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ENTE MORALE DA 100 ANNI Regio Decreto 638 del 18.6.1911
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ENTE MORALE DA 100 ANNI Regio Decreto 638 del 18.6.1911
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Decreto 18.6.1911
Anpas tutela l’ambiente e i beni comuni e aderisce al modello Rifiuti Zero. Le Note dei Settori sono stampate su carta ecologica FSC.
Anpas Nazionale Via Pio Fedi 46/48 50142 Firenze, Italia Tel: (+39) 055.30.38.21 Fax: (+39) 055.37.50.02 segreteria@anpas.org www.anpas.org
COMITATO DI REDAZIONE Gaia Baglioni Annalisa Bergantini Benedetta Brugagnoni Lucia Calandra Andrea Cardoni Lucia Colonna Aurelio Dugoni Sergio Giusti Ilaria Lucaroni Cristina Moretti Annalia Sommavilla Enzo Susini Daniele Strazzaboschi Mirco Zanaboni IN COPERTINA 51° Congresso Nazionale Anpas di Sonia Squilloni CREDITI FOTOGRAFICI Archivio Anpas COPYRIGHT: Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo CC BYNC-SA. Questo documento è disponibile anche sul sito www.anpas.org
INDICE
MORALE 0 ANNI
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ADOZIONI E ATTIVITÀ INTERNAZIONALE
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ARCHIVIO STORICO
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AREE DI SVILUPPO
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COMUNICAZIONE E IMMAGINE
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FORMAZIONE
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MONITORAGGIO, VERIFICA E CONTROLLO DELLE ASSOCIATE
24
NUOVE GENERAZIONI E INNOVAZIONI
26
POLITICHE SANITARIE
31
POLITICHE COMUNITARIE
34
PROGETTAZIONE SOCIALE
38
PROTEZIONE CIVILE
40
SERVIZIO CIVILE
42
SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
44
TESSERAMENTO
di Luigi Negroni
di Maurizio Garotti
di Fabio Fraiese D’Amato
di Fausto Casini e Giorgio Gasparini
di Mauro Giannelli
di Fabrizio Pregliasco
di Mario Pacinotti e Mauro Giannelli
di Fabrizio Pregliasco
di Fabrizio Pregliasco
di Mauro Giannelli
di Carmine Lizza
di Maurizio Garotti
di Fabrizio Pregliasco
a cura della Presidenza Nazionale
Cosa sono le Note dei settori
Sono uno strumento di lettura su quanto realizzato nel corso dell’ultimo triennio dalla Direzione nazionale uscente. Ogni settore di lavoro analizza le scelte strategiche che sono state prese, le criticità riscontrate, gli obiettivi che si intende lanciare per il futuro del movimento nazionale delle Pubbliche Assistenze.
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51° CONGRESSO NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE
ADOZIONI E ATTIVITÀ INTERNAZIONALE
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SPECIAL NEEDS sono bambini con bisogni speciali, perchè troppo grandi, perchè malati o semplicemente perché sono molti fratelli della stessa famiglia senza genitori *VEDI ANCHE: delibera n. 13/2008 Commissione adozioni, http://goo.gl/yI8OF
a cura di Luigi Negroni responsabile nazionale Adozioni e attività internazionale
Adozioni
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onostante l’andamento altalenante dei paesi in cui operiamo, il numero delle adozioni nell’ultimo triennio è rimasto costante. Questo ci permette di essere ottimisti anche per il prossimo triennio, che si prospetta ancor più impegnativo sia per mantenere costante il numero e la qualità delle adozioni internazionali effettuate, sia per consolidare gli obiettivi raggiunti e conseguirne di nuovi. Rispetto al triennio precedente abbiamo per lo più raggiunto, e in alcuni casi superato, i traguardi prefissati.
Special Needs
Oltre alle normali procedure adottive, da questo anno abbiamo iniziato a lavorare con i bambini con bisogni speciali (special needs) di Taiwan, trovando per loro famiglie disponibili ad adottarli. E’ stata un’attività complessa che ha richiesto molta attenzione e professionalità da parte di tutti coloro che lavorano e collaborano in questo settore, ma anche di vera e grande soddisfazione. Questo è stato possibile solo perché Anpas ha ottenuto l’apprezzamento dalle autorità taiwanesi per il lavoro svolto e grazie al riconoscimento di tutte le attività portate avanti dal nostro movimento. Si tratta di un’attività che porta il settore adozioni internazionali ancor più strettamente in linea con gli scopi statutari e con i valori del movimento ed è intenzione estendere l’attenzione verso questi bambini anche negli altri paesi stranieri dove operiamo. Prossimamente sul nostro sito internet sarà strutturato uno spazio dedicato agli special needs.
Adeguamento alla delibera CAI
Le attività di adeguamento alla delibera della Commissione Adozioni Internazionali (CAI) n. 13/2008* sono state portate a termine senza difficoltà
nonostante l’intenso lavoro richiesto. Abbiamo inoltre ampliato la nostra operatività territoriale nelle regioni del centro-sud, avviando una nuova sede in Abruzzo, grazie alla collaborazione del Comitato regionale, che ci permette di estendere il servizio di adozioni alle coppie residenti in Abruzzo, Campania e Molise. Nel corso del prossimo triennio proseguirà il lavoro di sostegno alle attività dei volontari e del personale in questa nuova sede di Civitella Roveto, che ha già beneficiato di un percorso di formazione interna.
Le adozioni in Guatemala
Anpas ha ottenuto l’autorizzazione, da parte della CAI a svolgere le adozioni internazionali in Guatemala. Per meglio operare in questo Paese, complesso politicamente e geograficamente, é stato sottoscritto un accordo con altri tre grandi Enti per le adozioni, tra i quali l’Agenzia della Regione Piemonte, in modo da poter suddividere i costi della rappresentanza estera e, soprattutto, per essere più presenti e incisivi nei progetti di cooperazione richiesti dal paese stesso. L’avvio delle attività con questo paese comporterà la necessità di adeguarsi al suo particolare sistema di adozioni “a richiesta specifica”, con un lavoro ad alta professionalità simile a quello perseguito per rispondere ai bisogni dei bambini special needs.
Il Mali, quarto paese in Africa Con l’autorizzazione ad operare in
Mali abbiamo incrementato la presenza in Africa. Questo paese si aggiunge infatti al Kenya, Gambia e Senegal dove, nel corso del triennio, abbiamo portato a termine le prime adozioni internazionali. Le procedure e i tempi africani richiedono molto lavoro ed una
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ADOZIONI INTERNAZIONALI impegnativa attività diplomatica che abbiamo dovuto apprendere anche direttamente sul campo ma che, alla fine, ci ha permesso di dare una famiglia a diversi bambini.
L’attività in Bulgaria
Anpas é riuscita a terminare tutte le procedure adottive delle coppie che erano rimaste in attesa a causa del blocco pluriennale delle adozioni internazionali in Bulgaria. Viste le condizioni attualmente favorevoli, ci proponiamo di lavorare per riportare la collaborazione con questo paese ai livelli precedenti il blocco.
L’accreditamento in Nepal
In Nepal, per adeguarci a quanto richiedeva la nuova normativa, e’ stato aperto un ufficio Anpas con proprio personale locale. Questo ha permesso di essere accreditati dall’autorità centrale nepalese ed essere nuovamente operativi, in attesa che le autorità italiane e degli altri paesi di destinazione formulino precisi accordi con il Nepal per la ripresa delle attività relative alle adozioni.
Le difficoltà in Gambia
Solo per quanto riguarda il Gambia i risultati sono stati limitati e inferiori alle aspettative, nonostante gli sforzi profusi e la realizzazione di tutte le attività programmate. Le difficoltà incontrate riguardano essenzialmente il rapporto tra le autorità italiane e locali e l’obiettivo per questo paese sarà promuovere e sostenere gli sforzi della CAI volti al superamento di questi ostacoli.
L’Anpas adotta in... EUROPA Armenia e Bulgaria
ASIA
Nepal Taiwan Sri Lanka
AMERICA Costa Rica Guatemala* Santo Domingo*
AFRICA
Senegal Gambia Kenia Mali Mauritius* *Guatemala, S. Domingo e Mauritius: Anpas ha l’autorizzazione del Governo Italiano per svolgere le adozioni internazionali ma non ha ancora l’operatività per problemi legislativi esteri
Le adozioni e gli obiettivi per il prossimo triennio
L’obiettivo principale del settore adozioni nel prossimo triennio sarà necessariamente diretto al consolidamento e al rafforzamento della collaborazione con i Paesi in cui già si opera. Sono contemporaneamente allo studio le normative di diversi Paesi stranieri al fine di presentare nuove istanze di autorizzazione, ma l’estrema complessità politica e strutturale dei paesi che non sono già adeguatamente serviti da altri Enti, richiede tempi di valutazione sempre più lunghi e attenti.
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ADOZIONI E ATTIVITÀ INTERNAZIONALE
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L’attività internazionale
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arallelamente all’attività di adozione internazionale, Anpas ha proseguito un’intensa attività in molti paesi del mondo per promuovere uno sviluppo sostenibile delle comunità più svantaggiate.
Gambia, Nepal, Senegal, Guatemala e Kenia
I progetti realizzati in questi tre anni (“Dare to Dream” in Gambia, Growing Strong I e II in Nepal, “Volontari e Salute” in Senegal) e quelli attualmente in corso (“Volontari e salute” in Guatemala, sostegno alla Case de touts petits in Senegal, “Ndege Ndogo” in Kenya), principalmente a favore di bambini, donne e famiglie povere o socialmente vulnerabili, hanno rappresentato delle esperienze su cui riflettere per rafforzare, quantitativamente e qualitativamente, i nostri interventi. L’importanza del lavoro in questi paesi è riconosciuto dai soggetti locali, governi e istituzioni pubbliche, che spesso collaborano anche come partner alla realizzazione delle attività.
La collaborazione con partner locali
Da sempre Anpas ha scelto di lavorare con partner locali, rafforzando le loro capacità di intervento, aiutandoli a crescere e diffondendo il modello del volontariato e della cooperazione decentrata. Questo da un lato evita di creare costose strutture per operare all’estero e di impiegare personale italiano espatriato (anch’esso molto costoso), dall’altro limita le possibilità di azione diretta. Affidando la gestione ai partner in loco, può accadere, seppur in rari casi, che questi non siano all’altezza. Nel 2011 ne è stato un esempio il progetto Carlo F. di sostegno a distanza in Senegal, che ANPAS si è trovata costretta ad interrompere a causa di una gestione inadeguata in loco da parte dell’associazione senegalese. La decisione è stata però coerente con i
principi di trasparenza ed efficacia che Anpas è impegnata a rispettare. Nella maggior parte dei progetti però, come nel caso del Sostegno a Distanza in Gambia, si e’ riscontrata una reale crescita dei partner locali, i quali, negli anni, hanno rafforzato sempre di più le loro competenze, anche grazie alla collaborazione con Anpas. In Gambia l’efficace gestione da parte del partner locale CEDAG, ha permesso di realizzare tutti gli obiettivi prefissati e di ampliare di anno in anno il numero dei beneficiari.
La collaborazione con le”Pubbliche”
In alcuni progetti di questi anni hanno partecipato alla realizzazione delle attività varie pubbliche assistenze e volontari, dando la possibilità ad Anpas di valorizzare la principale ricchezza del movimento e di intervenire in contesti svantaggiati anche con risorse finanziarie contenute. E’ necessario però continuare e intensificare gli sforzi in questa direzione, per garantire un maggiore coordinamento e condivisione che rendano l’attività di cooperazione internazionale di Anpas più efficace ed incisiva. Il percorso è stato avviato con la redazione del Regolamento nazionale di cooperazione internazionale e la costituzione della Commissione nazionale per la cooperazione internazionale, che ha il ruolo di proporre e coordinare le attività in questo settore, ma che ad oggi si è riunita una sola volta. La Commissione non è ancora riuscita a tramutare in azioni concrete la proposta di collaborazione costante fra ANPAS Nazionale e i Comitati regionali, ma obiettivo del prossimo triennio è proprio quello di rilanciare questa iniziativa.
La mappatura delle attività internazionali delle “Pubbliche”.
Un nuovo punto di partenza dovranno essere i risultati della mappatura delle
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ATTIVITÀ INTERNAZIONALE attività internazionali svolte dalle pubbliche assistenze*, avviata nel 2009 attraverso un questionario la cui raccolta si è conclusa ad agosto 2010. I dati emersi costituiscono una risorsa da condividere nel movimento e lo strumento per una realizzazione in sinergia degli obiettivi del prossimo triennio.
PROGETTO “UNA CAPRA PER LA VITA”, GAMBIA
*VEDI ANCHE: Bilancio Sociale Anpas 2009 (p. 93) http://goo.gl/TnwOR
Lo sviluppo dell’attività internazionale e gli obiettivi per il prossimo triennio
Rafforzare la partnership con ONG per lo sviluppo di attività internazionali che possa essere veicolo di gemellaggi tra le pubbliche assistenze e le comunità oggetto dei nostri interventi di cooperazione. Il gemellaggio fra comunità è un’azione in cui da sempre le pubbliche assistenze hanno dimostrato grandi capacità di solidarietà e di arricchimento reciproco, anche tra realtà molto lontane. Individuare sinergie tra la presenza di stranieri residenti, provenienti dalle aree di maggior immigrazione, con l’attività internazionale delle pubbliche assistenze in un’ottica di approccio multietnico. Implementare gli strumenti di comunicazione in funzione delle attività internazionali dell’intero movimento, creando un luogo di scambio, anche virtuale (forum) dove condividere progetti, iniziative, opportunità e che favorisca il coinvolgimento attivo delle pubbliche assistenze. Proseguire il “progetto ambulanze” che ha dato un risultato inaspettato vista la grande partecipazione delle pubbliche assistenze e le numerose richieste di mezzi provenienti da varie parti del mondo. Strutturare l’attività di fundraising al fine di integrare i finanziamenti sempre più parziali concessi dagli enti finanziatori (tra cui Enti pubblici e fondazioni bancarie) o per realizzare in completa autonomia attività meno complesse, come quella del “progetto ambulanze”, ma che richiedono comunque un impegno economico sempre più gravoso.
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ARCHIVIO STORICO
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a cura di Maurizio Garotti, responsabile del progetto di riordino dell’Archivio storico di Anpas nazionale e Anpas Toscana, e Gaia Baglioni, archivista incaricata della prima fase di riordino dell’Archivio storico di Anpas nazionale e Anpas Toscana
“Historia magistra vitae” a notifica di interesse storico Il lavoro L dell’archivio di Anpas da parte della Soprintendenza archivistica della Toscana ed il finanziamento dell’archivista del progetto per il suo riordino e valorizzazione da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri (nell’ambito dell’8 per mille anno 2010), sono atti che ci confortano: ci fanno sperare che alla storia della nostra associazione sia dato il giusto valore e che ne sia riconosciuta l’importanza non solo culturale, ma anche per le indicazioni che può dare nel nostro agire presente.
Se le cose le lasci andare, le perdi.
«La memoria è la base concreta della nostra organizzazione: la incontriamo come veicolo di prevenzione dei rischi sociali ed ambientali, per costruire la nostra identità, come baluardo di dignità contro l’ipocrisia, per evitare il ripetere di errori, per valorizzare chi ci passa vicino per un periodo. La memoria è un oggetto della storia tanto che è come se le nostre società fossero diventate delle imprese produttrici di memoria».
Pertanto, la “memoria” non è la ricerca di una costruzione fine a se stessa del passato, ma un dovere di conservazione e valorizzazione della storia di ANPAS. Ancora oggi che molte informazioni viaggiano spesso su supporti non cartacei, i documenti su carta non sono assolutamente un retaggio del passato, ma conservano una importanza fondamentale per la vita di un ente quale l’ANPAS. Per tutto ciò, ha molta importanza e valore il lavoro dell’archivista che affronta il riordino, il ricondizionamento e l’inventariazione di un archivio storico. Secondo noi è il mestiere più bello del mondo. Ci si trova a contatto di documenti con il necessario distacco dai fatti; si ascolta il fruscio delle carte e si percepisce l’odore del tempo che hanno acquisito in seguito ad una serie di spostamenti negli anni o secoli trascorsi.
Proprio perché l’archivista entra nella vita delle persone, ormai in buona parte consegnate alla storia, entra molto spesso nel loro intimo senza più doverne disturbare la tranquillità. In questo modo, indolore, offre gli strumenti per poter indagare, ricordare e tramandare il pensiero e l’azione di chi nel passato ha avuto qualcosa di significativo da comunicare agli altri. Certamente l’intervento dell’archivista comporta anche la decisione, talvolta problematica, di scartare copie eccedenti di uno stesso documento o documenti che si ritengono scarsamente significativi, oltre al banale ma necessario “mestiere” di salvaguardare i documenti dal danneggiamento prodotto ad esempio da spilli, graffette metalliche, muffe, polveri e quant’altro. Tale cura, peraltro indispensabile, comporta evidentemente tempi lunghi e operazioni spesso delicate. Ma ne vale la pena.
