45°N 9°E - Green

Page 1

POLITECNICO DI MILANO SCUOLA DEL DESIGN CORSO DI LAUREA IN DESIGN DEGLI INTERNI TESI DI LAUREA TRIENNALE

45N9E GREEN, PROGETTO DI UN CONCEPT STORE A MILANO

Docente: Prof.ssa Angela Pia MAZZOTTI Studente: Anna Bortolini 783589

1


2


3


4


Indice Capitolo 1:

Concept iniziale

8

Capitolo 2:

Analisi spaziale

12

2.1

Lo spazio e la zonizzazione

12

2.2

Zona 1: La serra urbana

14

2.3

Zona 2: Il ristoro intermedio

16

2.4

Zona 3: La terrazza sulla cittĂ

18

2.5

Flussi

20

2.6

Riferimenti progettuali

23

Morris Arboretum tree adventure

25

Greenhouse

26

SLA Restaurant

27

Simply Emily

28

Posco Green Building

29

Serpentine Gallery

30

5


Capitolo 3:

Da dove nasce il progetto

32

3.1

Green Building: non solo come trend

33

3.2

Non solo verde ornamentale

35

3.3

Il presente è “fai da teâ€?

36

3.4

Dalla serra alle innovazioni

37

Capitolo 4:

Analisi progettuale

40

4.1

La serra

41

4.2

Merceologia e immagine coordinata

44

4.3

Il bar

46

4.4

Merceologia e packaging

48

Capitolo 5:

Analisi tecnica

52

5.1

I materiali

52

5.2

Analisi strutturale della serra urbana

54

5.3

Schema di illuminazione della serra

59

5.4

Schema e dettagli del sistema idroponico

60

5.5

Analisi strutturale dei componenti del bar

64

5.6

Schema di illuminazione del bar

84

5.7

Analisi strutturale dei componenti della terrazza

90

Bibliografia / Sitografia

6

75


7


1. Concept iniziale

L’idea progettuale di questo spazio, nasce dalla volontà di tradurre determinati valori di Pirelli in un luogo reale, vivo, attivo. Gli elementi fondativi scelti per il progetto sono riassunti in tre parole: innovazione, ricerca e tecnologia; esse sono state declinate nei quattro spazi progettuali apparentemente molto diversi tra loro ma accomunati da una continua ricerca di novità e rinnovamento.

GREE

Il perché della scelta del “green” è dettata dalla volontà di portare qualcosa di innovativo, utile e al contempo qualcosa che è andato perso, all’interno della città di Milano. E’ risaputo che negli ultimi anni uno dei maggiori trend che indirizza e guida architetti e designer è, appunto, il verde naturale: verde verticale, verde orizzontale, verde urbano… Nel progetto qui presentato, l’elemento natura diventa contemporaneamente: serra urbana, collegamento spaziale, decorazione, oasi cittadina e merceologia. Con il termini “green” si andranno a delineare due zone progettuali molto diverse fra loro ma in continua relazione sia spaziale che concettuale: una serra verticale che servirà anche da collegamento visivo e

8

1.

N


materiale tra il cortile interno e il secondo piano della palazzina dove è stato collocato il secondo ambiente progettato, ovvero il bar. La prima zona vuole essere un modo per istruire i fruitori sulle nuove tecnologie e innovazioni riguardanti la piccola agricoltura, trattandosi di una serra con coltura idroponica. Una visione lontana dagli orti urbani cui siamo abituati, ma che potrebbe diventare un nuovo modo di vivere l’agricoltura, la città e la natura. Questo spazio diventa luogo di vendita, ma anche di conoscenza ed intrattenimento; un luogo dalle molteplici funzioni che vuole essere vissuto dai fruitori che, infatti, saranno liberi di stare al suo interno non solo con il fine di acquistare, ma magari per il semplice desiderio e scopo di respirare un’aria differente, di vivere un’esperienza.

2.

45N 9E

GREEN

La coltura idroponica permetterà di offrire ai clienti le piante coltivate nella serra a diversi stadi di crescita, fino al raggiungimento del prodotto in se. Questi prodotti, inoltre, verranno utilizzati dal bar, creando un’ulteriore connessione tra questi due spazi.

3.

45N 9E

R 209 G 228 B 51 L 89 a -20 b 68 c 19 m0 y 82 k0

Ma il termine green non si riferisce solo al primo spazio, bensì anche alla piccola zona ristoro, situata al secondo piano dello stabile. Questo luogo vuole essere una vetrina sull’innovazione dal punto di vista gastronomico. Oltre ad eventi che vedranno coinvolti veri e propri chimici dell’arte gastronomica, lo spazio comunicherà ed insegnerà ai veri protagonisti della scena (gli utenti finali) un nuovo modo di leggere i pasti, legato a filo diretto ai prodotti della natura, quindi al concetto del green. La zona ristoro si compone di due spazi fondamentali uno fisicamente all’interno dello stabile e il secondo nella parte esterna di terrazza. Questo luogo è articolato e reso vivo attraverso differenti funzioni che vi verranno svolte scandite dalle varie strutture che compongono lo spazio: bancone, cassa e tavoli. Ognuno caratterizzato da una forma diversa, tutti sono stati pensati per esprimere al cliente la loro funzione e al contempo stimolarlo a comunicare, a vivere nuove esperienze e a sperimentare.

1. Assonometria edificio con evidenziato lo spazio dedicato al Green 2. Declinazione del logo di gruppo in logo personale 3. Dati colore associato allo store Green

9


Questa zona, quindi, è progettata per essere un fulcro di sperimentazioni, novità e rinnovo dell’idea classica di caffetteria; sperimentazione ricercata e innovativa giustificata dall’opportunità di poter svolgere, all’interno dello spazio, eventi particolari e legati al mondo enogastronomico. Le performance verranno svolte una volta alla settimana, riaccendendo il luogo e facendolo vivere attivamente anche di sera. La merceologia selezionata per questo spazio è, quindi, dettata dal concept. Si tratterà di prodotti all’avanguardia e legati a filo diretto alla gastronomia e alla coltura, intesa come prodotti della natura. Tutti sanno che l’agricoltura è stata la prima attività umana per ottenere alimenti e non e, al passo con l’evoluzione dell’uomo e della tecnologia, anch’essa ha subito grandi cambiamenti nel corso della storia fino ad arrivare ai giorni nostri in cui si può coltivare anche senza l’uso del terreno o della luce naturale. Ma all’interno del progetto non vi è solo la produzione e vendita di semi, piante e frutti, bensì anche il loro utilizzo in campo culinario nei modi più tradizionali e al contempo anche in quelli più innovativi e tecnologici come avviene con la cucina

molecolare. Inoltre in questi spazi “green” gli utenti potranno acquistare libri, gadget, kit e accessori riguardanti le ultime trovate in campo enogastronomico e agricolo. Come mostrato nello schema dei servizi-prodotti-utenza, ci si può fare un’idea del probabile ed ipotetico flusso di persone che si muoverà negli ambienti progettati. In base alle attività che vi si svolgeranno, è possibile prevedere percentualmente l’importanza delle singole aree che andranno a comporre il progetto green all’interno del concept store. Le percentuali sono sono dettate principalmente dagli spazi che compongono i due ambienti e, sapendo che nel bar vi avranno luogo diverse attività e servizi per il cliente, questo spazio assumerà una piccola percentuale in più rispetto alla serra, nonostante l’importanza dei due luoghi sia la medesima. Quindi, supponendo come 100% l’intera area green, il 40% sarà dedicato alla serra e il restante 60% al bar. Queste percentuali sono totalmente ipotetiche ed indicative visto che gli spazi sono strettamente collegati fisicamente e materialmente ma anche funzionalmente.

i prodotti della serra per creare piatti Bar: utilizza giornalieri per colazione, brunch e pranzo. alla settimana la zona apre per una Eventi: uncenagiorno o dopocena ospitando in modo alternato

SERVIZI

uno chef o un barman specializzato in una tipologia di innovazione in questo campo.

