Atti convegno "La questione odontotecnica, oggi" 29 4 16

Atti del Convegno

“La questione odontotecnica, oggi�

29 aprile 2016 Auditorium, Ministero della Salute, Roma Patrocinio del

Questa pubblicazione contiene gli Atti del Convegno ANTLO dal titolo “La questione odontotecnica, oggi” organizzato venerdì 29 aprile 2016 presso l’Auditorium del Ministero della salute.

Per la prima volta si è tenuto un Convegno degli odontotecnici italiani presso il Ministero della salute. Per la prima volta ha partecipato un Ministro della salute, l’on. Beatrice Lorenzin.

Per la prima volta un docente come l’on. Giorgio La Malfa ha tenuto una lectio magistralis su un importante argomento come la crisi dell’Europa.

Seppur significativi ed emblematici, questi non sono stati i soli fattori che hanno evidenziato il successo di un Convegno che ha visto anche gli interventi della Presidente AIDI, dott.ssa Antonella Abbinante; del Segretario Generale SIASO, Fulvia Magenga; del Presidente Promounidi, dott. Alessandro Gamberini; dell’on. Alessandro Pagano; del Presidente AIO, dott. Pierluigi Delogu; del Presidente Key-Stone, dott. Roberto Rosso; dell’on. Marco Rondini, cui vanno i nostri ringraziamenti per il contributo dato ai lavori.

Di particolare rilevanza le conclusioni del Gen. Franco Condò, Consigliere per l’odontoiatria del Ministro Lorenzin, che hanno evidenziato le possibili direttrici della soluzione di annosi problemi della nostra categoria.

Siamo ben consapevoli che non sono i Convegni che determinano la soluzione di antichi e nuovi problemi dell’odontotecnica e degli odontotecnici italiani, così come siamo ben consapevoli che non bastano solo la tenacia e la competenza a conseguire gli obiettivi posti.

Così, già all’indomani del 29 aprile 2016, abbiamo continuato con maggior forza e motivazione il nostro impegno sui vari versanti della nostra attività, nella chiara consapevolezza che quella del Convegno ANTLO su “La questione odontotecnica, oggi” sarà ricordata come la grande occasione colta dagli odontotecnici italiani.

Massimo Maculan Presidente Nazionale ANTLO

Sommario

Innocente Pozzan

pag. 6

Massimo Maculan

pag. 6

on. Giorgio La Malfa

pag. 16

on. Beatrice Lorenzin

pag. 21

Antonella Abbinante

pag. 23

Fulvia Magenga

pag. 24

Alessandro Gamberini

pag. 26

on. Alessandro Pagano

pag. 29

Pierluigi Delogu

pag. 32

Roberto Rosso

pag. 35

on. Marco Rondini

pag. 40

Franco Condò

pag. 43 RASSEGNA STAMPA DEL CONVEGNO

ANTLO

pag. 47

Odontoiatria33

pag. 58

Italian Dental Journal

pag. 65

Lab Tribune

pag. 66

Lettera sen. Giuseppe Marinello

pag. 68

I video degli interventi al Convegno sono pubblicati sul canale ANTLO Nazionale di You Tube

Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

Innocente Pozzan, Vice Presidente Nazionale ANTLO Buongiorno a tutti. Ho l’onore di aprire questo nostro convegno su “La questione odontotecnica, oggi”. Invito alla Presidenza Maurizio Troiani che sarà il coordinatore degli interventi; Massimo Maculan, Presidente nazionale ANTLO e il Generale Franco Condò, Consigliere per l’odontoiatria del Ministro Lorenzin.

Maurizio Troiani Buongiorno a tutti. Ben arrivati. Siamo a poco più del quarto d’ora accademico di ritardo, quindi praticamente in orario. Daremo di seguito alcune informazioni sul programma dei lavori. Do subito la parola al Presidente Massimo Maculan per la relazione introduttiva.

Massimo Maculan, Presidente Nazionale ANTLO Buongiorno a tutti. È sicuramente un piacere vedere per la prima volta tanti colleghi odontotecnici all’interno del Ministero della salute. È un qualcosa che mi emoziona particolarmente perchè non è mai successo prima. Io partirei direttamente con la relazione, visto che siamo in ritardo, poi ci concederemo qualche riflessione durante la mattinata.

Signori Invitati, Cari Colleghi a nome dell’Associazione che ho l’onore di presiedere ringrazio sinceramente quanti - accettando il nostro invito - sono oggi presenti a questo Convegno.

Un ringraziamento particolare desideriamo rivolgere al Ministro Lorenzin e al Consigliere Condò.

Il precedente Convegno lo organizzammo alla Camera dei Deputati, oggi presso il Ministero, manifestiamo così la ferma volontà di voler istituzionalizzare “la questione odontotecnica”.

Ringraziamo quanti interverranno in qualità di relatori per il prezioso contributo che daranno ai lavori.

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

Un particolare ringraziamento desideriamo rivolgere all’on.

Giorgio La Malfa che ha accettato l’invito a tenere una lectio magistralis su “Un’altra Europa”, illustrando non poco con la sua presenza e la sua lezione questo Convegno.

Un momento di riflessione per comprendere meglio l’attuale crisi di quell’Europa sognata dagli Adenauer, dagli Schumann, dai De Gasperi, per non parlare di Altiero Spinelli e che non sappiamo se oggi viva un’eclissi o un irreversibile tramonto dei valori che animarono i Padri fondatori, con un “appeal” ormai relegato solo al “Programma Erasmus”.

Un’Europa che tanto incide sul nostro quotidiano di cittadini e di categoria ed i cui destini hanno un impatto formidabile sul nostro futuro di cittadini e di categoria.

La presenza dell’on. La Malfa costituisce un “continuum” con il precedente Convegno che vide il Prof. Diamanti intervenire sulla necessità di marcare una forte identità della nostra attività.

Insomma, “non solo denti” nei nostri Convegni, ma anche temi ed interlocutori che contribuiscono non poco ad elevare conoscenze, competenze e spirito critico con i quali sviluppare capacità di analisi e di proposta.

Ringraziamo della presenza i graditi ospiti delle altre associazioni, del mondo accademico, della stampa specializzata, delle aziende nostre partners e gli amici a vario titolo presenti, sperando di dar loro un’occasione per acquisire ulteriori elementi di conoscenza della nostra realtà.

Da ultimo - ma non ultimo - ringraziamo i dirigenti ANTLO oggi presenti, dirigenti cui richiediamo sempre un notevole impegno per far si che le nostre iniziative siano coronate da successo.

Dal precedente Convegno abbiamo esportato “la questione odontotecnica” nei congressi culturali sull’intero territorio nazionale con uno spazio di confronto con i vari interlocutori.

Uno “spazio” che serve ad informare sull’attività svolta e raccogliere preziosi contributi dalla categoria, sostanziando così quel concetto di “partecipazione” cui molto teniamo.

Un concetto - quello della “partecipazione” - ormai derubricato a vecchio ed inutile arnese in questo tempo egemonizzato dal leaderismo e da un superficiale coinvolgimento tramite i social che altro non producono che disaffezione, populismo e dubbia pratica democratica, se non addirittura una conferma delle fosche previsioni di Orwell.

Noi, invece, crediamo molto nella “partecipazione” tanto da averne fatto lo slogan (“Insieme, protagonisti”) con cui ci rivolgiamo all’intera categoria.

Un “continuum”, infine, che vede nella presente iniziativa solo un’ulteriore tappa di un lungo ed impegnativo percorso che non vuol far solo conoscere “la questione odontotecnica”, ma risolvere finalmente qualche vecchio e nuovo problema.

Una “questione” - quella odontotecnica - a pieno titolo parte della “questione odontoiatrica” con la quale è intimamente connessa, al pari del resto della filiera del dentale.

Il livello di interdipendenza tra l’odontoiatria e i restanti soggetti della filiera (industria, distribuzione, odontotecnici, ASO, igienisti e il destinatario finale di tutti i beni e servizi erogati: il paziente) è così evidente che risulta improponibile la concezione secondo la quale quanto avviene in odontoiatria debba essere inteso come una sorta di “privativa” di qualcuno.

Né tanto meno accettabile è la fungibilità dell’attività odontoiatrica che per qualcuno è “alleanza terapeutica con il paziente” se non addirittura “missione laica” scevra da qualsiasi miserevole implicazione economica ed altre volte “tipica attività

imprenditoriale”, cogliendo così “fior da fiore” dalle convenienze.

Determinante è quindi il ruolo delle Istituzioni, in primis di quel Ministero che - e non solo per denominazione - ha la responsabilità sulla “salute”, sulla sua difesa e promozione.

Decliniamo le varie parti de “la questione odontotecnica, oggi”, dimostrando quanti e quali dei nostri problemi - alcuni esiziali - dipendano direttamente dalle politiche, dalle azioni, dai comportamenti di tutti i soggetti della filiera a cominciare proprio da quelli del comparto odontoiatrico e quali risultati abbiamo prodotti tali politiche, tali azioni, tali comportamenti sui pazienti, oltre che sugli stessi odontoiatri.

Siamo convinti che siano più gli obiettivi comuni da raggiungere unitariamente da parte dell’intera filiera che le naturali divergenze derivanti dai diversi interessi rappresentati.

Siamo, altresì, fortemente convinti che l’esasperazione dei conflitti, la consolidata vocazione al richiamo alla “pancia” e non alla “testa e al cuore” dei propri rappresentati derivino solo ed esclusivamente dalla ferrea volontà di mantenere inalterato il proprio potere personale a discapito dell’interesse generale.

Ci auguriamo così che l’odierna occasione susciti in tutti i rappresentanti della filiera del dentale, la volontà di avviare concrete iniziative per raggiungere obiettivi a vantaggio dell’interesse generale della cittadinanza e quindi dei propri rappresentati.

Le innovazioni tecnologiche e la difesa dello spazio professionale Nel precedente Convegno evidenziammo il problema derivante dell’uso di certe tecnologie digitali (CAD CAM) parlando, per la prima volta, di “difesa dello spazio professionale”.

Eravamo - e tuttora siamo - alle prese con circolari ministeriali che consentono agli odontoiatri di finalizzare direttamente i semilavorati prodotti dai centri di fresaggio con tecnologie CAD CAM, senza rispettare obbligazioni e adempimenti cui soggiace l’odontotecnico, in forza di specifiche Direttive UE e norme nazionali di attuazione.

“Summum ius, summa iniuria”, direbbe Cicerone.

Affermammo nel 2014: “Problema questo (la difesa dello spazio professionale) destinato ad assumere in un prossimo futuro dimensioni inquietanti quando si affermeranno le “stampanti 3D” che ridurranno sino ad annullare gli interventi di completamento sul semilavorato.”

Inquadriamo nel contesto che va delineandosi, quanto affermavamo solo due anni fa.

Il tema centrale al World Economic Forum di Davos in Svizzera dello scorso gennaio è stata la “Quarta Rivoluzione Industriale”, conosciuta anche con la denominazione “Industry 4.0”.

A Davos si è convenuto che “Industry 4.0” genererà - come “labour saving” - la perdita di 5 milioni di posti di lavoro nel prossimo decennio ed un aumento delle diseguaglianze già esplose per il non governo della globalizzazione e dell’innovazione tecnologica.

La “quarta” segue le altre “tre rivoluzioni industriali” che non poco hanno impattato nella vita di tutti gli esseri umani, oltre che

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

nell’industria e più in generale in economia: • la prima, alla fine del 1700, con l’avvento della macchina a vapore e della produzione industriale, ad iniziare nel tessile in Inghilterra; • la seconda, alla fine del 1800, con l’avvento dell’elettricità nei processi produttivi, delle produzioni di massa, dell’organizzazione scientifica del lavoro con il “taylorismo” e del “fordismo” nell’industria automobilistica USA; • la terza, negli ultimi decenni del 1900, con l’avvento dell’elettronica, dell’information technology e del digitale.

Di “Industry 4.0”, non è ancora indicata precisamente una data di avvio ma tutto lascia credere che tale ora sia già scoccata, confermando così quanto ebbe a dire il poeta Rainer Maria Rilke: “Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi, prima che accada”.

Intelligenza artificiale; stampanti tridimensionali; robotica; genetica ma anche velocità esponenziale con cui si afferma e pervasività che nulla trascura: queste le caratteristiche di “Industry 4.0” su cui convergono gli analisti.

Klaus Schwab, guru di Davos, con “The Fourth Industrial Revolution” ne traccia bene il ritratto, mentre uno studio del Gartner Group sostiene che con “Industry 4.0” si afferma: • l’Internet delle cose, l’evoluzione cioè della rete che consente agli “oggetti” di comunicare, tra loro e con terzi, dati ed informazioni; • la robotica diffusa che interessa non solo l’organizzazione del lavoro e la produzione; • le nanotecnologie che riguardano la manipolazione della materia a livello molecolare ma anche la progettazione e realizzazione di dispositivi tra uno e cento nanometri (il “nanometro” è un’unità di misura corrispondente a “10 alla meno 9”, cioè un miliardesimo di metro ovvero un milionesimo di millimetro); • le stampanti 3D o per meglio dire la “manifattura additiva”.

Quest’ultima sta avendo uno sviluppo vorticoso in vari settori ed in odontotecnica lo sviluppo maggiore, già in atto, è legato alle sistematiche “laser melting” dove la polvere metallica viene fusa formando con altissima precisione l’oggetto “protesico” finale.

Grande è il risparmio rispetto alle stesse tecniche, anche CAD CAM, della manifattura sottrattiva, con riduzione dei tempi di lavoro e consumo di materiali in funzione del peso dell’oggetto da realizzare, oltre a non utilizzo di costose frese, con relative rotture ed usure.

Allo studio ed in via di perfezionamento resine e compositi che si aggiungeranno ai prodotti calcinabili già esistenti o alle resine per modelli. L’hardware stesso si sta riducendo drasticamente in misure ed ingombri, ma soprattutto in costi d’acquisto.

In via di superamento i problemi di bio-compatibilità dei materiali che potranno permanere nel cavo orale, mentre si tende a differenziare tipologia e colorazione dei materiali per raggiungere soddisfacenti livelli di estetica, al momento ristretta a stratificazioni ad effetto “monoblocco”.

Fondamentale anche nella manifattura additiva la modellazione di partenza dei dispositivi che dovranno rispettare tutti i crismi di forma e funzione del manufatto eseguito in maniera “analogica” tradizionale.

E poichè le competenze teoriche e pratiche dell’odontotecnico non possono essere “esportate” né in soft né in hardware, si potrebbe contare su una sufficiente tranquillità per i destini futuri della categoria, salvo rendersi conto che le ragioni del profitto superano di gran lunga i requisiti - non dell’eccellenza - ma solo della buona pratica manifatturiera.

Con la manifattura additiva, si instaura infatti un rapporto diretto fra “chi progetta/produce” e “chi usa” e nel caso dei nostri dispositivi, “chi progetta/produce” non necessariamente potrebbe essere l’odontotecnico.

Filippo Astone di Radio24, a proposito di manifattura additiva, afferma non senza ragione

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

che questa modalità di produzione “cambia la vita di tutti noi, nella vita di tutti i giorni”.

L’affermazione della manifattura additiva si riscontra con i dati di vendita delle stampanti 3D, decuplicati in un solo anno: nel 2015 ne sono state vendute 217.000; nel 2016 si prevede di venderne 2.300.000.

EXPODENTAL Meeting che si terrà fra qualche settimana a Rimini e che vede ANTLO protagonista nella sessione odontotecnica con propri relatori ed eventi nei tre giorni della manifestazione, è una ghiotta occasione per conoscere le profonde trasformazioni in atto nello studio odontoiatrico e nei laboratori odontotecnici derivanti oggi dalla digitalizzazione.

Quanto sopra - per tornare ai nostri problemi - induce a qualche domanda: • che fine farà il contesto normativo che oggi presiede la fabbricazione dei nostri dispositivi, costruito esclusivamente sulla manifattura sottrattiva?

• come intervenire sulle circolari ministeriali che regolamentano oggi l’uso del CAD CAM ?

Alla prima domanda, non siamo in grado di rispondere, non solo perchè non abbiamo capacità divinatorie, ma perchè abbiamo appena cominciato il processo di analisi del fenomeno e quindi delle sue possibili ricadute in termini normativi.

Sulla seconda, abbiamo maturato riflessioni e esperienze tali da indurci ad affermare che la normativa vigente ha tralasciato di regolamentare delicate fasi del processo produttivo, incidendo negativamente sui RESS (Requisiti Essenziali di Sicurezza e Salute) da assicurare al paziente.

Lo strumento per colmare tale carenza è stato da ANTLO individuato ed uno specifico confronto con le competenti Direzioni Generali del Ministero della salute è stato avviato.

In particolare, una lunga ed approfondita riflessione sulla sussistenza di tutti i profili di liceità nelle citate circolari ministeriali, ci porta a considerare fondato impugnarle in una sede giudiziaria, per contestare la legittimità di tali provvedimenti.

Le due vie non confliggono, ma rappresentano il portato di un impegno prodotto negli ultimi due anni per individuare sedi e strumenti attraverso i quali difendere lo “spazio professionale” degli odontotecnici e quindi la stessa sopravvivenza della categoria e dell’attività.

Riteniamo così rispettato l’impegno più volte ribadito di non indulgere in inutili tentazioni “luddiste” rispetto alle innovazione tecnologiche, quanto garantire ad un tempo i giusti diritti della categoria ed i giusti diritti degli utilizzatori finali dei nostri dispositivi: i pazienti.

Rinviamo pertanto al mittente la sprezzante affermazione (“Manifestazione folkloristica”) con la quale è stata definita la nostra manifestazione dello scorso anno davanti questo Ministero: bisognerebbe avere più rispetto per chi è impegnato in battaglie di sopravvivenza.

In quanto al “folklore” abbiamo tutto da imparare da certi sulfurei personaggi che non poche responsabilità hanno per lo stato in cui versa oggi l’odontoiatria ed il dentale in generale.

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

La crisi strutturale dell’odontoiatria

Dopo quello delle donne, esiste oggi un problema di “pari opportunità” di accesso alle cure odontoiatriche che non riguarda solo le fasce meno abbienti, ma anche il ceto medio.

Al recente Congresso del Collegio dei Docenti si è posta una giusta attenzione sul numero in aumento dei casi di tumore del cavo orale, conseguenza diretta anche e soprattutto del drastico calo degli accessi alle cure odontoiatriche, vista la facilità della loro diagnosi.

Una tipologia tumorale in aumento e in controtendenza rispetto alla diminuzione di altri carcinomi. Il 5% degli italiani sono colpiti ogni anno da tali forme di tumore con 43.000 nuovi casi. La diagnosi tardiva - si è detto al Congresso del Collegio - provoca 8.000 morti in più l’anno e il 63% dei tumori scoperti in stadio avanzato.

Senza parlare di altre patologie, bastano questi dati per meglio comprendere l’impatto del drastico calo degli accessi alle cure sul livello di salute orale del Paese.

Sul fronte dei dati economici, avendo a disposizione al momento solo quelli del 2013 dell’Agenzia delle Entrate, rileviamo comunque che i ricavi medi degli studi odontoiatrici sono passati dai 155 mila/Euro del 2012 ai 152 mila/Euro del 2013, con un calo del 2% tornando ai livelli del 2010 e con una contrazione del reddito di impresa di quasi il 3% su base annua.

Più elevate le performances negative degli odontotecnici. I ricavi medi sono passati dagli oltre 71 mila/Euro del 2012 dei 13.852 laboratori, ai 67.340 Euro dei 14.192 laboratori del 2013 con una contrazione su base annua del 5%.

Ma il dato più significativo dei laboratori odontotecnici si desume dalla comparazione dei 19.032 laboratori censiti da ISTAT nel 1999 rispetto ai 14.192 censiti dall’Agenzia delle Entrate nel 2013, con una contrazione di oltre il 25%.

Già due volte il “mondo del dentale” ha provato ad individuare possibili interventi per favorire l’accesso alle cure (2000 e 2005).

Altri due tentativi del Ministero (2003 e 2009) sono miseramente falliti o non sono nemmeno nati.

Nel 2002 ANDI celebrò un congresso (“Governare il cambiamento”) decidendo di costituirsi in “soggetto collettivo” in grado di confrontarsi con le varie forme di “terzo pagante”, favorendo a vario titolo la mutualizzazione dei costi.

La stessa ANDI non poco ci aprì il cuore alla speranza quando a maggio 2014 a Cernobbio riprese il tema della mutualizzazione dei costi in odontoiatria, ma da allora nulla di concreto.

Sorvoliamo su cause e responsabilità specifiche e dirette che impedirono a tutti questi tentativi di riuscire a raggiungere gli obiettivi posti: imputiamoli genericamente a motivi “poco nobili”.

Chi ha vissuto direttamente tutti questi tentativi conosce bene cause e responsabilità che ne hanno determinato il fallimento, la maggior parte imputabili a “confronti” interni al mondo odontoiatrico, sin dalla non attuazione dei deliberati del Congresso ANDI del 2002.

Quel Congresso - lo citiamo ad esempio - aveva deciso la trasformazione dei dentisti in “soggetto collettivo” insieme ai componenti del team odontoiatrico per fronteggiare il potere dei “terzi paganti” (assicurazioni, fondi sanitari, ecc.) ed avviare così quella equa mutualizzazione dei costi che avrebbe favorito tutti ed in particolare i pazienti.

Aver contrastato sino ad annullare quelle decisioni, ha incrementato non poco il drastico calo degli accessi alle cure con tutte le conseguenze negative sull’intera filiera, costringendo i singoli dentisti a soggiacere alle condizioni dei “terzi paganti”.

Al secondo posto della nostra agenda è riportare nei laboratori il lavoro sottratto - al pari del resto della filiera del dentale - dalla crisi strutturale del modello di odontoiatria.

Crisi cui hanno concorso: la “interessata” disattenzione generale; le oggettive politiche di non intervento consumate negli ultimi venti anni; il prevalere di interessi particolari, se non addirittura personali, rispetto agli interessi generali.

Crisi che determina, tra l’altro, un drastico calo degli accessi alle cure con un altrettanto drastico calo del livello di salute orale del Paese oltre agli effetti negativi sull’intera filiera.

Per la portata diretta e generale di ciò che è ormai diventata la “questione odontoiatrica”, questa - l’abbiamo affermato - non può essere intesa come “privativa” di qualcuno o di pochi.

Da tempo invochiamo interventi di incentivazione degli accessi alle cure, ma più che ANTLO lo richiedono i dati che emergono ormai da circa 15-20 anni in tutte le analisi e ricerche.

Oggi ne riportiamo alcuni dall’ultima indagine presentata da ISTAT a luglio 2015 e condotta sull’intero 2013, confrontandoli con quelli del 2005 da noi illustrati nel precedente Convegno.

Nel 2013 si è rivolto al dentista il 37,9% della popolazione rispetto al 39,3 del 2005: in altre parole, solo 1 italiano su 3 è andato dal dentista almeno una volta l’anno. Nel Mezzogiorno il 27,7%, oltre 10 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale: solo 1 su 4. È doppia nel Mezzogiorno (12,1%) la percentuale rispetto al Nord (6,2%) di coloro che non sono mai stati dal dentista, mentre è in aumento dal 24,0 al 29,2%, quanti hanno dilazionato le visite in un arco temporale più lungo: da 1 a 3 anni.

Sul totale di quanti hanno rinunciato alle cure, i motivi economici incidono per l’85,2%. Il 50% di chi ha una laurea si reca almeno una volta dal dentista, mentre scende al 27,6% tra chi è in possesso della licenzia media.

Curarsi i denti è diventato sinonimo di “ricchezza” e possesso di un buon “grado di scolarizzazione”: uno status symbol che identifica agiatezza e cultura, situazione che non si può solo imputare - come taluni fanno - alla crisi economica del 2008.

Il trend data infatti già venti anni e così Key Stone stimava un calo di 1,6 milioni di pazienti in meno tra il 1999 e il 2002, un trend che si è poi ulteriormente consolidato disattendendo quanto detta l’art. 32 la nostra Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività”.

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

Un gran bel risultato, soprattutto per i dentisti.

Non ci ha quindi sorpreso il naufragio di un ulteriore tentativo, la tanto da noi invocata Conferenza Nazionale sull’Odontoiatria che doveva avere lo scopo di individuare con il Ministero strumenti atti ad incentivare gli accessi alle cure, predisponendo altri strumenti utili, quale un Osservatorio sull’odontoiatria.

Lo scorso autunno veniamo a sapere che si contestava la presenza degli odontotecnici alla Conferenza da parte di alcuni esponenti odontoiatrici. Non ci sono commenti da fare.

Evidentemente per qualcuno l’odontoiatria è “cosa” sulla quale altri non debbono interferire, salvo verificare i risultati che tale concezione ha partorito negli ultimi venti anni, non solo su tutti i soggetti della filiera, ma soprattutto per gli odontoiatri.

Non rinunciamo però a chiedere al Ministero interventi di incentivazione, invitandolo a creare un apposito gruppo di lavoro al fine di predisporre una proposta in grado di consentire al Ministro Lorenzin di farla inserire nella prossima legge di stabilità.

Siamo certi che gli eventuali mancati introiti all’Erario derivanti da una fiscalità di vantaggio per la defiscalizzazione delle prestazioni ed incentivazione alla mutualizzazione dei costi, sarebbero ampiamente compensati dall’aumento considerevole della fatturazione dell’intera filiera e dall’emersione di una cospicua base imponibile che sfugge oggi a tassazione.

Ma forse proprio questi effetti indotti sono in realtà le cause che sinora hanno impedito la realizzazione di politiche attive di incentivazione.

Riteniamo di poter convincere i “pasdaran” del bilancio pubblico, cui porteremo in dono l’ultimo libro dell’on. La Malfa su Keynes non per rammentare il significato di “deficit spending”, ma per far presente che talvolta un ipotetico “deficit” si può tradurre in sicuro “incoming”.

Non si comprende peraltro come sia possibile incentivare l’acquisto di mobili, elettrodomestici o il recupero fiscale del 140% del costo di macchinari e non favorire un adeguato livello di salute orale che, dal punto di vista socio-economico, riguarda circa di 150.000 addetti ed un fatturato complessivo dell’intera filiera che si attesta sui 9 miliardi/Euro.

In realtà non comprendiamo neanche come mai, da parte odontoiatrica, ci si preoccupi di più di tutelare strenuamente certe caratteristiche dell’offerta di prestazioni - ed il pensiero va alla battaglia sul DDL Concorrenza in Senato - e si trascuri clamorosamente la domanda, come è sempre stato fatto da venti anni a questa parte.

Risultati da Nobel, non solo in Economia, ma anche in Scienze Corporative!

Il Ministero ha l’occasione per recitare un ruolo davvero attivo in campo odontoiatrico con indubbi benefici sul livello di salute orale del Paese ma anche in termini di ricadute economiche sull’intera filiera del dentale, invertendo finalmente la rotta di certe interessate “non politiche”.

Impedisca il Ministero che continuino nella cecità di certe pratiche. Impedisca che pochi facciano danni a tutti, a cominciare dai pazienti e poi ai propri rappresentati.

Le ipocrisie sul prestanomismo ed abusivismo odontoiatrico Tra le tante vicende di questo strano mondo dell’odontoiatria, certe intemerate campagne contro l’abusivismo odontoiatrico con relativa narrazione favolistica, favole che si è intesi proporre come “realtà scientificamente dimostrata” quando si è ricorsi a commissionare una ricerca che - dicono - è riuscita a “stimare scientificamente” il fenomeno.

Dopo che l’abusivismo per anni è stato il frutto di una nuova forma di ludopatia - la urlata caccia all’abusivo - con numeri tra 10.000 e 40.000, sappiamo finalmente che in Italia operano 15.000 abusivi, ovviamente da ricercare - ça va sans dire pressoché esclusivamente tra gli odontotecnici:1.000 in più dei 14.000 laboratori odontotecnici in attività.

I parametri su cui si fondano i risultati della ricerca su “L’esercizio abusivo della professione medica ed odontoiatrica” realizzata per conto della FNOMCeO nel 2012 e presentati in una conferenza stampa nel maggio 2013, sono alquanto singolari per non dire bizzarri.

Si basano infatti sulla comparazione tra la spesa delle famiglie per l’odontoiatria e il totale del fatturato denunciato nello studio di settore dagli odontoiatri.

In altre parole: la differenza tra quanto spendono gli italiani per l’odontoiatria e quanto dichiarano al Fisco i dentisti - ammesso che siano omogenee le due fonti - non è l’area di evasione fiscale di chi dovrebbe sempre fatturare le prestazioni, ma il fatturato degli abusivi!!!!

Un meraviglioso volo pindarico sugli inesplorati territori dell’irrealtà!

Ma la “scientificità dell’indagine” non si ferma solo a questo bizzarro e singolare assunto, prosegue sino a risultati in conflitto con le più elementari operazioni di calcolo, per determinare in 15.000 gli abusivi, in 600 milioni il fatturato ed in 85 quelli sottratti al Fisco.

Invitiamo tutti a leggere attentamente questa indagine: è molto istruttiva e spiega meglio di qualsiasi convegno perché l’odontoiatria versa nelle condizioni attuali.

“Sono cifre da punto esclamativo che gridano vendetta” ha esclamato il Presidente CAO alla presentazione di questa indagine. Incommentabile!

Qualche commento invece intendiamo fare sulle misure reali di contrasto all’abusivismo che, è bene rammentare, si consuma

Una politica - quella di strenua difesa delle peculiarità storiche dell’offerta e quindi di un certo modello di odontoiatria - che non ha portato a nessun risultato, tanto meno per gli odontoiatri.

Abbiamo visto i risultati della battaglia contro la pletora odontoiatrica (53.000 abilitati del 2002 arrivati oggi a 62.000), per non parlare degli accessi alle cure.

Il tutto si è tradotto in più competitors tradizionali ma anche in nuove forme aggregate di offerta (low cost, catene e turismo odontoiatrico), in presenza di un drastico calo della domanda e di una contrazione di ricavi e reddito.

Low cost, catene odontoiatriche, società di capitali, turismo odontoiatrico dipinti come presenza del Diavolo in Terra Santa mentre sono il frutto della netta chiusura corporativa di un modello di odontoiatria: un pò come se i padri maledicessero i propri figli naturali.

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

all’interno degli studi odontoiatrici, generato, coperto e sfruttato da abilitati all’esercizio dell’odontoiatria regolarmente iscritti all’Ordine dei Medici.

sugli stessi numeri la loro “scientificità”. Non ci meraviglieremo del loro stupore.

Chiediamo al Ministero di intervenire affinché vengano pubblicati questi dati e comunque non tralasceremo ogni via per ottenere il più alto livello di trasparenza sul fenomeno del prestanomismo da un Ente, l’Ordine dei Medici, che con certi comportamenti incoraggia non poco quanti chiedono l’abolizione degli Ordini Professionali.

Noi comunque incassiamo questo risultato politico che giocheremo sempre e comunque ogni qual volta da certi improbabili inflessibili fustigatori di ipotetici malcostumi altrui e misericordiosi distratti dei vizi di casa propria, si punterà il dito sull’illegalità in odontoiatria.

Da parte nostra, moltiplicheremo l’impegno e l’attenzione affinché ogni forma di illegalità venga colpita adeguatamente in odontoiatria a cominciare dal prestanomismo.

Un fenomeno che stando ai dati dei NAS riguarda qualche centinaia di casi: nel 2013 sono stati denunciati 269 dentisti abusivi (non solo odontotecnici) e sequestrati 138 studi odontoiatrici. Tanti comunque, da combattere assolutamente, ma certamente non da “allarme sociale”!

Ma dato che qualunque caso di abusivismo non si può riscontrare senza la concomitante presenza del prestanome, se fossero veri quei numeri, saremo in presenza di 15.000 prestanome sui quali non sono mai state approntate intemerate campagne di denuncia. Anzi!

Nel 2014, con un vero e proprio “scippo con destrezza”, sono state cancellate in Senato le giuste sanzioni che il DDL Marinello prevedeva contro i prestanome e non abbiamo sentito esclamare da nessuno: “Sono fatti da punto esclamativo che gridano vendetta!”.

Da ultimo, una considerazione su alcuni emendamenti presentati al DDL Marinello in Commissione Giustizia alla Camera sulla composizione della proprietà e degli organi delle società che erogano prestazioni odontoiatriche.

Come abbiamo avuto modo di dire, non è questione che ci riguarda direttamente, non vorremmo però che la dubbia pertinenza dell’emendamento con la materia trattata costituisca occasione di ritardo, se non di arresto dell’iter di approvazione del DDL Marinello.

Non solo, ANTLO è rimasta da sola nei rapporti con la Commissione Giustizia della Camera a chiedere il ripristino delle sanzioni contro i prestanome, mettendo a dura prova la pazienza della Presidente Ferranti, del Relatore on. Pagano e dello stesso padre del DDL, sen. Marinello.

Non abbiamo alcun timore a chiedere sanzioni efficaci contro gli abusivi e lo abbiamo dimostrato con i fatti. Non ci sembra di avere riscontrato analogo comportamento dal mondo odontoiatrico nei confronti dei prestanome, né ci si può limitare a constatare che il Codice Penale già provvede a sanzionare chi concorre nel reato.

Vorremmo altresì che insieme ai nostri emendamenti contro il prestanomismo, vengano anche accolte le nostre proposte per contrastare più efficacemente l’abusivismo odontotecnico e non solo per una questione di pari dignità con l’abusivismo odontoiatrico.

Troppo comodo. Anche Mandeville (autore de “Vizi privati e pubbliche virtù”) avrebbe da ridire.

Recentemente abbiamo richiesto a tutte le CAO provinciali i dati relativi al numero degli iscritti e al numero dei provvedimenti presi nei confronti dei prestanome negli ultimi cinque anni.

Il Presidente CAO Nazionale ha affermato, come noto, che ANTLO non è titolata a inoltrare tale richiesta e che pertanto non verrà data risposta.

E così l’improbabile Torquemada degli abusivi, all’improvviso si ricorda - quando si parla di prestanome - che siamo in pieno Giubileo della Misericordia.

Forse, dati i numeri “minimi” che poteva comunicare, si è avvalso del diritto per cui “De minimis non curat praetor” (“Il pretore non si prende cura delle cose di poca importanza”)

Le motivazioni le abbiamo illustrate con dovizia di particolari, alcune legate a filo doppio con le attuali circolari ministeriali sull’uso del CAD CAM. Attendiamo fiduciosi.

Perché ANTLO - al contrario di tanti altri censori a corrente alternata - vuole comunque e con i fatti contrastare adeguatamente tutti i fenomeni di illegalità in odontoiatria.

Tutti, nessuno escluso.

Il profilo

Verificheremo se il comportamento del dottor Renzo contravviene al Decreto Balduzzi sul riordino degli ordini o alla Legge 241/1990 che garantisce l’accesso agli atti amministrativi o al dettato dell’art. 54 della Costituzione per cui i cittadini chiamati ad assolvere funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con “disciplina ed onore”.

