Editorial - Oltre i vicoli ciechi

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Oltre Oltre i vicoli ciechi i vicoli ciechi armandi editori 1



vìcolo /vì·co·lo/ sostantivo maschile

Via urbana di dimensioni modeste.

armandi editore

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Introduzione Marta essa sola, se fosse stata vicina a Giuliano, non avrebbe avuto rispetto alla sua meditazione; offesa, stizzita, afflitta, per le cose udite da lui. A quell’ora dava volta nel proprio letto, ora su d’un fianco ora sull’altro; colla mente piena d’Alemanni, col cuore travagliato dalla paura del pievano; il quale aveva predicato e fatto predicare dal capuccino del quaresimale, che guai a chi avesse negato qualcosa a qualcuno di quei soldati. Ora questo pievano non era uomo da farsi pigliare a gabbo; e quel che diceva faceva; e le cose della sua cura le conosceva a puntino; vedendo dentro le case come fossero state senza tetto, o avessero avuto le mura di vetro. Venuto trent’anni prima a quella pievania, la gente del borgo gli era nata più che mezza sotto gli occhi; e quelli che non erano stati battezzati da lui lo temevano, sebbene gli fossero meno reverenti. Rammentavano d’essere andati ad incontrarlo il giorno del suo arrivo, lontano un bel tratto, in processione, a suon di campane; e vivevano ancora quasi tutte le donne, che da giovinette tra le più belle e dei migliori casati, gli avevano fatto la fiorita per la via, vestite di bianco, e cantando lodi come al Nazzareno. Ma in cambio, a cavallo d’una gagliarda giumenta, accompagnato da un mulattiere carico di parecchie casse, e da una donnicciola che pareva venisse a morte su d’un’asina stanca; avevano visto comparire un prete prosperoso e di cera ardita; il quale ricevute le prime accoglienze, aveva subito comandato di dar volta ai maggiorenti che menavano la processione, e alle fanciulle che, dinanzi a lui, s’erano tutte confuse e messe cogli occhi bassi. Entrato al suo posto, era stato poco a mostrare d’aver preso alla lettera i nomi di pastore e di gregge: alcuni che avevano osato di badare alle opere sue, con due o tre esempi gli aveva fatti star zitti; e a poco a poco s’era acconciato in casa, come se fosse stato certo di campare cent’anni. E a dir vero, ai tempi di questa storia, aveva già fatti i funerali a una generazione intera, senza essersi mai lagnato d’un dolor di capo; e faceva conto di logorare un’altra ventina di calendari, prima che un successore fosse venuto a cantargli le esequie. Allora aveva sessant’anni, e a vederlo come vestiva lindo e con panni bene attagliati alla persona, si capiva che da giovane gli era piaciuto di parere un bel prete: ma i suoi occhi grigi, le guancie rubiconde e un tantino cascanti senz’essere flosce, i capelli sciolti e giù bassi sulla fronte; un paio d’orecchie grossissime, infiammate, ciondolanti a guisa di bargiglioni, gli davano piuttosto l’aspetto d’un uomo stato pronto e violento. Forse aveva sbagliato il mestiere, perchè sui fatti suoi, rispetto a certi voti, nessuno osava lodarlo; era avaro salvo che in certi casi che faceva il grande coi grandi; e per desinare da un amico non badava a fare mezza dozzina di miglia. Marta essa sola, se fosse stata vicina a Giuliano, non avrebbe avuto rispetto alla sua meditazione; offesa, stizzita, afflitta, per le cose udite da lui. Forse aveva sbagliato il mestiere, perchè sui fatti suoi, rispetto a certi voti, nessuno osava lodarlo; era avaro salvo che in certi casi che faceva il grande coi grandi..

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COLOri

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colรณre Affine al sanscritto kalanka o al latino celare.

kalanka- (macchia) celare- (nascondere)

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L’importanza del colore Sotto quel cielo, a piè di quel castello, viveva quella Bianca, che la signora Maddalena andava a cercare. Essa era una giovinetta in sui diciotto, e se io mi provassi a ritrarla; e dicessi che il suo viso pareva di questa o di quella statua; che l’occhio aveva grande, nero, intento, e l’incarnato delle guancie fresco e sincero come di bambino allattato sull’Alpi; i miei quattro lettori se la figurerebbero ognuno diversa e di sua fantasia: e però mi pare meglio dire in una parola che essa era bellissima. Bellissima e mesta, aveva il portamento d’una santa che ignorasse d’essere in terra; e forse per averla veduta guardare in cielo, coll’atto di chi aspetta di lassù qualcosa, Giuliano se ne era innamorato. Vicina a lei, quasi fosse il suo angelo custode, si vedeva sempre un’altra fanciulla, più giovane di qualche anno; la quale sebbene non le somigliasse punto, e fosse bellezza di tutt’altra sorta, era sua sorella e si chiamava Margherita. S’amavano, ma non osavano dirselo; e pareva ad esse di fondersi l’una coll’altra, d’essere la felicità in persona, quando potevano darsi del tu, senza il pericolo d’essere intese. Ma questa era cosa che accadeva assai di rado; perchè il babbo se le mangia.

