TB Magazine Marzo 2010

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FILIO+SOLO

Il protagonismo di SuperMax irrita Pdl e qualche alleato. I segnali di guerra aumentano. tutto ci è legato all’esito delle regionali... QuelloMache aspetta. Nelelezioni bene e nel male. WWW.TBMAGAZINE.IT TB 5


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EDITORIALE

TuttoBrindisi Numero 18 Marzo 2010 Tiratura 5000 Copie Autorizzazione Tribunale di Brindisi: n. 4 del 13/10/1995 Distribuzione gratuita nei principali luoghi di lavoro e di ritrovo dal 10 di ogni mese (la lista dei circa 200 punti di distribuzione la trovate sul nostro sito internet) Direttore Responsabile: FABIO MOLLICA Grafica: SALVATORE ANTONACI Stampa: Tipografia MARTANO Lecce Redazione/Pubblicità Prolungamento Viale Arno, sn 72100 Brindisi Tel/Fax 0831 550246 info@fabiomollica.com posta@tbmagazine.it Hanno scritto su questo numero: Francesca Alparone Guido Giampietro Emilio Graziuso Stefano La Monica Iole La Rosa Mario Lioce Pierpaolo Petrosillo Tiziana Piliego Oreste Pinto

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Non restate a guardare! Fabio

Mollica

Sos Lavoro. Imprese che chiudono, persone disperate, professionisti sul lastrico. Altro che le barzellette... «SAI QUANTE PRATICHE DI RIENTRO HO firmato questo mese? Dodici. Fino all’anno scorso erano una, massimo due al mese. Ora è scoppiato il finimondo. E noi in molti casi siamo obbligati a togliere il tubo alle imprese». Questa confidenza me l’ha fatta un direttore di banca, quasi in lacrime, che mi raccontava di alcuni suoi clienti, imprenditori o stimati professionisti, senza mai alcun problema di liquidità, che oggi non hanno più un soldo per portare avanti l’azienda o la famiglia. Mi ha raccontato di imprenditori che non sanno più come fare, che chiudono bottega e lasciano a casa gli operai: perché le amministrazioni non li pagano; perché i clienti non pagano. E le banche non possono fare più di quello che hanno fatto. Ci sarebbe molto da dire sulle banche e sul loro modo di operare. Ma se pensiamo che è solo grazie ai fidi che il 70 per cento delle aziende locali (e italiane) si mantiene in vita, allora il quadro cambia. Il mio amico direttore di banca mi ha raccontato queste cose nei giorni in cui in città si raccontava la barzelletta Filia Solis (di cui parliamo in altra parte del giornale) e si viveva il dramma di una splendida ragazza che aveva deciso di togliersi la vita gettandosi dal sesto piano. Mentre l’amico mi parlava, pensavo a quelle persone un tempo benestanti che oggi sono costrette a mangiare alla Caritas, o a chiedere aiuto ai parenti; pensavo a quella

ragazza depressa, bellissima e infelice, e mi chiedevo se gli organi di informazione trattano questi argomenti con lo spazio e gli approfondimenti che meritano, magari prima che accadano. Credo che il dramma delle persone che stanno perdendo il posto di lavoro, e di tutte quelle che lo perderanno, meriti più attenzione. Da parte nostra e delle amministrazioni locali. Perché se a Roma c’è qualcuno che crede che la crisi sia superata, qui ci sono famiglie che nella crisi e nella disperazione sono appena entrati. E si tratta di un tunnel lungo e buio. Sarebbe ora che associazioni delle imprese, sindacati e istituzioni si mettessero intorno ad un tavolo per discutere strategie e progetti per creare lavoro, piuttosto che cercare slogan improbabili e loghi inguardabili. Ecco perché in questo numero di TB

«Sai quante pratiche di rientro ho firmato questo mese? Dodici. Fino all’anno scorso erano una, al massimo due. C’è gente che è al capolinea, ed è costretta a mangiare alla Caritas»

abbiamo chiesto a Giuseppe Marinò (Confindustria) e Corrado De Pascalis (Cisl) quali possono essere le vie d’uscita da questo tunnel. VI LASCIO CON UNA PRECISAZIONE doverosa. Vi siete accorti che Dario Bresolin da qualche mese non scrive più su questo giornale, e qualche lettore mi ha chiesto il perché. Eccolo: avevo chiesto a Dario di non essere troppo monotematico negli argomenti e di “spersonalizzare” i suoi interventi, perché penso che sia necessario proporre, oltre che puntualizzare. E non ha senso per TB criticare ogni mese il sindaco Mennitti o il presidente Ferrarese perché si diventa ripetitivi e noiosi. Così Dario si è preso una pausa di riflessione, soprattutto perché sta preparando il suo nuovo libro. Non so se tornerà a scrivere su TB, dipende dalla sua volontà e vena creativa (che a volte raggiunge vette inusuali per questa città). Se non scriverà più, resterà comunque un amico, con il quale continuo ad avere rapporti umani normali e affettuosi. Se scriverà di nuovo, sarà il bentornato. A quanti invece hanno detto che Bresolin non scriveva più perché TB ha svoltato verso Mennitti o Ferrarese, o entrambi, beh, che dire: parlano i nostri articoli. E parla il nostro blog online su Brundisium.net. E fra qualche giorno parlerà anche TBTV, su Puglia TV, il lunedì, mercoledì e venerdì, prima del notiziario.

TB viene distribuito a partire dal 10 del mese, e non più da giorno 1

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A PAG. 40 SPECIALE SPAM: COSÍ NACQUE FILIA SOLIS

VENTI DI GUERRA SU SUPERMAX Le continue fughe in avanti del presidente della Provincia creano forti malumori. Nel PDL c’è chi non ne può più. Ma anche molti sindaci della provincia, ed il presidente della Camera di Commercio Alfredo Malcarne, non tollerano più il protagonismo di Ferrarese. Vi sveliamo i retroscena che hanno portato allo scontro sul caso “Filia Solis”. E cosa cova sotto la cenere. Perché dopo le elezioni...

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n teoria sarebbe fuori dal gioco, in realtà Massimo Ferrarese con queste elezioni regionali si gioca molto del suo futuro. Per svariate ragioni. La prima è che alleati e avversari non vedono l’ora di misurare la forza della sua lista-movimento senza la candidatura ufficiale del capo. Quanto vale Ferrarese senza il volto di Ferrarese in primo piano? Se lo staranno chiedendo l’amico Pierferdinando Casini, gli amici del centrosinistra brindisino, gli ex amici del centrodestra, e finanche i suoi uomini, primi fra tutti quelli che hanno accetato la candidatura alle regionali, Enzo Ecclesie ed Euprepio Curto. Ma ci sono anche altri segnali che lasciano intendere che dall’esito di questa tornata dipende una buona fetta di futuro del presidente della Provincia. Mettiamola così: se a SuperMax le cose andranno bene, nel senso che la sua lista ottiene un buon risultato ed il centrosinistra resta al governo a Bari, pur senza il sostegno dell’Udc, allora potrà dormire sonni tranquilli. Ma se il responso delle urne sarà deboluccio, e a Bari dovesse finire Rocco Palese, allora la musica potrebbe cambiare all’improvviso. Del resto qualche “avvertimento” è già arrivato. Nel centrodestra c’è qualcuno che non digerisce più le continue fughe

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in avanti del presidente, ed è stufo di sacrificare il proprio ruolo per garantire la pax istituzionale locale voluta dal sindaco Mennitti. La guerra per il logo Il primo campanello d’allarme si è registrato ai primi di febbraio, quando Ferrarese ha deciso, in totale solitudine, come da par suo, di dare al territorio un marchio d’area, quel “Filia Solis” per cui si è inventato un concorso di idee, a cui ha fatto seguito il solito tran-tran di interviste televisive e articoli di giornali, soprattutto in occasione della Borsa del turismo di Milano. La scelta di Ferrarese non è andata giù a molti, ma come al solito quasi nessuno ha avuto il coraggio di dirlo in pubblico. Finché non lo ha fatto il presidente della Camera di commercio Alfredo Malcarne, durante una riunione dei sindaci dell’Arera Vasta, chiedendo all’assessore provinciale al Turismo Natale Curia «che su certe scelte ci fosse maggiore coinvolgimento degli altri enti, evitando inutili protagonismi». Nella stessa giornata, pur evitando aspre critiche, Giuseppe Pagliara, ostunese, titolare della maggiore agenzia di incoming in Puglia, cioé uno dei

pochi che portano nella nostra regione migliaia di turisti, ha scritto su Quotidiano: «Abbiamo difficoltà a far capire dov’è la Puglia, figuriamoci se dobbiamo parlare di Filia Solis-Terra di Brindisi». Ma Ferrarese è andato avanti ugualmente, forse pensando che non si sarebbe arrivati allo scontro. E invece è scoppiata la più aspra delle battaglie istituzionali: il 15 febbraio, alla vigilia della presentazione del logo Filia Solis, Malcarne, i sindaci e gli assessori dei comuni più “turistici” della provincia (Brindisi, Ostuni, Fasano, Carovigno e Ceglie Messapica) firmano un comunicato stampa in cui invitano il presidente della Provincia a soprassedere. Durante la riunione Domenico Tanzarella, sindaco di Ostuni, chiama Ferrarese per metterlo al corrente di quanto sta accadendo. La telefonata viene messa in vivavoce, e

l’imbarazzo è evidente. Ci si lascia senza trovare un punto d’accordo. Seguono altre telefonate personali, molto più roventi. Il clima è ormai incandescente, e Ferrarese dice: «Se volete la guerra, guerra sarà». Il giorno dopo, 16 febbraio, quasi tutti i sindaci della provincia gli si rivoltano contro. Per il Comune di Brindisi è l’assessore al Turismo Teo Titi ad occuparsi della questione. Ma il sindaco Domenico Mennitti ed il vicesindaco Mauro D’Attis sono costantemente informati, e condividono la presa di posizione contraria. Tanzarella è l’unico ad affrontare di petto il presidente e prende la parola davanti alle telecamere di Telerama: critica aspramente Ferrarese e va via. La riunione continua, Ferrarese sceglie il logo e vince un’azienda di Francavilla Fontana, ma il


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titolare della ditta, Gabriele Lippolis, annuncia: «Daremo i 1000 euro di premio in beneficenza». Il giorno dopo Ferrarese, per farla pagare a Tanzarella, licenzia dalla sua giunta l’unico assessore socialista, Donato Baccaro, che incredulo dichiara ai giornali: «Che c’entrano i partiti con i sindaci?». Sui blog e sui siti internet locali impazzano le battute su Filia Solis e sul logo. Qualcuno fa notare che anche la centrale Enel di Cerano si chiama Federico II. Qualche giorno dopo Ferrarese e l’amico Albano Carrisi presentano il nuovo logo alla Bit di Milano e preannunciano un tour a Mosca (dove Albano canterà), in Spagna e Germania. Poi su Filia Solis cala il sipario. Almeno per ora. Le scintille con D’Attis Secondo squillo di tromba: Ferrarese ad inizio febbraio visita il parco del Cillarese e ne rimane affascinato, così dirama una nota alla stampa in cui dice che «farà di tutto per tentare di sfruttare l’invaso per praticare sport acquatici». A Palazzo di Città, dove da qualche anno si lavora sulla riqualificazione urbanistica dell’area, qualcuno sbotta e chiede al primo cittadino di intervenire. Sui giornali la risposta è affidata al vicesindaco Mauro D’Attis, che il 6 febbraio, sempre su Quotidiano, replica a Ferrarese, ricordandogli che al Comune di Brindisi stanno investendo tempo e denari per rendere tutta l’area del Cillarese un parco coi fiocchi. «Strano che alla Provincia non ne sappiamo nulla», ironizza il numero due di Palazzo di Città. Passa qualche ora, e SuperMax fa di nuovo inviperire gli ex amici del centrodestra, annunciando di voler convocare un nuovo incontro per la firma della convenzione con l’Enel, e affermando, in diretta tv su Studio 100, «che lui firmerebbe la convenzione subito». La misura è colma. Ora la pace rischia davvero di saltare. I colonnelli del PDL perdono la pazienza, «perché a convocare questi incontri deve essere il Comune, non la Provincia». E poi, con le elezioni di mezzo, è chiaro che di convenzioni si tornerà a parlare ad aprile. Mennitti continua a non profferire parola, non si butterà certo nella mischia in prima persona, almeno non per ora. Ma che la temperatura si sia ormai surriscaldata lo conferma a TuttoBrindisi una gola profonda, un personaggio influente del PDL che, interrogato su cosa stesse realmente muovendosi dietro le quinte, ha risposto così: «Ferrarese inizia ad esagerare. Sta continuamente

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«Ferrarese inizia ad esagerare. Dopo le elezioni bisognerà alzare la voce»

tirando la corda, approfittando del fatto che nessuno vuole fargli la guerra. Molti di noi hanno già perso la pazienza. Ma ci sono le elezioni di mezzo, e dunque nessuno andrà allo scontro frontale in questo momento. Dopo il 28 marzo, però, bisognerà alzare la voce. E se Palese riconquisterà la Regione, per il presidente della Provincia si mette davvero male». Dunque l’attacco frontale del centrodestra è rimandato a dopo le elezioni, sempre che Palese vinca. Contrasti inattesi Nel frattempo lo strano gioco delle parti ha riservato un altro siparietto niente male, che ha visto finire su posizioni contrastanti Ferrarese ed il suo amico e socio Giuseppe Marinò, presidente di Confindustria e dirigente della New Basket Brindisi. L’11 febbraio il Presidente della Provincia attacca l’insediamento industriale della Costiero Adriatico anunciando che chiederà la Valutazione di impatto ambientale per l’ampliamento dell’impianto a gas che la società aveva chiesto nei mesi scorsi. Il giorno dopo Marinò è costretto a diramare un comunicato in cui si dice certo che quell’impianto «non comporta alcun pericolo, e l’iter amministrativo e procedurale seguito è esaustivo e legittimo». Immaginare una frattura tra Marinò e Ferrarese non è neanche lontanamente immaginabile. Diciamo che questi sono gli

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imprevisti che possono accadere quando si salta lo steccato e da imprenditori si decide di fare il politico. Passano poche ore e su Ferrarese piove un’altra critica inattesa, questa volta da un’azienda privata, quell’Area Progetti che organizza una delle cose migliori viste a Brindisi negli ultimi 50 anni, il Salone nautico. Scrive Giuseppe Meo, amministratore dell’azienda, il 17 febbraio: «Area Progetti intende far rilevare il disinteresse della Provincia di Brindisi che si manifesta finanche nella difficoltà di ottenere un appuntamento con il Presidente per poter illustrare le finalità del Salone Nautico e quindi le opportunità di crescita del ter-

ritorio in termini turistici e del comparto della nautica da diporto». L’assessore al Bilancio Enzo Baldassarre replica assicurando il «consueto sostegno dell’Ente». Il mese caldo del presidente della Provincia si chiude il 26 febbraio, con una tirata d’orecchie da parte di Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes (foto sopra). Il Rapporto Italia curato dall’istituto e presentato ai primi di febbraio aveva messo Brindisi al quarto posto nella classifica delle province italiane più permeabili alle infiltrazioni criminali. Ferrarese aveva annunciato fuoco e fiamme, ed anche qualche denuncia, «perché quel piazzamento non corrispondeva a realtà e si mettevano in cattiva luce i passi avanti fatti sul territorio». Invitato a Brindisi dal sindaco Domenico Mennitti (ed anche questo è un segnale) per presentare il bel libro di Rosario Tornesello sulla Primavera pugliese, Fara, davanti ad una folta platea e alle più alte cariche delle forze dell’ordine, tira fuori

alcuni articoli del 2008 e del 2009 in cui Ferrarese sosteneva che «le aziende erano state lasciate sole contro la criminalità» e chiedeva «una maggiore presenza di polizia e carabinieri». Il presidente di Eurispes conclude il suo intervento chiedendo: «Come mai oggi Ferrarese la pensa in maniera totalmente diversa?». la risposta è semplice: perché ora Ferrarese è presidente della Provincia. Ma in sala Ferrarese non può rispondere: è in vacanza, a riposarsi dopo settimane infuocate. Al rientro, l’ultima trovata: a tutti è ormai chiaro che la candidatura della Poli Bortone con l’Udc raccoglierà scarsi consensi. Per la lista Ferrarese, restare attaccati a doppio mandato a quella lista, è un pericolo: dopo le elezioni qualcuno nel centrosinistra chiederà il conto. Così, il 3 marzo, i fondatori della lista Noi Giovani, che credono in Ferrarese, dichiarano che voteranno per Nichi Vendola, pur non facendo mancare il sostegno ai candidati consiglieri dell’Udc. Mentre il candidato di Ferrarese, Enzo Ecclesie, assessore provinciale alle Politiche del Lavoro e candidato alle Regionali, decide di non citare sui suoi manifesti la candidata presidente del partito di Casini. È un chiaro segnale. Se il centrodestra prepara la guerra, i Ferrarese boys non restano a guardare. E cercano alleati.