Certamente contravviene a quel codice che dovrebbe essere osservato da chi esplica una funzione pubblica, la trasparenza degli atti, in particolare da chi, come il dottor Renzo, insegna all’Università “Etica professionale e Codice deontologico”.

Altra vicenda incredibile di questo strano mondo dell’odontoiatria è quella relativa al nostro profilo professionale fermo da ben 88 (ottantotto) anni al Regio Decreto n.1334 del 1928.

Non crediamo esista un’altra attività disciplinata da una normativa ancora inchiodata ad un Regio Decreto a firma di Mussolini, Rocco e Sua Maestà Vittorio Emanuele III, mentre ora parliamo di Quarta Rivoluzione Industriale, manifattura additiva e digitalizzazione.

Stra-nota la sua incredibile storia con le altrettanto incredibili motivazioni avverse, peraltro modificatesi in corsa d’opera.

Così come abbiamo fatto con l’autore de “Abusivi” che riportava in evidenza i dati FNOMCeO, a breve spiegheremo ai deputati che hanno presentato recentemente una interrogazione basandosi

Già, perché dopo aver individuati 24 profili professionali da regolamentare con il DLGS 502 del 1992 sulle professioni

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

sanitarie, ne furono regolamentati in pochi anni ben 22, alcuni dei quali senza una pregressa regolamentazione. Ne rimanevano due: gli odontotecnici e gli ottici.

Nel 2000 inizia l’iter del profilo odontotecnico in base al disposto del DLGS 502/92.

Licenziato nel maggio 2001 dal Ministro Veronesi. Approvato dal CSS nell’ottobre 2001.

Inviato al Consiglio di Stato che ad aprile 2002 fa presente che la materia delle professioni rientra fra quelle oggetto di “legislazione concorrente” fra Stato e Regioni, visto il referendum dell’ottobre 2001 che ha approvato la modifica del Titolo V della Costituzione.

Durante tale iter si riscontrò - come da documenti ufficiali del Ministero e da testimonianze di coloro che agirono in nome e per conto del CSS - il parere favorevole della FNOMCeO e, secondo quanto riportato dalla stampa (Sanità de Il Sole/24 ore - novembre 2001), anche il parere favorevole della più grande Associazione odontoiatrica.

Quello stesso Presidente CAO a settembre 2001 in una conferenza stampa affermò che in caso di approvazione del profilo odontotecnico questo avrebbe provocato un aumento dei casi di AIDS (sic!) e qualche settimana dopo dava il assenso.

Quel testo prevedeva, oltre alle prove di congruità nel cavo orale del paziente, anche l’ottimizzazione del dispositivo sempre nel cavo orale.

Nel 2007 invece, una volta dato corso a quanto indicato dal Consiglio di Stato, le stesse rappresentanze odontoiatriche si dichiaravano contrarie anche ad una versione del profilo che non prevedeva più l’ottimizzazione del dispositivo nel cavo orale, iniziando una incredibile campagna contro il profilo; contro la regolamentazione fra le professioni sanitarie; contro la collocazione del corso di laurea in medicina; contro una sanatoria che non si è mai compreso cosa fosse ed inveendo contro la creazione della fantomatica figura dell’odontoprotesista; contro i pericoli dell’abusivismo, ecc. ecc.

Una continua mistificazione della realtà che porta - come successo recentemente - dirigenti odontoiatrici a dimostrare palesemente, mentre si confrontavano animatamente con noi, di non aver nemmeno letto il testo dell’articolato.

E così, ancora oggi, in questa sorta di “realtà virtuale” in cui vivono ad arte certi rappresentanti odontoiatrici, il problema principale dell’odontoiatria italiana è il profilo dell’odontotecnico.

Non le panzane “scientificamente provate” sull’abusivismo; non le figuracce sui prestanome; non l’incredibile situazione in cui versa l’odontoiatria italiana grazie a certe ventennali politiche.

No! Il problema principale è il profilo dell’odontotecnico sul quale vale la pena scatenare una guerra ideologica.

Profilo “arma di distruzione di massa” della Ragione, ad uso e consumo di quanti vivono in una “realtà virtuale” tutta autoreferenziale, ma facendo danni incalcolabili nella “realtà reale”.

Il complicato iter previsto dalla “legislazione concorrente” dell’ancor per poco vigente Titolo V ha fatto il resto ed allora cogliamo l’occasione per avanzare la seguente proposta: • non si vuole regolamentare il profilo come professione sanitaria e quindi tramite la Legge 43/2006? Bene indicateci quale iter legislativo intraprendere; • non si vuol collocare il corso di laurea in Medicina e Chirurgia? Bene decidete voi in quale Facoltà: Lettere, Storia e Filosofia o l’Istituto di Studi Orientali; • volete anche scrivere le competenze dell’odontotecnico? Ecco la penna!

Una sola cosa chiediamo: risolvete il seguente problema.

Visto che ogni santo giorno, in ogni regione, provincia e comune d’Italia, viene richiesto dai dentisti agli odontotecnici - peraltro senza pagarli e con la minaccia di perdere commessa e cliente - queste benedette prove di congruità (gli stessi dentisti che poi la sera nelle loro riunioni inveiscono contro l’abusivismo, gli odontotecnici e il profilo) trovate voi la formulazione nel profilo che non ci obbliga più ad essere abusivi per forza e solo per vostra convenienza.

Attendiamo proposte. Per il resto, mettiamo a frutto la pazienza che la storia ci ha imposto.

Un paio di settimane or sono la Camera, in sesta lettura, ha definitivamente approvato quelle modifiche costituzionali che prevedono una riformulazione del Titolo V della

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Costituzione ed il ritorno fra le competenze dello Stato di una serie di materie, a cominciare dalle “professioni”.

Ad ottobre si dovrebbe tenere il “referendum confermativo” sulle modifiche costituzionali e se, come ci auguriamo, l’ordinamento delle professioni ritorna fra le competenze esclusive dello Stato, non ci sarà più spazio per giochi e giochetti da parte di qualche Assessore alla sanità.

E se nel frattempo il Ministero intende avviare una sua autonoma iniziativa, siamo pronti a sederci a qualunque tavolo intenda organizzare.

Abbiamo iniziato da poco lo studio della Direttiva 2013/55 recepita nella legislazione nazionale qualche mese fa, con la quale - tra l’altro - si afferma: “ Vi sono casi in cui, nello Stato membro ospitante, le attività interessate fanno parte di una professione con un ambito di attività più esteso che nello Stato membro di origine.

Se le differenze tra ambiti di attività sono così vaste da esigere che il professionista segua un programma completo di istruzione e formazione per compensare le lacune e se il professionista stesso ne fa richiesta, in presenza di tali circostanze particolari lo Stato membro ospitante dovrebbe garantire un accesso parziale. Ciononostante, qualora vi siano motivi imperativi di interesse generale, quali definiti dalla Corte di giustizia dell’Unione europea nella giurisprudenza concernente gli articoli 49 e 56 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) e suscettibili di ulteriori evoluzioni, uno Stato membro dovrebbe poter rifiutare tale accesso parziale. Questo può essere il caso delle professioni sanitarie se hanno implicazioni sulla salute pubblica o sulla sicurezza dei pazienti. La concessione dell’accesso parziale dovrebbe avvenire senza pregiudizio del diritto delle parti sociali di organizzarsi.”

Cosa significa in buona sostanza? Che ad esempio un denturist olandese o un odontoprotesista rumeno potrebbe esercitare in Italia la sua attività come se fosse nel suo Paese di origine.

Dobbiamo approfondire la questione, certo è che tale Direttiva apre scenari interessanti anche sul profilo dell’odontotecnico.

ANTLO sarebbe stata disponibile a sedersi ad un tavolo con ANDI oltre che con le altre rappresentanze odontoiatriche, ma la pretestuosa scelta di non partecipare a questo nostro Convegno ci induce a chiedere al solo Ministero, unica Istituzione delegata a trattare la materia, di avviare un confronto su tale questione senza aspettare il referendum confermativo sulle modifiche costituzionali e quindi la definitiva messa in soffitta della “legislazione concorrente” che tanti problemi ha causato non solo agli odontotecnici.

Il gruppo tecnico delle professioni non cliniche Ha fatto parte del nostro Manifesto redatto in occasione del sit in dello scorso mese di maggio e sappiamo che da parte ministeriale non esistono opinioni contrarie.

Reiteriamo quindi in questa sede la richiesta di costituire e convocare a breve il “gruppo tecnico delle professioni non cliniche” composto dalle associazioni odontotecniche, dalle associazioni ASO e dalle associazioni degli igienisti.

Qualcuno dispensa anatemi e pontifica sulla legittimità per gli odontotecnici di avere il Ministero della salute come referente, quasi che il registro dei fabbricanti dei dispositivi medici fosse allocato al Ministero della Marina Marcantile e la stessa Direttiva UE fosse vigilata dal Ministero delle PPSS. Altra conseguenza della permanenza nella “realtà virtuale” e del porre questi come problemi esiziali per l’odontoiatria italiana.

Senza citare che per ben tre volte il CSS - non la Loggia Coperta degli Odontotecnici del Grande Occidente d’Italia - si è pronunciato sulla odontotecnica come professione sanitaria.

La costituzione di questo nuovo gruppo tecnico contribuirebbe a favorire il riconoscimento del ruolo e delle funzioni che tali figure esplicano nel comparto oltre ad avere a disposizione una sede istituzionale in cui rappresentare le proprie istanze e contribuire alla soluzione della crisi strutturale dell’attuale modello di odontoiatria.

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Conclusioni Sappiamo bene quanto sia velleitario riservare all’organizzazione di un Convegno la soluzione di problemi annosi, alcuni dei quali esiziali per il nostro stesso avvenire.

I Convegni servono per portare alla luce e confrontarsi su realtà spesso misconosciute, ma anche per verificare se esistono le volontà di affrontare e risolvere unitariamente - come nel dentale - problemi comuni, quali ad esempio l’incentivazione degli accessi alle cure odontoiatriche che giova a tutti, nessuno escluso.

Rispetto al drastico calo del lavoro e alla difesa dello spazio professionale, anche il profilo passa così in secondo piano, perché come ci hanno insegnato “primum vivere, deinde philosophari”.

Non abbiamo inteso salire in cattedra, pontificare o distribuire voti. Non ne abbiamo i titoli, né tanto meno la volontà, ma richiamare a quella “responsabilità collettiva” che la filiera deve avere e praticare per il bene di ogni soggetto rappresentato e del fruitore finale dei beni e servizi erogati: il paziente.

In questo senso intendiamo concludere con un appello che speriamo venga accolto: “lasciamo da parte il poco che ci divide ed insieme lavoriamo per il molto che ci unisce” a cominciare dal far ritornare i pazienti a curarsi i denti.

Altrimenti, parafrasando una frase di Mino Martinazzoli ripresa recentemente dal Presidente del Consiglio: “l’odontoiatria ed i suoi problemi sono altrove e lì vi aspetteremo”.

Come dice Keynes nella “Teoria Generale”, brillantemente evidenziato dall’on. La Malfa nell’ultima pagina del suo libro sull’economista inglese: la forza delle idee vince sulla forza degli interessi.

Se all’inizio di questa relazione avevamo messo in luce i molti “continuum” con il precedente Convegno del 2014, sottolineiamo un triste “dis-continuum”.

Non è oggi presente il Prof. Giovanni Dolci, scomparso nell’autunno scorso. Ci mancano molto la sua presenza, i suoi consigli, il suo incoraggiamento ma anche l’ironia ed i sorrisi che ci costringevano a non drammatizzare mai.

Lei, Prof. Dolci, rimarrà sempre nei nostri cuori e nelle nostre menti.

Come sempre è presente nei nostri cuori e nelle nostre menti la consapevolezza - ricordando San Paolo - di condurre la “buona battaglia” per la questione odontotecnica, conservando sempre la fede di fare una “cosa giusta”, per una categoria molte volte sfruttata, spesso irrisa, quasi sempre maltrattata.

Maurizio Troiani Ringrazio, a nome di Massimo Maculan , la standing ovation, ma l’onorevole La Malfa ha un aereo e dovrebbe prenderlo in tempo. Vorrei invitare l’onorevole La Malfa per la sua lectio magistralis.

Brevissimamente, alcune note. Laureato in Giurisprudenza a Pavia e in Economia a Cambridge con successiva specializzazione al MIT di Boston. Ha insegnato Economia Politica alle Università di Napoli, Torino, Milano a Catania. Eletto deputato nel 1972 sino all’ultima legislatura nel 2013. Già Ministro delle finanze, Ministro delle politiche comunitarie e più volte Presidente di Commissione alla Camera dei deputati. Eletto due volte al Parlamento europeo. Autore di molti saggi e libri, gli ultimi due, molto belli: Cuccia e il segreto di Mediobanca; l’altro John Maynard Keynes sul quale alla fine farò una considerazione.

Attualmente collabora con molti giornali con articoli e saggi di politica e di economia.

Oggi l’abbiamo chiamato, e lo ringraziamo della partecipazione, a parlare di un tema che ci riguarda da vicino, che vi riguarda da vicino come odontotecnici e ci riguarda da vicino come cittadini: la crisi che sta vivendo l’Europa. Hai il tempo a disposizione che ritieni opportuno. Alla fine, vorrei farti due domande e una considerazione.

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Bisogna ragionare su questo problema: perché l’Europa dell’eurozona cresce così poco? L’Italia è il fanalino di coda dei Paesi dell’euro: ha da venti anni a questa parte tassi di crescita che sono i più bassi di quelli dei Paesi dell’euro e ha il tasso di disoccupazione fra i più alti dei Paesi dell’euro.

Questo vuol dire che in parte ci portiamo dietro problemi nostri, che sono problemi antichi, errori, sbagli che abbiamo fatto, ma in parte paghiamo la realtà della moneta unica che è molto negativa.

Vengo al problema di carattere più generale. Uno dei dati che più impressiona dei sondaggi di opinione è la caduta drammatica del consenso all’Europa che c’è in Paesi, come l’Italia e la Germania dove erano altissimi i consensi per l’Europa. Per non parlare dell’Inghilterra o di altri Paesi dove lo scetticismo verso l’Europa è stato sempre profondo. Quindi, c’è stato qualche cosa che ha interrotto il rapporto di fiducia che un Paese come l’Italia ha avuto verso l’Europa. Che cosa è successo? Dove si è sbagliato?

Che cosa è avvenuto?

Quando è finita la guerra nel 1945, la straordinaria invenzione di quegli anni – nella relazione il Presidente ha fatto alcuni nomi: De Gasperi, Schuman, Altiero Spinelli – quale fu? Cosa fu la grande idea del 1945?

Dopo la prima guerra mondiale con il Trattato di Versailles, le potenze vincitrici - cioè l’Inghilterra, la Francia e gli Stati Uniti - avevano deciso di penalizzare il più possibile lo sconfitto, la Germania, per metterlo in condizione di non potersi rialzare e non provocare una nuova guerra da qui le famose sanzioni, le riparazioni, che erano così inique che poi diedero luogo alla disoccupazione, all’inflazione e alla fine alla dittatura in Germania.

Alla fine della seconda guerra mondiale, con maggiore lungimiranza, gli Stati Uniti, che erano diventati il Paese dominante, pensarono a una soluzione che associasse i Paesi sconfitti e i Paesi vincitori nella ricostruzione dell’economia del mondo. Nacque quello che si chiamò il Fondo Monetario Internazionale, la Banca mondiale degli investimenti, il Piano Marshall, tutte cose che ricordiamo dai nostri studi. Fu l’idea di mettere al centro della ricostruzione non soltanto i Paesi vincitori ma anche i Paesi che avevano causato la guerra, cioè l’Italia, la Germania e il Giappone. E fu talmente lungimirante questa soluzione che proprio Italia, Germania e Giappone sono stati il miracolo del dopoguerra. I tre Paesi che hanno avuto nel mondo occidentale, nel mondo sviluppato tassi di sviluppo più alti sono stati questi. E quella soluzione ha consentito all’Italia di uscire da una povertà plurisecolare. Disse una volta Giorgio Amendola: l’Italia in poco più di venti anni, cioè dal 1946 al 1970, ha fatto più progressi che nei duemila anni precedenti. Quando si andava nel Mezzogiorno nel 1950 i bambini camminavano a piedi scalzi, non avevano le scarpe. Non solo non c’erano le cure dentarie, non c’erano le scarpe, non c’era il cibo. Non c’era nulla. Le immagini, le fotografie del Mezzogiorno erano fotografie di un Paese che oggi consideriamo un paese dell’Africa. Questo è stato il miracolo. L’Europa è stato questo miracolo.

Perché si è potuta fare l’Europa? Per tre ragioni molto importanti.

La prima era la paura di un nemico esterno: l’Unione Sovietica e il comunismo. Quindi, la Francia e la Germania, storicamente nemici fra di loro, ebbero un incentivo a essere uniti contro il nemico esterno. Gli Stati Uniti nacquero come Federazione perché avevano un nemico comune, il Re d’Inghilterra. Quando

On. Giorgio La Malfa Grazie. Sono molto grato per questo invito dell’Associazione degli odontotecnici del Presidente Maculan, perché mi apre lo sguardo su problemi molto importanti e vitali per la vostra categoria che apprendo con molta attenzione.

Mi è stato chiesto di parlare della crisi dell’Europa e cercherò di essere breve, perché i temi di cui avete necessità di discutere sono temi vitali, come ha detto il Presidente della vostra Associazione, per le vostre condizioni di vita e di lavoro. Quindi, esito a portar via troppo tempo con discorsi troppo ampi.

C’è un dato che mi ha molto colpito della relazione del Presidente. quello sulla caduta delle cure dentarie, segnale della crisi del nostro Paese. Una crisi devastante come quella che si è determinata negli ultimi anni, anche in riferimento a quell’articolo della Costituzione in cui si dice che i cittadini hanno diritto alla salute e questo diritto viene compromesso dall’andamento economico e come tutto questo è collegato all’Europa.

Io non ho voluto portare dati economici o tabelle, ma c’è un dato che impressiona moltissimo. Se uno fa un confronto fra tre andamenti economici negli ultimi vent’anni, gli Stati Uniti, i Paesi europei che non fanno parte della moneta unica e i Paesi della cosiddetta eurozona, vede che tutti e tre hanno avuto una crisi molto importante nel 2008, ma vede che gli Stati Uniti ne sono usciti nel 2009-2010 e hanno ripreso una crescita significativa. I Paesi europei che non fanno parte dell’eurozona (Inghilterra, Polonia, Svezia, Norvegia) hanno un andamento simile a quello degli Stati Uniti, e poi c’è il fanalino di coda che è l’eurozona. Naturalmente, io non cito neanche l’India, la Cina, i Paesi emergenti, che hanno tassi di sviluppo superiori a quelli dell’Europa e degli Stati Uniti, ma parlo dei Paesi che si chiamavano una volta i Paesi occidentali, i Paesi del mondo avanzato, cioè Stati Uniti, Europa e Europa dell’euro.

Se si prende la disoccupazione si vede esattamente lo stesso andamento. Gli Stati Uniti, dopo la crisi del 2008, hanno avuto due anni di caduta dell’occupazione, poi hanno ripreso e oggi hanno un tasso di disoccupazione che è del 4,75 per cento. In pratica sono alla piena occupazione. Il resto dell’Europa non euro ha avuto un aumento della disoccupazione nella crisi e oggi un tasso di disoccupazione sotto il 6 per cento. L’Europa dell’euro ha un tasso di disoccupazione del 12 per cento, salito dal 7,8 per cento del 2008 al 12 per cento e lì è restato.

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le colonie inglesi decidono di liberarsi dal peso delle tasse della madrepatria, trovano un nemico comune che è il re Giorgio che gli dichiara guerra e fanno l’unione. Il nemico esterno unisce uno Stato. E l’Europa ha avuto un nemico esterno, che era la paura del comunismo e dell’Unione Sovietica che ci univa. Questo portava con sé il secondo effetto: gli Stati Uniti avevano interesse a un’Europa unita perché, avendo un confronto con l’Unione Sovietica, sapevano che, se l’Europa fosse stata divisa, debole e incerta, l’Unione Sovietica sarebbe avanzata in Europa e il confronto tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica sarebbe diventato inevitabile. Gli Stati Uniti avevano quindi tutto l’interesse ad aiutare questo processo d’unione.

Terzo, gli Stati nazionali, soprattutto l’Italia e la Germania, portavano le stimmate di aver causato la guerra e di aver determinato la povertà dei loro Paesi. Gli Stati nazionali erano responsabili di quella tragedia immane che fu la seconda guerra mondiale. Quindi: Stati nazionali deboli, nemici potenti e amici che ti inducevano a stare insieme. Questo è stato il cammino dell’Europa: questo lento straordinario sforzo di stare insieme.

Che cosa è avvenuto a un certo punto. È avvenuto un errore. E lo dico perché – Maurizio lo sa – nel 2000 ho scritto un libro, con cui mi sono fatto molte poche simpatie, che aveva per titolo L’Europa legata: i rischi dell’euro. L’euro non era ancora entrato e dissi: “Questo sistema è costruito così male che pagheremo delle conseguenze molto gravi e si sfascerà, perché non può stare in piedi.”

Che cosa è successo a un certo punto? Il sogno della moneta unica. Alla fine di quel percorso di unità europea visto da De Gasperi, da Spinelli, da Schuman e così via, c’era l’idea di costruire un’Europa che fosse come gli Stati Uniti, cioè un grande Stato federale analogo agli Stati Uniti, con un parlamento federale, un governo federale, un esercito comune, una politica estera comune. Ma era un percorso lungo. Quando nasce uno Stato federale, nasce una moneta unica, perché è ovvio che la moneta è una delle caratteristiche di uno Stato. Ma la moneta unica è l’ultima delle costruzioni. La lira nasce dopo l’unificazione dell’Italia nel 1860. Prima c’era il fiorino, il ducato, il carlino.

Dopo l’unificazione dell’Italia, nasce l’idea della moneta unica.

In Europa si è deciso, secondo me per un errore di arroganza burocratica o di arroganza europea, di fare il cammino al contrario.

Si è detto: noi facciamo la moneta unica, perché la moneta unica è un vincolo così forte che poi questi Paesi europei saranno costretti a fare dei passi avanti. E faranno l’unità europea. È come se uno decidesse che l’amore segue al matrimonio. E allora dice: sposiamoci, così poi viene l’amore. Ma sappiamo che non è così.

L’Europa commette questo errore negli anni Ottanta, sotto la guida di Delors. Decide un’anticipazione che forza le condizioni dei Paesi, perché i Paesi erano ancora molto diversi dal punto di vista economico. Quindi, nasce la moneta unica, ma nasce la moneta unica tra Paesi che hanno condizioni fra di loro economiche, legislative, culturali molto diverse e dove sul quel terreno c’è una diffidenza molto forte.

I tedeschi non erano favorevoli all’idea della moneta unica.

Dissero con molta chiarezza, negli anni Ottanta, che la moneta unica era un errore, perché gli economisti capivano bene che, quando metti una moneta in comune, rischi dei meccanismi spontanei che rendono più forti i forti e più deboli i deboli.

Pensiamo all’unificazione monetaria italiana del Risorgimento. Gli storici sanno che il divario fra Nord e Sud aumentò dopo il 1860.

Questo non fa sì che uno debba avere nostalgia dei Borboni, ma è vero che a Napoli, in Puglia, in Sicilia c’era un certo sviluppo industriale che, dopo l’unificazione, diminuì. Perché i mercati del Nord erano più attraenti, i capitali del Sud trovavano nel sistema bancario, nel sistema industriale del Piemonte, della Lombardia o della Liguria trovavano degli impieghi migliori, e quindi i capitali non andarono dal Nord al Sud ma dal Sud al Nord ed il Sud si impoverì. Abbiamo dovuto inventare la Cassa per il Mezzogiorno e tuttora abbiamo la questione meridionale diventata ancora più grave dopo l’unificazione.

I meccanismi spontanei dei sistemi economici, quindi, non aiutano a rendere i sistemi uguali. Serve un’azione collettiva. È questo il problema che ha l’Europa. Quindi, puoi fare una moneta unica se hai un governo federale. Negli Stati Uniti c’è un governo federale, per cui se un problema investe uno Stato, si può chiamare a concorrere il Governo federale, che con i suoi fondi può aiutare quello Stato dove c’è una difficoltà, c’è stato un cataclisma, ci può essere una crisi economica come la crisi dell’automobile che investe alcuni Stati. Se non c’è un Governo federale, il meccanismo spontaneo aggrava le distanze.

Ecco perché fare la moneta unica prima di aver fatto l’unione

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federale è stato un errore. I tedeschi lo sapevano e dissero: ma noi non siamo pronti a uno Stato federale e non siamo pronti a mettere in comune le nostre politiche economiche.

Io non polemizzo mai con i tedeschi quando dicono: ma noi non vogliamo pagare i debiti degli italiani o dei greci. Del resto, in Veneto o in Lombardia – e si può anche capire – i cittadini dicono: ma perché dobbiamo pagare i buchi della sanità della Calabria, o della Puglia, o della Sicilia? A maggior ragione, sarà legittimo per un tedesco dire: non potete accollarci i debiti che gli italiani hanno fatto.

Nello stesso tempo, se le politiche che chiedono i tedeschi sono quelle di affamare i greci, si chiede, per esempio, alla Grecia, che è un Paese in condizioni disperate, di tagliare ulteriormente la spesa sanitaria, le pensioni, eccetera, la Grecia prima o poi si schianterà socialmente.

Quindi, il problema è che c’è una contraddizione di fondo nel sistema.

La moneta unica è un legame vincolante su Paesi che non sono ancora pronti a diventare una nazione federale e, quindi, a sentire solidarietà ciascuno nell’altro. Ma se non c’è solidarietà tra Paesi, non ci possono essere politiche comuni. Ciascuno deve essere libero di fare la propria politica. Non è possibile che venga detto da un organo europeo: voi non potete fare quello, non potete fare quell’altro. Lo capisco benissimo quando c’è una rivolta, quando fatto il referendum in Grecia i greci dicono: ma noi preferiamo stare fuori dall’euro piuttosto che avere il vincolo.

Questo è un problema che oggi si è drammatizzato, perché poi nascono altri problemi, e si pensi all’immigrazione. Quell’immagine del Brennero con la barriera fa pensare a un’Europa che avremmo voluto dimenticare. Ma dobbiamo riconoscere che bisogna attenuare i vincoli.

Bisogna tornare a un sistema europeo in cui salviamo le cose che abbiamo costruito in questi cinquant’anni, non solo l’Erasmus, la libertà di movimento, anche la libertà di movimento delle professioni, che può essere un elemento importante, con tutte le cautele che colgo nelle parole del Presidente, e nello stesso tempo cercare di evitare di tenere in piedi un vincolo di politica economica che è così tremendo che ci fa soffrire tutti.

Come ne usciamo? Io vedo tutti i giorni ripetere questo concetto: l’Europa deve andare verso l’unione politica. Ma bisogna essere molto realisti nei problemi. Oggi le condizioni dell’unificazione politica dell’Europa che c’erano all’inizio degli anni Quaranta e Cinquanta, dopo la guerra, non ci sono più. Oggi, l’Europa non ha un nemico comune. Forse può essere considerato l’Islam guerriero, come nemico comune, ma non è un nemico così forte da obbligarci ad unirci com’era l’Unione Sovietica. Non ci sono, per esempio, partiti politici europei. Non esiste il Partito socialista europeo, il Partito democristiano europeo o il Partito liberale europeo che possono avere autorità nel parlare ai loro Paesi. L’Europa è un tessuto completamente sfrangiato.

La mia conclusione su questo punto è che noi siamo molto soli e che l’Italia deve avere la forza di affrontare i suoi problemi con le sue energie che sono molto vitali.

Il mio giudizio è che il Governo percepisce questo problema. L’insistenza con la quale il Presidente del Consiglio pone il problema della ripresa e anche dell’assurdità delle regole europee io la condivido.

Trovo che sia inutile, però, discutere l’assurdità delle regole europee e rispettarle. Cioè, dire “noi le consideriamo sbagliate, ma le rispettiamo” a me pare doppiamente sbagliato. O le regole europee si rispettano in silenzio o si violano in silenzio. Ma rispettarle dicendo che, invece, varrebbe la pena di violarle io non credo che ci porterà fuori dalla crisi.

L’Italia ha bisogno di una forte ripresa economica. Credo che lo strumento fondamentale oggi per una ripresa economica sarebbe un forte sgravio fiscale, ma un vero sgravio fiscale. Non è uno sgravio fiscale dire: l’Europa vorrebbe che noi aumentassimo l’IVA, ma noi non ve la aumentiamo. Questo non è uno sgravio fiscale. Questo è un mancato aggravamento fiscale. Lo sgravio fiscale è quando alla fine dell’anno il Fisco ti chiede meno tasse dell’anno precedente e sai che non te le chiederà neanche nei prossimi anni, perché allora è possibile programmare investimenti.

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

Ci vuole quindi una politica economica ma credo che questa politica economica non troverebbe l’assenso dell’Europa e credo che l’Italia dovrebbe avere il coraggio di fronteggiare il dissenso dell’Europa, con molto garbo, ma dicendo all’Europa: noi abbiamo dei problemi che si sono drammaticamente aggravati nel corso di questi anni. Le cifre che c’erano nella relazione sulle cure dentarie e in relazione a ciò le cifre sul divario Nord-Sud sono cifre che fanno accapponare la pelle. Le vostre battaglie hanno quindi un senso. Io non ho responsabilità politiche, ma dall’esterno del mondo politico le guardo con simpatia e sono molto lieto di aver partecipato a questo vostro convegno.

eccetera. Tutti vogliono la concorrenza, però poi dicono che occorre la rigidità dei tassi di cambio. Per quale ragione dobbiamo rendere flessibili i salari, le pensioni, la spesa pubblica, e dire però che il tasso di cambio tra noi e la Germania deve essere immediato? E perché? Rendiamo flessibile anche quello, era utile renderlo flessibile.

L’euro ha dato alla Germania un vantaggio enorme nel corso di questi venti anni, perché ha avuto due effetti. Il primo è che ha tenuto basso il valore dell’euro rispetto a quello che sarebbe stato il valore del marco, da solo. Noi abbiamo fornito alla Germania un po’ di zavorra per poter vendere di più in Cina o negli Stati Uniti.

Vedete il franco svizzero come è salito? Il marco tedesco è salito meno di quello che sarebbe salito perché era appesantito dalla lira, dalla sterlina, dalla peseta e dal franco. Il secondo vantaggio è che noi non abbiamo fatto più concorrenza alla Germania in questi vent’anni, perché il tasso di cambio della lira, che si era svalutato molte volte, non si è più svalutato. Negli anni il marco era salito da 100 a 1.200: dodici volte si era svalutata la lira rispetto al marco. Dal 1992-1994 in avanti la lira non si è più svalutata.

Perché non si può svalutare? Che male fa riaggiustare i tassi di scambio. Anche il Fondo Monetario Internazionale, quando nacque, consentiva ai Paesi un aggiustamento. Tutto l’aggiustamento finisce sul mercato del lavoro e sui redditi.

Perché se tu non puoi aggiustare il tasso di cambio, sarai costretto ad aggiustare i salari, a svalutare. E quella svalutazione, come spiegano i libri di Keynes – adesso entro in una parte più tecnica –, costa di più, perché quella svalutazione passa attraverso la disoccupazione invece che passare attraverso le esportazioni.

Noi abbiamo pagato un prezzo enorme a tutto questo. Questa è la prima domanda.

Seconda domanda che non è una domanda provocatoria.

Tradizionalmente il Partito Repubblicano era per la spesa pubblica in equilibrio, l’Europa. Certo. Ma come dice l’Ecclesiaste? C’è un tempo per coltivare e c’è un tempo per raccogliere. Cioè, se serve stimolare la ripresa economica, si stimola la ripresa economica.

Naturalmente, non è che stimolare la ripresa economica vuol dire buttare i soldi dalla finestra. Ma se io faccio una scuola, o se faccio una facoltà di odontoiatria, o se faccio una politica scientifica che consenta all’industria italiana di fare un passo avanti verso quella Industria 4.0 di cui parla il Presidente, sono soldi buttati via? Ma io li faccio in debito! Cioè, se uno di voi, dei vostri laboratori deve avere una macchina più moderna, può anche fare un debito in banca per farla, perché sa che quella macchina moderna gli consente maggior produttività. Certo, se fa debiti per pagare gli impiegati, prima o poi chiude.

Ora, perché questo criterio non si può applicare alle spese dello Stato? Perché noi siamo così pessimisti, perché lo Stato è corruzione? Sì, tutto questo è vero, tutto questo c’è. Ma per quale ragione siccome c’è l’acqua sporca, dobbiamo buttare via anche il bambino che vorremmo salvare. Io difendo il rigore, ma si possono fare debiti per motivi rigorosi. Se è per far crescere il patrimonio culturale dei miei figli, posso fare debiti per mandarli all’università. Se, invece, è per mandarli a ballare, forse non è il caso di fare debiti.

Che l’Italia, siccome è male amministrata, non abbia più una prospettiva di sviluppo io lo trovo inaccettabile. È una cosa che condannerebbe i nostri giovani alla sconfitta. Questa è la mia risposta, la mia autodifesa.

Maurizio Troiani Due brevissime domande. La prima riguarda la comune appartenenza a un patrimonio culturale e politico, quello del Partito Repubblicano Italiano che, dalla legge sulla liberalizzazione degli scambi negli anni Cinquanta alla nota aggiuntiva al bilancio dello Stato del 1962 e alla politica dei redditi, per proseguire ai nostri giorni all’adesione al Sistema Monetario Europeo, ha identificato questo patrimonio con un grande rigore amministrativo. È comprensibile quello che dici: bisognerebbe sforare non dello 0,1-0,2 ma del 2-3 per cento i parametro di Maastricht per più anni, senza dire che siamo contrari alle regole e poi le rispettiamo. Però tutto ciò contraddice questo nostro patrimonio ideale. È, ovviamente, una domanda provocatoria.

La seconda domanda che ti faccio è questa. Se l’Italia non avesse aderito all’euro, la crisi della Lehman Brothers, dei subprime, la crisi del 2008 come l’avremmo vissuta? Con la svalutazione competitiva che aveva portato l’Italia, comunque, a far pagare ai salariati, ai pensionati, al risparmio il prezzo di una maggiore competitività delle merci? Immagino che cosa sarebbe successo, visto ciò che è successo, ad esempio, nel 1992 con quella grandissima crisi finanziaria che portò a prosciugare le risorse della Banca d’Italia, la legge finanziaria di Amato con i 90.000 miliardi di lire. Che cosa sarebbe successo, se l’Italia non avesse avuto l’euro nella crisi del 2008?

