Anno 11°, numero 1, luglio 2011 - ANPAS INFORMA: Periodico mensile Dir. Responsabile Fausto Casini. Redazione: via Pio Fedi, 46/48 - Firenze Reg. Trib. Firenze n° 4395 del 13/07/1994 - Spedizione in abbonamento postale Legge 662/96 art.2 comma 20/c - Stampato da Litografia IP - Firenze
10^ Conferenza di Organizzazione ~ Migranti: i campi di Pisa ~Renato Natale e la PA Jerry Masslo ~ 15o°Unità: Volontari per Costituzione ~ XII Meeting Nazionale della Solidarietà ~ Internazionale: ANPAS per il Mali ~ Reti: Save the Children e Sami ~ Il Bilancio Sociale 201o
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IN QUESTO NUMERO La 10^ Conferenza di Organizzazione
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I GRUPPI DI LAVORO La gestione dei servizi sanitari delle Pubbliche Assistenze
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Lo Statuto e la democrazia Protezione Civile
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Accessibilità, giovani e Servizio Civile
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Organizzarsi, condividere, partecipare e avere voce in Europa
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CELEBRAZIONI ANPAS ente morale da 100 anni Volontari per Costituzione Il XII Meeting della Solidarietà RETI ANPAS e Save the Children ANPAS e SAMI
• La scelta nucleare e il futuro sistema di approvvigionamento dell’energia in Italia • La strategia rifiuti zero • Il sistema elettorale • La riforma federalista • La riconversione della spesa pubblica • L’organizzazione dell’esercito e del servizio civile • Le politiche annuali per la stabilità finanziaria e per le riforme dello Stato per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano Europa 2020 • La politica estera dello Stato italiano • I temi etici su cui si sta interrogando il Parlamento, quali ad esempio la legge sul fine vita, la fecondazione assistita, l’interruzione di gravidanza, i diritti delle coppie di fatto (indipendentemente dall’orientamento sessuale) • Il rapporto fra Stato e chiesa cattolica • La definizione degli indicatori di benessere e il modello ideale di sviluppo C’entrano con il Movimento delle Pubbliche Assistenze?
p.7 Rispondere SI’ a questa domanda significa affermare una soggettività politica che va oltre la ricaduta pubblica dell’agire volontario sul territorio. Significa andare oltre alla semplice azione di tutela degli interessi delle assop.8 ciate o di intervento sulle politiche che riguardano direttamente i nostri servizi. p.9
Dal momento che ANPAS è una rete di volontariato, l’organizzazione deve rendere possibile la coesistenza tra gli obiettivi associativi tradizionali e l’esercizio del pasINTERNAZIONALE ANPAS per i bambini del p.10 saggio dalla semplice affermazione identitaria, che traspare da una nostra visione della società, in azioni per MALI orientare le trasformazioni della società stessa. In questo ultimo anno, anche se con qualche titubanza, STORIE abbiamo risposto SI’ a questa domanda. Migranti - I campi di Pisa e p.11 Ma ora, fatta la scelta, in che modo e in quale contesto il la storia di SABA Movimento ANPAS può dire la sua? Renato Natale Ho usato volutamente la definizione “Movimento” perché, fino a questo punto, tutto è riflessione, approfondimento mentre diventa molto differente sentire una responsabilità associativa su tutti questi argomenti. In pagina 11: «Ciascuno di voi non sta qui per me, sta qui particolare diventa estremamente difficile determinare azioni e priorità da svolgere e definire i ruoli fra Assoper se stesso». ciazione nazionale, Comitati regionali, singole Pubbliche Renato Natale, Presidente della Pubblica Assistenze, volontari e soci. Assistenza Jerry Masslo
COMITATO DI REDAZIONE
Fausto Casini (Direttore Responsabile), Fabrizio Pregliasco, Luciano Dematteis, Moreno Milighetti, Benedetta Brugagnoni, Lucia Calandra, Andrea Cardoni, Sergio Giusti, Ilaria Lucaroni Monica Rocchi, Enzo Susini, Mirco Zanaboni. Sono intervenuti: Federico Morelli, Daniele Boccanera, Luciana Salato, Egidio De Maria, Andrea Fangucci (foto)
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Anche le domande più ideali non ci possono distogliere né dalle responsabilità organizzative né dalla responsabilità di trasparenza e comunicazione.
Una rete di volontariato sa che può rappresentarsi come soggetto reale e non virtuale solo se mantiene attenzione e sensibilità ai volontari e alla loro mobilitazione. Sarebbe grave dimenticare questo aspetto, attratti da un evoluzione di pensiero che potrebbe riguardare solo alcuni “pensatori” del gruppo dirigente. Una rete di secondo livello poi sa che non può disporre di volontari propri ma solo di persone e risorse che, facendo parte del Movimento, possono temporaneamente essere “prestate” al servizio di tutta la rete dalla propria associazione di appartenenza. Il ruolo dei dirigenti nazionali e regionali non può tuttavia prescindere dalla responsabilità del secondo livello nel produrre elaborazioni per costruire la cultura del Movimento e per far sì che questa produzione culturale diventi elemento di crescita di ANPAS e di tutte le Pubbliche Assistenze. Questa responsabilità ci deriva dal patrimonio valoriale e dalla nostra storia. Ricordiamo che in questo 2011, Anno europeo del Volontariato e 150esimo dell’Unità D’Italia, si celebra anche una piccola ma significativa ricorrenza: 100 anni fa la Federazione nazionale delle Pubbliche Assistenze veniva riconosciuta con Regio Decreto come Ente Morale. Nell’Italia centralista e burocratica dei primi anni del 1900, lo Stato ha dovuto prendere atto dell’importanza e della ricchezza di una rete di Volontariato come elemento che avrebbe contribuito allo sviluppo dell’identità nazionale. Il percorso che porterà al Congresso nazionale si è aperto a marzo e lo documentiamo in questa newsletter nel racconto della decima Conferenza nazionale di Organizzazione (Firenze, 11-13 marzo), del dodicesimo Meeting della Solidarietà (Milano, 21-22 maggio) e dell’incontro con Samaritan International (Firenze, 17-19 giugno). Nelle prossime settimane riceverete il documento precongressuale che sarà la base di riflessioni per le Assemblee regionali. Avvieremo parallelamente un lavoro per l’elaborazione di un Manifesto ANPAS sulla nostra visione della società. Siamo tutti impegnati a progettare il futuro della nostra Associazione, della sua sostenibilità in modo da agire il ruolo dei volontari nella dirigenza politica e di una struttura efficace in grado di offrire sostegno, supporto e riflessione. Le idee ci sono, come la disponibilità e la qualità delle risorse umane, cioè dei volontari, dei dipendenti, dei collaboratori e dei dirigenti. Le forze e l’entusiasmo non ci mancano. Custodiamo un buon clima ed un atteggiamento collaborativo anche nello scegliere chi saranno i portatori delle future responsabilità.
866 associazioni, 89.560 volontari attivi e oltre 380mila soci in 19 regioni d’Italia: sono solo alcuni dei numeri contenuti nella quinta edizione del Bilancio Sociale ANPAS 2010, documento sostenibile, ecologico e online. Nel 2010 ANPAS ha aderito al modello Rifiuti Zero decidendo di stampare il documento su carta riciclata certificata e riducendo numero di copie cartacee e pagine del documento (circa il 25% in meno di pagine rispetto all’edizione precedente). La vera sfida di questa edizione è stata quella di integrare e ampliare l’offerta informativa del cartaceo con i vari supporti online che permettono di consultare e approfondire le attività dell’ANPAS direttamente dal sito www.anpas.org. Nuova veste grafica e font italiani, quelli prodotti nelle accademie di Urbino (Lekton e Titillium) e Leggimi, realizzato dalla casa editrice Sinnos per persone con problemi di lettura. Non mancano “le pillole”, versione del Bilancio Sociale in versione ridotta con i principali numeri dell’anno appena trascorso.
Sul sito www.youtube.com/anpasnazionale il dietro le quinte del Bilancio Sociale: testimonial d’eccezione Jerry Lewis
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161 tra volontari e dirigenti provenienti da 17 regioni d’Italia si sono confrontati sulle tematiche legate al volontariato di Pubblica Assistenza. Per Fausto Casini, presidente nazionale ANPAS: «La Conferenza di organizzazione è un’occasione in cui riflessioni e idee vengono trasformate in atti, in azioni coerenti e concrete. Ritengo infatti che nell’ultimo triennio ANPAS abbia compreso la sua forza e la sua dimensione, anche grazie all’intervento a L’Aquila. Questa crescita del Movimento – ha proseguito Casini – impone tre cose: strategia, consapevolezza e responsabilità». «Nel corso della Conferenza non ci siamo concentrati soltanto su questioni organizzative – ha spiegato Luciano Dematteis, vicepresidente nazionale ANPAS – ma anche sul rapporto tra la nostra organizzazione e il resto della società civile. In particolare la riflessione sulle modifiche dello Statuto porterà ad una maggiore chiarezza e trasparenza nei confronti della cittadinanza».
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Titti Postiglione, dirigente del Dipartimento di Protezione Civile, intervenuta nella plenaria conclusiva di domenica 13 marzo, ha dichiarato: «A due anni dal terremoto in Abruzzo è significativo che una struttura di coordinamento come il Dipartimento arrivi alle stesse conclusioni di ANPAS: vuol dire che c’è sintonia e, soprattutto, che si va nella stessa direzione. Se guardiamo al Giappone, appare fondamentale che la Protezione Civile si prenda cura non solo della gestione delle emergenze, ma anche della prevenzione attraverso la comunicazione e la formazione ». I tre giorni di lavoro sono stati un momento di democrazia interna in vista del 51^ Congresso nazionale (Roma, 2/4 dicembre 2011), ma anche un’occasione di riflessione sull’Unità d’Italia e sui valori della Carta Costituzionale. Nella relazione conclusiva della Conferenza, Fausto Casini ha evidenziato che «uno Stato non è fatto solo di confini, ma anche di uomini e donne che si prendono cura dei beni comuni».
