YVES SAINT LAURENT _ Fashion Design thesis

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YVES SAINT LAURENT



YVES SAINT LAURENT


ANNAPAOLA BORDIGNON SITAM CORSO DI MODELLISTA GIUGNO 2019 INSEGNANTE: MARIA CECILIA PONTELLO


“ENTIRELY INTENSELY“ Youth Periodo Dior YSL “ESSENTIALS” Pea Jacket Tunic Trench Coat Loose-fitting Blouse, Smock Tuxedo Suit, Pantsuit, Skirtsuit Safari Jacket Jumpsuit “PALETTE” Oro Blu Tenui Rosso Bianco Rosa Nero “MY FIRST YSL” Bibliografia



YVES SAINT LAURENT, UNA VITA “ENTIRELY INTENSILY”


YOUTH 1936 -1955 ALGERIA. INFANZIA. ADOLESCENZA. PARIGI.

Yves Henri Donat Mathieu-Saint-Laurent nacque il primo agosto 1936, a Orano in Algeria, da Lucienne e Charles Mathieu-Saint-Laurent. Suo padre era un assicuratore societario ed amministratore di una catena di cinema. È cresciuto con due sorelle minori, Michèle e Brigitte. La famiglia abitava in una casa a tre piani e durante le vacanze estive, da giugno a settembre, si trasferivano in una villa vicino a Trouville, la spiaggia borghese di Orano. Frequentò la scuola elementare cattolica e successivamente il Collegio del Sacro Cuore, dove rimase fino ai sedici anni. “Il nostro mondo era Orano, non Parigi. Né Algeri, quella città metafisica raffigurata da Camus, né Marrakech con la sua magia rosa. Orano era una città cosmopolita con persone da ovunque ed altrove, una città abbagliante, un mosaico di colori sotto il sole del Nord Africa. Era un posto per sentirsi bene, e noi lo eravamo. Le mie estati sono volate via come nuvole sdrucciolevoli, in una città di mare dove i miei genitori ed amici vivevano in un clan… Le estati finivano troppo presto. Settembre significava un ritorno a scuola ed ansie risvegliate. Ero timido e sensibile, diverso dai miei compagni di scuola.” Manoscritto 1983 Nel primo agosto del 1945, nono compleanno di Saint Laurent, spegnendo le candeline annunciò: “Un giorno, il mio nome sarà scritto a luci negli Champs-Elysées.” Saint Laurent, diciassettenne lesse su Paris Match riguardo alla prima competizione annuale di disegni di moda, organizzato dall’International Wool Secretariat. I membri della giuria includevano Christian Dior, Jacques Fath e Hubert de Givenchy. Saint Laurent inviò tre schizzi: un abito, un completo da donna ed un mantello, vinse il terzo premio nella categoria “abiti”. Il 20 dicembre viaggiò con sua madre a Parigi e ritirò il premio al Teatro degli Ambasciatori dall’attrice Jacqueline Delubac. Incontrò Michel de Brunhoff, editor di Vogue Paris dal 1929, grazie all’introduzione di Ducrots, amico di famiglia; de Brunhoff gli consigliò di prendere il diploma di maturità prima di intraprendere una qualsiasi carriera. Dopodiché mantenne una corrispondenza, inviando schizzi da Orano e chiedendo consigli sulla strada da intraprendere – costumi teatrali e set design contro fashion e haute couture. Dopo essersi diplomato nel 1954, si trasferì in una stanza in affitto da una vedova di un generale, Madame Buisson, a Parigi. Iniziò la scuola di formazione professionale, la Chambre Syndicale de la Haute Couture, in cui suo padre lo iscrisse, ma nella quale rimase solo per qualche mese. Partecipò nuovamente alla competizione di disegno, in modo anonimo e vinse il primo ed il terzo premio nella categoria “abiti”. L’abito del primo premio, lungo abito da cocktail simmetricamente drappeggiato in lana nera, con bottoni a getto, era stato confezionato nello studio di Givenchy.


Sinistra - Yves Saint Laurent ed i suoi genitori, Orano, 1938. Sotto - Yves Saint Laurent e vestiti disegnati per la sua casa di moda immaginaria, Novembre 1953. Fotografia di François Pagès.


PERIODO DIOR 1955 - 1962 FORMAZIONE. HAUTE COUTURE.