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ei giorni scorsi abbiamo assistito a come un’operazione, cosiddetta di marketing, si sia trasformata in una sorta di scontro istituzionale. La nascita del brand della Provincia di Brindisi ha prodotto violente contrapposizioni che ancora oggi echeggiano nei titoli dei giornali, nei blog dei media locali o nelle semplici discussioni tra cittadini. Proprio questi ultimi, poco addentro alle strategie di comunicazione, si sono domandati le ragioni del contendere. Abbiamo pensato allora di chiedere lumi ad un esperto del settore, un brindisino che, oltre ad essere una firma autorevole del nostro magazine, viene spesso consultato da riviste nazionali ed internazionali di comunicazione. Abbiamo così intervistato Mario Lioce (foto in basso), direttore marketing della Minale Tattersfield Design Strategy, un’agenzia inglese di branding che in passato è stata inserita dal Financial Times tra le prime dieci al mondo. La Minale Tattersfield ha seguito molti e importanti progetti di eventi e promozione del territorio come le olimpiadi di Sydney, l’immagine del Lago di Garda, la comunicazione del Trentino e tanti altri. Lioce è inoltre amministratore di Voice, un’agenzia di comunicazione e marketing nata con lo scopo di dare voce alle aziende del sud. Le piace il nuovo logo della Provincia di Brindisi? Iniziamo male. In che senso? Nel mondo del design è buona regola non giudicare mai il lavoro degli altri, inoltre non ho gli elementi per una valutazione più approfondita. Mi spieghi meglio e poi mi dica che idea si è fatto della vicenda. Un logo non va giudicato con parametri soggettivi quali gusto, stile, colore o altro. Va valutato in relazione alla rispondenza agli

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SI FA PRESTO A DIRE BRAND Mario Lioce, direttore marketing della Minale Tattersfield Design Strategy, agenzia di Londra, spiega in questa intervista con Tiziana Piliego perché Filia Solis è partito col piede sbagliato. obiettivi prefissati e nel caso di Filia Solis ho avuto l’impressione che fossero molto generici. Vada avanti. Leggendo sui giornali di questa vicenda, ho sentito parlare spesso di metodo. Occorre però evitare confusioni. Sono entrati in ballo due metodi: uno avrebbe dovuto riguardare il processo di coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, istituzionali e privati, ma questo aspetto non è di mia competenza e quindi lascio il dibattito a giornalisti e politici; l’altro metodo riguarda invece il mettere in campo un corretto processo di branding, e questo ho l’impressione che non sia avvenuto. Non cada nei tecnicismi, ci aiuti a capire. Cercherò di essere più chiaro ma per farlo è necessario spiegare la differenza sostanziale tra logo e brand, poiché spesso sento usare in maniera non corretta questi termini. Il logo è un segno grafico identificativo di un’azienda, di un prodotto o di un territorio. Ma il logo è solo la punta dell’iceberg di un sistema che va messo in atto affinché un logo diventi un brand. E difatti un brand può essere considerato tale quando diventa una sorta di memoria: dev’essere cioè in grado di esprimere efficacemente quelle che sono le qualità ed i valori, in questo caso di un territorio. Tutto

questo lo puoi realizzare quando c’è un piano di marketing complesso e strutturato in grado di portare a breve, medio e lungo termine vantaggi. E di riempire quindi di significati quello che era in principio solo un segno. Non escludo una mia disattenzione, ma fino ad ora ho solo sentito parlare di iniziative sporadiche e slegate tra loro. Eppure si è parlato di presentare il logo in Russia, in Germania ed anche in Spagna. Ed allora le rispondo facendole un esempio: il Trentino, regione leader in Europa nella promozione del territorio, in un recente passato ha analizzato con molta attenzione i flussi turistici che la riguardavano. E’ risultato che esisteva una forte domanda di pacchetti turistici da parte dei tedeschi ed un’attenzione crescente da parte degli inglesi verso i prodotti food e drink. Un’attenta pianificazione delle attività di marketing ha portato

alla realizzazione di numerose iniziative, come ad esempio entrare a far parte degli sponsor della squadra di calcio del Bayern di Monaco per ottenere visibilità, o creare numerosi eventi per mettere in contatto i buyer inglesi con i produttori trentini. Ma creare occasioni di contatto non è sufficiente. La Provincia di Trento ha agito con incisività sui produttori, incentivando fusioni o partnership per rendere le piccole e medie imprese locali più competitive sui mercati globali. Si è investito sulla ricerca, sull’innovazione, sul marketing. Si è agito di comune accordo con l’aeroporto di Verona affinché fossero aperte nuove tratte verso i mercati d’interesse. E mi creda... potrei continuare a lungo. Viene di conseguenza considerare che allo stato attuale non mi sembra che il nostro aeroporto preveda voli dalla Russia e che la Spagna, più che un serbatoio potenziale di turisti, rappresenti invece un pericoloso competitor col quale doversi confrontare. Sono maliziosa se penso che il progetto del logo della Provincia di Brindisi lo avrebbe voluto seguire lei? Nessuna malizia. È vero, mi avrebbe fatto piacere seguire un progetto potenzialmente molto interessante ma non certo alle condizioni proposte. Si riferisce al tempo o al budget destinato? Ad entrambi. Posso dirle con certezza che ci sarebbe stato bisogno di non meno di un mese e mezzo. Ed invece dal momento della pubblicazione del concorso a quello della consegna degli elaborati c’era una manciata di giorni. Ho l’impressione che su questi aspetti lei stia perdendo il suo aplomb. Sui giornali ho letto ripetutamente che occorreva agire così per non perdere l’ultimo treno. Mi domando, per rimanere all’interno della metafora, per quale ragione si sia atteso il fischio del capostazione per salire sul treno. Un “viaggio” così importante andava pianificato con più attenzione. E poi trovo contraddittorio che si discuta ogni giorno della crisi delle imprese locali e poi per un progetto di tale portata il committente istituzionale metta a budget mille euro. Per il branding di un territorio un’agenzia mette

in campo un team composto almeno da uno strategist, un senior designer e due junior designer. Sarebbero stati necessari molteplici incontri con tutte le parti interessate, studi, analisi. E tutto questo per mille euro? Via, non scherziamo. Non è che lei crede di essere ancora a Londra? Accetto la provocazione ma questo le costerà non poche righe. Partiamo dal presupposto che oggi il brand è un asset estremamente importante quantificabile finanziariamente. Proverò a farle degli esempi concreti per descrivere la corretta metodologia di lavoro. Le sembra strano che per un simbolo che debba essere rappresentativo di una realtà provinciale variegata e composita si proceda preventivamente ad uno studio degli elementi storici comuni? Le sembra inutile fare un’analisi degli scenari in cui agisce ogni comune? Se scenari le sembra un termine tecnico posso tradurlo in studiare quelli che sono i dati dei flussi turistici, la stagionalità, le provenienze, le attrattive, il tessuto economico-sociale, le infrastrutture e via discorrendo. Provi per esempio ad immaginare il logo nel suo uso quotidiano. La maggior parte delle volte si troverà affiancato dal logo della Puglia e da quello del Salento; ritiene strano che nello studio di quella che si chiama “architettura del brand” si tengano in considerazione parametri di riconoscibilità, visibilità e rispetto dei codici grafico-cromatici in modo che i loghi possano convivere efficacemente? È stato fatto uno studio di tutte le situazioni in cui il logo troverà una sua declinazione? Queste e tante altre informazioni servono allo strategist per studiare le linee guida di una adeguata strategia visiva. Solo a questo punto tutto passa nelle mani dei designer che devono avere la capacità di tradurre la mole di input in creatività rispondente alle esigenze del cliente. Non si scappa: a Londra o a Brindisi il processo corretto è questo. E poi sinceramente non amo queste distinzioni. Dobbiamo smetterla di considerarci una città di serie B e incominciare ad operare con logiche moderne degne di una città che vuole cambiare davvero. Tiziana Piliego


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PubblicitĂ elettorale: committente Vito Nardelli


TB BLOG

VOCI DI POPOLO GLI ARGOMENTI DEL MESE

FILIA SOLIS, TURISMO E PARCHEGGI: OLTRE 4000 CONTATTI ONLINE! Il nostro Blog su Brundisium.Net sta riscuotendo un grande successo. E da questo mese siamo anche su Puglia Tv ON LINE E IN TV

Il Blog finisce in televisione Dal 15 marzo l’emittente di Mario Scotto ospita TbTv Da questo mese Puglia TV, l’emittente di Mario Scotto, ospiterà il Blog del direttore di TB, Fabio Mollica, che per l’occasione prenderà il nome di TuttoBrindisiTv. Il commento di cinque minuti andrà in onda ogni lunedì. mercoledì e venerdì prima del videonotiziario di Puglia Tv, e come al solito tratterà e approdondirà i principali fatti di attualità locale. Ci auguriamo che anche questa iniziativa sia un successo, così come lo sono già il magazine (5000 copie e più di 15.000 lettori mensili) e il blog su internet, ospitato da Brundisium (www.brundisium.net) e presente anche sul nostro sito internet (www. tbmagazine.it), per un totale di circa 4500 contatti al meseche. L’invito, come al solito è di di non restare a guardare, o ad ascoltare, ma di inviarci i vostri commenti. I più interessanti tra questi, rigorosamente in forma non anonima, saranno riportati ogni mese su TottoBrindisi.

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Il parcheggio incompreso

Qualche giorno fa mi telefona un amico, e con tono incredulo dice: «Scusami, sono in via del Mare, ed ho scoperto un parcheggio fantastico. È incredibile, mi sembra di non stare a Brindisi. Ma è tutto vuoto». Tranquillo, gli ho detto, quel parcheggio è lì da circa due mesi, ed è vuoto dal giorno dell’apertura, proprio perché sei a Brindisi. E per molto tempo ancora quel parcheggio resterà desolatamente vuoto. Perché i brindisini lo vorrebbero gratuito, naturalmente. E perché hanno l’abitudine di voler trovare il parcheggio proprio sotto, o perfino dentro, il negozio o il palazzo che devono raggiungere. Starebbero anche delle ore a girare in auto, pur di trovarlo nel giro di pochi metri dalla meta. Magari sono gli stessi brindisini che fino a tre mesi fa rompevano le palle con la storia che in città mancano i parcheggi e dunque è meglio andare al centro commerciale piuttosto che al centro. Ora, quegli stessi brindisini, sostengono che il parcheggio è troppo lontano dai corsi. Come non dar loro ragione? In effetti il parcheggio è lontano ben 50 metri da corso Garibaldi! È vero che a volte gli amministratori non hanno colpe. E che noi cittadini ne abbiamo esattamente quante ne hanno loro. 14 Febbraio 2010 Che qui a Brindisi siamo pigri, è noto. Non posso darti torto sul fatto che vogliamo parcheggiare al max a 5 metri da casa (per esempio gli amici dei miei vicini, pur di non parcheggiare a 20 metri dall’abitazione, occupano sempre l’uscita del nostro cancello, bloccandoci di fatto se magari vogliamo entrare/uscire con la macchina). Ma devo spezzare una lancia in favore dei miei conciddatini. Fanno bene a disertare il parcheggio di via del mare perché 1 € all’ora è un autentico furto. Non siamo in una città turistica, e il parcheggio non dovrebbe costare così tanto. Quindi, se bisogna spendere 1 euro, tanto vale parcheggiarla vicino alla destinazione. 50 centesimi sarebbe un prezzo molto più onesto. Ivano

Il brindisino è pigro ed i vigili fanno bene a portare via ogni giorno decine di auto col carroattrezzi. Se ci fosse tolleranza zero, il parcheggio di via del mare si riempirebbe!! Giuseppe Salvia Non capisco quando qualcuno dice che sia caro, in qualsiasi altro parcheggio con strisce blu costa 1€ all’ora, in quel parcheggio si paga con frazioni di 1/2 ora a 0,50 € ed in più è custodito. Se il Comune dovesse metterlo in modo gratuito non sarebbe ugualmente usato, almeno non per tutta la sua capienza, perchè qui a Brindisi è la pigrizia che è sovrana. Gianni Giannuzzi

L’orrendo logo

Da circa 15 anni mi occupo (anche) di marketing e comunicazione. Questa mattina qualche amico mi ha chiesto cosa penso del logo Filia Solis con cui il presidente della Provincia intende promuovere il territorio. Ecco quel che penso. 1) Quello non è un logo, ma un disegno. 2) Quel logo è brutto, superato e non identifica un territorio. E se Ferrarese pensa di portare in città più turisti con un marchio incomprensibile perfino ai brindisini, stiamo freschi! Purtroppo non tutti conoscono la storia di Federico II. E non credo che nelle agenzie di viaggio e nelle fiere ci sia gente disposta a perdere tempo per spiegarlo. 3) Un marchio d’area, o un brand, nelle realtà più evolute nasce da un processo di analisi e di compartecipazione cui prendono parte tutti gli stakeholders del territorio (cioé tutti colori i quali hanno voce in capitolo e operano nel settore). Qui invece il tutto è partito da una iniziativa di Ferrarese, che ha deciso il nome e suggerito i contenuti del logo. Il tutto in 10 giorni. 4) Certe cose si fanno fare ad agenzie del settore, che ricevono l’incarico con qualche mese di anticipo. Qui invece si è pensato al concorso di idee, cui potevano partecipare anche i ragazzi delle scuole elementari. Fortunatamente ha vinto una azienda di Francavilla di un mio amico. E siccome il mio amico è intelligente, ha deciso di devolvere in beneficenza i 1000 euro di premio (elemosina per la creazione di un brand). È l’unica cosa positiva di questa storia. 5) La scelta non è stata condivisa da molti sindaci, e dal presidente della Camera di

Commercio, ma la Provincia è andata ugualmente per la sua strada, dando vita ad una frattura istituzionale senza precedenti in terra di Brindisi, proprio nel momento in cui il Comune di Brindisi con Area Vasta era riuscito a compiere un grande lavoro mettendo insieme intorno ad un tavolo, e ad un progetto, tutti i comuni della Provincia. 6) Ora si andrà alla Bit, per promuovere questo logo, con Al Bano come testimonial. Vedremo tante interviste alle tv locali (pagate per stare alla Bit), oppure spot per “promuovere il territorio” su emittenti che vedono solo i brindisini. Poi, tra due mesi, di Filia Solis forse non si ricorderà più nessuno. Accadde già qualche anno fa, con il marchio Terra degli Imperiali, che nella mente dei promotori doveva creare turismo nella Terra di Mezzo tra Brindisi e Taranto. Il marchio fu presentato alla Bit, ci furono le solite interviste... Poi della Terra degli Imperiali non si seppe più nulla. Filia Solis farà la stessa fine. È l’ennesima occasione persa per questo territorio. Ferrarese dice che non vuole perdere altri 20 anni. Intanto ne ha già perso uno. 17 Febbraio 2010 Purtroppo dalle nostre parti viaggiamo sempre e solo a vista.... Marco Concordo pienamente, ma non capisco una cosa: perchè la verità è sotto gli occhi di tutti e solo i nostri amministratori non si accorgono di nulla? Questa città va prima rivalutata nel territorio e nelle strutture e poi pubblicizzata come città turistica! È una cosa così elementare che tutti e dico tutti i brindisini lo gridano a gran voce ormai da anni, ma come al solito le parole di chi ci amministra non sono seguite mai dai fatti! Abbiamo un litorale ormai in uno stato di degrado tale da non permettere più neanche a noi brindisini il piacere di goderci una giornata di mare in una spiaggia degna di essere chiamata così a causa della mancanza di servizi e di pulizia, figuriamoci se siamo in grado di accogliere dei turisti. Ma nonostante tutto abbiamo il coraggio di presentarci al Bit con un nuovo marchio che promuova il nostro territorio. Siamo ridicoli! Mary Santoro Mi ha molto colpito la differenza di accoglienza riservata ad iniziative identiche


I commenti dei lettori al nostro blog su Brundisum.net

elaborate da due province, quella di Taranto e quella di Brindisi, molto desiderose (forse a torto) di diversificare ed evidenziare peculiarità del territorio proprie, dal marchio Salento associato unicamente alla provincia di Lecce. A Taranto entusiasmo e unità di intenti per il logo “terra ionica”, a Brindisi Mollica & Tanzarella & co. Caro Sig. Mollica il decisionismo a volte paga. Ferrarese è un decisionista, il suo modo di agire è stato premiato da risultati a dir poco positivi in passato... o sbaglio? Penso che più che altro Ferrarese non sia simpaticissimo poichè vincente in una terra non abituata a vincere. Francamente poi non riesco a capire come e quando si debba cominciare almeno a pensare in maniera diversa la nostra provincia. Mino Stamerra

Quei due martiri, non inutili

La storia italiana è costellata di martiri inutili, il cui sacrificio non è servito a nulla. Antonio Sottile e Alberto De Falco, i due finanzieri uccisi dieci anni fa dai contrabbandieri, che all’epoca controllavano e dominavano la città, non è stato un martirio inutile, anche se poteva essere evitato. Fu solo dopo la loro morte, infatti, che lo Stato decise che la misura era colma, e non si potevano regalare una città, una provincia, mezza regione, e una consistente fetta di economia, alla criminalità. Solo dopo l’assassinio di quei due uomini (che non erano stati i primi a morire per colpa del contrabbando), lo Stato decise di farla finita e di riconquistare un territorio che non gli apparteneva più. Credo che la svolta di Brindisi sia iniziata quel giorno. E che non sia ancora finita. Oggi, a dieci anni di distanza, ricordiamo Antonio Sottile e Alberto De Falco, due eroi morti per questa città e per lo Stato. 23 Febbraio 2010 Condivido quello che hai scritto sull’argomento di cui sopra, ma non sono d’accordo sul fatto che la svolta sia ancora in corso; noi brindisini siamo in grado di “svoltare” solo se c’è qualcuno che ci dice (o meglio ci obbliga a svoltare), se lasciati da soli a decidere siamo solo capaci di filosofeggiare e sprecare tempo ed energie nel fare in modo che prevalgano i singoli interessi di parte, normalmente contrapposti, rispetto al bene comune. Luigi Erriquez Mi complimento con lei per aver ricordato i nostri due eroi. Spero che la cultura del “delinquere” e della disonestà sparisca, venga sempre più emarginata dalla nostra città e soprattutto dai nostri cittadini. Michele Puca

Ecco come promuovono Brindisi alla Bit.

