PREMESSA CHI SONO? Sono un fan di Tarantino da lungo tempo. Ho visto tutti i suoi film, e credo di conoscere la sua poetica abbastanza bene da poter scrivere un saggio sul personaggio nato dalla sua mente (perversamente geniale) che più mi ha appassionato. CHE COMPETENZE HO IN AMBITO CINEMATOGRAFICO? Non sono un critico né un esperto, ma un appassionato che cerca di analizzare storie e personaggi con un approccio critico e razionale, privo di fanatismi e di commenti da “tifoso”. PERCHÉ HO SCRITTO QUESTO SAGGIO BREVE? Ho deciso di scrivere questo saggio breve per parlare di un personaggio - a mio avviso - tanto sottovalutato quanto grandioso: Budd, il fratello di Bill in Kill Bill.
PUNTO 1°: BUDD NELL’UNIVERSO TARANTINIANO: CONFRONTO CON GLI ALTRI PERSONAGGI. In genere, quando si parla di Tarantino, i primi elementi su cui ci si focalizza sono la violenza delle sue storie, i dialoghi ironici, pungenti e sopra le righe, lo stile d’impatto e la capacità di tenere lo spettatore incollato allo schermo. Ma soprattutto, nell’immaginario collettivo, Tarantino è cool. Figo, pop, alla moda. Quindi, se si parla dei personaggi di Tarantino, viene naturale pensare alla stupenda coppia di killer composta da Jackson e Travolta, alias Jules e Vincent; o alla Sposa, temibile donna guerriera protagonista di Kill Bill. Viene spontaneo pensare a loro perché, oltre ad essere riuscitissimi, sono personaggi che centrano a pieno l’immagine di personaggio cool tarantiniano, che parla per battute pungenti, sarcastiche oppure memorabili, non esita a esercitare la violenza e alla fine esce vittorioso da ogni conflitto. Questo, secondo me, è uno dei motivi per cui un film come Jackie Brown, al di la dei gusti, non ha riscosso lo stesso successo di altri film del Maestro. Jackie Brown è un personaggio malinconico, realistico, una donna comune con problemi comuni, che gioca la sua partita pericolosa e la vince. Insomma: JB non va incontro all’idea generale del personaggio tarantiniano, perché è un po’ sfigata, nel senso che non è cool.
Il grande pubblico, insomma, in Tarantino cerca quel tipo di personaggi. Attenzione: non voglio fare lo snob, e non sto dicendo di non aver amato i personaggi di cui sopra. Per me, che ho visto Pulp Fiction per la prima volta a undici anni, Jules e Vincent restano dei punti fermi, delle icone intoccabili nel mio immaginario di spettatore. Ciò che voglio dire è che, mentre Jules, Vincent, la Sposa, Aldo Raine e gli altri personaggi vincenti di Tarantino hanno riscosso il successo meritato, i personaggi perdenti del regista americano sono passati, a mio parere, un po’ in secondo piano, ingiustamente relegati a personaggi minori, o peggio, meno riusciti. Tra tutti i personaggi perdenti dell’universo tarantiniano, spicca per intensità Budd Gunn, fratello “cowboy” di Bill, oltre che tema di questo saggio. Confrontiamo Budd con diversi personaggi creati dal regista di Knoxville. Budd e la Sposa: Paragone che viene spontaneo fare. Indubbiamente, entrambi i personaggi sanno il fatto loro. Ex killer professionisti, estremamente abili nell’uccidere, freddi (molto più di Elle Driver, per esempio) e capaci di pianificare con cura i loro attacchi. Eppure, mentre la Sposa appare agli occhi dello spettatore come una donna che persegue una “giusta” (dal suo punto di vista) causa, ovvero la vendetta, Budd appare come uno sfigato che può morire senza troppi problemi, un intralcio insignificante nel percorso che separa la nostra eroina da Bill. Quando abbiamo visto per la prima volta la Sposa attaccare Budd sfondando la porta del suo camper, chi di noi non si è
aspettato che lo facesse a fettine o che lo torturasse senza troppi problemi? Io mi aspettavo una morte repentina e un po’ insipida come quella della killer nera, Vernita Green; oppure un interrogatorio crudele in stile Sophie Fatale. E invece no. L’alcolizzato, il perdente, lo sconfitto, il relitto umano Budd, sarà l’unico a mettere in seria difficoltà la Sposa. Se Budd avesse voluto uccidere la Sposa avrebbe potuto farlo senza problemi, in primis caricando la doppietta con un paio di cartucce standard, piuttosto che usando del sale grosso per farla soffrire. Perché Budd vuole solo far soffrire la Sposa. Non ha voluto ucciderla, mai. Ne sono convinto. Ma di questo ne parleremo meglio dopo. In definitiva, quindi, pur trovandoci davanti a due killer estremamente abili e freddi, appare evidente la differenza tra i due: la Sposa ha il fascino travolgente di uno Tsunami che travolge tutto durante il suo passaggio, procedendo dritto verso la meta. Budd, al contrario, ha quello malinconico dell’uomo sconfitto dalla vita, consapevole del proprio destino e delle proprie colpe. Un tipo di fascino che, per essere apprezzato, necessita di uno spettatore un po’ più sottile di chi apprezza, in Kill Bill, solo la carneficina di membri della Yakuza in mascherina.