Carlo Borgomeo, presidente Fondazione per il SUD
Alessandra Albanese, Mario Moiso e Riccardo Anselmino
Il tema dell’affidamento dei servizi in ambito sanitario e delle attività commerciali delle Organizzazione di Volontariato è stato approfondito da un gruppo di lavoro specifico della Conferenza di Organizzazione, coordinato dal Vicepresidente Fabrizio Pregliasco, che si è avvalso dell’intervento, in qualità di esperti, di Alessandra Albanese del Dipartimento Diritto Pubblico Università degli Studi di Firenze e di Mario Moiso, Presidente Collegio nazionale ANPAS Revisori dei Conti. Secondo l’ultimo censimento dell’ANPAS sono oltre 90% le Pubbliche Assistenze impegnate nel settore sanitario (inteso come emergenza-urgenza) e nella mobilità sul territorio di pazienti in dialisi, di persone diversamente abili, accompagnamento a visite specialistiche ed alla riabilitazione e trasporto anziani. Nel nostro Paese esiste tuttavia un problema di armonizzazione nell’affidamento dei servizi di emergenza-urgenza e dei trasporti ordinari. Occorre confrontarsi con una frammentazione di regole
Fausto Casini e Titti Postiglione
e interlocutori legislativi nel territorio nazionale, tenendo conto della normativa europea in materia di affidamento dei servizi e concorrenza. Nel corso del dibattito si è affrontato anche il tema delle attività commerciali marginali che un’organizzazione di volontariato può praticare per finanziare le attività istituzionali: alla base del discussione c’è infatti la questione del mantenimento della qualifica fiscale di Onlus da parte delle Associazioni e del rispetto delle normative tributarie che regolano le attività commerciali. Il gruppo di lavoro quindi, partendo dall’esperienza quotidiana delle Pubbliche Assistenze e dalle criticità riscontrate, ha definito un piano operativo cib ak orevusuibe di una serie di azioni a livello della Commissione Europea, Governo e delle Istituzioni italiane al fine di un riconoscimento della rilevanza sociale delle OdV e della realizzazione di linee guida per l’affidamento dei servizi, in vista del Congresso Nazionale ANPAS di dicembre 2011. di Romuald Desandré
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Firenze, 13 marzo 2011, ore 17.00. Dopo essere passato in albergo a lasciare lo zaino e dopo essermi perso nel caotico traffico fiorentino arrivo giusto in tempo alla sede ANPAS per l’apertura della 10^Conferenza di Organizzazione. Essendo la prima volta che partecipo a questo importante evento e sapendo del grande coinvolgimento di numerosi volontari, dirigenti di varie regioni d’Italia, ricercatori ed esperti del mondo del Terzo Settore, sono accompagnato da futili timori che infatti ben presto sono stati smentiti, a partire dall’accoglienza e dal fatto di rivedere persone conosciute in altri eventi ANPAS. Inizia l’avventura. Dopo l’introduzione del presidente Fausto Casini sullo svolgimento dei tre giorni da passare insieme, si insediano i 6 gruppi di lavoro. Io sono stato inserito come addetto stampa nel gruppo dello Statuto, tematica di rilevante importanza vista anche la presenza nel gruppo, come coordinatori, del presidente Casini e del vicepresidente Dematteis. Si potrebbe pensare che parlare dello Statuto sia noioso o pesante. Le argomentazioni discusse nel gruppo sono state invece molto interessanti e tutt’altro che scontate. Per quanto mi riguarda sono rimasto colpito da alcuni aspetti che ignoravo sulla vita delle Pubbliche Assistenze, in particolare
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riferite alla complessità dell’organizzazione e gestione a livello nazionale, dei rapporti tra associazioni e Comitati, dei problemi riguardanti alcune regioni o zone d’Italia o delle realtà di grandi associazioni dai grandi numeri a cui io non sono abituato venendo da una piccola associazione. In primis devo ringraziare Mirco e Lucia della segreteria ANPAS per avermi messo a mio agio e essermi stati accanto rendendo il tutto più semplice. Il gruppo era composto da una ventina di partecipanti in rappresentanza di varie regioni con una prevalenza di volontari toscani. Anche gli altri partecipanti hanno seguito con attenzione il dibattito intervenendo per delle precisazioni, dubbi e proposte. Il clima era molto sereno e collaborativo, ognuno era libero di esprimere i propri pensieri e si è cercato di mediare sulle opinioni di tutti. Nell’ordine, sono stati proposti i seguenti temi: 1. Adesione ad ANPAS di associazioni che già aderiscono ad altri coordinamenti o realtà interassociative. 2. Adesione ad ANPAS di realtà associative presenti in nazioni estere. 3. Adesione ad ANPAS di associazioni di non volontariato. 4. Ruolo dei precedenti presidenti nazionali.
Il clima della Conferenza? Quello che da sempre caratterizza i momenti di incontro del Movimento: cordialità, confronto, nuove conoscenze e tanto altro... La 10^ Conferenza di Organizzazione ha preso il via venerdì pomeriggio: dopo la plenaria di apertura, c’è stato l’insediamento del gruppo di lavoro con l’individuazione dei temi da studiare ed approfondire. Sembrava di essere tornati al primo giorno di scuola. E’ bastato però un breve giro di presentazioni dei partecipanti per rompere il ghiaccio iniziale e poter avviare la discussione. La tre giorni fiorentina ha visto impegnati tra gli altri, il responsabile nazionale Carmine Lizza, Roberto Giarola e Giampaolo Sorrentino del Dipartimento di Protezione Civile, Benedetta Brugagnoni e Sergio Giusti dell’Ufficio nazionale e 40 partecipanti dalle diverse regioni italiane. Ad apertura dei lavori ha preso la parola Roberto Giarola che ha illustrato i rapporti tra il Dipartimento e le organizzazioni di volontariato nazionali, i contributi economici per il potenziamento delle colonne mobili nazionali, l’applicabilità del decreto 81/2008 ai volontari di Protezione Civile e il coinvolgimento delle associazioni
5. Costituzione di un comitato di partenariato con funzioni consultive. 6.Rappresentanza nei consigli regionali. 7. Durata del mandato degli organismi nazionali e regionali. 8. Tesseramento nazionale. 9. Verifica elenco soci. Nel corso dei lavori, oltre alle tematiche previste, sono emersi ulteriori temi come l’introduzione di pari opportunità di genere e si è convenuto sul presentare un ordine del giorno specifico alla Conferenza, insieme al gruppo sull’accessibilità. I tre giorni di lavoro sono stati un momento di democrazia interna in vista del 51^ Congresso nazionale a Roma del 2-4 dicembre 2011, ma anche un’occasione di riflessione sull’Unità d’Italia e sui valori della Carta Costituzionale. L’ultimo giorno della Conferenza, infatti, ad ogni partecipante è stata consegnata una copia della Costituzione ed è stata presentata la bandiera che, nei prossimi mesi, accompagnerà in tutto il territorio nazionale le iniziative delle Pubbliche Assistenze che celebreranno l’Unità di Italia. Viva l’Italia, viva l’ANPAS. di Daniele Boccanera
di volontariato nei percorsi e nei processi di prevenzione dei rischi intrapresi da enti centrali ed enti locali. Giancarlo Arduino ha presentato l’aggiornamento sul lavoro svolto dal neonato Gruppo Cinofilo ANPAS e degli obiettivi da raggiungere nel prossimo futuro. A seguire, l’intervento di Mauro Giannelli è stato uno spunto di riflessione su quanto già discusso dal gruppo: l’esigenza di iniziare un percorso formativo serio e condiviso nel settore della Protezione Civile, tema ribadito anche nella riflessione di Titti Postiglione (Dirigente Ufficio Volontariato del DPC) durante il dibattito di domenica mattina: «la comunicazione e la formazione non possono essere cosa diversa dal volontariato –dunque una formazione non uguale per tutti, generalista in alcuni casi e fortemente specifica in altri». Nel pomeriggio, il gruppo ha elaborato il documento finale che, oltre agli argomenti già citati, ha introdotto concetti come il soccorso sanitario negli interventi di Protezione Civile, la comunicazione e la visibilità in emergenza. di Federico Morelli
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In occasione della 10^ Conferenza di Organizzazione si è riunito il Gruppo di Lavoro “Accessibilità e Sevizio Civile” coordinato dal responsabile nazionale Servizio Civile ANPAS Maurizio Garotti con la collaborazione di Pier Paolo Inserra, ricercatore ed esperto di pianificazione strategia ed analisi degli aspetti organizzativi, e di Ilaria Lucaroni, settore ricerca ANPAS. Il gruppo, composto da 14 partecipanti di diversa provenienza regionale, ha avuto modo di confrontarsi raccontando le esperienze vissute all’interno dei rispettivi Comitati regionali e associazioni. Pier Paolo Inserra, relatore del progetto “nuove generazioni ed innovazione”, ha illustrato gli obiettivi da perseguire con la redazione partecipata di un documento capace di fare il punto sulla situazione di ANPAS, capace di definire proposte in grado di favorire la partecipazione di giovani al Movimento ANPAS. Si è partito dalla definizione di un piano strategico di medio periodo, iniziato con l’incontro di referenti dei Comitati regionali (Nord, Centro e Sud Italia) nei primi giorni di ottobre 2010, con la successiva raccolta di situazioni e proposte sulla redazione del documento che verrà presentato al di 51^ Congresso nazionale nel mese di dicembre 2011. Durante il dibattito non sono mancati momenti di riflessione tra i partecipanti. Un’organizzazione come ANPAS deve pensarsi in movimento e deve ragionare con le giovani generazioni, prestare attenzione al Volontariato che cambia, alle forme e alle estetiche che cambiano, al diverso modo in cui si partecipa al Volontariato. Bisogna fare attenzione a non considerare i giovani o gli adulti come un unico blocco. I temi da cui si partirà per le proposte saranno la promozione, l’accoglienza, la comunicazione, i meccanismi e la modalità di gestione dell’organizzazione, le reti e gli attori territoriali, la trasmissione dei saperi e delle conoscenze, la formazione, le
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culture organizzative, i ruoli e le funzioni, le tipologie di servizi e poi le tematiche come motivazioni, identità, piacere, potere. Il gruppo di lavoro si è suddiviso in 4 sottogruppi per la trattazione dei seguenti temi: - lo sviluppo di meta competenze spendibili in un contesto professionale e strumenti per agire la cittadinanza attiva; - accoglienza e formazione come strumenti per legittimare pratiche partecipative; - modalità di lavoro di diffusione delle responsabilità e di modelli decisionali; - le parole chiave da declinare. Il gruppo, molto affiatato, ha definito il ruolo strategico del livello regionale per lo sviluppo della partecipazione e dei rapporti tra generazioni diverse definendo alcuni punti importanti come l’analisi delle singole realtà regionali, la formazione di dirigenti, staff e volontari, la costruzione di reti rivolte ai giovani, lo sviluppo di strategie regionali che avvicini i giovani al Movimento, la partecipazione e l’inserimento nei Consigli regionali dei giovani. Da segnalare infine l’importantissimo intervento del Responsabile Formazione ANPAS Mauro Giannelli che ha sottolineato, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, l’importanza dell’idea di Democrazia, Libertà e Partecipazione. E’ stata letta inoltre una lettera inviata da una giovane volontaria, nella quale si racconta l’entusiasmo di appartenere a un associazione di volontariato ma anche la delusione per la mancanza di mete, idee e progetti all’interno della sua Pubblica Assistenza. Una lettera di denuncia che ha dato spunto per la definizione di proposte che saranno discusse nei prossimi appuntamenti del gruppo. di Egidio De Maria
