una sorprendente evoluzione, che non trova punti fermi. Ogni progettista elabora un proprio metodo. È uno stimolo e una sfida per trovare sempre nuove soluzioni, progettuali e tecnologiche. Si susseguono elaborazioni nuove, con importanti novità di tipo strutturale e impiantistico, al fine di schermare luce e calore. Si arriva alla ‘doppia facciata’, al ‘doppio involucro’ in vetro, con una intercapedine tra la prima e la seconda pelle. È questo il caso (per non citarne che uno, made in Italy) del Quinto Palazzo Uffici della Snam (progetto Gabetti-Isola, realizzato a San Donato Milanese – 1991): intercapedine ventilata di 90 cm, per un perfetto controllo termico, oltre che per una schermatura della luce. Parallelamente a questo filone evolutivo che ha portato alla facciata continua, in fecondo ribollire di nuove ardite soluzioni, anche l’altro filone, quello che è rimasto ancorato alla finestra tradizionale, matura nuove soluzioni rivoluzionarie, pur lasciando invariata l’impostazione strutturale, pur rimanendo fedele all’‘archetipo’ della finestra. Una cornice di legno che inquadra uno spesso vetro; nascosti nel legno o giustapposti a esso i meccanismi di chiusura, in ferro. Tutta qui la finestra, per secoli. Ma nel corso di questi ultimi decenni questa forma standardizzata ha subito radicali mutamenti. Il legno ha visto la sua sovranità incontrastata offuscarsi per l’arrivo di altri materiali, come l’alluminio e il pvc, rivali più giovani e più adatti a rispondere alle richieste del crescente mercato per i costi più contenuti, e nello stesso tempo più consoni per la loro malleabilità ad adattarsi alle esigenze della produzione indu-
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striale. Ma va sottolineato che pur in momenti di crisi economica nei quali è forte la tendenza a rivolgersi a serramenti meno costosi, come appunto quelli in alluminio o in pvc, il serramento in legno rimane leader incontrastato, perché il legno è legno; nessun altro materiale può dare a una finestra, a una porta, quel sapore di vissuto, e nello stesso tempo garantire massima praticità, funzionalità, isolamento, durata. Anche se costa un po’ di più… Per non privare i consumatori del ‘piacere’ di avere finestre di legno a costo abbordabile i produttori hanno immesso sul mercato finestre ‘ibride’ con sezione in alluminio o pvc e rivestimento in legno; o al contrario, finestre a struttura lignea con rivestimento esterno diverso. E mentre per far fronte a una richiesta sempre più incalzante di serramenti nelle fabbriche venivano introdotte le macchine, capaci di allestire da sole nell’arco di un’ora, senza l’aiuto dell’uomo, decine di finestre con perfezione millimetrica (la tecnologia chiamata ‘a controllo numerico’), nei laboratori si intensificava la ricerca per rendere la finestra il più isolante possibile: isolante nei confronti della temperatura, isolante nei confronti dei rumori. È una caratteristica imprescindibile, d’obbligo. Ormai si sono raffinate le richieste dei consumatori: ogni famiglia pretende che chiudendo la finestra chiuda fuori tutti i rumori; e pretende che da quella finestra non penetri il freddo d’in-
verno e il caldo d’estate. Ma, soprattutto, a spingere la ricerca nei laboratori ci sono, incalzanti, le normative nazionali ed europee. È prioritario per il legislatore l’obiettivo del risparmio energetico, e la finestra è il punto debole di ogni costruzione: è da lì che si disperde il calore e che passano i rumori. Vengono così imposti rigidi parametri sia per l’isolamento acustico, sia per l’isolamento termico. E dai laboratori escono soluzioni in grado di soddisfare le normative. Ecco i doppi (tripli…) vetri con all’interno gas speciali; ecco i vetri sempre meno emissivi; ecco gli infissi che annullano il tanto temuto ‘ponte termico’. Così, oggi, la tecnologia ribalta il risultato e frequentemente la termografia a infrarossi evidenzia dispersioni termiche – visualizzate sotto forma di immagine termica a colori – sui tamponamenti murari piuttosto che sulle superfici vetrate, oppure nel nodo di congiunzione fra i due. Questo è il difficile compito dei ricercatori. Non meno facile è il compito dei costruttori di finestre, dei progettisti, degli architetti, degli arredatori, chiamati a contemperare le richieste, talvolta bizzarre, della ‘moda’ con le sempre più rigide normative. Ma non mancano certo di immaginazione, di fantasia e di creatività, e sono in grado di offrire una gamma sempre nuova di prodotti e di soluzioni. L’Italian Style non si smentisce…
In apertura un’affascinante scorcio di un piccolo paese toscano ritrae serramenti tradizionali, come nella pagina a fianco; mentre in questa pagina un’ambientazione con una finestra prodotta da Albertini - Legno Finestra Italia, racconta la modernità, sbocciata per mano di celebri architetti come Le Corbusier, che con una delle sue celebri opere (a sinistra) ci ricorda la rivoluzionaria invenzione dei “pilotis” che liberano la facciata, permettendo di creare grandi superfici vetrate
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CINZIA RUSSO
I serramenti in legno: i tanti perché di una scelta
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a ‘finestra’ in legno, anche se molti non lo sanno, è un fiore all’occhiello del made in Italy. Un prodotto testimone di una tradizione artigianale storica, che ha saputo creare e perfezionare nel tempo sistemi e processi di lavorazione di altissima qualità. Sarà opportuno però, innanzitutto, fare una premessa terminologica in quanto, nel linguaggio gergale, ‘di tutti i giorni’, siamo soliti parlare di finestra intendendo il serramento. La finestra è definita un’apertura praticata in una parete verticale della muratura, che consente l’ingresso della luce e, quando aperta, lo scambio dell’aria tra l’interno di una costruzione e l’esterno. In architettura la finestra assume un autonomo contenuto stilistico, destinato a caratterizzare il prospetto della facciata, determinandone il movimento. Il serramento, quindi, è l’elemento di chiusura di una finestra, costituito da una cornice atta a contenere la parte in vetro, incernierata in un telaio che, a sua volta, è fissato alla muratura per mezzo di un falso-telaio. Attualmente chi deve scegliere una finestra per la propria casa dispone di almeno 3 possibilità: serramenti in metallo, in pvc o in legno. Su quali parametri si deve fondare la scelta? Come minimo abbiamo i seguenti punti da valutare:
•ille costo prestazioni •l’aspetto •l’impatto estetico •la durata ecologico • I primi 2 punti vanno trattati contemporaneamente. Infatti, è facile fare una verifica sul costo quando si comparano due diversi preventivi, ma il confronto va fatto a parità di accessori e soprattutto di prestazioni. Certamente, la trasmittanza termica del serramento (il suo potere di isolamento) è un dato che influirà sul benessere e sui costi di gestione della casa. Quindi più bassa è la trasmittanza termica meglio vivremo e meno costi dovremo sopportare.
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In apertura un serramento di Navello realizzato per un hotel
Per quanto riguarda le scelte dei materiali bisogna rilevare che realizzare finestre isolanti in metallo è normalmente molto più costoso che realizzarle in legno o pvc. Anche in merito all’aspetto estetico dei 3 materiali è facile farsi un’opinione, posto che anche chi costruisce finestre in pvc o in alluminio spesso le fa a imitazione del legno, proprio perché la maggior parte delle persone lo ritiene più bello. Più complessa è la discussione sull’impatto ambientale e sulla durata. Per quanto riguarda l’impatto ambientale è la materia prima – legno – a determinare la particolare vocazione ambientale del prodotto finestra in legno in tutte le fasi del suo ciclo di vita: risparmia molta energia rispetto ad altri materia-
li nelle sue fasi produttive; nella sua funzione d’uso da parte del consumatore, grazie alle sue performance tecniche, consente un significativo risparmio sul consumo dell’energia di casa; quando il prodotto ha concluso il suo ciclo di vita, non grava sulle future generazioni essendo i suoi materiali di composizione totalmente riciclabili. La durata delle finestre di legno è uno dei problemi più sentiti dai consumatori che negli ultimi anni si sono rivolti a materiali alternativi nella convinzione che questi durino di più. Eppure, basterebbe osservare le piazze e le case delle grandi città d’arte italiane, ricordare la preziosità di alcuni nostri piccoli centri storici famosi nel mondo, piuttosto che la cura riposta
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Una villa a Rovigo con degli spettacolari serramenti lignei
nel recupero di alcune località turistiche di montagna o di mare, per rilevare il ruolo delle finestre in legno nell’architettura italiana. Un patrimonio unico che scaturisce dalla capacità ‘di progettare’, uno stile esclusivo legato alla qualità dell’abitare. Simboli preziosi di una cultura da salvaguardare e tutelare. Quindi impatto ambientale e durabilità sono strettamente correlati, perciò quale materiale dura di più? Al primo posto per durata all’esterno sta sicuramente l’alluminio. E al secondo? Il pvc. Qualcuno ha l’impressione che il pvc sia inerte rispetto all’ambiente e alla salute, ma per avere una informazione ufficiale basta leggere la Risoluzione del Parlamento Europeo del 24 gennaio 2002 riportata nel Libro Verde della Commissione concernente le problematiche ambientali. Anche l’Italia ha più volte tentato di regolamentare l’uso del pvc con il progetto di legge 336 e si può constatare come le preoccupazioni sull’impatto tossicologico e ambientale del pvc abbiano interessato anche il parlamento Italiano. Sull’impatto ambientale del legno invece non si riscontrano problemi. È bello dunque riflettere sul fatto che il legno è l’unica materia prima che, mentre si produce, pulisce l’aria, al contrario di tutte le altre materie prime che, per la loro produzione, richiedono energia prodotta bruciando petrolio e quindi liberando in atmosfera anidride carbonica oltre ad altri gas nocivi e micro polveri.
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Neppure la manutenzione si presenta come un elemento di svantaggio dei serramenti in legno rispetto ad altri materiali. Infatti, come per i mobili presenti nelle nostre case, anche le finestre in legno richiedono accorgimenti e manutenzione, per preservarli nel tempo. A differenza dei mobili però non richiedono un’attenzione quotidiana, ma poche volte nel corso dell’anno: a fine inverno e a fine estate. I punti di attenzione sono essenzialmente due: la struttura in legno e la ferramenta. La struttura in legno è sufficiente pulirla due volte l’anno (a fine estate e a fine inverno è l’ideale). La superficie va pulita con acqua e sapone neutro, per rimuovere lo sporco determinato dagli agenti atmosferici: polvere, smog, piogge acide. È consigliato poi passare le superfici pulite con un olio per legno: con un gesto semplice conserveremo più a lungo la finestra. Da evitare la pulizia con prodotti all’alcool o detergenti corrosivi a base acida o con ammoniaca. Relativamente alla ferramenta sarà sufficiente un controllo annuo, per lubrificare i meccanismi mobili, per ingrassare le parti fisse sul telaio della finestra, per eventuali correzioni delle registrazioni. Per le porte finestra è utile controllare i fori a pavimento e pulirli. I serramenti in legno di qualità devono garantire i seguenti requisiti tecnici minimi di prodotto: la struttura delle finestre, preferibilmente in legno lamellare, deve avere dimensione minima finita della sezione anta e telaio di 68x80 mm; la ferramenta e le guarnizioni dovrebbero comprende-
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re anche l’uso dell’anta e ribalta e il serramento essere dotato minimo di doppia guarnizione; il vetro preferibile deve avere una trasmittanza termica (Ug) pari a 1,4 W/mqK, salvo diverse disposizioni determinate da richieste specifiche del committente o dalla normativa cogente di riferimento in materia di risparmio energetico. La verniciatura, esclusivamente con vernici all’acqua al fine di ottenere – con una stesura di minimo tre mani – lo spessore bagnato di 300 micron, dovrebbe realizzarsi esclusivamente con cicli di verniciatura ecosostenibili. Infine, la struttura delle persiane e degli scuri dovrebbe essere realizzata in 100% legno massiccio o lamellare, spessore minimo 40 mm strutturali e 20 mm a impacchettamento con struttura con incastri a ‘cava cieca’. A partire dal 1° febbraio 2010 non è più possibile immettere sul mercato comunitario serramenti senza marcatura CE, che può essere quindi considerata una ‘patente’ indispensabile per la circolazione del prodotto nell’intera area economica europea. La marcatura CE è un contrassegno obbligatorio che deve essere apposto sulle diverse tipologie di prodotto destinate al commercio delle merci sui mercati degli Stati d’Europa. La sua adozione è prescritta per legge. I serramenti rientrano nella direttiva riguardante i prodotti da costruzione: la 89/106, che determina i requisiti essenziali relativi alla Resistenza meccanica e stabilità; alla Sicurezza in caso di incendio; all’Igiene salute e ambiente; alla Sicurezza d’impiego; alla Protezione contro il rumore; al Risparmio energetico e ritenzione del calore. È opportuno ricordare che la marcatura CE non è un ‘marchio di qualità’, di conseguenza non costituisce principio di scelta per il consumatore/cliente/utente. Il Marchio CE garantisce ai consumatori che il prodotto ha i requisiti principali in materia di sicurezza, sanità pubblica, tutela al consumo. Ai fini dell’idoneità all’impiego sono da ritenersi obbligatorie quelle caratteristiche per cui sono previste prescrizioni specifiche nella legislazione nazionale del paese di destinazione del prodotto, in una qualsiasi delle sue articolazioni (decreti ministeriali, provvedimenti legislativi, ecc.). Così, per quanto riguarda i serramenti, con la norma di prodotto armonizzata UNI EN 14351, il Gruppo di Lavoro UNI ‘Finestre, porte, chiusure, oscuranti e relativi accessori’ ha specificato che per il mercato italiano le caratteristiche per cui è obbligatoria l’attestazione di prestazione per le finestre sono la permeabilità all’aria, la tenuta all’acqua, la resistenza al carico di vento, la capacità portante dei dispositivi di sicurezza e la trasmittanza termica.
Un altro aspetto interessante che potrebbe essere decisivo nella scelta dei serramenti in legno è l’aspetto economico. Da gennaio 2013 fino a giugno 2013, il bonus fiscale per il cambio dei serramenti scende al 50%, detraibile in 10 anni. Se il contribuente ha tra i 75 e gli 80 anni, può portare a termine la detrazione in 5 anni anziché dieci; il periodo si abbassa a tre anni quando a ristrutturare è un ultraottantenne. Come abbiamo potuto capire la finestra in legno è oggi un prodotto industriale a tutti gli effetti. Meno nota è l’identità qualitativa che deve accompagnare i moderni processi produttivi. È questa specifica identità a contraddistinguere la singola produzione, rendendola unica e distintiva. Impegno costante nella ricerca ed evoluzione tecnologica. Collaborazione permanente con i principali centri specializzati, italiani ed europei, di prove o collaudi. Dialogo tecnico costante per ricercare i miglioramenti possibili sull’identità di prodotto determinata dal processo di design, dalla ferramenta e dalle guarnizioni, ma anche dalla personalizzazione operativa delle macchine di produzione. Sono questi gli aspetti del lavoro di scouting che rende unico non solo il prodotto e le singole produzioni ma la filiera nel suo complesso. Riassumendo: il serramento in legno è bello, da vedere e da toccare perché: il legno è cultura, per chi lo sceglie e per chi lo guarda il legno è natura, per chi lo ama e per chi lo protegge il legno è materia viva, per chi lo lavora e per chi lo usa il legno è estetica, per l’abitare di oggi e di ieri il legno dura a lungo, per chi ama misurare il tempo di durata di un prodotto.
In basso: un alzante scorrevole di ampie dimensioni caratterizza l’intera facciata
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progetto
DI
ANGELO FORGIONE –
FOTO DI
THORBJOERN HANSEN
Vetrate a profili lignei nel Golf Club scandinavo A
gli architetti dello studio danese Henning Larsen Architects era stato affidato l’incarico della progettazione della sede di un Golf Club-House, denominato Scandinavian Golf Club, in località Farum, in Danimarca, su una vasta area demilitarizzata. Splendida la collocazione: in posizione leggermente sopraelevata, dominante il moderno campo da golf a 18 + 18 buche, al centro di un parco esclusivo immerso in una vasta area verde a conformazione collinare. Il campo è stato disegnato da Robert Trent Jones Jr., uno dei
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massimi esperti del settore a livello mondiale. Con grande sforzo creativo, gli architetti hanno proposto un progetto che aveva l’ambizioso intento di fondere la tradizionale architettura dei Golf Club americani e inglesi, molto rigida e ‘classica’ nei suoi canoni, con l’architettura scandinava, più moderna, funzionale e attenta alle problematiche energetiche. Risultato perfettamente riuscito, tanto da meritare nel 2009 il Premio che l’Associazione dei Falegnami di Copenhagen asse-
gna ogni anno al miglior progetto di edilizia in legno. È stato inoltre candidato per il premio per la miglior costruzione commerciale dell’anno e per il premio per il ‘Miglior Sviluppo Ecosostenibile’, promosso dall’Istituto Danese di Tecnologia di Tåstrup, in Danimarca. Caratteristica estetica del Golf Club è l’azzardata struttura detta all’inglese ‘A-Frame’: i tetti dei tre corpi dell’edificio, disuguali, hanno forma di A (angolo acuto) con copertura in ardesia sostenuta
Nella pagina a fianco: la facciata esterna principale della Club-House dello Scandinavian Golf Club, caratterizzata dall’azzardata struttura detta all’inglese ‘A-Frame’, ardita opera di carpenteria. Progetto dello studio Henning Larsen. Fotografo: Thorbjoern Hansen
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In questa pagina e nella pagina precedente: alcune vedute dell’esterno della Club-House dello Scandinavian Golf Club, progettato dallo studio Henning Larsen Architects. Fotografo: Thorbjoern Hansen
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da una sottile trama di travi di legno, con ricorso all’elaborata tecnica carpenteristica tipica scandinava. L’artigianato tradizionale reimpiegato con concezione moderna: un ibrido dal sorprendente effetto visivo. Tre i materiali fondamentali per la costruzione di questa ‘Club House’: Douglas-Abete, ardesia norvegese, pietra di fiume. Il Douglas-Abete è legname coltivato e segato in maniera ‘ecosostenibile’ proveniente dalla Foresta Nera della Germania meridionale. Le travi di sostegno misurano 15 metri di lunghezza e 20 e 50 centimetri di spessore. L’ardesia è importata da Otta, in Norvegia; lastre e blocchi di questo materiale dal tipico colore scuro (selezionati e tagliati in loco) vengono utilizzati per la copertura dei tetti ma anche per ricoprire muri, terrazze e scale. Laddove le travi in legno Douglas non sono in grado di sorreggere tutto il peso, sono applicati supporti in acciaio. La perfetta padronanza della tecnica di lavorazione del legno dei costruttori ha permesso un’azzardata realizzazione che è la caratteristica dell’edifi-
cio: le tre facciate in vetro. Le ampie lastre sono sostenute da profili in legno leggerissimi. Par quasi abbiano funzione solo estetica per scandire e rendere dinamici gli ampi spazi vetrati. In realtà hanno una funzione portante determinante. Solo al legno si poteva chiedere tanto. Si ringrazia lo studio Henning Larsen Architects.