Questa foto è fantastica e spiega bene come i nostri amministratori fanno promozione del territorio alla Borsa del Turismo Internazionale di Milano. Come vedete, ogni giorno nel nostro piccolo stand si svolgono delle conferenze ad uso e consumo di noi stessi. E cioè, mi spiego meglio: l’assessore al turismo di Ostuni cerca di convincere il presidente del Consiglio comunale di Brindisi a trascorrere le vacanze a Rosa Marina. Poi la parola passa all’assessore al Turismo di Brindisi, che a sua volta dovrà convincere il rappresentante della Pro Loco di Latiano a trascorrere qualche giorno a Brindisi. Il dirigente della Pro Loco di Latiano parla al sindaco di Mesagne della famosa Sagra degli Stacchioddi; poi l’assessore provinciale al Turismo inviterà ad Erchie, per un fine settimana coi fiocchi, il commissario dell’Apt di Brindisi, che a sua volta ospiterà a Ceglie il sindaco di Cisternino. Insomma, in questo modo, col semplice passaparola, si genererà un flusso turistico non indifferente. Voi direte: ma è necessario andare fino a Milano per fare tutto ciò? Beh, sì, è necessario, non fate i soliti detrattori. È necessario perché poi i giornali e le tv locali potranno dire che lo stand della provincia di Brindisi è stato preso d’assalto dai turisti, stando bene attenti a non specificare che quei presunti turisti sono nient’altro che i pugliesi che vivono a Milano, e che dunque già trascorrono le vacanze estive nelle loro città di provenienza. Ma non pensate che il lavoro degli amministratori sia finito lì: poi ci sono i collegamenti in diretta con le stesse tv locali, durante i tg, e così si potrà ancora promuovere il nostro territorio ai nostri cittadini. Il tutto, con una modica spesa di circa 100mila euro (tra Provincia, Comuni, Camera di commercio). Io un’idea diversa per spendere quei soldi pubblici ce l’avrei: con 100mila euro potremmo ospitare, qui a Brindisi, almeno 40 tour-operator provenienti da tutto il mondo. Per qualche giorno potrebbero ammirare le nostre città, il mare, i monumenti. Sicuramente qualcuno tra loro deciderebbe di puntare sulla nostra provincia come destinazione turistica. Ed anche se questo non dovesse accadere, comunque quei soldi farebbero lavorare alberghi, ristoranti e aeroporto del territorio. E ci sarebbe un altro grande beneficio per noi comuni mortali: per tre giorni non ci sorbiremmo la vagonata di interviste inutili in diretta dalla Bit. 26 Febbraio 2010 Bisogna far capire ai Sigg. Amministratori, siano essi comunali o provinciali che il nostro

territorio va pubblicizzato in modo ben diverso da come viene fatto... Il nostro Sig. Sindaco (che io ho votato) vanta di avere un teatro importante in un territorio in cui serve la cultura! Ma siamo sicuri che nel nostro territorio serva la cultura? Forse per me o per lei che possiamo permetterci di andare a teatro a vedere le manifestazioni che ci aggradano, ma perchè la stessa domanda non la facciamo alle migliaia di cassa integrati presenti sul territorio della nostra provincia, perchè non chiediamo a loro cosa pensano della famosa e tanto decantata “Città d’acqua”. Pietro Mangiameli Come sempre lei è il solito disfattista spudoratamente di parte. Ma possibile che in Italia non esista un giornalista capace di fare articoli che si dissocino dal proprio pensiero politico (che sia esso di destra o di sinistra)?! Complimenti. Michele Puca Quindi signor Mollica, si allinei, faccia dei semplici copia ed incolla anche delle notizie dei tg locali. Otello Tollemeto Mollica elargisce critiche costruttive e non disfattiste, distribuendole equalmente a destra, centro e manca. Vorrei solo far rilevare che questo è il blog di Mollica e non un organo di informazione, e nel blog uno dice esattamente quello che pensa, come facciamo, del resto, anche noi quando commentiamo. mica è l’agenzia Ansa, che deve dare solo la notizia oggettiva; probabilmente non avremmo nessun interesse a leggerla dal blog dal momento che già siamo bombardati dalle notizie sugli organi di informazione veri e propri. Alessandro Caiulo

non sono riuscito ad individuare nell’articolo di Fabio Mollica l’influenza politica che guida la sua critica; probabilmente la mia ignoranza non mi permette di cogliere queste sfumature e per questo chiedo aiuto. Però, ho letto cosa farebbe lui con i 100mila euro a disposizione, e invitare i tour operator non mi sembra che sia un’idea di sinistra o di destra, quanto di buon senso. Giuseppe Ligi La Bit è una passeggiata, lo si sa da tempo. Il turismo come l’industria, l’agricoltura ecc. è fatto dagli operatori del settore ovvero dall’imprenditori, lavoratori e dai mezzi necessari per esercire l’impresa. Tra i mezzi c’è anche la Pubblica Amministrazione, che è una componente minoritaria del sistema. Avere a Milano 150 rappresentati dell’Istituzioni e appena 10 del sistema turistico è un’anomalia che invece di attrarre, spaventa. Caiman L’idea di invitare e di ospitare nella nostra provincia gli esponenti di importanti tour operator credo possa essere praticata (e sicuramente tentativi di questo tipo sono stati fatti anche nel corso delle precedenti amministrazioni), tuttavia a questo dovrebbe far seguito l’investimento in tutte quelle opere e infrastrutture che risultano necessarie a garantire lo sviluppo di un territorio dal punto di vista turistico. Cominciamo ad efficientare porto e aeroporto con politiche di sostegno volte all’abbassamento delle tariffe, miglioriamo la rete stradale e i collegamenti con le altre località turistiche, avviamo una seria e concreta opera di promozione fuori dal territorio pugliese e nazionale, tra qualche anno magari ne potremmo vedere i frutti. Andrea Lapomarda

Ho seguito i vari interventi ma sinceramente WWW.TBMAGAZINE.IT TB 15


LAVORO

D&R

DOMANDE&RISPOSTE “Ho la vaga impressione che le navi da crociera a Brindisi saranno come la visita del Papa: tutti lo abbiamo visto ma nessuno lo ha toccato”

È

l’amministratore delegato della Leucci Costruzioni, una delle più importanti realtà imprenditoriali del capoluogo. È succeduto a Ferrarese sulla poltrona di presidente di Confindustria. Non è il tipo che non vede l’ora di stare davanti alla telecamera, come il patròn, ma quando è chiamato a dire la sua non si risparmia. Con Ferrarese ha condiviso l’esperienza in Confindustria e quella del basket. È sposato, ha due figli (appassionati di pallacanestro, ovviamente) e un futuro già scritto, pur avendo finora lavorato dietro le quinte: sarà uno dei personaggi chiave del futuro di questo territorio. Basta ascoltarlo un’ora per capire che sarà così. Presidente, la crisi fa chiudere le aziende e qui siamo appesi alle convenzioni Enel. Direi che qui siamo appesi a problemi e argomenti che compaiono, poi scompaiono, poi dopo qualche anno ricompaiono. È così per la convenzione con l’Enel, per le bonifiche, per l’inquinamento. Se vogliamo buttarla sull’ironico, è stato così anche per il teatro, inaugurato due volte. A Brindisi tutto ritorna. E spesso senza soluzioni. Su questo non ci sono dubbi. Non vedo capacità di soluzione dei singoli problemi, e dunque parliamo sempre delle stesse cose. Ma le pare normale che una azienda deve attendere 10 anni prima di sapere se può investire a Brindisi oppure se deve andarsene? Mi creda, io a volte mi sento un verme. Siamo impotenti di fronte allo sconcerto di non sapere mai cosa è giusto fare e cosa non è giusto. Qui ognuno la pensa a suo modo, e fin

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MARINÒ

“PARLIAMO DEGLI STESSI PROBLEMI DA 10 ANNI”

«Va bene la concertazione - dice il presidente di Confindustria - ma ora basta con le demonizzazioni e le marce. Iniziamo a trovare soluzioni. E a dare certezze e incentivi a quanti vogliono investire» qui va bene, ma non si giunge mai ad una logica condivisa, ad un accordo sulle cose e sulla strada da intraprendere. Non è che questi problemi esistono solo a Brindisi... Ma qui sono più acuiti. Se al Nord servono 450 giorni per realizzare un’opera pubblica, qui ce ne vogliono 900. Con queste tempistiche, cosa lasceremo ai nostri figli? Qui sembra che siamo bravi solo a demonizzare ogni cosa... Facciamo le marce su tutto: il carbone, il rigassificatore, mai contro quelli che non consentono di risolvere i problemi... E chi sarebbero?

La classe politica, mi pare evidente. In questi 10 anni non si è sbloccato alcun problema. Parliamo della zona industriale? Abbiamo bisogno di aree libere, ma il problema delle bonifiche blocca tutto e tutti. Le aziende non aspettano, vanno ad investire in altre parti del mondo. Qui non siamo attrattivi. Non possiamo realizzare nulla. Abbiamo il Sin, il Pai, la zonizzazione acustica: una quantità enorme di vincoli. Ecco, su quelli non ci facciamo mancare nulla. Proponga qualche soluzione. Intanto dovremmo guardare i problemi dalla giusta angolazione. Si fa un gran

discutere del carbone e del Co2. Beh, l’Italia ne produce ogni anno 553 milioni di tonnellate (contro gli oltre 6 miliardi di Cina e Stati Uniti). Riducendo il carbone bruciato a Cerano, avremmo una riduzione da 12 milioni a 8 milioni di tonnellate di Co2 immesse in atmosfera. Non mi sembra poco. Ma è solo lo 0,0013% rispetto all’intero paese. Praticamente stiamo parlando del nulla. Allora teniamoci tutto. Non dico questo. Anche a me sta a cuore il futuro della città e dei miei figli. Dico solo che da una parte dobbiamo migliorare il sistema industriale: per capirci, l’Enel deve coprire il cabonile e sbloccare le opere di ambientalizzazione a prescindere dalla firma della convenzione. Detto questo, dobbiamo anche pensare alla sopravvivenza del nostro sistema industriale. Dobbiamo recuperare il ruolo industriale del porto, senza traslaciare lo sviluppo turistico. Anche se pure su quest’argomento ho qualche timore... Del tipo? Mi riferisco alle navi da crociera che, grazie agli sforzi del presidente dell’Autorità portuale Giuseppe Giurgola stanno per arrivare in città. Un ottimo risultato. Ma poi penso che sui corsi non c’è nemmeno un negozio che vende gadget e cartoline. Magari i crocieristi troveranno chiusi perfino i bar. Oppure la nostra città neanche la vedranno, perché andranno altrove. Ecco, ho la vaga impressione che le crociere saranno come il viaggio del Papa: lo abbiamo visto tutti, ma nessuno lo ha toccato. Il segretario della Cisl, De Pascalis, punta sulla concertazione. Credo anch’io nella concertazione, ma qui parliamo da anni degli stessi problemi e non ne risolviamo uno. Per carità, sediamoci tutti attorno ad un tavolo, ma iniziamo a dare risposte, senza demonizzare nulla e nessuno. Perché altrimenti, superata la Lng, firmate le convenzioni e risolto il problema delle bonifiche, ci ritroveremo ancora a non avere un progetto di sviluppo per questa città. Come si torna ad essere attrattivi, se mai lo siamo stati? Intanto dandosi regole certe e tempi ben definiti: chi vuole investire qui non deve aver paura di ricorsi e controricorsi. E poi servono delle logiche di incentivazione: perché se vado in Marocco non mi fanno pagare le tasse per i primi cinque anni, mentre se vengo qui devo pagare oneri per l’inquinamento che qualcuno ha causato prima di me? Sempre che li abbia causati davvero.


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Committente elettorale Pasquale Galasso


ELEZIONI REGIONALI

Avvocato e una consolidata carriera politica che l’ha portato ad essere vicepresidente della Provincia e vicecoordinatore provinciale vicario del Pdl. Ora tra gli obiettivi di Maurizio Friolo c’è il ruolo di consigliere regionale. Perché? “Penso di poter offrire il mio contributo di idee e concretezza per porre rimedio al quasi nulla che ha caratterizzato il governo regionale negli ultimi 5 anni. Tra l’altro quel poco che in parte è stato realizzato risulta del tutto sbagliato. Inoltre, non si è tenuto conto, neppure in modo marginale, delle esigenze dei cittadini brindisini.” L’accusa va documentata, altrimenti tutto si riduce ai soliti slogan elettorali. “Di esempi potrei elencarne troppi: mi limito a segnalare il caso Ba.c.o. Nel 2008 sono state raccolte 27mila firme in provincia di Brindisi per chiedere a Vendola e al suo assessore alla Sanità che fosse realizzato nell’ospedale “Perrino” di Brindisi una criobanca per la conservazione di cellule staminali da cordone ombelicale. Noi abbiamo a Brindisi professionalità e parte delle attrezzature necessarie a creare questa banca per la raccolta e la donazione delle cellule staminali contenute nel cordone ombelicale e per farle utilizzare nei trapianti di pazienti affetti da gravi forme tumorali. Se neppure una così massiccia petizione popolare è riuscita a sortire il giusto riconoscimento dei propri diritti che speranza c’è per i tanti altri problemi in attesa di soluzione? Ventisettemila brindisini sanno già di essere stati presi in giro da Vendola”. Passiamo al suo partito. Perché si è dimesso da vice coordinatore provinciale del Pdl? “È una decisione che scaturisce da un ragionamento che pone alla base la correttezza dei comportamenti e il rispetto per le persone e la politica. Quando il partito mi ha incaricato di concorrere in queste elezioni regionali ho ritenuto doveroso accettare rinunciando a posizioni di vantaggio rispetto ad altri candidati”. Lei è stato più volte in contrasto con l’Enel in merito al confronto per la stesura delle nuove convenzioni tanto da ricevere una loro replica ufficiale. In questo modo ritiene di avere più amici o nemici? “Io sono abituato a dire ciò che penso e i miei amici sono i cittadini non certo l’Enel. Non si deve dimenticare neppure per un istante che in questa vicenda l’Enel rappresenta la controparte e che i partiti e le Istituzioni devono fare esclusivamente gli interessi dei cittadini. Si può tifare Enel solo al Pubblicità elettorale: committente Michele Labruzzo 18 TB MARZO 2010

palazzetto”. Contro l’Enel ha fatto il guerriero anche prima di queste convenzioni, ad esempio quando la Provincia era presieduta dal notaio Michele Errico. “Certo, e non avrei potuto fare altrimenti. Non potevo tacere che Enel e Provincia, con la benedizione della Regione, stessero concordando di fare bruciare il Cdr (combustibile da rifiuto), cioè spazzatura di qualità, nella centrale di Cerano. Quell’impianto non è un termovalorizzatore e non è tecnologicamente predisposto a questa funzione. La diossina e altri fumi inquinanti, peggiori addirittura di quelli prodotti dal carbone, dove sarebbero andati? Nei polmoni e sui terreni dei brindisini ed in particolare delle popolazioni di Brindisi, Cellino, San Pietro, Torchiarolo. Quella battaglia è stata vinta e io sono orgoglioso di averla avviata e contribuito alla indispensabile soluzione”. Anche lei è per la politica del “no”? “Esattamente il contrario: io sono per la politica del “si” e ritengo che invece la Regione in questi 5 anni si sia dimenticata del tutto di Brindisi e degli aiuti da destinare a questo territorio per favorire nuovi investimenti produttivi. Siamo stati abbandonati a noi stessi perché Vendola ha ritenuto di privilegiare il suo elettorato barese. La Puglia non è solo Bari. Vendola dovrebbe sapere che le micro e piccole imprese rappresentano il 98% del tessuto produttivo. È lì che si devono indirizzare gli aiuti se si vogliono creare nuovi posti per i giovani. Vendola è stato capace solo di aumentare le tasse: dall’Irap ai 25 centesimi per la benzina. L’assurdo è che ciò non ha migliorato neppure il bilancio regionale perché con le tasse sono aumentati, purtroppo, anche gli sprechi. Non resta che cambiare governo”. Sprechi generalizzati o vi sono stati settori peggiori di altri? “Il dipartimento della Funzione pubblica ha accertato che nel 2008 le consulenze della Regione Puglia sono aumentate del 52% rispetto all’anno precedente. Consulenze e collaborazioni pagate a peso d’oro con i soldi pubblici e che sono andati, pertanto, esattamente dalla parte opposta rispetto alla costruzione del cosiddetto buon governo che invece Vendola continua ad affermare per necessità propagandistiche. Non c’è stato un solo settore che si sia salvato dalle mani spendaccione di Vendola. Un bel guaio perché con quelle risorse avremmo potuto creare nuovi posti per i giovani. L’aggravante è che ora la Regione è in deficit a tal punto che è

costretta a vendere il suo patrimonio”. Concretamente, quando afferma che la Regione sta vendendo il suo patrimonio, cosa intende dire? “In provincia di Brindisi, ad esempio, la Regione vuole vendere i terreni dove alcuni mesi addietro era stata prevista la costruzione del cosiddetto “Ospedale del Nord” a servizio, in particolare, delle comunità di Cisternino, Ostuni, Fasano, Ceglie Messapica. È la conferma di una gestione schizofrenica: Vendola ieri annunciava il progetto e lo utilizzava per la macchina della propaganda del centrosinistra ed oggi lo vanifica irrimediabilmente con la vendita del suolo edificatorio. C’è la volontà di vendere anche il bel parco di Carovigno e l’elenco può continuare sia per Brindisi che per le altre province. E così si persegue l’interesse pubblico?”. Eppure la Sanità è il cavallo che ha fatto vincere Vendola nelle passate elezioni… “E che adesso lo farà perdere. Le liste d’attesa e i ticket ci sono ancora nonostante le sue promesse. Io credo che si possa fare molto in Sanità per aiutare i cittadini, anche a costo zero. Pensi ai pazienti ricoverati in ospedale. Le sembra ragionevolmente umano cenare alle 17? Perché l’ingresso dei visitatori è limitato ad orari difficilmente conciliabili con il lavoro e l’organizzazione della famiglia? Se si vuole umanizzare la sanità significa ragionare davvero seriamente anche su questi problemi”. Provi a sintetizzare il suo programma in poche frasi. “Chi intende sapere come la penso sui tanti problemi della provincia di Brindisi e del governo Vendola vada a leggere i contenuti del mio sito web www.mauriziofriolo.it. Con i cittadini voglio confrontarmi. Possiamo farlo su facebook o di persona. La sintesi che mi chiede potrebbe essere questa: i giovani, con la loro creatività ed energia, sono il motore per riattivare i servizi pubblici e rilanciare l’economia. L’agricoltura, nella nostra provincia, deve ritornare ad essere fonte di ricchezza e non di sofferenza. Quando ho avuto responsabilità in questo settore, attenzioni e soluzioni sono state costanti. La sanità è la grande sfida da vincere: ridurre le liste d’attesa e ridare fiducia ai cittadini, delusi dalla mancata esenzione dei ticket. Lavoro per i giovani, agricoltura redditizia, sanità efficiente, solo così possiamo far ripartire la nostra regione e dare benessere alla nostra gente. Il raggiungimento di questi obiettivi richiede impegno: del mio, potete essere certi che sarà speso per tutti i cittadini della provincia di Brindisi”.


LAVORO

D&R

C

orrado De Pascalis è l’antitesi del sindacalista vecchia maniera, quello tutto scioperi e cortei. Già a prima vista conferma piuttosto l’impressione di essere quasi un sindacalista-aziendalista, di quelli che tutelano i lavoratori ma ha ben presente che senza le aziende gli stessi lavoratori rimarrebbero a casa. Per questo, e per il suo carattere moderato, conserva ottimi rapporti con tutte le parti istituzionali e con i rappresentanti delle imprese. De Pascalis, le ditte chiudono e gli operai finiscono in mezzo alla strada. Ma la crisi non era superata? Chi diceva questo o mentiva o non era ben informato. Il 2010 sarà l’anno della cirsi vera, qui in Italia. E questi sono giorni nerissimi. La nostra è una economia di carta che sta crollando. E l’economia brindisina è ancora più debole. Lo è dall’inizio degli anni ‘70, da quando abbiamo abbandonato l’agricoltura per i grandi insediamenti industriali. Al Centro-Nord hanno saputo dare un volto moderno a quelle produzioni, ed oggi hanno aziende che sono fiori all’occhiello e non soffrono la crisi così come la soffriamo qui. Anche qui abbiamo aziende vinicole e agroalimentari che vanno bene. Ma sono pochissime e soprattutto troppo piccole. Qui abbiamo preferito le cattedrali nel deserto, e quindi gli appalti. E così oggi Brindisi è una città di pubblici dipendenti. Visto che quelle cattedrali e quegli appalti sono svaniti nel nulla. Eppure si parla sempre di Petrolchimico e di Enel Nel Petrolchimico alla fine degli anni ‘70 c’erano circa 7000 lavoratori, oggi sono 1800 e tendono a diminuire ancora. A Cerano lavoravano 3000 operai, poi la centrale ha generato 1500 lavoratori socialmente utili (e per fortuna che l’allora sindaco Antonino si inventò la Multiservizi e i piani di impresa). L’Agusta aveva 1500 dipendenti. Oggi sono 500. Però abbiamo il Polo dell’aeronautica. Ma le piccole e medie imprese sorte intorno all’Agusta non sono manifatturiere. Non producono prodotti in grado di stare sul mercato. Sono appaltatrici o aziende che eseguono manutenzioni per l’Agusta. E dunque sono esposte alla crisi. E le banche chiudono i rubinetti. Anche questo è il risultato delle scelte del passato: sono scomparse le banche popolari. Quelle che abbiamo non sono nate qui e non hanno forti legami con il territorio. Le teste pensanti di questi istituti di credito son nel Centro-Nord, e

DOMANDE&RISPOSTE “In questo mare di lacrime ci tocca gioire per le disgrazie altrui: i circa 300 lavoratori brindisini della Basell sono salvi, perché l’azienda chiuderà l’impianto di Terni”

DE PASCALIS “IL 2010 SARÁ L’ANNO NERO DELLA CRISI”

Il segretario della Cisl: «Da 24 mesi facciamo solo accordi per cassa integrazione e mobilità. Mai una firma per nuove assunzioni. Anche la Sfir sarà una goccia in mezzo al mare. Si torni alla concertazione» non ci guardano certo di buon occhio. Insomma la vede nera? Le prospettive sono preoccupanti, inutile nasconderlo. Da 2 anni facciamo solo accordi per cassa integrazione e mobilità. Nessun accordo per nuovi posti di lavoro. C’è la Sfir... Una goccia in mezzo al mare. Pensi che negli ultimi giorni abbiamo avuto, in sole 24 ore: 50 cassintegrati dalla Salver, 50 operai in mobilità dalla Gse, 43 licenziati dalla Exxon Mobil. E si tratta di aziende vere, realtà importanti, non piccole aziende.