On. Giorgio La Malfa Cominciamo da questa seconda domanda. È impossibile per un economista dire che cosa sarebbe successo “se”. Benedetto Croce spiegava che la storia non si può fare con i “se”. Non lo sappiamo. Possiamo ragionarci, ma non lo sappiamo.

Nel 1992, quando c’era un sistema analogo alla moneta unica, la Banca d’Italia difese il cambio sacrificando una quantità enorme di riserve valutarie, fino a che, non riuscendo più a farlo, dovette mollare e svalutò. E fece bene a svalutare, perché dal 1992 al 1996-1997 l’Italia ebbe l’ultimo periodo di ripresa economica.

Del resto, quando i rapporti di cambio sono squilibrati, si deve cambiare il cambio.

Il vero problema – mi dispiace entrare in questioni tecniche, ma sono cose che credo si possano comprendere – della moneta unica è che tutti diciamo, o tutti dicono, io non lo dico proprio, che serve flessibilità nel mercato del lavoro, nella concorrenza, 19

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Maurizio Troiani Un’ultima considerazione. Ne ho già parlato con te quando ci siamo incontrati. Il libro di Giorgio La Malfa si apre con una frase di Keynes e si chiude con un’altra frase di Keynes.

Come si chiude l’ha detto la relazione e si sintetizza dicendo: la forza delle idee prevarrà sicuramente, nel bene e nel male, sulla forza degli interessi. Nella prima pagina invece dice: “John Maynard Keynes torna più volte sul fatto che gli economisti dovrebbero aspirare e riuscire a essere socialmente utili, competenti e umili come i dentisti”. Quando ci siamo incontrati, ho detto: ma sei sicuro? Ha preso il testo originale e in effetti c’è scritto: “dentists”.

Poi mi sono ricordato che Keynes questo libro l’ha scritto negli anni Trenta. Allora, negli anni Trenta che cosa succedeva? Che a parte in Francia dove c’era l’ecole dentaire, nel resto d’Europa, ma soprattutto in Italia chi praticava, esercitava l’odontoiatria erano gli odontotecnici. Allora, caro Giorgio, siccome tu frequenti Oxford e Cambridge, avrai occasione di incontrare gli eredi di Keynes e chiedi loro se è possibile modificare questa frase per renderla un po’ più aderente alla realtà, sostituendo il termine “dentista” con “odontotecnico”.

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Massimo Maculan, Presidente Nazionale ANTLO È chiara l’emozione di avere il Ministro Beatrice Lorenzin qui, in un momento importante per noi odontotecnici, per la nostra stessa sopravvivenza. A me piace questa crescita che abbiamo voluto fare, questo miglioramento nel pensare che tutto il nostro lavoro è dedicato all’utente finale, al paziente. E se noi non diamo gli strumenti e il modo perché il paziente riesca a curarsi nella migliore odontoiatria, che è quella italiana, sicuramente poi mancherà anche a noi il lavoro nei nostri laboratori.

Siamo di fronte a una categoria, quella odontotecnica, che sta soffrendo in maniera determinante, additata magari con voglie di andar a fare altri lavori che non gli competono, dall’odontoprotesista a figure che sono più come i famosi “sarchiaponi”, strani animali frutto solo della fantasia.

A me piace pensare, quindi, che il motivo per cui noi stiamo tanto lottando è la difesa del nostro spazio professionale e poter esistere domani, perché ci piace il nostro lavoro, quindi vorremmo poterlo fare. È la prima volta che accade che tanti odontotecnici siano presenti all’interno di un Ministero. È soprattutto la prima volta che un Ministro manifesta una adeguata attenzione. Più volte il Generale Condò ci ha portato i suoi messaggi di vicinanza. Sicuramente è una cosa bella nel rapporto che siamo riusciti a instaurare con il suo Consigliere per l’odontoiatria, ed è il fatto che a ogni argomento che affrontiamo ci troviamo di fronte una persona che conosce, conosce il nostro ambito, conosce le nostre problematiche. Grazie, Ministro.

riportare in questo campo l’ordine e le garanzie per i pazienti e per i professionisti. È un tema che a me sta particolarmente a cuore, anche perché anche nel settore odontoiatria in generale e, quindi, anche nella parte odontotecnica abbiamo la necessità di allargare lo spettro dei LEA. Abbiamo avuto, in questa fase di crisi, una diminuzione della prevenzione per quanto riguarda la salute e l’igiene del cavo orale, con un aumento incisivo dei tumori. E questo è un aspetto che ci preoccupa moltissimo. C’è stata una sottovalutazione dell’importanza della salute del cavo orale nella gestione anche di quelli che sono i programmi e le azioni di programmazione, di prevenzione e di intervento delle Regioni. Proprio per questo noi abbiamo riportato un bel pezzo dell’odontoiatria nei LEA. Purtroppo non riusciamo a fare tutto questa volta ma, siccome abbiamo un sistema di aggiornamento continuo per quanto riguarda i LEA, abbiamo stabilito un osservatorio sui LEA, lavoreremo già per ampliare lo spettro di interventi per i prossimi anni.

On. Beatrice Lorenzin, Ministro della salute Grazie a voi. Io sono contenta di essere qui, innanzitutto perché siete una professione estremamente importante e centrale all’interno di una branca così decisiva per la vita di tutti noi.

Siete molto cresciuti professionalmente negli anni. Tra l’altro, le nuove tecnologie portano anche la necessità che i tecnici siano sempre più formati e sempre più integrati nel lavoro di team, insieme al medico. Da questo punto di vista noi stiamo lavorando molto sull’innovazione e, quindi, su come integrare sempre di più l’innovazione all’interno del sistema e all’interno delle professioni.

Per questo, anche per quanto riguarda le parti legate al device, abbiamo accolto con favore la vostra proposta di lavorare insieme su delle linee-guida che ci permettano, quindi, di uniformare gli interventi sul territorio, di aumentare il livello di qualità e anche di sicurezza per il paziente e anche per gli operatori.

Questo perché anche questo settore non può essere lasciato completamente al privato, a un approccio privatistico tout court, perché questo comporta che poi sui bambini, sulle persone anziane ma anche su gruppi medi di pazienti non c’è nessun tipo di intervento. È una cosa molto grave, che è stata – dico – sottostimata perché è molto da addetti ai lavori, ma in realtà oggi noi sappiamo quanto alla fine – lo so benissimo io che ho portato l’apparecchio ai denti per tre anni e adesso sto pagando il fatto che non sto portando il contenimento in questo periodo – questo incida sulla postura, incida sul cuore, incida insomma sul buon funzionamento di tutto l’organismo. Siamo una macchina perfetta e in equilibrio, per cui ogni parte deve essere assolutamente controbilanciata.

L’altro tema che mi sta molto a cuore e che penso che stia a cuore anche a voi è quello dell’abusivismo. Finalmente, il mio DDL, che chiamano DDL Lorenzin, che è sulle professioni ha finito l’iter e adesso andrà al voto al Senato. Ed è una cosa estremamente importante, perché lì è contenuta una norma molto precisa e molto stringente contro l’abusivismo per, appunto,

Questo per dirvi che c’è molta attenzione da parte nostra. Quando viene Franco, viene il Ministro. Spero che potremo lavorare con grande sinergia anche nei prossimi mesi per portare a casa tutti questi importanti fattori di novità che stiamo costruendo. Grazie.

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Massimo Maculan, Presidente Nazionale ANTLO Quando ci siamo incontrati nel suo ufficio, Le abbiamo consegnato la tessera di Socio Onorario della nostra associazione, ma Lei ha voluto che Le fosse consegnata oggi. Sapendo che l’avrebbe sicuramente dimenticata in ufficio ed oggi ci tenevo particolarmente a dargliela, uso a proposito una tessera taroccata, giusto per fare un po’ l’abusivo dalla situazione. Ci tengo molto ad avere una foto mentre gliela consegno.

On. Beatrice Lorenzin, Ministro della salute Con tutto l’apparecchio che ho portato, mi merito di essere Socio Onorario ANTLO.

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frammentato. Se vogliamo veramente crescere, se vogliamo superare tutte le varie criticità, non possiamo non lavorare insieme, sedendoci, scontrandoci anche, per poi rincontrarci e per riuscire a superare insieme tutte quelle che possono essere le varie problematiche. Perché l’obiettivo che tutti noi abbiamo è un obiettivo centrato fondamentalmente su quello che è l’elemento principale e principe della nostra attività professionale, ovvero il nostro paziente. E non possiamo, quindi, non pensare a quello che è, ovviamente, il suo bene. E solo lavorando tutti insieme e veramente in sintonia possiamo superare tutte le varie criticità per raggiungere l’eccellenza. È, quindi, importantissimo il discorso del DDL ed è importantissima, come ha già detto il nostro Ministro, la necessità di rendere realmente accessibile il servizio alle cure, proprio perché, ahimè, alla prevenzione delle patologie del cavo orale, nonostante la malattia cariosa e la patologia parodontale siano considerate delle vere e proprie epidemie e nonostante le comprovate correlazioni tra malattia del cavo orale e aggravamento delle patologie sistemiche (diabete, malattie cardiovascolari, aborto spontaneo, nascite a basso peso), ancora non si dà la giusta connotazione. E ancora gli igienisti dentali, proprio parlando di accesso alle cure, trovano impiego solo ed esclusivamente in ambito privato e non in ambito pubblico, come invece dovrebbe essere.

Antonella Abbinante, Presidente Associazione Igienisti Dentali Italiani Buongiorno a tutti. Parlare subito dopo il Ministro Lorenzin fa un certo effetto. L’emozione è veramente grandissima anche per essere in questa sede. Ringrazio quindi Massimo Maculan per l’invito cui ho aderito con grandissimo entusiasmo.

Auspichiamo veramente l’inserimento della figura dell’igienista dentale in tutte le strutture sanitarie, ma nei vari reparti e nelle varie ASL, anche perché ci siamo resi conto che nelle varie regioni ci sono tantissimi distretti delle ASL in cui c’è la presenza del riunito, che però non viene mai utilizzato. Quindi, ci sono i riuniti, ma non ci sono le persone che li utilizzano per prestare attività che sono assolutamente necessarie per prevenire le principali patologie del cavo orale e controllare quelle sistemiche.

Non vorrei rubare altro tempo, per cui chiudo augurando a tutti buon lavoro, con la speranza di poterci ritrovare sempre tutti insieme per auspicare alla vera collaborazione tra tutte le nostre figure. Grazie ancora.

Vi porto il saluto dell’Associazioni Igienisti Dentali Italiani (AIDI), che mi onoro di presiedere. Sono particolarmente contenta perché nella mia formazione, in realtà, ho vissuto un po’ tutte quelle che sono le realtà che ruotano all’interno del comparto odontoiatrico. Infatti, nasco proprio come odontotecnico, poi come assistente alla poltrona e come igienista dentale, quindi ho vissuto sulla mia pelle tutte le criticità di ognuna di queste figura e, quindi, mi sento particolarmente coinvolta.

Sono stata veramente molto contenta di ascoltare le parole del Ministro, perché non poteva che essere musica, ovviamente, per le nostre orecchie, visto che da tanto ambiamo, speriamo e auspichiamo l’istituzione dell’ordine per le professioni sanitarie.

Quindi, speriamo che questo momento possa arrivare al più presto, proprio perché porterebbe finalmente a un’arma in più per combattere l’abusivismo.

Io sono veramente contenta soprattutto perché, come igienista dentale e, quindi, come Presidente dell’AIDI, noi teniamo fortemente, crediamo fortemente nel rispetto reciproco dei profili professionali. Conoscendoli in maniera attenta, vi assicuro quella che è stata da sempre e che sempre continuerà a essere la nostra linea nel rispetto dei ruoli, nel rispetto della reciproca collaborazione che deve essere assolutamente portata avanti.

Quindi, auspico la presenza e la compartecipazione anche ai tavoli tecnici insieme agli assistenti, insieme gli odontotecnici e insieme a voi odontoiatri, perché il comparto non può essere

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E così che di fatto rappresenta i propri tesserati? Mancando a un evento nel quale si chiede la configurazione di tutti i profili in modo tale da assicurare al cittadino il massimo del servizio?

Questa è una cosa veramente drammatica.

Scusatemi se mi accendo, ma qui siamo al Ministero della salute, dove parliamo di salute, dove i dentisti dovrebbero essere presenti, dove – perdonatemi – dovrebbe essere presente anche il professore Gherlone, e queste persone non si presentano. È una cosa veramente incredibile!

Questa è una cosa incredibile – e qui parlo per quanto riguarda la nostra professione – anche alla luce di alcuni dati. Ho portato dei dati che magari possono interessare. I dati che porto riguardano i rapporti del SEIEVA, che è il Sistema epidemiologico, organo peraltro del Ministero della sanità, che ha raccolto dati dal 2008 al 2010 che dicono che l’epatite C e l’epatite D si prendono dal dentista. Questi dati sono riconfermati nel 2015.

Allora io voglio dire una cosa. Ma siamo così sicuri – scusami se faccio un piccolissimo appunto per quanto riguarda la nostra di professione – che l’assistente sappia sterilizzare lo strumentario negli studi? Perché magari è anche colpa dell’assistente. No, perché l’assistente sterilizza sotto la supervisione del dentista.

Perché questo dicono i dentisti. Ma io lo voglio vedere un dentista in una linea di sterilità, perché io lavoro da ventisei anni e non ne ho mai visto uno. Giuro, mai visto uno! Eppure, ho lavorato con fior fiore di dentisti e ancora adesso lavoro con fior fiore di dentisti.

Fulvia Magenga, Segretario Generale Sindacato Assistenti di Studio Odontoiatrico

Di fatto, qui oggi avrebbero dovuto essere presenti tutti. Presenti tutti, perché tutti quanti dovevano collaborare, prima di tutto a cercare di capire e a portare in porto la figura dell’odontotecnico, che tra l’altro con l’assistente di studio ha un grandissimo rapporto.

Italiano

Sono un po’ emozionata, perché è la mia prima volta al Ministero in un evento così importante. Chiedo scusa per la voce, sono un po’ raffreddata.

È chiaro che anche noi vogliamo un tavolo tecnico al quale poter partecipare, e sollecitiamo il Ministero. Perché? Perché abbiamo ragione di poter arricchire in qualche modo i lavori dei tavoli tecnici.

Io rappresento l’unico sindacato di categoria che rappresenta di fatto gli assistenti in Italia. Il nostro sindacato di categoria è una Federazione della Confederazione dei sindacati autonomi dei lavoratori.

Perché sono qua? Perché è essenziale che vi raccontiamo come la pensiamo noi assistenti.

Noi continuiamo a battere i pugni sul tavolo e ogni tanto ad alzare la voce, perché venga portato a termine l’iter per il riconoscimento dell’assistente di studio odontoiatrico. Perché queste persone sono dipendenti, sono dipendenti a volte di studi professionali molto piccoli, che sentono sicuramente quella che è la crisi del settore. È vero, la crisi del settore c’è stata. Ma non perché i pazienti sono andati a farsi curare all’estero. E poi ogni tanto guardiamoci anche all’interno: ma perché i pazienti sono andati a farsi curare all’estero? Sono andati a farsi curare all’estero perché non hanno riconosciuto la qualità erogata in Italia. Il problema non è neanche economico. Il punto è che poi questi pazienti, o la maggior parte di loro, sono tornati in Italia a farsi curare di nuovo in Italia.

Ad ogni modo, la crisi del settore c’è stata, e quando c’è stata, per esempio, noi abbiamo contribuito a chiedere alla Camera dei deputati che venisse fatto un progetto per le cure al cittadino.

Prima sentivo parlare di circa il 30 per cento dei cittadini che si fanno curare negli studi odontoiatrici, Ma pensiamo all’altra parte. Pensiamo a più del 60 per cento dei cittadini italiani che non ha la possibilità di farsi curare in Italia, cioè che non ha la

Intanto devo dire che è triste doverci vedere al Ministero per chiedere che vengano configurate delle professioni che dovrebbero già essere configurate all’interno di un ambiente medico. L’odontoiatra svolge una professione medica. E svolgendo una professione medica l’obiettivo primario dell’odontoiatra dovrebbe essere quello della salute del cittadino.

Ma, allora, perché opporsi a mettere un po’ d’ordine all’interno dell’ambiente odontoiatrico? Perché si è sempre opposto, si oppone al profilo dell’odontotecnico? Perché ha costruito delle barriere pazzesche? E mi scusi, dottor Delogu, se guardo lei, ma è l’unico odontoiatra qui in sala che conosco e la ringrazio per aver partecipato.

Mi sarebbe tanto piaciuto vedere in questa sala il dottor Prada, perché avrei avuto un po’ di cose da dire al dottor Prada, visto che l’ANDI recita di avere il maggior numero dei tesserati in Italia.

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L’odontotecnico è indispensabile, come è indispensabile l’assistente formata nello stesso modo in tutta Italia, non solo in Lombardia e in Veneto, non solo dove si sono fatte delle delibere specifiche per la formazione e per il profilo, ma anche a Catania, anche in Valle d’Aosta. Deve avere la stessa formazione e deve essere una persona consapevole che, quando segue i protocolli per la sterilizzazione, li segue nel modo dovuto, perché questa è la salute al cittadino. Grazie.

possibilità di andare dal dentista, perché non può pagare.

Quando noi abbiamo collaborato alla proposta di legge sul welfare odontoiatrico, a cui subito – apriti cielo – ANDI si è immediatamente opposta, dicendo: “Ma no, che cosa state facendo!”. Allora, a quel punto, prima l’onorevole Quartiani e poi l’onorevole Peluffo avevano proposto di mandare altri pazienti che non avevano la possibilità di entrare negli studi dentistici monoprofessionali o, comunque, nelle strutture a farsi curare attraverso il ticket. Era, quindi, una proposta che dava la possibilità intanto ai giovani dentisti a non essere sfruttati.

Li avete sentiti i service in Lombardia? Sapete per quanto un dentista lavora in Lombardia? Per undici euro all’ora. Undici euro all’ora! Un dentista laureato. Qui non si parla di abusivi. Undici euro all’ora! Allora, il problema è che si dava l’opportunità a questi dentisti di tenersi il loro studio, di poter lavorare, di farsi dare un rimborso dallo Stato. No, non è stato possibile, perché ANDI si è subito messa di traverso.

Il problema è che noi stiamo parlando di salute del cittadino. Ma la vogliamo dare questa salute al cittadino davvero, oppure no? No, perché se la volessimo dare sarebbero i dentisti a incominciare a fare quello che fanno le igieniste, e cioè la prevenzione. Si parte dalla prevenzione. Qui, invece, si fanno le lotte sull’abusivo odontotecnico che va a curare la carie al posto del dentista.

Ma vi rendete conto? Sapete quanto costa la prevenzione a un cittadino? Nettamente meno che non farsi curare la bocca.

Ma, allora, perché non si fanno queste campagne? Perché i dentisti non le fanno queste campagne? Perché non dicono al cittadino una cosa importante: lavati i denti! Perché non lo dicono? Questa è una domanda che mi sorge spontanea. Si deve dire: lavati i denti!

Qual è il punto? Il punto è che le assistenti vengono maltrattate, vengono abusate, vengono licenziate.

Di fatto, quello che io dovevo dire l’ho detto, forse in modo un po’ acceso, e mi dispiace però io sono fatta in questo modo.

Mi piacerebbe molto che le associazioni dei dentisti capissero davvero quanto sono preziosi gli odontotecnici. Io lavoro in uno studio dove l’odontotecnico viene trattato molto bene. Tutte le volte che entra nel nostro studio, il mio dentista va a offrirgli il caffè come prima cosa. Devo dire che purtroppo di studi così non ne ho visti molti in giro.

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Massimo Maculan, Presidente Nazionale ANTLO La parola al dottor Alessandro Gamberini, Presidente di Promunidi, con ANTLO impegnata a fondo nella partecipazione a quello che per noi è l’evento più importante dell’anno, EXPODENTAL che ci vede partecipare con i nostri relatori e i nostri eventi culturali. Io mi ricordo di EXPODENTAL da sempre, da quando ero giovane, ed è sempre stato un punto di riferimento per l’odontoiatria e l’odontotecnica. E’ importante essere a Rimini a condividere con voi questo momento dove spero saremo in tanti presenti con quell’attenzione che non avevo mai colto prima verso le nostre problematiche e, comunque, verso ciò che potete dare all’odontotecnico, mentre negli anni scorsi forse l’attenzione verso di noi era un po’ scemata.

Alessandro Gamberini, Presidente Promunidi Grazie per l’invito. Sono lieto di essere qui. Porto il saluto del Presidente UNIDI che in questo momento è ad Addis Abeba e che mi ha chiesto di sostituirlo, e io l’ho fatto con molto piacere.

Ho ascoltato con molta attenzione tutto quello che è stato detto. Parto da quello che ha appena detto il Presidente Maculan. Sì, è vero, noi fra poco avremo un momento importante, dove mi auguro saremo tutti presenti, dove tutti sono i benvenuti a partecipare e a portare il loro contributo, chi di presenza e chi di conoscenza.

Oggi siamo qui a rappresentare – lasciatemela chiamare come l’abbiamo chiamata per tanto tempo – una filiera del dentale, di cui tutti facciamo parte, e ognuno di noi, le industrie dal mio punto di vista in primis, contribuisce con la qualità dei propri prodotti, con la serietà e con tutto quello che può essere dato alle parti della filiera che utilizzano ciò che noi facciamo. E. comunque, vorrei sottolineare quello che è l’aspetto che oggi è venuto fuori, cioè la partecipazione.

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La “partecipazione” è una parola che conosco molto bene. In questo settore, insieme all’amico Maurizio Troiani, sono trent’anni che faccio politica associativa, quindi sono passato attraverso tutte quelle cose di cui avete sentito parlare prima. Insomma, io c’ero sempre, ci sono sempre stato, perché c’è sempre stata la volontà, allora come ora, di partecipare, di rendere il settore odontoiatrico effettivamente qualcosa di a sé stante, di credibile, e devo dire che dal mio punto di vista la qualità dell’odontoiatria italiana ha pochi riscontri fuori dall’Italia. Viaggio molto, conosco molte persone, in questo momento sono Presidente della FIDE, la Federazione europea dell’industria dentale, ho rapporti con tutti e devo dire che non mi sento minimamente in imbarazzo a confrontarmi né con gli amici tedeschi né con chiunque altro faccia parte della nostra organizzazione.

Che cos’è veramente importante? Partecipare, essere presenti, sedersi ai tavoli, confrontarsi sulle problematiche che esistono, senza prendere posizioni preconcette, ma affrontare con la massima serenità anche in maniera dialettica tutto quello che avviene.

Anche perché oggi noi abbiamo una fortuna insperata, una grande fortuna, e lo dico senza tema di smentita per essermi confrontato con Ministri, Sottosegretari e quant’altro nei decenni passati: oggi noi abbiamo un Governo che ci ascolta, abbiamo un Ministro che ci ascolta, abbiamo un deus ex machina – è la verità, e va detta – che effettivamente porta le nostre problematiche sui tavoli. Non siamo più qualcuno da accettare, da salutare, a cui dire “purtroppo non ci sono disponibilità” o “purtroppo non possiamo fare”. Oggi, le parole “non possiamo fare” sembrano scomparse, per fortuna.

Dato che queste finestre hanno delle durate temporali, come tutte le situazioni, io suggerisco che tutte le associazioni di categoria non perdano tempo e colgano l’occasione fondamentale di collaborare per ottenere risultati. Che poi questo passi attraverso la dialettica è assolutamente normale. Ci mancherebbe altro! Gli interessi devono essere commisurati, valutati. Non ci possono essere figli di un dio minore. Siamo tutti parte di una filiera ben precisa e all’interno di questa dobbiamo collaborare.

Quindi, ben venga il fatto che esista un profilo dell’odontotecnico, se ancora oggi, alla luce delle biotecnologie, questo ha un senso compiuto nel significato che davamo una volta a questa parola. Cioè, oggi tutti hanno una sfida incredibile.

Esistono delle teorie – qualcuno potrebbe parlarne meglio di me – che parlano di quantum leap, cioè salti temporali che vengono generati, fra un periodo e l’altro, da eventi talmente epocali, talmente traumatici da generare dei cambiamenti enormi. Oggi, questi quantum leap ce li ritroviamo a distanza non più di cento anni l’uno dall’altro, come era nel passato, ce li ritroviamo a distanza di cinque anni, di dieci anni. Quindi, il mondo è in evoluzione costante. E se noi non saremo in condizione di affrontare tutto questo – la problematica che diceva prima il Presidente Maculan delle stampanti 3D, cioè della tecnica additiva – credo che noi avremo dei grossi problemi per il futuro.

Che effettivamente il problema dell’assistenza odontoiatrica in Italia sia un problema reale,

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nel senso che abbiamo una marea di persone che non si siedono sulla poltrona dell’odontoiatra, in qualunque situazione sia essa, pubblica o privata, questo va considerato. Noi non possiamo non tener conto di questo.

Tutto quello che andremo a fare nel prossimo futuro io penso andrà a vantaggio di tutti, o almeno io spero che andrà a vantaggio di tutti, perché non ho mai smesso di credere, neanche per un secondo, nel fatto che noi possiamo collaborare a trecentosessanta gradi.

Non essere presenti qui oggi: mi dispiace molto che sia successo. Francamente, parlerò con gli interessati quando li incontrerò, ma ne ho già parlato e ho detto che, secondo me, era un errore. Però, non sono in grado di entrare nel merito di cose di cui non ho conoscenza reale e specifica. Tuttavia, spero sinceramente che nei prossimi incontri, a Rimini, come a Cernobbio, come in qualsiasi altro luogo ci si possa incontrare, quel dialogo che oggi si è temporaneamente interrotto si riprenda. È l’unico auspicio che mi sento di fare, francamente. Non abbiamo altro da chiedere.

Abbiamo le energie per fare le cose, abbiamo la volontà di farle. Bene, sediamoci, dialoghiamo, se è necessario litighiamo (si fa per dire) e andiamo avanti, perché senza questo il nostro futuro non sarebbe quello che noi speriamo sarà. Grazie.

Maurizio Troiani Vorrei pregare l’onorevole Pagano di intervenire. L’onorevole Pagano è il relatore in Commissione Giustizia del DDL Marinello. Abbiamo conosciuto l’onorevole Pagano il giorno dell’audizione che abbiamo avuto in Commissione a febbraio 2015, ed è stata una sfortuna per lui perché, dopo quell’incontro, soprattutto il sottoscritto l’ha tampinato per far sì che gli emendamenti che avevamo proposto in audizione passassero.

Non credo che l’onorevole Pagano si fermerà solo alla questione del DDL Marinello. Siamo comunque soddisfatti del lavoro fin qui fatto dalla Commissione.

Ovviamente, puntavamo ad avere cento, probabilmente non avremo cento, però non disperiamo che, nel prosieguo dei lavori della Commissione, vengano accolti tutti gli emendamenti. Quello principale che avevamo proposto, quello del reinserimento di sanzioni specifiche per il prestanome, è stato accolto, ed è stata una grossa vittoria, e non solo perché c’era stato uno scippo con destrezza al Senato, dove i Torquemada di turno - come diceva Massimo - ricordandosi che siamo nell’anno del Giubileo della Misericordia, per i prestanome hanno avuto molta misericordia.

Noi siamo riusciti, almeno allo stato dell’arte, a farlo reinserire, ed è stata una bella vittoria.

Spero, Alessandro, che nel prosieguo dei lavori della Commissione si riesca a fare ulteriori passi avanti in direzione delle nostre richieste, anche se siamo già sufficientemente contenti. Ti cedo la parola.

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

Alessandro Pagano, Commissione Giustizia della Camera dei Deputati

emendamenti che io, in qualità di relatore, ho già colto. Ce n’è un altro che probabilmente accoglierò, se riusciamo a trovare gli equilibri in Commissione, perché le Commissioni sono fatte anche di equilibri politici di vario genere, non soltanto legati alla materia e, quindi, alla giustezza, alla compiutezza, al fatto che la norma debba essere accettata in quanto tale, ma legati anche ad aspetti di altro tipo, che non vi sfuggiranno, di politica classica. Pertanto, non mi sento di dire che ci sarà un secondo emendamento Rondini che sarà accettato, perché mi venderei le cose prima. Però, se sarà possibile, tenteremo. Tutto questo per mettere in premessa che certamente lascerò buona parte del ragionamento a lui.

Consentitemi di dire che sono particolarmente contento di essere qui. Ci sono nella vita tante cose che fanno diventare la propria professione interessante oppure noiosa, barbosa, e una di queste è sicuramente lo stimolo culturale che ognuno di noi subisce o è in grado di produrre. Tutto questo, ovviamente, dà concretezza, amore e passione al lavoro che si svolge. Guardate che questo vale per gli odontotecnici e vale anche per i politici.

Chiudo i miei saluti, poi entro nel merito, con il Generale Condò, che non conoscevo, se non tramite e-mail. Abbiamo avuto un ricco dibattito epistolare. Io ho fatto una serie di domande chiedendo conferme, e dall’altra parte queste conferme mi sono arrivate.

Poi, in verità, le abbiamo anche perfezionate con il Ministero per cui c’è un emendamento che, secondo me, è basilare e che vi anticipo subito essere l’emendamento 4.07, che ho qui sottomano, che certamente sarà un elemento importante della discussione complessiva anche in merito all’organizzazione che si avrà dal punto di vista professionale nei prossimi anni. Ma vado in ordine, perché vi ho promesso che non tratterò soltanto l’argomento.

Essere qui, quindi, non è retorica, ma è la verità, perché ho visto attorno alle vostre problematiche tale e tanta passione e tale e tanta competenza. E da quando ho conosciuto Maurizio Troiani per me sono veramente cominciati i guai, come diceva lui stesso prima, nel senso che non ha mollato un attimo in questo anno e mezzo, si è fatto spesso sentire. Cosa che, invece, Massimo Maculan ha gestito con più classe, anche se in maniera altrettanto incisiva. Comunque ci vuole. Il gioco di squadra funziona. Mentre Massimo Maculan l’ha fatto con più classe, ma comunque era sempre presente, mentre il ruolo del mastino, per usare la parola del Presidente, l’ha fatto fare a Maurizio Troiani, e devo dire che l’hai fatto bene.

E se oggi sono qui è anche per questo motivo. E questo mi ha fatto capire – lo dico con grande serietà, al di là della battuta – che cosa significa appassionarsi concretamente ai temi che, ovviamente, vi riguardano e cercare di trovare delle soluzioni.

Io non parlerò soltanto dell’argomento che oggi stiamo trattando o, meglio, che vi aspettate che io tratti, perché la presenza dell’onorevole Rondini fa sì che io mi toglierò almeno il 50-60 per cento delle cose che devo dire e le faccio dire a lui, anche perché pure lui è stato molto incisivo, ha prodotto una serie di

Intanto vorrei parlare, con grande serenità, del ruolo che voi avete. Questa legge prende il nome, come voi sapete, di Legge Marinello, dal nome di colui che l’ha presentata, ma il testo esatto è “Modifiche agli articoli 348, 589 e 590 del codice penale, agli articoli 123 e 141 del testo unico delle leggi sanitarie, di cui al regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, nonché all’articolo 8 della legge 3 febbraio 1989, n. 39, in materia di esercizio abusivo di una professione e di obblighi professionali”.

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Quindi, come vedete, non parla solo di voi, ma parla delle professioni, professioni che in questo momento sono fortemente contrastate a tutti i livelli. C’è una volontà generale da parte di “poteri forti” di cercare di limitare fortemente il ruolo che le professioni hanno. Le professioni in generale sono un vero e proprio ammortizzatore tra lo Stato invasivo e invadente e il cittadino che sta sotto. Se non ci fossero le professioni, non saremmo oggi qui, ma saremmo rispetto a Stati privi di qualsiasi caratterizzazione giuridica di civiltà. E, invece, noi siamo oggi un Paese certamente civile da questo punto di vista, anche perché abbiamo gli ordini professionali, che sono veri e propri organi intermedi che svolgono un grande ruolo da questo punto di vista proprio per evitare l’invasività dello Stato.

Questo tipo di legge che Marinello ha scritto, che come relatore Pagano nell’altro ramo del Parlamento sta cercando di portare avanti, si inserisce quindi all’interno di questa tutela. Bisogna entrare nella logica di capire che non è una legge tecnocratica o tecnicista che serve a mettere a posto qualche cosina nell’ambito della vostra professione. La filosofia di fondo che sta dietro questo tipo di impostazione che è stata data è quella di dire: gli ordini professionali sono importanti, perché tutelano una categoria che certamente svolge un ruolo, nel caso specifico la vostra, importantissima, ma in verità dentro ci sono dei professionisti che, se non vengono a essere ben indirizzati, ben tutelati e ben orientati, è evidente che non possono svolgere il loro ruolo non solo da un punto di vista tecnico, ma anche come operatori sociali di una società, che per funzionare ha bisogno anche di essere ben regolata. Pertanto, gli ordini professionali non vanno soltanto alla difesa di categorie fini a loro stessi, non è un ordine sindacale fine a se stesso. Chi interpreta questo dal punto di vista sindacale – ho sentito una polemica e mi sono tappato volutamente le orecchie perché, quando si è in politica, bisogna sempre stare in una posizione non polemica rispetto a certi discorsi – sbaglia. Quindi, accolgo il ragionamento che è stato fatto: guai a vedere il tutto solo dal punto di vista sindacale.

Bisogna immaginare anche l’aspetto, la valenza sociale che tutto questo ha.

Dire, allora, che in questo momento le professioni non sono soggette a un attacco vuol dire essere in malafede. Io, invece, dico a questa platea che c’è un attacco bestiale, bestiale, nei confronti delle professioni, e dovete prenderne coscienza. Basti pensare a tutto quello che in questo momento si dice a proposito della pressione fiscale. L’evasione fiscale sembrerebbe che sia annidata sempre in questi contesti: le piccole e medie imprese, le professioni. E tutti lì a dire: lì ci sono novanta miliardi di evasione all’anno.

E poi queste cifre chissà come vengono fuori. Le dice Banca d’Italia, non è che le dice un passante. Però, poi se vai a vedere gli studi qualificati, quelli che a livello mondiale sono riconosciuti dall’OCSE – cito in questo caso uno studio del 2013 dell’Università di Lens e dell’Università di Utrecht –, si scopre che l’Italia, all’interno di una media dei Paesi OCSE, che sono trentotto, che hanno una media di evasione dell’1,6 per cento, si posiziona sotto questa media con l’1,4 per cento rispetto al PIL, e mettiamo dietro Paesi come la Danimarca e la Svezia, Paesi che hanno grandissima nobiltà dal punto di vista del pagamento delle tasse.

Vuol dire che oggi, con le nuove leggi che ci sono da un po’ di anni a questa parte, con le tracciabilità soprattutto, con la capacità anche di essere fortemente determinanti anche nel pagamento

delle tasse stesse, non pagare le tasse è oggettivamente difficile.