PRODOTTI UTENTI

semi, piante e frutti prodotti del bar e degli eventi oggettistica innovativa chiunque sia interessato

Schema relativo ai servizi e ai prodotti offerti e al tipo di utenza

10


11


2. Analisi spaziale 2.1

Lo spazio e la zonizzazione Lo spazio scelto si compone del secondo piano dell’edificio e del cortile interno. Al cortile interno è possibile accedere direttamente dall’ingresso principale del concept store, segueno l’intervento progettuale scelto, ovvero i neon e, successivamente, i tubi colorati. Qui il cliente troverà il primo spazio progettato, ovvero la serra in cui potrà accedere e muoversi liberamente salendo i vari livelli. Per accedere al secondo piano sono state progettate due tipologie di ingresso: quello principale, cioè salendo dalla serra posizionata nel cortile centrale, o quello secondario a cui si arriva dalle scale e dall’ascensore presenti in questo “blocco” dell’edificio dato. Qui lo staff sarà a disposizione dei clienti per servirli e suggerirli. In questo luogo, inoltre, si trova la cassa che servirà sia il bar che la serra; questo è lo spazio fulcro di informazioni, eventi e sperimentazioni. Il cliente potrà gustare pietanze e bevande provenienti direttamente dalla serra in questo spazio oppure sulla terrazza esterna o accomodandosi sulle zone di rete poste nella serra urbana.

12


SERRA URBANA

ZONA RISTORO

SERVIZI

TERRAZZA

Zoonizzazione secondo piano scala 1:200

13


2.2

Zona 1: la serra urbana Vuole essere uno spazio di sensibilizzazione all’aspetto dell’agricoltura urbana. Dentro essa verranno coltivate e vendute direttamente le piante a vari stadi di crescita (ciò è possibile grazie all’uso della coltura idroponica), quindi il cliente potrà scegliere se comprare i semi, i germogli, la pianta o il frutto in base al livello al quale si trova: piano terra : semi e germogli primo piano : piantine secondo piano : frutti In questo modo l’utente sarà portato a salire di piano in piano e a trovarsi immerso in odori, colori ed atmosfere in continua evoluzione e crescita. La possibilità di offrire al cliente una varietà così ampia di prodotti è resa possibile grazie all’utilizzo della coltura idroponica. Con essa s’intende una delle coltivazione fuori suolo: la terra è sostituita da un substrato inerte (argilla espansa, perlite, vermiculite, fibra di cocco, lana di roccia, zeolite, ecc.). La pianta viene irrigata con una soluzione nutritiva composta da acqua e composti, per lo più inorganici, necessari ad apportare tutti gli elementi indispensabili alla normale nutrizione minerale. La tecnica è altrimenti conosciuta con il termine di idrocoltura. La coltura idroponica consente produzioni controllate sia dal punto di vista qualitativo sia igienicosanitario durante tutto l’anno. La serra, però, non è solo una struttura a sé stante, essa infatti è strettamente collegata alla zona bar per la quale metterà a disposizione prodotti sempre freschi e genuini facendo sì che possano essere presentati menù, in numero limitato, ma dalle pietanze estremamente controllate. Questo spazio, inoltre non finisce con l’ingresso al bar,

14

ma continuerà visivamente sulla terrazza della facciata dello stabile dando quindi l’idea che il punto ristoro sia un punto intermedio del percorso, un’oasi in un’oasi.

__ Percorso progettuale La scelta della forma è data dalla volontà di creare una stuttura visivamente “aperta” agli altri spazi in modo da accompagnare il cliente ai vari ingressi senza essere il primo luogo d’interesse. L’ingresso a questa struttura, infatti è stato posizionato in modo da essere affacciato sul cortile verso lo spazio music e sport. Come spunto progettuale principale è stato scelto una struttura - percorso: il Morris Arboretum’s tree adventure di Philadelphia. Scelta dettata dalla volontà di cerare una struttura stabile ma dall’aspetto leggero. Qui, come nel riferimento scelto, sono state posizionate delle zone sospese che saranno luogo di gioco, relax e sperimentazione. La vera particolarità della serra sta nella scelta di farla su più piani, seguendo la necessità di luce delle piante a diversi stadi di crescita. Questa scelta è stata pensata anche per spingere i clienti a salire tra i vari piani dell’edificio, quindi non solo una serra ma anche un grande ingresso, una guida. Inoltre, è stato scelto di utilizzare una struttura portante simile a quella delle scale antincendio poste fuori dagli edifici e pannelli di vetro u-glass. La serra prende spunto anche dall’ Elmhurst sixth form block.


1.

2.

3.

1. Probabile percorso nella serra e percorso obbligato dagli elementi in rete 2. Elmhurst sixth form block, Elmhurst School for Dance, Birmingham. 3. Morris Arboretum’s tree adventure

15


2.3

Zona 2: il ristoro intermedio La seconda zona progettata, ed evidenziata nella pianta, è quella dedicata alle attività di ristoro ed eventi. Qui sarà possibile consumare pochi pasti selezionati: colazioni brunch pranzi piccole cene evento Il menù sarà ridotto ma totalmente a km 0, poiché i prodotti utilizzati saranno quelli coltivati nella serra. Questo spazio vuole essere un luogo di condivisione di abitudini, pensieri, parole, uno spazio di scambio di conoscenze che vuole insegnare a mangiare salutare ma anche a prendersi cura della natura. L’ambiente avrà due facce: una giornaliera aperta a tutti e una notturna che si rivelerà solo quattro volte al mese, dedicata principalmente agli appassionati di innovazione in campo gastronomico. Gli eventi saranno un modo per far conoscere le nuove tecnologie in ambito enogastronomico e vogliono essere una sorta di esperienza e spettacolo per i fruitori. L’idea è quella di poter ospitare e servire pietanze e bevande preparate con tecniche e tecnologie all’avanguardia come la sferificazione, la cucina molecolare, l’uso dell’azoto liquido come metodo di cottura, ecc. Con l’idea di pasti selezionati, a km0 e con prodotti naturali e biologici, si vuole sottolineare anche lo stretto collegamento tra natura e benessere e quindi la relazione tra questo spazio del concept store e quello dedicato allo sport. I clienti dunque, potranno scegliere le pietanze anche in base alle calorie di cui hanno bisogno.

SLA Restaurant, Amsterdam

16

__ Percorso progettuale Lo spazio si sviluppa orizzontalmente all’interno del secondo piano dello stabile. Vi si può accedere attraverso le scale o tramite la serra. Nel primo caso ci si troverà in fondo al locale quindi si avrà una visione d’insieme dello spazio, mentre accedendo dal secondo ingresso ci si troverà esattamente di fronte alla cassa. Questo è voluto proprio poichè la cassa sarà la medesima, sia per questo spazio che per la serra urbana. Partendo dalla scelta degli ingressi, è stata scelta la disposizione dei vari arredi e servizi di questa zona del concept store. Inoltre, data la scelta di proporre pochi e selezionati pasti, è stato possibile ridurre la zona cucina ad una piccola area utilizzata principalmente per gli eventi. In questo modo anche il bancone è ridotto ed avrà in mostra tutte le pietanze del giorno, alcune che saranno preparate al momento.


1.

2.

1

2

3

4 3.

1 2 3 4

CUCINA E BANCONE CASSA TAVOLI SERVIZI

1

3 2

1. Zoonizzazione secondo piano scala 1:400 con numerazione zone 2. Probabile percorso nella zona ristoro 3. Percorso obbligato dagli elementi d’arredo

17


2.4

Zona 3: la terrazza sulla città L’ultimo ambiente progettato è quello della terrazza del secondo piano dell’edificio. Questo spazio è parte integrante del bar, ma è pensato per essere, al contempo, anche una sorta di “arto” della serra urbana. La struttura scelta per questa zona richiama, infatti, quella della coltura idroponica andando a creare (grazie ad un modulo cubico) sedute, divisori e coperture. Quest’ultimi giocano con l’effetto “vedo-non vedo” andando, ancora una volta, a riprendere il concetto di questo spazio ovvero la comunicazione e lo scambio. Inoltre, la struttura è una sorta di “architettura parassita” in quanto è presente anche all’interno del bar in versione bidimensionale, come rete su cui verranno fissati dei pannelli. In questo modo diventa elemento decorativo ma anche funzionale, esattamente come sulla terrazza sulla quale svolgerà anche la funzione di creare un percorso.

__ Percorso progettuale Partendo dalla struttura scelta per la coltura idroponica, la scelta si è basata sulla volontà di creare un sistema simile in modo da avere una continuità visiva e cromatica. Il tutto al fine di progettare non tre spazi distinti, ma un vero e proprio percorso, una continuità, un linguaggio di cui facessero parte livelli, atmosfere e luoghi differenti.

Posco Green Building, Song-do, In-cheon (Korea)

18


1.

2.