1 Marcus Loke

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2 Hozier Lane James Garman

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Cromoterapia open-air Una soluzione secolare Un giorno, (che non monta sapere qual fosse, o decimo o ventesimo dalla partenza di Giuliano da D….); nella bottega di Marocco, si faceva un gran dire della guerra ricominciata. Era voce che il generale Alemanno avesse ricevuto ordine di recarsi con tutta l’oste verso Nizza; perchè i Francesi venivano, cacciando di là i Piemontesi, vinti a Dolceaqua, al colle delle Forche, a Raus, e si parlava della rocca di Saorgio investita. I discorsi s’incrociavano come spade, e tutti parevano là dentro sulle brage, pel gran desiderio di menar le mani. Un solo non si mescolava in quei fervori; ed era quell’uffiziale, che si sentiva morire di Bianca, e non vedeva l’ora di poterla sposare. Stava raccolto in un angolo, gomitoni su d’un deschetto, che sebbene fosse sodo, pareva lì per isfasciarsi sotto quel peso. Di tanto in tanto beveva un sorso d’acquavite ad un grosso bicchiere che aveva innanzi; e chi avesse potuto vedere i sussulti del suo cuore, di certo diceva che bevesse per darsi coraggio, a udire i compagni parlare in quei modi di guerra e di morte. E sì che egli era prode e cimentoso; nè si conosceva chi fosse più esperto di lui, a condurre partite notturne, a farla da scorgitore, a caricare il nemico menandogli addosso una ruina di cavalli: ma tant’è non poteva farsi vivo, e stava mesto in quella guisa; quando capitò alla bottega un giovano trombetto, il quale, data un’occhiata intorno, gli fu dinanzi, e fatto quella sorta di scambietto, che gli ussari costumano nel salutare, recossi la mano alla visiera e gli disse: «signor uffiziale, il generale la vuole.» Un giorno, (che non monta sapere qual fosse, o decimo o ventesimo dalla partenza di Giuliano da D….); nella bottega di Marocco, si faceva un gran dire della guerra ricominciata. Era voce che il generale Alemanno avesse ricevuto ordine di recarsi con tutta l’oste verso Nizza; perchè i Francesi venivano, cacciando di là i Piemontesi, vinti a Dolceaqua, al colle delle Forche, a Raus, e si parlava della rocca di Saorgio investita. I discorsi s’incrociavano come spade, e tutti parevano là dentro sulle brage, pel gran desiderio di menar le mani. Un solo non si mescolava in quei fervori; ed era quell’uffiziale, che si sentiva morire di Bianca, e non vedeva l’ora di poterla sposare.

3 Inhabitants of the blue city 3 Sergey Pesterev

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4 Samuel C

5 Samuel C

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6 Blue and white painted wall Robert Brands

Osa con la vernice! Il modo migliore per riaccedere il paese In casa al signor Fedele, qualcuno aveva aperto il cuore alle voci di prossimi eventi, e Bianca sentiva una dolce promessa, da quell’aria procellosa che ho detto. Dopo che s’era confidata colla zia dell’amor suo per Giuliano, dicendo che tra l’Alemanno e la morte avrebbe scelta quest’ultima; la povera cieca, consigliatasi con Don Marco, la confortava a persistere nel rifiuto, ma con dolcezza. Il buon prete, ogni volta che lo poteva, dava ad esse novelle di quelle parti, donde rivenivano soldati piemontesi o alemanni feriti, narrando cose dell’altro mondo; e sgomentando i compagni che vi s’avviavano melanconici, come persone che sapessero d’andare a certa morte. Egli e le donne,

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ne provavano pietà; ma facevano voti per i loro nemici; il prete sperando da questi miglior vita pel popolo; esse pensando che a vincere il signor Fedele, nulla avrebbe giovato se non la calata di quei Francesi, i quali per quanto male si udisse di loro, la confortava a persistere nel rifiuto, Questo era un gran giocator di pallone; quest’altro amoreggiava la madre d’una signora del borgo, che viveva ancora; quello faceva tremar la gente solo che s’affacciasse alla finestra… Marocco conosceva di tutti vita e miracoli, sapeva dov’erano nati, dove morti, e fino dove sepolti. A ciascuna di quelle figuracce, Marocco sapeva dare un nome; e a udirlo, erano ritratti d’antichi Uffiziali del Re .


