INNESTI URBANI: Identità e Appropriazione

INNESTI I d e n t i t à

e

URBANI

a p p r o p r i a z i o n e

Andrea Ferrarini POLITECNICO DI MILANO, SCUOLA DI ARCHITETTURA URBANISTICA INGEGNERIA DELLE COSTRUZIONI, PROGETTAZIONE DELL’ARCHITETTURA, A.A. 2016/17, SESSIONE ESTIVA, MAT.834005

URB AN GRAFTING

Identity and appropriation

CONTENUTI

Abstract Innesti Urbani

Milano, Galleria d’arte + appartamenti,

Milano, Scuola d’infanzia + Centro di quartiere

Lisbona, Biblioteca + Auditorium

Identità e relazione Appropriazione degli utenti

Bibliografia Laboratori

ABSTRACT

Barozzi Veiga, A Monumental Sentimentality, Biennale di Venezia 2016 barozziveiga.com

La colonna presentata alla Biennale

The artistic installation designed by

di Venezia 2016 dallo studio italo-

the italian-spanish practice Barozzi

catalano Barozzi Veiga nasce dal

Veiga for the Venice Biennale of

contesto in cui si insedia. Essa

Architecture in 2016, presents a

costituisce un’aggiunta indipendente

column arising from its site. The

dal sistema, ma interagisce con esso

new element states its originality

e, seppur temporanea, costituisce

but takes part in the sorrounding

una metamorfosi nella continua

system

evoluzione del luogo. La sua forma,

metamorphosys in the continuous

geometria,

evolution of the place.

posizione,

matericità

producing

temporary

non prescindono completamente dal

The

luogo e sicuramente non ne ignorano

location and materiality are derived

la valenza temporale; la colonna,

from the site and consider its timing:

decentrata e priva di carico, instaura

the installation being eccentric and

una nuova relazione con le colonne

unloaded, it creates an original

che la circondano.

relationship

In questo lavoro si propongono,

sorrounding it.

ripercorrendo

esperienze

This work collects a number of

progettuali e diversi casi studio,

thoughts about the construction in

alcune

tema

urban fabrics by presenting three

dell’insediamento architettonico in

design experiences and several case

contesti stratificati.

studies.

La dialettica tra nuove architetture e

new architectures and consolidated

tessuti consolidati solleva questioni

environments makes us deal with

che riguardano l’essenza del nostro

issues that are fundamental in our

operare:

task:

tre

riflessioni

identità

appartenenza

e

sul

e

relazione, universalità,

column’s

a

shape,

with

The

identity

geometry,

the

dichotomy

and

columns

between

relationship,

belonging and universality, tradition

tradizione e rottura. Le implicazioni

and revolution.

della progettazione sono compositive,

Conceiving a new building leads to

spaziali, economiche e sociali. Gli

designing, spatial, economic and social

interventi non modificano solo spazi

outcomes.

e simboli dell’ambiente costruito ma

affect spaces and symbols in the

influenzano profondamente il modo

built environment, they also deeply

in cui la vita della città evolve dentro

determine the way life unfolds inside

e fuori le architetture.

and outside architectures.

Not

just

interventions

INNESTI URB ANI

Il Padiglione Italia alla Biennale di

medievale contemporanea, l’edificio

Venezia del 2014, curato da Cino

di Moretti in corso Italia, eroico

Zucchi, è stato intitolato Innesti /

ma assimilato, la mini torre di

Grafting.

Mangiarotti in Via Quadronno che

La volontà del curatore si manifesta

esegue una laconica danza con il

nel racconto della cultura progettuale

suolo e lo spazio circostante. Tutti

italiana contemporanea attraverso un

“innesti”

percorso che ruota attorno a un’idea:

lasciano intuire passato e futuro per

architettura e contesto.

rivelare il presente.” (Grafton 2014)

culturali

e

fisici,

che

In particolare, scrive Zucchi nel presentare il padiglione, l’architettura

Anche se il progetto moderno si

del novecento italiano dimostra una

è spesso proposto di creare un

sensibilità particolare nei confronti

organismo

del

dal

costruito.

parte

questa

suo

programma

generato funzionale,

tendenza è guidata dalla ricchezza

potenzialmente riproducibile in altri

della

contesti, la cultura architettonica

del

Edificio residenziale con Galleria d’ar te alle Cinque Vie di Milano

In

autonomo,

stratigrafia

delle

italiana ha dovuto confrontarsi con

sedimentazioni di livelli storici, di

contesti strutturati in cui il nuovo

epoche che fluiscono l’una nell’altra

intervento è “solo uno strato di un

apportando

palinsesto più ampio”

al

paese.

