ANPI NOTIZIARIO
NUMERO
01
2018
PERIODICO DEL COMITATO PROVINCIALE ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA DI REGGIO EMILIA
04 EVENTI CARLA NESPOLO PRESIDENTE DELL’ANPI Ermete Fiaccadori
07 ATTUALITÀ AEMILIA, UN PROCESSO SENZA FINE
Poste Italiane s.p.a. - Spediz. in abb. post. - codice ROC 25736 d.l. 353/2003/ (conv. in L. 27-02-2004 n. 46) art. 1 - comma 1- CN/RE - Filiale R.E. - Tassa pagata taxe perçue - Anno XLVIII - N. 01 gennaio 2018 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio P.T. di Reggio Emilia detentore del conto per restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.
Paolo Bonacini
10 SOLIDARIETÀ L’ITALIA NON ABBANDONI GLI AMICI CURDI Giuseppe Romanini
12 SOCIETÀ IL SALTO DI QUALITÀ TENTATO DAI NEOFASCISMI Ermete Fiaccadori
RACCONTARE LA MEMORIA L’Anpi e la scuola: nuove possibilità d’incontro
Sommario 03. Auguri dalla Redazione
13. Scatti
04. Carla Nespolo presidente dell’Anpi Ermete Fiaccadori
14. Catalogna, tra identità nazionale e legalità Saverio Morselli
06. Non è tutto oro quello che luccica Giancarlo Ruggieri
16. Giorno della memoria: come e perché? Antonio Zambonelli
07. Aemilia, un processo senza fine Paolo Bonacini
17. Don Borghi, esempio di carità e coraggio Fiorella Ferrarini
10. L’Italia non abbandoni gli amici curdi Giuseppe Romanini
18. Università e Anpi a braccetto Michele Menozzi e Isabella Ruini
12. Il salto di qualità tentato dai neofascismi Ermete Fiaccadori
20. Oggi la memoria è sempre a portata di smartphone Ilic Vezzosi 21. Lettere al direttore 22. Teatro della memoria Date da ricordare 23. Tessere 24. Anniversari 26. Lutti 27. Sostenitori
IL 5×MILLE ALL’ANPI
Destinare il 5 per mille della dichiarazione dei redditi 2017 all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è semplice: 1. Nel quadro Scelta per la destinazione del cinque per mille dell’Irpef dei Modelli CUD, 730-1 e Unico apponi la tua firma solo nel primo dei sei spazi previsti, quello con la dicitura “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’art. 10, c. 1, lett a), del D.Lgs. n. 460 del 1997”. 2. Sotto la firma inserisci il Codice Fiscale dell’Anpi 00776550584 È importante firmare anche se il calcolo della tua Irpef è pari a zero o a credito. La ripartizione delle somme tra i beneficiari viene calcolata in proporzione al numero di sottoscrizioni ricevute da ciascun soggetto.
QUINDI FIRMA E FAI FIRMARE IN FAVORE DELL’ANPI.
Periodico del Comitato Provinciale Reggio Emilia ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA C.F. 80010450353 Via Farini, 1 – 42121 Reggio Emilia Tel. 0522 432991 – Fax 0522 401742 Ente Morale D.L. n. 224 del 5 aprile 1945 Reg. Tribunale di Reggio Emilia n.276 del 2/3/1970 Spedizione in abbonamento postale – codice ROC 25736 Proprietario e direttore: Ermete Fiaccadori Condirettore: Antonio Zambonelli Sito web: www.anpireggioemilia.it Email: redazione@anpireggioemilia.it
Numero 1 Gennaio-Marzo 2018 – Chiuso in tipografia il 19/12/2017 Grafica Omnia Edizioni, Via D.Vioni 6, Guastalla (RE) Stampa Litocolor Copertina credits: StockSnap Quarta di copertina: foto di Annamaria Parigi IBAN per sostenere il “Notiziario” Associazione Nazionale Partigiani d’Italia Banca: IT75F0200812834000100280840 Posta: IT50Z0760112800000003482109 c/c postale n. 3482109
Editoriale
gennaio 2018
Comincia un nuovo anno Auguri dalla Redazione
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aro Lettore, si è da poco concluso il 2017, un anno che ci ha visti estremamente impegnati in questioni e attività dell’Anpi sia a livello provinciale che nazionale. Con grande dedizione abbiamo portato avanti la lotta ai neofascismi, attraverso l’estensione nelle varie sezioni delle nostre iniziative dal titolo La Galassia nera su Facebook riguardanti la diffusione sul web di messaggi a sfondo neofascista. Importanti sono state le battaglie contro ogni forma di intolleranza e di prevaricazione e la partecipazione al processo Aemilia che, nel suo progredire, ha messo in luce, anche attraverso le
confessioni dei pentiti, i legami e il radicamento che le attività mafiose hanno instaurato nel nostro territorio. Come avrete potuto notare, nel 2017 abbiamo anche rinnovato profondamente il nostro Notiziario provinciale, non solo per la nuova veste grafica ma anche per contenuti e team di lavoro. Notiziario che, con l’approvazione del bilancio preventivo Anpi del 2018, continuerà a essere pubblicato per tutto l’anno prossimo con cadenza trimestrale. Per fare ciò, però, è importante un tuo sostegno. La pubblicazione, inviata da sempre a titolo gratuito, non fornisce alcun tipo di en-
trata e la sua vita è strettamente legata al ruolo di informazione e al livello di gradimento riscontrato tra i lettori. Per questo, se apprezzi il lavoro fatto finora e vuoi sostenere il suo proseguimento, in allegato al presente Notiziario troverai il bollettino postale intestato alla nostra Associazione con la possibilità di versare un contributo “Pro Notiziario”. Grazie per la tua attenzione e il tuo sostegno! Ti auguriamo un buon 2018! Notiziario Anpi Reggio Emilia La Redazione
VIA AL TESSERAMENTO 2018: ISCRIVITI! La nostra associazione non è un partito e non sposa i programmi di alcuno di essi, ma cerca anzi di svolgere un’azione critica e unitaria a salvaguardia e a difesa dei principi della Costituzione, azione tanto più importante nell’attuale fase della vita nazionale, caratterizzata da rischi di sbandate populiste, autoritarie, se non addirittura fasciste. Se non riesci a passare dagli uffici dell’Anpi provinciale di via Farini 1 a Reggio Emilia o nella sezione del tuo Comune e desideri iscriverti
all’Associazione, scarica il nostro modulo direttamente on line nella sezione “sostieni Anpi” ed effettua il bonifico bancario intestandolo ad: Anpi Comitato provinciale Via Farini, 1 – 42121 Reggio Emilia IBAN : IT75F0200812834000100280840 Invia tramite fax o email il modulo e copia del bonifico. A pagamento verificato, ti verrà inviata via posta la tessera con il bollino valido per l’anno in corso.
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Notiziario ANPI
Eventi
Carla Nespolo presidente dell’Anpi Eletta all’unanimità prende il posto di Carlo Smuraglia. Per la prima volta alla guida dell’Associazione c’è una donna e senza un passato partigiano
di Ermete Fiaccadori
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l 3 novembre scorso il Comitato nazionale dell’Anpi ha eletto alla unanimità Carla Nespolo presidente nazionale dell’Associazione. Si è trattato di una doppia novità: il primo presidente non partigiano, il primo presidente donna. Il passaggio a un non partigiano è scritto nella fisiologia dello scorrere del tempo. In questo però c’è una trasmissione della memoria: da coloro che hanno riconquistato la libertà e la dignità dell’Italia a quelli che intendono salvaguardare ed estendere la medesima conquista oggi; quando, sia pur in un contesto del tutto diverso, libertà e dignità possono essere rimesse in discussione, quando il tema dell’eguaglianza, sempre presente nella Resistenza,
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è tornato drammaticamente di attualità. Carla Nespolo ha raccolto il testimone da Carlo Smuraglia, una
Un passaggio che sta nel naturale scorrere del tempo personalità di altissimo profilo che ha segnato la vita dell’Anpi come presidente negli ultimi sette anni e si è autorevolmente
proposta nelle vicende politiche e sociali del Paese. Il Comitato nazionale lo ha eletto Presidente emerito. L’Anpi, che ora è presieduta da Carla Nespolo, è un’Associazione radicata in tutto il territorio nazionale in conseguenza del lavoro difficile e complesso perseguito nell’ultimo decennio specialmente grazie a una figura di grande rilievo, il vicepresidente vicario Luciano Guerzoni, scomparso nell’agosto scorso, che è stato ricordato proprio a Chianciano nel corso di una emozionante serata. Carla Nespolo, nel suo intervento conclusivo, ha sottolineato e approfondito diversi temi di grande rilevanza. La Costituzione e la questione della sua attuazione; l’autonomia dell’Anpi e conseguentemente le sue scelte non condizionate né con-
Eventi
LA VISITA ALLA SEDE DI VIA FARINI Carla Nespolo lo scorso 18 novembre insieme al Presidente Ermete Fiaccadori e a 4 partigiani reggiani ultranovantenni: Lusuardi, Fiocchi, Davolio, Borciani.
dizionabili, il suo ruolo di promozione e propulsione di un ampio fronte democratico e antifascista; le sue regole, attraverso i suoi codici scritti – lo Statuto – e non scritti – la solidarietà, il comune sentire, la condivisione dei percorsi politici, ideali, umani dell’Associazione; l’antifascismo oggi, cioè il contrasto a una presenza neofascista sempre più inquietante (vedi le elezioni municipali a Ostia e la violenta aggressione ai due giornalisti Rai). A proposito di antifascismo, la presidente ha sottolineato l’opportunità di una immediata approvazione della legge Fiano, che precisa la definizione del reato di apologia del fascismo e rappresenta un passo avanti verso l’attuazione della XII disposizione finale della Costituzione che vieta la ricostituzione sotto qualsiasi forma del partito fascista. Il clima che si è respirato nell’assemblea è stato quello della fraternità, dell’unità e della responsabilità. Un esempio per tanta parte del mondo della politica, troppo lontana dalla concretezza della vita, che di conseguenza crea disaffezione, emarginazione, rabbia, come confermato sia dalle molteplici spinte populiste, sia dal crescente numero di astensioni. E anche questo è stato uno dei temi approfonditi nella discussione di Chianciano. L’elezione di Carla Nespolo ha messo in evidenza anche il desiderio dell’Anpi di ricordare a tutti il fondamentale contributo delle donne alla Resistenza: sia come combattenti in armi, che come staffette e come supporto concreto ai partigiani. Nel 1946, un anno dopo la Liberazione, le
donne per la prima volta, conquistato il diritto di voto, parteciparono all’elezione dell’Assemblea Costituente. E proprio le 21 Costituenti, diedero un contributo fondamentale alla stesura della Costituzione italiana sui diritti individuali e sociali. Oggi il cammino continua e il miglior modo per onorare le donne e rispettarle è proprio l’applicazione dell’articolo 3 della Costituzione, contro ogni forma di violenza, di discriminazione e di sopruso. L’idea è quella di continuare a innovare l’Anpi attraverso una trasmissione dinamica della memoria, di una visione di prospettiva unita alla capacità di incidere sul presente, dando vita ai valori fondativi dell’Associazione, a cominciare da quelle due paroline che sembrano rimosse da tanta parte del dibattito pubblico: solidarietà umana. Parole che rinviano alle culture costitutive della Costituzione ed al suo stesso testo che proclama all’articolo 2 che “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” e “richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Anche per questo, contro paure immotivate e ignobili speculazioni xenofobe, portate avanti in particolare dai vari neofascismi e dalla Lega, pensiamo che debba essere approvata senza indugio alcuno la legge sullo ius soli. Carla Nespolo ha concluso il suo intervento sottolineando che, il cambio della guardia al vertice dell’Anpi si è svolto in tranquillità, continuità e visione di futuro. La più grande e prestigiosa associazione italiana di partigiani continua nel mare aperto del mondo contemporaneo con uno zaino carico di tutta la sua bella storia, presentando con orgoglio i volti oramai invecchiati dei combattenti per la libertà e i volti sorridenti di tante generazioni successive, dunque nella
Serve una trasmissione dinamica della memoria
gennaio 2018
sua pienezza e interezza. Concludendo ha salutato tutti con un abbraccio collettivo. Perché, come ha scritto la poetessa Alda Merini, “ci si abbraccia per ritrovarsi interi”.
