Dislexia

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DISLEXIA MARINA RICO SÁNCHEZ-MATEOS ANDREA TAVERNA

TYPOGRAPHIC DESIGN POLITECNICO DI MILANO 2014

“Progettare significa offrire una soluzione ad un dato problema” Bruno Munari


Finito di stampare nel febbraio 2014 Corso di Typographic design FacoltĂ di Design della Comunicazione Docente: James Clough Cultrice della materia: Claudia Tavella Font principale: Baskerville MT Std, Univers (titoli e indice) Font secondari: Arial, OpenDislexic, EasyReading Tipo di carta: Patinata Opaca 115gr, Constellation Snow 240gr (copertina)


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5 Dislessia, cos'è?

15 Font e dislessia

31 Esempi e analisi

6 Premessa

16 Dislessia, basta il

32 p b q d

1 8 Cosa significa 10 Storia della dislessia

12 La dislessia

spiegata attraverso metafore

carattere giusto

19 Font studiate per la dislessia

20 Dyslexie 22 OpenDislexic 24 Readregular 26 Bianco e Nero 28 EasyReading

34 u n 35 6 9 36 i l 37 j l 38 rn m 39 nn m 40 gn gh 41 M N 42 vv w 44 oe ce 46 a a



1. Dislessia, cos'è? La Dislessia Evolutiva è un disturbo—non una malattia—che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Gli studi in questo campo sono recenti e spesso in passato ci sono state definizioni poco chiare. Ci serviamo quindi di metafore allo scopo di comprendere il disturbo.

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Premessa

Fino a pochi anni fa, questo disturbo veniva spesso confuso con la svogliatezza, pigrizia e negligenza o addirittura con una scarsa intelligenza (risale infatti solo all’8 ottobre 2010 la legge che ha “riconosciuto” e fissato i criteri per la tutela di tutti coloro che si trovano a dover convivere con questa difficoltà). Ancora oggi però si tende a fare confusione sulla definizione e su quali difficoltà porta; infatti spesso si parla di dislessia intendendo in generale tutti i disturbi specifici dell’apprendimento (D.S.A.), mentre invece questo termine si riferisce ad uno solo dei quattro disturbi. È possibile distinguere i D.S.A. fra Dislessia, Disgrafia, Disortografia e Discalculia. Sono diversi disturbi che possono manifestarsi tutti insieme nel bambino (ed è il caso più frequente) oppure comparire isolatamente e ad intensità differenti. Elenchiamo di seguito le differenze che presentano.

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Dislessia: Difficoltà specifica nella lettura. In genere l’individuo ha difficoltà a riconoscere e comprendere i segni associati alla parola. Disgrafia: Difficoltà a livello grafo-esecutivo. Il disturbo della scrittura riguarda la riproduzione dei segni alfabetici e numerici con tracciato incerto, irregolare. È una difficoltà che investe la scrittura ma non il contenuto. Disortografia: Difficoltà ortografiche. La difficoltà riguarda l’ortografia. In genere si riscontrano difficoltà a scrivere le parole usando tutti i segni alfabetici e a collocarli al posto giusto e/o a rispettare le regole ortografiche (accenti, apostrofi, forme verbali etc.). Discalculia: Difficoltà nelle abilità di calcolo o nella scrittura e lettura del numero.


“La mia mente prende l’autostrada; quella di Andrea fa il fuoripista, il motocross, i salti. Nel mio cervello l’idea entra vestita di lettere e cammina diritta: nel cervello di Andrea, l’idea è un animale fantastico che si infila curioso in un dedalo di strade; è cangiante, diventa una cometa, danza con altre stelle.”

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Cosa significa?

La Dislessia Evolutiva non è una malattia, bensì è un disturbo che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Leggere e scrivere sono atti così semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico. La dislessia non è causata da deficit cognitivi (intelligenza), né da problemi ambientali o psicologici, né da deficit sensoriali (vista - udito) o neurologici. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura o nel calcolo. Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ha permesso di stabilire che si tratta di una caratteristica costituzionale, di natura neurobiologica, su base prevalentemente genetica. Il ragazzo dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le proprie capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica. Perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura, nel calcolo e, talvolta, anche in altre attività mentali come nella memoria di lavoro che permette la