Scheda progetto Destinazione: Club-House Località: Farum (Danimarca) Cliente: GB4 APS Superficie: 2.600 m2 Costo: euro 13.500.000 Data di costruzione: 2007 – 2010 Progetto: Henning Larsen Architects Lavorazioni lignee: Jakon A/S Fotografie: Thorbjoern Hansen
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progetto
DI
BRUNO MAFFEIS –
FOTO DI
ÅKE E:SON LINDMAN
Arte e architettura nell’università svedese
La facciata esterna della Facoltà di Architettura. Fotografo: Åke E:son Lindman
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meå Arts Campus: così è chiamato il nuovo centro culturale dinamico di eccellenza che sta per essere completato in Svezia nella cittadina di Umeå, sulle rive dell’omonimo fiume, su un terreno inizialmente previsto come industriale. L’obiettivo è la creazione di una ‘città dell’arte’ con edifici e spazi coordinati per l’insegnamento e la ricerca che coprano tutti i settori connessi all’arte: design, storia e sociologia dell’arte, tecnica digitale, imprenditorialità nel campo dell’arte e in particolare dell’architettura. Vi trovano sede la Facoltà di Architettura,
l’Accademia di Belle Arti e un Museo d’arte. Il Campus, progettato da Henning Larsen Architects, uno studio internazionale di architettura con sede a Copenhagen, ha l’ambizione di diventare un polo di attrazione mondiale dell’arte e dell’architettura, sarà ultimato per il 2014, e sarà il ‘fiore all’occhiello’ che Umeå potrà esibire in quell’anno, per il quale la cittadina (80 mila abitanti) è stata nominata ufficialmente ‘capitale europea della cultura’. Coerentemente con quello che sarà il suo ruolo di centro di riferimento per l’architettura del
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futuro, la facoltà già nella sua struttura architettonica è in grado di fornire spunti di ispirazione e stimoli di innovazione per una nuova estetica funzionale ed ecosostenibile. Questo edificio si erge in una posizione unica sul fiume. I fasci di luce asimmetrici che penetrano dalle finestre, i giochi plastici di linee, di ombre, di pieni e vuoti creati dalle scale che interrompono gli open space, e – soprattutto – il paesaggio esterno, incantevole, che si gode a 360 gradi, creano negli studenti risonanze ispiratrici e creatrici. All’inizio del processo di progettazione dei vari edifici del Campus, approfonditi calcoli energetici e simulazioni distribuiti sulle 24 ore del giorno e nell’arco delle quattro stagioni hanno consentito agli architetti di stabilire che il parametro chiave per avere un risparmio di energia del 50% sarebbe stato questo: una facciata non di vetro
(come previsto inizialmente), ma di legno con abbondanti fori-finestra. Ecco così nascere un prototipo, a forma di parallelepipedo, con tante finestre, al quale si ispirano i singoli edifici. L’edificio più grande, la Facoltà di Architettura, dall’esterno ha netta forma cubica con facciate rivestite di legno di Larice e con tante finestre quadrate su tutti i lati, collocate in una vivace sequenza disordinata ma ritmica nel suo insieme. Lo spazio interno dell’edificio è concepito come un susseguirsi dinamico di scale e di open space. Uno degli obiettivi principali è stato quello di creare un unico grande ambiente di studio luminoso e aperto, nel quale tutti gli studenti si potessero sentire parte integrante; le varie aule sono separate da impercettibili pareti di vetro. Dall’interno, le finestre in posizioni asimmetriche e di differenti formati consentono generosi flussi luminosi e creano un forte impatto visivo;
In questa veduta dell’esterno: sulla destra la Facoltà di Architettura, sulla sinistra il Museo, entrambi parte del Campus progettato dallo studio Henning Larsen Architects
a sinistra e nella pagina seguente: alcune vedute dell’esterno e alcune angolazioni dell’interno della Facoltà di Architettura. L’edificio fa parte del Campus Universitario, progettato dallo studio Henning Larsen Architects, della cittadina svedese di Umeå ufficialmente insignita del titolo di ‘capitale europea della cultura’ per l’anno 2014. Fotografo: Åke E:son Lindman
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progetto
gli studenti in qualsiasi posizione si trovino hanno una splendida vista del fiume e del verde panorama intorno. Per scelta di coerenza al proprio credo nella ‘ecosostenibilità’, ma anche per scelta di praticità e di comprovato risparmio energetico, gli architetti hanno usato per la Facoltà di Architettura materiali ‘sostenibili’ di provenienza locale.
Scheda progetto Facoltà di Architettura di Umeå Location: Umeå, Svezia Committente: Balticgruppen AB Superficie calpestabile: 5.000 m2 Periodo di costruzione: 2007 – 2010 Fotografo: Åke E:son Lindman Progetto: Henning Larsen Architects E-mail: mail@henninglarsen.com Team: White Architects A/S, Rambøll Sweden AB, TM-Konsult AB, LPS Konstruktörer AB S F 54
Il rivestimento esterno è Larice, più resistente alle intemperie; all’interno, il rivestimento è di Betulla: il suo colore e la sua conformazione creano un netto contrasto con i fasci di luce che penetrano dalle pareti e conferiscono un’ottima acusticità a tutto l’ambiente. Il pavimento è di cemento quasi grezzo per suggerire a chi lavora all’interno impressioni e sensazioni di robustezza, serietà, quasi si trovassero in un’officina, in un ambiente industriale. Le funzioni di ventilazione, illuminazione e riscaldamento sono ingegnosamente integrati e mimetizzati nella struttura portante.
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DI
DONATELLA RAVIZZA
Rigore formale
e integrazione tecnologica I
l complesso, progetto dello Studio Archingegno, è articolato in tre parallelepipedi, tre blocchi di diversa dimensione disposti a ventaglio; una rampa d’ingresso accompagna senza retorica e stempera l’impianto tipologico, sottolineandone il disegno introverso. Una corte interna offre un più privato centro e, aprendosi al cielo, dona a ogni fabbricato multiple esposizioni; nell’invaso un giardino zen, volutamente spoglio, aumenta all’infinito le viste e i coni ottici. La contrapposizione tra pieni e vuoti, tra opaco e trasparente, tra interno ed esterno caratterizza l’architettura. “Il progetto non chiude mai le visuali, fa vedere più che si può; crea infilate, fughe prospettiche e viste panoramiche verso il paesaggio“ dicono i progettisti. La cura paesaggistica ha optato per l’imboscamento del pioppeto, tipico della pianura veneta e di facile crescita, indicando un coerente percorso di riqualificazione dell’intorno. Il risultato, a basso impatto, è una costruzione in armonia con il contesto, ispiratore della forma e delle dimensioni dei tre volumi, dove gli unici elementi marcabili sono le quinte bianche e nere, che emergono nella pianura indistinta. Il rigoroso controllo formale è esteso dalla scala
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del paesaggio agli interni fino alla cura del dettaglio. Pochi i materiali utilizzati: cemento (elemento simbolo dell’azienda), legno, alluminio e molto vetro, mentre gli impianti sono completamente nascosti alla vista. La semplicità è stata raggiunta grazie a una spinta integrazione tra sistemi costruttivi e tecnologici. L’esito progettuale è un’opera attenta all’influenza che l’architettura ha nella trasformazione del territorio e sulle persone, un ottimo esempio di architettura interessata alla qualità del posto di lavoro, connotata da spazi permeabili, consoni alle nuove modalità lavorative. Una struttura semplice all’apparenza ma di alto contenuto tecnologico, controllata nei minimi particolari ma senza citazioni ridondanti. Il sistema: facciata continua in legno-alluminio Il sistema di facciata continua adottato (Unitherm by Uniform spa) prevede una struttura
portante in Rovere lamellare con taglio termico in pvc e finiture esterne in alluminio. Il sistema non differisce staticamente da una tradizionale facciata continua con struttura metallica: si basa anch’esso su un reticolo di elementi verticali e orizzontali fissato alla struttura portante, al quale vengono agganciati i pannelli di tamponamento. Gli elementi in alluminio verso l’esterno offrono una maggiore resistenza agli agenti atmosferici mentre la parte in legno rivolta verso l’interno aumenta il comfort termico e rende gradevole l’ambiente. La presenza di elementi in poliammide, EPDM o pvc, tra parti in metallo e in legno permette di ottenere un miglior taglio termico del sistema. Rispetto a una tradizionale struttura in alluminio, la struttura lignea, oltre al valore estetico aggiunto, migliora il livello di comfort termico dell’edificio, elimina il surriscaldamento per irraggiamento solare nei mesi estivi e riduce il consumo energetico nei mesi invernali, garanti-
Il progetto Simem ha vinto il "Premio Speciale della Giuria Architettiverona" 2011: il premio Architettiverona intende contribuire al riconoscimento di opere architettoniche realizzate da progettisti e committenti che si sono distinti nel far emergere in maniera innovativa e personale le qualità del contesto urbano e territoriale
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progetto
In apertura: i tre blocchi disposti a ventaglio. Sotto: collegamento trasversale tra due blocchi con ampia vetrata verso la corte interna. Nella pagina a destra: in alto dettaglio della facciata di Rovere lamellare lasciato al naturale. In basso la rampa di accesso in legno e metallo. Nell’ultima pagina, in alto: caratteristica degli interni è l’ampio uso di superfici vetrate e la presenza del legno. Sotto: il sistema di illuminazione integrato nel controsoffitto genera scenografiche lame di luce continue, che sottolineano la trama dei materiali (cemento lasciato a vista, legno) e la fluidità degli spazi
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sce inoltre un maggior isolamento acustico e minori dilatazioni dovute alle escursioni termiche nel tempo. Il sistema ha garantito tempi di montaggio ridotti e l’esecuzione di tutte le lavorazioni in officina. L’ampia gamma di profilati, accessori e apribili disponibili, ha consentito di adattare la struttura alle esigenze estetiche e funzionali di progetto. Dettagli tecnici La facciata continua prevede l’utilizzo di un reticolo a montanti e traversi in legno da assemblare in opera, con larghezza di 50 mm. La lunghezza della sezione è stata determinata in conformità alle diverse prescrizioni statiche, in funzione del carico del vento e delle dimensioni modulari della facciata. In questo progetto è stata impiegata la sezione da mm 50 x 260 e il collegamento dei traversi ai montanti è realizzato mediante accessori in acciaio inox brevetto Uniform. Nell’accoppiamento tra la struttura in legno e il profilo base in alluminio è prevista una guarnizione in gomma EPDM per evitare il contatto diretto tra i due materiali, mentre il taglio termico è ottenuto mediante l’interposizione di un listello a
bassa conducibilità termica (pvc) fra il profilo base in alluminio e il profilo esterno di fissaggio degli elementi di tamponamento (in alluminio). I pressori esterni che fungono da fermavetro sono fissati con viti in acciaio inox, le guarnizioni in elastomero – EPDM – compensano le eventuali differenze di spessore, inevitabili nelle lastre stratificate e/o vetrocamera, garantendo una corretta pressione perimetrale. Le staffe di ancoraggio della facciata alla struttura dell’edificio, in ferro o in leghe di alluminio, garantiscono le regolazioni nelle tre direzioni ortogonali; il dimensionamento degli ancoraggi in sede progettuale ha considerato tutte le sollecitazioni trasmesse dalla facciata (peso proprio, pressione e depressione del vento, carichi accidentali). Integrazione e flessibilità Per la definizione degli interni l’architettura si avvale di un sistema integrato, che, coinvolgendo controsoffitto, pavimento e pareti, unisce il valore estetico alle performance tecnologiche: dal benessere termico e acustico alla straordinaria flessibilità degli spazi. Il sistema permette di realizzare spazi versatili, trasformabili nel tempo senza l’intervento di opere murarie.
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Nucleo generatore è una speciale travetta multifunzione, celata nel controsoffitto, fattore di grande semplificazione sia in fase di installazione che di manutenzione. Questo profilo in alluminio alloggia le pareti, i cablaggi, i corpi illuminanti, la segnaletica d’emergenza, i diffusori d’aria, le tende a rullo; il controsoffitto è inoltre climatizzato e dotato di tecnologia radiante integrata (che trae vantaggio dall’ampia superficie attivabile). Un apposito profilo in alluminio ha consentito la realizzazione di 400 metri di linee luminose in continuità con le pareti. La luce si diffonde attraverso schermi micropiramidali antiabbagliamento ed è regolata da sensori in grado di dosare l’intensità luminosa in base alla luminosità naturale. L’aggiunta di appositi setti acustici verticali nel controsoffitto e l’assenza di elementi di raccordo incrementano gli ottimi livelli di fono-isolamento dei materiali utilizzati. Le pareti interne, cieche e vetrate, hanno profili inseriti a scomparsa nel controsoffitto, nel pavimento e negli elementi verticali mentre l’integrazione degli impianti, completamente nascosti alla vista, libera le superfici che sembrano quasi infinite.
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FOCUS PROGETTO
Scheda progetto Edificio direzionale Simem Spa Minerbe (VR) Progetto: Carlo Ferrari e Roberto Pontiroli (Studio Archingegno) Superficie utile: circa 4000 mq Area dell’intervento: 25000 mq Facciate continue: Unitherm by Uniform spa Travetta multifunzione gx: Gemino
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I vantaggi della facciata in legno rispetto ai sistemi tradizionali in metallo Isolamento termico La struttura interna in legno elimina il surriscaldamento per irraggiamento nei mesi estivi, aumentando il confort abitativo e il risparmio sul condizionamento. Isolamento acustico La struttura in legno lamellare massiccio consente un maggior isolamento acustico rispetto ai sistemi in metallo che sono realizzati con profili estrusi e quindi cavi, (per ottenere lo stesso coefficiente di isolamento si dovrebbero riempire di espanso tutte le parti cave dei profili in metallo). Minori dilatazioni La dilatazione longitudinale di una struttura in legno è molto limitata. Nei sistemi in metallo il maggiore coefficiente di dilatazione, provoca fastidiosi rumori di assestamento specialmente durante i mesi estivi, a causa dell’elevata escursione termica tra giorno e notte. Valore estetico La struttura in legno della facciata si integra con armonia con gli interni, il calore del legno rende più gradevole e raffinato l'ambiente. Facilità e rapidità di montaggio Il sistema prevede tempi di montaggio notevolmente ridotti rispetto ai sistemi esistenti e l'esecuzione di tutte le lavorazioni in officina.
