CRONOCAOS Progettare il riuso per l’Architettura contemporanea
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI GENOVA Facoltà di Architettura Laurea specialistica in Architettura anno accademico 2010-2011
TESI DI LAUREA relatore
Prof. Arch. Massiliano Giberti candidata
Anna Comunello
1.INTRODUZIONE
2.LA RICERCA 2.1 Il riuso nel passato storico 2.2 Il riuso nel presente storico 2.2.1
Schedature edifici storici
2.3 L’architettura contemporanea 2.3.1
Schedature edifici contemporanei
3.1 Il sito di progetto 3.2 Il programma funzionale 3.3 Il progetto
0. INDICE
3.IL PROGETTO
1.1 Presentazione
“ CRONOCAOS Progettare il riuso per l’Architettura contemporanea” RIUSO, RIUTILIZZO, RICICLO, RICONVERSIONE, RIADATTAMENTO, TRASFORMAZIONE, RIQUALIFICAZIONE, RIADOPERO... in qualunque modo lo si voglia chiamare esprime sempre lo stesso concetto: utilizzare di nuovo cose già usate destinandole anche a usi diversi dall’originale.
OBIETTIVO Evidenziare le sostanziali differenze fra gli edifici storici e quelli contemporanei rispetto alla possibilità di una riconversione, i secondi invece ,con le loro caratteristiche flessibili, sono più aperti alle trasformazioni e ai cambi d’uso.
STRUMENTI CRITICI Scelta di una serie di edifici storici sui quali nel corso del tempo sono avvenuti cambiamenti notevoli che li hanno portati ad avere un utilizzo diverso. Lettura dell’edificio originario secondo tre parametri: relazione urbana, uso e morfologia.
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1. INTRODUZIONE
per quanto riguarda il tema del riuso; i primi risultano rigidi, inflessibili, chiusi
1.1 Presentazione Individuazione delle azioni realizzate per produrne il cambiamento: aggiungere, sottrarre, connettere, inserire. Lettura del nuovo edificio modificato. Riutilizzo delle stesse quattro azioni per simulare una possibile evoluzione dell’architettura contemporanea.
PROGETTO Progettare un edificio contemporaneo di cui si ipotizzano tre programmi funzionali che ne cambiano nel tempo la funzione e la morfologia grazie alle quattro azioni suddette. La flessibilità dell’edificio permette inoltre di ottenere diverse configurazioni nell’ambito della stessa funzione.
1. INTRODUZIONE
Nel progetto entrano in gioco diversi elementi quali il verde e il costruito che muovendosi tra loro producono svuotamenti, sottrazioni, aggiunte.
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1.1 Presentazione
CRONOCAOS non è solo il titolo di questa tesi, è anche quello della mostra di OMA che nel 2010 alla Biennale di Architettura di Venezia presenta una serie di edifici, ventisei per l’esattezza, concentrandosi sul tema del tempo e della storia, organizzati in cinque temi: le crescenti richieste territoriali di conservazione, la moralità arbitraria di che cosa viene conservato e cosa no, nostalgia contro memoria, la conservazione del futuro, e il “ buco nero” della
CRONOCAOS
conservazione.
AMO ha sviluppato una teoria: non che cosa mantenere, ma che cosa dare via, cosa distruggere e abbandonare. Richiama e aspira ad estrarre che cosa, esattamente come società, dovremmo considerare di rilevanza culturale, spianando la strada allo stesso tempo per rivelare una tabula rasa sotto la crosta sottile
1. INTRODUZIONE
della nostra civilizzazione.
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2.1
Il riuso nel passato storico Com’è naturale, ogni epoca stabilisce propri originali rapporti con i tempi
trascorsi e con le loro testimonianze; ne deriva che il molteplice intreccio del binomio presente-passato determina una lunga e complessa vicenda che si articola, nel modo più vario, secondo le diverse situazioni storiche. Da sempre l’uomo si è trovato a dover svolgere azioni per rimettere in efficienza i manufatti del passato, per ripararli, per farli durare nel tempo, per adattarli alle mutevoli necessità del tempo presente. Fino a tutto il Settecento l’operatività sulle preesistenze è soprattutto guidata dal desiderio di mantenere una continuità con i tempi trascorsi; vale a dire senza distinguere il presente dal passato. Così ogni nuovo intervento s’innesta sull’esistente mediante gli stessi strumenti e le stesse modalità che
CREARE UN FALSO STORICO successive. In sostanza questi interventi tendono a rendere l’opera del passato congeniale al presente, cioè ad esprimere il presente e, in un certo senso, a servirlo, sottraendo la preesistenza al mondo figurativo che l’ha generata o, già in passato, trasformata. Di qui una pluralità di azioni volte a modificare, per esaudire le necessità del presente e per affermare gli ideali, piuttosto che a conservare o a riportare in 5
2. LA RICERCA
hanno prodotto il manufatto originario o che l’hanno trasformato in epoche
2.1 Il riuso nel passato storico vita valori propri di età trascorse. Questa peculiarità di base costituisce il fondamento delle operazioni più disparate: demolizioni, ricostruzioni, trasformazioni indotte da ragioni politiche, religiose, funzionali o più semplicemente, di status o di gusto che possono interessare parti modeste, oppure coinvolgere la totalità della fabbrica. Un atteggiamento che conta innumerevoli testimonianze; basti
CAMBIARE DI FUNZIONE A SCOPO RELIGIOSO rammentare il vasto fenomeno delle trasformazioni operate, alla fine del Cinquecento, soprattutto sugli edifici ecclesiastici, per rispondere alle prescrizioni liturgiche. Si ricordi, ad esempio, il caso di molti organismi basilicali romani “accomodati” sia nell’impianto spaziale che nelle forme espressive. Così le navate, attraverso traduzioni in termini murari, acquistano modulazioni differenziate (Santa Prisca); le cappelle prendono il posto delle navi laterali (Santa Pudenziana) o sono aggiunte ai loro lati (Santa Maria in Aquiro); diventano frequenti le addizioni di cappelle “privilegiate”, singolari per forma e dimensioni. In ogni epoca gli edifici del passato sono via via adattati a nuovi usi e, il
2. LA RICERCA
più delle volte, la volontà di modificare emerge indipendentemente dalle condizioni fisiche delle opere che sono oggetto di trasformazione e dell’entità dei lavori eseguiti. A volte l’adeguamento impone pesanti manomissioni, come nel caso delle terme imperiali di Treviri sulla Mosella, in Germania, dove il primo impianto risalente all’età di Diocleziano (284-305), già modificato negli anni di Costantino (306-337) con l’aggiunta di un porticato, con esedre, all’interno del cortile, è per ragioni militari fortemente alterato e piegato a nuovi usi in età tardoantica. 6
2.1 Il riuso nel passato storico Altre volte, pur modificandosi l’originaria destinazione vengono eseguiti adattamenti poveri, di grande semplicità; in proposito è significativo l’esempio delle case signorili adeguate a sede delle prime comunità cristiane, domus ecclesiae (notevole quella di Dura Europos sull’Eufrate, in Siria) oppure adattate a sinagoga (celebre quella di Dura, meno nota quella di Ostia) o a luoghi di altri culti, specialmente quello di Mitra, come possiamo riscontrare ad Ostia, a Roma e in altre città del mondo antico. E’ ovvio che l’adeguamento può anche comportare la demolizione della fabbrica preesistente come avviene per i tituli (prime chiese dei secoli delle persecuzioni, in qualche modo analoghe alle nostre chiese parrocchiali) che a Roma danno luogo, dopo l’editto di Costantino in favore dei cristiani (anno 313), alle basiliche titolari, le quali prendono il posto delle antiche abitazioni distrutte, estendendosi oltre il loro perimetro. Il desiderio di realizzare opere giudicate pù degne favorisce il succedersi di demolizioni e delle conseguenti ricostruzioni a fundamentis. E’ questa una consuetudine che permane a lungo pur se ogni epoca la sostanzia e la interpreta in maniera propria; essa trova l’esemplificazione più evidente nelle architetture romane che sono oggetto di le dedicazioni primitive. Il Pantheon di Roma illustra bene questo atteggiamento(fig. 1); fondato nel 27 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto, in realtà è stato rimodellato da Domiziano (81-96) e Traiano (98-117) poi rifatto completamente da Adriano (tra il 120 e il 124), che riportò la dedicazione di Agrippa, restaurato da Antonio Pio (138-161) e ulteriormente trasformato, soprattutto nel 202, al tempo di Settimio Severo e Caracalla, cui si deve la seconda dedicazione che 7
2. LA RICERCA
molteplici ricostruzioni ab imis (da cima a fondo) mantenendo sempre il sito e
2.1 Il riuso nel passato storico compare sul timpano. Non c’è dubbio, quindi, che la produzione architettonica sia caratterizzata da successioni spesso lunghe e complesse di apporti costruttivi, dunque, di stratificazioni. Si può dire che il concreto operare evidenzi sempre una specifica attenzione verso il passato e, nel contempo, metta in luce l’intento di trasferirlo nel presente ogniqualvolta vi riconosca possibili utili connessioni. In sostanza l’antico va ad accostarsi al nuovo per dar vita, insieme, ad opere originali, attraverso molteplici processi innovativi. Su questa linea risulta particolarmente significativa la consuetudine di reimpiegare materiali di spoglio che, spesso determinata da ragioni pratiche ed economiche, appare altresì mossa dal desiderio di far rifluire nelle nuove costruzioni la forza e la gloria delle antiche (Assunto, 1961, p. 63). Quest’uso persiste nel tempo e conta una miriade di singolari episodi, ciascuno dei quali sottintende valori e peculiarità propri.
REIMPIEGARE MATERIALI DI SPOGLIO Il fenomeno assume speciale diffusione e rilevanza nel Medioevo. Così, per Carlo Magno e la sua aspirazione politica volta al rinnovamento dell’impero
2. LA RICERCA
romano, l’impiego del materiale antico costituiva un preciso riferimento ideale, culturale ed insieme il riconoscimento della sua qualità artistica (Assunto, 1961, p. 64), non differentemente da quanto si può constatare in età ottoniana, intorno all’anno mille. Un particolare risalto è riservato all’utilizzazione di pezzi (colonne, capitelli, architravi, ecc) provenienti da monumenti più antichi, meglio se di età classica, i quali non sempre vengono modificati ma, al contrario, entrano a far parte del nuovo testo mantenendo le loro precise caratteristiche. 8
2.1 Il riuso nel passato storico
Italia, Roma
BASILICA DI SAN FREDIANO
2. LA RICERCA
PANTHEON
Italia, Pisa 9
2.1 Il riuso nel passato storico Gli elementi, rilavorati o no e con funzioni uguali, analoghe o differenti, si presentano in una numerosa casistica. A volte si tratta d’interventi limitati, come avviene per il frammento di cornicione inserito nel portale di San Frediano a Pisa, con la sola aggiunta d’un ghirigoro intrecciato di gusto preromanico. In altri casi le parti reimpiegate sono talmente prevalenti da costituire la materia prima sulla quale si definisce e articola la qualificazione del manufatto. Valga per tutti l’esempio della Basilica di San Marco a Venezia che è sicuramente il più notevole monumento compiuto attraverso un generalizzato impiego di pezzi più antichi. Tali apporti si collocano a fianco al nuovo creando nuovi stili relativi al tempo presente, slegandosi, il più delle volte, completamente dallo stile architettonico delle parti riutilizzate, riducendoli a semplici materiali da costruzione per erigere il nuovo edificio. Questa ricerca di parti da riutilizzare prende il sopravvento e così, edifici considerati di basso pregio architettonico e in avanzato stato di rovina, vengono distrutti per riutilizzarne solo alcune parti (colonne, piuttosto che marmi, travertini, ecc). Così fabbriche come la basilica di San Pietro vengono ricostruite adat-
2. LA RICERCA
tandole all’accresciuto prestigio della Chiesa di Roma stravolgendo l’impianto originario, considerato di scarso valore poichè eretto in epoca costantiniana. Potremmo citare poi numerosi altri casi, per esempio, Tivoli dove Pio II distrugge l’antico anfiteatro per ricostruire la cittadella; piuttosto che la biblioteca vaticana, costruita sotto il regno di Sisto V, utilizzando pietre di monumenti romani; per non parlare poi dei ponti Sisto e Orazio Coclite distrutti per diventare palle di cannone; o il septizonium, originariamente abitazione di Settimio Severo costruta sul Colle Palatino, e poi fatta distruggere da Giulio II, diventan10
2.1 Il riuso nel passato storico
SAN PIETRO
Italia, Venezia
2. LA RICERCA
BASILICA DI SAN MARCO
Italia, Roma 11
2.1 Il riuso nel passato storico do fabbrica di materiali per nuove costruzioni romane. Esistono poi altri casi da citare, in cui scopo principale è ampliare lo spazio, nel rispetto dello stile architettonico proprio dell’edificio.
AMPLIARE LO SPAZIO Ne sono esempio il Palazzo Pitti a Firenze, costruito da Luca Fancelli su probabile disegno di Filippo Brunelleschi, che viene ampliato da Bartolomeo Ammannati (1558-1577), Giulio e Alfonso Parigi (dal 1620), Giuseppe Ruggeri (1746).Tutti gli interventi hanno in comune la ripresa del paramento a forti bugne sul modello di quello originario, anche se contraddistinto da una tecnologia d’impiego dei materiali notevolmente diversa. Il Palazzo Medici, costruito da Michelozzo (1444-1464) per Cosimo dè Medici, viene trasformato, nel 1517, da Michelangelo il quale chiude le arcate della loggia d’angolo decorandole con grandi finestre; più tardi, cambiando il palazzo di proprietà, vengono aggiunte sette assi di finestre, riproponendo i partiti michelozziani. Ancor più significativo l’intervento condotto nel 1736 da Ferdinando Ruggeri sul prospetto della Colleggiata di Empoli, l’antica pieve di Sant’Andrea (1093). L’architetto riduce ad uguale ampiezza i due ordini della facciata; così, pur
2. LA RICERCA
adattando scrupolosamente gli stilemi presenti sul prospetto del XI secolo, ne modifica sensibilmente la tipologia che crea seri imbarazzi alla storiografia ottocentesca. Simile a questi esempi è l’intervento sul Palazzo Pubblico di Siena che ci è noto nella sua veste medievale a due piani e che alla fine del XVII secolo (1680-1681) viene rialzato di un piano secondo le forme delle parti originarie. Esistono, inoltre, una serie di monumenti storici, che invece di essere distrutti e utilizzati come materiale per costruire fabbriche nuove, vengono 12
2.1 Il riuso nel passato storico invece completamente cambiati di utilizzo rispetto all’uso per cui erano nati. Possiamo quindi citare esempi di grandi architetture quali l’Anfiteatro romano della città di Arles, costruito nell’80 d.C., che viene adibito per un breve periodo ad abitazione, per poi tornare nel 1830 a ricoprire la sua funzione originaria.
SATURARE Analoga sorte toccò all’Anfiteatro Flaviano di Roma (80 d.C.), meglio noto come Colosseo, che nacque per gli spettacoli dei gladiatori e altre manifestazioni pubbliche (spettacoli di caccia, rievocazioni di battaglie famose e drammi basati sulla mitologia classica), che a seguito dell’abbandono nel VI secolo venne adibito a vari usi, quali luogo di sepoltura, abitazione, opificio, filanda e anche cava di materiale per le grandi opere che si costruivano nella città moderna, data la qualità del materiale in cui era stato costruito, il travertino. I blocchi asportati o caduti a causa dei sismi del 1231, del 1255 e del 1349, furono utilizzati per la costruzione di Palazzo Barberini (1634) e del Porto di Ripetta, (1703), Palazzo Venezia, Palazzo della cancelleria. Nel 1703 un nuovo grave terremoto fece crollare altre parti dell’anfiteatro in cui, nella seconda metà del XVIII secolo, venne costruita una chiesetta e vi fece costruire le tappe della via Crucis; nel 1806 la sorte volle che vi fosse un altro terremoto che danneggiò ulteriormente l’anello esterno dell’ellisse. Necessità di materiali, rivitalizzazione di parti urbane, riutilizzo delle rovine per realizzare nuovi e complessi programmi urbanistici e architettonici portarono, per esempio, a trasformare il teatro di Marcello di Roma, nella zona meridionale del Campo Marzio, in abitazione, diventando così Palazzo Savelli.
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2. LA RICERCA
all’estremità orientale dell’arena; nel 1744 Benedetto XIV consacrò il Colosseo
2.1 Il riuso nel passato storico Originariamente Giulio Cesare progettò la costruzione di un teatro, destinato a rivaleggiare con quello edificato nel Campo Marzio da Pompeo, venne quindi espropriata una vasta area, demolendo anche alcuni edifici sacri, come un tempio dedicato alla dea Pietas e uno forse da identificare col tempio di Diana. I lavori, proseguiti poi da Augusto, portarono alla nascita di un edificio di dimensioni ancora maggiori di quello originariamente previsto, comportando lo spostamento e la ricostruzione degli edifici sacri circostanti, come l'antico tempio di Apollo e il tempio di Bellona. Nel 17 a.C., durante i ludi saeculares, l’edificio ospitò i suoi primi spettacoli che sembra continuarono fino al 421 d.C. In epoca medievale venne man mano occupato da piccole costruzioni e si trasformò in un castello fortificato, inizialmente di proprietà dei Pierleoni e poi passato ai Faffo e quindi (dal XIII secolo) ai Savelli, che fecero edificare da Baldassarre Peruzzi il palazzo tuttora esistente sopra le arcate della facciata. Nel XVIII secolo ne divennero proprietari gli Orsini, fino agli espropri degli anni trenta e ai successivi lavori di liberazione (1926-1932), con i quali furono eliminate le numerose botteghe e abitazioni che occupavano le arcate e lo spazio circostante; contemporaneamente i fornici, allora interrati per circa 4 m di
2. LA RICERCA
altezza, vennero sterrati. Una sorte simile toccò all’Anfiteatro romano di Lucca, edificato nel II secolo d.C. sui cui resti nacque nel medioevo la piazza dell’Anfiteatro, così chiamata per ricordare l’edificio su cui sorgeva e che ne vincolò la forma ellittica chiusa. Fu progressivamente riempita di costruzioni, variamente utilizzate come deposito di sale, polveriera, carcere. Solo nell'Ottocento, per opera dell'architetto lucchese Lorenzo Nottolini, fu decisa una ripresa urbanistica dell'antica struttura. Fu dunque liberato lo 14
ANFITEATRO DI ARLES
Francia, Arles
ANFITEATRO FLAVIANO
Italia, Roma
2. LA RICERCA
2.1 Il riuso nel passato storico
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2.1 Il riuso nel passato storico spazio dell'arena dalle piccole costruzioni che vi si affollavano e fu aperta la "via dell'anfiteatro" che ne ripercorre all'esterno il profilo ellittico. Il nuovo spazio urbano fu utilizzato per il mercato cittadino (mercato delle vettovaglie), fino a che - nella prima metà del Novecento - la sede fu spostata nel Mercato del Carmine. Affrontando il tema del riuso, mi sono poi imbattuta in tutta una serie di esempi che, nati come edifici privati adibiti a residenza, sono poi stati trasformati in pubblici.
RIORGANIZZARE lo spazio interno Così è successo per esempio alla Galleria degli Uffizi di Firenze, oggi museo rinomato che accoglie visitatori da tutto il mondo, nato verso la fine del Cinquecento su progetto di Giorgio Vasari. Inizialmente pensato come sede degli uffici delle tredici Magistrature che regolavano l’amministrazione dello Stato mediceo, divenne ben presto residenza privata dei Medici che iniziarono a mettere insieme una collezione di autoritratti, raffinatissime porcellane, medaglie, disegni e bronzetti, per mostrarla con orgoglio a una ristretta cerchia di amici aristocratici, fino a che, sotto la dinastia dei Lorena, precisamente nel 1769 la
2. LA RICERCA
collezione venne aperta al pubblico, diventando un vero e proprio museo come lo conosciamo oggi. Numerosissimi altri esempi ci circondano, per esempio, Palazzo Davanzati a Firenze, nato come residenza e poi trasformato a museo della casa fiorentina del trecento, come modello e specchio fedele di un’epoca. Il Carocci (Firenze scomparsa, 1887) scriveva compiaciuto: “ Oggi di questi palazzi medievali uno solo ne sussiste ed è fra i più belli e i più importanti di Firenze...è uno dei tipi più completi e più tipici dell’architettura fiorentina del periodo tra il XIV e il XV 16
TEATRO DI MARCELLO
Italia, Roma
ANFITEATRO DI LUCCA
Italia, Lucca
2. LA RICERCA
2.1 Il riuso nel passato storico
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2.1 Il riuso nel passato storico ed ai pregi stilistici della maestosa facciata corrispondono quelli del singolarissimo cortile. Il palazzo resta un esempio unico per l’interezza degli ambienti interni, chiaro specchio di un’altrettanto saggia e armoniosa società fiorentina del XIV secolo”. E penso che tutti visitando il museo concordino col Carocci, ma credo anche che questo come numerosi altri palazzi storici rimangano memoria indelebile del passato che rappresentano, senza nessuna apertura ai rapidi cambiamenti d’uso che la società moderna richiede, come un monumento del
2. LA RICERCA
tempo che fu...
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2.1 Il riuso nel passato storico
PALAZZO DAVANZATI
Italia, Firenze
2. LA RICERCA
GALLERIA DEGLI UFFIZI
Italia, Firenze 19
20
2.2
Il riuso nel presente storico La mia analisi si è dedicata poi agli ultimi trent’anni di architettura,
durante i quali gli edifici storici sono stati modificati principalmente per ampliare lo spazio, necessità dovuta essenzialmente ad un cambio di funzione. Si possono evidenziare principalmente quattro azioni: aggiungere, sottrarre, connettere ed inserire; procedo quindi ora a mostrarvi le varie casistiche con un’analisi scientifica e rigorosa dei vari esempi in cui gli edifici storici sono stati riutilizzati, suddivisi in ordine cronologico e di azione. Il percorso inizia con uno degli esempi più vecchi di architettura storica modificata, il Louvre di Parigi. Tra il 1190 e il 1202 in questo luogo venne edificata una struttura che doveva fungere da fortezza per difendere la città di
Museo del Louvre CONNETTERE ta con un muro difensivo attorno alla fortezza, trasformando il Louvre in residenza reale. In seguito cambi di dinastie fecero aggiungere una prigione sotterranea e un edificio collaterale, per poi completare il progetto originario con le ali occidentale e meridionale, in base ai disegni dell’architetto Pierre Lescot, trasformanado l’immagine del Louvre da fortezza a quella attuale che noi oggi tutti conosciamo. Immagine che rimarrà immutata fino al XVIII secolo quando, su iniziativa di Luigi XV, iniziò la sua trasformazione a museo, un procedimento 21
2. LA RICERCA
Parigi dalle incursioni normanne. Fabbrica che successivamente venne amplia-
2.2 Il riuso nel presente storico lungo che porterà all’apertura di questo al pub blico solo nel 1793. L’idea di base era di trasfor mare questo museo nel più grande di Parigi e quando finalmente col passare degli anni questo acquistò sempre più fama attirando un numero sempre maggiore di visitatori si decise di costruire nel cortile centrale di questo una piramide in vetro, progettata da Lleoh Ming Pei, che divenne l’ingresso principale, collegata agli edifici storici tramite collegamenti sotterranei. Dovranno passare molti anni prima che un altro esempio del genere venga riproposto, esattamente fino al 2005, quando su progetto degli architetti Herzog & De Meuron, viene realizzata a Saragozza, in Spagna, una struttura in corten a X tutta traforata che funge da collegamento fra due edifici rendendo lo spazio del museo unitario e continuo. Gli architetti, nonostante si attacchino alla struttura originaria, mostrano grande sensibilità verso questa, cercando di
2. LA RICERCA
mantenerla intatta il più possibile e limitando al massimo le modifiche, apren-
Espacio Goya CONNETTERE do solo qualche apertura per rendere continuo e funzionale il percorso all’interno del museo. Inseriscono, inoltre, all’interno di uno dei due edifici quattro camere che altro non sono che la fedele riproduzione di quattro ambienti (San Antonio de la Florida, Aula Dei, Quinta del Sordo, Real Academia de San Ferdinando) in cui il pittore Goya, a cui è dedicata la mostra, dipingeva, spazi fondamentali della sua creazione che non sono percepibili dall’esterno ad 22
MUSEO DEL LOUVRE
Francia, Parigi
MUSEO DEL LOUVRE
Francia, Parigi ingresso piramide
2. LA RICERCA
2.2 Il riuso nel presente storico
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2.2 Il riuso nel presente storico eccezione di uno, una cupola che emerge dal profilo del tetto a falde, ma ben integrata con questo.
Ben diverso dai due casi precedenti è il progetto realizzato da Rem Koolhaas nel 2006 per l’Università di Architettura, Arte e Progettazione (AAP) di Itaca, Usa, che prevede un volume che collega tre edifici esistenti, che erano nati come fabbriche e residenze, trasformandoli in un vero e proprio campus universitario continuo. In questo caso Koolhaas non si limita però solo a creare
2. LA RICERCA
un sistema di percorsi rapidi che mettano in collegamento gli edifici esistenti,
Milstein Hall Cornell CONNETTERE + AGGIUNGERE ma un vero e proprio edificio-piastra che crea un sistema di pieni e vuoti, spazi di relazione altrimenti inesistenti, un’unica piattaforma di vetro e acciaio, che si sviluppa su tre piani creando al suo interno uno spazio flessibile e facilmente adattabile a nuovi usi. Questa piattaforma ospita un auditorium con 300 posti a sedere e aree riservate ad esposizioni ed altre iniziative al piano terra, laboratori informatici e sale studio al primo piano, dotando il progetto anche di 24
ESPACIO GOYA
Spagna, Saragozza
ESPACIO GOYA
Spagna, Saragozza
2. LA RICERCA
2.2 Il riuso nel presente storico
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2.2 Il riuso nel presente storico un’area destinata a parcheggi nel piano interrato.