Come se ne esce? Io spero che si torni alla concertazione tra le parti sociali. Vedo che Ferrarese si sta sforzando nel riprenderla, ma non noto grande entusiasmo intorno a questa cosa. Forse perché qualche soggetto istituzionale non ci crede più. Ci tocca sperare nelle convenzioni. Sicuramente lì ci sono 300 milioni pronti per essere investiti. Ma l’Enel ci gioca e prende tempo, come farebbe qualsiasi altra azienda. Il tavolo delle trattative, se tutto va bene, si riaprirà a maggio, dopo l’insediamento della nuova giunta regionale. Se ci sarà un cambio di pre-

sidente bisognerà riprendere il discorso dall’inizio, poi arriverà l’estate e si tornerà a parlare a settembre. Nel frattempo le aziende saltano, i lavoratori perdono il posto. E la situazione peggiora. Nemmeno una bella notizia? In questo mare di lacrime ci tocca gioire delle disgrazie altrui. La Basell ha comunicato che lo stabilimento di Brindisi è salvo: 300 dipendenti conserveranno il posto di lavoro. Ma tutto questo solo perché lo perderanno i loro colleghi di Terni. Marinò, presidente di Confindustria, sostiene che manca un progetto di sviluppo? Come dargli torto. Certo che manca una linea politica di sviluppo industriale, ma la cosa parte a livello nazionale. Non sappiamo se dobbiamo puntare sulla chimica, sull’energia, sull’aeronautica. Ognuno va dove vuole. Non c’è una cabina di regia. In quest’ottica si inserisce anche il rigassificatore. Manca una linea strategica complessiva. Qual è la vostra ricetta anticrisi? Intanto la concertazione. Poi idee chiare su quello che si vuole fare di questo territorio. Io spingo per il ritorno alle nostre vocazioni, all’agroalimentare. Puntiamo sui nostri vini, che sono vincenti, ma diamo alle piccole aziende esistenti delle logiche industriali. E proprio per dare una mano a questo settore io riprenderei il discorso interporto: la velocità di arrivo delle emerci sui mercati è un fattore strategico. Ma qui di interporto nessuno parla più. Eppure, collegandolo al sistema agroalimentare, e alla catena del freddo del rigassificatore...

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ELEZIONI REGIONALI

CIRACÍ ENERGIA NUOVA NEL PDL

È il candidato più giovane del partito e non è un uomo di apparato. «Per ma la politica è sudore, ma purtroppo non ho avuto molti compagni di viaggio». La Fondazione per l’Università a Brindisi, i Trasporti e la Pinacoteca Regionale tra i suoi obiettivi Nicola Ciracì, 40 anni, di Ceglie Messapica, consigliere provinciale e capogruppo Pdl, si candida al Consiglio Regionale con il Pdl a sostegno di Rocco Palese. Perché? Credo di avere con il candidato presidente una qualità in comune. Quella di aver fatto il capogruppo di opposizione del centrodestra, impegnandomi, come lui, nel mio ruolo, presentando interpellanze e mozioni, come si faceva un tempo, e denunciando episodi di Pubblicità elettorale: committente Angelo Palmisano

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malgoverno. E devo dire che purtroppo in questo percorso non ho trovato molti compagni di viaggio. Forse qualcuno dimentica che la politica è sudore. Chi la sponsorizza tra i colonnelli Pdl? Nessuno. Non sono un uomo di apparato. E sono il più giovane tra i candidati del mio partito. Ecco perché ho scelto lo slogan “Energia Nuova”. È quello che intendo portare a Bari. Tre argomenti che le stanno a cuore e dei quali si occuperebbe se eletto. Il primo è senza dubbio l’istituzione di una Fondazione per l’Università a Brindisi, cosa di cui i nostri amministratori non parlano più. Poi voglio interessarmi di trasporti: il Piano regionale dei Trasporti approvato dalla giunta Vendola prevede stanziamenti ridicoli per la nostra provincia. Senza fondi non possiamo sostenere la crescita del nostro aeroporto e del porto. Le navi container cinesi continueranno ad ormeggiare a Taranto ed i voli più importanti rimarranno a Bari. Terzo argomento? Proporrò la nascita di una Pinacoteca regionale a Brindisi. La Regione Puglia non ha una vera sede di rappresentanza ed istituzionale nella nostra provincia, e siccome Brindisi ha l’ambizione di diventare centro di attrazione turistica, potrebbe esserne la sede ideale.


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ELEZIONI REGIONALI

BRIGANTE

CON VENDOLA, PER DARE VOCE A CHI NON CE L’HA L’ex presidente della Camera di commercio è il capolista della lista del presidente uscente della Regione: «Voglio andare a Bari per sostenere il rilancio di questa provincia, non con gli slolgan, ma con i fatti» Giovanni Brigante di nuovo candidato, questa volta non più con il PD, ma sempre nel centrosinistra, nella lista Vendola, a sostegno del presidente uscente della Regione Puglia. Perché? Perché i risultati dei suoi cinque anni di governo sono sotto gli occhi di tutti. Credo che i pugliesi non possano avere dubbi sulla bontà dell’operato di Vendola. Lei in cosa spera? Spero che i consiglieri regionali brindisini che saranno eletti si preoccuperanno davvero dei problemi del loro territorio, piuttosto che di problemi personali. Non è anche un problema di selezione dei candidati alla base di questo fenomeno? Ovviamente. Ecco perché, da elettore, avrei più fiducia in quanti hanno un’arte o una professione. Insomma in quelli che nella vita hanno saputo fare o creare qualcosa, piuttosto che in quelli che sono stati costruiti in provetta, oppure in quanti ormai sono dei professionisti della politica. Chi nella vita ha saputo realizzarsi, ha un’autonomia e un’autorevolezza di livello sicuramente superiore. E questa è una garanzia per i

Pubblicità elettorale: committente il candidato 22 TB MARZO 2010

cittadini. Qual è a suo parere l’emergenza che la politica oggi deve affrontare? Il problema occupazionale richiede un impegno serio, urgente e totale. Ma parlo di un impegno vero, non

fatto con gli slogan ma con i fatti. Per esempio da dove si potrebbe inziare? Dalla firma immediata delle convenzioni con l’Enel e le altre aziende energetiche: in questo modo si sbloccherebbero i 300 milioni di investimenti che Enel deve fare per l’ambientalizzazione dei suoi impianti. E poi ci sarebbero finalmente regole certe e paletti da far rispettare. Investimenti, lavoro ed anche tutela dell’ambiente e della salute dei brindisini. E poi? E poi ci vorrà uno sforzo straordinario e sinergico tra Regione, Provincia e Comune di Brindisi per attivarsi nel settore turistico. Anche qui penso ad un piano straordinario di interventi ed investimenti che possa veramente trasformare questa città e questa provincia in una destinazione turistica. In uno dei suoi recenti discorsi ha parlato del problema dell’esagerata presenza di impianti eolici e fotovoltaici. Va bene sviluppare le fonti alternative per la produzione di energia, ma quello che sta accadendo è un po’ troppo. Vediamo sparire uliveti, vigneti e campi un tempo coltivati, per far spazio a torri eoliche e pannelli fotovoltaici. Questo è un problema serio. Stiamo togliendo ossigeno e spazio alla nostra economia migliore. E nello stesso tempo, senza diminuire il consumo di carbone, deturpiamo l’ambiente. Il presidente di Confindustria, Marinò, dice che a Brindisi non si può investire. Il problema delle caratterizzazioni e delle bonifiche va affrontato e risolto una volta per tutte. È la chiave che apre le porte a nuovi investimenti. E se i terreni su cui c’era l’Enichem fossero bonificati, potrebbero ospitare il rigassificatore e le aziende che vorranno sfruttare la catena del freddo. Una localizzazione sicuramente migliore rispetto a Capo Bianco. Per fortuna c’è l’aeroporto che continua a macinare record. Un incremento incredibile. Spero che la stessa cosa possa accadere presto con il porto, ma non grazie al carbone, bensì ai traffici turistici e commerciali. Chi vuole rappresentare a Bari? Innanzitutto i cittadini senza voce. Lo farò attraverso la mia persona e l’associazione Sviluppo e Lavoro. Vogliamo e dobbiamo essere protagonisti sul territorio.


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24 TB MARZO 2010


ELEZIONI REGIONALI

ROMANO CINQUE ANNI DI “FATTI” Bilancio di fine legislatura per il consigliere regionale del PD: «Con la rete della domiciliazione della cura, la rete consultoriale e altre importanti novità, la Sanità è più vicina ai bisogni della gente».

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iuseppe Romano è uno dei consiglieri regionali che ha tramutato le parole pronunciate al momento della candidatura in fatti concreti e peraltro a beneficio del suo territorio. Ha fatto parte della Commissione Sanità e della Commissione Affari generali, ma in realtà ha operato a 360 gradi, cercando di fornire risposte ai bisogni della gente. Ma è la sanità il settore dove i risultati sono ancora più evidenti. “La riforma sanitaria che il governo Fitto-Palese (nota come “riordino della rete ospedaliera”) approvò nel 2002, oltre che accorpare i reparti chirurgici - afferma Romano - accorpò anche i Distretti socio-sanitari riducendoli da sei a quattro e accorpando, ad esempio, San Pietro Vernotico a Mesagne. Una scelta assolutamente non condivisibile che ha determinato non poche conseguenze negative”. Il suo impegno in cosa si è concretizzato in questa direzione?

“Intanto ho spinto perché la popolazione di riferimento di ogni Distretto scendesse dai 105.000 abitanti del governo Fitto-Palese a 65.000 abitanti e quindi siamo tornati ai sei Distretti anche se, rispetto al passato, abbiamo definito un modello organizzativo del Distretto meno burocratico e più clinico e quindi più rispondente ai bisogni della gente. In questa ottica, pertanto, sono nate la direzione delle cure primarie ed intermedie, il coordinamento dei pediatri di libera scelta, la rete specialistica distrettuale, un nuovo modello della rete consultoriale, ma soprattutto la rete della domiciliazione della cura (assistenza domiciliare integrata, ossigeno terapia, ventilazione polmonare, riabilitazione, residenza sociosanitaria)”. Il suo è stato un impegno costante in questa direzione, anche perché modifiche sostanziali in questo settore sono sempre state difficili da attuare… “Lei ha perfettamente ragione. Le mie proposte spesso hanno richiesto un cambiamento di mentalità, ma alla fine i benefici per i cittadini saranno sin troppo evidenti e sono certo che in questo modo migliora sensibilmente anche la qualità della vita degli operatori sanitari. In ogni caso, lo sforzo maggiore è stato compiuto con il recentissimo varo del Piano di azione locale (PAL) del territorio brindisino che codifica tanti importanti cambiamenti radicali”. C’è il rischio che un governo diverso dal vostro possa far bloccare questo processo… “Esatto. Il pericolo è che le lancette dell’orologio della sanità pugliese tornino al 2002, con conseguenze gravissime per tutti. Ai cittadini la scelta sul da farsi. Noi abbiamo dimostrato cosa si può fare per il bene del nostro territorio…”.

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GIUSTIZIA

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a battaglia del comitato “No al Carbone” non si ferma, anzi, si sposta su livelli più alti. Nei giorni scorsi infatti i rappresentanti del gruppo hanno depositato un esposto alla Procura della Repubblica di Brindisi in cui si chiede di accertare le eventuali ricadute ambientali e sanitarie dovute a uno spropositato utilizzo del carbone movimentato all’interno delle aziende energetiche presenti sul territorio. All’esposto sono stati allegate oltre tremila firme di cittadini dell’intero territorio provinciale; e poi la rivista trimestrale n. 4 dell’Ordine dei Medici Brindisi, “Medica”; l’Atlante delle cause di morte della regione Puglia 2000-05; il Registro Tumori JonicoSalentino redatto dalle Asl di Brindisi, Taranto e Lecce; l’ordinanza sindacale n.18 del 28/06/2007 a firma del sindaco Domenico Mennitti, che vietava la coltivazione dei prodotti alimentari nei terreni limitrofi alla centrale Federico II; un documento dell’ex presidente della Provincia Michelle Errico sulla centrale termoelettrica di cerano (datato 9 luglio 2007) che documenta la grave situazione ambientale in cui versa il territorio; lo studio dell’Arpa sulle emissioni industriali in Puglia; un approfondimento dell’Oms, Centro ambiente e salute aree ad elevato rischio di crisi ambientale. «Questi documenti a nostro avviso esplorano le cause dell’inquinamento e le relative conseguenze per la salute», dicono all’unisono i ragazzi del gruppo No al Carbone: «Qualora si dovessero riscontrare comportamenti illeciti, dolosi o colposi che siano, nei confronti dell’ambiente, da parte di aziende ospiti sul territorio, pretenderemo che tutti i responsabili di questo disastro ne paghino le conseguenze». Probabilmente la procura, coordinato

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NO AL CARBONE VA IN PROCURA Il comitato presenta un esposto e un ricco dossier. L’obiettivo è quello di invitare i magistrati a verificare se l’inquinamento industriale è in qualche modo correlato all’aumento di tumori verificatosi sul territorio. Un nesso che l’Enel e le altre grandi aziende hanno sempre confutato. E che non è mai stato confermato da prove certe. Finora dal sostituto Marco Dinapoli, sarà costretta ad aprire un fascicolo contro ignoti per valutare tutta la documentazione ricevuta. «Intanto però - scrive il Comitato - ci limitiamo a constatare che l’inadeguatezza della classe politica, attuale e passata, ha fatto si che un gruppo di liberi cittadini dovesse

ricorrere alla magistratura per avere garanzie di salubrità ambientale, vista la poca volontà sin qui dimostrata, anche dopo una manifestazione che ha coinvolto migliaia di cittadini sotto la duplice idea di rispetto e salute. Ora più che mai è il momento di battere i pugni sul tavolo delle trattative e

pretendere in primo luogo serietà. Non si possono far passare degli investimenti di ambientalizzazione dovuti da diverso tempo come gentili concessioni, o credere che sarà una manciata di carbone in meno a diminuire le malattie, mortali e non, che ad esso sono collegate».


ELEZIONI REGIONALI

“Abbiamo scongelato la puglia”

NICHI VENDOLA Presidente, iniziamo dalla più scontata delle domande: perchè i brindisini dovrebbero votarla di nuovo? Perché abbiamo operato bene. Abbiamo scongelato la Puglia da un lunga ibernazione della vita civile, culturale ed economica. Perché, non dimentichiamolo, questo è quanto avevamo ereditato da dieci anni di governo della destra. La soddisfazione più grande che ha avuto in questi cinque anni? Vedere la Puglia varcare i confini nazionali. Prima eravamo un pezzo di periferia in abbandono, oggi siamo una grande e meravigliosa regione rinomata in tutto il mondo. Abbiamo iniziato ad esportare la buona immagine della Puglia, facendola diventare un marchio di qualità. Altri risultati nel bilancio consuntivo di questa legislatura? Più attenzione alle politiche giovanili. Azioni in favore della ecosostenibilità e delle energie rinnovabili (siamo i primi in Italia, non stancherò mai di dirlo). Ma anche la riorganizzazione della protezione civile, la lotta al caporalato e alle mafie, gli investi-

menti per la riqualificazione delle periferie, la ricostruzione di una rete dei servizi sociali. Mi creda, di lavoro ne è stato fatto tantissimo, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. C’è invece qualcosa che non è stato fatto o non ha avuto il tempo o il modo di portare a termine. Guardi, quello che abbiamo avviato è un cammino e un processo di cambiamento che va consolidato. Si pensi alla Sanità: abbiamo trovato ospedali senza la messa a norma e con macchinari da museo archeologico. Oggi possiamo dire di aver fatto un salto dal medioevo alla modernità. Del resto, guardate l’ospedale Perrino di Brindisi, tanto per soffermarci all’esempio che vi sta più vicino: è stata data una sede adeguata al servizio oncologico, è stato finalmente ampliato il pronto soccorso, e in diversi settori questa struttura è all’avanguardia. Abbiamo investito molto nei servizi socio-assistenziali. Insomma: un vero e proprio fiore all’occhiello. Ma il bello nel settore sanitario deve ancora avvenire: siamo alla vigilia di una svolta epocale... Ah sì, e quale sarebbe? L’avvento della sanità elettronica. Una novità che

taglierà tempi di attesa per visite, interventi, screening... Torniamo a Brindisi: le elezioni hanno sospeso le trattative per la firma della convenzione con l’Enel. La riprenderemo subito dopo il voto. Intanto abbiamo aperto il negoziato. Ma io sono abbastanza insoddisfatto della disponibilità finora dimostrata dall’Enel a risarcire la città. Devono restituire un pezzo di vita sottratta a Brindisi. Spero che capiscano che un segnale di maggiore disponibilità da parte loro è assolutamente necessario. Nella sua giuntà c’è un solo assessore brindisino. In effetti abbiamo avuto nell’esecutivo prima Saponaro e poi Amati. Ma non per questo non abbiamo prestato attenzione al vostro territorio. Anzi posso dirle, senza timore di essere smentito, che abbiamo voluto bene a Brindisi. Più delle persone in giunta contano i fatti, conta il nostro impegno. E mi fa questa domanda proprio nel giorno in cui sono a Brindisi per “inaugurare” i nuovi autobus a metano della Stp. Questi sono i segnali importanti. State tranquilli: Brindisi continuerà a contare nella nostra Regione.