Budd e Jules/Vincent: Ci troviamo davanti a dei personaggi quasi diametralmente opposti. Malinconico il primo, divertenti gli altri due. Assassino eccellente lui, killer tutt’altro che impeccabili loro. Perdente lui, vincenti loro. Ora, qui voglio fare un inciso. Il fatto che Vincent muoia non conta niente. Se Tarantino avesse montato Pulp Fiction in ordine cronologico, avremmo avuto come unico vincente Butch, pugile che frega i soldi a un boss, ammazza un sicario eroinomane, fa a pezzi dei pervertiti sadici stupratori e scappa via con la sua ragazza a bordo di un chopper, come un moderno cavaliere che va incontro alla sua favola personale a base di vissero tutti felici e contenti. Ma Tarantino non vuole che a noi resti questa immagine in mente, come conclusione delle storie che compongono Pulp Fiction. Tarantino vuole che Pulp Fiction si chiuda così come si è aperto, in modo cool. Dei tizi fanno una rapina in un modo assurdo e divertente, ma trovano dei tizi che li sottomettono e li shockano in modo altrettanto assurdo e divertente. Un discorso geometrico, volto a far emergere il lato divertente del film a discapito di quello moralistico. Tarantino non vuole mai fare moralismo, ma essendo un uomo intelligente, forse più della media, ha una sua visione morale, o comunque dei contenuti “filosofici” molto forti. Tende sempre però a metterli in un angolo, per fare in modo da non intaccare la carica pop del film, ben sapendo che lo spettatore più profondo e smaliziato fa attenzione anche al minimo particolare. Insomma, Tarantino riesce, in questo modo, ad accontentare diversi tipi di spettatore, dal più superficiale al più riflessivo. Il fatto che Jules decida di fare l’asceta, poi, non regge minimamente il confronto con lo spessore tragico di Budd. Per quello che Tarantino ci mostra, il proposito di Jules potrebbe anche essere naufragato. Noi sappiamo solo che consegnerà la valigetta a Marcellus Wallace e che gli dirà che vuole uscire dal giro. Quello che succederà dopo non ci è dato saperlo. Con
Budd, invece, ci viene mostrato tutto ciò che serve per capire il personaggio e apprezzare il suo spessore.