Di seguito una lettera oggetto di riflessione del gruppo di lavoro e di tutti i partecipanti alla Conferenza di Organizzazione. Caro Presidente, sono venuta a conoscenza del Corso di Formazione per Volontari del Soccorso nella sua Associazione tramite alcuni miei amici che operano o hanno operato in passato come volontari. Mi sono avvicinata con il desiderio di mettermi alla prova, di sentirmi utile e di vivere un’esperienza nuova, ricca e coinvolgente. Pensavo rappresentasse un’occasione per poter creare quelle relazioni sociali che, nel tempo, possono dare una risposta alla ricerca di integrazione. Uno scambio che apre le porte all’impegno sociale e quindi provare soddisfazione nell’aiutare chi è nel bisogno e sentirsi al servizio della cittadinanza. Forse è colpa mia se non mi sono integrata durante i giorni di tirocinio insieme ai volontari, ma con tutta onestà sono rimasta molto delusa dall’organizzazione dell’Associazione. Ero certa di trovare un gruppo affiatato, di poter condividere un progetto, un’idea, di potermi confrontare con persone più grandi o della mia stessa età già in servizio, poterli ascoltare e imparare dalle loro esperienze. Purtroppo non ho trovato nulla di tutto questo! Non sono riuscita a ottenere una guida tra i pochissimi volontari che mi sono stati accanto durante il processo formativo, anche se fondamentalmente mi rendo conto che sono loro i primi
a non avere un conducente. Probabilmente se fossi stata inserita in un progetto di Servizio Civile non avrei lasciato così presto, può darsi che non avrei mollato per i soldi, o forse perché il progetto e le sue attività mi avrebbero indicato una linea guida, magari sarei riuscita a costruire il senso di appartenenza all’Organizzazione. Non so! Nel momento in cui, a metà del mio breve percorso nell’Associazione, ho iniziato a lasciare andare il pensiero di diventare volontaria, nessuno se ne è accorto, nessuno di quelli che mi dicevano come fare il massaggio cardiaco, neppure quelli che mi illustravano cosa ci fosse all’interno di una ambulanza. Nessuno ha compreso che stavo solo immagazzinando nozioni che non avrei mai speso come volontaria! Tutte le cose imparate durante il corso mi saranno utili per la mia esistenza, non si sa mai, sapere come riconoscere un arresto cardiaco può salvare una vita e sono certa che l’utilità della sua Associazione sul territorio è anche quella di dare una formazione/informazione a coloro che non ce l’hanno, ma non voglio e non posso stare in una Associazione in cui le risposte ai bisogni del territorio non nascono dal lavoro di gruppo, un gruppo che probabilmente è presente, ma che è risultato invisibile ai miei occhi. Un saluto, Virginia
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Il Movimento delle Pubbliche Assistenze conosce bene la forza propulsiva del fare rete. Una spinta a organizzarsi, condividere, partecipare e aver voce che è nella storia originaria delle associazioni di Pubblica Assistenza e nel vissuto quotidiano delle volontarie e dei volontari che ne fanno parte. Nell’Anno europeo delle attività di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva, ANPAS vuole contribuire a dare piena attuazione al motto europeo “Uniti nella diversità”, intraprendendo tra le varie azioni, un percorso di partecipazione al processo legislativo europeo. In particolare, in adesione ai principi sanciti nel “Manifesto del volontariato per l’Europa”, l’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze ritiene auspicabile promuovere la stesura di un “Manifesto ANPAS per l’Europa” che indirizzi tutte le sue componenti verso politiche tese al riconoscimento in campo europeo del valore dell’azione volontaria in termini economici e formativi. Organizzarsi. Far parte di un così ampio sistema di organizzazioni non governative, SAMARITAN International, e allo stesso tempo aderire alla rete europea di oltre 88 membri fra centri di volontariato nazionali e regionali, associazioni e agenzie di supporto ai volontari di tutta Europa, qual è CEV, è un’opportunità unica per il Movimento delle Pubbliche Assistenze italiane, le quali, in tal modo, potranno contribuire con più forza alla legittimazione del volontariato in ambito europeo e quindi alla costruzione di un’Europa dei cittadini basata sull’aggregazione sociale e sulla sostenibilità. Non a caso all’interno della Risoluzione del Parlamento europeo sul contributo del volontariato alla coesione economica e sociale del 22 aprile 2008 si esortano gli Stati membri, le autorità regionali e locali a operare in partenariato con le organizzazioni di volontariato e a consultare il settore
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per sviluppare piani e strategie finalizzati all’agevolazione del volontariato. ANPAS – tramite la condivisione esperienziale all’interno di SAMI e CEV – potrà dunque far leva sulle Istituzioni e sui decisori nazionali ed europei per chiedere un loro maggiore impegno nelle politiche a sostegno del volontariato, pilastro fondamentale per la realizzazione dell’inclusione sociale e la promozione del bene comune e dello sviluppo umano. Condividere. ANPAS si impegna a favorire e promuovere presso i Comitati, le Associazioni, i volontari e i dipendenti la circolazione delle idee, delle esperienze e delle politiche sulle tematiche della “questione europea, euro-mediterranea e del vicino oriente”, volontariato e adesione a SAMARITAN International e CEV, anche in relazione all’Anno europeo del volontariato appena iniziato. Il Consiglio dell’Unione europea ha infatti proclamato l’anno 2011 Anno europeo del volontariato con l’obiettivo generale di «incoraggiare e sostenere — in particolare attraverso lo scambio di esperienze e di buone pratiche — gli sforzi della Comunità, degli Stati membri, delle autorità locali e regionali per creare per la società civile condizioni favorevoli al volontariato nell’Unione europea (UE) e per aumentare la visibilità delle attività di volontariato nell’UE». Partecipare. Con l’adesione ai principi sanciti nel “Manifesto del volontariato per l’Europa” ANPAS sottoscrive le richieste di impegno al Parlamento europeo principalmente volte alla definizione di un quadro istituzionale stabile e vincolante per la partecipazione del volontariato a tutti i livelli decisionali e alla legittimazione dell’azione volontaria in termini economici e formativi. ANPAS ritiene inoltre di impegnarsi per lavorare su riferimenti normativi e fiscali in tema di volontariato, condivisi a livello comunitario. Altro spazio di intervento concreto è senza dubbio la progettazione europea, resa oggi
più accessibile alle Pubbliche Assistenze anche grazie la presenza di ANPAS in SAMI. Infine, ANPAS riconosce l’alto valore formativo dell’apprendimento non formale e informale nell’ambito del volontariato e pertanto intende favorire gli scambi culturali e di esperienze fra i suoi volontari e quelli di altri paesi partecipando, in tal modo, alla costruzione del popolo europeo e al suo coinvolgimento nei processi democratici e di sviluppo sociale. Aver voce. ANPAS svolgerà azione di lobbying presso Istituzioni dell’Unione europea attraverso CEV e SAMI e le loro funzioni di rappresentanza delle istanze del Volontariato a livello europeo. SAMARITAN International inoltre è intermediaria tra le Istituzioni europee e le organizzazioni associate in questioni inerenti il potenziamento e l’applicazione degli standards europei nella prevenzione delle emergenze, nell’attività di volontariato e nell’aiuto umanitario all’estero. La comunicazione delle buone prassi, le informazioni, le azioni condivise, la promozione del volontariato attraversano sia le relazioni e il lavoro di rete sia la partecipazione a progetti comunitari, agli scambi dei volontari, al Servizio Volontario Europeo, senza tralasciare i forum e i momenti di confronto sui temi identitari e valoriali dell’azione volontaria organizzata in Europa. Tali ambiti sono fra loro profondamente interconnessi e necessitano di un piano di comunicazione e informazione strutturato che integri strategie e mezzi. In proposito verranno utilizzati i più diversi strumenti dai più tradizionali, come sito istituzionale e newsletter, ai nuovi canali multimediali e interattivi, dal ricorso a uffici stampa professionali per veicolare una corretta informazione ai mass media alla promozione di convegni, workshop, educational ed eventi. di Luciana Salato
I materiali (documenti, video, foto) della 10^ Conferenza di Organizzazione sono su www.anpas.org
i documenti dei gruppi di lavoro
Attività di sostegno alle aree di sviluppo e alla progettazione sociale INTRODUZIONE L’articolo 24 dello Statuto ANPAS prevede l’istituzione del Fondo di Solidarietà con lo scopo di sostenere quelle ”… zone dove il Movimento risulta assente o debole”. Le attività, dalla modifica statutaria del 1999, sono state rivolte a diversi settori, dall’informatizzazione delle segreterie regionali alla formazione passando per la progettazione sociale ed il sostegno alle iniziative della protezione civile. Dopo 10 anni è necessaria una riflessione che evidenzi i risultati ottenuti e le criticità riscontrate, funzionali alla programmazione operativa del Fondo stesso e a nuove ipotesi di sviluppo. Il gruppo di lavoro all’interno della Conferenza di Organizzazione è da considerare uno dei naturali luoghi di discussione, da cui far emergere spunti, riflessioni, ipotesi e proposte. RIFLESSIONI EMERSE NEL DIBATTITO Necessità di rafforzare la consapevolezza del ruolo, identità e radici del Movimento nel momento storico che stiamo vivendo. Considerazione e valutazione delle “buone prassi”, delle competenze e delle risorse interne al Movimento per lo sviluppo dei comitati che necessitano di supporto ed accompagnamento nella crescita. Sviluppo, da parte delle Pubbliche Asisstenze e dei Comitati Regionali di una lettura dei bisogni del territorio per una progettazione sociale condivisa e partecipata. Interazione nei luoghi di rappresentanza e negli organismi di terzo settore per rafforzare il ruolo e le capacità progettuali e politiche (Forum terzo settore e Centri di Servizio). Valutazione delle esigenze e delle necessità dei singoli Comitati Regionali che sono differenti fra i vari territori e che necessitano di risposte e di interventi mirati. Esigenza di un atteggiamento sobrio e collaborativo nell’ottica dell’impatto sociale sul territorio e della trasparenza amministrativa. Necessità di una struttura organizzata per ciascun Comitato regionale al fine di adempiere al ruolo e alla funzione sul territorio.
