A Taranto, che non si muove e ti aspetta lĂ , e a quel piacevole pomeriggio.
concorso fotograďŹ co biennale dello spazio pubblico 2013 - Roma foto di Silvia Tarantini e Angela Cavallo testi di Silvia Tarantini e Angela Cavallo
Taranto
Tamburi
Tamburi Via Alessandro Volta
Taranto, quartiere Tamburi. Le ciminiere sono lì dietro, talmente vicine che i palazzi le coprono. Teli di plastica su tutti i balconi. La polvere si infiltrerà lo stesso nelle lenzuola stese ad asciugare. Quelli che erano balconi sono diventate verande, e l’anticorodal dorato la fa da padrone. Uno di quei quartieri con un centro ed una periferia al loro interno, con le strade piene di negozi e cento metri più in là vie tortuose, di macchine, di treruote, di giardini e limoni. Di rettangoli di asfalto, di ritagli d’erba, di bidoni messi di fianco a lampioni alti alti.
In via Alessandro Volta, si rientra in casa dopo il lavoro, dopo la spesa, dopo aver recuperato i bambini da scuola. È facile sentir chiamare qualcuno da un balcone di una palazzina ad un altro balcone di un’altra palazzina. Le finestre sulla strada, le verande, i balconi diventano scenari di vita privata in pubblico. Una ragazza che suona il sax e tra una nota e l’altra chiacchiera con la vicina di casa giù in cortile, il pranzo in compagnia dei colombi che ringraziano, la pausa sigaretta, il dolce poltrire al sole di febbraio, osservando la gente che passa, salutare e scambiarsi due chiacchiere. Quello che di solito può esser definito il limite tra pubblico e privato, il portone di casa, le tende alle finestre, sembra dissolversi e la strada, il cortile, lo spazio tra due edifici diventano inevitabilmente parte della propria abitazione. Diventano scenario di una vita pubblica differente, non semplicemente intesa come “spazio comune” quindi di tutti, ma come spazio mio e degli altri, dove ci si può sentire legittimati da un senso di comunità, da un senso di convivenza allargata alla strada, e non solo alla casa, a svolgere all’esterno quello che il buon costume vorrebbe ben delimitato da mura domestiche. Trovare in via Alessandro Volta tra una palazzina INA-Casa e l’altra il giardinetto recintato, pulito, sistemato e affidato ad un santo, a due santi, alla madonna, diviene quindi la manifestazione pubblica di un sentimento religioso tradizionalmente rintracciabile all’interno delle abitazioni, tra un ramoscello di ulivo benedetto e le fotografie dei parenti defunti nella credenza. Fisicamente, lo spazio prende forma attraverso la sovrapposizione di oggetti e la creazione di queste piccole edicole religiose, comuni in tutte le città italiane, diviene particolare per la sequenza con cui si realizza lungo la via, per l’evidente cura comunitaria a cui sono soggette, per la stratificazione di materia che le ha generate. È giusto che lo spazio pubblico allora sia differente. La via parallela è “tale e quale” a Via Alessandro Volta: case a blocchi, sfalsate, a creare dei piccoli ritagli di verde pubblico, davanti le macchine. È la via gemella del complesso INA-Casa. Ma se su un disegno architettonico questo poteva esser vero, nella vita reale, successiva alla progettazione, questa uguaglianza perde valenza. Questa strada non è uguale alle altre strade: percorrendola lo si avverte. È come se le edicole religiose avessero trovato lì, in mezzo a quelle case così disposte, una nicchia “naturale” e comoda, un giusto luogo in cui manifestarsi ed essere accettate, in comune accordo, in uno spazio pubblico. Ed è come se esse fossero sia il pretesto che l’espressione, sia la causa che la conseguenza del cambiamento di quello spazio.
#1 Taranto, Via Alessandro Volta. 28 Febbraio 2013 , h 14.29 Era la così detta “controra”, l’ora contraria, o più che altro, la fascia oraria in cui è vietato fare tante cose. Perché di solito si è in casa a pranzare, a riposare dopo il pranzo, a vedere la tivù o lì lì per iniziare i compiti di scuola. Forse più conosciuta come “ora del silenzio”: non si gioca col pallone, non si fa chiasso, non si esce di casa perché non c’è nessuno in giro. Anche se fuori c’è il sole.
#2 Via Alessandro Volta. 28 Febbraio 2013 , h 14.32 Il Pino, che un po’ soffre e un po’ spacca l’asfalto della strada. Le macchine, i panni, le antenne, tante cose tutte assieme.
#3 Via Alessandro Volta. 28 Febbraio 2013 , h 14.33 Un GesĂš avvolto da un muretto e chiuso da una corona di ďŹ ori.
#4 Via Alessandro Volta. 28 Febbraio 2013 , h 14.42 Forse prima lÏ c’erano le galline.
#5 Via Alessandro Volta. 28 Febbraio 2013 , h 14.43 Santi Medici con treruote.
#6 Via Alessandro Volta. 28 Febbraio 2013 , h 14.45 Tutto il giorno, tutti i giorni. Santa pazienza!
#7 Via Alessandro Volta. 28 Febbraio 2013 , h 14.50 Madonna!
#8 Via Alessandro Volta. 28 Febbraio 2013 , h 14.51 L’ultimo arrivato. CosÏ come le case.
#9 Via Alessandro Volta. 28 Febbraio 2013 , h 14.53 Muretto su colonna. Su erba.