extra-ordinary into ordinary. Un'indagine visuale nell'insolito quotidiano

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COLLECTION 1

Think global, act local

24 Life on wheels

stories

15+1

habitus


Stampa: Copisteria GRIMM, Milano - 07/2018 Carta: Copertina Fedrigoni FREELIFE KENDO 250 g/m2 Interno Fedrigoni FREELIFE Vellum 120 g/m2 Formato: 275x210mm Composizione tipografica: Playfair Display, Lato


30th April - 23rd May 2017



Aprile. 7.00 di sera. Domenica. Piedi nel Limmat. Due ragazzi si tuffano nell’acqua per me ancora troppo gelida. Alle mie spalle il tac degli skaters. Io, invio messaggi su WhatsApp. È così che è iniziata. A Zurigo la domenica pomeriggio la dedicavo sempre a me stessa, lì ai bordi del fiume “indagavo” sul mio presente, sul mio futuro ed anche sul mio passato. Sentivo l’esigenza di fare un po’ i conti con la mia vita. Ero, ancora una volta, in un periodo di transizione, ma stavolta sentivo l’avvicinarsi di una fermata. Da un po’ di anni, da quando ho lasciato «casa» sono sempre stata in viaggio, non mi sono mai fermata in una città per più di un anno e ciò mi ha plasmato nella persona che sono oggi. Se esistesse una macchina del tempo rifarei senza alcun dubbio tutto allo stesso modo perché, nonostante gli infiniti svantaggi di questo vivere on the move, non riesco a fare a meno degli altrettanti infiniti vantaggi.


C’è una parte di me in ogni posto in cui ho vissuto perché c’è un amico che ho incontrato e a cui ho lasciato una parte di me. Risate e pianti, incontri e abbandoni, colonna sonora della mia vita. Piccoli pezzetti di vita, briciole.

E così, moving around, ho incontrato loro: Raphael, è il simpatico amico parigino per metà armeno, geniale nel suo lavoro e incredibile musicista. Da quasi due anni vive a New York, il suo American dream è diventato realtà. Giorgia, newyorkese trasferitasi in Italia per conoscere un po’ la terra dei suoi nonni e per studiare, amica di poche parole ma sempre azzeccate, ha deciso che è tempo di tornare a casa… ma non prima di aver fatto un mega on the road della costa mediterranea. Pol, mina vagante dalle origini pugliesi, è l’amica che mai mi sarei aspettata, la conferma del detto “gli opposti si attraggono”. È la parte nascosta di me, senza di lei non posso più immaginarmi. Chiara, seppur nata a pochissimi kilometri di distanza da me, le nostre strade si sono incontrate solo quando entrambe eravamo a 3000 chilometri da casa. Le chiacchierate senza fine al profumo di Oloroso sono un momento a cui non potrò mai rinunciare. Jackie è la pazza australiana dal cuore infinito. Come on Eileen e Gin Tonic sono il miglior scacciapensieri del mondo con lei.


Raphael Giorgia Paola Stefan, l’austriaco con il cuore del Sud, è l’amico dalle qualità ricche di ossimori. Michał, l’amico architetto dalle pazze idee spaziali. Un polacco che parla svizzero, inglese, italiano, un po’ di russo e anche un po’ di spagnolo. My Catinka. Sandra, svizzera dal cuore colombiano, riservata ma sempre super disponibile. Lucia, la messicana di origini svizzera che è cresciuta in Ohio. La prima persona che ho conosciuto a Zurigo e che da subito ho sentito amica. Matteo, piccolo gigante dai mille volti; è amico, confidente, assistente, aiutante. È Matteo. Virgi, la fashion designer più umile che ci sia, amica oltre tutte le aspettative. Maio, la lucana dalla mente super creativa. Piscopo, l’uno su mille dalle mille risorse e un cuore da non tener nascosto. Jari, finlandese di poche parole. Un’amicizia di quelle che non riesci

Chiara Jackie Stefan Michal Sandra Lucia

a spiegare. Luigi, l’amico di sempre, quello che odi ma per cui faresti di tutto. Il primo conosciuto tra tutti ed oggi il più lontano geograficamente.

