Note settori
Una sfida per le pubbliche assistenze e la rete ANPAS
indice Adozioni e cooperazione internazionale
3 a cura di Luigi Negroni
Archivio e Archivio Storico
5 a cura di Ilario Moreschi e Maurizio Garotti Formazione
7 a cura di Egidio Pelagatti Monitoraggio, verifica e controllo
9 a cura di Fabrizio Pregliasco, Ilario Moreschi, Carlo Castellucci Politiche Europee rapporti con le reti internazionali
12 a cura di Fabrizio Pregliasco
Politiche Gestionali del Lavoro e CCNL Anpas
14 a cura di Carlo Castellucci
Politiche Giovanili e pari opportunità
15 a cura di Elsa Fulgenzi
Politiche Sanitarie e affidamento dei servizi
16 a cura di Fabrizio Pregliasco
Progettazione nazionale ed europea
19 a cura di Lamberto Cavallari
Protezione Civile, ambiente e territorio
21 a cura di Carmine Lizza
Pubbliche relazioni, immagine e grandi eventi
23 a cura di Fabrizio Pregliasco e Lamberto Cavallari Servizio Civile
25 a cura di Ilario Moreschi Sviluppo del Movimento
27 a cura di Fabrizio Pregliasco, Ilario Moreschi, Carlo Castellucci Progetto PAC, Politiche Anpas per i Centri di Servizio, 31 Tavolo sviluppo del Movimento a cura di Lorenzo Colaleo Tesseramento nazionale 32 a cura di Ilario Moreschi
COSA SONO LE NOTE DEI SETTORI
Sono lo strumento di lettura su quanto realizzato nel corso dell’ultimo quadriennio dalla Direzione nazionale uscente. Ogni settore di lavoro analizza le scelte strategiche che sono state prese, le criticità riscontrate, gli obiettivi che si intendono lasciare per il futuro del movimento nazionale delle pubbliche assistenze Anpas.
Adozioni e cooperazione internazionale a cura di Luigi Negroni
1. ADOZIONI INTERNAZIONALI 1.1 ATTIVITÀ DEL QUADRIENNIO PRECEDENTE Non si è fermato e si è anzi intensificato il calo globale delle adozioni internazionali. Anche in Italia, rispetto ai quasi 3000 bambini adottati entrati in Italia nel 2013, quest’anno si prevede che gli ingressi si confermeranno come lo scorso anno intorno alle 1100 adozioni. Benché le motivazioni del calo siano molteplici, è innegabile che tra esse si registra anche una disaffezione verso l’istituto dell’adozione internazionale che deriva dall’allontanamento dalla cultura dell’accoglienza. Nonostante il calo nel numero di nuovi incarichi assunti da coppie aspiranti all’adozione, registrato in particolare nel 2016, nel quadriennio Anpas ha mantenuto approssimativamente stabile il numero di procedure adottive concluse per anno. Tuttavia, di 14 paesi in cui è autorizzata ad operare, lavora attualmente soltanto con tre: Armenia, Costa Rica e Taiwan. Gli altri paesi, con cui Anpas ha lavorato in passato ma che non sono attualmente attivi, sono fermi per motivi diversi che vanno dalle modifiche normative in corso (Senegal); alla chiusura delle procedure decisa per motivi politici (Mali, Kenya, Gambia); o dall’estremo rallentamento delle pratiche (Bulgaria, Sri Lanka); al blocco decretato da diverse Autorità Centrali occidentali (Nepal). Dei tre paesi attivi, Taiwan e Costa Rica sono entrambi stabili e affidabili, con modalità operative molto chiare e definite, mentre con l’Armenia si registrano delle criticità, sia per il numero molto ridotto di proposte di abbinamento sia per le modalità ancora non ben congegnate. In tutti e tre i paesi, comunque, i tempi di attesa per le coppie che concludono l’adozione sono ragionevoli e in linea con il dato generale. Nel precedente quadriennio Anpas aveva anche richiesto l’estensione ad operare in tre nuovi paesi africani: Ghana, Repubblica Democratica
del Congo e Sud Africa. Per il Congo abbiamo ricevuto dalla CAI (Commissione Adozioni Internazionali) una comunicazione di diniego definitivo nel 2018 ma, data la situazione poco chiara che si era determinata nel paese e la sospensione a tempo indefinito delle adozioni internazionali, si è preferito non presentare istanza di riesame. Restano ancora in attesa di definizione invece le richieste ad operare in Ghana e Sud Africa. Per entrambi questi paesi abbiamo collaborato con la CAI nella raccolta di dati aggiornati e nella stesura di schede informative. Per il Sud Africa si è lavorato anche per promuovere il dialogo tra le due Autorità Centrali, affinché si possa arrivare a siglare un accordo bilaterale che consenta agli Enti italiani di lavorare in Sud Africa. Si è infine lavorato, con la CAI e attraverso la collaborazione con altri enti, affinché venisse rimosso il blocco delle adozioni internazionali con il Nepal, registrando alcuni successi preliminari. Si attende ora un incontro tra le due autorità che dovrebbe avvenire in gennaio 2019 e che si auspica possa portare alla riapertura delle attività con il paese. 1.2 CRITICITÀ Oltre al già segnalato calo di disponibilità delle coppie per le adozioni internazionali, le principali difficoltà derivano dal mancato supporto ricevuto dalla CAI negli anni passati. Da parte della CAI, a causa di precedenti atteggiamenti di discontinuità nella collaborazione e nel sostegno dell’operatività degli Enti, si è avuta la tendenza a non introdurre novità sia per le coppie sia per gli Enti. Con la nuova Vice-Presidenza della CAI si sono tuttavia sviluppati spazi per promuovere modalità maggiormente collaborative di cui beneficerebbero, oltre che le famiglie adottive, sia l’operatività dell’Istituzione che quella degli Enti. Purtroppo non è ancora stato ripristinato il bando annuale per il finanziamento dei progetti di sussidiarietà, sospesi ormai dal 2011.
1.3 OBIETTIVI PER IL PROSSIMO QUADRIENNIO L’obiettivo del settore adozioni internazionali nel prossimo quadriennio sarà necessariamente diretto al rafforzamento della collaborazione con i Paesi in cui già opera. Sarà anche rivolto ad intensificare la costruzione di una rete con gli altri Enti autorizzati al fine di promuovere modalità di lavoro collaborative con la CAI. Si auspica che si possa ritrovare una condivisione di obiettivi che consenta di lavorare al rafforzamento e all’ampliamento della cultura dell’accoglienza per riavvicinare le coppie all’adozione internazionale, definire piani strategici condivisibili per l’apertura e la gestione dei canali esteri, per la promozione di procedure adottive ben seguite e trasparenti e la realizzazione di interventi di cooperazione mirati alla tutela dell’infanzia nei paesi di origine. Sarà inoltre importante sollecitare la CAI sulla necessità di rifinanziare il bando sui progetti di sussidiarietà che permette agli Enti di svolgere attività a favore di quei bambini che non possono avvalersi dell’adozione internazionale e sostenere le famiglie in difficoltà riducendo così il rischio di abbandoni dei minori.
2. COOPERAZIONE INTERNAZIONALE 2.1 ATTIVITÀ DEL QUADRIENNIO PRECEDENTE Le attività di cooperazione intraprese e pianificate nel quadriennio sono state portate avanti con attenzione agli obiettivi a suo tempo definiti: maggiore coinvolgimento dei volontari, impegno privilegiato verso la realizzazione di progetti che mettano in campo le competenze specifiche di Anpas, sviluppo della comunicazione del settore e attivazione di raccolte fondi in parallelo all’adesione a bandi. Pur non avendo pienamente raggiunto gli obiettivi, si sono registrati alcuni significativi miglioramenti in questi NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE
aspetti: la raccolta fondi attivata successivamente al terremoto in Nepal anche attraverso la Catena Namastè (in collaborazione con il ciclista Davide Gaddi) ha permesso di raccogliere quasi 40.000 euro e consentito la realizzazione di interventi in favore dei minori e in particolare dei bambini rimasti privi di cure parentali a seguito del sisma: la costruzione di una palestra coperta per incentivare le attività psico-motorie e il rafforzamento dell’operatività di un istituto per bambini a Lalitpur (Kathmandù). Sempre in Nepal, il Progetto Feels Like Home, finanziato in parte dall’Otto per Mille della Tavola Valdese, ha visto il coinvolgimento dei comitati regionali nella selezione di volontari formatori incaricati di svolgere i corsi di formazione rivolti agli operatori e ai bambini degli istituti per l’infanzia nel corso di una missione a Kathmandù. Rispondendo all’esigenza di maggior preparazione per i volontari coinvolti nelle attività di cooperazione, emersa anche dai lavori del Gruppo Politiche Internazionali della Conferenza di Organizzazione di Genova (2016), questo intervento ha anche previsto specifici incontri informativi/formativi rivolti ai volontari selezionati riguardo alla realtà del paese di intervento e sul ruolo di Anpas nella cooperazione internazionale. Si è lavorato anche al rafforzamento della comunicazione nel settore cooperazione internazionale, con buoni risultati in alcuni ambiti (la Catena Namastè, ad esempio, ha visto una buona risposta alle attività di diffusione attraverso i social e una pagina web dedicata), ma non in tutti: la campagna di promozione del progetto di Sostegno a Distanza in Gambia, ad esempio, non ha dato i risultati sperati e si stanno elaborando modalità diverse di diffusione. Si è anche provveduto ad incentivare, come da indicazioni del piano quadriennale, la ridestinazione in paesi in via di sviluppo di ambulanze usate e altri mezzi e presidi dismessi, attraverso il Progetto permanente New Life. Nel corso del triennio, grazie alla collaborazione tra il nazionale e associazioni Anpas in Abruzzo, Toscana e Piemonte, è stato inviato un defibrillatore in Mali e ambulanze dismesse in Gambia, Ghana, Armenia, Mali, Senegal e Albania. La firma di un accordo di collaborazione con la Croce Rossa Senegalese ha dato ulteriore impulso a questa attività, consentendo l’invio di ambulanze destinate ad assistere il Senegal nello sforzo di creare una prima rete di soccorso basata sul volontariato nel Distretto di Dakar. Benché la possibilità di accesso a bandi
di finanziamento sia andata in questi anni progressivamente contraendosi sempre più, sono stati presentati a bando anche progetti a favore dell’infanzia in Armenia e Mali: due di questi, il progetto Piccoli passi nuovi sorrisi per il completamento del reparto di chirurgia pediatrica maxillo-facciale a Jerevan (Armenia) e il progetto 4actionsMALI di contrasto al fenomeno dell’abbandono dei minori in una regione del Mali, sono stati finanziati e in parte già realizzati. Sono inoltre in preparazione altre proposte progettuali da presentare al bando della Tavola Valdese in prossima scadenza. Si è intensificata la partecipazione di Anpas al tavolo di coordinamento per la cooperazione internazionale del Forum del Terzo Settore e Anpas ha partecipato alla definizione dei contributi del tavolo alla nascente attività dell’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo). E’ stata presentata la domanda di inserimento di Anpas nella Lista degli Enti per la cooperazione internazionale istituita con la legge 125 del 2014. 2.2 CRITICITÀ Benché siano stati fatti dei significativi passi avanti, gli obiettivi di sviluppo del settore delineati nel 2015 (sopra richiamati) sono stati realizzati solo in parte, anche a fronte delle criticità di seguito riportate: • Il personale addetto al settore ha lavorato con disponibilità di tempo ulteriormente ridotte a causa di avvicendamenti di personale ed è stato impiegato in parte per seguire attività relative alla progettazione europea, limitando quindi significativamente l’operatività nelle attività di cooperazione internazionale. Resta da affrontare anche il problema delle mancate competenze del personale di settore nell’ambito del fund-raising, che richiederebbe una specifica formazione. • Resta insufficientemente sviluppato il coinvolgimento dei volontari Anpas nelle attività di cooperazione e le attività di formazione in tal senso restano poco strutturate. • Resta insufficiente la conoscenza delle attività del settore a livello del movimento e non è presente un meccanismo che permetta di mettere in rete le esperienze di solidarietà internazionale portate avanti dalle associazioni e dai Comitati regionali.
4 |ANPAS | ADOZIONI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
2.3 OBIETTIVI PER IL PROSSIMO QUADRIENNIO • Dare implementazione alle indicazioni emerse dalla Conferenza di organizzazione di Genova: sviluppo di una strategia a breve, medio e lungo termine; sviluppo di un piano di comunicazione specifico; predisposizione di meccanismi stabili di rilevazione delle attività attinenti il settore svolte dalle pubbliche assistenze e Comitati regionali; predisposizione di percorsi formativi inerenti la cooperazione internazionale o di moduli specifici all’interno dell’offerta formativa esistente. • In base alla visione strategica che verrà definita, dotare il settore delle risorse necessarie alla sua realizzazione, in termini di personale e di formazione dello stesso, ad esempio nelle tecniche di raccolta fondi. • Dare continuità alle esperienze di coinvolgimento diretto dei volontari svolte nel precedente triennio, valorizzando gli aspetti che si sono dimostrati efficaci e potenziando gli aspetti che si sono rivelati carenti.
Archivio e Archivio Storico a cura di Ilario Moreschi e Maurizio Garotti
RIAPPROPRIARSI DELLA CONTEMPORANEITÀ
Rileggendo il numero 3 - Anno VI - Settembre - Ottobre 1913 della Rivista Bimestrale stampata dall’allora “Federazione Nazionale delle Società e Scuole di Pubblica Assistenza e di Soccorso”, copia donata nel 2017 all’Archivio Storico di Anpas, l’attenzione e curiosità è attratta non solo dal sostantivo “scuole” nella testata, ma anche e soprattutto dall’elenco dei consiglieri capeggiati dal Presidente Paletti Avv. Luigi Filippo, dove compaiono i soci Giuseppe Speranza e Giuseppe Floriani con l’incarico di Archivisti. Francamente non sappiamo in che decennio dopo il 1913 la Federazione abbia smesso di credere alla necessità di organizzare il proprio archivio dedicandoci risorse e personale dirigente; sarà stato l’annichilimento imposto dal regime fascista, o la necessità di fare spazio spostando i documenti chissà dove in occasione dei numerosi traslochi della sede nazionale. Ciò che invece sappiamo è quanto successo in questi ultimi 10 anni: • sappiamo della volontà politica dei dirigenti nazionali di dedicare all’archivio e alla storia di Anpas parte dell’attività istituzionale; • sappiamo della caparbietà con cui abbiamo voluto che al nostro archivio venisse riconosciuto “un interesse storico particolarmente importante” e, pertanto, essere sottoposto alla tutela e alla disciplina del Decreto Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004; • sappiamo delle risorse economiche che siamo riusciti a far fruttare al massimo, per riordinare e aumentare il patrimonio archivistico consultabile da studiosi e volontari; • sappiamo dell’immenso lavoro che, tra quotidiane emergenze, il personale dell’ufficio nazionale ha riversato nell’organizzazione dell’archivio e nella predisposizione del titolario di classificazione dell’archivio corrente. Questo e altro, e tutto il resto che non
sapevamo l’abbiamo imparato in questi anni in cui abbiamo avuto la fortuna di dedicarmi all’archivio di Anpas e a tante piccole attività (elencate in fondo) che, messe insieme hanno ridato ad Anpas un patrimonio documentale tutelato e fonte storiografica importante. Il libro “Oltre la solidarietà – La federazione nazionale delle pubbliche assistenze (1970-1991)” di Francesco Vegni, che presentiamo al Congresso, è un importante esempio di corretto utilizzo delle fonti archivistiche. Così come alcune modifiche statutarie che andranno ad approvazione al Congresso, che riconoscono la documentazione, e quindi la storia di Anpas, come patrimonio inalienabile del movimento sono una ulteriore conferma che quanto fatto in questi ultimi anni era giusto e necessario. Se dopo tanto lavoro siamo riusciti a ridare ad Anpas un archivio e una “coscienza archivistica”, non possiamo però dare per definitivamente acquisita nei dipendenti e nei dirigenti, la consapevolezza che l’unicità di ogni documento sta nella sua contemporaneità. Nell’essere cioè testimone unico di un fatto contemporaneo irripetibile, che dopo decenni sarà storia e che in Anpas, , quindi, non produciamo documenti per autocelebrarci come il più grande movimento laico di volontariato in Italia, ma per fini amministrativi. Se tra 100 anni da essi traspariranno tutti i nostri valori ed ideali sarà perché effettivamente ci sono e sono alla base del nostro agire. Difatti, se dalla lettura della rivista del 1913, affiora la piena coscienza della contemporaneità, nonché tutto il peso politico ed il ruolo di interlocutore propositivo nei confronti del Parlamento del Regno che la Federazione Nazionale pretendeva, in una Italia dove il suffragio universale era di là da venire, a due anni dal riconoscimento giuridico della Federazione come Ente Morale nel 1911, a pochi mesi dallo scoppio della Prima guerra mondiale e a quasi due anni dall’entrata in guerra dell’Italia il 24 maggio 1915, perché mai l’Anpas
del 2018 non dovrebbe altrettanto pretendere di far trasparire la sua forte lettura della contemporaneità tra 100 anni quando uno storico leggerà i documenti odierni? Se nel nostro agire c’è quel senso antico e allo stesso tempo moderno, di essere non solo volontari di Società e Scuola di Pubblica Assistenza ma, soprattutto, cittadini consapevoli e attivi con il dovere di contribuire a disegnare un futuro migliore per l’Italia o, almeno, ad averne la “chimerica visione di un sognatore”, tutto ciò che è ora palese dovrà essere leggibile dai nostri documenti anche tra 100 anni. Pertanto, per il futuro sono necessarie ed improcrastinabili alcune azioni: 1) Per la sezione storica del nostro archivio è necessario riavere un indice on-line, che la sciagurata e unilaterale decisione del Cesvot (Centro Servizi Volontariato della Toscana) ha oscurato. 2) Il grosso dell’investimento dei prossimi anni dovrà essere sull’archivio corrente, sulla formazione del personale, sulla creazione di procedure informatiche e di gestione documentale, che rendano i documenti contemporanei immediatamente eseguibili dal punto di vista amministrativo, ma anche naturalmente pronti a vivere la loro vita con i successivi passaggi all’archivio di deposito e poi allo storico. Difatti, è necessario che l’ufficio nazionale si doti di personale dedicato alla gestione documentale e alla tenuta dell’archivio. Se Anpas non deciderà questa forma di investimento, tutto il lavoro fatto finora resterà sospeso e isolato rispetto ad un ufficio vivo che continua ad operare e a produrre documenti e storia. 3) Riordino e conservazione in un apposito archivio delle serie di immagini, foto, video di Anpas nazionale. Se Anpas non investirà risorse e personale sui questi obiettivi, tra 40 anni ci si ritroverà a parlare ancora di come tutelare il nostro patrimonio documentale, di come non far disperdere i documenti in digitale, di come ritrovare quell’atto del 2018. NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 5
2018
Pubblicazione del libro OLTRE LA SOLIDARIETÀ - La Federazione Nazionale delle Pubbliche Assistenze (1970-1991) di Francesco Vegni
2018
Adozione definitiva del nuovo titolario di classificazione per l’Ufficio Anpas
2018
Riordino delle serie dell’archivio: pubbliche assistenze
2017
Acquisizione di materiale Storico primi anni del 1900 donato ad Anpas o acquistato direttamente
2017
Riordino delle serie dell’archivio: Servizio Civile nazionale
2016
Progetto Raccontare l’archivio: realizzazione di due e-book Proxima estacio Balkan e Novantasei.