Budd e O Ren Ishii: O Ren Ishii è un personaggio apparentemente simile a Budd. Ho già accennato alla dimensione tragica di Budd e ciò potrebbe indurre a pensare che O Ren sia simile al nostro, per il fatto che le hanno ammazzato i genitori, che lotta tutta la vita per vendicarsi e per dominare quel mondo, la Yakuza, che le ha tolto una famiglia, finendo poi per crollare inesorabilmente proprio quando è arrivata in cima. Ma vi è una grossa differenza tra Budd e O Ren. Quando la sposa arriva nel ristorante giapponese dove O Ren e i suoi la fanno da padroni, la leader della Yakuza tratta la sua ex collega con superiorità, con disprezzo. La sottovaluta di continuo, credendo di poterla fermare semplicemente mandandole contro degli scagnozzi tutto sommato mediocri nell’arte della scherma. Solo alla fine, quando Beatrix l’ha quasi uccisa, O Ren smette di schernirla e realizza quale sarà il suo destino. Morire per mano della sposa, come molti suoi
uomini, come tutti i nemici della lista (ad eccezione di Elle, che non si sa se sia morta o meno). Budd, invece, conosce bene il suo destino. E al contrario di quanto sembri, non vi si oppone. Lo sa, lo accetta. Si accontenta di far soffrire la donna che ucciderà lui e suo fratello quanto più gli riesce, di umiliarla, di metterla alla prova oltre ogni limite. E’ nella consapevolezza dell’inevitabilità del suo destino, che risiede l’essenza tragica di Budd.
PUNTO 2°: IL CAMBIAMENTO DI BUDD DOPO IL MASSACRO NELLA CAPPELLA DEI DUE PINI. Come tutti sappiamo, Budd prese parte al massacro nella cappella nuziale dei Due Pini, dove Beatrix stava facendo le prove generali del suo matrimonio. Dopo aver preso parte al massacro, il nostro ha litigato con suo fratello Bill. Ora, allontaniamoci dai fatti per provare a identificare, con la semplice deduzione, la causa di questa lite che porterà a una spaccatura insanabile tra i due fratelli. Viene spontaneo pensare che la causa sia stata proprio il massacro, ovvero l’ultima volta in cui i fratelli furono gomito a gomito. Continuando a seguire il flusso della logica, viene naturale pensare che Budd, essendo consapevole di ciò che stava per fare, fosse d’accordo con l’idea di massacrare tutti in quella chiesa, per vendicare la sofferenza del fratello. Ma alla fine del massacro, come sappiamo, i due hanno litigato. Qual è l’elemento a sorpresa che impedisce la morte di Beatrix, spingendo Bill a deviare la traiettoria del proiettile dalla fronte a un lato del cranio? La rivelazione del fatto che la Sposa aspetta una figlia da Bill. E allora, per logica, è questo l’elemento per cui i due fratelli hanno litigato. Budd deve essere rimasto turbato dal fatto che il fratello ha sparato alla donna che portava in grembo sua figlia, mettendo anche a repentaglio la vita del feto.
Da fan smodato quale sono, ho letto con avidità i capitoli della sceneggiatura originale che sono stati poi modificati in corso d’opera. E ho scoperto che originariamente Tarantino aveva reso Budd più esplicito. Riporto un brano della sceneggiatura originale, che ho trovato tradotta sul sito Quentin Tarantino Italia, questo è il link (vi consiglio di farci un giro) : http://www.tarantinoitalia.altervista.org In questa parte della sceneggiatura, il nostro cowboy parla al telefono con Elle, dopo aver sconfitto e umiliato la sposa. Elle: Bill? Budd: Hai sbagliato fratello, stronza malefica. Elle: ... Budd? Budd: Bingo. Elle: E a che devo questo dubbio piacere? Budd: Ho appena catturato l'imprendibile cowgirl. Elle: Intendi dire quello che penso? Budd: Dipende da quello che pensi. Se pensi che l'ho presa...be’, c'hai azzeccato. Elle: L'hai uccisa? Budd: Non ancora. Ma al momento è così mansueta che potrei darle il colpo di grazia con un sasso. Elle: E che stai aspettando? Dimostra un po' di coraggio... Budd: Non si tratta di questo...è solo che...cazzo, non ammazzo nessuno da tantissimo tempo. E rimanga tra noi, avevo fatto una specie di giuramento al riguardo...