Non è che uno paga volentieri le tasse. Lo sappiamo bene. Tant’è vero che le paghiamo sempre all’ultimo minuto, perché è una specie di dente che viene tolto (per restare in tema) e si aspetta l’ultimo minuto, proprio quando non se ne può più fare a meno.

Al di là della boutade, è così. Però, questo Paese oggi le tasse le paga. E l’1,3 per cento sul PIL significa che, rispetto al nostro PIL, che è pari a 1.646 miliardi, l’evasione in questo Paese è pari a venti miliardi. Però, si continua a dire novanta miliardi perché bisogna tartassare e bisogna comprimere sempre di più questo ruolo di una pressione fiscale che è inaudita.

La pressione fiscale in questo Paese – dice l’Istat il 7 aprile dell’anno scorso – è al 47 per cento. Di imposte dirette. Se poi ci aggiungiamo le accise e le imposte indirette per comprare la cravatta oppure per fare la spesa a casa, arriviamo al 68 per cento, dice lo studio delle Università di Lens e Utrecht. Cioè, il 70 per cento di tasse paga il cittadino medio, e voi siete tra coloro che contribuiscono pesantemente.

Come vedete, il ragionamento che vi vorrei articolare è piuttosto ampio. Ecco perché non mi sento di fare un discorso solo ed esclusivamente legato alla proposta di legge. Sarebbe bello: l’ha scritta un mio amico personale, la sto facendo io in un ramo del Parlamento, nel senso che la sto modificando anche pesantemente secondo anche i dettami che sono stati anche spiegati da Maurizio Troiani poc’anzi, per cui potrei anche dirvi: ma che bello, ma che bello! No, io qui, invece, sto portando avanti un ragionamento con una vis polemica che certamente deve servire a far capire che cosa sta accadendo in questo momento nel nostro Paese, che non riguarda soltanto questo Paese. È una storia lunga, che dura da almeno quindici anni, forse venti. Per cui, c’è un elemento sempre più forte per cui devono limitare questo ceto medio, bisogna limitare questo contesto sociale, di cui noi tutti, voi e noi siamo tutti parte integrante, quel ceto medio che è la grande forza dell’Italia e che riesce a portare avanti progetti che sono, prima ancora che economici, culturali e sociali, da far studiare ai propri figli e far fare loro un certo tipo di qualità di studio per arrivare anche ad affrancarsi da quelli che sono i problemi, le negatività, i contesti che vengono da una realtà sempre più invasiva, che non è più neanche lo Stato oggi, ma l’Europa.

Penso, quindi, che questi ragionamenti vadano fatti, e si devono fare anche in contesti come questi, che sono vivi, vivi perché voi siete vivi. E me l’hanno dimostrato concretamente i vostri vertici in questo dialogo costruttivo che abbiamo avuto da un po’ di tempo 30

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a questa parte, ma lo dimostrate anche voi nei ragionamenti che ho avuto modo di percepire e che Maurizio Troiani mi ha già spiegato. Allora, io penso che questi discorsi debbano essere fatti. Non esulano dalle cose che voi fate abitualmente. Si potrebbe pensare: io mi occupo soltanto di questo nella vita, per il resto non ne voglio sapere. No, perché finisce il vostro lavoro in laboratorio e poi comincia quello di cittadino, quello di padre, quello di marito, quello di moglie, quello che ovviamente poi alla fine trova sempre spazi di libertà più stretti e su cui dovete essere assolutamente informati e, se vogliamo, anche formati. Non sono banalità queste cose.

Ecco perché io penso che questa proposta di legge vada a inserirsi dentro questo contesto che ho appena detto, dentro questo quadro. Non è una proposta di legge tecnicista, legata soltanto a dire: da oggi in poi aggiustiamo qualche cosa. No! Riteniamo – e lo dico con un pizzico di presunzione – che rispetto a questo quadro preoccupante che l’Europa di oggi sta vivendo, con questa invasione che è scientifica, con questa distruzione del ceto medio che è scientifica, dove abbiamo potuto mettere mani abbiamo aggiustato le cose e abbiamo limitato i danni.

Quando, per esempio, diciamo il reinserimento delle punizioni sul prestanome, certo va incontro alle vostre esigenze quotidiane, ma è anche all’interno di quella difesa della professione in quanto tale, nobile in quanto tale, che deve consentire al professionista vero di vivere in armonia la propria vita sociale e in termini di tutela. Quando diciamo che nelle comunicazioni per le sanzioni deve essere coinvolto l’Ordine, noi andiamo all’interno di questa coerenza a cui accennavamo poc’anzi, perché l’Ordine non deve restare estraneo rispetto ad abusi e vivere la questione come se fosse un film: “Ah, sai, c’è qualcuno che ha fatto l’abusivo”. No, deve intervenire, perché quella categoria, questa categoria ha un ruolo sociale, e non soltanto vostro, non soltanto legato alla vostra attività singola. Infatti, il cittadino all’esterno ha interesse che questa categoria ci sia per quel ruolo di ammortizzatore a cui accennavamo poc’anzi. Perché, se non c’è l’Ordine che funziona bene, quindi di fatto se non c’è l’Ordine, perché può essere che il passaggio successivo sia eliminare anche questo, alla fine ci ritroviamo a essere soli, senza nessuna protezione, senza nessun paracadute, con uno Stato che ti dice le cose e tu che devi ubbidire, altrimenti oggi ti manda pure in galera con facilità.

Badate, soltanto qualche giorno fa le società internazionali di rating hanno dichiarato che il problema dell’Italia sono le PMI. Le PMI sono il problema dell’Italia? Cioè, noi siamo vivi ed esistiamo perché ci sono le piccole e medie imprese. Ma perché dà fastidio? Perché ognuna di queste piccole e medie imprese, che fatturano due, dieci, venti o cento milioni di euro, è padrona a casa sua. Al prossimo giro toccherà ai professionisti, dove ognuno è testa pensante, e non c’è una multinazionale che ti dice che da oggi in avanti le farmacie devono essere tutte così, che da oggi in avanti tutti gli studi odontoiatrici devono essere così, che da oggi in avanti gli studi tecnici degli architetti devono essere tutti così, e magari questi professionisti prenderanno settecento euro al mese, se vogliono lavorare, altrimenti, se non vogliono lavorare, che se ne vadano via. È chiaro il concetto? E i margini plurimiliardari resteranno in capo a questi. È chiaro qual è il disegno?

Ecco perché non potevo banalizzare e venire a dirvi soltanto che ho fatto una buona cosa, che stiamo facendo una buona cosa.

Mi consentirete che, oltre a questo o assieme a questo, c’è una preoccupazione seria di un Paese che certamente è diventato quello che è diventato, grande, perché c’è stato un ceto medio che di volta in volta è stato declinato in una certa maniera, qui con l’ANTLO, che con orgoglio e con piacere oggi sono venuto a salutare e a portare il mio messaggio.

Come vedete, non sono ragionamenti banali quelli che sono accaduti. Non abbiamo scritto una legge, e mi riferisco a Marinello, non è soltanto la proposta di legge Marinello che, ovviamente, va all’interno delle vostre giuste istanze, non è soltanto il lavoro di Pagano, di Rondini e di tutti questi uomini di buona volontà che stanno cercando di aggiustare le cose per far sì che una categoria dica: “Oh, ma come sono bravi questi, la prossima volta li voto”.

Sia chiaro, è anche questo, perché la vita è fatta anche di queste cose, c’è anche un momento pragmatico dove bisogna ricordarsi chi ha lavorato per qualcuno. Vi dico con grande chiarezza che qui c’è una vision più alta, qui c’è una preoccupazione forte di un cittadino e di un professionista che, giorno dopo giorno, viene schiacciato sempre di più e che rischia domani – e non è un modo di dire “domani”, ma è proprio domani –di non esserci più, perché nel frattempo sono arrivate le multinazionali del settore che hanno deciso che questo Paese, con le sue piccole e medie imprese e con i suoi piccoli professionisti, è un fastidio al vivere così come lo vogliono altri. E non è un modo di dire.

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Pierluigi Delogu, Presidente dell’Associazione Italia Odontoiatri

volentieri tutti partecipare per discutere insieme dei problemi dell’odontoiatria, è uguale.

L’importante è che si discuta. Per discutere, bisogna partire da una piattaforma. La piattaforma della discussione deve essere una piattaforma costruttiva per quanto mi riguarda.

La piattaforma costruttiva si costruisce partendo da idee di base, che siano non idee di contrapposizione, ma idee di costruzione insieme. Oggi ho sentito molti atteggiamenti, lo dico con molta tranquillità, sono qui, Massimo mi conosce, ho sempre stimolato il dialogo e la costruzione dei ragionamenti, ho sentito costruire, man mano che si andava avanti con i discorsi, dei muri. I muri non portano da nessuna parte. I muri non vanno bene. Partiamo da un punto fermo, che è quello che riguarda tutta la professione, tutto il settore, che è un dato oggettivo.

Buongiorno a tutti. È un onore per me essere qui come rappresentante dell’Associazione Italiana Odontoiatri.

L’Associazione Italiana Odontoiatri rappresenta gli odontoiatri, quindi tutti medici laureati in medicina, gli odontoiatri laureati in odontoiatria, tra i quali non facciamo nessuna distinzione.

Ho sentito diverse cose, tutte molto interessanti. Nessuna cosa non ha stimolato il mio interesse.

Ringrazio Massimo e l’ANTLO per avermi invitato. Ritengo che un contesto del genere – a parte l’ambiente che ci ospita e i presupposti che hanno determinato l’organizzazione di questa giornata, di questo ringrazio anche il Generale Condò – sia un contesto che riveste un particolare significato anche simbolico che non possiamo negare che ci sia.

Dire che non si riconoscono i simboli, non si riconoscono i contesti, non si riconoscono gli ambienti è chiaramente un errore in partenza. Non parlo per altri e non voglio neanche commentare certe scelte che sono state fatte, perché io sono qui e mi sento di rappresentare tutti gli odontoiatri d’Italia in questo momento. Altri potevano rappresentarli in quota parte come me e hanno deciso di non rappresentarli in questo momento e quindi li rappresento io, come la dottoressa Abbinante rappresenta oggi gli igienisti e la signora Magenga oggi rappresenta gli assistenti e via dicendo.

Come persona rappresentativa di questo settore degli odontoiatri, vi devo dire qualche cosa, perché la storia me la ricordo e mi ricordo anche tutte le cose che sono successe, anche come sono state fatte certe proposte politiche che ci riguardano.

Non so se ci parlerà dopo il dottor Rosso di questo. È un dato oggettivo che è sotto gli occhi di tutti, ma non da oggi. Mi fa molto piacere aver sentito, prima di me, l’onorevole Pagano, che ha messo in evidenza e ha dato una lettura politica di qualcosa che io dico da vent’anni. Io vent’anni fa denunciai l’attacco alle professioni in Italia. Una professione pilota in Italia, quindi nel ceto medio di cui parlava l’onorevole Pagano, per essere attaccata, è proprio l’odontoiatria. Noi l’abbiamo subito sulle nostre spalle tutto quello che è significato questo attacco, dalla vessazione burocratica alla vessazione fiscale, tutte giustificate dal fatto che noi eravamo evasori, noi in senso generale. Non è evasore il dentista se non c’è anche l’evasore odontotecnico e poi il paziente. Quindi, i discorsi bisogna farli così. Non si può dire che quell’evasione è imputabile tutta ai dentisti, mentre noi siamo bravi. Partiamo da alcuni ragionamenti. Contrastiamo questo ragionamento sull’evasione, perché è questo che bisogna dire alla parte politica e alle Istituzioni. Contrastiamo questo credere comune che viene ogni giorno spiattellato sui telegiornali e lo facciamo tutti insieme con la nostra forza di centocinquantamila operatori, non che qualcuno dà la colpa all’altro, signora Magenga.

Per prima cosa voglio dire che quando facciamo certi ragionamenti e soprattutto se chiediamo, in un ambiente e in un contesto come questo, che poi da un punto di vista nominativo non chiamiamo conferenza, ma chiamiamo semplicemente convegno che l’ANTLO ha lanciato e al quale abbiamo voluto

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Se ci rincorriamo sulle colpe, non andremo da nessuna parte.

Partiamo dai ragionamenti di base. Questo dell’evasione fiscale è un punto focale importantissimo – mi fa piacere che l’abbia riportato l’onorevole Pagano – sul quale noi, come proposta politica, potremo incidere. Vero, generale Condò? Cosa ne pensa?

Siamo tutti uniti nel chiedere una detrazione completa delle spese odontoiatriche. È abbattuta completamente l’evasione in questo modo, completamente abbattuta.

Li vogliamo fuori dalla professione. Però, allo stesso tempo, gli odontotecnici devono volere fuori dalla professione coloro che si prestano a questo. Dobbiamo tutti lavorare in sinergia. Allora chiediamo con forza i dati alla CAO nazionale che non si sa perché non dia questi dati. Sono dati chiesti e richiesti. Perché non si danno questi dati? Perché il numero di quindicimila…

L’ho scritto in un articolo ormai cinque anni fa, perché il numero uscì cinque anni fa e io lo scrissi subito dopo, chiaramente, non facendo un attacco diretto, ma dicendo che avrei voluto capire questi numeri come venivano fuori. Chiedevo semplicemente di poter capire questo numero da dove proveniva. Certo, i NAS non riescono a beccare tutti, però se fai duecentocinquanta accertamenti all’anno, dei quali vanno a buon fine, quindi condannati, perché questo bisogna anche dirlo, cento, allora i quindicimila dove sono?

Finiamola con gli alibi, però! Finiamola con tutte le scuse, con dei ragionamenti che sono solo strumentali. A quel punto, forse, si recupereranno anche dei denari per poter fare la prevenzione finalmente in Italia, cosa che non si è mai fatta. Mi fa piacere aver sentito che l’onorevole sta puntando su questo perché noi su questo abbiamo impostato la nostra politica sindacale degli ultimi dieci anni; una prevenzione seria, una prevenzione nella quale gli odontoiatri devono essere a fianco agli igienisti, non gli uni contro gli altri e non che è prerogativa solo di uno o dell’altro fare la prevenzione, perché con questi discorsi non si va da nessuna parte.

I discorsi seri si iniziano in questo modo: siamo tutti qui, ci diciamo in faccia le cose come stanno e ci diciamo in faccia quali sono i reali problemi. Qualcuno ve l’ho già spiattellato, ve l’ho già detto. Allora si può cominciare a parlare di accesso alle cure tutti insieme, di come migliorare e di come poter veramente fare un discorso politico che all’Istituzione serve.

Tutti insieme, certo tutti insieme. Tutti insieme facciamo il discorso sull’abusivismo. Io l’ho detto in tempi non sospetti, e Massimo lo sa. Per me il vero problema è l’abusivismo e il prestanome.

Oggi in Italia di studi stile quelli di quando lavorava mio padre, sto parlando di cinquant’anni fa, penso ce ne sia ancora qualcuno, ma per generazione sono andati tutti a finire. Sto parlando degli abusivi. L’abusivo che apre il suo studio senza avere un dentista penso non esista più. Togliamoci tutti gli alibi e tutti cerchiamo di contrastare e di lavorare insieme affinché ci siano delle regole certe. Le regole certe sono che se io questa gente, che lavora nell’illegalità, la metto in condizione di stare nello stesso ambiente non do la possibilità a chi deve accertare se c’è un esercizio abusivo di poterlo fare. Queste sono le regole certe.

Non ci sono altre ipotesi. Vogliamo dare una regola certa nella quale dire con chiarezza gli orari di entrata e di uscita? Volete arrivare a un qualcosa del genere? Possiamo parlarne. Non dico di no a priori.

Attenzione che tra le righe di quello che ha detto il Ministro Lorenzin è venuta fuori in modo trasparente la sua volontà, che è legata al fatto che è anche una gratificazione politica per lei poter risolvere questo problema, non è una cosa ipocrita e falsa, perché per lei sarebbe la manna dal cielo se potesse risolvere questo problema. Noi tutti dobbiamo lavorare in modo tale – un aiuto glielo possiamo dare – che si possa fare un percorso per arrivare a determinate proposte. Sicuramente la prima di tutte, per tante ragioni che ho già detto e non ripeto, è quella della detrazione completa delle spese. Noi puntiamo a quella completa.

Poi se è solo l’80 per cento o il 60-70 per cento sarà sempre un qualcosa che potrà aiutare molto i cittadini ad accedere alle cure, ma, nel contempo, dobbiamo dare anche qualcosa noi. Io parlo da odontoiatra perché chiaramente il confronto diretto con il paziente ce l’abbiamo noi, quindi sulla prevenzione siamo noi che dobbiamo lavorare, assieme agli igienisti, ma è chiaro che siamo lì nella linea del contatto diretto con il pubblico. Sulla prevenzione noi possiamo fare tante proposte, che avevamo fatto già prima che il Ministro venisse eletta Ministro della salute in un incontro dove lei era presente. Queste proposte le ribadiamo adesso.

Possiamo parlarne, però come da una parte non c’è trasparenza ci deve essere trasparenza massima quando si apre un dialogo dialettico su questi argomenti. Si deve dire con chiarezza dove si vuole andare. Io vi dico con chiarezza che la professione odontoiatrica, che io rappresento, non ne può più di chi approfitta dell’opera dell’odontotecnico per fare il prestanome. Va bene? Li vogliamo fuori dalla professione.

Io da parte dell’AIO non faccio che rimetterle in campo. La proposta della professione per affrontare con sgravi o agevolazioni la spesa è di caricarsi una quota di cittadini che non sono in grado di accedere alle cure odontoiatriche, con dei sistemi che possono essere, per esempio, un sistema di detrazione fiscale, chiamiamolo come vogliamo, può essere un voucher fiscale, può essere una sorta di compensazione sulla pressione fiscale che oggi il professionista ha, o, perché no, parlare anche dei fondi integrativi e capire come questi possono intervenire in questo sistema. Però, chi non ha lavoro non ha neanche il fondo integrativo. Quindi, se stiamo parlando di una quota sociale molto bassa, in fase di povertà, dobbiamo sicuramente intervenire con sistemi che siano dei sistemi diversi; sistemi anche innovativi che mai fino ad oggi sono stati affrontati.

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Però, queste proposte facciamole tutti insieme, senza partire dalle barricate, perché se partiamo dalle barricate poi le posizioni si incancreniscono senza nessun senso.

Vorrei dire soltanto una cosa alla signora Magenga per onore di storia. L’inquadramento degli ASO (Assistenti Studio Odontoiatrico) fu discusso da ANDI e da AIO insieme. Fu l’unica volta. Lo dico perché io ero appena diventato Presidente. Anzi, non ero ancora diventato Presidente, sto parlando di sei-sette anni fa. È stata una delle poche cose che insieme abbiamo fatto, ANDI e AIO. Tracciammo un profilo e lo approvammo in un tavolo tecnico che era stato istituito qui al Ministero. Di questo profilo poi non abbiamo più saputo niente fino a poco tempo fa, dove è riapprodato al tavolo tecnico del Ministero e in quel tavolo tecnico ci siamo confrontati direttamente con la conferenza Stato-Regioni e abbiamo portato le nostre istanze, le nostre proposte che la Conferenza Stato-Regioni sembra stia discutendo, ma erano molto propensi ad accettare.

Quindi, da parte nostra non c’è nessun blocco, almeno che io conosca. Io parlo per l’AIO in questo momento. Non c’è assolutamente nessun blocco e nessun ostativo. Noi siamo convinti che l’assistente dello studio odontoiatrico debba essere formato, debba essere valido, debba avere un percorso formativo idoneo per lavorare nei nostri studi.

in Europa il tentativo è proprio questo. In Europa, con una sistematica che si basa sull’idea che è stata inculcata nella testa della gente, che la concorrenza è alla base di tutta le politiche comunitarie, si sta distruggendo tutto quello di buono c’è nel ceto medio, ma in tutta quella che era la sopravvivenza, la società europea si basava, soprattutto dei Paesi che dovrebbero allearsi di più fra loro, che sono quelli che hanno la stessa cultura come il Portogallo, la Spagna, la Francia, ma soprattutto il sud della Francia, l’Italia e la Grecia.

Non sono volutamente entrato nella polemica molto facile, che avrei potuto perseguire, non avendo qui presenti altri soggetti che sono oggi assenti. Avranno delle buone motivazioni per esserlo. Ritengo, però, come ha detto il dottor Gamberini, che in queste situazioni sia necessario essere presenti.

Dato che siamo in una situazione pubblica, dico anche, sempre per lo stesso motivo, che ci sono autoreferenzialità e sistemi dialettici dove si discute e dove si aprono dei tavoli di discussione.

Altri Stati non ragionano come noi, vengono da una religione diversa, hanno fatto una riforma religiosa, che ha un’idea completamente diversa dello Stato. Finora sono stati dominanti nella politica europea. Quindi, esorto la massima attenzione sul DDL Concorrenza, perché quello è un altro dei punti che potrà vietare alle multinazionali di entrare in modo prepotente nel nostro ceto medio. Grazie.

Un sistema del genere, non perché è ANTLO, anche se dovessimo promuoverlo noi come AIO un domani, fra sei mesi e via dicendo, questo è sicuramente un modo per aprire dei tavoli dialettici e dei tavoli di discussione. Altra cosa, invece, è fare, in modo autoreferenziale degli Stati Generali dove si chiamano soltanto ad invito particolare alcune persone, che sono persone che hanno l’abilità sempre di dire di sì, e qui mi fermo.

Ringrazio tutti per l’attenzione posta. Non vi ho voluto dare dati, anche se avevo un bel po’ di tabelle che in una tavola rotonda che abbiamo fatto proprio qua a Roma due settimane fa tirano fuori tutti i dati degli studi di settore per quanto riguarda l’odontoiatria degli ultimi quindici anni. Sono dati molto interessanti. Torno sulle parole dell’onorevole Pagano. Quello che lei intravede come futuro prossimo è già innestato in Italia, c’è già.

Volevo dire all’onorevole Pagano che non basta il DDL n. 348 Marinello per ragionare. Non basta intervenire sull’aspetto, che è importantissimo, dell’esercizio abusivo, ma adesso hanno un altro importantissimo DDL in discussione, che è il DDL Concorrenza. Questo DDL Concorrenza è proprio quello che mina nelle profonde fondamenta le professioni in Italia e sul quale bisogna lavorare con molta attenzione.

Noi abbiamo proposto degli emendamenti che sono stati per adesso accettati in Senato, però devono ancora essere votati, cioè sono stati riproposti e devono essere ancora votati, perché

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Roberto Rosso, Presidente Key-Stone Ho portato alcune informazioni relative alle ultime analisi che abbiamo recentemente presentato all’AIOP di Riccione. Il tema del digitale, il tema delle nuove tecnologie sta cambiando le prospettive in modo importante.

L’On. Pagano diceva che l’Italia ha potuto sopravvivere perché si è inventata il terziario negli anni Sessanta-Settanta. Siamo stati per anni il Paese delle Partite Iva e forse lo siamo ancora e dobbiamo dire grazie alla piccola e media impresa. Con gli anni Duemila il fatto però di essere piccola impresa può rappresentare un problema serio, perché non si compete più. Non possiamo parlare di dicotomia, micro impresa, piccola o media impresa e multinazionale. Dobbiamo pensare di poter competere nel mercato. Gli odontotecnici si ritrovano, soprattutto grazie allo sviluppo tecnologico, nella necessità di fare degli investimenti importanti per poter competere.

Competere non vuol dire essere più economici; competere vuol dire offrire il prodotto o il servizio giusto a dei prezzi corretti.

Il laboratorio odontotecnico mediamente è composto da 2,1 tecnici, meno di una micro impresa.

Se prendiamo anche gli studi di settore, vediamo l’Agenzia delle Entrate che ci dice quali sono i fatturati medi. Non parliamo mica di evasione, parliamo del fatto che queste imprese sono davvero troppo piccole. Parliamo di 5,3 studi dentistici. Che cosa stiamo dicendo? Siccome il rapporto oggi tra i laboratori odontotecnici e gli studi è di circa uno a quattro, ma a part-time per lo studio dentistico stesso, che quindi gestisce la sua fornitura con più soggetti.

Il potere contrattuale si è perduto completamente. Questi numeri sono così stabili già da prima della crisi. Già nel 2008 all’incirca i numeri erano questi. Quindi, anzitutto attenzione al fatto che questa professione deve pensarsi in futuro in una logica diversa come in altri Paesi, dove i laboratori sono mediamente più strutturati.

Io sono rimasto sorpreso dell’ultima ricerca che abbiamo fatto nell’analizzare, per esempio, la Germania. In Germania è vero che ci sono trentamila laboratori, ma ventimila sono presso i dentisti, sono delle microstrutture e sono, di fatto, dei dipendenti dei dentisti. Poi ce ne sono, invece, quattro o cinquemila che sono delle aziende, non delle multinazionali, ma delle aziende. Il rischio qual è di mantenere queste strutture micro? Il rischio è che saranno sempre più deboli.

Veniamo all’altro tema che mi interessa. Stanotte, mentre rientravo con un volo in ritardo, mi sono messo a guardare l’età media degli odontotecnici, dei titolari del laboratorio odontotecnico dal 2008 ad oggi. Bene. L’età media del titolare del laboratorio odontotecnico invecchia di dieci mesi ogni anno. Vuol dire che non entrano più odontotecnici nuovi nella titolarità dell’impresa. È un disastro.

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Ho fatto anch’io l’istituto professionale per l’industria e l’artigianato e mi sono diplomato odontotecnico e ci metto un po’ di passione in questa cosa. È incredibile questa cosa.

Abbiamo un problema di fondo enorme: assicurare alla professione un futuro. Quando questi cinquantaduenni ne avranno sessantacinque, sessantadue, cioè fra dieci anni, e avranno voglia di andare in pensione, chi condurrà queste aziende? Vi esorto a pensare a che fine farà questa professione.

Oggi faccio un intervento un po’ più politico e un po’ meno tecnico, perché sono un po’ appassionato.

Poi veniamo all’altro tema, la scolarizzazione e cerchiamo di capire se i nuovi odontotecnici sono in grado di interloquire con i nuovi dentisti, perché abbiamo un problema anche di questo genere. Questo è il vero rischio che, personalmente io e noi come azienda che fa analisi, vediamo nel settore.

Si deve ripensare a questo settore con delle aziende, non con degli artigiani con 1,1 dipendenti, perché così è difficile che possa sostenere la competizione futura.

Stiamo intervistando sempre persone diverse dal 2008. Fino al 2008 i dati erano positivi.

Dal 2008, dalla crisi, la percezione qual è stata? Il 55 per cento dei laborator nel 2009 ci diceva che le cose peggioravano, erano peggiorate, abbiamo avuto una crisi drammatica che ha riguardato anche i dentisti e che è stata la nostra vera crisi, cioè quella del 20122013.

Il Paese è entrato in crisi quando, a un certo punto, ci siamo ritrovati a dover cambiare il Governo nel 2011. In quegli anni il settore è crollato davvero. Gli unici due anni di recessione vera, e parlo non dell’odontotecnica, ma dell’odontoiatria, sono stati il 2012 e il 2013.

Dopodiché, siamo in una fase di recupero. E’ chiaro che abbiamo ancora la metà degli odontotecnici che ci dice che le cose vanno peggio di prima, ma c’è una componente psicologica. Sicuramente siamo in una fase di risoluzione lenta di una problematica recessiva. Siamo in un ciclo espansivo.

Noi contiamo le file di denti che si vendono, contiamo le quantità di ceramiche che si vendono e possiamo affermare con certezza che tutta questa recessione non c’è. Il problema è che la ripresa è sostenuta solo dai laboratori più grandi. Quello che sta accadendo è una forte eterogeneizzazione del mercato, dove solo quelli più grandi e più strutturati stanno sostenendo la domanda e la stanno sviluppando.

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

Quindi, in realtà, gli operatori vanno male, ma il settore si sta riprendendo.

Tra l’altro, attenzione, perché sono soprattutto quelli che già sono più grandi, più strutturati e quelli che stanno investendo nelle tecnologie, era quello che diceva prima l’On. La Malfa.

Chi sta investendo alla fine si sta creando le condizioni per competere con successo.

L’altro problema è che non abbiamo dati per misurare il mercato dentale, non ci sono.

Quindi, gli unici dati veri che abbiamo oggi sono i consumi.

Comunque, se voi guardate il grafico in basso, si prende come punto fisso il 2011. Guardate la linea rossa: è il ciclo recessivo e poi di nuovo di recupero dei materiali di consumo di odontotecnici o studi dentistici.

Se noi lì ci mettiamo un punto fisso, cioè teniamo come punto fisso l’anno migliore che abbiamo avuto, cioè il 2011, vediamo che siamo assolutamente in fase di recupero, ma non abbiamo ancora raggiunto i risultati del 2011. Attenzione, il prodotto interno lordo in assoluto è indietro di quindici anni, credo, di dodici. Quindi, in realtà il dentale va molto meglio del Paese, siamo sempre dei soggetti fortunati.

Però, di fatto, ci ritroviamo ancora a non aver recuperato quei numeri. Quello che mi interessa è farvi vedere rapidamente, però, che, paradossalmente – vi sembrerà strano – ciò che sta sostenendo il mercato dell’industria è il mercato del laboratorio. Perché? Come si spiega? Come ci si spiega che il mercato del laboratorio aumenti così tanto i suoi valori?

Di fatto, l’odontotecnica ha delle problematiche. È un problema di valore aggiunto, cioè state utilizzando dei materiali più costosi, più evoluti. Il ragionamento vero è il seguente.

Questi che vedete sono dati fino al 2014. Sono i dati di quasi tutti i fabbricanti italiani. Se io vado a vedere l’unica categoria che sta crescendo, perché gli altri sono negativi, è la mega categoria della ceramica. Se poi vado dentro la ceramica, quello che sta crescendo sono le strutture fresate, i materiali per le strutture fresate. Quindi, non c’è una vera crescita, c’è una trasformazione dalle leghe a dei materiali ceramici.

L’On. Rondini mi comprende perché so che anche lui conosce bene questo settore. In realtà, ci troviamo in una fase di trasformazione. Allora dobbiamo chiederci chi è che sta facendo questo mestiere. Io non vedo tanto la concorrenza del dentista, io vedo la concorrenza dell’industria, perché l’industria si sta appropriando di parte della vostra attività.

Vado velocissimo, però vi voglio dire che abbiamo misurato anche un po’ il sentiment, le opinioni dei dentisti e degli odontotecnici in cinque Paesi diversi, perché volevamo capire se c’erano delle percezioni differenti rispetto alle nuove tecnologie. Vado molto rapido. È molto interessante, però, vedere prima come siamo attrezzati in Italia. In Italia il 35 per cento dei dentisti soltanto sta proponendo protesi fabbricata su CAD/CAM. Se andiamo a vedere, rispetto all’Europa siamo abbastanza in linea, non ci sono delle differenze particolarmente marcate, salvo la Spagna che sta correndo molto, ma la Spagna corre in tutto.

La Spagna negli anni Ottanta è partita più avanti di altri. Quindi, solo un terzo o poco più di un terzo degli studi dentistici sta proponendo questo tipo di protesi. Se andiamo a vedere poi quanti hanno uno scanner vedete che i numeri sono molto piccoli all’interno dello studio dentistico. Quando parliamo di fresatori chairside stiamo parlando ancora di nulla, per quello dico che questo problema, a parte il fatto che la possibilità produttiva di uno studio dentistico è limitata ad alcune situazioni, a parte questo, stiamo parlando di meno di mille fresatori installati. Questo problema ce l’abbiamo anche in altri Paesi d’Europa dove si stanno montando delle polemiche che, forse, sono un po’ pretestuose, perché in realtà, la problematica, sotto il profilo dei numeri, non c’è. Non c’è un problema di dentista che si sostituisca all’odontotecnico. A oggi non c’è e in previsione non vediamo che ci possano essere, tranne questo ragionamento sulle stampanti.

Il discorso delle stampanti è un discorso diverso. Dovremo aspettare e vedere. Se, però, andiamo a vedere i laboratori, i laboratori in questi anni hanno sempre investito, e poi vedremo dei numeri veri, perché, di fatto, ormai il 60 per cento dei laboratori propone protesi che hanno un’origine digitale. Cinque anni fa era quasi tutto full outsourcing, cioè prendevo il mio modello e lo mandavo al collega che era più intraprendente e aveva investito.

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Adesso, ormai, l’outsourcing si è ridotto al 50 per cento. Vuol dire che alla fine un quarto di tutti i laboratori sono già attrezzati con tecnologie digitali; una parte sono attrezzati con tecnologie digitali (fresatori), una parte piccola, circa il 15 per cento e l’industria questo lo sta già sentendo. Ci sono Paesi dove misuriamo, per esempio, i materiali e le tipologie e ci rendiamo conto che l’odontotecnico, che si sta attrezzando, si sta riappropriando di tutto il fresaggio dei materiali ceramici e l’industria, invece, si sta appropriando del fresaggio dei metalli. Nei Paesi più evoluti come la Spagna si legge già il fenomeno. Quindi, in ogni caso, in questi anni di crisi, gli odontotecnici hanno continuato a investire, e questo è fuori dubbio.

La percezione che l’odontotecnica tradizionale possa in qualche modo ridursi è una percezione che si riduce con l’evoluzione della conoscenza. È un po’ “l’ignoranza” che ci fa costruire dei preconcetti, perché in realtà nei soggetti più evoluti, che sono già a contatto con queste tematiche, vedete che c’è molta più razionalità e anche meno paura. Vediamo quale sarà il ruolo dei dentisti e dei tecnici in futuro. In generale, la maggior parte degli intervistati ritiene che la cooperazione si svilupperà. La cosa che mi interessa farvi vedere in queste diapositive è che il campione si divide fra i dentisti e anche fra gli odontotecnici in modo abbastanza equo. Questo vuol dire che c’è una parte del campione che è convinta che ci sarà una collaborazione, ma c’è una parte, altrettanto importante, che è convinta che ci possa essere una conflittualità. Questa cosa io sollecito le associazioni a smontarla, a smontare il rischio della conflittualità, perché i soggetti più avanzati o in quanto Paese o in quanto soggetti tecnologicamente più evoluti smentiscono la conflittualità. È chiaro che viene percepito un rischio di intrusione con il dentista, ma vi assicuro che dove il mercato si è già evoluto questo rischio è meno sentito. Vado velocemente al punto, perché poi quello che vi dovevo dire era questo, facendo alcune considerazioni finali.

Le prime sono queste. Noi sicuramente stiamo passando dalla fusione alla lavorazione digitale e poi arriveremo alle lavorazioni di cui parlavi, Massimo, interessantissime, di cui, però, non abbiamo ancora evidenze, perché le abbiamo in altri settori, ma non nel nostro. Sicuramente c’è un crollo del mercato delle leghe preziose e c’è una perdita del ruolo dell’odontotecnica tradizionale, che non è l’odontotecnica operatrice, parlo del settore.