2016
Riordino delle serie dell’archivio: Comitati regionali e Cooperazione internazionale
2016
Prima stesura del titolario di classificazione per l’archivio corrente Anpas
2016
Acquisizioni documentali su attività svolta dai volontari Anpas nel terremoto de L’aquila 2009 (disegni dei bambini, lettere, copie de Il Giornalino di Acquasanta, relazioni psicologi e materiale gestione campo gruppo psicologi Ape donato in copia da Francesca Leoncini e dall’Associazione Ape)
2015
Riordinate le serie dell’archivio storico: archivio aggregato ONG Anpas Solidarietà internazionale; iniziative nazionali e congressi (2000-2012) e protezione civile (2000-2011)
2015
Pubblicazione su SIUSA (Sistema Informativo unificato per le Soprintendenze Archivistiche), delle schede informative dell’Archivio di Anpas nazionale. Il sistema SIUSA è un punto di accesso primario per la consultazione e la ricerca del patrimonio archivistico non statale conservato al di fuori degli Archivi di Stato.
2015
Avvio del lavoro sulla costruzione del titolario per l’Ufficio Anpas
2013
Inaugurazione dell’archivio storico di Anpas e Anpas Toscana e apertura alla consultazione
2012 2011
Riordino dell’Archivio storico
2010
Dichiarazione di interesse storico particolarmente importante dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana
2010
Adesione al progetto del Cesvot “Non ti scordar di te”
2008
La Direzione nazionale riconoscendo l’esigenza di tutelare l’archivio e la Storia di Anpas, delega Maurizio Garotti e il personale dell’Ufficio con riferimento in Benedetta Brugagnoni, di avviare i contatti con la Soprintendenza Archivistica della Toscana per porre in essere quanto necessario
Riordino dell’Archivio storico
6 |ANPAS | ARCHIVIO E ARCHIVIO STORICO
Formazione a cura di Egidio Pelagatti Il settore formazione negli anni 2015 - 2018 ha avuto come obiettivo generale quello di incrementare, grazie ad un processo di formazione a cascata, la crescita, l’autonomia e la partecipazione dei volontari. Questa scelta è stata fatta in continuità con le attività precedenti e nella consapevolezza che la risorsa migliore di cui il settore dispone sono i volontari stessi. L’attuazione dei lavori è stata organizzata attraverso la stesura condivisa e lo svolgimento puntuale del Piano dell’offerta formativa annuale (POF) che è il documento di indirizzo e di gestione del settore. Tutte le annualità hanno visto molte attività e molto impegno. Nello specifico: Il 2015 è stato l’anno in cui l’esperienza della cascata formativa della formazione istituzionale Essere Anpas è stata adottata anche nel settore protezione civile con il progetto finanziato dal Dipartimento “Una cascata formativa”. I formatori OCN (Operatori Colonna Nazionale), dopo aver terminato il loro percorso di formazione, hanno realizzato 66 corsi formando 1.637 volontari su tutto il territorio nazionale. Inoltre, sempre nel 2015, su bandi esterni, si sono svolte le attività formative per il Progetto Colors Tutti i colori del soccorso, e per BAD – Big Anpas Data. Il 2015 è stato anche l’anno in cui Anpas e UISP hanno sottoscritto un accordo quadro per la formazione BLSD e PBLSD degli operatori UISP sul territorio nazionale grazie al coinvolgimento attivo di alcuni Comitati regionali. Il 2016 è stato un anno di passaggio, specialmente per la riprogettazione del settore. Ha preso avvio con una riflessione interna che ha coinvolto, tra dicembre 2015 e gennaio 2016, i referenti regionali in due focusgroup e i formatori nazionali con un questionario di analisi dei fabbisogni. Il risultato di questa fase ha dato nuovi input all’attività di formazione e ha alimentato ulteriormente l’ottica di sistema a cui Anpas sta lavorando da tempo. È stato realizzato un corso di formazione per 15 nuovi formatori
Essere Anpas. Un gruppo di 10 formatori è stato preparato ad accompagnare i processi partecipativi del movimento come i lavori per l’elaborazione del Codice etico e della Conferenza di Organizzazione di Genova (Novembre 2016). In questo anno Anpas si è dotata di un sistema standardizzato di selezione e orientamento in ingresso per tutti i percorsi offerti dal nazionale. Ad oggi, allo scopo, sono stati formati 16 selettori, in diverse regioni, sul modello già in uso per il servizio civile. Nel corso dell’anno si è anche rinnovata l’impostazione dell’offerta formativa Essere Anpas con la diffusione, su base regionale, dei moduli da 2 e 4 ore da inserire nelle attività delle singole pubbliche assistenze legate all’accoglienza dei volontari, al servizio civile, alla formazione sanitaria. Questa innovazione ha consentito nell’ultimo trimestre dell’anno di svolgere 25 incontri per circa 500 volontari formati sui temi dei valori, della storia e dell’identità del movimento e di sollecitare i formatori ad un lavoro sui territori più autonomo e capillare.
del gruppo F2, composto da alcuni formatori Essere Anpas che, dopo un retraining e una successiva formazione specifica, sono stati preparati per svolgere la formazione metodologica e didattica degli altri volontari. Il gruppo F2 è stato coinvolto soprattutto nelle attività multilivello di formazione a cascata e di facilitazione di gruppi, ormai sempre più diffuse, in particolare: • Percorsi partecipati per la stesura e la sperimentazione del Codice etico Essere Anpas; • Cascata formativa organizzata da Anpas Toscana per i formatori del sanitario, di protezione civile e di servizio civile (144 formati); e retraining dei formatori sanitari • In collaborazione con Anpas Piemonte un corso di formazione per i formatori del sanitario della Croce Verde di Pinerolo (TO) Queste ultime attività evidenziano come la formazione sia capace di integrare e di aggregare i diversi livelli di Anpas perché il modello nazionale è stato utilizzato per garantire una preparazione di base anche nelle attività regionali citate.
Il 2017 ha portato ad un’ulteriore specializzazione e miglioramento in quanto i formatori sono stati inseriti nelle attività formative degli altri settori garantendo una continuità di impostazione e di metodologia e un affiancamento interno a tutti i docenti specialistici. Questo è accaduto nel secondo progetto di formazione di protezione civile, sempre finanziato dal Dipartimento Protezione Civile, “La Cascata Formativa scorre ancora”, in cui i formatori nazionali hanno affiancato i docenti e sostenuto le attività formative e la creazione dei kit che oggi compongono l’archivio formativo Anpas. La formazione istituzionale Essere Anpas, come già negli anni precedenti, ha assunto una modalità di diffusione più interna alle associazioni con 69 corsi svolti e 1115 volontari formati, con un’apertura sempre maggiore verso i ragazzi del servizio civile e una progressiva integrazione nei corsi sanitari.
Queste ultime attività evidenziano come la formazione sia capace di integrare e di aggregare i diversi livelli di Anpas perché il modello nazionale è stato utilizzato per garantire una preparazione di base anche nelle attività regionali citate. Nell’autunno del 2017, infine, è stato rinnovato e diffuso nelle cascate formative nazionali e regionali il manuale “Io insegno – io apprendo. Manuale del formatore Anpas” (scaricabile dal sito Anpas con licenza creative commons), con l’aggiornamento delle procedure pratiche utili alla rendicontazione e al monitoraggio di tutti i processi.
Vera scommessa della formazione istituzionale è stata la creazione
All’inizio del 2018 Anpas ha definito, grazie ad un ampio lavoro di condivisione interna, una propria proposta che delinea il profilo e lo standard formativo unico a livello nazionale del soccorritore Anpas e riguarda le attività, le competenze (cognitive, tecniche, relazionali) e l’organizzazione didattica della sua formazione. Tale sforzo, che abbiamo cercato di condividere con le altre NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 7
grandi organizzazioni di volontariato in ambito sanitario, si è reso necessario perché le proposte per il riordino dei programmi di formazione per il riconoscimento e la certificazione della figura del soccorritore a livello nazionale prevedevano un numero di ore di formazione e contenuti didattici sproporzionati ed insostenibili per il mondo del volontariato. Il Consiglio nazionale del 16 Giugno ha approvato il “Regolamento della Formazione nazionale Anpas” sul quale la Direzione nazionale del 25 maggio aveva già espresso parere favorevole. Nel corso del 2018 è continuato l’impegno dei formatori F2 nella facilitazione di importanti appuntamenti del percorso precongressuale e di riflessione sulle novità introdotte dalla riforma del terzo settore. • Conferenza di organizzazione di protezione civile Toscana (gennaio 2018); • Consiglio Nazionale - Facilitazione gruppi di lavoro per l’avvio del percorso precongressuale (febbraio 2018) • Conferenza di Organizzazione Bologna - Facilitazione gruppi di lavoro (maggio 2018) • Formazione Formatori: Operatori Colonna Nazionale organizzato dal Comitato regionale Emilia Romagna in collaborazione con il Comitato regionale Liguria. Con il progetto PAC, pubbliche assistenze aperte al cambiamento (2017-2018), finanziato ad Anpas dalla Fondazione con il Sud, la formazione ha toccato temi cruciali: il D.lgs 231/2001 sulla responsabilità amministrativa da reato, la tutela dei dati personali, l’apertura e l’integrazione associativa. Questa azione ha dato vita alla scatola PESA e alle linee guida sull’organizzazione eventi e la partecipazione associativa. Inoltre, grazie al progetto BRIDGE, finanziato ad Anpas dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel secondo semestre dell’anno si è aperta una importante opportunità formativa per 18 volontari che al termine del percorso (concluso lo scorso 30 settembre) sono diventati formatori “Essere Anpas” e Facilitatori del Codice Etico Essere Anpas. A questo gruppo, al quale si sono aggiunti 4 formatori provenienti da precedenti percorsi ed i formatori F2, è affidato il compito di sostenere la diffusione del Codice Etico e la compilazione del questionario di valutazione da parte delle associazioni. Sempre grazie al progetto BRIDGE è stato avviato il primo corso formazione 8 |ANPAS | FORMAZIONE
rivolto ai funzionari e ai volontari impegnati nella attività di gestione delle segreterie dei Comitati regionali e della segreteria nazionale. Nel corso dell’anno si sono realizzati due moduli con il coinvolgimento di circa 75 funzionari da tutta Italia. I temi affrontati hanno riguardato in particolare il processo di riforma del Terzo Settore. Le sfide per il futuro riguardano il completamento delle complesse azioni formative previste dal progetto BRIDGE rivolte ai funzionari delle segreterie regionali; un percorso rivolto ai volontari dirigenti del movimento che prevede 5 appuntamenti residenziali nel 2019; la formazione di consulenti che accompagneranno i Comitati regionali negli adempimenti sulla sicurezza, la privacy e le attività legate alla legge 231. Contemporaneamente verrà avviato il terzo progetto di formazione di protezione civile che riguarderà: • Formazione Formatori per: Operatori Colonna NazionaleResponsabili associativi di protezione civile -Operatori per i centri di coordinamento -Logistica e cucina • Formazione: operatori specializzati in attività ludico-educative con animali – Responsabili associativi di protezione civile - Operatori per i Centro di Coordinamento Operatori Logistica - Operatori Cucina. Questa grande spinta e gli ottimi risultati ottenuti, anche in termini di socializzazione di saperi e di pratiche, ci fa pensare che il polo formativo nazionale di Fosdinovo sarà il centro di molte attività nei prossimi anni e che progressivamente e con una buona organizzazione ospiterà non solo la formazione di protezione, ma anche molte delle altre attività già programmate in una prospettiva di sviluppo e di continuo impegno.
Monitoraggio, verifica e controllo a cura di Fabrizio Pregliasco, Ilario Moreschi e Carlo Castellucci Aumentare la legalità interna al movimento delle Pubbliche Assistenze e dell’intero Terzo Settore, implementare e migliorare il bilancio sociale Anpas, realizzare un codice etico condiviso. Questi alcuni degli obiettivi indicati nel documento finale del 52° Congresso nazionale. La realizzazione della piattaforma BAD, la definizione del Codice Etico Essere Anpas, la sperimentazione di un modello organizzativo per la certificazione 231/2001 per le pubbliche assistenze ed il lavoro per il potenziamento della piattaforma Volontariamente sicuri sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla privacy, testimoniano il grande lavoro di Anpas in questo ambito.
1. BAD – BIG ANPAS DATA
Per un’organizzazione nazionale di volontariato è fondamentale avere i dati aggiornati delle proprie Associazioni, sia per la rappresentanza verso le Istituzioni che per sostenere tutte le iniziative necessarie allo sviluppo del movimento. Nel corso di questo quadriennio sono stati definitivamente “mandati in pensione” i vecchi questionari cartacei, grazie alla realizzazione della piattaforma BAD (Big Anpas Data), realizzata grazie ad un contributo della Fondazione con il Sud. Dal 2016 le singole associazioni possono compilare online la propria scheda. La piattaforma realizzata dalla ditta Zerobyte che costituisce un ampliamento di GECO, gestionale della colonna mobile di Protezione Civile, permetterà in futuro anche l’accesso dei singoli volontari (autorizzati dall’associazione) che potranno aggiungere informazioni nella propria scheda personale, andando ulteriormente ad arricchire il database di Anpas. Grazie al progetto BRIDGE, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, abbiamo previsto un aggiornamento e consolidamento della
piattaforma con l’obiettivo che possa diventare sempre più uno strumento di servizio per le Associazioni (ad esempio per le richieste di contributo su ambulanze e beni strumentali).
2. CODICE ETICO ESSERE ANPAS
L’approvazione della riforma del Terzo Settore (legge n. 106/2016 e D.lgs 117/2017 e 105/2018), con il riconoscimento del ruolo delle reti associative nazionali a cui è attribuita la possibilità di esercitare forme di autovalutazione e controllo delle realtà aderenti, ha reso prioritaria la costruzione di un Codice Etico. Un Codice che non impegnasse soltanto Anpas nazionale ma che potesse garantire, ai diversi livelli del movimento, comportamenti e procedure responsabili volti a migliorare l’efficienza, l’efficacia e la trasparenza dell’azione volontaria. Non un meccanismo ispettivo verso le Associazioni volto ad un controllo meramente formale e burocratico, ma uno strumento per migliorare la qualità e far crescere le pubbliche assistenze e per “dare valore” all’ ”Essere Anpas”. Un percorso partecipato. Nel seminario «Facilitiamo il Codice Etico Essere Anpas» (Pontassieve, maggio 2016) un gruppo di lavoro con referenti indicati dai Comitati regionali ha predisposto la prima versione dei documenti: la carta di identità di Anpas (revisionata rispetto alla prima versione approvata dall’Assemblea del 20 maggio 2006), il codice di condotta e il questionario di autovalutazione. In particolare il questionario di autovalutazione è lo strumento che permette ad ogni pubblica assistenza di misurare le proprie azioni con principi e valori di Anpas e con le normative esistenti. I tre documenti, dopo una prima approvazione da parte del Consiglio nazionale del 16 giugno 2016, sono stati testati in un periodo di sperimentazione (luglio 2016 / febbraio 2017) che ha complessivamente coinvolto oltre 30 associazioni di 13 regioni. Con la Conferenza dei
Presidenti regionali e Direzione nazionale, è stato definito il patto di corresponsabilità che l’associazione può sottoscrivere (dopo la compilazione del questionario), impegnandosi con Anpas nazionale e il Comitato regionale territorialmente competente - ad una “attiva collaborazione verso comportamenti etici, legali, equi come dimostrazione dell’Essere Anpas”. In parallelo sono stati sviluppati una FAQ e un GLOSSARIO – completo di tutti i riferimenti normativi aggiornati e con un collegamento interattivo alle varie fonti – per rispondere alle domande più comuni e consentire una compilazione responsabile e consapevole del questionario. La scelta di utilizzare la piattaforma BAD per la compilazione del questionario di autovalutazione ha consentito, oltre alla facilità di usare un portale già in uso dalle Associazioni, il monitoraggio del processo da parte del secondo livello Anpas (sia nazionale che regionale) e la possibilità di fare dei controlli con i dati significativi inseriti dalle stesse Associazioni nella scheda di rilevazione dati. Il Codice Etico – comprensivo di tutti i documenti – è stato approvato in via definitiva dall’Assemblea nazionale svoltasi a Torino il 27 maggio 2017: Anpas è tra le prime organizzazioni nazionali del Terzo Settore italiano a dotarsi di un Codice Etico che impegna tutte le componenti del proprio movimento. Il Codice Etico è stato successivamente stampato ed inviato a tutte le associazioni con l’indicazione di compilare il questionario di autovalutazione entro il 31 dicembre 2017. I dati dell’adesione delle associazioni al Codice evidenziano che si tratta di un processo da consolidare con interventi sui territori. Le percentuali più significative (84,38% in Abruzzo, 69.91% in Emilia-Romagna) appaiono in quelle regioni nei quali i Comitati regionali hanno creduto e sostenuto il progetto. A livello nazionale il 53,41% delle Associazioni non sono mai entrate nel canale dedicato al Codice Etico nella piattaforma BAD. NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 9
REGIONE
COMPLETI
BOZZA
TOTALI P.A.