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ARCHIVIO STORICO
Il progetto
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l progetto in atto per l’archivio di Anpas Nazionale e Anpas Toscana suscita grandi aspettative e, se incrementato e sostenuto, assicura la prospettiva di importanti risultati . E’ stato reso possibile dalla disponibilità del Comitato Anpas Toscana di mettere a disposizione le stanze in cui custodire l’archivio storico e dall’ulteriore supporto scientifico ed economico da parte del Cesvot (Centro Servizi Volontariato Toscana), entrambi ben consapevoli della necessità di mantenere e rendere proficua la memoria dell’impegno e della crescita nel tempo delle Associazioni di Pubblica Assistenza e della rete del volontariato in Italia. L’Anpas, che come ben noto si è chiamata Federazione nazionale delle pubbliche assistenze e soccorso fino al 1987, è ormai ultracentenaria e la sua storia è stata spesso travagliata e soggetta agli umori e climi politici del tempo. La conservazione della memoria delle attività svolte nel passato non solo è fondamentale per prendere spunto e per indirizzare nuove iniziative, ma è anche talvolta una fonte di insegnamento nel constatare come il pensiero contingente
sia stato talvolta lungimirante, talaltra sterile o ingenuo. E’ quindi di grande interesse ripercorrere questa storia e ritrovare, attraverso il reperimento, lo studio e l’analisi critica dei documenti, interventi di personalità anche di primo piano che con il loro acume hanno compreso la funzione insostituibile delle associazioni di volontariato al servizio della comunità. Non ultima può emergere la sorpresa, aprendo nel corso della sistemazione uno dei tanti faldoni, di imbattersi in documenti o aneddoti inaspettati riguardo a fatti o avvenimenti forse all’epoca insignificanti o in personaggi ancora quasi sconosciuti, ma che poi hanno assunto un ruolo determinante nella vita politica e sociale del Paese. E’ quindi opportuno e anzi indispensabile ricordarli per tramandarne la memoria. Inoltre, il riordino dell’archivio in corso consentirà a tutti i ricercatori di ritrovare e scoprire, nelle carte congressuali, nei documenti preparatori o nella semplice corrispondenza, notizie e resoconti di esperienze già tentate o attuate nel passato, capaci di suggerire comportamenti e idee utili anche oggi.
Le prime, piacevoli, soprese del riordino Dal lavoro iniziale di riordino che stiamo svolgendo sull’archivio di Anpas sono già molti gli esempi che potremmo fare di questa grande potenzialità insita nelle carte del passato: pensiamo a cosa potremmo trarre dalla lettura dei dibattiti e delle riflessioni che di anno in anno venivano affrontate in sede di Congresso nazionale; o dall’opportunità di ricostruire, passo dopo passo, tutte le modifiche e lo sviluppo successivo dello Statuto e Regolamento in base ai quali abbiamo fondato la nostra esistenza ed ampliato le nostre possibilità di azione.
Grazie al riordino e inventariazione dell’archivio, attraverso fasi successive di lavoro, fatte di scoperte, analisi e descrizioni puntuali dei documenti, sarà possibile far tesoro dei suggerimenti ed esperienze di tante persone e degli eventi che hanno condizionato la storia di Anpas, ripercorrendone idee e istanze che ne hanno improntato l’attività negli anni. Ancora, sarà possibile scoprire quanta parte di quel passato è a disposizione del presente, e quanta invece ne abbiamo persa, per incuria, per dispersione, per non aver colto il valore della conservazione. Ed è per questo che quando
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ARCHIVIO STORICO
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Le prime, piacevoli, sorprese del lavoro di riordino
l’archivista si accorge di una grave lacuna del fondo (come nel caso dei Congressi nazionali, dei quali possediamo la documentazione completa solo a cominciare dal 30° del 1976), comprende la gravità di questa mancanza, e sa riconoscere l’importanza e la necessità di colmarla per quanto possibile. Così il ritrovamento di un faldone pieno di opuscoli, atti e pubblicazioni a stampa, o la raccolta di notiziari della Federazione, qualsiasi fonte indiretta (sia pure costituita di materiale non prettamente archivistico) assume ai suoi occhi un valore inestimabile, perché diventa l’unica fonte che possa sopperire l’avvenuta perdita di documenti. Con questo procedimento si arriva alla ricostituzione di serie archivistiche che solo un attento esame della documentazione poteva riportare alla luce. E’ emblematico che ad una prima ricognizione del materiale nell’archivio storico di Anpas non c’era traccia di una serie istituzionale e rilevante come quella di statuti e regolamenti. Fortunatamente, in una fase successiva, quando ha preso avvio il vero e proprio intervento di riordino, è stata rinvenuta, “a pezzi” e sparsa in mezzo a tutto il resto, una esauriente documentazione relativa ad atti, approvazioni, dibattiti e lavori eseguiti dalle commissioni statutarie che si sono succedute dal 1946 al 1987. Un ritrovamento importante, che ha consentito la ricostituzione di una serie istituzionale che, proprio adesso che le modifiche statutarie sono all’ordine del giorno nell’anno congressuale, sarà possibile consultare da tutti coloro che dovranno confrontarsi con lo svolgimento del dibattito sullo statuto di oggi. Siamo solo all’inizio di un lavoro che si arricchirà e mostrerà i suoi frutti passo dopo passo, ma sicuramente porterà alla comprensione e alla totale fruizione di un fondo che, nella sua consistenza, struttura e contenuti, darà modo all’Anpas di oggi di specchiarsi e riconoscersi nella sua storia. Il che non significa soltanto avere la fortunata possibilità di accedere ai documenti del passato per curiosità o interesse storico, ma, per chi fa parte di questa nostra grande associazione, sentire in un certo qual modo l’esigenza di valorizzare gli archivi della rete nazionale come testimonianza e sensibilizzazione circa la loro utilità. Come
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ARCHIVIO STORICO
evidenziato anche nel documento precongressuale, saranno i dirigenti di Anpas (odierni e futuri) ad avere la primaria responsabilità della tutela e conservazione di ciò che della memoria del passato ci è stato consegnato, impegnandosi nella lettura critica e attenta di lettere, verbali di assemblee e congressi, atti, relazioni e interventi preparati e poi corretti. O magari trarre qualche spunto nello sfogliare “Il volontario del soccorso” (il notiziario attraverso cui la Federazione nazionale
Obiettivo valorizzare il presente: l’archivio vivo *IL TITOLARIO, ossia quadro di classificazione, è costituito da un determinato numero di categorie [voci di titolario], articolate in sottopartizioni e contrassegnate da simboli numerici o alfabetici o misti. La categoria consente di raggruppare sotto una stessa definizione un insieme di affari che presentano caratteristiche comuni. (Paola Carucci, Le Fonti Archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma, Carocci, 2005).
**MASSIMARIO DI SCARTO, ossia lo strumento che, riproducendo le categorie del titolario, consente di coordinare razionalmente lo scarto (cioè la destinazione al macero) dei documenti prodotti. (Paola Carucci, op. cit).
raccoglieva ed elaborava istanze e notizie sugli eventi che interessavano il mondo del volontariato e delle associazioni di pubblica assistenza). Da tutto ciò possiamo e dobbiamo trarre giovamento e ispirazione per il futuro di Anpas e rinnovare l’entusiasmo e l’impulso propositivo che servono sempre ad andare avanti.
L’intento di valorizzare la nostra storia e di lavorare per rendere fruibile l’archivio di ANPAS, ci hanno posto di fronte alla necessità di un intervento immediato anche sull’archivio corrente e di deposito, nella consapevolezza che quanto oggi viene prodotto a fini amministrativi e gestionali, diventerà in futuro materiale storico. Il personale dell’ufficio nazionale è impegnato, con la consulenza del Cesvot, nella definizione di procedure e strumenti di organizzazione della documentazione corrente, al fine di organizzarla in modo stabile nel tempo e nel rispetto delle funzioni e competenze dell’amministrazione e di rendere naturale il passaggio dall’archivio corrente a quello storico, che quindi crescerà nel tempo senza perdite. Pertanto, si sta lavorando alla costruzione di un titolario* (e anche di un massimario di scarto**) che, rispecchiando in un ordine logico ed immediatamente leggibile lo sviluppo delle attività svolte dall’ANPAS, consentirà di organizzare i documenti correnti. Questa operazione sull’archivio del presente costituisce un tassello altrettanto importante e determinante nel processo di conservazione della memoria e di valorizzazione della storia che giorno per giorno stiamo scrivendo. Una storia fatta di persone, una storia fatta da volontari, una storia che parte da tanti luoghi e territori diversi, per poi rivelarsi, in tutta la sua trasparenza e articolazione, tra le carte di ANPAS di ieri e di oggi.
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AREE DI SVILUPPO
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a cura di Fabio Fraiese D’Amato responsabile nazionale Aree di Sviluppo
Aree di sviluppo.
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tre anni di mandato appena trascorsi hanno rappresentato per le attività delle Aree di sviluppo da un lato una continuità con quanto già messo in campo nel triennio precedente e dall’altro lato hanno sviluppato e implementato una serie di percorsi e riflessioni sulla crescita dei Comitati Regionali ricadenti nell’ambito delle Aree di Sviluppo. In continuità con il triennio precedente il Fondo di Solidarietà (art. 24 Statuto) è stato impegnato per: Segreterie regionali: il progetto di supporto ai Comitati attraverso il contributo per le segreterie regionali si è sviluppato nel triennio 2009/2011 con un mandato a termine; infatti nel 2009 i Comitati sono stati sostenuti con un contributo del 50%, nel 2010 del 40% e nel 2011 del 30%, terminando il progetto di fatto con la chiusura del mandato della Direzione. In questo triennio comunque non tutti i Comitati hanno usufruito del contributo. Formazione: nell’ambito delle attività formative, ampliamente sviluppate in questo triennio, si è favorito la partecipazione dei volontari delle aree di sviluppo al corso per dirigenti, alla formazione sulla comunicazione e sulla accessibilità dei giovani al volontariato, agli incontri sulle politiche europee. Meeting della Solidarietà: il fondo ha sostenuto e supportato la realizzazione, come avvenuto per il passato, dei Meeting della Solidarietà realizzati nelle Aree di Sviluppo (Sicilia e Abruzzo). Protezione Civile: nell’ambito delle attività di protezione civile il fondo ha sostenuto, su richiesta anche della Commissione nazionale Protezione Civile, la strutturazione dei Comitati regionali con il supporto di appositi progetti co-finanziati dal Dipartimento della Protezione Civile.
Commissione nazionale: la commissione della Aree di Sviluppo è riuscita a riunirsi poco in questo triennio sia per i tanti impegni cui sono stati sottoposti i dirigenti nazionali e regionali ma soprattutto per la difficoltà ad avere la collegialità della commissione stessa. Nell’ambito, invece, delle iniziative di sviluppo e sostegno implementate in questo triennio troviamo: L’ufficio di Roma: da novembre 2010 è attivo a Roma un ufficio di Anpas nazionale e presidiato da una risorsa di segreteria e supportata da esperti ad hoc. Oltre a essere un luogo di lavoro per dirigenti e funzionari di Anpas per le attività istituzionali su Roma, l’ufficio svolge soprattutto attività di sostegno al lavoro di progettazione e di strutturazione dei Comitati delle Aree di sviluppo. Non è un caso che tale struttura si è avviata proprio con la presentazione alla Fondazione con il Sud dei progetti delle regioni meridionali riuscendo ad ottenere il finanziamento di ben quattro progetti regionali ed uno nazionale. In tale contesto l’ufficio romano, avvalendosi di figure professionali “incaricate” in occasione di bandi ed iniziative, deve rappresentare un luogo di sostegno alle iniziative di strutturazione dei comitati e sviluppare la progettazione sociale non solo delle aree di sviluppo ma anche del livello nazionale e di tutti i Comitati regionali. La sede ha avuto finora una sperimentazione di un anno, ma bisogna essere consapevoli che la sfida è quella di autofinanziare i costi di gestione e di personale attingendo a risorse progettuali; i recenti progetti approvati dalla Fondazione per il Sud sicuramente vanno in questa direzione.
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AREE DI SVILUPPO La progettazione sociale: tutti noi riconosciamo il valore e l’apporto della progettazione come metodo di lavoro per programmare lo sviluppo di attività ed iniziative sui territori e per sviluppare rete, senso di appartenenza, sinergie istituzionali e con gli altri attori del Terzo Settore.
In tal senso, grazie all’ufficio di Roma e alla scelta della Direzione di strutturare tale compito all’interno dell’esecutivo, si sta sviluppando una nuova consapevolezza di “lavorare per progetti” che rappresenta un metodo di lavoro per lo sviluppo dei Comitati regionali.
Il futuro delle Aree di Sviluppo Sostegno e monitoraggio amministrativo. Premessa l’autonomia sia statutaria che politica di ciascun Comitato regionale, è opportuno elaborare un modello di sostenibilità amministrativa che sia calzante per ciascun Comitato e sulla base di esigenze, storicità e situazioni locali. In tal senso è necessario elaborare, di concerto con i Consigli regionali prima e con le associate poi, un piano di strutturazione che passa dal monitoraggio di alcuni parametri: contribuzione, tesseramento, morosità delle associate, bilanci preventivi e consuntivi, servizi alle associate. Per fare ciò è necessario verificare il livello di contribuzione regionale delle associate per consentire non solo il semplice pagamento delle quote al nazionale, come semplice atto statutario, ma soprattutto per la tenuta dello stesso comitato. Tenuta che diventa fondamentale per essere sul territorio, svolgere azione di rappresentanza, offrire servizi basilari ma efficaci alle associate, sviluppare l’impegno gratuito anche all’interno delle funzioni stesse dei Comitati
(in tal senso ci sono diversi esempi maturati nei Comitati regionali). Tutto ciò deve portare ad un piano di sostenibilità per ciascun Comitato regionale che porti all’individuazione dei bisogni locali, degli obiettivi di missione e delle modalità di attuazione, sicuramente per piccoli passi. Scambi di esperienze e mobilità interregionale. Un elemento qualificante per il nostro movimento è rappresentato dalle numerose competenze interne ai Comitati regionali e alle Pubbliche Assistenze. Questo elemento, più volte evidenziato ma non adeguatamente valorizzato, può rappresentare un valore aggiunto per la strutturazione dei Comitati regionali delle aree di sviluppo consentendo una mobilità ad hoc di funzionari e volontari che posso trasmettere quelle buone prassi maturate in anni di esperienze e che possono rappresentare un abbattimento di tempi, costi ed energie. Composizione della Commissione Nazionale Aree di Sviluppo allargata a tutti i Comitati Regionali. Una
tale soluzione consente una maggiore consapevolezza di unitarietà del movimento e facilita lo scambio di buone prassi ed esperienze. Nuova ricognizione partecipata dei territori. A distanza di oltre 3 anni dal progetto Impronte Arancioni (meglio conosciuto come “i viaggi di Benedetta”), sarebbe auspicabile, con il supporto qualificante dei Comitati stessi e con modalità da stabilire, una nuova ricognizione dei territori delle Aree di Sviluppo che preveda la visita diretta di rappresentanti Anpas presso le sedi delle associazioni. Alla luce di quanto esposto e delle esperienze maturate non solo in questo triennio, è opportuno rivolgere l’attenzione nei prossimi anni allo sviluppo dei Comitati regionali in un’ottica di integrazione tra risorse interne al movimento nazionale, risorse provenienti dalle opportunità progettuali e formative e soprattutto dalle risorse interne ai singoli Comitati e alle Pubbliche Assistenze ricadenti nelle Aree di Sviluppo.