Poi c’è un concetto che ci fa passare dal prodotto al servizio, cioè le aziende che producono semilavorati, ma producono anche dei monolitici, chiaramente non vendono più prodotti, ma vendono un servizio, un prodotto-servizio e stanno parzialmente facendo delle attività che un tempo competevano all’odontotecnico. Io sono un liberista assoluto, quindi mi trovo anche come concetto alla società di capitale.

Noi ci troviamo già con il 43 per cento dei restauri indiretti, realizzati attraverso, o direttamente o indirettamente, una fonte digitale. A questo aggiungiamoci un 3 per cento che fanno i dentisti, circa centoventimila elementi fanno i dentisti in tutta Italia, ci ritroviamo a circa il 46 per cento con una crescita progressiva.

Tutti noi siamo qui, tutto il sistema funziona, se ci sono dei pazienti da curare. Noi non esisteremmo, sotto il profilo professionale, se non ci fosse la patologia orale e dei pazienti che debbono essere curati. Tutto questo sistema non esisterebbe. Quindi, se noi non facciamo in modo che quel famoso 38 per cento che ogni anno va dal dentista, che non vuol dire che gli altri non ci vanno, ci vanno semplicemente più dilazionati, perché poi in realtà l’85 per cento degli italiani è andato, negli ultimi cinque anni, dal dentista, ma noi dobbiamo fare in modo che la gente vada dal dentista, che ci siano delle modalità di accesso, perché noi abbiamo un potenziale di crescita anche in termini di business enorme, perché possiamo raddoppiare gli accessi.

Attenzione, perché quando le industrie cominciano a promuovere, nonostante sia un liberista nelle mie logiche, ma quando le industrie cominciano a mettersi al posto degli odontotecnici, è chiaro che abbiamo un rischio che dobbiamo valutare. D’altro canto c’è il tema dell’obsolescenza percepita.

L’altra cosa interessante è che il mercato si è totalmente trasformato perché i restauri in metallo indiretti sono passati dall’80 per cento al 64 e, invece, i restauri totalmente estetici, dal 19 al 36 per cento. Questo in cinque anni. Sta cambiando effettivamente il mercato.

Siamo andati in Europa e abbiamo fatto ai dentisti e agli odontotecnici la stessa domanda. Abbiamo chiesto loro quale sarà il ruolo della tecnologia, ponendo delle proposte di risposta anche particolarmente diverse, divisive. Una delle possibili risposte era: “Le tecnologie digitali sostituiranno la maggior parte delle protesi tradizionali”. Guardate come in Italia il 43 per cento dei dentisti di questo campione ritenga che ci possa essere una sostituzione. Dovreste usare come benchmark la Germania, perché in Germania, dove è molto più sviluppato tutto questo concetto digitale, questa percezione non c’è più.

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Sempre di più ci sarà tecnologia, sempre di più ci sarà da investire e questo ci riporta alla prima considerazione: bisogna che ve lo possiate permettere sotto il profilo proprio della massa critica.

Ci sono tre domande che voglio lasciare a voi, così, da valutare: 1) Come gestire le possibili intrusioni a seguito della rivoluzione in corso? Non parlo di quella dei dentisti. Io parlo di quelle soprattutto dell’industria.

2) Quale dovrà essere il background culturale del nuovo odontotecnico? Noi ci occupiamo nelle nostre ricerche di mercato non solo di dentale.

Noi seguiamo lo scolastico da almeno un decennio e abbiamo parlato con migliaia di insegnanti. Gli istituti professionali hanno un bacino di utenza, un target di riferimento che negli ultimi vent’anni è cambiato totalmente. Sotto il profilo sociale e socioeconomico ciò che arriva in un istituto professionale oggi è totalmente diverso da quello che arrivava vent’anni fa, trent’anni fa. Quindi, non solo il percorso non è più all’altezza, perché non è più all’altezza, ma per dare dignità alla professione, perché a trent’anni io che ho fatto l’istituto professionale per cinque anni devo interloquire con il trentenne dentista, mio cliente, che è enormemente più voluto sotto il profilo della scolarizzazione. Questa cosa se noi non la teniamo in considerazione, non ne usciremo mai. Questa categoria, fra dieci-quindici anni, quando i cinquantaduenni di oggi andranno in pensione, rischia di essere seppellita.

Pensate anche a un percorso di scolarizzazione obbligatorio differente, che non potrà che essere post-diploma, che non potrà che essere superiore.

Terza domanda: Come rivitalizzare la possibilità imprenditoriale dei giovani? Se nessuno sta più aprendo, abbiamo di nuovo un problema per la categoria, per il futuro.

Grazie mille.

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Marco Rondini, Vice Presidente Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati Ringrazio Massimo e l’ANTLO per avermi invitato e per avermi permesso di condividere un percorso che ci ha portato anche all’organizzazione della giornata di oggi, seconda tappa di un percorso iniziato con la giornata sulla questione odontotecnica che abbiamo fatto nel 2014.

Possiamo dire tranquillamente che in quella sede avevamo stabilito degli obiettivi che oggi sono, in sostanza, a portata di mano.

Ci sono due questioni in particolare alle quali voglio fare riferimento nell’intervento che, poste allora, stanno trovando delle soluzioni.

La prima, intorno alla quale si sono soffermate anche le riflessioni del Presidente Maculan, è la richiesta che crediamo questo Ministero possa cogliere, con la quale chiedevamo l’istituzione di un Osservatorio sull’odontoiatria. Quella proposta sembra naufragata, sebbene noi riteniamo che se non un Osservatorio sull’odontoiatria si trovi un altro strumento per portare avanti le stesse questioni delle quali avrebbe dovuto occuparsi l’Osservatorio sull’odontoiatria; un Osservatorio, o comunque uno strumento diverso, che veda il coinvolgimento di tutta la filiera odontoiatrica, che è uno strumento utile soprattutto alla luce dei dati che ci ha fornito l’ISTAT, perché, se è vero che nel corso degli ultimi cinque anni la percentuale degli italiani che si è recata in uno studio odontoiatrico o comunque che si è prestata a delle cure odontoiatriche negli ultimi cinque anni raggiunge l’85 per cento è altrettanto vero che nel corso dell’ultimo anno solamente un italiano su tre si è recato dal dentista. Questi dati ci dicono che in realtà la crisi attuale, che tocca anche questo ambito, sta assumendo le dimensioni di qualcosa di strutturale e non più di passeggero.

Che cosa si può fare per garantire un accesso alle cure? Sicuramente c’è quella proposta che ANTLO aveva avanzato della defiscalizzazione delle cure odontoiatriche. In quel modo eventualmente si può realmente far sì che gli studi italiani riconquistino quella clientela che oggi hanno perso e che magari si rivolge al turismo dentale piuttosto che all’odontoiatria low cost.

Rimane, secondo noi, una questione non più rinviabile e in particolare lo rimane per il legislatore, che ha il dovere di farlo, e che ha, quale fine della propria attività, il bene della comunità che rappresenta. Questo bene, nel caso in questione, è la tutela della salute.

Investire oggi, fra l’altro, in questo campo, perché è chiaro che la defiscalizzazione si traduce in una diminuzione degli introiti nelle casse dello Stato, vuol dire, però, investire sul futuro, anche facendone semplicemente una questione economica. Vuol dire in futuro un risparmio per il sistema sanitario nazionale, che domani non si dovrà confrontare magari con quelle patologie che ritrovano fra le cause il mancato accesso alle cure odontoiatriche.

La seconda questione che avevamo, invece, già toccato nel corso di diverse iniziative e anche delle iniziative del 2014 è quella alla quale faceva riferimento anche il collega Alessandro Pagano; una questione che ci vede tuttora impegnati e che anche in questo caso chiama in causa questo Governo e questo Ministero, sebbene la questione del DDL Marinello venga trattata dalla Commissione Giustizia.

Abbiamo presentato – vi ha fatto riferimento l’amico Maurizio Troiani e anche il collega Pagano – una serie di emendamenti, di proposte emendative al testo che è all’esame della Commissione Giustizia alla Camera, tesi a ripristinare ciò che era previsto prima del passaggio al Senato, dal quale il testo è uscito sostanzialmente mutilato. Con destrezza, che possiamo definire levantina, dal testo originario approdato al Senato, che prevedeva pesanti sanzioni anche per il prestanome dell’abusivo, è stato stralciato questo passaggio che noi riteniamo, invece, vada assolutamente ripristinato e che è fondamentale per la lotta all’abusivismo. Non vogliamo credere che quello che è stato giustamente definito dal Presidente dell’ANTLO “furto con destrezza” compiuto al Senato sul DDL Marinello sia il frutto guasto di un’attività di lobbying andata a buon fine.

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Se il testo non viene modificato, quell’attività di lobbying che ha prodotto lo stralcio delle sanzioni previste per i prestanome, se il testo non viene modificato è negli effetti quell’azione criminogena; criminogena perché, di fatto, non prevedere sanzioni per il prestanome vuol dire agevolarne l’attività illecita.

Lo ripetiamo. Se il legislatore vuole contrastare efficacemente l’abusivismo in odontoiatria deve contrastare, prima di tutto, il fenomeno del prestanomismo.

Dietro il 90 per cento degli abusivi c’è un prestanome; prestanome che con la sua copertura agevola il compimento dell’illecito. Fra l’altro quella è la figura che ne trae il maggior vantaggio dal punto di vista economico, perché è quello che, rispetto all’abusivo, sicuramente ne trae il maggior vantaggio. Il prestanome non è, secondo noi, semplicemente colui che concorre a commettere questo reato, ma è la figura principale grazie alla quale si compie questo illecito.

Vi sono poi alcuni elementi contenuti in altri emendamenti, sempre presentati al DDL Marinello, che, indirettamente, secondo noi, possono essere utili per garantire il nostro spazio professionale.

Con questi emendamenti abbiamo previsto delle sanzioni anche per gli abusivi, cioè anche per coloro i quali esercitano l’attività odontotecnica come abusivi, equiparando e ristabilendo una sorta di equità, equiparando le sanzioni previste per chi esercita abusivamente l’attività di odontotecnico con le sanzioni che vengono previste per l’abusivismo odontoiatrico.

Gli emendamenti che noi abbiamo presentato sono esclusivamente tesi a far sì che se realmente, come ci propone il titolo del testo di legge, si vuole contrastare ogni forma di abusivismo, lo si faccia a trecentosessanta gradi e non a senso unico, magari andando a colpire solo una parte del fenomeno.

Un’ultima questione e mi avvio alla conclusione. ANTLO ha inoltrato una richiesta alle CAO provinciali per conoscere il numero degli iscritti e il numero dei provvedimenti presi nei confronti dei prestanome negli ultimi cinque anni. La risposta che ha ricevuto ANTLO è stata una “non risposta”. Ci si è nascosti dietro mille scuse, si sono addotte motivazioni che per noi suonano come una difesa corporativa degli associati. Quindi, annuncio fin d’ora che presenterò un’interrogazione parlamentare per chiedere se nella risposta prodotta o, meglio, nelle motivazioni della “non risposta” si possano ravvisare violazioni delle normative vigenti.

Questo, secondo noi, è fondamentale. Non può esistere che coloro i quali esercitano abusivamente la professione dell’odontoiatra vengano sanzionati in modo diverso rispetto a quanto non vengano, invece, sanzionati coloro i quali esercitano abusivamente l’attività di odontotecnico.

Noi crediamo che queste proposte possano essere accolte. Mi pare di capire, anche dall’intervento del collega Pagano e anche dal confronto che abbiamo avuto con lui, che queste proposte emendative troveranno accoglimento da parte del relatore del provvedimento, oggi fermo in Commissione giustizia.

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Una cosa è sicuramente certa: una categoria medica non dovrebbe, o meglio, chi rappresenta una categoria medica non dovrebbe sottrarsi a quel codice etico e morale che impone trasparenza e una serietà che fatichiamo, francamente, a riscontrare nelle motivazioni addotte nella “non risposta” che ci è pervenuta.

Crediamo, invece, e questo lo ha sottolineato anche nelle sue riflessioni il Presidente Maculan, che dietro si nasconda ben altro. Forse queste sanzioni non sono mai state irrogate o prodotte.

Quindi, chi imbastisce campagne tese a supportare i dati di stravaganti ricerche che denunciano un fenomeno dell’abusivismo imponente, chi si autoproclamata moralizzatore non dovrebbe farlo a senso unico e prima dovrebbe, comunque, attestare la propria buona fede, che questa “non risposta” che abbiamo ricevuto non fa sicuramente emergere, una fede assolutamente assente in questa risposta.

Infine, e vado veramente alla conclusione, mi corre l’obbligo di rispondere a chi ha liquidato la nostra manifestazione davanti al Ministero l’anno scorso come qualcosa di folcloristico. Al contrario di chi si sente offeso da quelle affermazioni o di chi con quelle affermazioni voleva offendere la dignità di chi ha aderito a quella manifestazione, dico che rivendico il carattere folcloristico della manifestazione, perché è manifestazione spontanea, schietta, popolare e, per questo, folcloristica, lontani − noi odontotecnici − come siamo dallo snobismo radical chic e da finte élite, che contraddistinguono, invece, chi quelle parole ha pronunciato. Grazie.

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Franco Condò, Consigliere per l’odontoiatria del Ministro Lorenzin

Io ringrazio sempre Maculan, perché ha detto che io sono uno che ascolta le loro esigenze, le esigenze degli odontotecnici.

Ebbene, lo voglio correggere: io ascolto le esigenze di tutti, di tutti quelli che vengono a parlare con me e che mi rappresentano i problemi.

Ringrazio il Presidente Maculan per aver organizzato questo convegno e soprattutto per averlo organizzato in un’ottica di apertura a tutte le componenti del mondo odontoiatrico. Questa, per chi mi conosce, è anche la mia filosofia, perché bisogna parlare tutti insieme per risolvere i problemi che fanno parte di tutto il settore e non soltanto di una categoria, che, anche se è importante, forse la più importante, forse quella trainante del settore, non si può ritenere l’esclusivo protagonista, l’esclusivo attore delle problematiche e delle loro soluzioni. Le soluzioni vanno prese insieme. E chi si allontana, chi svicola dal confronto secondo me fa male prima di tutto a se stesso, perché non permette al sistema di superare i problemi e non permette di trovare in maniera univoca quelle soluzioni condivise che solo possono portare l’odontoiatria al di fuori di questa – definiamola pure così – palude in cui piano piano si sta avvitando.

Debbo dire che gli odontotecnici sono pressanti, soprattutto nella figura di Maurizio, però il fatto di essere pressanti non vuol dire che io li ascolto con preferenza o dando loro dei percorsi privilegiati. Io il percorso privilegiato lo do a tutte le cose che ritengo giuste che siano portate avanti. Io il discorso di Maurizio e di Massimo lo condivido perché lo ritengo giusto, non perché io sono loro amico o perché voglio penalizzare altri. E poi non ho capito in che cosa consisterebbe questa penalizzazione. Me lo dicessero in cosa sarebbero penalizzati se noi finalmente, dopo cento anni, riuscissimo a fare il profilo dell’odontotecnico.

Diciamo che il nocciolo del problema è la prova in bocca?

Lasciamo la prova, lasciando appeso come viene fatta. Ma non può essere questo il fulcro per cui si blocca tutta una categoria e si impedisce che questa categoria abbia un riconoscimento che gli spetta di diritto. Mi dicono: “Loro non sono professioni sanitarie”. E lo credo, non avete mai consentito che venisse portato avanti il profilo.

È evidente che la mia valutazione per chi è assente scaturisce chiara da quello che ho detto. Purtroppo da un certo punto di vista c’è un atteggiamento un pochino di chiusura preconcetta, della quale io non ho capito neanche bene le finalità e i perché, perché sinceramente mi sfuggono. Ne abbiamo parlato più volte con colleghi, e in realtà le motivazioni di questi atteggiamenti non hanno una logica, a meno che le logiche non siano talmente contorte, strane e difficili da capire che sfuggono alla comprensione dei soggetti normali. Io mi ritengo un soggetto normale. Facevo il dentista fino a vent’anni fa, non lo faccio più, però conosco il mondo dell’odontoiatria e i suoi problemi e questi atteggiamenti sinceramente non li capisco.

Io confido molto che la rivisitazione del Titolo V, che andrà a ottobre al referendum, quindi a questo punto andate a votare, ci dia la possibilità di superare quell’impasse che sistematicamente veniamo a trovare a livello della Conferenza Stato-Regioni, dove comunque sia, per motivi corretti o meno – io non entro nel merito, io non posso giudicare perché poi le realtà hanno centomila sfaccettature –, constato che arriva lì la proposta e lì – guarda caso – esce sempre qualcuno che la affossa, per cui si ricomincia ogni volta daccapo. Ne stiamo parlando dal 2001.

Io spero che la revisione del Titolo V consenta di superare questo, ma non perché il Ministero vuole imporre le sue linee.

Confrontiamoci! A quel punto ci si dovrà confrontare! E troviamo una soluzione che garantisca tutti. Del resto, gli odontotecnici sono i primi che non vogliono fare gli abusivi. L’abusivismo per loro è un problema, non è una risorsa. Non può essere una risorsa l’illegalità.

Questo è anche il motivo per cui una mia idea, quella di fare una conferenza sulle problematiche del dentale che avrebbe coinvolto tutti quanti, non è stata accolta favorevolmente, sempre per motivazioni che a me – sarà che io non capisco – sembrano oscure o, comunque, non molto chiare.

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Sul prestanomismo, come è possibile che la CAO si rifiuti di dare dei dati che dovrebbero essere alla luce del sole. Per cui, sarà il Ministero a richiedere alla CAO questi dati, e vediamo che cosa ci risponde.

portare i risultati è concreto, costante e reale, e non è una presa in giro. Io spero e mi auguro che avremo il tempo per poter chiudere la partita e portare in porto i risultati. Se così non dovesse essere, vi garantisco che non è per scarso impegno, ma per evidenti giochi che stanno al di sopra e al di fuori della nostra comprensione spesso.

Veniamo al problema, secondo me, principale per la vostra categoria: le linee-guida su come debbono essere realizzati i manufatti odontoprotesici, perché secondo me è qui che si gioca veramente il futuro della vostra attività professionale. Perché, se non vengono fatte delle linee-guida in cui la professione dell’odontotecnico viene individuata in maniera chiara e precisa e in maniera chiara e precisa viene detto che la realizzazione di quel manufatto deve passare attraverso comunque le mani e la professionalità dell’odontotecnico, voi correte il rischio effettivamente di sparire come professionisti della protesi. È su questo che noi forse dovremmo andare a combattere la battaglia più difficile, un po’ perché il Ministero ha emanato delle circolari che potrebbero avere dei profili di illegittimità. E qui saranno i ricorsi al TAR a dirci se è legittima, non è legittima, fino a che punto è legittima. Ma qui poi bisognerà prendere una decisione: o si consentirà che gli odontotecnici spariranno o dobbiamo tutelarli, perché tutelando loro tuteliamo il paziente e tuteliamo i prodotti che escono e che vanno in bocca ai pazienti.

Alla fine di tutto questo, io ringrazio Massimo Maculan perché ci ha consentito di incontrarci, ci ha consentito di fare chiarezza su tanti aspetti, ci ha consentito di capire che siamo in tanti che remiamo tutti da una stessa parte per portare l’odontoiatria a uscire fuori un po’ da questa palude nella quale si sta trovando, ma dalla quale, come ha detto il dottor Rosso, sta mano a mano uscendo fuori. Però, deve uscire fuori con più forza, con più unità, con più condivisione di quelli che sono e debbono essere i risultati. Per cui, vedremo anche come sarà possibile superare il problema della defiscalizzazione delle cure. Tutto questo richiederà un ulteriore lavoro non da poco. Però, lo ringrazio, dicevo, perché è riuscito a mettere insieme una bella fetta del mondo odontoiatrico, che si confronta e propone delle cose per trovare le soluzioni. E mi auguro che anche l’altra fetta venga e partecipi, perché è assolutamente indispensabile essere uniti in questa battaglia. Grazie a tutti.

Vorrei tranquillizzare le assistenti alla poltrona. Avranno tutte la stessa formazione a livello nazionale perché è quello che è stato licenziato dal Tavolo tecnico.

Maurizio Troiani

Come diceva il dottor Delogu, che partecipa a questi lavori, ha trovato una discreta unanimità nel definire le modalità, nel definire il percorso formativo e nel definire tutta una serie di passaggi che potranno rendere – mi auguro a breve tempo, d’altronde la cosa è in itinere avanzato – il riconoscimento dell’assistente alla poltrona e come si può arrivare a ottenere questa qualifica.

Io non posso deludere chi dice che rompo le scatole. Caro Franco, due questioni. È vero, ANTLO ha verificato che esistono dei profili di illegittimità nelle famose circolari Marletta. Abbiamo tutte le condizioni per fare un ricorso al TAR. Abbiamo anche pareri non ufficiali, informali, che ci dicono che ci sono buone possibilità.

ANTLO ha stabilito un proficuo rapporto con il Ministero, per cui la cosa che vorremmo evitare è citare il Ministero. Ebbene, prima di andare al TAR, possiamo vederci e verificare con il Ministero se ci sono le condizioni per intervenire?

Che manchino le igieniste nel sistema sanitario nazionale è vero, e questa è una pecca che in qualche modo dovrà essere affrontata. Da poco sono stati rivisti i LEA, adesso comunque c’è una Commissione permanente di revisione dei LEA, e ritengo che in quest’ambito la figura dell’igienista dentale, per quella che è l’attività di prevenzione che essa stessa comporta, sarà vista e sarà in qualche modo inserita nell’ambito dei LEA, dovendo poi andare, quindi, a dare un riconoscimento alla professionalità e, quindi, al loro inserimento nell’ambito del sistema pubblico.

Seconda questione: il Gruppo Tecnico delle Professioni Non Cliniche. È una questione che basta poco a metterla in piedi.

L’abbiamo richiesta. Viene fuori da una serie di considerazioni, che anche te condividi, lo so benissimo. Bisogna mettere insieme, da una parte, il gruppo tecnico per l’odontoiatria e, dall’altra, il gruppo tecnico delle professioni non cliniche, quindi ASO, odontotecnici e igienisti ma anche, per quanto mi riguarda, l’industria e le associazioni dei consumatori.

Da ultimo, la richiesta fatta dal Presidente Maculan e da Maurizio Troiani, che vi garantisco lottano ferocemente, quasi giorno dopo giorno, per ottenere le cose. Voi non pensiate che sia stato facile venire qui, avere il patrocinio del Ministero, incontrare il Ministro, avere qui il Ministro. Questo avviene solo perché c’è un lavoro dietro. Non vi meraviglia il fatto che è la prima volta che venite al Ministero? Che è la prima volta che il Ministro viene a parlare da voi e con voi? Non è un episodio. Non è un fatto occasionale.

Franco Condò, Consigliere per l’odontoiatria del Ministro Lorenzin

Non è un colpo di fortuna. È il lavoro portato avanti per giorni, mesi e anni. Poi, di solito al lavoro seguono i fatti e si conseguono successi. Non sempre è facile, in questo sistema estremamente burocratizzato e contorto, riuscire a ottenere il risultato.

Io vi prometto che l’impegno che ci stiamo mettendo tutti per

Per quanto riguarda il discorso del ricorso relativamente alle circolari Marletta, voi già vi siete incontrati con la Marletta, per cui io dovrò parlare con il Ministro e con il Direttore Generale chiedendo, appunto, di avere l’autorizzazione a poter agire in maniera forte e pressante su questo aspetto.

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

Del resto, non è che, come tu sai, io mi sia disinteressato. Vi ho procurato un incontro, voi siete andati, vi siete incontrati due o tre volte, poi la cosa è rimasta appesa. È evidente che a questo punto mi auguro che il Ministro mi dia un mandato forte. Io comunque, sono sempre un consulente, non ho una veste ufficiale organica al Ministero. Pertanto, se il Ministro mi dice “sì, procedi”, io sicuramente riaffronterò il problema con la dottoressa Marletta e vi riconfronterete per trovare una soluzione logica a queste problematiche.

Per quanto riguarda il gruppo tecnico, che a me concettualmente mi trova d’accordo, e già il Capo di Gabinetto dette un suo okay di massima, quando ci incontrammo l’anno scorso, alla costituzione di questo tavolo tecnico, credo che si possa realizzare. Dobbiamo soltanto andare a definire alcuni aspetti, perché, nel momento in cui fai un invito e costituisci un tavolo tecnico, devi stare attento a invitare tutte le componenti che hanno concettualmente diritto a entrare in questo tavolo, non tanto come categorie (assistenti alla poltrona, igienisti, odontotecnici, eccetera) ma quanto come rappresentanti di queste categorie. Quindi, è qui che dobbiamo definire e mettere dei paletti, perché logicamente non possiamo invitare un’associazione di odontotecnici che ha dieci iscritti oppure un’associazione di igienisti dentali che ha anche lei dieci iscritti. Dobbiamo mettere dei paletti. Poi, dopo aver costituito questi paletti, queste norme di riferimento, possiamo andare a individuare con chi andare a costituire e realizzare questi tavoli.

Sul tavolo, in realtà, mi trovo d’accordo concettualmente, perché io sono sempre per un confronto, ma ritengo che operativamente potrà partire non prima di settembre.

Massimo Maculan, Presidente Nazionale ANTLO Pensando a quanto la disturbiamo costantemente, Generale, e a come riesce a essere attento alle problematiche, non solo della categoria odontotecnica ma di tutto il comparto, mi farebbe veramente piacere che accettasse la Tessera di Socio Onorario della nostra associazione.

Franco Condò, Consigliere per l’odontoiatria del Ministro Lorenzin Mi fa molto piacere ricevere questa tessera perché con gli odontotecnici con cui ho lavorato ho sempre avuto un rapporto ottimo. Debbo dire che la professionalità che ho trovato è sempre stata di altissimo livello. Grazie. Sono contento e onorato di entrare a far parte della vostra categoria.

Innocente Pozzan, Vice Presidente Nazionale ANTLO A nome di ANTLO, vi ringrazio per la vostra partecipazione e vi do appuntamento ai nostri prossimi incontri istituzionali. Dichiaro chiuso il convegno. Grazie.

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

Rassegna stampa

news www.antlo.it 4 febbraio 2016 Il 29 aprile il Convegno ANTLO all’Auditorium del Ministero “La questione odontotecnica, oggi” è il titolo del Convegno organizzato da ANTLO il 29 aprile p.v. presso l’Auditorium del Ministero della salute in Lungotevere Ripa 1 a Roma.

Il Convegno si ricollega - e non solo con il titolo - all’analogo Convegno organizzato il 6 giugno 2014 sempre presso una sede istituzionale: allora presso la Camera dei Deputati, oggi presso il Ministero della salute che ringraziamo per aver cortesemente messo l’Auditorium a disposizione di ANTLO. Quel Convegno del giugno 2014 servì a presentare ai vari interlocutori istituzionali, in una sede istituzionale, “La questione odontotecnica” declinata sui vari versanti di interesse, accreditando ANTLO come autorevole soggetto sindacale capace di sviluppare tesi ed avanzare proposte sull’intero spettro delle tematiche, non solo di categoria.

Dai risultati di quel Convegno, passando per il Congresso Politico di Assisi, fu elaborato il Manifesto posto alla base della Manifestazione del 15 maggio davanti al Ministero della salute che portò al Comunicato congiunto dal quale si dipanano tutte le varie iniziative ANTLO di carattere sindacale: dalla difesa dello spazio sindacale, all’incremento degli accessi alle cure; dal profilo alla lotta al prestanomismo ed abusivismo.

Con il Convegno del 29 aprile ANTLO intende quindi non solo fare un primo bilancio pubblico delle attività intraprese dall’analoga iniziativa del giugno 2014, ma anche compiere ulteriori riflessioni sulla situazione attuale dell’intero contesto di riferimento non rifuggendo, anzi ricercando, un confronto con interlocutori che presumibilmente non condividono le stesse analisi e gli stessi obiettivi.

In breve, per dirla con Virgilio: ANTLO anche con il Convegno intende navigare “in gurgite vasto”, evitando così quell’inutile autoreferenzialità che serve a qualcuno ad assegnarsi inutili patenti e fantasiosi titoli.

Abbiamo contattato e ricevuto una prima disponibilità a partecipare ed intervenire in qualità di relatori: dal Parlamento • la Sen. De Biasi, Presidente della Commissione Igiene e Sanità di cui ha fatto scalpore qualche tempo fa il suo netto pronunciamento contro l’inserimento degli odontotecnici fra le professioni sanitarie e quindi contraria all’attuale iter del profilo professionale; • il Sen. Marinello, già Tesoriere Nazionale ANDI e promotore dell’omologo DDL sulle misure di contrasto al prestanomismo e abusivismo; • l’on. Pagano, Relatore in Commissione Giustizia del provvedimento contro l’abusivismo; • l’on. Rondini, Vice Presidente Commissione Affari Sociali; dal mondo industriale, odontoiatrico e ASO • Dott. Berrutti, Presidente UNIDI; • Dott. Prada, Presidente ANDI; • Prof. Gherlone, Presidente Collegio dei Docenti di Odontoiatria; • Dott. Malagnino, Vice Presidente ENPAM; • Sig.a Magenga, Segretario Nazionale SIASO; dal mondo della ricerca • Dott. Rosso, Key Stone; E’ inoltre prevista la partecipazione del Ministro della salute, on.le Beatrice Lorenzin.

La relazione introduttiva sarà svolta dal Presidente Nazionale ANTLO, Massimo Maculan. Le conclusioni saranno tratte dal Gen. Franco Condò, Consigliere del Ministro per l’odontoiatria. Presiederà i lavori del Convegno, Maurizio Troiani.

Il Ministero è in procinto di concedere il proprio patrocinio al convegno.

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

29 febbraio 2016 Lectio magistralis dell’on. Giorgio La Malfa al Convegno ANTLO Nella precedente occasione intervenne Ilvo Diamanti - professore universitario a Pesaro-Urbino e Parigi, sociologo ed editorialista de La Repubblica - a portare un contributo ai lavori del Convegno ANTLO presso la Camera dei Deputati, contributo non propriamente ortodosso rispetto ai temi trattati su “La questione odontotecnica” ma comunque di notevole importanza e gradimento da parte dei partecipanti.

Al Convegno ANTLO del 29 aprile presso l’Auditorium del Ministero della salute su “La questione odontotecnica, oggi” potremo contare su un altro contributo di notevole spessore, quello dell’On. Giorgio La Malfa che terrà una lectio magistralis su “La crisi dei valori europei”.

Tema di grande importanza per un Europa stretta fra gli egoismi nazionali, i populismi anti-europei e l’invasione dei migranti, sullo sfondo di una incerta ripresa economica, con classi dirigenti non all’altezza specie - seppur non solo, purtroppo - nei Paesi Membri del blocco orientale che provengono da esperienze socio-politiche diverse da quelle del blocco occidentale.

Una difficile e strategica fase di transizione, con l’eclisse dei valori fondanti dei Padri Costituenti che portarono dapprima alla creazione della CECA e alla firma dei Trattati di Roma, poi al MEC e alla CEE e quindi all’Unione Europea e alla moneta unica.

Un Unione Europea cui è stata delegata parte della sovranità nazionale dei Paesi Membri con decisioni che riguardano ormai praticamente tutte le attività e la stessa vita dei cittadini, come ben sanno anche gli odontotecnici.

Su questi temi e soprattutto sulla crisi dei valori europei terrà una lectio magistralis l’On. Giorgio La Malfa, esponente di una forza e di un movimento politico e culturale di radicate convinzioni europeiste.

L’On. Giorgio La Malfa, laureato in giurisprudenza e politica economica, con specializzazioni in Gran Bretagna e negli USA, docente universitario all’Università di Catania, è stato componente della Camera dei Deputati - salvo nei due anni della XII Legislatura quando venne eletto parlamentare europeo - dal 1972 al 2013. Ministro del Bilancio e della Programmazione Economica prima e poi Ministro delle Politiche Comunitarie, ha guidato il PRI come Segretario e Presidente Nazionale. Eletto al Parlamento Europeo nel 1989 e riconfermato nel 1994. Autore di saggi di politica economica e di innumerevoli articoli sulle più testate nazionali e internazionali.

Non solo quindi - al Convegno ANTLO di aprile - un confronto sulle prospettive dell’odontotecnica italiana fra la perdurante crisi dell’odontoiatria e le conseguenze della quarta rivoluzione industriale, ma anche un momento di riflessione sulla attuale crisi dei valori fondanti dell’Europa.

21 marzo 2016 Auditorium del Ministero della Salute: sede di confronto sui problemi della categoria.

“La questione odontotecnica, oggi” è il titolo del Convegno ANTLO che si terrà venerdì 29 aprile 2016 presso l’Auditorium del Ministero della salute in Lungotevere Ripa 1 a Roma. Dopo il precedente Convegno organizzato nel giugno 2014 presso la Camera dei deputati, ANTLO organizza un altro momento di analisi, riflessione e confronto con vari interlocutori istituzionali.

Ne parliamo con il Presidente Massimo Maculan che svolgerà la relazione introduttiva.

C’è una sorta di “fil rouge” che ricollega il prossimo al precedente Convegno.

“Assolutamente si. Già il titolo (La questione odontotecnica, oggi) esplicita in modo evidente il “continuum” con il precedente Convegno (La questione odontotecnica). Abbiamo voluto non a caso aggiungere “oggi” proprio per rendere evidente l’obiettivo di aggiornare le nostre analisi, riflessioni e proposte sui problemi dell’odontotecnica italiana.”

Ma non è solo il titolo che “ricollega” i due momenti.

“Ci sono altri elementi di particolare impatto simbolico. Dopo la Camera dei deputati, “La questione odontotecnica” entra anche al Ministero della salute che insieme al Parlamento rappresenta “l’iperluogo” di riferimento istituzionale. Intendiamo così connotare ancor più il valore istituzionale che intendiamo dare alle nostre problematiche. Così, dopo la Manifestazione dello scorso maggio “davanti”, con il Convegno entriamo “dentro” a quel Ministero in cui in verità siamo presenti con assiduità e costanza e dove, possiamo ben dire, che gli odontotecnici trovano oggi una udienza mai registrata prima. Non a caso il Ministero patrocinia il Convegno del prossimo aprile.” È prevista la presenza anche del Ministro Lorenzin.

“Abbiamo avuto assicurazioni in tal senso. Come sempre la presenza di un Ministro è condizionata dalle incombenze istituzionali del momento, non tutte prevedibili. D’altra parte il Ministro Lorenzin - se non fosse stata per la sua gravidanza - avrebbe dovuto far parte della delegazione che ha ricevuto la nostra a margine della Manifestazione dello scorso maggio. Una assenza colmata da una sua intervista a noi concessa qualche giorno prima e dalla presenza del suo Capo di Gabinetto, dottor Chinè, oltre che dal suo Consigliere per l’odontoiatria, Gen. Condò, presenza costante quest’ultima nelle nostre iniziative e che chiuderà con il suo intervento i lavori del Convegno”.