Chi è
Carla Nespolo è nata a Novara il 4 marzo 1943 da una famiglia antifascista e partigiana: lo zio (fratello di sua madre) Amino Pizzorno (nome di battaglia Attilio), infatti, è stato vice-comandante della VI zona partigiana, operante tra Piemonte e la Liguria. Dopo la laurea in Pedagogia ha esercitato la professione di insegnante, ricoprendo, però, sin da giovane, incarichi istituzionali. Nel 1976 diventa la prima parlamentare piemontese eletta per il PCI, carica che manterrà fino al 1983. Da quell’anno assumerà il titolo di senatore della Repubblica fino al 1992. Dal 2004 è presidente dell’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea in Provincia di Alessandria e dal 2011 è uno dei vicepresidenti nazionali dell’Anpi. Il 3 novembre è stata eletta all’unanimità dal Comitato nazionale dell’Associazione ed è il primo presidente nazionale Anpi donna e non partigiano.
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Notiziario ANPI
Costituzione
Non è tutto oro quello che luccica Il Popolo è sovrano ma non è così semplice. Ecco le ambiguità della democrazia
di Giancarlo Ruggieri “È stato detto che la democrazia è la peggiore forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono sperimentate finora” (W. Churchill)
Il Popolo è sovrano, dunque comanda e fa le leggi: non è così semplice! Innanzitutto, il Popolo esercita la sua sovranità principalmente attraverso i suoi rappresentanti. È il Parlamento che fa le leggi e controlla l’operato del Governo, concorrendo a determinarne l’indirizzo politico. Inoltre, può accadere che insane leggi elettorali, con astrusi meccanismi, determinino maggioranze non corrispondenti al numero effettivo dei voti o, peggio, esproprino gli elettori del diritto di scegliere i propri rappresentanti, demandandone la designazione ai capi dei partiti, solo ai quali i parlamentari dovranno fedeltà e obbedienza, in spregio al principio di rappresentanza. Infine, con il principio di moltitudine (plethos) si intrecciano altre categorie, che concorrono a determinare il governo del Paese: la legge (nomos), la forza (kratos), la virtù (aretè) e la competenza (episteme), (Cfr. Mario Vegetti, Chi comanda nella città, Carocci editore 2017). “La democrazia è uno strumento con cui una minoranza bene organizzata governa una maggioranza organizzata” (V. V. Rozanov)
La legge, una volta approvata, ha vita propria ed è cogente e inderogabile per tutti i cittadini, sia i favorevoli, sia i contrari. La forza può agire sia come so-
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praffazione della maggioranza sulla minoranza, messa finanche in condizioni di non interloquire, sia come ingabbiamento del Parlamento, trasformato dal Governo, mediante meccanismi di ricatto e di minaccia, da organo supremo di discussione in un mero esecutore della sua volontà normativa. Giova rammentare, in proposito, che “kratos” – che concorre a comporre la parola democrazia – significa “forza soverchiante e irresistibile”. “Il suffragio universale, (è) la più mostruosa e la più iniqua delle tirannie, perché la forza del numero è la più brutale delle forze e non ha dalla sua neanche l’audacia e il talento” (P. Bourget)
Il governante, poi, deve essere una persona virtuosa, dotata di qualità superiori, che lo innalzino sulla moltitudine. Non quindi un vacuo e ondivago imbonitore, volto unicamente a catturare consensi con metodi meramente d’immagine e di pubblicità, né un fautore della velocità futuristica, che, per solito, conduce alla perdizione. “La democrazia non corre, ma arriva sicura alla meta” (J. W. Goethe)
Infine, è bene che i governanti siano dotati di competenze specifiche, in modo che sappiano almeno quello che dicono e che fanno. “La democrazia sostituisce l’elezione da parte dei molti incompetenti alla nomina da parte di pochi corrotti” (G. B. Shaw)
Ben si comprende da tutto ciò quanto sia complessa e delicata la “forma dello stato” denominata “democrazia”, sagacemente paragonata ad una miscela chimica instabile (L. Canfora), facilmente manipolabile da insulsi ed incolti tirannelli con pulsioni autoritarie. Cosa fare perché ciò non avvenga? Due sono i presìdi di una retta democrazia: la cultura e il rigore morale, alla luce degli insegnamenti di Gramsci, Togliatti (Compagni, vi esorto a studiare!) e Berlinguer. I partiti, tramutati in comitati elettorali o in ridicoli congressi informatici, dovrebbero tornare ad essere “veicoli di educazione politica di massa” (L. Canfora). Inoltre, per chi abbia responsabilità politiche, dovrebbe pretendersi un corredo di sobrietà e di indefettibile rigore etico, di limpida coerenza e di esclusiva dedizione al pubblico bene, scevra di personali interessi sottostanti. L’astuto e tattico pragmatismo, al contrario, conduce ai peggiori compromessi sulla testa e in danno del “Popolo sovrano”. “Non dimenticarlo mai, la prima bugia, la prima piccolissima bugia, detta in nome della verità, la prima minuscola ingiustizia, commessa nel nome della giustizia, nell’interesse della giustizia, il primo inavvertibile tradimento della morale, in nome della moralità, significano inequivocabilmente l’inizio della fine” (Vaclav Havel)
Attualità
gennaio 2018
Aemilia, un processo senza fine ‘Ndrangheta emiliana: dopo 20 mesi di udienze e 140 sedute la partita più delicata si giocherà nei prossimi mesi proprio nel Tribunale di Reggio Emilia
di Paolo Bonacini
U
n recente incontro sul processo Aemilia, promosso da Anpi, Cgil, Auser e Libera nella sala Di Vittorio della Camera del Lavoro di Reggio, aveva per titolo: A che punto siamo? C’erano tante persone, segno dell’interesse crescente per il tema in città, e la prima cosa che ho detto per rispondere a quell’interrogativo, dopo 20 mesi di udienze e 140 sedute, è stata: “Il processo sta per iniziare”. Sì, perché nonostante le due sentenze nel rito abbreviato di Bologna, che hanno già immortalato le responsabilità della ‘ndrangheta emiliana con alcuni secoli di galera per gli oltre settanta condannati, la partita più
L’Incontro A che punto siamo? del 5 dicembre 2017 promosso da Cgil, Anpi, Auser e Libera
delicata si giocherà qui a Reggio Emilia nei prossimi mesi. Per spiegare il senso di questa affermazione partiamo da qual-
A Bologna già condannate oltre 70 persone che nome: Antonella Spaggiari, ex sindaco di Reggio Emilia; Graziano Delrio, ministro del
governo Gentiloni, ex Sindaco di Reggio Emilia; Claudio Ferrari, ex Sindaco di Correggio; Ugo Ferrari, ex assessore all’urbanistica del Comune di Reggio Emilia; Maria Sergio, ex dirigente all’urbanistica del Comune di Reggio Emilia, moglie dell’attuale sindaco Luca Vecchi; Fausto Armani, ex dirigente area tecnica Comune di Correggio; Don Evandro Gherardi, ex parroco di Canolo di Correggio; Guido Ligabue, ex Sindaco di Bagnolo in Piano ed ex dirigente all’urbanistica, edilizia privata, del Comune di Reggio Emilia. Sono solo alcune delle decine di persone che gli avvocati difensori del processo Aemilia vorranno ascoltare, o riascoltare in aula, dopo il passaggio
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Notiziario ANPI
Attualità
del ciclone Valerio e l’apertura dei nuovi fronti d’indagine conseguenti alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia che ha tenuto banco in aula da luglio a novembre. E, come non bastasse, a dargli man forte è arrivato dopo di lui un terzo pentito (il primo, l’anno scorso, era stata la mente economica della cosca, Giuseppe Giglio) che ha rincarato la dose sui temi caldi che investono le amministrazioni locali e la politica in provincia: Salvatore Muto. Tornando a Valerio, era nell’aria che tante accuse (gravi) e nuovi scenari (inquietanti) raccontati nei verbali estivi di interrogatorio e nelle deposizioni in aula non sarebbero passati inosservati. Sia all’accusa, che ha già iniziato a commissionare verifiche al nucleo investigativo dei Carabinieri, sia alle difese di
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molti indagati usciti piuttosto malconci dalle ricostruzioni di Antonio Valerio. Le richieste a controprova degli avvocati difensori sono piomba-
Luci puntate sui tre pentiti: Giglio, Muto e Valerio te nell’aula durante una inusuale udienza di sabato, il 18 novembre, e si possono raggruppare in tre grandi aree tematiche sulle quali tutte le parti in causa in-
tendono arrivare a chiarire se Valerio e Muto hanno detto la verità o hanno raccontato balle. La prima, alla quale si riferiscono i nomi sopra citati, riguarda i presunti affari e scambi di favori tra Pubblica Amministrazione e società di costruzioni riconducibili ad esponenti della ‘ndrangheta. Le parole di Valerio non sono passate inosservate e ne richiama alcune in aula l’avvocato Gregorio Viscomi, difensore di Pasquale Brescia, in merito sia alle aree rese edificabili a Prato di Correggio che alle “modalità di lottizzazione e di assegnazione dei terreni” nella periferia reggiana a Pieve Modolena. Si parla di tempi passati, grossomodo dei dieci anni che vanno dall’inizio del millennio all’avvio delle indagini di Aemilia, e allora vengano a parlarne i sindaci di allora, chiedono assieme l’avv.