rassegna serramenti
Uno sguardo dentro la FINESTRA
Più luce e risparmio energetico: sono queste le esigenze alle quali oggi un serramento deve rispondere, impossibili da ottenere senza un infisso all’altezza. Che il legno sia protagonista o comprimario assieme ad alluminio, pvc e vetro, che sia in bella vista per donare calore agli ambienti o scompaia del tutto (salvo poi essere riprodotto in finitura), l’importante è che le prestazioni siano altissime, sia nelle singole finestre che nei sistemi di facciata. Certo, quando si tratta di vero legno sembra un ‘peccato’ nasconderlo… DI GILDA CIARUFFOLI Fonte studio Archingegno - Edificio direzionale Simem Spa, Minerbe (VR), che per il sistema facciata continua in legno-alluminio ha adottato Unitherm by Uniform Spa (tratta dal progetto descritto nelle pagine 56-60 di questo numero)
speciale infissi FINESTRE
DA ARREDARE
Il nuovo concept Albertini di finestre raso muro consente di realizzare soluzioni progettuali stilisticamente pulite ed essenziali nelle quali la finestra scompare (grazie alla possibilità di adottare per il telaio e l’anta il medesimo colore di finitura del muro), oppure all’opposto si connota con giochi di colore insoliti che esaltano la presenza dell’infisso. Il vantaggio più evidente, inoltre, si ottiene in termini di aumentato irraggiamento degli ambienti: grazie a una progettazione che ha ridotto al minimo l’ingombro dei montanti e del telaio ricercando la massima superficie trasparente dell’anta, con le filo muro è possibile aumentare fino al 20% la luminosità della stanza. Anche la soluzione a boiserie diventa possibile, con effetti di estrema pulizia grazie alla possibilità di utilizzare lo stesso tipo di specie lignea sia per il telaio della finestra che per il rivestimento circostante: l’effetto finale sarà quello di una parete completamente attrezzata con in più le luci del serramento che regalano scorci sull’esterno. L’assenza di cerniere a vista, infine, rende questa soluzione ancora più pulita, moderna ed elegante. La linea raso muro può essere realizzata con diversi profili finestra, sia tutto legno che con il rivestimento esterno in alluminio. Soluzioni raso muro di
Albertini (Legno Finestra Italia)
DUE
ANIME E UN SOLO CUORE
ALsistem ha esteso la propria gamma di prodotti alluminio/legno aggiungendo delle soluzioni veramente suggestive: è il caso del Top Slide Wood 214, un sistema che lega su un nodo altamente performante un alzante scorrevole composto da due anime distinte. Lo scorrevole è generalmente viziato da una scarsa resa termica, una mancanza che i sistemi ALsistem superano con prestazioni eccellenti, ben 2,66 W/mqK su superfici vetrate che possono arrivare a misure molto grandi. Un sistema dal design molto evoluto ed elegante, ma anche muscoloso con la sua portata di ben 400 kg per anta, e superfici vetrate dalla grande resa estetica senza elementi invasivi, merito della soglia di appena 25 mm su cui scorre leggerissimo il carrello che si sposta con un solo dito. Top slide wood 214 di
ALsistem
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TRASMITTANZA PER “CASE DA 1
LITRO”
La serie 80IWood di Aluk Group è stata pensata per soddisfare le richieste di prestazioni e design degli edifici ad alto risparmio energetico; il sistema consente di realizzare serramenti alluminio/legno a taglio termico d’alta gamma, adatti alle “case da 1 litro”. Le finestre 80IWood, infatti, assicurano una trasmittanza termica Uw pari a 1,0 W/mqK, rispondendo alle più rigorose normative in materia di risparmio energetico. Il taglio termico è realizzato con barrette di poliammide alveolare rinforzato e l’inserimento di speciali listelli isolanti; la soluzione utilizzata permette di ridurre i moti convettivi all’interno della cavità dei profilati. La profondità delle ante e dei telai permette l’alloggiamento di vetri anche di notevole spessore che offrono un elevato isolamento acustico (Rw = 45 dB). Ampia la gamma di finiture, colorazioni ed effetti legno; il sistema permette inoltre la costruzione di finestre, porte, porte-balcone a una o più ante, finestre ad anta-ribalta, scorrevoli paralleli e infissi a vasistas. 80IWood di
AluK Group
ELEGANTI
IDEE IN LEGNO/VETRO
Vitrum 90 è un infisso internamente in legno ed esternamente in vetro che abbina elevatissime prestazioni termoacustiche a una notevole eleganza estetica. Il vetro esterno può essere retroverniciato con qualunque colore, abbinando l’infisso all’estetica esterna di tutte le moderne abitazioni. Il vetro, di serie con doppia camera, è fissato all’anta in legno tramite incollaggio strutturale; la parte in legno interna è realizzata in diverse specie lignee con finiture delicate e naturali. Anche le importanti prestazioni di tenuta all’aria, acqua, vento sono le massime raggiungibili. Isolamento termico (Uw): 1,1 W/mqK; abbattimento acustico: 38 dB con vetri standard; tipologia lignea/abbinamenti: Rovere, Abete, Larice; finiture disponibili: tinte noci, naturali e laccati. Vitrum 90 di
Carminati Serramenti
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speciale infissi PROFILI
SOTTILI E VERSATILI
I serramenti Drago LegnoAcciaio consentono di realizzare singole finestre, grandi vetrate e facciate continue con profili molto sottili. Per quello che riguarda le finestre (a una o due ante con profili strutturali in metallo e rivestimento interno in legno massello), il sistema di guarnizioni a giunto aperto garantisce le massime prestazioni in termini di resistenza all’aria, all’acqua e al vento ed elevati valori di isolamento acustico. Per quanto riguarda il sistema di facciata, invece, può essere realizzato con profili strutturali in legno massello e con profili pressori in acciaio zincato fissati direttamente sulla struttura in legno. Esternamente possono essere finiti in acciaio inox, corten o bronzo; internamente in Rovere con finiture a poro aperto che esaltano la natura del legno. Le caratteristiche tecniche garantiscono ottimi risultati in termini di tenuta all’aria, all’acqua e isolamento termico. In entrambi i casi sono garantiti valori di trasmittanza termica fino a 1.2 W/mqK, in funzione del vetro previsto. Soluzioni legno/acciaio di
Drago
LE ‘STAR’
DEGLI INFISSI
Europrofili presenta, a marchio Benaco, i suoi sistemi legno/alluminio e legno/bronzo disponibili in vari modelli e colori (RAL o decorati legno). Tra le caratteristiche dei sistemi: guarnizione del vetro coestrusa in gomma EPDM bimescola con durezze differenziate da montare senza giunzione angolare; arrotondamenti dei profili per un design raffinato o spigoli vivi per un design più moderno; guarnizione tra profilo telaio e profilo battente coestrusa in gomma EPDM bimescola con durezze differenziate per una migliore tenuta; guarnizione di tenuta nel telaio in gomma EPDM o TPE da montare senza giunzioni angolari o direttamente in cornici saldate; possibilità di mantenere lo stesso spessore di legno tra battente e telaio; camera chiusa per lo scarico di acqua piovana affinché non ci sia contatto con il legno; scarico ottimale dell’acqua verso l’esterno; possibilità di utilizzare clips di fissaggio di vari modelli; guarnizione tra battente e vetro in gomma TPE o EDPM bimescola con durezze differenziate. Ultima nata a marchio Benaco la nuova linea composta dai modelli Eurostar 15, Eurostar 15 complanare, Eurostar 20, Eurostar 20 monobattuta, Eurotrend ed Euroclass. In foto il modello Eurostar 15 Basic AZ Sistemi legno/alluminio di
Europrofili
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UNA
SOLUZIONE ‘PASSIVA’
Le finestre da tetto Fakro super-termoisolanti riconoscibili con la sigla FTT sono state progettate in conformità con i requisiti degli edifici passivi. Il vetrocamera è collocato in un telaio con un’anta di innovativa progettazione e i suoi profili in legno sono di spessore maggiorato a paragone di una finestra standard, per ridurre al minimo la formazione dei ponti termici e aumentare così l’isolamento della finestra. L’azienda offre una gamma di finestre con coefficiente termico che varia da 1,3 W/mqK fino a 0,58 W/mqK, valore ottenuto in abbinamento all’apposito raccordo EHV-AT Thermo che rende, sotto questo aspetto, la finestra FTT U8 attualmente la più performante sul mercato. La finestra è dotata di apertura a bilico con asse di rotazione decentrato, agevolando così l’avvicinamento all’apertura del serramento anche alle persone alte. L’anta può essere aperta da 0° fino a 45°, grazie all’applicazione di un innovativo meccanismo di sostegno. L’asse di rotazione decentrato, abbinato alle grandi dimensioni del serramento da mansarda, assicura maggiore luminosità nell’ambiente e permette un accesso alla finestra più agevole quando la stessa è aperta. Gamma termica FTT di
Fakro
IL
SERRAMENTO IN KIT
La piemontese Fas, azienda produttrice di infissi in legno, da sempre impegnata nella ricerca delle migliori tecnologie da applicare ai suoi prodotti, presenta FasSmart: un serramento su misura proposto in kit di montaggio ad assemblaggio meccanico brevettato, che viene consegnato al cliente in 10 giorni, completo di istruzioni e di marcatura CE rilasciata mediante cascading. Con questo prodotto chiunque, l’artigiano ma anche il bricoleur, può decidere di assemblare il proprio serramento con il solo ausilio di un avvitatore a batteria, acquistando da Fas gli elementi in legno, completi dell’hardware necessario per l’assemblaggio. Smart di
Fas
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speciale infissi UNA
SOLUZIONE PER OGNI DIMENSIONE Lignatec è la combinazione in legno/pvc proposta da Finstral. Il legno, con cui è realizzato il lato interno dell'infisso, conferisce all'ambiente un'atmosfera confortevole, mentre il profilo in pvc sul lato esterno richiede poca manutenzione e offre un’elevata protezione dagli agenti atmosferici. È disponibile un’ampia gamma di specie lignee per armonizzarsi con ogni ambiente; il lato esterno può essere anche rivestito in alluminio, ampliando la varietà di colori e superfici. I valori di isolamento termico sono ottimali fino a Uw 0,84 W/mqK con distanziale vetro a elevato isolamento termico (e con triplo vetro s-Valor di Ug 0,7 W/mqK), chiusura ermetica Classe 4 secondo EN 12207 e resistenza alla pioggia battente Classe 9A secondo EN 12208. Finstral presenta anche il sistema di porte-finestre alzantiscorrevole per aperture di grandi dimensioni in versione legno/pvc e legno/pvc-alluminio. I valori di isolamento termico sono ottimali, fino a Uw 0,9 W/mqK, con distanziale vetro a elevato isolamento termico (e con triplo vetro s-Valor di Ug 0,6 W/mqK), chiusura ermetica Classe 4 secondo EN 12207 e resistenza alla pioggia battente Classe 6A secondo EN 12208. Lignatec di
Finstral
TECNOLOGIA
IN LAMELLARE
Icif di Sfera Group presenta Lean92, famiglia di finestre concepita inizialmente per rispondere alla primaria necessità di efficienza energetica delle abitazioni, tanto da essere idonea anche per trasmittanza termica inferiore a 0,8 W/mqK in tutte le tipologie di aperture, ma che ha dimostrato fin da subito ottime prestazioni anche di isolamento acustico. Ne è prova il potere fonoisolante superiore ai 40 dB riscontrato e certificato anche sugli scorrevoli-alzanti con più ante apribili. Con struttura costruita in legno lamellare di svariate specie legnose dello spessore finito di 92 mm sia per l’anta sia per il telaio maestro, Lean92, in tutte le varianti, è disponibile anche con rivestimento esterno in alluminio. La contenuta larghezza dei componenti strutturali, le differenti verniciature, le cerniere eventualmente a scomparsa, consentono una scelta estetica che spazia dallo stile più classico al più moderno, anche a filo muro senza copri filatura. La profondità del telaio maestro consente invece ampio margine di adeguamento al vano murario, specie in caso di ristrutturazione o sostituzione. Lean92 è caratterizzato dall’esclusivo ciclo di verniciatura Ttop che assicura e garantisce un’elevata durata dell’integrità delle superfici. Lean92 di
Icif (Legno Finestra Italia) S F 68
UNA
SCELTA IN PROSPETTIVA
Proxima, finestra in legno lamellare con profilo in alluminio esterno, è una tra le ultime novità Impronta, studiata per rispondere al meglio ai nuovi standard abitativi in termini di risparmio energetico. Proxima monta di serie ferramenta a ribalta e vetri isolanti basso emissivi (disponibili sia monocamera che doppiacamera) con Gas Argon e canalino a prestazioni migliorate (warm-edge). Tra i punti di forza di Proxima le elevate prestazioni energetiche, il “feeling” estetico con il progetto architettonico, nonché la possibilità di scelta tra le innumerevoli soluzioni di colori e finiture tra il materiale interno ed esterno. L’assenza di coprifilo sia interno che esterno e il telaio in alluminio a scomparsa in un falso telaio di apposita costruzione, contribuiscono a minimizzare la finestra con l’involucro che la contiene. Proxima è ideale per case a basso consumo energetico in quanto permette di raggiungere un ottimo isolamento termico (fino a Uw=0,88 W/mqk) e acustico grazie alle due camere, al profilo distanziatore termicamente migliorato e al Gas Argon. Proxima di
Impronta (Legno Finestra Italia)
SICUREZZA
A TUTTO VETRO
Internorm presenta la doppia finestra in legno e alluminio Varion4 con effetto tutto-vetro che offre valori superiori di isolamento termico e acustico oltre a un sistema oscurante e di protezione integrato. Grazie al triplo vetro, tutte le dimensioni e i modelli di finestra sono disponibili anche nella versione certificata per case passive. In particolare il valore eccellente di termoisolamento (Uw fino a 0,63 W/mqK con vetro isolante a 4 lastre) contribuisce a migliorare il bilancio energetico dell’edificio e a ridurre le spese di riscaldamento; nella versione standard, con vetrazione a 3 lastre, si raggiunge comunque un valore di isolamento termico straordinario: Uw = 1,0 W/mqK. Inoltre, Internorm ha provveduto a dotare già di serie la finestra di dispositivi di sicurezza anti-scasso di base: i prodotti Varion4 sono protetti, infatti, da un cavallotto di acciaio a scomparsa e da uno scontro anti-sollevamento. Tutti i prodotti Internorm sono certificati ISO 9001. Varion4 di
Internorm
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speciale infissi IL
LEGNO CHE NON SI VEDE MA C’È
La filosofia Italserramenti è “Innovazione e rispetto per la tradizione”, e si esprime grazie a linee che, incastonate in prodotti all’avanguardia, sanno inserirsi senza difficoltà in differenti soluzioni abitative. Con Ghost – prodotto presentato in anteprima al Made Expo 2012 – l’azienda si propone di lanciare una vera e propria “rivoluzione del serramento”. Ghost è infatti il passaggio tecnico che sancisce la scomparsa del legno a vista di una finestra. Nello specifico il battente è composto unicamente da due facciate di vetro, con cerniere a scomparsa di serie e maniglia applicata direttamente sulla lastra in vetro. Ghost potrà essere fissato a un telaio murato o a un controtelaio nascosto nella parete. La struttura va così a sparire. Resta una lastra di vetro aerea e trasparente, come una lama che esce dalla parete senza interferire con l’architettura. Linee minimali e accattivanti per rendere unica la vostra casa. Ghost di
Italserramenti
SERRAMENTI
CHE (RI)FANNO LA STORIA
Tra le sue varie proposte, La Falegnameria presenta le riproduzioni di serramenti d’epoca per stabili soggetti a tutela delle Belle Arti, eseguiti, a seconda dei casi e del livello di vincolo, copiando le sezioni classiche (spessore ridotto, battute a nocetta e gola di lupo, ferramenta a cremonese applicata, cardini a infilare o a pomella, vetro a infilare) o realizzandoli con strutture più moderne idonee al risparmio energetico. Il serramento in foto rappresenta un chiaro esempio di tale produzione in quanto, pur essendo eseguito con sezione pari a 68 mm con doppia battuta, guarnizione termoacustica e ferramenta a nastro, dal punto di vista estetico è un perfetto serramento d’epoca e ricalca fedelmente l’originale fornito come campione. Infatti, presenta specchiatura vetro sagomata, cartella interna sgusciata e lesenata (con sguscio e lesene arrestate in corrispondenza della maniglia), cartella esterna bombata con piede lavorato e rompigoccia esterno ed è inoltre completato dal rivestimento spalletta a cassettoni con copritermosifone integrato. Riproduzioni d’epoca di
La Falegnameria
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BELLEZZA
AL SERVIZIO DEL RISPARMIO
LM Serramenti arricchisce la sua gamma di prodotti con la nuova Linea Casa Top: finestre e portefinestre realizzate in legno lamellare di Abete, Pino, Okumè, Larice o Rovere, con un innovativo profilo del battente da 92x80 mm di spessore che consente l’applicazione di ben quattro guarnizioni termoacustiche, applicate su cassa e anta, e l’uso di vetri ad alte prestazioni. I serramenti sono predisposti per il montaggio di vetri basso emissivi, magnetronici, con doppia camera, stratificati, con uno spessore totale maggiore di 50 mm e possono avere apertura ad anta o anta ribalta. La finitura è realizzata con vernice all’acqua e tinta personalizzabile. Sul lato interno è possibile scegliere tra due tipi di cornici fermavetro: rettangolari o arrotondate. Nel caso della portafinestra il traverso da applicare alla cassa è parte in alluminio anodizzato, con finitura in bronzo chiaro o argento, parte in poliammide con finitura grigio e ha funzione di taglio termico. Ha un ingombro minimo ed è completo di guarnizione. Il gocciolatoio, in legno o alluminio anodizzato, è dotato di guarnizione. Linea Casa Top di
LM Serramenti
UNA
FORZA DELLA NATURA
Si chiama Oceano l’ultima nata in casa Navello: una finestra in legno/alluminio con telaio rinforzato, dotazioni antieffrazione di serie e un design essenziale. Le geometrie piane e lineari del telaio fanno di Oceano una finestra estremamente versatile, adatta sia alle abitazioni private che agli edifici direzionali dove solitamente viene adottata l’installazione a “filo muro”. Navello abbina a tecniche costruttive che garantiscono altissimi livelli di isolamento termico e acustico, una tripla guarnizione montata direttamente sul telaio, una struttura in legno dello spessore di 58 mm, giunzione dei battenti a cava chiusa, vetrocamere basso emissive garantite 10 anni contro la formazione di condensa e soglia in alluminio a taglio termico di serie su tutte le porte-finestre. Infine, per evitare la formazione di muffe, il rivestimento esterno in alluminio non viene installato a diretto contatto con il legno, mantenendo così la circolazione dell’aria tra i due materiali. Il serramento monta un sistema di sicurezza progettato per resistere fino a 9 minuti a ogni tentativo di scasso, con catenaccio a leva su anta semifissa, cerniere incassate e rostri antiscasso che proteggono il telaio e i meccanismi di chiusura. Oceano di
Navello (Legno Finestra Italia) S F 71
speciale infissi UNA ‘FINESTRA’
SULL’ESISTENTE
La serie di infissi in legno e alluminio Eternity Clima è stata studiata dall’azienda con l’obiettivo di produrre dei serramenti in grado di ottenere elevati valori prestazionali sul mercato, sia dal punto di vista termico che da quello acustico. L’infisso soddisfa appieno le esigenze energetiche necessarie per l’isolamento delle case passive e la ristrutturazione di vecchi edifici. Tra le caratteristiche tecniche ricordiamo il valore di isolamento termico, fino a 0.74 W/mqK e l’isolamento acustico, 39 dB con vetro 4/4 acustico +15 +5 basso emissivo con gas argon. La permeabilità all’aria è di Classe 4 secondo la norma UNI EN 12207, mentre la tenuta all’acqua è di Classe 9A secondo la norma UNI EN 12208. Resistenza al carico del vento: Classe C5 (massima raggiungibile) secondo la norma UNI EN 12210. Il legno lamellare utilizzato è di Pino e Abete o altre a seconda della disponibilità. Eternity Clima di