PROPOSTE DI LAVORO E DEFINIZIONE AGENDA E’ auspicabile dare un sostegno unitario fattivo allo sviluppo e all’importanza territoriale delle proprie articolazioni regionali secondo standard operativi e strutturali comuni, facendo così tesoro delle esperienze di eccellenza già presenti nel Movimento e quindi trasferibili: buone prassi, percorsi di autofinanziamento, progetti e azioni di empowerment. Progetto di “ossatura”, ovvero, i comitati regionali più forti sono disposti a collaborare e a mettere a disposizione di quelli meno strutturati le loro competenze e risorse nell’ottica di una collaborazione in rete. Investire sulla infrastrutturazione immateriale facendo buon uso delle competenze e delle risorse interne al Movimento. Nuova ricognizione partecipata dei territori (viaggi di Benedetta 2). Acquisizione dai Comitati regionali, sulla base delle esigenze del territorio, di idee e iniziative per il buon utilizzo delle risorse. Ottimizzazione delle risorse tramite la creazione di un banca dati delle competenze esistenti nelle diverse realtà del Movimento. Utilizzo dell’ufficio di Roma anche come ricettore delle esigenze dei comitati regionali facenti parte delle aree di sviluppo; consolidamento presso lo stesso ufficio dell’attività di informazione sulle opportunità di finanziamento. Rafforzamento del ruolo della Commissione Aree di sviluppo ampliandola a tutti i Comitati regionali. Coordinatori: Fabio Fraiese D’Amato, Giorgio Gasparini Segretaria: Lorella Cherubini Esperti: Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione con il Sud Francesca Coleti, Presidente CESIAV Facilitatrice: Lucia Colonna, progettista Addetto stampa: Marina Vittori (Marche)
FIRENZE, 11-13 MARZO 2011
Protezione Civile INTRODUZIONE GENERALE Come spesso succede dopo importanti eventi, la lunga esperienza in Abruzzo ha aperto una discussione sul sistema di Protezione Civile, portando anche le Associazioni di Volontariato a riflettere sul loro ruolo, trovando i punti di unione fra il ruolo assegnato dal sistema di Protezione Civile e le finalità statutarie. Questa riflessione ha già prodotto un primo importante strumento: il nuovo Regolamento di Protezione Civile ANPAS. Contemporaneamente a questo, progetti come la Colonna mobile nazionale, la formazione e la difesa dei beni comuni stanno gettando le basi per definire i prossimi obiettivi della Protezione Civile ANPAS. RIFLESSIONI EMERSE NEL DIBATTITO Formazione Importanza di una formazione fortemente caratterizzata e capace di indurre la progressiva diffusione di un livello comune di consapevolezza, conoscenza e procedure, tali da permettere l’interazione dei volontari quindi non solo una diffusione di nozioni ma anche un processo culturale. Tutto ciò può avvenire solo tramite linee guida riconosciute e condivise integrando processi formativi già in essere nelle regioni. La formazione si dovrà articolare su 3 livelli distinti e paralleli: generale a tutti i volontari, particolare sulla progettazione delle azioni concrete ai dirigenti e specifica e funzionale ai ruoli tecnici. Cinofili Oggi abbiamo un quadro chiaro della situazione grazie ad un censimento appena concluso. Dopo il Regolamento Nazionale del Settore Cinofilo (Enna 2009) siamo alle battute finali per la stesura del Regolamento Operativo per definire il rapporto conduttore/cane, la formazione, e le procedure di certificazione delle unità cinofile da soccorso. In particolare è stato definito che le commissioni esaminatrici non saranno formate soltanto da personale ANPAS ma avranno al loro interno la presenza di enti esterni, Istituzioni, Università per garantire una maggiore trasparenza. Le unità cinofile non saranno solo realtà di soccorso ma avranno un ruolo sul
territorio per una maggiore diffusione della cultura cinofila. Sanitario Benché sia un settore proprio delle nostre Associazioni, alla luce dell’esperienza maturata negli interventi degli ultimi anni si è ravvisata la necessità di strutturare il sistema sanitario di Protezione Civile con l’avvio di una specifica formazione e con l’individuazione di idonee linee guida per la definizione anche di un database nazionale, in stretta cooperazione con il Dipartimento nazionale di Protezione Civile. Prevenzione Rilanciando i principi della L.225/1992 il settore Protezione Civile non deve essere più rivolto solo all’emergenza ma deve diventare prima di tutto un’azione di prevenzione Civile attraverso l’individuazione, la cura, la salvaguardia e la promozione dei beni comuni e del territorio. Le pubbliche assistenze rappresentano naturalmente i luoghi deputati all’individuazione degli stessi e all’innesco dei processi di assunzione di responsabilità verso di loro. Questa responsabilità ci deriva dalla fiducia che ci dà la popolazione per il ruolo che la Protezione Civile rappresenta. Questo processo realizzerebbe concretamente la cittadinanza attiva e permetterebbe ai cittadini stessi di affrontare meglio le emergenze. Collaborare con le Istituzioni ed Enti locali sarà dunque di fondamentale importanza. Uno degli strumenti per favorire questo processo potrebbe essere anche la predisposizione e la condivisione di un documento di “idoneità alla prevenzione” per essere legittimati ad operare in questo settore dove spesso le risorse sul territorio esistono ma non sono note e non coinvolte. Sicurezza Collaborare con il Dipartimento di Protezione Civile al fine di razionalizzare e concretizzare l’applicazione delle nuove normative sulla sicurezza, mantenendo comunque l’obiettivo di garantire la sicurezza dei volontari e della popolazione. Partendo dal presupposto che non è possibile equiparare il volontario ad un lavoratore perché mancano quattro re-
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quisiti fondamentali: - il datore di lavoro; - le specificità delle mansioni e di conseguenza l’individuazione dei rischi con la relativa compilazione del Documento di Valutazione Rischi; - un soggetto che assuma i costi della sorveglianza sanitaria; - il rapporto di lavoro. Visibilità Come messo in evidenza anche dalle ultime vicende è emersa nuovamente la necessità che chiunque operi nelle strutture ANPAS a qualsiasi titolo e livello abbia loghi e livree su divise e mezzi che permettano l’immediata individuazione dell’appartenenza al Movimento ANPAS. Comunicazione mediatica È fondamentale che ANPAS nazionale si doti di un sistema di comunicazione mediatica funzionale al settore Protezione Civile. PROPOSTE DI LAVORO E DEFINIZIONE AGENDA - Censimento delle risorse e contingentamento - Definizione dei percorsi formativi e delle procedure operative dei settori di attività - Promozione e diffusione di buone pratiche sulla tutela e sulla valorizzazione dei beni comuni e del territorio - Momenti di esercitazione nazionale - Collaborare con il Dipartimento Nazionale all’individuazione di progetti pilota su temi specifici.
Coordinatore: Carmine Lizza Segretaria: Benedetta Brugagnoni Esperti: Roberto Giarola e Gianpaolo Sorrentino, Dipartimento Protezione Civile Addetto stampa: Federico Morelli (Abruzzo)
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Accessibilità, partecipazione dei giovani e Servizio Civile INTRODUZIONE GENERALE ANPAS ha deciso di intraprendere un percorso di analisi sui temi della partecipazione giovanile, dell’innovazione e dell’intergenerazionalità al fine di approfondire tre temi strategici: 1. andare oltre interpretazioni superficiali dei concetti (si conoscono davvero le riflessioni più approfondite attorno a termini quali giovani e innovazione?); 2. capacità di declinare un pensiero organizzativo in termini strategici e operativi (sappiamo costruire delle strategie partecipate di sviluppo dell’organizzazione attorno a tali temi?); 3. tenere insieme obiettivi condivisi e metodo (siamo in grado di darci principi di lavoro senza confonderci con automatismi propri della burocrazia?).
Da questi presupposti valoriali il percorso Accessibilità è finalizzato ad orientare i processi qualitativi interni di gestione (rappresentanza e modalità di governo) a partire da tre approfondimenti tematici fondamentali: a) ruolo e funzioni delle nuove generazioni nell’organizzazione; b) definizione di architetture e processi democratici più complessivi (volontari e giovani dirigenti Anpas fanno propri modelli partecipativi e valori che potranno spendersi come cittadini con le istituzioni di riferimento ed i territori); c) in che modo e a che livello le giovani generazioni possono contribuire al processo di rinnovamento
RIFLESSIONI EMERSE NEL DIBATTITO Il gruppo Accessibilità ha un doppio scopo: approfondire e sperimentare una metodologia partecipativa che permetta, secondo una logica dal basso, di elaborare un pensiero e delle proposte comuni raccogliendo una serie di sollecitazioni e di suggestioni a più livelli, ed effettuare un lavoro di analisi della situazione dell’ANPAS che sia accompagnato obbligatoriamente da proposte di policy e pratiche attivabili.
di un’associazione. La questione è più complessa: il tema vero è quello dell’intergenerazionalità, del rapporto tra giovani ed adulti in un contesto associativo e delle relazioni che determinano qualità e contenuti di questo rapporto. Rapporto che ha bisogno che venga definito un nuovo patto tra generazioni per contribuire a definire identità, valori, progettualità e processi gestionali nelle nostre organizzazioni.
Pertanto, le riflessioni che riproduciamo sono frutto di un lavoro di approfondimento che segue quello già effettuato da ottobre 2010 ad oggi (e che ha coinvolto circa 120 persone), e che sarà rilanciato nei prossimi mesi attraverso ulteriori incontri ed approfondimenti.
- Attenzione a non considerare i giovani come un unico blocco generazionale e sociale. La relazione con le giovani generazioni deve essere articolata in maniera mirata a partire dalle differenze di genere, di età, di estrazione culturale ed economica, di contesto, con un obiettivo prioritario: fornire pari opportunità a tutti coloro che vogliono vivere un’esperienza di volontariato.
Di seguito, descriviamo le riflessioni emerse – in maniera circoscritta – all’interno della due giorni: - L’esperienza del SCN per le Pubbliche Assistenze è importante, è una forma di contatto continuativo con i giovani. Ma non può essere considerata come esperienza replicabile in altre forme che non siano servizio civile nazionale per i valori, i principi e le prassi attraverso cui viene declinata. E’ però anche una porta d’accesso per i giovani all’esperienza volontaria – è in parte essa stessa esperienza volontaria – che stimola percorsi di maturazione e investimento ulteriori nelle nostre associazioni. - Fare volontariato in ANPAS vuol dire testimoniare una propria sensibilità e una cultura della gratuità e della reciprocità, ma – allo stesso tempo – vuol dire anche stimolare la crescita di cittadini attivi in grado di partecipare democraticamente alla vita politica ed amministrativa di un territorio e affinare una serie di metacompetenze che diventano sempre più strategiche per la crescita professionale e lavorativa di un cittadino. - Non bisogna centrare la riflessione su giovani e partecipazione pensando semplicemente al diritto del giovane a partecipare e men che meno al problema del ricambio ai vertici
- Le forme, le estetiche, i contenuti che caratterizzano un’esperienza volontaria sono storicizzate e mutano nel tempo: l’ANPAS deve avere la capacità di salvaguardare le proprie cornici valoriali e culturali di riferimento, acquisendo però sempre più la capacità di intercettare e dialogare con persone, processi e contenuti legati ad un volontariato che cambia.
Coordinatori: Maurizio Garotti Segretaria: Ilaria Lucaroni Esperto: Pierpaolo Inserra, ricercatore sociale e esperto pianificazione strategia ed analisi degli assetti organizzativi Addetto stampa: Egidio De Maria (Basilicata)
PROPOSTE DI LAVORO E DEFINIZIONE AGENDA Pur sapendo che dobbiamo ulteriormente approfondire ancora molte questioni, il gruppo ha lavorato su alcuni temi-generatori, delle suggestioni essenziali : • Come sviluppare, oltre all’esperienza volontaria in sé, metacompetenze spendibili in un contesto professionale e strumenti per agire la cittadinanza attiva Dal punto di vista della formazione di una coscienza e di una cultura della cittadinanza attiva, la prima necessità che abbiamo è quella di fare in modo che il giovane possa fare con l’associazione un percorso compiuto. Le tre sollecitazioni emerse in questo senso – da trasformare in pratiche organizzative – sono: “Conosciamoci”, “Integriamoci” e “Formiamoci”. Ad esse deve seguire un costante lavoro di contaminazione e confronto sui valori democratici e partecipativi che ci permetta di recuperare l’idea di cittadino solidale. Oltre ad avere degli effetti politici, l’esperienza associativa deve sempre più essere fondata sull’acquisizione di metacompetenze strategiche in ogni ruolo e contesto professionale ed organizzativo: capacità di coordinamento e lavoro nei gruppi, sopportazione dello stress, gestione delle responsabilità, mediazione dei conflitti, comunicazione orizzontale e atteggiamenti collaborativi, analisi critica dei processi e delle dinamiche lavorative. • L’ accoglienza e la formazione come strumenti per legittimare pratiche partecipative Rispetto al concetto di accoglienza, si individuano i seguenti passaggi come fondamentali: 1. suscitare interesse nei giovani attraverso strumenti di comunicazione (sito internet, passaparola, volantini, informazione nelle scuole) 2. Centratura sul colloquio e su scambi permanenti per comprendere le motivazioni che hanno spinto un ragazzo ad avvicinarsi all’associazione. Comunicazione tra pari. 3. Presentare l’associazione sottolineando chi siamo e quali sono i nostri obiettivi rispetto al cosa facciamo (aspetto tangibile). 4. Formare uno o più volontari sull’aspetto dell’accoglienza. 5. Progettare nuove attività vicine al mondo dei giovani per avvicinarli all’associazione.
