Le distanze e i desideri
Rudimenti d’amore Sviluppo irrazionale della teoria di proporzionalità tra distanza e desiderio
(1,2,3)
1
L’ordito delle lontananze Ti guardo che in fondo sono sempre stata un po’ altezzosa, e anche un po’ alta. Ti guardo da quel ponte, trabiccolo cigolante, che sono le mie gambe. Non scendo giù, non mi metto in ginocchio. Gli uomini non mi chino più per guardarli da vicino. Mi tengo stretto il mio punto di vista, punto di svista, che quello che non vedo è più facile da inventare, che da qui ti dipingo come credo
Da qui, alta e altezzosa, ti amo se mi avvicino forse no, forse non più. Se mi avvicino ti vedo per ciò che sei e non è te che cerco. Forse m’interessa la storia, non mi interessi tu. Mi piacciono i tuoi contorni fuori fuoco, me li invento ogni giorno come mi va, ti calzano a pennello e non mi bruciano mai. Mi piaci a guardarti da qui e se mi avvicino poi non ti posso più inventare;
MI PIACI A GUARDARTI DA QUI E SE MI AVVICINO POI NON TI POSSO PIÙ INVENTARE;
Mi inginocchio solo di fronte a Dio, se c’è, perché la pelle degli uomini è disarmonica, disadorna. Non ha spazio per portarsi addosso l’onore di una donna china, perché è inutile guardare da vicino qualcosa che non si ama.
PERCHÉ È INUTILE GUARDARE DA VICINO QUALCOSA CHE NON SI AMA
2
Ipotesi Se ti conoscessi oggi, ciao come ti chiami piacere posso offrirti qualcosa. E io penso che qualcosa me la puoi offrire, che con o senza vino io ci cascherei comunque tra le tue lenzuola, perchĂŠ ci si casca-alla finesolo se ci si vuole cascare.
E IO PENSO CHE QUALCOSA ME LA PUOI OFFRIRE, CHE CON O SENZA VINO IO CI CASCHEREI COMUNQUE TRA LE TUE LENZUOLA, PERCHÉ CI SI CASCA-ALLA FINE-SOLO SE CI SI VUOLE CASCARE.
Se ti conoscessi oggi, faresti per me una pagina di giornale, la pagina degli annunci cerco solo cose serie cerco una ragazza a modo cerco la profonditĂ giuro. Faresti per me questo e ti ringrazio, hai costruito degli spergiuri della misura del mio vestito, e mi prometti che se lo tolgo, posso vestirmi di quelli. Se ti conoscessi oggi, saprei che le cose serie non mi piacciono, perchĂŠ se non ridiamo insieme rimarranno “coseâ€?, e non ci prenderemo il coraggio delle parole grandi.
HAI COSTRUITO DEGLI SPERGIURI DELLA MISURA DEL MIO VESTITO, E MI PROMETTI CHE SE LO TOLGO, POSSO VESTIRMI DI QUELLI.
Se ti conoscessi oggi, ciao sono stata bene buonanotte e nel tuo letto non ci casco, voglio toccarci, ma in punta di piedi, con la fatica dei polpacci, e le gambe che mi tremano. Voglio vedere il fondo e risalire E nel tuo letto al fondo se mi va bene ci trovo i nostri piedi intrecciati che viste le tue scarpe da tennis chissĂ che odore hanno.
E NEL TUO LETTO AL FONDO SE MI VA BENE CI TROVO I NOSTRI PIEDI INTRECCIATI CHE VISTE LE TU E SCARPE DA TENNIS CHISSÀ CHE ODORE HANNO
Se ti conoscessi oggi, no ma resta ancora un po’ sediamoci sulla panchina dai su Mi chiedo quella panchina quanti baci ha visto, identici al nostro, ogni storia è uguale: ciao come ti chiami piacere posso offrirti qualcosa Ogni storia è uguale: No davvero grazie domani mi alzo presto mi dispiace buonanotte. Torno a casa, anche nel mio letto ci si tocca, ma se vado a fondo, non c’è l’odore delle tue scarpe da tennis.
Torno a casa No davvero grazie domani mi alzo presto mi dispiace buonanotte. Che se ti avessi amato tutto sarebbe stato diverso, persino l’odore in fondo al letto delle tue scarpe da tennis
3
Viste dagli uomini Mi piace vivere, anche la vita che non è la mia. Mi piace amare, anche le donne degli altri. Ogni mattina mi fermo per quindici minuti e guardo una donna, la guardo vivere. Mi piace guardare le cose che non mi apparterranno mai.
Le persiane sono oggetti gelosi, proteggono le poesie che brulicano dentro le case; cosÏ ogni tanto non vedo la mia donna dei quindici minuti e mi piace inventarle addosso novecento secondi incompleti, incompiuti e Tutto d’un tratto, insperati i quindici minuti iniziano, davvero.
MI PIACE GUARDARE LE COSE CHE NON MI APPARTERRANO MAI. LE PERSIANE SONO OGGETTI GELOSI, PROTEGGONO LE POESIE CHE BRULICANO DENTRO LE CASE;
Finestra aperta su un mondo due piani sopra di me. Il mio sguardo, occhio di bue sulle sue mani lunghe nella luce del mattino, sulla sua felpa sporca di caffè, sulle sue costole spogliate, sulle sue gambe interminabili, mai terminate.
Il suo sguardo sui miei quindici minuti, interminabili, mai terminati, perché le persiane sono oggetti gelosi, perché le donne sono gelose delle loro mani lunghe, e delle loro felpe sporche di caffè e delle costole e delle gambe perché le persiane si chiudono, ma i quindici minuti mi continuano dentro, interminabili, interminati, eterni. Li amo, solo perché non li ho mai vissuti.
MA I QUINDICI MINUTI MI CONTINUANO DENTRO, INTERMINABILI, INTERMINATI, ETERNI. LI AMO, SOLO PERCHÉ NON LI HO MAI VISSUTI.