% COMPILATI
% MANCATI ACCESSI
ABRUZZO
27
3
32
84,38%
6,25%
BASILICATA
2
5
13
15,38%
46,15%
CALABRIA
2
4
17
11,76%
64,71%
CAMPANIA
12
2
48
25,00%
70,83%
EMILIA ROMAGNA
79
6
113
69,91%
24,78%
FRIULI VENEZIA GIULIA
0
0
2
0,00%
100,00%
LAZIO
8
2
18
44,44%
44,44%
LIGURIA
18
9
104
17,31%
74,04%
LOMBARDIA
42
11
113
37,17%
53,10%
MARCHE
7
4
44
15,91%
75,00%
MOLISE
0
3
0,00%
100,00%
PIEMONTE
45
13
81
55,56%
28,40%
PUGLIA
11
3
39
28,21%
64,10%
SARDEGNA
8
9
40
20,00%
57,50%
SICILIA
7
6
36
19,44%
63,89%
TOSCANA
22
18
161
13,66%
75,16%
TRENTINO ALTO ADIGE
2
2
5
40,00%
20,00%
UMBRIA
3
3
8
37,50%
25,00%
VALLE D’AOSTA
7
6
14
50,00%
7,14%
VENETO
15
7
38
39,47%
42,11%
TOTALE
317
113
929
34,12%
53,71%
Dati aggiornati al 28/10/2018
Un primo intervento sui territori è stato fatto attraverso il progetto PAC, finanziato dalla Fondazione con il Sud, nelle 6 regioni oggetto del programma (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia), con risultati non ancora soddisfacenti. Nell’ambito del progetto BRIDGE è stato realizzato un percorso di formazione specifico per “facilitatori del codice etico” che supporteranno i Comitati regionali con incontri sui territori. Il Codice Etico è stato inoltre inserito tra i temi per l’alta formazione delle segreterie e dei dirigenti nazionali. Grazie alle risorse del progetto BRIDGE sono stati aggiornati il questionario di autovalutazione e il glossario rispetto alle novità del Codice del terzo settore e della nuova normativa sulla privacy. È stata realizzata una sintesi della Carta di Identità di Anpas da distribuire a tutti i volontari.
3. D.LGS 231/2001
Il D.Lgs. 231/01 stabilisce i parametri che consentono alle organizzazioni di non vedersi attribuire la responsabilità amministrativa a seguito della commissione di alcuni reati (i cosiddetti reato presupposto) commessi da persone fisiche legate all’associazione e che possono ricoprire ruoli diversi (volontari, dipendenti, dirigenti, collaboratori, …). Nel 2016 l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha emanato una delibera, la numero 32, con la quale sancisce il dovere per le stazioni appaltanti che affidano servizi agli enti del terzo settore (compreso quindi gli enti locali e le Aziende sanitarie) di “verificare l’osservanza, da parte degli organismi no-profit, delle disposizioni di cui al D. Lgs. 231/2001” onde assicurare che le prestazioni di servizi vengano condotte nel pieno rispetto della legalità. La necessità di dotarsi di modelli di organizzazione e gestione per le associazioni del Terzo settore è stato ripreso e rafforzato con l’emanazione del Codice del Terzo
10 |ANPAS | MONITORAGGIO, VERIFICA E CONTROLLO
Settore (Dlgs 117/2017) in cui all’art 30, in relazione alle dimensioni associative, istituisce l’organo di controllo. Anche a seguito della sperimentazione realizzata dal Comitato regionale Piemonte, Anpas nazionale - insieme a Confederazione nazionale delle Misericordie e con la consulenza di Stea Consulting - ha costituito un TAVOLO TECNICO, per la stesura di un modello semplificato per l’elaborazione di modelli di gestione specifici per le associazioni del terzo settore. Nell’ambito del progetto PAC, Anpas ha dedicato alla questione della 231/2001 un asse specifico con 6 incontri informativi regionali nelle regioni oggetto dell’iniziativa (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia), con un incontro formativo interregionale (Roma, 27 28 gennaio 2017) e con un percorso di sperimentazione del MOG (Modello organizzativo) in 12 pubbliche assistenze del Sud. Contemporaneamente è stato elaborato uno strumento software ad hoc – nell’ambito della piattaforma
www.volontariamentesicuri.org che possa supportare le associazioni nell’effettuare le azioni e le scelte che consentiranno la costruzione e l’implementazione del modello organizzativo. Nel progetto BRIDGE Anpas ha inserito ulteriori azioni per sostenere le Associazioni in questa attività (formazione consulenti per la costituzione di un elenco, incontri sui territori).
4. ALTRE ATTIVITÀ •
•
•
Si è chiuso il 4 ottobre 2015 il Commissariamento di Anpas Campania da parte del Consigliere nazionale Egidio Ciancio (nominato dal Consiglio nazionale nel giugno 2014) Approvate dalla Direzione nazionale nuove linee guida sugli acquisti da parte di Anpas nazionale di materiali di consumo, apparecchiature in genere, automezzi, beni strumentali e servizi e consulenze. È stato predisposto un modello interno di rendicontazione progetti per consentirne il monitoraggio dello stato di avanzamento, in particolare sull’utilizzo delle risorse umane ed economiche.
5. OBIETTIVI FUTURI
Il grande lavoro del quadriennio per il potenziamento delle piattaforme (BAD e Volontariamente Sicuri) ha contribuito a garantire un’uniformità di risposte, per gli aspetti legati a sicurezza nei luoghi di lavoro e privacy, sull’intero territorio nazionale. È comunque emersa la necessità di figure che facciano da “mediatori” tra questi strumenti e le singole Associazioni (soprattutto le più piccole). Nel prossimo quadriennio sarà necessario costruire una rete di professionisti su materie specifiche (sicurezza nei luoghi del lavoro, privacy, gestione amministrativa e fiscale delle Associazioni, 231/2001) che, in linea con le indicazioni di Anpas, possano mettersi a disposizione di Associate e Comitati. Il progetto BRIDGE prevede già la loro formazione. Rispetto alla possibilità che Anpas, come rete associativa nazionale, ottenga dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’autorizzazione a svolgere l’attività di controllo delle proprie organizzazioni aderenti, occorrerà sviluppare un approfondimento sulle migliori scelte organizzative da adottare tenuto conto dei diversi livelli di strutturazione dei Comitati regionali sui territori. NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE
Politiche Europee e rapporti con le reti internazionali a cura di Fabrizio Pregliasco
1. ATTIVITÀ DEL QUADRIENNIO
Le politiche europee di Anpas si sono concretizzate, nel corso dell’ultimo quadriennio, principalmente nell’attività di rappresentanza, lobby e advocacy in occasione dei principali appuntamenti europei cui ha preso parte e nell’attiva partecipazione ai lavori delle reti, tra cui Samaritan International e ALDA (Associazione delle Agenzie della Democrazia Locale), delle quali è membro, ravvivando il ruolo di anello di congiunzione tra le diverse realtà europee e le proprie associate attraverso attività informative, sensibilizzazione, progettazione e riflessione. Se sul piano nazionale Anpas vanta una lunga storia di esperienze e competenze, un posizionamento istituzionale saldamente riconosciuto e un ruolo strategico nei principali settori di intervento (protezione civile, servizi sociali, primo soccorso, prevenzione e così via), a livello transfrontaliero è stato necessario sposare una strategia di sviluppo focalizzata su due concetti cardine: capacity building e capacity development. Detto in altri termini, il rafforzamento delle capacità, inteso come costruzione di nuove abilità e lo sviluppo, o meglio potenziamento, di quelle possedute, sono stati i motori dell’azione europea di Anpas. Il processo di miglioramento avviato grazie alla collaborazione con altri partners europei ha favorito la nascita di nuove e sempre più frequenti collaborazioni progettuali, sperimentando nuovi settori di intervento, facilitando il networking con attori europei e non, promuovendo il posizionamento di Anpas presso le istituzioni europee e, soprattutto, incoraggiando la partecipazione dei volontari ad attività transfrontaliere. Questo processo è stato senza dubbio possibile grazie all’adesione a reti europee, come Samaritan International e ALDA, all’incontro con nuovi attori di multilivello come EASPD (European Association of service providers for persons with disabilities), rete di organizzazioni
dedite alle problematiche collegate a persone affette da disabilità, che hanno permesso lo scambio di esperienze e competenze e la nascita di partnership progettuali strategiche. Lo sforzo progettuale ha stimolato un incremento delle esperienze e un arricchimento delle competenze dei volontari Anpas che in varie vesti sono stati protagonisti di attività fuori confine. A tal proposito, altra componente determinante su cui Anpas ha calibrato le sue politiche europee è stata la presenza crescente dei volontari nelle attività europee e la volontà di concentrare attenzione e sforzi sul tema del volunteer engagement. Elemento chiave delle nostre politiche europee è stato infatti trasmettere ai nostri volontari esperienze rilevanti e contenuti interessanti da proiettare nella quotidianità delle proprie attività al fine di farli sentire profondamente legati e connessi ad una dimensione europea, come volontari e come cittadini. Il meccanismo innescato ha favorito una partecipazione in crescita e una presenza partecipata dei volontari nelle attività europee che Anpas ha portato avanti insieme ai suoi partners negli ultimi anni. Manifestazioni competitive e di sensibilizzazione come il SAM.I Contest o il Flash Mob sulle manovre salvavita hanno visto una maggiore affluenza di volontari e team italiani; esercitazioni di protezione civile, come quelle realizzate all’interno dei progetti Flood o Be Drin, hanno permesso la nascita di nuove alleanze e lo scambio delle conoscenze; l’avvio di nuove esperienze di crescita e confronto, come il Rescue Camp, hanno stimolato performance e processi di sviluppo. Al fine di rafforzare l’azione fin qui portata avanti, ma soprattutto allo scopo di renderla sostenibile in termini di nuove alleanze e valorizzazione del volontariato europeo, si è proceduto verso un’europeizzazione di Anpas con il miglioramento e lo sviluppo di standards e procedure in linea con quelle individuate dall’Unione Europea e relative all’invio e alla gestione
12 |ANPAS |POLITICHE EUROPEE E RAPPORTI CON LE RETI INTERNAZIONALI
all’estero di volontari europei in situazioni di emergenza, che hanno avviato un percorso di certificazione (Meccanismo di certificazione EUAV come sending organization) secondo i più alti standards operativi. Parallelamente, e all’interno dei gruppi di lavoro di Samaritan International, Anpas ha assunto il ruolo di coordinatore nel settore della protezione civile al fine di favorire, mediante varie attività messe in atto (formazione, esercitazioni, progettazione), un avvicinamento al meccanismo europeo di protezione civile, strumento dell’Unione Europea nato per rispondere tempestivamente ed in maniera efficace alle emergenze che si verificano sul territorio di Stati membri e/o Terzi. Questo clima di crescita e consapevolezza ha permesso ad Anpas, soprattutto all’interno della rete di Samaritan International, di portare all’attenzione di numerosi eurodeputati e commissari europei una posizione comune condivisa sul ruolo strategico che il volontariato gioca in Italia e in altri Paesi europei. L’obiettivo del documento, rappresentativo della posizione comune, è stato quello di stimolare una riflessione multi stakeholders, a seguito anche del recepimento su base nazionale della Direttiva europea n. 24 del 2014 relativa agli appalti pubblici, sulla necessità di valorizzare il lavoro svolto dai volontari che, sia sul piano locale, nazionale che europeo, produce valore economico e sociale a beneficio di cittadini, comunità e amministrazioni. La redazione del documento ha portato all’organizzazione di una serata pubblica a Bruxelles di confronto e partecipazione che ha visto la presenza di direttori di importanti OdV europee, di deputati europei, funzionari delle amministrazioni di protezione civile e molti altri.
2. CRITICITÀ E ASPETTI POSITIVI
La principale criticità da attribuire alle politiche europee, eredità già del
quadriennio precedente, va individuata nella difficoltà ancora percepita, nonostante i timidi progressi, di raggiungere in modo massivo i veri beneficiari di questa azione, i volontari. Molto spesso incappiamo in un collo di bottiglia insormontabile che spezza il flusso delle informazioni che dall’alto si propongono di raggiungere la base della nostra organizzazione. Questa circostanza è in parte dovuta alla specificità del nostro movimento che se da un lato rende efficiente il nostro movimento sui territori in cui interviene, dall’altro lo indebolisce nel panorama europeo.
•
aderisce, al fine di attrarre nuove e maggiori opportunità; Intensificare strategicamente l’attività di comunicazione e disseminazione per favorire un maggior coinvolgimento delle pubbliche assistenze e volontari alle attività europee.
Una debole, o poco conosciuta, presenza di referenti regionali delle politiche europee svigorisce l’azione nazionale non potendo far leva su variabili di successo quali condivisione di bisogni e visioni e lo scambio di competenze ed esperienze. Altra criticità riscontrata è relativa ai rapporti con la rete ALDA, con la quale Anpas è riuscita raramente a individuare e finalizzare azioni condivise e di risonanza per i volontari; ciò richiede una valutazione più approfondita se continuare ad aderire a questa rete. Nonostante l’elemento di criticità di cui sopra e la presenza di un ufficio nazionale dedicato al settore tutto sommato contenuto, le politiche europee hanno mostrato forza e vigore su più fronti: dalla progettualità alla formazione, dalla sensibilizzazione delle comunità alle attività di advocacy.
3. OBIETTIVI E PROSPETTIVE FUTURE • • •
•
•
Valorizzare le competenze del volontario in interventi ed esperienze transfrontaliere; Includere la componente Europea nell’attività formativa di base dei volontari; Guardare all’Europa non solo come opportunità di mobilità dei volontari, ma anche e soprattutto come occasione di avvicinamento delle attività portate avanti dalle pubbliche assistenze verso le questioni europee, allo scopo di individuare una strategia comune maggiormente identificabile e potenzialmente più performante; Accrescere le attività di sensibilizzazione in vari settori (primo soccorso, protezione civile, aiuto umanitario, servizi sociali); Garantire una presenza Anpas in altri gruppi di lavoro delle reti cui NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 13
Politiche Gestionali del Lavoro e CCNL Anpas a cura di Carlo Castellucci
1. MODELLO ORGANIZZATIVO DELLA SEGRETERIA NAZIONALE ANPAS Nel corso del mandato si è proceduto ad una rivisitazione del modello esistente procedendo con un sistema di delega ed una ricerca di professionalità con caratteristiche specifiche da inserire nel contesto lavorativo di Anpas nazionale. I risultati: A ben vedere l’aver introdotto all’interno di un’organizzazione tradizionale, quale era Anpas nazionale, una realtà nuova come quella della gestione per processi ha richiesto cambiamenti strutturali, ma anche culturali. L’approccio per processi non è certo cosa facile perché si utilizzano risorse condivise, il processo è trasversale all’organizzazione e, quindi, più difficile da gestire. In estrema sintesi: 1. i compiti delle persone che collaborano all’interno di un processo sono noti a tutti i colleghi, c’è una condivisione degli impegni e delle conoscenze, e non più una rigida suddivisione tra aree; 2. ogni area esercita un autocontrollo sul proprio lavoro senza appoggiarsi a supervisori ad ogni livello gerarchico; la Direzione, quindi, non è più centro di smistamento di attività e funzioni ma area che interviene nelle diverse fasi attraverso i centri di responsabilità di ogni fase del processo; 3. si lavora per perseguire obiettivi ben definiti e chiari a tutti; 4. le informazioni circolano più velocemente, il tempo d’attraversamento diminuisce. C’è un ritorno costante di informazioni da parte di tutti i collaboratori; 5. si evitano le attività ridondanti In questi quattro anni si è modificato il modello organizzativo del lavoro in Anpas nazionale, passando da un sistema “verticistico” (la Direzione ha un controllo diretto sulle funzioni e sui settori) ad un modello di delega (la Direzione traccia gli obiettivi e influenza
attraverso la leadership). Rispetto al passato si è notata una maggiore responsabilizzazione dei vari settori che ha consentito l’inserimento condiviso di nuove figure professionali. Il processo di delega, in un contesto professionale “maturo”, come quello di Anpas nazionale, era condizione indispensabile per aumentare la motivazione del personale presente. 1.1 LE RISORSE UMANE Dal 2015 al 2018 la Segreteria nazionale (Firenze) ha potenziato il proprio personale in settori ritenuti cruciali per lo sviluppo dell’organizzazione. Primo fra tutti il Servizio civile nazionale che nell’arco di tre anni ha realizzato 268 progetti articolati in 1856 sedi di attuazione (pubbliche assistenze e sezioni) per 7371 volontari. Per migliorare trasparenza e correttezza nella gestione delle risorse economiche è stato potenziato il settore amministrativo per l’aggiornamento costante delle scritture contabili e per rendicontare i progetti finanziati ad Anpas nazionale. La progettazione, settore che la Direzione ha confermato di strutturare con personale interno, ha visto nell’arco dei tre anni un avvicendamento a seguito delle dimissioni di una dipendente e di una collaboratrice esterna e quindi la necessità di una riorganizzazione e la individuazione di una nuova figura. Per Anpas la comunicazione costituisce da sempre un nodo strategico. Da ciò la necessità di un potenziamento anche in relazione alle grosse emergenze che siamo stati chiamati ad affrontare (fra cui il sisma centro Italia). Di pari passo è cresciuta la rete di comunicatori volontari che nel corso dei vari appuntamenti (non solo di emergenza) ha affiancato il personale. Anche la protezione civile ha visto una crescita, con un aumento di attività di formazione e prevenzione (campagna Io Non Rischio) e la necessità di una nuova figura nell’organico della Segreteria. A fronte del nuovo ruolo affidato alle reti nazionali dal Codice del Terzo Settore, da gennaio 2018 è stata
14 |ANPAS | POLITICHE GESTIONALI DEL LAVORO E CCNL ANPAS
assunta una nuova risorsa per la raccolta ed il controllo delle richieste di contributo sugli acquisti (ambulanze e beni strumentali), anche a supporto della segreteria generale. Da ottobre 2015 la Direzione nazionale ha affidato la ricerca e la selezione del personale ad una agenzia specializzata nella gestione delle risorse umane che è stata individuata nell’Adecco Italia spa. L’esperienza ha avuto risultati positivi ed è stata quindi confermata per tutte le nuove assunzioni. In quattro casi, al termine del periodo di contratto con Adecco, la Direzione nazionale ha deliberato l’assunzione diretta.