La

storico-culturale conoscenza

contributi

patrimonio

del

originali

paese,

ormai

Nella

cultura

di

progetto

diffusamente antropizzato, rendono

moderna

pressoché impossibile concepire un

dalla definizione di uno standard

edificio come un oggetto autonomo.

universale, dalla definizione di forme

Come scrivono Yvonne Farrell e

in base a specifiche funzioni, per

Shelley

studio

guardare alla specificità dei contesti

Grafton, in una cartolina diretta

consolidati e instaurare un dialogo

proprio a Cino Zucchi e al suo

con essi.

padiglione, gli innesti in Italia si

La complessità di relazioni e segni del

sovrappongono con facilità di epoca

“vivere insieme”, motore di evoluzione

in epoca, toccandosi, appoggiandosi

della città, suggerisce l’accettazione

“Amate l’architettura antica e quella moderna; esse hanno creato attorno a noi,

l’uno

di un potere individuale limitato

nello scenario che hanno compsto, la simultaneità delle epoche: ci hanno creato

contrafforti.

e legato a consumi, convenzioni,

Venezia e New York”

“A 10 minuti dalla nostra sede della

consolidati nella società a definire un

Bocconi

contesto di relazioni.

Gio Ponti, 1957

McNamara

all’altro

sorge

o

la

dello

facendosi

Torre

da

Velasca,

l’attenzione

si

post sposta

0m

0.

1.

2.

Cor te interna Galleria d’ar te Accesso residenze ovest

Secondo livello espositivo

Appartamento con atelier collegato alla galleria

2m

5m

La progettazione caso per caso di BBPR si fonda sull’assimilazione dei “Ho sempre amato e ripresentato la tipologia della corte; la corte era la forma

particolari dell’ambiente, seguendo l’idea che nuovo e vecchio siano alla

di vita delle case della vecchia Milano […] fatta di di intimità sofferte, di

base della continuità del processo storico. Rogers considera le determinanti

legami, di insofferenze”.

dell’ambiente, delle esigenze tecnologiche e di programma che caratterizzano Aldo Rossi, 1981

la sua epoca, poiché un edificio “non è una macchina né una scultura”.

3.

4.

4.

Appartamento con atelier II

Appar tamento duplex gallerista Primo livello - Giorno

Appartamento duplex gallerista Secondo livello - Notte

La Torre Velasca nasce come conseguenza razionale di esigenze programmatiche, strutturali, d’uso unite a riflessioni sulla città storica: alla base di essa c’è “essere contemporanei vuol dire oggi essere liberi dai complessi di onnipotenza,

l’interpretazione di una oggettiva realtà. Essa sorge a Missori e non potrebbe

accettando la pluralità dei temi che dobbiamo affrontare”.

essere stata costruita altrove: la stessa impostazione logica produrrebbe in Cino Zucchi, 2014

ogni luogo un esito diverso, in base alle istanze specifiche del sito.

“il moderno avrebbe voluto azzerare l’inerzia della forma, il suo carattere parzialmente autonomo dal programma, le sue risonanze, la sua natura talvolta sentimentale�

Cino Zucchi, 2014

La

specificità

del

sito,

assunta

liberamente

tipi

edilizi,

impianti

come punto di partenza per la

distributivi, situazioni d’uso.

progettazione, si manifesta ai nostri

L’espressione della contemporaneità

occhi in tutta la sua complessità.

dell’edificio si realizza nelle scelte

Il contesto fisico, oltre che sociale e

tecnologico-compositive, nella sua

politico, instaura relazioni di scambio

relazione con il sito e la comunità.

con l’edificio che si inserisce come

Nello

un ulteriore ingranaggio in questo

appartenenza dell’edificio al luogo,

meccanismo.

Barozzi e Veiga spiegano come il loro

Al progetto rimane il compito di

lavoro si strutturi sulla linea sottile

interpretare il contesto assumendo la

che separa Identità e Relazione.

pluralità dei fattori da considerare e la

L’appartenenza dell’edificio al sito

possibilità di innovarlo e trasformarlo

è un risultato sperato in congiunto

con il proprio intervento.

con la sua autonomia, che dal sito

La sensibilità e l’attenzione con cui

lo distingue e grazie al quale esso

il progetto si relazione all’ambiente

instaura una relazione dinamica con

possono generare nuovi significati,

l’ambiente mantenendo il proprio

collegamenti inaspettati tra oggetti

carattere.

esistenti o aggiunti in un secondo

Sulla scia del pensiero di Rogers,

momento.

