2010/6 - ANPAS Informa - Dicembre (numero 6)

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Anno 10°, numero 6, dicembre 2010 - ANPAS INFORMA: Periodico mensile Dir. Responsabile Fausto Casini. Redazione: via Pio Fedi, 46/48 - Firenze Reg. Trib. Firenze n° 4395 del 13/07/1994 - Spedizione in abbonamento postale Legge 662/96 art.2 comma 20/c - Stampato da Litografia IP - Firenze

Internazionale Il primo anno di Growing Strong Protezione Civile Il nuovo regolamento ANPAS INTERNET Il nuovo www.anpas.org

RIFIUTI ZERO ANPAS incontra Paul Connett A(N)PAS-sionatamente L’altro Sud in marcia verso l’altra Italia PENSATORI Giovanni Serra


Gennaio: 12 Haiti colpita da un terremoto. 217 mila morti e almeno 300 feriti. ANPAS ha finanziato il progetto “Salute per tutti” con i Padri Camiilliani: attraverso ambulatori mobili è stata offerta formazione e medicina di base sul territorio, pagina 2

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In questo numero Editoriale di Fausto Casini TAGLI AL VOLONTARIATO Servizio Civile, Cinque per Mille, Editoria Protezione Civile Carmine Lizza TEREX Il nuovo Regolamento ANPAS VERSO RIFIUTI ZERO PENSATORI: Paul Connet

In questi giorni il Volontariato e il Terzo Settore sono costretti a combattere battaglie per mantenere alcune misure che la Legge di Stabilità tende p.3 ad eliminare. E’ una battaglia di civiltà smascherare l’ipocrisia di un Governo che indica, in modo corale, obiettivi la cui pratica richiederebbe azioni esattamente opposte alle misure in corso di approvazione. p.4 Ma la più terribile operazione che si sta portando a termine è lo svuotamento di una parola, che compare principalmente nel nome dei partiti di destra, e cioè la parola “libertà”. p.2

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COMUNICARE I VOLONTARIATI - Corso sulla comunicazione ANPAS

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INTERNET - Il nuovo www.anpas.org Accessibilità: Nuove generazioni e Innovazione

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A Teano mano

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FORMAZIONE: Europa e Valle D’Aosta PENSATORI: Giovanni Serra

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INTERNAZIONALE DARE TO DREAM

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CIES - Rapporto Politiche contro la Povertà Marco Revelli e il dono

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Calendario ANPAS La nuvola del 2010

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«In questa parabola è racchiuso in sintesi il senso della Carovana dei Briganti Migranti: denuncia, consapevolezza, riscatto. Un altro Sud. Un altro Sud in Marcia». Giuseppe Trimarchi

COMITATO DI REDAZIONE

Fausto Casini (Direttore Responsabile), Fabrizio Pregliasco, Luciano Dematteis, Moreno Milighetti, Benedetta Brugagnoni, Lucia Calandra, Andrea Cardoni, Sergio Giusti, Ilaria Lucaroni Monica Rocchi, Enzo Susini, Mirco Zanaboni. Sono intervenuti: Annalisa Bergantini, Carmine Lizza, Valentina Sanna, Giovanni Serra, Anna Zuccaro

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Faccio un passo indietro. La parola libertà è sicuramente la base che distingue in assoluto le Pubbliche Assistenze fin dalla loro origine: partiamo dal nome “Pubblica Assistenza”. Questo termine non indica un proprietario ma esalta la condizione di pubblico, non si identifica con un’attività specifica ma rimanda ad un impegno verso l’intera società. Se unito alla scelta di essere soggetti privati e indipendenti che è andata affermandosi nel tempo, possiamo essere certi che l’obiettivo sia la promozione della libertà di associarsi, la libertà di fare e di relazionarsi con il pubblico, nell’interesse collettivo per la salvaguardia dei beni comuni. Un valore caratteristico dell’identità delle Pubbliche Assistenze è la non confessionalità: sicuramente l’approccio adogmatico è aperto anche a motivazioni religiose, ma la libertà di fare e di includere non può essere sottoposta a nessun diktat proclamato da autorità religiose. Anzi, la battaglia per affermare la laicità come valore fondante del nostro stato democratico ci impegna a vigilare, per evitare che la religione maggioritaria possa proporsi come soggetto detentore delle basi etiche della convivenza sul territorio nazionale. La storia delle Pubbliche Assistenze conferma, senza ombra di dubbio, la scelta di non essere collaterali a nessun partito politico: questo aspetto, unito all’impegno a rafforzare l’autonomia delle singole Associazioni aderenti, costituisce un’altra bandiera di libertà. In uno Stato in cui clientele e corporazioni determinano da sempre le scelte sulle attività collettive, pubbliche e private, noi ci possiamo considerare un modello di libertà praticata. Un altro valore che proponiamo quotidianamente come esemplare è la sobrietà, che altro non è che la vera libertà rispetto alle dinamiche asserventi provocate dal consumismo. La gratuità nell’impegno volontario diventa di per sé scelta di libertà, ma quando il Volontariato incontra i valori della Pubblica Assistenza, la libertà si sublima nella responsabilità di autodeterminarsi, e di dire la propria, sulle materie che riguardano la tutela dei beni comuni e dei diritti soggettivi delle persone. Sempre più spesso dietro alla burocrazia, ed a parole come sicurezza e libera concorrenza, i presidenti delle Pubbliche Assistenze sentono un duro attacco alla loro vera missione: la costruzione delle condizioni di libertà di fare, per migliaia di cittadini volontari. Molto spesso ci scontriamo con una lettura buonista e moralista che vorrebbe il Volontariato recintato all’interno di gabbie che definiscano i servizi. Ci fa paura vedere compressa la naturale intraprendenza che contraddistingue il Volontariato libero.

Si potrebbe obiettare, allora, che il problema non stia nei tagli economici, ma in quelle misure che limitano la libertà di agire nell’autofinanziamento, o di operare in convenzione con la Pubblica Amministrazione. Credo che questo debba essere al centro della nostra azione. Si potrebbe obiettare che il taglio del 5 per mille riguardi una misura che non è indispensabile per il nostro funzionamento, e che le Pubbliche Assistenze esistevano già prima dell’obiezione di coscienza, o prima ancora della legge che ha istituito i Centri di Servizio per il Volontariato. Il motivo della nostra protesta è data dalla falsificazione, che fa individuare come doni o come gentili concessioni del Governo, tutte quelle misure che oggi subiscono tagli; proprio il dono è uno dei meccanismi di relazione che può produrre asservimento. Ma questa mistificazione mediatica non può e non deve passare, perché oltre a svilire la cittadinanza, trasformandola in sudditanza, presenta come gentile concessione il diritto costituzionale all’agire collettivo degli individui. In questo modo chi ha la responsabilità di determinare le politiche pubbliche, svilisce il concetto di sussidiarietà esternalizzando i propri doveri in modo irresponsabile. I metodi per mascherare questo delitto sono tipici da regime, ne elenco tre: - la propaganda mediatica, che occupa tutti i possibili spazi di sensibilizzazione dell’opinione pubblica (L’Aquila è un esempio eclatante); - l’utilizzo di dinamiche clientelari nella scelta dei soggetti, che possono collaborare con la Pubblica Amministrazione. In particolare questo aspetto, se associato alla caratteriale vendicatività di questo o quel titolare di dicastero quando vengono criticate le proprie scelte politiche, contribuisce a imbavagliare l’apporto costruttivo e di trasparenza che può venire nella Pubblica Amministrazione dall’incontro con i cittadini organizzati; - il sistema di depistaggio, che utilizza le incapacità di gestire il ruolo di controllo reale, e non solo formale, delle Pubbliche Amministrazioni. Dopo aver abdicato all’individuazione dei criteri per identificare l’utilità sociale, senza tuttavia indicare un’autority specifica, ci si scandalizza se fra le ONLUS si è infiltrato anche qualche birbante. Anzi, si cercano poi alcuni casi specifici per delegittimare realtà complesse e di dimensioni significative (esemplare è la circolare dell’Agenzia delle Entrate che ha istituito il modello EAS che ci identifica come presunti covi di evasione fiscale). Non ci sarebbe da stare allegri. Se ci si limitasse a guardare queste dinamiche non potremmo che affrontare il Natale con un profondo pessimismo, e con il cuore indurito. Ma noi siamo volontari, ci dispiace per gli altri. Il Natale si riempie di luci e di calore ogni volta che a tavola raccontiamo un aneddoto riguardante il servizio, o quando descriviamo qualche vecchio volontario che ci ha lasciato e che resuscita nei nostri discorsi e nei nostri ricordi. Buone Feste e buon 150° all’Italia. Ma soprattutto auguro a tutti noi un 2011 entusiasmante e di libertà, di pace e di impegno, al riparo da diffidenza e invidia! Fausto Casini, Presidente ANPAS Nazionale