Matteo Virginia Domenica Marco Jari Luigi


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Campolieto

Zurich Barcelona

New York

Parigi Milan

New York

New York Barcelona

Santiago

Terlizzi Jerez

Campobasso

Malaga Barcelona

Barcelona

Melbourne Milan

Amsterdam

Mayrhofen Zurich

Zurich

Lublin Zurich

Basel

Zurich Zurich

Cleveland

Zurich Firenze

Melfi

Milan Firenze

Monopoli

Milan Firenze

Abriola

Berlin Firenze

Bitonto

Bari Barcelona

Lahti

Helsinki Campolieto

Campolieto

come leggere il grafico: Le linee hanno lunghezze diverse in quanto partono dall’anno di nascita di ogni amico. Le città alla sinistra della linea corrispondono al luogo di nascita mentre sulla destra vi è la città in cui ciascun ragazzo vive al momento. I cerchi abbinati ad altre città sono posizionati sulla linea temporale nel momento in cui le nostre vite si sono incrociate.

Adelaide


Loro, le quindici parti di me. Il 15+1, per la maggior parte estranei tra loro, io il loro unico comun denominatore. 11 cittĂ base, birthplace di nessuno, e 5 fusi orari difficili da sincronizzare.

Helsinki Amsterdam Zurich New York City

Santiago

Barcelona Malaga

Berlin Milan Bari

Adelaide


A Zurigo, una di quelle domeniche, mi sono accorta che il rapporto con le tante briciole di me era un po’ la metafora di quella che accadeva ai miei piedi immersi nell’acqua del fiume: un continuo resistere all’incessante scorrere del tempo. D’altra parte le relazioni in generale sono sempre state in balìa del tempo che scorre ma poche sono le volte in cui ci si è resi conto che anche lo spazio gioca un ruolo fondamentale. Tempo e spazio oggi sono diventati i punti cardine di ogni relazione che resiste, che non si abbandona. I Social Media permettono di mantenerci in contatto con i nostri amici, eliminando in parte i problemi dovuti allo spazio (distanza) e al tempo (fuso orario), ma allo stesso tempo si frappongono tra noi rendendoci in parte schiavi inconsapevoli. Eppure, io, devo ringraziare la tecnologia digitale e nello specifico WhatsApp. Per me non è il non-Social-Media per eccellenza ma è ciò che mi permette di mantenere vive le mie amicizie. WhatsApp mi da quella privacy che un Social Media come Facebook non potrà mai darmi. Durante le conversazioni, passa non in secondo piano ma scompare del tutto. Mi dà la libertà di non dover aggiungere filtri. WhatsApp è il “ciao come stai?” ma anche la telefonata monologo dei vocali, è il “che dici, la compro?” o il sorriso di Cicirilla nel raccontarmi una delle sue storie senza senso. WhatsApp è parola, immagine, video, audio. WhatsApp è il luogo dove si vive la vita oggi, la quotidianità della vita.

ill. Noma Bar, The Economist, cover jan 2017


Societies have always been shaped more by the nature of the media by which men communicate than by the content of communication. Marshall McLuhan, The Medium is the Massage, 8


La Collection 1 è nata davvero come un gioco-esperimento, un modo per condividere con i miei amici momenti di vita quotidiana. Apparentemente estranei tra loro, si può dire che quasi si conoscessero già prima che creassi il gruppo su WhatsApp dal titolo “World Friendship”, in quanto parte sostanziale della mia vita. Ognuno, chi più chi meno, aveva sentito parlare dell’altro attraverso me. L’idea è stata quella di coinvolgerli per 24 giorni così da collezionare 24 foto da ognuno di loro, scattate durante le 24 ore della giornata.

24


Zurich 19:06 30th April 2017

Hei guys!! I will send you a photo about what I’m doing in that moment, you do the same... just send me photos of your surrounding in that moment. We will have different photos, from different place but at the same moment. It doesn’t matter if you’re doing something cool, if you are pee of hiking a mountain. I would like to collect our daily life, sharing our moments spread all around the world!! Let’s start now!