Barozzi spiega che i loro edifici sono

Instaurando uno scambio dinamico

tanto diversi l’uno dall’altro perché

con il luogo, questo non è più un

,nel progettare, non cercano mai

semplice dato di progetto, assunto

uno stile, ma piuttosto un tono; data

come

ma

un’impostazione logica attenta ai

materiale da riconfigurare nel corso

caratteri del luogo, il risultato varia

della progettazione.

drasticamente al variare del paese,

L’edificio innestato può cosi rianimare

del tessuto, della cultura.

il luogo dove sorge, stimolando nuove

La dialettica tra universale e specifico

relazioni e prestandosi alle necessità

sottende

“Un pensiero chiaro non deve necessariamente incarnarsi in un sistema

d’uso contemporanee.

comunicativo dell’edificio, sulla sua

univoco, ma può piuttosto animare una sensibilità selettiva e capace di

L’innesto

stabilire, senza complessi, relazioni tra cose lontane, tra eventi già successi e

dell’ibridazione,

che potrebbero succedere in futuro, tra sequenze formali maturate in ambienti

genetica che conduce a innovare

Scuola d’infanzia e Centro di quar tiere a Trenno, Milano

e luoghi eterogenei” Cino Zucchi, 2014

fattore

esogeno

lascia

fisso,

sviluppare

un

riflessioni

senso

sul

di

valore

aperta

la

strada

autonomia e durata nel luogo in cui

della

variazione

sorge, sul suo grado di apertura alla città.

0m

5m

10m

0.

20m

Centro di quartiere Piazza sul parco Caffè Collegamento con la scuola Scuola d’infanzia Agorà Patio Connettivo attrezzato 9 Sezioni indipendenti Giardino con or ti

Il risultato dell’innesto di un edificio pubblico può avere grande impatto sulla vita di una comunità, tanto da un punto di vista d’uso quanto quando in termini di coesione della comunità o attrattività del luogo.

La filarmonica di Szeczin è stata concepita da Barozzi Veiga come driver del rilancio della città polacca, oltre che importante intervento nel tessuto storico.

Il duo italo catalano è attento alla generosità del progetto in termini di spazio pubblico, scenario di vita quotidiana delle comunità locali.

Come scrisse Aldo rossi, in definitiva, l’architettura è la base su cui si innesta la vita e la progettazione non può prescindere dalle considerazione delle possibilità che un intervento offre alla quotidianità.

Centro di quar tiere

Scuola d’infanzia +970,00 cm

+520,00 cm +420,00 cm

0m

5m

10m

20m

1.

Centro di quartiere Sala lettura Terrazza sul parco Scuola d’infanzia Coper ture verdi

Il processo che attiva la presa di possesso reciproca tra forma e utente è chiamato da Herzberger Appropriazione

e

sancisce

il

coinvolgimento delle persone nel contesto che le circonda. Accogliendo nuovi usi senza perdere la propria identità, l’edificio sopravvive alla progettazione e si inserisce nella continuità della storia finche è in grado di generare significato. In questo modo uno spazio diventa un luogo e la sua esistenza e persistenza è

giustificata

dall’appropriazione

della comunità che ospita.

Moneo scrive che per sopravvivere alla mutazione di cultura, usi, modi di vivere, gli edifici devono essere dotati di carattere e definizione, che un edificio indefinito fin dal principio non è più adattabile ma più debole di uno che esprima con vigore la propria epoca; apporta qui come esempi la moschea di Cordova e il duomo di Siracusa, riadattati negli anni ai mutevoli usi delle rispettive comunità.

