ANTIGONART | N. 12 | DICEMBRE 2019
AntigonArt ~ dicembre 2019
In questo numero: Storia dell’arte e arti grafiche La minestra di polenta
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Biblioteca e consigli di lettura L’isola dei fiori blu
p. 5
Le vostre opere Pomeriggi sotto l’Albero
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Cinema Il Natale al Cinema
p. 11
Klaus – I segreti del Natale
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Musei, mostre e didattica museale Il mistero degli Etruschi: terza parte
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Musica Happy Xmas (War is Over) AntigonArt è la rivista dell’omonima associazione di promozione sociale. Per saperne di più potete contattarci via email (antigonart.aps@gmail.co m), telefonicamente (3383888057) o venirci a trovare sul nostro sito.
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Teatro Natale con lo Schiaccianoci
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ANTIGONART | N. 12 | DICEMBRE 2019 | ARTE E ARTI GRAFICHE
Storia dell’arte e arti grafiche Antigone ci accompagna alla scoperta della storia dell’arte e delle arti grafiche
La Minestra di Polenta Nel mondo di Brueghel Ciao, oggi voglio parlarvi di arte e letteratura insieme e presentarvi un libro dal nome buffo: La minestra di polenta di Giovanni Gandini. La minestra di polenta racconta la storia di un bambino di nome Pietrino che mangia proprio questo piatto: potrà suonarci un po’ strano, perché probabilmente qualcuno di noi non lo ha neanche mai mangiato! Si tratta della minestra di polenta. In effetti, io che vengo dalla Grecia non avevo mai sentito Tanto divertimento con i partecipanti del laboratorio Giochi antichi e giochi di una volta al Museo di Dicomano. parlare di polenta. Figurarsi di minestra di polenta! Eppure Pietrino ne va ghiotto e ne mangia talmente tanta da non riuscire a tenere gli occhi aperti. E così, nel frastuono di una festa, si addormenta e inizia a sognare… Attraverso il sogno entriamo in un mondo quasi magico: è il mondo dei quadri di Brueghel il Vecchio, un pittore olandese vissuto quasi cinque secoli fa. Nonostante il libro possa sembrare un po’ datato, diciamo vecchiotto (è stato pubblicato nel 1974), è assolutamente divertente, ricco di spunti e informazioni anche per i bambini di oggi! 2
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E proprio domenica 1° dicembre, dando inizio al ricco calendario di eventi di C’era e non c’era, la rassegna culturale per bambine e bambini promossa dal Comune di Dicomano, le ragazze di AntigonArt hanno organizzato un laboratorio sui giochi nell’antichità e i giochi di una volta al Museo Archeologico. Così hanno proposto ai partecipanti, insieme a tante altre attività e numerosi giochi, Paesaggi di Brueghel (1). la lettura di una piccola parte del libro La minestra di polenta. Questo particolare momento della storia, infatti, termina con l’arrivo di Pietrino nella piazza di Giocolone. Ma prima di arrivarvi, quali avventure avrà dovuto superare? Quali paesaggi avrà dovuto attraversare? Sicuramente i paesaggi dei quadri di Brueghel. Eccoli qua!
Paesaggi di Brueghel (2).
Pietrino si trova su di una nave in mezzo al mare in tempesta (1). Finita la tempesta e sceso dalla nave, Pietrino incontra un contadino a cui chiede indicazioni su dove trovare la minestra di polenta (2). Il nostro protagonista giunge in un paesaggio invernale e incontra un corvo, che dall’alto del ramo su cui si trova gli dà ancora indicazioni (3).
Paesaggi di Brueghel (3).
Paesaggi di Brueghel (4).
Dopodiché Pietrino incontra altri uccellini che si divertono a fare l’altalena su una vecchia porta e a tuffarsi nella neve (4).
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Pietrino segue dei bambini che si stanno divertendo sul ghiaccio (5). E, infine, arriva in una piazza gremita di bambini (circa duecento), anche loro impegnati a giocare. È proprio la piazza del Giocolone! (6) Anche Pietrino inizia a giocare, ma… cosa succede ancora? Per scoprirlo non dovete fare altro che cercare questo bel libro dalla copertina rossa e leggerlo! E lo volete un consiglio? Non dimenticate di cercare in soffitta o in cantina, tra le cose che sono appartenute ai vostri genitori o nonni quando erano bambini come voi… chissà che non lo abbiamo letto anche loro!
Paesaggi di Brueghel (5).
Paesaggi di Brueghel (6).
Buona minestra di polenta a tutti!
Perché parliamo di… storia dell’arte? di Sara Migaleddu Perché parlare alle bambine e ai bambini di storia dell’arte? Forse perché viviamo in un paese ricchissimo di storia e di opere d’arte che vengono apprezzate e invidiate da tutti? Sì, ma non solo. Forse perché, visto che l’uomo ha da sempre sentito il bisogno di comunicare tramite l’arte, conoscerla ci permette di riscoprire le nostre origini e la nostra storia? Mmmh, sì ovvio, ma c’è dell’altro. Perché il contatto con l’arte stimola la creatività e allena il senso critico? Sì, anche per questo! Perché l’arte nelle sue forme più varie consente di socializzare e superare le diversità? Sì, certo, anche per questo motivo! La verità è che far conoscere ai più piccoli la storia dell’arte è molto più di tutto ciò. Significa educarli alla meraviglia e all’emozione di fronte alle opere e indirizzare la loro curiosità verso nuovi orizzonti, perché i bambini, molto più degli adulti, sanno interrogare senza paura le opere d’arte e stabilirvi relazioni uniche. In questa rubrica miriamo a fare tutto ciò, ma anche qualcosa in più: vogliamo dare ai più piccoli gli strumenti per osservare e conoscere le opere d’arte e diventarne in questo modo premurosi custodi. Siamo certe che soltanto facendola entrare nella quotidianità dei bambini l’arte riuscirà a far parte anche del loro futuro.