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CITTÁ D’ACQUA

DUE PROGETTI DISCUTIBILI L’Autorità portuale vara un programma di interventi di riqualificazione. Fin qui tutto bene. Ma sul terminal crociere al Castello di Mare e sui lavori alla ex stazione marittima, secondo Domenico Saponaro, qualche dubbio ci sarebbe...

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l porto di Brindisi sta per essere sottoposto a un’ampia e incisiva operazione di restyling: un articolato e cospicuo (anche in termini economici) programma di interventi di riqualificazione che da qui ai prossimi due-tre anni andrà a (ri) toccare in maniera forte, e in alcuni casi sostanziale, praticamente tutti i punti cruciali del bacino portuale brindisino. Stando ai recenti annunci di Giuseppe Giurgola, presidente dell’Autorità portuale, interi moli e banchine, attracchi industriali, commerciali e approdi turistici saranno oggetto di ristrutturazione, ampliamento, riconversione, rifunzionalizzazione… ne saranno persino realizzati di nuovi. L’area demaniale antistante il Villaggio Pescatori sarà da subito (inizio lavori entro questo mese) oggetto di “risanamento ambientale e paesaggistico e relativa ristrutturazione straordinaria”. Sul piazzale Sant’Apollinare sorgerà l’area “Fiera del Salento” che interesserà anche il capannone ex-Montecatini, pregevolissimo esempio di archeologia industriale, da poco restaurato, peraltro in modo alquanto discutibile. Sin qui, passi; per il bene della città e per la ripresa dell’economia. A condizione che tutto ciò vada a integrarsi e a interagire con la tanto attesa riqua-

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lificazione del fronte del porto, dei parchi del Cillarese e del Tommaseo, con la dismissione delle servitù militari (leggasi: smilitarizzazione del Castello Svevo), e con le altre previste opere di rigenerazione urbana. Ma tra quelle che qualcuno ha definito le “dodici fatiche” che, quasi fosse un novello Ercole, l’Autorità Portuale si accinge ad affrontare, due sono davvero inaccettabili: il connubio innaturale tra il Castello Alfonsino e l’approdo crocieristico (un vero ossimoro) e il maquillage della stazione marittima. Del futuro del Castello Alfonsino si discute tanto (e da tanto). Due le tesi contrapposte. La prima è quella di chi si riempie la bocca parlando di un impiego diciamo “turistico” dello splendido monumento: facciamone una “struttura ricettiva” (…sarebbe?), o meglio un polo congressuale, anzi no, un casinò; però - rincara da par suo il presidente dell’Authority - è meglio se vi si può arrivare anche con una nave da crociera di ultima generazione lunga trecentotrenta metri (sic) e poi, incalza, “devono essere creati collegamenti con l’aeroporto” (che avrà voluto dire?). Di tutt’altro tenore gli auspici di chi - Italia Nostra in primis, con i suoi vertici nazionali - si preoccupa invece di preservare il bene, innanzitutto con la

pressante richiesta di apposizione di un vincolo di tutela indiretta, ovvero con la creazione di un’ampia zona di rispetto che lo metta al riparo da opere che ne ostruiscano la vista o ne offuschino il risalto e dunque la valenza architettonica nonché storico-artistica. Da questo versante, sul piano della sua destinazione d’uso, non mancano le idee tese a favorirne la pubblica fruizione non senza valorizzare le qualità che rendono il monumento eccellente espressione del nostro patrimonio storico: un unicum per la sua maestosità ma soprattutto per la singolare collocazione paesaggistica. Senza appiattirsi su modalità legate alla cultura tout-court (si sarebbe immediatamente tacciati di spocchia intellettualistica o di mancanza di senso pratico) le soluzioni andrebbero ricercate in un impiego polifunzionale del grande complesso monumentale: polo museale, sì, ma anche auditorium; sede universitaria legata alla storia della navigazione e alle scienze marinare, ma anche spazio espositivo, aggregativo/ricreativo, ambiente multimediale, agorà per concerti e conferenze. Una cosa non escluderebbe l’altra. Con collegamenti continui con la città, quasi esclusivamente via mare, naturalmente, e tenendo a debita distanza navi traghetto o da crociera.

Non si parla quasi per niente, viceversa, del progetto di “riqualificazione e riconversione” della vecchia cara stazione marittima, cosa di una gravità inaudita che, nondimeno, sta passando sotto silenzio. Innanzitutto non dimentichiamo che l’edificio riveste particolare rilevanza storico-architettonica, trattandosi di un significativo esempio di razionalismo italiano, opera dell’architetto Gaetano Rapisardi, che vanta un’indiscutibile fortuna critica e bibliografica. Peraltro, è un bene pubblico realizzato negli anni ’30 del secolo scorso, quindi soggetto ope legis a vincolo ministeriale; inoltre, ai sensi del D. Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 (“Codice Urbani”), l’immobile presenta un chiaro interesse storico e artistico, pertanto è oggetto di assoluta tutela. Ciò basterebbe a far sì che non si possa affatto porre mano a un qualsiasi intervento di recupero che riguardi l’edificio che non tenga conto del suo valore. E, quindi, che ogni intervento di restauro debba essere improntato a correttezza filologica (rispetto delle proporzioni e delle forme, dell’articolazione degli spazi e della loro destinazione, dei materiali impiegati, etc.) e, ancora, che tale approccio non possa prescindere dallo studio del progetto originale, la cui alterazione comprometterebbe l’inconfutabile valenza architettonica della stazione marittima. Non è bastato, però, a chi pensa di poter disporre quasi incondizionatamente di un bene (di appartenenza pubblica, sia detto per inciso) che costituisce una pregevole espressione dell’architettura italiana del Ventennio, un’importante testimonianza storica, e che, in quanto tale, va assolutamente preservato da rimaneggiamenti che - stando al progetto che l’Autorità Portuale vorrebbe attuare - ne altererebbero in modo grave ed evidente l’estetica snaturandone l’aspetto originario. La stazione marittima di Brindisi necessita certamente di un restauro e attende da tempo la restituzione a una piena funzionalità, sperabilmente legata alle finalità per cui fu a suo tempo concepita e magistralmente progettata. Ma, per cortesia, ci si astenga da ogni atto che contrasti con l’idea di tutelarla e valorizzarla (sembrerà ovvio o superfluo, ma è il caso di ribadirlo) e che sia soprattutto contrario a ogni logica dettata da un minimo di buon senso. Può sembrare strano a qualcuno, ma muovendo anche da questo, si potrà conseguire il tanto agognato rilancio economico, sociale e culturale del porto e della città. Domenico Saponaro


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PERSONE

ALTRE STORIE di Tiziana Piliego

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uando la passione va oltre e si trasforma in professione conservando l’essenza iniziale. Qualcosa che si ama e che gratifica ogni giorno chi la pratica. Questa è la storia di Luigi D’Elia, 33enne brindisino che ha coltivato per anni il suo amore per la natura e per l’arte, fino a farlo diventare il suo mestiere. Di più, Luigi mette a disposizione degli altri la sua passione e porta avanti con dedizione, progetti nuovi e coraggiosi. La sua avventura inizia molti anni fa con il gruppo volontari del Wwf di Brindisi, presso quella che ora è diventata la riserva Marina di Torre Guaceto. «All’epoca - racconta si facevano i campi estivi per ragazzi di tutta Italia e la mia attività si svolgeva essenzialmente lì, da volontario come capo-campo». Da dieci anni D’Elia fa parte della cooperativa Thalassia, una bella realtà che in pochi ancora conoscono, nata come scommessa per supportare la Riserva di Torre Guaceto. Una scommessa vincente, a quanto pare, che porta avanti progetti di educazione ambientale, ecoturismo, teatro ambientale, eventi legati alla natura. Luigi in particolare realizza progetti di educazione ambientale nelle scuole, tutti con obiettivi diversi, di conoscenza del territorio e di educazione nel senso vero della parola. “Molti di questi progetti - ci spiega - hanno proprio l’obiettivo di cambiare lo stile di vita e l’approccio alle problematiche a sfondo ambientale”. Lo scorso anno, con il coinvolgimento delle scuole primarie di Brindisi e S. Pietro Vernotico, è stato realizzato l’orto didattico. Gli studenti hanno piantato, nella zona delle Saline, alcuni ortaggi, curandone la crescita e raccogliendo i frutti lo scorso mese di ottobre in occasione del “Raccolto di San Martino”. Una nuova sfida ora attende Luigi, ancora una volta i protagonisti saranno i ragazzi delle scuole. Il progetto questa volta si chiama “Piccole e grandi rivoluzioni”. Di cosa si tratta? «Il progetto è un’idea dell’Ato Br1, l’ente che dovrebbe occuparsi della gestione dei rifiuti in alcuni comuni della provincia. La scommessa è quella di dare ai bambini, fiducia nel cambiamento». Già, perché se le nuove leve della società sono più sensibili alle tematiche ambientali, i loro genitori, non sono sempre incoraggianti da questo punto di vista, anzi. «Capita, a volte, di incontrare bambini impregnati del pessimismo dei grandi e dei brindisini in particolare. Frasi del tipo “tanto differenziare non serve a niente se poi i rifiuti vanno tutti in una stessa discarica”, non è purtroppo difficile sentirle pronunciare nelle scuole». Si intuisce come questo sia un arduo compito, ma ai bambini basta poco per cambiare. Ecco perché nel primo incontro, previsto dal progetto, saranno raccontate le storie di dieci grandi uomini che, partendo dal piccolo, hanno cambiato molto. Ecco allora le storie di Ghandi o del pastore citato in un libro di Jean Giono, “L’uomo che piantava gli alberi”. Nell’ambito del progetto e traendo spunto proprio dalla storia del pastore di Jean Giono, si inserisce anche lo spettacolo di teatro ambientale “Storie d’amore e alberi”, realizzato ancora una volta da Luigi e dalla cooperativa Thalassia. «Il nostro sogno - ci confida

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SE L’AMORE PER LA NATURA DIVENTA UN LAVORO Luigi D’Elia e la cooperativa Thalassia sono impegnati in diversi progetti che coinvolgono le scuole e le aziende

- è quello un giorno di poter inserire l’educazione ambientale nei moduli di insegnamento delle scuole». Che Brindisi, dopo anni di apatia abbia riscoperto l’amore per l’ambiente, è sotto gli occhi di tutti e la conferma arriva proprio da questo intraprendente brindisino che per sua fortuna non deve faticare molto per far comprendere ai docenti, ai presidi e ai rappresentanti istituzionali, l’importanza del suo lavoro, una vera e propria missione confortata anche dai numeri. Uno dei settori che non risente della crisi economica in atto, è proprio quello legato alle tematiche ambientali. L’ecoturismo è in aumento, così come l’agricoltura biologica, i consumi etici. Addirittura si parla di crescita e nel campo del turismo, quello “verde” è l’unico in aumento. «Le ragioni sono diverse. C’è una maggiore presa di coscienza, un desiderio di tornare indietro, che poi tale non è perché è solo un progredire verso un modello di vita migliore». Nel corso di questo anno scolastico, la cooperativa Thalassia e Luigi in prima persona, saranno impegnati anche nella stagione teatrale per le scuole voluta dal Comune di Mesagne. Luigi D’Elia può dirsi soddisfatto del suo lavoro e le gra-

tificazioni vanno anche oltre confine. C’è in piedi anche un’importante collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e il Wwf Italia per il monitoraggio delle nuove linee guida dell’educazione ambientale del Ministero stesso. Alcuni progetti di Thalassia, servono al ministero per poter aggiornare le proprie linee guida in materia. Da due anni gli orizzonti di Thalassia si sono allargati abbracciando anche l’astronomia. Uno degli investimenti più riusciti della cooperativa, a detta del Presidente Antonio Fiume, è stato l’acquisto di un planetario mobile che l’anno scorso ha fatto tappa anche a Venezia nell’ambito della manifestazione “I mondi di Galileo”, alla quale hanno partecipato personaggi illustri e qualche premio Nobel. Insomma, ambiente, arte, astronomia, tutto ciò che è natura spinge Luigi e i suoi colleghi, a fare sempre di più e meglio. I presupposti ci sono tutti, la buona volontà, beh, quella non manca. In fondo, a Brindisi, qualcosa di buono ancora c’è e se un giovane 33enne ha deciso di rimanere qui, trasformando in professione la propria passione, forse c’è anche di più.


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SOLIDARIETÁ

E CUORE AMICO CENTRA L’ OBIETTIVO L’iniziativa di solidarietà di TeleRama quest’anno ha raccolto quasi 400mila euro. Serviranno per aiutare altri 39 bambini e ragazzi salentini

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na vera e propria festa quella che si è tenuta al Doubletree by Hilton Acaya Golf Resort Lecce per ritrovarsi tutti insieme: comitato promotore (Mixer Media, Banca Popolare Pugliese, Gruppo Aligros), comitato scientifico, comitato dei garanti (l’onorevole Giacinto Urso, dottor Alessandro Stasi, dottor Franco Stabili e il difensore civico del Comune di Lecce, il dottor Domenico Anglana), associazioni, istituzioni, imprese, forze dell’ordine, enti e famiglie per celebrare quest’edizione dei record. I dati, nel rispetto come sempre della più completa trasparenza, confermano il trend positivo di questa nona edizione, nettamente in crescita. È un successo che arriva sempre dal basso, da tutti i cittadini della provincia di Lecce e Brindisi che hanno immediatamente

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aderito e creduto nel progetto. L’importo raccolto nella nona edizione è di

391.985,92 euro per 39 bambini e ragazzi. Nel corso di nove edizioni del “Progetto

Salento Solidarietà”, l’Associazione “Cuoreamico Onlus” ha aiutato 418 bambini con una raccolta fondi di 3.202.908,19 euro e ha donato ben 96 auto attrezzate per il trasporto dei diversamente abili (di queste, 6 per la provincia di Lecce e 8 per la provincia di Brindisi, che saranno consegnate alle famiglie della nona edizione, nel periodo Pasquale). Nel corso della conferenza sono stati consegnati gli assegni alle famiglie beneficiarie e gli attestati a tutti coloro che hanno contribuito alla raccolta fondi. Una grande festa, dunque, una giornata per dire: “Grazie Salento”, grazie per essere riusciti nuovamente a scuotere gli animi, a scalfire l’indifferenza, ad abbattere il muro della vergogna, a vincere la diffidenza e a restituire un sorriso a questi bambini. Prossimo appuntamento: la domenica delle Palme in piazza Duomo a Brindisi il 27 Marzo e in piazza Duomo a Lecce il 28 Marzo per la consegna delle auto di questa nona edizione. Saranno presenti le principali autorità locali e i rappresentanti del gruppo Mixer Media (nella foto il presidente Paolo Pagliaro) e dell’emittente televisiva TeleRama, che a Brindisi confeziona l’ottimo tg coordinato da Lucia Portolano.


SCUOLA

INIZIATIVE

Gli studenti del Flacco in visita alla Regione Nell’ambito del progetto Cittadinanza e Costituzione Gli studenti dell’I.T.C. “M. L. Flacco” ancora una volta verificano e sperimentano gli apprendimenti scolastici. Questa volta in trasferta a Bari, nella sede del Consiglio Regionale per un incontro programmato nell’ambito del progetto di educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva, considerato anche l’introduzione del nuovo insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado con la legge n.169 del 30.10.2008 “Cittadinanza e Costituzione”. Gli alunni delle quinte classi, accompagnati dalle rispettive docenti di

diritto, hanno assistito alla trattazione di temi importanti, come il ruolo della Regione, l’organizzazione dei lavori in aula, i poteri del Consiglio regionale e quelli del suo Presidente, i compiti dei Consiglieri regionali e delle Commissioni, l’iter legislativo e le affinità con gli enti comunali e provinciali. Al termine dell’incontro i ragazzi, seduti tra i banchi consiliari, hanno simulato, dimostrando in ciò molto interesse, una seduta del Consiglio. Una iniziativa, questa, che ha voluto avvicinare i giovani alle istituzioni, passo essenziale verso l’educazione ad una cittadinanza attiva poiché, come dice Alexis Charles de Tocquaeville, “Quando il cittadino è passivo è la democrazia che si ammala!“.