ANPAS ha aderito al CEV - Centro Europeo per il Volontariato – una rete europea attualmente costituita da 80 membri, centri di volontariato nazionali e regionali, agenzie per lo sviluppo, associazioni di tutta Europa che operano congiuntamente al fine di sostenere e promuovere il volontariato, di scambiare politiche, esperienze e informazioni. Il CEV svolge inoltre la funzione di rappresentanza delle istanze del Volontariato presso le Istituzioni dell’Unione Europea. Per saperne di più: www.cev.be


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Dopo il blitz del Primo aprile e dopo aver segnato un vero primato (meno di 24 ore per un aumento del 500%), le tariffe per le pubblicazioni del No Profit continuano a non scendere. Nonostante che il Decreto incentivi, approvato lo scorso 19 maggio con una maggioranza bipartisan, prevedesse un ripristino delle tariffe agevolate con un tetto massimo del 50%, Poste italiane continua a mantenere la tariffa piena (0,28 euro) invece della tariffa di 0,064 euro in vigore sino al 30 marzo scorso o di quella a 0,14 euro.

La forte preoccupazione che riguarda il servizio civile è determinata dalla scure che continua ad abbattersi con costanza sui finanziamenti del Governo al settore. Dal 2007 ad oggi il finanziamento si è più che dimezzato e la previsione per il prossimo anno è che avremo lo stanziamento più basso da quando è nato il Servizio Civile Nazionale. Anpas, come gli altri enti appartenenti alla CNESC (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile) aveva chiesto uno stanziamento straordinario per l’anno 2010 che permettesse di riconfermare per l’anno in corso almeno i livelli di avvio al servizio del 2009. A questa richiesta nessuno ha mai dato risposta. ANPAS e CNESC tornano a chiedere al Governo, in primo luogo, ed a tutte le forze politiche e sociali del nostro Paese di non lasciar soffocare e morire questa esperienza di cittadinanza, di responsabilità dei giovani, di servizio al Paese. La mobilitazione ha portato al lancio della petizione “Basta Schiaffi” con relativa creazione del sito per la raccolta firme, del logo (da parte di ANPAS Nazionale) e la conseguente divulgazione della campagna. Le quasi 25.000 firme (di cui oltre 5.000 raccolte da ANPAS) di questa petizione e di quella

Per protestare contro il Governo per i tagli del 75% (rispetto allo scorso anno) del 5 per mille inseriti nella Legge di Stabilità, ANPAS ha aderito a ben due campagne: IO NON CI STO (insieme a Emergency, UNICEF e tante altre associazioni) e GIURIN GIURETTA (promossa dal Forum del Terzo Settore in collaborazione con il settimanale Vita). La parziale integrazione del fondo effettuata con il Decreto Milleproroghe non risponde tuttavia all’esigenza di una stabilizzazione del 5 per mille. Secondo il Presidente nazionale ANPAS Fausto Casini: “Il Governo con questa misura contraddice le continue affermazioni sulla sussidiarietà e sull’ascolto della volontà popolare e dimostra l’incapacità di utilizzare correttamente la pressione fiscale”.

dell’anno scorso sono state consegnate al Presidente della Repubblica, in qualità di garante di valori della Costituzione quali il dovere di solidarietà sociale, della promozione della pace fra le Nazioni e i Popoli, della difesa della Patria. Sono inoltre previste una serie di iniziative su alcuni territori con gli obiettivi di: creare coesione nel Paese sul valore sociale del servizio civile; sensibilizzare sui punti di forza e sull’apporto che l’esperienza del servizio civile ha offerto in questi anni alla realizzazione di molti progetti di utilità sociale; interrogarsi sulle criticità e sulle difficoltà che sorgerebbero nel momento in cui tale esperienza venisse meno. Per la giornata di presentazione del rapporto CNESC del 15 dicembre (scaricabile dal sito www.anpas.org, sezione Servizio Civile), oltre alla rappresentazione dei dati dell’anno, è stato organizzato un seminario con l’obiettivo di analizzare lo stato dell’arte del servizio civile e riflettere e valorizzare il ruolo delle Reti nazionali nella realizzazione del servizio civile nazionale. L’Associazione Universitaria Panta Rei, in accordo con ANPAS ha promosso presso l’Università degli Studi di Salerno dal 22 novembre al 13 dicembre la petizione “Basta schiaffi ai giovani”.

Secondo Fausto Casini “Colpire il Volontariato ed il Terzo Settore significa rendere ancora più difficile l’azione di centinaia di migliaia di uomini e donne che scelgono di affrontare la crisi dalla parte dei soggetti più deboli. Il Governo dica come utilizzerà le risorse sottratte al Volontariato e in che modo tutelerà i diritti fondamentali dei cittadini”. Il 16 dicembre ANPAS ha aderito alla protesta davanti al Ministero dell’Economia contro i tagli al volontariato.

SEGUI LA PROTESTA SU http://www.anpasnazionale.org/categoria-news-generale/176.html e con il QR Code


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Il Consiglio Nazionale ANPAS di sabato 23 ottobre, ha nominato Carmine Lizza nuovo Responsabile nazionale ANPAS Protezione Civile. Carmine Lizza, geologo, componente della Direzione nazionale, Responsabile dell’Ufficio Tecnico nazionale e Presidente di ANPAS Basilicata, sostituisce dopo molti anni Luciano Dematteis, una figura storica per il Movimento nazionale delle Pubbliche Assistenze chiamato lo scorso anno a ricoprire il ruolo di Vicepresidente Vicario ANPAS. Dematteis continuerà comunque ad occuparsi di Protezione Civile rappresentando ANPAS nella Consulta del Volontariato nazionale di Protezione Civile presso il Dipartimento. Cosa significa per te sostituire, nel ruolo di Responsabile nazionale Protezione Civile, una figura importante per l’ANPAS come Luciano Dematteis? Sicuramente una grossa responsabilità. Grazie alla sua conduzione paziente ed accorta Dematteis è riuscito a coniugare il nuovo corso della Protezione Civile con quello passato, la tradizione con l’attualità, senza strappi o scossoni. Dal punto di vista strettamente personale devo molto a Luciano, al suo modo di essere presente e puntuale nei miei momenti di difficoltà, inevitabili a questi livelli. Il rapporto di amicizia che ci lega ormai da alcuni anni mi da la serenità di poter contare sempre sulla sua grande esperienza e competenza. Questo triennio è stato caratterizzato da un impegno importante per la Protezione Civile, anche a seguito delle molte emergenze che hanno visto impegnati i volontari delle Pubbliche Assistenze. Quali sono le prossime iniziative in cantiere prima del Congresso nazionale di ANPAS del prossimo anno?