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ANTIGONART | N. 12 | DICEMBRE 2019 | BIBLIOTECA E CONSIGLI DI LETTURA
Biblioteca e consigli di lettura Storie, libri e avventure illustrate lette e recensite per voi dalla nostra Antigone
L’isola dei fiori blu di Carlotta De Melas CONSIGLIATO DA: 15 ANNI IN SU
Qualche settimana fa è successa una cosa che non mi era mai capitata prima: alla nostra umilissima redazione (se così possiamo chiamarla) è arrivato un libro. Pensavo si trattasse di un errore, ma no: ci hanno davvero consigliato di leggere un romanzo. Che onore! Si intitola L’isola dei fiori blu di Carlotta de Melas, ed è un libro per ragazzi e ragazze decisamente più grandicelli di quelli a cui mi sono rivolta fino a ora, a coloro che nell’editoria si chiamano giovani adulti. Ovviamente non ho perso tempo e mi sono subito tuffata nella lettura. L’isola dei fiori blu racconta la storia di Ottavia, una ragazza di diciassette anni che vive a Siena insieme a sua madre, ma che non se la passa granché bene. A scuola non ha amici e, anzi, è costantemente vittima delle cattiverie dei suoi compagni e delle sue compagne di classe. La colpa di Ottavia? Nessuna in particolare, se non quella di avere un aspetto diverso dalla maggior parte dei suoi coetanei: eh sì, perché Ottavia
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ha una mamma portoghese, Clara, e un padre indonesiano, Eko, morto prima ancora di poterla conoscere, ma che le ha lasciato in eredità i suoi lineamenti. Ottavia passa il suo tempo in un vecchio cinema della città e a convincere sua madre di non avere proprio alcun problema. Che, insomma, tutto va a gonfie vele, esattamente come dovrebbe andare. E quando il gioco si fa duro – cosa che succede sempre più spesso – ad aspettarla ci sono gli appassionanti racconti di Clara sulla sua infanzia e sulla sua storia d’amore con Eko.
La copertina de L’isola dei fiori blu. Qui è disponibile anche il book-trailer!
Sua madre, infatti, è cresciuta su un’isoletta indonesiana dal nome ricco di fascino: l’Isola dei draghi. È qui che aveva stretto amicizia con un bambino – e poi un ragazzo – del posto, Eko, che poi sarebbe diventato il padre di Ottavia. Tra la rievocazione di luoghi quasi fantastici, di tradizionali feste indigene dal sapore quasi magico e la dolcezza di una storia d’amore di cui lei stessa è il risultato concreto e tangibile, Ottavia vive la sua vita sospesa tra un passato ricco di fascino e un presente da dimenticare. La sua vita cambia per sempre quando le cattiverie dei suoi compagni, già di per sé gravissime e ingiustificabili, oltrepassano ogni limite. Per darle modo di ricongiungersi alle sue radici, trovare lo slancio per rinascere e riscoprire quella parte di sé ricevuta in dono dal padre mai conosciuto, Clara decide di portare Ottavia sull’Isola dei draghi, un 6
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paradiso di sabbia bianchissima, squali e mari cristallini, ma anche di un passato misterioso che nasconde mille e più segreti tutti da riscoprire. L’isola dei fiori blu è un romanzo ricco di colpi di scena che affronta temi anche molto pesanti (bullismo, violenza sessuale, colonialismo), mescolando con successo l’ordinarietà di Siena e il fascinoso enigma di un’isoletta lontanissima e diversissima dal mondo a cui siamo abituati, ma che non nasconde meno dolore e meno zone d’ombra della Toscana in cui Ottavia è cresciuta. Grazie a un’infanzia trascorsa nel Sudest asiatico dalla stessa autrice, le descrizioni dei paesaggi indonesiani sfuggono agli stereotipi e, anzi, ne restituiscono un’immagine – non so se fedele, perché non ci sono mai stata – che sa di autenticità. Una lettura a tratti difficile, ma anche poetica ed evocativa, per chi ha voglia di riscoprire la ricchezza nella diversità, di ampliare i propri orizzonti e di credere che le favole, a volte, si avverano. Buona lettura,
Perché parliamo di… letteratura per bambini? di Serena Stagi La letteratura per bambini e ragazzi è il settore più vivo e florido dell’editoria, ma la passione per i libri che impariamo a coltivare da piccoli non ci accompagna fino all’età adulta e, ahimè, l’Italia resta uno dei paesi europei in cui si legge meno. Eppure leggere, e soprattutto iniziare a farlo fin dalla più tenera età, è il vizio migliore che ci sia. Perché i libri, quelli buoni, aiutano a sviluppare le facoltà mentali, a riflettere ed esercitare il proprio senso critico, ci accompagnano per mano fino a metà strada, lasciandoci la possibilità di arrivare fino in fondo contando soltanto sulle nostre forze. I libri educano all’empatia, alle emozioni, alla sensibilità: sono una vera e propria palestra per l’intelligenza emotiva dei più piccoli (e dei più grandi, se riescono a non perdere il vizio). E leggere non è soltanto una saggia decisione! Leggere significa avvicinare lo sguardo e il cuore a un caleidoscopio di storie, colori, prospettive, voci ed emozioni che ci aiutano a vedere il mondo al di là delle apparenze. Leggere può e deve essere divertente, rilassante, stimolare la fantasia, l’immaginazione, moltiplicare le possibilità del reale e portarci là dove da soli, forse, non giungeremmo mai. Là dove non dovremmo mai disimparare a tornare.