1. Probabile percorso sulla terrazza 2. Percorso obbligato dalla struttura progettata

19


2.5

Flussi Lo store è rivolto sia a persone che si affacciano per curiosità, appassionati alla ricerca di nuove piante da mettere sul proprio balcone, sia ad esperti in cerca di nuove pietanze e tecniche o esperti del settore agricolo. A fianco si possono osservare due schemi dei possibili flussi di persone all’interno del percorso creato. I due schemi sono stati divisi in base al tipo di utenza: chi già conosce curiosi

Chi già conosce Fruitori bar

Scale e ascensore Serra Comunicare Condividere Socializzare Pensare

Fruitori serra

Cortile interno

Ingresso serra

Sedersi ai tavoli interni Sedersi sulla terrazza Ordinare al bancone

2° piano

Sedersi ai tavoli interni Sedersi sulla terrazza Scelta delle piante Scelta dei prodotti Sedersi sulla rete Comunicare Condividere Socializzare Pensare

Schema relativo ai possibili percorsi e alle attività che gli utenti potranno svolgere all’interno dello store

20

Pagamento


Curiosi Cortile interno

Ingresso serra

Scelta delle piante Scelta dei prodotti Sedersi sulla rete 2째 piano Salire al bar Comunicare Condividere Socializzare Pensare

Sedersi sulla terrazza Sedersi ai tavoli interni Ordinare al bancone Sedersi ai tavoli interni Sedersi sulla terrazza

21


22


2.6

Riferimenti progettuali

23


24


Morris Arboretum’s Tree Adventure dove: Philadelphia quando: 2010 chi: Metcalfe Architecture & Design perché: un modo innovativo per avvicinare le persone alla natura.

Tree Adventure occupa 92 acri del parco dell’università della Pennsylvania, attirando e istruendo uomini di scienza, appassionati di storia e cultura su come prendersi cura e avere a cuore gli alberi. Metcalfe Architecture & Design hanno utilizzato la strategia del “giocare per imparare” per comunicare il loro messaggio - noi abbiamo bisogno di alberi e loro hanno bisogno di noi nelle città - e lo trasmettono ai visitatori. Si è evoluto un luogo che incoraggia le persone a fermarsi, guardare, girarsi, muoversi offrendo loro un’opportunità per “giocare”. La struttura, composta da metallo e legno riciclati, non intacca gli arbusti; solo raramente va ad aggrapparsi delicatamente sugli alberi, attraverso dei sistemi di “micro-pali”. Tutti i pezzi sono indipendenti e allo stesso modo lo è l’intera struttura. Se un albero dovesse cadere e distruggere una parte del progetto, il resto rimarrebbe in piedi e sarebbe comunque agibile. La struttura può per questo motivo essere anche smontata e riassemblata in un altro luogo. Il fatto che si tratti di prefabbricati costruiti lontano dal sito ha potuto ridurre l’impatto disturbante sull’ambiente.

25


Greenhouse dove: Perth quando: 2009 chi: Joost perché: Non solo un bar-ristorante, ma un orto urbano verticale

26

Il progetto Greenhouse (letteralmente tradotto in “serra”) è un luogo dove i clienti possono muoversi in elementi naturali e dove possono provare alimenti freschi provenienti direttamente dal giardino. Designers, ingegneri, costruttori, scienziati, coltivatori, chef e molti altri sono tra coloro le cui conoscenze hanno fatto sì che Greenhouse prendesse vita in ogni suo piccolo aspetto. La Greenhouse propone di sfruttare la crescente offerta di soluzioni alternative in modo da creare un delicato equilibrio tra funzionalità, sostenibilità e bellezza. Ogni elemento del progetto è stato attentamente selezionato in base, alla sua praticità, alla possibilità di essere riciclato quindi tenendo conto del suo ciclo di vita e alla capacità di incorporare energia ed infine per le sue qualità estetiche e di costo. La filosofia di questo luogo, è quella di insegnare ai clienti attraverso la condivisione dei risultati raggiunti, seguendo questo rigoroso processo di selezione: la semplicità della struttura (è possibile montarla e smantellarla), l’eco-impatto sul territorio, l’attenzione ai dettagli riciclabili…Ogni componente è simbolo di conoscenza e crescita e parla da sè.


SLA Restaurant dove: Amsterdam quando: 2013 chi: Nicemakers perché: Alimenti sani, controllati e freschi in centro città.

SLA LAB è uno spazio dove si può mangiare, condividere e vivere incontrando nuove persone. Il LAB non è solo il cuore culinario di quella che i proprietari chiamano “casa”, ma è anche un’incubatore di ispirazione per nuove ricette sia gastronomiche che di conoscenze. Si tratta di uno spazio aperto dove potersi confrontare e imparare attraverso dei workshop con altri “appassionatiinventori” provenienti dal mondo del buon cibo, quindi uno spazio di condivisione. Ma si tratta anche di uno spazio da vivere, esso infatti può essere sfruttato per più di un breve pasto, basta affittarlo e goderselo. Lo SLA RESTAURANT propone prodotti freschi e appena colti grazie alla presenza di una piccola serra presente nel cortile. Il tutto servito in modalità self-service proprio per far sentire gli utenti a casa loro, un altro modo per poter spingere le persone a comunicare fra loro.

27


Simply Emily dove: Anversa quando: 2012 perché: Piccolo locale con piatti selezionati e

preparati nella piccola cucina a vista-bancone. Questo piccolo locale situato nel centro di Anversa, prepara ogni giorno 2-3 piatti (quiche e zuppe) con componenti freschi e di stagione. I posti sono ridotti, una ventina al massimo calcolando i 4 tavolini esterni e la cucina è a vista. E’ inoltre presente un’altra piccola cucina al piano superiore usata solo per la cottura delle zuppe. L’idea è quella di proporre poco ma di qualità in uno spazio davvero ridotto ma su misura. Lo staff è composto da una sola persona ovvero la proprietaria e la cuoca che da’ il nome al locale.

28


Posco Green Building dove: Song-Dho, In-Cheon (Korea) quando: 2013 chi: Aworks perché:

Il gruppo di Designers Aworks, per rinnovare l’immagine di Posco Group ha deciso di creare una struttura fluttuante in acciaio, una sorta di nuvola metallica. Situata nella hall dell’edificio con sede a Song-do, è la rappresentazione dell’azienda, specializzata in prodotti in acciaio e tecnologie ecosostenibili. Lo spazio interno è diviso in due sezioni: la “green zone” per l’esposizione dei nuovi avanzamenti tecnologici, e la “show room zone” per l’esposizione dei prodotti veri e propri. La nuova identità visiva dell’azienda (l’installazione) rappresenta la tecnologia dei materiali a ridurre le emissioni di CO2, è stata appunto scelta una forma che sembra fluttuare quasi come una nuvola; inoltre il progetto interpreta la relazione tra la tecnologia green e i suoi fruitori: il modulo che compone la struttura è inserito e riflesso in tutto lo spazio creando un continuum di luce all’interno dell’edificio.

29


Serpentine Gallery dove: Kensington Garden, Londra quando: 2013 chi: Sou Fujimoto

perché: Una struttura modulare che riempie rimanendo visivamente leggera.

Posizionata di fronte alla Serpentine Gallery, la struttura di Suo Fujimoto occupa uno spazio di 357 mq ed è stata progettata per essere uno spazio flessibile e multifunzionale che invogli i fruitori ad entrare, scoprire ed interagire con essa. La struttura, simile ad una grande nuvola, posta a Kensington Garden e composta da tubi di acciaio, è stata pensata in modo da essere diversa e oscurare diverse zone del parco in base al punto di vista dell’osservatore. L’aggiunta di cerchi in policarbonato serve a riparare dalla pioggia ma anche a riflettere la luce naturale. Il designer Sou Fujimoto descrive la sua opera come un’unione tra il paesaggio naturale e il carattere estremamente artificiale dell’architettura: un’unione di contrasti. L’artificiosità della griglia, la sue forme, le sue trasparenze creano un’atmosfera ambigua, un gioco di “vedo-non-vedo” tipica di elementi naturali come gli alberi o le nuvole il che sottolinea ancora di più la bellezza di questa dualità tra ordine naturale e ordine artificiale.