Per quanto riguarda la formazione: 1. Analisi delle necessità e dei bisogni formativi esterni a quelli tecnici (es. comunicazione, informatica, progettazione sociale, etc.). 2. Formazione dei formatori, finalizzata a fornire adeguati strumenti e competenze comunicative. 3.Creazione ed assegnazione di incarichi non esclusivamente istituzionali ai ragazzi, fornendo relativi strumenti e la necessaria formazione. • Verso organizzazioni fondate su logiche negoziali e deliberative: modalità di lavoro di diffusione delle responsabilità e modelli decisionali più orizzontali 1. Fare in modo che le decisioni vengano “partecipate” anche dai “giovani” prima dell’assemblea. 2. Creare un gruppo di lavoro all’interno dell’associazione che permetta ai giovani di dare un contributo specialmente su tematiche trasversali, come la comunicazione sul territorio o la creazione di eventi. 3. Una buona metodologia sarebbe quella di affiancare i giovani alle cariche istituzionali delle associazioni, per sfruttare al massimo i contributi “intergenerazionali”. 4. Aprire più consigli direttivi ai volontari mettendo al primo punto dell’ordine del giorno il confronto fra la dirigenza e i volontari. 5. Creare delle nuove funzioni anche all’interno del consiglio che siano più congeniali ai giovani (comunicazione, organizzazione di eventi, ecc.) e creare dei momenti regionali o nazionali di riunione di tali volontari (es. referenti sito internet).
hanno gruppi con meno di 18 anni che si incontrano (gare, manifestazioni, chiacchierate giochi, etc.). • Il ruolo strategico del livello regionale per lo sviluppo della partecipazione e dei rapporti tra generazioni diverse. Quelli che seguono ci sembrano dei passaggi obbligati: 1. Analizzare la situazione dei singoli contesti regionali 2. Analizzare esperienze virtuose 3. Formazione dirigenti 4. Formazione interna staff e volontari 5. Sperimentazione di buone prassi 6. Attività di rete rivolte ai giovani… (meeting, universiadi, giornate dei giovani, etc.) e rivolte anche ai giovani. 7. I giovani entrano nel Consiglio regionale: è importante il percorso e la condivisione del progetto, che a volte non c’è. 8. Sviluppo di una strategia regionale per attivare partecipazione giovanile, che contempli anche un accordo con altre realtà di volontariato complesse.
• Quali parole-chiave declinare meglio? 1. Promozione, accoglienza e comunicazione: declinabili verso l’interno e verso l’esterno. Ma anche agganciati i ragazzi bisogna riprodurre promozione, per mantenere viva la relazione nel tempo. 2. Offerta: l’associazione che motivazioni offre a chi vuole entrarci? L’offerta deve essere chiara. E la comunicazione deve essere sempre chiara. 3. Modalità di gestione, rapporto tra organizzazione e reti: le associazioni devono interagire tra di loro, conoscersi, coordinarsi. 4. I giovani fino a 18 anni devono avere delle linee-guida nazionali generali (assicurazioni, attività che possono fare, etc.) da seguire. 5. Coordinamento tra realtà giovanili; iniziative con associazioni diverse che 10^CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE Firenze 11/13 marzo 2011
Modifiche dello Statuto INTRODUZIONE GENERALE In preparazione del 51^ Congresso nazionale la Direzione ha individuato, con la condivisione del Consiglio nazionale e dei Presidenti regionali, alcuni temi da sviluppare come possibili modifiche dello Statuto nazionale. I temi sono scaturiti sia da alcune problematiche emerse nel corso degli ultimi anni nell’applicazione dell’attuale Statuto; sia dalla necessaria evoluzione ed adeguatezza del Movimento ANPAS rispetto ai cambiamenti generali in atto. La Direzione ha organizzato la propria attività di approfondimento da marzo 2009 con un Gruppo di lavoro e con l’interazione in tutte le sedi di partecipazione (Consiglio nazionale, Conferenza dei Presidenti, Consigli regionali) e con la promozione del Gruppo di lavoro nella Conferenza.
a determinate condizioni stabilite nel Regolamento generale, aderire ad ANPAS. (Vedi ipotesi di articolato art. 6) Nel dibattito è emersa l’esigenza di garantire la massima discrezionalità agli organi di ANPAS in ordine alla ammissione di tali soggetti. Il gruppo di lavoro dà inoltre mandato di approfondire il tema, speculare a quello che precede, riguardante l’adesione, a vario titolo, di singole Associate ANPAS ad altre organizzazioni complesse (enti interassociativi, coordinamenti, reti, ecc). A tal scopo è stata riconosciuta l’opportunità di effettuare una ricognizione dei rapporti delle Associate ANPAS con altre reti interassociative e di stabilire obblighi di informazione preventiva ed eventuali criteri limitativi all’adesione in funzione del rispetto dei requisiti previsti dall’art. 8 dello Statuto.
RIFLESSIONI EMERSE NEL DIBATTITO Si rileva una sostanziale condivisione del documento posto a base della discussione con le precisazioni di seguito illustrate. Il gruppo concorda sulla opportunità che il tema 4 (ruolo dei precedenti Presidenti nazionali) ed il tema 5 (Costituzione di un Comitato di Partenariato), siano sviluppati nell’ambito di una modifica del Regolamento Generale (art. 4), dal momento che le norme attuali non pongono nessuna limitazione all’istituzione di questi strumenti da parte del Consiglio nazionale. Inoltre, per quanto riguarda il Comitato di Partenariato, non risulta sviluppato a sufficienza il dibattito preliminare sul ruolo e le funzioni, tale da giustificare una modifica statutaria. Il gruppo di lavoro ha condiviso in modo unanime l’opportunità di aumentare la durata del mandato (tema 7) degli organismi nazionali e, di conseguenza, di quelli regionali, da 3 a 4 anni accogliendo l’ipotesi di articolato proposta anche con riguardo al periodo transitorio (decorrenza dal Congresso successivo a quello di approvazione). (art. 15, 17, 19, 20 e norma transitoria art. 37)
TEMA 2 - Adesione ad ANPAS di realtà associative presenti in nazioni estere Il gruppo sottolinea l’importanza di sviluppare una riflessione, in ambito comunitario e non solo, in ordine ai rapporti con organizzazioni extraterritoriali ma prende atto della estrema problematicità di associare a pieno titolo questo tipo di organizzazioni. Con questi presupposti il gruppo ritiene opportuno prevedere forme di affiliazione anche di organizzazioni extraterritoriali, istituendo una apposita figura di “associati” senza diritto di voto. In questo modo si ritiene di contribuire al rafforzamento dell’attività internazionale di ANPAS prevista dagli articoli 3 e 5 dello Statuto nazionale. La previsione di questa figura di affiliazione viene ritenuta compatibile con quella oggetto del tema 3.
TEMA1 - Adesione ad ANPAS di realtà interassociative e di Associazioni che aderiscono anche ad altri coordinamenti o reti per determinati settori o servizi. Si è ipotizzato di mantenere l’esclusione attuale di enti interassociativi in quanto tali (“enti complessi”) mentre è stato previsto che l’Associazione richiedente, se autonoma, ancorché aderente ad associazioni, possa,
TEMA 3 - Adesione ad ANPAS di realtà associative diverse non di volontariato (cooperative gemmate dalle PA, IPAB, ecc.) Dalla riflessione del gruppo è uscita confermata la volontà che le modifiche dello statuto tengano ferma la natura di ANPAS come organizzazione di Volontariato. Allo stesso tempo è stata ribadita l’opportunità di stabilire un rapporto con le organizzazioni del Terzo Settore, con analoga ispirazione ideale e che, pur non avendo i requisiti per essere associati ad ANPAS, operano in settori analoghi a quelli delle Pubbliche Assistenze. In questo ambito, pur valutando di non porre particolari limitazioni all’adesione di organismi terzi di diversa provenienza, il gruppo ha rite-
nuto di prestare una particolare attenzione ai soggetti promossi dalle Associate ANPAS. E’ stata inoltre affermata l’opportunità di stabilire in termini più articolati le modalità di affiliazione e le facoltà da attribuirsi a tali organizzazioni, ipotizzando intanto la possibilità di un loro invito permanente alle assise regionali e nazionali. Dovranno essere meglio precisati i contenuti del rapporto con questi organismi attraverso norme regolamentari. Tema 6 Garantire una rappresentanza ai Coordinamenti Provinciali nei Consigli regionali con diritto di voto pur senza dare loro autonomia giuridica. Premesso il permanere della strumentalità, ovvero la non rappresentatività, dei coordinamenti di zona o provinciali (art. 25 dello statuto) si ritiene valida l’ipotesi di modifica dello Statuto che preveda una rappresentanza in Consiglio Regionale delle Associazioni appartenenti ad un ambito territoriale subregionale. In modo analogo a quanto previsto per gli organismi nazionali, tale rappresentanza si ritiene ammissibile in misura non superiore a quella delle rappresentanze elette su base regionale. Tale ipotesi è tuttavia affidata all’autonomia dei singoli Comitati Regionali i quali possono avvalersene o meno. Le ipotesi di articolato (28 e 29) dovranno essere riformulate.
TEMI ancora in fase di sviluppo ed approfondimento TEMA 8 TESSERAMENTO NAZIONALE verificare se inserire ulteriori azioni nei confronti delle Associate che non aderiscono al tesseramento oltre a quelle già previste. TEMA 9 ELENCHI SOCI Verificare la possibilità di inserire una modalità di verifica incrociata fra elenchi e numero di tessere sottoscritte. Per soddisfare le esigenze rappresentate nei due temi il gruppo ritiene che statuto e regolamento individuano già in modo chiaro gli obiettivi e forniscono gli strumenti necessari per attuarli. Non si ritiene pertanto utile proporre alcuna modifica delle norme attuali, segnalando piuttosto l’esigenza di darne concreta attuazione. Il suggerimento emerso dalla discussione è quello di promuovere a livello nazionale, in accordo con i Comitati Regionali, un gruppo di lavoro per individuare modalità
organizzative che permettano di realizzare in modo completo quanto già previsto. Ulteriori TEMI emersi dai lavori RAPPRESENTATIVITA’ DELLE SEZIONI DI PUBBLICA ASSISTENZA NEGLI ORGANISMI REGIONALI Il gruppo prende atto del problema di rappresentanza di associazioni con un elevato numero di sezioni. Tuttavia ritiene di non prevedere alcuna modifica statutaria in tal senso invitando le associazioni a promuovere la costituzione di realtà autonome.