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Negli ultimi anni la Protezione Civile ha assunto una grande visibilità all’interno dell’ANPAS, sia per gli interventi in emergenza, che per l’attività di formazione che abbiamo realizzato. In particolare la scelta di organizzare campi di protezione civile all’interno del Meeting ha permesso un consolidamento delle relazioni tra i Volontari delle diverse Regioni, migliorando quindi il lavoro comune come abbiamo avuto modo di riscontrare negli oltre 8 mesi di presenza a L’Aquila. Dopo l’approvazione da parte del Consiglio delle modifiche al Regolamento nazionale di Protezione Civile (per il quale ci tengo a ringraziare la Commissione nazionale per il lavoro), nei prossimi mesi dovremo definire le modalità organizzative per rendere operativa la Colonna nazionale ANPAS di Protezione Civile che è stata finanziata dal Dipartimento nazionale. Cominceremo ad immaginare la Protezione Civile del futuro a Firenze, durante la Conferenza nazionale di Organizzazione nell’ambito della quale è previsto uno specifico gruppo di lavoro. Lo scorso 13 novembre Franco Gabrielli è stato nominato Capodipartimento Protezione Civile, sostituendo Guido Bertolaso dopo oltre 10 anni. Quali sono gli aspetti che ritieni debba sviluppare la nuova direzione del Dipartimento? Franco Gabrielli conosce già bene il valore di una rete nazionale come ANPAS, sia per aver ricoperto il difficile ruolo di prefetto di L’Aquila nei difficili giorni dell’emergenza che per averci incontrato nel corso dell’ultimo Meeting della Solidarietà. Sicuramente ci aspettiamo dal Dipartimento Protezione Civile un maggiore coinvolgimento delle Associazioni nazionali nelle scelte, non solo durante gli interventi di emergenza, ma an-

che nelle fasi di prevenzione e pianificazione. Ci auguriamo che possa partire a breve il Comitato nazionale di Protezione Civile, previsto dall’art. 11 del DPR 194. Ritengo infatti che la libertà e l’autonomia di questo organismo possa contribuire a far sì che il Volontariato faccia la sua parte nella definizione delle politiche con le Istituzioni. Auspico inoltre che il Dipartimento continui a sostenere l’attività di formazione dei Volontari ed il potenziamento delle attrezzature delle Associazioni nazionali. Il Libro Verde del Terzo Settore lancia, tra le sfide per il futuro, il tema della sicurezza ambientale. Quali azioni concrete può promuovere il Volontariato per la prevenzione di molte emergenze ambientali? Ritengo che per questo ambito sia fondamentale continuare ad abbattere le distanze tra Volontariato e mondo professionale ed accademico: lo abbiamo fatto a L’Aquila con l’Ufficio Tecnico nazionale ed a Napoli in occasione del convegno su “Rifiuti Zero” grazie al Prof. Paul Connet. E’ quindi fondamentale continuare la collaborazione con Istituzioni ed Ordini professionali per l’attività di prevenzione. In questo senso stiamo valutando la possibilità di realizzare una campagna informativa nazionale sul tema del rischio sismico, valorizzando il radicamento e le esperienze delle Pubbliche Assistenze nei propri territori.

Anche ANPAS ha preso parte a TEREX 2010 (Tuscany Earthquake Relief Exercise), l’esercitazione internazionale di Protezione Civile, che si è svolta in Garfagnana e Lunigiana dal 25 al 28 novembre. Durante l’iniziativa è stato simulato un terremoto di magnitudo 6.4, analogo a quello che si era verificato nella stessa zona nel 1920. Se i Volontari delle Pubbliche Assistenze toscane sono stati direttamente impegnati nell’attività logistica dell’esercitazione europea ed altri Comitati Regionali sono intervenuti tramite le Colonne Regionali, un gruppo ristretto di volontari di ANPAS Nazionale è stato coinvolto in un nucleo di valutazione (Advanced team). In pratica ai quattro era chiesto di valutare l’allestimento e l’organizzazione di due aree di accoglienza per la popolazione nel Comune di Bagni di Lucca. Durante gli stessi giorni ANPAS nazionale ha svolto un corso di formazione per Volontari delle Sale Operative nazionale e regionali.

Come spesso succede con le emergenze anche la lunga esperienza in Abruzzo ha suggerito modifiche organizzative al sistema ANPAS Protezione Civile che, in parte, si è concretizzata con le modifiche al Regolamento approvate dal Consiglio nazionale del 5 dicembre scorso. Alcune importanti novità come l’istituzione dei referenti nazionali e la scomparsa dello SCON sono figli diretti dell’esperienza vissuta in quei lunghi otto mesi di attività a L’Aquila. Sempre dall’esperienza arriva la necessità di mettere ordine nei censimenti e rendere trasparenti i rapporti; per questo il regolamento definisce che chi decide di far parte della colonna nazionale di protezione civile deve impegnarsi formalmente indicando quali risorse è disposto a condividere. Un’altra novità è il Patto di Solidarietà, che è stato inserito nel regolamento non per censire i volontari, ma per rendere ancora più trasparenti alcuni passaggi. In pratica il Patto ribadisce alcuni diritti e doveri dei quali è fondamentale siano consapevoli tutti gli attori della protezione civile a cominciare dai volontari. Il nuovo Regolamento, rispetto alla stesura del 2005, mette in maggior risalto l’attività di prevenzione e di formazione. Puoi consultare e scaricare il Regolamento sul sito dell’ANPAS.


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Ogni anno solo in Europa vengono prodotti 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti, e la loro produzione, dagli anni ’90 ad oggi, ha continuato a crescere, in parallelo con l’aumento degli standard di vita dei paesi occidentali (Fonte Greenpeace). In alcune Regioni italiane, a causa di una debolezze delle politica nell’affrontare il problema, il tema dei rifiuti è diventato un’emergenza che ha portato all’esplosione di forti conflitti sociali. Nasce quindi il bisogno di ripensare alla società (ed ai comportamenti individuali) partendo da principi come il rispetto dell’ambiente e la qualità della vita. Quale può essere il contributo del Volontariato? Proprio per rispondere a questa domanda lo scorso 27 novembre ANPAS nazionale ed ANPAS Campania hanno promosso, in collaborazione con ZWIA (Zero Waste International Alliance), la manifestazione “ANPAS verso Rifiuti Zero”. L’iniziativa, che si è svolta presso l’Università Federico II di Napoli, ha visto la partecipazione del Prof. Paul Connett, ideatore del modello “Rifiuti Zero”

Fare amici, non rifiuti”: con questa frase così efficace Paul Connett, professore emerito di chimica ambientale all’Università St Lawrence di Canton (New York), ha lanciato il suo Modello “Rifuti Zero”, durante la manifestazione promossa da ANPAS. Ma quali sono le caratteristiche di questo modello? Connet ce li illustra in una “Agenda per i cittadini” della quale pubblichiamo un estratto. Il modello si basa su una strategia che pone, come obiettivi principali, l’abbandono delle politiche degli inceneritori e delle discariche come unica possibilità contro i rifiuti solidi. Con quali strumenti? “Rifiuti Zero”, attraverso la raccolta differenziata, il compostaggio, il riuso, il riciclo, la riparazione e lo smontaggio degli oggetti dimessi, coinvolge le comunità incoraggiandole al trattamento dei materiali scartati in maniera responsabile, ma soprattutto spingendole verso un cambiamento di mentalità che va oltre il riciclaggio stesso: non bisogna solo liberarsi dei rifiuti, ma bisogna assicurare che le pratiche sostenibili avvengano dall’inizio del processo produttivo. È questo il punto cruciale del modello “Rifiuti Zero”: il riciclaggio totale non è attuabile senza l’aiuto delle industrie, che devono adottare politiche di recupero e riuso dei materiali dimessi, partendo da una progettazione dei prodotti stessi che sia compatibile con questo processo. Di conseguenza, la responsabilità delle comunità è legata a doppio filo con quella delle imprese. La pratica etica si sposa così con una solida visione economica di risparmio finanziario, che permette a “Rifiuti Zero” di essere applicato con successo dalle grandi multinazionali. Altro elemento fondamentale del modello è la necessità di una leadership capace, perché il successo di una comunità nella sua battaglia verso una qualità di vita migliore e il rispetto dell’ambiente dipende, principalmente, dai governi e dalle organizzazioni disposti e pronti ad impegnarsi in prima fila, adottando “Rifiuti Zero” come politica di amministrazione attuando così il risparmio delle risorse. L’Agenda per i Cittadini è diponibile sul sito www.anpas.org