30


31


3. Da dove nasce il progetto

32


3.1

Green building: non solo come trend La nascita delle green Building va messa in relazione alla nuova sensibilità che negli ultimi 30 anni, dopo la prima crisi petrolifera degli anni settanta, si è sviluppata intorno ad un nuovo modo di edificare l’ambiente costruito. I temi dell’energia con il risparmio delle risorse e dell’utilizzo di quelle rinnovabili (sole, vento, acqua, etc.); dell’ecologia sviluppatasi attorno ai temi dell’inquinamento ambientale, che interessa il nostro pianeta, con le sue conseguenze, cambiamenti climatici, gas serra o GHG (Greenhouse Gas) etc... Da questa base di partenza le green building sono divenute un trend in crescita nei settori edilizi residenziali e non residenziali, sia nell’America settentrionale che in Europa. Questo ha avuto particolari impatti sul mercato con sviluppo di specifiche tecnologie: nei paesi con tradizione del legno strutturale, ad esempio questo ha influenzato in generale tutta la filiera forestale.

Fortunatamente questo trend si sta diffondendo sempre più, soprattutto nelle metropoli e megalopoli dove architetti e designer danno il meglio di sè per realizzare edifici che rispettino l’ambiente. Ma la popolarità è dovuta al fatto che non si tratta solo di un trend ma un modo per migliorare l’aria e la qualità della vita nelle città, diminuire l’inquinamento e creare innovative aree verdi (dato che continuano a diminuire). L’idea prende spunto dalla penisola scandinava dove da secoli è comune l’idea che il tetto di un’abitazione possa essere l’estensione del manto erboso. Un’usanza che affonda le sue radici nella preistoria e che con l’avvento della Rivoluzione Industriale, ha rischiato di scomparire. Oggi queste tradizioni esistono ancora grazie a un diffuso revival e alla Scandinavian Green Roof Association, di cui anche l’Italia è partners, che assegna ogni anno, a partire dal 2000, un premio al miglior progetto.

Lo scopo di una green building è quello di non danneggiare l’ambiente, riducendo in maniera significativa, o eliminando, l’impatto negativo degli edifici sull’ambiente e sugli occupanti la costruzione, armonizzandosi con il contesto. Questo avviene utilizzando strategie passive come l’energia solare, l’acqua rigenerata, i materiali da costruzione locali naturali e le fonti rinnovabili di energia. Migliorare la qualità ambientale degli edifici, ridurre drasticamente l’impatto sull’ecosistema e contribuire reciprocamente all’implementazione di protocolli di valutazione energetico ambientale.

Partendo da un tetto verde, le soluzioni continuano a crescere e a svilupparsi grazie all’aiuto di tecnologie e nuovi modi per coltivare. Dal tetto orizzontale, sono state sviluppate pareti verticali ed inclinate, colture estensive o intensive fino al “fai da te” di cui internet è pieno di esempi e spiegazioni.

33


1.

1. One Central Park, Sydney (foto di bobarcpics) 2. Esempio di parete verde verticale 3. Dettaglio e vista d’insieme del sistema Rio Column presente nel Greenhouse progettato da Joost

34

2.


3.2

Non solo verde ornamentale Come già detto, il trend green non è solo un elemento decorativo ma apporta grandi benefici sia al pianeta che all’uomo. Ma perchè non sfruttare queste pareti per coltivare piante non solo ornamentali? Con l’introduzione di nuove tecnologie in campo agricolo è ora possibile avere un proprio orto anche all’interno di un semplice appartamento, anche su di un balcone di 1mq. Dai green building, il trend si sta lentamente evolvendo cominciando a riportare l’agricoltura all’interno di zone urbane anche densamente popolate. L’orticoltura urbana diventa, grazie alle nuove tecnologie che prevedono coltura fuori dal suolo, sostituito da acqua (idrocoltura) o acqua nebulizzata con sostanze nutritive (aeroponica), un metodo per combattere la povertà soprattutto nei paesi del terzo mondo. Caso esemplare è Horticity che, con sistemi idroponici e con l’utilizzo di elementi riciclati e naturali (come l’acqua piovana) ha progettato un orto comunitario chiamato Horta. “Horta è un sistema per la costruzione di orti sui tetti. Progettato da Lorenzo Antonioni, è studiato per essere autonomo e non necessita d’interventi quotidiani, raccoglie acqua piovana attraverso i grandi imbuti e la reimmette in circolo grazie ad un impianto d’irrigazione. Il sistema è costruito con l’utilizzo di cinque pezzi che, composti tra loro, possono creare infiniti paesaggi e spazi verdi.” gruppo Horticity. 3.

35


3.3

Il presente è “fai da te” Grazie alle nuove tecnologie agricole è possibile oggi una produzione fuori suolo cioè con l’utilizzo di sola acqua come “terreno” o acqua nebulizzata quindi con le piante sospese. L’elemento interessante della tipologia di coltura idroponica (con l’utilizzo di acqua anzichè terriccio comune) è che si può tranquillamente creare un sistema di questo tipo, in casa, con elementi riciclati e riutilizzati, come delle semplici bottiglie di plastica. Il web si sta riempiendo di blog e siti internet specializzati nel green, pieni di suggerimenti ed esperimenti “fai da te” su come e quando coltivare in casa. E’ dunque interessante vedere come venga accettato e condiviso un trend, che non dovrebbe nemmeno essere un trend ma il modo normale di vivere anche in una città, e come esso diventi essenziale. Le motivazioni per cui si può scegliere di creare un proprio orto sono molteplici, prime fra tutte: prodotti a chilometro zero frutta e verdura solo stagionali prodotti biologici conservazione di specie vegetali e di sementi rare risparmio economico

1. Sistema Horta di hortcity 2. Esempio di sistema idroponico “fai da te” con materiali riutilizzati

36


3.4

Dalla serra alle innovazioni Come già spiegato, l’idea progettuale è quella di utilizzare una parte dei prodotti della serra all’interno della zona ristoro, per proporre piatti genuini e freschi ogni giorno. Ma essi saranno anche a disposizione delle cene evento che verranno organizzate alcune serate al mese. Queste serate prevedono di ospitare chef e barman da tutto il mondo, specializzati in nuove tecnologie in campo gastronomico. Dal gelato all’azoto liquido alla cucina molecolare comprendendo, ovviamente, i cocktail sferificati, l’idea è quella di affiancare le tecnologie agricole alle nuove invenzioni culinarie.. Tutti i clienti saranno liberi di prenotare un tavolo per questi eventi e gustare le pietanze in loco e non solo; nel bar, infatti, saranno messi in vendita kit, libri e gadget riguardanti queste novità.

1.

Il “fai da te” diventa un concetto essenziale sia per la coltivazione che per un nuovo modo di cucinare, espresso e portato avanti in questa zona del concept store. Questo spazio infatti non vuole essere unicamente un luogo di vendita ma anche di condivisione di saperi e vuole spingere i propri clienti a “provare a casa”.

2.

37


La moodboard è la traduzione visuale dei concetti di base su cui si fonda la progettazione: spazi ironici, anticonvenzionali, giovani; ambienti connotati da divisioni spaziali che rendono la visione dinamica, spazi negli spazi, connessioni, sinergie, ripetizioni in varianti; materiali semplici, basici, neutri; linee di colori.

38


39


4. Analisi progettuale

40


4.1

La serra Partendo dal concetto del vaso, ovvero del contenitore, anche la struttura della serra è, in primo luogo, un involucro di esperienze e atmosfere e, come la pianta cresce all’interno del vaso, allo stesso modo i clienti compiono una specie di ascesa, una sorta di crescita come le piante, di livello in livello. L’ambiente dedicato all’idrocoltura, come precedentemente spiegato, si sviluppa su tre livelli. Il piano terra, posizionato all’interno del cortile, è l’ingresso principale a questo spazio. Qui gli utenti potranno immergersi in odori, sensazioni, suoni e in un clima differente dall’esterno. Potranno prendere dele borse apposite, poste al centro dello spazio, nelle quali adagiare i prodotti che vorranno

acquistare. Salendo di livello in livello, i fruitori scopriranno colori, profumi e spazi nuovi come la parte di pavimento in rete situato al primo e al secondo piano. Su queste due zone vi si potranno sedere o sdraiare a leggere un libro o consumare degli snack acquistati al bar. In questo modo vi è un’interazione, un punto di contatto di attività e funzioni tra i due ambienti green, inoltre i clienti per poter pagare i prodotti della serra dovranno entrare nel bar poiché nel progetto è prevista una sola cassa così da avere un percorso obbligato e guidare i fruitori alla scoperta delle varie aree progettate.

Render materico e con illuminazione artificiale del piano terra della serra.

41


Render materico del primo piano della serra.

42


Render materico del secondo piano della serra.