VAMPIRI DI MATTINA

di Stefano La Monica

PROVVEDITORATO AGLI STU(PI)DI Non se la prenda a male il personale tutto del Provveditorato di Via Dalmazia 1, ma la battuta nel titolo l’avrei voluta fare contro il Ministero della Pubblica Istruzione, importantissimo Dicastero per il nostro Paese, eppure presieduto da una donna “esperta” in questo settore: Maria Stella Gelmini, non troppo popolare per la rivoluzionaria (secondo lei) Riforma del sistema scolastico. Suona strano che questa donna, residente al Nord, e laureatasi all’università di Brescia con 100/110, sia andata poi a sostenere l’esame per l’abilitazione all’albo degli avvocati presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, sede molto generosa con i propri esaminandi. Ma sparare su questa donna è come farlo sulla Croce Rossa, perché ci sono altri uomini a decidere per lei: il Ministro dell’Economia, per esempio, che deve averle detto: “I soldi sono pochi, fatteli bastare!”. Così anche lei deve aver fatto i salti mortali per arrivare a fine mese (sport molto attuale per tanti italiani) e poi, dopo aver apposto la propria firma sulla riforma (redatta da altri), è andata in tv a darne conto al pubblico, non facendo alcun accenno ai pochi soldi che aveva ha disposizione, bensì tessendo le lodi dell’illuminata Riforma e concludendo dicendo che tutti gli italiani dovrebbero ringraziarla. Io sono italiano, ma sono solo, e non mi piace essere messo in una collettività, inserito in un gruppo, diventare parte di una statistica, sapere che ogni mio parere articolato venga espresso da un’arida percentuale. Io odio sapere che ormai in Italia ci sono solo due gruppi contrapposti, e che, in maniera ovvia, devo necessariamente appartenere a uno o all’altro. Al Partito Democratico di un “esile” Bersani (alle cui spalle, la lunga ombra di D’Alema continua a far danni), insieme a quegli altri grigi figuri che vogliono combattere la Destra con la convinzione di un paranoico e con la statura morale di un usuraio. Oppure al Popolo della Libertà, coi suoi artisti mediatici che vanno in tv con in mano solo un centinaio di parole da ripetere come un loop: toghe rosse, giustizia ad orologeria, è un complotto, i giudici sono antropologicamente diversi e dovrebbero vergognarsi. Tutta questa gente dovrebbe capire che esistono persone rimaste fuori da questa contrapposizione di due forze soltanto, persone che seguono gli editoriali di Minzolini (direttore del TG1), ascoltano Vespa, leggono Feltri, Belpietro, Galli della Loggia, PG Battista, Mammolo, Pisolo e Dotto, sapendo che sono veri come una banconota da 15 euro. E di sicuro c’è anche chi non vuole credere ai vari Santoro, Annunziata, Luttazzi o Travaglio per il sospetto che le loro parole siano semplici opinioni di regime (ma i 1300 brindisini che hanno riempito il Teatro Impero e hanno ascoltato Marco Travaglio parlare per 3 ore con il rigore morale e la competenza assoluta come unici strumenti di comunicazione, mi hanno rincuorato in questo senso). Allora consiglio a tutti di vedere un programma come “Presa Diretta”, condotto dal bravo giornalista Riccardo Iacona, dove non c’erano opinioni, non c’erano statistiche né percentuali, non c’erano stronzate gridate ad alta voce, perché in studio non c’era nemmeno un ospite. C’era solo un servizio che raccontava di una scuola privata che, in Lombardia, conta 98.000 studenti, e che funziona come un orologio sospinta da rette annuali che si aggirano tra i 7.000 e i 10.000 euro. E dall’altra parte la scuola pubblica, con 985.000 studenti, che invece funziona molto meno bene. Ma le cose inquietanti sono due: la prima, aberrante, è che lì il nostro Governo “omaggia” con circa 51 milioni di euro la scuola privata (quindi circa 470 euro per alunno), e “foraggia” con solo 24,5 milioni di euro la scuola pubblica (quindi 25 euro per alunno). La seconda invece riguarda il tentativo di farci credere che il contributo al settore privato “Esistono uomini è un modo per consentirne l’accesso anche ai meno abbienti, per fare una specie di avidi, servili, inclini illuminato livellamento sociale. Gli si dà un migliaio di euro, e adesso il povero si sentirà al male. Basterebbe sollevato perché la retta per la scuola privata scende da 7 mila a “soli” 6 mila euro. non votarli” Infine, per far incupire completamente il mio cuore (già provato per aver visto i bimbi dell’asilo “Antonio D’Aquino” di Palermo, in aula con i giubottini e i cappelli di lana perche il riscaldamento non c’è), il servizio sul nostro Ministero della (poco) Pubblica Istruzione terminava con la notizia che anche nel settore pubblico ci sono 1000 euro in regalo ai meno abbienti, un contributo per i libri, la mensa, i trasporti, il materiale scolastico e quant’altro. Ma ci voleva poco per capire che il meccanismo era tutt’altro che equo: infatti un cittadino, per avere quei 1000 euro per la scuola pubblica, deve avere un ISE (Indicatore della Situazione Economica) non superiore ai 15.458 euro all’anno. L’ISE è una specie di redditometro che tiene conto dei componenti il nucleo famigliare, del loro reddito, e delle proprietà. E per tutti questi calcoli bisogna rivolgersi ad un centro di assistenza fiscale (a pagamento, è ovvio). E quei “poveri ricchi” costretti a chiedere il contributo per mandare i propri figli alla scuola privata, devono restare sotto la soglia dei 46 mila euro annui (il triplo rispetto alla scuola pubblica!) e non è necessario presentare l’ISE, ma un’autocertificazione (gratuita su Internet, ancora più ovvio) con il numero dei familiari e il reddito complessivo. E se uno dovesse possedere, per caso, un bel palazzotto d’epoca nel centro storico, beh, quello non farebbe patrimonio e il sussidio di 1050 euro comunque non verrebbe negato. Allora, lo ripeto, se siete stanchi di vedere trasmissioni-pollaio (così definite dal nostro Presidente del Consiglio, che aveva accanto a sé l’Insetto di Porta a Porta e che poi in un paio di secondi ha realizzato la gaffe fatta - l’ennesima - e l’ha raddrizzata con una frase originale come un jeans cinese: “Naturalmente eccezion fatta per il Dottor Vespa”), se siete stanchi di tutte queste chiacchiere da bar in prima serata in Tv, ascoltate quelli che vi porgono fatti e non opinioni, che sono mossi da un rigore giansenista (Travaglio), e che sono pronti a condire con solide prove ogni concetto che esprimono. Persone che non vengono nemmeno sfiorate, mentre stanno parlando, dalle smorfie dei vari Bondi, dei Capezzone, dei Castelli e della suddetta Maria Stella (cadente) Gelmini. I Giansenisti credevano che il male fosse inevitabilmente insito nell’animo umano. Io non ci credo, mi guardo allo specchio (io ci riesco) e non ci credo. Però esistono uomini che dentro sono fatti proprio così: avidi, ciechi, servili, prepotenti, inclini al male. Basterebbe non votarli.

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LA SCUOLA MIGLIORE

BRINDISINI STRAORDINARI

Vladimiro Caliolo, preside dell’Alberghiero. Nell’altra pagina Salvatore Giuliano, preside del Majorana

di Iole La Rosa

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he vulcani Annamaria Licchello e le sue collaboratrici! Dirigente la prima, insegnanti della Scuola dell’Infanzia e della Primaria le altre, svolgono la loro attività professionale presso il IX Circolo didattico, situato a Sant’Elia, quartiere considerato non facile e spesso definito “a rischio”. Tanto entusiasmo e voglia di fare si legge sui loro volti, tanta concretezza si coglie nelle iniziative per la realizzazione di progetti che lasciano il segno, sia nel cuore dei bambini che nei ricordi d’intere famiglie. Proviamo a scorrere l’elenco interminabile di attività intraprese nel corso degli anni, focalizzando l’attenzione su progetti di rilevante portata sociale quale quello relativo alla “Educazione alla Legalità”, oppure il progetto “Quà la mano”, che ha visto, durante il periodo natalizio, il IX circol, impegnato con il World Food Program e la Scuola Internazionale, per una iniziativa di solidarietà consistente nella vendita di dolci tipici di diverse nazioni proposte dalla Scuola Internazionale, di “pigotte” e di un libro dedicato alla visita del papa a Brindisi. «In quella occasione la scuola dell’infanzia ha presentato il calendario dei diritti negati. Si tratta di un’elaborazione speciale che dà l’idea di come i bambini, più degli adulti, siano vicini tra loro anche se appartenenti a mondi distanti”, dice l’insegnante Antonella Perrone. Le coperte della pace sono state il “pezzo forte” del mercatino. Realizzate, in ogni loro singolo taglio, dagli alunni della scuola primaria, aiutati dalle loro mamme, contengono messaggi di pace, diritti fondamentali, emozioni e, al centro, il logo del WFP. Una delle coperte è stata donata al Presidente per la Regione Puglia del Comitato Italiano per il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, Enzo Pirato, e sarà esposta presso la sede delle Nazioni Unite di Roma che ospita il WFP. «Una forte emozione scaturisce dall’adesione ad iniziative come “Cuore fratello”, progetto grazie al quale è stato possibile costruire un ospedale in Camerun per la cura dei bambini affetti da malattie cardiopatiche, ma anche dalla consapevolezza di veder crescere, anno dopo anno, un bambino adottato a distanza”, ci racconta con orgoglio l’insegnante Anna Volpicella. Da ricordare anche una spettacolare manifestazione per la pace organizzata dal IX circolo, lo scorso anno, che ha avuto la straordinaria capacità di coinvolgere oltre che tutti gli istituti scolastici anche l’intera popolazione del quartiere.

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UN CIRCOLO (IL IX) E MILLE PROGETTI La preside Annamaria Licchello e le sue collaboratrici sono un vulcano di idee. E i loro alunni si fanno apprezzare in Italia e all’estero. A loro abbiamo chiesto, questo mese, di realizzare i cartelloni sulla “città che vorrebbero” Il IX circolo riesce a rappresentare l’intera comunità brindisina anche fuori dalla città. La scuola è risultata vincitrice, lo scorso anno, del primo premio regionale e nazionale del concorso “PlayEnergy”, grazie

alla realizzazione, da parte dei bambini delle quinte classi, di un plastico munito di uno speciale circuito ed un gioco parallelo. Quest’anno, la nuova edizione del concorso, dal tema “Cercasi Eco-idee

per la tua città”, ha visto la partecipazione di 112 mila ragazzi che hanno realizzato un totale di 3300 progetti. Il lavoro presentato dagli alunni della V C, coordinati dall’insegnante Lucia De Donno, intitolato “Il futuro siamo noi”, ha vinto il primo Premio Regionale e la Menzione Speciale Nazionale, grazie alla realizzazione di un libro, con immagini pop-art, che illustra e “mette in movimento” idee per guidare i ragazzi ad acquisire una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione sulle tematiche relative al consumo intelligente, al rispetto dell’ambiente e all’energia alternativa. «È una grande soddisfazione per il nostro istituto ma anche per l’intero territorio brindisino; una forte emozione che ci spinge a portare avanti con entusiasmo il nostro impegno culturale e sociale», commenta la preside, Annamaria Licchello. Abbiamo voluto incontrare gli alunni delle IV classi ed abbiamo ascoltato i loro pensieri sulle tematiche ambientali. Sono apparsi molto preparati e sensibili a ciò che li circonda, a partire dal cortile in cui


è situata la propria abitazione, alla pulizia del quartiere, alla pratica della raccolta differenziata. Parlano d’energia alternativa con estrema naturalezza, della necessaria attenzione per le spiagge e per il mare, ciò che si può e si deve evitare per vivere in un ambiente pulito. Troppo spesso si denuncia l’indifferenza, di individualismi improduttivi, di distacco dalle istituzioni e da ciò che rappresenta il “Pubblico”. Le Amministrazioni trovano estrema difficoltà ad entrare facilmente nei quartieri più delicati, tra la gente ed i reali problemi del vivere quotidiano, tra gli squilibri sociali che spesso non si manifestano all’esterno, così come non riescono a dare una svolta positiva al cattivo costume e, soprattutto, a rispondere alle esigenze, espresse e non, da una larga parte della popolazione che non accetta di essere classificata “a rischio”. Il ruolo sociale svolto dal IX circolo e da chi lo rappresenta va oltre un modello scolastico prestabilito, supera programmi ministeriali preimpostati in base a standard che, di certo, non sono studiati per soddi-

sfare le esigenze di ogni singola realtà. Le entusiasmanti iniziative, unite al dinamico coinvolgimento delle famiglie nelle attività scolastiche, come gli appuntamenti nei

laboratori d’informatica con i nonni, gli incontri allargati ai genitori, fanno del IX circolo una testimonianza positiva sul territorio brindisino. Sono l’esempio concreto

che la speranza non deve mai spegnersi e che grandi progetti possono partire dalle piccole cose. L’importante è che lungo il percorso si abbia la fortuna d’incontrare chi, con amore ed abnegazione, metta a disposizione il proprio sapere e la propria umanità per dare “un’opportunità”, per formare persone sane nell’anima e nel corpo. NELLA FOTO GRANDE NELL’ALTRA PAGINA, la preside del IX Circolo, Annamaria Licchello. Nelle altre foto i cartelloni realizzati per TB dagli alunni: Martina Baio, Noemi Malorzo, Alessia Bisante, Federica Mastrolia, Rebecca Sinisi, Andrea Serafini, Alessandro Muolo, Alessandra Polifemo, Laura Pizzolla, Alessandro Rizzo, Andrea Perfido, Alessandro Nani, Gaia Tedesco, Davide Stefanizzi, Marco Valente, Mauro Casoar, Andrea Serafini, Simone Marzella, Daniel Dovizioso, Samuel Cosenti, Manuel Cocciolo, Perla Di Giulio, Nyuma Lazzaro, Federica Mastrolia, Giorgia Picoco e Michele Mazzoni

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SOCIETÁ

LA FAMIGLIA ALLARGATA

Un’altra pazza classifica piazza Brindisi al quarto posto: per il numero dei divorzi che avvengono per colpa di cani e gatti! Poveri figli...

COSE NOSTRE di Guido Giampietro

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embra che il numero quattro sia divenuto una vera iattura per Brindisi. Infatti, ancora non si è placata l’ondata d’indignazione dei nostri amministratori per il quarto posto (dopo Napoli, Catania e Caserta) assegnato da Eurispes alla città in tema di “indice di penetrazione mafiosa” che, incidentalmente, vengo a conoscenza di un’altra poco edificante quarta posizione occupata, sempre su scala nazionale, da Brindisi in tutt’altro campo. In questo secondo caso l’indagine è stata condotta dall’Aidaa (Associazione a tutela degli Animali e dell’Ambiente) e riguarda il numero dei divorzi che avvengono in Italia per colpa di… cani e gatti. Proprio così! Il periodo in esame è compreso tra settembre 2008 e agosto 2009 e Brindisi, con 52 coppie divorziate, è ancora una volta al quarto posto, seguendo questa volta nell’ordine Milano (prima con 274 divorzi), Roma (seconda con 168) e La Spezia (terza con 64)! Preso dalla curiosità ho esteso ulteriormente l’indagine e, esaminando il feno-

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meno complessivo divorzi/separazioni in Italia, ne ho ricavato un quadro a dir poco disarmante. Un quadro destinato a peggiorare se si pensa che in Inghilterra sta prendendo piede la moda di regalare - da parte degli amici delle coppie in crisi - dei “voucher”, ovverossia dei buoni gratuiti di consulenza legale per poter divorziare senza sottoporsi a una spesa eccessiva! E pensare che perfino un cattivo come don Vito Corleone gridava “la famiglia prima di tutto”, senza pensare, una volta tanto, a quella mafiosa. Se ora abbandoniamo le statistiche senza perdere però completamente di vista le radici giudaico-cristiane dell’Ue, non possiamo non convenire che l’istituto del divorzio, a parte gl’innegabili casi di necessità, ha modificato non poco - e quasi sempre in peggio - la società. Fino al punto da costringere, anche per la concomitante crisi economica, l’elemento più debole tra gli ex coniugi a fare ricorso alle mense dei poveri. Ma la graduale dissoluzione della famiglia sta anche portando come diretta conseguenza il crescente disagio dei bambini. Infatti i bambini vittime del mondo crudele e volgare in cui si vive non sono solo quelli che muoiono di fame e malattie nel Terzo Mondo. Ma anche i nostri bambini dai vestiti griffati e dai massacranti impegni nella scuola, negli sport, oltre

che davanti ai computer, alle play-station e alla Tv. La malattia mortale di questi bambini solo apparentemente “sani” è, oggigiorno, la famiglia. Non certo quella tradizionale e dai ruoli ben definiti d’un tempo (che, fortunatamente, ancora resiste): la famiglia, insomma, rappresentata dai genitori naturali. La stessa famiglia che protegge e, all’occorrenza, difende i propri figli rendendoli sereni e felici. Nossignore. Qui parliamo “dell’altra famiglia”, quella destinata, di questo passo, a prendere il

suo posto. E, si badi bene, non si tratta d’un mero problema legale o di regolarizzazione dei matrimoni. Quello che istintivamente i bambini cercano è l’amore e l’unione dei genitori. Mentre quello che sempre più spesso si trovano davanti è l’indifferenza (se non l’odio) e la disgregazione delle unioni. Le “nuove famiglie”, cioè quelle definite “allargate”, per un po’ possono anche essere divertenti per i bambini a causa della presenza del fidanzato/compagno giocherellone della mamma o della fidanzata/ compagna belloccia del papà o per l’allegra nidiata di fratellini e l’inaspettato arrivo di tanti zii e nonni… Ma non è certo questa la vera famiglia. Perché i bambini, alla fine, vogliono solo il loro vero papà e la loro vera mamma. E basta. Tiziano Terzani parlava di due forme di “minima immortalità” cui ciascuno di noi, pur senza essere un Napoleone, può aspirare: l’una legata ai libri, l’altra ai figli. Avanti di questo passo stiamo volontariamente rinunciando a quella, delle due, più autenticamente naturale.


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Committente elettorale: il candidato


LUXE TB

COMMERCIO&SERVIZI CENTRO SAN LORENZO

Medicina e cultura Nel Polo odontoiatrico di Roberto Placella Il Dott. Roberto Placella (dottore odontoiatra, chirurgia e protesi dentarie), estimatore d’arte e perfezionista, è il fondatore del Centro dentistico San Lorenzo, “polo operativo nato per venire incontro a qualsiasi problematica o esigenza legata alla odontoiatria”. Una grossa novità, questa, per una città come Brindisi, quali altre opportunità vi sono? “Il Centro si avvale della collaborazione di altri tre specialisti iscritti all’Albo dei medici odontoiatri (la Dott.ssa Emanuela Lucarelli, specialista in ortodonzia; il Dott. Giorgio Vitale, specialista in endodonzia e conservativa; la Dott.ssa Anna Buongiorno, specialista in conservativa e prevenzione); ed anche della collaborazione del Centro di ricerca Senkenberg/ museu che, per alcune patologie, invia la diagnosi e la terapia più idonea al caso specifico. Ogni prima settimana del mese offriamo un programma di prevenzione gratuita comprensivo di visita, radiografia, lezione di igiene, preventivo e uno spazzolino da denti”. Il centro sponsorizzerà gruppi sportivi ed in collaborazione con la Polpifritti cult-project, sta organizzando un evento pubblico che prevede la distribuzione di piatti caldi in un contesto nuovo. Nei locali del San Lorenzo, inoltre, si può ammirare la personale di pittura Mujeres, dell’artista Annalina Mastrorilli. Francesca Alparone

ANNIVERSARI

NOZZE D’ORO PER NOHA Venticinque anni di attività per Lino De Stradis e Carla Cataldi. Un evento da festeggiare. In periodi in cui i negozi aprono e chiudono nel giro di pochi mesi, festeggiare i 25 anni di attività non è cosa da poco. A tagliare il traguardo è uno dei nomi più illustri del commercio brindisino, Noha, di Lino De Stradis e Carla Cataldi, uniti nella vita e nel lavoro. Le nozze d’oro cadono il prossimo 14 marzo, e i due hanno deciso di festeggiare l’evento insieme ai clienti e agli amici. Dove? Nel loro negozio, ovviamente,

in corso Umberto I, 72/74: un pomeriggio a base di ottima musica, bollicine, ed ovviamente le nuove collezioni dei marchi che l’elegante boutique brindisina commercializza con successo da anni, a cominciare da D&G, per passare poi a

Emporio Armani, Just Cavalli, Belstaff, Costume Nacional, Peuterey, Liu Jo e molti altri. «Non siamo tipi che amano apparire o mettersi in mostra - dicono all’unisono Lino e Carla - ma non si poteva non festeggiare questa data. Così,

anche se il 14 marzo cade di domenica, abbiamo deciso di stare insieme a quanti ci hanno accompagnato in questa lunghissima avventura: i nostri clienti, i nostri amici, la famiglia, le nostre collaboratrici». Auguri!