A gennaio 1955 ritornò a scuola, ma era annoiato, tanto che suo padre scrisse una lettera a de Brunhoff, chiedendo di spingerlo un po’ oltre, in modo da occupare le sue giornate. Michel de Brunhoff fece in modo che Saint Laurent venisse presentato a Christian Dior, il quale a giugno 1955 lo prese sotto la sua ala nel suo atelier. Già nella collezione autunnale dello stesso anno, dedicata alla linea “Y”, il “maestro” aveva inserito un modello del diciannovenne assistente, “fourreau di velluto nero. Maniche molto aderenti e scollatura profonda. Larga cintura di raso drappeggiato, piazzata al di sopra del punto vita normale”. Venne fotografato da Richard Avedon. La modella Dovima posò tra gli elefanti del Cirque d’Hiver a Parigi. Lo scatto venne pubblicato da “Harper Bazaar” il 30 agosto. Da Dior, incontrò Anne-Marie Muñoz, con la quale lavorerà successivamente quando fonderà la propria casa di moda. La collaborazione non era durata pochi mesi, come accadeva solitamente con i giovani assistenti, ma, al contrario, si consolidò con il tempo. Nell’ottobre del 1957 Dior morì in Italia all’età di cinquantadue anni. “Ciascuno svolgerà il ruolo a cui Dior lo aveva allenato e preparato, e così, senza che alcuna influenza esterna venga a disturbare l’armonia creata da Monsier Dior, le collezioni future avranno le migliori possibilità di essere il riflesso esatto di quello che egli avrebbe amato e desiderato creare”. Si trattava evidentemente di una gestione collegiale, ma l’immagine Dior da questo momento sarebbe stata legata al nome di Yves Saint Laurent, che era entrato alla Maison come assistente solo due anni prima. Divenne quindi direttore artistico della casa di moda più famosa al mondo, posseduta dal magnate tessile Marcel Brussac. La responsabilità che Saint Laurent si trovò ad affrontare nell’inverno del 1957 era enorme, ben più grande di quella di collaborare alla riuscita di una collezione già impostata. La questione in oggetto non era solo l’impero Dior, ma tutta la moda francese. Nel febbraio 1959, pochi giorni dopo il funerale, Saint Laurent conobbe Pierre Vital Georges Bergé, suo compagno di vita. La sua prima collezione venne presentata il 30 gennaio 1958. Era concepita su due linee: la prima era costruita sulla figura geometrica del trapezio (“Trapeze” line) e “sulla purezza della sua costruzione”. La seconda riprendeva lo stile Dior, gonfiando le gonne a cupola o a palloncino. Il successo fu travolgente. L’accordo fra la tradizione ed il nuovo era stato creato e la Maison Dior poteva continuare la sua strada. Il giovanissimo couturier disegnò le collezioni di Avenue Montaigne fino al 1960 (6 collezioni), quando partì per il servizio militare. Dopo essere stato dichiarato inadatto al servizio militare, quello stesso anno, venne trasferito all’ospedale militare di Parigi, per depressione. Nel suo periodo di assenza venne nominato Marc Bohan come direttore creativo di Dior, con contratto biennale. Saint Laurent, appresa la notizia disse a Bergé: “Allora apriremo una nostra casa di moda, e tu la gestirai”. Portò Dior al Tribunale del Lavoro e vinse la causa, così il 4 Dicembre 1961 aprì ufficialmente la sua casa di moda.


Yves Saint Laurent e Pierre BergĂŠ, 1983. Fotografia di Alice Springs.


Dovima et les éléphants, vestito da sera di Christian Dior, Cirque d’Hiver, Parigi, Agosto 1955. Fotografia di Richard Avedon. Disegno di Yves Saint Laurent a Dior.


Yves Saint Laurent e la collezione “Trapeze�, da Christian Dior il 30 Gennaio, 1958. Fotografia di Sabine Weiss.


YSL 1962 - 2002 GENIO. PIONIERE. MODERNO.

La prima collezione della casa Yves Saint Laurent è stata presentata il 29 gennaio 1962, in un salone della 30 rue Spontini. Esibì centouno modelli della Collezione Primavera-Estate. Concluse lo show con un abito da sposa che scatenò un forte applauso dal pubblico. La pallida faccia del designer poi apparve brevemente dalla quinta – ma solo brevemente causa della massa di ammiratori che lo circondavano, abbracciavano… A Parigi quell’anno i fashion show sono stati sostenuti da quarantasei case di alta moda, sei delle quali nuove. Le collezioni si susseguirono con grande successo, intanto l’Algeria ottenne l’indipendenza ed i suoi genitori e sorelle si trasferirono a Parigi. Ad aprile 1963 il giovane fece il primo viaggio in Giappone, dove poi verrà presentata la collezione. Nel 1964 uscì “Y”, la prima fragranza. Spirito eterodosso, nell’arco della sua carriera ha mantenuto la promessa di allora, diventando un innovatore costante, un modernizzatore dell’immagine femminile. Ha fatto tutto o quasi tutto prima degli altri. Coco Chanel fu la prima stilista a proporre, negli anni Venti, capi da donna ispirati all’abbigliamento maschile. Yves Saint Laurent ne seguì l’esempio e sostituì gonne e abitini tradizionali con uno stile androgino. Non a caso la sua invenzione più famosa è “Le Smoking”, il primo tailleur da donna con pantaloni ispirati agli smoking da uomo. Saint Laurent lo disegnò nel 1966 e da allora fu un classico. Oltre allo smoking, il couturier ebbe l’intuizione di trasferire altri capi del guardaroba maschile in quello femminile: il blazer, la sahariana, lo smoking, il trench, il giubbotto di pelle, il tailleur-pantalone. La dirompente carica di vitalità abbinata ad una divorante passione per l’arte che gli ha fatto fare omaggi estrosi ai maestri della pittura del Novecento, da Picasso a Andy Warhol, da Matisse a Braque, da Mondrian a David Hockney, e soprattutto Van Gogh, quando il binomio arte-moda non era ancora una trovata scontata, un luogo comune da passerella “colta”. Nel 1965 disegnò il più famoso dei suoi abiti ispirati al mondo dell’arte: il “Mondrian”, un abito lungo fino al ginocchio e disponibile in sei diverse versioni. Riprende le opere del pittore olandese, conosciuto per i quadri astratti che mostrano griglie irregolari ed utilizzano soltanto i colori primari – blu, giallo e rosso – ed il bianco. Il capo più recente ispirato all’arte è del 2002, Naomi Campbell sfilò con la giacca decorata con gli “Iris” di Van Gogh. “La moda non è arte ma per fare vestiti bisogna essere artisti.” Egli ha arricchito gran parte delle proprie collezioni con commistioni etniche e folcloristiche, con le suggestioni che gli venivano di volta in volta dall’Africa, dalla Spagna, dall’India, dal Marocco, dalla Russia. Un’altra famosissima creazione di Yves Saint Laurent, infatti, è la versione femminile della giacca Safari, indossata per la prima volta dalla top model Veruschka in un numero di Vogue del 1968. La giacca da safari da uomo era famosa già negli anni Trenta, quando la indossava lo scrittore Ernest Hemingway; negli anni Sessanta e Settanta tornò di moda quando venne indossata da Roger Moore nei film di James Bond. Saint Laurent la introdusse nella sua Collezione Primavera-Estate del 1966, dedicata all’Africa, ed è uno dei tanti esempi in cui gioca con i generi introducendo capi maschili nella moda femminile. L’amore per il teatro e per la letteratura, Marcel Proust in testa, come autore feticcio, come nume tutelare, sono state anch’esse trasposte nella