Difficile è il compito dato a Steven Holl a Kansas city, Usa (2007), in cui all’architetto viene affidato un progetto di espansione del museo esistente, un edificio in stile classico del 1933, molto rigido e monumentale, e un conseguente percorso che colleghi il tutto. In questo luogo l’architetto utilizza due linee guida: l’innovazione e il rispetto edificio storico
per l’originario edificio con uno
2. LA RICERCA
percorso nuovi edifici
straordinario risultato. Sfruttando la pendenza del terreno realizza quindi un collegamento, che parte sotterraneo in prossimità dell’attacco all’edificio storico per poi emergere in parte in superficie, e colloca cinque volumi iridescenti come
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nuove
parti
del
museo,
MILSTEIN HALL CORNELL
Usa, Itaca
MILSTEIN HALL CORNELL
Usa, Itaca
2. LA RICERCA
2.2 Il riuso nel presente storico
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2.2 Il riuso nel presente storico creando un’atmosfera magica nelle ore notturne per i
passanti che potranno
ammirare questi edifici in vetro completamente illuminati come singolari punti luce immersi nel verde circostante, un connubio di architettura, arte e paesaggio.
Nelson Atkins Museum CONNETTERE + AGGIUNGERE Questi cinque volumi emergono dal terreno con forza abbinando l’opacità alla trasparenza, la tranquillità all’energia, e riflettendosi nel grande specchio d’acqua sistemato nel parco. Stessa difficile sorte tocca a Berlino a David Chipperfield che trovandosi di fronte all’incarico di creare un collegamento fra il Neues Museum e il Pergamon Museum, sull’isola dei musei dove un tempo sorgeva l’edificio Packhof di Schinkel, demolito nel 1938 a causa di un cedimento strutturale, decide di creare un edificio-collegamento che riprende la tipologia dei due edifici che va a unire. La nuova proposta presentata dall’architetto prevede la realizzazione di un grande colonnato, dotato di ampie vetrate. Il colonnato si sviluppa al di sopra di un nuovo basamento immaginato in corrispondenza del piano espositivo del Pergamon Museum. La struttura progettata da Chipperfield fungerà da
2. LA RICERCA
continuazione del colonnato realizzato a metà del XIX secolo da Friedrich August Stüler, che attualmente termina in corrispondenza del Pergamon Museum. Una corte delimitata da colonnati si verrà a creare in tal modo di fronte alla facciata occidentale del Neues Museum, dove è previsto un ingresso secondario alla James Simon Gallery. Di qui si avrà accesso alla Passeggiata Archeologica (Archaeological Promenade), agli spazi per le installazioni temporanee e all’auditorium. Una scala a vista condurrà i visitatori al livello superiore, dove un’ampia hall 28
NELSON ATKINS MUSEUM
Usa, Kansas city
NELSON ATKINS MUSEUM
Usa, Kansas city
2. LA RICERCA
2.2 Il riuso nel presente storico
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2.2 Il riuso nel presente storico sarà collegata al piano espositivo del Pergamon Museum. Un piano ammezzato immaginato tra il foyer adiacente la corte formata dai colonnati e l’area reception al piano superiore ospita un ampio blocco servizi (guardaroba, bagni e negozi). Spazi per le installazioni temporanee, auditorium e aule per i seminari troveranno invece spazio nel basamento, collegato alla Passeggiata Archeologica.
James Simon Gallery CONNETTERE + AGGIUNGERE “Una struttura contemporanea – spiegano dallo studio Chipperfiled – nasce da un contesto il cui linguaggio architettonico riflette l’architettura classica senza realizzarne una mera copia. La materialità dell’edificio in pietra ricostruita e pietra naturale si fonde con i colori dell’isola dei musei”. Una diversa modalità di operare riguarda edifici in cui vengono aggiunte parti, che risultano completamente intaccati da nuove architetture “parassite” che vengono addossat ai volumi preesistenti. Primo esempio è il teatro dell’Opera di Lione, situato in una posizione di prestigio, vero e proprio riferimento contemporaneo, che designa la centralità del
2. LA RICERCA
quartiere dell’Hotel de Ville, ed appare in controluce sul Rodano, allo stesso modo della vetrata del Grand Palais. L‘edificio sorge nel XIX secolo in stile neoclassico e nel 1993 viene affidato a Jean Nouvel l’incarico di restaurarlo e ampliarlo, il quale decide di mantenere le facciate e il vestibolo neoclassici ed abbinare un semicilindro di lamine in vetro disposte a veneziane e acciaio, un volume
semplice, imponente, monumentale con il quale Nouvel raddoppia
l’altezza dell’edificio storico. L’entrata del pubblioc della Place de la Comedie avviene, come in passato, attraverso il porticato che corre lungo tre lati 30
JAMES SIMON GALLERY
Germania, Berlino
JAMES SIMON GALLERY
Germania, Berlino
2. LA RICERCA
2.2 Il riuso nel presente storico
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2.2 Il riuso nel presente storico dell’edificio e sottolinea la continuita’ urbana tra l‘interno e l’esterno. L’accesso alla grande hall si effettua attraverso porte girevoli opache, brevi transizioni passate le quali si giunge a percepire, all’interno di un volume aperto nella parte superiore dei suoi trenta metri di altezza, la figura plastica, massiccia e scura, dell’involucro della sala. Questa macchina monumentale, totalmente sospesa, respingendo i limiti dei suoi sostegni, sembra trovarsi in uno stato di
Teatro dell’Opera AGGIUNGERE un nuovo volume levitazione. Durante gli intervalli, due foyer accolgono il pubblico. Nel primo, che conserva l’originario spirito ottocentesco ed è stato oggetto di un sofisticato intervento di rinnovamento, un unico specchio rimanda e moltiplica le luci e le dorature; il secondo, posto nella parte superiore, dietro il timpano ovest, offre una panoramica della città. Situato sotto il foyer superiore, il ristorante con terrazza gode di una posizione privilegiata, di fronte all’Hotel de Ville e dietro alle statue. Come sovrastrutture, contro il volume della scena, i camerini degli artisti traspaiono attraverso la vetrata. Gli spazi per il corpo di ballo, posti nella parte alta dell’edificio, sfruttano in tutta la sua ampiezza lo sviluppo della volta.
2. LA RICERCA
L’insieme dell’edificio, ad eccezione della sala, è trattato con sobrieta’, utilizzando un’alternanza di trasparenza e opacità. Nouvel cerca di trasformare l’Opera in un cuore pulsante in cui sono giustapposti due sistemi; ha conservato le dorature del foyer trattando le superfici nuove in granito nero lucido come specchi. Molto più impattante è, invece, il progetto di ampliamento del Museo Felix Nussbaum, ad opera di Daniel Libeskind (1995) ad Osnabruck, Germania, per ospitare le opere del pittore di origine ebraica Nussbaum, vittima 32
2.2 Il riuso nel presente storico dell’olocausto nel campo di concentramento di Auschwitz. Ed è proprio la tragica fine di quest'artista a costituire la traccia concettuale del progetto di Libeskind, un’architettura “sensibile” che si articola in un preciso programma simbolico ed in un'insolita organizzazione spaziale. L'impianto cruciforme, discretamente dislocato nel giardino retrostante la vecchia sede del museo, è composto da tre elementi distinti, ognuno dei quali ha
Museo Felix Nussbaum AGGIUNGERE un nuovo volume un particolare significato. L'osservatore rimane immediatamente colpito dal grande parallelepipedo rivestito in legno di quercia ed intagliato da drammatiche aperture: questo corpo rappresenta la "casa", destinata ad ospitare le sale espositive. Al pianterreno, infatti, troviamo una galleria che raccoglie la collezione di opere realizzata da Nussbaum tra gli anni Venti e Trenta; al piano superiore, invece, è stata allestita una sala per le esposizioni temporanee. Il secondo volume è il corpo cieco del "cammino", stretto e lungo, realizzato interamente in cemento: è alto 11 metri e largo 2 ed è caratterizzato da una serie di corridoi sovrapposti, debolmente illuminati dall'alto. edificio col museo preesistente: esso è suddiviso in due livelli, in cui sono esposti i dipinti scoperti di recente. Al centro del triangolo costituito da questi tre corpi di fabbrica trova posto una piccola e silenziosa corte, aperta su di un lato attraverso la sottile fessura formata dal volume del ponte, che pare quasi sfiorare il suolo. Il corpo del "cammino" presenta una testata interrotta dalla passerella d'ingresso, a sua volta sospesa sopra i resti di un ponte settecentesco facente parte 33
2. LA RICERCA
Il terzo ed ultimo volume è un "ponte" rivestito in zinco, che collega il nuovo
2.2 Il riuso nel presente storico del sistema di fortificazioni di Osnabrück. Questo volume è costituito da una super-
corte interna
ficie in cemento, che si specchia sulla
“cammino” cemento
ruvida parete in mattoni, priva di aperture, appartenente alla facciata posteriore
“casa” legno
del vecchio edificio museale. All'interno, dopo aver superato lo stretto passaggio dell'entrata, il visitatore s'imbatte in due lunghi percorsi sovrapposti, illuminati da “ponte” vetro
una fessura sulla copertura, ripetuta sul
museo esistente
pavimento del primo piano, il cui progressivo dilatarsi determina un aumento
via via più evidente della luminosità. Il percorso lievemente in salita, delimitato dalle due pareti grigie, simboleggia il cammino interrotto della vita di Felix Nussbaum e disegna una sorta di introduzione alle sale espositive. Queste ultime possiedono una struttura planimetrica rettangolare, ripetutamente messa in discussione da interpolazioni, le quali conferiscono al percorso
2. LA RICERCA
museale un carattere labirintico. Il "ponte" collega le quote continuamente diverse degli elementi del percorso museale, ospitando due ulteriori spazi espositivi di ridotte dimensioni: il risultato è quello di un luogo al tempo stesso trasparente e labirintico, nel quale si alternano geometrie semplici a spazi simbolici, dove il senso iniziale di smarrimento e la concettualità originariamente astratta dell'approccio progettuale si dissolvono nell'esperienza fisica dello spazio architettonico. Un altro intervento molto rivoluzionario e carico di significato viene rea34
2.2 Il riuso nel presente storico
Francia, Lione
MUSEO FELIX NUSSBAUM
2. LA RICERCA
TEATRO DELL’OPERA
Germania, Osnabruck 35
2.2 Il riuso nel presente storico lizzato dall’appena citato Daniel Libeskind a Berlino, il cui ampliamento del già esistente museo ebraico, nato nel 1933 in stile barocco, poco ha a che fare con questo. L’architetto ripropone un grande volume a zig-zag, segno forte nel terreno, ricoperto interamente da lastre di zinco, col quale pone nuovi criteri per l’edilizia museale, mettendo in stretto rapporto l’architettura col programma funzionale al suo interno. Libeskind battezza il suo progetto between the lines
Jewish museum AGGIUNGERE un nuovo volume (tra le linee) e rappresenta il difficile percorso della storia ebraico-tedesca servendosi di due linee: l’una diritta, ma frammentata in vari segmenti, l’altra tortuosa, spigolosa e sospesa senza un termine. Nei punti in cui le due linee si intersecano si formano zone vuote, o voids, che attraversano l’intero museo, a simboleggiare l’assenza di una cultura uccisa dal potere nazista. L’architettura rende tangibile la storia ebraico-tedesca, propone interrogativi e invita a riflettere, forse può non essere apprezzata da tutti, ma crea sicuramente emozioni anche nel più distratto visitatore. Per Libeskind, l'ampliamento del Museo ebraico è molto più di un concorso , si tratta dell’occasione di stabilire e garantire un'identità all'interno di Berlino ,
2. LA RICERCA
che è stata persa durante la seconda guerra mondiale. Concettualmente, Libeskind ha voluto esprimere i sentimenti di assenza, il vuoto, e invisibilità, espressioni della scomparsa della Cultura Ebraica. Utilizza l'architettura come mezzo di narrazione ed emozione offrendo ai visitatori una esperienza degli effetti della Shoah sia sulla cultura ebraica sia sulla città di Berlino. " Il Museo Ebraico è concepito come un emblema in cui l'invisibile e il visibile sono le caratteristiche strutturali che sono state raccolte in questo spazio di 36
JEWISH MUSEUM
Germania, Berlino
JEWISH MUSEUM
Germania, Berlino
2. LA RICERCA
2.2 Il riuso nel presente storico
37
2.2 Il riuso nel presente storico Berlino e messo a nudo in una architettura in cui il senza nome rimane il nome che conserva ancora. " Daniel Libeskind Al fine di inserire la nuova estensione del museo si deve entrare dal museo originale in un corridoio sotterraneo. Il visitatore deve sopportare l'ansia di perdere il senso della direzione prima di giungere a un incrocio di tre strade. I tre percorsi si pongono come l’opportunità per testimoniare l'esperienza ebraica attraverso la continuità con la storia tedesca, l'emigrazione dalla Germania e l'Olocausto. Libeskind crea una passeggiata a "zig-zag" per far camminare i visitatori attraverso l'esperienza di questo popolo. Guardando l’esterno, si immagina che l'interno sarà simile al perimetro esterno, invece gli spazi interni sono estremamente complessi. Il percorso formulato da Libeskind conduce le persone attraverso gallerie, spazi vuoti, e vicoli ciechi. Una parte significativa della sua estensione è privo di finestre e presenta un materiale differente. L'interno è composto di cemento armato che rafforza i momenti degli spazi vuoti e vicoli ciechi in cui solo una scheggia di luce entra nello spazio. Si passa poi al giardino, in cui 49 alti pilastri di cemento con all’interno vegeta-
2. LA RICERCA
zione creano una sensazione di smarrimento e confusione nel visitatore che percorre questi stretti spazi vuoti fra un pilastro e l’altro, ma alzando gli occhi al cielo ecco intravedere la luce, la speranza. Il Museo Ebraico di Libeskind è un viaggio emozionante attraverso la storia in cui l'architettura e l'esperienza si fondono a testimoniare la tragica sorte di questo popolo. Il Reichstag di Berlino, un edificio nato nel 1894 come sede del parlamento tedesco e che dopo l’abdicazione del Kaiser nel 1933 venne dato alle fiamme, 38
2.2 Il riuso nel presente storico distruggendo parte dell’edificio, rendendolo inagibile.
Palazzo del Reichstag AGGIUNGERE un nuovo volume Quando nel 1999 viene affidato l’incarico a Normann Foster di ricostruire la cupola andata distrutta, questo si trova davanti al difficile compito di decidere come ricostruire le parti andate distrutte, fra cui la cupola, mentre le pareti verticali sono rimaste in piedi ma gravemente danneggiate. L’architetto decide così di agire secondo alcuni punti: trasparenza, rispetto della storia, tutela dell’ambiente. Principio ispiratore è stato quello di rendere pubblicamente più accessibile l'azione di governo; di qui, la scelta di creare un unico ingresso per il pubblico e per i politici, e di predisporre, al primo piano, una parete in vetro, con vista diretta sulle sale del parlamento e di ricreare la cupola originaria come simbolo del vigore del processo democratico tedesco, diventando punto di riferimento per la città di Berlino. Ben diversa però da quella vecchia, si presenta come un’avveniristica struttura in vetro e acciaio, al cui interno rampe elicoidali conducono ad un’area di osservazione, proprio in corrispondenza della sala plenaria. servare alcune tracce del passato, emerse durante i lavori di demolizione e di rendere visibile il rapporto tra il nuovo e il vecchio, rispettando l'impianto della struttura originaria. Entrando si ha l'impressione di essere in un giardino d'inverno, i cui effetti di luce e di trasparenza sono accentuati dal cono rovesciato che si trova al suo centro ed è ricoperto interamente da 360 specchi inclinati, un tronco di cono, che fa da "scultura di luce", dotato, inoltre, di uno schermo mobile che si sposta 39
2. LA RICERCA
Relativamente al rapporto con l'edificio preesistente, Foster ha scelto di con-
2.2 Il riuso nel presente storico per impedire la penetrazione del calore e della luce solare diretta. Di giorno gli specchi riflettono la luce naturale, illuminando la sala plenaria; di notte, invece,si ha un processo inverso: sempre grazie agli specchi, la luce artificiale della Sala Plenaria si riflette esternamente, illuminando la cupola; quest'ultima si trasforma, quindi, in una specie di lanterna, osservando la quale si può capire se il parlamento è riunito.La cupola svolge un importante ruolo anche nel sistema di ventilazione, poiché estrae aria calda in alto, mentre i ventilatori riciclano energia dall'aria di scarto. La cupola è quindi non solo un elemento distintivo della composizione architettonica, ma anche un importante dispositivo energetico e di illuminazione. L'edificio, inoltre, così come è stato ricostruito, è un esempio di architettura sostenibile, non solo per l'uso di ventilazione e luce naturale, ma anche per i sistemi di recupero del calore e di cogenerazione. Il progetto di Foster è partito, quindi, da un'attenta riflessione sui cambiamenti sociali e politici della città, ma ha lasciato ampio spazio anche alle più innovative soluzioni tecnologiche. Steven Holl nel 2000 viene incaricato della ristrutturazione dagli uffici
2. LA RICERCA
Sarphatistraat ad Amsterdam, decidendo di aggiungere esternamente un nuovo volume, in rame traforato, che incanala i percorsi esterni nell’edificio, in contrapposizione con i mattoni rossi della parte esistente, un edificio a U del XIX secolo. L'involucro del nuovo spazio è costituito da una serie di stratificazioni visibili; le superfici di rame forate all'esterno lasciano intravedere i materiali più interni, fino al compensato che riveste gli interni, creando una velata trasparenza. Le nette bucature delle finestre evidenziano ancora di più la stratificazione, 40
PALAZZO DEL REICHSTAG
Germania, Berlino
PALAZZO DEL REICHSTAG
Germania, Berlino
2. LA RICERCA
2.2 Il riuso nel presente storico
41
2.2 Il riuso nel presente storico creando un sapiente gioco alternato di vuoto e pieno che ricorda le ricerche neoplastiche. L'effetto notturno è ancora diverso, luci colorate fanno assumere all'insieme un aspetto giocoso intensificato dal riflesso dell'acqua del canale. All'interno, il passaggio tra lo spazio antico recuperato ed il nuovo è meno netto e maggiormente mediato. L'accesso principale avviene al centro della corte originale, nella parte preesistente. Il nuovo edificio, di forma parallelepi-
Sarphatistraat offices AGGIUNGERE un nuovo volume peda, si innesta esattamente sull'altro lato del corpo d'entrata e prosegue verso il canale, completato da un'area esterna pedonale che segue il lungo canale e permette l'attracco delle barche. Gli spazi interni sono studiati per mantenere una utile flessibilità: la maggior parte degli ambienti è destinata ad uffici per i dipendenti dell'Azienda Case Popolari mentre la nuova estensione
2. LA RICERCA
è adibita ad eventi pubblici: introdotta da uno spazio espositivo,
si
apre
in
un’unica zona con soppalco sfruttabile sia come ristorante che per conferenze e spettacoli. L’intervento realizzato da Oma per il Whitney Museum of American Art di New York (2001), che con il suo ampliamento raddoppia letteralmente la superficie del museo esistente. L’immagine che si crea è sicuramente d’impatto, cau42
2.2 Il riuso nel presente storico
WHITNEY MUSEUM
Olanda, Amsterdam
2. LA RICERCA
SARPATISTRAAT OFFICES
Usa, New York 43
2.2 Il riuso nel presente storico sata anche dalla vicinanza al museo di un edificio in mattoni rossi di cui non viene permesso l’abbattimento, ma che anzi ospiterà parti delle numerose sale espositive. Oma si trova, quindi, a dover addossare il nuovo edificio, costruendo una struttura totalmente moderna che si stacca completamente dall’idea generatrice dell’edificio che va a coprire, realizzata interamente in calce-
Whitney Museum AGGIUNGERE un nuovo volume struzzo. Un intervento minore viene realizzato, invece, da Odile Decq a Roma (2002) per il nuovo polo del MACRO (Museo d’Arte Contemporanea Roma) che sarà ospitato nella vecchia fabbrica della Birra Peroni, costruita nei primi anni del Novecento da Gustavo Giovannoni e che rappresenta una delle poche testimonianze di archeologia industriale presenti nella capitale. In questo caso i volumi esistono già e l’architetto si limita a creare spazi d’unione fra questi edifici separati, realizzato una copertuta in vetro come spazio filtro. Una parte importante del progetto - un sistema di rinnovati percorsi insieme ad un nuovo edificio - si colloca su 3 livelli di sottosuolo riservati ai parcheggi, ai
2. LA RICERCA
locali tecnici e ai depositi per le opere. All’interno trovano spazio un foyer centrale dal quale si accede alla grande sala espositiva, una sala lettura racchiusa in un volume rosso, una sala proiezioni, un bookshop, l’Art Café ed un’ampia terrazza che corrisponde alla copertura del museo. Scale e passerelle metalliche attraversano il foyer allungandosi verso la grande sala espositiva consentendo percorsi multipli tra gli spazi interni ma anche verso la terrazza. Il giardino ospita Aylenthus altissime, piantate in una pavimentazione ricoperta di ghiaia di basalto. Un percorso a forma di Z, trattato con la stessa pietra, 44
2.2 Il riuso nel presente storico disegna una nuova promenade che conduce all’entrata del museo. Realizzate in grandi volumi di vetro verticali, le pareti della sala espositiva alternano parti fisse a grandi porte che si aprono a soffietto rispettivamente sul foyer e sull’art-café al piano terra. Il foyer, nodo centrale del museo che articola i diversi spazi, contiene tre volumi singoli: la biglietteria, la sala conferenze e i servizi igienici. L’insieme
MACRO AGGIUNGERE un nuovo volume del foyer è rivestito di pietra di basalto. La prevalenza del nero intende evocare l’ex destinazione industriale dell’edificio. Per colorare il “cuore pulsante” del museo, l’auditorium, la progettista francese ha scelto invece il rosso: integralmente rosso all’esterno, ricoperto da pannelli di legno laccato rosso, così come all’interno su tutti i suoi lati. Le strutture lasciate a vista, la cui altezza varia tra i 10 e i 12 metri, permettono anche la sospensione delle opere. I muri sono raddoppiati da dei rivestimenti in legno pitturati in bianco che facilitano gli ancoraggi successivi. Un’altra sala, più piccola, la Video Art, prevista per le proiezioni, è
terrazza
entrata in vetro
trattata nella continuità del foyer:
copertura vetrata
muri bianchi, pavimentazione in basalto, soffitto dipinto in nero. Situato all’angolo di via Nizza e via Cagliari, l’Art Café è un volume di vetro che sembra galleggiare
edifici esistenti
sull’entrata del museo: sospeso alle due travi che formano l’angolo 45
2. LA RICERCA
fontana
2.2 Il riuso nel presente storico della terrazza, il soffitto tiene i tiranti in vetro della facciata di grande dimensione, una trama in acciaio inserita nel vetro laminato permette di filtra-
r e
la luce all’interno dell’art café. La terrazza, che corrisponde all’insieme della copertura del museo, ospita due elementi vetrati importanti: la fontana, una scatola di vetro che emerge dal pavimento della terrazza e inclinata, e la
vetrata, con una geometria sfac-
cettata, filtra luce nel foyer e nella sala espositiva. Un altro intervento su una vecchia fabbrica è realizzato, sempre a Roma, da Rem Koolhaas nel 2004; l’architetto viene incarinato di ampliare lo spazio dei vecchi mercati generali trasformandoli in un centro per lo shopping, area culturale e ricreativa. E così nuovo e vecchio finiscono per saturare il sito su cui insistono, creando un insieme di pieni e vuoti, mettendo in pratica la sua teoria del «manhattanismo», in cui lui esalta la congestione come essenza stessa della
2. LA RICERCA
condizione contemporanea.
46
2.2 Il riuso nel presente storico
2. LA RICERCA
MACRO Italia, Roma
MACRO Italia, Roma 47
2.2 Il riuso nel presente storico Nasce a Roma la prima “città dei cinema
giovani”: appena dietro l'ingresso, parcheggi
edifici esistenti
mantenuto in via Ostiense, nasce un volume scavato e irregolare che conterrà spazi commerciali,terme, strutture per il fitness, per il calcio teatro e per
il beach volley, piscina, pista
di pattinaggio; più al centro, dove c'erano i banconi del pesce, lo
shopping
spazio per la mediateca e, alla sua sinistra, dove si vendeva il pollame, una "cittadella dei sapori multietnici". Rem
Mercati generali AGGIUNGERE un nuovo volume koolhaas prevede in aggiunta un grande parallelepipedo, una sorta di "nuvola quadrata", che viene destinata a un grande teatro, all'aperto e al chiuso in contemporanea, poi ancora una stecca destinata a parcheggi e, a sinistra, una struttura come un fortilizio moderno, che sarà la "torre dei cinema". Difficile è il compito di Steven Holl che si
2. LA RICERCA
trova a dover ideare per la Higgings Hall Center un edificio che al tempo stesso diventi spazio di relazione e spazio con nettivo fra due edifici esistenti realizzati in mattoni nel 1868 nel cuore di Manhattan, andati poi parzialmente distrutti a causa di un incendio nel 1996.
48
2.2 Il riuso nel presente storico
2. LA RICERCA
MERCATI GENERALI Italia, Roma
MERCATI GENERALI Italia, Roma 49
2.2 Il riuso nel presente storico Il progetto ideato da Steven Holl Architects mira al riordino funzionale e al re-design degli spazi didattici del college. Per sottolineare la discontinuità tra il nuovo e l’esistente, la superficie è arretrata rispetto al fronte stradale e ai due edifici limitrofi, creando davanti all’atrio una piazza di ritrovo e di socializzazione, particolarmente utile in questo tipo di costruzione.