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Un tocco di giallo Porta la luce anche nei vicoli più stretti Ma sino a quel punto, i più non vedevano altro Dio che costoro; e come dèi gli adorava Marocco, vecchio volpone, che conduceva in C…. un caffeuccio, proprio in sulla piazzetta del borgo. Egli se gli era tenuti sempre bene edificati, e si dava attorno a servirli colla moglie che aveva bella: nè faceva segno di recarsene, dove questa sorridesse ad alcuno di essi, o rispondesse piacevolmente ai loro motti arditi. Pur di brancicar monete, sarebbe stato ad occhi chiusi tutta la vita; e già dacchè gli Alemanni erano nel borgo, aveva messo in serbo di belle doppie. La sua era una botteguccia a modo, e antica al mestiere che ei vi faceva dentro; come si vedeva all’insegna sopra la porta, dalla quale si sarebbe potuto cavare la più bella vignetta, che abbia mai ornato frontispizio di poema eroicomico. Era una tavola, dipinta di molte figure, che volevano essere la meglio parte soldati, assorti in enormi stivaloni, e stranamente ingoffitti da immani cappellacci. Effigiati com’erano a sedere, guai se quei soldati si fossero levati in piedi; e peggio se in atto di scaraventare i bicchieri e le bottiglie che avevano innanzi; i cocci ne sarebbero andati sin chi sa dove, tanto erano tremendi in vista, pei mostacchi non più veduti, e per occhi che mostravano il bianco, come di cani ringhiosi. A ciascuna di quelle figuracce, Marocco sapeva dare un nome; e a udirlo, erano ritratti d’antichi Uffiziali del Re di Sardegna, stati a presidio nel borgo, per far la guardia alla repubblica di Genova, che non entrasse in corpo al loro Sovrano. Questo era un gran giocator di pallone; quest’altro amoreggiava la madre d’una signora del borgo, che viveva ancora; quello faceva tremar la gente solo che s’affacciasse alla finestra… Marocco conosceva di tutti vita e miracoli, sapeva dov’erano nati, dove morti, e fino dove sepolti. «La mia bottega, diceva egli mescendo agli Alemanni, fu sempre il convegno dei valorosi! Il conte tale, il cavalier tale, tutti nobiloni dei primi casati del regno, venivano qui, ed erano soldati allegri e spenditori; ma come loro signori, in coscienza non ve n’ho avuti mai!» E pigliava un gusto matto, a farsene far fede dai signorelli del borgo, i quali venivano a giuocare un tantino in sul desinare; cari una volta ora gabbati da Marocco, che si faceva udire a chiamargli scaldapanche. Buscava da essi qualche scapellotto, ma pur di far ridere i suoi signori Alemanni, non vi badava.

7 Samuel C

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8 Walkers of Whitehall Sebastian Pichler

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9 Brown Cart in alley Zach Garrison

Scegli da che parte stare C o l or i

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10 Green leafed plants in pot near narrow pathway beside buildings Johannes Rapprich

Come mai quelle due giovinette senza madre, avessero potuto venire su così gentili, con quella sorta di babbo; è cosa che non si potrebbe spiegare, senza dire che la Provvidenza, proprio non soffre un male quaggiù, che lì vicino non vi ponga il rimedio. Una cognata del signor Fedele, viveva nella famiglia, recondita, mansueta buona a fare ogni bene, quantunque fosse cieca nata. Per la vita che aveva menata raccolta e meditativa, le si erano affinate le virtù dello spirito e del cuore; di maniera che miglior educatrice, non si avrebbe trovata nè in nè in altre parti di quella valle. Si poteva dire di lei, che si fosse seduta al posto della sorella morta, a far da madre alle sue nipoti; e finchè erano state piccine, Fedele, viveva nella famiglia, recondita, mansueta.

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fotografìa Dal greco: φῶς, φωτός [phos] e γραϕία [graphis]

phos - (luce) graphis - (scrittura)