2. GRUPPO NAZIONALE POLITICHE DEL LAVORO E RINNOVO DEL CCNL ANPAS
Nel Piano quadriennale 2015/2018 è stata promossa l’istituzione di un gruppo nazionale sulle Politiche del lavoro. Coordinatore Castellucci, consulente Pelizzi, e componenti indicati dai Comitati regionali con almeno 100 dipendenti. Il gruppo si è occupato principalmente del rinnovo del CCNL con una delegazione trattante composta da: Carlo Castellucci per conto di Anpas Nazionale e componenti dei Comitati Regionali di Lombardia, Liguria, Piemonte e Toscana. 2.1. RIEPILOGO DEGLI INCONTRI Dal 2015 al 2018 il gruppo di lavoro e la delegazione trattante si sono incontrati 17 volte: • gruppo di lavoro: 3 incontri per analizzare e condividere le modalità e ascoltare le richieste provenienti dalle regioni • delegazione trattante: 14 incontri per analizzare la piattaforma del rinnovo ed incontri con le Organizzazioni Sindacali Il 10 agosto 2018, firma pre-intesa Il 28 settembre 2018, rinnovo CCNL Anpas per il triennio 2017/2019.
Politiche Giovanili e pari opportunità a cura di Elsa Fulgenzi
1. INTRODUZIONE
Gli obiettivi delineati nel Piano quadriennale miravano in prima istanza alla crescita dei nove gruppi regionali già operativi alla promozione di quelli non ancora costituiti e, con il loro contributo, ad avviare le attività programmate. Tutto è stato ridimensionato però dalla constatazione che in realtà dei 9 gruppi regionali solo alcuni erano sufficientemente strutturati. Prioritario quindi è stato stimolare il coinvolgimento dei Comitati e dei giovani alla partecipazione alle attività proposte dal settore. La riunione dei portavoce regionali al REAS nel 2015 e il Tavolo di Lavoro sulle Politiche Giovanili della Conferenza di Organizzazione di Genova nel 2016, promosse proprio per incentivare la partecipazione dei giovani, si sono dimostrati inefficaci e non hanno dato risultati apprezzabili.
2. ATTIVITÀ SVOLTE • • •
• •
• •
•
2015 - REAS – Montichiari: incontro dei portavoce regionali 2015 - REAS – Montichiari: incontro con i giovani della Lombardia per l’avvio del gruppo regionale 2015 - XV Meeting nazionale della solidarietà Pietrasanta: selezioni Contest Sami (partecipazione del gruppo giovani di Anpas Lazio, di Anpas Liguria e i Portavoce nazionali) 2016: 11ˆ Conferenza di organizzazione Anpas, Genova: Tavolo di Lavoro Politiche Giovanili 2017: Convegno Terzo Settore RiGenerazione non profit Bologna (partecipazione dei referenti del gruppo giovani di Anpas Liguria, Emilia Romagna e i Portavoce nazionali) 2017 Cologno Monzese: riunione referenti gruppi regionali (Liguria Lombardia e Portavoce nazionali) 2017: XVI Meeting nazionale della solidarietà, Castelnuovo di Porto: Selezioni contest Sami (Partecipazione del gruppo giovani di Anpas Lazio, Liguria, Lombardia e i Portavoce nazionali) 2018: Gruppo di Lavoro sul
Regolamento gruppo giovani di Anpas (partecipazione dei referenti dei gruppi giovani di Anpas Liguria, Lombardia, Emilia Romagna e i Portavoce nazionali) Approvazione del Regolamento dal Consiglio nazionale il 27 ottobre 2018
3. CRITICITÀ
L’elenco delle attività svolte registra la costante e spesso unica presenza del gruppo giovani della Liguria e quella dei giovani della Lombardia, meno presente, ma pur sempre apprezzabile. In tutti gli altri Comitati regionali non si è generato quel processo di facilitazione necessario alla nascita dei gruppi giovani regionali. Una criticità questa che ha messo in discussione l’esistenza stessa del settore e per la quale è stata necessaria una verifica con i Presidenti regionali nella Conferenza dei presidenti regionali e Direzione nazionale svoltasi a luglio 2018. Tutti hanno confermato l’importanza dei giovani nel nostro movimento, sottolineata ulteriormente nel documento precongressuale, e si sono impegnati a promuovere e favorire la costituzione dei gruppi giovani regionali.
4. OBIETTIVI E PROSPETTIVE
Condizione essenziale per la programmazione delle attività del prossimo quadriennio sarà quindi la costruzione della rete nazionale delle politiche giovanil, con la costituzione dei gruppi giovani in ogni Comitato regionale. Solo allora si potranno programmare le attività che vedranno i giovani di Anpas protagonisti sia all’interno del movimento che nei territori.
NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 15
Politiche sanitarie e affidamento dei servizi a cura di Fabrizio Pregliasco
1. ATTIVITÀ NEL QUADRIENNIO
Nel documento unitario di programma 2015/2018 per il tema dello SVILUPPO POLITICO si sottolineava l’importanza di aumentare la capacità di rappresentanza di Anpas sulle questioni cruciali per il movimento fra cui quella del trasporto sanitario (ordinario e di emergenza/urgenza) che rientra tradizionalmente tra le attività istituzionali delle nostre associate vista la sussistenza di alcuni elementi qualificanti: la prossimità al trasportato, il presidio del territorio, il farsi carico dei bisogni di persone in stato di necessità. Nel corso del 2016 sono state elaborate, a cura del consulente legale Avvocato Claudio Tamburini e del Presidente dei Revisori dei Conti Rag. Mario Moiso, le linee guida di Anpas sull’affidamento dei servizi al volontariato. Documento fortemente voluto e condiviso, ha rappresentato uno strumento utile per le pubbliche assistenze ed i Comitati per orientarsi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. 1.1 TAVOLO CONGIUNTO TRA ANPAS, CONFEDERAZIONE DELLE MISERICORDIE D’ITALIA E CROCE ROSSA ITALIANA Nella consapevolezza dell’importanza delle alleanze si è consolidata l’attività del tavolo congiunto tra Anpas, Confederazione delle Misericordie D’Italia e Croce Rossa Italiana sul futuro del volontariato sanitario nel nostro paese. Un tavolo promosso da Anpas, costituito il 18 dicembre 2015 che ha permesso di affrontare in modo congiunto molte delle battaglie sociali nel 2016. Fra i primi obiettivi del tavolo l’interlocuzione con le Istituzioni, che ha visto gli incontri con Luigi Bobba Sottosegretario delle Politiche Sociali e del Lavoro sulla Riforma del terzo settore e la richiesta di un coinvolgimento nella scrittura dei decreti delegati; con l’allora Ministra della Salute Beatrice Lorenzin su standard formativi dei volontari soccorritori, affidamento dei servizi sociosanitari e riforma del terzo settore. È stato inoltre richiesto un incontro con il coordinatore della Commissione salute della Conferenza delle Regioni e
delle Province autonome. Il tavolo con Misericordie e Croce Rossa è stato fondamentale anche per l’attività con la FIASO e la relazione con i Ministeri dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e della Salute sulla Buona Scuola. 1.2 LA BUONA SCUOLA L’Art. 1 comma 10 Legge 107/2015 cosiddetta sulla “buona scuola” prevede che “nelle scuole secondarie di primo e secondo grado siano realizzate (…) iniziative di formazione rivolte agli studenti, per promuovere la conoscenza delle tecniche di primo soccorso (…) anche in collaborazione con il servizio di emergenza territoriale “118” del Servizio sanitario nazionale e con il contributo delle realtà del territorio”. I Ministeri Istruzione (MIUR) e Salute hanno predisposto, grazie ad un gruppo di lavoro interministeriale composto da funzionari, dirigenti e docenti ed al contributo di rappresentanti delle società scientifiche e del servizio di emergenza territoriale 118, una bozza di linee di indirizzo per la realizzazione delle attività di formazione sulle tecniche di primo soccorso che sono state presentate ad Anpas, Misericordie e CRI il 18 aprile 2016 a Roma. Nel documento si evidenziano contenuti ed obiettivi formativi (che saranno quindi uniformi sul territorio nazionale) e le modalità con cui coinvolgere le associazioni di volontariato come soggetti erogatori della formazione. Nel corso dell’incontro è emersa anche l’intenzione di ampliare il progetto di informazione anche alla scuola primaria. Il 2 maggio (2016) Anpas, Misericordie e CRI hanno inviato al MIUR e al Ministero della Salute una proposta condivisa di integrazione delle linee guida al fine del riconoscimento delle tre reti nazionali per consentire alle associazioni aderenti di svolgere questa attività in modo prioritario rispetto ad altre realtà presenti sul territorio. Il programma è stato ufficialmente presentato dal MIUR e dal Ministero della Salute nel 2017. 1.3 ATTIVITÀ CON FIASO (FEDERAZIONE ITALIANA AZIENDE SANITARIE E OSPEDALIERE) La FIASO nell’ambito del laboratorio su “Servizi di emergenza e urgenza
16 |ANPAS | POLITICHE SANITARIE E AFFIDAMENTO DEI SERVIZI
territoriale 118” ha promosso una attività di ricerca ed analisi coinvolgendo, a livello nazionale, le proprie aziende associate e le tre Organizzazioni nazionali (Anpas, Misericordie e CRI, oltre a CISOM Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta); ha quindi organizzato un incontro con il proprio Comitato Strategico e le Organizzazioni nazionali di volontariato sanitario su criticità e opportunità del coinvolgimento del volontariato sanitario per una efficace ed efficiente gestione del servizio di emergenza territoriale. Due i temi affrontati: la figura del soccorritore (per il quale è stato costituito un gruppo tecnico ristretto); l’affidamento dei servizi sanitari al volontariato. Il gruppo tecnico ristretto sul tema del soccorritore aveva come obiettivo la costruzione di linee guida nazionali sul soccorritore attraverso la collaborazione scientifica con FIASO e l’interlocuzione con la Conferenza Stato/Regioni e la successiva validazione del Ministero della Salute. Le tre organizzazioni avevano espresso la loro contrarietà ad una precedente proposta di linee guida presentata dalla Conferenza Stato/Regioni nel 2011 per l’eccessivo impegno per i volontari (in termini di numero di ore). Il gruppo intendeva quindi elaborare una nuova proposta condivisa che superasse le vecchie ipotesi e sulla quale il Ministero della Salute si doveva pronunciare. Sul tema dell’affidamento dei servizi sanitari sono stati individuati tre filoni su cui proseguire il lavoro: validazione giuridica della reale possibilità di affidamento diretto al volontariato; Determinazione degli aspetti tecnici qualitativi che caratterizzano in modo sostanziale una organizzazione di volontariato; misurazione dell’impatto sociale dell’affidamento diretto al volontariato attraverso una attività di ricerca affidata ad esperti. Obiettivo, era quello di predisporre un documento di sintesi, sottoscritto da FIASO, Anpas, Misericordie e Croce Rossa, che evidenziasse i requisiti minimi per l’affidamento diretto al volontariato dei servizi di trasporto sanitario da parte della Pubblica Amministrazione. Nei primi mesi del 2017 si è cercato di rilanciare l’attività con la FIASO con un incontro svoltosi a Roma il 12 aprile per
avviare nuovamente la collaborazione sui temi dell’affidamento servizi al volontariato e della figura dell’autista soccorritore e sull’importanza del coinvolgimento del volontariato, sanitario per una efficace ed efficiente gestione del servizio di emergenza territoriale. Le tre organizzazioni hanno condiviso con FIASO il documento predisposto ed inviato ad ANAC e la piattaforma e gli emendamenti presentati da Anpas sulla legge 106/2016. La collaborazione però non ha avuto seguito.
l’autista soccorritore – sia altamente penalizzante per il volontariato e come questa rischi di mettere in crisi il sistema dell’emergenza/urgenza nel nostro Paese, garantito per il 90% da Associazioni di volontariato. Il 6 settembre è stata rinnovata una richiesta di incontro alla Ministra della salute, al Presidente della Conferenza delle Regioni ed al coordinatore della commissione Salute (assessore Antonio Saitta). Quest’ultimo ha incontrato Anpas, Misericordie e Croce Rossa il 6 dicembre.
1.4 GRUPPO DI LAVORO NAZIONALE SULLE POLITICHE SANITARIE Nel 2016 il Gruppo di Lavoro sulle politiche sanitarie nell’ambito della Conferenza di Organizzazione di Genova ha individuato fra gli obiettivi la promozione di maggiori momenti di confronto tra le varie esperienze regionali e/o locali in ambito sanitario nell’ottica di aumentare l’omogeneità dell’intervento sanitario delle nostre Associazioni. Per realizzare questo obiettivo la Direzione ha scelto di promuovere un Gruppo di lavoro nazionale sulle Politiche sanitarie che è stato formalmente costituito dal Consiglio nazionale il 18 febbraio 2017. Tra i temi oggetto del Gruppo: le linee guida per la figura del soccorritore, i sistemi di rendicontazione, gli standard di qualità per l’affidamento dei servizi sociosanitari. L’attività si è focalizzata sulla formulazione di una proposta Anpas per il profilo del soccorritore, ravvisando l’urgenza di costruire un proprio modello da contrapporre a quello promosso dalla Conferenza delle Regioni altamente penalizzante per il volontariato. Un gruppo misto, allargato anche ai responsabili regionali della formazione, una volta condivise le linee principali ha sviluppato, attraverso un tavolo tecnico più ristretto, il profilo del soccorritore Anpas ed il programma didattico attestandosi su 200 ore complessive di formazione. La proposta del profilo e lo standard formativo unico a livello nazionale del soccorritore Anpas, approvata dal Consiglio nazionale, è stata condivisa con le altre Organizzazioni nazionali di volontariato sanitario (Misericordie e CRI). Obiettivo chiederne il riconoscimento e la validazione da parte delle Istituzioni. Nel frattempo è proseguita la discussione a livello istituzionale: il 21 settembre 2017 Anpas, Misericordie e CRI hanno chiesto, proprio in riferimento a questo tema, una audizione alla Commissione Area Ospedaliera sub area Emergenza della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per ribadire come la proposta da loro elaborata - che prevede oltre 500 ore di formazione per
1.5 AFFIDAMENTO DEI SERVIZI SOCIOSANITARI. ANAC E CODICE APPALTI Dopo l’adozione da parte di ANAC (Autorità nazionale anticorruzione) delle Linee Guida per l’affidamento dei servizi ad enti del terzo settore (delibera n. 32 del 20 gennaio 2016 a cui l’Anpas ha partecipato con un proprio contributo) sono intervenuti alcuni significativi elementi di mutamento, sia nel diritto interno che in quello europeo, che rendono opportuno un aggiornamento ed una revisione delle indicazioni fornite da ANAC alle amministrazioni pubbliche: l’emanazione del nuovo codice dei contratti pubblici (D.Lgs 50/2016) che attua la direttiva europea 24/2014; l’evoluzione più recente della giurisprudenza della Corte di Giustizia Unione Europea (CGUE) in materia di affidamento dei servizi socio-sanitari (sentenze “Spezzino” del dicembre 2014 e “Casta” del gennaio 2016). A fronte del nuovo scenario Anpas ha incontrato la consigliera Parisi di ANAC ed è stato redatto un documento tecnico (a cura dell’avvocato Tamburini e della Prof. sa Albanese) per l’aggiornamento delle Linee guida successivamente condiviso da Misericordie e Croce Rossa Italiana e trasmesso all’Autorità a marzo del 2017. Alla luce delle successive novità del 2017 (Codice del Terzo settore) è stata rinnovata la richiesta di confronto con ANAC che si è concretizzato il 1 ottobre 2018 con l’impegno delle tre Organizzazioni nazionali di inviare ad ANAC una nota di contributo per l’aggiornamento delle Linee guida per l’affidamento dei servizi al terzo settore. 1.6 CODICE DEL TERZO SETTORE E AFFIDAMENTO SERVIZI AL VOLONTARIATO Il Codice del Terzo Settore (decreto legislativo 117/2017) riconosce la peculiarità del volontariato italiano e conferma per le ODV che aderiscono alle reti associative nazionali la possibilità di affidamento diretto in via prioritaria, attraverso lo strumento della convenzione, dei servizi di trasporto sanitario di emergenza ed
urgenza (art. 57). Si sono però riscontrate serie difficoltà nell’applicazione delle norme da parte della pubblica amministrazione, in particolar modo nell’affidamento diretto alle ODV del servizio di trasporto sanitario cosiddetto secondario, con la scelta del ricorso alle gare d’appalto. In particolare la sentenza del Consiglio di Stato (CDS) n. 1139 del 22 febbraio 2018 si è pronunciata a sfavore dell’affidamento diretto dei servizi di trasporto sanitario cosiddetti secondari (l’art. 57 del CTS infatti senza le famosa “e” comprende solo i servizi di emergenza ed urgenza) ritenendo non conforme con l’ordinamento comunitario la legge della Regione Liguria N.41/2006 che, all’art. 42 ter, prevede l’affidamento in via prioritaria alle Associazioni di volontariato dei servizi di trasporto in particolari condizioni. Alcune amministrazioni pubbliche, prendendo la sentenza del CDS come riferimento normativo, hanno ritenuto che il sistema di affidamento tramite gara dei servizi di trasporto sanitario non di emergenza e urgenza sia quello più corretto. A fronte di questo la Direzione Anpas ha condiviso metodo, percorso e l’eventuale impegno economico per le azioni necessarie con la Conferenza dei Presidenti regionali e con il Consiglio nazionale. Fra quelle concordate previste: • Dal punto di vista giuridico promuovere una revisione della Direttiva 2014/24/UE (considerando 28) per chiarire il concetto di emergenza, urgenza e soccorso. A questo scopo sono stati organizzati due incontri con alcuni europarlamentari sul tema delle difficoltà nell’affidamento diretto alle ODV da parte delle amministrazioni pubbliche a fronte della Direttiva europea n.24/2014, del Dgls di attuazione 50/2016 e del Decreto 117/2017 (Codice del Terzo settore). E’ stato inoltre organizzato, con la rete SAMI, un incontro con gli europarlamentari svoltosi per il 17 ottobre a Bruxelles per la presentazione di un documento sul Terzo settore che contiene anche la questione dell’affidamento dei servizi al volontariato. • Dare mandato (attraverso il Comitato regionale Liguria) al consulente legale per il procedimento di opposizione alla predetta sentenza del Consiglio di Stato del 22/02/2018 n.1139 che ha considerato non applicabile l’affidamento in via prioritaria alle ODV dei servizi di trasporto sanitario (non di emergenza e urgenza). NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 17
•
Individuare un caso specifico in Italia (è stato scelto il caso riguardante la Croce Verde Adria verso ASL Polesana) da utilizzare in modo strumentale per porre successivamente una pregiudiziale sulla interpretazione del concetto di emergenza, urgenza e soccorso alla Corte di Giustizia Europea (CGE) chiedendo la riunione con una causa già in essere alla CGE (causa FALCK). Il TAR Veneto ha accolto la richiesta di Anpas di rinvio pregiudiziale alla CGE sul tema dell’affidamento dei servizi sanitari NON di emergenza urgenza (cosiddetti secondari) attraverso affidamento diretto.