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ANTIGONART | N. 12 | DICEMBRE 2019 | LE VOSTRE OPERE
Non solo musei: le vostre opere Disegni, dipinti, racconti e opere d’arte creati da voi bambini e bambine
Pomeriggi sotto l’Albero Ah, che meraviglia il Natale! Luci, addobbi, regali e poi – soprattutto – durante il Natale siamo in vacanza! Possiamo alzarci tardi perché non dobbiamo andare scuola, possiamo giocare a casa, leggere delle storie natalizie e poi… e poi… Beh, forse tutti questi giorni senza scuola dopo un po’ diventano noiosi, non credete anche voi? Allora ecco qua qualche suggerimento per passare delle belle vacanze natalizie divertendosi! IDEA N. 1 – COI BISCOTTI NON SI SBAGLIA MAI! Che ne direste di chiedere a qualcuno di più grande che sta a casa con voi di fare insieme dei biscotti? Proponetegli questa ricetta facile e buonissima! Ecco gli ingredienti: • • • • • • •
100 g di burro morbido 150 g di zucchero 1 pizzico di sale 1 uovo 1 bustina di lievito 200 g di farina per dolci tipo 00 zucchero a velo q.b. (che sta per quanto basta)
L’omino pandizenzero di Shrek! (Fonte)
Forza, rimboccatevi le maniche e via! Impastate tutti gli ingredienti e poi dategli la forma che preferite. Fate dei biscotti a forma di stella o albero di Natale, o magari anche a pupazzo di neve o del
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mitico omino pandizenzero di Shrek! Ovviamente nell’impasto potete aggiungere pezzettini di cioccolato per rendere il tutto più appetitoso, o polvere di cannella per dare ai biscotti un profumo inconfondibile! Fatevi aiutare a mettere i biscotti su una teglia e poi infornate il tutto e attenzione al tempo: in 15-20 minuti saranno pronti da mangiare! IDEA N. 2 – TUTTI AI POSTI DI COMBATTIMENTO! Natale vuol dire grandi pranzi e cena in famiglia e allora perché non realizzare a mano dei segnaposti unici? Ecco cosa vi servirà: • • • •
Cartoncino bristol bianco o dei colori che preferite Forbici dalla punta arrotondata Righello Colori.
Come si procede? Dividete il cartoncino in quadrati di circa 10 cm per lato, ritagliateli e in ognuno dei quadrati ottenuti disegnate qualcosa che vi ricorda il Natale o la persona a cui volete destinare il segnaposto. Per esempio, avete uno zio con i baffi? Allora potreste disegnare un pupazzo di neve con i baffi! Una volta disegnata la figura, coloratela, scrivete il nome del commensale e ritagliatela. Quando sarà il momento di apparecchiare sistemate i vari segnaposti… ed ecco una bella tavola natalizia personalizzata! IDEA N. 3 –
ALBERI
DI
NATALE
ALTERNATIVI
Conoscete la canzone che fa “Per fare Un albero di Natale realizzato con materiale riciclato (Fonte) un albero ci vuole seme, per fare un seme ci vuole un frutto…”? Ecco, non sempre è così: a volte possiamo fare gli alberi, in questo caso di Natale, con altri oggetti! No, non sono impazzita!
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Voglio solo suggerirvi un’altra idea natalizia grazie alla quale potrete realizzare un bellissimo e colorato albero di Natale con materiale riciclato. Come fare? Basterà colorare di verde alcuni rotoli finiti di carta igienica, incollarli insieme in modo da dargli la forma triangolare tipica dell’abete e poi addobbarli con quello che più vi piace e il gioco è fatto! IDEA N. 4 – CON UN LIBRO NON SI SBAGLIA MAI… Quando l’albero sarà pronto e mentre i biscotti saranno in forno, prendete un bel libro e leggetelo insieme ai vostri familiari, perché durante le vacanze natalizie è bello coccolarsi un po’ sul divano con una bella storia. Nei prossimi giorni, insieme alle ragazze di AntigonArt, realizzeremo queste e tante altre idee alla Ludoteca di Londa. Volete venirci a trovare? Noi vi aspettiamo con tutto l’occorrente: libri, giochi, pastelli, cartoncini e tanta fantasia! A presto,
Non perdetevi il programma completo delle attività di dicembre alla Ludoteca di Londa: clicca qui per tutte le info, i costi e il calendario, oppure sfogliate la rivista fino all’ultima pagina. Vi aspettiamo!