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Giocare con la luce Sotto quel cielo, a piè di quel castello, viveva quella Bianca, che la signora Maddalena andava a cercare. Essa era una giovinetta in sui diciotto, e se io mi provassi a ritrarla; e dicessi che il suo viso pareva di questa o di quella statua; che l’occhio aveva grande, nero, intento, e l’incarnato delle guancie fresco e sincero come di bambino allattato sull’Alpi; i miei quattro lettori se la figurerebbero ognuno diversa e di sua fantasia: e però mi pare meglio dire in una parola che essa era bellissima. Bellissima e mesta, aveva il portamento d’una santa che ignorasse d’essere in terra; e forse per averla veduta guardare in cielo, coll’atto di chi aspetta di lassù qualcosa, Giuliano se ne era innamorato. Vicina a lei, quasi fosse il suo angelo custode, si vedeva sempre un’altra fanciulla, più giovane di qualche anno; la quale sebbene non le somigliasse punto, e fosse bellezza di tutt’altra sorta, era sua sorella e si chiamava Margherita. S’amavano, ma non osavano dirselo; e pareva ad esse di fondersi l’una coll’altra, d’essere la felicità in persona, quando potevano darsi del tu, senza il pericolo d’essere intese. Un giorno, (che non monta sapere qual fosse, o decimo o ventesimo dalla partenza di Giuliano da D….); nella bottega di Marocco, si faceva un gran dire della guerra ricominciata. Era voce che il generale Alemanno avesse ricevuto ordine di recarsi con tutta l’oste verso Nizza; perchè i Francesi venivano, cacciando di là i Piemontesi, vinti a Dolceaqua, al colle delle Forche, a Raus, e si parlava della rocca di Saorgio investita. I discorsi s’incrociavano come spade, e tutti parevano là dentro sulle brage, pel gran desiderio di menar le mani. Un solo non si mescolava in quei fervori; ed era quell’uffiziale, che si sentiva morire di Bianca, e non vedeva l’ora di poterla sposare. Stava raccolto in un angolo, gomitoni su d’un deschetto, che sebbene fosse sodo, pareva lì per isfasciarsi sotto quel peso. Di tanto in tanto beveva un sorso d’acquavite ad un grosso bicchiere che aveva innanzi; e chi avesse potuto vedere i sussulti del suo cuore, di certo diceva che bevesse per darsi coraggio, a udire i compagni parlare in quei modi di guerra e di morte. E sì che egli era prode e cimentoso; nè si conosceva chi fosse più esperto di lui, a condurre partite notturne, a farla da scorgitore, a caricare il nemico menandogli addosso una ruina di cavalli: ma tant’è non poteva farsi vivo, e stava mesto in quella guisa; quando capitò alla bottega un giovano trombetto, il quale, data un’occhiata intorno, gli fu dinanzi, e fatto quella sorta di scambietto, che gli ussari costumano nel salutare, recossi la mano alla visiera e gli disse: «signor uffiziale, il generale la vuole.»

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Luce significa atmosfera Impara come gestirla Quel giorno che le tombe credute di Hudson Low, e i veterani di Napoleone erano ancora di là da venire, Anselmo tirò oltre anch’egli; e indi a poco, il calesse fu a traversare il ponte lungo, stretto, basso di muricciuoli, i quali a ciascuna pigna formavano un angolo, dove i camminanti potevano, bisognando, cansarsi dalle file di muli, che allora varcavano numerose, spandendo per quelle valli la musica di centinaia di sonagliere. In capo al ponte, sorgeva un’altra cappelletta, (ve n’erano a tutti i passi) e questa serviva a deporvi i morti del contado, fino a che la confraternita li venisse a levare pel mortorio. Alcuni fanciulli vi ruzzavano baloccandosi a giocare alle palle di piombo avute dai soldati che sempre sono loro amici; e all’apparire del calesse stettero maravigliati, per non aver mai visto altrettanto. Ma altri più discoli che facevano alle piastrelle sul greto del torrente, s’affollarono su per la ripa a chi più corresse, a chi arrivasse alla carrozza; e l’avrebbero assalita a furia, senonchè

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Dalla palazzina del signor Fedele, si poteva andare in pochissimo tempo al convento; che sorgeva a piedi di una collina, formante una fondura a guisa di conchiglia, la quale pareva far atto di tirare a sè l’edificio, in solitudine più sicura. E il valloncello era alberato di querce antichissime, le quali, dalla cresta che girava intorno un par di miglia, alla più bassa piaggia, coprivano di loro macchie la terra per modo, che non vi poteva nè luna, nè sole: meravigliose alla vista, perchè da quella infuori per tutta la costa della collina, l’occhio non scopriva altro verde. Il bosco si chiamava dei frati: e perchè pareva nato appunto per essi, la fantasia paesana vi aveva lavorato sopra di curiose leggende. Fra l’altre questa, che San Francesco, capitato là attorno, per edificare un convento; avendo avuto da Ottone del Carretto feudatario della terra, quel sito; subito si pose all’opera aiutato da sì gran numero di contadini, che il diavolo ne fu geloso. Un dì che i manovali si affaccendavano a murare, se ne scoperse tra essi uno che tentava i compagni e gli scioperava, osando persino dar la berta al Santo, che s’affaticava a recar pietre sulle sue spalle delicate. Fu badato a costui dai compagni; e come ogni mattina accadeva altre volte.

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11 Night life in Amsterdam Sebastian Pociecha

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12 Late night wander Tim Goedhart