Pavanello Serramenti
NOVITÀ
IN TEMA DI VETRO CAMERA
La PM Serramenti progetta e realizza infissi in legno e legno/alluminio e, grazie al suo ufficio tecnico, porta avanti una ricerca continua al fine di migliorare le prestazioni dei suoi serramenti. Tra le più recenti soluzioni per infissi, PM Serramenti ha perfezionato un’ottimizzazione del vetro camera (SS03), ovvero l’insieme tra lo spazio e le due lastre di vetro. La soluzione SS03 evidenzia, nell’ambito del risparmio energetico, risultati particolarmente interessanti che migliorano ulteriormente le eccellenti performance dei serramenti. La soluzione prevede un abbattimento dei valori Uw fino a 0,2 W/mqK e, in confronto con le normali soluzioni, vetri a bassa emissività e canalini in alluminio (l’elemento tra i due vetri), per una riduzione della dispersione di calore fino al 94%. L’elaborazione della soluzione tecnica di questo vetro camera è particolarmente indicata per le progettazioni di chiusure con grandi superfici vetrate. Attualmente l’azienda sta completando, per poi installarli, 17 serramenti in legno, profilo 92, serie clima doppia camera (dimensione: 4x2,5 m) con le specifiche SS03. SS03 di
PM Serramenti
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ISPIRAZIONE
AERONAUTICA
Simeonato Serramenti presenta due nuovissimi modelli di serramenti equipaggiati con vetro strutturale. La struttura in legno da 68 mm è resa più moderna e lineare con l'adozione di cerniere interamente a scomparsa e anta complanare. La grande novità è l'installazione di un triplo vetro con doppia camera, canaline distanziatrici in acciaio inox e incollaggio strutturale di derivazione aeronautica; questo consente di far sporgere sul perimetro uno dei vetri, ricoprendo così interamente il profilo in legno dell'anta. La parte di vetro sporgente viene serigrafata, formando una cornice colorata che consente al progettista grande libertà di scelta cromatica. Il vetro può essere sovrapposto sulla faccia interna o su quella esterna dell'anta, realizzando con ciò due soluzioni architettoniche estremamente versatili: una molto classica all'esterno ma moderna e luminosa all'interno (ideale per ristrutturazioni in centro storico), l'altra con caldo e confortevole legno in vista all'interno e "tutto vetro" all'esterno, per moderni edifici con linee pulite e leggere. Sono naturalmente previste le versioni scorrevoli. Le Vele di
Simeonato Serramenti (Legno Finestra Italia)
PASSAGGIO ‘NATURALE’ La portafinestra alzante scorrevole di Tecno Fenster viene proposta in legno e legno/alluminio con spessori anta di 68, 78 e 92 mm. Il guscio di alluminio esterno è particolarmente resistente alle intemperie e alle condizioni ambientali più aggressive. La struttura portante in legno utilizzato per gli interni è un lamellare di prima scelta di Abete, Larice o Rovere (altri tipi di legno su richiesta). I legnami utilizzati provengono da foreste gestite secondo criteri di sostenibilità e garantiscono alle superfici un aspetto naturale ed elegante. La portafinestra è munita di ferramenta all’avanguardia nonché di soglie in vetroresina (Gfk) a taglio termico di ridotte misure in altezza che garantiscono pertanto un passaggio senza ostacoli. Il sistema è caratterizzato da un perfetto incollaggio degli strati legnosi, massima robustezza senza perdere in eleganza, ermeticità ottimale ed elevata efficienza energetica. La portafinestra alzante scorrevole di Tecno Fenster è particolarmente adatta per ante di grandi dimensioni, che munite degli appositi vetri possono raggiungere valori di trasmittanza termica Uw di 0,71 W/mqK. Portafinestra di
Tecno Fenster
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speciale infissi IDEALE
PER CASE PASSIVE
Termoscudo è la nuova tecnologia brevettata da Uniform che consente di elevare notevolmente l'isolamento termico del tradizionale serramento in legno/alluminio, in modo semplice e rapido. Il cuore dell'innovazione è rappresentato da un'intercapedine in XPS (polistirene espanso ed estruso) che viene interposta tra la parte in legno e il rivestimento esterno di alluminio. L'ottima prestazione termica intrinseca del legno viene quindi esaltata da un materiale ancor più isolante che contribuisce a portare il valore di trasmittanza termica del nodo da un Uf = 1,4 W/mqK a un valore inferiore a 0,8 W/mqK: una finestra tradizionale in legno/alluminio equipaggiata con il termoscudo diventa quindi una finestra ad alta efficienza energetica, ideale per edifici passivi. Termoscudo viene fornito da Uniform a misura del serramento del cliente, con le clips per il fissaggio dell'alluminio già premontate: basta quindi avvitare il telaio in XPS al serramento in legno e, successivamente, far scattare il telaio esterno in alluminio sulle clips del termoscudo. Rispetto ai sistemi per finestre passive attualmente disponibili sul mercato, Termoscudo offre il vantaggio estetico di non alterare la fisionomia del tradizionale serramento in legno/alluminio, offrendo altresì la complanarità dei profili esterni in alluminio. Termoscudo di
Uniform
UN
VALORE AGGIUNTO ‘SOTTO VETRO’
Design all'avanguardia per i nuovi serramenti Valbor legno/alluminio complanare e legno/vetro che uniscono a un'estetica completamente nuova un ottimo isolamento termico e acustico grazie agli spessori disponibili (da 68 mm a 102 mm) uniti a triple vetrature con Ug 0.5 W/mqK e all'uso di distanziatori Warm Edge. Vengono realizzati in qualsiasi tipologia di lamellare, sono disponibili gli effetti spazzolati e i nuovi effetti ‘taglio di sega’ che uniti alle nuove finiture Adler ‘soft feel’ rendono il serramento unico. Tutti i serramenti Valbor vengono progettati, costruiti e verniciati all'interno della fabbrica e questo permette di offrire ai clienti un prodotto di alta qualità curato in ogni dettaglio. Soluzioni legno/alluminio e legno/vetro di
Valbor
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FOCUS
forum
DI
BRUNO MAFFEIS
Ottiche polimorfe
Tendenze in atto U
na premessa. Non aspettiamoci che osino arrivare al punto di cambiare l’essenza stessa della finestra. Del resto, perché cambiare se per secoli la finestra ha dimostrato efficienza, ha svolto egregiamente il compito di far entrare luce in casa e di permettere il ricambio d’aria, oltre al suo ruolo sociale di anello di congiunzione tra l’esterno e l’interno? Una domanda alla quale Adolph Loos, noto architet-
to operante in Austria nei primi decenni del secolo scorso, avrebbe risposto: “Le scarpe che l’artigiano ha fatto dieci anni fa erano buone scarpe. Perché se ne dovrebbe vergognare? Perché le dovrebbe rinnegare?”. E in altra occasione Loos ebbe a dire: “La forma migliore è sempre già fatta”; in altri termini: la finestra migliore è quella tradizionale, noi possiamo solo ritoccarla nei materiali, nei colori, nei mec-
l’infisso contemporaneo
canismi di chiusura. Ma mai snaturarla… E, in effetti, la finestra tradizionale non è mai stata snaturata (se restiamo nel filone ‘ortodosso’; discorso ben diverso se ci riferiamo al filone dell’evoluzione che ha portato alla ‘facciata continua’, che è la negazione della finestra). È stata solo perfezionata e adattata a nuove esigenze estetiche, soprattutto alle necessità dettate dalle nuove normative. Nel settore della serramentistica sono talmente fervide la fantasia e l’ingegnosità di designer, progettisti, costruttori, da riuscire a dare un’anima, un’eleganza, a quegli infissi che le normative tenderebbero a rendere anonimi, uniformi. Effettivamente, fino a qualche anno fa le finestre erano ‘standard’, tutte uguali, in legno, in pvc o in alluminio. La finestra – come del resto la porta – erano elementi spuri nell’arredo; la loro presenza era forzata e mal si adattava alla tappezzeria, al colore dei muri, al mobilio. La paura di non rispettare le normative, la non sufficiente padronanza dei materiali e delle tecniche di lavorazione dei materiali nuovi tenevano a freno l’inventiva dei designer; soprattutto tenevano a freno la voglia degli arredatori di personalizzare la finestra e di inserirla come elemento integrante nell’arredo. Oggi tutte queste remore sono superate, anche grazie alla perfezionata tecnologia che mette a disposizione serramenti che pur rispettando le normative, sono altamente ‘malleabili’. E così fioriscono le soluzioni più fantasiose. La finestra come la porta, ora può essere personalizzata per rispondere ai gusti e alle necessità del committente e per adattarsi al resto dell’arredamento con il quale è chiamata a convivere. Allora, quali le tendenze attuali nella moda (se così si può dire) delle finestre, delle porte-finestra? La propensione è verso linee estetiche fini, bordi sottili, ‘minimalisti’, allo scopo di lasciar entrare il massimo di luce. Così si ricerca sempre di più la sottigliezza dei profili per dare maggior ampiezza possibile alla superficie vetrata. Oggi vengono preferite le finestre e le porte-finestre dalle grandi dimensioni, che vanno dal pavimento al soffitto, con profili quasi impercettibili, permettendo la massima visibilità. È una tendenza voluta dal committente e nello stesso tempo caldeggiata dagli architetti in ossequio alla ‘moda’, ma ha anche una sua importante funzione termica: permette di sfruttare maggiormente i raggi solari; un requisito, questo, importante nelle regioni a clima freddo. E laddove invece il clima è più temperato, gli inverni meno freddi e le estati più calde, per le vetrate si fa ricorso ad altri tipi di vetro che ‘schermano’ i raggi solari. Dopo anni di ricerche di laboratorio e di sperimentazioni, ormai in commercio ci sono vetri che possono risponde-
re a tutte le richieste e soddisfare tutte le necessità. Vetri che possono benissimo sposarsi a ogni tipo di profilato (legno, pvc, alluminio, misto) con insuperabili risultati estetici e di resa in termini di isolamento termico e acustico. E per quanto riguarda le linee, quali le tendenze? L’arrotondato si attenua; la finestra del 2013 è prevalentemente a linee diritte, squadrate; deve essere funzionale, non si devono vedere i meccanismi per i comandi; solo la maniglia deve essere a vista; design puro, essenziale, con la superficie vetrata che ha il massimo dello spazio, rubandone anche al riquadro. Pare che siano queste le richieste del mercato, non poco condizionato dalle imposizioni degli stilisti. È così anche per i colori: oggi agli stilisti piacciono, forse come risposta ad anni di astinenza, sotto l’incubo ossessionante dei tre o quattro colori imperanti (color legno, bianco, nero, grigio). Giocano con i colori, con l’armonia delle tinte; addirittura con l’alternanza dei materiali. E dato che il pvc e l’alluminio si prestano maggiormente, rispetto al legno, ad essere ricoperti con pellicole colorate, ma che il legno rimane sempre l’optimum per una finestra, è sempre più richiesto il serramento con anima in legno, rivestito di pvc o di alluminio con patina colorata (soprattutto all’esterno). La finestra in pvc non è da meno: ormai sono defunti e sepolti il bianco e il grigio; compaiono i colori, in ricca gamma. Qualche architetto osa addirittura far ricorso a tinte sgargianti (e in questo il pvc si presta più del legno e dell’alluminio). Questo ripiegamento sul colore è reso possibile grazie ai diversi metodi di colorazione e di finitura per i vari tipi di materiale, messi a punto dalla tecnologia, tutti con sorprendenti risultati, come il ‘plaxage’ (film colorati incollati sul pvc), laccatura, coestrusione, etc. La finestra (come del resto la porta) fa ormai parte integrante dell’arredo, e come ogni elemento dell’interno va personalizzata. Sta finendo (almeno per certi strati sociali) l’epoca della finestra standard. Oggi la tendenza (un’inclinazione d’èlite) è verso una finestra personalizzata, di facile installazione, di perfetto funzionamento. E anche di intercambiabilità. E per rispondere a questa tendenza di perenne insoddisfazione estetica del proprio arredamento, prendono sempre più piede le finestre ‘modulari’ con anima del telaio in legno che può racchiudere qualsiasi tipo di vetro e si adatta a qualsiasi tipo di chiusura. E i rivestimenti interni ed esterni – sta qui la novità – sono sostituibili, mentre le possibilità di personalizzazione sia dei materiali sia delle finiture sono innumerevoli. Serramentisti, progettisti, costruttori, designer: avete di che rimboccarvi le maniche!
Nella foto, la cantina Barone Pizzini: rivestimenti in doghe lignee di Wood Beton
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FOCUS
forum
DI
ANGELO FORGIONE
50 anni di finestra: dallo stucco alla domotica
Fonte Pavanello
Q
uali le innovazioni tecnologiche nella storia della finestra? È una storia lunga decine di secoli, ma le innovazioni più sorprendenti e rivoluzionarie si sviluppano nello spazio di quest’ultimo mezzo secolo ed è quindi su questo ristrettissimo periodo che si concentrano le attenzioni di un osservatore esterno ‘non addetto ai lavori’. Fino alla fine degli anni ’50 del secolo scorso la finestra era di legno: quattro assi tenute insieme a incastro e con una scanalatura all’interno della quale veniva introdotta una lastra di vetro fissata con stucco; lo stucco: il mitico magico alleato di ogni vetraio, immancabile nella sua borsa degli attrezzi. Poi, ecco, a partire dagli inizi degli anni ’60, scoppiare una vera e propria ‘guerra contro il legno’ (non solo in edilizia e nell’arredamento); il legno incomincia a perdere la sua leadership da sempre indiscussa e incontrastata: si affacciano sul mercato nuovi prodotti che lo soppiantano nell’arredamento (linoleum), nel mobilio (formica), nell’utensileria (bachelite); ma è soprattutto, appunto, nella serramentistica che il legno perde spazio, rubatogli dall’alluminio e in anni più recenti, dal pvc. È un arretramento che ha la sua causa: è un pesante tributo che la finestra in legno paga al suo ritardo, paga al fatto che non ha saputo aggior-
l’infisso contemporaneo
narsi. Chi la acquistava e chi la installava, compivano entrambi un atto di fede sulla qualità del legno e sulle prestazioni di una finestra fatta di questo materiale. Invece le finestre confezionate con i nuovi materiali e con moderni processi tecnologici, si presentano ora sul mercato – in quell’inizio degli anni ’60 – con certezze qualitative e prestazioni sicure; reti di vendita capillari, dinamiche, motivate; tempi di consegna ridotti, posa in opera veloce e affidabile; soprattutto, costi inferiori. E non è da sottacere un profondo aspetto psicologico del consumatore italiano: la finestra in alluminio rappresenta per lui, che esce dal periodo duro della guerra, il ‘nuovo’, in un certo senso il ‘lusso’. Le regole dell’arte di una finestra di legno, codificate nel corso dei secoli, incominciano a scontrarsi con le prestazioni di impermeabilità, resistenza e tenuta che invece le nuove finestre sono in grado di garantire e assicurare. Aggiungiamo anche le esigenze che poneva negli anni ’60 e ’70 il processo edilizio che si avviava sulla strada dell’industrializzazione, un processo che sembrava fatto apposta per escludere le finestre di legno: i nuovi cicli vertiginosi del cantiere e della fabbrica non tolleravano le lavorazioni lente e intermittenti, tipiche del lavoro di falegnameria artigianale. Il susseguirsi di falegnami, vetrai, posatori, verniciatori che per secoli aveva scandito il ciclo di cantiere della finestra in legno è ora messo in discussione. L’urgenza di adattarsi alle assillanti richieste dei cantieri edili, in forte sviluppo, e di razionalizzare i tempi di lavoro ha portato a grandi innovazioni nel campo della serramentistica, a livello sia di produzione sia di commercializzazione, sia di posa in opera. Per quanto riguarda la produzione, citiamo il caso del ‘blocco finestra’, messo a punto nel corso degli anni ’60 dalle industrie Secco di Treviso: il primo componente serramento ad arrivare in cantiere verniciato, vetrato, con persiana avvolgibile, pronto ad essere montato. In quegli anni per le finestre nascono nuovi profili e innovative tecnologie, nuovi sistemi di apertura, nuovi marchingegni; grazie all’impiego di profilati tubolari in acciaio e alle nuove gamme di profili di alluminio le finestre diventano prodotti industriali a tutti gli effetti, costruiti in serie; e sfuggono di mano ai falegnami/artigiani. È l’eclissi del legno. Ma è di breve durata; soprattutto è un ‘oscuramento’ salutare perché un decennio dopo il legno si ripresenterà sul mercato della serramentistica con idee nuove imponendosi in maniera sempre più imperiosa, forte delle sue caratteristiche imbattibili di ele-
ganza, robustezza, tradizione. “Negli anni ’70 il legno esce dalla preistoria”, dirà qualcuno. Grazie allo sviluppo della tecnologia specifica per la lavorazione del legno, questo materiale recupera ben presto il ritardo accumulato. E una delle prime performance è la ‘legnoestra’: è chiamata così la prima finestra di legno prodotta in serie con guarnizioni di neoprene e profili di battuta in alluminio. È solo l’inizio di un cammino compiuto in tempi brevi (pochi decenni) ma che ha portato a radicali trasformazioni. Oggi la finestra, non solo quella di legno, ma anche quella di pvc, di alluminio, di materiali misti, il cui cammino procede in maniera parallela, è una macchina complessa che ha conservato ben poco della finestra tradizionale. Restano, ovviamente, il telaio fissato alla parete con incernierato il telaio mobile, il meccanismo di manovra; resta il vetro. Ma i concetti di funzionamento meccanico sono nuovi; sono nuovi i doppi/tripli vetri; sono nuovi gli abbinamenti e accostamenti di differenti materiali costitutivi della finestra (al puro legno, puro alluminio, puro pvc si affiancano legno-alluminio, legno- pvc); soprattutto sono nuovi i concetti di trasmittanza, isolamento termico e acustico, risparmio energetico, dietro la spinta di norme nazionali ed europee sempre più severe. L’evoluzione normativa ha portato con sé una parallela evoluzione tecnologica: l’obbligo di migliorare le prestazioni di vetri e telai di sostegno ha determinato la nascita di finestre dotate di vetri speciali doppi, tripli, con all’interno gas; i telai sono a elevatissima tenuta all’aria con notevole risparmio sui consumi energetici ma anche con un miglioramento della qualità dell’abitare grazie al controllo dell’irraggiamento solare e alla riduzione del rumore in ingresso. Siamo lontani anni luce dalle finestre di legno di 50 anni fa. Ma anche dalle finestre prototipo, rivoluzionarie, a profilo in alluminio, introdotte da Giò Ponti 70 anni fa per il palazzo Montedison a Milano. E sono ben lontane anche le finestre a battente che si usavano dieci, vent’anni fa: le battute sono state sostituite dall’introduzione del giunto aperto e delle guarnizioni. Le vecchie cerniere, maniglie, cremonesi, diventano ora macchine che consentono una pluralità di sistemi di apertura, di massima semplicità. Anche gli accessori acquisiscono molteplicità di funzioni per la regolazione della luce e la protezione dal sole, per non parlare dei vetri, che hanno caratteristiche diverse secondo l’esposizione del serramento nel quale vengono installati. E si incomincia a sentir odore di domotica anche nella serramentistica…
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FOCUS
forum
DI
SAMUELE BROGLIO
Il finestraio ieri e oggi : cosa cambia domani?