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conservazione temporanea di informazioni utili a eseguire un certo compito. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e - di solito - vivaci e creativi. Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come l’inversione di lettere e di numeri (es. 21 - 12) o la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d, a/e), a volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell’alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell’anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni) può avere difficoltà nell’esposizione orale di contenuti complessi: in particolare nelle interrogazioni la necessità di controllo linguistico è maggiore e l’emozione pure, quindi la difficoltà emerge in modo più evidente rispetto al linguaggio quotidiano. In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in abilità motorie fini (ad esempio allacciarsi le scarpe), nel calcolo, nella capacità di attenzione e di concentrazione. Spesso il bambino finisce con l’avere problemi psicologici, ma questo è solo una conseguenza, non la causa della dislessia. Anche dopo le elementari persistono lentezza

ed errori nella lettura, che spesso ostacolano la comprensione del significato del testo scritto. I compiti scritti richiedono un forte dispendio di tempo. Il bambino appare disorganizzato nelle sue attività, sia a casa che a scuola. Ha difficoltà a copiare dalla lavagna e a prendere nota delle istruzioni impartite oralmente, a prendere appunti. Per questi insuccessi talvolta perde la fiducia in se stesso e può avere alterazioni secondarie del comportamento.

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Storia della dislessia

Gli studi sui disturbi dell’apprendimento cominciano fra la fine degli anni 50 e gli inizi degli anni 60 del secolo scorso; di questo periodo sono le prime definizioni cliniche relative ad un insieme di disturbi nei quali non sembrava compromessa l’intelligenza, ma gli apprendimenti scolastici risultavano penalizzati, in particolare la lettura, la scrittura, l’uso dei numeri e del sistema del calcolo, requisiti fondamentali per l’apprendimento di altre materie. Negli U.S.A. si parlava di “Disfunzione celebrale minima” e veniva suggerito il trattamento farmacologico con sostanze psicostimolanti. Kirk nel 1962 adopera l’espressione “Learning Disabilities” per definire un ritardo, disordine o ritardato sviluppo nei processi della parola, linguaggio, lettura, scrittura, aritmetica; derivanti da un deficit psicologico dovuto a una disfunzione celebrale, disturbo emotivo o comportamentale, con l’esclusione del ritardo mentale. Nel 1968 l’Office of Education statunitense parla di “Specific Learning Disabilities” riferendosi a disordini nella comprensione o nell’uso del linguaggio, parlato o scritto, che si manifesta con

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incapacità di ascoltare, parlare, leggere, esprimersi in maniera corretta nella forma scritta o eseguire calcoli matematici; comprendendo danno celebrale, disfunzione celebrale e dislessia. Nel 1983 appare il modello “Mente modulare” di Fodor, il concepimento del sistema cognitivo in tre principali classi: i trasduttori, i moduli e il sistema cognitivo centrale. I trasduttori trasformano gli stimoli ambientali dalla loro forma fisica (visiva, uditiva, ecc) in una forma utilizzabile per la comunicazione, una vera e propria interfaccia tra il mondo esterno e quello interno al sistema nervoso centrale. I moduli analizzano i diversi tipi di informazione in modo preciso e rapido in maniera da offrirle al sistema cognitivo centrale.

Il modello di Fodor, permette di spiegare diverse possibilità di defaillance del sistema cognitivo, che porta ai disturbi dell’apprendimento, nei quali il profilo intellettivo risulta integro. È possibile ipotizzare, che il disturbo dell’apprendimento, possa dipendere da disfunzioni di origine genetico-costituzionale, ma restano una serie di questioni non ancora chiare. A tutt’oggi manca ancora un modello teorico di riferimento per i DSA.

Il sistema cognitivo centrale svolge funzione di filtraggio, raggruppamento, confronto con le altre informazioni pre-memorizzate, immagazzinamento, riorganizzazione e ricombinazione a seconda delle attività cognitive richieste dallo svolgimento di un certo compito.

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La dislessia spiegata attraverso metafore

La psicologa americana Ania Siwek ha sviluppato in anni di pratica professionale una metafora semplice ed efficace per spiegare i DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) ai bambini e agli adulti, usando parole semplici e figure immediate con il fine di migliorare la chiarezza riguardo all’argomento. L’apprendimento avviene attraverso l’assunzione di informazioni, queste arrivano e si muovono nel cervello lungo dei percorsi simili alle autostrade; nel cervello queste “autostrade” sono tante, vanno in direzioni diverse e sono percorse da tantissime macchine. Queste specie di macchine trasportano le informazioni verso le diverse zone del cervello. È come se nel cervello ci fossero dei garage per ogni tipo di cosa da imparare. Quando si impara una cosa nuova una macchina trasporta quell’informazione verso il suo garage privato. Quando vuoi ricordare una nozione che hai immagazzinato precedentemente è come se una macchina andasse verso il garage della nozione, la prelevasse e la trasportasse là dove serve. Nelle autostrade del cervello le informazioni possono viaggiare velocissime, perchè non ci sono ostacoli o semafori. Per un dislessico però non tutte le autostrade sono