13 Tze Hua Chen

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Come sfruttare il tempo di esposizione Tutto ciò che c’è da sapere per fotografare un vicolo buio Quel giorno che le tombe credute di Hudson Low, e i veterani di Napoleone erano ancora di là da venire, Anselmo tirò oltre anch’egli; e indi a poco, il calesse fu a traversare il ponte lungo, stretto, basso di muricciuoli, i quali a ciascuna pigna formavano un angolo, dove i camminanti potevano, bisognando, cansarsi dalle file di muli, che allora varcavano numerose, spandendo per quelle valli la musica di centinaia di sonagliere. In capo al ponte, sorgeva un’altra cappelletta, (ve n’erano a tutti i passi) e questa serviva a deporvi i morti del contado, fino a che la confraternita li venisse a levare pel mortorio. Alcuni fanciulli vi ruzzavano baloccandosi a giocare alle palle di piombo avute dai soldati che sempre sono loro amici; e all’apparire del calesse stettero maravigliati, per non aver mai visto altrettanto. Ma altri più discoli che facevano alle piastrelle sul greto del torrente, s’affollarono su per la ripa a chi più corresse, a chi arrivasse alla carrozza; e l’avrebbero assalita a furia, senonchè il primo che potè agguantarla per di dietro toccò una frustata sulle mani; e gli altri si fermarono intorno a lui piangoloso e umiliato, che si fregava il bruciore zoppicando. La signora corrucciata, rimproverava ad Anselmo il suo giuoco bestiale, e si volgeva addietro a guardare pietosa il mal capitato. Girando a manca repentinamente, di là a cinquanta passi s’era alla porta del borgo, ampia d’arco, munita ancora delle gravi imposte dei tempi, in cui si soleva chiuderla; e prolungata a guisa d’androne, sotto una volta, dalla quale si levava una torre, stata alta e forte, e poi mozza e divenuta casa di gente dabbene. In una delle pareti sotto la volta, si vedeva una rozza dipintura, che aveva ad essere l’immagine della Madonna; e di faccia a questa, in una stanza

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La signora Maddalena gli udì litigare sui nomi dei luoghi invasi dai Francesi e sulle distanze; e lietissima di non essere badata, si mise dentro l’androne, e tirò diritto per la via maestra del borgo. Gli artigiani si affacciavano agli sporti guardandole dietro un istante, mettendosi poi a chiaccherare colle mogli, o chiedendosi da bottega a bottega quella donna chi fosse. Essa smontò ad una porta, che Giuliano le aveva descritto così bene, che neanco cieca avrebbe potato sbagliare; disse ad Anselmo che desse di volta e andasse ad aspettarla, oltre il ponte, presso certa casuccia di costa alla via; poi salì le scale, d’onde s’udiva venir giù una pedata grave e sonora di sproni. E subito comparve un uffiziale Alemanno, allegro in vista come tornasse dall’aver vinto un’esercito; uomo tozzo e impersonato, si che ad ogni mossa, muscoli e polpe parevano lì per isquarciargli i panni. Portava in capo uno di quei berrettoni da ulano, che i vecchi di quelle parti rammentano, paragonandoli per la forma a un manticetto, e ne aveva coperta la fronte fin sulle sopraciglia; sotto le quali balenavano un par d’occhi verdastri, grandi, mirabilmente accompagnati a due mostacchi rossicci, folti, attorciati come le branche d’uno scorpione. Ad averlo visto una volta, lo si avrebbe potato ritrarre dal più inesperto con tre pennellate, di scorcio, di profilo, di prospetto tanto la sua vista colpiva; ma da gentil cavaliero, s’accostò al muro, lasciando spazio, quanto la sua persona ne poteva concedere alla dama; la salutò con garbo tra soldatesco e paesano; e questa continuò a salire fino all’uscio che andava a picchiare. Damigella Maria e Bianca non s’erano per anco mosso di su l’altana; e una donna che aveva vista la signora Maddalena entrare dal signor Fedele, passando pel vicolo, levò in alto la faccia, e disse alla cieca: «damigella Maria, le viene in casa una signora forastiera.» A Bianca il cuore fece dentro un gran moto, e proprio in quel punto s’udì uno squillo del campanello. Essa, vi fosse o non vi fosse sua padre a sgridarla, corse ad aprire; e la signora Maddalena non aveva lasciato, sto per dire, il cordoncino del campanello, che l’uscio fu spalancato, e le apparve Bianca,

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15 Benjamin Hung

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14 Alleyway in Kotor, Montenegro Christopher Alvarenga

Luce e saturazione Come gestirle Quel giorno che le tombe credute di Hudson Low, e i veterani di Napoleone erano ancora di là da venire, Anselmo tirò oltre anch’egli; e indi a poco, il calesse fu a traversare il ponte lungo, stretto, basso di muricciuoli, i quali a ciascuna pigna formavano un angolo, dove i camminanti potevano, bisognando, cansarsi dalle file di muli, che allora varcavano numerose, spandendo per quelle valli la musica di centinaia di sonagliere. In capo al ponte, sorgeva un’altra cappelletta, (ve n’erano a tutti i passi) e questa serviva a deporvi i morti del contado, fino a che la confraternita li venisse a levare pel mortorio. Alcuni fanciulli vi ruzzavano baloccandosi a giocare alle palle di piombo avute dai soldati che sempre sono loro amici; e all’apparire del calesse stettero maravigliati, per non aver mai visto altrettanto. Ma altri più discoli che facevano alle piastrelle sul greto del torrente, s’affollarono su per la ripa a chi più corresse, a chi arrivasse alla carrozza; e l’avrebbero assalita a furia, senonchè il primo che potè agguantarla per di dietro toccò una frustata sulle mani; e gli altri si fermarono intorno a lui piangoloso e umiliato, che si fregava il bruciore zoppicando. Quel giorno che le tombe credute di Hudson Low, e i veterani di Napoleone erano ancora di là da venire, Anselmo tirò oltre anch’egli; e indi a poco, il calesse fu a traversare.