Attualità
rio ha disegnato, anche in senso letterale, con un foglio protocollo scarabocchiato a mano e mostrato successivamente in aula, un’organizzazione strutturata non più all’antica e con le responsabilità verticali previste dai gradi di affiliazione. La moderna “locale” di Reggio Emilia, a suo dire, pratica una rottura decisa con i canoni arcaici della mafia calabrese, prevede responsabilità parallele e per zona, autorizza uomini “a statuto speciale” come si autodefinisce Valerio, accetta addirittura uomini che non siano transitati attraverso il rito dell’iniziazione. E allora, dicono gli avvocati, chiamiamo nuovamente a deporre, per confermare o smentire questa tesi, Nicolino Grande Aracri, Alfonso Diletto, Pasquale Brescia, Antonio Muto, Pasquale Riillo, Nicolino Sarcone, Gino Lerose, Michele Colacino, Gaetano Blasco, Roberto Turrà, Carmine Sarcone, e poi i collaboratori di giustizia Angelo Salvatore Cortese, Francesco Oliverio, Giuseppe Giglio. Dovrà venire a parlare, su richiesta dell’avvocato Taormina, anche Giuseppina Mauro detta Maria, moglie di Nicolino Grande Aracri, per confermare se corrisponde al vero che il calciatore Vincenzo Iaquinta, imputato al processo, le portò in regalo a Cutro alcune migliaia di euro dopo la vittoria ai mondiali in Germania nel 2006. C’è infine la terza area, una sorta di “zona grigia” formata da professionisti e imprenditori con competenze specifiche in campo societario che dovranno venire a raccontare se davvero sono false le false intestazioni, le false fatture, le false dichiarazioni e operazioni di cui Valerio e Muto hanno raccontato al processo. Le richieste di testimonianza sono per una dirigente della CNA di Montecchio, per un funzionario della Barilla spa, per il membro del direttivo dell’associazione di costruttori AIER
gennaio 2018
Giuseppe Turrà, zio di Maria Sergio e zio pure del pentito Valerio, per ingegneri, artigiani, commercialisti e dirigenti d’azienda incrociati nei verbali e nelle confessioni del pentito. Per finire con il calciatore della Juventus Claudio Marchisio che da tempo l’avv. Taormina dice di voler portare in aula per chiedergli di una serata al night trascorsa assieme al compagno di squadra Iaquinta. Un sacco di gente da ascoltare insomma, quasi l’inizio di un nuovo processo. Presumibilmente sarà proprio così, stando a quanto detto in aula dal Pubblico Ministero Marco Mescolini che ha annunciato l’opposizione dell’accusa alle nuove te s t i m o n i a n ze . Le dichiarazioni dei pentiti configurano nuove ipotesi di reato che vanno dalla corruzione all’abuso d’ufficio e che coinvolgono anche persone non imputate di Aemilia. Sarà quindi necessario valutarne l’attendibilità, effettuare indagini e riscontri, ed eventualmente trasferire alla procura ordinaria o a quella antimafia le conclusioni di queste nuove indagini. Per aprire, se sarà il caso, nuovi procedimenti. Ma non si può gettare tutti nel calderone di Aemilia, dice in sostanza Mescolini, perché altrimenti questo processo non avrebbe mai fine. È una richiesta logica, alla quale il Tribunale presieduto da Francesco Maria Caruso risponderà al termine della deposizione di Salvatore Muto, ma che nell’attesa tiene in fibrillazione l’intero mondo reggiano. Chi, incautamente, pensava che con l’arrivo di Natale il processo sarebbe finito e avremmo archiviato il tema della ‘ndrangheta in provincia, è costretto ad un amaro risveglio. Viene quasi da dire: siamo solo all’inizio e ne vedremo delle belle.
Nuove ipotesi di reato coinvolgono persone non imputate
IN MARCIA CONTRO TUTTE LE MAFIE La grande manifestazione, organizzata da Libera nel marzo 2016, ha attraversato il centro di Reggio Emilia.
Viscomi e l’Avv. Vezzadini, difensore di Gianluigi Sarcone, che a sua volta cita Valerio: “Vedete cosa viene concesso (sottinteso: dal Comune di Reggio alle imprese cutresi) in merito all’edilizia sociale…”. Vengano a parlarne i sindaci e dirigenti dei comuni interessati e tornino quei funzionari, come Maria Sergio, già ascoltati dal tribunale prima che fossero lanciate le nuove accuse. Il secondo gruppo di testimoni a controprova riguarda la storia della ‘ndrangheta reggiana e i quindici anni insanguinati di fine ventesimo secolo. Antonio Vale-
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Notiziario ANPI
Solidarietà
L’Italia non abbandoni gli amici curdi
È necessario che il Governo italiano promuova al più presto un’iniziativa politico-diplomatica che consenta di stabilizzare le relazioni tra il governo regionale del Kurdistan e l’Iraq
di Giuseppe Romanini*
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uella dei curdi è una storia lunga e travagliata. Un popolo diviso in quattro diversi stati, un popolo che da centocinquant’anni aspira all’indipendenza. La Costituzione dell’Iraq approvata nel 2005 dopo il crollo del regime di Saddam Hussein seguito alla seconda guerra del Golfo, ha riconosciuto precise garanzie territoriali, economiche e istituzionali alla regione autonoma del Kurdistan, ma l’essenziale azione di contrasto svolta dai peshmerga (i combattenti curdi) nella guerra contro lo Stato Islamico proprio laddove gli eserciti, iracheno e siriano, erano stati travolti dagli uomini di Al Badgdadi (califfo dell’autoproclamato Stato Islamico), ha dato nuovo vigore all’istanza autonomista.
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In questa azione di contrasto all’Isis, avvenuta con il sostegno logistico ed economico degli Stati Uniti e di molti Paesi europei fra cui l’Italia, che hanno for-
Stroncata dall’Iraq l’istanza autonomista nito armi e istruttori, i peshmerga hanno oltrepassato i propri confini occupando gran parte dei territori contesi con l’Iraq. Tra questi città importanti come Kirkuk, il secondo polo petrolifero irache-
no. Forte del contributo determinante dei combattenti curdi nella guerra al sedicente Stato Islamico, il primo ministro della regione autonoma del Kurdistan iracheno Massoud Barzani ha fortemente voluto e poi indetto un referendum consultivo per l’indipendenza della regione dall’Iraq. Il referendum si è svolto in tutta la regione del Kurdistan, compresi i territori contesi, il 25 settembre 2017 e vi hanno partecipato oltre il 72% degli aventi diritto, non solo i curdi che popolano la regione, con un’adesione favorevole all’indipendenza superiore al 92%. Il premier dell’Iraq Al Abadi ed il parlamento nazionale iracheno hanno condannato il referendum definendolo “incostituzionale”, reagendo con il blocco dei flussi bancari verso la regione curda, con la nazionalizzazione delle compagnie telefoniche e con la chiusura dello
Solidarietà
gennaio 2018
L’aiuto dell’Anpi
Sei peshmerga feriti accolti all’Ospedale Maggiore Parma ha accolto sei cittadini di origine curda che, combattendo in prima linea a Kobane (cittadina siriana) la guerra di liberazione dei territori occupati dal Califfato Islamico, sono rimasti gravemente feriti. L’Ospedale Maggiore di Parma, grazie all’adesione della Regione Emilia-Romagna al progetto sanitario di accoglienza “Programma assistenziale a favore di cittadini stranieri”, sostenuto dall’Anpi di Reggio Emilia e Parma, ospiterà i feriti offrendo loro le cure necessarie per la completa guarigione. “Il progetto – ha spiegato il deputato Giuseppe Roma-
UN SOSTEGNO CONCRETO L’arrivo dei feriti curdi all’Ospedale Maggiore di Parma per iniziativa dell’Intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo curdo sostenuto dalle sedi Anpi di Reggio Emilia e Parma
spazio aereo della regione curda e delle frontiere con la Turchia, la Siria e l’Iraq. Il 12 ottobre l’esercito iracheno ha disposto il posizionamento di mezzi pesanti e artiglieria alle porte della città petrolifera di Kirkuk riconquistandola, quasi senza combattere. Al di là del giudizio politico sul referendum per la costituzione di uno stato autonomo del Kurdistan, la reazione del governo iracheno non può che ritenersi inaccettabile. All’attacco e all’occupazione di Kirkuk da parte dall’esercito iracheno, sostenuto dalle milizie sciite, hanno fatto seguito atti repressivi di straordi-
naria gravità, come testimoniato dall’Alta Rappresentante del Governo Regionale del Kurdistan in Italia in commissione Esteri della Camera recentemente. Dopo che l’Occidente si è avvalso dell’impegno e del sacrificio dei peshmerga per sconfiggere sul piano militare il Califfato, non è possibile accettare il velo di silenzio sceso sulla vicenda curda, segno dell’abbandono e dell’ingratitudine della comunità internazionale. Per questo non si può fare a meno di raccogliere l’appello lanciato dal filosofo e giornalista francese Bernard-Henri Lévy «Stop all’invasione di Kirkuk: difendiamo i curdi». L’Italia ha sempre manifestato solidarietà nei confronti del popolo curdo. A loro volta i peshmerga hanno difeso i nostri militari posti a presidio della diga di Mosul. Adesso, in una situazione assai difficile, la solidarietà italiana va rinnovata rompendo il muro del silenzio e ponendo il governo iracheno di fronte alle sue responsabilità. Il 30 ottobre, sempre più isolato sul piano internazionale e sotto accusa sul fronte interno per le modalità di conduzione politica dell’appuntamento referendario per l’indipendenza, il presidente curdo Massoud Barzani
nini – è nato alcuni mesi fa nell’ambito della strettissima collaborazione tra l’Intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo curdo, al quale aderiscono deputati e senatori di tutti i gruppi politici, e l’Istituto internazionale di cultura curda di Roma”. “Il contributo dell’Anpi di Reggio Emilia e Parma a questa iniziativa umanitaria è stata l’occasione per dare sostegno fattivo a persone che stanno facendo ‘la resistenza’ nel loro paese d’origine e stanno combattendo per la difesa della libertà e della democrazia in Medio Oriente, ma anche in Occidente”.
ha annunciato le sue dimissioni dall’incarico rivendicando il ruolo del suo popolo nella guerra all’Isis e denunciando il disimpegno degli Occidentali dal Kurdistan. È necessario che il Governo italiano promuova al più presto, in sede europea ed internazionale, un’iniziativa politico-diplomatica che consenta di stabilizzare le relazioni tra il governo regionale del Kurdistan e l’Iraq attraverso la cessazione di ogni forma di violenza o rappresaglia, la fine dell’embargo economico, la riapertura dello spazio aereo e dei collegamenti internazionali. È necessario che si dia pieno riconoscimento all’impegno determinante dei peshmerga nella guerra contro il terrorismo di matrice islamica e che si favorisca il confronto istituzionale tra i diversi partiti curdi con l’obiettivo di condurre il popolo curdo verso una autodeterminazione inutilmente attesa da più di un secolo e mezzo. (*Presidente intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo curdo)
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Notiziario ANPI
Società
Il salto di qualità tentato dai neofascismi L’irruzione nella sede dell’associazione “Como senza frontiere” è solo l’ultima di numerose azioni intraprese negli ultimi mesi. Ora l’estrema destra punta ad entrare nelle istituzioni di Ermete Fiaccadori
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orrei partire da un recentissimo fatto di cronaca per ragionare su un salto di qualità che i neofascismi nostrani hanno compiuto in questi ultimi mesi. Nella serata di martedì 28 novembre, 13 ragazzi del “Veneto Fronte Skinheads” hanno fatto irruzione nella sede dell’associazione “Como senza frontiere” fortemente impegnata per l’assistenza e l’aiuto agli immigrati. È stata un’intimidazione plateale. I naziskin volevano dimostrare che sono in grado di entrare in casa tua quando vogliono per fare quello che vogliono. Un’azione in puro stile fascista. Non contenti della sola presenza, hanno letto, a mo’ di proclama, un volantino che si conclude così: “… per tutti voi figli di una patria che non amate più, siamo qui a ricordarvi che il proprio popolo si ama e non si distrugge! Basta invasione”; accusando anche i volontari dell’Associazione di essere degli “ipocriti di mestiere”. Quella di Como è stata solo l’ultima di tante azioni della destra susseguitesi negli ultimi mesi: dai cartelli inneggianti al fascismo nel Bagno sulla spiaggia di Rovigo, alla minacciata marcia su Roma di Casa Pound dopo 95 anni da quella realizzata da Mussolini. Episodi che diversi esponenti delle forze di destra e il segretario della Lega hanno definito attività folcloristica e non violenta. È una posizione inaccettabile, un grave errore perché le violenze verbali e le intimidazioni non vanno sottovalutate, le parole non sono tutto, ma il linguaggio dell’odio si alimenta di superficialità e di ignoranza. Quei giovani hanno agito da fascisti. Sono gli squadristi del 2017. Non c’è bisogno di pensare al fa-
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scismo organizzato con gli storici canoni degli anni ‘20; quello del manganello, dell’olio di ricino, delle leggi razziali, dell’abolizione della libertà di stampa e di associazione, delle torture, del tribunale speciale, del confino e del carcere per i dissidenti. Tutto questo non è riproponibile oggi.