Higgings Hall Center AGGIUNGERE un nuovo volume Il corpo centrale, che ospita una reception, una lobby, un atrio, un auditorium, una mediateca, un centro digitale, una sala di lettura, due aule didattiche, alcune sale per studi di architettura e una terrazza pubblica, è appoggiato su un basamento in mattoni rossi che sono stati recuperati dai resti dei materiali sopravvissuti all’incendio, a sottolineare i legami con le preesistenze storiche dell’edificio. Come difficile è il compito di Jean Nouvel nel dover ampliare il museo Sofia Reina a Madrid (2005), una grande costruzione austera che non può essere ignorata nè tanto meno oscurata, potremmo perciò definire il suo progetto
Museo Sofia Reina AGGIUNGERE un nuovo volume
2. LA RICERCA
“all’ombra della regina Sofia”, un progetto volto a esaltare e illuminare l’edificio esistente, che dimostra fedeltà, rispetto e un senso di appartenenza e continuità con il passato. Il museo estende il suo territorio annettendo un isolotto triangolare a ovest, tre o quattro edifici e qualche albergo: gli edifici si trasformano ma restano approssimatamente allo stesso posto 50
2.2 Il riuso nel presente storico
MUSEO SOFIA REINA
Usa, Manhattan
2. LA RICERCA
HIGGINGS HALL CENTER
Spagna, Madrid 51
2.2 Il riuso nel presente storico il loro rapporto con le architetture vicine non cambia, ma si libera la facciata ovest del museo. L’avancorpo di questa facciata, rivestita in acciaio, è circondato di vetro per proteggere proiettori e schermi. Questa piccola torre di vetro completa la famiglia di quelle che già punteggiano le altre facciate del museo. Due soli muri sono mantenuti come simbolo della costruzione precedente, non per la loro intrinseca bellezza quanto per sottolineare il cambiamento. Anche gli alberi sono conservati e i tre nuovi edifici mutando si organizzano attorno a una corte. Ognuno di loro ha una funzione diversa: il primo, a sud, è quello della biblioteca; il secondo, a ovest, è quello dell’auditorium, della sala del protocollo, del bar e del ristorante; il terzo, a nord, è quello delle esposizioni temporanee, il solo direttamente collegato al museo originario. Tutti e tre terminano con terrazze, pubbliche o appartenenti agli uffici. La biblioteca offre una luce variabile: quella zenitale è diffusa da cupole in vetro spesso e lavorato, mentre grandi vetrate sono oscurate da tapparelle in acciaio traforato, piccole raffinatezze che creano l’intimità e forniscono la giusta intensità per la lettura. Le sale per le esposizoni temporanee, disposte su tre livelli,
2. LA RICERCA
propongono molteplici spazi utilizzabili in modi diversi. Nieto & Sobejano trovandosi di fronte al museo San Telmo in Spagna (2006), decidono di prendere le distanze dall’edificio esistente creando una nuova struttura distaccata e addossata al monte Urgull, quasi a volerla nascondere, che seguendo l’andamento di questo sembra fondersi all’interno, e collegato all’edificio originale solo attraverso sottili punti. Questo nuovo blocco in metallo traforato, avvolto nel muschio, licheni e altre piante, sembra voler annullare la distinzione fra naturale e artificiale, e modi52
2.2 Il riuso nel presente storico ficherà il suo aspetto con il passare delle stagioni, svanirà in alcune occasioni fondendosi con la vegetazione della collina, e riapparirà in altre.
Museo San Telmo AGGIUNGERE un nuovo volume Sempre di Nieto & Sobejano è l’intervento realizzato al National Sculpture Museum a Vallaloid, Spagna, nel 2007, che risiede all’interno di un vecchio convento in stile gotico del XV secolo, edificio su cui già in passato sono avvenute varie modifiche dovute ai suoi numerosi cambi d’utilizzo, essendo passato da convento a scuola, a carcere, a sede degli uffici amministrativi, fino alla funzione attuale di museo.
National Sculpture Museum AGGIUNGERE un nuovo volume Il progetto propone un intervento diversi gradi di intensità. Nel cortile della scuola vecchia e nel chiostro, rispettano la struttura originale, conservandola e ripristinando le caratteristiche di maggior valore architettonico, riproponendo i percorsi come avvenivano un tempo 53
2. LA RICERCA
integrato su tutto l'edificio con
2.2 Il riuso nel presente storico nel convento. Un padiglione nuovo di ricezione tenta di centralizzare tutti gli ingressi in quel punto, concepito come una piccola unità indipendente, contemporaneo nella sua forma e nei materiali, rispettoso dell’architettura esistente date le sue piccole dimensioni. Un altro progetto vede protagonisti Nieto & Sobejano, non più in Spagna questa volta, ma in Germania, precisamente ad Halle, dove nel 2008 ampliano il museo Moritzburg, ambientato in un antico castello del XV secolo in perfetto stile gotico, che, nonostante il turbolento passato, conserva ancora gran parte delle sue caratteristiche originarie: il muro di cinta, tre delle quattro torri ad angolo ed il cortile centrale; mentre la ali a nord e a ovest sono andate distrutte nella guerra dei trent’anni nel XVII secolo.
Museo Moritzburg AGGIUNGERE un nuovo volume Gli architetti propongono per il museo un nuovo tetto, concepito come una grande piattaforma ripiegata, che sale e si rompe per permettere alla luce naturale di entrare. Il risulta to di questa operazione è
2. LA RICERCA
quello di liberare completa mente il piano delle rovine antiche, offrendo uno spazio unico, che permette un ventaglio di possibilità espositi ve. Questo disegno è completato con la costruzione di due nuovi sistemi distributivi 54
2.2 Il riuso nel presente storico
Spagna, S. Sebastian
NATIONAL SCULPTURE MUSEUM
2. LA RICERCA
MUSEO SAN TELMO
Spagna, Vallaloid 55
2.2 Il riuso nel presente storico verticali, il primo situato nell'ala nord, il secondo è una nuova torre, alta 25 metri, nel luogo un tempo occupato dal bastione, che fornisce l'accesso alle nuove aree espositive con una veduta panoramica sulla città lontana. Il risultato è un progetto ben integrato con l’esistente e che con questo si amalgama bene, nonstante l’uso di materiali diversi quali il vetro. Sicuramente più impattante è il progetto d’espansione del museo d’Unterlinden a Colmar, Francia, realizzato nel 2009 dagli architetti svizzeri Herzog & De Meuron. Richiesta della città è la possibiltà di annettere al museo esistente la sede degli ex-bagni comunali, un magnifico edificio in stile Liberty costruito nel 1906 e situato di fronte all’edificio.
Museo d’Unterlinden AGGIUNGERE un nuovo volume In aggiunta a queste richieste, gli architetti prevedono la costruzione di un edi ficio moderno e la ristrutturazione
nuovo edificio
e riprogettazione dei locali del museo. Con la sua nuova configumuseo esistente
razione, il Museo d'Unterlinden
2. LA RICERCA
abbraccia una visione audace e percorso sotterraneo entrata
contemporanea: quella di un museo sostanzialmente modernizzato.
56
2.2 Il riuso nel presente storico
Germania, Halle
MUSEO D’UNTERLINDEN
2. LA RICERCA
MUSEO MORITZBURG
Francia, Colmar 57
2.2 Il riuso nel presente storico David Chipperfield in Germania, nel 2009, sul Neus Museum di Berlino. Intervento reso necessario dai danni della seconda guerra mondiale che hanno reso inaccessibile l’edificio risalente al 1850. L’architetto ricostruisce con atteggiamento rispettoso dell’esistente due consistenti parti dell’edificio, restituendogli la sua forma originaria e si sbizzarisce, invece, nella parte centrale in cui costruisce un imponente e monumentale sca-
Neus Museum AGGIUNGERE un nuovo volume lone bianco che diventerà ingresso triofa le al museo, ma che nel suo candore non
nuove ali
forma un elemento di distacco radicale con le colonne doriche contro cui va ad appoggiarsi, questa scelta di evitare interventi radicali, che gli viene pesante mente criticata, porterà ad ottenere un nuova scalinata
ottimo compromesso fra parti superstiti e parti moderne.
Un altro modello operativo riguarda edifici in cui viene effettuata una
2. LA RICERCA
sottrazione di parte del volume esistente per sostituirla con un nuovo volume in facciata o internamente, azione che ritroviamo esclusivamente in edifici industriali, forse perchè ritenuti di pregio minore rispetto a un edificio in stile barocco piuttosto che gotico, vengono quindi rivoluzionati a volte così pesantemente da presentare solo parzialmente la conformazione della fabbrica esistente, nonostante questo patrimonio industriale sia stato riconosciuto anche dall’UNESCO sottolineando l’importanza di quest’eredità storica. Molti di questi edifici sono condannati all’oblio e all’abbandono da anni, ex magazzi 58
NEUES MUSEUM
Germania, Berlino
NEUES MUSEUM
Germania, Berlino
2. LA RICERCA
2.2 Il riuso nel presente storico
59
2.2 Il riuso nel presente storico ni, depositi e fabbriche che possono rinascere a nuova vita, adattandosi ai nuovi bisogni della società. Pochi rimangono, comunque, gli edifici industriali classificati come monumenti nazionali. Aldilà dell’attuale riqualificazione di tali strutture, è importante capire che la loro riconversione è, in gran parte dei casi, una risposta a
SOTTRARRE volume una carenza un di spazio e all’impossibilità
di espandersi delle grandi città. Il
dilemma, di fronte a uno stabilimento dismesso, è quello di demolire o recuperare. In genere, il recupero degli edifici presenta importanti vantaggi ambientali, sociali ed economici, poichè il riciclo costituisce un atto fondamentale dello sviluppo sostenibile. Senza analizzare i complessi risvolti economici e politici di questo principio, la riconversione si rivela sempre più necessaria sia a livello individuale sia collettivo, dal momento che tale scelta comporta in genere un notevole risparmio di energia, intesa come energia consumata nelle varie fasi all’interno del processo di edificazione. Inoltre, in termini sociali, riadattare le costruzioni in disuso consente di rivitalizzare un’area cittadina e di realizzare nuovi nuclei di riqualificazione urbana
2. LA RICERCA
che diventano importanti punti d’attrazione. La riconversione di un vecchio edificio industriale consente di migliorare la qualità della vita futura della vita degli abitanti di un quartiere o di un intero centro urbano, e di salvaguardare, allo stesso tempo, una parte importante della memoria collettiva della città. Esistono inoltre diversi approcci progettuali per affrontare la problematica di riconversione dell’edificio industriale. Questi possono essere catalogati rispetto alla funzione che si vuole assegnare all’edificio per la sua vita futura: si 60
2.2 Il riuso nel presente storico rispetto alla funzione che si vuole assegnare all’edificio per la sua vita futura: si parla quindi di edificio monfunzionale ed edificio polifunzionale (se questo assumerà più funzioni contemporaneamente, come per esempio uffici che convivono a fianco di centri commerciali piuttosto che di musei). Possono inoltre essere catalogati rispetto alla scelta progettuale impiegata per la riconversione: si parla quindi di edificio restaurato (quando l’architetto si limita a rimettere in stabilità il fabbricato nel totale rispetto della sua forma passato) ed edificio rivoluzionato (quando l’architetto non si limita solo a rimettere in stabilità la struttura del fabbricato, ma azzarda stravolgimenti dello spazio interno svuotandolo in parte o totalmente, lasciando solo la pelle esterna come memoria del suo passato e, a volte, aggiungendo anche nuovi volumi esterni realizzati in materiali innovativi e totalmente diversi da quelli costituenti il manufatto originale, solitamente realizzato in mattoni). Primo esempio che andiamo a citare è quello realizzato da Renzo Piano a Parma, il quale svuota completamente il volume dell’antico zuccherificio Eridania, costruito nel 1899, per convertirlo in auditorium con un capienza di quasi 800 persone e crea una grande hall in vetro che conferisce al progetto l’aspetto
Auditorium Niccolò Paganini SOTTRARRE un volume I lavori di restauro, inoltre, hanno comportato interventi rilevanti sulla struttura dell’edificio: dalla realizzazione di nuove fondamenta in cemento armato, al rinforzo delle mura laterali, fino alla costruzione di una copertura in linea con il modello originale. Il progetto comprende anche la demolizione delle facciate frontali, sostituite
61
2. LA RICERCA
di un’enorme cassa armonica trasparente.
2.2 Il riuso nel presente storico da grandi vetrate, per realizzare
parete svuotata
l’accesso auditorium
principale e la hall.
Nonostante le vetrate,
l’audito-
è dotato di un’ottima acustica,
hall
grazie ai pannelli riflettenti collocati sia sulle vetrate stesse, sia sul parete svuotata
soffitto in legno, anche le poltrone sono state studiate in modo tale da assorbire il suono il meno possibile
Nelle fonderie St.Pauli, invece, l’architetto Jordan Mozer agisce sia internamente sia esternamente all’edificio (2001). Aggiunge un nuovo volume in mattoni e vetro per ampliare lo spazio, creando un ottimo connubio fra
East Hotel SOTTRARRE un volume nuovo e vecchio che si legge con un volume unitario; questo ospiterà sale riunioni, spazi per manifestazioni ed eventi, centro benessere. Nel vecchio stabilimento, trovano spazio le camere che danno sull’imponente area principale riservata ad un ristorante di cucina asiatica con bar e saloni annessi.
2. LA RICERCA
Gli architetti non solo hanno riscattato l’edificio dalla rovina e dall’abbandono, ma hanno anche mantenuto quelle caratteristiche che ricordano il carattere industriale del complesso, come l’enorme porta in vetro verso il cortile interno. Una spettacolare parete-scultura cela la cantina in mattoni a vista, sotto queste volte possono intrattenersi solo gruppi ridotti di commensali. La necessità di creare un polo multifunzionale che potesse favorire l’aumento delle attività commerciali e degli investimenti, e l’esigenza di valorizzare l’identità del quartiere hanno spinto gli architetti JFAK (John Friedman 62
2.2 Il riuso nel presente storico
EAST HOTEL
Italia, Parma
2. LA RICERCA
AUDITORIUM NICCOLò PAGANINI
Germania, Amburgo 63
2.2 Il riuso nel presente storico Alice Kimm) a sviluppare un programma in quattro fasi per L.A. Design Center
L.A. Design Center SOTTRARRE un volume a Los Angeles (2003). La prima ha previsto la riconversione di due capannoni industriali abbandonati da destinare a studi di design e uffici. Il progetto si adatta al contesto singolare di questa zona, che assume così un’immagine nuova e dinamica. Il progetto contribuisce a dare un’identità visiva di grande impatto e, al contempo, si integra nella struttura del quartiere. La solizione scelta per gli esterni è stataa quella di creare una serie di rivestimenti parziali, eterogenei e stratificati. Concepito come zona pedonale e punto di incontro, lo spazio fra i capannoni, abitualmente destinato a parcheggi, diventa un’area fon damentale del progetto. La strut tura in mattoni è stata semplice mente restaurata e gli interni attrezzati in maniera essenziale, con l’uso di acciaio, legno e vetro, per dare
2. LA RICERCA
maggiore risalto ai mobili esposti. Completamente svuotata internamente è la fabbrica utilizzata dal PICA (Istituto per l’Arte Contemporanea di Portland) per organizzarvi il TBA Festival, un evento di carattere internazionale che analizza la relazione fra l’arte e il tempo, attraverso rappresentazioni di vario tipo, teatro, danza e musica. Con un budget minimo, mano d’opera prestata da volontari e un capannone industriale in prestito, gli architetti Boora hanno proposto a Portland una struttura temporanea di rapida costruzione e facile montaggio. Sfruttando la base 64
2.2 Il riuso nel presente storico
Usa, Los Angeles
TBA TEMPORARY THEATER
2. LA RICERCA
L.A. DESIGN CENTER
Usa, Portland 65
2.2 Il riuso nel presente storico base metallica del capannone e usando materiali riciclati e riutilizzabili, hanno realizzato un teatro per 200 persone con un cabaret e un caffè. Una rete di impalcature separa la zona teatrale e nasconde il materiale tecnico.
TBA Temporary Theater SOTTRARRE un volume La struttura rivestita di polietilene e illuminata dall’interno, è diventata così una vera e propria fonte di luce. Le tribune del teatro sono state costruite usando bidoni di plastica da 20 litri, su cui sono stati fissati dei fogli di compensato rivestiti di moquette riciclata. Il progetto realizzato per opera di Clive Wilkinson a Londra, 2004, per conto della Mother nega la flessibilità: un ovale di cemento invade tutto lo
Mother SOTTRARRE un volume spazio diventando un enorme tavolo di lavoro continuo in cui tutti lavorano fianco a fianco col loro vicino, probabilmente il più grande al mondo, nella filosofia della Mother, in cui fin dagli esordi tutti i collaboratori lavoravano tutti insieme intorno a un tavolo senza gerarchie negli spazi di lavoro: una superficie in cemento sinuosa come un circuito da corsa. Dalla reception, al piano terra, si accede a un’ampia gradinata, utilizzata
2. LA RICERCA
anche durante le proiezioni come tribuna per gli spettatori, che conduce diretta mente al tavolo situato al terzo piano. Il tavolo in cemento, di 80 metri di lunghezza per 5 di larghezza, domina visivamente il piano principale della struttura. Per limitare l’effetto eco, le lampade fluorescenti sono state rivestite con spugna 66
2.2 Il riuso nel presente storico
Inghilterra, Londra
TATE MODERN
2. LA RICERCA
MOTHER
Inghilterra, Londra 67
2.2 Il riuso nel presente storico e tela Marimekko. Sempre a Londra, nel 2006, Herzog & De Meuron, convertono la vecchia centrale elettrica di Sir Giles Gilbert Scottè, costituita da una gigantesca sala turbine, con la zona delle caldaie disposta in parallelo, in un museo. La sala
Tate modern SOTTRARRE un volume delle turbine funge da hall, ma anche da spazio per grandi installazioni e sculture. Le caldaie, invece, sono state trasformate in tre piani di galleria; uno di questi è riservato alle esposizioni temporanee. Sul tetto della centrale, gli architetti hanno installato un volume in vetro di due piani che, insieme all’elemento sulla sommità della ciminiera, marca ulteriormente la presenza dell’edificio. L’accesso al museo è costituito da una rampa che conduce direttamente alla gigantesca sala delle turbine, alta 35 metri e lunga 152 metri: uno spazio spettacolare, illuminato dall’alto da 524 pannelli di cristallo. edificio esistente
Successivamente viene aumentato ulteriormente lo spazio espositivo aggiungendo una piramide di vetro al fine di
2. LA RICERCA
creare una struttura ecosostenibile con elevato comfort interno, grazie sia ai ma teriali sia alla forma utilizzata. piramide in vetro parallelepipedo-ristorante in vetro
Il progetto di Herzog & De Meuron che è il più rappresentativo dell’azione sottrarre recupera una vecchia centrale elettrica a Madrid.
68
2.2 Il riuso nel presente storico Gli architetti svuotano completamente il volume interno della fabbrica salvando solo la pelle esterna, a cui inoltre tagliano una fetta in corrispindenza del piano terra creando una grande piazza coperta sospesa solo da alcuni volumi che fungono da vani scala, donando all’edificio un senso di levitazione, di innalzamento, di distacco dal terreno, a rinnegare quel senso di chiusura e di austerità tipico degli edifici industriali.
Caixa Forum SOTTRARRE un volume La silhouette scultorea che spunta dalla sommità del Caixa Forum con la sua conformzione sembra voler riprendere il paesaggio di tetti degli edifici circostanti e si pone come un magnete urbano, non solo per gli amanti dell'arte, ma anche per l'edificio stesso, gli architetti hanno sollevato l'edificio dal suolo. La separazione dell’edificio dal terreno ha creato due mondi, uno sotto che ospita un teatro e un parcheggio, e uno sopra che contiene la hall d’ingresso, le gallerie, un ristorante e gli uffici amministrativi. Quarta azione è inserire: non più edifici totalmente rivoluzionati, anzi l’opposto, strutture il più delle volte lasciate intatte e riadattate a nuovi usi senza interventi radicali. zione ferroviaria, per poi diventare transito di pionieri di guerra e rischiare addirittura di essere demolita nel 1961, ma gli sforzi di molti cittadini illustri che si battevano per la sua salvaguardia fecero sì che la stazione venisse risparmiata dalla demolizione, e che venisse classificata monumento nazionale. Nel 1973 fu scelta come sede stabile della compagnia teatrale Renaud-Barrault; nel 1974 divenne sede della casa d'aste Drouot; sotto la presidenza Giscard d'Estaing fu finalmente decisa la trasformazione in museo e grazie al contributo di 69
2. LA RICERCA
Primo esempio è la Gare d’Orsay di Parigi, che nasce nel 1898 come sta-
2.2 Il riuso nel presente storico nel 1986, acquista la confomazione che noi oggi tutti conosciamo. Un progetto conservativo che lascia intatta la forma esterna dell’edificio e, internamente, sistema tutto un insieme di volumi bianchi post-moderni che suddividono gli spazi del museo senza intaccarne la struttura originaria, utilizzando un rivestimento in pietra, e un sistema di rampe e passerelle per collega-
Gare d’Orsay INSERIRE un nuovo volume re i diversi spazi, e lasciando a memoria il grande orologio in ferro decorato, tipico delle stazioni ferroviarie. Un insieme di pieni e vuoti, grossi parallelepipedi regolari, e alzando gli occhi ancora la magnifica volte a botte vetrata del 1898. Altro esempio ancora più conservativo riguarda la Basilica Palladiana di Vicenza che ha ospitato negli ultimi vent’anni mostre di numerosi architetti (per citarne alcuni Mario Botta, Renzo Piano, Tadao Ando, FranK O. Gehry, Sverre Fehn, Toyo Ito...) che utilizzavano il salone centrale per inserirvi instal-
Basilica Palladiana INSERIRE un nuovo volume lazioni e raccolte di opere realizzate durante la loro vita. Questo edificio nasce come lo conosciamo oggi solo nel 1460, anno in cui si
2. LA RICERCA
decide di unire il palazzo vetus (sede dell’aministrazione della giustizia nella seconda metà del XII secolo) al palazzo comunis (sede del governo nel secondo decennio del XIII secolo) e di costruire al piano superiore un unico grande ambiente, coperto da carena in legno rivestita da lamine di piombo, un sistema di loggiati, aggiunto solo nel 1494, sia al piano terra che al primo piano conferirà infine all’edificio un aspetto unitario. Dicevamo prima che numerosi allestimenti sono stati realizzati in questo palazzo, per esempio quello di Renzo Piano nel 1986, che che propone un’immagine 70
2.2 Il riuso nel presente storico
GARE D’ORSAY
Spagna, Madrid
2. LA RICERCA
CAIXA FORUM
Francia, Parigi 71
2.2 Il riuso nel presente storico navale, già in parte suggerita dalla carena rovesciata del soffitto e rafforzata dalla resenza dei numerosi tiranti in fibra tessile a sostegno dei bracci in alluminio (boma) per i fari d’illuminazione. Al di sotto, la struttura di allestimento è composta da pannelli di legno modulari auto portanti, disposti ad altezza singola (2,40 metri) a formare una serie regolare di spazi lungo entrambi i lati della spina centrale a doppia altezza (4,80 metri). Sulla sommità di quest’ultima struttura è inserito un sistema di fari puntati verso l’alto, allo scopo di illuminare la volta lignea e, di riflesso, l’intero ambiente con luce indiretta. Un’altra installazione avviene nel 1995 ad opera dell’architetto Tadao Ando, dal carattere monumentale e spettacolare, definisce uno spazio centrale d’ingresso,
2. LA RICERCA
delimitato da due grandi scalinate con trapposte: una vera e propria piazza con al centro quattro torri quadrate. All’interno delle torri, nello stesso spessore del muro, sono ricavate delle nicchie per i modelli in legno delle sue prime celebri case unifamiliari. Usciti dalle torri, si procede attraverso un varco 72
2.2 Il riuso nel presente storico nelle gradinate, dove il percorso espositivo si espande in due ambienti più ampi e in una sala proiezioni. Questi spazi sono collegati fra loro da un lungo corridoio, mentre cornici, sempre in legno, racchiudono i preziosi disegni a mano colorati a tempera, appesi alle pareti. Il tutto è sapientemente messo in risalto da un’efficace illuminazione puntuale, che ricade sul nitore degli sfondi bianchi dando evidenza a ogni singolo oggetto. Del tutto diverso è, invece, il progetto di Toyo Ito che realizza luminose colonne tessili fluttuanti nel buio, messe in “movi mento” dal susseguirsi delle immagini proiettate al loro interno. Suoni misterio si, generati da strumenti elettronici, voci narranti. La mostra diviene installazione multimediale, anche grazie all’uso di sofi sticati sistemi di controllo computerizza to di alcune decine di proiettori. Per la prima volta, lo spazio della Basilica Palladiana è utilizzato in condizioni di della gravità: sembra di nuotare dentro un acquario in penonbra, fra l’ondeggiare di alghe sommerse. Con questa singolare opera, l’autore spiega al pubblico la propria visione poetica dell’architettura non attraverso concetti astratti, ma per il tramite di un’esperienza sensoriale. Anche i disegni, le piante e le sezioni proiettati su superfici curve si deformano e si accavvallano, riproducendo il costante mutamento delle forme derivante dalla percezione dinamica, in movimento, tipica dell’esperienza dell’uomo contemporaneo. 73
2. LA RICERCA
totale assenza di luce naturale. L’effetto è quello di un’apparente sospensione
2.2 Il riuso nel presente storico Steven Holl nel 2002, utilizza fredde griglie in alluminio forate,una serie di “siepi ”metalliche, per creare un percorso sinuoso all’interno dell’enorme salone, leggere strutture che sostengono pannelli grafici e modelli architettonici, inseriti all’interno di “finestre” più grandi. Il percorso si snoda fra le siepi, intercettando a più riprese diverse visuali della casa sullo sfondo, la Turbulence House, prototipo in scala 1:1 della casa in alluminio per un artista, sulla sommità di una Basilica Palladiana INSERIRE un nuovocostruita volume mesa del New Messico (Usa) e qui utiliz zata come sala per la videoproiezione. Il gioco della casa dentro la casa è il perpetuarsi della scelta palladiana di includere un edificio dentro a un altro. La sfida tecnologica consistente nella costruzione di una nuova vera casa all’interno di questo luogo, con gli immaginabili vincoli e diffi
2. LA RICERCA
coltà. Molto particolare è il caso della Sjima e Nishizawa, il cui progetto è concepito all’insegna della leggerezza e trasparenza, nel tentativo di smaterializzare gli incombenti muri perimetrali, al fine di porre lo spazio espositivo direttamente in relazsione con il loggiato esterno, viene innalzato, all’interno del salone, un sottile tessuto bianco e traslucido, fino alle arcate in legno della volta. Dall’interno dello spazio espositivo l’edificio storico risulta invisibile fino a cinque metri d’altezza, poi la sua presenza diventa percepibile, con sempre 74
BASILICA PALLADIANA
Italia, Vicenza
BASILICA PALLADIANA
Renzo Piano
BASILICA PALLADIANA 75
Tadao Ando
2. LA RICERCA
2.2 Il riuso nel presente storico
2.2 Il riuso nel presente storico maggiore evidenza, versol’alto, dove esso pare sospeso, immediatamente al di là del velario luminoso. Il risultato della complessa messa a punto dei materiali tessili e degli apparati illuminotecnici trasforma l’ambiente della mostra in uno spazio metafisico, nel quale enormi pan nelli sembrano galleggiare nel vuoto, senza peso. A terra, disposti secondo un rigoroso tracciato geometrico, i modelli poggiano su bassi ripiani bianchi. Non vi è percorso prestabilito, lo spettatore è libero di vivere questo spazio come meglio crede e girovagarvi all’infinito in una luce che sembra trasformarsi in materia solida. Tutti queste installazioni hanno in comune il rispetto per la struttura originaria, che non viene mai deturpata o intaccata, ogni progetto dispone strutture autoportanti che si staccano da quella antica lasciandola intatta ai loro predecessori.