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così libere e veloci. È come se in alcune ci fosse una lunga coda di macchine; non tutte le autostrde sono lente però, soltanto alcune. Quando si è bloccati nel traffico nessuno sa quando si arriverà a volte la coda “si muove” veloce, altre volte è lentissima e ci vuole tantissimo tempo. Avere un dsa è come avere una cosa che rallenta moltissimo le autostrade che vanno e vengono dal garage “lettura”, “scrittura” e “calcolo”, è una seccatura e spesso può dare fastidio, un pò come quando ti trovi bloccato in macchina in una coda, ti arrabbi e vorresti arrivare subito, ti senti stanco o annoiato. La cosa da ricordarsi sempre è che esistono delle scorciatoie, magari non sempre funzionano, ma usandole spesso è possibile “farle proprie” e quindi trovare dei metodi di compensazione.


Le informazioni arrivano e si muovono nel cervello lungo percorsi simili ad autostrade, per un dislessico però non sempre sono libere e verso alcune zone si formano delle “codeâ€?.

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2. Font e dislessia A partire dalle regole di leggibilità alcuni designer e alcuni editori hanno progettato delle font su misura per le persone con DSA. L’utilizzo di specifiche font può essere d’auito, poichè migliorano la percezione delle lettere.

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Dislessia, basta il carattere giusto

Se si usa la font giusta, anche le persone affette da questo disturbo possono leggere più agevolmente. Sono diversi i tipi di caratteri tipografici che possono aiutare i dislessici a distinguere meglio le lettere e leggere con maggiore fluidità. Attualmente con l’alto numero di font presenti in rete e nei nostri computer è difficile scegliere la font giusta. Ecco allora in breve qualche regola per non avere problemi con la scelta in funzione della leggibilità per i dislessici. Le questioni a cui dare una soluzione riguardo alla lettura sono tre: — l’uso delle grazie — l’effetto dell’affollamento percettivo — scambio percettivo di caratteri simili per forma

Con o senza grazie? In linea generale, le font graziate, quelle con le code e gli uncini come il Times, il Georgia o il Garamond, andrebbero evitate. Infatti le grazie creano interferenza e contribuiscono ad affollare le lettere. Meglio quindi i caratteri bastoni, molto più nitidi e lineari. Un altro aspetto da valutare è la lunghezza dei tratti ascendenti o discendenti delle lettere, come la gamba della p o l’asta della b, che dovrebbero essere non troppo corti. Arial: abcdefghijklmnopqrstuvwxyz Comic Sans: abcdefghijklmnopqrstuvwxyz Georgia: abcdefghijklmnopqrstuvwxyz Garamond: abcdefghijklmnopqrstuvwxyz Helvetica: abcdefghijklmnopqrstuvwxyz Tahoma: abcdefghijklmnopqrstuvwxyz Trebuchet: abcdefghijklmnopqrstuvwxyz Baskerville: Minion Pro: Times New Roman:

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abcdefghijklmnopqrstuvwxyz abcdefghijklmnopqrstuvwxyz abcdefghijklmnopqrstuvwxyz


Effetto dell’affollamento percettivo Le font che generalmente presentano spazi ridotti fanno sì che la visione della singola lettera è disturbata da tutto ciò che la circonda.

Comic Sans. Il carattere più odiato dai designer oggi ha un motivo di riscatto. Fanciullesco, sgraziato, per molti addirittura brutto, la font fumettosa di Microsoft è risultata molto leggibile da persone affette da dislessia.

Dislexic.com consiglia Trebuchet MS, il carattere disegnato da Vincent Connare per la Microsoft nel 1996. Il nome curioso deriva da una catapulta medievale e il suo scopo era proprio catapultare le parole nella Rete . Utilizzata anche da molti editori tradizionali, questa font ha diversi punti di forza: la generosa spaziatura delle lettere, il loro corpo snello e la lunghezza di ascendenti e discendenti le fanno guadagnare il primo posto assoluto. Gratuita, si trova in tutti i computer con il sistema operativo di Bill Gates, nel Mac OS X e negli word processor open source. Arial e Geneva. Meritano la seconda scelta questi due caratteri presenti, rispettivamente nei sistemi Windows e Mac. Dalla loro hanno una nitidezza che si avvicina a quella del Trebuchet. Chiare e senza fronzoli, fanno di semplicità virtù.