Sicurezza sociale e benessere diffuso per combatterli Ma tanto fascismo disorganico, sotto la linea d’ombra della politica ufficiale, sciolto, circola nella nostra società. La novità dei fascismi attuali sta nel loro essere pura presenza, azione e antagonismo. Sta nella loro capacità di raggiungere le fasce di popolazione più deboli, marginalizzate dalla crisi, che sono scese nella scala sociale; oltre alla capacità di collegarsi con chi vuole riscattarsi dalle penalizzazioni subite. Quello che vediamo oggi è un fascismo alla ricerca di una cornice per inserirsi nei conflitti latenti su cui sviluppare la fiamma della contestazione e della mobilitazione. Il nemico simbolico e naturale è ovviamente il migrante e, ancor più, il clandestino e il diverso, attraverso cui raccogliere e incanalare istinti e inquietudini di quella parte della popolazione resa vulnerabile dalla crisi. È un fascismo che trova linfa nel conflitto sociale delle nostre pe-
riferie ove il lavoro precario, la disoccupazione, le basse pensioni, un welfare sempre più selettivo porta le persone a chiudersi in se stesse, a difendere il proprio status o meglio quello che è rimasto. Lo smarrimento derivante dalla crisi spinge a non voler più condividere nulla, a difendersi da ogni altro cambiamento. Il salto di qualità che i fascismi hanno compiuto in questi ultimi mesi è quello di puntare ad avere una rappresentanza politica, anche nelle istituzioni a livello nazionale. Finora hanno ottenuto alcune presenze a livello locale sostenendo le campagne politiche del centro destra. Ora si propongono di avere un loro peso, un ruolo nelle aggregazioni di destra e magari di essere determinanti per la maggioranza. Possiamo tagliare le radici del fascismo del terzo millennio in due modi. Innanzitutto facendo funzionare le istituzioni democratiche (Parlamento, governo, enti locali, magistratura, organi di polizia) rendendole vicine ai bisogni e alle esigenze di tutti i ceti: mostrando attenzione per i più deboli e per gli emarginati. E vanno anche create nuove e più avanzate condizioni di sicurezza sociale, di crescita della economia e del benessere diffuso. È certamente un tema complesso dovuto anche al processo di globalizzazione che ha sconvolto le economie dei paesi e modificato gli equilibri sia economici che sociali. Inoltre è necessario un ruolo maggiore dell’Europa nel processo di integrazione. Questo aiuterà ad una maggiore fiducia nel futuro. Ma pensando al futuro, ai giovani, è indispensabile fare una operazione culturale profonda di conoscenza della storia e di conoscenza della Costituzione, dei suoi principi di democrazia, libertà e uguaglianza.
Scatti
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Scatti Uno sguardo sul mondo resistente
I locali non sono tutti uguali, soprattutto non tutti annunciano chi è il benvenuto e chi non lo è. In via Mascarella a Bologna, a due passi dalla Montagnola, c’è una birreria dove si respira l’aria delle vecchie osterie bolognesi. A Lortica si beve sempre in compa-
gnia, ma non si fa segreto di certe antipatie. E così dietro al bancone, proprio sopra le bottiglie di vino, compaiono cartelli di vari colori e dimensioni che spiegano, senza troppi giri di parole, che i fascisti, i razzisti, gli omofobi e i sessisti non sono i benvenuti. Per es-
sere chiari – sia mai che qualcuno non afferri il concetto – il messaggio è tradotto anche in inglese: “If you are a fascist, racist, homophobic or sexist you are not welcome”. Lo sguardo attento che ha scattato questa foto è quello di Ilic Vezzosi.
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Esteri
Catalogna, tra identità nazionale e legalità
La vicenda della dichiarazione d’indipendenza dopo l’esito positivo del referendum offre spunti di riflessione. L’aspirazione all’indipendenza non è un fenomeno isolato di Saverio Morselli
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l 27 ottobre 2017 il Parlamento di Barcellona dichiarava l’indipendenza della Catalogna e la sua configurazione come Stato sovrano distinto dalla Spagna. A favore si contavano 70 voti, 2 gli astenuti e 10 i contrari, mentre 53 parlamentari dell’opposizione abbandonavano l’aula in segno di protesta. Si consumava così l’ultimo atto della contrapposizione tra governo centrale e governo regionale, segnata da tensioni, violenze, manifestazioni di piazza e ultimatum che ha occupato per mesi le prime pagine dei media e diviso l’opinione pubblica. Alla dichiarazione d’indipendenza sarebbero seguiti il pronunciamento della Corte Costituzionale spagnola, che ne dichiarava la nullità, l’applicazione dell’art. 155 della Costituzione, che ha consentito al governo centrale di sciogliere il Parlamento regionale e di commissariarlo, l’indizione di nuove elezioni per il 21 dicembre, nonché l’incriminazione (e per molti anche l’arresto) dei componenti della Generalitat de Catalunya con l’accusa di ribellione, sedizione, malversazione, abuso di potere e disobbedienza. Si è trattato in tutta evidenza di un evento clamoroso, sicuramente il primo che ha toccato in modo così eclatante un importante Stato europeo, di fronte al quale occorre chiedersi, quali siano le ragioni storiche, politiche, economiche e sociali che hanno portato a uno strappo di tale portata. In considerazione del fatto che l’aspirazione all’indipendenza non è un fenomeno isolato, ma riguarda – con connotati diversi ed eterogenei – altre realtà territoriali (Paesi Baschi, Galizia, Scozia, Corsica,
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Fiandre, Baviera e persino la cosiddetta Padania di leghista memoria) ed è suscettibile di mettere in discussione non solo le singole unità nazionali, ma il senso stesso di appartenenza a una comunità. Conoscere per capire, quindi. La Catalogna è una comunità autonoma che si dichiara nazione nel suo stesso Statuto: ha proprie peculiarità linguistiche (più che la lingua ufficiale, il castigliano, si parla il catalano), ma rivendica soprattutto ragioni identitarie storiche ed economiche: spesso separata dal resto della Spagna dall’alternarsi di dinastie reali (circostanza che sino all’avvento del dittatore Franco ha comportato alti livelli di autonomia), durante la guerra civile del 1936-39 si schierò per la fazione repubblicana che finì sconfitta e ne pagò duramente il
La crisi economica ha dato nuovo slancio alla protesta prezzo in termini di repressione e di ridimensionamento del grado di autogoverno, al punto che la stessa lingua catalana venne dichiarata illegale. Regione da sempre più industrializzata della Spagna, è attualmente sede di migliaia di società multinazionali e contribuisce nella misura del 19% al Pil spagnolo, lamentando di contro una inade-
guata restituzione di risorse economiche da parte del governo centrale che, nel 2012, ha tra l’altro respinto una richiesta di maggiore autonomia fiscale avanzata dalla Catalogna. Nato agli inizi del ‘900, l’indipendentismo catalano ha alternato periodi nei quali l’obiettivo predominante è stato il raggiungimento di un maggior grado di autonomia amministrativa e fiscale ad altri in cui si è delineato come attuabile un vero e proprio distacco da Madrid. Sicuramente, la crisi economica globale iniziata nel 2008 ha dato nuovo slancio al motore indipendentista, che già nel 2014 era riuscito ad indire una consultazione popolare per l’autodeterminazione, tuttavia non tenutasi in quanto dichiarata illegittima dal Tribunale Costituzionale spagnolo. Ma la vera svolta che avrebbe poi determinato la crisi istituzionale e politica dello scorso ottobre è rappresentata dall’esito delle elezioni regionali del 2015, che hanno assegnato la maggioranza dei seggi alla coalizione formata dai partiti indipendentisti Junts pel Sì e Candidatura di Unità Popolare (CUP) e che, sotto la guida di Carles Puigdemont, hanno di fatto dato nuova linfa a un progetto di breve periodo che ha portato al referendum del 1 ottobre 2017, accompagnato da imponenti manifestazioni di piazza a sostegno ma anche – è il caso di ricordarlo – da cortei di segno opposto. Il quesito proposto (Vuoi che la Catalogna diventi uno Stato indipendente in forma di Repubblica?), scritto rigorosamente in catalano, non dava spazio a equivoci di sorta. Anche in questa occasione il referendum è stato dichiarato illegale dal Tribunale Costituzionale
Esteri
COMUNITÀ AUTONOMA Una delle grandi manifestazioni per l’indipendenza catalana
spagnolo e conseguentemente non riconosciuto dal governo centrale che ha immediatamente inviato migliaia di agenti di polizia resisi protagonisti – lo si ricorderà – di atti di ingiustificabile violenza al fine di non consentire lo svolgimento della consultazione. L’affluenza – al netto delle intimidazioni e delle vere e proprie aggressioni – è stata del 43,3% degli aventi diritto, con una maggioranza a favore del sì di oltre il 92%. A onor del vero, appare legittima l’obiezione in base alla quale una minoranza (seppur qualificata) di elettori non può determinare il destino di un popolo. Perché è sicuramente vero che la consultazione è stata condizionata da prepotenza, brutalità, minacce, e addirittura dall’occupazione di seggi elettorali da parte della polizia, ma è altrettanto vero che chi l’ha indetta non poteva non aver messo in conto la forte con-
flittualità con lo Stato centrale che ne sarebbe conseguita. Così come non è irrilevante il fatto che la dichiarazione d’indipendenza successiva al referendum sia stata votata da una maggioranza parlamentare assolutamente risicata. Ciò che francamente lascia confusi e perplessi, in tutta questa vicenda, è la convinzione del governo della Catalogna di poter uscire indenne da una prova di forza così dura, con la quale ha sfidato non solo il governo spagnolo, ma anche la stessa Unione Europea, che si è affrettata a non riconoscere l’esito referendario e a stigmatizzare la pericolosità di iniziative unilaterali indipendentiste avendo ben presente i rischi di analoghe iniziative in altre zone dell’Europa. Al di là delle convinzioni e dei dubbi, la vicenda della Catalogna chiama in causa il significato stesso di democrazia, nel momento in cui mette di fronte il diritto a dare vita a una comunità nazionale a cui si sente di appartenere e il diritto di uno Stato a mantenere la propria integrità territoriale e politica. Chiama in causa la legittimità della crea-
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zione di uno stato sovrano sulla base di un pronunciamento non plebiscitario, ma a semplice maggioranza. Chiama in causa il significato della autonomia amministrativo-legislativa in rapporto
Una doppia sfida al governo spagnolo e alla UE alla rigidità dello Stato centrale. E chiama in causa, infine, le modalità attraverso cui uno Stato sovrano legittima se stesso, nonché le ragioni della convivenza e della solidarietà all’interno di una comunità nazionale. Materia sufficiente su cui riflettere.