“la vita dà forma allo spazio che dà forma alla vita” Paul Valèry, Tel Quel, 1934

Centro civico con auditorium, biblioteca, caffè e uffici, in piazza Mar tim Moniz a Lisbona

“un edificio, una volta ultimato, trascende dall’architetto e il progetto deve essere dotato di un’identità solida che si traduce in autonomia” Moneo, 2004

Le nostre città si modificano ed

le leggi stesse del mondo urbanizzato:

evolvono con grande rapidità, così

Economia e Tecnologia.

come i nostri modi d’uso e le nostre

Lo studio olandese, ancor più del duo

tecnologie; esse si rinnovano in

italo-spagnolo citato in precedenza è

continuazione e l’obsolescenza ne

un motore di trasformazioni urbane

impone un aggiornamento continuo.

di grande interesse, i cui effetti sono

Il

costante

ancora in evoluzione. Con l’innesto di

e

informazioni

flusso

di

persone

producono

un

fondazione Prada a Milano, la vita del

confronto diretto e costante con

quartiere industriale viene ridiscussa

una realtà mutevole e sempre più

e la micro città ambisce forse a farsi

complessa.

centro di un nuovo polo di Milano.

La strategia di OMA, preso atto

L’innesto di un edificio è anche

dell’imprendibilità

è

l’innesto di occasioni di incontro e

l’abbandono di qualunque linguaggio

idee, attività e modi di vivere che non

ricorrente in favore di un’eterna

trovavano spazio nella configurazione

variazione.

precedente della città o che, latenti,

Rifiutando la fissità di uno stile,

si manifestano perché correttamente

Koolhas innesta le sue architetture in

interpretate dall’edificio. Il caso di

un contesto economico sociale, più che

Second Home a Londra e Lisbona

fisico. Lo studio olandese reinterpreta

rivela dinamiche interessanti nelle

simboli e situazioni esistenti in un

rispettive città. Gli affitti di Londra

tessuto complesso e li riorganizza in

e il pressante affollamento della

nuovi spazi, apparentemente alieni a

città stimolano la richiesta di spazi

sistema ospite.

condivisi dove lavorare senza limiti

Alla base, l’osservazione delle crisi e

di tempo: così nasce un progetto di

contraddizioni che emergono nelle

Selgascano che risponde in modo

nostre metropoli: le forze in gioco

dinamico, senza compromessi ad una

nella definizione di un progetto sono

necessità manifesta.

della

realtà,

0m

5m

10m

20m

0.

Accesso dalla piazza Patio Hall Elevazione e servizi per blocco

-1.

Auditorium Patio Elevazione e servizi

Nel caso di Lisbona, la tendenza è stata anticipata, così Second Home Lisboa mira ad essere uno dei driver di sviluppo della città come polo innovativo, offrendo occasioni di incontro e spazi di lavoro alla comunità creativa portoghese.

Nel caso di città in rapida evoluzione come la capitale portoghese, lo spazio urbano gioca un ruolo essenziale nel modo in cui la comunità vive l’evoluzione della città e si struttura all’interno di essa.

A

Lisbona,

in

particolare,

la

sedimentazione di strati temporali diversi è ben chiara e tutte le componenti derivanti da epoche diverse sono evidenti e chiaramente distinte, dalle mura antiche che si nascondono nei palazzi appoggiati ad esse e poi riemergono, agli interventi speculativi che hanno eretto

in

centro

diversi

edifici

commerciali, già ora parzialmente in disuso.

“oggi comprendiamo meglio come una città possa cambiare all’interno di una struttura data assorbendo nuovi valori, bisogni, stili di vita” Cino Zucchi, 2014

0m

5m

10m

20m

1.

Primo piano di biblioteca Piazzetta Agorà coper ta Elevazione e servizi per blocco

Negli ultimi cinque anni la città è entrata nel mirino del turismo e la municipalità ha varato alcuni incentivi alla costruzione e alla ristrutturazione, il tessuto costruito è in fermento.

Il rischio è che, con un’evoluzione repentina, la città perda parte del suo carattere. Allo stesso tempo a rischio è il tessuto sociale, già estremamente frammentato. In questo contesto saranno determinanti gli interventi che

introdurranno

nel

tessuto

urbano occasioni di incontro, attività e coesione per la comunità. Allo stesso tempo nuovi Innesti potranno sortire effetti inaspettati e produrre sinergie interessanti all’interno del fitto tessuto urbano e sociale, dove la valorizzazione dello spazio assai limitato è fondamentale.

Da Milano a Lisbona, con ritmi sfalsati e percorsi lontani, il tema dell’innesto

urbano

offre

spunti

di riflessione sulla città, ora vista da scorci nascosti, poi considerata nella sua totalità e ancora osservata da vicino.