Agriturismo ligure
C
hi come me, giunto ormai alla metà dei ‘quaranta’ e praticamente nato in azienda, bazzica la falegnameria da almeno 30 anni, non può fare a meno di notare quanta differenza vi sia tra un serramento odierno e quelli prodotti in un passato, a dire il vero non troppo lontano. Quando, impiegando in attività lavorativa il periodo da altri dedicato alle vacanze estive (sì lo ammetto, mio padre ‘sfruttava’ il lavoro minorile in nero nella persona dei suoi figli, ma, essendo ormai sia il reato largamente prescritto sia il suo autore morto da fin troppo tempo, posso indulgere in questa confessione senza rischio di danneggiare nessuno), cominciai a muovere i miei primi passi in falegnameria, un serramento era tutt’altra cosa rispetto a oggi. In quei tempi, non poi troppo lontani, nella normale produzione lo spessore non superava mediamente i 45/50 mm, i lamellari erano del tutto sconosciuti, le doppie battute rappresentavano una rarità, i canalini metallici di raccolta acqua erano quasi totalmente assenti, le guarnizioni cominciavano timidamente a fare capolino sui telai o sulle ante (anche
l’infisso contemporaneo
se molte volte inserite in posizioni che oggi paiono quasi assurde), i doppi vetri rappresentavano una novità rimarchevole, i sistemi misti tipo legno-alluminio e le chiusure multipunto (non parliamo poi delle ante ribalta, degli alzanti, dei complanari ecc…) erano ancora di là da venire. Certo, in questo panorama esistevano realtà quasi fantascientifiche per il loro tempo, come la ormai scomparsa ditta Sculponia, che già dagli anni ’60 produceva serramenti spessi anche 90 mm, dotati di guarnizioni in feltro per ovviare alla mancanza di quelle in gomma, con doppi vetri realizzati direttamente sul serramento perché non esistevano ancora né i Thermopane né i loro emuli. Questi serramenti futuristici, spesso erano ricoperti esternamente in acciaio inossidabile o in rame e dotati di sistemi di chiusura o di ferramente di apertura, che oggi sono normali ma che allora dovevano sicuramente venire prodotti internamente perché inesistenti sul mercato. Tali realtà erano però marcatamente fuori dal mondo normale, indiscutibilmente ‘roba da ricchi’, inavvicinabili per il cliente comune, esclusivi quanto una Rolls Royce (anche se mi risulta che, miracoli di un tempo che fu oggi non più ripetibili, alcuni ‘palazzinari’ optavano per tali prodotti in caso di costruzioni di condomini destinati a una fascia di clientela particolarmente elevata) e quindi in sostanza non rappresentativi della produzione del periodo. Oltre a ciò tutti i serramentisti, di qualsiasi livello tecnico-qualitativo fossero, per proteggere il legno avevano a disposizione solo e unicamente vernici e smalti sintetici, dotati di una spiacevole tendenza a irrigidirsi e a sfogliare entro pochi anni dalla data di posa, cosa questa che obbligava a onerose operazioni di riverniciatura. Quindi, prodotti vernicianti ben diversi dalle moderne vernici all’acqua in grado di resistere fino a 10 anni, senza alcun intervento e facilmente manutenzionabili. A fronte di quanto sopra, si può dire che i progressi tecnici del nostro settore, che hanno portato ai serramenti di forte spessore, in lamellare (magari anche a taglio termico), dotati di vetri doppi e tripli, di guarnizioni multiple, di ferramente a nastro multipunto, finiti e protetti con vernici all’acqua di forte durata e facile manutenzionabilità, ci hanno permesso di colmare in pieno il gap tecnologico che negli anni ’60/’70 aveva motivato il grande boom dei serramenti metallici nell’edilizia residenziale. Allo stato attuale è quindi evidente che dal punto di vista prestazionale il serramento in legno è pienamente paragonabile, e a volte anche superiore, a quelli prodotti in materiali alternativi, rispetto ai quali mantiene oltretutto un netto vantaggio dal punto di vista dell’impatto ecologico. Purtroppo però dal dopoguerra in poi, per molti fattori concomitanti, a fronte di una grande
cavalcata tecnologica, il nostro settore ha perso di vista l’importanza di dare al prodotto anche un valore estetico e di immagine oltre a quello puramente tecnico-qualitativo. È indubbio che molti serramenti prodotti prima della Seconda Guerra mondiale, per quanto prestazionalmente risibili rispetto a quelli attuali, tendevano ad avere un’estetica più curata, venivano proporzionati non solo dal punto di vista ‘meccanico’ ma anche al fine di ottenere un’armonia di linee, venivano arricchiti di particolari forse inutili ma che davano loro una personalità e un’immagine. Per contro, il serramento odierno, per quanto tecnicamente ineccepibile e, forse, ben difficilmente migliorabile, ha perso quasi totalmente tali connotazioni riducendosi a un elemento tecnologico destinato a garantire grandi prestazioni ma visto come ‘quattro aste che contengono un vetro’. Qui è la ragione del successo del pvc, il quale sta erodendo fette di mercato al legno per ragioni diverse da quelle che avevano generato la grande avanzata del metallo, esclusivamente relative a questioni di costo. Per dirla in breve, i serramenti in pvc non conquistano posizioni perché più prestazionali, perché da questo punto di vista legno e plastica in pratica si equivalgono, ma perché le ‘quattro aste’ in pvc costano meno di quelle in legno e quindi, visto il ridotto valore estetico attribuito al serramento, tanto vale che siano prodotte in un materiale meno costoso (… tanto al limite si acquista un ‘finto legno’, cosa che sicuramente non sminuisce quanto presentarsi per esempio con un’auto con gli interni in ‘finta pelle’ e i cerchi in ‘finta lega’). Con questo non voglio dire che si debba tornare agli ornati propri dei periodi tardo-ottocenteschi, liberty, art decò o altro, ma solamente che le stesse energie, profuse nel vincere la battaglia delle prestazioni, dovranno essere adesso spese per svincolare il serramento dalla gabbia di un minimalismo che si è ormai tradotto in poverismo. Per fare ciò sarà meglio che i serramenti non debbano più ‘scomparire nella facciata’, ‘risultare praticamente invisibili’, ‘essere ridotti all’essenziale’ (tutti slogan dell’attuale minimalismo che a mio avviso ci dicono solo che il nostro prodotto è meno importante di una mano di pittura), ma che bensì siano ben visibili per dare, come sempre nei secoli passati, un’immagine all’abitazione nella quale sono installati e una personalità alla facciata esterna. Questo è il nostro futuro, poiché quando ai serramenti si chiederà di volta in volta di comunicare al mondo l’opulenza, la sicurezza, la ricchezza, la cultura, la classe del proprietario dell’abitazione, è certo che il legno con le sue ineguagliabili doti di duttilità, plasmabilità e lavorabilità che permettono di creare ogni forma richiesta, non potrà che essere vincente sui materiali alternativi.
S F 81
FOCUS
forum
DI
SONIA MARITAN
A colloquio con i progettisti in tema di serramenti
Poniamo quindi a ognuno di loro queste cinque domande
per carpirne l’orientamento
1
Cosa determina la scelta del serramento in un intervento di ristrutturazione o in un progetto ex-novo per un professionistatecnico come lei?
2 3 4 5
Quali sono gli aspetti determinanti per il progettista, oltre a quello estetico? Quali sono, fra i modelli disponibili sul mercato, quelli che rispondono maggiormente a queste aspettative, secondo lei? Quali sono i vantaggi di un serramento in legno, alluminio-legno o legno-alluminio (secondo il materiale scelto nella precedente domanda – queste 3 le tipologie menzionate)? Per finire un accenno alle prestazioni.
l’infisso contemporaneo
MASSIMO FACCHINETTI
1
La scelta del serramento è importante perché è fondamentale il suo ruolo nell’edificio: come sostengo ormai da tempo, gli infissi sono come gli occhi per il viso di una persona, differenziano l’espressione, esprimono sentimenti di tenerezza o aggressività, sono l’elemento che caratterizza il carattere mostrando quello che hai dentro. Per questo scelgo il serramento adatto all’edificio, o meglio l’edificio si adatta con il serramento allo stile che voglio perseguire, creando sinergia con la destinazione d’uso dell’immobile. La forma dell’infisso, il suo colore, il materiale usato, sono elementi determinanti per fa percepire il contenuto dell’edificio, il suo stile, la sua destinazione d’uso, sia esso una residenza, un luogo pubblico, un ufficio o uno spazio sportivo. È evidente quindi che la forma del serramento èfondamentale per determinare l’‘espressione’ finale dell’edificio.
2
Gli altri aspetti caratteristici sono essenzialmente l’affidabilità, la configurazione (che preveda una forma in armonia con l’edificio), la contestualizzazione (che anticipa una valenza estetica in equilibrio con l’importanza e il valore dell’edificio) e la scelta del materiale (che deve essere compatibile con i luoghi). Il serramento è, secondo me, un accessorio determinante per completare l’opera architettonica, che assume un ruolo complesso essendo l’unico elemento che apre il dialogo tra l’interno e l’esterno dell’edificio, l’unico anello che congiunge strettamente queste due dimensioni dei luoghi e del contenitore. Il serramento inoltre deve saper cogliere le coerenze della struttura dell’edificio assorbendone le peculiarità costruttive e prestazionali (serramento in facciata o facciata continua, di chiusura totale o trasparente, non protetto, ecc) e combinandole a quelle interne: i pavimenti, i rivestimenti, persino l’arredo che molte volte è scelto prima della realizzazione dello spazio, condizionandone gli abbinamenti, i colori e i materiali. Quindi direi che per un progettista è importante la giusta scelta del serramento in funzione di cosa sarà quell’edificio. Potrei citare molti esempi, scaturiti da esperienze dirette in cantiere: quando si selezionano i serramenti per le scuole, per esempio, la scelta del colore è determinante perché deve essere in
armonia con la comunicazione interna, in relazione al livello della scuola, alla praticità, alla sicurezza. Quando invece scelgo il serramento per una casa di riposo per anziani punto sulla sensibilità, sul tatto, con materiali caldi e naturali che evocano i ricordi. Di contro, una residenza che non ha ancora un fruitore, e di cui non si conosce se sarà un soggetto attento al moderno o alla tradizione, se preferisce il sapore rustico rispetto all’high-tech, la scelta è quella di un prodotto neutro, per poter catturare la maggior parte dei target (che negli ultimi tempi non solo è limitata, ma anche difficile).
3
Nella mia esperienza, guardando i lavori svolti e le pluralità di destinazioni che tratto, tolti pochissimi casi particolarissimi, credo che gli infissi in legno rispecchino ancora l’abbinamento vincente: in tutte le tipologie e finiture, grazie a un bilancio tecnicoeconomico impareggiabile, anche sotto il profilo del gradimento dell’utilizzatore comune.
4
Il vantaggio è sempre stato quello di poter disporre di un materiale che rispondesse ai requisiti che mi sono dato da anni nel mio modo di fare l’architetto e il designer, ovvero: etica, morale e responsabilità sociale. Forse il lettore non coglierà il collegamento tra questi tre aspetti e quello che si sta dicendo di un serramento in legno, ma la realtà è ben diversa: per l’etica che passa per l’est-etica, ho sempre cercato di utilizzare prodotti e materiali idonei ai lavori e alle funzioni per cui erano progettati e che, al contempo, rispondessero alla morale dei luoghi e delle realtà contestuali. Senza dimenticare l’aspetto etico e morale dell’ecostenibilità e della decarbonizzazione globale.
5
Come ho già accennato le prestazioni di un serramento non si misurano solamente nella durata del prodotto o nel costo, nell’estetica o nella sicurezza garantita. Le prestazioni sono un compromesso di qualità totale, in altre parole basato su tutto il processo di sostenibilità, riguardante la materia prima e la sua lavorabilità, fino alle indicazioni sull’uso, sulla manutenzione e il riciclaggio o smaltimento finale. Ho notato che, quasi sempre, il prodotto che rispetta meglio tutti questi requisiti è proprio il legno. Nella grande maggioranza delle volte questo materiale unisce la componente tecnica a quella qualitativa ed economica, unendo tutte queste variabili dei materiali possibili nel serramento.
S F 83
FOCUS
forum FABIO INZANI
1
Le finestre definiscono gli spazi vitali, sono molto più di un tramite fra il mondo esterno e gli spazi interni, nel senso che il serramento garantisce sicurezza e privacy per l’utente finale, ma per il progettista la scelta del serramento influenza inconfondibilmente l’economia della facciata e ne determina l’aspetto ed è per questo che ci sono tanti buoni motivi per scegliere con particolare attenzione il serramento sia quando costruiamo sia quando ristrutturiamo.
2
Sono quelli che determineranno la soddisfazione del cliente e dell’utente finale (quando non coincidono): più comfort abitativo (ambiente confortevole e senza correnti d’aria, miglior termocoibentazione e fono assorbimento, aspetto architettonico attraente); lunghissima durata (struttura resistente, superfici di facile manutenzione); più sicurezza (antieffrazione contro le intrusioni, maggior protezione contro gli incendi, misure di sicurezza supplementari); salvaguardia dell’ambiente (minor fabbisogno energetico, ridotte emissioni di CO2, materiale riciclabile) e ottimo investimento (minori costi di riscaldamento).
3
I modelli sul mercato sono veramente tanti e tutti, chi più chi meno, rispondono alle esigenze dell’utente finale. Naturalmente i serramenti in legno sono tra quelli che preferisco, ma nella versione ‘mista’ metallo-legno perché la parte in acciaio assicura la tecnologia del sistema a taglio termico, garantendo grande strutturalità, perfetto isolamento termico e ottime performance prestazionali; i telai in legno sono realizzati a partire da legno massello e intestature a 90° per assicurare l’estetica del vero serramento in legno e l’accoppiamento dei telai spesso avviene in modo che venga assicurata la non contiguità dei materiali consentendo l’intercambiabilità del telaio senza necessità di rimozione del serramento. La sezione riesce ad essere più contenuta, cosa che ancora con i serramenti tutto legno non si riesce a ottenere. Il serramento metallo-legno consente di unire lo stile e l’eleganza tradizionale del legno al risparmio energetico, al comfort personale dell’isolamento termico e all’affidabilità nel tempo dei metalli nobili.