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Scambio percettivo di caratteri simili per forma Per comprendere meglio il problema, prendiamo una tazza di caffè e ribaltiamola come ci pare; pur ruotandola in tutti sensi abbiamo sempre percepito che è una tazzina. Ora prendiamo la “d” di una font considerata molto leggibile (l’arial) e ribaltiamo anche questa. Ogni volta aveva un significato differente, ciò accade perchè queste quattro lettere normalmente sono rappresentante dallo stesso glifo ruotato. Nel caso dei font studiati appositamente per i dislessici lo scambio percettivo viene evitato attraverso l’uso ibrido delle grazie o dalla forte caratterizzazione del disegno.

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q p b d q p b d


Font studiate per la dislessia

Ci concentriamo ora sulle font che sono state progettate con l’intenzione di aumentare la leggibilità per le persone dislessiche. Le font che abbiamo individuato sono: — Dislexie — Open Dislexic — Read Regoular — Bianco e Nero — EasyReading Una prima osservazione che ci permette di differenziarle è il metodo con il quale si rende più leggibile il carattere tipografico; un primo gruppo utilizza l’aumento del peso per dare stabilità e una lettura univoca alla lettera; in un secondo gruppo vengono adoperate “ibridamente” le grazie in modo da evitare ambiguità durante la lettura. Dopo una breve presentazione delle font, illustreremo le varie differenze che le caratterizzano prendendo in considerazione Opendislexie (appartenente al primo gruppo) e Easyreading (appartenente al secondo gruppo).

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Dyslexie

Chi l’ha progettata Un graphic designer olandese, Christian Boer, affetto anche lui da questa difficoltà di lettura, ha studiato un particolare carattere tipografico per facilitare il compito di un lettore dislessico.

loro e lo spazio tra le singole parole è aumentato rendendo più chiara la lettura. Si tratta in sostanza di un simil corsivo, che presenta lettere somiglianti a quelle scritte a mano, facilitandone così il riconoscimento. Motivo

Costo Licenza home: 9.95 € Licenza business and education 89€ Stili regular, bold, italic, bold italic Caratteristiche La parte inferiore di ogni lettera è più grande e marcata e in questo modo si ‘impedisce’ di far ruotare la lettera su se stessa creando l’effetto di un’unica base pesante. Inoltre sono modificati gli spazi all’interno delle lettere così da non farle sembrare tutte uguali evitando di confonderle tra

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Il designer che l’ha disegnata ha iniziato a studiare una font di maggior leggibilità poiché reputava doveroso che le persone dislessiche, come lui, avessero a disposizione una famiglia di caratteri che rispondesse alle loro necessità.


I glifi della font Dyslexie

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Opendislexic

Chi l’ha progettata

Caratteristiche

Abelardo Gonzalez

Le lettere hanno la base “appesantita” per aggiungere una specie di “forza di gravità” ad ogni lettera, che contribuisce ad evitare che il cervello la ruoti o la rifletta, facendola apparire come un’altra lettera. Il carattere è utilizzabile anche su iPhone, iPad e diverse versioni di Android. Inoltre tramite un plug-in è possibile far in modo che tutti i caratteri che visualizziamo all’interno del nostro browser siano con questa font.

Costo Viene rilasciato con licenza gratuità. “Copying is an act of love. Please copy.” OpenDyslexic può essere utilizzato nei progetti commerciali senza alcun costo, anche se è il prodotto di una società o un’attività commerciale. Esso può essere utilizzato anche su libri, siti web, volantini, video, giochi, pubblicità, materiale scolastico, e quant’altro si può pensare. OpenDyslexic richiede l’attribuzione al solo scopo di consentire ad altri di trovare facilmente. Stili OpenDyslexic, OpenDyslexicMono e OpenDyslexicAlta

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Motivo È stato creato per aiutare con la lettura, e viene aggiornato costantemente e migliorato sulla base di input da altri utenti dislessici.


abcdefghijlmnopqrstuvwxyzABCDEFGHIKJLMNOPQRSTUVWX YZ0123456789àáăâäāąåãǎǟæćčçċďðđèéěêëėēȩęğǧģġħíîïìīǐįķĺ ľļŀłμńňņñŋóôöoeǒòơőōøǿõȫŕřŗśšşștŧťţțúǔǖǘǚǜûüùưűūųůũẃŵẅ ẁýŷÿỳźžżþÞfifl∂ƒΔΩÁĂÂÄÀĀĄÅÃǍǞÆĆČÇĊĎĐÉĚÊËĖÈĒĘȨĞ ǦĢĠĦÍÎÏİÌĪĮĨǏĶĹĽĻĿŁŃŇŅÑŊÓÔÖÒƠŐŌØǾÕǑȪŔŘŖŚŠŞȘßŦŤȚŢÚ ÛÜÙƯŰŪŲŮŨǓǕǗǙǛẂŴẄẀÝŶŸỲŹŽŻ.,…;:·«»‹›“”"„“”‘’'˝!¡?¿—–_⁄\/|()$£€¢∫¥&@©®™•¤◊#¶§*{}[]¦†‡˙̣ı¬%‰−×+:=≠÷<>≤≥~≈ ^°ªº¹²³½¼¾√∞Ππ

OpenDislexic è composto da 368 glifi, risulta la seconda font più completa progettata per i dislessici.