00.00.2017 00:00:00, nome autore testo

Pensieri vari condivisi giorno per giorno nella chat del gruppo

Layout catalogazione foto giorno per giorno


n° giorno ME

data ora di invio della prima foto

RAPHAEL

GIORGIA

PAOLA

CHIARA

JACKIE

STEFAN

MICHAL

SANDRA

LUCIA

MATTEO

VIRGINIA

DOMENICA

MARCO

JARI

LUIGI


30.04.2017 22:27:00, Matteo

“L O V E this one!” 30.04.2017 22:27:43, Jackie

“Ahh me too!!”


01 Sunday, 30th April 2017 19:18

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01.05.2017 12:35:00, me

“Barcelona?! r u in Barcelona too Giorgia? Ohhh God! 3 of you are there but you don’t know each other, yet!”


02 Monday, 1st May 2017 12:32

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02.05.2017 22:44:00, Virginia

“Goodbye night for Marco”


03 Tuesday, 2nd May 2017 22:41

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03.05.2017 16:42:00, Sandra

"That is a very sweet idea! I like that so much... It's a way of participating in the life of someone else, seeing it through their eyes."


04 Wednesday, 3rd May 2017 15:50

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04.05.2017 23:59:00, Domenica

“Such a wonderful shelf unit full of colored wines!” 05.05.2017 00:05:00, Lucia

“Ciggys and park everyones mood”


05 Thursday, 4th May 2017 23:55

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05.05.2017 14:57:00, Jackie

“a bit of Molise in Barcelona!”


06 Friday, 5th May 2017 14:03

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06.05.2017 09:25:00, Giorgia

“different ceilings each morning!�


07 Saturday, 6th May 2017 09:03

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Già dopo la prima settimana mi sono resa conto di

Ad emergere era qualcos’altro, qualcosa che face-

quanto fosse importante considerare le fotogra-

va di tutte le foto un punctum inteso come oggetto

fie che giorno per giorno ci scambiavamo nel loro

personale di curiosità: un dito che copre l’obietti-

insieme, considerarle appunto come un flusso di

vo, un luogo riconosciuto, un’immagine riflessa, …

foto e non come singole immagini da osservare.

Il fotografo, in questo caso i miei amici, voleva in qualche modo essere presente nella foto, seppur

Era senza dubbio evidente come potesse esservi

non visivamente, assumendo così un’alta funzione

un condizionamento tra le foto scambiate sotto

narrativa.

diversi aspetti, da quelli tematici a quelli formali (di Gestaltung). In tutte le foto vi era un alto grado

D’altra parte queste fotografie sono il nostro

di imitazione, ripetizione.

modo di vedere il mondo, di condividere, di raccontarci le nostre vite.

L’uso continuo e a portata di mano della fotografia come mezzo di comunicazione nella società odierna si rifletteva nelle foto in cui lo studium (vedi capitolo 1, p.40) era minimo, mettendo così in risalto l’oggetto stesso della foto e generando dei veri e propri stereotipi visuali.

graphic Miniature flusso di foto


logbook graphics Amount of picture per day (1-8)


07.05.2017 22:03:00, Domenica

“Sunday at home (back in italy)”


08 Sunday, 7th May 2017 21:42

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08.05.2017 15:53:00, Jari

“Summer in Finland. Even the weather guy on our biggest tv channel started laughing in the middle of his forecast because it was so bad.�


09 Monday, 8th May 2017 15:37

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09.05.2017 07:43:00, Marco

“Home coffee!”


10 Tuesday, 9th May 2017 07:41

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10.05.2017 19:40:00, Paola

“Winter is coming... ”


11 Wednesday, 10th May 2017 20:07

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11.05.2017 18:21:00, Jackie

“Too many deadlines” 11.05.2017 18:24:00, Raphael

“Not too many deadlines!”


12 Thursday, 11th May 2017 18:01

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12.05.2017 10:59:00, Michal

“Inception”


13 Friday, 12th May 2017 10:58

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13.05.2017 02:53:00, me

“Friday girls night out. Basil and gin cocktail!! You should try it as well... 13.05.2017 03:20:00, Paola

“Mmm... save it one for me!”