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che propone una strategia per la gestione sostenibile dei rifiuti basata sulle “tre erre”: Riciclo, Riuso, Riduzione. Secondo il Responsabile nazionale Protezione Civile ANPAS Carmine Lizza «il Volontariato può contribuire in modo determinante alla sensibilizzazione della cittadinanza e delle Istituzioni, promuovendo la cultura del riciclo. L’obiettivo “Rifiuti Zero” può essere raggiunto attraverso una capillare informazione presso scuole e comunità locali in modo da ridurre la produzione dei rifiuti ed incentivare la raccolta differenziata». «Ogni Pubblica Assistenza – ha concluso Lizza - si farà portavoce del modello “Rifiuti Zero” sul proprio territorio coinvolgendo direttamente amministrazioni locali e cittadini». L’iniziativa, patrocinata dalla Fondazione Volontariato e Partecipazione e dal CSV di Napoli, ha visto un’ampia partecipazione da parte di rappresentanti delle Istituzioni e del Terzo Settore locali.

Il Consiglio nazionale svoltosi a Recanati (MC) lo scorso 5 dicembre ha approvato le applicazioni del logo ANPAS su mezzi diversi dalle ambulanze. E’ stato quindi completato un percorso iniziato alcuni anni fa che ha portato alla ristrutturazione del logo, alla definizione delle diverse applicazioni anche con l’obiettivo di valorizzare la livrea tricolore che da tempo accompagna i mezzi delle Pubbliche Assistenze. I mezzi delle Associazioni e le divise dei Volontari sono infatti il principale strumento di comunicazione di ANPAS in grado di rappresentare l’appartenenza ad una Associazione nazionale, da oltre cento anni, è impegnata in prima linea per la tutela e la difesa del lavoro svolto dalle singole Pubbliche Assistenze.. Le nuove applicazioni sono disponibili sul sito www.anpas.org nella sezione ANPAS INFORMA/IMMAGINE, nel quale potete trovare anche: il Manuale di applicazione del logo ANPAS, il Regolamento per l’uso del Logo ANPAS e l’applicazione del logo su divise ed ambulanze.


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Si è svolto dal 12 al 14 novembre a Falconara Marittima (AN), presso la sede del Comitato Regionale ANPAS Marche, il primo corso di formazione sulla comunicazione promosso da ANPAS nazionale. Al progetto, finanziato dal Centro di Servizi per il Volontariato delle Marche, hanno partecipato 25 Volontari, segnalati dai Comitati Regionali, provenienti dalle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria, Valle D’Aosta e Veneto e funzionari dell’Ufficio nazionale. Il corso infatti è stato pensato con un obiettivo preciso: la creazione di una rete di volontari-comunicatori diffusa su tutto il territorio nazionale, in modo da facilitare la trasmissione di informazioni e buone prassi all’interno del nostro Movimento, cercando di integrare gli strumenti di comunicazione di ANPAS nazionale, dei Comitati Regionali e delle Pubbliche Assistenze. Un progetto ambizioso: la comunicazione, prima che essere un ambito strategico per lo sviluppo del nostro Movimento, è da considerare una responsabilità per un’organizzazione come ANPAS. E’ attraverso la narrazione di sé che il Volontariato riesce a rimettere in circolo l’energia positiva dell’esperienza, contribuendo a trasformare la compassione verso il disagio in condivisione solidale. Questo un resoconto delle tre giornate, nelle quali si sono alternati momenti di lezione frontale con esercitazioni, laboratori e la presentazione di ricerche ed esperienze.

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Venerdì 12 novembre, dopo i saluti del Presidente di ANPAS Marche Massimo Mezzabotta e di quello del CSV delle Marche Enrico Marcolini, è intervenuto Andrea Volterrani, sociologo dell’Università Tor Vergata di Roma e Presidente della Scuola Alta Formazione per il Terzo Settore di Siena. Il tema della lezione è stato l’importanza di raccontare il Volontariato e la responsabilità delle Organizzazioni di farsi fonte dei Media e di diventare soggetti in grado di “produrre” contenuti e cultura. Nel pomeriggio Cristina Guccinelli, Responsabile Comunicazione del CESVOT (Centro Servizi Volontariato della Toscana) ha puntualizzato i temi affrontati nella mattina con esperienze concrete. Fausto Casini, presidente nazionale ANPAS, ha riflettuto invece sull’importanza di affrontare un tema come la comunicazione per l’ANPAS, facendo il punto sui progetti che sono in corso. Al termine della giornata i partecipanti sono stati coinvolti in un laboratorio mirato a svelare i messaggi negativi insiti in alcune pubblicità sugli stereotipi culturali, di genere e sul Volontariato. Nella mattinata di sabato il formatore Francesco Gentili ha approfondito le tecniche della comunicazione, a partire da aspetti come l’espressività e l’attenzione che si pone nel trasmettere e nel ricevere il messaggio. A seguire sono state illustrate due esperienze concrete di comunicazione: quella del CESVOT raccontata da Cristiana Guccinelli e quella dell’Ufficio Stampa del Comitato Regionale ANPAS Piemonte, presentata da Luciana Salato. A concludere la giornata, Andrea Cardoni dell’Ufficio nazionale ANPAS,

ci ha presentato la sua analisi della comunicazione in emergenza realizzata nel periodo dei soccorsi in Abruzzo a seguito del terremoto del 2009, con un’attenzione particolare alla rete ed ai social network. La mattinata di domenica ha visto tutti i partecipanti impegnati nella simulazione di un piano di comunicazione da realizzarsi in emergenza: un primo banco di prova per misurarsi sui contenuti da divulgare con i mezzi disponibili su tre diverse situazioni. A seguire, Giorgio Gasparini Responsabile Nazionale Immagine ANPAS, ha fatto una breve indagine tra i partecipanti sull’uso corretto del logo e della livrea ANPAS in vista dell’obiettivo di un coordinamento. Stefania Carulli, dottoranda de La Sapienza Università di Roma, ha presentato la ricerca su Identità e Comunicazione nelle Pubbliche Assistenze. Mauro Giannelli, Responsabile nazionale Formazione e Mirco Zanaboni dell’Ufficio nazionale ANPAS, hanno chiuso il corso delineando le prime azioni che dovremo realizzare nei nostri territori. Una prima ed importante questione riguarda la nostra necessità di essere riconosciuti come “Comunicatori ANPAS” in modo da poterci presentare come intermediari informativi tra i singoli territori ed il livello regionale e nazionale. Un sincero ringraziamento va ai Volontari ed al personale del Comitato Regionale ANPAS Marche che ha messo a disposizione la sua macchina organizzativa ed umano per accogliere i partecipanti al corso. Anna Zuccaro, comunicatrice ANPAS Veneto


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Dopo appena due anni dall’ultimo aggiornamento, ANPAS rinnova il sito internet istituzionale. Il nuovo www.anpas. org nasce con l’obiettivo di rafforzare la rete ANPAS e di innescare nuovi processi di comunicazione e di condivisione sfruttando i nuovi strumenti della comunicazione. Attraverso il nuovo sito, ANPAS si propone anche di diffondere buone pratiche della comunicazione presso le Pubbliche Assistenze e i volontari utilizzando strumenti coerenti con i valori e la missione di ANPAS: l’open source, la licenza Creative Commons, la piattaforma Joomla. Strumenti che permettono di diffondere informazioni, coinvolgere, stimolare gli utenti in maniera sostenibile, innovativa e collaborativa. All’interno del sito potranno trovare spazio anche le storie e le notizie delle 867 Pubbliche Assistenze e della Gente d’ANPAS che le fanno vivere ogni giorno attraverso il loro servizio nelle rispettive comunità: la connessione con i principali social network (facebook, twitter, youtube) permetterà agli utenti di condividere, commentare e partecipare attivamente alla vita del Movimento. Attraverso la ricerca e la pubblicazione di informazioni sempre più rilevanti e aggiornate, il nuovo sito dell’ANPAS si propone anche come interlocutore dei media, delle altre associazioni di Volontariato e dell’in-

formazione del Terzo Settore. Di seguito un breve glossario delle novità principali del sito www.anpas.org