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Readregular

Chi l’ha progettata Natascha Frensch (Delft, 01.11.1975), dopo aver seguito i corsi di BA Willem de Kooning Academie, graphic design, Rotterdam, nel1996/2000 e MA(RCA) Communication, Art & Design, Royal College of Art, London nel 2000/2002 diventa una freelance designer e progetta questa font Costo Non è disponibile per il download poichè si trova ancora in fase di approvazione il brevetto. Stili Read Regular, Read Space, Read Smallcaps Caratteristiche La forma dei suoi glifi sembra non discostarsi eccessivamente dal canone dalle font tradizionali; lo spessore risulta infatti uniforme. L’uso ibrido delle grazie permette una miglior stabilità dei grafemi,

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ma il fatto che siano appena pronunciate li rende meno forti, questo implica che da una parte recano meno disturbo, dall’altra è possibile non percepirle sufficientemente per una migliore leggibilità. Motivo Si è assistito ad un crescente innovazione per combattere la dislessia sotto forma di software, in particolare per i bambini. Tuttavia poco è stato fatto nel settore della tipografia e scarsaè stata la ricerca progettuale che potrebbe sostenere i dislessici. Read Regular è un carattere tipografico progettato specificamente per aiutare le persone con dislessia leggere e scrivere in modo più efficace.


I glifi di ReadRegular

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Bianco e Nero

Chi l’ha progettata

Caratteristiche

È stata disegnata dai graphic designer Riccardo Lorusso e Umberto Mischi. Con la consulenza di Alessandra Finzi (psicologa cognitiva), Daniele Zanoni (esperto di metodi di studio in disturbi dell’apprendimento) e Luciano Perondi (docente di tipografia all’ISIA di Urbino).

Il disegno della singola lettera è stato progettato in modo che non si confonda con le altre, soprattutto nel caso delle lettere speculari come b-d, p-q, a-e. Si sono differenziate le lettere che nelle comuni font presentano similarità eccessive, come capita alla l minuscola con la I maiuscola o alla m con la n. Per una maggiore leggibilità anche in corpi piccoli, si sono enfatizzate ascendenti e discendenti rispetto all’occhio medio del carattere. Allo stesso tempo - ed è questa una novità rispetto ad altre font create per i dislessici - si è cercato di non accentuare la differenza di questa font con altre in uso nei testi per ragazzi, per non disorientare il lettore.

Costo Messa a disposizione gratuitamente, su richiesta, per tutte le istituzioni e i privati che la utilizzino per scopi non commerciali. Stili

Motivo La font è disponibile in due versioni: opentype, ottimizzata per la stampa, truetype, ottimizzata per il web.

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Lo spirito di questo lavoro è quello di un work in progress: gli autori sono aperti ad interventi e suggerimenti per migliorare ulteriormente la font.


abcdefghijlmnopqrstuvwxyzABCDEFGHIKJLMNOPQRSTUVW XYZ0123456789àáâäåãæçðèéêëíîïìłμñóôöoeòøõštúûüùýÿžþÞfifl∂ƒΔΩÁÂÄÀÅÃÆÇĐÉÊËÈÍÎÏÌŁÑÓÔÖÒØÕŠßÚÛÜÙÝŸŽ.,…;:·«»‹›“”"„“”‘’'˝!¡?¿—–-_⁄\/|()$£€¢∫¥&@©®™•¤◊#¶§*{}[]¦†‡˙ı¬%‰−×+:=≠÷<> ≤≥~≈^°ªº¹²³½¼¾√∞Ππ

Bianco e Nero è composto 233 da 233 glifi.