INTRODUZIONE DI PARI OPPORTUNITA’ DI GENERE Il gruppo condividendo il principio generale, in base alla storia del Movimento nazionale delle Pubbliche Assistenze, ritiene di coinvolgere l’intera Conferenza di Organizzazione (in particolare il gruppo su Accessibilità) attraverso la presentazione presentare un ordine del giorno specifico. PROPOSTE DI LAVORO E DEFINIZIONE AGENDA Il gruppo dà mandato alla Direzione nazionale ad elaborare una proposta di articolato da presentare al Consiglio na-
zionale per la sua approvazione e la divulgazione al Movimento. Impegna inoltre i Consigli e le Assemblee Regionali a promuovere la discussione sulle proposte di modifica a tutti livelli, in modo da arrivare al 51^ Congresso nazionale dopo un percorso partecipato. Coordinatori: Luciano Dematteis, Fausto Casini Segretaria: Lucia Calandra Esperto: Avv. Claudio Tamburini, consulente ANPAS Addetto stampa: Daniele Boccanera (Marche)
ORDINE DEL GIORNO SU PARI OPPORTUNITA’ DI GENERE I gruppi di lavoro sulle Modifiche allo Statuto e Accessibilità, partecipazione dei giovani e Servizio Civile Nazionale INVITANO nell’anno del 51^ Congresso nazionale, il Movimento delle Pubbliche ad aprire una seria riflessione sulle pari opportunità di genere e sui diritti di cittadinanza di terza generazione (accessibilità dei giovani, dei cittadini stranieri, dei diversi orientamenti sessuali e delle famiglie). In particolare è necessario approfondire il tema dell’accesso di tutti ai ruoli dirigenziali del Movimento, nelle diverse articolazioni.
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Sistemi di affidamento dei servizi socio-sanitari e attività commmerciali delle Pubbliche Assistenze INTRODUZIONE GENERALE Partendo dall’attività preparatoria del gruppo di lavoro alla Conferenza, durante i lavori sono state evidenziate le problematiche relative alle modalità praticate nell’affidamento dei servizi di emergenza-urgenza e dei trasporti di mobilità sul territorio (convenzioni e gare d’appalto nelle loro diverse forme) e le correlate attività commerciali, principalmente sulla base dei seguenti aspetti: 1)Identità e ruolo dell’ANPAS. Le Pubbliche Assistenze ribadiscono che gli enti pubblici devono dare piena attuazione ai propri compiti derivanti della Costituzione (in particolare dagli articoli 2, 3, 32 e 38) e dalle leggi correlate. Le associate ANPAS, anche in relazione al servizio di trasporto e soccorso non devono inseguire l’affidamento del servizio a qualsiasi condizione, ma fondare la propria attività sulla produzione di valore sociale, cercando di dare la massima efficacia, efficienza e trasparenza al proprio operato, oltre a sviluppare una azione di advocacy nei confronti della Pubblica Amministrazione. Nel declinare il proprio ruolo, ANPAS deve riuscire ad influenzare la volontà politica affinché l’attività legislativa ed amministrativa sia volta ad assicurare i servizi idonei a garantire il soddisfacimento dei diritti dei cittadini, anche attraverso l’applicazione del principio di sussidiarietà. Posto che lo scopo fondamentale dell’ANPAS è contribuire al miglioramento della società, in attuazione della Costituzione repubblicana, deve porsi a difesa della legalità facendo emergere la capacità e la volontà dei propri associati di essere sentinelle nei territori di RIFLESSIONI EMERSE NEL DIBATTITO Aspetti normativi europei E’ stato sottolineato che: - Convenzioni che prevedano il solo rimborso delle spese effettivamente sostenute (non forfetario e preventivo) sono sicuramente compatibili con il diritto comunitario poiché non ricadono nella normativa sugli appalti, e possono pertanto essere prospettate agli enti regionali e locali; -Va preso atto che anche i giudici amministrativi italiani (adeguandosi a quelli europei) stanno progressivamente affermando la ammissibilità delle OdV alle gare di appalto per l’affidamento di servizi. Questo impone una riflessione interna su come governare tali dinamiche, anche in ragione delle situazioni presenti sui vari territori emersa dal dibattito del gruppo. In determinate condizioni sociali e territoriali, infatti, meccanismi selettivi possono essere strumenti di garanzia della legalità. -Dall’analisi del diritto comunitario e nazionale emerge che eventuali forme di selezione nell’affidamento dei servizi non impongono necessariamente
eventuali situazioni di irregolarità. 2) Interlocutori, normativa e frammentazione. Il problema della frammentazione delle regole e degli interlocutori legislativi obbliga tutte le strutture del movimento a studiare in modo approfondito gli ambiti interessati dalla materia per cercare di formalizzare ove possibile, proposte normative e suggerimenti operativi che consentano di ridurre le difformità legate a condizionamenti territoriali. E’ necessario proseguire nell’esame della normativa comunitaria in materia, vista l’importanza degli effetti che questa ha sulla normativa nazionale e regionale, ed individuare le metodologie per interloquire in maniera più efficace con l’Europa. E riflettere anche su come migliorare il rapporto con gli Enti locali, che troppo spesso non riconoscono l’importanza del coinvolgimento delle OdV (Organizzazioni di Volontariato) del territorio nella progettazione dei servizi socio-sanitari. 3) Attività commerciali. E’ importante approfondire le conseguenze delle modalità di affidamento del servizio e delle eventuali connesse attività commerciali che le Associazioni svolgono e che influiscono sulla loro gestione. Risulta necessario approfondire anche le ipotesi di modalità organizzative diverse, prendendo in considerazione la possibilità di collaborare con altri soggetti del Terzo Settore o con altre entità che condividano i principi del nostro movimento, per far fronte a richieste di servizi complessi, salvaguardando così le associazioni meno strutturate.
che gli enti pubblici tengano conto solo di requisiti esclusivamente economici poiché è invece possibile che utilizzino criteri che evidenzino il valore aggiunto della funzione sociale delle OdV in termini di presidio del territorio e di accessibilità per i cittadini, per garantire migliori livelli di qualità dei servizi. E’ determinante inoltre l’assenza di requisiti che precludano in modo discriminatorio la partecipazione delle OdV. - E’ necessario tenere conto dell’importanza che sta assumendo la differenziazione fra le varie tipologie di trasporto sanitario (ordinario o di emergenza) in relazione alle modalità di affidamento dei servizi. Rapporto con gli Enti pubblici E’ emersa la necessità di: - Stimolare la volontà politica degli Enti pubblici per il riconoscimento del valore aggiunto del volontariato; -Migliorare la capacità di interlocuzione da parte delle organizzazioni di volontariato nei confronti degli Enti pubblici; -Favorire la conoscenza, prima nei dirigenti delle nostre associate e poi nei funzionari pubblici, della disciplina che
riguarda le OdV per interpretare in modo corretto la normativa comunitaria. Identità e difesa della legalità Le Pubbliche Assistenze devono: -Evitare scorrettezze amministrative o addirittura illegalità (rimborsi spese a forfait per servizi, riconoscimento di spese non documentate a volontari, distribuzione di utile diretto o indiretto) pur di assicurarsi l’affidamento di un servizio; -Mettersi in condizione di svolgere l’attività in maniera corretta e quindi potersi permettere di vigilare su come viene svolta l’attività da altri soggetti, anche privati, che usano strumenti non legali per ridurre i costi dei servizi prestati. Aspetti fiscali E’ stato ribadito che: -Una Associazione può svolgere tutte le attività contemplate dallo statuto; attività non statutariamente previste qualora non ci siano implicazioni di scambio economico; altre attività commerciali marginali collegate al raggiungimento degli obiettivi statutari (solo in questo caso con Partita IVA);
- In caso di affidamento dei servizi attraverso procedure selettive il contributo ricevuto non deve essere superiore alle spese realmente sostenute per svolgere il servizio assegnato e l’eventuale avanzo deve essere restituito.
Coordinatori: Fabrizio Pregliasco, Mario Pacinotti Segretario: Daniele Strazzaboschi Esperti/facilitatore: Alessandra Albanese, Dip. Diritto Pubblico Università degli Studi di Firenze Mario Moiso, Presidente Collegio naz. Revisori dei Conti ANPAS Addetto stampa: Romuald Des Andres (Valle D’Aosta)
PROPOSTE DI LAVORO E DEFINIZIONE AGENDA E’ necessario prevedere una serie di azioni a livello: - della Comunità Europea per riconoscere le peculiarità del volontariato italiano e della sua rilevanza operativa. Infatti in Europa non c’è una definizione univoca di volontario e delle funzioni delle associazioni di volontariato. E’ determinate la precisazione di che cosa si deve intendere per la prevalenza della componente sanitaria rispetto all’attività meramente di trasporto, aspetto importante nel riconoscimento della rilevanza sociale del servizio prestato dalle OdV. - dello Stato italiano per una revisione della normativa sulle OdV che necessità di un consistente aggiornamento in particolare per il riconoscimento delle reti del volontariato. - della Conferenza Stato Regioni per la realizzazione di linee guida per l’affidamento dei servizi che superino l’accordo quadro stipulato nel 1994 e rimasto spesso inapplicato
- di ANPAS che nelle sue articolazioni, dovrà: - Attivare un gruppo operativo di supporto alle articolazioni regionali nell’interlocuzione con le strutture locali. - Fornire un quadro della legislazione regionale (problema di frammentazione), cercando di individuare i modelli che si stanno delineando, per elaborare proposte a livello normativo, anche europeo. - Attuare uno stretto rapporto con il Gruppo Aree di sviluppo perché l’ANPAS Nazionale aiuti le aree dove il contributo del volontariato non viene adeguatamente riconosciuto e quindi consenta di rinforzare la loro capacità di rapportarsi con gli enti pubblici. - Potenziare la capacità di lettura dei bisogni a livello locale e la condivisione di buone prassi nella attuazione delle risposte nei diversi ambiti territoriali e attuare un federalismo contaminato positivamente Si sente infine la necessità di attivare un approfondimento delle problematiche dei trasporti sociali che presentano aspetti similari a quelli esaminati nel presente documento e anch’essi rilevanti per la vita delle nostre associate.