“la lettura storica mette in luce una sequenza di vicende ma, in una città, quello che è stato generato in ordine temporale progressivo convive fianco a fianco, nella realta fisica dello spazio collettivo, dando vita a un paesaggio fatto di molte cose diverse rese solidali dall’uso, dall’abitudine, dalla covenzione” Cino Zucchi, 2014

IDENTITA’ E RELAZIONE

Il tema della progettazione in contesti stratificati è naturalmente radicato nella filosofia progettuale del nostro paese. Le tracce della nostra cultura, intrecciate dalla storia, palesi o latenti, impregnano le città italiane. Se il funzionalismo del secolo scorso cercava, in questo contesto, di stabilire un grado zero, la cultura progettuale del nostro secolo assume per Cino Zucchi la forma di una Modernità Anomala che si sostanzia nella capacità di “innovare e al contempo interpretare gli stati precedenti”.

Il fulcro di questa tendenza è la sensibilità rispetto al contesto urbano, in cui il progettista con l’attenzione di un botanico, innesta nuove architetture instaurando relazioni originali con gli strati storico sociali precedenti, definendo nuovi spazi e simboli che concorrono alla metamorfosi del tessuto urbano, inserendosi nel proprio tempo in una logica di continuità.

“Se il concetto di “contestualismo” evoca un semplice adattamento formale del nuovo alle consuetudini esistenti al fine di renderlo accettabile, un

Veduta dal caffè di Casa da Musica di OMA Filipa Minhoto

“innesto” presuppone una ferita nell’organismo ospite, ma anche una profonda conoscenza della sua fisiologia; e delle conseguenze implicite nella trasformazione di uno stato esistente, spesso illusoriamente vissuto come seconda natura.” Zucchi 2014 L’inserimento di un corpo in un sistema consolidato, più o meno in equilibrio, suscita riflessioni circa le dinamiche e relazioni che il nuovo edificio instaura con il contesto. Da questo punto di vista non consideriamo solo le questioni tipologiche, materiche, compositive ma anche psicologiche, sociali.

Così, in contrapposizione ai designer culturalisti precedenti il movimento moderno, per cui l’inserimento di un edificio implicava l’imitazione stilistica del suo corpo in modo da mimetizzarlo nel contesto, i funzionalisti del Novecento iniziano una aspra polemica di rottura.

Nell’inseguire l’esattezza delle relazioni tra necessità e forma, i funzionalismi si spinsero oltre i bisogni primari, pratici, fino alla dimensione psicologica.

Dalla ricerca di una architettura universale, esatta, deriva un equivoco che

“ogni nuovo atto progettuale si confronta con un territorio così antropizzato,

porta alla contestazione incondizionata del vecchio, al quale si contrappone

un fatto urbano così stratificato, da rendere pressocchè impossibile la

il nuovo senza contare, come evidenzia Rogers, che i due rappresentano la

concezione di un edificio come oggetto autonomo”

“dialettica continuità del processo storico”.

Zucchi, 2014

Come già scrisse Rogers negli anni Cinquanta, a noi non basta più che un edificio esprima la nostra epoca, se non ne afferma i valori inserendosi nello spazio e nella società radicati nella tradizione. Nonostante l’ambiente fisico abbia giocato un ruolo fondamentale nella progettazione di grandi maestri del moderno, sia come punto di distacco sia come contesto di dissimulazione e mimetizzazione. Per molti anni tuttavia non è stato preso in considerazione l’ambiente culturale.

Quale e è la valenza della tradizione in questo contesto? Dal punto di vista di Rogers essa confina la nozione di storicità: tradizione è il flusso continuo che riversa le esperienze di una generazione delle esperienze dei posteri, all’interno di una determinata cultura.

“Le radici di un individuo sono parte essenziale della sua personalità così che diventa sempre più necessario che il design, nel porsi al servizio della società, Collage di Torre Velasca di BBPR, Cino Zucchi copertina del flyer per la Biennale di Venezia

la consideri non solo nella sua presenza nello spazio, ma nella sua storica continuità temporale” E’ dunque naturale che la progettazione cessi di essere generica e cercare standard assoluti e replicabili. Essa si rivolge piuttosto ai valori particolari degli ambienti fisici e culturali dove essa opera, tenendo conto dei caratteri psicologici degli utenti, inserendosi nel tessuto stratificato.

Al pensiero per astrazioni subentra nella cultura progettuale un approccio caso per caso.

La filosofia di progetto che sottende questo approccio rifiuta la negazione dei valori precedenti assimilati nel luogo e ne abbraccia i valori positivi che possono diventare “energia attuale”, corroborando le nuove affermazioni.