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Giornata della memoria
Giorno della memoria: come e perché? La celebrazione del 27 gennaio, che ricorda tutte le vittime dello sterminio nazifascista, è oggetto di dibattito ma rimane un’occasione positiva. Anche Reggio ha le sue vittime da commemorare di Antonio Zambonelli
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l 27 gennaio 1945, con l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz da parte dei soldati dell’Armata Rossa sovietica, si apriva la via alla definitiva rivelazione, dopo anni tragici di guerre scatenate da Hitler e Mussolini, dei frutti orrendi del nazifascismo. Anche se non fu una via facile. Ci vollero alcuni anni prima che a livello mondiale, e anche da noi in Italia, si avesse comprensione piena di quell’unicum atroce che era stato il razzismo propugnato da Hitler fin dalle pagine del Mein Kampf (1924-1926) e assecondato da Mussolini a partire dalle leggi razziste del 1938. Ma fin dal 1926, proprio nelle pagine del Mein Kampf, Hitler aveva sostenuto che “La lotta condotta dall’Italia fascista contro le tre maggiori armi del giudaismo [massoneria, libera stampa, marxismo, NdR] è un ottimo indizio che a questa velenosa potenza superstatale si possono spezzare i denti”. Poi l’allievo Adolf superò il maestro Benito. Ci volle tempo, ripetiamo, per cogliere la realtà tragica dello Sterminio. Per capire da quale inferno uscissero gli ebrei sopravvissuti. Al punto che l’uccisione, qui a Reggio, di due giovani ebrei il 1 maggio 1946, sulle pagine di Reggio democratica, quotidiano del CLN, venne presentata come conseguenza di “tafferugli” tra profughi (alloggiati alla Caserma Zucchi) ebrei e russi, con evidente impaccio da parte del cronista. “Tanto i russi bianchi quanto gli altri russi e gli ebrei – osservava sul Giornale dell’Emilia un altro cronista – si accusavano a vicenda di fascismo”. Oggi sappiamo, dopo tante te-
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stimonianze e documentazioni, cosa capitò agli ebrei, agli “zingari”, agli omosessuali, ai Testimoni di Geova, agli Internati militari e ai deportati civili e politici. E giustamente il ricordo di tutti è oggetto di attenzione attorno alla Giornata del 27 gennaio. E sappiamo anche quanto siano fastidiose le graduatorie fra chi abbia più sofferto. Anche se è indiscutibile che agli ebrei chiusi nei campi di sterminio nazisti con la collaborazione di vari fascismi europei (italiano compreso) era riservato un solo destino, quello della Vernichtung, lo Sterminio appunto, l’Annientamento, la Shoà. Fino dal già citato Mein Kampf, L’EBREO, quasi sempre nominato al singolare, ma per indicare la totalità, è ripetutamente e ossessivamente denunciato come la malattia da estirpare, da cancellare dalla faccia della Terra. Quanto agli zingari, risulta che circa 500mila furono sterminati, sia pure dopo singolari dibattiti tra “scienziati” nazisti: data la provenienza dall’India, dobbiamo considerarli “ariani”? A Reggio, fin dagli anni Cinquanta, si ebbe attenzione anche alla persecuzione contro sinti e rom. A Baragalla funzionò per anni un campo nomadi dedicato a Barbara Richter, la ragazzina sinta di origine boema, fuggita da Auschwitz (e sopravvissuta) ma dopo aver subito atroci esperimenti ad opera del Doktor Mengele. È morta a Bolzano nel 2006. A 18 anni dalla legge istitutiva, la Giornata della Memoria è oggetto di dibattito. Addirittura la scrittrice torinese ebrea, ed “ebraista” insigne, Elena Loewenthal, ha pubblicato nel 2014 un pamphlet dal titolo provocatorio Contro il Giorno della memoria. In realtà mirato a segna-
UN PEZZO DI STORIA Il cenotafio per Arturo Levi (Reggio E. 1919 – Buchewald 20 febbraio 1945). Catturato dai tedeschi a Torino il 27 ottobre 1943, fu deportato da Milano il 6 dicembre 1943. Giunto ad Auschwitz l’11 dicembre, n. matr. 1680005 e successivamente trasferito a Buchenwald con n. matr. 121731
lare la sensazione del rischio di una deriva commemorativa enfatica, tale da risultare controproducente. Il discorso sarebbe lungo e complesso. Pensando a ciò che si fa da anni a Reggio, il Giorno della Memoria, intrecciato ai Viaggi della Memoria, alle preparazioni e alle riflessioni post, si è andato confermando come occasione positiva. Si aggiunga che la collocazione delle “Pietre d’inciampo”, in memoria dei 10 ebrei reggiani sterminati, ma non solo, contribuisce a rendere permanente la memoria di un’assenza e delle sue cause. Quest’anno sarebbe giusto un omaggio, nel Cimitero ebraico, al cenotafio di Arturo Levi, nato a Reggio nel 1919, morto a Buchenwald il 20 febbraio 1945.
Storie e personaggi
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Don Borghi, esempio di carità e coraggio Il 30 gennaio, nella chiesa di San Pellegrino a Reggio Emilia , la messa di commemorazione del sacerdote partigiano sarà celebrata dal vescovo Massimo Camisasca di Fiorella Ferrarini
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asquino Borghi sacerdote, missionario e partigiano, dopo l’arresto a Villa Minozzo, gli insulti, le violenze e le percosse nelle diverse carceri, dopo un processo farsa da parte del Tribunale Speciale, la cui sentenza fu redatta a esecuzione avvenuta, fu ucciso il 30 gennaio 1944 dai fascisti con fucilazione alla schiena, in quanto “colpevole di concorso in omicidio nelle persone dei militi fascisti”, di favoreggiamento e ospitalità a una banda ribelle e a prigionieri nemici. Nessun interrogatorio, nessun dibattimento, assoluta rappresaglia. Parliamo di una vita veramente straordinaria, ampiamente documentata ne Il tempo e la vita di don Pasquino Borghi (Albertario), atti dell’importante convegno del 2003 a Bibbiano, nel centenario della nascita, organizzato dall’allora sindaco Orio Vergalli. Nato in una famiglia poverissima, Pasquino Borghi ricevette una formazione severa, ma ricca e “completa” nei Seminari di Marola e di Albinea, una scuola “di valori”. Don Carlo Lindner, illustrando il programma di Pasquino e la sua vocazione “integrale, estremista, decisa a tutto” ne riporta alcune parti: “Metti gli altri prima di te, distacca il tuo cuore dalle cose di quaggiù dando generosamente a chi domanda tutto quello che puoi, servi prima il tuo prossimo e poi te stesso”. La generosa pratica di vita di chi, subito dopo la fucilazione, fu indicato come il “primo martire della Resistenza” lo avrebbe caratterizzato costantemente: missionario in Sudan, monaco Certosino a Farneta, cappellano a Canolo, quindi parroco a Tapignola, luogo strategico di transito di soldati sbandati, ex prigionieri alleati e partigiani che si stavano
Don Pasquino Borghi fu ucciso il 30 gennaio 1944 dai fascisti
organizzando. Antifascista e missionario sempre, agiva in stretta collaborazione con i tanti parroci impegnati nella lotta resistenziale,
Fu indicato come il primo martire della Resistenza coniugando “carità e coraggio”, ritrovando “un patriottismo in ordine con la fede” ricorda Sandro Spreafico, e realizzando “una cel-
lula di Chiesa resistente” in piena “integrità di vita sacerdotale”. Nel gennaio del ’44, nella canonica di S. Pellegrino, don Cocconcelli e Dossetti lo pregarono di essere più prudente; don Borghi rispose che per la Patria si può anche morire. E così sarebbe stato poco dopo al Poligono di tiro, dove affrontò il martirio benedicendo i compagni, pregando, chiedendo perdono e perdonando i suoi assassini. Il 30 gennaio 2018 la Messa di commemorazione sarà celebrata alle ore 10 dal vescovo Massimo Camisasca in S. Pellegrino, dove saranno presto traslati abiti e oggetti. I resistenti di ieri e di oggi saranno presenti, ricevendo motivazione e sostegno da una memoria che ha tanto a che fare col nostro futuro.
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Notiziario ANPI
Cultura
Università e Anpi a braccetto
Al via il primo progetto di collaborazione fra il nostro Ateneo e l’Associazione, un’occasione per stimolare la riflessione sulla resitenza nelle nuove generazioni
di Michele Menozzi e Isabella Ruini
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e nuove generazioni riflettono sui valori dell’Anpi e li riportano all’interno del loro mondo di tecnologia e social media. Gli studenti universitari definiscono e trovano un’attuazione moderna dei principi resistenti realizzando progetti audio, descrittivi e filmici. Alcuni di questi studenti dell’ateneo Unimore e iscritti alla facoltà di Scienze della comunicazione, corso presieduto dal professor Damiano Razzoli, hanno utilizzato strumenti e metodi interessanti e innovativi per l’abituale comunicazione dell’Anpi, sia a livello provinciale, che a livello nazionale. Alcuni di questi progetti ci sono
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apparsi particolarmente interessanti. Il primo è: Revival Tour, sms dal fronte di Bigliardi, De Monaco,
Tecnologia e social media per parlare di Resistenza Flamminj e Tirnoveanu. Questo elaborato presenta come tratto distintivo l’utilizzo della moderna messaggistica istantanea riportata al passato, in una
situazione di comunicazione tra il marito, soldato in guerra, e i suoi cari rimasti ovviamente a casa, preoccupati per l’incolumità del famigliare e impazienti di vederlo rincasare. Un secondo elaborato più incline alla storicità del periodo della lotta di liberazione è: Ricordi in bicicletta di Vierti, Monzani e Verrecchia dove il legame al passato è evidenziato dalla presenza della bicicletta, unico mezzo di traporto utilizzato dalle staffette partigiane nel periodo resistenziale. In questo caso la bicicletta è utilizzata dagli autori per percorrere un itinerario tra i vari luoghi dedicati agli eventi e ai protagonisti del tempo che ha visto la lotta al fascismo. Tutto prende voce dalla lettura di un passo letterario inerente al
Cultura
LA CULTURA FA LA FORZA “La foto vincitrice del concorso è la testimonianza più autentica della funzione sociale della scuola” (Sen. On. Pietro Grasso)
periodo sui luoghi degli eventi. Inoltre l’aspetto comunicativo è arricchito dai termini riconducibili ai principi associativi, oltre che alla presenza di canzoni partigiane. La terza opera si chiama: Amore Partigiano, un legame per non dimenticare di Armani, Caffagni, Pavarini, Seidenari, Sighinolfi, si concentra sulla storia del partigiano Luciano Tondelli, ricostruita tramite la scoperta da parte di un bambino curioso, che nella soffitta della vecchia casa, a partire da oggetti ritrovati in un baule, ripercorre le tappe e i momenti più significativi della vita di Tondelli. Parte preponderante della struttura comunicativa è la canzone in sottofondo I campi d’aprile di Luciano Ligabue anch’essa inerente alla vicenda. Il quarto elaborato, portato a termine da Ferrari, Di Mari e Torgoshvili, si intitola Anpi Nascita REsistenza e merita un’attenzione particolare perché tratta dei valori fondamentali dell’Associazione e della democrazia: la Costituzione italiana e i suoi principi che tutti dovremmo conoscere e rispettare, ma che soprattutto nelle nuove generazioni non è più così scontato. I ragazzi evidenziano anche l’importanza delle “pietre d’inciampo”, ne spiegano la storia e la funzione all’interno del tessuto urbanistico-sociale odierno delle nostre città. Riprendono la lotta alla Mafia come “resistenza attiva” associando questo alla formazione dei ragazzi fin dalle scuole primarie. Gli studenti toccano anche la sfera femminile con Annita Malavasi, figura importantissima, che ha ricoperto sia il ruolo di staffetta, che quello di comandante di distaccamento partigiano. Degno di nota anche il logo creato dal gruppo di lavoro, raffigurante un papavero rosso, simbolo della lotta resistente e di chi ne ha fatto parte.