2. RIFORMA DEL CODICE DELLA STRADA
Tutto, come è ormai noto, è iniziato con la disdetta da parte delle Autostrade per l’Italia Spa, a far data dal 24 maggio 2014, dell’accordo con Anpas (stipulato dal 1999) per la concessione in comodato d’uso gratuito dei telepass esenti alle Pubbliche Assistenze. La decisione di Autostrade ha riguardato anche altre reti nazionali (Confederazione delle Misericordie) e singole Associazioni (fra cui la Croce Bianca di Bolzano e di Milano). Con il 31 dicembre 2014 gli apparati della convenzione sono stati definitivamente disattivati. Partendo dalla piattaforma politica della manifestazione nazionale “FERMI TUTTI” (aprile 2014), la Direzione nazionale ha predisposto un documento aperto sulla riforma del Codice della Strada che ha trovato la condivisione della Conferenza dei Presidenti regionali (20 giugno 2015). Il documento è stato posto a base dei rapporti con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e col Parlamento, in vista della discussione in Senato del DDL 1638 di Riforma del Codice della Strada. Il 2 febbraio 2016 l’8^ commissione Lavori Pubblici e Comunicazione del Senato ha ripreso l’esame del DDL 1638 (Legge delega riguardante modifiche al Testo Unico del Codice della Strada) approvato dalla Camera dei Deputati e nel cui testo sono stati recepiti alcuni degli emendamenti da noi proposti, tra cui l’esenzione del pedaggio autostradale per i veicoli delle associazioni di volontariato al pari di quanto previsto per i mezzi della Croce Rossa. A maggio 2016 l’iter della legge si è tuttavia arenato, a causa di problemi di copertura finanziaria del provvedimento sollevati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Anpas ha continuato a tenere monitorata l’attività della riforma del
Codice della strada e in tempi recenti (2018) ha promosso la formulazione di una proposta di modifica dell’articolo 373 del DPR 16/12/1992 che equipara i veicoli della CRI ai veicoli delle associazioni di volontariato appartenenti a reti nazionali.
3. CRITICITÀ E ASPETTI POSITIVI
Una serie di norme in parte obsolete e in parte non coerenti fra loro rendono sempre più difficile l’attività delle Associazioni di Volontariato in ambito sanitario ed i rapporti con la Pubblica Amministrazione. Come sottolineato la poca chiarezza e coerenza delle norme ha determinato una posizione da parte dei funzionari della Pubblica Amministrazione che ha teso, in tempi recenti, a scegliere lo strumento della gara di appalto per l’affidamento dei servizi di trasporto sanitario. L’azione più recente di Anpas si è quindi dovuta incentrare anche nel sostenere alcune cause legali sia a livello italiano (TAR e Consiglio di Stato) che europeo (Corte di Giustizia Europea) con un notevole impegno della Presidenza, ma anche di natura economica. L’intensa azione di rappresentanza e lobby svolta nell’ultimo quadriennio ha teso a promuovere miglioramenti legislativi utili alle attività generali delle nostre associazioni in campo sanitario.
4. OBIETTIVI E PROSPETTIVE FUTURE
Anpas come attrice impegnata in battaglie sociali deve consolidare fra gli obiettivi del prossimo quadriennio la rinnovata necessità di interventi normativi chiari sull’affidamento dei servizi di trasporto sanitario al volontariato che non riguardino solo la normativa italiana ma anche quella a livello europeo. Si riassume i temi principali per gli interventi normativi: • Validazione giuridica della reale possibilità di affidamento diretto al volontariato anche per i servizi sanitari non di emergenza urgenza; • Determinazione degli aspetti tecnici qualitativi che caratterizzano in modo sostanziale una organizzazione di volontariato; • Misurazione dell’impatto sociale dell’affidamento diretto al volontariato (anche attraverso una attività di ricerca affidata ad esperti) • Criteriologia univoca per la rendicontazione
18 |ANPAS | POLITICHE SANITARIE E AFFIDAMENTO DEI SERVIZI
•
Validazione del profilo dell’autista soccorritore Anpas Inoltre è necessario consolidare e sviluppare la formazione sanitaria ai cittadini (scuole, campagne nazionali di prevenzione sanitaria) attraverso l’implementazione dei rapporti con il MIUR e d il Ministero della Salute.
Progettazione nazionale ed europea a cura di Lamberto Cavallari
1. ATTIVITÀ DEL QUADRIENNIO
In particolare, su scala interregionale e nazionale, si è proceduto, prima con il progetto PAC (Fondazione con il Sud), e poi con il progetto BRIDGE (Ministero del Lavoro delle Politiche Sociali), a rafforzare l’impatto dell’azione delle associazioni di volontariato e dei Comitati regionali sui territori, migliorando e ampliando l’offerta, la qualità e la diversificazione dei servizi rivolti alla comunità. Molto spesso gli interventi progettuali, indirizzati al potenziamento delle conoscenze, alla nascita di atteggiamenti virtuosi e ad una valorizzazione di comportamenti consapevoli, hanno innescato meccanismi di cambiamento positivi a beneficio di singoli volontari, di funzionari, di associazioni e più in generale di intere comunità. Spesso territori circoscritti o players definiti (ad es. Sud Italia) sono stati hub sperimentali di attività e prodotti che poi hanno generato ricadute ed entusiasmo a livello nazionale, al punto da proporre sperimentazioni progettuali su larga scala per un cambiamento strutturale e maggiormente consapevole dell’intera rete.Guardando da una prospettiva europea, appare evidente, anche dal riepilogo nella tabella che segue, come alcuni settori abbiano fatto da traino nella progettazione rispetto altri, in particolare ci riferiamo al settore della protezione civile. Ragion d’essere di questo risultato è una strategia politica, interna al movimento, maggiormente definita,
Come noto, la progettazione nasce come funzione trasversale al servizio dei vari settori di Anpas, in quanto necessaria per coniugare l’impulso operativo delle singole aree di intervento con la visione politica e strategica di un movimento unitario e con l’utilizzo di risorse a livello nazionale ed europeo. Anpas ha confermato, nel quadriennio trascorso, il ruolo della progettazione quale strumento di sistema capace di accrescere capacità, attrarre nuovi capitali, incrementare il processo di crescita di beni materiali e immateriali. I progetti, sia con esito positivo che negativo, hanno spaziato su vari settori e hanno fornito risposte alle più disparate esigenze professionali o bisogni sociali; fra i settori coinvolti - a parte quelli del servizio civile, della cooperazione internazionale e, in parte, della protezione civile che vantano una propria autonomia progettuale - vi sono: istituzionale, politiche giovanili e pari opportunità, protezione civile nel panorama europeo, politiche sanitarie. Valorizzare le esperienze e le competenze sviluppate, migliorare la qualità delle proprie iniziative, incrementare l’efficienza e l’efficacia degli interventi rispondendo in modo più idoneo ai bisogni della comunità sono gli elementi che hanno mosso la progettazione di Anpas sia a livello nazionale che europeo.
la quale ha favorito una progettazione più consapevole e pronta a fornire risposte o proporre soluzioni nel frame di riferimento. Al contempo a facilitare il processo progettuale nelle sue varie fasi (analisi dei bisogni, sviluppo di idee e design delle proposte) è stata la presenza di una consolidata partnership nel settore della protezione civile all’interno delle reti europee a cui Anpas aderisce. Tuttavia importanti esperienze progettuali, a prescindere dall’esito istruttorio, sono state portate avanti anche in risposta ad emergenze sociali (Progetto Vale sul contrasto alla violenza di genere) e sfide socio-culturali (Progetto FACET sulla nascita di un protocollo comune e la certificazione delle competenze di primo soccorso), favorendo sicuramente un’apertura verso nuovi e possibili orizzonti. Infine, da un punto di vista organizzativo, la decisione di accentrare la funzione progettazione presso la sede centrale di Anpas a Firenze ha favorito un maggior dialogo tra i referenti di settore e la persona preposta al design di proposte, stimolando la nascita di nuovi interventi, valutando ambiti di azione, favorendo lo scambio delle informazioni e snellendo i processi di lavoro. Questo è sicuramente da reputarsi un approccio vincente rispetto il passato. Di seguito si propone un riepilogo dell’attività progettuale che ha caratterizzato l’ultimo quadriennio:
PROGETTI AMMESSI A FINANZIAMENTO ANNUALITÀ
PROGETTO
AMBITO
SETTORE
TERRITORI COINVOLTI
2013-2016
FLOOD (Participation on flood relief project)
EU
Protezione civile
Italia, Austria, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Polonia Slovacchia
2013-2015
COLORS
Nazionale
2013-2015
BAD Big Anpas Data
Nazionale
Istituzionale
Italia
2014-2016
SAMETS (Social affairs management in emergency temporary shelter)
EU
Protezione civile
Italia, Austria, Germania, Belgio, Slovacchia
2015-2017
EVRECA! (European volunteers for response of emergencies in the Caribbean)
EU
Protezione Civile
Greneda, Isole Barbados, Italia
2015-2017
ADAPT (Awareness of disaster prevention for vulnerable groups)
EU
Protezione civile
Italia, Germania, Danimarca, Belgio
2015-2017
BE DRIN (Balkans and Europe fro Development of Resilience Initiatives)
EU
Protezione civile
Albania, Kosovo, Fyrom, Italia, Ungheria, Romania
2016-2018
INDRIX (Inclusive disaster resilience index)
EU
Protezione civile
Italia, Lettonia, Belgio, Germania
2017-2018
PAC (Pubbliche Assistenze Aperte al Cambiamento)
Nazionale
Istituzionale
Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania
2018-2019
V-IOLA (Volunteer International On Line Asset)
EU
Protezione civile
Montenegro, Serbia, Italia, Ungheria, Romania
2018-2019
BRIDGE – Costruiamo la rete Anpas del futuro
Nazionale
Istituzionale, Formazione
17 Regioni italiane, 2 province autonome
2018-2019
CAPACIT’AZIONE
Nazionale
Formazione
Italia
2019-2020
FACET (First aid, civic engagement, training)
EU
Formazione, Politiche sanitarie
Germania, Italia, Lituania, Slovacchia, Macedonia, Lettonia, Austria
Toscana, Liguria
NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 19
PROGETTI INVIATI E NON FINANZIATI PROGETTO
AMBITO
SETTORE
TERRITORI COINVOLTI
PROGRAMMA/ EU DG
2017
eXpand (Exoskeleton for power augmentation for use bye emergencies responders in pos natural dsaster scenarios)
EU
Protezione civile
Italia, Spagna, Francia, Olanda, Spagna, Irlanda
Horizon 2020
2017
EMPACT (Empowerment2Act)
EU
Protezione civile
Italia, Danimarca, Belgio, Kenya, Uganda, Macedonia, Serbia
EUAV Initiative
2017 2018
MOST (Multi-sphere-operable Social teams)
EU
Protezione civile
Italia, Germania, Austria, Romania, Serbia
DG ECHO
2018
VALE (Volunteers action in local Emergency)
EU
Politiche giovanili e pari opportunità
Italia
Rights, Equality, Citizenship Programme
2018
RESACT (Resilience in action)
EU
Protezione civile
Italia, Germania, Repubblica Ceca, Spagna, Grecia
DG ECHO
ANNUALITÀ
PROGETTI INVIATI E IN ATTESA DI ESITO 2018
EMPACT (Empowerment2Act)
2. CRITICITÀ E ASPETTI POSITIVI
Tra le criticità più tangibili si riportano: • La comunicazione dei progetti non sempre ha soddisfatto con efficacia la necessità di una corretta divulgazione di risultati e ricadute progettuali; • L’assenza o la mancata conoscenza di referenti regionali sulla progettazione non ha favorito lo scambio delle informazioni in termini di bisogni locali e soluzioni da proporre arrestando fin dal principio un processo sinergico di crescita comune; • La modesta pianificazione strategica di alcuni settori non ha permesso una programmazione ex ante di azioni e interventi e, conseguentemente, una partneship building adeguata; • La progettazione nazionale si presenta debole nella capacità di dar vita a partenariati capaci di includere soggetti pubblici e organizzazioni esterne ad Anpas, orientandosi esclusivamente verso una dimensione interna al movimento.
EU
Protezione civile
Italia, Danimarca, Belgio, Kenya, Uganda, Macedonia, Serbia
D’altro canto, tra gli aspetti positivi figurano: • Una procedura interna flessibile nelle varie fasi di progetto (approvazione, avvio, design, gestione) che favorisce, tenuto conto anche della strutturazione interna, un accesso notevole alle opportunità finanziarie; • Alta attenzione agli input che arrivano dalla rete e dai volontari, con idee che diventano progetti, gratificando la figura del volontariato non solo per quello che fa ma anche per il contributo di idee; • Coinvolgimento nelle attività di progetto dei volontari non solo come beneficiari ma anche come realizzatori delle stesse.
20 |ANPAS | PROGETTAZIONE NAZIONALE ED EUROPEA
EUAV Initiative
3. OBIETTIVI E PROSPETTIVE FUTURE
Alla luce dell’analisi sopra delineata, si individuano per il futuro i seguenti obiettivi da raggiungere: • Potenziare lo scambio di esperienze, competenze e informazioni tra i diversi settori, dando impulso a nuove iniziative trasversali e più vicine ai bisogni dei beneficiari diretti; • Stimolare, sia a livello nazionale che europeo, la nascita di strategie di intervento nei settori meno rappresentati dalla progettazione fino a questo momento, favorendo l’individuazione di concept da tradurre in proposte progettuali; • Insistere sul miglioramento della comunicazione dei risultati e ricadute di progetto al fine di diffondere le attività della rete e attrarre nuovi partner; • Favorire la partecipazione a percorsi formativi e informativi dello staff, come momento non solo di crescita professionale ma anche di networking e scambio di idee.
Protezione Civile, ambiente e territorio a cura di Carmine Lizza
1. PREMESSA
Il quadriennio appena trascorso, che ha visto anche la lunga e faticosa esperienza del terremoto del Centro Italia, ha evidenziato che il percorso sperimentale di trasformazione intrapreso con l’introduzione di importanti novità ha dato i frutti auspicati e nello stesso tempo ha consolidato la crescita del settore protezione civile e di Anpas più in generale. In particolare la nostra azione, non tralasciando le attività emergenziali che oggi sono profondamente incentrate sui bisogni sociali e sul recupero concreto del concetto di comunità, si è occupata in maniera sempre più sistemica dei temi della prevenzione e dello sviluppo della resilienza delle comunità e dei territori: tutto ciò attraverso una progettualità specifica che ha fatto da apripista per l’intero sistema insieme ad altri partner anche europei. In quest’ultima direzione, rilevante è stata anche la partecipazione alla stesura del nuovo Codice della Protezione Civile (Decreto Legislativo n.1 del 2 gennaio 2018) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 17 del 22 gennaio 2018 ed entrato in vigore il 6 febbraio 2018.
2. BILANCIO DELLE ATTIVITÀ SVOLTE TRA PARTECIPAZIONE E TRASPARENZA
Per raccontare la storia di questi ultimi 4 anni di protezione civile in Anpas, non si poteva che redigere un documento a più voci: non solo per evidenziare il grande lavoro di squadra fatto dall’intera Commissione nazionale ma anche per evidenziare il percorso che ci ha portato ad essere quello che siamo oggi. Sarebbe troppo dispersivo, in questo contesto, presentare un elenco delle attività svolte o dei progetti realizzati o degli interventi portati avanti o degli sviluppi maturati anche perché sono sotto gli occhi di tutti e non c’è associazione in Anpas che non li abbia partecipati da protagonista. Dunque, per poter tracciare un bilancio di questo mandato, ci siamo interrogati su quale potesse essere il filo conduttore
da recuperare in questo labirinto di narrazioni, quale la semantica di un percorso così articolato come quello che abbiamo vissuto negli ultimi anni ed in questo quadriennio in particolare. Procedendo per suggestioni utili, è fondante l’idea di PARTECIPAZIONE responsabile e coraggiosa, legata ai territori, supportata da percorsi di riflessione e formazione che hanno caratterizzato la nostra azione in questo tempo: le “cascate formative” ad esempio che operano quale sistema dinamico sempre attivo, stanno di fatto restituendo una struttura definita di migliaia di volontari specializzati su cui poter contare in emergenza e nella quotidianità fatta di cittadinanza responsabile e consapevole. Dal 2019, grazie al nuovo progetto approvato dal Dipartimento Protezione Civile (DPC), la formazione parlerà con una lingua più europea sempre di più di sviluppo di competenze, di pianificazione e di interpretazione autentica dei contesti, puntando realisticamente non tanto e non solo alla specializzazione dei volontari (che pure è quello che il sistema di protezione civile del XXI secolo ci chiede) ma alla loro capacità di contaminazione col territorio così come evidenziato ed auspicato dal nuovo Codice della protezione civile. Oggi in questo settore, possiamo parlare di know-how che i nostri volontari spendono nelle emergenze dei loro comuni, di diffusione del modello Anpas, di formazione continua ma anche di supporto e di potenziamento delle pratiche di resilienza per le comunità: parole chiave dei tanti progetti europei che abbiamo realizzato e ancora contribuiamo a sviluppare anche grazie alla nuova casa della formazione (Polo Nazionale di Fosdinovo) operativa dallo scorso 14 aprile e che ci consentirà di accogliere, appena sarà completata, fino a 90 volontari riunendo gruppi provenienti dalle diverse parti d’Italia. La TRASPARENZA è un ulteriore riferimento in questa restituzione di significati. Trasparenza quale volontà di comunicazione e cooperazione nelle scelte strategiche del settore e di creazione collaborativa di orizzonti condivisi.