43


4.2

Merceologia e immagine coordinata Utilizzando piccole strutture per la coltivazione e volendo avere prodotti e piante vendibili direttamente e coltivabili in appartamenti o comunque all’interno della città di Milano, la selezione della merceologia acquistabile all’interno della serra sarà ridotta a pochi ortaggi ed erbe aromatiche. La scelta è stata compiuta dopo un’attenta analisi e ricerca di quelle piante facilmente coltivabili su di un balcone, senza quindi dover avere un giardino, un orto o una serra, proprio perché si vuole spingere i clienti a provare loro stessi, a portarsi a casa una parte di questo spazio, a vivere l’esperienza anche al di fuori di questo ambiente.

Render della merceologia e del packaging

44

I clienti quindi potranno trovare: insalata, ravanelli, pomodori, melanzane, cetrioli, zucchine, peperoni e fragole per quanto riguarda gli ortaggi; basilico, origano, prezzemolo, erba cipollina, dragoncello, salvia, menta, rosmarino e timo come erbe aromatiche. Acquistando il seme, il germoglio o la pianta, al cliente verrà dato un piccolo pieghevole illustrativo con caratteristiche, proprietà e indicazioni riguardanti la merce scelta e la modalità di crescita, poiché la vera esperienza di questo spazio non avviene semplicemente nel concept store, ma soprattutto al di fuori di esso, nel momento in cui il cliente diventa parte integrante del processo di crescita.


1.

Ocimum basilicum

45N 9E 2.

Il basilico è una pianta erbacea annuale alta fino a 60 cm, con foglie ovali, a volte bollose, di 2-5 centimetri di lunghezza. Il colore delle foglie varia dal verde pallido al verde intenso, oppure è viola o porpora in alcune varietà. I piccoli fiori bianchi o rosei, hanno 5 petali irregolari e i semi sono fini, oblunghi e neri. Il periodo migliore per la semina va da Febbraio-Marzo a fine Maggio-inizi di Giugno. Il basilico cresce bene quando il sole è abbondante e la temperatura tra i 20 °C e 25 °C, a più alte temperature necessita di una più alta umidità, e non resiste a temperature inferiori ai 10 °C. Gradisce annaffiature frequenti. Deve essere utilizzato fresco e aggiunto alle pietanze all’ultimo momento. La cottura ne attenua velocemente il sapore fino a neutralizzarlo. Quando essiccato, perde completamente il suo sapore lasciando un debole profumo di fieno. In frigorifero si può conservare per qualche giorno, avvolto in un canovaccio da cucina. Le foglie congelate conservano, invece, il sapore per diversi mesi.

1

seminate il basilico nel terriccio universale e copritelo con uno strato di 2-3 cm dello stesso 3

La raccolta puo’ essere effettuata dopo circa un mese dalla semina ed e’ consigliabile effettuarla partendo dalle foglie piu’ grandi e piu’ vecchie

2

Annaffiate spesso le piantine soprattutto durante la fase della semina quando necessitano di molta umidita’ e ricordate che il momento migliore per innaffiare e’ la mattina 3

Trascorso un mese noterete che cominceranno a spuntare dei fiori: potateli in modo da permettere alla pianta di crescere folta e robusta.

1. Fronte del fac-simile del libretto illustrativo per i prodotti della serra 2. Interno del fac-simile del libretto illustrativo

45


4.3

Il bar Una sosta, una piccola oasi di condivisione e comunicazione. Questo spazio si pone come luogo intermedio tra la serra e l’area esterna. Si compone di due aree di “servizio” (servizi igienici e magazzino) e altre due zone principali dedicate al ristoro. Uno di questi ambienti-ristoro è situato all’interno dell’edificio esistente ed è il primo locale in cui i fruitori si troveranno giungendo dall’ingresso presso la serra. Qui sono presenti tre strutture differenziate in base alla loro funzione: struttura bancone, struttura cassa e struttura tavoli; visivamente omogenee tra di loro grazie al materiale principale scelto per la loro

Render materico e con illuminazione artificiale del bar.

46

realizzazione ovvero dell’ acciaio verniciato di bianco, il medesimo utilizzato anche per le griglie quadrate delle pareti, per le strutture idroponiche presenti nella serra e per l’intervento progettuale della terrazza. Per sottolineare ulteriormente il legame esistente tra questi due spazi green, sarà possibile consumare bevande e pietanze anche all’interno della serra nelle apposite aree definite relax composte dalla pavimentazione in rete. La seconda zona è quella composta dalla terrazza esterna. come già accennato essa vuole essere una sorta di ricontestualizzazione della serra poiché è stata attrezzata


con una struttura a griglia cubica simile a quella per la coltura idroponica ma dalle dimensioni ridotte. In questo modo sarà come se il percorso degli utenti arrivati a questa zona, cioè ad una vista sulla città, volesse comunicargli che un luogo come questo concept store potrebbe vivere anche nei posti più impensabili. Vuole essere un modo per far capire ai clienti che anche nelle proprie case possono portare un pezzo di questa natura così forte e coraggiosa da riuscire a vivere anche nella città di Milano. In questo spazio, quindi, la struttura è una sorta di parete semi-visibile che lascia intravedere la città, che vive con

essa e che ad essa deve la sua ragione d’essere. Ma al contempo questa parete andrà a schermare il paesaggio grazie a ciò che, purtroppo stiamo perdendo sempre più: la natura. Sulla terrazza, quindi, i clienti potranno passeggiare, guardare, comunicare, sedersi sulle panchine-griglia a leggere o mangiare, la faranno vivere attraverso i loro percorsi. Questa ascesa da loro compiuta terminerà quindi in questa oasi (la terrazza), nell’oasi (la zona green), nell’oasi (il concept store in sé); una sorta di matrioska di esperienze, emozioni, essenze e spazi.

Da sinistra: Render materico e con illuminazione artificiale del bar; Render materico della terrazza.

47


4.3

Merceologia e packaging La merceologia scelta per questo spazio è, ovviamente, dettata dal concept. Si tratta di prodotti innovativi e legati a filo diretto alla gastronomia. Qui i clienti potranno trovare libri di ricette, ma anche gadget, kit e accessori riguardanti la cucina molecolare, la sferificazione e tutte le avanguardie in ambito enogastronomico. L’idea è quella di offrire al cliente accessori nuovi che cambiano il rapporto tra il consumatore e la pietanza, modificando l’idea di pranzo e cena.

Render della merceologia e del packaging

48


Food Hugger: capsule in silicone salva-freschezza

Tableware as sensorial stimuli: Esslack: linea di posate dalle forme “stimolanti� spray dorato commestibile

Prodotti molecule-r: serie di accessori da cucina con l’obiettivo di stupire, stimolare, divertire e giocare con il cliente. Kit differenti per la preparazione di cocktail e pietanze con la tecnica della sferificazione.

49


50


51


5. Analisi tecnica 5.1

I materiali Gli ambienti che compongono il progetto sono pensati per ospitare i clienti, farli sentire come se fossero a casa e spingerli a comunicare tra di loro. Questo avviene tramite la restituzione materica. L’utilizzo di materiali di stampo industriale e naturale donano agli ambiente un mood informale e ironico necessario per mettere a proprio agio i clienti lasciando loro il tempo e la comodità necessari per apprezzare i diversi spazi ma anche i prodotti e le atmosfere differenti.

52

1

Acciaio

2

Vetro trasparente

3

Laminato effetto legno

4

Resina effetto cemento

5

Vernice

6

Intonaco bianco

7

Vegetazione

8

Acciaio verniciato


1

8

2

6

7

5

3

4

Fac-simile della materialboard

53


5.2

Analisi strutturale della serra urbana La serra idroponica è realizzata in vetro e acciaio. La struttura in acciaio è composta da otto pilastri portanti con profilo a doppia T ad ali larghe rivestiti in modo da avere una linea irregolare: quattro di essi sono posti agli angoli, mentre altri quattro di dimensioni leggermente ridotte sono posti al centro dell’architettura e servono anche come aggancio per gli altri elementi che sorreggeranno la pavimentazione e la zona di rete. Il resto dell’ossatura è composto da travi con profilo ad H e griglie metalliche, i medesimi elementi strutturali utilizzati per la creazione delle scale antincendio poste all’esterno degli edifici. Scelta dettata dalla volontà di creare un architettura dall’aspetto leggero ma sicuro e anche industriale poiché non si tratta di uno spazio di sola esposizione e vendita ma di vera e propria creazione, produzione. Tutti gli elementi metallici sono bullonati tra di loro come nello schema nello schema a lato.