“Il progetto moderno ha spesso perseguito un organismo autonomo generato dal semplice programma funzionale e potenzialmente riproducibile in molti esemplari; ma la cultura architettonica italiana ha sempre dovuto fare i conti con la presenza di ambienti urbani e territoriali dalla struttura complessa, dove il nuovo intervento è solo un nuovo strato di un palinsesto più ampio.”

(Cino Zucchi, 2014)

Durante la conferenza al Centro Cultural de Belem di Lisbona, 4 aprile 2107, Fabrizio Barozzi racconta della specificità della sua architettura. L’approccio di Barozzi Veiga produce in ogni luogo risultati diversi perché, come anche Rogers scrisse, essendo costante l’impostazione logica della ricerca, essa produce effetti diversi quando varia il contesto, fisico e culturale. Più che un linguaggio, la ricerca verte sulla definizione di un tono, sull’accordare l’architettura in modo che si intoni al contesto. Questi presupposti conducono ad lavorare con attenzione e sensibilità per definire un equilibrio tra identità dell’edificio e relazione con il contesto: quanto l’architettura appartiene al luogo dove sorge? Cosa rimane di universale a renderla autonoma?

La filarmonica di Szcecin reinterpreta nella sua parte superiore, visibile da lontano, il paesaggio della città polacca fatto di edifici gotici e falde aguzze.

Per il resto, essa costituisce un pieno urbano in lotto d’angolo interamente occupato; l’edificio inventa però una nuova matericità dinamica e mutevole nel tempo imponendosi nella forma di un blocco traslucido che cela

Filarmonica di Szeczin di Barozzi Veiga barozziveiga.com

completamente gli avvenimenti in corso al suo interno. Nella sala sinfonica, cuore dell’edificio, trionfa un rivestimento in cuspidi di legno laminate d’oro, possibile solo grazie alle maestranze tradizionali polacche e a tecniche artigianali storiche ripensate per lo scopo attuale. Il tema dell’inserimento in un contesto storico tanto definito riguarda l’identità che l’edificio acquista durante il processo progettuale e di utilizzo. Sebbene il progetto riservi una certa considerazione e delicatezza rispetto al contesto, l’indipendenza del nuovo spazio ne garantisce un’interazione interessante con il sistema. Sarebbe anacornistico e semplicistico ridurre il progetto a una copia di ciò che nel suo ambiente funziona per accordarlo al resto. Un atteggiamento di questo tipo non veicola valori di un’epoca, al quale in ogni caso l’edificio è legato.

A questo proposito, Rafael Moneo definisce l’identità di una architettura come un complesso di fattori che ne assicurano la persistente riconoscibilità nel tempo, la permanenza dei tratti, al di là delle trasformazioni avvenute negli anni. E’ proprio l’identità di un edificio che gli permette di “assorbire i cambiamenti che la storia suggerisce, accogliendo nuovi usi senza perdere coerenza”. L’edificio deve inserirsi armonicamente in un contesto complesso

“volevo solo porre in risalto come la costruzione, l’architettura, sia come

ma, una volta ultimato, trascende l’architetto e deve prestarsi all’integrazione

l’elemento primario su cui si innesta la vita”

nel tessuto in cui partecipa, aprendosi al dialogo con altri elementi e l’utenza, Aldo Rossi, 1981

garantendo così la propria persistenza nel tempo mutevole della città.

APPROPRIAZIONE DEGLI UTENTI

L’immagine dell’innesto evoca l’inserimento di un elemento estraneo in un contesto consolidato e prospetta una futura crescita e fioritura del nuovo corpo grazie alla precedente istanza e viceversa.

In un’ottica di città è innegabile che, così come gli edifici prendono energia dagli utenti, allo stesso modo essi innescano meccanismi di utilizzo che influenzano la vita e le relazioni degli abitanti con la città. Naturalmente la complessità dei tessuti urbani, da un punto di vista sia spaziale sia umano, impone un grado parziale di controllo dei fattori che il progetto solleciterà. Il progettista deve dunque considerare la vita dell’edificio in un’ottica dinamica all’interno delle trasformazioni urbane e di uso. Il processo di appropriazione degli spazi da parte degli utenti è definito da Herzberger come “processo attraverso cui si attiva la presa di possesso reciproca tra forma e utente, che sancisce l’identificazione e il coinvolgimento delle persone nel contesto che le circonda”. Parlare di innesto urbano significa considerare l’edificio nella rete di relazioni sociali, economiche e di flusso in cui è inserito.