3. UNO SGUARDO AL FUTURO
La partecipazione e la trasparenza sono stati alla base dell’elaborazione del documento di “visione” di Fosdinovo (del quale di seguito trovate una sintesi) sviluppato su tre ambiti di sistema: la comunicazione, lo sviluppo della formazione oltre la formazione e l’organigramma che rappresentano di fatto la sintesi delle linee di programmazione e di sviluppo che abbiamo inteso indicare. La comunicazione rappresenta un elemento imprescindibile e fortemente etico per lo sviluppo di un movimento ed è tanto potente quanto pericolosa ma oggi, quanto meno nel nostro settore, essa rappresenta una criticità da affrontare riflettendo meglio rispetto a come, quando e cosa comunicare! Fondamentale sarà dunque impegnarsi di più su cosa vogliamo comunicare e sulla scelta di chi sarà il destinatario della nostra comunicazione. La comunicazione funziona infatti solo se rimane in un canale aperto tra chi parla e chi ascolta e se il destinatario può in qualche modo partecipare a questo circolo virtuoso. Nuovi obiettivi saranno quelli di velocizzare la trasmissione del flusso delle informazioni, di spingere le associazioni/i Comitati regionali a assumere ruoli più attivi e di favorire una maggiore corrispondenza biunivoca del processo comunicativo tra il livello nazionale e quello periferico di Anpas. Formazione oltre la formazione, perché è ormai necessario immaginare le modalità con cui spendere, anche in contesti differenti da quelli eminentemente emergenziali, il know how che i volontari hanno acquisito nei percorsi seguiti e forse, in una visione più allargata e immaginifica, immaginare un salto verso le competenze, verso una partecipazione civica che divenga pro attiva soprattutto nei territori in cui i volontari si spendono ogni giorno, potenziando le nostre azioni istituzionali anche a livello internazionale, anche sui temi dell’intervento emergenziale, in accordo con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. Organigramma: si è lavorato anche su una possibile nuova configurazione NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 21
dell’organigramma della Protezione Civile di Anpas, partendo dall’esigenza principale di rendere il sistema maggiormente efficiente in relazione alla sua composizione e più efficace in merito ai suoi rapporti verso i territori e verso le Istituzioni. Da qui molte idee di ripensamento della struttura come la programmazione di incontri residenziali presso il Polo Nazionale di Fosdinovo, la costituzione di un gruppo stabile di coordinamento, gruppi di lavoro per competenze e per lo sviluppo di prospettive nuove, creazione di piattaforme di lavoro condivise che permettano anche di riallacciare le relazioni con la base in termini di informazione, coinvolgimento e supporto. In aggiunta a questi temi non si potrà prescindere dal consolidamento dei rapporti con le altre organizzazioni di volontariato facenti parte, in applicazione della nuova legislazione, del “Comitato nazionale” composto dai rappresentanti del volontariato delle regioni e dai rappresentanti del volontariato che attualmente compongono la Consulta Nazionale, e dalla implementazione di attività più strutturate sull’educazione e sulla sostenibilità economica ed ambientale (vd. riuso e riciclo dei rifiuti) promuovendo, più in generale, la salvaguardia del territorio inteso come bene comune.
22 | ANPAS | PROTEZIONE CIVILE, AMBIENTE E TERRITORIO
Pubbliche relazioni, immagine e grandi eventi a cura di Fabrizio Pregliasco e Lamberto Cavallari
PREMESSA
Il quadriennio appena trascorso, ha visto Anpas continuare a incrementare la sua presenza sulle principali testate giornalistiche nazionali, ma anche a consolidare il lavoro degli anni su narrazioni, innovazione, policy, immagine coordinata, multimedialità, eventi e allargamento della rete dei comunicatori volontari e la loro formazione.
1. DAL NUOVO SITO AI DOCUMENTI ISTITUZIONALI AL BILANCIO SOCIALE
Anpas ha continuato la realizzazione annuale dei Bilanci in ogni sua possibile forma (social, scaricabile, multimediale video, etc) con l’innovazione nelle ultime due edizioni della realtà aumentata con un lavoro prodotto interamente dall’ufficio nazionale. Codice etico e altri documenti istituzionali. Negli ultimi tre anni è ripreso l’invio mensile della newsletter (in formato elettronico) Anpas Informa e l’impegno sui social network (Flickr, Issu, Youtube, Facebook, Instagram e Twitter) è proseguito quotidianamente incrementando il numero. È stato presentato nel corso del Consiglio nazionale del 20 febbraio 2016 il nuovo sito internet www.anpas. org. Un sito con nuove funzionalità, più pagine dedicate alle storie dei volontari e delle pubbliche assistenze, un nuovo layout, il mercatino online, una nuova architettura. Pensato per facilitare la condivisione delle storie dei volontari delle pubbliche assistenze Anpas, ma che ha anche messo a disposizione dei volontari e delle pubbliche assistenze una serie di materiali riguardanti l’immagine coordinata per scaricare, personalizzare e diffondere iniziative, volantini, raccolte fondi, 5x1000. Coerentemente con la mission e la storia del movimento delle pubbliche assistenze, il sito www.anpas. org è stato realizzato con Joomla, un CMS open source, con template e componenti gratuiti. Un sito in Creative Commons e mobile responsive, cioè ottimizzato per la navigazione via smartphone e tablet e ogni contenuto può essere facilmente condiviso sui principali social network.
2. UNA RETE RAFFORZATA
Dalla consulenza al supporto alle pubbliche assistenze e Comitati regionali, ai tanti incontri tra la comunicazione di Anpas Nazionale con quella dei Comitati regionali, con due momenti di incontro nazionali nel 2016 e nel 2017 dove i comunicatori si sono confrontati sui vari temi riguardanti la comunicazione e la messa in rete di esperienze e buone pratiche. Una rete che si è mantenuta con canali social dedicati e altri momenti di confronto con i singoli Comitati: tanti infatti sono stati anche i momenti formativi promossi dalla comunicazione nazionale, in collaborazione con la comunicazione regionale per la creazione di reti di comunicatori locali in molti Comitati. Nell’ottica dell’ampliamento della rete e di rafforzamento del sistema di comunicazione, Anpas ha fornito ai Comitati regionali attrezzature (action camera, fotocamera, microfono, treppiedi) per poter raccontare gli eventi delle pubbliche assistenze e dei Comitati regionali sul territorio e migliorare la rete dei comunicatori Anpas. Grazie alla Cascata Formativa della Protezione Civile è stato possibile continuare la formazione dei volontari Anpas sia per quanto riguarda la gestione della comunicazione delle emergenze sia per la promozione delle buone pratiche della prevenzione: social, immagine, ufficio stampa le tematiche principali della formazione. E grazie a questo lavoro di rete, oltre alla copertura dei principali eventi nazionali, per quanto riguarda la documentazione fotografica e video di Anpas, l’archivio è stato implementato anche con nuove fonti provenienti dai singoli territori e dai volontari formati sulla comunicazione.
3. UFFICIO STAMPA
Sempre più importante l’attività di ufficio stampa fatta da Anpas in questi anni. La presenza ormai continuativa nel mondo della comunicazione mainstream su tv e radio nazionali, oltre che alle relazioni ormai consolidate con i media specializzati del terzo settore e le altre organizzazioni e reti di volontariato. Anche in seguito alla presenza sui principali eventi nazionali, l’attività di ufficio stampa ha incrementato ulteriormente il numero di uscite su
giornali, radio, televisione e online, attestandosi come fonte di informazione attendibile sia durante le emergenze sia per la promozione della prevenzione su testate nazionali come Corriere della Sera, Repubblica, Sky, Rai, Radio Rai e Mediaset. Oltre che alla presenza nei tavoli istituzionali, si è rafforzata la collaborazione con stakeholder istituzionali come Dipartimento Protezione civile, o enti come IRC (Italian Resuscitation Council), Centri di Servizio, Forum del Terzo Settore, Giornale Radio sociale, Samaritan International ed altre organizzazioni. Anpas ha poi lavorato anche all’intera comunicazione del progetto europeo Be Drin, sia attraverso il sito che con la creazione e l’implementazione del logo, del communication toolkit e della creazione dell’immagine coordinata, la cura dei social e la realizzazione dei contenuti durante gli incontri.
4. UN’IMMAGINE IN VIAGGIO: DIRETTE STREAMING, DOCUMENTARI, MOSTRE ITINERANTI E UN GIRO D’ITALIA PER IL NEPAL
In questi anni Anpas è stata raccontata anche attraverso una mostra fotografica (“Penta, pinta pin però”) creata all’indomani del terremoto in Centro Italia, presentata al REAS 2016 appena un mese dopo il terremoto e successivamente fatta viaggiare all’interno di tanti Comitati e associazioni che l’hanno voluta ospitare. Molti anche i documentari realizzati in questi anni: dalla celebrazione dei 110 anni della Croce Verde di Torino, al documentario “Ognuno ha bisogno del proprio simile - Il terremoto di Gibellina e quel che resta”, pubblicato a gennaio 2018, a quello realizzato con il comitato Anpas Emilia Romagna “Sisma Emilia 5 anni dopo”. Subito dopo l’inaugurazione della sede della Croce Blu di Mirandola, ricostruita dopo il sisma del 2012, il biker Davide Gaddi è partito per un viaggio che ha attraversato 9 regioni d’Italia in 50 tappe in pubbliche assistenze Anpas e 20mila metri di dislivello: “Catena Namaste” ha portato in viaggio il logo di Anpas per ringraziare con Davide tutte le pubbliche NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 23
assistenze che hanno lavorato per il dopo sisma emiliano e sensibilizzare sulla situazione del Nepal dopo il terremoto che lo ha colpito. A questo si aggiungono le dirette streaming che sono iniziate con il 52° Congresso nazionale (2014) e sono proseguite con singoli eventi, anche istituzionali come gli incontri interregionali sulla Riforma del Terzo Settore (2017) che sono stati trasmessi con una diretta streaming sul canale YouTube di Anpas.
5. SOCIAL E APP
Molte le iniziative riguardanti immagine, linguaggi e comunicazione coordinata nel corso del periodo appena trascorso. La social media policy, il regolamento associativo e il libro di stile sono stati diffusi nel corso del 2017 tra le pubbliche assistenze e i Comitati regionali Anpas nelle varie occasioni di formazione e di incontro. Un lavoro importante è stato fatto a livello di monitoraggio e di una presenza, costante e quotidiana, dei social network. La comunicazione di Anpas e dei Comitati regionali si è svolta anche attraverso l’APP Anpas (realizzata da Zerobyte) disponibile per Android e iOS. Oltre al monitoraggio dei social e alle campagne di comunicazione ormai consolidate come #arancionatale e #laltraestate, #zerobotti (la campagna di sensibilizzazione per il capodanno in sicurezza), Anpas ha realizzato molte iniziative in seguito all’emergenza in Centro Italia e alle attività di assistenza in occasione delle principali manifestazioni a carattere nazionale. Sempre per uqanto riguarda i social Anpas ha promosso un uso consapevole dei social attraverso varie iniziative, sia esterne che interne. Anpas ha promosso la rete #SocialProciv: un lavoro, ideato e promosso da diverse realtà del sistema di protezione civile italiano, dedicato alla comunicazione di protezione civile sui social media. Oltre al racconto delle attività svolte negli ultimi due anni da un tavolo molto variegato, a cui ha partecipato anche Anpas come espressione del volontariato di protezione civile, nel 2015 è stato pubblicato il Manifesto della rete #socialProCiv e due documenti aperti alla consultazione pubblica: le indicazioni per la redazione di policy e le linee guida per la gestione degli account. #SocialProCiv vuole essere una community digitale formata da tutte quelle realtà operanti nel campo della protezione civile italiana che intendono fare una corretta comunicazione del rischio e dare precise informazioni in emergenza anche attraverso i social media. Importante il percorso di alfabetizzazione digitale “Digito Ergo
Sumus” intrapreso con i giovani di Anpas Liguria. Internamente Anpas ha prodotto e diffuso la policy per l’uso dei social network. Nel corso del 2016 Anpas ha promosso il tesseramento con la campagna social #16Anpas con l’obiettivo di promuovere la tessera associativa come valore aggiunto anche sui social network. Sempre sui social Anpas ha partecipato, il 7 aprile 2016, al tweetbombing #fuorileliste rivolto all’Agenzia delle Entrate per la mancata pubblicazione elenchi dei beneficiari del 5 per mille per l’anno 2014.
6. MEETING, REAS E ALTRI EVENTI NAZIONALI
Nel corso dei quattro anni si sono svolte due edizioni del Meeting nazionale della Solidarietà (Pietrasanta, 2016 e Castelnuovo di Porto, 2018), un appuntamento che è diventato a cadenza biennale. In entrambe le occasioni si sono svolte le selezioni della squadra di ANPAS per il Contest di Samaritan International, la competizione giovanile europea sul soccorso sanitario. Importante la presenza e la visibilità di Anpas nella Fiera dell’Emergenza REAS (Montichiari, BS) che ha consentito ad Anpas nazionale di acquisire molti materiali per l’allestimento per questa ed altre iniziative e che sono a disposizione di Associazioni e Comitati regionali (bandiere, striscioni, roll up, pop up stand, …). Le ultime edizioni di REAS hanno visto un forte coinvolgimento dei volontari anche nell’organizzazione e nella gestione della varie attività del “padiglione Anpas”. Significativa anche la presenza di uno stand di Anpas nell’area commerciale che ha permesso la diffusione di materiali e gadget. La comunicazione Anpas ha preso parte anche ai principali eventi organizzati dalle singole pubbliche assistenze tra cui il torneo sanitario dei tre confini di Borgotaro che ha visto nel 2018 il coinvolgimento diretto di Anpas nazionale e l’apertura del trofeo a squadre dei diversi Comitati regionali. Da segnalare anche l’evento “Cuore al Centro”, raduno nazionale dei volontari intervenuti nell’emergenza sisma del Centro Italia.
7. IMMAGINE
Dalla realizzazione dei singoli loghi per singoli progetti, alla grafica e l’impaginazione dei documenti istituzionali, fino alla realizzazione delle grafiche dedicate per i singoli social, Anpas ha continuato con la produzione di un’immagine quanto più coerente con i suoi loghi, colori e immagini. Tante le attività che hanno coinvolto la
24 |ANPAS | PUBBLICHE RELAZIONI, IMMAGINE E GRANDI EVENTI
comunicazione di Anpas alle quattro edizioni in cui è stata presente a REAS: dall’allestimento di uno stand nell’area commerciale e del padiglione Piazza Anpas, l’immagine del torneo di primo soccorso. Negli ultimi quattro anni molti sono stati i nuovi gadget creati con logo Anpas sia per REAS che disponibili online. È continuata l’attività di omogeneizzazione dell’immagine di Anpas attraverso l’impegno di diffondere e comunicare, anche attraverso il gruppo dei comunicatori Anpas, a tutte le associazioni e alle principali ditte produttrici le caratteristiche tecniche e le modalità per realizzare le personalizzazioni con una corretta applicazione del logo delle divise dei volontari.
8. PROSPETTIVE DI SVILUPPO
Oltre che ad un costante lavoro sull’immagine e un sempre maggior rafforzamento della rete, per il prossimo quadriennio si lavorerà ad una sempre più stretta collaborazione con le pubbliche assistenze e i volontari che consenta una maggiore condivisione dell’attività istituzionale del movimento, ma anche di una maggiore cura e coerenza con i valori e la mission di Anpas dei messaggi dati dalle singole associazioni e dai singoli volontari. Come emerso dalla Conferenza di Organizzazione di Genova (2016) dai vari tavoli di lavoro, sarà importante continuare a lavorare per incrementare la consapevolezza sull’identità, sull’Essere Anpas, sulla storia delle pubbliche assistenze, potenziare la comunicazione interna ed esterna, per continuare a migliorare l’uniformità del messaggio di Anpas, anche in base ai principi e alle regole comunicative previste dal movimento. In questo senso si auspica una maggiore collaborazione dai singoli settori, maggiori spazi di riflessione e un confronto continuo con la comunicazione. Una comunicazione che sia più consapevolezza e a servizio dei bisogni delle comunità. Sarà quindi fondamentale continuare a contribuire all’alfabetizzazione digitale e alla condivisione di buone pratiche per l’utilizzo dei social network con la condivisione di policy sempre più attente agli usi impropri. Altrettanto fondamentale sarà anche la costruzione di una comunicazione che possa alimentarsi di contenuti di qualità provenienti dalle singole associazioni. Dal punto di vista dell’immagine sarà importante continuare un lavoro su logo, colori, font e gadget, che continui ad essere coerente con i valori di Anpas e delle pubbliche assistenze.
Servizio Civile a cura di Ilario Moreschi
1. PREMESSA Il Servizio Civile ha iniziato quest’ultimo quadriennio provenendo da un periodo in cui sia lo Stato che gli enti avevano smesso di investire in questo settore. Infatti i posti finanziati nelle pubbliche assistenze nei quattro anni relativi ai bandi ordinari dal 2011 al 2014 non raggiungevano complessivamente i 1.700 posti, mentre nei quattro anni successivi ed appena conclusi sono stati finanziati progetti di servizio civile nelle sedi Anpas per un totale di 10.470 posti. Questa breve premessa era necessaria per definire lo stato di salute del Servizio Civile all’inizio del mandato e contestualizzare il percorso di questi quattro anni.