Versione beta: un sito in costante

evoluzione Riccardo Luna, direttore della rivista Wired ha scritto: “In Silicon Valley, quando rilasci un software, dicono che se non ci sono difetti vuol dire che hai aspettato troppo”. Il nuovo sito avrà delle imperfezioni, sarà inizialmente incompleto, pieno di difetti. Ma abbiamo scelto di andare online lo stesso con una “versione beta”: il sito dell’ANPAS sarà un cantiere sempre aperto. Questo ci impone la necessità di doverlo migliorare sempre, costantemente e con il contributo di tutti coloro che vogliono partecipare al miglioramento del sito. Sappiamo che possiamo e dobbiamo fare di più per migliorarlo: abbiamo bisogno di foto, filmati, testimonianze... in una parola: partecipazione!

Open source (“sorgente aperta”) - è

un software rilasciato con un tipo di licenza per la quale il codice sorgente è lasciato alla disponibilità di eventuali sviluppatori, in modo che, con la loro collaborazione libera e spontanea, il prodotto finale possa raggiungere una complessità maggiore di quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di programmazione. L’importanza di questa tipologia di software risiede nello spirito di collaborazione degli utenti e nella sua assoluta libertà di utilizzo. Con

La macchina “Nuove generazioni e innovazione” si è messa in moto! Il percorso di analisi e proposte sul tema Giovani e Volontariato ha preso il via ufficialmente da un seminario organizzato da ANPAS presso il Forum Permanente del Terzo Settore il 2 e 3 ottobre scorso, al quale hanno preso parte i partecipanti indicati dai Comitati Regionali e dalla Federazione dei Volontari del Soccorso della Valle D’Aosta, con la presenza anche di rappresentanti della Croce Bianca di Bolzano. Nel corposo programma di lavoro si partirà da un documento, cui sta già lavorando il gruppo di lavoro nazionale, che verrà discusso sia a livello regionale (attraverso dei tavoli di discussione ad hoc promossi dai Comitati Regionali) che a livello nazionale con il coinvolgimento del Consiglio Nazionale e della Direzione, per arrivare ad una fondamentale tappa intermedia, prima del Congresso Nazionale, che sarà la Conferenza d’organizzazione che si terrà a Firenze il 25-27 febbraio 2011. Tutto il percorso rappresenta un momento di estrema innovazione visto che, come messo in evidenza dallo stesso coordinatore scientifico Pier Paolo Inserra, “siete pionieri in questo percorso perché avete investito come rete nel tema dell’intergenerazionalità”. Nella due giorni di lavoro romana gli argomenti affrontati sono stati molti e da questi si è partiti per definire un “indice dei contenuti” del documento: ogni partecipante al gruppo di lavoro nazionale ha scelto l’argomento che, per le proprie esperienze e competenze, sente di voler sviluppare, cercando di arrivare ad una visione d’insieme sia attraverso una prima analisi di scenario che passando poi ad una fase operativa con l’elaborazione di proposte. Il gruppo di lavoro nazionale ha accettato la “sfida” di affrontare il percorso dando la disponibilità sia a redarre i contenuti del documen-

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internet non è più “il possesso dei mezzi di produzione che fa la differenza, ma la disponibilità del medium”, (P.Zocchi).

Joomla! - Nato 2005 da un gruppo di sviluppatori volontari, è considerato uno dei migliori CMS (”sistema di gestione dei contenuti”). Attraverso Joomla abbiamo realizzato un sito dinamico senza dover acquistare alcun software.

Hosting Linux - L’hosting (dall’ingle-

se “to host”, ospitare) è un servizio che consiste nell’ allocare su un server le pagine di un sito web, rendendolo cosí fruibile dalla rete internet. www.anpas.org è “ospitato” su un server con sistema operativo Linux: a differenza di Windows-Microsoft o MacOS-Apple, Linux è un sistema operativo open source, libero e gratuito.

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to che a promuovere la discussione all’interno delle loro Regioni: si vuole sperimentare infatti una nuova esperienza di partecipazione che possa fare scuola anche per altre occasioni interne al Movimento. Gli aspetti centrali che sono emersi dall’incontro romano riguardano: • l’importanza di creare una sinergia tra le esperienze delle varie realtà locali, l’intergenerazionalità ossia una riflessione sui meccanismi di natura formale e informale che regolamentano l’accesso ad alcune funzioni gestionali e rapporto con la dimensione della decisionalità (non unicamente collegata ad un discorso gerarchico); • l’innovazione: i giovani hanno una propensione maggiore all’innovazione che è ricchezza da prendere in considerazione e valorizzare; • l’accessibilità: l’associazione non è più il contenitore ma l’interfaccia che vuol dire che ci sono grandi differenze nel governare, nel primo caso una metodologia più classica gerarchica mentre nel secondo si parla più di facilitatore -“smussatore”. Giovani, partecipazione e innovazione sono i concetti alla base di tutta la discussione che si propone di andar ben al di là della retorica che purtroppo molto spesso circonda questi temi: in tempi in cui i giovani sono i primi bersagli della crisi economica e sociale che stiamo vivendo, aggravata dal vuoto istituzionale che invece di supportare pensa bene di effettuare tagli alle risorse disponibili (vedi tutta la questione Servizio Civile Nazionale), per ANPAS è divenuto imprescindibile cogliere la sfida per dare voce e rappresentanza ai giovani.


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ANPAS INFORMA

Alcuni decenni fa, l’ex Segretario di Stato Americano Henry Kissinger (criticamente) chiedeva: “Se voglio chiamare l’Europa, a chi telefono?” Oggi il contesto politico è completamente diverso, ma sicuramente questa domanda è ancora attuale se pensiamo al concetto di cittadinanza europea. Il mondo del Volontariato può fare molto da questo punto di vista cercando punti di contatto comuni con le realtà di altri paesi europei, facendo rete, lavorando per costruire un volontariato europeo e un’idea di cittadinanza attiva e solidale.

che Assistenze, dirigenti e quadri. Obiettivo del corso è quello di fornire ai partecipanti gli strumenti necessari per l’elaborazione di strategie e idee non solo legate all’Europa ma anche ai paesi del bacino del Mediterraneo e al vicino Oriente. Il corso sarà articolato in due momenti: un primo momento di formazione sulle questioni europee (sui meccanismi di funzionamento delle Istituzioni europee, sulle politiche per il sociale, sui programmi in atto) seguito da uno di programmazione-progettazione per la costruzione di una agenda che delinei il percorso che ANPAS intende intraprendere.