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ANTIGONART | N. 12 | DICEMBRE 2019 | CINEMA
Ciak, si gira! Parliamo di cinema Tra film, attori, cinema e musei alla scoperta della Settima Arte
Il Natale al Cinema Siamo arrivati finalmente a dicembre! Per le vie si iniziano a srotolare metri di lucine colorate, nelle piazze ci si appresta ad addobbare il più bell’albero del mondo, nei negozi si ammassano idee regalo, nelle case si incartano pacchetti su pacchetti… e in televisione (o sulle piattaforme di streaming) tornano i classici film di Natale! Scommetto che ognuno di voi ha, almeno una volta, visto Il Grinch (2000), Mamma, ho perso l’aereo (1990) o Una poltrona per due (1983). Si potrebbe proprio dire che senza uno di questi titoli… il Natale non sarebbe un vero Natale! Ma al di là di tutti i film che ci vengono proposti e riproposti, quali sono le pellicole che davvero meritano di essere viste e, soprattutto, riviste? Io una piccola classifica l’ho fatta, siete d’accordo con me? IL CANTO DI NATALE DI TOPOLINO (1983) Qui qualcuno odia il Natale! Chi è? È Paperone nei panni di Ebenezer Scrooge (dal racconto di Charles Dickens, Canto di Natale, del Il Canto di Natale di Topolino (Fonte) 1843)! “Sento puzza, sento puzza di che?” di un avaro solo che si è dimenticato della gioia della condivisione. Gli spiriti del Natale riusciranno a far cambiare idea al
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burbero papero? Questo cortometraggio Disney ha ormai qualche annetto, ma vi assicuro non ha perso il suo fascino! Sullo stesso tempo molto bello è anche A Christmas Carol (2009). EDWARD MANI DI FORBICE (1990) Il film vede protagonista un giovane Johnny Depp (Pirati dei Caraibi) che al posto delle dita ha delle lame, come quelle, appunto, di una forbice. Ai più fa paura, viene lasciato in disparte e guardato male da tutti. Ma un giorno bussa alla sua porta Peggy, che decide di portarlo a vivere con sé e la sua famiglia per farlo entrare nella società. Che dite: ce la farà? Sicuramente, più per il volere di ricche donne borghesi, diventerà un ottimo parrucchiere! NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS (1993) Il regista Tim Burton ci porta nel paese fantastico di Halloween. Qui vive Jack, uno scheletro molleggiante e un po’ scoordinato che inizia a non sopportare più il clima della spaventosa festività. Per l’appunto, riscopre il Natale avvolto nel suo clima di gioia, tra mille lucine e addobbi colorati… e, soprattutto, privo di facce arcigne e brutti spaventi! Ma i suoi concittadini sembrano non volerne sapere di questa festa… IL GRINCH (2000) Il già nominato Grinch con Jim Carrey nei panni del verde e scorbutico protagonista che, attenzione-attenzione, odia anche lui, come Paperone, il Natale! Ma che, piano piano Il Grinch (Fonte) e con non poche difficoltà, cambia idea grazie alla piccola e dolce Cindy Chi Lou. Scena indimenticabile? Il sindaco che viene trascinato in piazza nel suo letto…
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in pigiama! Personaggio preferito? Il cane Rudolph “travestito” da renna! Molto carino anche il film d’animazione dello scorso anno. THE FAMILY MAN (2000) Il protagonista, interpretato da Nicolas Cage, diventerà da imprenditore con auto e casa di lusso, a umile uomo di famiglia costretto ad affrontare i problemi e le difficoltà di tutti i giorni. Un The Family Man (Fonte) angelo dà la possibilità a Jack Campbell di scoprire come sarebbe stata la sua vita se non fosse divenuto il re di Wall Street. Sceglierà di rimanere solo ma ricco, o di avere una famiglia con la quale saltare sul letto e condividere la magia del Natale? THE POLAR EXPRESS (2004) Si tratta di un film d’animazione con protagonista un bambino, Hero Boy, di quasi 10 anni. Lui non crede in Babbo Natale, ma poco prima della mezzanotte, un grande e accogliente treno a vapore lo porta al Polo Nord. Cosa ci insegna questo film? Che sognare è importante e che non bisogna mai smettere di farlo! Ma sapete cosa mi piace di più dei film di Natale? Il fatto che, la maggior parte delle volte, vanno bene per tutte le età: grandi e piccini possono così condividere momenti di tranquillità distesi sul divano, magari con una cioccolata calda tra le mani e il camino acceso. È sicuramente quello che farò io, e voi? Buona visione!
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Klaus – I segreti del Natale Lo so, lo so, vi ho appena consigliato un sacco di film a tema natalizio, ma ce n’è un altro di cui vi voglio assolutamente parlare! Si intitola Klaus – I segreti del Natale ed è un cartone animato fresco fresco d’uscita (15 novembre) su Netflix. Sapete che cos’è una origin story? È una definizione molto in voga quando si parla di super eroi: tutte le volte che un film ci mostra come un super eroe è diventato un super eroe, o come un cattivo è diventato cattivo, ecco che si parla di origin story, una storia che ci spiega le origini di un dato personaggio. Che cosa gli è successo perché diventasse il personaggio che conosciamo? Ecco, Klaus può benissimo considerarsi come la origin di story di un personaggio La locandina (Fonte) conosciutissimo e amatissimo in tutto il mondo. Ma non voglio rivelarvi di chi sto parlando (sono sicura che l’abbiate già intuito solo guardando la locandina), per scoprirlo dovrete guardare il film! Nonostante il titolo, la prima sorpresa è che il protagonista non è Klaus, ma Jesper. Jesper è il viziatissimo e svogliatissimo figlio del capo del servizio postale – sì, avete capito bene! Suo padre vorrebbe che Jesper seguisse le sue orme e diventasse un postino coi fiocchi, ma lui non ne vuole proprio sapere e all’accademia postale, dove vengono addestrati i futuri postini, Jesper sbaglia tutto di proposito. Tutto quello che vuole fare è tornare al lusso a cui è abituato a casa e soprattutto alle sue amatissime lenzuola di seta. Per dargli una bella svegliata, il padre gli affida un compito: aprire un ufficio postale funzionante sulla remota isoletta di Smeerensburg,