sua moda, infuse nei modelli che ha saputo creare. Ma al di là di una creatività multiforme, Saint Laurent ha avuto anche intuizioni commerciali geniali, come avere capito, ancora una volta in anticipo sui suoi colleghi, che le idee così moderne della sua alta moda potevano, sapientemente corrette, trasformarsi in prodotto industriale. Nel 1966 nacque Yves Saint Laurent Rive Gauche, nonché il prêt-à-porter. Il risultato fu una totale rivoluzione nella figura professionale del couturier, che trovò nel nuovo sistema produttivo un’alternativa per esprimere la propria creatività, meno legata alla perfezione dell’oggetto e più vicina alla cultura moderna. “Io non sono un sarto, ma un fabbricante di felicità.” Didier Grumbach scriveva a proposito di Yves Saint Laurent: “Egli baratta, senza rimpianti, il suo lavoro di modellista con quello di stilista”. La distribuzione avvenne attraverso boutique monomarca, prima a Parigi e poi nelle più importanti città del mondo, rifornite attraverso modi di produzione diversa: nel 1967 stipulò per Rive Gauche un contratto al cinquanta per cento con C. Mendès, una formula che venne rivista più volte nel secolo successivo e portò non pochi problemi. Yves Saint Laurent fu anche il primo stilista a realizzare abiti in tessuto trasparente che lasciavano intravedere i capezzoli: nel 1968 le sue modelle sfilarono con camicie di organza trasparente senza reggiseno sotto. Le riviste di moda rifiutarono di pubblicare servizi e pubblicità della collezione perché mostrare un seno nudo era ancora scandaloso. L’intento di Saint Laurent però non era provocare ma liberare le donne dalle regole sull’abbigliamento dell’epoca. “Chanel ha liberato le donne e io ho dato loro potere.” Il 29 gennaio del 1971 Saint Laurent presentò a Parigi la sua Collezione Primavera-Estate, “Liberatión”: fu subito sommerso dalle critiche, il giorno dopo alcuni giornali si rifiutarono di pubblicarne le foto mentre altri la definirono “rivoltante”. Questo perché era ispirata alla moda delle prostituite di Parigi del Dopoguerra, con le modelle che sfilavano con movenze estremamente sensuali e abiti cortissimi e provocanti, spalle squadrate, sandali con zeppe da dieci centimetri, turbanti, trucco pensate, e una famosa pelliccia verde indossata anni dopo da Naomi Campbell. Non piacque ai critici ma ebbe un enorme successo di vendite e influenza: fece tornare di moda lo stile retro e iniziò la tendenza che c’è ancora oggi di indossare abiti ispirati più o meno consciamente a quelli delle prostitute. Lo stesso anno stravolse (anche) le regole della comunicazione e divenne testimonial di sé stesso: si fece ritrarre nudo da Jeanloup Sieff per promuovere la sua Eau de Toilette pour Homme, come ha fatto in tempi più recenti lo stilista Marc Jacobs. La pubblicità non ebbe una grande diffusione ma in seguito diventò un’immagine simbolo per la comunità gay. Continuò a provocare fino al 1978, con un altro profumo (femminile) che battezza con il nome di una droga: Opium. Yves Saint Laurent fu il primo stilista vivente a cui il Metropolitan Museum of Art di New York (MET) dedicò una retrospettiva (la seconda sarà Rei Kawakubo di Comme des Garçons, nel 2017). Nel 1984 lo stilista fece sfilare anche modelle nere alla settimana della moda, diventando pioniere ancora una volta. La prima modella nera che ingaggiò fu Mounia, seguita da Iman, Rebecca Ayoko e Katoucha Niane. Naomi Campbell ha raccontato che fu merito di Saint Laurent se nel 1988 divenne la prima donna nera a comparire sulla copertina dell’edizione francese di Vogue: lo stilista aveva minacciato di togliere la pubblicità dalla rivista se avesse rifiutato di metterla in copertina. Fu anche uno dei pochi stilisti dell’epoca a fare pubblicità nelle riviste per donne nere, come Ebony Magazine. Nel 1989 il gruppo Yves Saint Laurent si quotò in borsa, per poi essere venduto nel 1993 alla casa farmaceutica Sanofi per circa 600 milioni di dollari. Nel 1999 la casa di moda fiorentina Gucci acquistò l’etichetta, mentre Tom Ford si occupava della collezione prêt-à-porter (più accessibile al grande pubblico), Yves Saint Laurent disegnava la linea di alta moda. Nel 2002 Yves Saint Laurent aveva sessantacinque anni, tenne una conferenza stampa il 7 gennaio, in cui comunicava che avrebbe lasciato la Maison. Infatti, il 23 gennaio si tenne l’ultima sua sfilata. Una retrospettiva dei quarant’anni della casa Saint Laurent. Furono presentati più di trecento pezzi al Centre Pompidou di Parigi. La casa di moda chiuse le proprie porte il 1° ottobre. Il 5 dicembre dello stesso anno, la fondazione Pierre Bergé – Yves Saint Laurent fu ufficialmente nominata fondazione nonprofit.


