piani 1 generazione

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Corso di tecnica Urbanistica a.a: 2010 - 2011 Università degli studi di Catania – Facoltà di Ingegneria

IL perché DELLA GENERAZIONE Anni 30 formazione dicotomia: urbanesimo (prospettiva manageriale,); la seconda urbanistica (città disegnata dagli architetti;). alla seconda anima si demanda il progetto della città. Dopo la seconda guerra si formano due blocchi culturali: ‘ riformista’ , derivante da quelle aree oggetto delle vandalizzazioni fasciste, che decide di schierarsi con comunisti; area riformista utopico che voleva trasformare patologie del capitalismo ‘ democratico cristiana’ , legata alle aree del Mezzogiorno, conservativo. Autunno caldo del 69, sciopero nazionale casa e città. Si chiede una riforma urbanistica : garantire produzione di terreni urbanizzati necessari alla crescita, senza creare forti sperequazioni … Nelle aree socialiste si avvia un tentativo di imitazione dei modelli della unione sovietica (e alcune altre regioni europee). 35 anni dopo queste aree hanno sviluppato una certa cultura della pianificazione. Campos Venuti, appartenente a questa realtà, elabora (nell’ 85) l’ idea di Generazione’ , nata dal tentativo di collocare i contenuti dei piani con le vicende storiche italiane. È il primo che cerca di fare la storia dell’ urbanistica (a parte Secchi ma in modo solo autoreferenziale).


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IL CONTESTO DELLA RICOSTRUZIONE legge del 42 attuata solo dopo la guerra. Ricostruzione diventa sinonimo di pace e voglia di cancellare tracce guerra. Occasione per rendere le città belle, più efficienti, sane.. in Italia però ricostruzione affrontata con modestia, rifacendo singole costruzioni. Senza seguire una politica di piano generale. I problemi di ricostruzione dopo la seconda guerra: gli strumenti usati sovradimensionati perché si pensava a grandi crescite e sviluppi, perché vigeva ancora la cultura retorica fascista, perché l’ Italia comincia ad aprirsi e a guardare al resto dell’ Europa, per bisogno alloggi… era ancora sostanzialmente una Italia rurale. Governo sospese la legge del 42 (che rendeva obbligatorio il piano) imponendo piani di ricostruzione su aree distrutte, isolandole dal contesto urbano, intenzioni di attirare capitali speculativi privati, senza destinazione a aree pubbliche, ma piuttosto per uffici, con indici superiori a edifici distrutti etc. piani di ricostruzione (l. 154/45 e poi 1402/51) di validità decennale, contenuto analogo a piano particolareggiato con indicazioni demolizioni e ricostruzioni. Zone danneggiate erano soprattutto nelle aree centrali, ferrovie e porti… unico strumento per città medie piccole. Rapidità tempi approvazione e attuazione, grandi concessioni. Vantaggi economici e procedurali ma anche speculazione immobiliare. Usati come strumenti di emergenza anche ….


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I PRIMI PIANI Fatti da quel blocco che aveva realizzato e teorizzato il progetto urbano monumentale nel periodo fascista (Piacentini.. esclusa qualche rara esperienza tipo Doglio, Olivetti, etc.). Tentativo imitazione esperienze europee: retorica della geometria dello spazio. Nascono quando però non vi è realmente una domanda sociale organizzata (a differenza di quelli di seconda generazione di fine anni 60 che saranno una risposta ‘ razionalista codificata). Ripresa edilizia che sfrutta rendita differenziali dei luoghi centrali, per produrre effetti occupazionali. Edilizia pubblica residenziale finanziata con prelievi sui salari dei lavoratori, operazioni affidate a INA CASA. Stimolo artificialmente domanda privata addossando allo Stato oneri; cartelle esentasse per costruttori, … Miracolo economico anni 50: nuova disponibilità di capitali, aumento del reddito, rimesse degli emigrati, esportazione, esodo dalle campagne, stimolo motorizzazione individuale di massa; le città del miracolo crescono a ‘ macchia d’ olio’ in tutte le direzioni, dilagano casermoni, speculatori immobiliari, senza servizi . Al privato tutti i vantaggi e nessun onere, perché è l’ amministrazione che realizza servizi. I primi piani regolatori vengono adottati negli anni 50, e nel 600 ancora mancano Napoli e Roma. Mentre le città medie ancora non esplose, neanche se ne preoccupano. Spesso previsioni urbanistiche che seguono le scelte fasciste. Diventa strumento anche per l’ espansione della città, grazie a finanziamenti straordinari. Terziarizzazione e sostituzione vecchio tessuto.