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

Presenze che dimostrano attenzione nei confronti dell’Associazione e quindi degli odontotecnici.

“Evidentemente siamo riusciti in questi ultimi anni a rappresentare al meglio le istanze della categoria con competenza ed autorevolezza, ma anche con un impegno costante”.

Tra i relatori anche l’on. Giorgio La Malfa con una lectio magistralis sull’Europa.

“Anche questa presenza in una qualche maniera si ricollega al precedente Convegno. Allora partecipò Ilvio Diamanti - Professore di Scienze Sociali a Urbino e Parigi, editorialista de La Repubblica e patron dell’Istituto di ricerche Demos - che ci parlò della percezione delle associazioni presso la pubblica opinione e della necessità di marcare una forte e riconosciuta identità. Stavolta l’on. Giorgio La Malfa - più volte Ministro, deputato nazionale dal 1972 al 2013, deputato europeo per due legislature, Professore di Economia in varie atenei italiani, autore di innumerevoli saggi, articoli e libri, espressione di un movimento politico-culturale di radicato europeismo - terrà una lectio magistralis su quell’Europa che tanto conta nel nostro quotidiano e sul nostro avvenire e che sta vivendo un periodo di profonda crisi”.

Insomma, “non solo denti” ai Convegni ANTLO. “Si, non solo denti, ma comunque temi che possono indurre i distratti a pensare che non siano ortodossi rispetto alle nostre specifiche tematiche sindacali.

Servono invece ad allargare gli orizzonti delle nostre conoscenze e quindi delle nostre analisi in campi limitrofi o comunque direttamente interessanti il nostro agire. L’autorevolezza dei relatori invitati alla bisogna - ieri Diamanti, oggi La Malfa - serve ad alzare quindi il livello delle nostre riflessioni e quindi delle nostre conseguenti proposte.”

Anche il panel del resto dei relatori in programma sono di tutto rispetto.

“La gran parte dei relatori invitati hanno riconfermato la loro presenza, nei prossimi giorni verificheremo la conferma degli ultimi due. Con alcuni abbiamo constatato una comunanza di vedute sulle varie problematiche, con altri ci sono divergenze anche forti. Ma noi non vogliamo confrontarci solo con quanti “la pensano come noi”. Abbiamo invece un forte interesse a confrontarci in particolare con quanti “la pensano diversamente da noi”. Abbiamo cioè l’umiltà di ascoltare senza pregiudizi e casomai di modificare le nostre posizioni, ma anche l’ambizione di riuscire a far modificare posizioni altrui. Sempre che queste - al contrario delle nostre - non siano puramente ideologiche e pregiudizievoli a qualsiasi confronto costruttivo.”

Quali i temi al centro della relazione introduttiva.

“Aggiorneremo i dati e conseguentemente le riflessioni sui trend del nostro contesto di riferimento ed più in generale sull’andamento della domanda di prestazioni odontoiatriche e quindi degli accessi alle cure che non è un argomento di stretta e assoluta competenza delle rappresentanze odontoiatriche, associative e ordinistiche. Dall’andamento di questi dati dipendono le fortune di tutti i soggetti della filiera, quindi anche degli odontotecnici. Faremo anche un bilancio dell’attività sindacale svolta dal precedente Convegno, puntualizzando - se del caso - riflessioni e proposte”.

Un Convegno quindi che si inquadra a pieno titolo nell’attività sindacale.

“Una Associazione seria che punta ad essere credibile e soprattutto autorevole deve innanzitutto essere in grado di analizzare le dinamiche che incidono direttamente sulla propria realtà. Una volta analizzate, riflettere sull’impatto che hanno, predisponendo le relative posizioni cui informare le conseguenti azioni e su tali posizioni confrontarsi con i vari interlocutori. I Convegni servono a questo, non certo a passerelle inutili.”

Un grande impegno, assolutamente nuovo per ANTLO che certo non può vantare per il passato una analoga attività sindacale per la quale oggi le viene riconosciuta la leadership.

“Fare sindacato” è molto più difficile, impegnativo e defatigante rispetto a organizzare congressi ed eventi culturali, dove capacità organizzative e buoni relatori di solito bastano a decretarne il successo che al pari dell’insuccesso si verifica subito. Nell’attività sindacale il raggiungimento degli obiettivi non dipende solo dalla capacità di fare lobbying e giunge dopo molto tempo e non a scadenze prefissate. Ci sono le complessità e le lungaggini delle procedure legislative, ma ci sono di mezzo anche coloro che ci contrastano e che hanno mezzi e risorse incomparabilmente più ingenti dei nostri.”

Un esito quindi scontato.

“Assolutamente no. Anzi la disparità di mezzi aumenta la volontà di raggiungere gli obiettivi. Condizioni assolutamente essenziali sono la competenza, l’impegno costante e l’autorevolezza. Da sole non garantiscono il successo, ma senza è inutile concorrere. Abbiamo avuto in passato - e tuttora purtroppo abbiamo - la dimostrazione che dal mondo odontotecnico le relazioni istituzionali vengano intese quasi per dimostrare il contrario: l’incompetenza e quindi la non credibilità. Ma forse certi incontri servono solo per farsi qualche selfie con il personaggio di turno.”

“La questione odontotecnica” è quindi un coacervo di complessità.

“Ilvo Diamanti nel precedente Convegno affermò che il titolo non a caso aveva il sapore gramsciano de “La quistione meridionale”, opera iniziata nel 1926 in carcere e rimasta incompiuta. Ovviamente non abbiamo l’ardire di paragonare “la quistione odontotecnica” a quella meridionale, nè tanto meno di paragonarci all’illustre pensatore marxista sardo. Ci fanno però riflettere alcune sue parole del 1916 che in materia affermavano: “Il Mezzogiorno non ha bisogno di leggi speciali e di trattamenti speciali. Ha bisogno di una politica generale, estera ed interna, che sia ispirata al rispetto dei bisogni generali del paese, e non di particolari tendenze politiche o regionali”.

Anche l’odontotecnica italiana non ha bisogno di leggi speciali e di trattamenti speciali, ma solo di una politica ispirata agli interessi generali e non a quelli di certe lobbies.”

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

1 aprile 2016 Convegno ANTLO: concesso il patrocinio del Ministero e definito il programma Con il patrocinio concesso dal Ministero e la definizione del panel dei relatori, sta entrando nella fase finale l’organizzazione del Convegno ANTLO su “La questione odontotecnica, oggi” che si terrà venerdì 29 aprile 2016 (ore 9.00 - 13.30) presso l’Auditorium del Ministero della salute in Lungotevere Ripa 1 a Roma.

Come riportato nell’abstract pubblicato nella brochure del Convegno (all.1) “ Fra crisi strutturale dell’odontoiatria e quarta rivoluzione industriale, gli odontotecnici italiani riflettono e si confrontano sulle loro prospettive per non essere solo il risultato del passato ma l’origine del proprio futuro.”

Riflessione e confronto che vede interlocutori e presenze di tutto rispetto, come si desume leggendo il programma dei lavori pubblicato sempre nella brochure del Convegno.

Ore 9.00 Registrazione partecipanti Ore 9.30 Relazione introduttiva Massimo Maculan Presidente Nazionale ANTLO Ore 10.00 Lectio magistralis su “Un’altra Europa”, On. Giorgio La Malfa Ore 10.30 Interventi Sig.a Fulvia Magenga Segretario Generale SIASO Dott. Gianfranco Berrutti Presidente UNIDI On. Alessandro Pagano Commissione Giustizia Dott. Pierluigi Delogu Presidente Nazionale AIO Prof. Enrico Gherlone Presidente Collegio dei Docenti di Odontoiatria Dott. Roberto Rosso Presidente Key-Stone Sen. Emilia Grazia De Biasi Presidente Commissione Igiene e Sanità Dott. Mauro Rocchetti Vice Presidente Nazionale Vicario ANDI Sen. Giuseppe Marinello Presidente Commissione Ambiente Dott. Giampiero Malagnino Vice Presidente Vicario ENPAM On. Marco Rondini Vice Presidente Commissione Affari Sociali Ore 13.00 Conclusioni Gen. Franco Condò Consigliere per l’odontoiatria È prevista la partecipazione del Ministro della salute, On. Beatrice Lorenzin Non potrà partecipare, per un concomitante impegno a Praga, il Dott. Maurizio Quaranta, Vice Presidente ADDE (Association of Dental Dealers in Europe - Associazione europea dei depositi dentali) che comunque invierà una lettera.

Sarà cosi rappresentata l’intera filiera del dentale con le due maggiori associazioni degli odontoiatri, il mondo accademico, il principale e più autorevole Istituto di Ricerche del dentale, le Istituzioni (Camera dei Deputati, Senato della Repubblica, Ministero della salute).

ANTLO avrà così l’opportunità di confrontare le proprie posizioni con alcuni interlocutori che presumibilmente esprimono sugli stessi temi posizioni non convergenti, confidando molto nella forza delle proprie argomentazioni e con la speranza che le altrui argomentazioni non siano frutto solo di posizioni ideologiche o preconcette.

La disponibilità ad ascoltare e comprendere le motivazioni degli interlocutori è il viatico alla soluzione di problemi vecchi e nuovi a tutto vantaggio non delle singole categorie rappresentate, tanto meno di strumentali posizioni atte a perpetuare all’infinito posizioni personali di effimero potere, ma del fruitore finale dell’insieme dei beni e servizi dell’intera filiera del dentale: il paziente.

Due le “guest star” del Convegno: l’on. Giorgio La Malfa che terrà una lectio magistralis su “Un’altra Europa”, con una disamina puntuale sulle cause dell’attuale situazione di crisi del percorso di costruzione europea, sugli errori commessi, sulla necessità dell’adozione di politiche di stampo keynesiano sulla base delle quali l’Europa ha edificato la ricostruzione post-bellica, ha affermato il “welfare state” e quindi “il capitalismo dal volto umano”.

Temi quanto mai attuali e importanti, vista l’incidenza delle decisioni di Bruxelles nella vita quotidiana di tutti i cittadini dei 28 Paesi attualmente Membri dell’UE (all. 2) e quindi anche degli odontotecnici italiani.

Ha inoltre assicurato la propria presenza il Ministro della salute, on. Beatrice Lorenzin, il primo Ministro della salute che partecipa ad un Convegno degli odontotecnici che, peraltro, per la prima volta si svolge proprio presso il Ministero della salute, l’interlocutore istituzionale principale della categoria.

Ci sono quindi tutte le condizioni per una riflessione e un confronto sulle dinamiche in atto nel dentale, ma anche per un bilancio dello stato di attuazione dei punti del Manifesto, posto alla base del sit in dello scorso anno proprio davanti al Ministero della salute.

Un Convegno che rappresenta plasticamente il livello di leadership raggiunto da ANTLO sul versante sindacale che rappresenta ad un tempo una grande responsabilità nei confronti dell’intera categoria alle prese con problemi epocali, ma anche il risultato di un costante e autorevole impegno dell’Associazione.

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

15 aprile 2016 In attesa del Convegno, ANTLO incontra il Ministro Lorenzin Si è svolto ieri presso il Ministero della salute, il previsto incontro tra una delegazione ANTLO guidata dal Presidente Maculan - e di cui hanno fatto parte il Segretario ANTLO Lazio, Gilberto Gallelli e il Responsabile Sindacale ANTLO Lazio, Mauro Marin - con il Ministro della salute, on. Beatrice Lorenzin.

L’incontro - tenutosi nello studio del Ministro, ha visto la partecipazione anche del Consigliere per l’odontoiatria, Gen. Franco Condò - si è svolto in un clima di grande cordialità e simpatia.

Il Presidente ANTLO, Massimo Maculan, ringraziando il Ministro dell’incontro ma anche della disponibilità concessa per l’Auditorium del Ministero che vedrà il Convegno su “La questione odontotecnica, oggi”, ha invitato ufficialmente il Ministro Lorenzin a partecipare all’iniziativa, consegnando l’invito, la brochure e l’ultimo numero della rivista “Il nuovo laboratorio odontotecnico”.

Il Presidente Maculan è quindi passato ad illustrare al Ministro Lorenzin i temi al centro delle riflessioni e del confronto oggetto del Convegno, sottolineando le attese che lo stesso suscita anche e soprattutto per la presenza concomitante di tutti i soggetti della filiera del dentale che complessivamente rappresentano quasi 150.000 addetti ed un fatturato complessivo stimato in circa 9 miliardi (per il 2013, considerando solo le principali tre attività: odontoiatri 6,6 miliardi; output industrie 1,08 miliardi; odontotecnici 955 milioni).

Il Presidente Maculan ha anche ringraziato ufficialmente il Consigliere per l’odontoiatria, Gen. Condò per l’attenzione che presta alle problematiche odontotecniche aprendo così le porte del Ministero, come mai avvenuto prima, ad una categoria che per tanto tempo è stata considerata “figlia di un Dio Minore”.

Il Ministro Lorenzin ha assicurato la sua presenza al Convegno, facendo del tutto per garantirla anche in presenza di una convocazione del Consiglio dei Ministri (nel qual caso interverrà all’inizio dei lavori), ritenendo di grande importanza le tematiche affrontate e più in generale le questioni attinenti la salute orale.

La presenza del Ministro al Convegno del 29 aprile, avrebbe un emblematico significato: per la prima volta un Ministro della salute partecipa ad una iniziativa sindacale di un’associazione odontotecnica.

20 aprile 2016 Odontoiatria 33 sul Convegno ANTLO Odontoiatria 33 ha dato ieri la notizia (all.) dell’incontro avuto da una delegazione ANTLO con il Ministro Lorenzin che ha promesso la sua partecipazione al Convegno che si terrà la prossima settimana all’Auditorium del Ministero della salute, dove parteciperanno - tra gli altri - i rappresentanti dell’intera filiera del dentale.

Sarà l’occasione per confrontarsi sulle tematiche dell’intero mondo del dentale su cui grava da anni una crisi strutturale, come dimostrato dal consolidamento del trend negativo degli accessi alle cure, dai dati disponibili sulle performances degli studi odontoiatrici e dei laboratori odontotecnici, dagli effetti negativi sul livello di salute orale del Paese e, in generale, dalle conseguenze negative su tutti i soggetti della filiera con i suoi 150.000 addetti ed i 9 miliardi di fatturato stimati.

“Grazie al recente Congresso del Collegio dei Docenti svoltosi a Roma - afferma il Presidente Maculan - sappiamo ormai le drammatiche conseguenze negative del basso livello di accessi alle cure sull’aumento dei casi di tumore nel cavo orale. In una importante ricerca e una pregevole relazione della Prof. ssa Antonella Polimeni de La Sapienza di Roma, giustamente messa in risalto dalla stampa specializzata, si evidenziano i drammatici dati di una tipologia tumorale in aumento e in controtendenza rispetto alla diminuzione di altri carcinomi. Il 5% degli italiani sono colpiti ogni anno da tali forme di tumore con 43.000 nuovi casi. La diagnosi tardiva - ha affermato la Prof.ssa Polimeni al Congresso del Collegio - provoca 8.000 morti in più l’anno e il 63% dei tumori scoperti in stadio avanzato.”

In breve, incentivando gli accessi alle cure con opportuni interventi di defiscalizzazione ma anche con una fiscalità di vantaggio per le varie forme di mutualizzazione dei costi, oltre alle positive conseguenze economiche per l’intera filiera si favorirebbe un adeguato livello generale di salute orale con una drastica inversione di tendenza del numero dei casi di tumore nel cavo orale, grazie alla facilità della sua diagnosi.

“Al di là di una naturale diversità di vedute - afferma Massimo Maculan - derivante dai diversi interessi rappresentati, spesso agitati ad arte strumentalmente, ANTLO inviterà al Convegno tutti i soggetti della filiera a privilegiare il molto, importante e strategico che unisce, al poco che divide.”

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

23 aprile 2016 Anticipando il Convegno: l’intervista a Giorgio La Malfa Entrare nei locali della FULM (Fondazione Ugo La Malfa - www.fulm.org ) è come fare un tuffo nella buona politica di una volta. Quella della ricostruzione e del miracolo economico ma anche delle tante mancate occasioni di fare del nostro un Paese veramente moderno, con i conti in ordine e gli squilibri strutturali sanati.

La buona politica degli ideali, della partecipazione attiva, del rispetto delle Istituzioni e delle persone, dei grandi conflitti ideologici e delle granitiche appartenenze, ma anche delle grandi convergenze per affrontare e superare le emergenze della crisi economica e del terrorismo degli anni settanta.

In breve, la politica di quella Prima Repubblica tanto repentinamente derubricata negli anni novanta ad obsoleto armamentario, quanto profondamente rimpianta oggi di fronte a certi indecorosi spettacoli che lo scenario politico offre nei comportamenti e nei contenuti di una classe dirigente che per la gran parte pare inadeguata a governare i complessi processi che lo scenario interno e internazionale pongono.

Varcata la soglia della FULM, uno sterminato patrimonio di libri e pubblicazioni che riempiono scaffalature che si arrampicano su altissimi soffitti. Vecchie bandiere e stendardi repubblicani. Foto di Ugo La Malfa e ritratti di Mazzini. Locandine di iniziative varie con temi e relatori di primissimo ordine a testimonianza di una continua attività. La stessa sensazione provata l’ultima volta che ebbi occasione di frequentare la FULM. Tutto contribuisce a rendere palpabile - nell’era della politica del tranchant e del tweet - il fascino discreto della sobrietà, dello studio, della lettura, dell’analisi e del sapere.

E proprio in questo luogo del “sapere” politico - che una certa cultura definirebbe “location” - incontro l’on. Giorgio La Malfa che ha accettato di tenere una lectio magistralis su “Un altra Europa” al Convegno ANTLO del 29 aprile presso l’Auditorium del Ministero della salute, in Lungotevere Ripa 1.

Come l’ho conosciuto nei primi anni settanta appena eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati, ancora oggi emana energia ed una vis polemica mai però fine a se stessa, ma per affermare posizioni frutto di analisi oggettive e quindi scomode, soprattutto oggi che le posizioni politiche sembrano essere prese più per denigrare gli avversari che per proporre progetti e soluzioni.

Una passione politica inalterata che non viene declinata più dagli scranni del Parlamento lasciato nel 2013, ma in dibattiti che - oltre all’attività FULM - avvengono in varie sedi e su molti organi di stampa, ma anche attraverso una cospicua produzione letteraria che lo scorso mese di agosto ha visto pubblicare un saggio su “John Maynard Keynes.”

Intervisto l’on. Giorgio La Malfa per presentare alcune delle direttrici della sua lectio magistralis su “Un’altra Europa”, un titolo che ad un tempo esprime un giudizio positivo sui primi decenni della costruzione europea ed insieme un giudizio estremamente negativo su come si sono caratterizzati gli ultimi.

Ma “Un’altra Europa” è anche la speranza che si riesca a trovare la via per concretizzare i sogni di Robert Schumann, Jean Bonnet, Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi per non parlare di Altiero Spinelli , i Padri Fondatori d’Europa. La speranza di superare egoismi nazionali, risolvere problemi epocali come l’immigrazione, ma anche correggere i gravi errori commessi.

Il tutto rifuggendo dalle voglie delle “piccole patrie” così come, al contrario, dall’adesione acritica ad ogni dettame di Bruxelles.

Ci troviamo di fronte ad una Europa che non riesce a trovare soluzioni nè ai grandi nè ai piccoli problemi. Il tutto sembra indirizzare verso un tramonto, più che un’eclissi dei valori europei. Nelle tue analisi esiste un prima e un dopo che origina il tutto.

“Bisogna distinguere fra l’idea di unità dell’Europa come un mito della cultura ed il vero e proprio progetto di creazione di uno stato federale fra i popoli europei. Il primo risale molto indietro nel tempo, mentre il secondo nasce nel corso del XX secolo, una prima volta all’indomani della tragedia della prima guerra mondiale, subito percepita come una vera e propria guerra civile dell’Europa ed una seconda volta durante la seconda guerra mondiale. Uno dei documenti fondanti di questa nuova visione è il Manifesto di Ventotene di Spinelli e Colorni. L’idea, mutuata dall’esperienza storica della democrazia americana, era che lo stato nazionale producesse il nazionalismo e fosse la causa vera delle guerre. Per renderle impossibili in Europa bisognava andare oltre lo stato nazionale verso gli Stati Uniti d’Europa. Questo progetto – o forse questo mito – ha accompagnato l’Europa nel corso del dopoguerra e ha portato ai vari trattati che hanno segnato il corso dei 70 anni che sono seguiti alla fine della seconda guerra mondiale, a cominciare dal Trattato che istituì la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio del 1951 fino al Trattato di Maastricht e al più recente Trattato di Lisbona. E tuttavia bisogna valutare bene le condizioni politiche di questi settanta anni che sono segnati in modo indelebile dalla fine dell’Unione Sovietica nel 1989-91.”

Quindi la presenza della minaccia sovietica è stata di fatto la causa dell’avvio del processo di integrazione dell’Europa.

“In realtà sono tre i fattori che hanno favorito il cammino dell’integrazione fra i Paesi dell’Europa Occidentale fra l’immediato dopoguerra e il 1989.

Senza di essi non ci sarebbe stato il progresso che invece vi fu. Il primo è proprio la presenza dell’URSS e la minaccia da essa costituita per l’Europa occidentale. Quando Churchill fece a Fulton nel Missouri il celebre discorso sulla “cortina di ferro” che era calata sull’Europa dal Baltico all’Adriatico, Francia e Germania, ma anche Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo decisero che la minaccia sovietica li obbligava ad essere uniti e solidali. Il secondo fattore fu l’atteggiamento americano che fu favorevole all’unione degli europei e lo fu proprio perché vi era la minaccia sovietica. Il terzo fattore fu la debolezza degli stati nazionali europei e l’onta che pesava su di essi di avere provocato la guerra e di avere così ridotto i loro popoli nelle condizioni disperate dell’immediato dopoguerra. Questo sentimento, particolarmente forte in Germania e in Italia, spiega perché fino a un certo punto questi due paesi siano stati i veri motori della integrazione europea. La Francia e soprattutto la Gran Bretagna non condividevano questo stesso sentimento e per questo sono stati assai meno favorevoli alla creazione di un’Europa federale. Tutto questo è durato circa 30 anni, nel corso dei quali il processo di integrazione è andato avanti, ma non ha ricompreso la creazione della moneta unica perché tutti sapevano che la moneta unica avrebbe dovuto nascere all’indomani della unificazione politica e non prima. Poi è venuto l’89 con la caduta del Muro di Berlino e quindi l’unificazione tedesca e il 1991 con la fine della minaccia sovietica. E questo a cui aveva certamente contribuito il successo economico e politico dell’integrazione europea ne ha segnato la fine.”

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La fine del “mito Europa”, dei sogni dei Padri Fondatori, di un processo di integrazione che comunque aveva portato a significativi successi sul piano politico ed economico.

“La fine perché è cessata la minaccia e quindi la necessità di stare uniti. La fine perché gli Stati Uniti hanno perso interesse all’unificazione europea, anzi hanno cominciato a temerla sul terreno economico. La fine perché gli stati nazionali hanno ritrovato forza e autorevolezza. E soprattutto l’ha ritrovata la Germania con l’unificazione. Con essa è tornato prepotentemente il problema dell’egemonia tedesca sull’Europa e della necessità di contrastarla che aveva accompagnato la storia di Europa dal secolo XVI in avanti”.

Quindi cessata la minaccia sovietica, per bilanciare l’egemonia della Germania post-unificazione si è pensato bene di far nascere la moneta unica.

“Il paradosso è che la moneta sia nata in queste condizioni, mentre sfumava la prospettiva della creazione di uno stato federale. In realtà la moneta è nata perché la Francia ha temuto la forza del marco di una Germania riunita ed ha voluto legare indissolubilmente la Germania all’Europa. Invece ha finito per legare l’Europa al carro della Germania. Noi camminiamo come se fossero aggiogati a un carro che ci trascina in direzioni alle quali non siamo preparati.

Questa è la tragedia dell’Europa di oggi. E poiché le classi dirigenti non sanno come uscirne, a reagire, disordinatamente, sono le opinioni pubbliche che stanno generando in tutta Europa movimenti di protesta sempre più ampi. Inoltre problemi esterni drammatici e sconvolgenti come l’emigrazione dall’Africa o dal medio oriente aggravano e rendono esplosiva una situazione comunque largamente compromessa.”

Di fronte a tale situazione, viene naturale domandarsi cosa fare e come.

“Io penso che oggi si tratti di salvare un patrimonio di civiltà che l’Europa ha costruito nel dopoguerra. Per farlo bisogna allentare i vincoli economici, consentire margini di aggiustamento fra le diverse economie che consentano a ciascuno di camminare come può con le proprie peculiarità. L’idea di diventare tutti come la Germania è destinata a infrangersi contri i fatti. Naturalmente servirebbe una classe dirigente europea che avesse lungimiranza e coraggio. Non vedo nessuno che si possa assumere quest’onere. L’unica sarebbe la signora Merkel, ma come si sa la Germania è prigioniera del dilemma di Thomas Mann di non saper decidere se vuole un Germania europea o un’Europa tedesca ed in questo dilemma non è in grado di assumere iniziative.”

Finita l’intervista mi trattengo con Teresa, la mitica assistente dell’on. Giorgio La Malfa ed è impossibile sfuggire alla rievocazione di emozionanti momenti della comune passata militanza politica ed al ricordo di splendide persone che hanno segnato la vita non solo del PRI, ma anche del Paese. “Una grandissima nostalgia!” afferma Teresa. “No” incalzo “nessuna nostalgia, ma una grande fortuna aver conosciuto e frequentato quelle splendide persone e vissuto quegli emozionanti momenti”.

E tornando a prendere l’auto, mi rendo conto - al contrario di quanto ritenessi - che sono una persona davvero fortunata.

(Maurizio Troiani)

26 aprile 2016 Anticipando il Convegno: le considerazioni di Maculan A fine settimana si terrà l’atteso Convegno ANTLO su “La questione odontotecnica, oggi” presso l’Auditorium del Ministero della salute che, oltre ad ospitare l’iniziativa, l’ha anche patrocinata. Ne parliamo con il Presidente Massimo Maculan che svolgerà la relazione introduttiva.

Ormai mancano pochi giorni al Convegno e quindi l’attenzione è concentrata sugli ultimi dettagli organizzativi.

“ANTLO ha una macchina organizzativa rodata da innumerevoli eventi di tipo culturale e l’organizzazione di un Convegno sulle tematiche sindacali poco si discosta dal punto di vista organizzativo. La segreteria ha già provveduto a tutte le incombenze di concerto con gli uffici ministeriali, cui vanno i nostri ringraziamenti per l’attenzione e la collaborazione prestate. Siamo pronti ad accogliere relatori, invitati e dirigenti ANTLO nel migliore dei modi, ma anche a far fronte ad imprevisti dell’ultima ora.”

In termini di partecipazione riscontriamo già un successo, viste le iscrizioni.

“Abbiamo chiuso da tempo le iscrizioni anche se pervengono ancora richieste. Ad oggi abbiamo iscritti 125 partecipanti fra relatori, invitati e dirigenti ANTLO. Speriamo di non avere problemi con la Sicurezza del Ministero in quanto l’Auditorium può ospitare 100 partecipanti oltre ad ulteriori 10 come tolleranza concessa. Non è bello dichiaralo, ma confidiamo in qualche assenza dell’ultimo minuto altrimenti ci affideremo alla comprensione della Sicurezza del Ministero. Siamo molto soddisfatti per la risposta avuta che smentisce quanti affermano che gli eventi sindacali non fanno presa.”

E’ prevista anche la presenza del Ministro Lorenzin.

“Nell’incontro che abbiamo avuto giovedì 14 aprile u.s. il Ministro ci ha assicurato la sua partecipazione almeno per un indirizzo di saluto, speriamo che imprevisti dell’ultimo minuto non le impediscano di partecipare. Sarebbe la prima volta che un Ministro della salute partecipa ad una iniziativa degli odontotecnici, come è la prima volta che una iniziativa degli odontotecnici viene ospitata nella sede del Ministero e da questi patrocinata, a dimostrazione dell’attenzione che il Ministero sta dimostrando nei confronti delle tematiche della nostra categoria ma anche - mi sia permesso evidenziare - del livello di autorevolezza riconosciuto oggi ad ANTLO per l’impegno profuso anche sul versante sindacale.”

La lectio magistralis dell’on. Giorgio La Malfa su “Un’altra Europa” illustra non poco il Convegno.

“Certo, la presenza e la lezione sull’Europa dell’on. La Malfa non solo illustra il Convegno ma contribuisce a riflettere seriamente sulle cause che stanno determinando la situazione di crisi della costruzione europea. Ci domandiamo infatti se non ci troviamo di fronte ad un inarrestabile tramonto o ad una eclissi

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parziale dei valori che mossero, alla fine della guerra, i vari Adenauer, Schumann, De Gasperi per non parlare di Altiero Spinelli a pensare all’Europa come antidoto alle guerre e a fattore di benessere e di civiltà. I destini dell’Europa - è bene rammentarlo - hanno un impatto formidabile nella nostra quotidianetà di cittadini ed odontotecnici. Così dopo la presenza di Ilvo Diamanti al precedente Convegno, con l’autorevole presenza dell’on. Giorgio La Malfa riconfermiamo la nostra volontà di non parlare solo di denti o di questioni attinenti strettamente alle tematiche sindacali degli odontotecnici. Contributi come quelli di Diamanti e di Giorgio La Malfa servono ad accrescere notevolmente conoscenze, capacità d’ analisi e spirito critico che si riverberano sulla nostra stessa capacità di affrontare e risolvere i complessi problemi della categoria.”

La tua relazione su cosa verterà.

“La mia relazione evidenzia un naturale continuum con tutte le precedenti iniziative di elaborazione e di proposta. Non potrebbe essere altrimenti. Con il Convegno di giugno 2014 presso la Camera dei deputati - altra significativa sede istituzionale - abbiamo analizzato le nostre tematiche nel contesto di riferimento più generale del dentale italiano, presentando per la prima volta le nostre analisi e le nostre proposte al mondo politico, in una sorta di ideale piattaforma. La prima volta per ANTLO. Quel patrimonio di elaborazione e di proposta è stato posto alla base del documento pre-congressuale discusso nelle nostre strutture territoriali ma anche del dibattito e del documento finale del Congresso Politico di Assisi, peraltro approvato all’unanimità.

Non tralascio inoltre di rammentare che quanto fatto prima alla Camera dei deputati e poi ad Assisi è riportato integralmente nel Manifesto posto a base del sit in davanti al Ministero il 15 maggio 2015 ma anche nel comunicato congiunto diramato al termine dell’incontro con i rappresentanti del Ministero a margine della manifestazione stessa, per non parlare poi di tutte le iniziative portate avanti nei confronti degli interlocutori istituzionali sulla base proprio di quanto sopra citato.

Fare attività sindacale significa invece impegno costante e faticoso al di fuori soprattutto dalle inutili, effimere luci della ribalta per tentare di portare a casa a vantaggio della categoria alcuni risultati in un contesto in cui i nostri avversari possono godere di immense risorse rispetto alle nostre.

La mia relazione, quindi, non può che rappresentare un continuum con quanto finora fatto sui vari punti ed il Convegno di venerdì prossimo rappresenta una occasione per una verifica di questo lavoro.”

1 maggio 2016 “La questione odontotecnica, oggi”: un convegno da standing ovation Una lunga standing ovation ha tributato l’intera platea ad un commosso Presidente Massimo Maculan al termine della sua dettagliata e completa relazione, standing ovation che un arcigno coordinatore dei lavori del Convegno ha dovuto far cessare per non far perdere l’aereo al successivo relatore, l’on. Giorgio La Malfa che con la sua lectio magistralis su “Un altra Europa”, sottolineata da convinti applausi, ha illustrato non poco il Convegno, con un simpatico siparietto finale su alcune affermazioni di John Maynard Keynes.

E mentre veniva consegnata, come segno di riconoscenza, all’on. Giorgio la Malfa una antica stampa di inizi novecento raffigurante Giuseppe Mazzini, senza soluzione di continuità l’ingresso in Auditorium e il successivo intervento del Ministro della salute, on. Beatrice Lorenzin andato ben oltre il semplice indirizzo di saluto.

Al termine dell’intervento, il Presidente Maculan ha consegnato, tra gli applausi, al Ministro Lorenzin la tessera d’argento di Socio Onorario ANTLO a testimonianza dell’attenzione che il Ministero presta non solo all’attività ANTLO ma soprattutto alle problematiche della categoria.

Dopo questa “tripletta” iniziale che non poco ha fatto salire la temperatura dell’entusiasmo dei convenuti e dell’orgoglio dei dirigenti ANTLO presenti, la teoria degli interventi dei vari relatori che - da par loro - hanno contribuito non poco ai lavori ed al successo del Convegno, concordi tutti a stigmatizzare certe pretestuose assenze e a condividere la richiesta ANTLO di incentivi per gli accessi alle cure odontoiatriche.

Sono intervenuti la Presidente degli igienisti AIDI, Dott.ssa Abbinante, il battagliero Segretario Nazionale delle assistenti SIASO, Sig.a Magenga, quindi - al posto del Presidente UNIDI trattenuto da impegni all’estero - il Presidente FIDE (Federazione europea delle industrie dentali) dott. Gamberini; a seguire il Presidente Nazionale AIO, dott. Delogu cui ha fatto seguito un effervescente intervento dell’on. Pagano, relatore del DDL Marinello in Commissione Giustizia.

I lavori sono proseguiti con il Presidente Key-Stone, dott. Rosso che con l’ausilio di slides ha illustrato i risultati di recenti ricerche sul comparto e, prima delle conclusioni, il sempre centrato intervento dell’on. Rondini.

Il Gen. Condò, concludendo i lavori del Convegno ha dato tutte le necessarie ed opportune risposte positive alle domande della relazione introduttiva, chiarendo molti aspetti del suo ruolo e delle sue funzioni in seno al Ministero.

Quanto mai opportuna la consegna anche al Gen. Condò della tessera d’argento di Socio Onorario ANTLO per l’attenzione continua che da sempre presta alle tematiche e alle iniziative dell’Associazione.

Spiace per l’assenza all’ultimo minuto del sen. Marinello per motivi di salute e di imprevisti impegni, presente però idealmente con un bel messaggio che pubblicheremo insieme a tutta la documentazione ed agli interventi integrali di tutti i relatori negli Atti del Convegno.

I vari interventi saranno pubblicati anche con video su You-tube.

Con news a parte commentiamo la pretestuosa decisione di ANDI di non partecipare che - a parte il dispiacere di veder offesi la volontà e gli obiettivi che

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ANTLO si prefiggeva di raggiungere con il Convegno - ha non poco contribuito al successo dell’iniziativa.