1° giugno 2008 – Dopo una lunga malattia, lo stilista si morì per un tumore al cervello a Parigi, nella sua casa, all’età di settantadue anni. Il suo corpo fu cremato e le sue ceneri sono conservate nei giardini Majorelle di Marrakech, in Marocco, nella villa appartenuta al celebre artista francese Jacques Majorelle e in seguito acquistata e ristrutturata da Saint Laurent e Bergé. Pierre Bergé scomparve l’8 settembre 2017, ad ottantaquattro anni, non fece a tempo a vedere l’inaugurazione dei due musei dedicati all’ex compagno stilista, uno a Parigi e l’altro nella loro amata Marrakech. Un patrimonio di 40 anni di creazioni (1962-2002), ovvero oltre 5.000 abiti, 15.000 accessori e decine di migliaia di schizzi e disegni. A Parigi, il museo è stato inaugurato nello storico palazzo dell’avenue Marceau, dove Yves Saint Laurent creò per circa 30 anni (1974-2002) e dove si trova oggi la Fondazione. A Marrakech, dove Saint Laurent soggiornò dal 1966, in una struttura di 4.000 m2 nei pressi dei Jardin Majorelle, che lo stilista salvò dalla scomparsa nel 1980, proprio con Bergé. Il lavoro di Yves Saint Laurent è stato premiato in diverse occasioni durante la sua carriera di couturier. Nel 1982, ha ricevuto l’International Fashion Award del Council of Fashion Designers of America, seguito da un Oscar de la mode nel 1985 e un Award of Honor nel 1999. Nel 2001, Saint Laurent ha ricevuto la Rosa d’Oro, creata a Palermo nel 1984. Ha ricevuto il premio, che viene trasmesso da un artista all’altro, dallo scultore Eduardo Chillado ed a sua volta assegnato al pittore David Hockney nel 2004. In precedenza, aveva reso omaggio a Hockney nella sua sfilata di moda uomo Saint Laurent rive gauche nel 1987. Per quanto la casa non esista più, il marchio sopravvive ancora oggi sotto l’egida di Gucci. Dopo il ritiro di Tom Ford, fu lo stilista Stefano Pilati a firmare la linea di prêt-à-porter fino al 2012 per poi venire sostituito da Hedi Slimane (ex direttore creativo di Dior Homme) che opererà una profonda revisione del marchio culminata con la modifica del nome (solo Saint Laurent). Nel 2017 venne nominato Anthony Vaccarello come nuovo direttore creativo.


Sinistra - Yves Saint Laurent, rue JeanGoujon, 1961. Sotto sinistra - Adolphe-Jean-Marie Mouron, conosciuta come Cassandre, iniziali della casa di alta moda Yves Saint Laurent, 1961. Sotto destra - Yves Saint Laurent, dietro alle quinte della sua prima sfilata di alta moda, 1962. Fotografia di Pierre Boulat.


Sinistra - Collezione alta moda AutunnoInverno 1965, tributo a Piet Mondrian. Sotto sinistra - Collezione alta moda Primavera-Estate 1988, tributo a Vincent van Gogh. Sotto destra - Collezione alta moda Autunno-Inverno 1979, tributo a Pablo Picasso. Pagina accanto Sopra - Claude Lalanne e Yves Saint Laurent ad Ury, durante i fitting dei vestiti “Lalanne�, bustino e vita scolpiti in bronzo galvanizzato, collezione alta moda AutunnoInverno 1969. Fotografia di Jean-Philippe Lalanne. Sotto - Stessi abiti, pubblicati su Paris Match il 23 Agosto 1969. Fotografia di Manuel Litran.



Sinistra - Vogue Paris, Settembre 1976. Fotografia di Guy Bourdin. Sotto - Ponte Alessandro III, Parigi, collezione alta moda Autunno-Inverno 1976, Vogue USA, Marzo 1976. Fotografia di Duane Michals. Pagina accanto Sopra - Collezione alta moda AutunnoInverno 1977, British Vogue, Dicembre 1977. Fotografia di Lothar Schmid. Sotto sinistra - Collezione alta moda Autunno-Inverno 1979. Sotto destra - Collezione alta moda Autunno-Inverno 1990.



Sinistra - Betty Catroux, Yves Saint Laurent e Loulou de la Falaise, apertura del primo negozio YSL rive gauche, New Bond Street, Londra, 10 Settembre 1969. Sotto sinistra - Foto pubblicitaria per YSL rive gauche. Fotografia di David Seidner. Sotto destra - Yves Saint Laurent fiancheggiato da due modelle, French Elle, 9 Giugno, 1971. Fotografia di Henri Elwing. Pagina accanto Sopra - Loulou de la Falaise. Fotografia di Jean-Pierre Masclet. Sotto sinistra - Collezione alta moda Autunno-Inverno 1968. Fotografia di Bill Ray. Sotto destra - Yves Saint Laurent e Edia Vairelli nell’atelier della 5 avenue Marceau, 1982. Fotografia di Pierre Boulat.