2. LA RICERCA
A Copenaghen, Libeskind nel 2005, viene incaricato della realizzazione del Danish Jewish Museum. Idea centrale è inserire all’interno del volume
Danish Jewish Museum INSERIRE un nuovo volume esistente un nuovo volume unitario, come una scatola dentro una scatola, un piano inclinato che guiderà il visitatore nel suo percorso fra nicchie, pareti spigolose ed inclinate, creando un dialogo dinamico fra vecchio e nuovo. Percorso sinuoso che ricorda un’altra sua opera, il Jewish Museum a Berlino, ma a differenza di quello, in Danimarca, l’architetto propone la luce alle tenebre e 76
BASILICA PALLADIANA
Toyo Ito
BASILICA PALLADIANA
Steven Holl
BASILICA PALLADIANA 77
2. LA RICERCA
2.2 Il riuso nel presente storico
Sejima Nishizawa Sanaa
2.2 Il riuso nel presente storico crea così uno spazio molto chiaro interamente in legno di betulla , ad evocare il paesaggio scandinavo e sottolineare ulteriormente il tema positivo del salvataggio. Qui Libeskind racconta la storia del salvataggio dall'Olocausto di 7000 ebrei danesi, che riescono a trovare riparo nella neutrale Svezia a bordo di imbarcazioni da pesca. Il riferimento all'episodio determina la morfologia dello spazio, definito da muri diagonali, fessure e percorsi labirintici, ma arricchito anche da installazioni d'acqua e dalla presenza del legno di quercia, materiale con cui erano costruite le barche. Camminando sul pavimento irregolare, costituito da assi di legno, i visitatori hanno l'impressione di muoversi su una barca e rivivono le sensazioni dei fuggitivi. Più impattante è, invece, il progetto di Oma per le vecchie raffinerie di carbone a Essen, Germania. La Zollverein era la più moderna, grande e bella miniera del mondo e sino alla sua chiusura fu il simbolo dell'efficienza nell'industria mineraria. Oggi la miniera, insieme alla
Zeche Zollverein INSERIRE un nuovo volume cokeria ed al pozzo minerario, è un sito patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Il complesso è costituito da tanti edifici immersi nel verde: è ciò che resta dell'originario, gigantesco impianto industriale. Su tutto troneggia la torre del pozzo
2. LA RICERCA
minerario, quella che è diventata il simbolo della miniera, con la scritta Zollverein a grandi lettere, una volta le torri erano ben 12, ora rimane soltanto questa. Il progetto qui proposto dagli architetti lascia, ovviamente, intatto l’aspetto esterno del complesso, per poi sbizzarrirsi internamente dove un’imponente scala arancione con luci al neon risplende in tutto il suo colore, così come una lingua arancione costituite l’ingresso principale al museo, celata all’interno di un volume inclinato e che già esisteva nella fabbrica, ma questi sono gli unici 78
2.2 Il riuso nel presente storico
Danimarca, Copenhagen
ZECHE ZOLLVEREIN
2. LA RICERCA
JEWISH MUSEUM
Germania, Essen 79
2.2 Il riuso nel presente storico due elementi rivoluzionari, per gli altri spazi si ipotizzano semplici ristrutturazioni per le esposizioni della nuova mostra che sarà appunto memoria del bacino minerario della Ruhr. Steven Holl, che realizza un progetto dello spazio interno presso il Dipartimento di Filosofia nella Facoltà di Arti e delle Scienze presso la NYU (New York University), in cui si trova a dover creare nuovi spazi, in cui domina un’alternanza di luce e ombra e l’utilizzo di una fenomale lamiera metallica con fori irregolari per suddividere gli spazi. Il piano interrato, destinato ad auditorium, verrà interamente realizzato in legno curvato e poggerà su un pavimento di sughero; ai piani superiori vi saranno invece gli uffici e aule per seminari.
NYU Department Filosofy INSERIRE un nuovo volume Nonostante l’esterno dell’edificio storico rimanga intatto, le tecniche utilizzate doneranno all’interno ambienti luminosi. Verrà inoltre realizzata una scala completamente nuova come collegamento verticale, sempre in lamina traforata, che cambia il suo modo di piegarsi ad ogni piano, realizzando un’immagine artistica agli occhi di chi, arrivato in cima,
2. LA RICERCA
guarderà verso il basso.
80
2.2 Il riuso nel presente storico
Usa, Manhattan
2. LA RICERCA
NYU DEPARTMENT OF FILOSOFY
81
82
2.2.1
Schedature edifici storici
Di seguito è proposta una lettura degli edifici storici suddivisa in tre fasi: 1. lettura dell’edificio originario (tempo T0 ): - relazione urbana: connesso/sconnesso, aperto/chiuso, accessibile/inaccessibile, integrato/estraneo
- uso: attraversabile/occluso, dinamico/statico, flessibile/rigido, monofunzionale/polifunzionale, diffuso/concentrato
- morfologia: densa/rarefatta, piena/vuota, dinamica/statica, trasparente/opaca, compatta/diffusa, flessibile/rigida
2. azione realizzata sull’edificio: - aggiungere, sottrarre, connettere, inserire
- relazione urbana: connesso/sconnesso, aperto/chiuso, accessibile/inaccessibile, integrato/estraneo
- uso: attraversabile/occluso, dinamico/statico, flessibile/rigido, monofunzionale/polifunzionale, diffuso/concentrato
- morfologia: densa/rarefatta, piena/vuota, dinamica/statica, trasparente/opaca, compatta/diffusa, flessibile/rigida
83
2. LA RICERCA
3. lettura del nuovo edificio modificato (tempo T1 ):
84
MUSEO DEL LOUVRE Peter Rice Francia, Parigi 1989
CONNETTERE
2.2.1
AZIONI
RELAZIONE URBANA
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA
connesso
SCONNESSO
CONNESSO
sconnesso
APERTO
chiuso
APERTO
chiuso
accessibile
INACCESSIBILE
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
attraversabilità
USO
attraversabile
OCCLUSO
ATTRAVERSABILE
occluso
dinamico
STATICO
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
flessibile
RIGIDO
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
CONNETTERE
++ + AGGIUNGERE
MORFOLOGIA
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
85
2. LA RICERCA
USO
relazione urbana
2.2.1
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
APERTO
CONNETTERE
ESPACIO GOYA
Schedature edifici storici
Herzog & De Meuron Spagna, Zaragoza 2005
AZIONI
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
chiuso
APERTO
chiuso
ACCESSIBILE
inaccessibile
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
CONNETTERE
relazione urbana
attraversabilità
USO ATTRAVERSABILE
occluso
statico
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
flessibile
RIGIDO
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
2. LA RICERCA
INSERIRE
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
86
MILSTEIN HALL CORNELL Oma Usa, Itaca 2006
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
aperto
CONNETTERE
2.2.1
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA
AZIONI
CONNESSO
sconnesso
CHIUSO
APERTO
chiuso
accessibile
INACCESSIBILE
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
attraversabilità
USO
attraversabile
OCCLUSO
dinamico
STATICO
CONNETTERE
++ +
AGGIUNGERE
ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
flessibile
RIGIDO
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
diffuso
CONCENTRATO
DIFFUSO
concentrato
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
PIENA
VUOTA
dinamica
STATICA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
TRASPARENTE
opaca
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
87
2. LA RICERCA
USO
relazione urbana
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
aperto
Steven Holl Usa, Kansas city 1999-2007
RELAZIONE URBANA
AZIONI
connesso
SCONNESSO
CHIUSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
++ + AGGIUNGERE
USO
2. LA RICERCA
CONNETTERE
NELSON ATKINS MUSEUM
Schedature edifici storici
relazione urbana
attraversabilità
USO
attraversabile
OCCLUSO
ATTRAVERSABILE
occluso
dinamico
STATICO
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
DIFFUSO
concentrato
CONNETTERE
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
TRASPARENTE
opaca
COMPATTA
diffusa
compatta
DIFFUSA
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
88
2. LA RICERCA
2.2.1
JAMES SIMON GALLERY
David Chipperfield Germania, Berlino 2007-2013
CONNETTERE
2.2.1
AZIONI
RELAZIONE URBANA
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA
CONNESSO
sconnesso
CONNESSO
sconnesso
APERTO
chiuso
APERTO
chiuso
ACCESSIBILE
inaccessibile
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
attraversabilità
USO
ATTRAVERSABILE
occluso
ATTRAVERSABILE
occluso
dinamico
STATICO
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
diffuso
CONCENTRATO
DIFFUSO
concentrato
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
CONNETTERE
++ + AGGIUNGERE
MORFOLOGIA
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
PIENA
VUOTA
dinamica
STATICA
dinamica
STATICA
trasparente
OPACA
TRASPARENTE
opaca
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
89
2. LA RICERCA
USO
relazione urbana
2.2.1
MAYENNE ARCHIVES
Schedature edifici storici
AZIONI
RELAZIONE URBANA
RELAZIONE URBANA
connesso
SCONNESSO
connesso
SCONNESSO
aperto
CHIUSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
relazione urbana
attraversabilità
USO
ATTRAVERSABILE
occluso
ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
++ + AGGIUNGERE
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
dinamica
STATICA
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
90
2. LA RICERCA
USO
2. LA RICERCA
AGGIUNGERE
Dominique Perrault Spagna, Laval 1989-1993
JEWISH MUSEUM
Daniel Libeskind Germania, Berlino 1998
AGGIUNGERE
2.2.1
AZIONI
RELAZIONE URBANA
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA
connesso
SCONNESSO
connesso
SCONNESSO
aperto
CHIUSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
attraversabilità
USO
attraversabile
OCCLUSO
ATTRAVERSABILE
occluso
dinamico
STATICO
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
flessibile
RIGIDO
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
++ + AGGIUNGERE
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
FLESSIBILE
rigida
91
2. LA RICERCA
USO
relazione urbana
2.2.1
SARPHATISTRAAT OFFICES
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
aperto
AGGIUNGERE
Steven Holl Olanda, Amsterdam 1996-2000
AZIONI
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
CHIUSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
integrato
ESTRANEO
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO attraversabile
OCCLUSO
dinamico
++ + AGGIUNGERE
relazione urbana
attraversabilità
USO ATTRAVERSABILE
occluso
STATICO
dinamico
STATICO
flessibile
RIGIDO
flessibile
RIGIDO
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
PIENA
VUOTA
dinamica
STATICA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
FLESSIBILE
rigida
92
2. LA RICERCA
2. LA RICERCA
INSERIRE
WHITNEY MUSEUM Oma Usa, New York 2001
AGGIUNGERE
2.2.1
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
aperto
AZIONI
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
CHIUSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
integrato
ESTRANEO
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
attraversabilità
USO
attraversabile
OCCLUSO
ATTRAVERSABILE
occluso
dinamico
STATICO
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
++ +
AGGIUNGERE
MORFOLOGIA
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
93
2. LA RICERCA
USO
relazione urbana
MACRO 2.2.1 Schedature edifici storici
Odile Decq Italia, Roma 2002
AZIONI
RELAZIONE URBANA
MACRO
RELAZIONE URBANA
connesso
SCONNESSO
CONNESSO
aperto
CHIUSO
APERTO
chiuso
accessibile
INACCESSIBILE
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
sconnesso
relazione urbana
attraversabilità
USO
attraversabile
OCCLUSO
ATTRAVERSABILE
occluso
dinamico
STATICO
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
DIFFUSO
concentrato
++ + AGGIUNGERE
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
PIENA
VUOTA
dinamica
STATICA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
TRASPARENTE
opaca
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
94
2. LA RICERCA
USO
2. LA RICERCA
AGGIUNGERE
MACRO
MERCATI GENERALI Oma Italia, Roma 2004
AGGIUNGERE
2.2.1
AZIONI
RELAZIONE URBANA
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA
connesso
SCONNESSO
connesso
SCONNESSO
aperto
CHIUSO
APERTO
chiuso
accessibile
INACCESSIBILE
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
attraversabilità
USO
ATTRAVERSABILE
occluso
ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
DIFFUSO
concentrato
DIFFUSO
concentrato
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
++ + AGGIUNGERE
MORFOLOGIA
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
PIENA
VUOTA
dinamica
STATICA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
compatta
DIFFUSA
compatta
DIFFUSA
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
95
2. LA RICERCA
USO
relazione urbana
2.2.1
Steven Holl Usa, New York 2004
AZIONI
RELAZIONE URBANA
RELAZIONE URBANA
connesso
SCONNESSO
connesso
SCONNESSO
aperto
CHIUSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
relazione urbana
attraversabilità
USO
attraversabile
OCCLUSO
attraversabile
OCCLUSO
dinamico
STATICO
dinamico
STATICO
flessibile
RIGIDO
flessibile
RIGIDO
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
DIFFUSO
concentrato
DIFFUSO
concentrato
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
++ + AGGIUNGERE
MORFOLOGIA
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
dinamica
STATICA
trasparente
OPACA
TRASPARENTE
opaca
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
96
2. LA RICERCA
USO
2. LA RICERCA
AGGIUNGERE
HIGGING HALL CENTER
Schedature edifici storici
SAN TELMO MUSEUM
Nieto & Sobejano Spagna, San Sebastian 2005
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
aperto
AGGIUNGERE
2.2.1
AZIONI
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
CHIUSO
APERTO
chiuso
accessibile
INACCESSIBILE
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
attraversabilità
USO
ATTRAVERSABILE
occluso
ATTRAVERSABILE
occluso
dinamico
STATICO
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
++ + AGGIUNGERE
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
FLESSIBILE
rigida
97
2. LA RICERCA
USO
relazione urbana
2.2.1
NATIONAL MUSEUM
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
aperto
AZIONI
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
CHIUSO
APERTO
chiuso
accessibile
INACCESSIBILE
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
relazione urbana
attraversabilità
USO
attraversabile
OCCLUSO
attraversabile
OCCLUSO
dinamico
STATICO
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
flessibile
RIGIDO
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
++ + AGGIUNGERE
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
dinamica
STATICA
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
98
2. LA RICERCA
USO
2. LA RICERCA
AGGIUNGERE
Nieto & sobejano Spagna, Vallaloid 2000-2007
MORTIZBURG MUSEUM
Nieto & Sobejano Germania, Halle 2004-2008
RELAZIONE URBANA
AGGIUNGERE
2.2.1
AZIONI
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA
connesso
SCONNESSO
CONNESSO
sconnesso
aperto
CHIUSO
APERTO
chiuso
accessibile
INACCESSIBILE
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
attraversabilità
USO
attraversabile
OCCLUSO
attraversabile
OCCLUSO
DINAMICO
statico
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
flessibile
RIGIDO
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
++ + AGGIUNGERE
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
99
2. LA RICERCA
USO
relazione urbana
2.2.1
MUSEO D’UNTERLINDEN
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
aperto
AZIONI
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
CHIUSO
APERTO
chiuso
accessibile
INACCESSIBILE
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
relazione urbana
attraversabilità
USO
attraversabile
OCCLUSO
attraversabile
OCCLUSO
dinamico
STATICO
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
++ + AGGIUNGERE
MORFOLOGIA
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
dinamica
STATICA
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
100
2. LA RICERCA
USO
2. LA RICERCA
AGGIUNGERE
Herzog & De Meuron Francia, Colmar 2009
NEUES MUSEUM
AGGIUNGERE
2.2.1
David Chipperfield Germania, Berlino 1997-2009
AZIONI
RELAZIONE URBANA
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA
connesso
SCONNESSO
connesso
SCONNESSO
aperto
CHIUSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
attraversabilità
USO
ATTRAVERSABILE
occluso
ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
flessibile
RIGIDO
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
++ + AGGIUNGERE
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
PIENA
VUOTA
dinamica
STATICA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
compatta
DIFFUSA
compatta
DIFFUSA
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
101
2. LA RICERCA
USO
relazione urbana
2.2.1
AUDITORIUM PAGANINI
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
aperto
SOTTRARRE
Renzo Piano Italia, Parma 2001
AZIONI
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
CHIUSO
APERTO
chiuso
accessibile
INACCESSIBILE
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO attraversabile
OCCLUSO
dinamico
_ __ SOTTRARRE
relazione urbana
attraversabilità
USO ATTRAVERSABILE
occluso
STATICO
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
PIENA
VUOTA
dinamica
STATICA
dinamica
STATICA
trasparente
OPACA
TRASPARENTE
opaca
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
102
2. LA RICERCA
2. LA RICERCA
INSERIRE
TATE MODERN
SOTTRARRE
2.2.1
Herzog & De Meuron Inghilterra, Londra 2005
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
aperto
AZIONI
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
CHIUSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
_ __ SOTTRARRE
USO
relazione urbana
attraversabilità
USO
attraversabile
OCCLUSO
ATTRAVERSABILE
occluso
dinamico
STATICO
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
INSERIRE
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
103
2. LA RICERCA
++ + AGGIUNGERE
2.2.1
CAIXA FORUM
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
aperto
AZIONI
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
CHIUSO
APERTO
chiuso
accessibile
INACCESSIBILE
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
integrato
ESTRANEO
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
_ __ SOTTRARRE
limite urbano
relazione urbana
attraversabilità
USO
attraversabile
OCCLUSO
ATTRAVERSABILE
occluso
dinamico
STATICO
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
INSERIRE
++ + AGGIUNGERE
MORFOLOGIA
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
PIENA
VUOTA
dinamica
STATICA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
104
2. LA RICERCA
USO
2. LA RICERCA
SOTTRARRE
Herzog & De Meuron Spagna, Madrid 2001-2008
GARE D’ORSAY
INSERIRE
Gae Aulenti Francia, Parigi 1986
RELAZIONE URBANA
2.2.1
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA
AZIONI
connesso
SCONNESSO
CHIUSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
connesso
SCONNESSO
aperto
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
attraversabilità
USO
ATTRAVERSABILE
occluso
dinamico
INSERIRE
ATTRAVERSABILE
occluso
STATICO
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
dinamica
STATICA
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
105
2. LA RICERCA
USO
relazione urbana
2.2.1
BASILICA PALLADIANA
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA
RELAZIONE URBANA
AZIONI
CONNESSO
sconnesso
CHIUSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
CONNESSO
sconnesso
aperto
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
relazione urbana
attraversabilità
USO
ATTRAVERSABILE
occluso
attraversabile
OCCLUSO
DINAMICO
statico
dinamico
STATICO
FLESSIBILE
rigido
flessibile
RIGIDO
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
INSERIRE
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
dinamica
STATICA
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
106
2. LA RICERCA
USO
2. LA RICERCA
INSERIRE
Tadao Ando Italia, Vicenza 1995
ZECHE ZOLLVEREIN Oma Germania, Essen 2006
RELAZIONE URBANA
INSERIRE
2.2.1
AZIONI
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
CHIUSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
connesso
SCONNESSO
aperto
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
attraversabilità
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
rigido
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
ATTRAVERSABILE
occluso
dinamico
STATICO
FLESSIBILE
INSERIRE
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
++ + AGGIUNGERE
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
dinamica
STATICA
trasparente
OPACA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
107
2. LA RICERCA
USO
relazione urbana
2.2.1
DEPARTMENT OF PHILOSOFY
Schedature edifici storici
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
aperto
AZIONI
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
CHIUSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
relazione urbana
attraversabilità
USO
attraversabile
OCCLUSO
dinamico
STATICO INSERIRE
attraversabile
OCCLUSO
dinamico
STATICO
flessibile
RIGIDO
flessibile
RIGIDO
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
diffuso
CONCENTRATO
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA
DENSA
rarefatta
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
dinamica
STATICA
trasparente
OPACA
TRASPARENTE
opaca
COMPATTA
diffusa
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
flessibile
RIGIDA
108
2. LA RICERCA
USO
2. LA RICERCA
INSERIRE
Steven Holl Usa, Manhattan 2004-2007
2.3
L’architettura contemporanea La mia analisi si è dedicata poi all’architettura contemporanea degli
ultimi vent’anni, partendo da Toyo Ito e arrivando a Herzog & De Meuron, passando per Jean Nouvel, Rem Koolhaas e Steven Holl. Gli edifici di questi architetti, a differenza di quelli storici, appaiono progetti “non finiti”, in quanto flessibili e aperti a possibili evoluzioni e cambiamenti. Secondo i principi che li hanno generati si possono evidenziare due categorie a
svuotare
loro volta suddivise in azioni: ritagliare
- manipolazione svuotare (letteralmente privare qualcosa del suo contenuto, in pratica estraendo parti di edificio), ritagliare (a livello di morfologia, tagliare la pelle come piegare
zarlo, ma ripiegandolo su se stesso), plasmare (modellare una materia malleabile dandole la forma voluta), distorcere (deformare un oggetto, come se par-
plasmare
tendo da una forma regolare immaginassimo di tirarne i lembi), incidere (scolpire, segnando profondamente l’edificio ma senza asportarne una parte);
distorcere
- addizione sommare elementi seriali (che siano volumi o che siano superfici per mezzo dei 109
incidere
2. LA RICERCA
fosse un pezzo di carta), piegare (modificare la forma di un corpo senza spez-
2.3 L’architettura contemporanea quali si può procedere all’infinito nella modellazione dell’edificio), disporre elementi nello spazio (con geometrie differenti) , inserire pieni nel vuoto. sommare
Procediamo ora nel presentarvi tutta una serie di architetture contemporanee, suddivise per azione e, a sua volta, in ordine cronologico.
disporre
inserire
Il primo edificio che si presenta alla nostra attenzione è la Mediateca di Sendai (2000) realizzata a Sendai da Toyo Ito. L’edificio si trova al centro della scacchiera urbana, ed è rivolto su uno dei viali alberati principali. È costituito da un prisma trasparente e sette piani di diversa altezza, ognuno dei quali ospita una diversa attività culturale. I piani sono sostenuti da un sistema di tralicci leggeri in acciaio, all’interno dei quali scorrono flussi luminosi, calore,
Mediateca di Sendai SVUOTARE umidità, i dati delle reti informative e i collegamenti di mobilità verticale. Il prospetto principale è totalmente trasparente, ed è rivolto a sud, mentre gli altri presentano diverse textures opacizzanti. Oltre alla mediateca vera e propria, nell’edificio si trovano: una biblioteca tradizionale, una biblioteca per
2. LA RICERCA
bambini, un cinema, diverse postazioni di navigazione Internet e due grandi spazi espositivi. Ripercorrere anche sinteticamente le tappe dell’evoluzione del linguaggio di Ito significa imbattersi in questioni critiche che coinvolgono le vicende dell’architettura degli ultimi trenta anni. Le sue installazioni sono tutte architetture effimere che rifuggono qualsiasi calligrafismo architettonico, ma che rappresentano i punti fermi dell’attuale dibattito sul rapporto tra architettura e media elettronici. In particolare indagano il tema delle membrane sensibili 110
2.3 L’architettura contemporanea sulla scia del pensiero di McLuhan sull’“abito mediale”, il tema della dialettica tra corpo e contenitore, il tema dell’abitare nell’era contemporanea ed infine il tema dei flussi, delle interrelazioni, dei valori immateriali. La Mediateca di Sendai, in un modo o nell’altro, risulta una impressionante sintesi di tutto questo: è un grande cubo trasparente, all’interno del quale “galleggiano” sette piani di diversa altezza e con diverse destinazioni, sostenuti da una foresta di sette “alghe fluttuanti” che sono al tempo stesso elemento strutturale, cavedi per ascensori e scale di sicurezza, alloggiamenti per impianti elettrici e di condizionamento dell’aria, percorsi per il cablaggio telematico, ovvero canalizzatori di flussi immateriali. Per Ito dunque, metafora dei paradigmi della società dei media elettronici, è l’architettura che si veste di una pelle trasparente, di una dimensione tattile e percettiva, e si smaterializza in una vibrazione di stratificazioni ordinate, senza nessun compromesso “plastico”.
In
effetti,
l’articolazione
spaziale
della
mediateca
è
ridotta
all’essenziale: i piani sono lasciati liberi fino a luci di 20 metri, e l’unica “intruLe funzioni principali sono ospitate separatamente nei sette livelli a pianta libera dell’edificio. Ogni piano è un microcosmo urbano assolutamente ricco e diversificato sia nell’impianto planimetrico sia nelle forme, nei colori e nei materiali. Questo effetto di stratificazione si percepisce chiaramente dalla facciata principale che è completamente trasparente. In realtà, sulla base neutra dei plan libres privi di vincoli formali e totalmente adattabili a qualsiasi esigenza funzionale, gli interni sono stati progettati e 111
2. LA RICERCA
sione” è rappresentata dai pilastri a forma di tralicci.