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Ăšnico Dal latino: unicus, der. di unus [uno, uno solo]

Solo nel suo genere, che non ha altri nella sua specie.

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Di che città si tratta? Vicoli con una prospettiva unica Quel giorno che le tombe credute di Hudson Low, e i veterani di Napoleone erano ancora di là da venire, Anselmo tirò oltre anch’egli; e indi a poco, il calesse fu a traversare il ponte lungo, stretto, basso di muricciuoli, i quali a ciascuna pigna formavano un angolo, dove i camminanti potevano, bisognando, cansarsi dalle file di muli, che allora varcavano numerose, spandendo per quelle valli la musica di centinaia di sonagliere. In capo al ponte, sorgeva un’altra cappelletta, (ve n’erano a tutti i passi) e questa serviva a deporvi i morti del contado, fino a che la confraternita li venisse a levare pel mortorio. Alcuni fanciulli vi ruzzavano baloccandosi a giocare alle palle di piombo avute dai soldati che sempre sono loro amici; e all’apparire del calesse stettero maravigliati, per non aver mai visto altrettanto. Ma altri più discoli che facevano alle piastrelle sul greto del torrente, s’affollarono su per la ripa a chi più corresse, a chi arrivasse alla carrozza; e l’avrebbero assalita a furia, senonchè il primo che potè agguantarla per di dietro toccò una frustata sulle mani; e gli altri si fermarono intorno a lui piangoloso e umiliato, che si fregava il bruciore zoppicando. La signora corrucciata, rimproverava ad Anselmo il suo giuoco bestiale, e si volgeva addietro a guardare pietosa il mal capitato.

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Firenze

Lisbona

Parigi

Berlino

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L’icona geolocalizzante Quando l’elemento diventa identificativo Quel giorno che le tombe credute di Hudson Low, e i veterani di Napoleone erano ancora di là da venire, Anselmo tirò oltre anch’egli; e indi a poco, il calesse fu a traversare il ponte lungo, stretto, basso di muricciuoli, i quali a ciascuna pigna formavano un angolo, dove i camminanti potevano, bisognando, cansarsi dalle file di muli, che allora varcavano numerose, spandendo per quelle valli la musica di centinaia di sonagliere. In capo al ponte, sorgeva un’altra cappelletta, (ve n’erano a tutti i passi) e questa serviva a deporvi i morti del contado, fino a che la confraternita li venisse a levare pel mortorio. Alcuni fanciulli vi ruzzavano baloccandosi a giocare alle palle di piombo avute dai soldati che sempre sono loro amici; e all’apparire del calesse stettero maravigliati, per non aver mai visto altrettanto. Ma altri più discoli che facevano alle piastrelle sul greto del torrente, s’affollarono su per la ripa a chi più corresse, a chi arrivasse alla carrozza; e l’avrebbero assalita a furia, senonchè il primo che potè agguantarla per di dietro toccò una frustata sulle mani; e gli altri si fermarono intorno a lui piangoloso e umiliato, che si fregava il bruciore zoppicando. La signora corrucciata, rimproverava ad Anselmo il suo giuoco bestiale, e si volgeva addietro a guardare pietosa il mal capitato. Girando a manca repentinamente, di là a cinquanta passi s’era alla porta del borgo, ampia d’arco, munita ancora delle gravi imposte dei tempi, in cui si soleva chiuderla; e prolungata a guisa d’androne, sotto una volta, dalla quale si levava una torre, stata alta e forte, e poi mozza e divenuta casa di gente dabbene. In una delle pareti sotto la volta, si vedeva una rozza dipintura, che aveva ad essere l’immagine della Madonna; e di faccia a questa, in una stanza terrena, umida e tetra, v’era la guardia Alemanna. Spiacque molto alla signora Maddalena, dover attraversare lo spazio tra il ponte e quella porta, perchè sott’essi gli olmi.