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dispersa dalle parti del circolo polare artico, e far sì che i suoi abitanti inviino almeno 6000 lettere. Fin qui non sembrerebbe esserci niente di strano, se non fosse che Smeerensburg è un luogo a dir poco inospitale, come Jesper scoprirà poco dopo il suo arrivo: non solo gli abitanti sono molto poco ospitali, ma per di più i due clan che ne compongono la popolazione – i Krum e gli Ellingboe – si odiano da secoli e tutto quello che hanno voglia di fare è disturbarsi a vicenda, talvolta dandosele letteralmente di santa ragione. L’unica insegnante dell’isola, la signorina Alva, è arrivata a Smeerensburg cinque anni prima e non è mai riuscita a fare lezione, perché i bambini non hanno nessunissima intenzione di stare seduti in classe con i bambini del clan rivale. Alva si è ridotta a vendere pesce in attesa di racimolare abbastanza soldi per abbandonare l’isoletta una volta per tutte! A Smeerensburg, però, nascosto in una foresta perennemente innevata e con la sola compagnia di alcune renne selvatiche, vive anche un misterioso falegname che ha un magazzino pieno zeppo Jesper e Klaus in una scena del film (Fonte) di giocattoli costruiti con le sue mani. Nel disperato tentativo di farsi consegnare almeno una lettera da spedire, Jesper si avventura nella foresta e fa la conoscenza di Klaus – così si chiama il falegname – e proprio quando tutto sembra perduto, ecco che il disegno di un bambino, trovato per caso da Jesper, colpisce l’attenzione di Klaus. È lui a decidere di portare uno dei suoi giocattoli all’autore del disegno, costringendo Jesper a dargli una mano. La voce si diffonde e in men che non si dica tutti i bambini di Smeerensburg scoprono che chiunque scriva una lettera a Klaus, riceverà in dono un giocattolo nuovo di zecca. E si sa che la cosa più bella dei giocattoli è condividerli e usarli per divertirsi tutti insieme! Poco a poco l’isoletta e i suoi scontrosi abitanti inizieranno a cambiare e a imparare nuove abitudini, a scoprire che una buona azione ne richiama sempre
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un’altra, ma non tutti sono felici di queste novità e faranno davvero di tutto per tentare di ostacolarle e ristabilire l’ordine delle cose. Più di questo non vi voglio rivelare! Sono sicura che vi divertirete come matti ad accompagnare Jesper e Klaus nelle loro avventure e soprattutto a cogliere qua e là gli indizi di una storia che siamo abituati a sentirci raccontare praticamente da sempre. In un periodo in cui l’animazione in 3D spopola in ogni dove, Klaus ritorna a uno stile d’animazione in 2D con bellissimi disegni realizzati a mano e buffi personaggi a cui è davvero impossibile non affezionarsi. Dolce, avvincente e con tante cose da insegnarci, Klaus può benissimo ambire a un posto nel pantheon dei migliori classici di Natale di tutti i tempi. Fatemi sapere che ne pensate!
Perché parliamo di… cinema? di Giorgia Stornanti Perché parlare di cinema a bambini e ragazzi? Forse non è un caso che la cosiddetta “settima arte”, la più giovane di tutte (in fondo ha “soltanto” 124 anni, spiccioli in confronto ad arti millenarie come scultura e pittura!), piaccia tanto ai più giovani. Sì, perché proprio come loro, è dinamica, in continuo movimento e non smette mai di crescere, nonché sempre al passo con i tempi. Il cinema è un’arte amata da tutti, che coinvolge, appassiona e soprattutto permette di imparare moltissime cose divertendosi. Per esempio, lo sapevate che il primo film con il sonoro in sincrono (cosa per nulla scontata nel lontano 1928) fu Steamboat Willie di Walt Disney, che ha per protagonista Mickey Mouse, il simpatico topo da noi meglio conosciuto come Topolino? O che Biancaneve e i sette nani fu il primo lungometraggio animato della storia del cinema, nel 1937? Questi, come molti altri cartoni animati, hanno segnato la storia del cinema mondiale… Altro che “roba da bambini”! Allo stesso modo non bisogna pensare che i vecchi film siano adatti solo alle nostre nonne! Molti film muti in bianco e nero, che magari al primo sguardo potrebbero sembrare noiosi e non suscitare nessun interesse nei più giovani, possono invece nascondere delle piacevolissime e divertentissime sorprese. Basta un po’ di curiosità per scoprire mondi nuovi e sconosciuti! Allora facciamo come il nostro eroe Topolino a bordo del suo battello e salpiamo verso quel mare sconfinato e meraviglioso che è il cinema!
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Mostre, musei e didattica museale Tantissime mostre e musei tutti da scoprire in compagnia di Antigone
Il mistero degli Etruschi. Terza parte Ben ritrovati, eccoci al nostro terzo appuntamento (se ve le siete perse: qui per la prima parte e qui per la seconda) alla scoperta dell’affascinante mondo degli Etruschi. NELL’ANTICHITÀ I PRINCIPALI PARTNER COMMERCIALI DEGLI ETRUSCHI ERANO PROPRIO GLI ANTICHI GRECI.