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COMUNICAZIONE E IMMAGINE
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* Comunicare i Volontariati (Falconara Marittima, 12-14 novembre 2010), Comunicazione efficace etica e in rete (Roma, 15 gennaio 2010), Progetto Koinet (Paestum, 10-14 novembre 2011), due moduli per le segreterie dei comitati regionali ed i consiglieri nazionali. **www. anpasnazionale. org/doc Lo slogan è“Documentati! Partecipa!” *Il nuovo portale di Anpas è utilizzando la piattaforma JOOMLA, un cms free source, scaricabile gratuitamente e modificabile da tutti. Una buona pratica da condividere con il resto del movimento.
a cura di Fausto Casini, responsabile nazionale Comunicazione e Giorgio Gasparini, responsabile nazionale Immagine
La comunicazione come processo
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ell’ultimo triennio Anpas ha interpretato la comunicazione come un processo. Non più, quindi, come un’attività istituzionale, ma una funzione che è in continuo divenire, capace di correggersi e riformularsi, di aggiornarsi costantemente e di esplorare nuove frontiere. Una funzione che trae costante spunto dai valori fondanti del movimento e che lo inserisce in un contesto più ampio, quello del villaggio globale, in cui i flussi comunicativi sono continui e non ci sono più distanze geografiche capaci di separare le comunità. Questo processo si esplica in una costante tensione verso la missione di Anpas: far emergere la cultura delle Pubbliche Assistenze per contribuire a costruire «una società più giusta e solidale», aumentare il senso di appartenenza e la capacità di mobilitazione, mantenere l’autonomia del pensiero e delle azioni, rendere consapevole ogni parte del nostro movimento (dal singolo volontario, fino ai dirigenti nazionali) della responsabilità essere portavoce della positività dell’esperienza di Volontariato di Pubblica Assistenze. Ricerca e formazione. Come punto di partenza di questo processo Anpas ha avviato un percorso di ricerca (in collaborazione con la facoltà di Scienze della Comunicazione, Università La Sapienza - Roma) e di formazione al suo interno con corsi rivolti a volontari e dirigenti*. Ricerca e formazione, insieme agli eventi che hanno caratterizzato l’ultimo triennio (dal terremoto in Abruzzo, ai vari Meeting, convegni, etc), hanno portato il Movimento a riflettere sull’importanza di una strategia e di una strutturazione di questa nuova funzione. Durante il Consiglio nazionale di Ravello
e Amalfi (17 e 18 ottobre 2009), negli ultimi mesi dell’intervento in Abruzzo, Anpas ha riflettuo sull’importanza dell’emancipazione dall’informazione generalista e dai media tradizionali, sulla necessità di far sentire la sua voce, anche critica, in autonomia. Per questo, ad esempio, è nato il portale anpas.doc**: un contenitore di informazioni, dossier e statistiche riguardanti gli ambiti di interesse delle Pubbliche Assistenze ed elaborati da enti nazionali e internazionali per favorire una partecipazione consapevole senza mediazioni giornalistiche, attingendo direttamente alla fonte della notizia. L’Aquila, la rete e la ricerca di qualità. Come ogni grande evento, il terremoto de L’Aquila ha rivoluzionato il mondo dell’intera comunicazione, non solo all’interno dell’Anpas ha velocizzato ulteriormente i processi comunicativi (le notizie sempre più in tempo reale, corredate da immagini), ha creato nuovi linguaggi, strumenti, ha dato la possibilità ai cittadini di creare narrazioni del proprio vissuto mobilitare masse non convenzionali. È da questo evento che Anpas ha iniziato a differenziare gli stili e li ha adeguati ai canali, soprattutto ai nuovi canali di comunicazione. È stata la rete, infatti, a caratterizzare questo evento e Anpas ha dovuto adeguarsi ad esempio prendendo parte ai social network (come facebook, twitter, youtube). Di riflesso, L’Aquila ha evidenziato anche le criticità di strumenti e struttura che, nell’immediato, non sono riusciti a rispondere all’evento portando contenuti e informazioni nei tempi che dettava il contesto. Si è puntato quindi sul media che garantiva una maggiore velocità: il sito internet. E’ stata realizzata una rivisitazione del
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COMUNICAZIONE E IMMAGINE sito istituzionale di Anpas all’insegna dell’open source* (sempre in coerenza con la missione dell’associazione), della condivisione, della riduzione dei costi e di una maggiore capacità di diffusione di buone pratiche. Questo ha generato un risultato positivo (e incoraggiante): negli ultimi otto mesi, www.anpas.org ha aumentato le visite del 58,95% rispetto al passato e quasi mezzo milione di visualizzazione di pagine.
La cura dei particolari.
Il piano triennale (approvato il 14 febbraio 2009) ha presentato una rassegna di strumenti e luoghi della comunicazione e ha generato una riflessione sull’importanza di una comunicazione di qualità per il raggiungimento degli
obiettivi dell’intero movimento. Questo si è tradotto in una maggiore attenzione a tutti i processi comunicativi, ai particolari e alla coerenza di strumenti e linguaggi con gli obiettivi di Anpas. Maggiore attenzione, rispetto al passato, è stata posta agli elementi minimi della comunicazione, a partire dalla cura per i singoli elementi grafici: gli strumenti cartacei sono stati rivisitati fino alla scelta dei caratteri, con font realizzati da giovani designer italiani. Inoltre, è stato acquisito il font “Leggimi” creato appositamente per chi ha difficoltà di lettura: un piccolo, ma significativo, elemento di coerenza con la missione di solidarietà e di eguaglianza, rispetto alla cultura e alla comunicazione, del movimento.
I MANIFESTI DEI DUE EVENTI PER L’AQUILA
FACEBOOK, FLICKR, YOUTUBE, TWITTER: I NUOVI SOCIAL NETWORK ANPAS
La nuova newsletter e il Bilancio Sociale BILANCIO SOCIALE Anpas l’archivio è su http://goo.gl/8aDgb
25%
di pagine in meno di ogni copia del BILANCIO SOCIALE 2011 rispetto all’edizione del 2010.
Anpas Informa ha migliorato grafica e contenuti e si è integrata con i nuovi social network, segnalando video, iniziative sul web. Nel corso del triennio sono stati ridotti i numeri della newsletter cartacea: questo perché il Governo ha cancellato le tariffe agevolate per le pubblicazioni delle ONLUS. Questo “vuoto” informativo è stato, in parte, colmato dalla rete: i costi sono notevolmente inferiori e le notizie circolano in tempo reale, con possibilità di far partecipare una platea ben maggiore rispetto alla tiratura di ogni numero. La newsletter infatti oggi è anche sfogliabile direttamente dal sito nazionale e scaricabile su pc e tablet. Lo stesso obiettivo di miglioramento, partendo dalla grafica fino all’utilizzo su internet, è stato perseguito per il Bilancio Sociale. Un salto di qualità c’è stato con il documento approvato dall’Assemblea nazionale di Milano (20 maggio 2011): una nuova veste grafica, con una riduzione del 25% delle pagine rispetto al numero precedente e l’uso di carta riciclata
(in linea con l’adesione di ANPAS alla strategia Rifiuti Zero), la scelta di non avvalersi di consulenti esterni, e una nuova sfida: la crossmedialità. Per la comunicazione del Bilancio Sociale 2010 sono stati usati infatti sei media differenti (mailing, sito internet, video di lancio con Jerry Lewis, linea del tempo interattiva, versione ipad, comunicati stampa). Il coinvolgimento dei portatori di interesse rimane tuttavia un aspetto da approfondire affinché il Bilancio Sociale Anpas possa essere a pieno uno strumento di lavoro e di governo del nostro movimento.
3.966
la tiratura delle copie di Anpas Informa al novembre 2011. La newsletter cartacea viene inviata a tutte le Pubbliche Assistenze, alle sezioni, agli organismi nazionali e regionali, alle coppie che intraprendono il percorso di adozione con Anpas e a tutti i volontari che lo richiedono.
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COMUNICAZIONE E IMMAGINE
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51° CONGRESSO NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE
Comunicazione con i media: nuove reti e nuovi media
Anpas, per non essere strumentalizzata, deve diventare fonte autorevole dei media rispetto ai temi sui quali lavora. Da ciò la necessità di un continuo aggiornamento dei dati relativi all’attività delle Associate e alle problematiche che essere incontrano sui territori, attraverso un contatto continuo con la base associativa. Questa responsabilità deve essere condivisa con tutte le componenti del movimento. Da ciò l’importanza di collaborare con testate alternative e di settore, aprendosi anche a nuove iniziative. Ad esempio Anpas ha aderito al “Giornale Radio Sociale” promosso dal Forum del Terzo Settore, mettendo in rete gli uffici stampa delle organizzazioni che aderiscono al Forum. L’iniziativa, che si avvale della produzione radiofonica di Radio Articolo Uno, mira a dare voce ai tanti fatti, testimonianze e punti di vista del variegato mondo del non profit. Fatti che, spesso, non diventano “notizie” nel mondo dei media.
I Consigli itineranti e il Meeting
Tra i principali investimenti di Anpas nel triennio c’è stata l’organizzazione dei Consigli nazionali itineranti, accompagnati da percorsi formativi, con l’obiettivo di consolidare la rete attraverso la conoscenza diretta dei territori e delle Associazioni. Per quanto riguarda l’undicesimo Meeting nazionale della Solidarietà, l’edizione di L’Aquila ha rappresentato un’ulteriore tappa di evoluzione nell’organizzazione di momenti di incontro nazionale per i volontari Anpas. In particolare attraverso la realizzazione dell’evento-spettacolo del sabato sera, condotto dal giornalista RAI Giovanni Anversa, Anpas ha sperimentato un format che ha unito musica, intrattenimento e riflessione, esaltando le relazioni della nostra esperienza di volontariato con il mondo della ricerca e dell’informazione e la valorizzazione di peculiarità del territori. Questo ha permesso anche di avere, come testimonial, personaggi come Moni Ovadia e il Trio Medusa.
Merchandising e immagine
Una maggiore attenzione ai segni e simboli: in questi tre anni Anpas ha rafforzato il processo di stabilizzazione e l’omogeneizzazione dell’immagine e del logo. È dalle divise e dalle livree dei mezzi che inizia la comunicazione di Anpas. Sono state definite le livree di mezzi diverse dalle ambulanze ed è stata studiata, per il settore dei cinofili, una declinazione specifica (che non sostituisce quella prevista per le divise dei volontari). Nel prossimo triennio, oltre a continuare la diffusione del logo Anpas verso associazioni e ditte produttrici, andrà avviata una revisione del regolamento per l’uso del logo Anpas in modo da disciplinare utilizzo ed applicazioni del logo in ambiti specifici. Molte sono state le iniziative attraverso il quale il movimento ha raccontato il suo logo, accostandolo a nuovi strumenti: la campagna Volontari per Costituzione ad esempio, lanciata per il centocinquantesimo dell’Unità D’Italia, ha rappresentato un progetto a lungo termine che ha contribuito alla coesione tra le associazioni attraverso lo scambio di simbolo (la bandiera tricolore) e la condivisione di alcuni materiali (un video e l’opuscolo della Costituzione). Il racconto delle 43 tappe della bandiera ha trovato spazio in un blog specifico sul sito di Anpas. Nel futuro dovrà essere dedicata un’attenzione specifica al merchandising rivolto a volontari e associazioni, non solo come mezzo per veicolare il logo di Anpas, ma come segno distintivo per esaltare i momenti di incontro tra le Pubbliche Assistenze, per raccontare valori e storia, per fare movimento.
43
le tappe della bandiera Anpas che ha attraversato l’Italia per festeggiare il 150° dell’Unità d’Italia con lo slogan “Volontari per Costituzione”
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COMUNICAZIONE E IMMAGINE
Il futuro è oggi: gli obiettivi
L
e sfide future sono tutte da cogliere, con un aumento della partecipazione e l’arricchimento di nuove esperienze e capacità. Un obiettivo centrale sarà quindi la raccolta degli elenchi dei Volontari delle Pubbliche Assistenze, in modo che tutti possono sentirsi nodi della rete nazionale di comunicazione di Anpas. L’adozione di manuali per la semplificazione del linguaggio migliorerà l’accessibilità ai contenuti prodotti dal nostro Movimento e la fruibilità a pubblici differenziati, realizzando quindi una democratizzazione della cultura e della conoscenza. Nel prossimo triennio Anpas dovrà ritagliarsi maggiore spazio all’interno dei media nazionali, migliorando anche la tempestività nell’intervenire sulle questioni che riguardano le collettività dei singoli territori. La dirigenza potrà avere maggiore visibilità e voce in capitolo, anche attraverso la valorizzazione di nuovi strumenti come i video. L’allargamento a nuovi canali “sociali” presenti sulla rete è un esercizio di partecipazione che pone il movimento di fronte a sfide stimolanti per il prossimo futuro: la valorizzazione del patrimonio dei volontari delle Pubbliche Assistenze.
LE PAROLE CHIAVE DEI NUMERI DI ANPAS INFORMA 2010
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FORMAZIONE
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51° CONGRESSO NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE
a cura di Mauro Giannelli responsabile nazionale Formazione
La formazione: cosa si è realizzato. npas, per definire la proposta di Aprogramma formativo, è partita da 277 quanto realizzato dalla Commissione Formazione operante nello scorso mandato congressuale e dalle ipotesi di lavoro elaborate per la definizione del programma formazione per il triennio 2009/2011* nonché dal “Rapporto sulla formazione nelle Pubbliche Assistenze” realizzato dalle Reti di Kilim nel 2007. Da una prima definizione dei bisogni formativi emersa in questa ricerca si è cercato di immaginare un progetto più ampio per definire il percorso formativo necessario e richiesto dalle Associate, dai Comitati regionali, dai dirigenti e utile al movimento per la sua crescita e per la realizzazione della sua missione. Nel periodo 2009-2011 i corsi realizzati e promossi insieme con gli eventi formativi riguardanti settori specifici (Servizio Civile, Protezione Civile, Adozioni e Cooperazione Internazionale) hanno formato 4.337 persone. All’attività di formazione si sono inoltre aggiunti: la costruzione di un Archivio della formazione realizzata da Anpas Nazionale (partecipanti, programmi didattici, materiali ) e di un catalogo formatori.
4.337
volontari, dirigenti, dipendenti hanno partecipato ai corsi di formazione Anpas nel triennio 2009/2011
LA FORMAZIONE DEI CONSIGLI NAZIONALI
278
volontari, dirigenti, dipendenti hanno partecipato alla formazione dei Consigli Nazionali Anpas nel triennio 2009/2011
LA FORMAZIONE DAI SETTORI
207
volontari, dirigenti, dipendenti hanno partecipato alla formazione di Protezione Civile nel triennio 2009/2011
3.431
giovani e responsabili di area hanno partecipato alla formazione di Servizio Civile nel triennio 2009/2011
persone formate nel triennio 2009/2011 *Piano Triennale Anpas (pag. 14). Scaricalo da http:// goo.gl/F9uIl ** La formazione nelle Pubbliche Assistenze (2007) http://goo.gl/iY5IV
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coppie hanno partecipato agli incontri informativi destinati alle coppie che hanno affidato ad Anpas l’incarico per l’assistenza nel percorso adottivo
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FORMAZIONE
La sperimentazione di nuove proposte
Un aspetto innovativo particolarmente importante è stato quello che ha riguardato la creazione di brevi moduli formativi, da sviluppare in stretta collaborazione con la Conferenza dei presidenti, su temi generali e aggiornamenti specifici da proporre per l’utilizzo all’interno dei Consigli delle Pubbliche Assistenze. In questo ambito è partita la sperimentazione di una esperienza pilota che ha coinvolto il Comitato regionale Lazio (invitati: Consiglio regionale e Presidenti Pubbliche Assistenze) su “la comunicazione” e di un’altra che ha coinvolto la P.A.Humanitas di Scandicci.
Dopo la Conferenza di Organizzazione
I documenti usciti dalla 10^ Conferenza di Organizzazione hanno confermato che la formazione è un ambito che interessa in modo trasversale i diversi settori ed è indispensabile avviare un percorso di riflessione che raccolga gli stimoli ed i contributi emersi per potere elaborare proposte operative per il futuro. La formazione non è mai neutrale. Se ben fatta modifica, cambia, plasma le singole persone, le loro organizzazioni e le comunità. E’ un’azione politica “pervasiva” e non invasiva dei cui esiti bisogna tener conto anche per la conduzione generale e politica del Movimento. Programmare e realizzare la formazione ha anche costi elevati sia organizzativi sia per consentire la partecipazione dei volontari.
In questo senso è fondamentale un’accurata pianificazione e programmazione. La nostra riflessione ha avuto come costanti punti di riferimento alcuni argomenti, sui quali dobbiamo continuare una riflessione approfondita che non può prescindere da un confronto serrato e sereno con i Comitati Regionali, e che sono nello specifico: - individuazione degli ambiti prioritari di formazione; - riflessione su quale sia il livello al quale la formazione organizzata da Anpas Nazionale deve essere erogata; - verifica della sostenibilità economica e ricerca delle risorse; - modalità di individuazione dei partecipanti agli eventi formativi; - individuazione di criteri per l’omogeneizzazione delle proposte formative rispetto ai vari settori.