Negli ultimi anni ANPAS ha iniziato un percorso che proietta l’esperienza più che centenaria delle Pubbliche Assistenze sullo scenario europeo. Gli ostacoli che vengono posti al Volontariato rappresentano una motivazione in più per riflettere sull’importanza, per un Movimento nazionale come il nostro, di confrontarsi con l’Europa per cercare di condividere la storia, i percorsi, le difficoltà e le buone prassi con altre organizzazioni al di fuori del territorio italiano. Come accade sempre prima di intraprendere un viaggio verso qualcosa di nuovo, la prima sensazione è l’entusiasmo, l’energia, la voglia di fare, elementi indispensabili quando si prepara un percorso importante… Ma quando molli gli ormeggi, anche se veleggi verso mari vicini, devi comunque dotarti di una carta ben dettagliata e di una bussola per sapere esattamente dove stai andando. Per ANPAS è arrivato il momento di dotarsi della bussola: ed è in questa prospettiva che è stato ideato il corso di formazione su Questione Europea, Euro-mediterranea e del vicino Oriente che si terrà a Roma dal 13 al 16 Gennaio 2011 e cui prenderà parte un gruppo di volontarie e volontari delle Pubbli-

Nell’arco dei quattro giorni di formazione si alterneranno interventi di docenti esterni e interni al mondo ANPAS con esperienza a livello europeo e internazionale. Il corso è stato inserito nell’Agenda delle iniziative previste per il 2011 Anno Europeo del Volontariato per il quale ANPAS ha ottenuto l’autorizzazione all’uso del logo.

Dicono che la crisi passerà, che l’econo- ri, se non vogliamo ridurci ad essere solo mia riprenderà la sua corsa e il PIL rico- barellieri dei più sfigati, se vogliamo comincerà a crescere. La ricchezza come munque rappresentare il segno di un prodiritto inalienabile del mondo occidentale getto di società più giusta e possibile. E ci appare così scontata che nessuno sogna interessa non solo negli effetti, ma anche di negarla. nelle cause, che sono nel nostro Paese ma Ma questa crisi sta cercando di dirci un’al- non solo. Sono nella difficoltà dell’Europa tra cosa. Ci dice che la globalizzazione di essere più che una Unione monetaria, non è un tema per studiosi o per no-global sono nei ritardi con cui l’Italia tiene fede facinorosi, ma un processo che – facilitan- agli impegni per gli “obiettivi del millendo la comunicazione delle idee, dei bit e nio”, sono nella incapacità di valorizzare delle merci – rende più difficile la conser- il Mediterraneo quale luogo di un nuovo vazione di aree di privilegio. Lo abbiamo dialogo fra popoli, culture, religioni, ecointuito attraverso le nostre fabbriche, che nomie, politiche. se ne vanno all’Est, e gli immigrati, che Le mani nel territorio, la testa nel mondo; arrivano nel nostro Paese attratti dalla ric- concreto nel fare e culturalmente attrezchezza, così evidente anche attraverso le zato nel comprendere. Il volontariato del paraboliche installate sulle loro baracche. futuro non potrà che essere così. Si è avviato un processo di redistribuzione della ricchezza nel Pianeta. Se Cina, India e Brasile crescono, significa che da qualche altra parte qualcuno deve diminuire: la ricchezza globale non è infinita! Il nostro mondo sarà, dunque, certamente meno ricco in futuro. E questo, come volontari, ci interessa. Meno ricchezza potrebbe significare più disuguaglianza e più disagio, meno protezione sociale, meno risorse da investire nella cura del territorio e dei beni comuni, Giovanni Serra, Consigliere delegato meno sanità di base, meno istruzione… Cooperativa Delfino Lavoro. Tutto questo ci interessa, come volonta- Ha partecipato al Consiglio Nazionale di Recanati del 4 dicembre scorso con una lezione su economia e sulla cooperazione.

È stato approvato in questi giorni il progetto di accesso al Fondo Sociale Europeo presentato dalla Federazione Volontari del Soccorso della Valle d’Aosta in collaborazione con il Centro Servizi ed ANPAS nazionale. Il progetto, che si svolgerà nella primavera del 2011, è nato dall’entusiasmo di chi ha partecipato attivamente al corso per dirigenti ANPAS 2009-2010 e si propone di realizzare un corso di formazione per i dirigenti di organizzazioni di volontariato della Valle d’Aosta. ANPAS nazionale ha ritenuto importante e necessario partecipare a questo percorso sia assicurando la propria disponibilità fattiva in qualità di partner, sia impegnandosi nell’individuazione di docenze di qualità per il corso. Dal momento che la formazione è storicamente un elemento cardine dell’agire volontario, oltre che un aspetto fondamentale per la crescita del nostro Movimento, ANPAS nazionale è disponibile a sostenere concretamente percorsi di formazione simili promossi dai Comitati Regionali.


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Non capivo. Ero piccolo e non capivo. Non capivo perché sul nostro campetto di calcetto, in pochi mesi, venne costruita un’impenetrabile caserma NAPS (n.d.R. Nucleo Antisequestri Polizia di Stato). Non capivo perché le strade tranquille del mio paese, Canolo, iniziarono a pullulare di autocivette, sirene e lampeggianti. Non capivo perché in un centro di 400 abitanti erano arrivati più di 300 poliziotti. Non capivo perché gli elicotteri svolazzavano di giorno e di notte sui nostri tetti. Poi mi hanno spiegato… ed ho capito. E mi sono vergognato. Vergognato di appartenere ad una terra, l’Aspromonte, genitrice di figli indegni e senza scrupoli. Capaci di strappare con barbara violenza la libertà dalla vita. Poi sono cresciuto e ho smesso di vergognarmi. Perché avevo compreso dell’altro. Tanto altro. Avevo compreso che l’Aspromonte, oltre a partorire figli imbastarditi dalle pratiche criminali e mafiose, è anche e soprattutto una terra generosa. Ricca di storia, cultura, tradizioni, valori, suoni. Odori. Saperi e sapori. Una terra che disconosce i figliastri nati al di fuori del matrimonio con la civiltà millenaria e industriosa tipica delle popolazioni montanare. Una terra della quale essere consapevoli, fieri ed orgogliosi. In questa parabola è racchiuso in sintesi il senso della Carovana dei Briganti Migranti: denuncia, consapevolezza, riscatto. Un altro Sud. Un altro Sud in Marcia. Siamo partiti da Caulonia. Con l’ausilio di Francesco (il pulmino ANPAS ribattezzato ad Altamura in ricordo di Francesco Cassol) abbiamo attraversato per mari e monti il tacco calabro dell’italica nazione. Con noi hanno marciato per alcune tappe Adelaide Vuono e i volontari della PA Aspa di Acri. Abbiamo percorso la Basilicata, assaporato la Murgia pugliese e varcato le terre di Gomorra. A Pagani siamo stati accolti, accuditi e coccolati dalla PA Papa Charlie. A Villa Literno abbiamo

incontrato Renato Natale, Presidente della Pubblica Assistenza di Casal di Principe (CE), e abbiamo portato la nostra testimonianza alla manifestazione in ricordo di Jerry Masslo. In questo cammino, abbiamo conosciuto donne e uomini straordinari: impegnati e combattivi. E infine siamo giunti a Teano. In quella Teano dove il 26 ottobre di 150 anni or sono, l’incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele segnò l’infausto passaggio del meridione nel regno sabaudo. In quella Teano dove oggi invece si è riunita l’Altra Italia. L’Altra Italia fatta di accoglienza, cultura, associazionismo, impegno, attivismo, lotta. Risveglio e proposte. In quella Teano che si conferma ancora luogo storico fondamentale per la vita del nostro paese: da ogni dove sono intervenuti cittadini, enti, comuni, associazioni, movimenti. Si è discusso di buone pratiche e di cittadinanza attiva, di partecipazione responsabile e di buona politica. Di verità storica, di economia equa e sociale, dei giovani che stanno creando nuove imprese sui beni confiscati alle mafie. Hanno parlato e denunciato gli operai e i lavoratori che sono in lotta per la difesa dei diritti fondamentali. Ci sono stati gli interventi e le testimonianze di Tonino Perna, di Alex Zanotelli, di Luigi Ciotti, di Sandra Bonsanti, di Paolo Beni, di Riccardo Iacona, di Matteo Cosenza, di Marco Revelli, di Lilia Ghanem, di Piero Bevilacqua, di Paul Ginsborg, di Lucy Riall e tantissimi altri. La sintesi di questo intenso programma è stata assunta con un atto di grande solennità: la sottoscrizione della Carta di Teano per un nuovo patto unitario tra gli italiani e per una nuova riconciliazione nazionale. In questo atto, in questa sottoscrizione, abbiamo ritenuto necessario dare un contributo. Il contributo di un altro Sud. Un Sud consapevole che non nasconde la vergogna generata dagli infami respingimenti verso la Libia, dallo sfruttamento, dall’umiliazione e dalla deportazione dei migranti. La vergo-