Sinistra - Love, 1970. Sotto - Yves Saint Laurent Nu, 1971. Yves Saint Laurent posa per la pubblicitĂ della sua prima Eau de Toilette, Pour Homme. Fotografia di Jeanloup Sieff. Pagina accanto Sopra - Marina Schiano in un abito di pizzo, collezione alta moda Autunno-Inverno 1970. Fotografia di Jeanloup Sieff. Sotto sinistra - Tre ragazze sorridono a fine sfilata, 1971. Sotto destra - Cappotto verde in pelliccia di volpe, collezione alta moda PrimaveraEstate 1971, French Elle, 1 Marzo 1971. Fotografia di Hans Feurer.



Yves Saint Laurent alla fine della sfilata di alta moda Autunno-Inverno 1974, alla 5 avenue Marceau. In prima fila, Nan Kempner e Catherine Deneuve. Fotografia di Pierre Boulat.


Yves Saint Laurent fiancheggiato da Laetitia Casta, Catherine Deneuve, e le modelle della sfilata retrospettiva del 22 Gennaio 2002, Centre Georges Pompidou, Parigi. Fotografia di Guy Marineau.



YVES SAINT LAURENT’S “ESSENTIALS”


PEA JACKET P/E 1962

Yves Saint Laurent è stato ispirato dall’abbigliamento maschile sin dall’inizio. Nel 1962, guardò il soprabito da marinaio, spesso ed in lana. La semplice forma di questo pratico capo ha scolpito la silhouette. Il fatto che non fosse aderente e che coprisse i fianchi lo rendeva ideale per le donne che non si sentivano ancora a loro agio nell’indossare i pantaloni, che accentuavano la forma femminile. La sfilata di moda di Saint Laurent del 1962 si aprì con il pea coat, che fu il primo pezzo che presentò con il suo nome. La modella lo indossava con pantaloni di shantung bianchi e mules. Questo ensemble ha aperto la strada allo stile esclusivo di Yves Saint Laurent, che ha preso in prestito l’abbigliamento maschile per far sentire le donne a proprio agio e sicure. Il couturier ha continuato ad offrire variazioni sul look della marina, in particolare con il maglione da marinaio e il paletot nella sua collezione del 1966.


Sinistra - Prima pea jacket, primo pezzo della sfilata alta moda Primavera-Estate 1962. Sotto - Scheda tecnica dell’atelier, o “Bibbia”, per il primo pea coat. Collezione alta moda Primavera-Estate 1962. Pagina accanto - Primo pea coat. Collezione alta moda Primavera-Estate 1962. Fotografia dei fratelli Séeberger.


TUNIC Estate 1962

La tunica fa parte degli abiti ideati per allungare la figura e coprirne i fianchi. Ideata nell’estate del 1962, è stata adottata da tutte le donne che cercavano di attenuare l’effetto avvolgente dei primi pantaloni.


Sotto - Tunica e pantaloni in lana di jersey. Vogue Paris, Settembre 1968. Fotografia di Guy Bourdin. Pagina accanto - Tunica smock in lana blu marina, collezione alta moda PrimaveraEstate 1966. French Marie Claire, Marzo 1966. Fotografia di Marc Hispard.


TRENCH COAT A/I 1962

Il trench coat è un altro esempio dello stile caratteristico di Saint Laurent. Come con il pea coat, il couturier prende in prestito i codici di abbigliamento maschili. I trench furono inizialmente indossati dagli ufficiali inglesi durante la prima guerra mondiale per proteggerli dalle intemperie nelle trincee, il che spiega il nome. Yves Saint Laurent ha tenuto le maniche raglan, le due file di bottoni e la cintura, che usava per accentuare la vita. Tuttavia, ha accorciato la lunghezza del cappotto, che originariamente era al polpaccio. Il capo segue ed evidenzia le curve del corpo. Ora è un elemento chiave nel guardaroba femminile.


Sinistra - YSL Rive Gauche, 1966. Sotto - Disegno di un trench coat, collezione alta moda Autunno-Inverno 1986. Pagina accanto - Primo trench coat indossato da Alla Illitchoum, collezione alta moda Autunno-Inverno 1962, saloni al 30 bis rue Spontini, Parigi, Luglio 1962. Fotografia di Sharock Hatami.


LOOSE-FITTING BLOUSE, SMOCK A/I 1962

Questo capo libera la parte superiore del corpo, vita e petto. La prima camicetta che è passata alla storia è stata la “Norman” smock dell’inverno 1962. La camicetta, o meglio lo stile ampio e slanciato, era una costante attraverso il lavoro del designer ed ha assunto varie formenel corso del tempo: l’abito chemise, che è apparso per la prima volta nella collezione inverno 1963 in versione abito da sera; la chemise-longuette dell’inverno 1970; l’abito chemisier del contadino dell’estate 1971; l’abito da pittore dell’inverno 1974; bluse larghe indossate con giacche e tailleur sartoriali; e abiti smock.