Un futuro possibile Vogliamo ora provare ad immaginare un percorso per il futuro dell’Anpas anche attraverso la declinazione di una proposta di “Formazione” ambiziosa, concreta e possibile. Perché la formazione nel volontariato La formazione è un’azione presente i cui effetti sono evidenti solo a distanza di tempo e per questo va pensata come un progetto che può avere delle aspirazioni di cambiamento, anche sociale. È quasi scontato pensare che la formazione nel e del volontariato debba essere legata all’idea di cambiamento individuale, associativo e sociale perché questa è una delle vocazioni che gli sono proprie: il volontariato non riproduce ciò che è già esistente ma tenta di entrare nelle dinamiche sociali e culturali per migliorarle e renderle il più possibili “universali”. Per questo motivo pensare la formazione nel volontariato significa dargli una possibilità di rinnovamento e di indirizzarne le scelte politiche sia a livello associativo sia a livello individuale. Questo significa pensare un progetto formativo nella sua interezza, avendo presente quale tipo di associazionismo il volontariato vuole garantire per il futuro. Gli interventi formativi occasionali, benché necessari, non rientrano in questa visione perché non possono da soli consentire di creare il volontariato di domani, né a radicarne l’identità. Dunque formazione e volontariato per scegliere, determinare, cambiare e progettare il futuro: in fondo il termine formazione significa proprio “dare forma” e certamente in questo c’è una spinta utopica che ci fa vedere il mondo che vorremmo. Il ruolo culturale e politico della formazione La formazione perciò è una parte dell’attività e del pensiero politico del volontariato, e non solo perché è determinante per la formazione della classe dirigente, ma anche e soprattutto perché concorre a determinare la cultura del volontariato e a costruirne un’immagine verso l’interno e verso l’esterno (la percezione degli utenti/assistiti ma anche
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FORMAZIONE
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51° CONGRESSO NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE dei cittadini). La formazione, inoltre, sostiene il miglioramento delle pratiche associative fornendo alle persone strumenti raffinati per migliorare se stesse e, di conseguenza, la propria associazione: è insomma un motore per lo sviluppo del volontariato. Inoltre il volontariato è riconosciuto come un soggetto che offre formazione sia al proprio interno sia al proprio esterno (anche a liberi cittadini) e quest’azione è determinante per migliorare il contesto sociale in un periodo in cui sulla formazione si investe poco, ma viene sempre richiesta come unica possibilità di confrontarsi con un mondo complesso e in continua e velocissima evoluzione. Il volontariato è sempre stato riconosciuto come un movimento, come un corpo capace di agire e di corrispondere ad esigenze e a richieste sociali. Attraverso la formazione questa indiscussa capacità di azione può essere orientata ad uno scopo di natura culturale e politica per incidere ancor di più nelle questioni che riguardano le politiche sociali del paese. Il volontariato ha gambe robuste, la formazione può e deve allenare anche la testa pensante di tutto il corpo associativo per garantire la diffusione dei saperi già esistenti e l’elaborazione di nuovi. La formazione come questione etica La formazione è perciò un’azione collegata con la responsabilizzazione e la crescita, è uno strumento di partecipazione, cambiamento, miglioramento e per questo va considerata come un tema da trattare in una prospettiva etica. Infatti lo scopo non è solo pratico o strumentale (per esempio indirizzato a ottimizzare le pratiche amministrative) ma aspira a migliorare la coscienza critica delle persone e del movimento, a fornire strumenti che consentano a tutti di arricchirsi e di potenziare l’organizzazione in modo costante. La formazione è una possibilità che si dà alle persone e ad Anpas per determinare il proprio futuro. In questa possibilità di scelta, fatta anche di spirito critico, l’etica gioca un ruolo importante perché è collegata alla responsabilità delle scelte individuali e delle scelte collettive. Inoltre, considerare il sapere che si trasmette e si costruisce attraverso percorsi di formazione diffusa responsabilizza e permette di auto-determinarsi, pur tenendo conto dei vincoli esterni con i quali ANPAS si deve confrontare, si offre una possibilità di cambiamento con una solida base di conoscenza. Questo significa considerare il sapere coerentemente con il tempo in cui viviamo: e perciò
Il decalogo della formazione in Anpas 1 8 6 2 9 3 In Anpas la formazione non è un settore ma una FUNZIONE, trasversale a tutti i settori e per tutte le attività. Tale FUNZIONE è svolta in un SISTEMA nazionale ed in SISTEMI regionali integrati e condivisi Obiettivo della formazione in ANPAS è rendere “capaci” e “adeguati” i singoli e i gruppi, per poter scegliere, determinare, cambiare e progettare il futuro del movimento; e, in un rapporto di relazione fiduciaria e di legami di interdipendenza con gli altri soggetti della società e del terzo settore, fare lo stesso con il futuro del nostro paese e del mondo La formazione in Anpas gode di un necessario grado di autonomia per poter così assolvere in maniera appropriata al compito di elaborare e progettare innovazione Di tale FUNZIONE fanno parte i dirigenti di primo e secondo livello, i volontari, i dipendenti, gli esperti, tutti gli altri soggetti protagonisti attivi della vita delle singole Pubbliche Assistenze, dei comitati regionali e dell’intero movi-
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mento La responsabilità della Formazione in Anpas sta in capo alla Direzione nazionale e al responsabile nazionale da essa delegato, che deve operare in maniera sinergica, collaborativa e di sintesi con i Comitati regionali, con particolare riferimento ai rispettivi responsabili per la formazione; con i responsabili nazionali di tutti i settori d’intervento, con le Pubbliche Assistenze, nella loro specificità ed autonomia; con i dipendenti con responsabilità dirigenziale, gli esperti, i docenti e tutti gli altri soggetti necessari ad un appropriato ed elevato contributo culturale e scientifico. Fanno parte del SISTEMA della formazione il responsabile nazionale, i responsabili regionali, la figura o le figure dipendenti ad essa dedicate, ogni struttura, tavolo o Comitato che si occupi di questioni legate alla progettazione sociale e/o di innovazione, alla ricerca, agli approfondimenti culturali o scientifici ed alla formazione che ANPAS ha o che saranno nel tempo costituiti
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Ogni volontario ANPAS con la sua storia, le sue competenze e i valori che porta è parte attiva del sistema della formazione in ANPAS e ha diritto alla partecipazione e all’ascolto Sono strumenti indispensabili di programmazione della formazione Anpas: un luogo di programmazione della formazione a cui partecipano il Responsabile nazionale, i Responsabili nazionali dei settori (o loro delegati), i Responsabili regionali della formazione, con il supporto della struttura ANPAS e dei tecnici di riferimento; il Documento di Mandato presentato all’Assemblea Congressuale; il Piano dell’Offerta Formativa di mandato (POF di mandato); il piano dell’Offerta Formativa di programmazione annuale (POF annuale). Sono strumenti indispensabili di realizzazione della Formazione Anpas: le metodologie didattiche e pedagogiche; l’archivio della formazione; le funzioni e gli strumenti della valutazione; le tecnologie informatiche e di comunicazione dedicate.
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FORMAZIONE complesso e a volte complicato, molto veloce nel suo rinnovamento. Pensare eticamente la formazione vuol dire dare strumenti per gestire questa situazione. Certamente è un atto di responsabilità che si chiede sia alle persone sia all’associazione per far sì che le scelte operate siano il più possibili condivise, ma anche corrette e coerenti con i valori di uguaglianza, libertà, fratellanza e democrazia che costituiscono le fondamenta etiche di Anpas. Gli scopi dell’associazione sono anche di natura culturale (sviluppare una cultura della solidarietà e dei diritti; promuovere la cultura, la crescita civile e l’educazione alla cittadinanza; attivare forme di partecipazione civile; sostenere lo sviluppo di pratiche di democrazia partecipata; produrre socialità e creare comunità solidali; agire in modo diretto per la tutela, il riconoscimento e l’accesso effettivo ai diritti, sia in Italia che all’estero) e la formazione è un’azione che concorre al loro perseguimento. Insomma, la formazione attraverso la diffusione di conoscenza e di strumenti di pensiero e di azione, può rendere ancora più vivi e partecipati i valori che fondano l’identità del movimento a tutti i livelli e renderli “cosa” viva nell’azione quotidiana dei dirigenti, dei dipendenti, dei volontari e delle comunità in cui agiscono. La formazione in Anpas : da prodotto a processo. La proposta di questo documento non si sofferma a descrivere competenze tecniche o specifiche azioni formative che saranno oggetto di apposito piano dell’offerta formativa triennale e di quello annuale (POF triennale e POF annuale) perché interpreta la formazione come un processo più complesso. Formare non è un prodotto che si eroga in un corso sporadico, formare è un’azione più vicina all’educazione in cui c’è costanza e diffusione delle azioni. Per questo dobbiamo passare a considerare la formazione in Anpas da prodotto a processo. Come? Organizzando, programmando e armonizzando gli interventi di formazione, i loro scopi, obiettivi e metodi e praticandola in modo sempre più esteso, anche attraverso strumenti informatici e tecnologici.Il percorso potrebbe essere organizzato in tappe di medio periodo, come segue: -interventi di formazione mirati a cui accedono un numero limitato di persone; - formazione formatori per la diffusione “a cascata” e tra pari dei risultati della prima tappa in modo che il sapere diventi un bene comune; - contemporaneamente: costruzione di un archivio della formazione e dei formatori a cui attingere sistematicamente; Si partirà da interventi accompagnati da formatori esterni e, contemporaneamente, si aiuteranno i partecipanti ad acquisire competenze per poter
21/50 successivamente e a loro volta diffondere i contenuti in modo che più persone possano goderne con incontri di formazione tra pari (per esempio volontari, dipendenti e dirigenti che diffondono a loro volta i saperi). Volontari e dipendenti vs competenze? Un patto per la formazione del movimento Una prima proposta per perseguire l’apertura alla formazione come processo è superare la separazione tra la formazione dei dipendenti e quella dei volontari. Bisogna, invece, pensare alle competenze che servono a tutti in quanto persone che fanno vivere Anpas ogni giorno. Le competenze che si ritengono strategiche per il futuro sono: a) competenze specifiche per la realizzazione delle attività proprie delle associazioni nei settori di intervento. b) competenze generali, per la gestione dell’associazione in ambito amministrativo, contabile, e organizzativo. c) motivazione, sensibilizzazione e promozione del volontariato in forma organizzata con particolare riguardo alla sua identità. d) competenze relazionali e comunicative; anche mediante la capacità di costruire ponti, strumenti di relazione, di conoscenza, di condivisione di immagine positiva. e) competenze di analisi e ricerca sui bisogni delle comunità territoriali di riferimento f) capacità riflessive e progettuali, per sostenere figure “esperte” a tutti i livelli e attivare capacità di progettazione e progettualità. g) competenze tecniche della gestione e organizzazione dei servizi; h) capacità di lavorare in rete, di creare capitale umano, di costruire infrastrutturazione sociale. i) capacità auto-valutative e valutative per promuovere una cultura della valutazione nel volontariato e nelle comunità territoriali Per raggiungere obiettivi così complessi è importante aderire all’idea di una formazione che educhi la comunità di Anpas a tutti i livelli ed è necessario coinvolgere formatori che conoscano questa posizione e che la condividano, che si sentano responsabili nei confronti di tutto il movimento e dei suoi valori/ideali e non solo delle persone che incontrano in aula. Per tutto questo proponiamo dopo tanti passaggi di riflessione, dopo tante titubanze, dopo tanto ascolto, un decalogo della formazione che possa diventare strumento di riferimento per tutti quelli, a tutti i livelli, che nel nostro grande movimento vorranno cimentarsi con la responsabilità di promuovere, proporre e organizzare la formazione.
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MONITORAGGIO, VERIFICA E CONTROLLO DELLE ASSOCIATE
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a cura di Fabrizio Pregliasco responsabile nazionale monitoraggio, verifica e controllo delle associate
Il triennio Monitoraggio Nel triennio 2009-2011 è stato rinnovato il censimento nazionale delle Pubbliche Assistenze allo scopo di aggiornare la banca dati, raccogliere informazioni utili per alcuni settori ed il Bilancio Sociale. Su 895 questionari inviati sono stati restituiti 765 risposte su risorse umane e mezzi* e 574 sulle attività di solidarietà internazionale**.
AMMISSIONI ED ESCLUSIONI PER ANNO
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2009 * Bilancio Sociale ANPAS 2009 (pp 22-25) http://goo. gl/sQQP3 e Bilancio Sociale ANPAS 2010 (pp 22-25) http://goo. gl/YLKhB ** Bilancio Sociale ANPAS 2009 (pp 93, 94) *** I dati dei singoli anni divisi per Regione sono disponibili nel Bilancio Sociale ANPAS 2009 (p 56) e Bilancio Sociale ANPAS 2010 (p 40)
Ammissioni ed esclusioni Il triennio 2009-2011*** ha visto una grande attività sul fronte delle ammissioni ed esclusioni: con 97 nuove associazioni e 58 che hanno perso la qualifica di aderente ad Anpas, il Movimento delle Pubbliche Assistenze che consegniamo al 51° Congresso nazionale conta complessivamente 875 Pubbliche Assistenze e 236 sezioni, con un incremento complessivo di oltre l’8% di realtà presenti sul territorio.
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ammesse escluse
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ammesse escluse
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ammesse escluse
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Sono tre i Comitati nei quali c’è stato un incremento significativo: la Sicilia, uscita nel 2008 da un commissariamento, negli anni successivi ha visto quasi triplicare le associazioni aderenti ed una presenza in tutte le province. Questo è stato possibile anche grazie alla spinta propulsiva del decimo Meeting nazionale della Solidarietà che si è svolto ad Enna nel 2009. La Lombardia ha visto un incremento di oltre il 20% (24 Pubbliche Assistenze) prevalentemente nelle province di Brescia e Pavia, anche a seguito di un cambiamento nell’affidamento dei servizi sociosanitari delle singole aziende, che ha privilegiato leassociazioni aderenti a reti regionali. Si è avuto un analogo incremento percentuale anche in Abruzzo (con numeri
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complessivamente inferiori) con l’adesione di 5 nuove Pubbliche Assistenze a seguito dell’intervento di Anpas per il sisma e della scelta di tornare sul territorio con l’11° Meeting. Significativo il fatto che la Puglia, regione che ha visto nei tre anni una diminuzione di oltre il 20% di associate, sia stata scelta per ospitare nel 2012 la dodicesima edizione del Meeting della Solidarietà, con l’auspicio che le Pubbliche Assistenze possano tornare a crescere anche in questa regione. Si è riscontrato una riduzione delle associazioni anche in Veneto prevalentemente legata al recesso delle associazioni della provincia di Verona per le quali la Direzione nazionale ha tentato una conciliazione che non si è tuttavia risolta positivamente.
MONITORAGGIO, VERIFICA E CONTROLLO DELLE ASSOCIATE
PERDITA DELLA QUALITÀ DI ADERENTE AD ANPAS NEL TRIENNIO 2009-2011
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MOROSITÀ
RECESSO
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CESSATA ATTIVITÀ
ESCLUSIONE
MOTIVO ESCLUSIONE Cessata attività Recesso Morosità Esclusione Totale
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TRIENNIO
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5 11 15 0 31
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Obiettivi e prospettive future
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Dopo un lungo e proficuo percorso di conoscenza ed avvicinamento ad Anpas, 12 associazioni di Volontari del Soccorso della Valle D’Aosta hanno aderito al nostro Movimento nazionale. L’adesione, in questa fase, non ha inciso sull’autonomia della Federazione Regionale dei Volontari del Soccorso della Valle D’Aosta che ha continuato a svolgere il proprio compito di rappresentanza e coordinamento di tutte le Associazioni (anche di quelle non hanno scelto in questa fase di aderire). Il percorso, siglato da Anpas e dalla Federazione, prevede la costituzione in futuro di un Comitato Regionale a seguito dell’adesione ad Anpas di tutte le realtà e del riconoscimento istituzionale del Comitato
23/50 al posto della Federazione. Anche per accelerare questo aspetto è stato scelto di far partecipare i volontari delle associazioni Anpas ai corsi di formazione promossi da Anpas, anche attraverso il Fondo di Solidarietà (art. 24 Statuto nazionale) e di organizzare ad Aosta l’Assemblea nazionale del 2010 . In Trentino Alto Adige sono proseguiti i contatti tra Anpas e la Croce Bianca di Bolzano, associazione che fino al 1982 ha aderito ad Anpas in vista di una sua riammissione che dovrebbe avvenire nei primi mesi del 2012. In questo senso la comune adesione alla rete europea Samaritan International ha portato a lavorare su molti temi di comune interesse.
lConsiglio nazionale uscente si presenta al Congresso con una serie di proposte di modifiche statutarie alcune delle quali avranno un’incidenza sulla compagine associativa e su alcuni requisiti per l’ammissione. La 10^ Conferenza di organizzazione di Firenze (Gruppo Modifiche Statuto ) ha confermato la volontà che le modifiche dello Statuto tengano ferma la natura di Anpas come organizzazione di volontariato ribadendo però l’opportunità di stabilire un rapporto con le organizzazioni del Terzo Settore con analoga ispirazione ideale e che, pur non avendo i requisiti per essere associati ad Anpas, operano in settori analoghi a quelli delle Pubbliche Assistenze, con una particolare attenzione ai soggetti promossi dalle Associate anche in nazioni estere. Attraverso norme regolamentari (nazionali) dovranno essere successivamente meglio precisati i contenuti del rapporto con questi organismi denominati “affiliate”. La Conferenza ha confermato inoltre l’esclusione attuale di enti interassociativi in quanto tali (“enti complessi”) mentre è stato previsto che l’Associazione richiedente, se autonoma, ancorché aderente ad altri coordinamenti o reti possa, a determinate condizioni stabilite nel regolamento generale, aderire ad ANPAS. Si è dato inoltre mandato di approfondire il tema, speculare a quello che precede, riguardante l’adesione, a vario titolo, di singole associate Anpas ad altre organizzazioni complesse (enti interassociativi, coordinamenti, reti, ecc). A tal scopo è stata riconosciuta l’opportunità di effettuare una ricognizione dei rapporti delle associate Anpas con altre reti interassociative e di stabilire obblighi di informazione preventiva ed eventuali criteri limitativi all’adesione in funzione del rispetto dei requisiti previsti dall’art.8 dello Statuto.