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Easyreading

Stili

grandezza superiore alla norma (la dimensione delle disecendenti e ascendenti hanno una lunghezza del superiore del 70% rispetto alla media) e presenta spazi bianchi tra le lettere e le parole che consentono a chi ha difficoltà di lettura di poter leggere con maggiore semplicità un testo. Il carattere ha una larghezza proporzionale che rende più facile la lettura. I segni di punteggiatura che spesso sono poco individuabili sono maggiormente marcati. La font è stato oggetto di due autonome ricerche scientifiche sulla “leggibilità del font EasyReading”, effettuate su oltre 600 alunni della scuola primaria e secondaria

Italic, Bold, Bold Italic, BB, XB Black.

Motivo

Caratteristiche

Il carattere “EasyReading” è stato concepito e disegnato per aiutare a evitare lo scambio visivo tra lettere e numeri simili per forma. Questa difficoltà, tipica dei dislessici, può essere incontrata anche da chi non presenta questo disturbo, ma deve leggere in condizioni non ottimali: velocità, distanza, scarse condizioni di luce.

Chi l’ha progettata Edizioni Angolo Manzoni; il progetto è stato avviato nel 2006 ed è stato terminato nel 2009. Costo Licenza d’uso per fini esclusivamente personali e non commerciali. € 29,00. È concesso alle aziende per scopi commerciali in licenza d’uso con apposito contratto. È concesso agli enti pubblici in comodato d’uso gratuito.

Chi soffre di dislessia ha difficoltà a leggere i caratteri con grazie, per questo motivo Easyreading è un carattere ibrido bastone, molto essenziale nel suo disegno e con grazie solo su alcuni numeri e lettere, per evitare confusione. Il carattere ha una

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abcdefghijĸlmnopqrstuvwxyzABCDEFGHIKJLMNOPQRSTUVWXYZ0 123456789àáăâäāąåãȃȧȁǻǎǟǡæǽǣḃƃćčçĉċƈďdždzðđḋȡƌèéĕěêëė ēȅȇȩęǝḟğǧģĝġǥǵƹħĥȟƕƣƅíĭî ïìīȉȋǐįĩĵǰķǩƙĺľļŀłƚȴṁμńʼnňņñƞǹŋȵȱóŏôöoe ǒǫǭòơőōøǿõȍȏȯȫȭṗƥƽŕřŗȑȓśšşŝșṡſƪƨtŧťţțṫƫȶƭúǔǖǘǚǜŭûȗüùưűūȕųůũↄ ẃŵẅẁƿȝýŷÿỳȳƴƛƶźžżȥƺǯȣþÞƐƔfiflƾƍ∂ƑƒƻↀΔƩΩƱÁĂÂÄÀĀĄÅǺà ǍȦǞǠȀȂÆǼǢḂƁƂĆČÇĈĊƇĎĐḊDZDŽDzDžƉƊƋÉĔĚÊËĖÈĒĘȄȆȨƎƏḞĞǦ ĢĜĠƓǤǴƸĦĤȞǶƢƄÍĬÎÏİÌĪĮĨȈȊǏƗĴĶǨƘĹĽĻĿŁṀƜŃŇŅÑŊƝǸȠÓŎÔÖ ÒƠŐŌØǾÕǑǪǬȌȎȮȪȬȰƟṖƤƼŔŘŖȐȒƦŚŠŞŜȘṠƧßŦŤȚṪŢƬƮÚŬÛÜÙƯ ŰŪŲŮŨȔǓȖǕǗǙǛƆƲẂŴẄẀȜǷÝŶŸỲȲƳŹŽŻƵȤƷǮȢ.,…;:·«»‹›“”ʽʼ "„“”‘’'ʹʺʻ˝˴˵˶!¡?¿—–-_⁄\/|()$£€¢∫¥&@©®™•¤◊#¶§*{}[]¦ǀǁ ǂ†‡˙̣ı˥˦˧˨˩¬˪˫˹˺˻˼ↆ%‰−×+:=≠˭÷<>≤≥˂˃~≈^°ªº¹²³↉⅟ ½¼⅕⅙⅖⅗⅘⅐⅛⅑⅒⅓⅔¾⅜⅚⅝⅞√∞Ππʰʱʲʳʴʵʶʷʸˠˡˢˣ ˤↃⅠⅡⅢⅣⅤⅥⅦⅧⅨⅩⅪⅫⅬⅭⅮⅯⅰⅱⅲⅳⅴⅵⅶⅷⅸⅹⅺⅻⅼⅽⅾⅿↁↂↇↈↅ EasyReading è composto da 807 glifi (lettere, numeri, accenti, simboli, punteggiatura). Per la completezza delle lettere e degli accenti copre l’alfabeto di tutte le lingue neolatine. Risulta la font più completa per un dislessico.