2.3 L’architettura contemporanea concepiti come installazioni effimere, in cui le trasparenze e le opacità degli elementi (pareti divisorie in vetro smerigliato, pannelli mobili e teli traslucidi), connettono in una fitta rete percettiva i vari ambiti spaziali. La connessione tra un piano e l’altro invece, si realizza unicamente attraverso le colonne a traliccio, inconsistenti, nella dimensione smaterializzata dei flussi informativi e luminosi. L’ingresso della mediateca è localizzato in posizione decentrata, sul fronte principale che dà sul viale alberato Jozenji-Dori. Il piano terra ospita la hall di ingresso – concepita inizialmente come una piazza coperta concava, priva di chiusure perimetrali – uno spazio informativo, la caffetteria e un’ampia libreria d’arte. L’atrio centrale è provvisto di un grande schermo e può essere diviso in spazi più piccoli attraverso pannelli scorrevoli. Per non snaturare completamente l’idea iniziale della permeabilità tra esterno e interno, una parte dell’infisso frontale è su sopporti mobili, per poter essere completamente aperto sulla via principale, e il soffitto è stato mantenuto alto sopra la testa del visitatore. Differente dal caso appena citato in cui l’azione di svuotare avviene
2. LA RICERCA
all’interno con queste grosse alghe-colonne, è l’edificio realizzato da Rem Koolhaas a San Francisco per Prada (2000) in cui sviene svuotato completamen-
Prada San Francisco SVUOTARE te a quota zero, creando una piazza coperta e a metà altezza realizzando una terrazza panoramica. Due cubi galleggianti uno sopra l'altro costituiscono l’edificio e contengono negozi, uffici con showrooms, spazi espositivi e un attico VIP in alto. Una terrazza panoramica pubblica e un coffee bar separa i due cubi a livello del 6° 112
2.3 L’architettura contemporanea
Giappone, Tokyo 2000 Toyo ito
PRADA SAN FRANCISCO
California, San Francisco 2000 Rem Koolhaas 113
2. LA RICERCA
MEDIATECA DI SENDAI
2.3 L’architettura contemporanea piano. Dal punto di vista architettonico l'edificio è un manifesto sul grattacielo: una serie di piani, con caratteri assolutamente unici, sono impilati uno sopra l'altro e avvolti da una pelle misteriosa e neutrale, in acciaio inox traforato, che rivela il senso della diversità interna non mostrandola totalmente. La dimensione delle aperture è stato progettato in base alla forza del flusso in queste piastre in acciaio strutturale, che sono in grado di assorbire tutte le forze orizzontali in caso di terremoti e garantire l'integrità strutturale dell'edificio. Ciò che emerge è una qualità del tutto nuova alla condizione attuale dello shopping: la presenza di luce diurna. La facciata non blocca completamente la luce ma la filtra e la distribuisce attraverso vari materiali traslucidi all'interno dello spazio: policarbonato, resina colorata, pannelli in poliuretano prodotti in esclusiva porosi e traspeanti. I prodotti sono visualizzati in trasparenza, come sottoposti ai raggi X in un assetto più classico con la luce naturale diffusa uniformemente. Nel 2002 Rem Koolhaas vince la competizione per il progetto di un nuovo
2. LA RICERCA
centro congressi localizzato sulla Penisola, di fronte al centro storico della città di Cordoba, in Spagna.Nella speranza di migliorare le possibilità date dall’originale area di progetto, OMA propose un nuovo inaspettato sito sulla
Centro Congressi Cordoba SVUOTARE penisola. In nuovo Cordoba Congress Center è posizionato su una striscia lungo lo stretto Est-Ovest. Su una fascia galleggiante, il Centro compie come un collegamento tra Miraflores e il Fluvial Park, e organizza gli sparsi elementi della penisola – il fiume e il centro storico – in un coerente organismo urbano, esten114
2.3 L’architettura contemporanea dendo i benefici della vecchia Cordoba al resto della città. La continua passeggiata all’aperto - localizzata a metà altezza e sviluppata per tutta la lunghezza dell’edificio – definisce il centro congressi come una lineare piattaforma visiva, che guarda fuori verso il parco, il fiume e il centro storico. La vista sulla Mesquita nel centro storico della città diviene impressionante della terrazza sul tetto, che ospita una piscina e un giardino ciottolato. Le funzioni dell’edificio, come un fascio programmatico, sono scavate per accomodare le strutture pubbliche; separate per ospitare l’auditorium; riconvertite per definire la lobby dell’hotel; tagliate per permettere alla strada di San Fernando di continuare verso la città vecchia, e improvvisamente, sbalzando, di segnare l’ingresso formale del Congress Center. Colmando le sponde est e ovest del fiume, per tutta la sua lunghezza, l’edificio definisce una strada, muovendo le persone dentro e fuori il centro storico della città. Una serie di rampe, ascensori e scale conduce senza continuità attraverso l’edificio, assorbendo tutta la circolazione in una sequenza di aree congressi, sale conferenze, auditorium all’aperto, cafè, hotel e negozi. Nel 2005 lo stesso Rem Koolhaas realizza un volume svuotato interamenmento naturale dei flussi verso l’ingresso al museo.
National Museum Seoul SVUOTARE Il National Museum di Seoul è definito dalla sua collocazione sul lato di una piccola collina, vicino all'ingresso dell'università. La forma dell'edificio è stata concepita come una scatola di base rettangolare, tagliata in diagonale dalla pendenza della collina. Questa forma viene poi portata su un piccolo nucleo centrale, l'unico punto di contatto con il suolo, in modo che il palazzo sia quasi 115
2. LA RICERCA
te di una fascia che segue l’andamento del terreno, realizzando un incanala-
2.3 L’architettura contemporanea completamente a sbalzo, estendendosi su e giù per la collina, seguendo la topografia con precisione e librando sopra di esso. Il museo definisce e domina la collina e, mantenendo il terreno sotto di essa in gran parte libero, si trasforma in un passaggio interessante tra il campus universitario e la comunità esterna. Sia all'esterno che all'interno, la circolazione libera e scorrevole è risultata l’elemento fondamentale per il disegno dell'edificio. Il nucleo centrale è un atrio con una scala a chiocciola panoramica che collega le varie aree del programma:gli spazi esposistivi, le sale per l’istruzione e la biblioteca. Gli spazi educativi, la sala conferenze e l’auditorium, sfruttano il pendio formato dallo scorcio per i loro posti a sedere su più livelli. La biblioteca è situata nel nucleo strutturale dell'edificio. Lo spazio espositivo, essendo la funzione primaria, occupa l'intero piano superiore. Ma è anche in grado di invadere gli spazi educativi sottostanti per mezzo di un percorso circolare formato da rampe,e l'uso dei materiali in questi spazi segnala anche la continuità del programma. Altrove, i materiali variano, e comprendono cemento nei pavimenti, pannelli in
2. LA RICERCA
compensato, pannelli di plastica trasparente e lampade fluorescenti. La facciata del museo è traslucida, rivelando la sottostante opera strutturale capriata in acciaio. Seconda azione, ritagliare, la ritroviamo nel progetto di Steven Holl Storefront, in cui per realizzare la galleria d’arte taglia il lato che da sulla strada con diverse forme che si possono aprire creando una relazione diretta tra esterno ed interno, la facciata “è stata ideata per essere una parte in continua mutazione di arte pubblica”. Per più di 30 anni l’architetto Steven Holl ha esplorato 116
2.3 L’architettura contemporanea
NATIONAL MUSEUM SEOUL
Spagna, Cordoba 2002 Rem Koolhaas
Corea, Seoul 2005 Rem Koolhaas 117
2. LA RICERCA
CENTRO CONGRESSI CORDOBA
2.3 L’architettura contemporanea un approccio al design nel quale i muri, i pavimenti e i soffitti funzionano come membrane permeabili. E uno dei maggiori esempi di questo concetto, che lui chiama porosità, è proprio la sua facciata per il Storefront per l’arte e l’architettura del 1993, una galleria no-profiti a Kenmare Street nella Lower Manhattan. Lo Storefront è situate all’incrocio di un blocco che segna l’intersezione di tre distinti quartieri: Chinatown, Little Italy e Soho. La galleria stessa è un limitato cuneo stretto dalla triangolare disposizione Storefront Gallery RITAGLIARE
interna, cosicché la struttura più
dominante della galleria sia la lunga facciata dell’edificio. Lavorando con l’artista e designer Vito Acconci, Holl progettò una facciata in calcestruzzo con 10 pannelli rotanti che i curatori hanno utilizzato come porte, finestre, sedute e scaffali in combinazioni senza fine. Utilizzando un materiale ibrido formato da cemento mixato con fibre riciclate, Holl e Acconci inserirono una serie di pannelli incernierati disposti come la composizione di un puzzle. Quando i pannelli sono bloccati nella loro posizione aperta , la facciata si dissolve e lo spazio interno della galleria si espande fuori sul marciapiede.
2. LA RICERCA
Il fronte di Steven Holl è notevolmente differente dai tradizionali negozi e gallerie d’arte nella vicina Soho: il suo design sperimento crea un legame tra spazio pubblico, il marciapiede e la strada, e lo spazio private, rappresentato il triangolo stretto interno della galleria d'arte. Concepita in questo modo, la facciata è sia elemento di coesione urbana, estensione della strada al’interno e espansione dell’interno nella strada. Toyo Ito in Giappone per Tod’s, progetta un edificio come fosse un segmento di un infinito DNA la cui struttura è quella dell’albero Zelkova. 118
2.3 L’architettura contemporanea Non l'albero reale, ma la sua immagine sintetica, quella digitalizzata e poi risintetizzata dal computer, ripetuta e sovrapposta innumerevoli volte fino a confonderne completamente i contenuti gerarchici; un campione di epidermide sottile posato su un vetrino che ricorda le immaginarie cellule simulate dall'artista Michal Rovner all'ultima Biennale di Arte di Venezia. L'intenzione è di andare oltre il modernismo servendosi dell'icona naturale dell'albero per ottenere una geometria dinamica.
Tod’s Omotesando Building RITAGLIARE Come il modernismo trasformava geometrie pure in icone architettoniche, così Ito nei suoi più recenti progetti si serve della geometria complessa, di una immagine naturale trasfigurata, per creare nuove icone supermoderne. Ito sembra trovare una volta di più un rapporto speciale con il luogo, nato da una silenziosa contemplazione dello spazio urbano. Passeggiando sul marciapiede opposto, l'albero reale e quello virtuale cambiano continuamente la prospettiva reciproca, ma solo per pochi fugaci istanti si realizza una delle "relazioni temporanee e tese" di cui l'architetto è alla continua ricerca: l'uno appare l'esatta ombra dell'altro, si confondono sempre più i margini del reale e del alla natura, un'immagine evanescente ed effimera. In questo caso "La nuova tecnologia non antagonizza la natura, piuttosto crea un nuovo tipo di natura, così come noi siamo provvisti di due corpi: uno reale e l'altro virtuale." A Omotesando, come nella Mediateca di Sendai, è raggiunta una sintesi tra fluidità e purezza geometrica (espressionismo e leggerezza); ma se nella Mediateca la sintesi era ancora ripartita tra due elementi (solai=geometria pura, pilastri=espressionismo), nel negozio TOD'S essa si realizza in un unico ele119
2. LA RICERCA
virtuale, del naturale e dell'artificiale, viene conferita all'architettura, come
2.3 L’architettura contemporanea mento: il pattern-struttura-involucro, la cui bidimensionalità grafica è ancor più accentuata dalla complanarità tra vetro e parete in cemento. Architettura effimera dunque, sottile e leggera come un'opera kirie, che è l'ennesimo involucro trasparente per la cerimonia effimera della moda. Le scale portate in facciata tra il secondo e terzo livello non sembrano tanto ricercare effetti spaziali interni, quanto portare in vetrina (come fosse uno degli schermo digitali che decorano la citta di Tokyo) il rito del lusso e dello shopping. Il giallo dorato dei due livelli dedicati alla vendita, la luce fredda degli uffici al terzo quarto e quinto piano, il bianco cangiante della sala delle feste all'ultimo livello, conferiscono all'edificio una progressiva evanescenza. Un involucro nel quale la struttura si trasfigura nell'ombra delicata di un albero, proiettata su un volume di vetro cangiante. Un altro edificio, sempre realizzato dall’appena citato Toyo Ito nel 2007, presenta una pelle molto più regolare poichè viene tagliata lungo tutto il perimetro con archi delle stesse dimensioni. Il Tama Art university Library è concepito come un ampio spazio come luogo di aggregazione accessibile a tutta la
Tama Art University Library RITAGLIARE
2. LA RICERCA
comunità. Un posto dove tutti possano scoprire il proprio modo di interagire con i libri avendo la sensazione di attraversare una foresta o una cava; un porticato dove le relazioni nascano semplicemente camminando; un punto centrale da cui un nuovo senso di creatività cominci a diffondersi per tutto il campus. La struttura sorge all’interno del campus su un suolo caratterizzato da un leggero pendio; elemento che Toyo Ito ha trasformato in originale peculiarità del progetto. Il piano terra segue infatti la topografia del suolo in un movimento di graduale salita. 120
2.3 L’architettura contemporanea
TOD’S
Usa, New York 1993 Steven Holl
2. LA RICERCA
STOREFRONT GALLERY
Giappone, Omotesando 2004 Toyo Ito 121
2.3 L’architettura contemporanea “La nostra idea –spiegano i progettisti dello studio- è consistita nel realizzare a paino terra un’ampia galleria aperta che fungesse da passaggio principale per l’attraversamento del campus, anche per chi non intendesse entrare in biblioteca. Per consentire il flusso di queste persone all’interno dell’edificio abbiamo immaginato una struttura con degli archi sufficientemente distanziati l’uno dall’altro che offrissero la sensazione di una continuazione del piano inclinato e del giardino frontale anche all’interno dell’edificio”. Gli archi, strutture di acciaio rivestite in cemento armato e munite di isolatori antisismici in gomma, poggiano sul piano interrato e sostengono il corpo principale dell’edificio. Le curve degli archi si intersecano in diversi punti, formando un solido sistema di sostegno per il pesante carico del piano superiore. Nonostante la luce degli archi varii da 1.8 a 16 metri, all’altezza di 2 metri la loro ampiezza risulta uniforme. L’intersezione degli archi contribuisce inoltre ad articolare una serie di zone differenti ll’interno dell’open space della galleria. Scaffali e scrivanie di geometrie diverse, pareti divisorie in vetro che fungono da bacheche conferiscono poi alle diverse zone un carattere individuale conservando al tempo stesso la continuità spaziale che Toyo Ito ha desiderato diventasse l’elemento
2. LA RICERCA
distintivo dell’ Arcade Gallery. Nell’edificio per parcheggi progettato da Herzog & De Meuron a Miami (2010), la pelle viene ridotta a semplici frammenti creando una forte relazione
1111 Lincoln road RITAGLIARE fra esterno ed interno. L’edificio, suddiviso su cinque piani, comprende posti auto, aree retail, ristoranti, uffici e quattro unità abitative, protetto da enormi lastre in cemento e pannelli in vetro incolore, appare come un grosso cubo trasparente. 122
2.3 L’architettura contemporanea
1111 LINCOLN ROAD
2. LA RICERCA
TAMA ART UNIVERSITY LIBRARY Giappone, Tokyo 2007 Toyo Ito
Usa, Miami 2010 Herzog & De Meuron 123
2.3 L’architettura contemporanea A quota zero viene collocata una piazza ritmata dall’alternarsi di giardini acquatici, aree verdi e percorsi di pietra borghese; la varietà di arbusti locali, palme ed erbe piantumati “porta la natura nell’ambiente costruito e urbano” e crea così una “radura urbana”. "La flessibilità, la varietà, l’informale, sono stati gli obiettivi che ho condiviso con Herzog & de Meuron. Ad ispirarmi sono stati l’ammirazione che provo per i lavori di Morris Lapidus
e l'ecosistema naturale delle Everglades…Lapidus
aveva disegnato alcune grandi gemetrie a forma di boomerang sulla Lincoln Road, inoltre mi sono rifatto alla geometria organica di Burle Marx per creare luoghi capaci di invogliare le persone a incontrarsi”, ha spiegato Raymond Jungles. Cambiamo completamente azione, passiamo a quella che abbiamo chiamato piegare, in questo caso non si parla più di pelle ma intere parti dell’edificio che si ripiegano su se stesse. Primo edificio che incontriamo nel nostro studio è la sede della CCTV a Pechino (2002), ad opera di Rem Koolhaas. Su un sito di dieci ettari nel nuovo Central Business District di Beijing, la proposta di Rem Koolhaas consolida il
2. LA RICERCA
programma in una configurazione iconica di due edifici torre.
CCTV Headquarters PIEGARE Il nuovo quartiere per la CCTV unisce spazi amministrativi con nuovi studi radio e televisivi in una sequenza di attività interconnesse. Sebbene l'edificio sia alto 230 metri, non si tratta di una torre tradizionale, ma di un ciclo continuo di sezioni orizzontali e verticali che s'innestano nel terreno piuttosto che puntare al cielo. Una griglia irregolare caratterizza le facciate dell'edificio. Passando da una comune piattaforma che ospita gli impianti di produzione, le due torri 124
2.3 L’architettura contemporanea una dedicata al broadcasting, uno per servizi, ricerca e formazione – propendono l’una verso l'altra fondendosi, in fine, in un drammatico sbalzo apparentemente impossibile. Lo sviluppo circolare che caratterizza il CCTV mira a offrire un'alternativa alla tipologia ormai esarita del grattacielo. A dispetto del loro potenziale di incubatori di nuove culture, programmi e modi di vita, la maggior parte dei grattacieli ospita solo attività di routine, disposte secondo schemi prevedibili. Formalmente, le loro espressioni di verticalità hanno dimostrato di arrestare la fantasia: come si sviluppa la verticalità, si blocca la creatività. Invece di competere nella corsa disperata in altezza e stile di una tradizionale e bidimensionale torre verso il cielo, il CCTV propone una vera esperienza tridimensionale, concludendosi con un baldacchino che abbraccia simbolicamente l'intera città. Il CCTV consolida tutte le sue operazioni in un flusso continuo, una catena di interdipendenza che promuove la solidarietà e non l'isolamento, la collaborazione invece dell’ opposizione. L’anello facilita inoltre l’ accesso del pubblico alla produzione dei mezzi di comunicazione della Cina: i visitatori saranno ammessi in un percorso dedicato offrendo una vista spettacolare dalle facciate rivolte verso il CBD, la Città Proibita e il resto di Pechino. A Shenzhen, Cina (2006), Steven Holl realizza il vanke Center, conosciuto anche col nome di “Horizontal Skyscraper”, il complesso a uso misto è sede degli uffici della Vanke Co. ltd, appartamenti, un hotel, un centro conferenze, una spa e un parcheggio. Sopraelevato su pilotis l'edificio lascia “libero” il paesaggio sottostante - un 125
2. LA RICERCA
che circola attraverso l'edificio e collega tutti gli elementi del programma,
2.3 L’architettura contemporanea giardino tropicale che cita visivamente i giardini brasiliani di Roberto Burle Marx. L’intervento coinvolge infatti un’area di 60mila metri quadri, di cui 28mila sono non edificati. “Sollevare l'edificio dal terreno ha comportato un delicato intreccio di tecniche ingegneristiche all’avanguardia, architettura del
Horizontal Skyscraper PIEGARE paesaggio e ambiente naturale. Il progetto paesaggistico è stato elaborato per ridurre al minimo deflusso, erosione e altri tipi di danni ambientali associati alle dinamiche di sviluppo urbano”. Tra le soluzioni ecosostenibili che caratterizzano l’edificio si possono citare sistemi per il riciclo delle acque grigie e per la raccolta delle acque piovane tetti verdi, aperture operabili e superfici vetrate ad alte prestazioni. Porte, pavimenti e arredamento degli headquarters Vanke Co. sono realizzati con materiali riciclabili. Altro edificio dello stesso architetto, Steven Holl, viene realizzato a Pechino (2008), ma in questo caso non abbiamo, come nel caso precedente, una stecca orizzontale ripiegata su se stessa, bensì stecche verticali collegate da altrettante di queste messe in orizzontali, andando a creare una gliglia in altez-
2. LA RICERCA
za.
Linked Hybrid PIEGARE I 220.000 metri quadrati del complesso Linked Hybrid comprendono otto torri collegate da un anello di otto ponti sospesi, sede di varie funzioni pubbliche. Il complesso è situato vicino al perimetro della vecchia complesso è situato vicino al perimetro della vecchia città di Pechino. Al fine di contrastare le tendenze attuali dello sviluppo urbano in Cina, il complesso rappresenta una nuova concezione di spazio urbano, propria del XXI secolo, accogliente e permeabile 126
2.3 L’architettura contemporanea
Cina, Pechino 2002 Rem Koolhaas
HORIZONTAL SCYSCRAPER
Cina, Shenzhen 2006 Steven Holl 127
2. LA RICERCA
CCTV HEADQUARTERS
2.3 L’architettura contemporanea in quanto aperta al pubblico da ogni lato. Oltre ai 750 appartamenti, il complesso comprende servizi pubblici, commerciali e ricreativi, insieme ad un albergo ed una scuola. Una "città nella città" che ha tra i suoi principali obiettivi il concetto di spazio pubblico all'interno di un ambiente urbano ed è in grado di supportare tutte le attività ed i programmi per la vita quotidiana di oltre 2500 abitanti. Il
piano
terra
offre
un
numero
di
passaggi
aperti
per
permettere
l’attraversamento da parte di tutte le persone (residenti e visitatori). Questi passaggi includono “micro-urbanismi” di negozi di piccola scala che attivano inoltre lo spazio urbano attorno al grande stagno riflettente. A livello intermedio degli edifici più bassi, tetti giardino pubblici offrono tranquilli spazi verdi, e in cima alle otto torri residenziali tetti giardino privati sono direttamente connessi agli attici. Tutte le funzioni pubbliche al piano terra – incluso un ristorante, un hotel, la scuola Montessori, un asilo e un cinema – sono connessi con gli spazi verdi sovrastanti e penetranti il progetto. Gli ascensori sono disposti come “tagli” in un’ altra serie di passaggi su livelli superiori. Dal 18esimo piano una serie di passerelle multi-funzionali con pisci-
2. LA RICERCA
ne, sale fitness, cafè e gallerie connettono le otto torri residenziali e la torre dell’hotel, e offrono viste sulla città che si protende sottostante. Focalizzate sull’esperienza del passaggio dei corpi attraverso lo spazio, le torri sono organizzate per prendere il movimento, i tempi e la sequenza. Il punto di vista cambia con una rampa appena percepibile, un lento rigiro. Le torri circondate esprimono un’aspirazione collettiva; piuttosto che torri come oggetti isolati o isole private in un incredibilmente privatizzata città, esse esprimono la speranza di un nuovo tipo di collettività degli spazi pubblici 128
2.3 L’architettura contemporanea del 21esimo secolo. Altra azione: plasmare, che per il museo d’arte contemporanea Kiasma (1998) l’architetto Steven Holl realizza con un edificio che curVa in pianta e in alzato, una misteriosa scultura attraverso la figura del chiasma, figura retorica che indica l'incrociarsi di diverse realtà e che nel disegno di
Kiasma museum of contewmporary art PLASMARE progetto è rappresentata dall'incrocio dei volumi dell'edificio con le "linee naturali" del tessuto urbano e del paesaggio. Un museo il cui edificio deve esprimere una "propria intrinseca artisticità", valorizzando il senso di una architettura le cui forme sono espressione di una ricerca sperimentale e dentro al quale è creata una gamma di spazi espositivi caratterizzati da una precisa individualità. I temi dell'intervento riguardano l'aprirsi prospettico delle visuali verso la Finlandia Hall e la baia di Töölö, il ridisegno dei margini della baia, che viene allungata verso sud, portando l'acqua ad attraversare il museo - lungo un portico passante pedonale che separa ai primi due livelli la parte nord del museo (dove si trova il Forum) dal resto dell'edificio - e a riversarsi in una grande vasca che La curvatura del corpo principale dell'edificio, mentre fa da fondale alla visuale dal prospicente giardino di Pikkuparlamentti e all'incrocio degli assi stradali che lo generano, offre il fronte principale al percorso del sole, proteggendo la piazza antistante e permettendo alla luce naturale di entrare all'interno mentre con forma a imbuto, si allarga a inquadrare attraverso la testata vetrata la vista dell'edificio di Alvar Aalto, verso nord. Visto dall'esterno il museo si caratterizza nel dettaglio per i raffinati giochi 129
2. LA RICERCA
definisce la piazza creata davanti al fronte sud-ovest.
2.3 L’architettura contemporanea geometrici degli infissi e l'uso di tonalità dominanti del grigio. I tamponamenti sono in pannelli di alluminio, vetro traslucido e pannelli smaltati, il fianco curvo è rivestito di lamiera di zinco; gli unici tocchi di colore sono quelli degli inserti di ottone trattato con acido per ottenere una tonalità rossastra, inserti utilizzati nella facciate vetrate a nord e a sud. L'intersecarsi del volume curvo con il corpo rettilineo fronteggiante la nuova piazza, che ricorda l'intrecciarsi di due mani come metafora di unione e separazione di due parti, diventa il fattore generativo dello spazio interno del museo. La trasparente hall vetrata a tutta altezza (dove si trova l'ingresso, marcato da una lunga pensilina di forme neoplasticiste) nasce dallo iato che si crea fra queste due realtà e perciò inevitabilmente separa e unisce i due tronconi dell'edificio. Qui si affacciano le funzioni pubbliche del museo: il guardaroba, il negozio, la libreria e l'ampio caffè, che si apre anche verso la piazza, utilizzabile per eventi quali lectures o tavole rotonde. Dalla hall parte una lunga rampa curva che materializza l'inizio del percorso di visita che si svolge nei piani superiori lungo venticinque sale espositive poste in successione nei due corpi dell'edificio. Sale caratterizzate dalla curvatura sferi-
2. LA RICERCA
ca del fianco orientale, sia per quanto riguarda gli spazi, sia per quanto riguarda il sistema dei lucernari che, proprio per la particolare sagomatura dell'edificio, permettono di illuminare dall'alto anche le esposizioni che si trovano al di sotto dell'ultimo piano. Nella parte più alta del corpo curvo una grande galleria a mezza volta ribassata a sezione variabile, illuminata dall'alto, offre uno spazio di ampia flessibilità alle mostre temporanee. Il percorso, che attraversa in sequenza tutte le sale dando al visitatore, come dice lo stesso Holl, "un'ampia varietà di esperienze spaziali", si muove costan130
2.3 L’architettura contemporanea
Cina, Pechino 2008 Steven Holl
KIASMA MUSEUM OF CONTEMPORARY ART
Finlandia, Helsinki 1998 Steven Holl 131
2. LA RICERCA
LINKED HYBRID
2.3 L’architettura contemporanea temente attorno al grande vuoto centrale, che a tratti attraversa con balconate e ponti, seguendo una sorta di linea spiraleggiante memore del museo Guggenheim di Frank Lloyd Wright. A Barcellona troviamo l’ampliamento per la fiera realizzato da Toyo Ito (2009), un edificio costituito da due corpi ben distinti collegati da un passaggio
Fiera Barcellona PLASMARE + DISTORCERE + RITAGLIARE sopraelevato e una pelle traforata riproposta su entrambi che danno continuità all’edificio; internamente molto diversi quello che risulta curvo e plasmato contiene l’ingresso e la zona ristoro e cela uno spazio aperto e flessibile, l’altro, un rettangolo distorto, ospita la sede al coperto della fiera ed è suddiviso in tante stanze affiancate e un percorso obbligato che porta ai vari stand. Il Performing Art Centre (2004), rannicchiato in un quartiere densamente abitato di Matsumoto, affronta coraggiosamente la relazione fra la consueta articolazione spaziale di un edificio per spettacoli e i vincoli eccezionali dati dal contesto urbano. Il risultato è una forma sinuosa, quasi un embrione, che dialoga delicatamente con i suoi dintorni Testo di Akira Suzuki.