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NUOVE GENERAZIONI E INNOVAZIONI
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51° CONGRESSO NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE
a cura di Mario Pacinotti e Mauro Giannelli responsabili percorso Nuove generazioni e innovazioni
Lo stato dell’arte Si parla spesso di giovani o di innovazione, ma quanto si conoscono davvero le riflessioni più approfondite ed interessanti attorno ai due temi? Sappiamo definirli in maniera condivisa? Sappiamo costruire delle strategie partecipate di sviluppo dell’organizzazione attorno a tali temi? Da questi interrogativi ha preso il via, formalmente nell’ottobre 2010, il percorso “Nuove generazioni e Innovazione” al fine di proporre una riflessione approfondita e partecipata sui temi dell’accessibilità, della partecipazione giovanile e dell’intergenerazionalità. E’ da sottolineare però come la vera sfida di tutto il percorso, in questa prima fase di analisi e approfondimento, che ha visto il coinvolgimento nei vari momenti formativi e di scambio di circa 120 persone, sia stata il “darsi un metodo” che si traduce in darsi delle regole, dei principi di lavoro dando continuità alle azioni: non si legga burocrazia e procedure ma strategie e assetti organizzativi che permettano di sviluppare i temi che si trattano nei servizi, nelle esperienze volontarie e nelle sedi locali delle nostre associate. Il gruppo di lavoro Accessibilità ha avuto così un doppio scopo: approfondire e sperimentare una metodologia partecipativa che permetta, secondo una logica dal basso, di elaborare un pensiero e delle proposte comuni raccogliendo una serie di sollecitazioni e di suggestioni a più livelli, ed effettuare un lavoro di analisi della situazione di ANPAS che sia accompagnato obbligatoriamente da proposte di policy e pratiche attivabili. Strategie, programmi e adeguata valutazione devono diventare scelte operative sostenibili e finalizzate a degli obiettivi: essere in grado di capire quanto le “politiche interne” (in merito a giovani, partecipazione e innovazione)
della nostra organizzazione producono cambiamenti e sono efficaci, e qualora ciò non avvenisse essere in grado di riorientare la rotta.
Le indicazioni emerse dalla Conferenza di Organizzazione
Durante i lavori della Conferenza di Organizzazione*, che ha chiuso questa prima fase di lavoro, è emerso come il concetto di fare volontariato in ANPAS oltre a testimoniare una cultura della gratuità e della reciprocità si traduca nella crescita di cittadini attivi in grado di partecipare democraticamente alla vita politica ed amministrativa di un territorio e affinare una serie di metacompetenze che diventano sempre più strategiche per la crescita professionale e lavorativa di un cittadino. Non si è voluto centrare la riflessione su giovani e partecipazione pensando semplicemente al diritto del giovane a partecipare e men che meno al problema del ricambio ai vertici di un’associazione ma piuttosto si è posto l’accento sul rapporto tra giovani ed adulti in un contesto associativo per contribuire a definire identità, valori, progettualità e processi gestionali nelle nostre organizzazioni.
* Il documento conclusivo della Conferenza di Organizzazione, gruppo “Accessibilità e servizio civile nazionale” http://goo.gl/MWmcm
NUOVE GENERAZIONI E INNOVAZIONI
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Obiettivi strategici di lungo periodo
Il risultato di questa prima fase del percorso ha portato alla stesura di un documento, dal titolo “Riflessioni preliminari e percorso comune: l’ANPAS e le sfide del Terzo millennio” , frutto sia dei contributi che man mano arrivavano dalle varie interazioni con i livelli regionali e i singoli volontari che dalla lettura e sistematizzazione scientifica al fine di tradurre le idee/opinioni in obiettivi e strategie concrete. All’interno del documento è quindi possibile trovare la cosiddetta mappa delle ipotesi di sviluppo che declina il processo attuativo secondo due direttive: sistematizzazione del processo, che comprende fasi quali “i tempi specifici di sviluppo”, “chi fa cosa” (i diversi ruoli, i livelli nazionale e locale), “con quali risorse lo facciamo”, “come valutiamo lo specifico aspetto del processo” etc. e l’implementazione del processo (tradotte nelle parole di operatività/competenze/esperienze) per monitorare e seguire gli impatti trasformativi. Molte di queste cose si fanno e vanno solo sistematizzate, va esplicitata una visione collettiva e fatto emergere un percorso da declinare nel dettaglio, per mettere ogni volontario e ogni dirigente davanti ad un patto comune e per riconoscere delle coordinate che orientino le prassi quotidiane o che ci diano modo di capire perché ce ne discostiamo.
Proposte di lavoro e definizione dell’agenda
“Conosciamoci” – “Integriamoci” – “Formiamoci”: da questi tre concetti-sintesi è opportuno definire un costante lavoro di contaminazione e confronto sui valori democratici e partecipativi che ci permetta di recuperare l’idea di cittadino solidale. Tradotto in proposte di lavoro vanno assolutamente valorizzate nel prossimo triennio l’accoglienza e la formazione come strumenti per legittimare pratiche partecipative; sperimentare logiche deliberative e modelli decisionali più orizzontali; “workshop” e “focus group” devono diventare strumenti per fare in modo che le decisioni vengano partecipate anche dai giovani. Sistematizzato in azioni, che prevedono un ruolo strategico del livello regionale, questi i “compiti” per il prossimo triennio: - analizzare la situazione dei singoli contesti regionali; -analizzare esperienze virtuose; -formazione dirigenti, interna staff e volontari; -sperimentazione di buone prassi e attività di rete rivolte ai giovani; -sviluppo di una strategia regionale per attivare partecipazione giovanile, che contempli anche un accordo con altre realtà di volontariato complesse; -valutazione finale del percorso: risultati basati su metodologie che prevedano il confronto tra la situazione post processo e la situazione laddove il processo non sia stato sperimentato.
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POLITICHE SANITARIE
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a cura di Fabrizio Pregliasco responsabile nazionale Politiche sanitarie
Sistema di affidamento servizi sociosanitari e attività commerciali delle Pubbliche Assistenze
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a un recente censimento effettuato nelle nostre Associate è risultato che il 90,8% delle Pubbliche Assistenze svolgono attività nel settore sanitario (inteso come un insieme di attività complesse costituite per la maggior parte dall’emergenza sanitaria) ed il 92,2% nella cosiddetta mobilità sul territorio (trasporto disabili, dializzati, anziani, per visite e riabilitazione). Il dato ha confermato quindi che lo storico settore di impegno delle nostre associate è ancora oggi quello di maggior diffusione. In relazione a questo prevalente impegno, Anpas ha continuato a sviluppare alcune attività a tutela delle Pubbliche Assistenze: in particolar modo l’opposizione (già avviata nel 2004) al riconoscimento della figura e del profilo professionale dell’autista soccorritore, con particolare riferimento alla formazione prevista per tale figura che di fatto appare inappropriata sia nei contenuti che nel monte ore pur confermando che il personale impiegato in tale servizio debba essere adeguatamente formato e che le nostre Associazioni hanno sempre operato in questa direzione. Al fine di esplicitare la posizione di Anpas rispetto a questo tema si sono svolti incontri di Anpas con il Ministero della Salute, con i Sindacati e, recentemente, con un Gruppo della Conferenza Stato Regioni che sta lavorando ad una nuova proposta e con rappresentanti istituzionali. Gli incontri sono stati anche utili per evidenziare alcuni aspetti legislativi del Codice della Strada, con dirette ripercussioni sulla attività di trasporto socio sanitario e di emergenza delle Associazioni, che
potrebbero essere oggetto di proposte di modifica fra cui: l’ipotesi di una patente di servizio Anpas, la rimodulazione della portata complessiva delle ambulanze il cui limite si sta rilevando non più congruo a quello che la normativa vigente impone sia in termini di attrezzature (Decreto 553 del 17/12/1987) che di sicurezza (UNI EN 1789), l’esatta classificazione dei veicoli di soccorso e dei requisiti per l’esenzione dal pedaggio autostradale con la proposta di ampliamento a tutti i veicoli delle associazioni di volontariato. Le recenti questioni legate alla armonizzazione delle norme comunitarie con quelle nazionali e locali relativamente all’affidamento dei servizi sociosanitari (di emergenza/urgenza e dei trasporti cosiddetti ordinari), lo sviluppo di attività complesse e del conseguente rapporto con attività commerciali, seppur marginali, hanno confermato la necessità di un ulteriore approfondimento – rispetto alle attività promosse su questo tema ormai da molti anni – con la organizzazione di momenti di approfondimento (Giornata di Studio “Le Pubbliche Assistenze Anpas e le attività commerciali produttive”, Firenze 5 giugno 2010 promosso con UniTS, la partecipazione a Seminari di ricerca (Fondazione Zancan, Malosco 4/7 luglio 2010) e con l’avvio a novembre 2010 di una Commissione nazionale di studio composta anche da esperti esterni e l’inserimento di uno specifico Gruppo di Lavoro nel programma della Conferenza di Organizzazione di Firenze (marzo 2011).
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POLITICHE SANITARIE LA VISIONE POLITICA, IDENTITA’ E RUOLO DI ANPAS La visione politica di Anpas sul tema dell’affidamento dei servizi socio sanitari si conferma orientata verso la promozione di un sistema che preveda come strumento il rimborso delle spese effettivamente sostenute e rendicontabili (non forfetario e preventivo) con la stipula di convenzioni che, in questa forma, sono sicuramente compatibili con il diritto comunitario poiché non ricadono nella normativa sugli appalti e possono quindi essere prospettate agli enti regionali e locali. Anpas, in coerenza con la propria mission, vuole in questo modo riaffermare la volontà di partecipare da soggetto autonomo alle scelte delle politiche sul territorio.
Le azioni da promuovere
A breve termine
Nel declinare il proprio ruolo, Anpas deve infatti riuscire ad influenzare la volontà politica affinché l’attività legislativa ed amministrativa sia volta ad assicurare i servizi idonei a garantire il soddisfacimento dei diritti dei cittadini, anche attraverso l’applicazione del principio di sussidiarietà. Per quanto riguarda le attività commerciali si conferma che una Organizzazione di Volontariato (Odv) può svolgere: tutte le azioni che sono contemplate dallo statuto; le attività non statutariamente previste qualora non ci siano implicazioni di scambio economico; altre attività commerciali marginali collegate al raggiungimento degli obiettivi statutari (solo in questo caso con Partita Iva).
Potenziare l’azione di lobby verso: la Comunità Europea per il riconoscimento delle peculiarità del volontariato italiano, della sua rilevanza operativa e della rilevanza sociale del servizio prestato dalle OdV; verso lo Stato italiano per una revisione della normativa sulle OdV che necessita di un importante aggiornamento in particolare per il riconoscimento delle reti del volontariato; la Conferenza Stato Regioni per la realizzazione di linee guida per l’affidamento dei servizi che superino lo schema di intenti stipulato nel 2004 e rimasto spesso inapplicato. Costruire relazioni diverse e migliori con le Istituzioni pubbliche (italiane ed europee) anche attraverso l’attivazione di percorsi formativi congiunti fra dirigenti di Organizzazioni di volontariato e funzionari della Pubblica Amministrazione sull’affidamento dei servizi sociosanitari. Si dovrà tener conto sia della frammentazione a livello italiano delle regole e degli interlocutori legislativi, sia delle norme comunitarie e degli effetti che queste hanno sulla normativa nazionale e regionale.
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POLITICHE SANITARIE
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Promuovere il valore sociale delle relazioni. Le Associate, anche in relazione al servizio di trasporto e soccorso, non devono inseguire l’affidamento del servizio a qualsiasi condizione, ma fondare la propria attività sulla produzione di valore sociale e sul valore sociale delle relazioni A breve termine cercando di dare la massima efficacia, efficienza e trasparenza al proprio operato, oltre a sviluppare una azione di advocacy nei confronti della Pubblica Amministrazione. Anpas inoltre, posto che il suo scopo fondamentale è contribuire al miglioramento della società in attuazione della Costituzione, deve porsi a difesa della legalità facendo emergere la capacità e la volontà delle proprie associate di essere sentinelle nei territori di eventuali situazioni di irregolarità. A medio e lungo termine
Diversificare le attività svolte dalle Associazioni attraverso la lettura dei bisogni sul territorio, uno sviluppo della capacità progettuale e la sperimentazione di nuove attività. E’ infatti molto forte il rischio di identificazione delle Associazioni con il “servizio 118” e la conseguente perdita di una identità associativa forte, radicata nel territorio ed autonoma. Recuperare la mutualità interna (verso i soci) attraverso una proposta di modifica della normativa di riferimento (legge 266/91) anche nell’ottica di una strategia più a lungo termine Prevedere una modifica delle norme legislative attuali per la regolamentazione delle attività commerciali svolte dalle OdV (servizi complessi).
Approfondimenti La relazione della professoressa Alessandra Albanese di aggiornamento sulla situazione normativa comunitaria è presente nella cartella al 51° Congresso Nazionale Anpas. *Documento finale gruppo di lavoro 10^ Conferenza di Organizzazione http://goo.gl/qQ4kB *Schema intervento prof.ssa Alessandra Albanese, 10^ Conferenza di Organizzazione http://goo.gl/hrOoz
POLITICHE SANITARIE
Proposte operative per il prossimo mandato
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Investire la Direzione e il Consiglio nazionale, insieme ai Presidenti regionali, del compito di attivare nel prossimo piano triennale un gruppo di lavoro - che dovrà avvalersi anche di uno staff tecnico di esperti – che, continuando l’approfondimento su modalità e strumenti per l’affidamento dei servizi sociosanitari, metta in campo le azioni necessarie e dia indirizzi alle associate. Promuovere uno studio da affidare ad una agenzia esterna e qualificata al fine di conoscere il reale costo di un servizio di trasporto sociosanitario per costruire il relativo rimborso. L’obiettivo finale potrebbe essere la divulgazione di un manuale per esplicitare una rendicontazione sostenibile, chiara ed univoca (omogenea). Chiarire i criteri per partecipare, come OdV, a sistemi diversi di selezione per l’affidamento dei servizi sociosanitari. Va preso atto infatti che i giudici amministrativi italiani (adeguandosi a quelli europei) stanno progressivamente affermando la ammissibilità delle OdV a tali sistemi e questo impone una riflessione interna su come governare tali dinamiche. In determinate condizioni sociali e territoriali, infatti, meccanismi selettivi possono essere strumenti di garanzia della legalità. Dall’analisi del diritto comunitario e nazionale emerge inoltre che eventuali forme di selezione nell’affidamento dei servizi non impongono necessariamente che gli enti pubblici tengano conto solo di requisiti esclusivamente economici, ma è invece possibile che siano utilizzati criteri che evidenzino il valore aggiunto della funzione sociale delle OdV, in termini di presidio del territorio e di accessibilità per i cittadini per garantire migliori livelli di qualità dei servizi. E’ determinante inoltre l’assenza di requisiti che precludano in modo discriminatorio la partecipazione delle OdV. In caso di affidamento dei servizi attraverso procedure selettive il contributo ricevuto non deve essere superiore alle spese realmente sostenute per svolgere il servizio assegnato e l’eventuale avanzo deve essere restituito. Promuovere un censimento delle attività complesse svolte dalle associate (onoranze funebri, ambulatori ecc.) affiancata ad uno studio delle forme organizzative promosse dalle associate o dei sistemi adottati per la gestione di tali servizi con l’obiettivo di fornire indicazioni (linee guida) alle associate.
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SIMULAZIONI DEL SOCCORSO SANITARIO
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a cura di Fabrizio Pregliasco responsabile nazionale Politiche Sanitarie
Il triennio.
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e Simulazioni del Soccorso Sanitario presentate per la prima volta nel 2006 durante il Meeting della Solidarietà di Siderno (RC), si sono svolte anche nelle edizioni del 2009 e del 2010 con scopi e modalità molto diverse fra loro. Le simulazioni del 2009*, come per gli anni precedenti, sono state un momento esterno rivolto alla popolazione per
dare visibilità all’impegno di ANPAS nell’emergenza sanitaria, senza tuttavia essere una “gara” tra regioni diverse per le diversità dei protocolli utilizzati. Le simulazioni del 2010** sono state invece un primo tentativo di creare un momento interno di formazione e di scambio di esperienze fra gli equipaggi delle regioni intervenute.
*ANPAS Informa n. 6 – luglio 2009 (pagg. 6 e 7) http://goo.gl/hBfnk **ANPAS Informa n. 5 – ottobre 2010 (pag. 4) http://goo.gl/25e2l
Obiettivi e prospettive future Le simulazioni del soccorso a L’Aquila
Dopo la pausa del Meeting di Milano (2011) è opportuno riproporre le simulazioni del soccorso sanitario nei prossimi Meeting. Attingendo dall’esperienza di questi anni possiamo già tracciare alcune linee guida: - mantenere le simulazioni come momento interno di studio perché non siano solo un’occasione ludica ma abbiano, come obiettivo principale, la redazione di un protocollo che sia “minimo comune denominatore” da utilizzare nei maxi eventi e nelle emergenze dove volontari di regioni diverse si trovano a collaborare assieme; - creazione di un gruppo di lavoro rappresentativo che non si limiti alla semplice organizzazione delle Simulazioni all’interno del Meeting ma che preveda un lavoro di più ampio respiro; - coinvolgimento del referente del settore sanità della Protezione Civile e degli altri referenti responsabili di settori connessi.