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3. Esempi e Analisi Esempi e analisi utilizzando principalmente l’Arial come font tradizionale (considerato fra questi di buona leggibilità per i dislessici), OpenDislexic come font progettata per persone con DSA aumentando i pesi delle singole lettere, EasyReading come font nelle quali per diminuire le ambiguità nella lettura viene fatto un uso ibrido delle grazie.

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bdqp

Il dislessico, specie se sotto stress, confonde le lettere che appaiono simili graficamente in questo esempio abbiamo riportato le lettere “b”, “d”, “q”, “p” con tre diverse font. Nel primo caso sono scritte con Arial e come è semplice osservare la forma delle lettere è la stessa a seconda del caso viene ribaltata o ruotata e cambia quindi di significato. Nel secondo caso è stato utilizzata la font EasyReading. Come è possibile notare l’uso ibrido delle grazie permette di avere forme univoche e quindi di distinguere fra di loro i glifi. Nel terzo caso lo scambio percettivo non avviene poichè le varie lettere hanno una forte caratterizzazione grafica data dallo spessore che viene aumentato in modo da creare un peso che dia stabilità al carattere.

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b d q p b d q p b d qp


bolla polla

duello quello

quote puote

nube nude

bolla polla

duello quello

quote puote

nube nude

bolla duello quote polla quello puote

nube nude 33


un

un u n u n Un errore comune per il dislessico è quello di confondere la “u” con la “n” poichè anche in questo caso ci si trova davanti ad un glifo che tramite rotazione ha due diversi significati, come è possibile vedere nel primo esempio. Nel secondo esempio la lettera “u” non presenta grazie a differenza della “n”, questa differenza fa in modo che la rotazione, percettivamente parlando, avvenga difficilmente. Nel terzo esempio sempre attraverso l’uso di opportuni “pesi” ci rendiamo conto che l’asta curva della “u” rispetto all’ingrossamento della “n” rende inequivocabile la lettura.

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cauti canti cauti canti cauti canti


69

69

69

69

Molte font presentano lo stesso glifo anche per il “6” e il “9”. Allungando l’asta curva discendente del “9” nella font EasyReading fa si che se girata sia instabile poichè eccessivamente sbilanciata. Nella font OpenDislexic l’occhiello di dimensioni differenti, e di conseguenza anche l’inspessimento differenziato dei due numeri eliminano ogni ambiguità.

Nell’immagine a lato è possibile vedere quanto può essere confusa la scrittura di un dislessico

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il

il

il

il

Se poco caratterizzate anche “i” e “l” possono essere confuse poichè non viene rilevato il puntino per via della distanza ravicinata. Quindi per rendere una font più leggibile è più opportuno utilizzare una circonferenza e non un quadrato per evitare che venga percepito come una prosecuzione dell’asta. In entrambe le font per dislessici si è proceduto dotando la “l” di una grazia risolvendo il possibile fraintendimento.

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paia pala paia pala paia pala


ji

j i

ji ji

Allo stesso modo della “l” la “j” può essere motivo di malintesi nella lettura. In questa circostanza si è migliorata la leggibilità pronunciando maggiormente i ganci e nel caso della font EasyReading aggiungendo una grazia per evitare equivoci.

aja aia aja aia aja aia 37


rn m

rn m rn m rn m Oltre alla confusione fra lettere diverse per somiglianze o addirittura uguaglianze di glifi, è possibile se non adeguatamente spaziate che alcune lettere vengano erroneamente accorpate, generando glifi che a loro volta possono essere simili a lettere già esistenti. È per esempio il caso della “r” e della “n” che se poste vicine possono risultare una “m”. Nell’EasyReading utilizzando grazie differenti o facendone un uso ibrido si rende l’eventuale unione diversa della “m”. Per quanto riguarda l’OpenDislexic viene risolto il problema inclinando l’asta centrale.

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terna tema terna tema terna tema


nn m

nn m nn m nn m In modo analogo a quanto succede con la “r” l’OpenDislexic risolve il problema di leggibilità inclinando l’asta centrale. L’EasyReading rende in partenza più difficile la percezione errata del carattere per mezzo delle grazie a “gancio” della “n”.

tonno tomo tonno tomo tonno tomo 39


gn gh

gn gh gn gh gn gh Talvolta può accadere che “n” e “h” possano essere confuse in prossimità della “g”. Per evitare questo errore percettivo in entrambe le font dedicate a persone con D.S.A. si è allungata l’asta. Rendendola più pronunciata si ha una maggior caratterizzazione del carattere e diminuisce di conseguenza la probabilità di confonderlo.