Politiche europee, euromediterranee e del Vicino Oriente INTRODUZIONE GENERALE Il nostro movimento è consapevole della capacità di fare rete. Questo nasce dalla nostra storia – la cultura dell’organizzarsi, di fare gruppo, aggregarsi, condividere e partecipare sono azioni della storia originaria delle nostre associazioni. Abbiamo una tradizione di collaborazione con le Istituzioni Pubbliche voluta sin dalla costituzione dell’allora Federazione Nazionale, nell’agosto 1904, per arrivare oggi ad una dimensione sovranazionale con lo sguardo verso l’Europa, anche attraverso l’adesione di ANPAS alle grandi reti europee di SAMARITAN International (Vienna, 21 agosto 2010) e CEV, Centro europeo del volontariato (Bruxelles, 6 dicembre 2010). ANPAS – tramite la condivisione esperienziale all’interno di queste reti e l’esercizio della cittadinanza attiva dei propri iscritti – potrà far leva anche sulle Istituzioni e sui decisori europei per chiedere un loro maggiore impegno nelle politiche a sostegno del volontariato. Nell’Anno Europeo delle attività di Volontariato che promuovono la cittadinanza attiva, ANPAS vuole contribuire a dare piena attuazione al motto europeo “Uniti nella diversità”, che fa parte dei valori identitari del Movimento. Il primo passo di questo percorso è stato quello di organizzare a gennaio un corso nazionale di formazione – al quale hanno partecipato Volontarie e Volontari delle Pubbliche Assistenze, Dirigenti e Quadri provenienti da 12 Regioni - su Questione europea, euro mediterranea e del vicino oriente, finalizzato a fornire all’interno del Movimento gli strumenti necessari per l’elaborazione di strategie e idee. RIFLESSIONI EMERSE NEL DIBATTITO Obiettivi e spunti di lavoro emersi dal dibattito (emersi in modo schematico) 1. Iniziative di cittadinanza attiva per partecipare al processo legislativo europeo 2. Scambi e buone prassi: partecipare alla costruzione del popolo europeo 3. Progettare con l’Europa 4. Comunicare l’Europa PROPOSTE DI LAVORO E DEFINIZIONE AGENDA Agire in quattro macroaree: 1. CONOSCENZA POLITICA E TECNICA a livello nazionale e regionale (per dirigenti, moltiplicatori, coordinatori regionali politici e tecnici)
- Proseguimento del percorso di formazione mediante attivazione di un successivo modulo di approfondimento rivolto a chi ha già frequentato il primo(ad es. su tecniche di progettazione) - Specifico modulo di formazione rivolto ai dirigenti nazionali e regionali (di tipo strategico e politico) - Sensibilizzazione sulla tematica europea anche nei diversi momenti di incontro a livello locale e nazionale 1. AZIONE POLITICA - approfondimento e integrazione delle priorità di ANPAS rispetto al Manifesto del volontariato per l’Europa e condivisione con livello nazionale e regionale (Influire su questione fiscale e affidamento dei servizi, scambio di volontari, riconoscimento del valore formativo del volontariato) - valorizzazione delle opportunità di essere in rete dall’appartenenza alle reti europee (SAMI e CEV) 2. AZIONE PROGETTUALE - Individuazione delle azioni progettuali prioritarie da sviluppare - Sviluppare opportunità delle reti esistenti ( SAMI per scambio dei volontari e CEV per la possibilità di crescita nell’ambito del Movimento) 3. COMUNICAZIONE - Interna: informare e promuovere esperienze e azioni all’interno del Movimento - Esterna: informare e promuovere esperienze e azioni al pubblico, alle reti nazionali e internazionali, ai media. 4. FARE SISTEMA - mappatura e condivisione delle risorse del Movimento già esistenti (ad es. ufficio di progettazione ANPAS nazionale, sostegno di CSV, esperienze pregresse dei Comitati regionali) - strutturazione della rete per favorire lo scambio fra volontari in Europa in modo semplice e autonomo (anche per il singolo volontario) Coordinatore: Luigi Negroni Segretarie: Monica Rocchi e Annalisa Bergantini EspertI: Renzo Razzano, Vicepresidente CEV, Resp. Internaz. CSV.net Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione con il Sud Facilitatrice: Stefania Macchioni, CSV.net, European and Mediterranean Area Addetta stampa: Luciana Salato (Piemonte)
L’intervento del Presidente della Fondazione con il Sud Carlo Borgomeo ai gruppi di lavoro “Politiche Europee, euromediterranee e del Vicino Oriente” e “Attività di sostegno alle aree di sviluppo e alla progettazione sociale”
Presso la sede di ANPAS, che ha ospitato la Conferenza, è stata allestista dai volontari di Protezione Civile di ANPAS Toscana, una tensostruttura che ha ospitato pranzi e cene ed alcune attività dei gruppi di lavoro.
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Cento anni fa, il 18 giugno 1911, la Federazione nazionale delle società di Pubblica Assistenza (oggi ANPAS) venne proclamata “ente morale”. Fu un importante riconoscimento fortemente voluto dalla Federazione che, in seguito all’intervento delle Pubbliche Assistenze a Messina e a Reggio Calabria (28 dicembre 1908), vide aumentare i riconoscimenti pubblici. Quel terremoto, che provocò ottantamila vittime, innescò «un inedito fenomeno di solidarietà nazionale: da ogni parte d’Italia affluirono soccorsi di tutti i generi, anche se l’assenza di un piano unitario di protezione civile complicò enormemente il coordinamento e la distribuzione dei sussidi, dando spazio a fenomeni di sciacallaggio e di violenza» (G. Barone). Le Pubbliche Assistenze misero subito a disposizione cento squadre di volontari (militi) pronte a recarsi sul luogo del disastro: circa 2000 persone scelte da varie associazioni, pronte e dotate di strumenti e materiali per prestare l’opera di soccorso. Negli anni successivi lo Stato riconobbe il valore della Federazione e della distribuzione territoriale delle associazioni di Pubblica Assistenza: dal 1909 il Governo Giolitti concesse alla Federazione un sussidio di mille lire. Nei due anni successivi, il presidente del Consiglio Luigi Luzzatti stanziò altre cinquemila lire. In quegli anni, le Pubbliche Assistenze rinforzarono il Movimento, soprattutto nel Meridione: nel novembre 1911, alla vigilia del Congresso nazionale di Bologna, la Federazione contava oltre 200 associazioni.
In concomitanza con l’Anno Europeo del Volontariato e con le celebrazioni del 150° anniversario dell’ Unità d’Italia, ANPAS celebra il centenario del suo riconoscimento come Ente Morale (Regio Decreto 638 del 18.6.1911) facendo viaggiare un tricolore in tutta Italia come simbolo di Unità che lega l’intero Movimento delle Pubbliche Assistenze. Il viaggio è iniziato con la 10^ edizione della Conferenza di Organizzazione (Firenze, 11-13 marzo) e si concluderà con il 51^ Congresso Nazionale ANPAS (Roma, 2-4 dicembre 2011).
La bandiera viaggia con un suo “kit”: un video sui 150 anni dell’Unità d’Italia, il contributo de e la Costituzione della Repubblica Italiana che le associazioni potranno richiedere inviando una mail a segreteria@anpas.org
Segui i viaggi della bandiera su www.anpas.org
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Volontari, stendardi e simboli del volontariato di Pubblica Assistenza provenienti da tutta Italia: è questa l’immagine della manifestazione conclusiva del XII Meeting Nazionale della Solidarietà, conclusosi domenica 22 maggio tra le vie del centro di Milano. Due giorni di incontri e momenti di riflessione al quale hanno preso parte i volontari delle Pubbliche Assistenze, dirigenti ed esperti del Terzo Settore. Una partecipazione importante per un evento che ogni anno contribuisce all’incontro di Volontari provenienti dall’intero territorio nazionale, anche grazie alla proposta di momenti di festa e riflessione su Volontariato e Solidarietà. Sabato 21 maggio, presso la Fondazione Cariplo, si è svolto il convegno “ANPAS in cammino nella sussidiarietà per una nuova cittadinanza europea”. Nel pomeriggio, l’Assemblea Nazionale ANPAS (composta da 103 delegati) insieme all’approvazione del bilancio 2010, ha presentato un documento da inviare al Governo per sollecitarlo a “eliminare tutti gli ostacoli che ad oggi rallentano l’applicazione del principio costituzionale della sussidiarietà orizzontale”. Domenica 22 maggio migliaia di volontari hanno sfilato per il centro di Milano nella tradizionale manifestazione di chiusura del Meeting. Nel suo intervento conclusivo Maurizio Ampollini ha ringraziato i volontari intervenuti alla manifestazione: «Il fine di ANPAS è quello di costruire una società più giusta e solidale. Lo facciamo con la nostra passione, con la
preparazione che curiamo in modo attento perché sappiamo che la salute e la vita delle persone è nelle nostre mani. Vedo associazioni centenarie della Lombardia, ma anche tanti giovani e anche tanti nuovi italiani».
Nell’ambito del XII Meeting sabato 21 Maggio, presso la Fondazione Cariplo, volontari, istituzioni ed esperti del Terzo Settore si sono confrontati su un tema importante per l’organizzazione dei servizi nelle singole comunità territoriali nel convegno “ANPAS in cammino nella sussidiarietà per una nuova cittadinanza europea”. Il convegno è stato aperto da Maurizio Ampollini, presidente di ANPAS Lombardia, che ha ricordato le tappe storiche della sussidiarietà: «un concetto che viene da lontano. Il principio di sussidiarietà è stato introdotto con la riforma dell’articolo V della Costituzione e ha influenzato anche le normative come la legge sul volontariato, come la 266 del 1991». Fabrizio Pregliasco, vicepresidente ANPAS Nazionale, ricordando la recente adesione di ANPAS a SAMI (Samaritan International) ed al CEV (Centro Europeo per il Volontariato) ha dichiarato: «Nel cam-
mino verso l’Europa l’obiettivo deve essere quello di realizzare una cittadinanza attiva, rifiutando per il Volontariato ruoli di terzializzazione o di “stampella del welfare”». Giuseppe Guzzetti, Presidente della Fondazione Cariplo, ricordando Alexis de Tocqueville, ha sottolineato come «Il Volontariato e gli altri corpi intermedi siano un elemento importantissimo per la democrazia del nostro Paese. Nonostante questo è importante ricordare che il Volontariato, come le Fondazioni, non devono fare supplenza a responsabilità che competono alle Istituzioni». Fausto Casini, Presidente nazionale ANPAS, ha spiegato i presupposti fondamentali della sussidiarietà: «la consapevolezza e la responsabilità nell’assunzione dei ruoli, il rispetto reciproco tra le parti. La sussidiarietà si esercita facendo crescere i beni comuni e proiettandoli nel futuro, a tutela delle nuove generazioni».
È la prima volta che il Meeting nazionale dell’ANPAS viene realizzato in Lombardia. Il Presidente nazionale ANPAS Fausto Casini nell’intervento conclusivo ha sottolineato questo aspetto: «è una soddisfazione particolare fare il Meeting a Milano, una città che viene rappresentata soltanto per la sua economia. A Milano sono presenti Pubbliche Assistenze dalla storia centenaria e quindi la possiamo considerare come la città del volontariato e della solidarietà. E noi siamo qua per ricordarlo a Milano». «La società che vogliamo», ha proseguito Casini, «è una società in cui ognuno fa la sua parte nell’interesse di tutti i cittadini: chi ricopre ruoli istituzionali, chi lavora nella pubblica amministrazione, chi fa impresa, che non deve pensare solo ed esclusivamente a una logica di profitto ». La XIII edizione del Meeting Nazionale della Solidarietà ANPAS si svolgerà, nel 2012, in Puglia.
Il video della manifestazione per le vie di Milano su www.youtube.com/anpasnazionale
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È stato presentato a Perugia, il 16 aprile scorso, nel corso del Consiglio nazionale ANPAS, il protocollo di collaborazione tra Save The Children e ANPAS per attività rivolte all’infanzia e all’adolescenza. Con questo protocollo le due associazioni promuoveranno attività di riduzione del rischio e di risposta alle situazioni di emergenza per i minori. Si valorizzano quindi le specificità delle due associazioni, che opereranno insieme in modo sinergico nel rispetto della legislazione nazionale ed internazionale. Infatti il protocollo prevederà anche la realizzazione di moduli formativi per i volontari di ANPAS sulla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRT) e la sua applicazione nelle situazioni di emergenza. In caso di catastrofe ANPAS e Save The Children collaboreranno nella gestione di spazi appositi dedicati all’accoglienza di bambini e adolescenti. Alla base della convenzione c’è il lavoro sviluppato dalle due
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organizzazioni a L’Aquila, nei campi tendati che accoglievano i cittadini colpiti dal sisma. Fausto Casini ha sottolineato come «nei momenti di emergenza è fondamentale ristabilire la fiducia per il futuro. Ed bambini, che saranno i cittadini di domani, sono dei fantastici ambasciatori di fiducia verso il mondo degli adulti». «La collaborazione con ANPAS», ha dichiarato Raffaella Milano, Responsabile Programmi Italia Europa di Save the Children Italia, «si inserisce nell’ambito del piano 2011-2015 contro la povertà minorile, con il quale Save The Children intende fare sistema con alcune eccellenze presenti in Italia, valorizzandone le specificità e mettendo a disposizione le proprie competenze».