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Meteo architetto Quando è il clima a scegliere i materiali Quel giorno che le tombe credute di Hudson Low, e i veterani di Napoleone erano ancora di là da venire, Anselmo tirò oltre anch’egli; e indi a poco, il calesse fu a traversare il ponte lungo, stretto, basso di muricciuoli, i quali a ciascuna pigna formavano un angolo, dove i camminanti potevano, bisognando, cansarsi dalle file di muli, che allora varcavano numerose, spandendo per quelle valli la musica di centinaia di sonagliere. In capo al ponte, sorgeva un’altra cappelletta, (ve n’erano a tutti i passi) e questa serviva a deporvi i morti del contado, fino a che la confraternita li venisse a levare pel mortorio. Alcuni fanciulli vi ruzzavano baloccandosi a giocare alle palle di piombo avute dai soldati che sempre sono loro amici; e all’apparire del calesse stettero maravigliati, per non aver mai visto altrettanto. Ma altri più discoli che facevano alle piastrelle sul greto del torrente, s’affollarono su per la ripa a chi più corresse, a chi arrivasse alla carrozza; e l’avrebbero assalita a furia, senonchè il primo che potè agguantarla per di dietro toccò una frustata sulle mani; e gli altri si fermarono intorno a lui piangoloso e umiliato, che si fregava il bruciore zoppicando. La signora corrucciata, rimproverava ad Anselmo il suo giuoco bestiale, e si volgeva addietro a guardare pietosa il mal capitato. Girando a manca repentinamente, di là a cinquanta passi s’era alla porta del borgo, ampia d’arco, munita ancora delle gravi imposte dei tempi, in cui si soleva chiuderla; e prolungata a guisa d’androne, sotto una volta, dalla quale si levava una torre, stata alta e forte, e poi mozza e divenuta casa di gente dabbene. In una delle pareti sotto la volta, si vedeva una rozza dipintura, che aveva ad essere l’immagine della Madonna; e di faccia a questa, in una stanza terrena, umida e tetra, v’era la guardia Alemanna. Spiacque molto alla signora Maddalena, dover attraversare lo spazio tra il ponte e quella porta, perchè sott’essi gli olmi.

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La signora Maddalena gli udì litigare sui nomi dei luoghi invasi dai Francesi e sulle distanze; e lietissima di non essere badata, si mise dentro l’androne, e tirò diritto per la via maestra del borgo. Gli artigiani si affacciavano agli sporti guardandole dietro un istante, mettendosi poi a chiaccherare colle mogli, o chiedendosi da bottega a bottega quella donna chi fosse. Essa smontò ad una porta, che Giuliano le aveva descritto così bene, che neanco cieca avrebbe potato sbagliare; disse ad Anselmo che desse di volta e andasse ad aspettarla, oltre il ponte, presso certa casuccia di costa alla via; poi salì le scale, d’onde s’udiva venir giù una pedata grave e sonora di sproni. E subito comparve un uffiziale Alemanno, allegro in vista come tornasse dall’aver vinto un’esercito; uomo tozzo e impersonato, si che ad ogni mossa, muscoli e polpe parevano lì per isquarciargli i panni. Portava in capo uno di quei berrettoni da ulano, che i vecchi di quelle parti rammentano, paragonandoli per la forma a un manticetto, e ne aveva coperta la fronte fin sulle sopraciglia; sotto le quali balenavano un par d’occhi verdastri, grandi, mirabilmente accompagnati a due mostacchi rossicci, folti, attorciati come le branche d’uno scorpione. Ad averlo visto una volta, lo si avrebbe potato ritrarre dal più inesperto con tre pennellate, di scorcio, di profilo, di prospetto tanto la sua vista colpiva; ma da gentil cavaliero, s’accostò al muro, lasciando spazio, quanto la sua persona ne poteva concedere alla dama; la salutò con garbo tra soldatesco e paesano; e questa continuò a salire fino all’uscio che andava a picchiare. Damigella Maria e Bianca non s’erano per anco mosso di su l’altana; e una donna che aveva vista la signora Maddalena entrare dal signor Fedele, passando pel vicolo, levò in alto la faccia, e disse alla cieca: «damigella Maria, le viene in casa una signora forastiera.» A Bianca il cuore fece dentro un gran moto, e proprio in quel punto s’udì uno squillo del campanello. Essa, vi fosse o non vi fosse sua padre a sgridarla, corse ad aprire; e la signora Maddalena non aveva lasciato, sto per dire, il cordoncino del campanello, che l’uscio fu spalancato, e le apparve Bianca,

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16 Buidings near canal Shane Aldendorff 17 Man riding canoe Hitesh Choudhary

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amsterdam e venezia: due città sull’acqua E i vicoli si trasformano in canali La vecchia ondeggiò un istante; e in quell’istante capì, quanto le sarebbe poi riuscito amaro lasciare quella casa che si poteva dir sua; quella padrona che l’aveva tenuta più da amica che da serva; per buttarsi su d’una via, in cerca di pane e di ricovero. Se Giuliano partiva, che vi poteva essere di meglio per lei? Avrebbe potuto rimanere tranquilla al proprio posto, chè il pericolo d’offendere Dio servendo un peccatore era bell’e cessato. E quanto a sè abbandonò del tutto il suo disegno; ma quanto al pievano, quel che gli era seguito col signorino, non le riuscì tenerlo sullo stomaco, manco un minuto. Vinta dalla propria natura, e dallo sguardo della padrona, cominciò dall’ambasciata avuta in castello al mattino; e le narrò ogni cosa, sino al modo in cui don Apollinare se n’era andato