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La Costituzione più bella del mondo
Nella primavera scorsa, la sezione Anpi di Guastalla ha bandito un concorso dal titolo La Costituzione più bella del mondo rivolto ai giovani della scuola Media e degli Istituti Superiori del territorio. Al concorso gli studenti potevano partecipare, individualmente o in gruppo, con la realizzazione di un video o una fotografia che rappresentasse al meglio il contenuto dell’art. 3 della Costituzione. Dopo avere raccolto gli elaborati prodotti, una giuria composta da cinque esperti ha scelto i vincitori sottolineando l’interesse di alcune delle opere proposte, che hanno dimostrato come i giovani partecipanti siano riusciti a individuare l’essenza profonda della Carta Costituzionale. Elisa Goldoni, studentessa iscritta al primo anno dell’Istituto Professionale Statale “Mario Carrara” è risultata La quinta ed ultima menzione la dedichiamo al progetto: Lotta della nuova Resistenza di Campagna. È la rappresentazione delle battaglie che i giovani, che vivono l’odierno periodo storico
Un progetto di linguaggio innovativo e sociale, intraprendono tutti i giorni. Esempi sono la guerra alla disoccupazione, la ricerca di un impiego per poter contare sul fu-
la vincitrice della sezione che raccoglieva i lavori individuali, mentre il miglior lavoro di gruppo è stato giudicato quello svolto dalla III B della Scuola secondaria di primo grado di Guastalla, un progetto stimolato dalla professoressa Paola Cabrini. Particolarmente significativa è parsa quest’ultima opera, che riassume il senso di uguaglianza e di cittadinanza dei ragazzi. Per questo la sezione Anpi l’ha inviata alle più alte cariche dello Stato ricevendone l’apprezzamento da parte dei Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, che si sono complimentati personalmente per l’esito dell’iniziativa. La premiazione del concorso si è svolta sabato 7 ottobre nella Sala dell’Antico Portico all’interno del Palazzo Ducale di Guastalla. (Anpi di Guastalla)
turo; il tema della salute e della qualità delle cure in relazione al costo di accesso; il racconto da parte dei ragazzi nati sul territorio nazionale da genitori stranieri che, senza l’approvazione di una legge dedicata, (come lo Ius soli) hanno difficoltà quotidiane ma, nonostante tutto, resistono e combattono per ottenere questi diritti e per cancellare le disuguaglianze. Questi progetti brevemente descritti sono quelli che sono stati valutati più interessanti e significativi per le generazioni a venire dei principi che l’Anpi rappresenta e valorizza, e saranno premiati dall’Associazione con una specifica iniziativa organizzata d’intesa con la struttura universitaria. Dei restanti progetti verranno recuperati degli spunti e delle ispirazioni che potranno essere utili per la comunicazione dell’Anpi provinciale.
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Notiziario ANPI
Cultura
Oggi la memoria è sempre a portata di smartphone Grazie all’installazione di targhe con codici QR tutte le informazioni su 500 cippi partigiani nella provincia reggiana sono sempre disponibili direttamente sul telefono di Ilic Vezzosi
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ontinua la collaborazione tra Anpi, Auser e Comuni per recuperare e valorizzare il patrimonio degli oltre 500 cippi partigiani, monumenti commemorativi della lotta antifascista e delle vittime delle guerre, presenti in tutta la provincia di Reggio Emilia. A fianco del recupero e della manutenzione dei cippi è il turno della sperimentazione di nuove tecnologie, con l’installazione di targhe contenenti codici QR con cui poter recuperare velocemente le informazioni riguardanti ogni singolo monumento comodamente sul proprio telefono cellulare. Il codice QR (che sta per “quick response”, ovvero risposta rapida) è, infatti, una sorta di evoluzione del più comune codice a barre. Si tratta di un quadrato contenente una matrice che può essere letta e interpretata da ogni smartphone dotato di un’applicazione dedicata, contenente informazioni e comandi. Una volta inquadrati con la fotocamera del cellulare, questi codici possono fare sì che sul telefono si apra una pagina internet con le informazioni richieste. In questi anni, Anpi Reggio Emilia ha costruito una banca dati in cui sono indicizzate e raccolte le informazioni riguardanti tutti i cippi della provincia, accessibile da internet e visibile su una mappa presente sul sito della sezione reggiana. Un banca dati che comprende cenni storici, descrizioni puntuali, coordinate gps, stato di conservazione, foto storiche e molto altro. Un lavoro prezioso e importante, un passo avanti nella salvaguardia e nella valorizzazione del nostro patrimonio storico, che ha permesso di accedere più facilmente a in-
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il monumento dedicato al 7 luglio 1960 con QR Code sperimentale
formazioni aggiornate, ordinate e puntuali. L’installazione delle targhe contenenti i codici QR, che in via sperimentale riguarda un monumento per ogni comu-
ne, è un altro passo su questa strada, permettendo quindi a chiunque si avvicini ai cippi e agli altri monumenti, dotato di smartphone, di ricevere velocemente una scheda sul telefono con tutte le informazioni storiche presenti nella banca dati. La realizzazione e l’installazione di targhe di questo tipo dimostra come le nuove tecnologie, che tanto inspirano pensieri sul futuro, possono essere usate per preservare e rafforzare la memoria storica e la trasmissione dei valori che la Resistenza ha lasciato alle successive generazioni, della lotta contro il fascismo in tutte le sue forme, contro tutte le guerre, per la pace e la collaborazione tra i popoli. Mettere le nuove tecnologie al servizio della memoria è un lavoro che deve restare sempre in corso, evolvendosi con l’evolversi degli strumenti che usiamo ogni giorno, per rendere sempre più accessibile, viva e attuale l’eredità della Resistenza.
Protocollo d’intesa Anpi e Miur Nei mesi scorsi il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’Anpi hanno firmato un protocollo d’intesa, della durata di tre anni, per “offrire alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado un sostegno alla formazione storica, dalla documentazione alla ricerca, per lo sviluppo di un modello di cittadinanza attiva”. Il protocollo prevede un impegno tra le parti per promuovere e sviluppare iniziative di collaborazione e di
consultazione permanente nella realizzazione di attività programmatiche nelle scuole e per le scuole. Iniziative volte alla divulgazione dei valori espressi nella Costituzione: democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale; ponendo un’attenzione sempre maggiore ai processi di studio, riflessione e approfondimento. Il protocollo completo è scaricabile dal QR Code o nella sezione notizie del sito internet dell’Anpi www.anpi.it.
Lettere al direttore
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Lettere al direttore
L’Associazione di amicizia Italia-Cuba sul Venezuela Come circolo di Reggio Emilia dell’Associazione di Amicizia Italia-Cuba, siamo rimasti basiti dal leggere, sull’ultimo Notiziario, l’elogio di chi, con la violenza, ha cercato di abbattere un legittimo governo in Venezuela per sostituirlo con l’ennesimo regime neoliberista dalle labili parvenze democratiche. La nostra associazione ha aderito al movimento internazionale in solidarietà al Venezuela bolivariano e, con le nostre forze, partecipiamo allo sforzo di contrasto alla campagna di disinformazione tesa a convincere le opinioni pubbliche dell’esistenza di una tirannia da rimuovere. Magari attraverso un’altra famigerata “rivoluzione colorata”, dietro la quale si celano sempre gli interessi di USA e UE. Essendo tale campagna approdata pure su queste pagine, occorre ricapitolare per sommi capi la storia recente. Alla fine degli anni ’90, il Venezuela diede il via all’emancipazione dell’America Latina, mettendo in discussione la dominazione USA e avviando un processo di redistribuzione della ricchezza ed espansione degli spazi di rappresentanza politica alle masse escluse. Con la crisi che ha recentemente colpito il paese dopo il crollo del prezzo del petrolio, ma anche a causa della speculazione di alcuni colossi economico-finanziari
con precisi fini politici, le destre – mai fattesi ragione della perdita del potere – hanno colto l’attimo per tentare di metter fine a questa esperienza di tipo socialista, avviando una violenta offensiva fin troppo somigliante a quella che portò alla tragedia del Cile. Scioperi per danneggiare l’economia, assalti ad edifici pubblici, distruzione dei magazzini
Molti violenti non aspettano che una nuova scintilla alimentari approntati per aiutare la popolazione più bisognosa, taglieggiamenti a chi non si univa alle rivolte, linciaggi e assassinii di sostenitori della parte opposta, cadaveri bruciati e mostrati come trofeo sul web. Ecco le prodezze di gran parte di coloro che vengono presentati come opposizione democratica, ma che altri non sono che la solita manovalanza fascista sempre pronta a svolgere il lavoro sporco su direzione dell’alta borghesia.