4
I vantaggi sono svariati perché questi serramenti utilizzano un sistema integrato di profilati, accessori, guarnizioni, per la
realizzazione di serramenti a taglio termico in acciaio-legno; permettono una massima libertà progettuale grazie alla possibilità di realizzare serramenti in metallo-legno di ogni tipo: Acciaio Zincato, Inox, Cor-Ten, lega di ottone OT67 Bronzo-finestra abbinati a diversi tipi di legni pregiati; è possibile rendere il serramento antieffrazione grazie all’applicazione della ferramenta sul profilo in acciaio. Soprattutto, quello che preferisco è la possibilità di avere profili esili capaci di garantire i massimi valori strutturali per realizzare serramenti sempre più eleganti e luminosi. Come ho già accennato prima, l’utente finale ha la possibilità di sostituire il rivestimento in legno senza rimozione del serramento; hanno altissimi valori di isolamento termico, acustico e prestazionale grazie all’applicazione della tecnologia a taglio termico. Esiste anche la possibilità di personalizzazione del rivestimento interno con diversi tipi di essenza, stili e finiture, in sintonia con gli arredi interni. E per finire, abbiamo l’assoluta certezza di durata e bassi costi di manutenzione grazie alla parte esterna in materiale metallico che assicura una protezione totale da agenti atmosferici.
5
Le prestazioni del sistema metallo-legno, come del resto quelle di tutti i serramenti, sono assicurate con il rilascio della certificazione CE dei serramenti che oggi è obbligatoria. È possibile comunque sintetizzarle in questo modo: • Resistenza meccanica e durabilità - L’utilizzo di accessori certificati e la resistenza strutturale dei profili e dei giunti, garantiscono la perfetta funzionalità durante il ciclo di vita previsto, per tutti gli utilizzi previsti (aperture, sforzi di torsione, e svergolamento). • Isolamento acustico - La presenza di guarnizioni di tenuta e di battuta, unite alla possibilità di montare vetri di spessore elevato, permettono di ottenere i valori acustici richiesti dalla progettazione. • Isolamento termico - Il particolare sistema di giunzione dei gusci in acciaio completamente esente da ponti termici permette di ottenere valori di trasmittanza termica fino a 1.4 2 W/m k.
• Resistenza alle effrazioni - Il telaio strutturalmente più robusto permette una sua eventuale implementazione con il semplice cambio degli accessori ed eventualmente anche del vetro, consentendo di rendere i serramenti blindati.
l’infisso contemporaneo
GIORGIO PATRUNO
1
Nella scelta di un manufatto come questo, determinante per rendere prestazionale l’involucro edilizio nel suo complesso, valuto principalmente l’aspetto termo/acustico del serramento, segue l’aspetto materico dello stesso, e solo alla fine considero l’aspetto estetico.
2
Riferendomi in generale alla progettazione, nella mia fase creativa, mi focalizzo principalmente sulle richieste/necessità di chi abiterà il ‘progetto’, vagliando nella progettazione principalmente tre step: la qualità distributiva, l’attenzione al confort della casa (una casa più efficiente da un punto di vista eco-ambientale per garantire realmente maggior qualità della vita a chi ci abita), e per concludere il prezzo dell’intervento! In questo percorso, l’intervento estetico si inserisce solo dopo aver definito la qualità distributiva, tenendo sempre presente una giusta attenzione alla qualità/prezzo, senza lesinare nell’utile e nella qualità ma tralasciando il superfluo.
3
Sinceramente devo ammettere di non essere molto specializzato nelle tipologie di serramento, e quindi non sono in grado di indicare una tipologia specifica di finestra, ma certamente, farei molta attenzione a scegliere un serramento con un alto contenuto tecnologico per l’aspetto termo/acustico.
4 5
Ribadisco, come già affermato, che l’aspetto materico del serramento mi interessa meno, mentre considero prioritario quello tecnologico.
Particolarmente riguardo le prestazioni del serramento, per il quale è obbligatoria la marcature CE, l’isolamento acustico e termico, rivestono un ruolo decisivo. A queste sono da aggiungere, e previste per legge, la resistenza meccanica e la durabilità, oltre a quella alle effrazioni, una sicurezza garantita quindi dalla maggior robustezza del manufatto, rispetto ai possibili tentativi di furto. DONATELLA RAVIZZA
1
L’aspetto estetico è indubbiamente importante, sia per gli interni, che per il disegno della facciata
esterna. Oltre a questo però sono importantissime le prestazioni di isolamento termico-acustico, fattori primari a garanzia del confort interno.
2
La possibilità di avere il ‘su misura’ può essere un fattore discriminante ma indubbiamente l’aspetto energetico è quello centrale. Gli infissi devono essere in grado di isolare nei mesi freddi mantenendo il calore all’interno delle stanze, mentre in estate devono garantire una certa protezione dal calore... Un altro fattore importante è l’isolamento acustico per proteggersi dai rumori della città e del traffico, garantito da doppi o, ancor meglio, tripli vetri e da un serramento prodotto e installato a regola d’arte.
3
Il legno è un materiale naturale, esteticamente e come prestazione di indubbio valore. Per durare ‘in eterno’ (diciamo 3050 anni e più) richiede una certa cura e manutenzione. Nei primi anni, a causa dei movimenti di assestamento del materiale, il sistema di aggancio dell’anta al telaio può allentarsi e va quindi registrato, inoltre richiede una verniciatura periodica ma con una bella carteggiatura lo si riporta a nuovo. L’alluminio, essendo leggero e molto facile da lavorare, può essere la soluzione per infissi sagomati e di grandi dimensioni, ma è un conduttore e non un isolante, richiede quindi il taglio termico con uno strato-barriera, inoltre presenta facilmente problemi di condensa intorno agli stipiti. Ci sono poi i serramenti in materiale misto legno-alluminio che mettono insieme il meglio dei due materiali: isolamento termico, aspetto naturale del legno e maggiore resistenza alle intemperie con minore manutenzione dell’alluminio sulla parte esterna. I serramenti in pvc hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo complessivo e non temono le intemperie, l’aspetto estetico è migliorato notevolmente con finiture e verniciature che gli danno un aspetto molto simile al legno. Come designer non amo molto i materiali ‘che simulano’ altri materiali ma è una soluzione richiesta.
4
Il legno ha una coibenza termica naturale, migliora l’isolamento termico nei mesi invernali e non si surriscalda con l’irraggiamento solare estivo. La struttura in legno delle finestre non ha parti cave all’interno, come avviene nel metallo; tale caratteristica è molto importante per l’isolamento acustico. Essendo un materiale naturale, nel processo di trasformazione, anche del lamellare, non vengono prodotte sostanze tossiche, né rifiuti nocivi per l’ambiente.
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FOCUS
forum È vero, un infisso in legno invecchia. Ma invecchia bene, e se danneggiato si può carteggiare e ripristinare facilmente. Aldilà delle finestre in legno massello, che fanno solo abili falegnami, i serramenti in legno sono di nuovo competitivi grazie alle caratteristiche di tenuta dimensionale del legno lamellare nonché alle nuove tecniche di verniciatura e laccatura.
5
Per garantire le dovute prestazioni non bisogna dimenticare l’importanza del pacchetto-vetro (stratificato, bassoemissivo ecc) e di una messa in opera effettuata a regola d’arte. Un consiglio che ogni tecnico come me dovrebbe dare, è nel limite del possibile, di non risparmiare sugli infissi. La sostituzione dei serramenti, magari approfittando degli incentivi fiscali, diventa particolarmente vantaggiosa se si pensa al miglioramento della coibentazione, della silenziosità e della bellezza della casa. MICHELA VASSENA
1
Personalmente ritengo corretto scegliere una tipologia di serramento, colore e materiale consono non solo al tipo di intervento che si affronta di volta in volta ma, soprattutto, al contesto in cui opero. La scelta del serramento per un intervento ex-novo dovrà quindi considerare non solo la tipologia e la destinazione d’uso ma anche il luogo in cui lo stesso è ubicato: urbano, montano, marittimo, etc. Questo sia per un coerente inserimento nell’ambiente, ma anche dal punto di vista del risparmio energetico (si pensi ai luoghi di montagna dove fa molto freddo rispetto a luoghi di mare dove il clima è più mite). La stessa filosofia ricade egualmente per un intervento di ristrutturazione e, ancor di più, di recupero. Se da una parte ci dobbiamo comunque rifare all’esistente con le possibili varianti, dall’altro abbiamo l’obbligo/dovere di mantenere i caratteri storici e architettonici del manufatto e del contesto.
2
Il materiale è certamente il punto di partenza per inserire in maniera corretta un serramento all’interno di un progetto. Materiale inteso, naturalmente, anche dal punto di vista della qualità, della sua lavorazione, della tipologia di produzione ed estetica. In secondo luogo interviene il colore, altro aspetto determinante da considerare per raggiungere
un buon progetto che si inserisca in modo coerente nel contesto inteso non solo come edificio, ma anche come ambito paesaggistico.
3
Per quanto mi riguarda, prediligo i materiali naturali quali il legno, ma, come già affermato e secondo la mia esperienza di progettista, il tipo di materiale dipende dal luogo in cui opero, dalla tipologia dell’edificio e dal tipo di intervento.
4
Il legno, quale materiale naturale, risponde molto bene a tutte le caratteristiche che un serramento deve avere per essere di buon livello. Non dimentichiamo che i serramenti, in origine, erano tutti in legno e, a distanza di decenni, non è raro ritrovarli in edifici storici in buono stato. Certo, hanno una manutenzione più complessa ma sono sicuramente più interessanti sia dal punto di vista progettuale che estetico. Tuttavia, possono però intervenire delle variabili che non permettono di utilizzare il legno in tutti i progetti, sia per la tipologia della costruzione (ad esempio in edifici a uso uffici o terziario) che per scelta del committente. Faccio un esempio. In una casa al mare, personalmente inserirei solo serramenti in legno, ma per la presenza della salsedine non sempre il committente è disposto ad adoperarsi in seguito per la loro manutenzione e, così, si dovrà optare per un altro materiale. Variabile consentita, però, solo in certi tipi di edifici. Qualora ci trovassimo di fronte a un edificio vincolato, storico o in un contesto di interesse naturalistico, dovremmo optare solo ed esclusivamente per serramenti affini per forma, materiale e colore a quelli esistenti nell’ambiente che li accoglie.
5
Riguardo alle prestazioni, il livello tecnologico raggiunto nella produzione di questi manufatti consente di soddisfarle tutte per qualunque tipologia di serramento. La complessità di questo manufatto, che vorremmo integrare all’arredamento interno da una parte ma che con la sua ‘faccia’ esterna, ci rammenta il ruolo fondamentale di chiusura che riveste per la parete esterna, rimanda a una molteplicità di garanzie di cui è necessario dotarsi. Un serramento è un bene durevole, deve garantire ottime prestazioni e funzionamento per parecchi anni. E deve rispondere ai requisiti resi obbligatori da vari Decreti e Norme che ne fissano le prestazioni, come il Dlgs 311/06, per quanto riguarda l’isolamento termico, il DPR n. 142/2004 che fissa i requisiti per l’isolamento ai rumori, le norme UNI 7697 per la sicurezza nelle applicazioni vetrarie e le marcature CE rese obbligatorie per i sistemi oscuranti e le finestre.
AZIENDA FAKRO
DI
ARIANNA INZANI
Tagli di luce zenitale Fakro, tra i maggiori operatori al mondo nel settore delle finestre da tetto con una quota pari al 15%, continua a sviluppare prodotti e soluzioni con qualità superiore e innovazione costante
F
inestre da tetto realizzate da un’azienda giovane che, fondata nel 1991, dopo soli tre anni inizia a esportare dalla Polonia il suo prodotto, con il 70% della produzione odierna destinato all’estero (47 Paesi al mondo). L’azienda ha sedi in tutto il mondo e nel 2011 ha aperto anche la sede italiana a Verona. Fakro si propone come un serramentista specializzato, che a un’ampia gamma di modelli unisce una serie di prodotti di tipo ‘sartoriale’. Nella filosofia dell’azienda, rendere confortevoli gli ambienti di casa scegliendo il modello di finestra più consono alla propria mansarda, costituisce il punto di partenza per il successo. Una vocazione specialistica quindi, che con la propria gamma di finestre da tetto e accessori, Fakro è in grado di soddisfare, concorrendo realmente alla riduzione dei costi di riscaldamento negli edifici. Riassumiamo in 10 punti, l’esperienza e lo sviluppo tecnologico di questo serramentista specializzato che realizza tagli di luce paralleli alle falde del tetto. 1. Rinforzo antieffrazione L’innovativo sistema topSafe per il rinforzo delle strutture delle finestre da tetto che, insieme al sistema Secure, impedisce la rimozione del vetro dalla parte esterna e permette il bloccaggio della maniglia.
2. Ventilazione regolabile automatica Le finestre sono dotate di diversi sistemi di ventilazione, facilmente regolabili anche quando la finestra è chiusa, come nel caso del sistema automatico a pressione V40P. 3. Soluzioni per ampliare il campo visivo Applicando l'asse di rotazione decentrato è stata aumentata l’altezza delle finestre da tetto fino a 2,06 metri (proSky), a 2,55 metri (Duet proDky) e a 2,60 metri. 4. Finestre a doppia apertura La finestra a doppia apertura FPP preSelectR è un serramento di nuova generazione che permette all’anta di aprirsi in due differenti modi: vasistas e bilico. 5. Isolamento termico ottimale Le FTT Thermo garantiscono il massimo risparmio energetico; con i doppi, tripli o quadrupli vetri offrono alte prestazioni di valore U che si posizio2 nano tra 1,3 fino a 0,58W/m K. 6. Libero accesso sul tetto Grazie al lucernario termoisolante FW e una finestra con l’apertura laterale a 90°. 7. Utilizzo confortevole La maniglia collocata nella parte inferiore del battente garantisce un azionamento semplice, indipendentemente dall’altezza della finestra, anche con la costruzione a bilico. 8. Altissima qualità del legno Le finestre vengono realizzate utilizzando legno di Pino di prima scelta, incollato a strati e impregnato sottovuoto. Il legno viene trattato con una vernice ecologica a più strati. 9. Finestre in pvc In alternativa al legno, le finestre sono prodotte con profili multicamera in pvc di colore bianco, Pino o Rovere. 10. Garanzia Fakro offre 20 anni di garanzia per i vetrocamera e 10 anni di garanzia per le finestre da tetto.
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Live-Lock di Fapil è la soluzione per lavorare sia il legno massiccio sia tutti i materiali derivati dal legno e consente un facile bloccaggio dei coltelli, garantendo un cambio veloce e sicuro nel rispetto delle norme EN 847-1. La personalizzazione del profilo del coltello sul corpo sagomato di Live-Lock rende possibile la lavorazione di qualsiasi sagoma permettendo di conseguire elevate qualità di finitura grazie ad angoli sia di taglio sia assiali studiati in modo ottimale. Fapil propone anche una serie di utensili per la lavorazione di travi lamellari ed elementi di costruzione. Un’ampia gamma di utensili che comprende lame circolari di grandi dimensioni, frese in metallo duro integrale o HSS integrale per lavori di formazione di gole, soluzioni a inserti intercambiabili per le lavorazioni di sgrossatura e piallatura, utensili a inserti per la creazione di gole o per la formazione delle sezioni di giunzione, una serie completa di punte per foratura profonda. Live-Lock di
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Metal World, realtà di spicco nella produzione di utensili di alta tecnologia e qualità in HW, HS e DP, si è specializzata nella fornitura di utensili che trovano applicazione nell’industria del pannello, dell’isolamento, del flooring, del serramento nonché della micromeccanica, senza peraltro trascurare le necessità del mercato artigianale. L’azienda presenta Clamping Pro, utensile progettato e costruito con l’innovativo sistema a coltello unico sagomato autoposizionante, che sostituisce raggiatori, incisori e altri inserti dando all’utensile stesso una semplicità d’uso inimitabile. L’elevata inclinazione assiale del tagliente unita a un’ampia zona di scarico favoriscono l’evacuazione del truciolo e aumentano la qualità e la quantità del prodotto finale. Questo sistema semplifica e riduce al minimo le operazioni di manutenzione con la vantaggiosa opportunità di sostituire l’inserto a bordo macchina e con un notevole abbattimento dei tempi improduttivi. Clamping Pro di
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NOTIZIE DALL'ACIMALL che riceviamo e trasmettiamo nella sua versione integrale di comunicato stampa relativo all'andamento delle tecnologie italiane per la lavorazione del legno e dei suoi derivati nel 2012 Il preconsuntivo 2012: il fatturato ai livelli di due anni fa; annullato il ‘rimbalzo’ del 2011 Il 2012 è stato contraddistinto dal segno meno per le tecnologie dedicate alla lavorazione del legno e dei suoi derivati. I dati preconsuntivi elaborati dall’Ufficio studi di Acimall confermano le difficoltà incontrate dall’industria italiana di settore che, nel corso degli ultimi cinque anni, ha complessivamente perso circa il 30% del proprio fatturato.
PIÙ
VELOCITÀ PIÙ PRODUTTIVITÀ
La produttività è la combinazione di diversi fattori che, lavorando in sinergia, fanno la differenza. Velocità e avanzamenti più elevati, per esempio, consentono di produrre più pezzi all’ora; una durata certa della fresa vuol dire sicurezza di lavorazione, meno scarti, migliore qualità e pertanto un elevato livello di finitura del serramento prodotto.Topfix per serramenti può aumentare almeno del 35% la produttività attraverso l’aumento della velocità di taglio e degli avanzamenti. Risultato? Costi di lavorazione più bassi, migliore qualità della finitura. L’utensile Topfix è caratterizzato da grande semplicità di impiego, richiede meno inserti e meno tipologie di inserto. Questa semplificazione si traduce in minori costi di gestione e ricambistica. La sostituzione degli inserti e degli accessori avviene facilmente a bordo macchina, in tutta sicurezza e in tempi ridottissimi. Con Topfix si ha una riduzione del 75% dei tempi di manutenzione, rispetto alla media rilevata su l’utilizzo di utensili di differente concezione. Topfix di
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Quick Fix di
RESCO TOOLS
MACCHINE ITALIANE LAVORAZIONE LEGNO: PRECONSUNTIVI 2012 Utensili compresi, in milioni di euro. Produzione* Esportazione** Importazione**
2012 1.553 1.175 126
2012/2011 -9,8% -8,0% -13,1%
Bilancia commerciale Mercato interno Consumo apparente
2012 1.049 358 484
* Stima al 20 gennaio 2013. ** Proiezione su dati Istat. Fonte: Ufficio studi Acimall, gennaio 2013.