Sinistra - Disegno di un completo e blusa con cravatta floscia, collezione alta moda Primavera-Estate 1989. Sotto - Viscontessa Jacqueline de Ribes, Parigi, 31 luglio 1962. Norman smock in satin grigio, collezione alta moda AutunnoInverno 1962. Fotografia di Richard Avedon. Pagina accanto - Collezione alta moda Autunno-Inverno 1973.


TUXEDO A/I 1966

Una rivoluzione, il cui nome francese, le smoking, fu rapidamente adottato dagli americani, rovescia la convenzione di abito da sera. Per un evento serale, le donne indossavano un abito lungo. Gli uomini escono in frac ed in smoking, un tipo di giacca inventata in Inghilterra nel diciannovesimo secolo. Con il suo smoking, Yves Saint Laurent ha dato alle donne un nuovo modo di vestire, e non era solo una copia del capo da uomo, ma una versione veramente femminilizzata. Il primo smoking mostrato nella collezione invernale del 1966 consisteva in pantaloni dritti, una camicia bianca in organza con uno jabot, una cravatta floscia, una cintura di raso e una giacca lunga con un taglio aderente femminile. Partendo da un grande clasico del guardaroba maschile, Saint Laurent ha creato un look infinitamente rinnovabile.


Sotto - Scheda tecnica dell’atelier per il primo smoking. Collezione alta moda Autunno-Inverno 1966. Pagina accanto - Primo smoking, indossato da Ulla, collezione alta moda AutunnoInverno 1966.


SUIT, PANTSUIT, SKIRT SUIT P/E 1967

Un anno dopo lo smoking, Yves Saint Laurent ha proposto il suo primo tailleur nella sua collezione Primavera-Estate del 1967. Era un design insolito per un abito, che tradizionalmente veniva indossato con una gonna. Proprio come ha fatto per lo smoking, Saint Laurent ha adattato il vestito tradizionalmente maschile per il corpo femminile. Le maniche erano su misura e la vita stretta dalla cintura, mentre i pantaloni erano molto larghi rispetto alle gambe. Aggiungeva accessori tipicamente femminili, come tacchi e gioielli, ma la modella indossava ancora una cravatta e un cappello di feltro.


Sotto - Charlotte Rampling in un tailleur di lana di Principe di Galles, Vogue USA, Primavera-Estate 1974. Fotografia di Helmut Newton. Pagina accanto - Rue Aubriot. Vibeke in un tailleur di lana a righe grigio, collezione alta moda Autunno-Inverno 1975. Fotografia di Helmut Newton.


SAFARI JACKET Estate 1966

Yves Saint Laurent ha introdotto per la prima volta la giacca safari nelle sue sfilate del 1967. Tuttavia, solo l’anno seguente, un progetto fotografico per Vogue Parigi, ha reso famoso il design e lo ha rapidamente trasformato in un classico. Con la giacca da safari, Saint Laurent ha continuato a definire il suo stile, che mutuava dai codici di abbigliamento maschili per rivoluzionare la moda femminile. Si è ispirato sia alle divise indossate dall’Afrika Korps che, più in generale, agli abiti indossati dagli uomini occidentali in Africa. Realizzata in gabardine di cotone, la giacca da safari era un capo comodo per le estati calde. Incarnava perfettamente lo spirito di libertà scatenato dagli anni ‘60 e una nuova forma di seduzione. Già nel 1969, la giacca da safari era disponibile anche nella versione prêt-à-porter. Fu un successo immediato.


Sotto - Veruschka in una safari jacket allacciata, Vogue Paris, Luglio-Agosto 1968. Fotografia di Franco Rubartelli. Pagina accanto - Safari jacket indossata da Dominique. Collezione alta moda Primavera-Estate 1969. Saloni al 30 bis rue Spontini, Parigi, Gennaio 1969. Fotografia di Gunnar Larsen.


JUMPSUIT Estate 1968

Come la giacca da safari, la tuta è stata presentata per la prima volta nella collezione Primavera-Estate 1968. Originariamente un capo funzionale indossato dagli aviatori, il suo volume celava la forma del corpo maschile. Yves Saint Laurent, ancora una volta ispirato da un capo maschile, ha disegnato la sua tuta per ottenere l’effetto opposto rivelando le curve del corpo femminile. Se indossata da donne alte e magre, la tuta crea una silhouette elegante.


Sotto - Ensemble serale indossato da Danielle Luquet de Saint Germain. Collezione alta moda Primavera-Estate 1968. Fotografia di Peter Caine. Pagina accanto - Tuta per un insieme formale, indossata da Maria Lisa. Collezione alta moda Autunno-Inverno 1969. Rue Spontini, Parigi, Luglio 1969.



YVES SAINT LAURENT’S “PALETTE”



ORO, PERCHÉ OFFRE LA PUREZZA ED IL FLUSSO DELL’ACQUA DI SORGENTE, MODELLANDO IL CORPO FINO A QUANDO NON È NIENT’ALTRO CHE UNA LINEA. YVES SAINT LAURENT


Collezione alta moda Primavera-Estate 1990, tributo alla Casa.


Collezione alta moda Primavera-Estate 1981.



Sopra - Blusa di chiffon e gonna, British Vogue, Marzo 1977. Fotografia di David Bailey. Pagina accanto Sopra - Dettaglio abito con pietre incastonate e pelliccia. Sotto - Abito di paillette con pietre incastonate, Vogue Paris, collezione alta moda Autunno-Inverno 1966. Fotografia di David Bailey.