Un’esemplificazione iperbolica di questa considerazione è la filosofia progettuale di Rem Koolhaas. Come evidenzia Marco Biraghi, OMA rifiuta la fissità di una forma in favore di una perenne evoluzione dell’architettura, eternamente flessibile e relazionata alla realtà e alle forze che in essa agiscono.

Simboli e spazi vengono riorganizzati in base alle spinte e contraddizioni del tessuto socioeconomico in cui l’intervento viene innestato. Le creazioni di

Playground di Aldo Van Eyck in un lotto bombardato ad Amsterdam play-scapes.com

OMA ambiscono alla riforma del luogo in un’ottica dinamica che rifiuta norme e linguaggi, abbracciando le istanze di economia e tecnologia. Casa Da Musica rappresenta un esempio interessante dell’approccio. L’edificio trascende i caratteri della città, ma produce in essa una serie di situazioni estremamente interessati da un punto di vista esperienziale e d’uso. La piazza ondulata con le sue dune, scossa dalla caduta dell’edificio, è un punto di attrazione per skater e pattinatori. Dall’interno l’edificio è un visore sulla città di Porto e sugli spazi che circondano la piazza, riproponendo, a ogni apertura, il legame visivo con la città. Nella pubblicazione “Inquietudine teorica e strategie progettuali”, Moneo analizza la strategia di OMA nell’ambito dello studio dell’architettura

“uso la parola inquietudine perché lo studio dell’architettura, negli ultimi

inquieta degli ultimi anni. In questo scritto, che ripercorre l’opera di otto

tempi, è stato affrontato in un modo più simile alla riflessione e al discorso

studi di architettura chiave del nostro secolo, Moneo evidenza la pluralità di

critico piuttosto che al desiderio di elaborare una teoria sistematica”

fattori con cui la progettazione architettonica odierna si deve confrontare nel

Moneo, 2005

rispondere alle pressioni dell’ambiente che la circonda.

“credo sempre che, nella vita come in architettura, se cerchiamo una cosa non cerchiamo solo quella, per questo in ogni ricerca c’è sempre un grado di imprevedibilità, come un senso di fastidio nel concludere” Aldo Rossi, 1981

BIBLIOGRAFIA

Biraghi M., Storia dell’architettura contemporanea II. 1945-2008, Giulio Einaudi Editore, Torino 2008 Moneo R., Inquietudine teorica e strategia progettuale nell’opera di otto architetti contemporanei, Mondadori Electa, Firenze 2012 Moneo R., La solitudine degli edifici e altri scritti, Umberto Allemandi & C., Torino 2004 Ponti G., Amate l’architettura, 1957 Rogers E. N., Esperienze dell’architettura, Skira Editore, Milano 1997 Rossi A., Autobiografia scientifica, il Saggiatore, Milano 2009 Zucchi C., Innesti/Grafting Vol.1: Innesti. Il nuovo come metmorfosi, Marsilio Editori, Venezia 2014 Zucchi C, Innesti/Grafting Vol.2: Milano. Laboratorio del moderno, Marsilio Editori, Venezia 2014

LABORATORI

5 Vie: Edifcio residenziale con Galleria d’arte

Politecnico di Milano

Laboratorio di Progettazione 1

Prof.ssa Simona Gabrielli, Prof. Cino Zucchi, Prof. Fabio Luce

Progetto di gruppo con Luca Franchi e Matteo Fischi

Febbraio 2015 - Luglio 2015

Trenno Centre: Scuola dell’infanzia e Centro di quartiere

Politecnico di Milano

Laboratorio di Progettazione 2

Prof. Lorenzo Consalez, Prof. Sergio Sabbadini, Prof. Roberto Fedele

Progetto di gruppo con Luca Franchi e Marco Galimberti

Ottobre 2015 - Luglio 2016

Salão Lisboa: Centro civico con biblioteca e auditorium in Martim Moniz

Universidade Autonoma de Lisboa Luis de Camoes

Laboratorio di Progettazione 5

Prof. Ricardo Carvalho, Prof. Rui Mendes, Prof.ssa Joana Vilhena

Progetto individuale

Ottobre 2016 - Febbraio 2017

INNESTI URBANI: IdentitĂ e appropriazione 27 Luglio 2017, Milano

28 pagine A3 Favini Bianco 01 200 g/mq