Matsumoto Performing Art PLASMARE + RITAGLIARE
2. LA RICERCA
Il Matsumoto Performing Art Centre si trova sul sito del vecchio Palazzo Comunale nel cuore della città. Il lato della facciata è in qualche modo vincolato dall’edilizia residenziale circostante; gli alberi intorno al tempio shintoista adiacente aggiungono una nota di verde. Il progetto di Toyo Ito aggira le severe restrizioni spaziali, con una pianta planare. Invertita la posizione di palcoscenico e platea, al centro dell’edificio è stata collocata la torre scenica; questo permette di configurare il percorso degli autocarri per ottimizzare il carico e lo scarico delle scenografie, e inoltre favorisce il contenimento del rumore e del 132
2.3 L’architettura contemporanea
Spagna, Barcellona 2009 Toyo ito
MATSUMOTO PERFORMING ART CENTRE
Giappone, Matsumoto 2004 Toyo Ito 133
2. LA RICERCA
AMPLIAMENTO FIERA DI BARCELLONA
2.3 L’architettura contemporanea volume a carico dei residenti della zona. Il progetto prevede una balconata a ferro di cavallo che segue la parete curva della hall, nonché numerosi camerini disposti intorno al suo perimetro. L’impianto base del progetto segue la logica ingresso-scalinata-foyer, uno schema spaziale barocco orientato ad accentuare la drammaticità al momento dell’ingresso, una dinamicità adrenalinica che si sviluppa nelle lunghe pareti curve. L’idea di Ito è di far entrare nel teatro lo spettatore giunto alla hall attraverso un percorso che corre dietro il teatro, curvando a sinistra. Ma nessuna spiegazione di tipo funzionale e grafico della pianta può comunicare l’esperienza che si prova. In Giappone, i teatri d’Opera Teatro Nazionale compreso - svolgono contemporaneamente la funzione di sala concerti e di piccolo teatro. Anche il Matsumoto Performing Arts Centre ha una grande sala a ferro di cavallo con quattro ordini di palchi su modello dei teatri d’opera tradizionali europei, ma può rispondere a esigenze musicali o teatrali specifiche facendo scendere il soffitto a formare una platea. Inoltre, la pianta a “quattro quadrati”, colloca dietro al palcoscenico una platea a sedili pieghevoli che funge da “teatro sperimentale”. Ed è probabile che ben pochi spettatori, arrivando dal ridotto denominato “parco teatrale” al “teatro speri-
2. LA RICERCA
mentale”, sappiano di trovarsi nella parte posteriore del palcoscenico del teatro dell’Opera. Lo spazio dinamico a forma di embrione che circoscrive i due teatri è una tabula rasa, una grande lastra sostenuta da un’armatura di sottili colonne di acciaio. A fronte di una acustica e un’illuminazione perfette e di un’alta tecnologia del condizionamento d’aria, gli spazi del piccolo e grande teatro mancano infatti di metafore o programmi architettonici. L’intento è di far galleggiare liberamente in quello spazio spettatori, attori e registi, dando al regista creativo la possibi134
2.3 L’architettura contemporanea lità di rivelare in una notte le potenzialità di un teatro. “Intendo costruire uno spazio che non abbia una piatta gerarchia”, afferma Ito. Certamente la modernità ha permesso di congiungere l’interno e l’esterno di una costruzione in una vetrata trasparente e la tecnologia contemporanea ha disperso e dissipato nello spazio di vita quotidiano macchinari e attrezzature. Ma in uno spazio che non ha un fronte e un retro si nasconde la contraddizione di un’umanità fisica che vi sopravvive come corpo estraneo. Esistono poi una serie di edifici in cui partendo da una forma regolare vendono distorti e strecciati, come per esempio la Casa da musica realizzata da Rem Koolhaas a Porto (2005).
Casa da musica DISTORCERE La struttura include un grande auditorium in grado di ospitare sino a 1300 posti a sedere. L’edificio, ubicato nel centro storico della città, si presenta come un grande fungo di calcestruzzo bianco dagli angoli spigolosi, circondato su tre lati da vecchi isolati caratterizzati da una tipologia mista di edifici, dai più semplici ai più deteriorati a quelli più signorili. La struttura è stata infatti concepita dallo studio Oma come opera di cerniera fare del progetto “non più una ferita tra la vecchia e la nuova Porto, ma un incontro positivo di due differenti modelli di città”. “Attraverso il simbolismo - si legge nella descrizione del progetto fornita dallo studio olandese – visibilità e accesso sono risolte in un solo gesto”. Al fine di risolvere il problema della frattura tra la Concert hall e gli spazi interni ed esterni, l’edificio è stato considerato come una massa solida all’interno della quale sono state eliminate le due concert hall a forma di scatola di scarpe, 135
2. LA RICERCA
tra la vecchia e la nuova Porto. Continuità e contrasto insieme contribuiscono a
2.3 L’architettura contemporanea con il risultato di un unico blocco esterno. “L’edificio – spiega Oma – rivela i suoi contenuti alla città senza essere didattico. E allo stesso tempo la città si presenta allo spazio interno in modo mai apparso prima”. La cesellata forma scultorea del bianco guscio in cemento ospita la sala concerti principale, una piccola sala da 350 posti, sale prova e una sala registrazione per la Oporto National Orchestra. Una terrazza scavata nella linea spiovente del tetto e una serie di tagli nella pelle in cemento connettono l’edificio alla città. Scale portano dalla piazza al piano terra al foyer, dove una seconda serie di scale conduce la sala principale e a differenti livelli superiori. Pesanti travi in cemento attraversano il grande lucernario sovrastante. L'auditorium principale è racchiuso alle due estremità da due strati di “ondulate” pareti in vetro. Il vetro, ondulato per un'acustica ottimale e una bellezza pura, porta luce diffusa in tutta la sala. Una sala ha un rivestimento in piastrelle dall’azzurro pallido con temi religiosi, che si trovano comunemente nelle chiese portoghesi, mentre un’ altra è rivestita in piastrelle dal disegno forte-
2. LA RICERCA
mente geometrico. Un altro progetto di riferimento per questa azione è il Messezentrum Basel a Basilea ad opera di Herzog & De Meuron, di cui si prevede la data di fine lavori per la sua costruzione nel 2013. La fiera di Basilea si sviluppa attorno al quartiere fieristico con cinque padiglioni, una superficie espositiva, un centro congressi, un Musical Theater e un parcheggio. Oltre alla fiera primaverile ricca di tradizione MUBA, oggi a Basilea si svolge tutta una serie di altre fiere speciali, tra cui la fiera della gioielleria e 136
2.3 L’architettura contemporanea
Portogallo, Porto 2005 Rem Koolhaas
MESSEZENTRUM BASEL
Svizzera, Basilea 2013 Herzog & De Meuron 137
2. LA RICERCA
CASA DA MUSICA
2.3 L’architettura contemporanea dell'orologeria Baselworld e la fiera dell'arte Art Basel rappresentano senza dubbio gli eventi più importanti nel loro genere. Il motivo scatenante del tanto dibattuto progetto da 430 milioni è che il padiglione nell'area di Erlenmatt è disponibile per Baselworld solo fino al 2012. Per continuare a svolgere questa rinomata fiera, era necessario sostituire la superficie attuale. Allo stesso tempo l'edificio di testa del padiglione 1 (anno di costruzione 1999) e il padiglione 3 (1965) devono essere rinnovati per mancanze tecniche e operative.
Messezentrum Basel DISTORCERE Gli architetti Herzog & De Meuron hanno risolto quest'ambiziosa sfida architettonica, realizzando un collegamento aperto tra i due padiglioni: il padiglione 1 viene ampliato verso il quartiere fieristico, il padiglione 3 vicino al parcheggio sarà ristrutturato e i due edifici saranno collegati con una sovrastuttura a due piani. Il Bellevue Art Museum, situato in una città satellite della provincia americana di Bellevue, Washington, lavora sull’incisione e lo scavo della materia. Come si può coniugare il bisogno di carattere con la richiesta di essere più cose
2. LA RICERCA
contemporaneamente? Qual è l'alternativa alla negazione di un'identità precisa? Non fermarsi davanti all'incongruenza della duplicità, risponde Steven Holl. Accettare non solo la possibilità di materializzare insieme due idee, due concetti diversi, ma anche la triplicità come elemento fondativo dell'architettura. Prendere atto del fatto che una stessa cosa possa avere tre forme, tre livelli, tre materie; e definire così uno spazio ibrido multisensoriale, non dialettico nemmeno nel rapporto dentro-fuori, apertura-chiusura. 138
2.3 L’architettura contemporanea L'edificio è un museo d'arte contemporanea che non ospita collezioni permanenti e tantomeno considera le opere d'arte da esporre come ragione prima del suo essere. Nato da un mercatino d'arte di strada, trasferitosi poi in un'ala di uno shopping mall, è oggi un po' museo, un po' scuola, un po' opera d'arte esso stesso, tempio dedicato alla luce (ai suoi mutamenti a seconda delle ore e delle stagioni) e laboratorio creativo interattivo dedicato alle persone che lo frequentano e che hanno contribuito alla sua realizzazione.
Bellevue Art Museum INCIDERE L'edificio è basso, inscritto in un parallelepipedo dove poi sono stati ritagliati dei vuoti, scavato un angolo, ricavate sei terrazze. In maniera approssimativa si può dire che un terzo della superficie esterna è in vetro, e che i rimanenti due terzi sono equamente divisi tra un rivestimento in allumino sabbiato e calcestruzzo dipinto di un rosso scuro. I materiali si accostano come fossero stati tagliati senza rifiniture, entità pure, estetiche, non materiche, astratte, metafisiche. Ampie vetrate al piano terra enfatizzano l'apertura del museo alla strada (da cui esso trae le origini) e alle persone che vi transitano. trattare la luce naturale; in tre direzioni di circolazione; in tre tipi di attività pianificate per i visitatori (vedere, esplorare, creare) che corrispondono a tre discipline umane (arte, scienza, tecnologia); nel percorso esperienzapensiero-contatto, in tre diverse concezioni del tempo (lineare, ciclico e mitico). L'ingresso principale è situato nell'angolo svuotato del parallelepipedo virtuale, nella direzione diagonale dell'edificio. Al piano terra l'atrio a doppia altezza 139
2. LA RICERCA
La triplicità trova espressione concreta in tre gallerie con tre diversi modi di
2.3 L’architettura contemporanea funge anche da salone per eventi speciali. Allo stesso livello si trovano un caffè, un auditorium ed un negozio-libreria. Le pareti sono bianche, il pavimento è nero "alla palladiana", da qui una rampa sale, spezzandosi subito dopo i primi gradini a formare un piccolo palcoscenico sul grande atrio centrale, e conduce al primo piano, alla Explore Gallery, una sala a doppia altezza illuminata zenitalmente tramite un lucernario. Nell'angolo sud-est del primo piano è ricavata una terrazza triangolare.Una scalinata di vetro conduce al secondo ed ultimo piano, dove si trovano una corte espositiva all'aperto e altre due gallerie. Ogni sala (tutte sono leggermente curve) interpreta un diverso rapporto con la luce naturale (da nord, da sud, da est e ovest). Anche nel caso del Forum di Barcellona il volume viene scavato ma, a differenza del caso appena citato, questo avviene solo sulla copertura; l’effetto bucato si avverte solo all‘interno. Viene inoltre bucato in gran parte il piano terra creando una piazza coperta e passante.
Forum 2004 INCIDERE Il Forum è situato su un’ area dalla dolce pendenza, tra le periferiche strade della griglia ortogonale di Cerdà e l’ Avenida Diagonal.
2. LA RICERCA
In pianta l’edificio è un triangolo equilatero sorretto da colonne in calcestruzzo. Sollevando la struttura da terra, Herzog e De Meuron hanno creato una spazio pubblico permeabile, il quale si trasforma. Una serie di corti, che intersecano in alzato la struttura dell’edificio, stabiliscono una complessa interazione tra gli spazi aperti coperti e i vari livelli del Forum, ricreando costantemente nuovi punti di vista ed effetti di luce. Le corti sono di forma e dimensione differenti, e hanno differenti rivestimenti materiali riflettenti- alcune volte semplici pannelli di vetro riflettente, mentre in altri spazi il rivestimento si trasforma in 140
2.3 L’architettura contemporanea
FORUM 2004
Usa, Washington 2001 Steven Holl
2. LA RICERCA
BELLEVUE ART MUSEUM
Spagna, Barcellona 2004 Herzog & De Meuron 141
2.3 L’architettura contemporanea pannelli di acciaio dorato. A differenza del caso appena citato Jean Nouvell nel Concert Hall realizza incisioni solo superficiali che riguardano semplicemente la pelle più esterna lasciando intravedere finestre di vita dell’edificio. Costruire in un nuovo quartiere è una missione risciosa. Un futuro incerto non si può rispon-dere che con la forza positiva dell’incertezza: il mistero. Il mistero che non si dissocia mai dalla seduzione, e quindi dall’attrazione. Bisogna valorizzare il contesto qualunque esso sia.
Concert Hall INCIDERE Per raggiungere questo scopo per prima cosa è necessario stabilire una presenza, una identità. La proposta è dunque di materializzare il territorio creando un’attrezzaatura urbana eccezionale che rispetti la geometria urbana programmata. Questo sarà un volume che lascerà indovinare un’interiorità, un parallelepipedo misterioso capace di modificarsi secondo il variare della luce diurna o notturna. La notte il volume diventerà teatro di immagini, di colori di luci, palesando la sua intensa vita interiore. L’interno è un mondo a sè, complesso e diversificato. Una strada costeggiata da negozi segue il canale urbano ed è invasa da un bar e da un ristorante. Una piazza coperta la
2. LA RICERCA
domina, un grande volume vuoto sottostante le scaglie di legno della sala da concerto. Assimilabile al Forum di Herzog & De Meuron possimo trovare l’esempio del Guggenheim ad opera di Jean Nouvelche cerca, attraverso l’incisione della
Guggenheim INCIDERE pelle, di dare continuità fra l’interno e l’esterno. A Guadalajara le case sono basse e gli alberi sono alti. Il concept prevede di prolungare il parco per dare l’illusione che il progetto appartenga a tale geografia, atomizzando l’edificio in parti più piccole in conformità con la scala della città a sviluppo orizzontale. 142
2.3 L’architettura contemporanea
GUGGENHEIM
Danimarca, Copenhagen 2009 Jean Nouvel
2. LA RICERCA
CONCERT HALL
Messico, Guadalajara 2005 Jean Nouvel 143
2.3 L’architettura contemporanea Per lavorare nel giardino, per passeggiare sotto un cielo artificiale blu che protegge da quello naturale facendone trasparire la presenza, per camminare sotto le piante rampicanti che ornano griglie metalliche e che proiettano ombre geometriche sfumate dall’ondeggiare delle foglie. E poichè Guadalajara è la città di Luis Barragan, poichè il colore è una tradizione secolare, le case colorate - uffici di colori cangianti e mutevoli, di rosso e di giallo, di marrone e di blu - per creare sotto le ombre, un gioco sempre nuovo di colori e luci. Un monolite che si smaterializza affacciandosi a picco sulla montagna, creando un’alternanza di pieni e vuoti. Sommare: primo esempio,all’Istituto del mondo arabo, la cui forma prende vita dalla somma delle superfici seriali della pelle. L’istituto è la vetrina del mondo arabo a Parigi, non è dunque un edifici arabo ma occidentale. Come tutti i centri culturali, esso possiede una funzione di apertura verso ogni
tipo di pubblico e deve essere in grado di attrarre il più
vasto numero di visitatori. Scommettendo sull’attrattività, si è dunque adottato un programma culturale occidentale, simile a quello del Boumerang:
2. LA RICERCA
l’istituto ospita un museo, esposizioni temporanee, una biblioteca, sale dedi-
Istituto del mondo arabo SOMMARE elementi seriali cate all’attualità, ecc. ma nulla che sia più particolarmente specifico o sensibile alla cultura araba. Formando dei quadrati e dei poligoni più o meno grandi, i moucharabiech creano un gioco simmetricoi cui temi ricordano l’Alhambra. Un secondo valore simbolico messo in evidenza è quello dell’acqua. Rilassante, essa cola da uno shaddar (una scala all’interno del giardino sulla quale l’acqua scorre scintillando), scende dall’alto, dal cielo, lungo una scalinata. Una vera fontana messa sotto vetro, in cui è stato aggiunto del vero mercurio, preserva144
2.3 L’architettura contemporanea to dall’azoto, a ricordare l’interno dei palazzi delle Mille e una notte. L’istituto del mondo arabo è un edificio che congiunge due culture, due storie. A sud si trova la Parigi moderna con Jussieu, a nord la città storica con lIle Saint-Louis e l’Ile de la Citè. Se il fronte sud dell’Istituto rivela il carattere modernamente orientale dei diaframmi, il fronte nord si offre come specchio della cultura occidentale. In effetti il paesaggio parigino più prossimo è impresso sulla facciata nord attraverso un procedimento che impiega lo smalto sul vetro come un’immagine sul suo supporto. Questa facciata, attraversata da righe, rimanda all’arte contemporanea. In architettura è necessario prendere una posizione culturale, evitare ogni ricetta e soluzione preconfezionata e favorire un approccio ai problemi globali e specifici. Per questo motivo, e nella convinzione che i confini tra architettura, decorazione d’interni e design siano fittizi, il progetto ha riguardato anche l’aspetto museografico, il disegno degli espositori e degli elementi di arredo. A differenza del primo caso trattato il VitraHaus nasce come sovrapposizione di volumi identici sovrapposti gli uni sugli altri. Meuron: la casa-archetipo e la sovrapposizione dei volumi. Dato il programma richiesto, che consiste nella presentazione di oggetti d’arredo e uso domestico, a Weil am Rhein pare particolarmente appropriata la riproposizione, in chiave innovativa, del modello archetipico della casa, inteso quale composizione di cinque piani (due pareti, due falde inclinate e un pavimento). Per proporzioni e dimensioni, gli interni dello showroom – gli architetti vi si riferiscono con il termine “scala domestica”- evocano familiari contesti residenziali, piuttosto che 145
2. LA RICERCA
Il progetto di VitraHaus combina due temi ricorrenti nell’opera di Herzog & de
2.3 L’architettura contemporanea gallerie dalla candida e cubica estetica purista. Le singole “case” che compongono il progetto, e che possiedono le generali caratteristiche di uno spazio espositivo, sono concepite come elementi astratti. Con poche eccezioni, solo i terminali cuspidati sono aperti e finiti da ampie vetrate a filo, mentre i corpi longitudinali sembrano tranci di un’unica estrusione. Impilate per un totale di cinque piani, e in qualche punto vertiginosamente a sbalzo, le 12 unità si intersecano -il pavimento dell’una a livello del frontone
Vitra haus SOMMARE elementi seriali della successiva- creando un assemblaggio tridimensionale, una sovrapposizione di case che, a prima vista sembra quasi caotica. L’intonaco di rivestimento esterno è dipinto uniformemente in grigio antracite, un colore che rende più materico l’edificio e contribuisce a integrarlo nel paesaggio circostante, mentre gli spazi interni sono stati semplicemente imbiancati per fornire lo sfondo il più discreto possibile agli oggetti ed arredi in esposizione. Come una piccola città stratificata verticale, VitraHaus costituisce un nuovo
2. LA RICERCA
punto di riferimento rispetto al Campus. Una “piazza” pavimentata in doghe di legno ne costituisce l’area centrale, aperta, attorno alla quale si raggruppano cinque edifici. Da una parte troviamo una zona per conferenze e uno spazio espositivo dedicato alla presentazione di pezzi originali appartenenti alla storica collezione di sedie del Vitra Design Museum. Dall’altra si combinano il Vitra Design Museum Shop, il Foyer con reception e guardaroba e una caffetteria con annessa terrazza all’aperto. Il circuito suggerito ai visitatori inizia dal piano più alto, comodamente rag146
2.3 L’architettura contemporanea
VITRA HAUS
Francia, Parigi 1987 Jean Nouvel
2. LA RICERCA
ISTITUTO DEL MONDO ARABO
Germania, Weil am Rhein 2009 Herzog & De Meuron 147
2.3 L’architettura contemporanea giungibile in ascensore. All’uscita da quest’ultimo, l’apertura orientata a nord della prima sala offre una vista spettacolare sulla collina di Tülling. Sul lato opposto, dove la rispettiva vetrata risulta arretrata per far spazio ad una piacevole terrazza esterna, la visuale si apre sulla città di Basilea con la sua densa cintura di industrie farmaceutiche. Il percorso di visita si snoda in discesa attraverso i vari piani, per ritornare infine al punto di partenza. Il circuito dà via via modo di comprendere che l’attenta distribuzione e il preciso orientamento delle varie unità, lungi dall’essere casuale, inquadra deliberatamente specifiche porzioni del panorama circostante. La complessa articolazione degli spazi interni non è unicamente dovuta all’orientamento rispettivamente obliquo delle singole unità, ma deriva anche dall’integrazione di un secondo concetto geometrico: le varie rampe di scale sono infatti ricavate entro sinuosi ed espressivi volumi organici che si fanno strada attraverso i successivi livelli dell’edificio, letteralmente “erodendoli”. La scelta intenzionale di scartare l’ipotesi di un edificio orizzontale, tipico degli impianti manifatturieri, a favore di un edificio a sviluppo verticale su base ridotta, garantisce una visione complessiva in senso lato: da una
2. LA RICERCA
–letterale- vista sul paesaggio circostante e sul sito del Campus, ad una panoramica – tutta “interna”- sull’intera Home Collection. Nel progetto realizzato, così come gli spazi interni ed esterni si compenetrano, qualcosa di analogo accade ai due tipi di forme utilizzate: da un lato l’aspetto ortogonale-poligonale, percepibile dall’esterno, e dall’altro l’approccio organico, che produce, all’interno, una serie di sorprese spaziali, un vero e proprio “mondo segreto“ (come lo definiscono Herzog & de Meuron) con un suo suggestivo, quasi labirintico carattere. 148
2.3 L’architettura contemporanea VitraHaus offre due diversi aspetti, a seconda della visione diurna e notturna: di sera, infatti, la prospettiva s’inverte. Se durante il giorno dall’interno dell’edificio si tende a guardare verso il paesaggio esterno, quando cade la notte invece, gli interni illuminati diventano particolarmente visibili, mentre le forme esterne dell’edificio si dissolvono nella progressiva oscurità. Le stanze allora si dilatano e le vetrate delle sezioni cuspidate si trasformano in lanterne-vetrine che illuminano e animano quietamente il Campus Vitra e il paesaggio circostante. Molto simile come idea generatrice della forma è quella utilizzata per il Walker art center, sempre da Herzog & De Meuron, a Minneapolis nel 1999, ma a differenza dei casi precedentemente esposti, qui gli architetti scelgono di non utilizzare moduli identici, ma bensì volumi pressapoco quadrati scalati di dimensioni diverse e sovrapposti gli uni sugli altri a formare spazi di relazione a diversa altezza. Trovandosi a dover aggiungere parti a un edificio in parte già presente, realizzato da Edward Larrabee Barnes nel 1971, decidono di accostare al sobrio padiglione rivestito in mattoni, un altro simile ma rivestito da un’epidermide metallica che si ripiega, si erode e galleggia sul terreno. nuovo padiglione ruota liberandosi su una vasta area pavimentata, costellata qua e là da dischi erbosi e segnata da piccoli cerchi di conglomerato a vista. Come molti progetti contemporanei di Herzog & de Meuron – il Forum di Barcellona (2004), per esempio, o il Forum della Caixa in costruzione a Madrid – la parte più evidente dell’ampliamento del Walker Art Center ha la morfologia di un cristallo, o di un enorme masso levigato. Alcuni soffitti si ripiegano indipendentemente dalle pareti circostanti, aprendo varchi all’illuminazione dello 149
2. LA RICERCA
Vincolato a una base interamente vetrata che dà sulla Hennepin Avenue, il
2.3 L’architettura contemporanea spazio sottostante. Superando il quadrilatero ortodosso, la scatola cristallina si deforma lievemente in ogni direzione. Le sue viscere sono un complesso insieme di pieni e di vuoti che premono, suggerendo un’energia intrinseca su una membrana superficiale che si fa tesa e traslucida. L’epidermide esterna è ricoperta di pannelli quadrati di rete d’alluminio lievemente increspata. Ruotati, apparentemente a caso, questi pannelli ritornano nella parte inferiore della copertura a sbalzo per contribuire alla leggibilità del padiglione come elemento urbano distinto. Nella prominenza anteriore, un’ampia finestra angolare
Walker art center DISPORRE elementi nello spazio proietta la sua vetrata davanti alla struttura ed è fluida come la pelle di rete. Più in alto, dove il metallo grigio argenteo si fonde con il cielo del Minnesota, una lunga vetrata poligonale crea un punto di vista panoramico per il salone dei ricevimenti. Sul retro, una terza vetrata, come una branchia, illumina la scala principale passando in diagonale sul suo sfondo. Collegando la vecchia struttura con la nuova, Herzog & de Meuron ripropongono l’esterno a mattoni sotto forma di una pavimentazione interna che scorre come una scura striscia di tappeto tra le pareti di gesso bianco lucidato delle
2. LA RICERCA
zone di circolazione. Tre grandi aree espositive sono collocate in una bella terrazza bianca, come gli spazi espositivi originali, e coperte con un’iterazione in scala inferiore delle travature a vista di Barnes. Il Walker Art Center è per tradizione l’incubatore della musica d’avanguardia e della performance artistica, perciò il principale elemento del nuovo padiglione è il teatro da 384 posti, con pannelli a rilievo, sipari di velluto e tagli curvilinei sulle balconate superiori. A Louisville un altro esempio di edificio formato dalla sovrapposizione di elementi rettangolari di diverse dimensioni, sviluppato in questo caso in altez150
2.3 L’architettura contemporanea za, con elementi molto più puliti ed essenziali, quasi a sembrare una “costruzione di lego”, ad opera di Rem Koolhaas che realizza un grattacielo di 214 m contenente spazi per l’istituto di arte contemporanea, per l’University of Fine Arts di Louisville, un hotel, appartamenti di lusso, loft, spazi per uffici, ristoranti e negozi ed un giardino pubblico ideato come spazio espositivo di sculture artistiche .