AMO RINNOVARE IL GIARDINO MAJORELLE. NESSUNO SA CON CERTEZZA QUALI FOSSERO I COLORI ESATTI IN ORIGINE. HO GRATTATO LE PARETI, MA NON HO MAI TROVATO IL FAMOSO BLU MAJORELLE. PROBABILMENTE ERA MENO ELETTRICO. MAJORELLE ERA UN MATISSE; CHE È LA MIA PASSIONE. GLOBE, 1986


Giardini Majorelle, Marrakech, Marocco.


Collezione alta moda Autunno-Inverno 1969. Abito e veli in crepe di seta; corpetto scolpito in bronzo galvanizzato di Claude Lalanne.


Collezione alta moda Autunno-Inverno 1990. Fotografia di Arthur Elgort.


Abito da sposa collezione del 1987.



MI PIACCIONO I COLORI TENUI PER IL GIORNO, PERCHÉ TROVO CHE LA LUCE DI PARIGI SIA INADATTA AI COLORI BRILLANTI, MA DI NOTTE VOGLIO CHE LE DONNE SIANO COME UCCELLI DEL PARADISO. ELLE, 1977


Collezione alta moda Primavera-Estate 1971.


Collezione alta moda Autunno-Inverno 1990.


Vestiti estivi, taffetĂ e cotone, collezione Saint Laurent rive gauche Primavera-Estate 1972. British Vogue, Marzo 1972. Fotografia di Peter Knapp.


Collezione alta moda Autunno-Inverno 1968.



IL ROSSO È IL FONDAMENTO DEL TRUCCO, È LABBRA E UNGHIE. IL ROSSO È UN COLORE NOBILE, IL COLORE DI UNA PIETRA PREZIOSA - I RUBINI - COSÌ COME IL COLORE DEL PERICOLO, E A VOLTE DEVI GIOCARE CON IL PERICOLO. IL ROSSO È UN COLORE RELIGIOSO, È IL COLORE DEL SANGUE, IL COLORE DELLA REGALITÀ, FEDRA E TANTE ALTRE EROINE. IL ROSSO DEL FUOCO E IL ROSSO DELLA BATTAGLIA ROSSO È UNA BATTAGLIA TRA LA MORTE E LA VITA. YVES SAINT LAURENT, 1983


Vestito color rubino in velluto, collezione alta moda Autunno-Inverno 1975-76. British Vogue, Settembre 1975. Fotografia di Norman Parkinson.


Abito da sposa, collezione alta moda Primavera-Estate 1992.


Collezione alta moda Primavera-Estate 1997.


Dettaglio di una giacca redingote ricamata con labbra di paillette, collezione alta moda Primavera-Estate 1971. French Elle, 1 Marzo 1971. Fotografia di Peter Knapp.



QUELLO CHE AMO DI MANET SONO I BIANCHI SONTUOSI E SFUMATI, COME GLI ABITI DEL SUO DIPINTO NEL BALCONE, O NEL SUO RITRATTO DI BERTHE MORISOT. TROVO CHE LA DONNA PRERAFFAELLITA SIA SUBLIME, ABBASTANZA MODERNA E COMPLETAMENTE LIBERATA. GLOBE, 1986


Vestito in taffetĂ screziato, collezione alta moda Primavera-Estate 1986.


Abito confezionato per Jane Birkin per il Proust Ball, Dicembre 1971


Yves Saint Laurent per Dior, abito da sera corto, collezione alta moda “Trapeze� Primavera-Estate 1958.


Abito da sposa in lana lavorato a maglia, collezione alta moda Autunno-Inverno 1965.



IL MIO COLORE PREFERITO, DOPO IL NERO, È IL ROSA. YVES SAINT LAURENT


Costume disegnato per Zizi Jeanmaire, per lo spettacolo Le Champagne RosĂŠ diretto da Roland Petit, 1963.



Abito nero in velluto e fiocco fucsia in raso, creato per il profumo Paris, 1983. Fotografia di Gilles Tapie.


Abito fucsia in raso, fiocchi neri di velluto, collezione Autunno-Inverno 1978. Vogue USA, Ottobre 1978. Fotografia di Arthur Elgort.



AMO IL NERO PERCHÉ AFFERMA, PROGETTA ED È DI CLASSE. UNA DONNA IN ABITO NERO È UN TRATTO DI MATITA. ELLE, PRIMAVERA-ESTATE 1968


Viscontessa Jacqueline de Ribes, Parigi, 31 Luglio 1962. Fotografia di Richard Avedon.


È IL TRATTO DI UNA MATITA CHE DISEGNA UN PROFILO SU UN FOGLIO DI CARTA NERO. IL NERO È IL COLORE DI UN RITRATTO RINASCIMENTALE, IL COLORE DI CLOUET, AGNES SOREL, LA CORTE DI VALOIS, FRANS HALS, E MANET. YVES SAINT LAURENT


Abito nero con pizzo, paillette e piume. Collezione alta moda Autunno-Inverno 2000.


Yves Saint Laurent e Catherine Deneuve in smoking, 1982. 20 Anniversario della casa di moda. Fotografia di Helmut Newton.