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gna del silenzio, delle sotterranee collusioni mafia-istituzioni, della mentalità mafiosa, della mattanza delle faide. Del Sud brutto, pregno di cervelli privati di prospettive, che si scontrano con la cronica disoccupazione e costretti alla migrazione, alla fuga, alla resa. Ma anche un Sud che non si arrende e che propone. Quel Sud che sperimenta modalità concrete di accoglienza alternative ai militarizzati CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione): ne sono esempi Riace e Caulonia. Il Sud fatto di reti e comitati che battagliano con grinta e passione contro le ingiustizie sociali e lo stupro del territorio. Il Sud che ricorda e marcia, scrive e denuncia. Il Sud delle nostre Pubbliche Assistenze, che accompagnano i malati a fare dialisi, che aiutano gli anziani e i disabili, che lottano contro gli incendi e l’inquinamento. Il Sud amministrato da donne e uomini che dicono di no e a volte, per questo, muoiono. Il Sud fatto di imprenditori che denunciano e fanno arrestare. E rimangono soli. Il Sud dei giudici che lottano e non demordono, anche se spesso mancano i soldi per la benzina. Il Sud delle cooperative che tra attentati e intimidazioni generano sapori e lavoro dai terreni libera-ti dalle mafie. Il Sud di 40 mila persone che in un sabato di fine settembre, scendono in piazza per urlare che “la ‘ndrangheta è una montagna di merda”. Il Sud che non vuole più essere rappresentato da quattro coglioni che inneggiano alle doti del boss arrestato ma da centinaia, migliaia di meridionali che applaudono e sostengono i magistrati e le forze dell’ordine ogni qualvolta ne hanno bisogno. Noi riteniamo che questa nostra parte di Sud possa contribuire al rilancio, alla civilizzazione, al riscatto dell’Italia intera. Che può ancora salvarsi se capisce che deve rifondare il suo patto sociale su altre basi valoriali e culturali. Giuseppe Trimarchi, Presidente PA di Canolo (RC) Responsabile Internazionale ANPAS Calabria

Don Francesco Cassol

Parroco di Longarone (BL), all’età di 55 anni è statoucciso da un colpo di fucile il 21 agosto 2010, mentre accompagnava dei fedeli ad un incontro spirituale nelle campagne della Murgia, in provincia di Bari. Proveniente dalla formazione Scout, la sua figura era importante per il forte impegno verso i problemi della società civile, in particolare la crisi del lavoro e le difficoltà delle famiglie.

Jerry Essan Masslo

Rifugiato sudafricano, è stato assassinato a Villa Literno (CE) da una banda di criminali che, nella notte fra il 24 e il 25 agosto 1989, tentò di derubare un gruppo di stranieri impiegati nella raccolta dei pomodori nelle campagne limitrofe. La sua morte ha colpito molto profondamente l’opinione pubblica ed ha portato alla riforma della normativa per il riconoscimento dello status di rifugiato. Poco dopo la sua scomparsa, a Roma ebbe luogo la prima grande manifestazione antirazzista che ha visto la partecipazione di oltre 200.000 persone, italiane e stranieri.


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ANPAS INFORMA

Da poco si è concluso il primo anno di attività relativo al progetto triennale “Dare to Dream”, che ANPAS promuove in Gambia, una strisciolina di terra che si insinua dentro il Senegal, Africa. Ortodossia vorrebbe che si scrivesse in questo articolo tutta una lista di cose che abbiamo realizzato: persone formate, donne sostenute, edifici ristrutturati e arredati, bambini accolti…ma preferisco sintetizzare questi dati, che nel gergo della progettazione si chiamano “risultati raggiunti”, in una tabella sintetica e riflettere qui su un altro aspetto: perché questo progetto è così importante? Anche qui il linguaggio dei formulari da bando vorrebbe che si facesse una lista dei problemi relativi al contesto specifico, degli obiettivi da raggiungere, dei risultati attesi. Ma anche in questo caso non riesco, perché un’immagine fissa nella testa mi dice che proprio il nome di questo progetto riassume tutto quanto: le problematiche, gli obiettivi, i risultati. “Osa Sognare”, traduzione dall’inglese, la lingua parlata in questa ex colonia britannica circondata da paesi francofoni. Te lo dicono gli occhi dei bambini che lì il problema è riuscire a sognare un futuro in cui anche loro avranno la possibilità di andare a scuola, di leggere un libro, di salire e scendere centinaia di volte lo scivolo come tutti i bambini e di avere qualcuno che la sera rimbocchi le loro coperte. Te lo dice la determinazione delle ragazze madri che questo futuro ai loro figli glielo vogliono dare a tutti i costi. E allora loro, le donne,

Obiettivo: garantire ai bambini il diritto di andare a scuola e sostenere lo sviluppo delle comunità di appartenenza attraverso progetti di sviluppo collegati. Beneficiari: Gambia: 170 bambini/e di 4 villaggi della Divisione Sponda Nord. Senegal: 40 bambini/e figli di genitori non vedenti a Dakar Partner locali: CEDAG (Gambia), Help&Solidaritè e CAUSE-Convention des aveugles pour l’unité,la solidarité et l’entraide (Senegal). Quali informazioni riceve il sostenitore: una scheda informativa con i dati del bambino e una foto ogni 6 mesi e periodicamente una relazione sullo stato di avanzamento dei progetti

si uniscono per avere una formazione che gli permetta di farcela da sole, di osare facendo una scommessa: imparare ad usare il computer e apprendere le tecniche di tintura del batik, perché un domani, quando saranno fuori dalla casa famiglia, avranno qualcosa in mano per “osare vivere”. Sono passate neanche due settimane da quando sono tornata dal Senegal e forse questo articolo l’ho immaginato così perché ho ancora negli occhi donne, uomini e bambini senegalesi, che tuttavia non credo siano molto diversi dalle persone che grazie a questo progetto stanno osando sognare, osando costruirsi un futuro. Mi verrebbe quindi da pensare ad un’Africa in fervore che ha un’enorme voglia di riscatto. Ma poi mi viene in mente quella frase di Kapuściński che mi ricorda che Africa, così come Europa, sono concetti vuoti se scissi dalle persone che vi abitano, da quell’universo di volti e singole storie: «L’Africa è un continente troppo grande per poterlo descrivere. È un oceano, un pianeta a sé stante, un cosmo vario e ricchissimo. È solo per semplificare e per pura comodità che lo chiamiamo Africa. A parte la sua denominazione geografica, in realtà l’Africa non esiste». Annalisa Bergantini, Adozioni e Cooperazione Internazionale ANPAS

collegati al sostegno a distanza. Quota annuale per il sostegno di 250 euro. A Goat for Life/Una capra per la vita: iniziativa collegata al sostegno a distanza dei bambini in Gambia che migliora la sostenibilità futura del progetto attraverso l’acquisto di una capra per un bambino bisognoso. Un investimento di valore che sostiene le famiglie grazie alla produzione di latte, di formaggi e yogurt, piccoli allevamenti. Dal 2008 ad oggi abbiamo acquistato 48 capre. Quota sostegno 100 euro una tantum per acquisto di una capra. Villaggi: Bali Mandinka, Daru Foday Ba, Munyagen

Per richiedere maggiori info e le schede di partecipazione: internazionale@anpas.org

Cerchiamo un mezzo usato!