L’assenza del relatore ANDI e di quanti costretti a seguire l’inopinata scelta, ha altresì snellito il programma dei lavori che comunque ha visto dieci relatori intervenire oltre al Ministro Lorenzin, aiutando anche a calmare la Sicurezza del Ministero che non pochi appunti ha fatto per il deciso overbooking delle partecipazioni.

Una grande partecipazione; risultati sindacali andati oltre le più rosee aspettative; un altissimo gradimento e sinceri complimenti da parte dei tanti invitati; un malcelato orgoglio raffigurato splendidamente dai tanti sorrisi sui visi radiosi dei vari dirigenti nazionali e territoriali per un Convegno di una Associazione odontotecnica per la prima volta ospitato e patrocinato dal Ministero della salute e che per la prima volta ha visto partecipare lo stesso Ministro della salute.

In breve: un Convegno da standing ovation!!!!!

24 maggio 2016 “La questione odontotecnica, oggi” a breve su Youtube È in via di pubblicazione su Youtube l’intera giornata del Convegno ANTLO su “La questione odontotecnica, oggi” tenuto il 29 aprile u.s. presso l’Auditorium del Ministero della salute in Lungotevere Ripa 1, Roma.

Il video è sezionato in modo tale da poter vedere ed ascoltare, autonomamente, ogni singolo relatore intervenuto: dall’apertura dei lavori del Vice Presidente Nazionale ANTLO, Innocente Pozzan, alla relazione del Presidente Maculan.

A seguire la lectio magistralis su “Un altra Europa” dell’on. Giorgio La Malfa cui ha fatto seguito l’intervento del Ministro della salute, on. Beatrice Lorenzin.

Quindi la teoria dei vari relatori in programma: la Presidente AIDI, Antonella Abbinante; la Segretaria Generale SIASO, Fulvia Magenga; il Presidente Promunidi, Alessandro Gamberini; l’on. Alessandro Pagano, Commissione Giustizia; il Presidente AIO, Pierluigi Delogu; il Presidente Key Stone, Roberto Rosso; il Vice Presidente Commissione Affari Sociali, on. Marco Rondini.

Da ultimo le importanti conclusioni del Gen. Franco Condò, Consigliere per l’odontoiatria del Ministro Lorenzin.

Come per il precedente Convegfno del 2014, prossimamente saranno pubblicati anche gli Atti del Convegno 2016, con un ampio reportage fotografico ed una rassegna dei vari articoli ed interviste pubblicati dalla stampa specializzata.

5 maggio 2016 Convegno ANTLO: pretestuosa presa di posizione ANDI Rumors ci erano pervenuti già la settimana precedente il Convegno e quindi, pochi giorni prima del 29 aprile, la comunicazione ufficiale.

Il dottor Gianfranco Prada, Presidente Nazionale ANDI, ha infatti “comunicato” (non informato) all’odt Massimo Maculan, Presidente ANTLO, che “ a seguito delle affermazioni contenute in recenti comunicati diffusi dalla Sua Associazione, in merito al Convegno “La questione odontotecnica, oggi” ed ai suoi obiettivi (?????), l’Esecutivo Nazionale ANDI ha deciso di non partecipare a tale consesso.

La volontà di trasformare il Convegno da Voi organizzato in una sorta di “Conferenza del dentale” travalica rappresentatività, valenze e competenze ed impone quindi ad ANDI di non avallare tale situazione.”

Alcune considerazioni: - il Presidente ANDI ben sapeva dalla fine di febbraio chi avrebbe partecipato al Convegno ANTLO avendolo noi fatto presente nella lettera di pre-invito; - avevamo anche contattato il Presidente CAO Nazionale, dottor Giuseppe Renzo, per invitarlo al nostro Convegno ma per due volte si è rifiutato di rispondere alle nostre telefonate e di ciò ne sono testimoni i relativi tracciati telefonici; - singolare e bizzarra l’affermazione circa gli obiettivi di trasformare il nostro Convegno in una sorta di “Conferenza del dentale” travalicando rappresentatività, valenze e competenze. La relazione introduttiva presentata al Convegno dimostra inequivocabilmente la pretestuosità di tali affermazioni trattando questioni attinenti direttamente la vita dei laboratori odontotecnici. A meno che il Presidente ANDI intenda preventivamente certificare Lui la “rappresentatività, la valenza e la competenza” a riflettere, confrontarci e discutere sui problemi della nostra categoria; - stravagante poi il riferimento alla news (non al comunicato) pubblicata sul sito ANTLO il 15 aprile u.s. dopo l’incontro con il Ministro Lorenzin da cui il Presidente ANDI ricava, pretestuosamente, conclusioni infondate. A meno che non voglia il Presidente ANDI voler preventivamente autorizzare Lui le news che ANTLO intende pubblicare oppure preventivamente autorizzare Lui gli incontri ANTLO con il Ministro della salute ovvero, infine, stabilire preventivamente Lui chi e a quale ragione ANTLO può invitare alle proprie iniziative.

Infine due altre considerazioni sulla lettera del Presidente ANDI: - noi non ci saremmo mai permessi, per il doveroso rispetto che sempre si deve alle Istituzioni, di inviare “per conoscenza” una lettera ad

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un Ministro, meno che mai al Ministro di riferimento per antonomasia della propria attività; - non ci sorprende invece l’invio, sempre “per conoscenza”, al Presidente CAO di una lettera su una questione che non lo riguarda direttamente, ma forse è giusto rassicurare l’esponente più in vista degli autoreferenziali “Stati Generali dell’Odontoiatria”. Una nota storica: la convocazione da parte di Luigi XVI degli Stati Generali (quelli veri) nel 1788 non gli portò molta fortuna. L’anno dopo scoppiò la Rivoluzione francese e cinque anni dopo fu ghigliottinato. Si consiglia a tal proposito di rileggere Giovan Battista Vico.

Spiace - e lo diciamo sinceramente - che il Presidente ANDI, cui ci legavano sentimenti sinceri di stima se non di amicizia, abbia firmato questa lettera che lo espone ad una brutta figura che l’evidenza dei fatti manifesta, purtroppo. Chissà perchè ci sovviene la favola di Fedro: “Superior stabat lupus, longeque inferior agnus” anche se noi tanto agnellini non ci sentiamo, sempre che ciò non disturbi il Presidente ANDI. Da ultimo: visti i commenti di tutti i relatori e i partecipanti, ma soprattutto i risultati conseguiti al Convegno, dobbiamo ringraziare il Presidente ANDI dell’assenza della sua Associazione.

15 maggio 2016 ANDI sul Convegno ANTLO: quando la toppa allarga il buco Già all’indomani del 29 aprile avevamo pubblicato una news dal titolo “pretestuosa presa di posizione ANDI” sul rifiuto di questa Associazione di partecipare al Convegno ANTLO, ma dopo i vari report ed articoli apparsi sulla stampa specializzata, il sito www.andi.it riporta una news che elenca alcune motivazioni per la mancata presenza al convegno.

ANTLO non intende affatto continuare una polemica inutile che rischierebbe, distogliendo l’attenzione, di offuscare i positivi risultati da molti riconosciuti dell’iniziativa presso l’Auditorium del Ministero della salute.

Sulle argomentazioni della news ANDI, specifichiamo - la presenza del Presidente del Collegio dei Docenti e del Vice Presidente Vicario ENPAM era già prevista nella lettera di pre-invito inviata alla fine di febbraio al Presidente ANDI e non aveva impedito ad ANDI di partecipare.

Il 14 aprile u.s. alle ore 17.00 il Presidente Maculan e Maurizio Troiani, insieme alla delegazione ANTLO che si apprestava ad incontrare il Ministro Lorenzin, hanno incontrato il Presidente ANDI all’interno del Ministero ed amabilmente hanno parlato del Convegno ed addirittura della partecipazione dello stesso dott. Malagnino che aveva chiesto di intervenire come uno dei primi relatori perchè impegnato nella stessa giornata in un CdA ENPAM al pari dello stesso Presidente ANDI. La presenza del Prof. Gherlone, Presidente del Collegio, derivava sia dalla sua pregressa esperienza ministeriale quale referente per l’odontoiatria sia, soprattutto, come firmatario di un protocollo fra Collegio e ANTLO. L’invito a partecipare è stato fatto al dott. Malagnino ovviamente non in quanto Vice Presidente Vicario ENPAM, ma per la sua vastissima esperienza in tutti i ruoli di responsabilità istituzionale e associativa in campo odontoiatrico più che brillantemente espletati da oltre 30 anni anche con momenti di forte e dura contrapposizione con le associazioni odontotecniche.

Ripetiamo, la presenza dei due esponenti odontoiatrici era stra-nota ad ANDI sin da febbraio e non aveva mai dato adito ne a commenti, ne a considerazioni negative, anzi!

• la presenza della rappresentanza degli igienisti, non prevista colpevolmente da ANTLO, ci è stata richiesta dalla stessa Presidente dott.ssa Abbinante, come successivamente uno dei dirigenti ANTLO ha fatto notare l’assenza di AIO che abbiamo provveduto a colmare invitando il suo Presidente dott. Delogu. La presenza SIASO deriva da un principio di reciprocità (ANTLO è stata invitata all’ultimo Congresso SIASO di Milano) e proficua condivisione di eventi culturali.

• la relazione del Presidente Maculan tratta esclusivamente tematiche odontotecniche come si potrà verificare leggendola ed il profilo non occupa nemmeno la parte principale, ne quella che più ci affligge; • gli invitati che hanno preso la parola al nostro Convegno, come in tutti i consessi, sono liberi di intervenire sulle problematiche della loro categoria.

Non è nostro costume chiedere ne imporre alcunchè a chi cortesemente invitiamo e non “convochiamo”; • l’assenza ANDI non è stata al centro del Convegno, nè degli interventi di tutti i relatori. ANDI è una importante associazione ma non è il centro dei nostri problemi, dei nostri pensieri, delle nostre preoccupazioni. La sua assenza è stata rilevata ma questo non ha inficiato il successo del Convegno che non può certo considerarsi un’occasione persa; •- per quanto riguarda il “profilo” si rammenta ancora una volta che nel 2001 il testo licenziato dal CSS ha avuto il consenso della FNOMCeO e della stessa ANDI, come riportato dagli atti ufficiali del Ministero, da dichiarazioni alla stampa (Sanità/Il Sole - 24 ore, novembre 2001) e da quanti hanno svolto funzioni di esperti del CSS. Vediamo che si continua a usare ancora una volta l’allocuzione “mettere le mani in bocca” con l’evidente scopo di mistificare la volontà degli odontotecnici di sostituirsi ai compiti di diagnosi e terapia propri degli odontoiatri.

Rammentiamo a tale scopo l’ultima parte del seconda comma dell’art. 1 del testo di profilo peraltro scritto e preteso dalle rappresentanze odontotecniche: “...la prescrizione....rilasciata dall’abilitato a norma di legge all’esercizio dell’odontoiatria cui è riservato in via esclusiva ogni atto preventivo, diagnostico, terapeutico e riabilitativo”.

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Mai ANTLO, ha voluto inserire nel testo del profilo un qualche emendamento che potesse sia pur lontanamente contraddire quanto sopra enunciato o creare confusione su quanto sopra asserito, ne è interesse degli odontotecnici mettere le “mani in bocca” ai pazienti.

Ci stiamo, invece, attrezzando per dimostrare il fenomeno crescente di abusivismo odontotecnico che addirittura si insegna nei corsi delle associazioni odontoiatriche, una realtà ben nota a tutti.

Noi non vogliamo proseguire in una stucchevole “querelle” su chi e perchè ha o non ha partecipato al nostro Convegno.

Vorremmo superare questa fase ed aprire un confronto corretto, leale e paritetico, ciascuno per le proprie competenze, per cercare di affrontare e risolvere i tanti comuni problemi dell’odontoiatria e del dentale italiano che si riflettono direttamente anche sulla nostra categoria, invertendo ad esempio il negativo trend degli accessi alle cure che perdura ormai da oltre venti anni e che non ha solo risvolti negativi sui vari soggetti della filiera,

ma anche sul livello di salute orale del Paese.

Anche su questo strategico punto - oltre che sul resto - basta leggere la relazione del Presidente Maculan che alleghiamo.

Prot. 193.16.P/mb

Roma, 26 aprile 2016 Preg.mo Odt. Massimo Maculan Presidente ANTLO

e p.c. Gent.ma On.le Beatrice Lorenzin Ministro della Salute

Dott. Giuseppe Renzo Presidente CAO Nazionale

Prof. Enrico Gherlone Presidente CDUO

Loro Sedi

Invio per email

Gentile Presidente,

con la presente comunico che, a seguito delle affermazioni contenute in recenti comunicati diffusi dalla Sua Associazione, in merito al Convegno “La questione odontotecnica, oggi” ed ai suoi obiettivi, l’Esecutivo Nazionale ANDI ha deciso di non partecipare a tale consesso.

La volontà di trasformare il Convegno da Voi organizzato in una sorta di “Conferenza del Dentale”, travalica rappresentatività, valenze e competenze ed impone quindi di ANDI di non avallare tale situazione.

Con i più distinti saluti.

Il Presidente

Dott. Gianfranco Prada

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

20 aprile 2016 ANTLO incassa la promessa del Ministro Lorenzin. Sarà al convegno del 29 aprile In vista del Convegno “La questione odontotecnica, oggi” in programma venerdì 29 Aprile all’Auditorium del Ministero della Salute a Roma, una delegazione dell’ANTLO ha incontrato nei giorni scorsi il Ministro Beatrice Lorenzin per invitarla al convegno.

L’incontro , informa una nota dell’Associazione degli odontotecnici, si è tenuto nello studio del Ministro -presenti oltre al presidente ANTLO Massimo Maculan, il segretario ANTLO Lazio, Gilberto Gallelli e il responsabile sindacale ANTLO Lazio, Mauro Marin- ha visto anche la partecipazione anche del Consigliere per l’odontoiatria, Gen. Franco Condò.

Il presidente Maculan oltre ad invitare il Ministro ha illustrato i temi al centro delle riflessioni e del confronto oggetto del Convegno, sottolineando le attese che lo stesso suscita anche e soprattutto per la presenza concomitante di tutti i soggetti della filiera del dentale che complessivamente rappresentano quasi 150.000 addetti ed un fatturato complessivo stimato in circa 9 miliardi (per il 2013, considerando solo le principali tre attività: odontoiatri 6,6 miliardi; output industrie 1,08 miliardi; odontotecnici 955 milioni).

Stando alla nota pubblicata da ANTLO sul proprio sito, il Ministro Lorenzin ha assicurato la sua presenza al Convegno, “facendo del tutto per garantirla anche in presenza di una convocazione del Consiglio dei Ministri (nel qual caso interverrà all’inizio dei lavori), ritenendo di grande importanza le tematiche affrontate e più in generale le questioni attinenti la salute orale”.

Presenza del Ministro, ricorda ANTLO, che “avrebbe un emblematico significato: per la prima volta un Ministro della salute partecipa ad una iniziativa sindacale di un’associazione odontotecnica”. ..........

2 Maggio 2016 La questione odontotecnica sbarca al Ministero. Non solo profilo tra le richieste di ANTLO ma anche sgravi fiscali ed esclusività della fabbricazione della protesi L’obiettivo dell’evento organizzato dagli odontotecnici ANTLO venerdì 29 aprile presso il Ministero della Salute, era quello di “istituzionalizzare la questione odontotecnica” portando istanze, richieste e proposte all’attenzione di politica e settore.

“Non vogliamo solo fare conoscere la questione odontotecnica -ha detto il presidente ANTLO Massimo Maculan nella relazione introduttivama risolvere finalmente qualche vecchio e nuovo problema”. “Una “questione” - quella odontotecnica - a pieno titolo parte della questione odontoiatrica con la quale è intimamente connessa, al pari del resto della filiera del dentale”.

“Siamo convinti -ha continuato- che siano più gli obiettivi comuni da raggiungere unitariamente da parte dell’intera filiera che le naturali divergenze derivanti dai diversi interessi rappresentati”.

Presenti oltre al presidente ANTLO Massimo Maculan, il responsabile alla comunicazione Maurizio Troiani, il Consigliere per l’odontoiatria del Ministro Lorenzin Gen. Franco Condò, gli Onorevoli Giorgio La Malfa, Alessandro Pagano, Marco Rondini, il presidente AIO Pierluigi Delogu (che ha ribadito la necessità di investire su prevenzione e concedere sgravi fiscali ai pazienti che si curano), il presidente PromUNIDI Alessandro Gamberini (che ha chiesto l’unitarietà di settore), il presidente AIDI Antonella Abbinante (che ha sottolineato la necessità di istituire l’Albo per gli igienisti dentali), il segretario SIASO Fulvia Magenga (che chiede di approvare il profilo delle ASO) e in qualità di relatore Roberto Rosso, presidente Key-Stone.

Rispetto al programma diffuso nelle precedenti settimane non sono intervenuti il vicepresidente ANDI Mauro Rocchetti, il presidente del Collegio dei Docenti prof. Enrico Gherlone, il vicepresidente ENPAM Giampiero Malagnino e l’On. Giuseppe Marinello che ha inviato una lettera di saluto.

Queste in sintesi le questioni poste.

La difesa dello spazio professionale Le innovazioni tecnologiche che stanno interessando il settore odontoiatrico e l’odontotecnica in particolare portano problematiche normative non ancora adeguatamente chiarite mettendo in dubbio quelle esistenti. Sotto accusa, in particolare, le circolari del Ministero della Salute che consentirebbero all’odontoiatra, con alcuni vincoli, di realizzare dispositivi protesici utilizzando sistematiche Cad-Cam in studio. Circolari che ANTLO ha sempre giudicato illegittime al punto da “considerare fondato l’impugnarle in una sede giudiziaria”, ha annunciato il presidente ANTLO. Ma il presidente Key-Stone Roberto Rosso, presentando i dati anticipati da Odontoaitria33 sull’utilizzo delle nuove tecnologie in studio e laboratorio, fa notare come il problema per gli odontotecnici non arriva dai pochi dentisti che utilizzano in studio fresatori Cad-Cam (meno di mille) ma dall’industria che sta realizzando strutture e dispositivi protesici. Anche se poi la problematica

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di fondo e’ la stessa: chi può realizzare un dispositivo protesico?

La crisi strutturale del settore Contestando molte delle scelte, o non scelte, che sono state fatte nel settore negli ultimi decenni, e rivendicando la necessità che queste politiche vengano discusse collegialmente da tutti i soggetti coinvolti, Maculan accusa: “l’odontoiatria non è cosa sulla quale altri non devono intervenire”, ricordando la mancata organizzazione di una Conferenza nazionale sull’Odontoiatria.

Per superare la crisi del settore ANTLO ritorna a chiedere sgravi fiscali per le prestazioni odontoiatriche che porterebbero maggiori accessi negli studi, e più protesi in laboratorio, ma anche maggiori introiti per le casse dello Stato.

“Ma forse -polemizza- proprio questi effetti indotti sono in realtà le cause che sinora hanno impedito la realizzazione di politiche attive di incentivazione”.

Una proposta, questa delle maggiori detrazioni delle spese sostenute per le cure odontoiatriche -da decenni avanzata dal settore ma sempre giudicata impercorribile dai ministeri competenti- è stata accolta con favore da AIO, AIDI, SIASO e UNIDI oltre che dall’On. Rondini.

Abusivismo, i numeri non tornano ANTLO ritorna a contestare il dato che stima in 15mila i finti abusivi in Italia chiedendo maggiore trasparenza alla CAO invitandola a rendere noti il numero degli iscritti all’Albo sanzionati per prestanomismo.

“Qualunque caso di abusivismo non si può riscontrare senza la concomitante presenza del prestanome”, ha detto Maculan aggiungendo che “se fossero veri quei numeri, saremo in presenza di 15.000 prestanome sui quali non sono mai state approntate intemerate campagne di denuncia”.

E su questo aspetto ANTLO chiede che il Ministero si adoperi affinché vengano pubblicati i dati dei prestanome sanzionati. Anche l’On. Rondini annuncia la presentazione di un interrogazione parlamentare sulla questione. Sul tema abusivismo è intervenuto l’On. Alessandro Pagano, relatore alla Camera del Ddl Marinello. Domani su Odontoiatria33 vi proporremo una sua intervista.

Questione profilo In un settore che corre verso il futuro, dove le nuove tecnologie lo stanno rivoluzionando e la professionalità impone in tutti gli ambiti percorsi specifici qualificanti e specifici, obbiettivamente è impensabile, come ricorda ANTLO, che una professione che realizza dispositivi protesici che servono per riabilitare pazienti sia normata da un Regio Decreto emanato quasi cent’anni fa.

Sul profilo, ricorda Maculan, è sempre stata “scatenata una guerra ideologica” imputando il rischio “della creazione della figura dell’odontoprotesista”. Per via, ricordiamo a voi lettori, della richiesta degli odontotecnici di poter effettuare prove di congruità direttamente sul paziente.

“Una sola cosa chiediamo -dice Maculan-: risolvete il seguente problema. Visto che ogni santo giorno, in ogni regione, provincia e comune d’Italia, viene richiesto dai dentisti agli odontotecnici - peraltro senza pagarli e con la minaccia di perdere commessa e cliente - queste benedette prove di congruità (gli stessi dentisti che poi la sera nelle loro riunioni inveiscono contro l’abusivismo, gli odontotecnici e il profilo). Trovate voi la formulazione nel profilo che non ci obbliga più ad essere abusivi per forza e solo per vostra convenienza. Attendiamo proposte. Per il resto, mettiamo a frutto la pazienza che la storia ci ha imposto”.

Ricordiamo, sempre a voi lettori, che ad oggi una proposta di profilo è ferma in Conferenza Stato regione e che ad ottobre, se la riforma dell’articolo V della Costituzioni verrà confermata dai cittadini attraverso il referendum, sarà nuovamente lo Stato a legiferare in tema di Sanità.

L’appello “I Convegni servono per portare alla luce e confrontarsi su realtà spesso misconosciute, ma anche per verificare se esistono le volontà di affrontare e risolvere unitariamente - come nel dentale - problemi comuni, quali ad esempio l’incentivazione degli accessi alle cure odontoiatriche che giova a tutti, nessuno escluso”, dice Maculan che lancia un appello: “lasciamo da parte il poco che ci divide ed insieme lavoriamo per il molto che ci unisce” a cominciare dal far ritornare i pazienti a curarsi i denti”. E sui vantaggi “del fare fronte comune” è intervenuto anche l’On. La Malfa nella sua lectio magistralis sull’Europa quando ha ricordato che, proprio l’Unione Europea, è nata per far fronte ad un “pericolo” (individuato nella Russia) e che la crisi del settore dentale dovrebbe portare tutte le componenti che lo compongono ad unirsi, per fare fronte comune.

La polemica Filo conduttore di tutto il convegno l’assenza di ANDI, ampiamente commentata da molti dei relatori. In una nota scritta ANDI ha motivato la mancata presenza nella volontà espressa da ANTLO in dei comunicati di trasformare il Convegno da Voi organizzato in una sorta di “Conferenza del Dentale”, travalicando rappresentatività, valenze e competenze ed imponendo quindi ad ANDI di non avallare tale situazione.

Norberto Maccagno

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

2 Maggio 2016 I movimenti del Ministero per il settore dentale. Le anticipazioni dal consigliere per il Ministro Gen. Franco Condò “Quando viene Franco viene il Ministro”. A dirlo è stato il Ministro Beatrice Lorenzin al convegno ANTLO “La questione odontotecnica, oggi” organizzato venerdì 29 Aprile presso il Ministero della Salute riferendosi al Gen. Franco Condò, ex dentista, consigliere per l’odontoiatria del Ministro.

Un attestato di autorevolezza che rende ancora più importanti le affermazioni fatte a conclusione dell’evento organizzato dall’Associazione Nazionale Titolari di Laboratorio Odontotecnico.

“Ringrazio - dice il Gen. Condò - ANTLO perché ci ha consentito di incontrarci, fare chiarezza, proporre e capire che siamo in tanti a cercare di portare l’odontoiatria ad uscire fuori da questa palude in cui si sta trovando e deve uscire fuori con più forza, unità e condivisione”.

E sul tema dell’unità e condivisione all’interno del settore dentale il consigliere del Ministro dedica una buona parte del suo intervento ritendo che “solo le soluzioni condivise possono servire a risolvere i problemi del settore”.

“Nessuno - ammonisce - si può ritenere esclusivo detentore delle soluzioni di un settore, le soluzioni vanno prese insieme e chi si svicola dal confronto, secondo me, fa male a se stesso. Bisogna lavorare su di un progetto che interessi tutto il settore e non solo quello di una singola categoria e solo soluzioni condivise possono portare l’odontoiatria al di fuori di questo pantano nel quale piano piano sta entrando”.

Gen. Condò che critica gli “atteggiamenti di chiusura preconcetta” verso gli odontotecnici, di cui dice di non capire “natura e motivi”.

Preconcetti che hanno avuto la conseguenza di “non riuscire a realizzare una Conferenza sull’Odontoiatria su cui mi ero speso”.

Chiarendo che nella su funzione di Consigliere del Ministro “ascolto le esigenze di tutti e privilegio le richieste che ritengo giuste”, il Gen. Condò entra nel merito delle singole questioni poste.

Sul profilo degli odontotecnici va subito al dunque. “Se il nocciolo del problema è la prova in bocca lasciamola appesa come viene fatta.

Ma non può essere questo il fulcro per cui si blocca tutta la categoria impedendone di crescere come ha diritto”.

Ed anche sull’altro nodo “spinoso” del profilo dell’odontotecnico, lascia trasparire come la pensa: “l’odontotecnico non è una professione sanitaria perché non gli si è mai consentito di esserlo”.

Sulla revisione del profilo il Gen. Condò ritiene che la vicenda si possa sbloccare con la conferma della revisione dell’art. V della Costituzione che potrebbe avvenire ad ottobre attraverso il referendum confermativo. In questo caso potrà essere lo stesso Ministero a legiferare con decreto in tema di sanità, così come era prima del 2001 quando l’allora Ministro della Salute Veronesi stava per firmare il testo; firma bloccata dalla modifica in tema federalista della Costituzione.

“Il Ministero - dice Condò - non vuole imporre nulla, cerca il confronto affinché si possa trovare una soluzione condivisa che garantisca a tutti, gli odontotecnici per primi perché sono loro che non vogliono fare gli abusivi”. Chiara l’allusione all’accusa dei tecnici si essere chiamati in studio a fare le prove sui pazienti. “L’illegalità è un problema non può essere una risorsa”, chiarisce.

Condò che si dimostra irritato sulla questione dei dati non diffusi sui prestanome sanzionati o meno da parte della CAO. “Come è possibile che la CAO si rifiuti di dare dei dati che devono essere alla luce del sole”, si chiede. “Sarà il Ministero a richiedere quei dati”.

Potrebbero invece essere le Linee guida sulle protesi dentarie a determinare chi è deputato alla fabbricazione dei dispositivi protesici.

“Su questo fronte si gioca il futuro della vostra attività professionale”, sentenzia il consigliere del Ministro.

“Se dalle linee guida emergerà in modo chiaro e preciso che la realizzazione di un determinato manufatto protesico passa dalle mani e dalla professionalità dell’odontotecnico, la professione sarà salva altrimenti c’è il rischio che scomparite”. Tutelando gli odontotecnici, ricorda, si “tutelano i pazienti ed i prodotti che vanno in bocca”.

Per quanto riguarda la questione delle Circolari ministeriale sull’utilizzo del Cad-Cam da parte degli odontoiatri Condò si rende disponibile, per evitare il ricorso da parte di ANTLO, una volta ottenuto il mandato dal Ministro, di favorire un confronto tra ANTLO e la Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico.

Alle istanze avanzate dalle ASO attraverso il segretario SIASO Fulvia Magenga, il Gen. Condò rassicura informando che presto avranno il loro profilo professionale come uscito dal Tavolo tecnico istituito dal Ministero. Profilo che comprenderà una formazione comune su tutto il territorio nazionale ed il riconoscimento della figura dell’ASO. Alle critiche mosse da AIDI attraverso il presidente Antonella Abbinante che denuncia una scarsa presenza degli igienisti dentali nel SSN, Condò ammette le carenze e concorda che una presenza più strutturata dell’igienista dentatale all’interno del SSN potrebbe portare giovamenti in tema di prevenzione. “Ritengo che attraverso la Commissione permanente di revisione dei Lea si possa cercare di inserire la figura dell’Igienista dentale all’interno del pubblico al fine di incentivare la promozione delle prevenzione dentale”.

Alla richiesta di istituire presso il ministero della salute un Gruppo tecnico delle professioni non cliniche in odontoiatria, come fatto per quelle odontoiatriche, il Gen. Condò lo ritiene fattibile e probabilmente già attivabile a settembre.

“C’è già un ok di massima dal Capo Gabinetto del Ministero”, dice. “Prima di attivarlo si dovrà individuare non tanto le categorie professionali che lo compongono ma i criteri per definire chi sono le sigle sindacali realmente rappresentative che possano farne parte. Stabilito questo la sua attivazione sarà celere”.

Norberto Maccagno

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

2 Maggio 2016 Il Ministro Lorenzin odontotecnico onorario. Al convengo ANTLO ammette: sui Lea odontoiatrici abbiamo sottostimato la salute orale “Con tutto il tempo che ho portato l’apparecchio mi merito di essere socia onoraria”. E’ con questa battuta che il Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin ha ringraziato gli odontotecnici dell’ANTLO per averle consegnato la tessera di socia onoraria.Una presenza attesa quella del Ministro al convegno organizzato dall’Associazione odontotecnici venerdì scorso al Ministero su “La questione odontotecnica oggi”, che ha permesso, per la prima volta, ad una rappresentanza sindacale degli odontotecnici di rapportarsi, in pubblico, direttamente con un Ministro della Salute.

Una professione, quella di odontotecnico, definita dal Ministro come importante e “decisiva” nell’ambito del settore odontoiatrico che negli anni è cresciuta professionalmente. “Siamo consapevoli della necessità che i tecnici siano sempre più formati ed integrati nel lavoro di Team insieme al medico ed in questo come Ministero stiamo lavorando molto per cercare di integrare le innovazioni all’interno del sistema e delle professioni”.

Su questo tema, ha continuato il Ministro, “abbiamo accolto con favore la vostra proposta” di attivare delle Linee guida sui dispositivi protesici “per uniformare gli interventi sul territorio e dare delle indicazioni di sicurezza sia per i pazienti che per gli operatori”.

Esprimendo soddisfazione per l’approdo in Aula del Ddl che porta il suo nome, l’On. Lorenzin ha ricordato come nel testo sia contenuta una norma sull’abusivismo che serve “a riportare in questo campo ordine e le garanzie per pazienti e professionisti”.

Sui Lea ammette una “sottovalutazione dell’importanza della salute del cavo orale nella gestione dei programmi di programmazione ed intervento delle Regioni” perché è una materia “molto da addetti ai lavori”. Sottovalutazione che ha portato una “diminuzione della prevenzione della salute e l’igiene del cavo orale” da parte dei cittadini.

L’Osservatorio sui Lea attivato, anticipa il Ministro, potrà servire per aumentare lo “spettro d’intervento nell’abito della prevenzione odontoiatrica”.

Una assistenza odontoiatrica che, dice il Ministro, “non può essere lasciata completamente in mano al privato” perché , spiega, in questo modo alcune fasce di popolazione particolarmente in difficoltà vengono escluse dalla possibilità di curarsi.

Sui temi attualmente presenti sul tavolo di discussione, il Ministro ha assicurato impegno e attenzione al fine “di portare a casa nei prossimi mesi i risultati sperati”.

Norberto Maccagno

2 Maggio 2016 Dal convengo dell’ANTLO, le proposte AIO alla politica. Più detrazioni e progetti di prevenzione ai pazienti Da maggioranza e opposizione un sì “bipartisan” a un cavallo di battaglia dell’AIO: la detrazione completa delle spese odontoiatriche dalle aliquote Irpef dei cittadini. I senatori Giuseppe Pagano di Alleanza Popolare-Ncd e Marco Rondini (Lega Nord) al convegno degli odontotecnici ANTLO organizzato venerdì scorso al Ministero della Salute, presente il Ministro Beatrice Lorenzin con il responsabile dell’odontoiatria Franco Condò e il Direttore della Prevenzione Michele Nardone, hanno affermato che si impegneranno in prima persona con il Ministero dell’Economia per verificare l’esperibilità di una detrazione al 100% delle cure dentali degli italiani. AIO sostiene un più alto livello di detraibilità per le spese odontoiatriche rispetto alle spese mediche poiché le prime sono sempre sostenute interamente di tasca propria dagli italiani, a meno che non appartengano alle fasce di reddito più basse per le quali interviene il Servizio sanitario.

Il Ministro Lorenzin ha ammesso peraltro durante l’incontro che la copertura dello Stato in odontoiatria quest’anno si è ristretta per effetto del decreto appropriatezza. Lorenzin ha anche ammesso che la restrizione delle prestazioni concedibili in Odontoiatria si è rivelata un errore dovuto alle contingenze e che per il Ministero è una priorità reintegrare prestazioni nei prossimi mesi.

Presente alla riunione come unico rappresentante della Professione Odontoiatrica italiana, il presidente AIO Pierluigi Delogu ha ribadito la disponibilità della sua associazione ad impegnarsi per offrire prevenzione e, entro un certo tetto, cure gratuite alle fasce meno abbienti e in particolare ai minori: un valore che potrebbe essere restituito consentendo al professionista di detrarre dall’Irpef il corrispettivo non incassato.

Oltre al presidente AIO e al presidente dell’ANTLO Massimo Maculan, all’incontro era presente tutta la filiera del dentale, con Alessandro Gamberini (past president Unidi e attuale presidente di Fide associazione delle industrie del dentale europee), Antonia Abbinante presidente 61

Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

AIDI e Fulvia Magenga presidente di SIASO, il Sindacato degli Assistenti di Studio Odontoiatrico.

“Tutti i presenti hanno convenuto sulla necessità di migliorare l’accesso alle cure odontoiatriche e di collaborare nella lotta all’abusivismo e al prestanomismo”, afferma Delogu. Che ha ricordato come, pur perno della filiera, l’Odontoiatra non possa non avere a fianco l’Igienista, “così come non è più procrastinabile una disciplina uniforme in tutta Italia per un assistente al riunito altamente qualificato”. Mano tesa in particolare agli Odontotecnici, per i quali un’indagine illustrata dal presidente Keystone Roberto Rosso ha evidenziato una crisi strutturale dovuta più a una strategia “naturale” dell’industria che ha promosso 3D e Cad-Cam tra i dentisti, che a rivendicazioni dell’Odontoiatra.

“Anche con gli Odontotecnici - afferma Delogu - occorre parlarsi e stabilire regole condivise, operative, su chi siamo e cosa facciamo”.

Per quanto riguarda il tema abusivismo, oggi in Senato, accanto al disegno di legge del Ministro della Salute che all’articolo 5 inasprisce le sanzioni per l’esercizio abusivo di professioni sanitarie, è in pista il ddl del senatore Giuseppe Marinello che affronta l’argomento in ottica interprofessionale.