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I PRIMI PIANI I primi piani regolatori vengono adottati negli anni 50. Le città medie ancora non esplose, neanche se ne preoccupano. Previsioni urbanistiche che seguono le scelte fasciste. Piano come strumento anche per l’ espansione della città, grazie a finanziamenti straordinari. Terziarizzazione e sostituzione vecchio tessuto. Centri storici e aree panoramiche deturpate, orribili periferie. Grandi squilibri Nord Sud, cercando vantaggi per industria e non agricoltura; grande sviluppo raffineria. Tentano di ordinare un po’ l’ espansione, spesso incorporando programmi di ricostruzione , che prevalevano (illegalmente) sul primo. Fallimento attuazione differenziata con piani particolareggiati. Debolissima tradizione di piano. Due modelli disciplinari e culturali: uno espressione vecchia tradizione accademica 800esca; il secondo di istanze MM, tecnica urbanistica che distingue piano generale e particolareggiati, zoning monofunzionali con indici, tipologie, etc.


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I PRIMI PIANI

Caratteri riconoscibili per prima generazione: 1: mobilità affidata solo alla viabilità, senza gerarchie, concentrico o radiocentrico; quelli di matrice razionalista gerarchia funzionale. 2: previsioni insediative residenziali, produttive sovradimensionate; nel primo modello a macchia d’ olio, nel secondo direttrici. 3: previsione servizi pubblici limitate solo zone edificate. 4: città storica sottratta all’ azzonamento con demolizioni e sventramenti, riprendendo piani fascisti e di ricostruzione; meno nel modello razionalista; 5: sviluppo terziario affidato nel secondo modello a centri direzionali, non tanto decentrati però aggiutnivi e non sostitutivi; ignorati da piani primo modello; 6: aree di pregio ambientale affidate a edilizia privata di qualità.


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VERONA

Verona: intervento accademico, previsioni espansione con raddoppio abitanti, senza strategia territoriale, asseconda crescita radiale, macchia d’olio. Nuovi insediamenti articolati per tipologie edilizie (ville, villini, )zone più dense a ridosso viabilità radiale, quelle più rade alle spalle.


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GENOVA 1948

Affidamento dell’incarico di redazione del Piano all’Ufficio Tecnico affiancato da una Commissione (Albini, Pucci, etc.). Inquadramento Genova nel contesto territoriale: problemi di orografia, configurazione del territorio (mare, catena dell’Appennino), sviluppo con direzioni obbligatorie; insufficienza comunicazioni stradali regionali, porto con notevole espansione; assillante sforzo per superare ostacoli della natura con sistemi di comunicazione moderni e concorrenziali; evoluzione storica della città: dalle origina all’attuale conurbazione (raggruppamento di centri), sviluppo nelle 4 direzioni; distinzione tra centro storico, quartieri ottocenteschi decorosi, convulsi e disordinati accostamenti edilizi contemporanei, quartieri moderni che seguono il regolamento edilizio; riserve di verde. Studi preliminare: statistica densità popolazione; rilevamento traffico; industrie; servizi; zone commerciali; zone verdi; dati igienici;


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GENOVA 1948 Soluzioni e studi da presentare : 5.000 stato attuale 5.000 viabilità e zonizzazione 2.000 parte centrale della città Documentazione fotografica Criteri per la viabilità: potenziare viabilità esistente creare nuove strade dotare la città di strade indipendenti creare nuova rete autostradale articolarla in: arterie di grande traffico, di alimentazione, ferrovie metropolitane, autostrade. Zonizzazione: zone abitative; coltivate; boschive; .. Individuazione degli indici di fabbricabilità e successiva individuazione delle tre categorie: intensive, estensive, semintensive (da dettagliare con il Regolamento Edilizio).


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GENOVA 1948


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GENOVA 1948


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GENOVA 1948


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BOLOGNA Redatto dall’Ufficio tecnico con assistenza Commissione (urbanisti, rappresentanti degli Ordini, vincitori di concorsi dell’anteguerra). ‘per determinare soluzioni dei fabbisogni si è pensato ad una durata presunta di 30 anni… in base all’incremento demografico e immigrazione crescente … come aspetti di un futuro piano regionale… le caratteristiche più salienti sono: organizzazione funzionale del territorio urbano; miglioramento viabilità interna ed esterna; espansione preordinata della città; azionamento; organizzazione dei quartieri esistenti,, risanamento vecchi quartieri, valorizzazione della collina, sviluppo e distribuzione aree verdi e ricreative; riorganizzazione servizi pubblici’. ‘piano impostato su concetti generali … l’attuazione dei Piani avviene mediante piani particolareggiati che il Comune studierà al momento opportuno’(zone monumentali e zone di espansione…).


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BOLOGNA


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BOLOGNA Soluzioni: collegamenti territoriali separazione dei vari traffici transito (circonvallazione esterna), collegamento (circonvallazioni concentriche), penetrazione (radiali, anche nuove, allargamento vecchie, zone di rispetto a verde). Riqualificazione dei quartieri sia igienica che con dotazione nuovi servizi: zone di completamento, zone in corso di edificazione. Verde: nuovi parchi e giardini fuori le mura. – i Piani di Prima Generazione –


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