Forse vi sarete chiesti perché io, che sono greca, conosco così tante informazioni su di loro! Ma perché gli Etruschi hanno avuto molti scambi, sia commerciali che culturali con la mia patria, la Grecia. Quali? Ve lo spiego subito! Quando si parla di “commercio” nel mondo etrusco bisogna tener presente che i loro principali – come dicono i moderni – partner commerciali eravamo proprio noi, i Greci. Ma non pensate subito al commercio di oggi: tanto per cominciare, il denaro si diffuse molto tardi e le prime monete vennero coniate solo nel V secolo a.C. La loro circolazione risale alla seconda metà del III secolo a.C. I prodotti esportati erano tanti: metalli, cereali, METALLI, CEREALI, OLIO, BRONZI E CERAMICHE: GLI ETRUSCHI olio, nonché prodotti ESPORTAVANO QUESTI E ALTRI dell’artigianato artistico, tra PRODOTTI. cui bronzi e ceramiche. Sulla base dei ritrovamenti di molte anfore si può affermare che anche il 17
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commercio del vino era molto diffuso. I carichi delle navi trasportavano oggetti greci e fenici. Ma dove avvenivano questi scambi? I luoghi adibiti a questi traffici erano degli empori situati al di fuori della città o lungo le zone costiere. E dove si conservavano cibi e bevande durante i viaggi commerciali? In dei vasi di ceramica. Vi ricordate la storia del Vaso François? La produzione della ceramica Reperto conservato al Museo Archeologico di Dicomano. fa parte della storia etrusca e risente molto dell’influsso greco, anche se il bucchero è un prodotto strettamente etrusco. Che parola strana, vero? Niente paura, ve lo dico io di cosa si sta parlando: il bucchero è una ceramica di colore nero e non per una scelta estetica. Il colore è infatti la conseguenza di uno specifico processo di cottura. Questo tipo di ceramica era presente nel Mediterraneo, in gran parte nell’Italia meridionale, in Sicilia, in Sardegna, in Corsica, sulle coste della Spagna e della Francia, in Grecia, a Rodi, a Cartagine, a Cipro e in Siria… insomma, davvero in un sacco di posti! I primi esempi di questa ceramica vennero creati a Cerveteri, Veio e Tarquinia Reperto conservato al Museo Archeologico di Dicomano. ed erano caratterizzati da pareti sottili ornate con decorazioni impresse o graffiti. Nel tempo il bucchero si diffuse su tutto il territorio etrusco e venne esportato cambiando via via il suo aspetto: pareti spesse e decorazione molto ricca. La ceramica etrusca figurata si ispirò molto a quella greca sia per le tecniche utilizzate che per i soggetti raffigurati, presi dalle storie mitologiche. Alcuni artisti, invece, rappresentarono personaggi fantastici 18
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tratti dalle saghe locali. La ceramica figurata dell’età ellenistica viaggiò in parallelo, per poi essere sostituita da produzioni standardizzate come la ceramica a vernice nera. Il Museo Archeologico di Dicomano, ragazzi, ha molti modelli di queste ceramiche a tinta nera! Guardate un po’ qui accanto e nella pagina precedente. Ma gli Etruschi non vivevano di solo commercio, anche l’agricoltura era molto importante: questo popolo, Reperto conservato al Museo Archeologico di Dicomano. infatti, conosceva perfettamente le tecniche sperimentate in Egitto, in Mesopotamia e in Grecia. Gli Etruschi sapevano costruire canali e dighe per irrigare i terreni e attraverso il drenaggio prosciugavano le paludi. In Maremma ancora oggi si trovano i resti di impianti per l’utilizzo dell’acqua piovana, cioè della pioggia. Gli attrezzi utilizzati erano aratri di legno o di bronzo, accette, zappe con lame di diverso tipo e falci. E i prodotti? Si producevano cereali (farro, orzo, grano) e legumi (piselli e fave). Non solo: successivamente i coloni greci introdussero gli alberi da frutto, la vite e l’olivo. La coltivazione della vite si diffuse così tanto che gli Etruschi divennero i primi grandi produttori ed esportatori di vino! Imbarcazioni cariche di questa preziosa bevanda solcarono il Tirreno per È CONVINZIONE COMUNE CHE LA raggiungere la Sicilia e la LINGUA DEGLI ETRUSCHI FOSSE IMPOSSIBILE DA DECIFRARE. MA È Gallia meridionale. DAVVERO COSÌ?
Un’altra cosa… Tutti adesso dicono che è davvero difficile capire come parlavano gli Etruschi. Ma era veramente una lingua difficile e indecifrabile? No. Semplicemente è una lingua morta, cioè non è stata più parlata e la documentazione giunta ai giorni nostri è di scarsa qualità. A quei tempi 19
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pochi sapevano scrivere e chi era in grado di farlo era un privilegiato. Con certezza, però, sappiamo che gli Etruschi utilizzavano un alfabeto di stampo greco e sono state decifrate circa trecento parole. Ricordiamoci sempre che la scrittura etrusca va letta all’incontrario rispetto alla nostra, cioè da destra verso sinistra!
Le lettere dell’alfabeto etrusco. Ne riconoscete qualcuna?
Al Museo Archeologico di Dicomano un tabellone con l’alfabeto etrusco ci aiuta a capire meglio i simboli della loro scrittura: alcune lettere sono simili alle nostre, altre completamente diverse. Ecco qua le immagini di questa lingua “particolare”, valutate voi stessi! Ma un mistero avvolge ancora la storia delle origini del popolo etrusco. Su questo mistero sono state scritte tante, tantissime storie: quella più credibile sostiene che gli Etruschi deriverebbero da popolazioni che anticamente abitavano il bacino del Mediterraneo RESTANO ANCORA TANTI MISTERI tra il 2000 e il 1000 a.C. A DA SCOPRIRE SUGLI ETRUSCHI. causa dell’invasione dei PENSATE: NON SAPPIAMO CON CERTEZZA NEANCHE DA DOVE popoli indoeuropei, queste VENISSERO! popolazioni si erano fermate in Etruria e avevano creato, con pochi mezzi, una nuova civiltà dotata di 20
ANTIGONART | N. 12 | DICEMBRE 2019 | MOSTRE, MUSEI E DIDATTICA MUSEALE
una lingua propria, proveniente dal mondo orientale. Una civiltà che ancora oggi ci sorprende! Spero che questa piccola rassegna vi abbia intrigato. Non sono assolutamente affascinanti? A presto,
Perché parliamo di… didattica museale? di Giovanna Grasso Girare per musei pieni di quadri, sculture, oggetti a prima vista incomprensibili può sembrare incredibilmente noioso e disorientante. Mal di testa e stanchezza sono i tipici sintomi del visitatore inconsapevole. Ma con un poco di zucchero anche la medicina più amara può diventare gradevole, persino divertente! Infatti, ci sono diversi modi per visitare un museo e non è affatto noioso entrarvi, anzi, si possono scoprire cose e vivere avventure meravigliose. Basta pronunciare una parolina “magica”, anzi due: didattica museale! Significa imparare le cose attraverso l’esperienza, mettendo in relazione le opere che sono esposte nel museo con il visitatore. In questo modo si possono educare i piccoli visitatori, e non solo, alla creatività, privilegiando il fare come momento di conoscenza. Quando vi trovate in un museo davanti ad un’opera d’arte, provate a usare anche voi questi due semplici trucchetti: 1. Osservare: significa guardare nei minimi dettagli un’opera, come con una grande lente d’ingrandimento, e provare ad indovinare la tecnica che l’artista ha utilizzato. Vi accorgerete che ci sono tantissimi modi per dipingere un quadro o realizzare una scultura (tempera, olio, inchiostro, affresco, marmo, bronzo, ecc.) e che si possono utilizzare strumenti sempre diversi (pennelli, mani, scalpelli, pezzi di stoffa, sacchi, martelli, ecc); 2. Domandarsi: scatena la tua fantasia e prova a chiederti perché l’artista ha deciso di rappresentare quel soggetto e cosa vuole comunicare. L’opera d’arte non ha un messaggio segreto nascosto che solo pochissime persone possono capire; al posto delle parole usa i colori, la luce e le forme per “parlare” con noi. Se seguirete questi stratagemmi, sarete sulla buona strada per diventare dei perfetti “osservatori” di opere d’arte. Allenate quindi le vostre pupille e buona osservazione a tutti!