ACCADEMIA FOTOGRAFICA ITALIANA

Partono i nuovi corsi di fotografia Da pochi mesi nel territorio di Brindisi è nata l’Afi-Accademia Fotografica Italiana. Lo scopo principale della fondatrice, Virginia Frigione, è quello di creare un Accademia per formare professionisti altamente qualificati. Il team, costituito da fotografi di grande spessore, quali la stessa fondatrice, Bruno Barillari, Antonio Di Ciaula, Max Frigione e Marco Folle mette a disposizione degli allievi eperienza e professionalità dando vita a importanti confronti sullo sviluppo vero e proprio del talento. Sono sei diverse discipline che Afi propone agli allievi per un’ampia conoscenza della materia: Fotografia di Base, Still life, Reportage, Sala posa, Fotoritocco e Web-design. Le

lezioni, anche serali, sono impostate in modo tale che insegnanti e allievi lavorino fianco a fianco consigliandosi e confrontandosi nella realizzazione delle singole immagini, mettendo in pratica le conoscenze apprese durante le esercitazioni in esterna e/o i servizi fotografici realizzati con

l’ausilio di modelli, modelle e truccatori. Il percorso formativo non si basa solo sulla conoscenza teorica e pratica, ma dà la possibilità di scattare una bella foto per esprimere uno stato d’animo, un emozione. Al termine dei corsi Afi realizzerà un importante evento in cui

verrà presentata la mostra collettiva che vedrà esposti i migliori lavori degli allievi, al fine di far conoscere alla comunità i nuovi artisti del territorio; inoltre in base alle qualità e alle attitudini, agli stessi potrebbe essere data la possibilità di apparire sulle rubriche di fotografia di alcune testate e/o di iniziare collaborazioni con le partnership della stessa AFI. Sono in fase di realizzazione anche dei workshop con relatori di fama Nazionale ed Internazionale che innalzeranno sicuramente il prestigio della nostra Regione, territorio rigoglioso di talenti. Per iscrizioni e informazioni sui nuovi corsi: 334.6691182, o www.accademiafotograficaitaliana.it.

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TRADIZIONI

IL RACCONTO

“Nu giurnu a ferragostu” Terza puntata

di PIERPAOLO PETROSILLO

Uno sguardo alla zona industriale Dopo aver vagato lungo il porto, il protagonista del racconto volge lo sguardo sulla sponda opposta, e inizia a scrutare cose che non avrebbe mai voluto vedere... ... Spicciatu lu lungomari: - all’atru no’ si po’ maa’ trasiri nu fazzulettu di “Sciardinettu” ! Arvuli ngraziati : … e a mienzu “la Funtana di li Delfini”. ... Allu chiù fessa paisi: … lu chiamunu “villa comunali”! Di l’atra vanda… di l’atra vanda megghiu ci no’ mieni li uecchi! ... Ci no “si vaghunu ti lacrimi”. An facci alla menna: ... nci stai comu nu mali ... ca no’ si po’ curari . Scundutu di lu “Capannoni di legnu di la Monticatini”! ...Addo faciunu lu nzurfu!

L’AUTORE

Pierpaolo Petrosillo si presenta Il mio nome è Pierpaolo Petrosillo, sono nato e vivo, con ritrovato affetto ed immancabili dispiacere e rancore, nella mia Città: Brindisi, ...nu capulavoru di lu padreternu. Forse sono proprio questi sentimenti ad aver generato questo scritto: il primo per me in “dialetto”. Racconta i pensieri che faccio e ciò che provo il giorno di Ferragosto, correndo per il “Centro Storico” della Città. Dedico “Nu giurno a ferragostu” a tutti i brindisini che dimostrano di amare la propria città, ed in particolare ai loro figli che stanno imparando a farlo. E lo dedico ai miei figli : Lorenzo e Manuele. Piepaolo Petrosillo Se volete contattare l’autore, scrivete a: pierpaolo.petrosillo@libero.it.

Ma iu lu sacciu ce “si scondi ‘mbucciatu” dda’dretu. Varrattuli di tutti li maneri…tisi e curcati ! Cisterni ..comu bombi a manu crisciuti ! Tub”b”i gruessi ‘nturtigghiati comu nu mbischu di scurzuni ! E vampati di candeli ierti bianchi e russi … sangu di “S.Chiatoru”! Ma mi vinia na iastema chiù fiacca! ... Li “spaddi allu pareti” ... nd’ hannu ‘nchiudatu. No’ creu ca ... “l’Onorevoli” ... sapia quiddu ca sta cumbinava. (cittu cittu)... Lu “Pitroliuchimicu”: ndi faci assiri lu “fuecu di S.Antoniu”! S.Lorenzo nuestru... fandila tui ..na sintita supplica alla Matonna! Ca nisciunu l’è ma’ fatti com’a tei ! Macchè ! Nienti da fari... Mancu li Santi ndi ‘iutunu ! Anforza tutt’a quai ..l’hanna sculacchia’ ‘ddi cosi ! Luci a totta “la menzatia”… amma dari ‘rrustendu crauni ! ...‘Ttraccunu li navi alli ..pinnieddi c’hannu stindutu ‘ntra mari! S’è dipintu propria nu bellu quatrettu . O megghiu: .. na pittinessa è divintata ! ... O na strigghia ! ... Sapia iu ce pili li pittinava a quiddi c’hannu fattu ‘ddu scempiu!

Sta prog”g”ettunu nu cupponi nuevu... ca pari na basi spaziali! Ndi volun’a fannu cretiri... ca cu’ lu craoni mbucciatu ...eti tutt’a postu ! Fottunu tuttu ‘dda intra... e cu li cami ca viaggiunu ‘ntra na strata ... di survizio:.... furmicula .. furmicula : ... lu portunu luntanu. ... Addo lu spettunu comu “la Cresima Santa” ! Tegnu n’amicu ... ch’è pigghiatu lu postu... a pulizzari nu rotulu sanu di nastru curcatu an terra a mienz’alli campagni ! ...Addo staunu li muluni ! ... Luengu teci Kilomitri . ‘Rriva fin’allu Bastioni urtimu di Federicu II ! Fede...ricu... II... L’hannu fattu ‘rrivutà ‘ntra lu baugliu .. cu lu chiamunu cussini! Quattru firmi ... misi ‘ntra na barracca ..annu bastatu. E po’ “furcina dopu furcina” ; ... e scangi di favuri sottabancu! ... Manc’alla televisioni ..si vetunu rotuli cussì’ luenghi! Puvirieddu puru iddu: si ‘rritira ‘nquataratu di piddiscina comu nu marucchinu ! Neru ! ... Comm’alli scarcioppuli o alli

pumbitori ca ndi mangiamu! O com’all’ uva ca ndi mbivimu! Sta sparesci la “vindegna ti li coffi, cufanieddi e casci a migghiari”... ‘Npaccesci pi la Pallaccanestru. E cu ‘ddi quattru sordi ca busca, veru tifosu, paia l’abbonamentu a tutti li stag”g”ioni ! ...Ci si putia pulizzari ..cu ‘ddu rotulu ..era megghiu! Pircè no’ la gnuttimu totta da intra la strata firrata nova? ... Noni no! Nci volunu cosi cumplicati: ... ci no si perdunu li sordi! ... L’ata fa’ camina’ sobbr’allu mari li ‘bbinari : ... com’alli masciari ! ... E po’ anchimu sempri ! “Spaziu ...conquistatu allu mari” scrivunu an facci alli carti ! Bellu ... propia bellu ! Ce conquisti c’ammu fattu! Chiù ti nvicini... e chiù ti veni cu ti ndi fuci ! ... Tanta di quiddi aziendi e frabbichi :... ca no’ sa’ mancu ce fannu chiùi ! Eppuru simu ... situ protettu, ... ‘nquinatu,

... comunitariu. Tinimu vinculi a iosa ! .. Pi no’ scurda’ li “Salini”. ... Avia ragioni ziuma Salvatori : ... “li leggi ... so’ comu li ragnateli” : li moschi piccinni ‘rrumanunu ‘mpigliati ; li moschi crandi ... ... li sfondunu! Ndi tannu la fatia cu ndi buscamu na fissaria. Ndi fannu tir’ a campari cumu li ciucci a mienzu a mari. Ma pi’ campari... nci voli na cosa ca no si pò cattari . Na cosa ca tieni intra .. ca nisciuni av’a ‘tuccari . E stu cazzu di carboni ndi la sta strazza di n’piettu senza tulori. Quandu muerti anna rivari…… di specchi ca ‘cchiappuni li luci sulari. A postu di lu soli... sta ‘rriva lu zuccuru. Quiddu nci mancava:… cu ndi ‘npuzzulescunu ! Auguramundi ca umma umma... no’ hann’a fa’ cosi scunduti! E ‘nquarche marpioni sta “nfoca la posta” ! Po’ cu ‘risulvimu li uai... mittimu li fiuri a gir’a giru. Nu bellu campu santu di carofuli zuccarini! ... ... Sera’ ca era statu megghiu: ...lu cosu... lu cosu di lu Gas! Armenu no’ si sintia! Pi’ quarche navi di chiù av’a essiri! Ce faci ci enchi e ‘ttappa mari:...mittimu rani e ruespi ‘ntra lu stagnu no! ...E po’ ci propia na cosa av’a scuppiari:... è megghiu na vota pi tutti! Ndi livamu lu pinsieru ! Comu na “bomba nucleari” Li paroli inglisi no’ m’annu ma’ piaciutu ! No’ si capescunu bueni. E loru so’ troppu ‘nzipidi. Stannu da’ comu Gufi a “tira’ li pieti”! Anveci ... erun’a “tuzzari ..cu li pieti”. Nci vulia spedia na bella ...”gruss”... cu scrittu: “Greetings ... from ... Brindisi”. Atru “l’arvulu ti la cuncagna pi’ ci veni ti fori paisi”! Stativi bueni! Vol’a dici in brindisinu! Continua sul prossimo numero WWW.TBMAGAZINE.IT TB 41


SATIRA

SPAM

“Il diritto di sembrare ridicoli è qualcosa a cui teniamo molto...” Tutto ciò che leggete in queste pagine è falso. Anche se non ci credete

DOCUMENTO SEGRETO

IL RITORNO DI SUPERMAX COSÍ È NATO FILIA SOLIS Quel giorno i giornalisti non andarono dal presidente, e lui, per richiamarli sulla retta via, inventò il brand turistico. Qualche assessore ha tentato di trattenerlo, invano. Tanto che qualcuno del PD, colto da improvvisa lucidità, si è lasciato scappare: «E dicevamo ad Errico?!». Poi Ferrarere ha deciso che ci voleva una colonna sonora adeguata. E dopo i no di Madonna, Bono e Robin Williams, finalmente...

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’era un’aria plumbea e rattristita nel palazzo della Provincia, mercoledì 3 febbraio. Il presidentissimo era giù di morale. Quella mattina nessun giornalista era andato ad intervistarlo. Nessuna telecamera delle tv locali aveva varcato la soglia della presidenza. Perfino da Studio 100 non era giunto nemmeno uno squillo di telefono dal presidente Gaspare Cardamone; così, tanto per sapere come stava l’amico Massimo. C’era qualcosa di strano nell’aria. Il presidente, non essendo abituato a quella solitudine, passò al contrattacco e radunò la giunta: «Dobbiamo inventarcene una grossa, ma talmente grossa che dobbiamo fare un casino inaudito». L’assessore Enzo Baldassarre sospirò tra sè e sé: «Ci risiamo!». Enzo Ecclesie, superamico di SuperMax, tentò di fermarlo: «Stai calmo Massimo, tanto lo sai che domani i giornalisti saranno di nuovo qui, in fin dei conti si tratta solo di poche ore». Niente: nulla poteva fermare il fiume in piena. Ed il presidente emise il verdetto finale: «Creiamo un logo, anzi, chiamiamolo brand, così facciamo vedere che parliamo anche l’inglese. Deve essere bello, bellissimo, colto, molto più colto della cosa più colta sparata dal

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sindaco Mennitti. Anzi, una cosa talmente colta che nessuno dovrà capirla». «E chi sei, il figlio del sole!», esclamò l’assessore Natale Curia, già in lacrime per l’emozionante discorso del leader Maximo. «Sì, figlia del sole suona bene, ma è troppo semplice. Facciamo Filia Solis», sentenziò il capo. Bartolomeo Alemanno, capo dell’ufficio di gabinetto, tentò di stemperare il clima pesante: «Massimo, mi immagino già le battutacce: figlia di ciuccia, figlia di buona mamma». Massimo si alzò, spezzò il pane e rese grazie ai suoi discepoli: «Filia Solis, sarà Filia Solis. Andate e spargete il verbo». Gli assessori del PD si guardarono attoniti. Uno di loro, colto da un raro raptus di saggezza, esclamò: «E noi criticavamo Michele Errico!?». SuperMax, rimasto solo, chiamò i migliori studi grafici del mondo e disse loro: «Vi dò 30 minuti per creare un brand, anzi, facciamo 15, che sta per iniziare l’allenamento dell’Enel e devo spiegare a Perdichizzi lo schema nuovo e a Crispin come si tira da tre con due uomini addosso». Gli esperti risposero: «Ma presidente, servo-

no almeno due mesi, bisognerà coinvolgere le parti sociali, fare una attenta analisi del territorio...». «Cazzate»! Disse l’uomo di marketing fattosi presidente: «Io realizzo aziende di 10.000 metri quadrati in 20 giorni, figuriamoci se per fare un marchio ci vogliono più di tre minuti». E così, quella notte, SuperMax capì che ancora una volta doveva fare tutto da solo: nella sua casa immersa nella Terra degli Imperiali, sognò il sole, Federico II (lo stesso che aveva dato il nome al più importante monumento brindisino, la centrale Enel di Cerano) e la dicitura Filia Solis. Già immaginava la presentazione alla stampa, a Milano, alla Bit: il Time, Newsweek, il Financial Times, l’Herald tribune, il Washington Post e Senzacolonne non vedevano l’ora di assistere al lancio di questo nuovo brand. Tutto andava per il meglio. Però mancava la colonna sonora: ci voleva una grande canzone.

Allora SuperMax iniziò a chiamare personalmente i più grandi della terra. In poche ore telefonò al G8 della musica. Prima Madonna, che rispose così: «Hi Max, a lot of people called me son of a bitch, but never filia solis. What it means?» («Ciao Max, molta gente mi ha chiamato figlia di ..., ma figlia solis mai, che vorrà mai dire?»). Allora provò con Robin Williams, ma la popstar era troppo impegnata con il lancio dell’ultimo cd: «Sorry my friend!». Fu allora il turno di Bono degli U2, ma il cantante irlandese troncò subito il discorso: «Vedo che Berlusconi non è l’unico ad avere idee strambe in Italia». Seguirono altre chiamate, fino a quando Little Tony non illuminò SuperMax: «Scusa Massimo, ma non puoi chiamare Al Bano, ha fatto anche la canzone sul sole». «Oddio, come ho fatto a non pensarci prima!», disse il presidente. Telefonò all’amico fidato. E colonna sonora fu. Ora, non sappiamo se i tour operator sono rimasti più affascinati dal logo, dal nome Filia Solis, o dalla colonna sonora, ma sta di fatto che alla Bit di Milano gli hotel brindisini hanno chiuso contratti per svariati milioni di euro. La provincia sarà invasa da circa 10milioni di turisti in più, la prossima estate. Non solo, grazie al tour musical-promozionale che Ferrarese e Albano effettueranno a Mosca nel mese di marzo, si prevede un sensibile aumento di gnocche russe da queste parti. Autobus carichi di stangone di due metri giungeranno dalla Piazza Rossa dritti dritti fino a piazza Vittoria. Dunque dalla prossima estate, finalmente, si tromberà un po’ di più. E il tutto grazie ad un semplice logo. Ma ci voleva tanto a pensarci prima?


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APPUNTAMENTI

TEMPO LIBERO EVENTI PASQUALI

TORNA LA PASSIONE VIVENTE L’evento organizzato dal Comitato Lithostrotor si svolgerà il 30 marzo. Partenza dalla Commenda, per giungere nelle strade del centro cittadino

A

nche quest’anno il Comitato Lithostrotos, nato al fine di prendersi cura del’organizzazione della drammatizzazione della Passione Vivente, portare “in scena” la quinta edizione di una manifestazione destinata a divenire un evento atteso oramai non solo dalla cittadinanza, ma anche da tutta la provincia e oltre. Almeno questo è l’obiettivo che si prefigge il comitato che, di anno in anno sta riserbando importanti novità al tutto. Quest’anno,rispetto agli scorsi anni, la Passione Vivente, che ripercorre tutte le fasi del martirio di Gesù, partirà dal quartiere Commenda per poi articolarsi per le strade del centro cittadino il 30 marzo 2010. Tale manifestazione vede protagonisti la Parrocchia San Vito e la preziosa collaborazione della Compagnia stabile Amici del teatro, con la direzione artistica di Jenny Ribezzo. Anche quest’anno centinaia di attori e figuranti che si muoveranno per il centro cittadino, faranno rivivere un passato mai dimenticato. Grazie alla collaborazione di un maneggio di Francavilla Fontana, che mette a disposizione un buon numero di cavalli e fantini, la processione vedrà protagonisti anche un manipolo di soldati romani. Nel ruolo di Gesù ci sarà Alberto Bova che, come ogni anno, riuscirà a dare una interpretazione credibile e toccante. La “Passione Vivente” inizierà con l’”Unzione di Betania” che verrà rappresentata sull’altare della Chiesa di San Vito, mentre l’”Ingresso di Gesù a Gerusalemme”, accolto dalle Palme dei fedeli, avverrà percorrendo parte di Viale Commenda. L’”ultima cena” avrà luogo in Piazza Duomo; l”Orto del Getsemani” su Piazza Santa Teresa; Il “Sinedrio” su Piazzale Lenio Flacco; Il “Processo davanti a Pilato” su Piazza Sottile De Falco; la “Via Crucis”, partendo da Piazza Vittoria, si articolerà, successivamente, su C.so Garibaldi e Viale Regina Margherita, per concludere con la “Crocifissione” sulle Colonne Romane, simbolo di un Impero che ha lasciato i suoi segni nella nostra città in particolare e che ha collaborato a cambiare la storia del Cristianesimo. Fervono i preparativi, quindi, e si continuano a cercare comparse che facciano parte della folla che inveisce contro Gesù.