2. COSA È SUCCESSO DAL 2015 AD OGGI?
Anpas ha continuato a credere nell’importanza del Servizio Civile e della collaborazione con gli altri enti impegnandosi all’interno della Cnesc (Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile) dove è componente del Consiglio di Presidenza; oltre a questo, ha avuto ed ha un ruolo attivo nel tavolo di Servizio Civile, promosso dal Forum Terzo Settore. Attraverso la collaborazione con gli altri enti della Cnesc, e la propria presenza nella Consulta di legge Nazionale, Anpas si è impegnata affinché il fondo destinato al Servizio Civile fosse effettivamente ed adeguatamente rifinanziato dal Governo. Questi quattro anni sono stati caratterizzati dall’impegno nel rivitalizzare e rendere subito operativo un sistema che era stato “congelato” troppo a lungo. Di colpo infatti molte sedi, che per alcuni anni non avevano avuto progetti finanziati, sono rientrate a pieno titolo nel mondo del Servizio Civile; l’improvvisa “ripartenza” ha creato la naturale difficoltà di dover riattivare ed aggiornare buona parte degli operatori locali di progetto e ricostruire una rete interna che si stava disgregando (Responsabili d’area) e che negli anni precedenti era stata drasticamente ridotta. A tutto questo si è aggiunto il fatto che durante tutto il periodo è rimasta l’indecisione per il futuro, cioè di fatto l’impossibilità di lavorare con piani di lavoro a medio e lungo termine,
impedendo una programmazione seria e costringendo ad inseguire gli obiettivi. Il problema non è ancora risolto, ma si intravedono spiragli, ad esempio, con il passaggio dal Servizio Civile Nazionale (SCN) al Servizio Civile Universale (SCU), dove è prevista una programmazione triennale. Il Governo, in concomitanza con la riforma del Terzo Settore, ha infatti anche intrapreso un percorso di riforma del Servizio Civile, concretizzatosi poi con l’istituzione del Servizio Civile Universale. In questo periodo, anche tramite la Cnesc, si è monitorato il percorso difendendo alcuni principi fondamentali del Servizio Civile e cercando di promuovere l’introduzione di percorsi migliorativi sia per gli enti che per i ragazzi in Servizio Civile. Come spesso succede alcune delle proposte sono figlie dell’esperienza, come la programmazione triennale o il riconoscimento delle competenze per i giovani in Servizio Civile, attività già avviata in maniera informale da Anpas prima dell’approvazione della riforma. E’ stato messo in piedi il sostegno (attraverso il finanziamento delle attrezzature) del gruppo comunicazione di Anpas, convinti della necessità di dare una maggiore visibilità alle attività dei giovani in Servizio Civile e degli operatori delle nostre sedi. Con l’istituzione del SCU si sono attivate le procedure per l’accreditamento di enti e sedi che intendono partecipare al nuovo istituto ed è stata presentata l’istanza per accreditare le pubbliche assistenze e le loro sedi al nuovo albo unico del SCU (giugno 2018) per la quale siamo in attesa di risposta da parte del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile.
3. COSA È RIMASTO DA FARE?
Sicuramente il risultato più importante da raggiungere sarà arrivare ad un adeguato e stabile finanziamento del fondo per il Servizio Civile che permetta una programmazione pluriennale. Questo passaggio consentirebbe alle sedi di servizio di lavorare con maggior respiro, ma anche alla struttura di gestione di organizzare attività ed iniziative per migliorare la qualità del servizio stesso. Per ottenere questo obiettivo, oltre all’adeguato finanziamento, bisognerà
arrivare anche ad un calendario standard delle fasi del Servizio Civile e ad una semplificazione amministrativa soprattutto per la fase di progettazione che è attualmente schiacciata da processi burocratici ridondanti e incentrata più sulla valutazione dei progetti che sulla loro realizzazione e trasparenza. Questi obiettivi riguardano più azioni che Anpas dovrà svolgere verso l’esterno (Governo, Parlamento, Dipartimento) favorendo le azioni in rete con gli altri enti Cnesc, sostenuta dalla collaborazione dei Comitati regionali e delle associazioni per corrispondenti azioni sui territori. Guardando invece alle azioni interne al nostro movimento, rimangono alcuni passaggi importanti da fare, primo fra tutti una verifica sull’organizzazione che ci siamo dati: dal regolamento Anpas Servizio Civile alle strutture nazionali/ regionali/territoriali. Sarà necessario verificare se le caratteristiche individuate fino ad oggi sono ancora valide ed efficaci per il SCU e per gli obiettivi che Anpas si prefigura. Sicuramente sarà importante continuare nel coinvolgimento dei Comitati regionali perché la struttura di gestione sia la più partecipata possibile, partendo dall’attivazione e dal coinvolgimento delle Commissioni regionali. I percorsi dovranno essere sempre più rivolti alla costruzione di relazioni territoriali con gli altri enti di Servizio Civile, per ricostruire quella rete di collaborazioni che gli scarsi finanziamenti e la competizione progettuale ha interrotto. Diventa quindi sempre più importante aumentare la consapevolezza ed il coinvolgimento delle pubbliche assistenze anche per responsabilizzarle maggiormente rispetto all’importanza del Servizio Civile quale veicolo di coinvolgimento dei giovani nelle associazioni e quale strumento di rinnovamento del movimento. Anche per questo, durante la Conferenza di organizzazione di Genova (2016) è stata individuata la necessità di pillole informative per promuovere incontri con i consigli ed i presidenti delle pubbliche assistenze. Rimane importante lavorare sulla comunicazione vista la necessità sempre più stringente di dare visibilità ai progetti di Servizio Civile ed alle attività che i giovani svolgono, anche per far conoscere la possibilità di questa esperienza ad NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE| 25
altri ragazzi che non frequentano le pubbliche assistenze. Il percorso iniziato con alcune sperimentazioni sul riconoscimento delle competenze dovrà essere strutturato in maniera sempre più efficace per rispondere a quanto previsto dalla legge sul SCU. Il tutto però non dovrà limitarsi ad un mero adempimento legislativo, ma dovrà avere come obiettivo quello di lavorare per semplificare la gestione dei percorsi previsti per le associazioni e rendere sempre più efficaci i percorsi per i giovani. Sarà necessario avviare una riflessione anche su temi non strettamente legati al Servizio Civile, ma che potrebbero indirettamente condizionarlo come ad esempio il reddito di cittadinanza. L’analisi approfondita e preventiva di certi aspetti sarà fondamentale per non farsi trovare impreparati e rimanere così attori attivi e consapevoli delle scelte legate al Servizio Civile.
26 |ANPAS | SERVIZIO CIVILE
Sviluppo del movimento a cura di Fabrizio Pregliasco, Ilario Moreschi, Carlo Castellucci
1. INTRODUZIONE
Sul tema dello SVILUPPO DEL MOVIMENTO è stato dedicato una delle prime riunioni del Consiglio nazionale ad inizio di mandato (Firenze, 21 febbraio 2015). Partendo dalle indicazioni ricevute dal Documento finale del 52° Congresso nazionale, sono stati declinati gli obiettivi in macroazioni ed azioni specifiche, un lavoro che ha coinvolto direttamente tutti gli organismi nazionali (consiglieri, revisori, probiviri e past president) e i presidenti dei Comitati regionali. Il tema generale di SVILUPPO è stato declinato attraverso tre assi portanti (POLITICO, CULTURALE E SOCIALE e ORGANIZZATIVO), tre dimensioni che si sono intrecciate tra loro ma che hanno prodotto moltissime azioni all’interno e all’esterno del movimento. Un percorso che ha visto accelerazioni e rallentamenti, spesso dettati da condizioni esterne. Tra queste il lavoro poderoso ed importante legato alla RIFORMA DEL TERZO SETTORE, che è stata per Anpas un’occasione importante di analisi e crescita, non solo delle relazioni con altri soggetti del terzo settore e con la politica istituzionale (Regioni, Parlamento e Governo), ma anche al proprio interno. Il Consiglio nazionale è stato coinvolto nella definizione della piattaforma Anpas sulla riforma che è stata successivamente tradotta in proposte di emendamenti presentati da alcuni parlamentari. “Fra tradizione ed innovazione: protagonisti del nostro futuro”: questo il tema del progetto ANPAS 2020, approvato dalla Consiglio nazionale del 16 aprile 2015, con l’obiettivo di seguire il percorso di riforma, consapevoli del fatto che non sarebbe cambiata soltanto la normativa ma il modello di welfare e, di conseguenza, il contributo che le pubbliche assistenze potevano continuare a dare alle comunità. L’attenzione al movimento ha visto l’organizzazione di seminari di approfondimento: Pietrasanta (LU), 22 maggio 2015 con Forum Terzo Settore e CSV.net sugli aspetti identitari del volontariato nel Terzo Settore; Chiaravalle (AN), 28 maggio 2016 su l’impatto sociale del volontariato nei servizi sociosanitari; Torino, 20 maggio 2017 all’indomani dell’approvazione del Codice del Terzo Settore da parte del Consiglio dei Ministri con Luigi Bobba, Sottosegretario alle Politiche Sociali e Roberto Giarola, dirigente del Dipartimento Protezione Civile, oltre alla presenza del Forum e di CSV.net. Negli
ultimi mesi del 2017 è stato organizzato un ciclo di incontri informativi/formativi interregionali sul Codice del Terzo Settore che hanno visto la partecipazione di 566 volontari di 266 pubbliche assistenze, condotti dal consulente legale Claudio Tamburini e dal presidente del Collegio nazionale dei revisori Mario Moiso. Entrambi hanno curato anche il vademecum “Il Codice del Terzo Settore per le organizzazioni di volontariato”, che è stato diffuso a tutte le pubbliche assistenze. Nell’attività sulla Riforma abbiamo avuto molti compagni di viaggio del mondo accademico e della ricerca: il prof. Antonio Fici (Università degli Studi del Molise), Andrea Volterrani (Università Tor Vergata di Roma), Alessandra Albanese (Università degli Studi di Firenze), Sara Rago (AICCON e Università degli Studi di Bologna), oltre alla collaborazione di esperti del Terzo Settore come l’avv. Marco Masi e il Commercialista Salvatore Cucca. Importante l’impegno anche nella RICERCA e nell’analisi interna al movimento delle pubbliche assistenze. Con ANPAS 2020, a cura di Socialhub, si è indagato sulle tendenze organizzative interne al movimento. L’IRPPS (Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali) del Consiglio nazionale delle Ricerche ha approfondito invece l’impatto sociale del volontariato di pubblica assistenza e della Croce Rossa Italiana (i risultati saranno presentati durante il Congresso). Un altro momento interno di analisi e riflessione è quello condotto dal past president Patrizio Petrucci rivolto alle politiche sociali, a seguito delle indicazioni emerse dal gruppo di lavoro dedicato nella X Conferenza nazionale di Organizzazione (Genova, 25/27 novembre 2016). La strada intrapresa da Anpas per affrontare i cambiamenti ha evidenziato la necessità di introdurre una nuova parola chiave nel nostro glossario: manutenzione. La storia delle pubbliche assistenze, i valori che ne sono alla base del nostro movimento, vanno rivisitati o “manutenuti’ in un’ottica di cittadinanza attiva, che porti con sé altri e nuovi valori necessari ad affrontare i bisogni sociali emergenti come effetto della globalizzazione e del cambiamento della situazione economica generale. In quest’ottica è stato avviato il lavoro per l’aggiornamento della carta di identità di Anpas e per la definizione del Codice Etico Essere Anpas (vedi capitolo su monitoraggio) ed il lavoro per le MODIFICHE
ALLO STATUTO NAZIONALE di Anpas che saranno presentate al Congresso nazionale, un lungo percorso avviato a luglio 2017 dalla Conferenza dei Presidenti regionali e della Direzione nazionale, che ha avuto un’importante momento di confronto nella XI Conferenza nazionale di Organizzazione (Bologna, 24 e 25 marzo 2018), aggiornamenti ed approfondimenti continui col Consiglio nazionale. Alla luce delle novità introdotte dalla normativa sono stati approvati anche lo Statuto tipo dei Comitati regionali Anpas e quello per le pubbliche assistenze. È cresciuta la capacità di rappresentanza di Anpas sulle questioni cruciali per il Movimento (trasporto sanitario; riforma del Terzo Settore, …) e la presenza negli Organismi istituzionali (Consiglio nazionale del Terzo Settore, CNEL – Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) e in quelli di rappresentanza del Terzo Settore (Forum del Terzo Settore, CNESC, Fondazione con il Sud e Samaritan international). Nel quadriennio si sono svolti: 17 incontri con i parlamentari – tra cui è importante ricordare le audizioni alla Camera e al Senato sulla riforma del terzo settore e della protezione civile – 18 incontri col Governo in particolare con i Ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali, della Salute, dell’Infrastrutture ed i Trasporti e dell’Istruzione, oltre a quelli con la presidenza del Consiglio dei Ministri per l’attività delle adozioni internazionali e, in quest’ultima legislatura, del servizio civile universale. Sono stati 5 gli incontri con le Regioni nei quali è stata coinvolta la presidenza nazionale, 4 quelli con l’ANAC – Autorità Anticorruzione e molti i momenti di incontro e confronto col Dipartimento della Protezione Civile. Tra gli obiettivi per il futuro: • Difendere il modello di volontariato delle pubbliche assistenze, potenziando il lavoro sull’identità e sui valori alla base del movimento Anpas • Definire dei criteri di misurazione impatto sociale delle attività svolte dalle pubbliche assistenze, che siano riconosciuti dai diversi interlocutori istituzionali, per “dare valore” al volontariato Anpas • Costruire modelli di “impresa” e di economia civile dove riconoscersi come pubbliche assistenze integrandoli all’interno della rete nazionale Anpas NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 27
•
•
Cercare nuove alleanze, anche all’esterno del Terzo Settore, aprendo dibattito politico anche su temi nuovi che esulano l’operatività diretta delle Associazioni Apertura di un confronto con
•
gruppi informali e movimenti presenti sui territori Migliorare le relazioni con la Conferenza delle Regioni e con le Regioni a cui sono affidati ancora importanti deleghe negli ambiti
2. AMMISSIONI, AFFILIAZIONI ED ESCLUSIONI
province del nord-est tra le quali quella di Belluno (+10), Verona
Il quadriennio 2014-2018 ha visto una grande attività sul fronte delle ammissioni ed esclusioni: con 111 nuove Associazioni e 61 che hanno perso la qualifica di aderente ad Anpas. Lo sviluppo associativo ha riguardato in particolar modo alcune
REGIONE
PA al 31/12/2014
•
di intervento delle pubbliche assistenze Promuovere la formazione dei dirigenti di Anpas e delle pubbliche assistenze
(+5) e Trento (+4). Anche nel Sud le pubbliche assistenze aumentano, in particolare in Campania (+10) e in Puglia (+12), dove le nuove entrate sono compensate dalle uscite (-6 sia in Campania che in Puglia). Il movimento delle Pubbliche
2015/2018 PA AMMESSE
PA ESCLUSE
P.A. al 28/10/2018
DIFFERENZA
ABRUZZO
27
8
3
32
+5
BASILICATA
10
3
0
13
+3
CALABRIA
21
2
6
17
-4
CAMPANIA
38
16
6
48
+10
EMILIA ROMAGNA
112
2
1
113
+1
FRIULI V.G.
3
0
1
2
-1
LAZIO
21
2
5
18
-3
LIGURIA
101
5
2
104
+3
LOMBARDIA
113
3
3
113
=
MARCHE
48
1
5
44
-4
MOLISE
5
1
3
3
-2
PIEMONTE
78
4
1
81
+3
PUGLIA
27
18
6
39
+12
SARDEGNA
40
9
9
40
=
SICILIA
35
6
5
36
+1
TOSCANA
161
3
3
161
=
TRENTINO A.A.
1
4
0
5
+4
UMBRIA
7
1
0
8
+1
VALLE D’AOSTA
12
3
1
14
+2
VENETO
19
20
1
38
+19
TOTALE
879
111
61
929
+50
Prendendo in considerazione la classificazione ISTAT delle Regioni, negli ultimi quattro anni il movimento ha aumentato il suo radicamento territoriale nel nord-est, nel sud e nel nordovest. Se a Nord lo sviluppo ha riguardato tutte le regioni, nel sud il protagonismo ha riguardato soltanto Campania, Puglia e Abruzzo. Un dato interessante riguarda l’adesione ad Anpas di realtà che facevano già parte di reti associative a livello territoriale e che, a seguito del riconoscimento delle reti nazionali da parte del Codice del Terzo Settore, hanno visto in 28 |ANPAS | SVILUPPO DEL MOVIMENTO
Anpas un’opportunità di sviluppo e di radicamento. Importante il consolidamento di Anpas in Trentino Alto-Adige e in Valle D’Aosta. In quest’ultima regione è in corso la trasformazione della Federazione regionale dei Volontari del Soccorso della Valle D’Aosta in Comitato regionale Anpas.
Si segnala la situazione di stallo di Molise e Friuli VG, regioni dove non esiste né un Comitato regionale, né un coordinamento tra le Associazioni aderenti e dove, soprattutto, sono scarse le occasioni di collaborazione col movimento nazionale.
La morosità rimane ancora la motivazione principale della perdita della qualità di aderente ad Anpas (33 su 64), a cui fa seguito il recesso (19). I procedimenti di esclusione da Anpas sono stati adottati soltanto dai Comitati regionali Abruzzo, Marche, Piemonte e Toscana. Nel corso del 2017 è stato modificato il Regolamento generale Anpas prevedendo – per le Associazioni che chiedono l’ingresso in Anpas – l’obbligo di compilare la scheda di rilevazione dati e il questionario di autovalutazione del Codice Etico Essere Anpas attraverso la piattaforma BAD. Per una migliore valutazione delle realtà più strutturate con personale dipendente, è stato aggiunto (come documento obbligatorio) il DURC – documento unico di regolarità contributiva.