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ANTIGONART | N. 12 | DICEMBRE 2019 | MUSICA
A ritmo di musica con Antigone La nostra Antigone condivide con noi i suoi consigli su canzoni e artisti musicali
Happy Xmas (War is Over) Ciao a tutti piccoli e grandi lettori (e ascoltatori)! Ormai il Natale è vicino e già sento nell’aria una musica nuova… quella del repertorio delle canzoni natalizie! C’è un brano in particolare che mi emoziona ogni volta che lo ascolto: Happy Xmas (War Is Over) di un grande artista di nome John Lennon. Chi è John Lennon? È stato un cantante e musicista che dal 1962 al 1970 ha fatto parte della più grande band di tutti i tempi: i Beatles. È noto non solo per le canzoni indimenticabili Happy Xmas è del 1971 (Fonte) che ha scritto, ma anche per le sue battaglie pacifiste. Questo brano è stato scritto da John proprio per opporsi alla guerra e negli anni è diventata un classico natalizio. Ascoltatela, leggetene il testo e sono sicura che emozionerà anche voi:
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ANTIGONART | N. 12 | DICEMBRE 2019 | MUSICA
So this is Christmas and what have you done? Another year over a new one just begun.
E così è arrivato il Natale e tu cosa hai fatto? Un altro anno se n’è andato e uno nuovo è appena iniziato.
And so this is Christmas i hope you have fun the near and the dear ones the old and the young.
E così è Natale auguro a tutti di essere felici alle persone vicine e a quelle care ai vecchi ed ai giovani.
A very merry Christmas and a happy New Year let’s hope it’s a good one without any fear.
Buon Natale e felice anno nuovo speriamo sia un buon anno senza timori né paure.
And so this is Christmas for weak and for strong the rich and the poor ones the road is so long.
E così è Natale per i deboli ed i forti per i ricchi ed i poveri il mondo è così sbagliato.
So happy Christmas for black and for white for yellow and red ones let’s stop all the fight.
E così è Natale per i neri ed i bianchi per i gialli ed i rossi smettiamola di combattere.
A very merry Christmas and a happy New Year let’s hope it’s a good one without any fear.
Buon Natale e felice anno nuovo speriamo sia un buon anno senza timori né paure.
And so this is Christmas and what have we done another year over and a new one just begun.
E così è Natale con tutto quello che è successo un altro anno se n’è andato e uno nuovo è appena iniziato.
And so this is Christmas and we hope you have fun the near and the dear ones the old and the young.
E così è Natale auguro a tutti di essere felici alle persone vicine e a quelle care ai vecchi ed ai giovani.
A very merry Christmas and a happy New Year let’s hope it’s a good one without any fear.
Buon Natale e felice anno nuovo speriamo sia un buon anno senza timori né paure.
War is over, if you want it war is over now.
La guerra è finita, se tu lo vuoi la guerra è finita adesso.
Merry Christmas…”.
Buon Natale…”
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ANTIGONART | N. 12 | DICEMBRE 2019 | MUSICA
Un’illustrazione che ritrae John Lennon (Fonte)
Buon ascolto, buon Natale e alla prossima,
Perché parliamo di… musica? di Antonella Longhitano Perché parlare alle bambine e ai bambini di musica? Semplice: tutti la amano! Sfidiamo qualcuno a dire il contrario… Bastano un battito di mani, uno schiocco di dita, e il corpo non riesce a trattenersi: non può fare altro che muoversi, scatenarsi, liberarsi al ritmo della melodia! Oppure basta un semplice accordo di note ed ecco che la nostra mente si rilassa, la rabbia si dissolve pian pianino e il cuore batte più lentamente fino a… dormire beatamente! Questa è la magia della musica, ma se poi si aggiungono le parole ascoltare non basta più: dobbiamo cantare e liberare il nostro talento vocale! E poi la musica è il linguaggio universale per eccellenza, unisce, aggrega, fa bene al cervello e al cuore. Grazie alle canzoni i bambini (e anche gli adulti) imparano storie, vivono emozioni, si sentono più felici. È proprio così! La musica ci rende più felici ed è per questo che ci piacerebbe condividere con voi lettori questa felicità. Ogni mese vi consiglieremo alcune canzoni da ascoltare, vi parleremo di grandi artisti musicali e condivideremo con voi curiosità dello straordinario mondo delle sette note.