>Catalogo OliviniGroup per struttura metallica

http://www.olivini.com/catalogo.pdf

54


Dall’alto a sinistra: Piante dei tre piani della serra con texture materiche, scala 1:100; schema ancoraggio di travi attraverso la bullonatura con nodo incernierato, è un sistema di connessione rapido e sicuro.

55


Il vetro utilizzato è diviso in pannelli di 26,2 cm di larghezza e altezza differente a seconda dei piani. Questa tipologia di pannelli, chiamata u-glass per il loro profilo a U, consente di avere pannelli sottili ma anche molto lunghi, la cui posa è molto rapida poiché vengono incastrati senza necessità di infissi attorno ad ogni pannello. Esistono diversi tipi di posa, quella scelta è di tipo lineare, ogni pannello è affiancato rivolto nella medesima direzione. Per ognuna delle facciate vetrate della serra, inoltre, vi è un blocco centrale di vere e proprie finestre dalla forma quadrata che potranno essere aperte verso l’esterno grazie ad una cerniera posta nella parte superiore. Questo per poter avere un aerazione naturale all’interno dello spazio, dato che i pannelli u-glass sono fissi. Per quanto riguarda le zone in rete, è stato scelto di utilizzare un doppio strato in modo da renderla più sicura.

D e s c r i p t i o n

6 41

00

26

00

2

0 /6

50

T c p a o w h f

The SGG U-GLAS system provides a variety creation of outdoor glass surfaces and it i Catalogo Gobain - per u-glass SGG U-GLAS is Saint increasingly being used in m http://uk.saint-gobain-glass.com/product/ adds value to the inside through the light 1051/sgg-u-glas impact.

>

Da sinistra in basso: schema degli elemnti strutturali u-glass; fotografia pannello u-glass in vetro satinato; schema con quote di un pannello standard.

56


1.

Uscita d’aria

Aria esterna

Luce naturale e calore

2.

1. Schema ingresso e uscita aria naturale: l’aria esterna entra dalle tre facciate della serra per poi essere convogliata al centro grazie ad appositi macchinari e fuoriuscire dalla vetrata superiore; 2. Schema ingresso luce naturale: Il quantitativo maggiore di luce e calore proviene dalla facciata superiore e dalle vetrate del secondo piano, in quantità leggermente inferiore dal resto delle facciate.

57


Dall’alto a sinistra: Piante dei tre piani della serra con schema dell’illuminazione artificiale in scala 1:100. Dal basso a sinistra: Render materico dell’illuminazione scelta; Immagine di riferimento; Fotografia della lampadina LED Philips.

58


5.3

Schema di il uminazione della serra Per l’illuminazione artificiale delle piante e della struttura la scelta è ricaduta su di un sistema molto semplice di lampadine LED. Il sistema si compone di sei cavi per ogni colonna idroponica, alle cui estremità vengono applicate le lampadine. Intrecciando poi i cavi si avrà l’impressione che si tratti di un unico elemento verticale con diverse fonti luminose. Le caratteristiche che si richiedono a una sorgente luminosa per essere adatte allo scopo sono: - alto rendimento in termini di quantità di luce emessa per potenza assorbita: significa un alto numero di fotoni diretti alla pianta e di conseguenza più energia utile per la fotosintesi; - emissione di luce concentrata nelle bande che vanno da 450 a 475nm (luce blu) e da 620 a 750nm (luce rossa). Questo permette di ridurre gli sprechi di energia, infatti in questo modo viene emessa solo luce effettivamente utile al sostentamento della pianta. Le lampadine scelte sono Philips con attacco E27, classe energetica A+ con emissione di 806 lumen; luce bianca calda con durata media di 15 anni. E’ stato deciso di utilizzare il LED poichè riduce gli sprechi di energia elettrica ed ha durata e rendimento maggiore rispetto alle altre lampadine.

>Catalogo Philips http://www.philips.it

59


5.4

Schema e dettagli del sistema idroponico Utilizzando impianti idroponici, dato il loro peso molto ridotto e contenuto, si ha la possibilità di coltivare sia all’esterno che all’interno con l’utilizzo di apposite lampade a LED fotostimolanti durante tutto l’anno. Partendo dall’esistente, quindi, il progetto prevede un impianto di piccole dimensioni sviluppato verticalmente, con base cubica contenente il meccanismo necessario per la coltura. L’impianto sarà quindi formato da un basamento di 50x50x50 cm dal quale si svilupperanno quattro tubi verticali (uno ad ogni angolo) che porteranno i nutrienti grazie alla pompa posizionata nella base, in grado di dare la spinta sufficiente per arrivare fino a sei livelli differenti. Ogni livello è distante 50cm da quello inferiore e sarà creato da altri quattro tubi orizzontali, più sottili, collegati ai quattro principali così da formare un sostegno a base quadrata. A questo sostegno verranno attaccati i vasi appositi pensati con quattro fori per l’aggancio di quattro ulteriori tubi, posizionati a croce rispetto al vaso centrale, che porteranno i nutrienti alla pianta. La struttura così progettata sarà in acciaio mentre i vasi saranno in terracotta e conterranno i veri contenitori in plastica, estraibili direttamente dagli utenti, nei quali potranno crescere le piante.

Vasi in ceramica fis no vengono inseriti ca estraibili dai fru cui vogliano acqui

elementi tubolari c la soluzione nutrie

contenitore, bacino soluzionenutrienti ch pompata ai vari ele

1.

60


ssi al cui interi quelli di plastiuitori nel caso in istare la pianta.

soluzione nutriente

che portano ente alle piante

o con he viene ementi

pompa aria

pompa con nutrienti

pietra porosa

2.

1. Schema della struttura progettata con spiegazione dei singoli elementi 2. Schema del funzionamento e dei singoli componenti del sistema idroponico

61


50 14

34

Vaso in terracotte diamero 19cm, h 17cm

350

50 50

Da sinistra: Pianta e prospetto con quote della struttura idroponica in scala 1:20; Dettaglio del vaso; Render materico.

62


Vertical Garden RIO Column dove: Greenhouse perché: Struttura in ferro a colonna con vari livelli a cui vengono attaccati i vasi.

Il giardino verticale progettato da Joost è diventato il suo segno distintivo; inserito in ristoranti e luoghi commerciali, è diventato così riconoscibile in tutta l’Australia. Questi “Vertical Gardens” sono popolari per le qualità estetiche e la loro praticità. Con la loro varietà di applicazione, queste pareti verdi e singole colonne sono state adattate in interni con funzioni differenti tra loro: esibizioni d’arte e installazioni ma anche come complementi esterni (come la parete esterna delle Greenhouse). Secondo i progettisti, questi giardini verticali hanno diversi effetti benefici quali: riduzione dello stress miglioramento della qualità dell’aria e delle funzioni respiratorie biofilia (intesa come la sensazione di euforia percepita in prossimità di vita vegetale) miglioramento dell’umidità relativa per il massimo comfort l’abilità di ridurre il livello di CO2 presente nell’aria isolamento naturale termico e acustico

63


5.5

Analisi strutturale dei componenti del bar

5 1

1. Il bancone Il bancone è composto da una leggera ossatura tubolare in acciaio con sezione circolare, simile a quella utilizzata per il sistema idroponico. Questo “sotto-spazio” comprende un piano lavoro e preparazione delle pietanze che verranno servite, ed un altro piano esclusivamente per la preparazione delle bevande. A questa zona è stato aggiunto un magazzinocucina posto sul retro,pensato, principalmente, per la cottura delle pietaze e l’allestimento dei menù delle serate evento. L’ossatura del bancone è irregolare ed è concretamente collegata a quella della cassa. Partendo dalla linea di terra, vi sono tre lastre di materiale pieno fino all’altezza di 110 cm, mentre la parte superiore è cava e delineata solo attraverso questi elementi tubolari. In questo modo l’intervento non risulta troppo pesante solo alla vista.

64


4

3

2 6

1

2

3

Dall’alto a sinistra: Pianta della zona bar in scala 1:100 con texture dei materiali e numerazione delle componenti di arredo; Render d’insieme; Fac-simile dei materiali principali ( 1 acciaio verniciato, 2 vetro, 3 stencil adesivi).