SEX IN BRINDISI CITY

di Lady Violet

Mi stupisco di come l’amore riesca a cambiare le persone “Angelica, mia amica, è innamorata di un uomo che non la merita” Vi ricordate quella vecchia canzone che fa: come si cambia per non soffrire… come si cambia per amore…? Credo proprio che sia vero. Secondo me l’amore è uno dei pochi sentimenti che riesce a cambiare le persone. La mia amica Angelica si è innamorata di un uomo che fondamentalmente (e questo non lo dico perché è mia amica) non la merita. Mi stupisco come l’amore riesce a cambiare le persone, lei sempre brillante, donna di esperienza e di grande intelligenza, ridursi a stare male per un uomo immaturo e che non riesce ad apprezzarla per quello che realmente lei è. A volte non capisco perché gli uomini debbano complicarsi la vita inutilmente, quando in realtà potrebbero ricevere tanto amore e sentirsi dei vincenti se solo non fossero così dannatamente ostili ed infantili. Però quello che più non accetto sono i comportamenti che noi donne a volte assumiamo percorrendo questa strada tortuosa dell’uomo sbagliato! Mai sottomettersi e perdere la propria stima e dignità per un uomo che non ha rispetto per noi, so benissimo che è difficile non compiere atti indegni se si è innamorate, come ridursi a piangere per lui nonostante lo si veda con un’altra, proclamare parole forti come “ti amo” dopo aver ricevuto insulti ed atteggiamenti disgustosi, come uno schiaffo, e farlo ancora sentire l’unico uomo della terra. Anche io in questo periodo non riesco a capire il perché di tutto ciò, mi ossessiona questo maledetto pensiero del mio ex. Non mi è mai capitato con altri uomini in passato, nonostante fossi sempre stata io a chiudere la storia, non so perché il pensiero continua a volare ai momenti trascorsi insieme, la mia mente si logora di episodi piacevoli trascorsi con lui. Vi dico francamente che risulta per me molto dura non chiamarlo e non rivederlo, ma in questo gioco delle parti, vince la mia dignità di donna, vince l’educazione che ho ricevuto da mia nonna, da mia madre, dall’esperienze delle mie zie e della mia vita. Noi donne piangiamo, soffriamo, ma sappiamo anche rialzarci ed asciugarci le lacrime con grande stile. Ed è quello che farà la mia amica Angelica… perché so che lo farà. Non mollare!

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SPORT TuttoBrindisi

BASKET & CALCIO

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rchiviate le Final Four di Sassari, l’Enel Basket Brindisi si rituffa nel campionato di Legadue e inizia il rush finale della regular season. Sarà un mese incandescente: il 14 marzo Perdichizzi e i suoi faranno visita a Udine (squadra ancora in corsa per un posto nei play-off). Il 21 ospitiamo Imola, e poi una doppia trasferta: la prima a Reggio Emilia, dove probabilmente ci giocheremo il secondo posto; la seconda a Jesi, per una partita che sulla carta è sicuramente più facile. Niente male anche il programma del Football Brindisi 1912, che nei prossimi quattro match si giocherà buona parte delle sue chances di accedere ai play-off. La compagine della famiglia Barretta ospiterà la Juve Stabia e la Cisco Roma, che fanno parte del terzetto di testa. Poi si va a Cassino. Se i ragazzi di mister Silva riusciranno a non perdere per strada parte dei 9 punti in palio, i play-off saranno più vicini.

Omar Thomas fotografato da Dino Matera

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SPORT

SCHERMA

Fioretto e Spada vincenti e primi Monopolio del Club scherma Ostuni-Brindisi nell’interregionale: conquistati 6 titoli

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i è distinto nuovamente lo stile,l’eleganza ma soprattutto la bravura degli atleti del Club Scherma Città Bianca Ostuni e della sua sezione di Brindisi, guidati dalla maestra federale Laura Lotti, in occasione della seconda prova interregionale svoltasi nei giorni scorsi al palazzetto della scherma di Foggia. Sei gradini più alti del podio, conquistati senza alcuna difficoltà dagli atleti: Mariateresa De Castro che si è aggiudicata sia il titolo di campionessa Interregionale di spada ed il giorno dopo ha conquistato quello di fioretto, disputando un’emozionante finale con la compagna di sala Angela Laveneziana. Stesso percorso di gara da parte del giovane atleta Antonio Salatino, categoria Giovanissimi,già promessa nazionale,diplomatosi vice campione italiano lo scorso mese a Firenze: ha doppiato anche lui il podio mettendo in risalto le sue indiscutibili doti schermistiche. Ad arricchire questo bottino la sorprendente conferma del giovanissimo atleta brindisino Giulio Di Giorgio che a soli 10 anni si è nuovamente aggiudicato il titolo di campione interregionale categoria Maschietti di Fioretto, ed infine Francesco Zurlo, categoria Maschietti Spada, anche lui 10 anni, a concludere il tabellone dei primati di questo glorioso weekend, dopo essersi imposto

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per 10 a 2 in finale.Alla soddisfazione per questi titoli se ne aggiunge un’altra ancora più grande, in quanto gli stessi atleti risultano ad oggi,e quindi con un turno di anticipo dalla chiusura della stagione agonistica Interregionale del gran premio giovanissimi, già campioni assoluti, per aver vinto due prove su tre. A contornare il successo di questo giovane Club nei due giorni di gara si aggiungono i podi dei seguenti atleti: 2° posto per Angela Laveneziana e Matteo Patrone di Fioretto, 3° e 5° posto per Ludovica Rizzo, 3° posto anche per Alberto Melpignano, 6° per Ludovico Fusco e Andrea Pinto di spada, 7° per Lorenzo Savese spada e fioretto ed infine 11° per Arnaldo Stefanelli.


SPORT

TAEKWONDO

Tante medaglie per Pennetta Rosa Monopolio del Club scherma Ostuni-Brindisi nell’interregionale: conquistati 6 titoli

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ioggia di medaglie per l’Asd Taekwondo “Pennetta Rosa”: negli ultimi due campionati i suoi atleti ne hanno conquistato ben sedici: 3 d’oro, 5 d’argento e 8 di bronzo. A Febbraio, presso il palazzetto dello sport di Mesagne, si è svolto il Campionato Interprovinciale riservato alla categorie Novizi, Esordienti, Juniores e Seniores. Erano presenti 25 Società per un totale di 210 atleti partecipanti. I combattimenti si sono svolti su tre quadrati e la manifestazione ha avuto una durata di 8 ore. I ragazzi brindisini hanno conquistato: 4 medaglie d’argento (con Marco Cavaniglia, Francesco Samuele De Lorenzo, Andrea Barba e Raffaele Zicola) e 2 medaglie di bronzo (con Giuseppe e Vito Pellico). Sempre a febbraio, ma presso il palazzetto dello sport di Campi Salentina, si sono svolti i campionati Interregionali riservati alle categorie Cadetti A e B. Presenti 45 Società per un totale di 444 atleti partecipanti.

I cambattimenti si sono svolti in quattro quadrati e la manifestazione ha avuto una durata di ben 12 ore. la Pennetta Rosa ha conquistato 3 medaglie d’oro con Domenico Corciulo, Teodoro Ravone e Attilio Ventola; una d’argento con Francesco Centonze e 6 medaglie di bronzo con Mario Angrisano, Christian Cagnazzo, Nicolas Greco, Omar Marulli, Agostino Perin e Daniele Vergallo. Sono grandi la gioia e l’entusiasmo del maestro Cosimo Spinelli, cintura nera 7° Dan, che ha dedicato una vita al taekwondo come atlete ed insegnante tecnico. La presidente dell’associazione, Annunziata Trono ed i componenti del Consiglio direttivo della Pennetta Rosa plaudono all’ottimo risultato raggiunto dai propri allievi e tutti i ragazzi del sodalizio, e si stringono ai propri compagni per festeggiare il successo ottenuto, augurando nuovi successi e soddisfazione nello sport così come nella vita.

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I LOCALI DI TB

Ristoranti

t Hara Un locale originale e coraggioso, che sta riscuotendo ottimi consensi. Potete scegliere i piatti del giorno, oppure prediligere (e ve lo consigliamo) i menù degustazione: Hara (carne, pesce e verdure), Fresco (solo pesce), Gusto (carne), Verde (vegetariano), Leggero (per chi tiene alla forma fisica). Il Sushi e il Sashimi sono degni di un ristorante giapponese. Il locale è anche wine-bar e sala da thé. Via G. Bruno 26/28, tel. 0831520064. Chiuso la domenica sera e il lunedì. L’Araba Fenice u Da anni uno dei ristoranti brindisini più apprezzati. Ambiente elegante, cantina sontuosa che dà il giusto spazio ai vini del territorio, cucina di qualità a prezzi accessibili. Servizio puntuale e discreto. D’obbligo partire con l’antipasto della casa. Come primo vi consigliamo gli gnocchetti con gamberi e melanzane. Insuperabili i gamberoni rossi di Gallipoli al sale. Pesce sempre fresco. Dolci da applauso. Corso Roma 31, tel. 0831590009. Chiuso il lunedì.

t Iaccato La storia della cucina marinara brindisina. Da decenni questo locale è la meta prediletta di quanti amano mangiare pesce fresco. Nel locale della famiglia Romanelli potrete assaggiare, tra le altre cose, degli incredibili tagliolini all’aragostella. Ma se proprio volete vivere un’esperienza gastronomica indimenticabile, allora ordinate la zuppa di pesce della casa: senza paragoni. Pizze anche a pranzo. Piaz.le Lenio Flacco, tel. 0831524084. Chiuso il mercoledì. La locanda del porto u Ambiente classico e piacevole. Cucina tradizionale. Si apre con l’antipasto della casa (10 piatti tipici). Tra i primi, da non perdere i paccheri alla rana pescatrice con ricottina piccante (oppure gli agnolotti ai crostacei con ricciola). Per secondo carne arrosto (c’è anche la fiorentina) oppure l’ottimo tonno scottato con salsa di basilico e parmigiano. Dal lunedì al venerdì si serve la pizza anche a pranzo. Via Montenegro 20, tel. 0831568181. Chiuso il martedì.

t La Norcineria Cucina completamente rinnovata per questo locale accogliente e caldo situato ai piedi della Colonna Romana. All’ottima selezione di salumi, formaggi e carni, si aggiungono ora i piatti della tradizione marinara. Ottimi il tonno alla griglia con zucchine gratinate, la seppia alla catalana, l’insalata russa con il dentice, gli gnocchetti ai frutti di mare. Azzardate, ma squisite, le orecchiette al nero di seppia con le cozze. Via Colonne 57/59, tel. 08311720488. Chiuso il mercoledì. Penny u L’arte del buon bere, della cucina e della cordialità. Il Penny è uno dei ristoranti più belli e romantici della città, situato in un palazzotto del 1200 affacciato sul porto. La cucina è raffinata e privilegia i piatti a base di pesce fresco, come i tagliolini allo scorfano. L’antipasto propone quattro portate in un unico piatto dal design ricercato. Il Penny è anche enoteca (e che assortimento!) e cioccolateria. Via San Francesco 5, tel. 0831563013. Chiuso il lunedì. 52 TB MARZO 2010

t Pantagruele Dal gennaio 1988, data di apertura, sempre al top della ristorazione locale e nazionale. Antipasto di 10-12 portate, tutte originali e sorprendenti (come il pesce spada marinato al lime). Tra i primi da provare la caramella di pasta fillo con ricotta, cicoriette, gambero rosso, e riso rosso. Tra i secondi: pescato del giorno cotto in tutti i gusti. Sugli scudi la zuppa di scorfano. Via Salita di Ripalta 1/3, tel. 0831560605. Chiuso il sabato a pranzo e la domenica (tutta). Skipper/Betty u La cucina di uno dei locali storici del centro, abbinata alla location del bar più popolare. Ne esce un mix di buona cucina marinara, posti a sedere in piazzetta oppure nel romantico cortile interno. Ottimi i tagliolini ai frutti di mare, ma anche le pappardelle ai porcini con le vongole. Abbondante la grigliata di pesce, buone le pizze. Per dolce, cosa c’è di meglio del gelato del Bar Betty? Viale Regina Margherita 6, tel. 0831563465. Chiuso il mercoledì.


TEMPO LIBERO

LA DOLCE VITA MANGIARE

Ristoranti, vini, locali, sapori

di Fabius Crumb

L’ALTA CUCINA A PREZZI ACCESSIBILI AL CIBUS, RISTORANTE PRESENTE SU TUTTE LE GUIDE, PIATTI ECCEZIONALI, AMBIENTE PIACEVOLE E TANTI VINI

Quando si entra in un ristorante che da anni è stabilmente al top su tutte le guide nazionali ed internazionali si ha sempre il timore che il conto sia salato. Il Cibus di Pasquale Silibello, a Ceglie, è una piacevole sorpresa: luogo elegante, servizio ottimo, cucina di altissima qualità e prezzi più che giusti. Diciamo che con 35/40 euro si può fare un pasto superbo, bevendo un buon vino, in un ottimo ristorante. D’obbligo iniziare con gli antipastini della casa: poche ricercate portate, tutte deliziose. La ricotta con le mandorle, i cardi gratinati, la burrata con crema di tartufo, il carpaccio di funghi ed un soufflè con crema di funghi sono una gran bella partenza. Difficile invece scegliere tra i primi piatti, visto che vi verrà

la voglia di provarli tutti. Del resto Lillino ama definire il suo ristorante “un luogo della conoscenza”, perché ogni ricetta è frutto di studi e ricerche accurate in cucina. Per esempio il tradizionale Sugo alla cacciatora con funghi cardoncelli è stato abbinato ad una pasta fresca impastata con vino Primitivo, per conferire al piatto maggiore acidità, bilanciando il tutto con una grattata di pecorino, leggermente salato. Le cime di rapa, condimento per antonomasia delle orecchiette, erano tradizionalmente cotte con aggiunta di acciughe; si è provato ad alleggerire il piatto sostituendo a queste ultime della bottarga, ed il risultato è entusiasmante. La Zuppa di cicerchia è stata nobilitata con del tartufo nero, presente a

Ceglie dagli anni ’50, impiantato qui con alberi e spore provenienti dall’Umbria. La Sagna Penta è il risultato di una destrutturazione della tradizionale Lasagna della Pentecoste, in cui la carne era sostituita - per motivi religiosi - da mollica di pane fritta con aglio e sugna. Per secondo, considerato che siete nel paese dei “fornelli”, non potete non provare l’arrosto misto. La cantina è tra le più fornite di Puglia, con una incredibile scelta di rosoli della casa. In due (antipasto, arrosto, caffè e biscottini di Ceglie, vino rosso) abbiamo pagato 55 euro. Il posto li merita tutti. Ristorante Cibus, via Chianche di Scarano, centro storico di Ceglie Messapica, tel. 0831388980, chiuso il martedì.

Hostaria Marina Vecchia u Raffaele e Jole hanno di recente ristrutturato il locale per renderlo ancora più accogliente ed intimo. È il luogo ideale per colazioni di lavoro e piccoli ricevimenti. La cucina è prettamente tradizionale: dagli ottimi antipasti alla pepata di cozze (classica ma rivisitata), dai tagliolini prezzemolati all’astice al pesce sempre fresco. Ottima la carne, gustose le pizze e buoni i dolci fatti in casa. Via Montenegro 53, tel. 0831524316, 3471235516. Chiuso il lunedì.

Ma.Ri.Pa u Il piacere di una pausa pranzo veloce, leggera, a prezzi incredibili (pranzo a 7 euro!), ma con piatti saporiti e preparati con ingredienti di qualità. Il locale, situato proprio di fronte al Municipio, offre ogni giorno ampia scelta: quattro primi e quattro secondi. È aperto solo a pranzo, eccezion fatta per il sabato sera (quando si trasforma in pizzeria) Via Casimiro 22 (ang. piazza Matteotti), tel. 336.825384. Chiuso la domenica.

BERE

Il Negroamaro con le bollicine È stata la sorpresa migliore delle ultime vacanze natalizie, ma parlarne oggi non è certamente fuori tempo, perché comunque questo MelaRosa delle Cantine Due Palme, spumante rosè extra dry ottenuto da sole uve Negroamaro vinificate in rosato e spumantizzato con metodo charmat è piacevole anche a tutto pasto o come aperitivo, magari al posto del prosecco, dunque il suo uso non resterà relegato al periodo natalizio. È un brut molto delicato, che piacerà molto anche alle donne, perché ha sentori freschi di piccoli frutti rossi. Al naso è piacevolmente floreale, mentre in bocca è morbido, delicato ed equilibrato. Scende che è una meraviglia. Viene da chiedersi perché Angelo Maci abbia aspettato così tanto a darci un prodotto di questo livello. Ma la risposta ce l’ha data sull’ultimo numero di TB: «Aspettavo uve eccezionali». In fondo solo con uve eccezionali può nascere un vino eccezionale. Va bene su antipasti, primi a base di pesce, secondi leggeri, piatti a base di verdure. Noi però lo abbiamo sorseggiato con ostriche, gamberi e scampi crudi. Che dire: la morte sua!

La locanda ti li Spilusi u Il ristorante-pizzeria che soddisfa ogni “spilo”, ideato da Fabrizio e Gianfranco. Vecchie e nuove pietanze della cucina tradizionale pugliese ed italiana, in un ambiente rustico immerso nel verde. Da provare i troccoli ai granchi e la “taiedda” di riso patate e cozze, “bracioli e purpetti”, ed ovviamente la grigliata mista di carne o pesce. Antipasti numerosi e gradevolissimi. Contrada Restinco 4, tel. 0831555481, 3280898063. Chiuso a pranzo.

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APPUNTAMENTI

TEMPO LIBERO CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE

UN MESE AL SALONE NAUTICO La manifestazione quest’anno si sposta a Sant’Apollinare. Aumentano gli espositori, mentre altre prestigiose fiere saltano o si ridimensionano a causa della crisi

M

anca un mese esatto alla prossima edizione del Salone Nautico di Puglia, che si svolgerà da mercoledì 14 a domenica 18 aprile, per la prima volta nello splendido specchio di mare antistante le banchine di Sant’Apollinare, nel porto interno di Brindisi e all’interno del Capannone ex Montecatini, con il contributo fattivo della Regione Puglia, della Lega Navale Italiana, della Camera di Commercio di Brindisi, del Comune di Brindisi, dell’Autorità Portuale di Brindisi e di altri importanti enti territoriali. Il programma dell’evento fieristico brindisino, giunto ormai alla sua ottava edizione, è stato illustrato nei giorni scorsi alla stampa nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato l’Assessore regionale

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al Turismo Magda Terrevoli e il presidente della società “Area Progetti” (che organizza l’evento) Giuseppe Meo. “Per una regione come la Puglia - ha affermato l’Assessore Terrevoli - con 800 chilometri di coste ricche di bellezze naturali, paesaggistiche e storiche, lo sviluppo del diportismo può creare importanti ritorni per il territorio, in termini occupazionali ed economici”. “L’evento che si svolge a Brindisi - ha affermato l’organizzatore Giuseppe Meo - è ormai il più importante e prestigioso del basso Adriatico ed uno dei più qualificati a livello nazionale. Quest’anno abbiamo spostato la location in località Sant’Apollinare, nel porto interno

di Brindisi, e questo renderà ancora più suggestivo lo spettacolo che si proporrà agli occhi delle decine di migliaia di visitatori. Si tratta di un’area attrezzata, con ampia disponibilità di posti-barca in acqua e grazie a questo riusciremo a far fronte ad un aumento del 30% di espositori. Il nostro Salone è uno dei pochi in Europa in controtendenza, visto che fa registrare dati di crescita nonostante la crisi che ha già fatto ‘saltare’ il Salone di Rimini ed ha ridimensionato quello di Roma. Vorrei sottolineare, infine, la presenza della Lega Navale Italiana che ha scelto Brindisi come uno dei tre eventi fieristici nautici in cui svolgere attività promozionale”.


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