PROGETTO FINALE SITAM “MY FIRST YSL”


Omaggio a Yves Saint Laurent Collezione Primavera - Estate 2019


Il secondo giorno della Paris Fashion Week Spring-Summer 2019 si è chiuso con la sfilata di Saint Laurent, uno show spettacolare, forse il migliore delle ultime settimane di Fashion Weeks. Il direttore creativo Anthony Vaccarello ha portato gli ospiti ancora una volta al Trocadéro di Parigi, ai piedi della Torre Eiffel, per presentare la collezione SS19. Novantacinque look tra giacche sartoriali, miniabiti, caftani, costumi da bagno, short e gonne cortissimi, sandali dal plateau vertiginoso e cappelli scenografici. Una collezione forte, d’impatto, glamour e sofisticata, che non può non far pensare al fondatore della Maison Yves Saint Laurent. Vaccarello, nel backstage della sfilata, ha raccontato di essere stato ispirato dalla grande capacità di Saint Laurent di reinterpretare in maniera sempre innovativa capi classici del guardaroba femminile. Il designer di origine italiana ha cercato di seguire gli insegnamenti del maestro, guardando al ricchissimo archivio della Maison, ma anche omaggiando il suo geniale fondatore. Fin dal setting della sfilata era chiaro il riferimento a Yves Saint Laurent. Ai piedi della torre simbolo di Parigi, infatti, Vaccarello ha fatto costruire una passerella-piscina (in cui le modelle camminavano senza timore di rovinare scarpe o bagnare gli abiti) al cui lato era posta una lunga fila di palme. Un dettaglio che richiama Marrakech, la città preferita di Yves, in cui aveva una magnifica seconda casa con un giardino rigoglioso, ricco anche di palme.

LE STELLE Yves Saint Laurent era solito mandare ad amici e parenti le famose Love Postcards, delle cartoline di auguri per festeggiare l’inizio del nuovo anno, usanza che ha portato avanti per più di trent’anni. Le postcards erano decorate con disegni e scritte colorate e dettagli come cuori e stelle. Vaccarello riutilizza proprio le stelle che vanno ora a ricoprire miniabiti in suede, tutine nere e lunghi abiti di chiffon.



SCHEDA TECNICA

NOME MODELLO Abito Decoltè con maxi fiocco Linea

SCHIZZO MODELLO

Abito aderente senza spalline Decoltè drappeggiato e maxi fiocco posteriore

Stile Tessuto

Alcantara e Pelle (stelle)

Colori

Blu e Argento

Accessori

-

Particolari

Grande fiocco posteriore

MATERIALI USATI

TIPO

COLORE

QUANTITÀ

COSTO

Tessuto

Alcantara

Navy blu

2m

9,00 €/m

Fodera

Acetato

Blu

2m

Rinforzo Adesivo

-

-

Termoadesivo

Sbieco Cerniera

Nero

-

4,50 €/m

1m -

Invisibile

5,00 €/m -

Blu

-

-

-

Spalline

-

-

-

Poliestere

Altro

-

3,60 €/pz.

Gutermann c.37 1 pz.

-

2,50 €/pz.

1 pz.

Bottoni Filo

DATA 1 Maggio 2019

STAGIONE Primavera - Estate 2019

-

SPESA COMPLESSIVA 40 €

DESCRIZIONE MODELLO E PRINCIPALI LAVORAZIONI Modello base

Abito corto decoltè con drappeggio al seno

Scollatura

Decoltè

Davanti

Drappeggio applicato al modello base all’altezza seno

Allacciatura

-

Dietro

Cerniera invisibile centrale, Fiocco “appeso” al centro

Colletto

-

Paramontura

-

Maniche

-

Interni

Fodera a tono

Tasche

Inserite nelle riprese davanti con sacco tasca unito

Rinforzo

Termoadesivo per irrigidire il fiocco

Rifinitura

-

Fodera

foderato

Cinturino

-

Tagli

Dai fianchi al fondo

Cuciture

Realizzate a macchina

Riprese

Spalla e vita

Impunture

-

Simmetrico

ant.

si

post.

Lunghezza fondo

45 cm

Asimmetrico

ant.

no

post. no

Orlo

-

semifoderato

sfoderato

si

SCHEMA MISURE MISURE NECESSARIE

PRESA MISURE

Circonferenza Torace

75 cm

Circonferenza Seno

76 cm

TG. 38

VESTIBILITÀ

MISURE NECESSARIE

PRESA MISURE

Larghezza Spalle Dietro

38 cm

Aderente

Larghezza Spalle Davanti

34 cm -

Circonferenza Vita

60 cm

Aderente

Lunghezza Manica

Circonferenza Fianchi

87 cm

Aderente

Circonferenza Mano

-

Circonferenza Anche

86 cm

Circonferenza Polso

-

Lunghezza Vita Totale

78 cm

Circonferenza Collo

-

Lunghezza Vita Media

39 cm

Altezza Testa

-

Lunghezza Vita Davanti

38 cm

Lunghezza Gonna

45 cm

Lunghezza Vita Dietro

40 cm

Lunghezza Calzoni

-

Altezza Seno

25 cm

NOTE

Il fiocco posteriore ha una dimensione pari a 83 x 38 cm.

TG. 38

VESTIBILITÀ

Svasata



BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

“Yves Saint Laurent”, Fondazione Pierre Bergé - Yves Saint Laurent, Abrams, 2010; “Modabolario”, Antonio Donnanno, Ikon Editrice, Milano, 2018; “Professione Stilista”, Sue Jenkyn Jones, Logos, Modena, 2011; “Storia della Moda XVIII-XXI secolo”, Enrica Morini, Skira, Milano, 2010; https://it.m.wikipedia.org/wiki/Yves_Saint_Laurent https://www.ilpost.it/2016/06/01/yves-saint-laurent/amp/





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