65


PROSPETTO AA

PROSPETTO BB

B

A

A

B Dall’alto a sinistra: Prospetto frontale AA del bancone in scala 1:50; Prospetto laterale BB in scala 1:50; Pianta con quote in scala 1:50

66


Il bancone è composto da differenti elementi e piani per la preparazione, la conservazione e la vendita al pubblico delle pietanze e delle bevande. A lato è stato posto uno schema riassuntivo di questi elementi essenziali.

2.

I piani cottura e gli elettrodomestici sono tutti posizionati nella cucina retrostante. 1. Bancone frigo con vaschette per pietanze e ingredienti freschi. Al di sotto vi sono delle celle refrigerate.

Piano di lavoro con piccoli elettordomestici e attrezzi da cucina. Al di sotto vi sono dei ripiani per le stoviglie ed il pattume.

3.

Piano di lavoro con lavandino e piano rialzato per servire bevande e pietanze. Al di sotto vi sono delle celle refrigerate.

1. Immagini del bancone di SLA restaurant di Amsterdam. 2. Bancone con vaschette frigo di SLA restaurant di Amsterdam. 3. Immagine tipo della preparazione di un cocktail.

67


1

2

3

2. La cassa La zona dedicata alla cassa è incorniciata all’interno di una struttura realizzata con la medesima tecnica di quella usata per il bancone. Composta da un semplice bancone rettangolare in acciaio ed elementi verticali tubolari del medesimo materiale, essa è collegata attraverso questi ultimi alla struttura del bancone così da avere un elemento continuo ma separato, omogeneo ed armonico. Questa piccola area, come già accennato nei capitoli precedenti, non servirà solo al pagamento delle consumazioni o dei prodotti del bar, bensì anche per tutti i prodotti derivati dalla serra. La cassa fungerà anche da punto informazioni per l‘intero spazio green, ma soprattutto si tratterà di una zona dove i fruitori (appassionati, esperti e curiosi) potranno prenotare e avere informazioni riguardo gli eventi serali.

68


PROSPETTO AA

PROSPETTO BB

B

A

A

B Dall’alto a sinistra: Prospetto frontale AA della cassa in scala 1:50; Prospetto laterale BB in scala 1:50; Pianta con quote in scala 1:50.

69


3. Il tavolo Lo spazio interno del bar green si compone di un unico tavolo multifunzionale di ingombro 320cm per 300cm. Questo elemento d’arredo svolge un ruolo centrale all’interno del progetto: essendo la comunicazione il concetto di partenza e di analisi del concept store, esso diventa la ragione d’essere di questa zona. L’idea principale è quella di spronare i clienti a comunicare, conoscersi, scoprire e questo vuole essere uno spazio di scambio ma non di costrizione. L’elemento tavolo diventa, lo snodo comunicativo, l’input di socializzazione per gli utenti ma non vuole apparire

come una costrizione; per questo motivo esso è stato progettato con livelli diversi in modo da far sentire il cliente parte del gruppo ma, all’occorrenza, separato da esso. Per avere più livelli ma un unico grande elemento, l’arredo è composto da tavoli scomponibili in modo da poter variare il numero di sedute in base alle esigenze dettate dagli eventi che avranno luogo all’interno del bar. L’idea è quella di mantenere uniti i singoli elementi in modo da stimolare la conversazione e la capacità di socializzare tra i fruitori, concetto che nella città di Milano è andato scemando negli anni.

In questa pagina: Render materico del tavolo completo. Nella pagina accanto: Render materici di dettaglio; fac-simile dei materiali usati (acciaio verniciato 1 , laminato effetto legno 2 )

70


La forma dei singoli elementi è stata ottenuta utilizzando la medesima “tecnica” del logo: partendo dalla geometria della pianta dell’edificio, essa è stata declinata in tre dimensioni differenti che sono poi state sovrapposte, ruotate e ribaltate. Grazie a questo procedimento, che ha lasciato invariata la geometria iniziale, sono state create le forme dei singoli tavoli. Le linee ottenute attraverso questo gioco, inoltre, sono state evidenziate con l’utilizzo del metallo, con pieni e vuoti, in contrasto con il piano principalmente in legno.

1

2

71


Schema del tavolo unito con sedute, posizionato al centro della sala.

Schemi di due probabili soluzioni riguardanti la disposizione dei tavoli.

72

Schema degli elementi separati con sedute annesse.


PROSPETTO AA

PROSPETTO BB B

A

A

B Pianta e prospetti del tavolo completo con quote, scala 1:50.

73


__ Elemento 1 PROSPETTO BB

B

PROSPETTO AA

A

B

A

__ Elemento 2 PROSPETTO CC

C

C

Piante e prospetti in scala 1:50; render materici dei vari elementi.

74


__ Elemento 3 PROSPETTO EE

PROSPETTO DD

E

D

D

E

__ Elemento 4 PROSPETTO GG

PROSPETTO FF G

F

F

G

75


__ Elemento 5 PROSPETTO HH

H

H

__ Elemento 6 PROSPETTO II

L

PROSPETTO LL

I

L

I

Piante e prospetti in scala 1:50; render materici dei vari elementi.

76


__ Elemento 7 PROSPETTO MM

M

M

77


45

1

2

Dall’alto a sinistra: Pianta con quote in scala 1:20; Prospetto laterale in scala 1:20; Render materico; Fac-simile dei materiale scelto (acciaio vernicia Dal basso a sinistra: Prospetto frontale in scala 1:20; Vista prospettica sezionata.

78


ato 1

4. Lo sgabello green Sgabello della zona bar composto da un’ossatura metallica di 10 elementi in acciaio zincato verniciato di bianco. I 10 elementi, come quelli del modulo-cubo, hanno sezione circolare di 1cm di diametro e lunghezza 45cm. Il peso di questi laminati a caldo è di 0,61 kg/m, quindi in totale lo scheletro metallico pesa 2,7 kg. La seduta composta da un rettangolo di tessuto verde, è estraibile grazie ad una cerniera posta nella parte sottostante in modo da poter essere lavata. La seduta, in questo modo, sarà composta da un doppio strato di tessuto avvolto attorno ai due elementi superiori della struttura metallica.

>Catalogo OliviniGroup per struttura metallica

http://www.olivini.com/catalogo.pdf

e cotone verde 2 ).

79


5. La griglia verticale Elemento già accennato precedentemente, si tratta di una griglia quadrata posta contro quattro pareti dello spazio. E’ pensata per essere elemento decorativo, di collegamento visivo ma anche come aggancio per le mensole-pannello progettate per questo spazio.

Rrender materici della griglia verticale e fac-simile del materiale.

80


Schema del posizionamento delle griglie verticali: pianta scala 1:100 e prospetti scala 1:50.

81


In alto da sinistra: Viste prospettiche dell’elemento con ganci; Dettaglio del gancio; Fac-simile dei materiale scelto (legno verniciato con vernice lavagn In basso da sinistra: Viste prospettiche dei tre elementi con quote in scala 1:10.

82


1

2

6. Il pannello-mensola Arredo della zona bar e terrazza, progettato appositamente per poter essere posizionato sulla griglia metallica formata dal modulo-cubo. Le dimensioni di questo oggetto sono tre (come è possibile osservare nella figura a lato): multi piccolo 53x25 cm multi medio 75x37 cm multi grande 95x50 cm Tutte le dimensioni sono state ricavate in modo proporzionale alla forma del logo.

Si tratta di elementi multiuso: mensola per gadget in vendita, tavolino da esterno o pannello espositivo. Per quest’ultima funzione è stata adottata una vernice magnetica e con effetto lavagna in modo da poter scrivere sui pannelli il menĂš ma anche in modo da poter esporre volantini e locandine fruibili dai clienti. Sul retro di questo elemento sono posizionati dai 4 ai 7 ganci che ne permetteranno lo spostamento.

>Catalogo Leroy Merlin - per vernici

http://www.leroymerlin.it/prodotti/pittura-effetto-lavagna-e-magnetica-CAT960-c

na-magnetica

1 e metallo dei ganci 2 ); Render materico.

83


5.6

Schema di il uminazione del bar Per l’illuminazione artificiale di questa zona gli apparecchi scelti sono due, entrambi incassati nel controsoffitto ed entrambi progettati da Planlicht. Il primo apparecchio analizzato è a forma rettangolare, con un involucro nascosto in alluminio ed un corpo luminoso LED. La copertura della fonte luminosa è in policarbonato che crea, così, una luce diffusa. Questo tipo di apparecchio è stato utilizzato lungo le pareti in modo da creare un’illuminazione uniforme, inoltre cinque di essi sono stati posizionati al centro dello spazio andando a ricreare la forma del logo. Il secondo elemento luminoso è stato posizionato lungo il corridoio in corrispondenza del secondo ingresso a questo spazio. A differenza del primo, esso ha forma circolare ma la tecnica di installazione è la medesima: si tratta di un involucro in alluminio nascosto nel controsoffitto, con corpo luminoso LED e con copertura in policarbonato.