Per quanto attiene alla perdita di qualità di aderente ad Anpas di Associazioni le Regioni che hanno avuto una maggiore mobilità in uscita dal Movimento sono state la Sardegna (-8), Puglia e Calabria (-7) e la Campania (-6).
Tra gli obiettivi di sviluppo per il prossimo quadriennio: • La definizione di uno standard di qualità per le Associazioni che chiedono di entrare a far parte del movimento • Il sostegno dei Comitati regionali nei procedimenti di ammissione ad Anpas e nella verifica del mantenimento degli standard di qualità. Ad oggi sono 7 le organizzazioni affiliate ad Anpas di cui 4 cooperative (tre gemmate da singole pubbliche assistenze + la Copass che gestisce per Anpas le frequenze radio), una ODV (costituita da tutte pubbliche assistenze della provincia di Siena), una società di mutuo soccorso (SOS Malnate) e la P.O. Croce Verde di Padova, già aderente ad Anpas, che ha
la qualifica di IPAB. Se consideriamo che, dai dati della piattaforma BAD, sono 27 le Associazioni che hanno gemmato una o più strutture di servizio, alle quali si aggiungono anche quelle promosse dai Comitati regionali, nel futuro occorrerà elaborare una strategia condivisa su come dare casa a queste organizzazioni nella rete Anpas, ampliando anche i servizi e le opportunità di partecipazione al movimento. In vista della scelta che dovrà prendere il 53° Congresso rispetto all’apertura della rete ad altri ETS, su proposta della Direzione nazionale, il Consiglio nazionale del 16 settembre 2018, ha scelto di sospendere l’affiliazione di nuove organizzazioni.
NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 29
3. RICERCA ANPAS 2020
L’obiettivo della ricerca era quello di descrivere e analizzare percezioni, tendenze e dinamiche presenti nel movimento, con particolare riferimento ai modelli organizzativi e all’identità percepita dai dirigenti mettendoli a confronto con alcune dimensioni della Riforma. Per circa sei mesi, da giugno a dicembre 2015, Paola Tola e Ilaria Lucaroni (ricercatrici della cooperative sociale SocialHub), hanno intervistato presidenti e consiglieri di 20 pubbliche assistenze sparse su tutto il territorio nazionale. Il percorso si è chiuso con un focus group con i presidenti regionali (19 dicembre 2015). I risultati della ricerca, disponibili sul sito Anpas, hanno evidenziato alcuni sentieri possibili di sviluppo per l’Anpas del futuro: • una maggiore attenzione ai modelli partecipativi (accanto a quelli tradizionali previsti dagli statuti); • la ricostruzione delle reti di relazione col territorio per rispondere a bisogni nuovi e complessi; • il supporto ad un’economia che sta cambiando e, di conseguenza, la riflessione su quali forme di economia sociale siano coerenti con l’identità di Anpas; • un percorso di condivisione interna che riesca a immaginare il movimento non nell’immediato, ma fra 5-10 anni, dipingendone le caratteristiche irrinunciabili e gli obiettivi condivisi rispetto ai servizi, ai territori, ai volontari. Apertura a competenze diverse, lettura attenta dei bisogni, condivisione e appartenenza devono diventare nuove parole d’ordine del nostro movimento. Sempre più spesso si assiste infatti al fallimento del ragionato e alla necessità che le risposte vengano dal cuore. La nostra ragion d’essere è nella capacità di lettura del tessuto sociale e nell’individuazione delle aree soggette a perdite di diritti essenziali, nell’immaginare risposte a tali esigenze, ben diverso dal consueto appiattimento sul servizio. Il percorso è appena iniziato e avrà bisogno di molto studio, attenzione e lavoro condiviso per portare il movimento nel futuro venturo.
30 |ANPAS | SVILUPPO DEL MOVIMENTO
4. POLITICHE SOCIALI
A seguito della Conferenza di Organizzazione di Genova (2016), la Direzione nazionale del 17 dicembre 2016 ha incaricato il past president Patrizio Petrucci a realizzare un monitoraggio delle attività sociali in Anpas, anche alla luce delle opportunità che potrebbero aprirsi con la riforma del Terzo Settore. Nel corso del 2017 sono stati organizzati 12 incontri in Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria. Mentre stavano discutendo ancora della riforma del terzo settore, la Presidenza nazionale mi ha incaricato di tenere incontri regionali per informare le Associazioni sulle novità contenute nella proposta di legge, soprattutto per quanto riguardava il nuovo rapporto tra pubblico, privato profit e non profit con la creazione di imprese sociali. La discussione si è poi concentrata sul nuovo sistema di Welfare, sull’analisi di quanto già fanno le Associazioni nel sociale, spesso non adeguatamente valorizzato, e sulla necessità di tornare ad avere un rapporto più stretto con il territorio per rispondere anche ad una richiesta di recupero di quella coesione sociale che la crisi economica ha cancellato lasciando un Paese stanco, arrabbiato e diviso. In tutti gli incontri ci si è quindi chiesto se non sia necessario andare oltre i confini delle attività sanitarie o di protezione civile (che rimangono comunque i capisaldi della nostra identità) sviluppando anche una nuova progettualità sociale oggi più agevole dalle forme di sostegno sia pubbliche, che delle Fondazioni che del privato. Ci siamo soffermati anche sui Piani socio Sanitari di Regioni che nella programmazione prevedono spazi di intervento sempre più ampi tra territorio, servizi socio sanitari e volontariato. In altre parole in ogni riunione abbiamo riflettuto sulla tenuta della nostra attuale organizzazione associativa, prevalentemente centrata sulla sanità (sempre più specialistica ed impegnativa) di fronte ai rapidi mutamenti in atto nella società ed alle importanti novità introdotte da numerose leggi tra cui quella di riordino del terzo settore. Dalle grandi alle piccole realtà ci si è domandato come mantenere e rafforzare i contenuti etici ed i valori del nostro movimento sviluppando la nostra dimensione associativa. Le risposte sono state diversificate come la nostra realtà associativa. La vera novità è emersa dagli incontri con le Associazioni del Sud Italia proprio perché, in generale, meno impegnate sul fronte sanitario. Forse, proprio per la difficoltà del
nostro Paese a far decollare il Sud, c’è maggiore attenzione e sensibilità alle novità introdotte sia da nuova progettualità che dalle normative di settore avendo però presente che il futuro nel Mezzogiorno si giocherà sulla chiarezza del rapporto tra volontariato e lavoro. Da questi primi incontri emergono punti rilevanti per l’Anpas; primo che il sociale dovrà essere considerato, come la sanità e la protezione civile, uno dei settori principali della nostra attività; il secondo che, potremmo pensare a modelli di sviluppo differenziati a seconda delle realtà in cui operiamo. In ultimo abbiamo avvertito come questo processo di riflessione ed analisi che abbiamo avviato debba proseguire per contribuire a fare, tutti assieme, quel salto di qualità che la mutata realtà richiede.
Progetto PAC, Politiche Anpas per i Centri di Servizio, Tavolo sviluppo del Movimento a cura di Lorenzo Colaleo
1. PAC – PUBBLICHE ASSISTENZE APERTE AL CAMBIAMENTO
Il progetto PAC, finanziato ad Anpas nazionale da Fondazione con il sud, si è svolto per 21 mesi (da febbraio 2016 a ottobre 2018), completando tutte le attività previste. Il progetto si è inserito in un percorso più ampio che Anpas ha sviluppato a partire dal 52° Congresso nazionale a seguito delle riforma del Terzo Settore e delle riflessioni scaturite dalla ricerca ANPAS 2020. Dentro il progetto PAC hanno trovato casa il lavoro sui socialmedia policy, l’implementazione del Codice Etico Essere Anpas, la sperimentazione della 231/2001, lo sviluppo delle piattaforma Volontariamente Sicuri. Queste alcune delle sfide a cui abbiamo cercato di dare delle risposte: come migliorare l’accoglienza e gli spazi di partecipazione nelle pubbliche assistenze, in particolare per giovani, donne e migranti? Come promuovere la trasparenza nell’utilizzo delle risorse? Come incrementare nei volontari la consapevolezza nell’uso responsabile dei social network? Le risposte a queste domande è stata dalla redazione partecipata di linee guida, a cura dei volontari e delle volontarie che sono stati coinvolti nei vari incontri, e la realizzazione di strumenti di lavoro per le Associazioni. Tra i punti di forza del progetto: l’aver previsto incontri territoriali in tutte le regioni propedeutici agli incontri interregionali; l’integrazione tra risorse interne ed esterne ad Anpas nella varie attività; la realizzazione di un prodotto tangibile, la scatola P.E.S.A. sull’accoglienza che contiene alcune azioni che le Associazioni possono attuare, nelle diverse fasi dell’accoglienza: P-promozione del volontariato, E-entrare, S-stare, A-andarsene dall’Associazione. All’interno della scatola sono contenute anche le linee guida per l’organizzazione di eventi aperti alla comunità. Nonostante le attività siano state destinate alle Associazioni di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia, il progetto ha riscontrato un forte interesse da tutte le altre regioni. La
scatola P.E.S.A. ha suscitato un grande entusiasmo, in particolare tra il gruppo dei formatori Essere Anpas, che ha spinto Anpas a riprodurla su scala nazionale diffondendola a tutte le Associazioni. Alcuni numeri di PAC: • 1036 partecipanti agli incontri dalle regioni target • 45 uditori provenienti da altre regioni • 24 incontri/laboratori nelle regioni target • 4 incontri/seminari interregionali • 3 Linee Guida realizzate • 6 incontri organizzativi e cabina di regia • 30 prototipi scatole P.E.S.A
2. POLITICHE ANPAS SUI CENTRI DI SERVIZIO AL VOLONTARIATO
Oltre all’aggiornamento dei rappresentanti Anpas nei CSV e nei COGE, nel corso del quadriennio si è svolto un solo incontro dedicato alle politiche di Anpas sui Centri di Servizio al Volontariato (Firenze, 4 settembre 2016) con l’obiettivo di valutare la revisione dei Centri di Servizio prevista dall’art.5 comma 1 lettera e) della legge 106/2016 di riforma del terzo settore e dare un contributo alla definizione della piattaforma Anpas.
3. TAVOLO PER LO SVILUPPO DEL MOVIMENTO
L’obiettivo generale che si è voluto perseguire è quello di uno sviluppo omogeneo del Movimento in tutto il territorio della penisola. Dopo un primo giro di consultazioni con i Presidenti regionali del centrosud, finalizzato ad acquisire le necessità di ogni Comitato ed a individuare le problematiche per elaborare una strategia di lavoro, si è svolta un’unica riunione del tavolo il 5 giugno 2015, che non ha dato seguito a iniziative o proposte per il Consiglio nazionale. Il movimento che lasciamo al 53° Congresso nazionale presenta ancora una forte disomogeneità nella strutturazione dei Comitati regionali e delle Associazioni. I Comitati regionali in Abruzzo, Basilicata, Umbria e Veneto sono gestiti solo da
volontari. La mediana delle entrate dei bilanci delle pubbliche assistenze presenti (dai dati inseriti nell’ultimo Bilancio sociale) è inferiore a 100.000 euro in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Sardegna, Sicilia e Valle D’Aosta (la media nazionale è di 372.608 euro; la mediana nazionale 194.590 euro). In queste stesse regioni, con l’aggiunta della Calabria, il numero medio dei dipendenti è inferiore a 2. Le motivazioni di questa disomogeneità sono molteplici e sarebbe opportuno prendere in considerazione anche altre variabili, non solo economiche, per un’analisi più accurata. Rispetto alla specificità del Sud Italia, il Presidente della Fondazione con il Sud Carlo Borgomeo in un suo intervento su VITA, ha invitato ad immaginare un diverso modello di sviluppo. Per Anpas questo può significare l’impegno in ambiti diversi dall’emergenza sanitaria. Questa può essere una chiave di lettura per le pubbliche assistenze del Sud. In questi anni abbiamo assistito a un forte protagonismo delle nostre associate del sud in progetti come “Io Non Rischio” o i Campi Scuola “Anch’io sono la protezione civile”. La ricognizione svolta dal past president Patrizio Petrucci ha evidenziato la grande attenzione delle pubbliche assistenze del Sud alle nuove emergenze sociali. Il convegno “Nuove opportunità di sviluppo associativo. Territorio, alleanze, lavoro”, realizzato a Salerno in occasione dell’Assemblea precongressuale (27 maggio 2018), ha dato valore ad alcune di queste esperienze nell’ambito della lotta al bullismo, dell’assistenza e del supporto di disabili ed anziani nelle comunità, dell’integrazione dei migranti. Questo il punto di ri-partenza per il prossimo quadriennio. Sarebbe importante dare gambe ad una delle proposte emerse nel gruppo di lavoro sulle politiche sociali della Conferenza di Organizzazione (Genova, 26/27 novembre 2016): un tavolo permanente di approfondimento sulle politiche sociali, un luogo nel quale poter elaborare una strategia condivisa di sviluppo per Anpas e le pubbliche assistenze, per favorire la progettualità in nuovi ambiti di intervento, per trovare delle risposte condivise alle nuove emergenze sociali. NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 31
Tesseramento nazionale a cura di Ilario Moreschi
1. TESSERAMENTO SOCI E POLIZZE VOLONTARI
Quali sono gli elementi che caratterizzano un movimento? Il movimento delle pubbliche assistenze aggregate in Anpas ha in comune molti elementi ideali: la solidarietà, l’inclusione, la mutualità, la partecipazione. Caratteristica della partecipazione è la presenza dei soci, sia nella veste dei sostenitori che ne condividono i valori, sia nella veste del cittadino attivo che oltre a condividerne i valori partecipa volontariamente all’attività, generalmente definito come volontario. Vi sono poi simboli attorno a cui riconoscersi, come la bandiera Anpas, le livree, le divise. Precedenti congressi hanno ritenuto che un importante simbolo rappresentativo della partecipazione al movimento dovesse essere la tessera associativa nazionale.
I dati evidenziano una sostanziale stabilità nel numero dei soci nel corso del quadriennio 2015-2018, che rileva comunque nel 2018 una diminuzione rispetto ai soci presenti nel 2014, pur a fronte di un aumento complessivo delle associate (sul numero totale aumento di 30 associazioni e perdita di 7561 soci). Resiste un’area di associazioni che non si adegua alle disposizioni statutarie sul tesseramento, anche se si deve notare un trend positivo che vede passare da 79 a 26 le associazioni che non hanno aderito al tesseramento, valutazione fatta a partire dal 32 |ANPAS | TESSERAMENTO NAZIONALE
Elemento identificativo di tutte le ‘persone’ che vivono e popolano il movimento. La tessera nazionale coniuga l’identità nazionale del movimento con la radice territoriale delle associazioni proponendo sullo stesso documento entrambi i simboli. La tessera nazionale insieme all’elenco dei soci costituiscono elemento essenziale della rappresentanza che il movimento esprime attraverso Anpas, conferisce credibilità, evidenzia la forza complessiva del movimento. Il 49° Congresso (2005) aveva confermato l’obbligo per tutte le associate di aderire al tesseramento nazionale dei soci, dando alla norma una valenza statutaria con elementi forti legati al tesseramento come la capacità elettorale attiva e passiva. In occasione del 53° Congresso abbiamo il dovere di verificare lo stato dell’arte del tesseramento nazionale, criticità ed eventuali miglioramenti possibili.
2014 fino al presente. La stabilità dei numeri se da una parte può essere positiva, evidenzia anche una difficoltà per le associate di espandere la base associativa incrementando il numero dei soci. Questo fatto andrebbe opportunamente studiato e capito, individuando le motivazioni per cui le nostre associazioni, generalmente definite di popolo, non abbiano più quel tratto significativo di richiamo per i soci sostenitori, ma anche per i volontari stessi, carenza che molte associate hanno evidenziato.
2. RACCOLTA ELENCHI SOCI ANNO
NUMERO ELENCHI INVIATI
2014
125
2015
148
2016
120
2017
156
Nel quadriennio 2014-2018 è proseguita l’attività di raccolta degli elenchi soci iniziata nel 2008 e prevista dal Regolamento generale (art. 12 comma d) in attuazione dell’art.10 dello Statuto: «le Associate Anpas comunicano ogni anno al Presidente nazionale ed al Comitato regionale l’elenco nominativo dei soci». Tenendo conto che le Associate che aderiscono al tesseramento sono state in questo quadriennio mediamente 880, il dato appare sconfortante: non è in linea né con i doveri statutari e regolamentari, né con l’obiettivo che Anpas si era posta ossia di costruire una banca dati dei soci Anpas, un’occasione per valorizzare il patrimonio umano rappresentato dai soci delle Pubbliche Assistenze rendendoli consapevoli dell’appartenenza alla più grande Organizzazione di volontariato presente in Italia. Da questo punto di vista si auspica che il censimento nazionale avviato con la piattaforma BAD possa facilitare questa condivisione
3. SITUAZIONE PER REGIONE Di seguito si riporta l’andamento del tesseramento su base regionale con una serie di grafici dove ognuno potrà fare le opportune considerazioni per i propri territori. Viene visualizzato inoltre l’andamento delle polizze base volontari sia con il dato aggregato nazionale che con la situazione regionale. Nel periodo in esame il numero di associazioni che utilizzano questo prodotto sono passate da 320 a 243, con un conseguente quasi dimezzamento del numero di polizze sottoscritte che passano dalle 24944 del 2014 alle 15994 del 2018.
ABRUZZO
BASILICATA
NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 33
CALABRIA
CAMPANIA
EMILIA ROMAGNA
34 |ANPAS | TESSERAMENTO NAZIONALE
FRIULI VENEZIA GIULIA
LAZIO
LIGURIA
NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 35
LOMBARDIA
MARCHE
MOLISE
36 |ANPAS | TESSERAMENTO NAZIONALE
PIEMONTE
PUGLIA
SARDEGNA
NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 37
SICILIA
TOSCANA
TRENTINO ALTO ADIGE
38 |ANPAS | TESSERAMENTO NAZIONALE
UMBRIA
VALLE D’AOSTA
VENETO
NOTE DEI SETTORI | DARE VALORE | 39
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE www.anpas.org
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