POLITICHE COMUNITARIE
POLITICHE COMUNITARIE
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a cura di Fabrizio Pregliasco responsabile nazionale Politiche Comunitarie
Attività del triennio Nell’ultimo triennio Anpas ha vissuto un percorso di avvicinamento alla dimensione europea del volontariato, anche attraverso l’adesione alle grandi reti europee di Samaritan International (Vienna, 21 agosto 2010) e CEV, Centro europeo del volontariato (Bruxelles, 6 dicembre 2010). Questo percorso vuole offrire al Movimento l’importante opportunità di vivere momenti di partecipazione e confronto sul volontariato europeo e di far leva anche sulle Istituzioni e sui decisori europei per chiedere un loro maggiore impegno nelle politiche a sostegno del volontariato. In questi tre anni, alcune tappe hanno rappresentato per il Movimento momenti fondamentali di partecipazione e confronto.
Anpas in Europa e nell’Euromediterraneo rappresentanza e partecipazione:
SAMI: dall’adesione alla rete, Anpas ha partecipato a tre riunioni del Praesidum e altrettante del Comitato consultivo. Il 16 e 17 giugno Anpas ha ospitato a Firenze la prima Samaritan Conference e gli incontri degli organismi istituzionali: in questa occasione è stata deliberata la partecipazione di ANPAS all’organo direttivo (Presidium) e Fabrizio Pregliasco è stato eletto Vice presidente di SAMI. CEV: aderendo come membro associato in questa rete di supporto al volontariato europeo, nel 2011 Anpas vissuto momenti di confronto partecipando a due riunioni dell’Assemblea Generale del CEV (Tallin e Berlino). Tour Anno Europeo del Volontariato (Roma, 11/14 luglio): Anpas ha fatto parte del gruppo di lavoro che ha collaborato alla preparazione della tappa italiana del Tour ed ha partecipato agli eventi delle giornate. Nell’agosto 2010 un gruppo di volontari ANPAS ha partecipato al Contest di SAMI a Vienna, competizione internazionale giovanile sul primo soccorso, organizzata
ogni volta da una delle organizzazioni che aderiscono a SAMI. Partecipazione alla terza edizione di MeYouMe - Il Meeting dei giovani del Mediterraneo (Cosenza, 27-30 ottobre 2011) e adesione alla rete MANY Mediterranean Autonomous Network for Youth. L’Europa e l’Euromediterraneo nel Movimento Nel 2011, a seguito del corso di formazione promosso da Anpassulla questione europea, un gruppo di lavoro ha predisposto un documento di approfondimento in cui sono sviluppati gli obiettivi e le proposte di percorso che potrebbero essere messi in campo affinché il nostro Movimento guardi al volontariato nella dimensione Europea. Il gruppo ha poi continuato la riflessione in Conferenza di Organizzazione, definendo l’agenda delle azioni da realizzare, e alla tavola rotonda di Genova approfondendo la tematica della lobby e dell’Euromediterraneo con l’obiettivo di contribuire al documento congressuale. Valutazione delle criticità. Nel triennio 2008 – 2010, si è svolta una progressiva attività di sensibilizzazione e formazione legata alle politiche europee, indirizzata, principalmente a costruire una coscienza europea, all’interno del Movimento. Questo sforzo ha sicuramente prodotto dei risultati positivi ma con la criticità, fino ad oggi inevitabile, di essere un percorso ancora troppo poco partecipato. Altro punto di debolezza riguarda l’adesione alle reti di SAMI e CEV, che seppur si sono rivelate per ANPAS nazionale un canale privilegiato di confronto, informazione e lobby, sono poco conosciute dalle Associazioni e dai Comitati regionali e non sono percepite le opportunità concrete che esse offrono.
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POLITICHE COMUNITARIE
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Obiettivi e prospettive future
Anpas ritiene prioritari due ambiti di azione: l’Europa e l’euromediterraneo. In riferimento alla questione europea è necessario intraprendere attività di lobby verso le Istituzioni, affinchè il volontariato delle Pubbliche Assistenze contamini culturalmente l’Europa, attraverso programmi europei e la partecipazione ai bandi facilmente accessibili. Per intraprendere questo percorso è necessario conoscere l’ambiente europeo in cui occorre muoversi (Istituzioni europee) ma anche farsi conoscere (programmare incontri periodici con i funzionari della Commissione Europea responsabili di un determinato procedimento e deputati e funzionari del Parlamento),attivando una circolarità delle informazioni attraverso le reti già esistenti (SAMI e CEV) o lavorando per creare e/o inserirsi in nuove reti. Per raggiungere questo obiettivo è necessario favorire intercambi ed esperienze fra i volontari Anpas e quelli di altre realtà europee, sia attraverso canali già sperimentati (volontariato e vacanze, Meeting) nonché strumenti predisposti dall’UE nell’ambito di vari programmi (ad es. Gioventù in azione, Grundtvig). È quindi necessario continuare il percorso di circolazione delle idee e delle esperienze relative alla questione europea, utilizzando strumenti già esistenti (newsletter, sito nazionale, facebook) e nuove strategie di comunicazione legate alla partecipazione alle reti SAMI e CEV. È inoltre opportuno valorizzare le risorse interne al Movimento e realizzare una formazione avanzata per il coordinamento delle attività progettuali (proseguire il percorso di formazione del gruppo di lavoro sulle politiche europee, con un successivo modulo di approfondimento ad esempio su tecniche di comunicazione e di progettazione). Rispetto alla questione euromediterranea, riteniamo che il volontariato non possa rimanere indifferente ai grandi fenomeni che stanno vivendo i paesi affacciati sulla sponda del mare nostrum, i quali hanno interpellato la nostra società del benessere con movimenti di persone (migrazioni) e sconvolgimenti socio-politici (primavera araba). Si ritiene quindi importante tenere in grande considerazione la tematica euro-mediterranea nell’ottica di intensificare il dialogo e la cooperazione con altre culture e civiltà, in un processo nel quale il volontariato si configuri come risorsa e “spazio” privilegiato, che includa anche i migranti in qualità di attori rilevanti del dialogo intermediterraneo, ipotizzando un percorso di accessibilità a loro rivolto.
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Obiettivi e prospettive future
Vi è la consapevolezza della necessità di agire in quattro macro aree prioritarie: -conoscenza interculturale, della dimensione economica dei movimenti migratori, delle istituzioni; -accoglienza: accessibilità dei migranti nelle associazioni, servizi di accoglienza, condivisione; -attività di cooperazione nei paesi di origine dei migranti, attraverso il loro coinvolgimento come agenti di cosviluppo; -scambi fra giovani volontari e relazioni con le associazioni di migranti in Italia.
Europa-Euromediterraneo: percorsi ANPAS individua due “VISIONI”, come strategiche per consolidare la propria presenza all’interno delle politiche comunitarie ed euro mediterranei e iniziare un percorso di PROGETTAZIONE:
}
LA CONOSCENZA LA MOBILITÀ LA PARTECIPAZIONE
}
I principali Programmi Comunitari che interessano le politiche di cui sopra sono
}
Le politiche su cui intervenire attraverso la Progettazione sono:
come occasioni di CRESCITA e di OPPORTUNITÀ
PROTEZIONE CIVILE SOCIO SANITARIO GIOVANI POLITICHE SOCIALI DIMENSIONE URBANA DEMOCRAZIA,PARTECIPAZIONE E CITTADINANZA ATTIVA LLP (GRUNDTVIG) diverse scadenze annuali tra febbraio e marzo 2012
GIOVENTÙ IN AZIONE scadenze il 1° di febbraio/aprile/ giugno/settembre/novembre 2012
PROTEZIONE CIVILE scadenze marzo / aprile 2012 PROGRESS diverse scadenze annuali con inizio a febbraio 2012 DAPHNE -in attesa del bando Annuale URBACT - uscita del bando dicembre 2011 per progetti triennali.
Per cogliere le opportunità che l’Europa offre, si indicano alcuni percorsi: - Creare un Gruppo di progettazione Nazionale formato dai componenti del Gruppo Europeo opportunamente formato e allargato ad altri soggetti individuati nei Comitati regionali, che sia in grado di rispondere puntualmente ai Bandi in uscita. - Condividere un percorso comune di progettazione con i referenti della rete SAMI costruendo occasioni di confronto e networking. - Creare un’area dedicata alle Politiche Comunitarie e del Mediterraneo. - Creare relazioni e interconnessioni con la Progettazione Nazionale (fondazione, ministero, enti locali, ecc.)
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PROGETTAZIONE SOCIALE
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a cura di Mauro Giannelli responsabile nazionale progettazione sociale
La progettazione sociale in Anpas
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’attività di progettazione, svolta direttamente e sviluppata anche in nuovi ambiti rispetto agli ultimi anni, ha rappresentato una delle grandi sfide che Anpas ha affrontato in questo mandatoVi è infatti la consapevolezza che l’autonomia non è solo libertà e identità, ma è anche la capacita di non dipendere da quello che il legislatore di turno ci dice di fare attraverso una legislazione speciale che da tempo ci penalizza. Occorre quindi esercitare una progettualità sociale e innovativa che porti man mano a liberarci dal laccio del finanziamento pubblico e ad essere in grado di adottare prassi più libere di autofinanziamento e di costruzioni di sistemi di welfare comunitario che responsabilizzino anche le imprese profit. Lo sviluppo del movimento, non solo quello nelle Aree di sviluppo, passa inevitabilmente dal tema della progettazione che risulta fondamentale per lo sviluppo sul territorio delle Pubbliche Assistenze nei vari settori di intervento: servizio civile, politiche sociali, protezione civile, tutela ambientale, politiche giovanili, accessibilità, prevenzione e monitoraggio dei rischi. ANPAS, in quanto movimento nazionale, deve promuovere lo sviluppo di una struttura organizzata per ciascuna articolazione regionale (Comitato Regionale) al fine di adempiere al ruolo e alla funzione sul territorio. Per questo è importante darsi degli standard operativi e strutturali comuni attraverso lo scambio di buone prassi, percorsi di autofinanziamento, progetti e azioni di empowerment, tenendo a mente due considerazioni e valorizzando l’appartenenza ad una rete: far sì che i Comitati Regionali più forti mettano a disposizione competenze e risorse nell’ottica di una collaborazione in rete
ed investire sull’infrastrutturazione immateriale costituita dalle competenze e risorse interne al Movimento. La progettazione sociale rappresenta il luogo di massima elaborazione per il volontariato e di espressione del concetto di vicinanza ed attenzione dei bisogni sul territorio che sono parte del DNA delle nostre associazioni. Vi è quindi la necessità di investire risorse (umane ed economiche) per fare in modo che i Comitati Regionali e, a cascata, le Pubbliche Assistenze siano in grado di intercettare ed utilizzare le varie risorse ed opportunità che sono rappresentate in alcuni territori dalla Fondazione con il Sud, più in generale dai Centri di Servizio per il Volontariato, ma anche dalle tante Fondazioni private. Occorre inoltre aumentare l’impegno e l’attenzione alla progettazione di interventi sui fondi comunitari attraverso i vari programmi (Gioventù in Azione, Apprendimento Permanente, Piano d’Azione Comunitario di Protezione Civile ecc.). In questo caso le difficoltà sono rappresentate dal fatto che la progettazione richiede tempo e sicuramente professionalità e, di solito, queste caratteristiche poco si conciliano con i volontari. Fondamentale quindi per lo sviluppo della progettazione è il ruolo esercitato da volontari formati sia per la lettura dei bisogni territoriali, che per la costruzione delle reti nel territorio, per la creazione di partnership locali e regionali, per la individuazione di esigenze ed attività proprie delle Pubbliche Assistenze.
koineT RETI E SINERGIE A SUD
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PROGETTAZIONE SOCIALE
Le attività del triennio * Direttiva 15 luglio 2011 Legge 266/91. Linee di indirizzo per la presentazione di progetti sperimentali da parte delle Organizzazioni di Volontariato http://goo.gl/8ND0m
Nell’ultimo triennio Anpas ha avviato nuovi percorsi di progettazione, che si affiancano a quelli tradizionalmente seguiti (Servizio Civile Nazionale, Cooperazione Internazionale, Protezione Civile), puntando in particolare a temi di forte attualità per i quali si sono poste contestualmente in campo notevoli energie. In particolare ci riferiamo al tema ambientale, con l’adesione nel 2010 alla Strategia Rifiuti Zero teorizzata da Paul Connett: oltre alle attività di comunicazione e coinvolgimento attivo delle strutture nell’applicazione dei principi ispiratori di tale teoria, in risposta ad un bando del Ministero dell’Ambiente è stato predisposto il progetto “A Scuola di Rifiuti Zero” (attualmente in fase di valutazione). Il progetto individua un percorso destinato a formare esperti sul tema del riciclo e raccolta differenziata dei rifiuti, che possano a
loro volta essere moltiplicatori di tale modello a livello locale, in primis nei territori delle sei regioni partecipanti, Campania, Lazio, Marche, Piemonte, Puglia e Toscana, e, in generale, nelle realtà associative dell’Anpas. Altri grandi temi affrontati sono la partecipazione giovanile, l’innovazione e l’intergenerazionalità, con il progetto “Prove di … Azione”, presentato all’interno della Direttiva 266/91 annualità 2011* , che ha come elemento centrale delle sue azioni la promozione di una campagna di sensibilizzazione e informazione sulle iniziative di cittadinanza attiva e partecipata, nelle quali sono coinvolti i giovani stessi. La metodologia oggetto della sperimentazione sarà quella dello “scambio etico”: tempo per il volontariato in cambio dell’utilizzo di una sala prove musicale.
La progettazione con Fondazione con il Sud Dal 2006 la FONDAZIONE CON IL SUD è operativa nelle regioni del Meridione: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia beneficiano degli effetti dell’alleanza tra le fondazioni di origine bancaria e il mondo del terzo settore e del volontariato, che promuove l’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno, la crescita delle reti di solidarietà, sostenendo idee e progetti esemplari capaci di favorire lo sviluppo locale. Anpas è stata sin dal primo momento parte attiva nel processo di gestione dell’Ente, partecipando con propri rappresentanti ai suoi organismi: il Presidente Anpas è attualmente coordinatore del Comitato di indirizzo. La prima esperienza di progettazione “in rete per la rete” è partita nel 2010 in occasione dell’uscita del Bando “Sostegno a Programmi e Reti di Volontariato 2010”. Anpas è stata in grado di cogliere tale opportunità grazie ad un lavoro di supporto ai Comitati Regionali interessati dall’azione di intervento. Questi progetti da poco partiti, che hanno portato a un modus operandi organizzativo replicabile in altre situazioni, ci sostengono indicandoci come l’“infrastrutturazione sociale” sia indispensabile
per uno sviluppo equilibrato e sostenibile. È opportuno mettere l’accento sulle modalità di gestione dei programmi che ha rappresentato un modello vincente e dovrebbe essere messo a disposizione di tutta la rete diventando prassi per cogliere le opportunità offerte dai vari bandi degli enti erogatori nazionali ed europei. Alla base del lavoro c’è stato infatti uno spirito di squadra tra tutte le persone coinvolte, sia del livello nazionale che dei vari Comitati Regionali, che hanno interpretato tutta l’azione come un unico grande progetto (nazionale e regionali) che ha come fine quello di essere moltiplicatore di risorse nei territori del Sud. La costruzione dei programmi di sostegno ha dato l’occasione di confrontarsi e misurarsi con le proprie criticità interne. Le caratteristiche peculiari del bando, che vanno ad intercettare quelle reti già costituite sul territorio al fine di rafforzare il loro operato, richiedevano infatti la costruzione di un programma che rafforzasse tutta la struttura regionale e non un’idea progettuale specifica per un particolare ambito di intervento. Questo ha fatto sì che i
Comitati interessati venissero stimolati ad una autoanalisi delle proprie peculiarità da valorizzare e delle criticità per capire quali lacune strutturali e di processo fosse importante colmare per uno sviluppo. E’ stato costruito pertanto un modello di intervento che prevedeva una serie di azioni che dal livello nazionale “investisse” i Comitati regionali mantenendo ovviamente le specificità territoriali. Attualmente sono attivi 1 progetto a titolarità di Anpas, 4 progetti a titolarità dei Comitati Regionali Campania, Sardegna, Sicilia e Puglia e 1 progetto a titolarità della Pubblica Assistenza Jerry Masslo di Casal di Principe (CE), tutti approvati nell’ambito del Bando “Sostegno a Programmi e Reti di Volontariato 2010”. Filo conduttore comune di tali progetti è la riorganizzazione delle reti, nazionale nel Meridione e locale in ciascuna delle regioni interessate, mediante percorsi di formazione politica, formazione sulla comunicazione, formazione tecnica, formazione interculturale, attività di miglioramento segreterie, attività di comunicazione, attività di ricerca.