Il rischio dittatura è stato - per ora - sventato con la sconfitta dei facinorosi (donne comprese). Tale sconfitta, avvenuta prima nelle strade e poi nelle urne, è dovuta all’alto senso democratico mostrato dalla larga parte del popolo. I venezuelani di ogni opinione politica, favorevoli o avversi all’esperimento socialista, hanno respinto la logica della violenza e della guerra civile, scegliendo l’arma del voto per regolare i propri conti. Il voto ha sancito lo spegnersi delle violenze; prima grazie all’elezione della nuova Assemblea Costituente e poi alla netta affermazione del partito di Maduro alle elezioni federali d’ottobre, che lo hanno visto trionfare in 23 stati su 27, in consultazioni dichiarate democratiche e regolari dagli osservatori internazionali. La crisi economica non è risolta, molti violenti non aspettano che una nuova scintilla, USA e UE non accetteranno il fallimento della loro rivoluzione colorata, ma per il momento la democrazia è ancora in vantaggio su fascisti, fasciste e loro burattinai. Il circolo di Reggio Emilia dell’Associazione nazionale di amicizia Italia-Cuba
Per scrivere al direttore: redazione@anpireggioemilia.it
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Notiziario ANPI
Cultura
Il Teatro della Memoria per insegnare ai più giovani Letture musicate per il progetto dell’Anpi in collaborazione con l’Associazione 5T su temi come il razzismo, la lotta alla mafia e le discriminazioni culturali
N
ell’ambito dell’educazione alla pace e alla cittadinanza, l’Anpi provinciale di Reggio Emilia, in collaborazione con Associazione 5T, ha messo in rete e contribuito alla realizzazione di un calendario di appuntamenti di Teatro della Memoria per avvicinare i ragazzi in età scolare a temi come il razzismo, la lotta alla mafia, le discriminazioni culturali, la lotta per la libertà, il rispetto delle differenze e i valori costituzionali. Il Teatro della Memoria offre la possibilità di affrontare e approfondire tematiche difficili, legate al calendario civile e ai programmi scolastici, in maniera coinvolgente e mai banale. Letture musicate offrono agli studenti la possibilità di viaggi emozionali e forniscono loro un insostituibile bagaglio per affrontare la storia del ‘900, e ai docenti spunti per approfondimenti interdiscipli-
nari. Alla visione degli spettacoli è possibile affiancare momenti d’incontro con testimoni di ieri e di oggi, sempre particolarmente apprezzati sia dagli studenti che dagli insegnanti, che hanno così modo di dare corpo e voce alle nozioni scolastiche. Lo spettacolo “Valentina vuole” andrà in scena il 13 marzo, dalle ore 9 alle 10.30, a L’Altro Teatro di Cadelbosco Sopra, il 14 marzo, alla stessa ora, al Piccolo Teatro di Sant’Ilario, mentre il 20 marzo, alle ore 10, sarà al Teatro Metropolis. Il mese di aprile il calendario del Teatro
”Valentina vuole”
della Memoria propone lo spettacolo “Caino e Abele”: il 12 aprile, alle ore 10, appuntamento alla Multisala 900 di Cavriago e il 13 aprile, alla stessa ora, al Piccolo Teatro di Sant’Ilario. Per informazioni: tel. 0522 382963 o cinqueti@gmail.com.
DATE DA RICORDARE GENNAIO
3 gennaio 1945: Rappresaglia di Fellegara 8 gennaio 1945: Rappresaglia di Gatta 13 gennaio 1945: Fucilazione di Angelo Zanti 21 gennaio 1945: Combattimento Minghetta - Viano 25 gennaio 1945: Rastrellamento di Canolo e fucilazione di V. Saltini 28 gennaio 1945: Rappresaglia di Ponte Quaresimo 30 gennaio 1944: Fucilazione di Don Pasquino Borghi
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FEBBRAIO
3 febbraio 1945: Eccidio Porta Brennone - RE 9 febbraio 1945: Eccidio di Villa Cade’ e Villa Cella 14 febbraio 1945: Rappresaglia di Bagnolo in Piano 27 febbraio 1945: Battaglia di Fabbrico 28 febbraio 1945: Eccidio di Cadelbosco Sopra Fucilazione di Paolo Davoli
MARZO
5 marzo 1945: Esecuzione di Villa Bagno 15 marzo 1945: Combattimento di Cerrè Sologno 20 marzo 1945: Eccidio di Cervarolo 20 marzo 1945: Eccidio di Villa Bagno 27 marzo 1945: Combattimento Botteghe di Albinea “Villa Rossi”
Tessere
gennaio 2018
Tessere Memoria e iconografia, la storia attraverso i documenti associativi dell’Anpi
1957
1958
1959
1960
1961
1962
Una tessera semplice e lineare, quella del 1957, dove sul tricolore capeggiano le parole “Resistenza” e “Costituzione”, a ricordare i 10 anni dall’approvazione definitiva della Carta Costituzionale avvenuta il 22 dicembre 1947.
Gli anni Sessanta si aprono con il forte richiamo alla continuità tra Risorgimento e Resistenza. In copertina si celebra il centenario della spedizione dei Mille e del raggiungimento dell’Unità d’Italia attraverso i ritratti dei tre protagonisti del Risorgimento.
È il decennale della promulgazione della Costituzione. La tessera dell’Anpi riporta in copertina l’articolo 3, che ribadisce l’uguaglianza e la pari dignità sociale di tutti i cittadini davanti alla legge.
La figura del partigiano armato riappare sulla copertina, in atteggiamento di guardia accompagnato dal motto: “la Resistenza a presidio delle istituzioni democratiche”, una frase eloquente in un momento in cui la giovane democrazia italiana ha corso seri pericoli.
Gli anni cinquanta si chiudono con una tessera sobria, che reintroduce l’acronimo VL, Volontari della Libertà e richiama ancora una volta la Costituzione Repubblicana.
Sulla tessera del 1962 si opera la scelta di privilegiare le parole rispetto alle immagini: su un campo neutro texturizzato con l’acronimo Anpi spicca in rosso il motto “la Resistenza per il disarmo e la libertà di tutti i popoli”.
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Notiziario ANPI
Anniversari
Anniversari 2° ANNIVERSARIO
17° ANNIVERSARIO
Nero Fontanesi
Nedo Borciani
Il 1° agosto ricorreva il 2° anniversario della scomparsa di Nero Fontanesi, un grande amico dell’Anpi. La moglie Maria, le figlie Teresa e Giovanna con le nipoti continuano a sentire la sua vicinanza e a ricordare i suoi valori di pace, giustizia e fratellanza che ritengono preziosi in questo momento pieno di violenze e diseguaglianza. Nell’occasione sottoscrivono pro Notiziario per onorarne la memoria.
12° ANNIVERSARIO
Il 5 ottobre scorso ricorreva il 17° anniversario della scomparsa di Nedo Borciani, deportato in Germania. Dopo la Liberazione fu segretario della Camera del Lavoro e sindaco di Fabbrico, dirigente cooperativo e amministratore pubblico. Lo ricordano con immutato affetto la moglie Vanda, i figli Elisabetta, Everardo e Paolo, che sottoscrivono pro Notiziario.
ANNIVERSARIO
Giuseppe Carretti
Alice Saccani e Renato Giachetti
Il 2 ottobre scorso ricorreva il 12° anniversario della scomparsa del partigiano Giuseppe Carretti “Dario”, vice comandante della 145a Brigata Garibaldi, già Sindaco di Cadelbosco Sopra e presidente dell’Anpi reggiana per oltre 25 anni. Lo ricordano con immutato affetto e rimpianto la moglie Maria e le famiglie Carretti e Pioppi, sottoscrivendo pro Notiziario.
6° ANNIVERSARIO
Bruno Lodesani “Josè”
In vita erano uniti non solo per l’amore verso la famiglia, ma anche per grandi ideali di pace, giustizia e solidarietà. I figli Giuliana e Giancarlo, unitamente ai nipoti, ricordano con rimpianto i genitori partigiani Alice Saccani (8/7/1918 – 2/11/2000) e Renato Giachetti (2/7/1903 - 24/8/1964) e sottoscrivono pro Notiziario. ANNIVERSARIO
Duilio Carretti e Clite Schiatti
Il 20 dicembre ricorreva il sesto anniversario della scomparsa di Bruno Lodesani “Josè”. La moglie Franca, i figli Ivan e Anna Maria lo ricordano a quanti apprezzarono le qualità di uomo, di partigiano e di antifascista e sottoscrivono pro Notiziario.
ANNIVERSARIO
Avio Pinotti e Dimma Pinotti In memoria di Avio Pinotti e di Dimma Pinotti, i fratelli e le sorelle Luciano, Uber, Vanna, Vienna, Orianna con i nipoti Mauro e Donatella li ricordano con rimpianto agli amici ed ai parenti tutti, e si augurano che il Notiziario viva sempre come desiderio dei loro cari, che tanto lo amavano.
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Il 18 Luglio scorso ricorreva il 18° anniversario della scomparsa di Duilio Carretti “Nigher”. Al ricordo del padre i figli Mauro e Maris Carretti uniscono quello della madre Clite Schiatti, scomparsa il 4 dicembre 2013. Per onorarne la memoria sottoscrivono pro Notiziario. 7° ANNIVERSARIO
Antonio Ligabue “Moro” Il 13 settembre ricorreva il 7° anniversario della scomparsa di Antonio Ligabue “Moro”, già sindaco di Bagnolo in Piano dal 1955 al 1966. La moglie Lidia Viappiani e le figlie Mara e Nadia, assieme alle loro famiglie, lo ricordano con immutato affetto e sottoscrivono pro Notiziario.
Anniversari ANNIVERSARIO
Fernando Cavazzini “Toni”
ANNIVERSARIO
Emilio Grossi “Obrai”
Il 27 ottobre 2016 ci ha lasciato Fernando Cavazzini, nome di battaglia “Toni”, testimone della Resistenza reggiana. A un anno dalla sua scomparsa la moglie Tilde, i figli Stefano e Maurizia con i nipoti lo ricordano sottoscrivendo pro Notiziario.
ANNIVERSARIO
Odoardo Bulgarelli e Severina Bisi
In memoria del partigiano Emilio Grossi “Obrai”, appartenente alla 76a brigata SAP “Fratelli Manfredi”, la figlia Laila, insieme alla madre, sottoscrive pro Notiziario. Nell’occasione ricorda gli amici Marco e Licinio Marastoni e invia alla cara Afra sentimenti di affetto e solidarietà.
ANNIVERSARIO
Werther Spaggiari e Dilva Burani
Nel 32° anniversario della scomparsa del partigiano Odoardo Bulgarelli “Modena”, avvenuta il 30 novembre 1985, i figli Paris e Sirte, i nipoti, i pronipoti e i famigliari lo ricordano con immutato affetto insieme alla moglie Severina Bisi, staffetta partigiana, deceduta il 15 marzo 2009, e sottoscrivono pro Notiziario.
20° ANNIVERSARIO
Elio Trolli “Sergio” Al 20 dicembre 1997 risale la scomparsa del partigiano Elio Trolli “Sergio”, ma il ricordo di lui, del suo impegno e della sua passione per il turismo amatoriale resta più vivo che mai in tutti coloro che lo hanno conosciuto. La sua instancabile opera organizzativa in occasione dei tornei e dei raduni sui sentieri partigiani speriamo serva di esempio alle nuove generazioni. Per onorarne la memoria, le figlie Laila e Lilia, il genero ed i nipoti, con immutato affetto e rimpianto, sottoscrivono pro Notiziario.