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ANTIGONART | N. 12 | DICEMBRE 2019 | TEATRO
Su il sipario! Tutti a teatro Opere, spettacoli e giochi teatrali per bambini e ragazzi di tutte le età
Natale con lo Schiaccianoci Ciao a tutti bambini e bambine, insomma, l’abbiamo detto: finalmente sta arrivando il Natale! E quando parliamo di Natale come non ricordare lo spettacolo natalizio più famoso del mondo? Sto parlando ovviamente dello Schiaccianoci, un bellissimo balletto russo dell’Ottocento con le musiche del grande compositore Tchaikovskij. Non le conoscete? Ma certo che sì! Sono le musiche su cui danzavano le fatine del film Disney Fantasia, vi ricordate? Lo spettacolo è basato sul racconto Lo Schiaccianoci e il Re dei Topi scritto da uno scrittore tedesco, Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, e riadattata da Alexandre Dumas, il papà dei Tre moschettieri. Volete che vi racconti questa storia? Mettetevi comodi allora!
Clara e il suo Schiaccianoci (fonte: Pinterest).
È la vigilia di Natale e i piccoli Clara e Fritz stanno aspettando con ansia l’arrivo dello zio Drosselmayer, che porta ai bambini degli splendidi regali: Clara riceve uno schiaccianoci a forma di soldatino che le piace moltissimo. Il suo fratellino Fritz per dispetto lo rompe, ma per fortuna Drosselmayer riesce a ripararlo e lo restituisce a Clara che poco dopo si addormenta con lo Schiaccianoci tra le braccia.
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ANTIGONART | N. 12 | DICEMBRE 2019 | TEATRO
Allo scoccare della mezzanotte tutto prende vita... L’albero di Natale cresce a dismisura e i giocattoli si animano quando, all’improvviso, dei topi arrivano per tendere un agguato allo Schiaccianoci. Inizia così una feroce battaglia tra i topi e i soldatini di Fritz che vogliono difendere lo Schiaccianoci. Clara, vedendolo in pericolo mentre combatte con il Re dei Topi, lancia la sua scarpetta contro quest’ultimo, permettendo allo Schiaccianoci di ucciderlo. Ed ecco che lo Schiaccianoci si trasforma in un bellissimo principe e conduce Clara nel magico Regno dei Dolci. Qui incontrano la bellissima Fata Confetto (lo sapete? Nella versione originale si chiama La Fata Confetto (fonte: Pinterest). Sugar Plum Fairy cioè Fata Prugna Zuccherata: un dolce natalizio fatto con una prugna ricoperta da vari strati di zucchero che si appendeva all’albero di Natale, molto amato dai bambini in Germania). In loro onore la Fata organizza una festa con una serie di danze con le musiche più belle di Tchaikovskij, quelle che tanto piacevano a Walt Disney: la danza araba rappresenta il caffè, la danza cinese il tè, la danza spagnola la cioccolata e infine la danza russa che rappresenta i bastoncini di zucchero colorati. Il valzer dei fiocchi di neve (fonte: Pinterest).
Dopo uno splendido e romanticissimo valzer tra il principe e la Fata Confetto, il sogno di Clara volge al termine. La bambina si risveglia felice ripensando alle straordinarie avventure vissute in quel mondo fatato, mentre stringe al cuore il suo amato Schiaccianoci.
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ANTIGONART | N. 12 | DICEMBRE 2019 | TEATRO
Vi è piaciuto questo racconto? A me moltissimo! Ma lo sapete che oltre a Fantasia, che utilizza le musiche di questo balletto, esistono anche molti cartoni animati che raccontano questa storia? Uno dei miei preferiti è La favola del Principe Schiaccianoci, che riprende fedelmente l’originale di Hoffmann. Curiosi? Cliccate qui! Il valzer dei fiori (fonte: Pinterest).
Buone feste a tutti,
Perché parliamo di… teatro? di Talitha Medici Perché il teatro? E perché il teatro per bambini? Col teatro si imparano la dizione per pronunciare correttamente le parole, come rappresentare le emozioni dei personaggi di una storia, come costruire e interpretare un personaggio. Il teatro è un’attività ludico-didattica perché attraverso il gioco si può accrescere la propria autostima, si impara a relazionarsi con i compagni senza perdere la propria individualità, ci si può sentire parte di un gruppo. È tutto vero ma il teatro va oltre. Il teatro non deve sfornare macchinette automatiche belle da vedere e da ascoltare. Deve essere il luogo dove poter combinare e sperimentare le infinite possibilità della creatività e avere come collante la relazione tra esseri umani/personaggi. Esseri umani un po’ strambi poiché possono trasformarsi in oggetti, animali, personaggi noti, personaggi fantastici. Tutto questo grazie all’utilizzo della preziosa macchina che abbiamo a disposizione: il nostro corpo! Partiamo dal nostro corpo per conoscerlo meglio, studiarlo nelle sue molteplici possibilità di movimento, per costruire le scene, i personaggi, le storie, per diventare una coreografia di emozioni in movimento. Non siete curiosi di scoprire com’è possibile realizzare tutto questo? Preparatevi a un’esplosione di creatività!
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ANTIGONART | N. 12 | DICEMBRE 2019
AntigonArt ~ dicembre 2019 Credits:
La minestra di polenta di Caterina Zaru
Disegni di Veronica Grassi
L’isola dei fiori blu di Serena Stagi Pomeriggi sotto l’Albero di Sara Migaleddu Il Natale al Cinema di Costanza Zaru Klaus – I segreti del Natale di Serena Stagi Il mistero degli Etruschi di Marisol Cardini e Caterina Zaru Happy Xmas (War is Over) di Antonella Longhitano Natale con lo Schiaccianoci di Giorgia Stornanti
Grafica e impaginazione di Serena Stagi Font: Dalek Pinpoint, Olympus Decorazioni: Freepik
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AntigonArt è la rivista dell’omonima associazione di promozione sociale. Per saperne di più potete contattarci via email (antigonart.aps@gmail.com), telefonicamente (3383888057) o venirci a trovare sul nostro sito.
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