2012/2011 -7,4% -15,0% -14,5%
utensili
Dall’esperienza Resco sono nati i nuovi utensili Quick Fix, ideali per lavorare sui centri di lavoro e per realizzare la finestra tipo Resco Norm, un nuovo progetto che permette elevate prestazioni del serramento garantendo isolamento termo-acustico, risparmio energetico, tenuta ad aria, acqua e vento. Il sistema Quick Fix consente angoli di taglio aggressivi, alte velocità di avanzamento, super finiture e semplicità nella sostituzione dei coltelli. La Resco, azienda di grande esperienza nella progettazione e costruzione di utensili per serramenti, offre inoltre alla clientela la possibilità di ridurre i costi di gestione con un notevole aumento della produttività, avvalendosi di un proprio ufficio tecnico di consulenza pre e post vendita, per sviluppare prodotti innovativi e nel rispetto delle normative europee.
speciale
SOLUZIONE
PER LA LEVIGATURA
Da quasi 80 anni Sia Biffi importa e distribuisce in Italia il marchio Sia Abrasives. Grazie a un reparto di Ricerca e Sviluppo costantemente impegnato nel progettare nuove soluzioni tecniche e applicative, Sia Abrasives ha di recente presentato la soluzione razionale e modulare per la levigatura di profili specifica per applicazioni su centri di lavoro. Tempi brevissimi di preparazione della macchina, adattatori specificatamente progettati in resina espansa per una levigatura delicata, un assortimento standardizzato e utilizzabile per una pluralità di funzioni, costituiscono le principali peculiarità del sistema. Sia Biffi offre un ampio range di sagome che soddisfa buona parte della richiesta del mercato, e oggi è anche in grado di offrire alla clientela, una volta verificata la fattibilità, profili specificatamente dedicati. Sistema di levigatura di
SIA BIFFI
PIALLATURE
PERFETTE E BREVETTATE
Utensilea propone teste pialla brevettate con recupero automatico del diametro e con taglienti assialmente inclinati (corpo avional) indicate per la piallatura di legni teneri e duri, con ottima finitura. Lo speciale dispositivo montato lateralmente permette al coltello l'azzeramento automatico nel diametro e innumerevoli affilature, non vincolando la tolleranza di eccentricità. Il taglio assialmente inclinato riduce notevolmente la rumorosità e la particolare forma del profilo del coltello compensa la bombatura causata dall'angolo assiale, piallando perfettamente piano. Nel caso in cui si costruiscano con fissaggio hydro, il coltello potrà essere jointato. Teste pialla di
UTENSILEA
Rispetto al 2011 la produzione è calata del 9,8%, dato sul quale hanno pesato sia l’ulteriore compressione del mercato interno (- 15%) che la flessione delle esportazioni (- 8%). Nessuna sorpresa, purtroppo: il nuovo calo dei principali indicatori era atteso, ‘fisiologico’, dopo il rimbalzo che ha esaurito la sua spinta proprio nel 2011, un anno conclusosi con dati ‘interessanti’. Bisogna peraltro aggiungere che la struttura del mercato si è trasformata e, dunque, non ci si trova di fronte a una tendenza, ma a una nuova realtà con cui è indispensabile fare i conti.
UN
UTENSILE, TANTE ESSENZE
Vivaldi, azienda di spicco nella produzione di utensili, è partner delle maggiori aziende produttrici di serramenti e da sempre impegnata al loro fianco nella ricerca e nello studio di nuove soluzioni per migliorare la tecnologia del serramento (vedi Casa Clima e Casa Passiva). Da questa collaborazione è nata quindi la nuova finestra Visalux che permette di raggiungere elevate prestazioni di isolamento termico fino ai massimi livelli richiesti di Uw 0,8 W/mqK. di i i i di ili i i i il i Vivaldi ha inoltre sviluppato diversi sistemi di utensili sempre mirati Vi ldi h il a garantire il massimo rendimento e ha recentemente brevettato un nuovo sistema in grado di risolvere uno dei maggiori problemi nella produzione di serramenti: la lavorazione di varie specie (legni teneri, duri, sabbiosi, resinosi) con lo stesso utensile, preservando la durata dei taglienti. È stata sviluppata un’intera gamma di inserti diamantati che sono intercambiabili con tutti gli inserti HW. Per la clientela quindi si apre un notevole ventaglio di possibilità con un PURENE aumento della flessibilità produttiva: si utilizza un coltello diamantato solo laddove se ne presenti l'esigenza; a trarne beneficio è anche il grado di finitura, che si mantiene ad altissimi livelli. La durata dei taglienti DIA è elevatissima e può variare da 15 a 20 volte in più rispetto ai normali inserti in Widia. PURENE
Inserti diamantati di
VIVALDI
DI FISSAGGIO RINNOVATO
Nell’anno del quarantesimo anniversario dalla sua fondazione, Zuani presenta alcune importanti migliorie che interessano i propri prodotti. Come il sistema di fissaggio meccanico dell’inserto Logifix, tecnologia apprezzata sin dal suo esordio per la precisione e la semplicità di manutenzione, che ha subito un profondo cambiamento. Infatti, i cunei di fissaggio, componente che mantiene saldamente in posizione il coltello, sono stati riprogettati basandosi su un processo di microfusione che crea su di essi una speciale superficie. In questo modo i due particolari diventano quasi un corpo unico. In termini pratici significa che ora l’utensile può girare a regimi più alti e spingersi a velocità di avanzamento maggiori. A garantire finitura e durata del coltellino entra in gioco anche il nuovo coating NaDia. Le nano-tecnologie studiate e applicate inizialmente agli inserti per la lavorazione del legno, ora si possono utilizzare con ottimi risultati anche su frese a candela, punte e lame. Logifix di
ZUANI
“Scontiamo in modo pesante la crisi dei nostri clienti italiani”, ha commentato Paolo Zanibon, direttore di Acimall, l’associazione nazionale dei costruttori di tecnologie per il legno. “Il fatto che nel nostro Paese l’edilizia, il mobile e tutti i beni che nascono dal legno e dai suoi derivati registrino una dinamica negativa non può che bloccare qualsiasi investimento nei beni strumentali”. Una contrazione della domanda confermata dalle importazioni, diminuite del 13,1%. Soffrono, dunque,
utensili
SISTEMA
specialetecnologie PERSIANE
PER TUTTI I GUSTI
per la lavorazione del legno
Tra le ultime proposte firmate Bausola è da segnalare, oltre agli strettoi con cremagliera a passo variabile, smussatrici e linee di troncatura, il centro di lavoro a due teste contrapposte a controllo numerico FTS CN per eseguire tenoni semplici e doppi, stondati, fori, perni semplici o doppi per la gelosia a stecca girevole che permette così di non usare meccanismi meccanici e rendere facile la manutenzione e la pulizia. La macchina è composta da un caricatore automatico, 4 elettromandrini (2 verticali e 2 orizzontali) con attacco rapido ISO30, e 4 assi controllati a interpolazione circolare. Lunghezza minima di lavoro tra i tenoni: 100 mm. FTS CN di
BAUSOLA
PER
PICCOLE COMMESSE PERSONALIZZATE
UniLine è la versione più compatta dei Multicentro Biesse, una tecnologia sempre più semplice, integrata e accessibile anche alle piccole aziende, che affianca efficacemente gli impianti industriali tradizionali per superare il loro punto più debole: la produzione di piccole commesse con diffuse personalizzazioni e componenti speciali, e può produrre ‘senza presidio’ anche piccoli volumi e mix molto variegati. L’operatore deve provvedere soltanto a collocare i pezzi sul piano di prelievo: 2-3 minuti bastano per oltre un’ora di produzione. UniLine occupa soltanto 30 mq, inclusi i siste-
mi di carico e scarico automatico dei pezzi e i magazzini utensili; esegue tutte le lavorazioni ‘a pezzo bloccato’, nella sequenza più logica per assicurare le migliori prestazioni dell’utensile e un’elevata efficienza del processo produttivo. Il prelievo e il posizionamento dei componenti sulle morse sono automatici, così come il prelievo dei componenti lavorati e il deposito sul piano di scarico.
UniLine di
BIESSE
continua da pagina 93 anche i costruttori di tecnologia tedeschi e cinesi, che nel 2011 avevano messo a segno performance di ben altro livello. Le esportazioni continuano a essere un capitolo di vitale importanza; la flessione dell’8%, per quanto rilevante, va letta alla luce di un 2011 nel quale, come già ricordato, il made in Italy aveva registrato un momento particolarmente favorevole. E non è assolutamente semplice, per gli imprenditori italiani, operare in mercati in continua oscillazione.
specialetecnologie
orazione di pannelli, sia di massello che impiallacciato, con un’al-
tezza che va da un minimo di 8 a un massimo di 60 mm e con lo spessore massimo del bordo di 3 mm e di 6 per il massello. Prevede una doppia velocità, che può arrivare fino a 16 m/minuto e offre inoltre la possibilità di montare, oltre alla vasca colla teflonata di serie, un prefusore, consentendo l’ottimizzazione nell’utilizzo e nell’erogazione della colla. Bordatrice di
GRUPPO GRIGGIO
PER
OGNI ESIGENZA DI FALEGNAMERIA
Foratrice monotesta 23 mandrini modello Boring System 23 estremamente versatile, adatta a tutte le esigenze della falegnameria. Consente foratura verticale, orizzontale e a ogni angolazione intermedia da 0 a 90°. Ribaltamento pneumatico della testa. Ideale per l’affiancamento ai centri di lavoro nell’esecuzione di forature orizzontali. L’esclusivo Spiral System, strumento di regolazione della profondità di foratura, permette l’impostazione di tutte le misure su scala millimetrica in base alla dimensione delle punte. Pressori antinfortunistici garantiscono un rapido posizionamento, una perfetta tenuta e la massima sicurezza: semplicemente tirando un pomello, il pressore si appoggia sul pezzo, senza bisogno di ulteriori operazioni. Dispone inoltre di quadrette laterali di riferimento sul piano, posizionabili per mezzo di contatori numerici con riferimento al primo mandrino. Foratrice monotesta di
MAGGI ENGINEERING
Uno sguardo al futuro Impossibile fare ipotesi su cosa ci riserva il 2013. I primi dati sembrano indicare un possibile consolidarsi della situazione negativa, che determinerebbe una crisi di settore all’interno di una più globale crisi economica. “Impossibile invertire la rotta – ha proseguito Zanibon – senza interventi di sostegno da parte del governo. L’industria dei beni strumentali è sempre stato uno dei pilastri della nostra economia, contribuendo in modo sostanziale alla
TUTTI PER UNO
L’azienda SacSueri, attualmente incentrata nella realizzazione di angoli e impianti per la produzione di infissi e finestre, presenta il Centro FS.05 perfetto quando si devono lavorare differenti lotti di produzione di infissi. L’FS.05 è essenziale perché in un unico centro di lavoro sono eseguibili tutte le lavorazioni necessarie per la realizzazione dei componenti per serramenti; è flessibile perché può essere utilizzato indistintamente come Centro stand alone, oppure inserito in differenti linee di produzione, con carico/scarico pezzo manuale o automatico; è compatto perché tutto lo spazio occupato è utile e necessario esclusivamente per la lavorazione del pezzo, e quindi gli ingombri sono ridotti al minimo. Tutte le funzionalità sono ora integrate in una singola macchina che grazie all’elevato grado di flessibilità e modularità consente di soddisfare tutte le esigenze tecnico produttive del cliente e di evolvere nel tempo con esse. Centro FS.05 di
SAC SUERI
SOLUZIONI
PER INFISSI, SCALE E NON SOLO La gamma Accord fx con le versioni 30 e 40 è in grado di offrire una serie completa di soluzioni per la produzione di infissi, scale ed elementi in legno massello. La struttura a portale mobile permette di avere la massima precisione su tutta l’area di lavoro anche dove sono richieste grandi dimensioni: Accord fx dispone di barre fino a 1900 mm per tutte le unità di lavoro. I magazzini utensili, collocati sui gruppi operatori, permettono il cambio utensile in tempo mascherato, oppure, posizionati sul portale mobile, possono ospitare fino a 48 utensili di grandi dimensioni ed essere sostituiti nell’elettromandrino in soli 5 secondi con la navetta Mach 5. Il piano di lavoro a più livelli di gestione è sempre di facile utilizzo, consentendo massimi livelli di tenuta e sicurezza grazie ai bloccaggi SCM. Nella versione Matic il set up avviene in pochi secondi, ogni elemento che lo compone è dotato di un proprio motore indipendente che ne permette il movimento in simultanea. Accord fx di
SCM GROUP nostra bilancia con l’estero. Un discorso che vale non solo per le macchine per il legno, ma per quelle per il vetro, la plastica, le calzature, il marmo… Per questo con Federmacchine (la federazione che riunisce le associazioni dei costruttori di beni strumentali, ndr.) abbiamo chiesto una serie di interventi ‘a costo zero’, che non richiedono alcuna copertura economica, ma l’approvazione di specifici strumenti normativi.
per la lavorazione del legno
SERRAMENTI:
specialetecnologie
PERSONALIZZAZIONE
E MODULARITÀ
All’interno della vasta gamma di macchine custom prodotte, Stemas annovera anche il centro di lavoro semiautomatico 01 CLF. Fra le numerose applicazioni eseguibili grazie alla modularità della costruzione ricordiamo il taglio a 45° e 90°, la foratura su profili e stipiti per porte con giunzione a 45° e 90°, la pantografatura per asolatura serratura e contro piastra etc. Inoltre, la macchina può essere inserita in un contesto di linea per aumentare la produzione e può anche prevedere
il sistema automatico di inserimento guarnizione e anuba. Dunque, l’ampia possibilità di composizione e personalizzazione rendono la macchina un prodotto unico, in grado di soddisfare le esigenze di tutte quelle aziende, dalla piccola realtà artigiana alla grande industria, alla ricerca di un prodotto che possa garantire elevati standard produttivi e qualitativi. 01 CLF di
STEMAS
VERSATILITÀ
AL SERVIZIO DEL SERRAMENTO La ditta Volpato, realtà di spicco nella produzione di levigatrici per bordi e profili, include nella sua gamma circa 60 tipologie differenti di macchine. Tra queste la famiglia delle LS, particolarmente compatte e molto versatili, ideali per l’industria e l’artigianato soprattutto nel settore del serramento. Il modello LS 2N1A è composto da due gruppi nastro abrasivo oscillante e un gruppo ruota abrasiva con recupero automatico del consumo e permette di levigare profili di telai smontati e montati, fermavetri, telai delle porte e i bordi delle stesse. La levigatura di profili complessi è stata risolta con l’impiego di tamponi in feltro oppure in acciaio sagomato con cuscino d’aria. Tutti i gruppi nastro abrasivo funzionano con entrata e uscita a tempo, oscillazione meccanica regolabile, tensione pneumatica e soffiatore ad aria. Su richiesta si possono fornire numerosi accessori quali velocità variabile, assi motorizzati e controllati da CN che memorizza fino a 500 posizioni. LS 2N1A di
VOLPATO
Bisogna stimolare gli imprenditori perché investano in strumenti che consentano di fare innovazione, di stimolare la domanda, di produrre in modo più efficace, economico e sostenibile in termini ambientali e di consumo delle risorse. “Confidiamo che il 2013 possa essere un anno di assestamento”, ha concluso il direttore di Acimall. “L’appuntamento con Ligna a Hannover, la più grande fiera del settore, ci permetterà di avere le idee più chiare sulle linee di tendenza dei principali mercati di sbocco dell’industria italiana, anche se riteniamo che per parlare di ‘ripresa’ si debba attendere il 2014”.