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PROGETTAZIONE SOCIALE
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I progetti approvati* KoineT - Reti e Sinergie a Sud:
e attività di comunicazione (sito web a titolarità ANPAS e attivo nelle regioni ed eventi in collaborazione con il Terzo Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Settore regionale). Sardegna e Sicilia, supporta l’attività dei Comitati Regionali, con specifica Siculamente - Sicilia nel cuore e attenzione al potenziamento delle nella mente, strutture e infrastrutture delle sedi a titolarità del Comitato Regionale meridionali; Sicilia, intende riorganizzare la rivitalizzazione dell’identità l’attività della rete regionale, con associativa e il senso di appartenenza previsione dell’attivazione e sviluppo alla rete, alla luce delle evoluzioni dei coordinamenti associativi sociali, legislative e operative nei provinciali, di percorsi formativi a territori in cui la rete è presente; la vari livelli e attività di comunicazione ridefinizione del ruolo politico e sociale (potenziamento sito web e web radio della rete Anpas, finalizzandolo ad una ed eventi in collaborazione con il Terzo maggiore e più qualificata presenza Settore regionale). nei territori meridionali; l’individuazione, attraverso il rafforzamento del dialogo interno alla Link nuovi legami e sinergie in rete e partendo dalle singole realtà regionali, di obiettivi e strategie di Campania, medio periodo, che rappresentino a titolarità del Comitato Regionale per il Movimento ANPAS il contesto Campania, si pone l’obiettivo di riorganizzazione l’attività della rete operativo verso cui tendere. regionale, con percorsi formativi a vari livelli, aggiornamento della AnpasPuglia in rete, strumentazione e accompagnamento a titolarità del Comitato Regionale delle segreterie in alcune Pubbliche Puglia, ha in previsione percorsi Assistenze, attività di comunicazione formativi a vari livelli, aggiornamento (sito web, animazione territoriale della strumentazione delle segreterie collaborazione con il Terzo Settore in alcune Pubbliche Assistenze, regionale), attività di ricerca e attività di comunicazione (sito web, mappatura della percezione della rete. giornalino e animazione territoriale), attività di ricerca e mappatura della percezione della rete.
Forza Paris - tutti insieme,
a titolarità del Comitato Regionale Sardegna, ha in previsione percorsi formativi a vari livelli, lo sviluppo di uno standard minimo tecnologico delle segreterie delle Pubbliche Assistenze
* http://goo.gl/wC7OA Altri link Progetti sperimentali http://goo.gl/YVcsF www.fondazioneconilsud.it Il bando 2010 http://goo.gl/DNRxV
PROGETTAZIONE SOCIALE
Criticità, aspetti da valorizzare e ipotesi di scelte future
* http://www.samaritan.info http://www.cev.be/
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Alla luce della esperienza maturata sia nell’ambito della progettazione generale che di quella specifica con Fondazione con il Sud, si impone a questo punto una attenta valutazione di alcuni elementi importanti per le scelte strategiche future: Aspetti critici - mancanza di una cultura della progettazione che dovrebbe costituire, invece, una base solida su cui impostare le politiche di crescita e sviluppo associativo. Questa mancanza diviene molto evidente nel contesto territoriale interessato da Fondazione con il Sud: sono stati infatti rilevati deficit organizzativi dei Comitati Regionali interessati che, insieme ad una scarsa consapevolezza delle loro stesse potenzialità, diviene forte freno alla diffusione di una cultura della progettazione quale strumento di supporto alle politiche di sviluppo; -presenza di limitate risorse umane (limitazione più accentuata nelle regioni meridionali) con competenze in tema di progettazione, necessario mezzo per perseguire tali politiche -limitazione territoriale, data dal coinvolgimento di sole alcune regioni meridionali nelle attività della Fondazione con il Sud. Aspetti da valorizzare - importanti esperienze progettuali presenti nel movimento, maturate anche nel quadro di programmi europei, - esperienze di progettazione sociale di successo nel Meridione che danno atto di una capacità di lettura dei bisogni del territorio e di risposta con azioni forti e mirate, come pure il positivo sfruttamento delle sinergie create da reti di conoscenze sviluppatesi negli ultimi anni. - le sinergie derivanti dalla partecipazione a reti europee, come SAMI (Samaritan International) e CEV (Centro Europeo Volontariato) Ipotesi di scelte strategiche future -condivisione dei risultati e benefici della progettazione sociale finanziata da Fondazione con il Sud con le altre regioni non interessate dall’attività della Fondazione; -supporto al lavoro ed alla crescita di un gruppo di facilitatori della progettazione, promuovendo la formazione di nuovi elementi; - creazione di un gruppo di progettazione “trasversale” tra i vari Comitati Regionali, che supporti le attività di progettazione locale a sostegno delle risorse locali; - integrazione con le aree di attività del movimento (es. Europa).
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PROTEZIONE CIVILE
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* Piano Triennale 2009-2011 (p. 25) http://goo.gl/L7Rjh ** Regolamento Protezione Civile http://goo.gl/CclLx *** Campi scuola Anpas http://goo.gl/ m2V9f ***** Rifiuti Zero http://goo.gl/ln0lV
Save the Children www. savethechildren.it Il protocollo Anpas-Save the Children http://goo.gl/bTZ3Y
a cura di Carmine Lizza responsabile nazionale Protezione Civile
Il triennio della Protezione Civile. «Forti delle esperienze maturate negli anni e del cambiamento che è avvenuto nell’ambito legislativo e politico della protezione civile, ANPAS deve riorganizzarsi per essere, come lo è da sempre, organismo di coordinamento per tutte le Pubbliche Assistenze associate e punto di riferimento, nei confronti del Dipartimento di Protezione Civile e degli altri organismi decentrati, di tutto il volontariato. L’obiettivo può sembrare ambizioso ma la credibilità che, attraverso il lavoro svolto dai nostri volontari, abbiamo acquisito in seno agli organismi nazionali e regionali ci consente di ambire, senza superbia, a questi traguardi».
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on questa frase si apriva il programma di lavoro di Anpas Protezione Civile per il triennio 2009/2011* , un periodo caratterizzato da moltissime emergenze (Abruzzo, Sicilia, Liguria e Toscana solo per citare le principali) ma che ha visto anche il raggiungimento di importanti risultati. In questo triennio si è finalmente concretizzata la realizzazione della colonna mobile nazionale ed è stata stipulata la prima convenzione con il Dipartimento di Protezione Civile. Ma questi sono i due aspetti più concreti del cammino e quelli anche più facili da realizzare perché rientravano nell’ottica “classica” della protezione civile in Italia, così come il lungo e stressante intervento di Anpas in Abruzzo, sorprendente per numeri e qualità. Quelle che invece sono il vero valore aggiunto di Anpas Protezione Civile in questo triennio e la vera base di partenza per il futuro, sono le attività diverse dall’emergenza che si sono concretizzate in tre aspetti principali: la riorganizzazione del settore, le attività di prevenzione e l’attenzione all’ambiente ed ai beni comuni. Alcuni passaggi concreti di questo percorso sono stati il nuovo regolamento
di Anpas Protezione Civile** , ai campi scuola***, la campagna di prevenzione “Io non rischio”**** e l’adesione alla strategia Rifiuti Zero***** . L’attività di questo triennio si è caratterizzata anche per l’apertura a nuove collaborazioni prima fra tutte quella con Save the Children. Le due organizzazioni hanno dimostrato come da un’emergenza (parliamo ancora dell’Abruzzo) e dalle incomprensioni nate dalla poca conoscenza reciproca (la gestione degli spazi per bambini nel campo di Acquasanta) possa nascere una collaborazione seria, costruttiva e che guarda al futuro. Il 28 gennaio 2011 è stato firmato il protocollo fra Anpas e Save the Children che si sta concretizzando con la collaborazione per i campi scuola, l’integrazione delle due organizzazioni nella colonna mobile nazionale ed alcuni percorsi formativi tramite i quali, Anpas Protezione Civile, vuol contaminare il resto del movimento su problematiche legate ai minori.
PROTEZIONE CIVILE
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La protezione civile è una scienza
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a protezione civile è una scienza, che esige rigore, precisione, capacità di predizione, nei limiti del possibile, e di prevenzione. Una scienza altamente interdisciplinare, che corre dalla matematica, alla fisica, dalla dinamica dei fluidi a quella degli esseri umani, dalla psicologia all’ingegneria, dall’ecologia all’economia, dalla computer science alla teoria della comunicazione, e altro ancora. Una scienza sempre più necessaria, perché gli eventi accaduti e quelli potenzialmente catastrofici stanno aumentando di numero e intensità anno dopo anno. Gli scenari rilevati, anche alla luce degli ultimi eventi in Toscana ed in Liguria, hanno evidenziato da un lato l’estrema fragilità del nostro Paese e dall’altro l’immenso lavoro che si prospetta per mettere in sicurezza territori, persone ed economia. In questo contesto, in Anpas si è aperta una forte discussione interna che ha portato le Pubbliche Assistenze a riflettere sul loro ruolo, trovando i punti di unione fra il compito assegnato dal sistema di Protezione Civile a tutti i livelli e le finalità statutarie. La sintesi di questo processo è confluita nel nuovo Regolamento di Protezione Civile che ha già indicato in maniera evidente i prossimi obiettivi: formazione e difesa dei beni comuni. La formazione deve essere fortemente caratterizzata e capace di indurre la progressiva diffusione di un livello comune di consapevolezza, di conoscenza e di procedure tali da permettere non solo una diffusione di nozioni agli addetti ai lavori ma anche e soprattutto un processo culturale tra i cittadini. Non più una formazione legata solo al saper fare ma anche al saper essere, non più rivolta solo all’emergenza ma anche alla prevenzione, non più rivolta solo ai volontari di Protezione Civile ma anche ai cittadini che possono collaborare attivamente alla salvaguardia sul loro territorio. Rilanciando i principi della L. 225/1992* il settore Protezione Civile, dunque, non deve
essere più rivolto solo all’emergenza ma deve diventare prima di tutto un’azione di prevenzione civile attraverso l’individuazione, la cura, la tutela e la promozione dei beni comuni e del territorio. Le Pubbliche Assistenze rappresentano naturalmente i luoghi deputati all’individuazione dei beni comuni ed all’innesco dei processi di assunzione di responsabilità verso di loro. Questa responsabilità ci deriva dalla fiducia che ci dà la popolazione per il ruolo che la Protezione Civile rappresenta. A valle di una tragedia non vorremmo più sentire che l’evento era imprevedibile, che non si conosceva la pericolosità del territorio o peggio ancora che non ci sono i fondi necessari per predisporre e rendere attuabili i piani di Protezione Civile. Il principio di precauzione, secondo il quale gli esseri umani vanno messi al corrente dei rischi che incombono sul proprio territorio seppure con probabilità di evento basse, è di strategica importanza. Inoltre la coscienza razionale del pericolo e la conoscenza diffusa di alcuni modi e comportamenti, contribuisce alla riduzione del panico e dei suoi effetti caotici nelle fasi dell’emergenza. Dunque bisogna cominciare a strutturare una campagna di comunicazione ed informazione capillare dei rischi (sul modello sperimentato dal progetto Io non Rischio) e delle precauzioni che ciascun cittadino deve prendere. Solo così potremo parlare di una protezione civile di massa e partecipata in cui i suoi principi basilari e le sue regole elementari di autodifesa entrano a fare parte del corredo genetico di ogni cittadino.
* Legge 24 febbraio 1992, n. 225, Istituzione del servizio nazionale della protezione civile http://goo.gl/SLx0f
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SERVIZIO CIVILE
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*ANPAS INFORMA n. 3 - maggio 2010 http://aoo.gl/ LwuLg ** Legge 64, 6 marzo 2011 http://goo. gl/7XwM9 *** NdR: la nota è stata definita quando era in carica il Governo Berlusconi IV **** Piano Triennale 2009 – 2011 (pag. 32) http://goo.gl/R1Ibl
a cura di Maurizio Garotti responsabile nazionale Servizio Civile
Dalla toppa al rattoppo
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rendo spunto da una vecchia analisi del settore* (del maggio 2010), che definiva quella del Governo una “politica della toppa”, ampliandola, dal momento che l’attuale situazione per quanto riguarda il servizio civile nazionale è più sul rattoppo, cioè qualcosa di ancor meno strutturato e organico di una singola toppa. Non è una bella immagine. Ma per un’esperienza positiva come quella del Servizio Civile uno spererebbe di scrivere ben altro dovendo fotografare tre anni trascorsi intensamente e con la passione e l’impegno che dipendenti e volontari di Anpas da sempre mettono nelle attività del settore. Invece il discorso torna sulla ripida discesa del finanziamento, la poca voglia di riformare la Legge 64/2001 , nonché il grigio tendente al nero che si intravede sbirciando nei finanziamenti futuri. Tutte le Istituzioni (partendo dal Sottosegretario, passando dal Presidente del Consiglio per arrivare al Presidente della Repubblica***) non perdono occasione per esaltare il valore e i risultati ottenuti in questi anni dal Servizio Civile. Nessuno però muove un dito quando in quattro anni il calo del finanziamento arriva al 40% o quando si prevedono ulteriori drastici tagli con la prossima Legge di stabilità, a fronte invece di ingenti investimenti nel settore della difesa per l’acquisto di nuovi F35. E questo ci indigna ancora di più, perché sono 15 i miliardi di euro che saranno spesi per comprare 131 cacciabombardieri (quindi armi di offesa e non di difesa, eppure l’Italia ripudia la guerra, ma non si sa mai, meglio armarsi fino ai denti!) che potrebbero essere spesi per altro, dalla sanità, alla cultura, dalla scuola al servizio civile. Nel piano triennale del settore****, presentato al Consiglio Nazionale del
15 febbraio 2009, si ponevano come urgenze non procrastinabili quelle di trovare stabilità nei finanziamenti e rivedere la Legge 64/2001.
Quali sono i risultati alla fine del 2011?
La Legge è nel cassetto non si sa di quale parlamentare, sottosegretario, commissione che sia; il finanziamento è in continua discesa ed ora c’è anche la scusa buona della crisi. Dentro questa situazione generale c’è la specificità della struttura Anpas. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo per distinguerci dalla situazione di “rattoppo” che si percepisce sul Servizio Civile? Credo che l’analisi di questi tre anni imponga questa riflessione e che per buona parte l’impegno da parte di Anpas ci sia stato. Ci siamo mobilitati per raccogliere firme, per cercare contatti con chi potesse dare risalto alle nostre idee ed iniziative, per mettere il riflettore sopra la situazione del settore. Potevamo fare di più? Può darsi, ma ci siamo mossi e ci abbiamo creduto. Così come abbiamo mantenuto l’impegno di tenere alto il livello del Servizio Civile. Insistendo su una formazione di qualità, su controlli di correttezza dei progetti e, cosa non secondaria, continuando ad investire risorse (economiche ed umane) in quello che da sempre Anpas vede come un settore naturale, nato per stare insieme alla storia stessa del movimento. Sarà il tempo che ci dirà come la trentennale esperienza dell’obiezione di coscienza e del Servizio Civile Nazionale abbia cambiato la storia e l’essenza del movimento, per il semplice fatto che ha coinvolto direttamente i giovani e le Pubbliche Assistenze
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SERVIZIO CIVILE
Quindi noi bravi e il Governo cattivo?
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redo sia troppo semplice. In questi anni, un po’ obbligati ed un po’ per difficoltà nostre, ci siamo guardati spesso allo specchio. Dalle dimensioni delle aree ai loro costi, dal bilancio del settore alle quote, dalle rivendicazioni in termini di posti interni ad Anpas all’impegno per ottenere nuovi finanziamenti. L’analisi e gli obiettivi di un settore che naviga a vista non sono certo facili, ma la possibilità di fare meglio penso ci fosse. Penso a quanto ci siamo impegnati per far “sentire” la nostra voce. Non potevamo davvero fare di più? Le raccolte firme (piccole cose ma esemplificative) sono riuscite solo in alcune zone più colpite in quel periodo dai tagli. Credo che l’impegno e l’interesse di una struttura nazionale avrebbe dovuto portare a ben altri risultati che sono diventati positivi solo paragonati all’immobilismo di altri enti. Sull’analisi interna e di bilancio abbiamo speso molto tempo, energie e risorse. Ma i risultati ottenuti e gli obiettivi prefissati sono stati davvero di “struttura” o ci siamo un po’ “governizzati” ed abbiamo messo un rattoppo su un bilancio in rosso? Riconosco che questa nota, più che un’analisi è fatta da interrogativi, ma credo che per poter guardare questi tre anni con gli occhi di chi deve immaginare anche i prossimi tre, certe risposte vadano trovate o rischiamo di diventare sarti magari migliori di quelli che stanno al Governo (e non ci vuole molto), ma rischiamo comunque di restare “rattoppatori” e credo che quest’ipotesi poco si abbini all’idea di Servizio Civile di Anpas. Credo fermamente che gli enti che hanno contributo a creare il Servizio Civile raccogliendo i valori ed il bagaglio dell’obiezione di coscienza abbiano il dovere di mantenere viva questa esperienza proteggendola con tutte le loro forze. Noi del servizio civile ci siamo stufati di essere una minoranza che chiede tutela,
vogliamo riappropriarci della pacifica rivolta del “non accetto” opponendoci con tutte le nostre forze al tentativo di smantellamento del Servizio Civile Nazionale perpetrato con la riduzione delle risorse necessarie e con lo svuotamento dei suoi valori che a volte fa sì che sia presentato come un surrogato del lavoro. Fare i “rattoppatori” non solo sfianca, ma rischia di distrarci dall’essenza del Servizio Civile, facendoci perdere di vista il fatto che il Servizio Civile Nazionale in Anpas rende ancora più ovvio, chiaro ed evidente cosa vuol dire essere una Pubblica Assistenza. I volontari, a fianco dei giovani in Servizio Civile Nazionale, intervenendo quotidianamente svolgono un servizio di assistenza all’altro, scongiurando i guasti sociali e di fatto contribuiscono a rimuovere gli ostacoli affinché, così come previsto dalla nostra Costituzione, tutti i cittadini siano veramente uguali. È importante riflettere su questa esperienza e faremo tutto quanto è possibile per mantenerla viva raccogliendo il bagaglio che il servizio civile ci consegna e che accomuna questa esperienza a quella di Anpas che, da oltre un secolo, attraverso un fare quotidiano di centinaia di migliaia di cittadini, ha di fatto contribuito a garantire un maggiore equilibrio, tutela e qualità della vita. E’ un compito arduo è vero, ma le difficoltà possono essere delle incredibili occasioni e noi siamo abituati a fronteggiarle.