ANNIVERSARIO
Marco e Licinio Marastoni Afra Marastoni ricorda con sempre vivo dolore il 45° anniversario della perdita dell’amato figlio Marco e la scomparsa del marito Licinio, avvenuta il 10 dicembre 2015. Nell’occasione sottoscrive pro Notiziario per onorare la loro memoria.
ANNIVERSARIO
Isella Valentini e Giovanni Munarini In memoria del 2° anniversario della scomparsa di Isella Valentini e dell’11° anniversario della scomparsa di Giovanni Munarini, la figlia Elsa, la nipote Elisa, il genero Paolo sottoscrivono a sostegno del Notiziario.
gennaio 2018
Il 27 ottobre ricorreva l’11° anniversario della scomparsa del partigiano Werther Spaggiari “Lembo”, già responsabile della Sezione Anpi di Gavassa. I figli Marisa e Ivano ne rinnovano il ricordo insieme alla madre Burani Dilva, che li ha lasciati il 13 Novembre 2016. Per onorare la loro memoria sottoscrivono pro Notiziario.
6° ANNIVERSARIO
Mario Catellani “Giorgio” Il 28 gennaio 2011 è deceduto il partigiano Mario Catellani “Giorgio”. La famiglia così lo ricorda: “Sono trascorsi 6 anni da quando sei mancato, ma la tua presenza è sempre con noi. Ci mancano le tue battute spiritose, la tua guida coraggiosa, severa in taluni casi, ma sempre molto buona e comprensiva. In questi anni il mondo è cambiato, non mi riconosco più, sono molto dispiaciuta per i nostri ragazzi! Con i valori che voi partigiani ci avete insegnato, speriamo che onestà, legalità e Resistenza possano prevalere sempre! Annamaria, Lorenza, Chiara e Renzo sottoscrivono pro Notiziario”. 20° ANNIVERSARIO
Werter Bizzarri Il 5 gennaio prossimo ricorre il 20° anniversario della morte di Werter Bizzarri, ex internato militare in Germania. Lo ricordano con l’amore e l’affetto di sempre la moglie Valentina e la nipote Annusca e in suo onore sottoscrivono pro Notiziario.
3° ANNIVERSARIO
Renzo Barazzoni Il 1° dicembre scorso ricorreva il terzo anniversario della scomparsa del professor Renzo Barazzoni. Nel ricordarlo con profondo rimpianto, la moglie Luisa e le figlie Paola e Fiorenza sottoscrivono a sostegno del Notiziario.
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Notiziario ANPI
Lutti
Lutti Giuseppe Paglia “Elio” Il giorno 13 giugno si è spento Giuseppe Paglia di anni 89, conosciuto concittadino che recentemente aveva ricevuto per mano dell’allora sindaco Oreste Zurlini, assieme ad altri partigiani sopravvissuti, la “medaglia della Liberazione” concessa dal Ministero della Difesa nel 70° della ricorrenza. Ha gestito il negozio di famiglia a lungo ottenendo il riconoscimento dell’ “Aquila del Commercio” per gli oltre 50 anni di attività; proveniente da famiglia in tale occupazione dedicatasi per oltre un secolo, nel 1967 veniva insignito dalla Camera di commercio della Medaglia d’Oro per il Progresso Economico; il 6 agosto 1984 del diploma d’onore al Combattente per la Libertà d’Italia firmato dal ministro Spadolini e dal presidente Sandro Pertini; in data 27/12/1994 dell’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica da parte del Capo dello Stato. Il sorriso che ogni giorno riservava a chi lo incontrava resti nel cuore di chi l’ha conosciuto e gli ideali per cui visse nel lavoro e nell’amore della famiglia sopravvivano sempre per l’affermarsi del diritto, della dignità e della pace per tutti.
Rino Torreggiani Il 5 Novembre 2017 è venuto a mancare all’affetto dei suoi familiari Rino Torreggiani, di anni 92, dopo un breve periodo di malattia. La vita di Torreggiani è stata sempre improntata a valori di profonda onestà e rispetto verso tutti. La sua disponibilità e generosità verso la famiglia è testimoniata da tutti i suoi parenti che, nell’occasione della sua scomparsa, sottoscrivono pro Notiziario per onorarne la memoria e ricordarlo a tutti gli amici.
Bruna Guidetti Il 28 ottobre scorso è scomparsa a 94 anni Bruna Guidetti, una figura storica e carismatica dell’antifascismo ad Albinea, tanto che in paese era conosciuta da tutti come la Bruna. Il suo entusiasmo e la sua passione erano saliti alla ribalta quando sei anni fa, ad un concerto dei “Ma noi No”, era salita sul palco e aveva cantato davanti al pubblico “Bella Ciao”. Eppure limitare la partecipazione della Bruna alla lotta contro il nazifascismo a questo singolo episodio ci sembrava abbastanza riduttivo. Pertanto, come Anpi di Albinea, abbiamo voluto ricordarla scrivendo alcune righe e, assieme alla figlia Claudia, abbiamo voluto ripercorrere alcune tappe ed episodi della vita della Bruna, in particolare durante il periodo della guerra di Liberazione. All’epoca infatti la famiglia di Bruna Guidetti era, come tante altre famiglie contadine reggiane, mezzadra sui terreni posti lungo la costa della collina della Pieve di Albinea, mentre nella villa padronale della tenuta vi era invece sfollato il federale fascista di Reggio. Per proteggere quest’ultimo venne stanziato sul posto un manipolo di militari repubblichini, tedeschi e anche alcuni carabinieri. Tuttavia la vicinanza della casa dei Guidetti a questo luogo così ben sorvegliato dai nazi-fascisti si rivelerà ben presto un punto a favore dei partigiani locali: nessuno avrebbe mai potuto sospettare proprio dei mezzadri vicini di casa. In più capitava spesso che i militari del presidio passassero dai Guidetti, anche solamente per scambiare alcune battute o per un bicchiere di vino. Il fidanzato della Bruna, Giuseppe Casoni “Brenno”, una volta rientrato a casa alcuni mesi dopo l’8 settembre, era infatti entrato nei SAP proprio grazie ai contatti che la sua ragazza aveva con alcuni membri della Resistenza. In più tutte le informazioni che la Bruna riusciva a carpire dai militari di guardia al federale, venivano prontamente girate ai combattenti della zona. Una notte addirittura, tutta la segnaletica stradale impiantata nella zona di Botteghe, sede del Comando di Villa Rossi, venne abbattuta e bruciata nel cortile della casa dei Guidetti. Finito il conflitto la Bruna non smetterà mai di lottare, né per le lotte antifasciste, né per quelle dei lavoratori e per quelle delle donne. Assieme al futuro marito sarà infatti tra i pionieri del PCI albinetano, aderirà al Fronte Popolare e parteciperà attivamente alla vita dell’Anpi e dell’UDI. Con la sua scomparsa Albinea perde un pezzo della sua storia, una testimonianza vivente della lotta di Liberazione e dell’antifascismo della prima ora.
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Lutti e sostenitori
gennaio 2018
Luigi Saccani “Aiace” Luigi Saccani, maestro e partigiano, è morto nel mese di ottobre all’età di 95 anni. È stata una delle figure chiave per la Boretto della seconda metà del Novecento, che ha contribuito a profondi cambiamenti per il paese durante la sua carica di Sindaco per circa 16 anni. La sua scomparsa priva Boretto di un personaggio tra i più significativi della sua storia. Infatti, durante il suo mandato, ha portato alla realizzazione del campo sportivo, della piscina, ma anche della lottizzazione di via Padulli in zona industriale e ha saputo dare una spinta decisiva allo sviluppo dei servizi socio-assistenziali. Dopo gli studi iniziò l’attività di maestro elementare e durante la guerra raggiunse i gradi di sergente. Poi militò nella formazione del Sap con il nome di battaglia ”Aiace” e iniziò l’attività politica. Dopo vari incarichi, dal 1970 ha ricoperto il ruolo di primo cittadino sino al 1986 e, in seguito, è stato chiamato a far parte del consiglio d’amministrazione dell’ospedale di Guastalla. La sua lunga e intensa vita è stata riassunta da Saccani nel libro Per amore e per passione, nel quale ha ripercorso tutta la sua storia compresa la triste parentesi che ricorda la tragica perdita del figlio Alberto, avvenuta in seguito a un incidente in una gara di motonautica. La notizia della scomparsa di Saccani ha suscitato in paese grande commozione e unanime cordoglio.
Sostenitori PAOLO ATTOLINI
Pro Notiziario
LUISA, PAOLA, FIORENZA BARAZZONI
In ricordo del prof. Renzo Barazzoni
ELISABETTA BORCIANI
In ricordo del padre Nedo Borciani
PARIS BULGARELLI
In ricordo dei genitori Odoardo e Severina Bisi
ILEANA E MARIA CARRETTI
In ricordo di Giuseppe Carretti
MAURO E MARIS CARRETTI
In ricordo di Duilio Carretti e Clite Schiatti
€ 20 € 100 € 30 € 100 € 50 € 100
ALESSANDRO CARRI
Pro Associazione
MAURIZIA CAVAZZINI
In ricordo del padre Fernando Cavazzini
€ 100
MARIA DEL RE
In ricordo del marito Nero Fontanesi
€ 100
NEALDA DONELLI
In ricordo di Lauro Scolari
€ 25
FIORELLA FERRARINI
Pro Notiziario
€ 50
IVANO FICARELLI
Pro Notiziario
€ 50
GIULIANA E GIANCARLO GIACHETTI
In ricordo di Alice Saccani e Renato Giachetti
SIMONETTA E SIMONA GILIOLI
In ricordo dell’amico Prof. Renzo Barazzoni
LAILA GROSSI
In ricordo del padre Emilio e amici Marastoni
€ 150 € 100
€ 1.000
€ 400 € 30
IVAN LODESANI
In ricordo del padre Bruno Lodesani
IVAN LEONI
Pro Associazione e Notiziario
€ 150
AFRA MARASTONI
In ricordo del marito Licinio e del figlio Marco
€ 100
ELSA MUNARINI
In ricordo dei genitori Giovanni e Isella Valentini
€ 100
MANUELE PAGLIA
In ricordo di Giuseppe Paglia “Elio”
€ 100 € 100
FAM. ANNAMARIA PATERLINI
In ricordo di Mario Catellani “Giorgio”
FRATELLI PINOTTI
In ricordo di Avio e Dimma Pinotti
€ 160
VALENTINA RINALDI
In ricordo del marito Bizzarri Werter
€ 100
IVANO E MARISA SPAGGIARI
In ricordo dei genitori Werter e Dilva Burani
€ 200
FAM. TORREGGANI
In ricordo di Rino Torreggiani
€ 200 € 100
LAILA E LILIA TROLLI
In ricordo del padre Elio Trolli
LIDIA VIAPPIANI
In ricordo del marito Antonio Ligabue
FAM. PINOTTI
In ricordo di Avio Pinotti “Ribelle”
SEZIONE BAGNOLO IN PIANO
Attività istituzionali
FAM. SULPIZIO
In memoria del padre Mario “Guerra”
VULMER BIGLIARDI
Sostegno
SEZIONI QUATTRO CASTELLA, MONTECAVOLO, PUIANELLO
Sostegno Notiziario
€ 50 € 2.500 € 500 € 100 € 20 € 150
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