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legni leghi legni leghi legni leghi


mn

M N

MN MN

Nel maiuscolo la “m” e la “n” possono confondersi per la similitudine dell’angolo che forma l’asta obliqua. La soluzione per aumentare l’univocità è quella di aumentare nella “m” l’altezza del punto di incontro fra le aste oblique.

RAME RANE RAME RANE RAME RANE 41


vv w

vv w

vv w vv w

La prossimità di due “v” può generare confusione e far credere di trovarsi di fronte ad una “w”. Si può ovviare anche in questo caso il problema andando a cambiare l’altezza del punto di incontro fra le aste.

ovvio walter ovvio walter ovvio walter

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VV W VV W VV W Anche nelle maiuscole si è possibile avere lo stesso problema di leggibilità e allo stesso modo la soluzione è quella di modificare l’altezza del punto di incontro.

OVVIO WALTER OVVIO WALTER OVVIO WALTER 43


oe ce

oe ce oe ce oe ce La “o” può essere confusa con la “c”, in particolare quando in prossimità della “e”. I progettisti delle font per dislessici in questo caso hanno ampliato la distanza che intercorre fra l’estremità superiore e quella inferiore della lettera “c”.

aloe alce aloe alce aloe alce

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OE CE OE CE OE CE

ALOE ALCE

Allo stesso modo nelle maiuscole può riscontrarsi lo stesso problema.

ALOE ALCE

La soluzione data è la stessa di aumentare la distanza fra le estremita della “c”.

ALOE ALCE 45


aa

a a aa aa I problemi possono esserci anche nell’uso dello stile italic. Come vediamo dal primo esempio la “a” nello stile italic assume una forma simile alla “o”. Le soluzioni date in questo caso sono due. EasyReading mantiene da regular a italic il gancio superiore della “a”, evitando in tal modo confusioni. OpenDislexic pronuncia l’asta laterale in modo che sia più marcata e quindi meno equivoca.

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caos caos caos caos caos caos



Fonti -Gazzetta Ufficiale N. 244 del 18 Ottobre 2010 http://www.aiditalia.org/upload/gazzetta_ufficiale_n_244_legge_170.pdf Materiale vario http://www.dyslexia.com/library/spanish/caracteristicas.htm http://www.dislexiasinbarreras.com/FAQ.htm http://www.revistamundonatural.com/ http://www.monografias.com/ http://es.wikipedia.org/wiki/Dislexia http://es.wikipedia.org/wiki/Disortografia http://www.k-type.com/ http://www.agenciadenoticias.unal.edu.co/detalle/article/dexia-tipografia-para-dislexicos.html http://www.agenciadenoticias.unal.edu.co/detalle/article/tipografia-para-dislexicos.html http://www.taringa.net/posts/salud-bienestar/11512500/Dyslexie-una-tipografia-para-dislexicos.html http://www.todossomosgeek.com/ http://www.pequesymas.com/educacion-infantil/tipografias-recomendadas-para-los-dislexicos http://www.alejandrovaldez.me/sarakanda-una-tipografia-para-ninos-y-ninas-con-dislexia/ http://donserifa.com/tipografia/open-dyslexic-una-tipografia-para-dislexicos/ http://www.elmundo.es/elmundosalud/2011/08/02/neurociencia/1312290064.html

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http://adultosuperdotado.foroactivo.com/t1173-tipografia-para-dislexicos http://www.disfam.org/noticias/ http://sites.rnw.nl/pdf/dyslexia/RNW_ES.pdf http://www.dislexiasinbarreras.com/contacto.htm http://www.adixmur.org/ http://www.agadix.es/ http://www.studiostudio.nl/en/the-designer/ http://notjustprettycolours.com/ http://www.aunclicdelastic.com/tic-y-dislexia-un-nuevo-enfoque-y-un-gran-aliado/ http://www.luzrello.com/DysWebxia.html http://www.luzrello.com/Dyseggxia.html http://dislexiasinbarreras.blogspot.it/2011/01/tipicos-topicos.html http://www.psicodiagnosis.es/areaclinica/trastornosenelambitoescolar/trastornodelalecturadislexia/index.php http://www.studiostudio.nl/ http://www.readregular.com/ *i siti sopracitati sono stati consultati nel periodo che intercorre fra novembre 2013 e febbraio 2014 -Rossella Grenci “Le Aquile Sono Nate per Volare” -Rossella Grenci, Daniele Zanoni “Storie di Normale Dislessia”

Abbiamo inoltre contattato e intervistato le associazioni, spagnole e italiane, referenti per i D.S.A. e alcuni studiosi del campo. Questo ci ha permesso di aumentare la coscienza tecnica e la sensibilità riguardo a questo tema.

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