Musuem Plaza DISPORRE elementi nello spazio Rompendo con la tradizionale architettura delle funzioni miste, il Museum Plaza miscela programmi commerciali e culturali in un grattacielo nel centro città ideato per “segnare un punto esclamativo nello skyline di Louisville”. Col progetto del Museum Plaza lo studio ha saldamente afferrato le caratteristiche uniche di questo sito sviluppando una soluzione veramente creativa per uno spazio pubblico accattivante. Situato all'interno della pianura alluvionale del fiume Ohio, tra un muro di argine e una autostrada interstatale, il sito è un insieme disparato di appezzamenti senza un immediato rapporto con il Central Business District di Louisville. sono rimaste regolabili – come un equalizzatore stereo - durante il disegno del progetto. In contrasto con le “mute” torri, l’isola ospita tutti gli elementi unici e pubblici dello sviluppo, sia culturale che commerciale. Isolando l'unicità del progetto all'interno dell'isola, problematiche come le uscite, la circolazione e la sicurezza risultano così contenute. La collisione tra spazi culturali e commerciali all'interno dell’ isola (le gallerie, la piscina, l’auditorium, i bar, gli spazi per l’educazione, la palestra, il ristoran151
2. LA RICERCA
Per mantenere le torri distinte, le loro dimensioni e la loro forma conseguente
2.3 L’architettura contemporanea te e la sala da ballo ...) offre l'opportunità di discutere sulla complessa tipologia dell’ istituto d'arte contemporanea. Il Museum Plaza risolve diversi problemi che incombono sulle istituzioni d'arte, tra cui la flessibilità delle gallerie e la sinergia tra cultura e commercio. Sviluppato in orizzontale è invece il Tea Tenerife Espacio de las artes ad opera di Herzog & De Meuron in Spagna nel 2008, che volendo schematizzarlosi può descrivere come l’accostamento di due figure rettangolari ed un triangolo, disposti in una maniera tale da creare un percorso continuo che attraversa l’edificio da parte a parte. Il suo design favorisce l’apertura verso l’esterno dei suoi spazi interni, mentre apporta luce e dinamismo a tutto il complesso e collega il quartiere antico della città con la zona moderna, la Santa Cruz storica con quella del XXI secolo. Il centro dispone inoltre di varie zone comuni: sala atti, negozio, caffetteria e una piazza semicoperta.
Tea tenerife DISPORRE elementi nello spazio L’idea essenziale dell’edificio si impernia su una serie di elementi diagonali sulla pianta e sui pavimenti inclinati, ivi compresa una rampa, in modo che lo
2. LA RICERCA
spazio pubblico penetri nella costruzione e confluisca nel cortile. Gli architetti hanno lavorato su un concetto in cui si mescolano spazi e attività diversi. Questa nuova superficie culturale ospiterà inoltre la collezione del pittore surrealista Óscar Domínguez, il centro di fotografia e la biblioteca della Red Insular. La collezione permanente sarà divisa in tre sezioni: una sarà dedicata a Óscar Domínguez, l’artista più internazionale cui Tenerife abbia dato i natali, del quale il Cabildo possiede la maggior collezione al mondo, in un’altra, più vasta, si potrà ammirare l’evoluzione dell’arte delle Canarie nel XX secolo, 152
2.3 L’architettura contemporanea
MUSEUM PLAZA
Stati Uniti, Minneapolis 1999 Herzog & De Meuron
2. LA RICERCA
WALKER ART CENTER
Stati Uniti, Louisville 2006 Rem Koolhaas 153
2.3 L’architettura contemporanea attraverso opere scelte dei nostri artisti di maggiore spicco, e un’ultima sezione sarà occupata dalle opere di artisti che, dal 1975 in poi, hanno ontribuito in modo significativo all’arte internazionale. Tea si sviluppa su due piani, i quali sono connessi con l’ingresso principale mediante una scala avvolgente. L’esterno in cemento ha delle piccole bolle, delle aperture in vetro che ricreano dei pattern casuali, mentre pieghevoli pannelli triangolari sono visti attraverso l’interno. A Nantes dove Jean Nouvel realizza nel 2000 il Palazzo di giustizia, un volume rigoroso, pulito e trasparente che lascia guardar dentro, sormontato da una piattaforma metallica sporgente rispetto al filo del resto dell’edificio ricavando uno spazio di relazione a metà fra interno ed esterno, circondato da una pilastrata metallica che sostiene il tutto, e sopra a questo sovrappone inoltre un altro volume vetrato che ospita una zona di ri-
Palazzo di giustizia INSERIRE pieni nel vuoto storo. Internamente un grande vuoto costituisce l’ingresso, in cui il percorso è libero, arretrati rispetto alla facciata dispone tre volumi rettangolari opachi, neri e austeri al cui interno ci sono una serie di stanze in successione in cui il
2. LA RICERCA
percorso diventa rigido e obbligato e in cui vengono celate le scale per salire ai piani superiori. Un saggio di composizione architettonica, di oggettivazione, il passaggio dal significato delle parole al segno costruito attraverso nozioni di esattezza, giustizia, equità, equilibrio, dignità, carattere, la cui definizione fa incrociare questi termini con altri concetti, altre idee.
154
2.3 L’architettura contemporanea
Spagna, Santa Cruz de Tenerife 2008 Herzog & De Meuron
PALAZZO DI GIUSTIZIA
2. LA RICERCA
TEA TENERIFE
Francia, Nantes 2000 Jean Nouvel 155
2.3 L’architettura contemporanea In Giappone Toyo Ito realizza un progetto che a livello concettuale è molto simile a quello di Jean Nouvel, un volume di vetro che racchiude scatole chiuse al suo interno, ma con una qualità aggiunta poichè per questo crematorio l’architetto decide di modellare l’edificio secondo l’andamento naturale del terreno sia in pianta sia in alzato, libera l’architettura da forme che tendono ad un rigido equilibro, per esaltare invece il flusso delle energie dinamiche. Trasforma il “less is more” modernista in
Meiso no mori INSERIRE pieni nel vuoto spazi più vicini alla natura. Si trova nella provincia di Gifu, zona montuosa a nord di Tokyo. Denominato “la foresta della meditazione” (Meiso no Mori) è stato creato con Mutsuro Sasaki, ingegnere la cui ricerca si è focalizzata nel calcolo strutturale attraverso l’uso di matematiche non lineari. Il primo approccio di Ito a questo tipo di ricerca è avvenuto con Mutsuro Sasaki per la Mediateca di Sendai, per poi giungere al Crematorio Municipale “Meiso no Mori”. Le sue strutture divengono corpi fluidi, quella del Crematorio sembra ricordare una nuvola in lento movimento spinta dal vento.
2. LA RICERCA
La distribuzione interna è molto semplice. Dall’ampia entrata principale si accede alle due aree dedicate all’ultimo saluto alle salme e ad un corridoio che conduce a tre sale di attesa ed alla hall antecedente la sala della cremazione. Le sale di attesa si affacciano verso il lago, così come il grande corridoio di distribuzione, avvicinando e quasi portando il paesaggio all’interno dell’area coperta. Un secondo piano ospita la sala macchine, posta al di sopra dell’area della fornace di cremazione.
156
2.3 L’architettura contemporanea
Giappone, Kakamigahara 2006 Toyo Ito
2. LA RICERCA
MEISO NO MORI
157
158
2.3.1
Schedature edifici contemporanei
MEDIATECA DI SENDAI
SVUOTARE
Toyo Ito Giappone, Tokyo 2000
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
APERTO
chiuso
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
TRASPARENTE
opaca
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA
159
2.3.1
SVUOTARE
PRADA SAN FRANCISCO Oma Usa, San Francisco 2000
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
aperto
CHIUSO
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionaale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
Schedature edifici contemporanei
160
2.3.1
Schedature edifici contemporanei
CORDOBA CONGRESS CENTER
SVUOTARE
Oma Spagna, Cordoba 2002
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
APERTO
chiuso
ACCESSIBILE
inaccessibile
integrato
ESTRANEO
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO
, aa
ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
, bb
privato pubblico
privato
densa
RAREFATTA
PIENA
VUOTA
DINAMICA
statica
TRASPARENTE
opaca
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA
161
2.3.1
SVUOTARE
NATIONAL MUSEUM Oma Usa, San Francisco 2000
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
APERTO
chiuso
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionaale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
2. LA RICERCA
Schedature edifici contemporanei
densa
RAREFATTA
PIENA
VUOTA
DINAMICA
statica
TRASPARENTE
opaca
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
162
2.3.1
Schedature edifici contemporanei
STOREFRONT GALLERY
RITAGLIARE
Steven Holl Spagna, Cordoba 1993
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
APERTO
chiuso
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
DENSA
rarefatta
PIENA
VUOTA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA
163
2.3.1
RITAGLIARE
TOD’S OMOTESANDO Toyo Ito Giappone, Tokyo 2004
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionaale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
2. LA RICERCA
Schedature edifici contemporanei
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
DINAMICA
statica
TRASPARENTE
opaca
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
164
2.3.1
Schedature edifici contemporanei
TAMA ART LIBRARY
RITAGLIARE
Toyo Ito Giappone, Tokyo 2007
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
TRASPARENTE
opaca
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA
165
2.3.1
RITAGLIARE
1111 LINCOLN ROAD
Herzog & De Meuron Stati Uniti, Miami 2010
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
APERTO
chiuso
ACCESSIBILE
inaccessibile
integrato
ESTRANEO
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionaale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
2. LA RICERCA
Schedature edifici contemporanei
densa
RAREFATTA
PIENA
VUOTA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
166
2.3.1
Schedature edifici contemporanei
SEDE CCTV
Steven Holl Cina, Shenzen 2002
PIEGARE
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO attraversabile
OCCLUSO
dinamico
STATICO
flessibile
RIGIDO
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
compatta
DIFFUSA
FLESSIBILE
rigida
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA
167
2.3.1
PIEGARE
HORIZONTAL SKYSCRAPER Steven Holl Cina, Shenzen 2006
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
aperto
CHIUSO
ACCESSIBILE
inaccessibile
integrato
ESTRANEO
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO attraversabile
OCCLUSO
dinamico
STATICO
flessibile
RIGIDO
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
2. LA RICERCA
Schedature edifici contemporanei
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
168
2.3.1
Schedature edifici contemporanei
LINKED HYBRID
PIEGARE
Steven Holl Cina, Pechino 2008
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
APERTO
chiuso
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO attraversabile
OCCLUSO
dinamico
STATICO
flessibile
RIGIDO
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
DIFFUSO
concentrato
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
compatta
DIFFUSA
FLESSIBILE
rigida
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA
169
2.3.1
PLASMARE
Schedature edifici contemporanei
FIERA BARCELLONA Toyo Ito Spagna, Barcellona 2009
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
integrato
ESTRANEO
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
OCCLUSO
DINAMICO
STATICO
FLESSIBILE
RIGIDO
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
blocco B blocco B blocco B
blocco A
blocco A
blocco A
blocco A
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
blocco B
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
170
2.3.1
Schedature edifici contemporanei
MATSUMOTO PERFORMING ART Toyo Ito Giappone, Nagano 2004
PLASMARE
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
APERTO
chiuso
ACCESSIBILE
inaccessibile
integrato
ESTRANEO
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA
171
2.3.1
DISTORCERE
CASA DA MUSICA Oma Portogallo, Porto 2005
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
integrato
ESTRANEO
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO attraversabile
OCCLUSO
dinamico
STATICO
flessibile
RIGIDO
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
Schedature edifici contemporanei
172
2.3.1
Schedature edifici contemporanei
MESSEZENTRUM BASEL
DISTORCERE
Herzog & De Meuron Svizzera, Basilea 2012
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
APERTO
chiuso
ACCESSIBILE
inaccessibile
integrato
ESTRANEO
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
DENSA
rarefatta
PIENA
VUOTA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA
173
2.3.1
INCIDERE
BELLEVUE ART MUSUEM Steven Holl Usa, Washington 2001
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
integrato
ESTRANEO
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO attraversabile
OCCLUSO
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
2. LA RICERCA
Schedature edifici contemporanei
densa
RAREFATTA
PIENA
VUOTA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
174
2.3.1
Schedature edifici contemporanei
FORUM 2004
INCIDERE
Herzog & De Meuron Spagna, Barcellona 2004
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
aperto
CHIUSO
ACCESSIBILE
inaccessibile
integrato
ESTRANEO
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
, aa
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
, bb
DENSA
rarefatta
PIENA
VUOTA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA
175
2.3.1
INCIDERE
CONCERT HALL
Jean Nouvel Danimarca, Copenaghen 2009
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
integrato
ESTRANEO
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO attraversabile
OCCLUSO
dinamico
STATICO
flessibile
RIGIDO
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
2. LA RICERCA
Schedature edifici contemporanei
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
176
2.3.1
Schedature edifici contemporanei
GUGGENHEIM FOUNDATION Jean Nouvel Messico, Guadalajara 2005
INCIDERE
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
APERTO
chiuso
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
ESTRANEO
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO attraversabile
OCCLUSO
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
DENSA
rarefatta
PIENA
VUOTA
dinamica
STATICA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA
177
2.3.1
SOMMARE
ISTITUTO DEL MONDO ARABO Jean Nouvel Francia, Parigi 1987
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO attraversabile
OCCLUSO
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
monofunzionale
POLIFUNZIONALE
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
2. LA RICERCA
Schedature edifici contemporanei
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
+++
178
2.3.1
Schedature edifici contemporanei
VITRA HAUS
SOMMARE
Herzog & De Meuron Germania, Weil am Rhein 2009
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
APERTO
chiuso
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
DIFFUSO
concentrato
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
densa
RAREFATTA
PIENA
VUOTA
DINAMICA
statica
TRASPARENTE
opaca
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
+++
179
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA
2.3.1
SOMMARE
BARRANCA MUSEUM
Herzog & De Meuron Messico, Guadalajara 2009
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
APERTO
chiuso
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
OCCLUSO
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
DIFFUSO
concentrato
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
2. LA RICERCA
Schedature edifici contemporanei
densa
RAREFATTA
PIENA
VUOTA
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
+++
180
2.3.1
Schedature edifici contemporanei
CULTURAL COMPLEX LUX
SOMMARE
Herzog & De Meuron Brasile, San Paolo 2009
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
APERTO
chiuso
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO attraversabile
OCCLUSO
dinamico
STATICO
flessibile
RIGIDO
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
densa
RAREFATTA
PIENA
VUOTA
DINAMICA
statica
TRASPARENTE
opaca
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
+++
181
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA
2.3.1
DISPORRE
WALKER ART CENTER
Herzog & De Meuron Usa, Minneapolis 1999
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
APERTO
chiuso
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
Schedature edifici contemporanei
+++
182
2.3.1
Schedature edifici contemporanei
MUSUEM PLAZA
DISPORRE
Oma Usa, Louissville 2006
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
aperto
CHIUSO
accessibile
INACCESSIBILE
integrato
ESTRANEO
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
FLESSIBILE
rigido
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
+++
183
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA
2.3.1
DISPORRE
TEA TENERIFE
Herzog & De Meuron Spagna, Santa cruz de Tenerife 2008
RELAZIONE URBANA CONNESSO
sconnesso
aperto
CHIUSO
ACCESSIBILE
inaccessibile
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
MORFOLOGIA
2. LA RICERCA
Schedature edifici contemporanei
DENSA
rarefatta
PIENA
vuota
DINAMICA
statica
trasparente
OPACA
COMPATTA
diffusa
FLESSIBILE
rigida
+++
184
2.3.1
Schedature edifici contemporanei
PALAZZO DI GIUSTIZIA
DISPORRE
Jean Nouvel Francia, Nantes 2000
RELAZIONE URBANA connesso
SCONNESSO
APERTO
chiuso
accessibile
INACCESSIBILE
INTEGRATO
estraneo
limite urbano
attraversabilità
relazione urbana
USO ATTRAVERSABILE
occluso
DINAMICO
statico
flessibile
RIGIDO
MONOFUNZIONALE
polifunzionale
diffuso
CONCENTRATO
spazio distributivo
spazio - pubblico
spazio + pubblico
percorso
densa
RAREFATTA
PIENA
vuota
dinamica
STATICA
TRASPARENTE
opaca
COMPATTA
diffusa
flessibile
RIGIDA
2. LA RICERCA
MORFOLOGIA
185
186
3.1
Il sito di progetto
Il progetto si colloca nella città di Manhattan, a pochi passi da Broadway. Non solo ampie porzioni della sua superficie sono occupate da mutazioni architettoniche (Central Park, il Grattacielo), frammenti utopici (il Rockfeller Center, la sede dell'Onu), e fenomeni irrazionali (Radio City Music Hall), ma per
La morfologia di Manhattan LUOGO di più ogni isolato è coperto da molteplici strati di architettura fantasma, che ha assunto la forma di passati insediamenti, di progetti abortiti e di fantasie popolari che forniscono immagini alternative a quella della New York attuale. In particolar modo tra il 1890 e il 1940 una nuova cultura scelse Manhattan come laboratorio: un'isola mitica dove l'invenzione e il collaudo di uno stile di guiti come esperimento collettivo, nel quale l'intera città diventava una fabbrica di esperienze artificiali e dove il reale e il naturale cessavano di esistere. Manhattan ha generato un'architettura sfrontata, che è stata amata in misura direttamente proporzionale alla sua assoluta mancanza di avversione per se stessa, e rispettata proprio per gli eccessi attraverso cui si è sviluppata. L'architettura di Manhattan è un paradigma per lo sfruttamento della congestione in cui divaga l'iper-densità. "Molti potranno rimanere sorpresi che così pochi spazi siano stati lasciati liberi, 187
3. IL PROGETTO
vita metropolitano e dell'architettura da esso prodotta potessero essere perse-
3.1 Il sito di progetto e che quelli rimasti siano di dimensioni troppo ridotte perchè si possa usufruire della circolazione dell'aria e dei suoi benefici sulla salute. Certamente, se il destino di New York fosse stato quello di trovarsi lungo le sponde di un piccolo corso d'acqua come la Senna o il Tamigi, sarebbe stata necessaria una grande quantità di ampi spazi aperti; ma i larghi bracci di mare che circondano l'isola di Manhattan rendono la sua situazione particolarmente felice in quanto a salute e a benessere, così come dal punto di vista utilitario e commerciale; poichè dunque, per gli stessi motivi, il prezzo della terra era straordinariamente alto, parve opportuno seguire un criterio economico che avesse maggior efficacia di quelli che, in altre circostanze, avrebbero potuto accordarsi con le norme di prudenza e con il senso del dovere..." Si è scelto di utilizzare una griglia per suddividere il suo territorio. A dispetto della sua neutralità apparente, essa sottende un programma intellettuale per l'isola: nella propria indifferenza alla topografia, a quanto esiste, rivendica la superiorità della costruzione mentale sulla realtà. Lo schema delle strade e degli isolati rivela che la sua autentica ambizione è
3. IL PROGETTO
l'assoggettamento, se non l'annullamento, della natura. Tutti gli isolati sono uguali e la loro equivalenza invalida, in un solo momento, qualsiasi sistema di articolazione e differenziazione che in passato abbia guidato la progettazione delle città tradizionali. La griglia liquida la storia dell'architettura e tutte le precedenti lezioni di urbanistica. Essa costringe i costruttori di Manhattan a sviluppare un nuovo sistema di valori formali, a inventare strategie per differenziare un isolato dall'altro. La disciplina bidimensionale della griglia origina anche una libertà insperata per un'anarchia tridimensionale. La griglia determina un nuovo equilibrio tra 188
3.1 Il sito di progetto libertà e controllo, grazie al quale la città può essere contemporaneamente ordinata e fluida, una metropoli dal caos rigoroso. Con questo modo d'imporsi, Manhattan è immunizzata per sempre contro ogni intervento totalitarista. In un singolo isolato - l'area più estesa che possa essere sottoposta al controllo architettonico - sviluppa un'unità massima di Ego urbanistico. Poichè non c'è speranza che zone più ampie dell'isola possano essere dominate da un singolo committente o architetto, qualsiasi volontà - qualsiasi ideologia architettonica - dovrà realizzarsi per intero entro i limiti dell'isolato. Poichè Manhatta ha una superficie finita e il numero dei suoi isolati è stato stabilito una volta per sempre, la città non potrà crescere in modo convenzionale. La sua pianificazione quindi non potrà mai definire una specifica configurazione architettonica immutabile nel tempo; si può solo predire che, qualunque cosa accada, avverrà da qualche parte all'interno dei 2028 isolati della griglia. Ne consegue che ogni forma di insediamento umano può affermarsi solamente a spese di un altro. La città diventa un mosaico di episodi, ciascuno con la progriglia. (Delirious New York, Rem Koolhaas, Electa 2005, Milano)
189
3. IL PROGETTO
pria specifica durata, contrapposti l'uno all'altro attraverso il medium della
3.1 Il sito di progetto MODELLO EVOLUTIVO DI MANHATTAN
MODELLO EVOLUTIVO CRONOCAOS
1 SOLA OPZIONE
3 OPZIONI
la rigida e inflessibile griglia di Manhattan costringe a costruire negli isolati che questa crea e l’unica opzione di espansione è crescere in altezza
DEMOLIZIONE
la griglia di pieni e vuoti che vado a sovrapporre all’area di progetto permette tre opzioni di espansione: invertire i pieni con i vuoti, densificare il costruito, crescere in altezza
INVERTIRE I PIENI CON I VUOTI
SOSTITUZIONE
CRESCITA IN ALTEZZA DENSIFICARE IL COSTRUITO +
+
++
++
3. IL PROGETTO
+
++
CRESCERE IN ALTEZZA
190
191
MANHATTAN 78 m
cittĂ verticale
60 m c
30 m 15 m
f
a. deposito ferroviario
a
ad
i pr
c. area parcheggio macchine
to
e
og et
b. area parcheggio camion
are
d. high-line park e. pista atterraggio aeroplani
b
d
f. parco skateboard g. stazione ferroviaria
c
h. stazione metropolitana i. lincoln tunnel l. chelsea park
l
192
h
g
3. IL PROGETTO
h
i
193
194
3.2
Il programma funzionale
2011
sale prova
TEATRO
sale prova
sala 700 posti 2013 2015
camerini sala audio / luci
sala 150 posti
2022
laboratorio di fisica
punto ristoro sala 300 posti
deposito materiali
SCUOLA
2026
teatro all’aperto
verde sportivo
2020
2024
laboratorio di montaggio
spogliatoi
aule attività libere
aula insegnanti
spazio giochi
mensa biblioteca
aula informatica
mostre
laboratorio di fisica
laboratorio di lingue aula attività di gruppo
recite palestra
laboratorio di chimica
piscina
aula attività ordinate
2028
2030
RESIDENZA massaggi
2032
camera da letto
2034 2036
terrazza
2038 195
ufficio
solarium
piscina
shopping studio
sala da pranzo
cucina
giardino
3. IL PROGETTO
2017
torre scenica
uffici amministrattivi sala 400 posti
info + biglietterie
3.2 Il programma funzionale
sale prova sale prova sala 700 posti sala 400 posti
info + biglietterie uffici amministrattivi
teatro all’aperto punto ristoro teatro all’aperto
sala 150 posti sala 300 posti
Programma funzionale1: TEATRO Si decide come prima funzione che sia un teatro, contenendo quindi al suo interno: - una sala con capienza di 700 persone + retropalco + foyer 400 mq + servizi igienici 40 mq
3. IL PROGETTO
+ 2 camerini singoli da 15 mq ciascuno + 2 camerini da 30 persone ognuno da 100 mq ciascuno + servizi igienici e docce di servizio da 80 mq + 2 laboratori di montaggio delle scenografie da 70 mq ciascuno + deposito materiali da 60 mq foyer
+ torre scenica + sala audio/luci da 70 mq ; - una sala con capienza di 400 persone
sala teatro
196
3.2 Il programma funzionale + retropalco + foyer 200 mq + servizi igienici 40 mq + 4 camerini da 15 persone ognuno da 40 mq ciascuno + servizi igienici e docce di servizio da 65 mq deposito materiali
+ 2 laboratori di montaggio delle scenografie da 70 mq ciascuno + deposito materiali da 60 mq + torre scenica + sala audio/luci da 70 mq;
laboratorio di montaggio
- una sala con capienza di 300 persone + una sala con una capienza di 150 persone + retropalchi + foyer 200 mq + servizi igienici 40 mq sala audio / luci
+ 4 camerini da 15 persone ognuno da 50 mq ciascuno + servizi igienici e docce di servizio da 50 mq + 3 laboratori di montaggio delle scenografie da 70 mq
camerini
ciascuno + deposito materiali da 60 mq + torri sceniche + sala audio/luci da 70 mq;
sala acrobatica
13 biglietterie + sala d’attesa da 400 mq + info-point da 60 mq + servizi igienici da 40 mq + 5 uffici amministrativi da 20 mq
sala prova musica 2 / 6 persone
+ ufficio dirigente da 40 mq + sala riunioni da 40 mq + servizi igienici di pertinenza da 20 mq;
sala prova musica
- due edifici destinati a sale prova: 197
3. IL PROGETTO
- un edificio destinato a biglietteria + uffici:
3.2 Il programma funzionale due sale acrobatiche di cui una da 500 mq e l’altra da 700 mq con altezza di 10 m + 2 sale prova musicisti di cui una da 250 mq e l’altra da 140 mq + 6 sale prove gruppi giovani da 40 mq ciascuna + 4 spogliatoi da 40 mq ciascuno + 2 servizi igienici e
bookshop
docce da 40 mq ciascuno; - una zona ristoro dotata di:
bar
bar + ristorante da 250 persone + cucine + servizi igienici + book-shop da 80 mq. ristorante
piscina
3. IL PROGETTO
palestra
nursery school middle + high school
biblioteca
mensa
elementary school
Programma funzionale2: SCUOLA 198
3.2 Il programma funzionale Si decide come seconda funzione che sia un polo scolastico, contenendo quindi al suo interno: - un edificio destinato alla nursery school: 2 aule per attività libere da 50 mq ciascuna + 4 aule per attività ordinate da 50 mq ciascuna aule attività libere
+ 3 aule per attività di gruppo da 65 mq + zona riposo da 60 mq + 2 servizi igienici da 45 mq ciascuno + spazio gioco pavimentato da 145 mq
aule attività ordinate
+ spazio gioco verde coperto da 750 mq + aula insegnanti + ingressi separati per bambini e insegnanti;
aule attività di gruppo
- un edificio destinato alla elementary school: 15 aule insegnamento di cui 7 aule da 50 mq e 8 aule
aule insegnamento
+ spazio recite da 150 persone + 2 servizi igienici da 45 mq ciascuno + spazio gioco pavimentato da 160 mq + spazio gioco verde coperto da 350 mq
aula musica
+ aula insegnanti + aula ricevimento genitori + ingressi separati per bambini e insegnanti;
aula insegnanti
- un edifico destinato alla middle school e high school: 199 200
3. IL PROGETTO
da 60 mq + aula musica da 60 mq
3.2 Il programma funzionale 16 aule insegnamento da 50 mq + laboratorio lingue da 50 mq + laboratorio chimica da 75 mq laboratorio chimica
+ laboratorio fisica da 75 mq + aula pc da 75 mq + aula musica da 50 mq
laboratorio lingue
+ spazio recite da 100 persone + 2 sevizi igienici da 45 mq ciascuno + spazio gioco pavimentato da 300 mq + spazio gioco verde coperto 600 mq
aula musica
+ aula insegnanti + aula ricevimento genitori + ingressi separati per studenti e insegnanti;
aula informatica
- un edificio destinato a biblioteca: biblioteca per elementary scholl, middle school e high school da 370 mq + spazio mostre da 100 mq
3. IL PROGETTO
+ info-point da 60 mq biblioteca
+ 2 servizi igienici da 40 mq ciascuno + spazio verde per la lettura da 400 mq; - due edifici destinati allo sport:
piscina
una piscina per i ragazzi più grandi da + una piscina per i più piccoli da + due palestre
palestra
+ 4 spogliatoi da 40 mq ciascuno 200
3.2 Il programma funzionale + 2 servizi igienici e docce da 40 mq ciascuno + 6 uďŹƒci da 40 mq ciascuno; - una zona ristoro dotata di: tre mense per i diversi livelli scolastici + 3 cucine da 40 mq ciascune mensa
+ 2 servizi igienici da 40 mq ciascuno.