14 Saturday, 13th May 2017 02:53

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14.05.2017 00:59:00, Raphael

“New York lights”


15 Sunday, 14th May 2017 00:59

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15.05.2017 17:35:00, Matteo

“In Berlin, we met these guys from Basilicata (passing by bike) and Domenica is performing the traditional mask called Rumita�


16 Monday, 15th May 2017 17:27

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16.05.2017 05:40:00, Marco

“Fishing on the beach at the sunrise” 16.05.2017 05:43:00, Luigi

“Beach in Noosa Heads... almost sunset”


17 Tuesday, 16th May 2017 05:21

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17.05.2017 23:44:00, Marco “Patron

saint’s festival (it looks like a playground)”


18 Wednesday, 17th May 2017 23:07

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18.05.2017 01:41:00, me

“Insomnia and lights”


19 Thursday, 18th May 2017 01:41

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19.05.2017 10:16:00, Chiara

“Where’s my damn coffee?”


20 Friday, 19th May 2017 10:02

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20.05.2017 13:06:00, me

“And with this are 300 liters of ice cream” 20.05.2017 13:17:00, Lucia

“Yummm that gelato! I want!”


21 Saturday, 20th May 2017 13:05

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21.05.2017 03:50:00, Stefan

“ciaooo from Russia!”


22 Sunday, 21st May 2017 03:51

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22.05.2017 08:10:00, Jackie

“mornings habits”


23 Monday, 22nd May 2017 08:08

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23.05.2017 06:10:00, me

“Time to leave... empty train.”


24 Tuesday, 23rd May 2017 06:07

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logbook graphics Amount of picture per day (9-24)


Zurich 17:36 11th June 2017

hei friends... what’s up? sorry for these past silent days but I just want to thank you all for helping me with this collection of photos. I really appreciated you have shared part of your life with me. You’re definetly part of my master thesis too!! I love you all

17:40:00, Sandra

“Thanks for letting me be part of your project!” 18:47:00, Domenica

“Good luck with your project! and thank you for letting us part of it! It was a pleasure” 18:49:00, Lucia

“So cooool!!! Very excited thanks Anna !!”


logbook graphics 1. Worldmap - 2. Amount of picture per day (1-24) related to the hour in which pics have been sent. pg dx - graphic Timeline


Mi ch ał

Sa nd ra

Lu cia

Ma tte o

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24 giorni. 24 ore. 241 fotografie su 384 possibili. 121 verticali, 111 orizzontali, 9 quadrate. Questi i dati quantitativi della prima raccolta. Numeri, dati. Numeri che, in questo caso, da soli non significano nulla e che non permettono di vedere il significato.

graphic Picture per day related to each partecipant


Le immagini, sì, sono superfici significanti. “Il significato dell’immagine presenta una sintesi di due intenzioni: quella che si manifesta nell’immagine e quella dell’osservatore. Ne consegue che le immagini non sono complessi simbolici “denotativi” (univoci), ma “connotativi” (plurivoci): esse Flusser 2006:5

lasciano spazio alle interpretazioni. Le immagini sono mediazioni tra il mondo e l’uomo. Tuttavia, nel momento in cui lo fanno, esse si

Mi era quindi difficile definire il significato di queste foto perché richiamavano alla mia mente images e allo stesso tempo ne creavano di nuove. Ciò che volevo non era quindi fare un’analisi critica di questa serie di fotografie, perché ne facevo parte anch’io e non avrei potuto mai pormi esclusivamente come osservatore. Volevo rendere visibile la duplicità che quelle foto

pongono fra il mondo e l’uomo.”

assumevano ogni volta.

Come potevo allora fermarmi ai numeri?

Una fotografia è un’immagine duplice: mostra il

Cosa c’era di interessante dietro a tutte quelle immagini? Quali erano le storie raccontate?

suo oggetto e – più o meno visibile – il suo “dietro”, il “contro-scatto”: l’immagine che lui fotografa al momento della ripresa.

E soprattutto cosa c’era di “significante”?