UNA FINESTRA SUL MONDO
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Lo stato sud-orientale degli Stati Uniti d’America è una terra di una varietà sorprendente ma, nonostante sia denominata “The Sunshine State”, è flagellata ogni anno da forti uragani. Per contenere il più possibile i danni a persone e cose, le leggi che regolano la costruzione degli edifici, delle porte e delle finestre sono molto severe
Florida: lo standard dei serramenti contemporanei DI IVANA
VIO –
FOTO DI
FABIO FIDONE
UNA FINESTRA SUL MONDO
shotgun a quello popolare, sino ad arrivare a uno stile rinascimentale-spagnolo per edifici risalenti agli inizi del XX Secolo. La shotgun house è una piccola abitazione rettangolare di legno con porte su entrambi i lati minori, tipica del sud degli Stati Uniti e delle Keys, che si diffuse alla fine della Guerra Civile del 1861-65. A Key West si è sviluppato uno stile architettonico tropicale, di influenza caraibica, con abitazioni fornite di verande ariose e finestre attentamente collocate per catturare la brezza marina. Più evoluti ed eleganti sono invece i cottages, sempre di legno; a Pensacola e a Fort Lauderdale se ne trovano alcuni molto ben conservati risalenti agli inizi del XIX secolo. Nelle zone di campagna sopravvivono ancora le vecchie ville di legno a due piani, costruite in puro stile sudista, generalmente dipinte in colori chiari, con il piano terreno adibito a deposito o rimessa e l’abitazione al primo piano. Dato il clima caldo e soleggiato, lungo il perimetro delle costruzioni sono frequenti le aree porticate che schermano le aperture con la loro ombra. Le finestre sono ovunque ampie per favorire la circolazione dell’aria e far entrare luce. Le costruzioni più spettacolari sono i grandi alberghi e le ville dell’inizio del XX Secolo. Il Vizcaya di Miami del 1916, in stile neo-rinascimentale, oggi museo, fu considerato un elemento catalizzatore
In apertura: edifici storici e contemporanei di Miami Beach e Downtown Miami. In questa pagina: gli infissi degli edifici contemporanei devono rispettare standard costruttivi sempre più severi per far fronte a tempeste tropicali e uragani che ogni anno colpiscono la Florida. In basso: il Delano Hotel in stile Art Decò ristrutturato da Philippe Stark. Pagg. 97 e 98: finestre e portoni di legno. A causa delle leggi dettate dal "Florida Building Code", i serramenti di legno stanno diventando sempre più rari in tutto lo Stato
N
el 1513 il condottiero spagnolo Juan Ponce de Léon sbarcò su questa terra esotica nel giorno in cui ricorreva la Domenica delle Palme, che in spagnolo viene chiamata “Pascua Florida” e da ciò deriva il nome usato ancora oggi. Quando la ferrovia la raggiunse, le vacanze invernali al sole divennero possibili per migliaia di persone e negli anni Venti una forte crescita edilizia interessò la penisola e ben presto Palm Beach, Miami e Sarasota si trasformarono in eleganti città, con case di vacanza e lussuosi alberghi; ancora oggi, assieme a Fort Lauderdale, Tampa, Daytona Beach, Boca Raton e altre località costiere, possiedono le spiagge più belle e più estese degli Stati Uniti. In campo architettonico non esiste uno stile tipico della Florida, poiché gli americani del Nord che vi svernavano costruivano case con fogge che fossero loro familiari: alcune cittadine hanno un’atmosfera che ricorda il New England, altre sono simili agli insediamenti spagnoli del Vecchio Continente. Gli stili variano dal creolo al vittoriano folk, dallo
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per il design di altri edifici, di ispirazione italiana e mediterranea. Sorsero così costruzioni con muri rifiniti a stucco in tinte pastello e con tetti ricoperti di tegole. Le lussuose ville in muratura o in pietra presentano generalmente uno scalone scenografico che conduce all’ingresso principale, situato rigorosamente sotto il loggiato e le aperture sono protette dall’ombra del porticato che fa da zona filtro tra interno ed esterno. Le finestre che non sono collocate sotto il portico sono generalmente protette da un tetto sporgente. I serramenti di legno sono spesso “all’inglese”, con la tipica quadrettatura e dipinti di bianco, con apertura a saliscendi o a ghigliottina. Alcune finestre si aprono invece a vasistas e il movimento è regolato da una particolare ferramenta a manovella che, come una sorta di cremagliera, permette l’apertura o la chiusura, avendo nello stesso tempo la funzione di fermo. Dopo il crollo della borsa di Wall Street nel 1929, seguito dalla Grande Depressione, l’elegante e l’ornato divennero fuori moda, lasciando il posto ad uno stupendo e peculiare stile Art Déco che rispecchia l’atmosfera locale: il Tropical Déco. I contorni netti degli edifici si arricchiscono con dettagli tipici del luogo e presentano una rara attenzione per i particolari, sottolineati da vivaci motivi marini, colori pastello, grandi finestre e portoni di varie fogge e lavorazioni. Ovunque i decori con pesci, palme e fenicotteri sono incastonati in pitture murali, vetri, fontane e sculture. Le facciate degli edifici sono scandite da grandi aperture con vetrate curve e serramenti di legno “a libro” con telai che scorrono, mediante congegni metallici collocati all’esterno dei telai stessi, su rotaie sistemate in alto e in basso, particolarmente adatti per superfici cilindriche. L’Art Déco District di South Beach vanta la maggior concentrazione al mondo di edifici in perfetto stile Tropical Déco e oggi questa zona di Miami è stata inserita nel Registro Nazionale dei Luoghi Storici. Alla fine degli anni Trenta anche Frank Lloyd Wright giunse in Florida, dove progettò, nei minimi dettagli, il campus del Florida Southern College a Lakeland. Da allora la città è una tappa obbligata per gli studiosi e gli appassionati di architettura, poiché possiede il più vasto insieme di edifici del grande Maestro dell’architettura organica. Le imponenti costruzioni conservano i serramenti di legno originali: grandi finestre e porte con telaio di legno e ampie superfici di vetro trasparente o colorato nelle tinte primarie. Nei primi anni Cinquanta, vicino al quartiere Tropical Déco, l’architetto Morris Lapidus disegnò stupendi alberghi, tra cui il Fontainbleau, l’Eden Roc e l’Americana, che davano ai turisti l’impressione di vivere in una dimora patrizia e ancor oggi rispecchiano il peculiare stile di quegli anni.
UNA FINESTRA SUL MONDO
A pag. 99: in alto, il Marlin Hotel nell'Art Decò District di Miami Beach. In basso, un elegante ingresso di una villa a Palm Beach. In questa pagina: in alto, un quartiere residenziale a Boca Raton, dove le finestre hanno apertura a saliscendi. In bassso, la chiesa del Campus del Florida Southern College a Lakeland, progettato da F. L. Wright. Le imponenti costruzioni conservano i serramenti di legno degli anni Trenta. A pag. 101: a Fort Lauderdale gli edifici contemporanei affiancano gli eleganti cottages di legno degli inizi del XIX Secolo
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Dalla metà degli anni Ottanta questa combinazione di architettura e design ha attratto fotografi di moda, produttori cinematografici e turisti. Molti edifici di South Beach sono stati restaurati e piacevolmente modernizzati, per adattarli alle attuali esigenze abitative e alcuni sono una perfetta sintesi tra il design d’epoca e quello attuale. Un esempio singolare è rappresentato dal Delano Hotel, in
cui il designer Philippe Starck ha saputo mostrare come l’eleganza degli anni Novanta si possa combinare con lo stile degli anni Trenta. Nel corso del tempo anche i serramenti hanno subito numerosi processi di costruzione, sino ad arrivare alla standardizzazione tipica americana e nelle abitazioni moderne e contemporanee si ritrovano costantemente determinati tipi di infissi. Questi sono prevalentemente in legno e si aprono a saliscendi o a ghigliottina. I primi sono costituiti da due telai uguali scorrenti su apposite guide che, una volta chiusi, si dispongono su di un unico piano, mentre quelli a ghigliottina sono più semplici perché il telaio inferiore sale e si sovrappone al superiore. Alcune finestre presentano invece l’apertura a vasistas con cerniere in basso o in alto o a bilico verticale, con telaio unico rotante verticalmente su perni impostati nella mezzeria. Il Sunshine State è situato nella zona più attiva dell’emisfero settentrionale ed è flagellato ogni anno, tra giugno e ottobre, da forti uragani che sono strettamente intrecciati con la sua storia. Furono proprio gli indigeni Taino a chiamare questi spaventosi eventi atmosferici Huracan, nome derivante da uno spirito maligno. Negli ultimi anni, purtroppo, gli stati del Sud degli USA hanno visto e subìto l’incremento dell’intensità delle tempeste tropicali: basti pensare ai devastanti Andrew, George e Katrina. Per contenere il più possibile i danni a persone e cose, le leggi sugli standard costruttivi degli edifici, delle porte, delle finestre e degli altri infissi come persiane o scuri sono sempre più severe. Il South Florida Building Code fornisce tutte le indi-
cazioni sugli spessori minimi dei telai delle finestre e dei vetri da impiegare nelle costruzioni, così come fissa standard precisi per i pannelli di protezione da collocare all’esterno delle finestre e delle porte per prevenire il più possibile i danni causati dall’impatto dei venti in caso di forti uragani. Quando si costruisce una nuova casa, le normative impongono che nel progetto debbano essere inserite finestre resistenti agli urti e i costruttori di infissi devono sottoporre i loro prodotti a vari e severi collaudi prima che questi possano essere definitivamente posti sul mercato. La finestra è un elemento essenziale dell’involucro edilizio poiché rappresenta la congiunzione tra esterno e interno e perciò, molto spesso, si è rivelata come la parte più debole delle facciate. Finestre e infissi sempre più sicuri e resistenti vengono attentamente progettati, sia per seguire le normative, sia per la forte richiesta del mercato. Le finestre resistenti agli urti sono molto popolari nelle costruzioni situate in aree costiere, le più colpite da uragani e forti venti. Queste prevedono lastre di vetro speciale, progettato per resistere alla forza di impatto di detriti che potrebbero colpire le finestre durante un uragano o un altro infausto evento atmosferico. Grazie a un particolare film protettivo che lamina il vetro, le lastre sono costruite in modo tale che possano rompersi al momento dell’impatto, senza però frantumarsi in mille pezzi che, inevitabilmente, verrebbero sparsi ovunque dalla furia degli agenti atmosferici. Anche il vetro temperato è considerato un “vetro di sicurezza” poiché, in caso di rottura, si frammenta in tanti piccoli pezzi non pericolosi per l’incolumità delle persone. La combinazione tra il vetro temperato e la pellicola protettiva garantisce standard qualitativi molto elevati in termini di sicurezza anche nelle finestre con partiture vetrate ampie, rafforzandone la resistenza alle sollecitazioni meccaniche e agli shock termici. Se da un lato tutto ciò fornisce una maggiore sicurezza delle costruzioni, dall’altro si assiste sempre di più all’abbandono della materia legno per la costruzione di porte, finestre e vari tipi di infissi a favore di altri materiali come l’alluminio o il pvc, che si sono rivelati più idonei a rispondere alle mutate esigenze di sicurezza e sono più economici. A differenza degli infissi di legno, quelli in alluminio massiccio hanno gli angoli saldati, rendendo il telaio più stabile e più adatto a contenere le lastre di vetro, così l’infisso è più resistente ai danni causati dagli uragani. Anche le compagnie di assicurazione iniziano ad adeguare le polizze sulla casa in base agli standard costruttivi dettati dalle normative, proponendo premi più contenuti se questa dispone di finestre e portoni resistenti agli urti. Oltre alla qualità del design, della funzionalità,
della sicurezza, le finestre devono rispondere anche ad altri standard per contenere la trasmittanza termica, favorendo così il risparmio energetico, e garantire l’abbattimento acustico. Gli studi svolti hanno decretato che i serramenti di legno sono i più idonei ad assicurare il miglior isolamento dai rumori esterni e quelli preferiti da coloro che non hanno problemi economici. Ancora oggi la Florida è una meta ambita di vacanza per le spiagge soleggiate, i campi da golf, gli sport acquatici e i numerosi parchi a tema di Orlando. Questa terra non è solo un vasto parco dei divertimenti, ma offre paesaggi di una varietà sorprendente, è ricca di parchi naturali, tra cui l’Everglades National Park, e importanti attrazioni culturali come il Kennedy Space Center a Cape Canaveral, il complesso della NASA situato in una vasta riserva naturale.
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AZIENDA RENNER
DI
AMELIO BONFANTE
Una parabola ascendente Giovane, green, innovativa, lanciatissima. Renner Italia, multinazionale bolognese specializzata nella produzione di vernici per legno a base acqua e solvente, è nata nel 2004. In breve tempo si è imposta nel proprio comparto industriale per capacità di crescita
Il sito produttivo delle vernici a solvente Renner Italia a Minerbio (Bologna)
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PREMIO COMPANY TO WATCH 2011-2012 L’azienda ha chiuso il 2011 con un valore di fatturato di 62.000.000 di Euro, pari a 17.000 tonnellate di venduto, realizzati con 200 addetti. Nel 2012 e nel 2011 Renner Italia è stata premiata dall’istituto Databank – Cerved Group come ‘Company to Watch’ nel settore vernici industriali per avere attuato – tra l’altro – “particolari strategie di innovazione di prodotto o processo risultate vincenti o comunque distintive rispetto al grado di innovazione settoriale”. Di fatto, in piena crisi dei mercati, Renner Italia è riuscita a conseguire un incremento di fatturato pari al +27% nel 2010 e al +14% nel 2011. E anche il terribile 2012 ha registrato un +10,3%, pari a un fatturato di 68,4 miliardi di Euro.
INNOVATIVI SI NASCE Alla base dell’impressionante parabola di crescita che fa di Renner Italia un autentico fattore di dirompenza nel tradizionalista comparto vernici per il legno, sussiste un approccio innovativo che riguarda non solo il laboratorio e la gamma, ma anche la comunicazione, i servizi post vendita e perfino i rapporti sindacali. Non è un caso se Renner Italia veleggia tra i social network (Facebook.com/renneritalia, Youtube.com/renneritalia) e le nuove soluzioni tecnologiche con la sua iRenner, app per iPad tra le prime nel settore. L’interesse dei media nazionali è stato recentemente catturato dall’iniziativa ‘Il risparmio energetico in busta paga’ che suggerisce una strada alternativa nell’ambito dei rapporti con i lavoratori. “Ci aiuti a contenere gli sprechi? Le ricadute positive del risparmio energetico aziendale le ritrovi direttamente in busta paga”. Questo in sintesi il messaggio rivolto dall’azienda, d’intesa con il sindacato Filctem-Cgil, ai dipendenti, coinvolgendoli in una virtuosa corsa alla riduzione dei costi di energia, smaltimento dei rifiuti, gas, materiale di consumo, etc. Nel nuovo contratto integrativo aziendale, Renner Italia e Filctem-Cgil hanno recepito l’attualissimo ‘Accordo europeo 20-20-20’ e l’intento comunemente tracciato da Confindustria e rappresentanze sindacali a livello nazionale nell’avviso ‘Efficienza energetica, opportunità di crescita per il Paese’. Altre grandi industrie italiane hanno inteso simbolicamente accettare la sfida del contenimento energetico. Ma la novità che si è registrata all’interno di Renner Italia è consistita nella misurazione e nella conseguente monetizzazione del risparmio. Che, qualora dovesse toccare quota 10%, abbinato alla preesistente politica della distribuzione degli utili, gratificherà il dipendente virtuoso con un premio pari a
una mensilità già nel 2013 (come emerge nell’up-to-date riportato nella prima parte della rivista, a pagina 15). PREMIO SVILUPPO SOSTENIBILE 2012-2013 E non dimentichiamo le ricadute positive sotto il profilo green del processo produttivo... Davvero numerose le iniziative intraprese. Se ne sono accorti anche dalle parti della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile che, lo scorso 9 novembre, ha premiato Renner Italia alla fiera Ecomondo di Rimini tra le migliori 10 aziende italiane nell’ambito del Premio Sviluppo sostenibile 2012. I LABORATORI CON L’AZIENDA INTORNO Alla base del successo di Renner Italia restano soprattutto i due laboratori (ricerca formulati all’acqua e formulati a solvente) composti da 40 chimici stimolati dal continuo confronto con i clienti. L’azienda continua ad assumere i migliori ricercatori. Attualmente i chimici costituiscono il 20% della forza lavoro rennerista. Sono 2.000 le formule idonee a ogni ciclo applicativo: sia esso a spruzzo o a velo, sia a essiccazione o ad
aria calda, sia in forno a progressione di calore o a radiazioni UV, sia a raggi infrarossi o a microonde. Renner Italia vanta una vasta gamma di prodotti in grado di soddisfare ogni esigenza del mercato. Grazie a severissimi test di degradazione naturale (www.15annirenner.com) oggi l’azienda garantisce almeno 15 anni di vita alle finestre e 8 anni ai sistemi oscuranti in legno verniciati con i suoi speciali cicli di verniciatura all’acqua Top Quality2. E la manutenzione? Un concetto relegato da Renner Italia al passato. Grazie al ravvivalegno T.Top+, prodotto all’acqua da applicare una o due volte all’anno durante le ordinarie operazioni di pulizia (e utilizzabile perfino sul vetro!), Renner Italia garantisce fino a 15 anni un mantenimento super brillante. Un’arma in più per i serramentisti del legno che intendono arginare la penetrazione del pvc con le annesse problematiche di smaltimento che questo materiale inevitabilmente comporta.
Sopra: l’esposizione World Wide in Siberia. A sinistra, lo stesso test a Singapore. Due fotogrammi tratti da due cortometraggi realizzati da Renner Italia per spiegare l’esclusivo progetto di degradazione naturale alla base dei 15 anni di garanzia sulle finestre in legno
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UP TO DATE RENNER ITALIA Via Ronchi Inferiore, 34 40061 Minerbio (BO) Tel. 051 6618211 Fax 051 6606312 info@renneritalia.com www.renneritalia.com ROVERPLASTIK Zona Industriale, 10 38060 Volano (TN) Tel. 0464 020101 Fax 0464 020100 www.roverplastik.it Dall’AHEC
CARMINATI SERRAMENTI Via Petos, 5 24010 Ponteranica (BG) Tel. 035 4128272 Fax 035 570360 info@carminatiserramenti.it www.carminatiserramenti.it DRAGO Corso Asti, 84 14047 Mombercelli (AT) Tel. 0141 955502 Fax 0141 959777 info@dragoitalia.it www.dragoitalia.it EUROPROFILI GROUP Via Barco, 28 24045 Castegnato (BS) Tel. 030 2722393 Fax 030 2140202 info@europrofiligroup.it www.europrofiligroup.it
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