centro benessere shopping
residenze residenze
residenze
shopping + ristorante
residenze residenze residenze
residenze
Programma funzionale3: RESIDENZA Si decide come terza funzione che sia una residenza , contenendo quindi al suo interno: - otto ediďŹ ci destinati a residenza: 201
3. IL PROGETTO
residenze
3.2 Il programma funzionale appartamenti da 180 mq (zona giorno costituita da: cucina + sala da pranzo + studio al piano terra, zona notte al primo piano); cucina + sala da pranzo
appartamenti da 164 mq (zona giorno costituita da: cucina + sala da pranzo + studio al piano terra, zona notte al primo piano);
studio
appartamenti da 144mq (zona giorno costituita da: cucina + sala da pranzo + studio al piano terra, zona notte al primo piano); appartamenti da 128 mq
bagno
(zona giorno costituita da: cucina + sala da pranzo + studio al piano terra, zona notte al primo piano); appartamenti da 108 mq
camera da letto
(zona giorno costituita da: cucina + sala da pranzo + studio al piano terra, zona notte al primo piano);
3. IL PROGETTO
- ediďŹ cio destinato al benessere: terrazza
due piscine + 2 sale massaggi da 40 mq + 3 solarium da 40 mq + 2 spogliatoi da 40 mq;
piscina
- due ediďŹ ci destinati allo shopping: ristorante da 100 mq massaggi
+ info-point da 60 mq 202
3.2 Il programma funzionale + servizi igienici da 40 mq + spazi vendita suddivisi in sei zone per un totale di 2000 mq.
3. IL PROGETTO
spazio vendita
203
3.3 Il progetto
T1 scuola vuoto
edifici verde
+ verde
vuoto
vuoto
vuoto verde
+ vuoti
al tempo T1 il verde è in parte esterno agli edifici (verde coltivato + verde sportivo) e in parte interno agli edifici (spazio gioco verde)
verde
vuoto
T2 residenza
verde vuoto verde
edifici verde
3. IL PROGETTO
verde
+ verde
vuoto vuoto vuoto verde
+ vuoti
verde
vuoto
verde
206 204
al tempo T2 il verde è in parte esterno agli edifici (verde coltivato + verde sportivo) e in parte interno agli edifici (corte verde + giardini privati)
3.3 Il progetto Il verde si suddivide in tre tipologie:
parco urbano
3. IL PROGETTO
percorso verde
verde ediďŹ ci
207 205
3.3 Il progetto
area verde attrezzata
parco urbano
area verde a prato
Al tempo T0 e al tempo T1 l’area destinata a parco urbano è suddivisa in tre tipologie: area verde attrezzata, area verde a prato e bosco.
T0 teatro T1 scuola T2 residenza
bosco
Al tempo T2 l’area destinata a parco urbano rimane sempre suddivisa in tre tipologie: area verde attrezzata, area verde a prato e bosco; ma alcune zone vengono sottratte per lasciare posto ai nuovi edifici e alle aree di parcheggio attinenti a questi.
alberature a filare
percorso verde
3. IL PROGETTO
verde lineare
Al tempo T0 e al tempo T1 l’area di progetto è totalmente pedonale, mentre il percorso carrabile è perimetrale a questa, la zona
T0 teatro T1 scuola
percorso pedonale
destinata al parcheggio dei veicoli è completamente interrata e vi si accede tramite due rampe collocatei ai limiti del parco urbano.
percorso pedonale
Al tempo T2 il percorso verde si scinde in tre flussi: uno pedonale, uno ciclabile e uno carrabile, alla zona di parcheggio interrata si
percorso ciclabile
aggiungono inoltre altre area di sosta in cui i residenti dell’area possono lasciare il proprio veicolo.
T2 residenza 206
percorso carrabile
3.3 Il progetto
verde edifici Al tempo T0 (teatro) il verde di pertinenza degli edifici è total-
campo da calcio
fascia alberata
campo da basket
spalto
campo da tennis
collina verde
mente esterno, ogni lotto si compone di uno spazio dedicato allo sport, una collina verde che funge da spalto e una fascia alberata; si realizza il teatro all’aperto con un’ulteriore collinetta verde più un vuoto adiacente in ghiaia per la messa in scena dello spettaco- T0 teatro
campo da pallavolo teatro all’aperto
lo. Al tempo T1 (scuola) il verde svuota in parte il piano a quota zero
campo sportivo
verde coltivato
spalto
spazio gioco
fascia alberata
giardino mensa
spazio recite
spazio lettura
campo sportivo
orti urbani
spalto
corte verde
fascia alberata
verde privato
degli edifici creando uno spazio continuo fra dentro e fuori. Col cambio di funzione alcuni lotti rimangono invariati e quindi composti da uno spazio dedicato allo sport, una collina verde e una fascia alberata; vengono inoltre aggiunte altre tipologie di gioco per i bimbi all’interno e verde coltivato all’esterno. T1 scuola
Al tempo T2 (residenza) il verde svuota ulteriormente gli edifici trasformandoli in orti urbani e giardini, ed inoltre dotando ogni singolo appartamento di un verde privato. Rimangono invariati i lotti dedicati allo sport.
T2 residenza 207
3. IL PROGETTO
verde in prossimità degli edifici scolastici trasformandoli in spazio
3.3 Il progetto T0 teatro T1 scuola T2 residenza
parco urbano
area verde attrezzata
3. IL PROGETTO
area verde a prato
bosco
208
3.3 Il progetto percorso pedonale + verde lineare + alberature a ďŹ lare
T0 teatro T1 scuola percorso carrabile
percorso verde
P alberature a ďŹ lare
verde lineare
percorso pedonale percorso pedonale + percorso ciclabile
T2 residenza
3. IL PROGETTO
percorso carrabile
percorso verde P
P P
P
percorso pedonale
percorso ciclabile
percorso carrabile 209
3.3 Il progetto
T0 teatro
verde ediďŹ ci
fascia alberata
campo da calcio
spalto
campo da basket
collina verde
campo da tennis
3. IL PROGETTO
teatro all’aperto campo da pallavolo
210
3.3 Il progetto
T1 scuola
verde ediďŹ ci
verde coltivato
campo sportivo
spazio gioco
spalto
giardino mensa fascia alberata
spazio recite
3. IL PROGETTO
spazio lettura
211
3.3 Il progetto
T2 residenza
verde ediďŹ ci
orti urbani
spalto
corte verde
fascia alberata
verde privato
3. IL PROGETTO
campo
212
213
214
3. IL PROGETTO
3.3 Il progetto
215
3.3 Il progetto
PARCO URBANO
BURGA LOUNGE BAR
BGU
Chyutin Israele, Beer Sheva 2008
Matthias Staubach Germania, Munich 2005
SUN TUNNEL
Nancy Holt Usa, Utah 1976
HIGH
Diller S
SCUOLA
SAFE ZONE
Stoss landscape Canada, Quebec 2006
CLIMCLAMBERTUBE
Kaptein Roodnat Olanda, Ypenburg 2006
PLAYGROUND
Annabau Germania, Weisbaden 2009
216
PS 244
Sonic Architecture Usa, New York 1996
EMSLIE HORNIMAN
Art2 Architecture Gran Bretagna, Londra 1996
TIGER TICKET
Rehwaldt landscape Germania, Wuppe
3.3 Il progetto
H-LINE
Scofidio Usa, Manhattan 2009
ENPRUNTER LE PAYSAGE
HIP HOP
Daniel Buren Giappone, Ushimado 1985
Susan Herrington Canada, Quebec 2005
PLAY GROUND
COLOURED REFLECTIONS
NIP Canada, Quebec 2004
Hal Ingberg Canada, Quebec 2003
TEATRO
Perry Dye Usa, Pound Ridge 2008
FOLD
PLAYGROUND
NIP Paysage Canada, Quebec 2004
Trudi Entwisle Stati Uniti, Carmarthen 2003
ertal 2007
RESIDENZA
UJBUDA CITY CENTRE
NOT GARDEN
Garten Studio Ungheria, Budapest 2009 Damian Holmes Pennsylvania, Philadelfia 2009
217
MATHILDEPLEIN
Buro Lubbers Netherlands, Eindhoven 2009
3. IL PROGETTO
GOLF CLUB
TEATRO PIANO TERRA
3.3 Il progetto
25
23 26
24
22
22
24
26
23
25 9
5
6
4
17 18
8
19
3
20
2 1
1
5 2
21
9 16
3 6
11
3. IL PROGETTO
8
13 10
7 4
15 14
12
7
1 2
8
3
2
8 3
6
SALE TEATRO 1. foyer 2. sala spettatori 3. palco 4. servizi igienici 5. ingresso di servizio 6. deposito materiali 7. laboratori di montaggio 8. retropalco 9. sistema di risalita
PUNTO RISTORO 10. entrata 11. bookshop 12. bar 13. deor bar 14. cucina 15. bagno 16. sistema di risalita
INFO-POINT 17. entrata 18. sistema di risalita 19. servizi igienici 20. punto informazioni 21. sala d’attesa
SALE PROVA 22. entrata 23. servizi igienici 24. sala musicisti 25. sala acrobatica 26. sistema di risalita
218
5
9
7
4
TEATRO PRIMO PIANO
3.3 Il progetto
21
22
21
20
19
20
20
20
20
20
20
19
22
20 20
21 21
20
2
1 3
4
2 7
7
8 5
8
6
6
6
14 18 15 15
15 15 15
13
16
17
6
2
5 2
1
10 9
3
4
12
6
8
6
6
6
2 3 4
3
2 1
SALE TEATRO 1. percorso 2. laboratorio di montaggio 3. torre scenica 4. sala audio / luci 5. camerini singoli 6. camerini 15 persone 7. camerini 30 persone 8. servizi igienici + docce
INFO-POINT 13. percorso 14. biglietteria 15. uďŹƒci 16. uďŹƒcio direttore 17. sala riunioni 18. servizi igienici
PUNTO RISTORO 9. percorso 10. ristorante 11. cucina 12. servizi igienici
219
SALE PROVA 19. percorso 20. sale prova gruppi musicali 21. spogliatoi 22. servizi igienici + docce
3. IL PROGETTO
11
3.3 Il progetto
sala acrobatica
sala acrobatica
2 sale prova sala prova musica 2 / 6 persone
1 sale prova sala prova musica 2 / 6 persone sala prova musica
sala prova musica
4
2 3 1
5 6
3. IL PROGETTO
7
CONFIGURAZIONE 1: TEATRI IN FESTA
7 SALA 700 POSTI
220
foyer
deposito materiali
sala teatro
laboratorio di montaggio
camerini
sala audio / luci
3.3 Il progetto
foyer
deposito materiali
sala teatro
laboratorio di montaggio
camerini
sala audio / luci
info-point
3 sala 400 posti biglietterie
4 BIGLIETTERIA + UFFICI AMMINISTRATIVI
uďŹƒci
bar
5 PUNTO RISTORO foyer
deposito materiali
sala teatro
laboratorio di montaggio
camerini
sala audio / luci
ristorante
6 SALA 150 / 300 POSTI
221
3. IL PROGETTO
bookshop
3.3 Il progetto
foyer
sala teatro
teatro all’aperto
1 sala 400 posti
1 3
3. IL PROGETTO
2
CONFIGURAZIONE 2: TEATRI ALL’APERTO
teatro all’aperto
teatro all’aperto camerini
2 SALA 700 POSTI
3 SALA 150 / 300 POSTI
camerini
222
3.3 Il progetto
campo sportivo
fascia alberata
spalti
spogliatoi
1 sale prova
1 3
CONFIGURAZIONE 3: GIORNATA DELLO SPORT
campo sportivo
fascia alberata
spalti
ristorante
campo sportivo
fascia alberata
spalti
spogliatoi
3 sale prova
2 PUNTO RISTORO 223
3. IL PROGETTO
2
3.3 Il progetto
campo sportivo
spalti
campo sportivo
1 SALE PROVA
spalti
2 SALA 400 POSTI
2 1
4
3. IL PROGETTO
3
CONFIGURAZIONE 4: TORNEO NOTTURNO
campo sportivo
campo sportivo
spalti
spalti
3 SALA 700 POSTI
4 SALA 150 / 300 POSTI 224
225
SCUOLA PIANO TERRA
3.3 Il progetto
48
49
50 46 53
48
47 48
51 54
55
52
2
7 8 2
3
34
4
38
5 6
36
1 35
7
19
31
28 31
29
20
32
27
30
33
45
43
42
37
41
44 21
3. IL PROGETTO
22
39
26 23
24
26
25
26
40
26
9
11
10
14
11
11
17
13 12
NURSERY SCHOOL 1. entrata 2.aule attività libere 3. aula insegnanti + wc 4. servizi igienici 5. spazio giochi pavimentato 6. spazio giochi verde coperto 7. sistema di risalita 8. entrata insegnanti
ELEMENTARY SCHOOL 9. entrata 10. spazio recite 11. aule insegnamento 12. aula musica 13. spazio gioco pavimentato 14. spazio gioco verde coperto 15. servizi igienici 16. aula insegnanti + wc 17. sistema di risalita 18. entrata insegnanti
MIDDLE + HIGH SCHOOL 19. entrata 20. spazio recite 21. aula informatica 22. laboratorio lingue 23. laboratorio chimica 24. laboratorio fisica 25. servizi igienici 26. aule insegnamento 27. aula insegnanti + wc 226 28. aula ricevimento genitori
18 17
29. spazio gioco pavimentato 30. spazio gioco verde coperto 31 sistema di risalita 32. entrata insegnanti
11
16
15
BIBLIOTECA 33. entrata 34. mostre 35. spazio verde lettura 36. servizi igienici 37. uffici 38. sistema di risalita
MENSA 39. entrata 40. mensa elementary school 41. mensa nursery school 42. cucina 43. servizi igienici 44. spazio verde mensa 45. sistema di risalita
SCUOLA PRIMO PIANO
3.3 Il progetto
23
25
24
22 20
27
27 27
30 30 24
26
28
24
21 21 21
30
29
2
13
1
12
15
2 2
14
2 3 10 10
10
11
5
4
4
10 10 10 10
10
9
10
10
10
10
16
17
19
8
7
7
7
7 7 7 7
6
7
NURSERY SCHOOL 1. percorso 2. aule attività ordinate 3. zona riposo 4. aule attività di gruppo 5. servizi igienici
ELEMENTARY SCHOOL 6. percorso 7. aule insegnamento 8. servizi igienici
MIDDLE + HIGH SCHOOL 9. percorso 10. aule insegnamento 11. servizi igienici
BIBLIOTECA 12. percorso 13. biblioteca elementary school 14. biblioteca middle + high school 15. servizi igienici
227
MENSA 16. percorso 17. mensa middle + high school 18. cucina 19. servizi igienici
PALESTRA 20. percorso 21. spogliatoi 22. servizi igienici + docce 23. spettatori 24. uffici
3. IL PROGETTO
18
PISCINA 26. percorso 27. spogliatoi 28. servizi igienici + docce 29. spettatori 30. uffici
3.3 Il progetto piscina
spogliatoi
uffici
2 palestra piscina
spogliatoi
1 piscina uffici
4
2 3
1
5 6
3. IL PROGETTO
7
CONFORMAZIONE 1: ANNO SCOLASTICO
aule insegnamento
aula musica
laboratorio chimica
aula informatica
laboratorio lingue
aula insegnanti
7 MIDDLE + HIGH SCHOOL
228
3.3 Il progetto
aule insegnamento
mensa
aula musica
6 ELEMENTARY SCHOOL
aula insegnanti
5 MENSA SCOLASTICA
info-point
4 BIBLIOTECA spazio verde lettura
aule attività libere
zona riposo
aule attività ordinate
aula insegnanti
3 nursery school aule attività di gruppo
229
3. IL PROGETTO
biblioteca
3.3 Il progetto
spazio gioco pavimentata
spazio gioco verde spazio gioco pavimentata
2 nursery school spazio coltivato spazio gioco verde
spazio coltivato
1 MIDDLE + HIGH SCHOOL
2 3 1
3. IL PROGETTO
spazio gioco pavimentata
spazio gioco verde
CONFORMAZIONE 2: RICREAZIONE 3 ELEMENTARY SCHOOL
spazio coltivato
230
231
3.3 Il progetto
mostra
1 BIBLIOTECA
1 2
5
4
3. IL PROGETTO
3
mostra
CONFORMAZIONE 3: GIORNATA DELLA CULTURA
2 nursery school
232
3.3 Il progetto
bar
mostra
5 MENSA SCOLASTICA
recita scolastica
3. IL PROGETTO
4 ELEMENTARY SCHOOL
recita scolastica
mostra
3 MIDDLE + HIGH SCHOOL
233
RESIDENZA PIANO TERRA
3.3 Il progetto
14
14 11 10
9
14
7 7
9 1
5
6
4
6 5
6
11
1
13
1
10
12
2
3
6
6
3
4
6
6
3
1
6
4
5
4
6
5
6
1
2
6
1
6
4
4
4
3
3. IL PROGETTO
6
6
6
6 4 3
6
4
6
6
4 6 6
5
4
5
6
5 6
6
RESIDENZE 1. entrata 2. corte 3.appartament0 180 mq (zona giorno + servizi igienici) 4. appartament0 144 mq (zona giorno + servizi igienici) 5. appartament0 108 mq (zona giorno + servizi igienici) 6. giardino
CENTRO BENESSERE 7. entrata 8. servizi igienici 9. piscina
4
2
SHOPPING 10. entrata 11. servizi igienici 12. ristorante 13. info-point 14. spazio vendita
234
6
4
6
3
2 1
1
4
6
5
6
5
6
RESIDENZA PRIMO PIANO
3.3 Il progetto
1
5
6
4
6 5
5 2 2
3
5
3
3
5
5
2
5
1
1
1
3 3
3
5
2
2
5
3
3
3
3
4 5
3
4
5
5
5
1
2 1
3
4 5
235
5 4
3
RESIDENZE 1. percorso 2.appartament0 180 mq (zona notte + servizi igienici) 3. appartament0 144 mq (zona notte + servizi igienici) 4. appartament0 108 mq (zona notte + servizi igienici) 5. terrazza
4
3. IL PROGETTO PROGETTO
5
5
1
3.3 Il progetto
3. appartament0 144 mq (zona giorno + servizi igienici) 4. appartamento 128 mq (zona giorno + servizi igienici) 5. appartamento 108 mq (zona giorno + servizi igienici)
RESIDENZA SECONDO PIANO
6. terrazza
13 10 10
11
15
14
11 12 15
9
8
12 12
1
15
2
14
7
15
4 7 7
2
7
5
7
6
3
2 1
7
7
2
7
7 5
1 3
7
7
5
4
4
7
7
1 2
7
7
5 7
3. IL PROGETTO
5
7
5
4
5
7 7
2
7 2
RESIDENZE CENTRO BENESSERE 1. entrata 7. entrata 2. corte 8. servizi igienici 3.appartament0 180 mq 9. piscina (zona giorno + servizi igienici) 4. appartament0 144 mq (zona giorno + servizi igienici) 5. appartament0 108 mqpianta quota due _ scala 1:1000 (zona giorno + servizi igienici) 6. giardino
FUNZIONI RESIDENZE
SHOPPING 10. entrata 11. servizi igienici 12. ristorante 13. info-point 14. spazio vendita
CENTRO BENESSERE
7
4
7
4
236 SHOPPING
1
7
3
7
13
RESIDENZE TERZO PIANO
3.3 Il progetto
6
1 6 3 6
6 1
5
6
1
4
6
3
2 3
3
6
4
6
4
6
1
6
6 4
3
6
4 6
4
6 3
3 4 6 1
6
RESIDENZE 1. percorso 2.appartament0 180 mq (zona notte + servizi igienici) 3. appartament0 144 mq (zona notte + servizi igienici) pianta quota tre _ scala 1:1000 4. appartament0 108 mq (zona notte + servizi igienici) RESIDENZE 5. terrazza
FUNZIONI
1.appartament0 180 mq
237
1
6
2
6
3. IL PROGETTO
6
6
6 1
3.3 Il progetto
cucina + sala da pranzo camera da letto
studio
terrazza
bagno
giardino
cucina + sala da pranzo camera da letto
3 residenza studio
terrazza
bagno
giardino
5 residenza
2
7 6
8
3 4
5 1
3. IL PROGETTO
cucina + sala da pranzo camera da letto
CONFORMAZIONE 1: RESIDENZE
studio
terrazza
bagno
giardino
1 residenza
238
3.3 Il progetto
cucina + sala da pranzo camera da letto
cucina + sala da pranzo camera da letto studio
terrazza
bagno
giardino
7 residenza
studio
terrazza
bagno
giardino
7 residenza
cucina + sala da pranzo camera da letto
studio
terrazza
bagno
giardino
cucina + sala da pranzo camera da letto
cucina + sala da pranzo camera da letto
studio
terrazza
bagno
giardino
6 residenza
terrazza
8 residenza bagno
studio
giardino
239
3. IL PROGETTO
2 residenza
3.3 Il progetto
spazio vendita
3 shopping
3
2
3. IL PROGETTO
1
CONFORMAZIONE 2: SHOPPING + BENESSERE
2 shopping 240
1centro benessere
ristorante
info-point
deor
spazio vendita
piscina
solarium
massaggi
spogliatoi
241
Ringraziamenti Un doveroso ringraziamento va a Massimiliano Giberti che mi ha seguito in questo lungo percorso, progettare con te è stato tanto faticoso quanto appagante e senza la tua guida non sarei arrivata alla fine di questo percorso. Un grazie immenso va a Jaco che in questi anni mi è sempre stato accanto e che mi ha sopportato e supportato in questa tesi ogni qualvolta avessi bisogno di lui. Un grazie di cuore ai miei genitori che hanno gioito con me e hanno pianto con me, che hanno sempre avuto fiducia in me anche quando io stessa dubitavo. Grazie a giu che in questi anni di convivenza è stata come la sorella che non ho mai avuto e con cui ho condiviso mille notti di progettazione. Grazie all’alessina e a ila che mi hanno regalato un’amicizia meravigliosa e con cui spero di condividere molti altri giorni. Grazie a vallina per le nostre lunghe ore passate insieme e per i bei ricordi. Grazie ad ali, la mia compare di avventure. Ed infine un grazie a tutti voi: carmen, simo, andre, marty, vale, fede con cui ho condiviso questi anni di università.
242
Bibliografia
_ M. Casamonti, Jean Nouvel , ed. 24 ore Motta Cultura Milano, 2008 _ R. Koolhaas, Delirious New York, ed. Electa Italia, 2000 _ A.Rossi, Architettura della città, ed.Città studi, 2006 _ G.Carbonara, Trattato di restauro architettonico, ed. Utet, 2008
_ C.Broto, Il parco giochi, ed. Links Barcellona, 2010 _ Foreign Office Architects, Phylogenesis. Foa’s ark, ed. Actar Londra, 2004 _ P.Nicolin ,F.Repishti, Dizionario dei nuovi paesaggisti, ed. Skira editore Milano, 2003 _ C.van Uffelen, 1000 x Landscape Architecture, ed. Braun Publishing, 2010
_ AA.VV, Herzog e De Meuron 2005-2010, in El Croquis n. 152-153, gennaio 2011 _ AA.VV, David Chipperfield 2006-2009, in El Croquis n. 150, agosto 2010 _ AA.VV, Steven Holl 2004-2008, in El Croquis n. 141, novembre 2008 _ AA.VV, Rcr Architects, in El Croquis n. 138, gennaio 2008 _ AA.VV, OMA Rem Koolhaas 1996-2006, in El Croquis n. 131-132, dicembre 2006 _ AA.VV, OMA Rem Koolhaas (II) 1996-2007, in El Croquis n. 134-135, giugno 2007 _ AA.VV, Nieto Sobeiano, in El Croquis n. 136-137 Work System (II), luglio 2007 _ AA.VV, Daniel Libeskind 1987-1996, in El Croquis n. 80, maggio 1996 _ AA.VV, Alvaro Sza , in El Croquis n.95, gennaio 1999
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