Approfondimenti Intervento di Fabrizio Cavalletti, seminario “L’Anpas e la costruzione di una nuova cittadinanza”, Lagonegro, giugno 2010 http://goo.gl/hqrqC Documento approvato dal Consiglio Nazionale ANPAS, ottobre 2010 http://goo.gl/mD7mT Bilanci Sociali ANPAS • 2008, pag. 54 http://goo.gl/C971f • 2009, pag. 70 http://goo.gl/sQQP3 • 2010, pag. 70 http://goo.gl/jr9V8
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SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
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*Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 http:// goo.gl/0l0nf ** Disposizioni integrative e correttive al decreto legistlativo 9 aprile 2008, n.81 106/2009 http://goo.gl/ mY7Id ***Decreto 13 aprile 2011 http:// goo.gl/qrqaf
a cura di Fabrizio Pregliasco responsabile Decreto 81 (ex Legge 626) sicurezza sui luoghi di lavoro
Il triennio
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n questo triennio il concetto di salute e sicurezza nei luoghi di svolgimento delle nostre attività è stato completamente sconvolto dagli effetti del Decreto 81/2008 (Testo Unico Sicurezza*). La continua evoluzione e trasformazione del Testo Unico ha reso necessario un enorme sforzo per comprendere appieno e quindi comunicare in modo semplice e corretto le implicazioni per le nostre Associazioni e le responsabilità di presidenti e volontari. L’Anpas, insieme alla Confederazione delle Misericordie, ha quindi avviato immediatamente un percorso comune col duplice obiettivo di essere di supporto alle Associazioni per l’applicazione della nuova normativa, e di predisporre proposte da presentare alle Istituzioni competenti.
La visione dell’Anpas e le proposte normative
Pur condividendo il principio generale che anche i lavoratori ed i volontari delle Pubbliche Assistenze agiscano in piena sicurezza, l’Anpas si è immediatamente attivata per il riconoscimento della specificità e peculiarità del Volontariato, riuscendo ad ottenere la previsione di un Decreto attuativo specifico. La proposta dell’Anpas prevedeva l’applicazione del Decreto 81/2008 per tutte le Associazioni al fine di garantire la sicurezza dei volontari e dei lavoratori che operano all’interno delle nostre Associazioni, ma con alcune semplificazioni per alleggerire il carico burocratico e il regime sanzionatorio, soprattutto proponendo la sostituzione delle responsabilità penali a carico del legale rappresentante con sanzioni amministrative. Con il Decreto Legislativo 106/2009** il Ministero ha radicalmente cambiato l’impostazione dell’inquadramento dei volontari, equiparandoli non più al lavoratore subordinato ma al lavoratore autonomo. Questo, pur soddisfacendo la
necessità di alleggerire gli adempimenti a carico dell’Associazione, grava il volontario di obblighi la cui violazione potrebbe avere una rilevanza persino penale. Sono rimasti inalterati gli obblighi nei confronti del personale dipendente e il relativo sistema sanzionatorio (anche penale) che non tiene conto della natura volontaria della carica di Presidente di una Associazione di Volontariato. Il decreto 13 aprile 2011*** ha invece previsto obblighi diversi in materia di sicurezza per i volontari di protezione civile (che entreranno in vigore a partire da gennaio 2012), creando non pochi dubbi interpretativi sull’identità, e quindi sulla normativa di riferimento, di un volontario che svolge attività di protezione civile in una Associazione iscritta nei registri del volontariato. I volontari di protezione civile verrebbero infatti equiparati al lavoratore subordinato, esclusivamente in relazione alla necessità di formazione, informazione e addestramento, al controllo sanitario, ed alla dotazione di Dispositivi di Protezione Individuale nell’ambito delle attività di protezione civile. La Consulta delle Organizzazioni di Volontariato di Protezione civile ha delegato alcuni esperti, fra i quali il consulente Anpas, a partecipare ad un Tavolo del Dipartimento Protezione Civile che elaborerà un ulteriore decreto applicativo per regolamentare la sorveglianza sanitaria dei volontari adibiti ad attività di protezione civile. Uno degli obiettivi è quello di prevedere le modalità attraverso cui Regioni, Province, Comuni e Dipartimento possano farsi carico delle spese di tali attività per non pesare ulteriormente sui bilanci delle Associazioni. Stiamo inoltre monitorando con attenzione la modalità con cui le Associazioni dovranno assicurare adeguata formazione ai volontari.
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SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
Attività a sostegno delle associazioni * ANPAS Informa n. 2 marzo 2010 (pag. 11) http://goo.gl/tUpXb
Nel 2009 e nel 2010 sono state realizzate ed inviate a tutte le Pubbliche Assistenze le prime due edizioni della guida Volontariamente Sicuri*, con la preziosa collaborazione del Geometra Nicola De Rosa. La guida si è dimostrata un pratico strumento di ausilio alle associazioni ed ai volontari stessi per affrontare i propri adempimenti. Un altro momento importante è stato l’incontro formativo (Carpi, febbraio 2010) rivolto a tutti i componenti degli organismi nazionali ed ai Presidenti
Obiettivi e prospettive future
Regionali sul tema della sicurezza. Sono inoltre stati promossi incontri formativi/informativi territoriali in diverse regioni, ai quali ha partecipato come formatore il consulente di Anpas nazionale. Questa attività di formazione ed informazione sta dando importanti risultati in termini di conoscenza della normativa di riferimento e soprattutto di consapevolezza dell’importanza dell’argomento e delle responsabilità in gioco.
L’obiettivo dell’Anpas rimane quello di tutelare le Pubbliche Assistenze rispetto ad un insostenibile appesantimento burocratico ed economico, garantendo comunque la sicurezza dei volontari e dei lavoratori che operano all’interno delle nostre associazioni. Al fine di raggiungere questo obiettivo, le attività da prevedere nel prossimo mandato sono: Fare una ricognizione sui medici e sui consulenti tecnici disponibili a far parte di un ufficio centrale sicurezza e salute e a lavorare con le Associazioni ANPAS con criteri concordati. Promuovere la formazione per i datori di lavoro, i dirigenti ed i preposti delle nostre Associazioni. Promuovere la cultura della sicurezza nelle attività dell’ANPAS e delle Pubbliche Assistenze, anche attraverso l’organizzazione di iniziative specifiche su questo tema. Organizzare incontri con le Istituzioni affinché abbiano un quadro più chiaro delle peculiarità delle associazioni di volontariato rispetto alle altre realtà. Supportare le associazioni nell’attività di informazione ai volontari, attraverso la realizzazione di strumenti di facile consultazione che potrebbero essere utilizzate nel corso della formazione ai volontari e attraverso la realizzazione di una piattaforma on-line per la formazione a distanza dei volontari.
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TESSERAMENTO
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51° CONGRESSO NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE
a cura della Presidenza Nazionale Fausto Casini, Luciano Dematteis, Fabrizio Pregliasco
Tesseramento nazionale dei soci Il nostro movimento trova la sua particolare capacità inclusiva nella laicità intesa nella sua accezione originaria e cioè derivante da laikos=popolo. Le Pubbliche Assistenze sono da sempre luogo di partecipazione per tutti i cittadini di qualunque religione, etnia e genere e da sempre Anpas riconosce come suo patrimonio insostituibile l’insieme dei soci (volontari e sostenitori) che formano le associazioni. Per questo motivo dal 1993 (43° Congresso nazionale) viene consegnata una tessera che riproduce, oltre al simbolo nazionale, anche quello della Associazione di appartenenza per sottolineare il valore della autonomia organizzativa e del radicamento nel territorio e nelle comunità locali. Il 49° Congresso nazionale (2005) ha consegnato ad ognuno di noi, dirigenti di Pubbliche Assistenze e di Anpas l’impegno verso il rafforzamento del tesseramento nazionale soci (volontari e sostenitori) fino ad elevarlo, dal 2007, ad un dovere per tutte le associate.
I soci e il loro riconoscimento: una scelta che deriva dalla storia 1892 Nel Patto federale fra le Associazioni
di Pubblica Assistenza ed affini, troviamo il rimando alla figura del socio ed al legame con la rappresentanza: «Il Consiglio federale rappresenta la Federazione: è formato da tutti i Presidenti delle singole Associazioni federate che contino un numero di soci effettivi non minore di 100
e che funzionino regolarmente almeno da un anno. Le Associazioni che avranno un numero di soci inferiore a 100 saranno rappresentate(…) da uno dei Consiglieri mediante Delegazione». Negli anni ’70, nel periodo delle grandi riforme e della crescita e riconoscimento del ruolo delle Pubbliche Assistenze e del coordinamento nazionale, il concetto si rafforza: 1975 Premesse dello Statuto della Federazione: «i soci delle Associazioni di Pubblica Assistenza e Soccorso sono elementi costituenti la forza e la rappresentatività delle Associazioni, delle loro Unioni, della Federazione Nazionale (…) Due categorie fra loro complementari: i soci volontari sono coloro che, compreso il valore umano e sociale dell’opera attiva per la salute ed il soccorso, gratuitamente mettono a disposizione della collettività, tramite le Associazioni di Pubblica Assistenza, una parte del proprio tempo libero per realizzare i compiti stabiliti dagli organi statutari delle associazioni e della Federazione costituiscono l’elemento rilevante di diretta partecipazione nella organizzazione volontaria. (...) I soci ordinari sono coloro che non avendo possibilità di prodigarsi nelle attività specifiche ed opere dirette nell’ambito del corpo volontari, danno il loro apporto in altre forme attive e partecipi alla vita ed allo sviluppo delle Associazioni stesse, senza discostarsi dai principi informatori».
TESSERAMENTO
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Il tesseramento nel triennio 2009/2011 870
861
868
864
491
804
823
837
2006*
2009
2010
2011
*Ultimo anno in cui il tesseramento non è obbligatorio
Numero di Associazioni che hanno aderito al tesseramento soci di ogni anno. Numero di Associazioni aderenti ad Anpas al 31 dicembre di ogni anno.
Tessere soci sottoscritte ogni anno 304.400
380.398
386.132
375.250
2006*
2009
2010
2011
2011
Numero di associazioni che hanno aderito al tesseramento soci rispetto al numero di tessere soci acquistate (suddivise per fascia)
Le fasce utilizzate nello schema sono uguali agli scaglioni su cui viene calcolato l’importo per il pagamento delle tessere associative nazionali (da 1 a 100 – da 101 a 200 – da 201 a 3000 – da 3001 in poi).
500 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0
2006*
2006*
2009
2009
2010
2010
2011
da 301 in poi
2010
da 1 a 10 da 101 a 200 da 201 a 300
2009
da 1 a 10 da 101 a 200 da 201 a 300 da 301 in poi
2006*
mila 400 390 380 370 360 350 340 330 320 310 300
da 1 a 10 da 101 a 200 da 201 a 300 da 301 in poi
900 850 800 750 700 650 600 550 500 450 400
Numero di tessere soci sottoscritte al 31 dicembre di ogni anno.
da 1 a 10 da 101 a 200 da 201 a 300 da 301 in poi
Numero di associazioni che hanno aderito al tesseramento soci di ogni anno.
2011
N d SETTORI ote
51° CONGRESSO NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE
ei
Numero di associazioni che hanno sottoscrtitto la polizza volontari con Anpas
mila 26,5 26,0 25,5 25,0 24,5 24,0 23,5 23,0 22,5 22,0
350 340 330 320 310 300 290
Numero polizze volontari sottoscritte
2006*
2009
2010
2011
2006*
2009
2010
2011
Numero di tessere soci sottoscritte annualmente suddivise per Regione BASILICATA
2011 2010 2009 2006
FRIULI V.G
2011 2010 2009 2006
MOLISE
2011 2010 2009 2006
VALLE D’AOSTA
2011 2010 2009 2006
0
ABRUZZO
2011 2010 2009 2006
CALABRIA
2011 2010 2009 2006
CAMPANIA
2011 2010 2009 2006
LAZIO
2011 2010 2009 2006
PUGLIA
2011 2010 2009 2006
SARDEGNA
2011 2010 2009 2006
SICILIA
2011 2010 2009 2006
0
1.000
2.000
3.000
200
4.000
400
5.000
600
6.000
800
7.000
1.000
8.000
9.000
1.200
10.000
47/50
TESSERAMENTO
UMBRIA
2011 2010 2009 2006
VENETO
2011 2010 2009 2006
0
1.000
LOMBARDIA
2011 2010 2009 2006
MARCHE
2011 2010 2009 2006
PIEMONTE
2011 2010 2009 2006
0
5.000
EMILIA ROMAGNA
2011 2010 2009 2006
LIGURIA
2011 2010 2009 2006
0
TOSCANA
2.000
5.000
10.000
3.000
4.000
10.000
15.000
20.000
5.000
6.000
7.000
15.000
25.000
30.000
8.000
20.000
35.000
40.000
9.000
10.000
25.000
45.000 50.000
2011 2010 2009 2006
185.000
190.000
195.000
200.000
205.000
210.000
In molte Regioni si nota una diminuzione del Tesseramento dal 2010 al 2011, riconducibile ad una riduzione diffusa del numero dei Soci sostenitori. Nonostante il fisiologico turn-over tra i volontari, il loro numero si mantiene costante. Nel caso della Basilicata la diminuzione delle tessere è stata causata anche dalla riduzione del numero di Associazioni. In Abruzzo, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Molise e Puglia si riscontra invece un aumento: per le prime due regioni la motivazione è da ricercare nell’aumento delle Associazioni mentre per le altre tre si è notato un aumento diffuso della sottoscrizione al Tesseramento.
N d SETTORI ei
51° CONGRESSO NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE
TESSERAMENTO
ote
Raccolta elenco soci triennio ‘09/’11
N
el 2008 è iniziata la richiesta degli elenchi soci alle Pubbliche Assistenze con l’obiettivo di costruire una banca dati, una occasione per valorizzare il patrimonio umano rappresentato dai soci delle associate Anpas e per renderli consapevoli dell’appartenenza, oltre che alla realtà associativa locale, alla più grande organizzazione di volontariato presente in Italia. Anche in questo caso la nostra storia
ci viene incontro con la dimostrazione che già nel 1892 si parlava della pubblicizzazione degli elenchi soci: «Le Associazioni che fanno parte della Federazione dovranno (...) inviare al Commissario federale una relazione sull’andamento morale ed econo¬mico finanziario, insieme all’elenco nominativo dei soci regolarmente iscritti». Patto federale fra le Associazioni di Pubblica Assistenza ed affini, art. XIV.
Numero di associazioni che hanno inviato gli elenchi soci Numero di associazioni aderenti ad Anpas al 31 dicembre di ogni anno.
870
868
864
284
334
292
2009
2010
2011
Tipologia invio elenco soci
invio su carta
invio su file
350 300 250 200 150 100 50 0
2009
2010
2011
TESSERAMENTO
Il desiderato di Anpas
Approfondimenti Bilanci Sociali ANPAS • 2008, pag. 44 http://goo.gl/JgLhZ • 2009, pag 52 http://goo.gl/sQQP3 • 2010, pag. 48 http://goo.gl/jr9V8
49/50
A cinque anni dall’obbligatorietà del tesseramento nazionale e attraverso l’analisi del suo andamento quale è l’obiettivo che Anpas si pone? Sicuramente quello di un consolidamento dei risultati ottenuti in termini di adesione da parte delle Associate e che possiamo definire ottimi. Contemporaneamente però è fondamentale operare per un salto reale e consistente nel numero di tessere sottoscritte stabilizzatosi intorno ai 400.000, ma con un andamento in leggera diminuzione. Una sfida può essere rappresentata a fianco della promozione del tesseramento soci dalla costruzione – in collaborazione con le associate ma anche con i Comitati regionali - di una banca dati nazionale e completa di tutti i soci Volontari Anpas. La richiesta degli elenchi dei soci volontari, in alternativa a quello completo di tutti i soci, può in alcuni casi favorire l’invio da parte della associata e quindi l’obiettivo che Anpas si pone rispetto ad una raccolta di dati che, ad oggi, risulta ancora troppo parziale. I volontari sono la base imprescindibile della sopravvivenza di Anpas. Dietro il principio una tessera-una persona c’è la solidità e la tenuta del movimento, ma soprattutto la necessità che, attraverso i moderni sistemi di comunicazione, i soci possano confrontarsi in modo veloce e diretto, riconoscendosi comunque con spirito di appartenenza ad Anpas, ma senza per questo perdere le singole peculiarità.