1. Apparecchi luminosi incassati con forma rettangolare

2. Sistema di illuminazione creato appositamente per questo spazio con forma del logo 3. Apparecchi luminosi incassati con forma circolare

84

1 2


3

Dall’alto a sinistra: Pianta della zona bar in scala 1:100 schema dell’illuminazione e numeri riferiti ai diversi corpi illumianti scelti; Render dell’illuminazione del corridoio; Render del corpo illuminante al centro del bar.

85


In alto da sinistra: Dettaglio render; Disegno tecnico (da catalogo); Disegno tecnico della struttura metallica di supporto (da catalogo); . In basso da sinistra: Immagine di riferimento; Disegno tecnico del montaggio (da catalogo).

86


‫ ڦ‬2 êê

èå

æéå

A

æì çé!ë

A

æéå

è

æì

è

__ 66F- maxi framless

‫ ڦ‬2 êê ‫ ڦ‬2 êê

çé!ë

Lampada incassata ènel å!ê controsoffitto della zona bar. Si tratta di 5 elementi posizionati in modo da ricreare la forma principale del logo èå del concept store. !ê L’involucro è in alluminio e il diffusore è il policarbonato satinato in modo da creare una luce omogenea e diffusa, non diretta. La luce è di tipo bianco freddo poichè al suo interno sono posizionate delle lampadine LED, che riducono il consumo energetico e garantiscono una durata più elevata. çé!ë

>Catalogo Planlicht

http://www.planlicht.com/epaperEF1314/index.html

87


__ Domino round EB Frameless Lampada incassata nel controsoffitto nel corridoio della zona bar. Si tratta di 12 elementi posizionati in fila in modo da illuminare lo spazio in modo omogeneo attraverso una luce simine a quella naturale. L’involucro è in alluminio e il diffusore è il policarbonato satinato in modo da creare una luce omogenea e diffusa, non diretta. La luce è di tipo bianco freddo poichè al suo interno sono posizionate delle lampadine LED, che riducono il consumo energetico e garantiscono una durata più elevata.

>Catalogo Planlicht

http://www.planlicht.com/epaperEF1314/index.html

In alto da sinistra: Disegno tecnico (da catalogo); Disegno tecnico della struttura metallica di supporto (da catalogo); . In basso da sinistra: Immagine di riferimento del tipo di installazione scelta; Render materico; Disegno tecnico del montaggio (da catalogo).

88 eaVca^X]i :;æèæé


‘

© æçéæ © èêæ

æèå

æèå

æèå

© çìæ

‫ ڦ‬2 êæ

‘

‘

© ééæ

‘

‘

æèå

© ëéæ

æèå

eaVca^X]i :;æèæé

‘

2 êæ

‘

æèå

© îéæ

© æçéæ

æèå

æèå

© îéæ

‘

‘

89


5.7

Analisi strutturale dei componenti della terrazza Come spiegato precedentemente, questo spazio esterno si compone di vari blocchi a griglia cubica ottenuta con l’utilizzo di elementi tubolari a sezione circolare. I singoli cubi hanno dimensioni 15x15x15 cm e sono cavi. Grazie a questo modulo è stato possibile creare blocchi irregolari agganciati alla pavimentazione, alle tre pareti perimetrali e tra di loro, tanto che è stato possibile la progettazione di elementi orizzontali sopraelevati dal

Render d’insieme.

90

terreno. Questa griglia crea delle pareti ma anche delle sedute, elementi evidenziati dal resto attraverso l’uso del colore della zona green in contrasto con il bianco del resto dell’intervento. Su di esso potranno essere posizionate le medesime mensole-pannello che qui potranno essere usate anche come tavolini d’appoggio dai clienti che, inoltre, potranno spostarle. Inoltre sulla griglia saranno posizionate anche piccole piante rampicanti e non.


1

2

Dall’alto a sinistra: Fac-simile dei materiali principali ((legno verniciato con vernice lavagna-magnetica 1 , acciaio verniciato Render d’insieme.

2 );

91


__ Blocco 1

Al centro: Pianta della terrazza con texture materiche, scala 1:100. Prospetti dei singoli elementi, scala 1:50.

92


93


__ Blocco 2

Al centro: Pianta della terrazza con texture materiche, scala 1:100. Prospetti dei singoli elementi, scala 1:50.

94


95


__ Blocco 3

Al centro: Pianta della terrazza con texture materiche, scala 1:100. Prospetti dei singoli elementi, scala 1:50.

96


97


__ Blocco 4

Al centro: Pianta della terrazza con texture materiche, scala 1:100. Prospetti dei singoli elementi, scala 1:50.

98


__ Blocco 5 sopraelevato

99


__ Il modulo 45-9 Modulo cubico composto da 12 elementi metallici saldati insieme. Il metallo utilizzato è acciaio verniciato con tintura apposita di colore bianco. I 12 elementi hanno sezione circolare di diametro 1cm e lunghezza 15cm. Il peso di questi laminati a caldo è di 0,61 kg/m, in totale un modulo-cubo pesa 1kg ed andrà a comporre la griglia, l’ossatura che è l’installazione presente sulla terrazza. La scelta della forma cubica è dettata dalla volontà di riprendere visivamente la struttura per la coltura idroponica, in modo che questa zona del concept store sia collegata a tutti gli altri spazi.

>Catalogo OliviniGroup

http://www.olivini.com/catalogo.pdf

Da sinistra: Pianta con quote in scala 1:5; Prospetto laterale in scala 1:5; Vista prospettica sezionata; Render materico; Fac-simile del materiale scelto

100


o (acciaio verniciato).

101


102


103


104


Bibliografia GEROSA, Giulia, 2008, Il progetto dell’identità di marca nel punto vendita, Franco Angeli. IANNILLI, Valeria M., 2010, Fashion Retail, Franco Angeli. MANDELLI, Alice, PANZA, Marcello, 2012, Dogana Cross Culturale, Tesi di laurea, Politecnico di Milano, corso di Interior Design, rel.: Prof. TROCCHIANERSI, Raffaella. FRANCESCHIN, Alessandro, 2013, Illuminazione led per coltivazioni idroponiche in assenza di luce solare diretta, Tesi di laurea, Università degli studi di Padova, Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica, rel.: Prof. TENTI Paolo LAURIA Antonio, 2009, Tecnologie di base per la residenza, Centro AZ.

Sitografia Per ispirazioni, immagini e informazioni: http//www.pinterest.com http//www.wikipedia.com http//www.archdaily.com http//www.architonic.com http//www.designboom.com http//www.greenme.com http//www.thecoolist.com http//www.archilovers.com http//www.leganerd.it http//www.dezeen.com

Per i casi studio: http://www.business-services.upenn.edu/arboretum/ gardens_collection.shtml http://byjoost.com http://ilovesla.com http://simplyemily.be http://www.designboom.com/architecture/aworks-floats-steel-cloud-for-posco-green-building-exhibition-12-14-2013 http://www.serpentinegalleries.org

Per informazioni di ricerca, tecniche, arredi e materiali: http://blog.viaggiverdi.it/2014/05/tetto-verdevantaggi http://www.greenme.it/spazi-verdi/radici/ 243-coltivare-orto-motivi http://www.casa-luce.it/vivere-la-mansarda/idrocoltura http://www.pollicegreen.com/orto-in-casa-urbancultivator http://www.giardinaggioindoor.it/tag/idroponicasemplificata http://www.horticity.it/wordpress/cosa-facciamo/ soluzioni-per-coltivare-in-citta http://abtechno.org/index.php/2010/11/03/ coltivare_piante_idroponiche_finestre http://trendwatching.com/trends/7trends2014/ http://ec.europa.eu/environment/ecoap/about-ecoinnovation/good-practices/denmark/366_it.htm h t t p : / / w w w. p h i l i p s . i t / c / - / l e d - l a m p a d i na-8718291193029/prd/it http://www.solerpalau.it/formacion_01_39.html http://www.molecule-r.com/en/molecular-gastronomy-kits/10-cocktail-r-evolution.html

105


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.