Concentriamoci sull’ultima frase. E rimanga tra noi, avevo fatto una specie di giuramento al riguardo... Budd ha scelto di cambiare vita. Di non uccidere più. E’ fondamentale tenere bene a mente questo concetto, per capire quanto sia tragicamente grandioso il personaggio. Nel prossimo punto andrò ad analizzare come si comporterà con Beatrix. Per ora, invece, voglio analizzare come si comporta da quando lo vediamo sullo schermo, fino alla schioppettata a base di sale sparata nel petto della Sposa. * * * Budd compare per la prima volta nel dialogo con suo fratello Bill. Dopo una serie di battute pungenti e disincantate, il nostro pronuncia una frase ben nota agli amanti di Tarantino: «Quella donna, merita la sua vendetta. E noi, meritiamo di morire. Ma… La cosa vale anche per lei… E quindi… Staremo a vedere.»
Facciamo attenzione a come è costruita e a come viene detta la frase. «Quella donna, merita la sua vendetta. E noi, meritiamo di morire.» Questa prima parte viene pronunciata da Budd con un tono amaro ma sicuro, che definirei fatalista. L’ex killer sa bene qual è il suo destino. «Ma… La cosa vale anche per lei… E quindi… Staremo a vedere.» Questa seconda parte, invece, viene detta con più riluttanza, come se il personaggio sentisse di dover comprendere, nel suo discorso, anche l’altra ipotesi. Ma il modo in cui questa seconda parte viene pronunciata, da l’impressione che Budd non creda molto in ciò che sta dicendo. Nella scena successiva, Budd va al lavoro e viene trattato malissimo dal suo capo, un cocainomane arrogante. Ora, per l’idea che ci siamo fatti del personaggio fino a questo punto, (durante la prima visione del film) viene da pensare che il nostro si sia talmente rammollito a forza di bere, da subire la ramanzina di un poco di buono strafatto di coca con la coda tra le gambe, senza reagire se non con un timido tentativo di dire qualcosa in sua discolpa.
Insomma, viene da pensare che Budd si sia rincoglionito, per dirla terra terra. Ma proseguendo con la visione del film, abbiamo modo di vedere che Budd, dopo tutto, è ancora un ottimo killer. Riesce a infinocchiare la Sposa come se si trattasse di schiacciare una mosca con la paletta. E allora, questo cosa ci fa pensare? Che Budd non ha voluto reagire alle prepotenze del suo datore di lavoro. Non è stato il fucile a pompa ben esibito nell’ufficio di Larry (il capo, n.b.) a frenarlo. E’ stata la volontà di non uccidere più. Se riesci a fregare la Sposa, riesci anche a fregare Larry, la sua ragazza, il barista, le spogliarelliste e tutti i clienti. Ma se non vuoi farlo, non ti resta che subire. E da qui, poi, si arriva al punto 3, ovvero il faccia a faccia tra Budd e la Sposa.
PUNTO 3°: BUDD E LA SPOSA: LA CONSAPEVOLEZZA DELLA PROPRIA MORTE. Ed eccoci arrivati alla fase clou. Lo scontro tra Beatrix e Budd. La Sposa raggiunge il camper del nostro cowboy. Una casa davvero brutta per un uomo che, con la sua precedente attività da hitman, ha sicuramente guadagnato abbastanza da poter vivere di rendita. Perché Budd non ha bisogno di soldi. Budd non ha venduto la katana e non si è rincitrullito. Budd vuole solo espiare le sue colpe. Quando Beatrix si avvicina, sentiamo in sottofondo un pezzo country piuttosto malinconico. Si tratta di “Satisfied Mind”, nella versione cantata da Johnny Cash. La canzone parla di come la ricchezza e il successo non diano appagamento alla mente, e di come quest’ultima caratteristica sia prioritaria rispetto alla ricchezza. E’ palese il riferimento alla scelta di Budd: come killer professionista guadagnava sicuramente bene, ma adesso che ha smesso di uccidere è molto più sereno mentalmente. Qualche cane abbaia in lontananza: un modo come un altro per far andare Budd alla finestra, in modo da rendere la tensione della scena più alta. Poi il cowboy torna alla sua sedia a dondolo, lei sfonda la porta e BOOM! Sale grosso nelle tette. Ora, se uno vuole uccidere, non carica le cartucce col sale grosso. Ma qualcuno potrebbe obiettare: ma lui voleva ucciderla, solo che non voleva darle una morte così rapida: voleva farla soffrire. Secondo me non è così. Per me, Budd non vuole ucciderla. Ma ci arriviamo con calma.