BENVENUTI! Hsiang-Yi (Taiwan) Yordanka (Bulgaria)

La ONG Tam Tam, con cui stiamo collaborando per le adozioni in Costa D’Avorio e per l’invio di un’ambulanza, avrebbe bisogno di un mezzo usato che possa essere adibito al trasporto di piccoli materiali. Avevano pensato a un’Ape, ma naturalmente andrebbe benissimo anche una monovolume, un furgoncino/furgone o altro mezzo adattabile allo scopo. Il veicolo servirebbe per la raccolta di materiali da inviare in Costa D’avorio, a favore di istituti, dispensari, ospedali ecc.

CHI CONTATTARE? La segreteria nazionale ANPAS, Ufficio Cooperazione e Adozioni internazionali (referenti Monica Rocchi, Annalia Sommavilla, Annalisa Bergantini) - tel 055 3038227 - fax 055 375002 - email: adozioni@anpas.org o internazionale@anpas.org Hai dei materiali da dismettere che potrebbero diventare un dono prezioso per un bambino, un malato o una donna ivoriana in difficoltà? Puoi contattare direttamente Tam Tam o il suo presidente, Adou Mousso: sito www.tamtamong.altervista.org, email: tam.tam@email.it, tel. 335 7193263


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Lo scorso luglio, presso la sede del CNEL, è stato presentato il “Rapporto sulle Politiche contro la povertà e l’esclusione sociale” promosso dalla Commissione di Indagine sull’Esclusione Sociale (CIES). Alla fine del 2010, Anno Europeo per la lotta alla povertà ed all’esclusione sociale, è bene fare un bilancio: il quadro illustrato dal Presidente della Commissione Marco Revelli appare sempre più sconcertante in relazione all’enorme disparità tra i temi e gli interventi che l’attuale Governo ritiene prioritari. Il Rapporto presenta un’Italia alle prese con una recessione produttiva senza precedenti che ha provocato effetti immediati sul mondo del lavoro e un tasso di povertà relativa tra le più estese in Europa. Il tutto senza politiche pubbliche adeguate a contrastare una crisi che, citando la relazione, “ha lavorato in maniera subdola e selettiva aggravando mali cronici e insieme creando nuove, più ampie fasce di disagio attuale e soprattutto potenziale”. Il lavoro, “promosso” a tutti gli effetti quale principale emergenza sociale, ha influito su tre variabili: il territorio, l’età anagrafica e la famiglia di provenienza. In Italia, il Nord ha cercato di correre ai ripari attraverso un ricorso massiccio alla cassa integrazione, mentre il Sud è stato

maggiormente colpito da licenziamenti e dalla chiusura delle imprese. Si è cercato di riparare i danni, a livello di management aziendale, ricorrendo a un blocco degli ingressi che, in prima battuta, ha colpito soprattutto le figure più deboli sul mercato del lavoro: i giovani precari e con contratti cosiddetti atipici. Ad arginare gli effetti della crisi sono stati utilizzati due ammortizzatori fondamentali tipici di un welfare sociale tutto italiano: la Cassa Integrazione, che ha protetto il genitore dalla perdita del lavoro e la famiglia, che ha protetto i giovani che avevano perso l’occupazione. Inoltre laddove l’uso della Cassa Integrazione è stato più limitato (come nel Mezzogiorno), ad essere colpiti sono stati i lavoratori di età più matura andando così ad aggravare la situazione di famiglie già svantaggiate. Questa tendenza ha confermato un aspetto sconcertante della selettività della crisi: ad essere maggiormente colpita è stata quella fascia di famiglie già precedentemente “deprivate”. Il rapporto ha preso in esame gli “indici di deprivazione” previsti dall’indagine Eu – Silc che prendono in considerazione variabili come il “non potersi permettere una settimana di ferie all’anno”, il “non riuscire a sostenere spese impreviste da 750€ in un anno” o

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la “difficoltà di arrivare a fine mese intaccando il patrimonio per far fronte a spese ordinarie”. Nonostante i dati migliorino rispetto al 2008, dovuto al passaggio ad una fase di deflazione, i relatori ci mettono in guardia sulla crescita della quota di famiglie che si sentono indifese nel far fronte a spese impreviste: sintomo di un permanente senso di vulnerabilità e fragilità della propria posizione sociale. Ascoltare l’esposizione di questi dati porta inevitabilmente ad incrociarli con le priorità emerse dal Libro Verde e Libro Bianco del Welfare promossi dal Ministro Sacconi: il “grande male” della povertà assoluta, il considerare inutile e fallimentare lo strumento del reddito minimo (giudizio del tutto arbitrario e sconfermato dalle proiezioni effettuate e riportate anche nella Relazione), l’incentivazione di strumenti considerati moderni come la “carta acquisti” (una discreta e anonima possibilità di ricevere carità statale!), la creazione di un fascicolo elettronico per un database personale su lavoro e salute (dalle malattie alla disoccupazione). A peggiorare questa situazione, già di per sé drammatica, va sottolineata l’assenza di mass media che diffondano questi dati su giornali e televisioni.

Nell’ambito della presentazione del Rapporto sulla Povertà, Marco Revelli ha utilizzato nella sua relazione il concetto di dono, invitando le organizzazioni del Terzo Settore a riflettere sul loro ruolo nelle singole comunità locali:

“Il dono non è solo virtù, ma è un meccanismo carico di ambivalenza su cui è giusto ragionare. (…) In particolare invita a distinguere tra dono virtuoso, quello capace di generare legami sociali, dono vizioso, che può essere veicolo di aggressività se crea un legame di dipendenza, dono perverso che può rappresentare il preludio alla sopraffazione e al dominio, quando crea un’aspettativa di ritorno, e infine il dono agonistico, quando l’atto del dare rappresenta un’azione finalizzata ad affermare un certo status sociale”. Una sfida, quella proposta da Marco Revelli, che bisogna saper cogliere.

DAL CONSIGLIO DEL 23 OTTOBRE 2010 Regione Lombardia Centro Operativo Soccorso Pubblico di Castrezzato (BS) Regione Piemonte Croce Bianca del Canavese di Valperga del Canavese (TO) Regione Sicilia P.A. Amico Soccorso Onlus di Trapani (TP) P.A. Protezione Civile Volontari di Sommatino (CL) P.A. SOS Valderice di Valderice (TP) DAL CONSIGLIO DEL 5 DICEMBRE 2010 Regione Campania Croce Azzurra Città di Siano (SA) PA I Sarrastri Protezione Civile di Sarno (SA) Pubblica Assistenza di Scampitella (AV) Regione Lombardia Emergenza Vidigulfo Soccorso onlus di Vidigulfo (PV) Regione Sicilia P.A. Santa Lucia Soccorso di Gela (CL) Corpo di Volontari di Protezione Civile di Leonforte (EN) Regione Valle D’Aosta Pronto Soccorso e Solidarietà di Verres (AO) Volontari del Soccorso di Courmayeur (AO)

863 Pubbliche Assistenze 231 Sezioni in 19 Regioni


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ANPAS INFORMA

a, Mediterraneo e vicino Oriente Roma, 13-16 gennaio 2011 Corso di Formazione Europ

Firenze, 28 gennaio 2011 - Direzione nazionale dei Presidenti Regionali Firenze, 29 gennaio 2011- Consiglio nazionale e Conferenza Firenze, 25 febbraio 2011 - Direzione nazionale di Organizzazione Firenze, 25-27 febbraio 2011 - 10^ Conferenza nazionale Firenze, 25 marzo 2011 - Direzione nazionale Perugia, 15 aprile 2011 - Direzione nazionale dei Presidenti Regionali Perugia, 16 aprile 2011 - Consiglio nazionale e Conferenza Solidarietà Milano, 20 -22 maggio 2011 - 12° Meeting nazionale della Pubbliche Assistenze Milano, 21 maggio 2011 - ASSEMBLEA NAZIONALE delle Firenze, 17 giugno 2011 - Direzione nazionale

Firenze, 18-19 giugno - Consiglio nazionale delle Pubbliche Assistenze Roma, 2-4 dicembre 2011 - 51° CONGRESSO NAZIONALE

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