“AIO sostiene entrambe le proposte - dice Delogu - non è il momento di sottrarsi al confronto, di evitare di dare risposte sull’opacità di certe situazioni. Occorre invece abbattere i muri e collaborare per far crescere questo comparto di 150 mila operatori e consegnarlo al cittadino più accessibile, sostenibile, avanzato”.

A cura di: Ufficio Stampa AIO

4 Maggio 2016 Ritardi per la Legge contro gli abusivi. On. Pagano: abbiamo dovuto lavorare su altro ed il provvedimento è osteggiato da alcune professioni I cittadini ma anche i professionisti vanno tutelati e per farlo si deve migliorare la legge. A dirlo è l’On. Alessandro Pagano -parlamentare di Area Popolare, Relatore in Commissione Giustizia alla Camera del Ddl Marinello sul contrasto dell’esercizio abusivo di una professionedurante il Convengo organizzato dall’ANTLO “La questione odontotecnica oggi”.

Ddl fermo da oltre due anni in Commissione Giustizia della Camera che dovrebbe, stando a quanto l’On. Pagnano ha detto ad Odontoaitria33 a margine del convegno, approdare in Aula tra circa due mesi.

Come mai serve tutto questo tempo per discutere una proposta di legge che è già stata approvata da un ramo del Parlamento?

“Perché non è una proposta del Governo”, taglia corto l’On. Pagano. “Governo che non ha avuto interesse di farla propria. Se non ci fosse stato un processo dal basso, se non fosse stata un’iniziativa parlamentare, questa legge non sarebbe mai uscita”.

Quando gli facciamo notare, però, che il provvedimento è stato discusso pochissime volte in questi due anni, l’On. Pagano ci spiega che “le questioni sulla giustizia per questo Governo sono sempre una emergenza”, e così la commissione è stata impegnata su più fronti in questi anni.

“Sulla questione unioni civili siamo stati inchiodati per sei mesi in Commissione Giustizia nonostante l’argomento non mi sembra fosse una priorità per i cittadini. Potrei portarle altri trenta esempi del genere per risponderle al perché ci state impiegando più due anni per licenziare il provvedimento. Evidentemente il Governo ha altre priorità”.

Altro aspetto da non sottovalutare nel giudicare i tempi con cui è stata tratta la discussione del provvedimento sono probabilmente anche fattori esterni che vorrebbero che il provvedimento non passasse. Sbagliamo?

“Perché mi fa domande cattive”, ci rimprovera l’On. Pagano ammettendo che “ci sono professioni che certamente non amano questo provvedimento”, ma ricorda come tra i sostenitori vi siano le professioni sanitarie.

E quando gli chiediamo se non fosse stato meglio, per evitare proprio l’ostruzionismo delle altre professioni, prevedere una norma specifica per l’esercizio abusivo di una professione sanitaria ci ricorda come con il “senno di poi poteva essere una soluzione possibile”.

Onorevole Pagano che vuole ricordare come la norma sull’abusivismo contenuta nel Ddl Lorenzin non sia un doppione del Ddl Marinello, in quanto va ad integrare la norma prevedendo un ulteriore aggravio delle pene per chi esercita abusivamente una professione sanitaria.

“Un buon disegno di legge coerente con l’impostazione che abbiamo dato al Ddl”.

Per quanto riguarda gli emendamenti presentati l’On. Pagano ci spiega che il Governo ha dato parere conforme a quello che punta a sanzionare il prestanome con la reclusione da 6mesi a due anni, con la multa da 10mila a 50 mila euro e l’interdizione, automatica, dalla professione da 1 a 3 anni.

Si attenderà invece il parere del Ministro della Salute sull’emendamento 4.07 ovvero quello che prevede l’ingresso per almeno due terzi nel capitale sociale delle società operanti nel settore odontoiatrico oltre ad imporre regole e responsabilità più stringenti per il direttore sanitario. L’On. Pagano ritiene che questo non sia “perfettamente pertinente con il provvedimento in questione” e proporrà una riformulazione in questi termini: “Ogni società operante nel settore odontoiatrico deve nominare un direttore sanitario iscritto all’albo degli odontoiatri da almeno 7 anni, 62

Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

che avrà la responsabilità del centro operativo a lui assegnato e che opererà in via esclusiva non potendo cumulare medesimi incarichi.

Resta fermo che l’esercizio dell’attività odontoiatrica è consentito esclusivamente a soggetti in possesso dei titoli abilitanti di cui alla legge 24 luglio 1985, n. 409 che prestano la propria attività come liberi professionisti ovvero all’interno di società operanti nel settore odontoiatrico in cui il direttore sanitario abbia i requisiti sopra indicati”.

Norberto Maccagno

5 Maggio 2016 Profilo dell’odontotecnico. Maculan (ANTLO), le decisioni spettano alle Istituzioni non agli odontoiatri Molti i temi toccati durante il Convegno organizzato da ANTLO al Ministero della Salute “La questione odontotecnica, oggi”. Per cercare di approfondirne alcuni, abbiamo posto al presidente Massimo Maculan alcune domane.

Dal convegno emerge una vicinanza del Ministero alle problematiche degli odontotecnici. Solo cortesia politica o reale interesse a risolvere le questioni?

Da un paio di anni abbiamo instaurato con il Ministero un proficuo rapporto, non solo con il Ministro Lorenzin ed il Gen. Condò ma con tutte le Direzioni Generali competenti sulle tematiche di nostro interesse. Ricordo, oltre ai vari incontri con il Ministro, anche la partecipazione del Gen. Condò alle nostre iniziative: dal Convegno alla Camera dei Deputati del giugno 2014, ai Congressi Nazionali ANTLO di Montesilvano del 2014 e 2015, senza dimenticare la manifestazione del maggio dello scorso anno con il relativo incontro fra delegazioni degli odontotecnici e del Ministero e conseguente comunicato congiunto. Desidero inoltre far presente i continui incontri, praticamente settimanali, per affrontare nel merito tematiche e problemi. Non si arriva ad un Convegno come quello del 29 aprile, alla presenza del Ministro e alle conclusioni del suo Consigliere per l’odontoiatria senza un grande, pressante lavoro alle spalle. Credo che ci sia un reale interesse a risolvere le questioni.

Le polemiche sulla mancata presenza di ANDI e con la CAO sui dati chiesti sembra che abbiano comunque segnato un’ulteriore divisione tra le rappresentanze. ANTLO può portare avanti le istanze e sperare di ottenere i risultati senza il conforto con la componente odontoiatrica?

L’assenza ANDI è stata un atto di scortesia nei confronti di ANTLO e dello stesso Ministero. Un’assenza pretestuosa nelle motivazioni.

Fallimentare dal punto di vista politico. Ci avrebbe ovviamente fatto piacere la loro presenza, ma visti commenti e risultati dobbiamo ringraziarli per l’assenza. Sui dati CAO dei prestanome sanzionati ci penserà il Ministero a richiederli. Sia comunque chiara una cosa: qualcuno deve considerare chiusa una stagione ventennale di strumentalizzazione dell’illegalità in odontoiatria con dati “farlocchi” sugli abusivi e complice silenzio sulle illegalità di casa propria. Argomenti utilizzati per garantirsi visibilità e permanenza in posizioni di potere i cui risultati, come dimostrato, hanno nuociuto innanzitutto ai propri rappresentati oltre che a tutta la filiera e al livello di salute orale del Paese, visti i dati del crollo degli accessi alle cure. Se dovessimo utilizzare gli stessi parametri usati contro il profilo e gli odontotecnici potremo strumentalizzare la correlazione diretta fra il crollo degli accessi alle cure e quelli drammatici sui casi di tumore del cavo orale.

Ma la nostra etica ci impedisce di utilizzare certi argomenti, al contrario di quanti arrivarono perfino ad affermare nel 2001 che in caso di approvazione del profilo sarebbero aumentati i casi di AIDS. Rispondo al quesito posto: non cerchiamo alcun conforto da parte di nessuno.

E poi a chi richiederlo, a chi si rifiuta di partecipare all’ultimo momento ad un semplice convegno?

Però non mi ha risposto. Pensate di riuscire a “portare a casa” le vostre istanze anche senza un confronto con gli odontoiatri?

Ho risposto e comunque ribadisco argomentando. Non mi sembra che gli odontoiatri chiedano agli odontotecnici il conforto di un loro parere quando sono in discussione normative specifiche che li riguardano. E comunque gli interlocutori sul profilo sono sempre state le Istituzioni ed alle Istituzioni intendiamo rivolgerci.

Raccontando il vostro evento, tra le richieste che avete avanzato, abbiamo sintetizzato quella dell’esclusività della costruzione della protesi. Ci spiega cosa chiedete?

Il termine esclusività della costruzione della protesi non è corretto. Ripeto quanto esplicitato nella relazione del Convegno. Abbiamo da tempo riscontrato una grave carenza nelle disposizioni comunitarie e nazionali per la regolamentazione di delicati passaggi delle fasi attraverso le quali si fabbrica un dispositivo su misura in campo odontoiatrico, una grave carenza che non consente di garantire sino in fondo i RESS all’utilizzatore finale. Abbiamo avviato da più di due anni uno specifico, faticoso confronto con le DG del Ministero individuando nella formulazione di linee guida lo strumento per colmare le carenze individuate. Un lavoro che in Europa non è stato compiuto da nessun Paese e che, portato a compimento, darà anche lustro all’Italia. Contemporaneamente, anche grazie ad un approfondito esame interno e a autorevoli pareri esterni, abbiamo individuato precisi profili di illeicità delle cosiddette “circolari Marletta” con la possibilità quindi di adire le apposite sedi giudiziarie. Il Ministero, come affermato dal Gen. Condò nelle conclusioni del nostro Convegno, esperite le necessarie verifiche interne, si è detto disponibile a evitare questo nostro ricorso ed aprire un tavolo di confronto.

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

Non trova che sulle nuove tecnologie si pensi troppo agli strumenti, per esempio fresatori, e poco alla professionalità che li guida? Non è lo scanner intraorale che prende l’impronta ma la professionalità del clinico. Allo stesso modo dovrebbe valere per le competenze dell’odontotecnico quando si parla di fresatori Cad-Cam. Mi sembra che spesso i tecnici se lo dimentichino.

E’ una giusta domanda che però va rivolta altrove. Basta consultare i programmi degli eventi culturali nazionali e territoriali organizzati da ANTLO sull’intero territorio nazionale quasi in tutte le settimane dell’anno per riscontrare l’offerta formativa della nostra Associazione su questo terreno con la risposta alla domanda posta.

Dalla relazione del presidente Key-Stone è emerso il dato che vede la professione di odontotecnico “vecchia”.Tra dieci anni sembrerebbe che il numero dei laboratori sarà più che dimezzato. Un problema o un vantaggio?

Una Associazione seria che ha a cuore i destini e l’avvenire della categoria e dell’attività inorridisce a considerare quello paventato un vantaggio. Noi ci dobbiamo interessare e prendere cura innanzitutto di chi non ce la fa a reggere le dure leggi del mercato. Il darwinismo imprenditoriale lo lasciamo agli sciacalli che ANTLO combatterà sempre.

Ipotizziamo che il referendum ad ottobre cambierà la Costituzione. Da quel momento il Ministero potrà approvare con decreto presidenziale il nuovo profilo professionale dell’odontotecnico. Cosa ci potrà essere scritto?

Proporrò all’Assemblea Nazionale ANTLO convocata nei prossimi giorni di aderire ai Comitati per il Si per il referendum di ottobre. Abbiamo seguito il dibattito parlamentare sulle riforme costituzionali negli ultimi due anni con un assiduo rapporto con parlamentari di maggioranza e opposizione, studiando nei particolari i vari documenti predisposti dai Servizi Studi di Camera e Senato. Come noto ANTLO ha tralasciato da tempo l’inconcludente impegno di rincorrere con inutili ordini del giorno questo o quel Consiglio Regionale, casomai per festeggiarne l’approvazione da Regioni che mai in questi 16 anni si sono dichiarate contro il profilo. Cogliamo l’occasione per informare che non esiste più la “legislazione concorrente” fra Stato e Regioni e quindi sono venuti meno i giochi e giochetti di qualche assessore regionale.

Quanto affermato al Convegno dal Gen. Condò sulla materia è stato molto esplicito. Per quanto ci riguarda si riprende da come ci siamo lasciati al Consiglio di Stato dell’aprile 2002. Direbbe un mio amico cultore di detti latini, “Heri dicebamus”, come Benedetto Croce salutava la fine del fascismo dicendo che tutto deve riprendere dal punto in cui era iniziata la ventennale, nefasta parentesi della dittatura. Agli odontotecnici è andata “meglio”: hanno aspettato solo 15 anni, sperando sempre che non ci si metta di mezzo un’altra volta il Diavolo, ma siamo attrezzati per ogni evenienza.

Al Convegno abbiamo fatto inoltre cenno anche al recente recepimento nella legislazione nazionale della Direttiva 2013/55. Approfondiremo la materia, ma ci sembra di cogliere interessanti opportunità.

Un’ultima considerazione: sembra che da parte di alcuni rappresentanti del mondo odontoiatrico si continui a considerare il profilo dell’odontotecnico l’Armageddon dell’Apocalisse. A questa considerazione si aggiunga quella sui dati “farlocchi” degli abusivi e si ha la plastica risposta del perchè l’odontoiatria si trova nelle condizioni attuali.

Ok, citato il liberismo di Croce torniamo ai contenuti del profilo. In quello del 2002 c’era la prova di congruità fuori del cavo orale. Su questo punto il Gen. Condò al vostro convegno mi è sembrato vago con quell’affermazione “la prove di congruità lasciamole appese”. Come se volesse dire, normiamo il resto ma questo punto non lo affrontiamo.

Mi perdoni ma non risponde a verità il fatto che nel 2001 (non 2002) il CSS abbia licenziato un testo che prevedeva le prove di congruità al di fuori del cavo orale. Basta leggere quel testo. Non solo le prove di congruità ma anche l’ottimizzazione del dispositivo poteva essere compiuta all’interno del cavo orale. Nel 2007 il CSS licenziò un testo che salvaguardando le prove di congruità nel cavo orale, con un inciso fra due virgole, escludeva l’ottimizzazione del dispositivo nel cavo orale. Non siamo gli esegeti del Ministero e del Gen. Condò. Quando la competenza in materia tornerà al Ministero, questi farà ciò che riterrà opportuno. Noi siamo fermi al testo del CSS del 2007. Come dicevamo, parafrasando Croce: “Heri dicebamus.

Norberto Maccagno

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

17 maggio 2016 Serve più trasparenza negli ordini professionali Abusivismo, pletora e ora concorrenza da parte dell’odontoiatria di capitale. Problemi di lungo periodo di una professione, quella odontoiatrica naturalmente, oggi messa alla prova da un mercato iperconcorrenziale. Il tutto in un contesto economico ballerino del sistema Paese, che ha promesso più volte una ripresina, salvo poi perdersi nell’ormai quotidiano ritocco dello zero virgola alle stime del Pil da parte del primo che passa.

Qualche certezza - positiva o negativa lo giudicheranno altri – inizia però a palesarsi.

Sul freno all’odontoiatria di capitale caldeggiato da molti pare ci sia poco da fare e anche l’attività lobbistica di Andi, che è arrivata addirittura in Parlamento, sembra dare pochi frutti. Dal Decreto Bersani in poi, in tutti gli ambiti professionali la situazione è cambiata e i cittadini, anche loro riuniti in associazioni, spingono verso un aumento della concorrenza in tutti i settori, perché significa risparmio.

Sulla pletora pare che, anche qui, ci sia poco da fare. L’Europa ha aperto le frontiere alla mobilità di pazienti e professionisti e l’unica soluzione sarebbe una programmazione comunitaria del numero chiuso. Ma proprio in Europa spiegano che non è una pista percorribile e rinfacciano all’odontoiatria italiana l’incapacità di assistere la maggioranza della popolazione. La risposta virgolettata potrebbe suonare più o meno così: «Finché non curate tutti, nessun tetto al numero dei dentisti». Così largo all’iperconcorrenza, che magari produrrà un aumento di offerta di cure a prezzi più bassi, ampliando quindi il numero di cittadini che vi potranno accedere.

E l’abusivismo? Qui siamo messi male, e stavolta non mi riferisco al problema in sé, ma alla mancanza di trasparenza che contraddistingue l’Ordine professionale degli odontoiatri che, non dimentichiamocelo mai, è un organo ausiliario dello Stato.

Quanti odontoiatri sono stati sanzionati per prestanomismo? La Cao nazionale ha recentemente negato di diffondere questa informazione dopo la richiesta dell’Antlo, l’associazione degli odontotecnici, forse stufa di vedersi tirare la croce addosso rispetto al problema. La risposta negativa, arrivata in politichese dalla presidenza Cao, non sorprende nel merito ed è formalmente legittima. Quello che sorprende però è la totale assenza di trasparenza dell’Ordine nei confronti prima di tutto dei suoi iscritti e poi dei cittadini, che altro non sono se non lo Stato.

Basta barricate, bisogna addirittura rilanciare sulla richiesta di Antlo, persino troppo timida: non servono solo i numeri, servono anche nomi e cognomi. Sì perché non si tratta di fare gossip o di rispondere a bieche curiosità di individui impertinenti, ma di fornire informazioni tanto sensibili quanto necessarie. Un’attività pubblicistica dei procedimenti disciplinari che altri ordini professionali fanno da tempo.

Non è forse giusto che un medico, prima di inviare un suo paziente a un collega per un consulto, sia informato di eventuali procedimenti in atto o trascorsi da parte dell’Ordine a quel collega? Non è forse sacrosanto che un medico, prima di votare un collega per qualsiasi organo di rappresentanza, sia a conoscenza di queste informazioni? Non è forse giusto che un paziente, prima di rivolgersi a un dentista, ne possa valutare l’integrità morale quantomeno verificando che non abbia commesso atti contrari alla deontologia? I cittadini avrebbero il diritto di sapere se un medico ha violato la legge (anche il codice deontologico è legge dello Stato), così come ogni medico dovrebbe essere in grado di sapere se un collega è degno di essere eletto a una carica ordinistica o associativa, a tutti i livelli.

La trasparenza fa paura solo a chi ha qualcosa da nascondere. Per tutti gli altri è sublime.

Andrea Peren Direttore Italian Dental Journal

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

LAB TRIBUNE The World’s Dental Lab Newspaper · Italian Edition Maggio 2016 - anno VI n. 2

www.dental-tribune.com

Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, interviene al Convegno “La questione odontotecnica oggi” Venerdì 29 aprile, Auditorium Ministero della Salute

TECNOLOGIE DIGITALI

La partecipazione promessa è stata mantenuta, nonostante gli impegni e il Consiglio dei Ministri. Per la prima volta un Ministro della Salute partecipa a un Convegno di odontotecnici, rappresentanti di tutte le regioni italiane, e per la prima volta al Ministero della Salute.

L’intervento è stato richiesto personalmente dal Presidente dell’Associazione Nazionale Laboratori Odontotecnici, Massimo Maculan, nel corso di un incontro nei giorni precedenti, in presenza del Gen. Franco Condò, Consigliere per l’Odontoiatria, durante il quale si sono illustrati i temi del convegno e la partecipazione di tutti i soggetti della filiera dentale, che occupa circa 150.000 addetti. Il Ministro, sorridente e cordiale, spiega di aver accettato l’invito, «in quanto siete una branca importante all’interno dell’odontoiatria». In poche paro-

Digital possibilities in fabrication of implant prostheses In contemporary dental medicine, computers and implants are closely linked. The question arises whether one can speak about a(n) (r) evolution in planning and manufacturing of tooth- and implantsupported reconstructions in the ield of implant prosthetics. pagina 4

TEKNOSCIENZA Protesi superiore e inferiore su componentistica Rhein83 Sono illustrate, in modo molto schematico, alcune fasi della realizzazione di una protesi overdenture superiore e inferiore ancorata su quattro impianti superiori e quattro inferiori.

pagina 6

Il Ministro B. Lorenzin con il Presidente ANTLO M. Maculan, il Gen. F. Condò e il dott. M. Troiani.

le rassicura il pubblico odontotecnico su alcuni dei temi oggetto del Convegno, quali il DDL Lorenzin, >

pagina 2

Riabilitazione protesica mobile

04-2016

WE LOVE WHAT WE DO.

ARIA COMPRESSA SECCA, DI ELEVATA PUREZZA, A PRESSIONE COSTANTE FINO A 10 BAR CON CATTANI SI PUÒ!

Le nuove tecniche Cad-Cam di fresatura a controllo numerico richiedono compressori specifici in grado di fornire aria filtrata ed essiccata a servizio continuo ed a pressione costante, fino a 10 bar.

L’opinione di Fabio Carboncini, presidente AIOP

Cattani, da oltre 40 anni specialista della tecnologia dell’aria, risponde a questa esigenza con compressori di piccole, medie e grandi dimensioni di comprovata affidabilità operanti oggi in Italia e nel mondo. Inoltre l’assistenza nella progettazione degli impianti di distribuzione dell’aria compressa consente il raggiungimento del massimo risultato.

Dott. Carboncini, come reagisce di fronte ad affermazioni del tipo “protesi issa vs. protesi mobile”, che lasciano intendere un riferimento a due scuole di pensiero contrapposte?

La mia prima reazione è di disappunto. Non si può parlare di visioni contrapposte o di modi diversi di affrontare la riabilitazione protesica. Ogni bocca, ogni viso, ogni caso è unico e va studiato come tale. La riabilitazione protesica deve integrarsi dal punto di vista funzionale ed estetico. Le soluzioni protesiche non possono prescindere da un’accurata diagnosi, che permetterà di stilare il piano di trattamento più adeguato per il nostro paziente. Andranno valutati con attenzione prima di tutto i desideri e le esigenze del paziente, la quantità e qualità dei tessuti molli, i volumi ossei presenti, la necessità di supporto dei tessuti periorali e la fonetica. Questi sono solo alcuni dei parametri che un clinico valuterà per decidere il tipo di riabilitazione protesica da proporre per ogni singolo caso.

Una riabilitazione con protesi mobile può essere considerata la più economica?

Talvolta questo è vero, ma non sempre. Vale di sicuro per la protesi mobile tradizionale. La riabilitazione con overdenture su due impianti per la mandibola edentula è un trattamento economico ed eficace. Come già detto, i criteri di scelta sono complessi e un trattamento con protesi rimovibile può prevedere soluzioni più soisticate attraverso l’utilizzo di impianti e della tecnologia CAD/CAM, solo per fare un esempio, che non possono essere deiniti economici. >

pagina 3

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Convegno: “La questione odontotecnica, oggi” 29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

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Attualità

Lab Tribune Italian Edition - Maggio 2016

Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, interviene al Convegno “La questione odontotecnica oggi”

GROuP EditOR - Daniel Zimmermann [newsroom@dental-tribune.com] +44 161 223 1830 CLiniCAL EditOR - Magda Wojtkiewicz OnLinE EditOR/SOCiAL MEdiA MAnAGER - Claudia Duschek EditORiAL ASSiStAntS - Kristin Hübner COPy EditORS - Sabrina Raaff; Hans Motschmann PubLiShER/PRESidEnt/CEO - Torsten Oemus ChiEf finAnCiAL OffiCER - Dan Wunderlich

Venerdì 29 aprile, Auditorium Ministero della Salute

ChiEf tEChnOLOGy OffiCER - Serban Veres buSinESS dEvELOPMEnt MAnAGER Claudia Salwiczek-Majonek JR. MAnAGER buSinESS dEvELOPMEnt - Sarah Schubert

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pagina 1

che ha inito l’iter in Commissione Igiene e Sanità del Senato, contenente una norma precisa e stringente sull’abusivismo e il riordino delle professioni sanitarie. Il Ministro Lorenzin ricorda che il Ministero ha accettato di lavorare in sinergia riguardo alla normativa sui device, nodo cruciale contenuto nella relazione introduttiva di Maculan, e auspica un’analoga collaborazione con gli odontotecnici all’interno dei Lea. Rivolgendosi alla platea composta da alcuni rappresentanti di dentisti, igienisti, universitari, assistenti alla poltrona, industria del dentale, stampa di settore, il Ministro Lorenzin dichiara apertamente che la salute del cavo orale è stata sottovalutata e trascurata a causa della crisi, oltre che nella gestione e programmazione di intervento nelle regioni. Le ristrettezze delle cure hanno avuto come immediata conseguenza un aumento del cancro orale. Pertanto è previsto un incremento della cura del cavo orale nei Lea, per difendere le categorie più deboli: bambini e persone meno abbienti.

Nel salutarla, si dichiara soddisfatto Maculan che, insieme all’aiuto del perseverante dott. Troiano e di tutta la dirigenza ANTLO, ha ottenuto un indubbio successo. L’invito all’unitarietà è stato unanime, nonostante le indispensabili divergenze tra le parti: tutti disponibili, nei loro interventi, a dirimere con il dialogo qualsiasi conlitto con l’obiettivo comune di favorire l’accesso alle cure odontoiatriche dei cittadini, nell’interesse dei pazienti, sia per etica sia per diritto costituzionale. In ultima analisi, questa è anche la conditio sine qua non per garantire continuità, qualità e prosperità per i 150.000 circa addetti ai lavori del comparto dentale.

Tra i delegati delle altre categorie

L’On. M. Rondini durante il suo intervento.

L’On. A. Pagano insieme a M. Maculan.

intervenuti, la Presidente dell’AIDI, Antonella Abbinante, e il Segreterio generale SIASO, Fulvia Magenga, entrambe per la prima volta invitate a parlare a un convegno di odontotecnici. Per gli odontoiatri è intervenuto Pierluigi Delogu, Presidente AIO e, per l’Industria, Alessandro Gamberini, Presidente di FIDE e Promunidi.

Il Convegno, introdotto da un’ampia relazione di Massimo Maculan, disponibile nelle cartelline congressuali, cui rinviamo per gli approfondimenti in altri articoli, ha riguardato un’ampia analisi della quarta rivoluzione industriale “Industry 4.0”, come recentemente nominata a Davos al World Economic Forum. Di particolare interesse per la professione odontotecnica i risvolti della “manifattura additiva”, ovvero delle stampanti 3D, e i problemi relativi ai dispositivi, la cui normativa oggi si riferisce solo alle manifatture sottrattive, mentre rimane aperto il nodo delle circolari

e sui dispositivi prodotti con CAD/ CAM. Non sono mancati i temi cari all’ANTLO, quali il superamento della crisi strutturale dell’odontoiatria, le vicende sulla lotta all’abusivismo e al prestanomismo, il proilo professionale e il gruppo tecnico delle professioni non cliniche e, in ultimo, la contrazione della professione odontotecnica. Massimo Maculan conclude: «Lasciamo da parte il poco che ci divide e insieme lavoriamo per il molto che ci unisce, a cominciare da far tornare i pazienti a curarsi i denti».

Letio magistralis a cura dell’On. Giorgio La Malfa dal titolo: “Un’altra Europa”, interessante excursus storico delle origini e dei perché dell’Europa visti da un economista fortemente keynesiano, mentre gli onorevoli Alessandro Pagano e Marco Rondini intervengono sottolineando quanto è stato l’interessamento riservato alle richieste degli odontotecnici, riferendosi agli emendamenti al DDL Mari-

nello. Anche Roberto Rosso è intervenuto, fornendo un po’ meno numeri del solito e rinviando alle analisi che saranno presentante alla prossima Expodental a cura dell’UNIDI, ma sollevando alcune delle questioni che, secondo KeyStone – società di cui è Presidente – rappresentano i focus che riguardano l’odontotecnica, e quali le domande e le risposte che deve farsi il laboratorio italiano per continuare a esistere come azienda.

Se la condizione fondamentale è che ci siano i pazienti, lo è altrettanto le capacità di investimento del laboratorio e di associarsi tra piccoli laboratori per resistere su un mercato dove il concorrente, in realtà, non è il dentista che ha acquistato il CAD/CAM, quanto l’industria, mentre dall’indagine risulta che, sia in Italia sia all’estero, i dentisti sono convinti che la protesi tradizionale continuerà a esistere. Il Generale Condò, Consulente del Ministero della Salute, conclude il Convegno riguardo ai manufatti protesici, sostenendo che fare delle Linee guida in cui si precisi che il manufatto deve passare dalle mani dell’odontotecnico, a tutela dei pazienti, è la condizione per non far “sparire” del tutto la categoria. Anche la riforma del Titolo V e l’esito del referendum potranno agevolare la rivisitazione del proilo.

Ringrazia Maculan per l’apertura a tutte le componenti: «Chi si sottrae al confronto non opera nella direzione di risolvere quella palude in cui l’odontoiatria si sta avvitando». Le motivazioni per cui non sono state accolte la proposta di una Conferenza sul dentale, non gli sono chiare. L’augurio è che, per trovare delle buone soluzioni ed essere più forti, ci sarà una partecipazione unanime, comprensiva degli assenti odierni, al convegno ANTLO. Patrizia Gatto

Il settore dentale è in crescita del 4% nel 2015

PROJECt MAnAGER OnLinE - Tom Carvalho EvEnt MAnAGER - Lars Hoffmann EduCAtiOn MAnAGER - Christiane Ferret intERnAtiOnAL PR & PROJECt MAnAGER - Marc Chalupsky MARKEtinG & SALES SERviCES - Nicole Andrä EvEnt SERviCES - Esther Wodarski ACCOuntinG SERviCES Karen Hamatschek; Anja Maywald; Manuela Hunger MEdiA SALES MAnAGERS - Matthias Diessner (Key Accounts); Melissa Brown (International); Antje Kahnt (International); Peter Witteczek (Asia Paciic); Weridiana Mageswki (Latin America); Maria Kaiser (North America); Hélène Carpentier (Europe); Barbora Solarova (Eastern Europe) EXECutivE PROduCER - Gernot Meyer AdvERtiSinG diSPOSitiOn - Marius Mezger intERnAtiOnAL EditORiAL bOARd Dr Nasser Barghi, USA – Ceramics Dr Karl Behr, Germany – Endodontics Dr George Freedman, Canada – Aesthetics Dr Howard Glazer, USA – Cariology Prof Dr I. Krejci, Switzerland – Conservative Dentistry Dr Edward Lynch, Ireland – Restorative Dr Ziv Mazor, Israel – Implantology Prof Dr Georg Meyer, Germany – Restorative Prof Dr Rudolph Slavicek, Austria – Function Dr Marius Steigmann, Germany – Implantology

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LAb tRibunE itALiAn EditiOn Anno vi numero 2, Maggio 2016 SuPPLEMEntO n. 1 di iMPLAnt tRibunE itALiAn EditiOn, AnnO v n. 2 diREttORE RESPOnSAbiLE Patrizia Gatto COMitAtO SCiEntifiCO Franco Fares Giuseppe Mignani Andrea Puntoni Luigi Scaiola Salvatore Sgrò James Tollardo Antonio Torella COntRibuti L. Ciccarelli, M. De Angelis, J. Katsoulis REdAZiOnE itALiAnA Tueor Servizi Srl - redazione@tueorservizi.it Ha collaborato: Rottermaier - Servizi Letterari (TO) StAMPA RDierichs Druck+Media GmbH Frankfurter Str. 168, 34121 Kassel, Germany COORdinAMEntO diffuSiOnE EditORiALE ADDRESSVITT srl PubbLiCità - Tueor Servizi Srl [alessia.murari@tueorservizi.it] uffiCiO AbbOnAMEnti Tueor Servizi Srl Via Domenico Guidobono, 13 - 10137 Torino Tel.: 011 3110675 - 011 3097363 info@tueorservizi.it Copia singola: euro 3,00 Iva assolta dall’editore ai sensi dell’art.74 lettera C DPR 633/72

Quali le prospettive e i rischi per gli odontotecnici?

Lo dice UNIDI (Unione Nazionale Industrie Dentali Italiane) nel corso di un convegno svoltosi lo scorso 31 marzo, anticipando una ricerca di Keystone che sarà presentata a Expodental Meeting di Rimini il 19-21 maggio. La vendita delle attrezzatture aumenta dell’8% e il digitale fa da traino con le tecnologie CAD/CAM e i radiologici 3D. Quest’anno il trend è in crescita, ulteriormente supportato dal bonus iscale del 140% per l’ammortamento di beni acquistati o in leasing. Mentre il numero degli odontoiatri italiani è ancora cresciuto, il numero dei laboratori è intorno a 9600, secondo i dati della ricerca; il numero degli odontotecnici rimane stabile, indice che alcuni hanno iniziato ad aggregarsi, anche per supportare l’investimento in tecnologia, che è stato particolarmente rilevante nel 2015: il CAD/CAM è cresciuto del 5-6% nei

laboratori. L’intervento di Roberto Rosso di Keystone mette in rilievo alcuni rischi nel settore odontotecnico: l’età media dei titolari di laboratorio aumenta di 10 mesi ogni anno, indice che non si formano più nuovi odontotecnici tra i titolari di laboratorio. I laboratori sono aziende mediamente molto piccole in Italia e pertanto rischiano di indebolirsi troppo: la ripresa è sostenuta solo dai laboratori più grandi e strutturati.

Ormai il 60% dei laboratori propone protesi realizzate in digitale utilizzando talvolta la tecnologia di un collega: un laboratorio su 4 è attrezzato con tecnologie digitali. In Germania gli odontotecnici o lavorano presso lo studio di un odontoiatra o sono strutturati come medie imprese in grado di servire persino altri Paesi con i loro manufatti. Il 3D, ovvero la manifattura additiva, attualmente non regolamentata, potrebbe essere

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un fattore da tenere in considerazione, molto di più dei sistemi CAD/CAM all’interno dello studio. Il vero concorrente del laboratorio è oggi l’industria stessa.

Quali i suggerimenti, oltre le pressioni che il sindacato sta svolgendo per ottenere una precisa normativa sui device? L’indicazione di Rosso è fare di sicuro massa critica, e quindi creare laboratori più grandi per potersi permettere investimenti maggiori. È fondamentale conoscere anche il proprio modello di business: dipendere soltanto da due o tre clienti mette l’impresa a rischio. Bisogna poi rivitalizzare le capacità imprenditoriali dei giovani e per questo deve essere cambiato il background culturale dell’odontotecnico a partire dalla scuola stessa. La soluzione ottimale? Incrementare i pazienti attraverso opportune modalità di accesso.

Patrizia Gatto

dEntAL tRibunE EdiZiOnE itALiAnA fA PARtE dEL GRuPPO dEntAL tRibunE intERnAtiOnAL ChE PubbLiCA in 25 LinGuE in OLtRE 90 PAESi

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Convegno: â&#x20AC;&#x153;La questione odontotecnica, oggiâ&#x20AC;?

29 aprile 2016 - Auditorium, Ministero della Salute- Lungotevere Ripa 1, Roma

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Interventi del convegno sul canale You Tube ANTLO Nazionale