Scarica il protocollo ANPAS - SAVE THE CHILDREN su www.anpas.org
Raffaella Milano (SAVE THE CHILDREN) al Consiglio Nazionale ANPAS
Knut Fleckenstein (SAMI) e Fausto Casini
Si è conclusa domenica 19 giugno a Firenze la tre giorni di incontro tra SAMI (SAMARITAN INTERNATIONAL) ed ANPAS. Un evento che ha visto la convocazione di diverse riunioni istituzionali di SAMI (il Presidium e l’Advisory Commitee Meeting) e di ANPAS (la Direzione ed il Consiglio nazionale) nel corso delle quali i delegati e i dirigenti delle due associazioni si sono confrontati sul volontariato europeo e sul contributo della società civile alla democrazia partecipativa. Durante l’Advisory Committee Meeting di sabato 18 giugno, Fabrizio Pregliasco, vicepresidente di ANPAS Nazionale, è stato eletto vicepresidente di SAMI: segnale dell’importanza dell’adesione di ANPAS alla rete europea anche per un suo sviluppo nell’area mediterranea. I 14 dirigenti di SAMI, provenienti da Austria, Georgia, Germania, Francia, Lettonia, Polonia e Slovacchia, hanno partecipato alla I SAMARITAN CONFERENCE “Una storia di solidarietà: un progetto per l’Europa”, svoltasi presso il Complesso
Monumentale di Santa Maria Novella (Chiostro Verde) e inserita nell’iniziativa “Un’Associazione una nazione” promossa insieme alla Fratellanza Militare di Firenze, e patrocinata dal CESVOT (Centro Servizi Volontariato Toscana). Knut Fleckenstein, presidente di SAMI, nel corso della conferenza, ha evidenziato come tra gli obiettivi di SAMI per i prossimi anni c’è un «rafforzamento della rete di organizzazioni impegnate nell’emergenza sanitaria e nella protezione civile, aumentando le occasioni di incontro e di scambio ed accreditandosi sempre di più come interlocutori delle Istituzioni europee». Secondo il presidente nazionale ANPAS Fausto Casini: «Quando una Pubblica Assistenze entra a far parte di ANPAS, assume un respiro nazionale ed una dimensione politica. Dopo l’ingresso di ANPAS in SAMI, volontari e dirigenti delle Pubbliche Assistenze, nell’attività di rappresentanza e nei servizi, devono sentirsi parte di una comunità più ampia che travalica i confini nazionali e che ci mette al centro nel processo di costruzione di un’Europa dei Popoli».
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DONA UN SORRISO AI BAMBINI DEL MALI SOSTIENI DUE ORFANATROFI IN AFRICA CON ANPAS
Ai 400 bambini ospitati nei due orfanatrofi manca l’essenziale: medicine, alimenti adeguati, vestiario e biancheria. Mancano i veicoli per il trasporto e il personale è insufficiente e non ha la possibilità di ricevere un compenso fisso.ANPAS promuove una raccolta fondi per sostenere queste due strutture attraverso una fornitura di cibo, vestiti e medicine. COME CONTRIBUIRE * con 25 euro al mese puoi acquistare latte e alimenti per un bambino; * con 100 euro puoi acquistare latte, alimenti, pannolini e medicine. Intestando il bonifico bancario a: “A.N.P.AS. - Sostegno orfanotrofi Mali”, Causale “Sostegno orfanatrofi Mali” BANCA PROSSIMA - Filiale di Milano IBAN: IT88 Y 03359 01600 100000006227. ULTERIORI INFORMAZIONI ANPAS, Ufficio Cooperazione e Adozioni Internazionali - internazionale@anpas.org, tel. 055.30.38.232
CHI GESTISCE I DUE ORFANATROFI: ASSUREME (Association pour la survie et l’encadrement de meres ed des enfants de la rue au Mali), è una ONG nata nel 1998, assiste gratuitamente i bambini abbandonati e le ragazze madri e sieropositive. Dal ’98 ha ospitato 1.800 bambini all’interno della sua struttura. Attualmente ospita 50 bambini e sostiene 13 ragazzi attraverso contributi per la scolarizzazione. Ase-Mali (Association pour la sauvegarde de l’enfance au Mali), è una ONG nata nel 1998 per l’accoglienza, il sostegno e l’educazione dei bambini abbandonati e handicappati. Nell’orfanotrofio sono ospitati i bambini abbandonati alla nascita fino all’età di 2 anni e quelli abbandonati temporaneamente sono accolti fino all’età di 4 anni. Inoltre si provvede all’alimentazione dei bambini di famiglie molto povere e all’istruzione di ragazzi dai 5 ai 14 anni. L’orfanotrofio di ASE-Mali (a Niaber) ospita mediamente circa 200 bambini e, fuori dalla struttura, ne sostiene 165.
Shanta (Sri Lanka), Edgard (Armenia), Charles (Senegal), Cristian - Maria Angelica- Nicole (Costa Rica), Seda (Armenia) e Karim (Gambia)
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Ci stanno. Spesso vengono accostati all’acqua: si parla di onde, di tsunami umani. Sarà perché vengono dal mare. Sarà perché, come l’acqua, passano dove le porte sono chiuse. In ogni caso: vengono assimilati a qualcosa di liquido, ma ci stanno. Sono arrivati al campo da poche ore e si dice che alcuni andranno via non appena gli prenderanno le impronte. A fare da mediatore culturale c’è la farmacista di San Rossore che, in arabo e con il velo sulla testa, ha spiegato loro il luogo dove sono, le varie procedure e, per quanto ne sa anche lei, cosa ne sarà di loro nei prossimi giorni. I volontari avevano già predisposto tutto: dalla segreteria allo screening sanitario, fino alla stanza per la preghiera. Dormono nello stesso stabile con “gli ospiti”: «…basta chiudere la porta a chiave», dicono. Ora loro stanno qui. Sanno che in Italia non c’è lavoro e sanno che per trovarlo dovranno andare in Olanda, in Belgio o in Inghilterra. Saba è uno di loro: è arrivato a Livorno la mattina del 6 aprile e ora è San Rossore (Pisa). È partito dalla Tunisia il 22 marzo. Ha fatto 20 ore di viaggio in mare, di notte. Poi è arrivato a Lampedusa. Poi è stato due giorni a Civitavecchia. E ora sta qui. In una mano ha il cellulare e, come i suoi compagni, telefona in continuazione. Quando non telefona, usa il cellulare per ascoltare la sua musica. Nell’altra mano ha il foglio che gli hanno dato i volontari che sono nella segreteria del campo. Quello è l’unico documento che hanno. E ancora non sanno niente del loro status: rifugiati? Immigrati? Clandestini? Saba sta qui perché è uno di quelli che ce l’hanno fatta. Sempre ad aprile di due anni fa, mentre tutta Italia guardava a L’Aquila, migliaia di persone partivano dalle coste africane e perdevano la vita: il 31 marzo si persero le tracce di 500 persone. Il 2 aprile ne morirono 300. E già allora si parlava di strage annunciata. Per evitare le continue tragedie in mare, il Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Terry Davis, suggerì di «creare - nonostante la crisi eco-
Centinaia di persone, tra volontari e cittadini, hanno raggiunto Renato Natale e la Pubblica Assistenza Jerry Masslo a Casal di Principe, lunedì 20 giugno. Libera, il Comitato Don Peppe Diana, Libera Caserta e il CSV Assovoce, hanno chiamato a raccolta, il volontariato e tutti i cittadini che “non vogliono più abbassare lo sguardo dinanzi al linguaggio della violenza e del sopruso”. E la società civile ha risposto: ANPAS ha partecipato con volontari e dirigenti nazionali, in particolare con il Comitato ANPAS Campania. «Io non è che mi faccio intimidire da questa lettera, anzi: nei prossimi giorni presenterò una richiesta al prefetto affinché venga a fare il controllo su tutti gli appalti del comune di Casal di Principe,
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nomica in atto - opportunità di lavoro nei paesi di origine di questi emigranti». L’Italia siglò l’accordo con la Libia. In quei giorni Maroni dichiarò: «gli sbarchi termineranno il 15 maggio prossimo, quando entrerà in vigore l’accordo siglato dal Governo italiano con quello libico sul pattugliamento congiunto delle coste». Oggi, dopo gli accordi e le rivoluzioni, le persone hanno ricominciato a solcare il mare e a perdere la vita. Altri riescono a finire il viaggio e arrivano. A volte per andare altrove, altre volte per stare qui. Al termine dell’intervista, Saba non ha chiesto sigarette o qualunque altra cosa che ci si potrebbe aspettare: «Mi dici su quale canale di Facebook metti quest’intervista?», dice. «Perché così la mia famiglia, in Tunisia, mi vede e capisce che sto qui». Le persone esistono, le storie ci stanno e non sono liquide.
Guarda il video della di Saba su www.youtube.com/anpasnazionale
visto che la lettera diceva che non ci dobbiamo interessare degli appalti e che questa è cosa loro. Io invece penso che sia cosa mia, fatti miei. Quello che mi fa paura questa sera siete voi», ha continuato Natale. «Ciascuno di voi non sta qui per me, sta qui per se stesso. Perché non è più possibile accettare neanche il minimo atteggiamento criminale in questa nostra società. Ci sono qui tante mie famiglie stasera che io dimentico: c’è Mimmo il compagno del partito comunista, ci sta l’ANPAS a cui aderiamo come organizzazione, ci sta Libera, l’Assovoce, l’ARCI, tutta una serie di realtà del mondo sociale vivo, quello vero, a cui io appartengo e me ne ero scordato di appartenere. Voi siete tutte le mie famiglie a cui appartengo».
Casal di Principe, 20 giugno Renato Natale
Guarda i video della manifestazione su www.youtube.com/anpasnazionale
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E’ iniziato il tesseramento 2012: iscriversi all’ANPAS vuol dire partecipare alla più grande e articolata organizzazione di volontariato in Italia, con i suoi 386.222 iscritti (2010), 89.560 volontari e le sue 866 Pubbliche Assistenze in 19 regioni d’Italia. Vuole dire partecipare alla costruzione di una società più giusta e solidale. Scopri le convenzioni per i soci ANPAS sul sito www.anpas.org Per richiedere il buono d’ordine: Benedetta Brugagnoni, tel.055.30.38.21 email b.brugagnoni@anpas.org
CALENDARIO ANPAS
Da spedire a: ANPAS Nazionale - Via Pio Fedi, 46/48 50142 - Firenze. Fax 055.37.50.02 via email a comunicazione@anpas.org
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