Questa contro-immagine, presente in ogni foto-

Capire le immagini per estrarre i dati e visualizzarli

cacciatore non viene colpito dal suo proiettile ma

per far capire era ciò che mi ero prefissata, perché in un mondo visuale non possiamo fare a meno di essere Operator, Spectrum e Spectator contemporaneamente. (vedi capitolo 1, p.40) Siamo, come me nella Collection, parte integrante. Siamo tutti osservatori e osservati, ciò che dobbiamo quindi considerare è il punto di vista da adottare. La realtà, le sue varie manifestazioni, non hanno un significato unico e inequivocabile, ma assumono di volta in volta un senso particolare a seconda dello sguardo che si rivolge loro. Ed è qui che entra in gioco il concetto semiotico della “pertinenza”: ogni oggetto assume un’identità nel momento in cui il soggetto riconosce una pertinenza; si crea una sorta di legame, di scambio, quello che in fotografia Roland Barthes ha definito punctum.

grafia, non viene fissata dall’obiettivo, così come il ne avverte soltanto il contraccolpo. In tedesco è definito Einstellung sia l’atteggiamento col quale il soggetto si dispone all’oggetto sia l’immagine che lo stesso soggetto produce. Immagini che colpiscono come uno sparo, testimoni di un atto nel tempo nel quale qualcosa viene strappato al suo momento e trasferito in una diversa forma di continuità. Immagini che non fissano il tempo ma lo trasformano in qualcosa di continuo, di straordinario. Immagini che rendono visibile l’invisibile.


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graphic Miniature flusso di foto (1-24)

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To shoot pictures. Taking pictures is an act in time, in which something is snapped out of its own time and transferred into a different kind of duration. It is commonly assumed that whatever is captured in this act lies IN FRONT OF the camera. But that is not true. Taking pictures is an act in two directions: Forwards AND backwards. Yes, taking pictures also “backfires”. This isn’t even too lame a comparison. Just as the hunter lifts his rifle, aims at the deer in front of him, pulls the trigger, and, when the bullet departs from the muzzle, is thrown backwards by the recoil, the photographer, likewise, is thrown backwards, onto himself, when releasing the shutter. A photograph is always a double image, showing, at first glance, its subject, but at a second glance - more or less visible, “hidden behind it”, so to speak, the “reverse angle”: the picture of the photographer in action. Just as the hunter is not struck by the bullet, though, but only feels the recoil of the explosion, this counter-image contained in every photograph is not actually captured by the lens, either. as an invisible impression of the photographer that even gets developed within the dark room chemistry…) What then is the recoil of the photographer? How do you feel its impact? How does it affect the subject and which trace of it appears on the photograph? In German, there is a most revealing word for this phenomenon, a word known from a variety of contexts: “EINSTELLUNG”. It means the attitude in which someone approaches something, psychologically or ethically, i.e. the way of attuning yourself and then “taking it in”. But “Einstellung” is also a term from photography and film signifying both the “take” (a particular shot and its framing), as well as how the camera is adjusted in terms of the aperture and exposure by which the cameraman “takes” the picture. […]

Wim Wenders, Once, To shoot pictures

(Yet it remains somehow inextricably in the picture,


Collection 1 Questa Collection ha coinvolto quindici dei miei amici più stretti, sparsi per il mondo per motivi diversi, tutti con origini diverse e oggi lontani da casa. Apparentemente estranei tra loro, si può dire che quasi si conoscessero già prima che creassi il gruppo su WhatsApp, in quanto parte sostanziale della mia vita. L’idea è stata quella di coinvolgerli per 24 giorni così da collezionare 24 foto da ognuno di loro, scattate durante le 24 ore della giornata.

how to read the graph:

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HELSINKI AMSTERDAM


Ricordarsi del proprio passato, portarselo sempre dietro, è forse la condizione necessaria per salvaguardare, come si suol dire, l’integrità dell’io. Per fare in modo che l’io non rimpicciolisca, che mantenga immutato il proprio volume, bisogna innaffiare i ricordi come dei fiori in vaso, e tale operazione richiede un contatto regolare con i testimoni del passato – ossia con gli amici, che sono il nostro specchio, la nostra memoria. Milan Kundera, L’identità, 53


extraordinary into ordinary Un’indagine visuale nell’insolito quotidiano

COLLECTION 1 Tesi di Laurea Magistrale in Design della Comunicazione Politecnico di Milano 2017


Anna D’Addario


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