Dunque, il nostro ha sparato il sale grosso nel seno della donna. Le ride in faccia, la disarma, la prende in giro mentre il sale le brucia in corpo, e quando lei gli sputa il sangue in faccia (accompagnata da una stupenda colonna sonora western, in un intenso crescendo di trombe) lui, senza scomporsi, risponde con uno sputo viscido. In una parola: la umilia. Lo fa perché sa che per mano sua sono morti due assassini della squadra che assaltò la Cappella dei Due Pini, perché sa che per causa sua moriranno lui e Bill, perché ha fatto soffrire suo fratello. Poi le inietta un sonnifero. Più tardi, insieme a Ernie, un tizio dall’aspetto grottesco, scava una fossa in un cimitero e la sotterra viva. Ora, i fautori della teoria secondo cui Budd vuole uccidere la Sposa, a quest’ora potrebbero dire: La sotterra viva, come fai a dire che non vuole ucciderla? E’ una morte atroce. Sì, è una morte atroce, e sì, è una condizione davvero tremenda. Una persona normale in quelle condizioni morirebbe, senza sé e senza ma.
Ma è risaputo che in diversi film di Tarantino (non in tutti, attenzione) le leggi della realtà vengono sospese. Budd non vuole ucciderla. Ecco perché: 1) Ha avuto tutto il tempo di perquisirla ma le ha lasciato il rasoio negli stivali. Un uomo abbastanza furbo da infinocchiare in quel modo la Sposa, non può, a rigor di logica, perdersi in una banalità simile. Una persona che va in giro con più di un’arma addosso, nel 90% dei casi ha qualcosa negli stivali. 2) Le dà una torcia. Certo, la torcia dà forza anche alla teoria del tentativo di ucciderla, dove funge da ulteriore elemento di crudeltà (le dà modo di vedere bene quanto poco spazio ha, facendo aumentare a dismisura la sua ansia). 3) Budd non può non sapere che Beatrix è stata addestrata da Pai Mei. Sappiamo per certo che Bill, Elle e Bea sono stati temprati dai durissimi esercizi del maestro cinese. Ora, vi sembra logico che, in una squadra composta da sei persone, dove tre di esse sono state addestrate da Pai
Mei, gli altri membri non sappiano almeno per sommi capi in cosa consistono gli insegnamenti del vecchio? Essere spronati a forza di bastonate a sfondare una tavola di legno con un pugno è abbastanza traumatico anche per un killer. Budd non poteva ignorare il fatto che Beatrix era stata addestrata a sfondare il legno con un pugno. In definitiva, per me, Budd non vuole uccidere la Sposa. Pensa che sia giusto che lei si vendichi uccidendo tutti coloro i quali le hanno impedito di rifarsi una vita (cosa che, è interessante notare, poi tutti gli altri hanno fatto…) con la sua bambina, finendo quasi per ucciderla. Non solo lo pensa, ma ha anche un presentimento, una sorta di percezione ineluttabile legata alla propria morte per mano della guerriera bionda. Vuole farla soffrire e vuole mettere alla prova il destino, per testarne l’inevitabilità. Vuole vedere se, anche così conciata, la Sposa riuscirà a venirne fuori per ucciderlo. La morte di Budd è una scena molto stimolante, da un punto di vista critico. Beatrix non c’è fisicamente, eppure tutto rimanda a lei. Budd muore a causa dei morsi di un serpente che era anche il nome in codice/simbolo della Sposa, il Black Mamba.
L’animale esce fuori dalla valigia ricordando terribilmente lo scatto in fuori che farà la Sposa uscendo dalla bara. Il veleno iniettato dai suoi morsi causa la morte per asfissia (proprio come si muore quando si viene sotterrati vivi‌). Muore per una trappola fattagli da Elle, secondo la quale Bea non meritava di essere uccisa da un ubriacone rozzo come lui. Muore mentre sta vendendo la spada di Beatrix. Insomma, indirettamente muore per mano di Beatrix. E il suo destino si compie, contribuendo a renderlo un personaggio di grande spessore, circondato da un alone di declino e di tragedia.
Aniello Troiano
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