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imbestialito mezz’ora prima. Le eresie buttate dal giovane, e la minaccia del prete di fargliela costar saporita, diedero alla signora il tuffo; e le venne addosso una smania, che le pareva di non poter durare sino all’alba dell’indomani. E se non fosse stata la tema di vederlo intestarsi a rimanere, avrebbe pregato Giuliano a montare a cavallo, e a partire subito segnato e benedetto. Ma si quetò un poco pensando, che alla fine delle fini, per acchiapparlo bisognavano birri, e che a come Dio voleva, di quella roba non ve n’era. Chi sa? forse il pievano aveva minacciato così per minacciare; o alla peggio non avrebbe spacciato uno di carriera per avere da C…. o da altri luoghi man forte. Di là all’indomani non c’era molto, e in ogni caso Giuliano si sentiva in gambe per scampare di forza.


stereotipi

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stereòtipo Dal greco: στερεο [stereo] e τύπος [tipo]

Letteralmente “immagine rigida”

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VIcoli e dueruote vanno a braccetto Per un’atmosfera da piccolo borgo Ma sino a quel punto, i più non vedevano altro Dio che costoro; e come dèi gli adorava Marocco, vecchio volpone, che conduceva in un caffeuccio, proprio in sulla piazzetta del borgo. Egli se gli era tenuti sempre bene edificati, e si dava attorno a servirli colla moglie che aveva bella: nè faceva segno di recarsene, dove questa sorridesse ad alcuno di essi, o rispondesse piacevolmente ai loro motti arditi. Pur di brancicar monete, sarebbe stato ad occhi chiusi tutta la vita; e già dacchè gli Alemanni erano nel borgo, aveva messo in serbo di belle doppie. La sua era una botteguccia a modo, e antica al mestiere che ei vi faceva dentro; come si vedeva all’insegna sopra la porta, dalla quale si sarebbe potuto cavare la più bella vignetta, che abbia mai ornato frontispizio di poema eroicomico. Era una tavola, dipinta di molte figure, che volevano essere la meglio parte soldati, assorti in enormi stivaloni, e stranamente ingoffitti da immani cappellacci. Effigiati com’erano a sedere, guai se quei soldati si fossero levati in piedi; e peggio se in atto di scaraventare i bicchieri e le bottiglie che avevano innanzi; i cocci ne sarebbero andati sin chi sa dove, tanto erano tremendi in vista, pei mostacchi non più veduti, e per occhi che mostravano il bianco, come di cani ringhiosi. A ciascuna di quelle figuracce, Marocco sapeva dare un nome; e a udirlo, erano ritratti d’antichi Uffiziali del Re di Sardegna, stati a presidio nel borgo, per far la guardia alla repubblica di Genova, che non entrasse in corpo al loro Sovrano. Questo era un gran giocator di pallone; quest’altro amoreggiava la madre d’una signora del borgo, che viveva ancora; quello faceva tremar la gente solo che s’affacciasse alla finestra… Marocco conosceva di tutti vita e miracoli, sapeva dov’erano nati, dove morti, e fino dove sepolti. «La mia bottega, diceva egli mescendo agli Alemanni, fu sempre il convegno dei valorosi! Il conte tale, il cavalier tale, tutti nobiloni dei primi casati del regno, venivano qui, ed erano soldati allegri e spenditori; ma come loro signori, in coscienza non ve n’ho avuti mai!» E pigliava un gusto matto, a farsene far fede dai signorelli del borgo, i quali venivano a giuocare un tantino in sul desinare; cari una volta ora gabbati da Marocco, che si faceva udire a chiamargli scaldapanche. Buscava da essi qualche scapellotto, ma pur di far ridere i suoi signori Alemanni, non vi badava.

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18 Narrow streets Dimitry Sovyak

19 Beautiful La So

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20 Classic Italian Scene Sean Barker

21 Arvydas Venckus

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23 Narrow market alley Alexandre Chambon

Laterna rossa Calde luci che richiamano l’oriente Ma sino a quel punto, i più non vedevano altro Dio che costoro; e come dèi gli adorava Marocco, vecchio volpone, che conduceva in C…. un caffeuccio, proprio in sulla piazzetta del borgo. Egli se gli era tenuti sempre bene edificati, e si dava attorno a servirli colla moglie che aveva bella: nè faceva segno di recarsene, dove questa sorridesse ad alcuno di essi, o rispondesse piacevolmente ai loro motti arditi. Pur di brancicar monete, sarebbe stato ad occhi chiusi tutta la vita; e già dacchè gli Alemanni erano nel borgo, aveva messo in serbo di belle doppie. La sua era una botteguccia a modo, e antica al mestiere che ei vi faceva dentro; come si vedeva all’insegna sopra la porta, dalla quale si sarebbe potuto cavare la più bella vignetta, che abbia mai ornato frontispizio di poema eroicomico. Era una tavola, dipinta di molte figure, che volevano essere la meglio parte soldati, assorti in enormi stivaloni, e stranamente ingoffitti da immani cappellacci. Effigiati com’erano a sedere, guai se quei soldati si fossero levati in piedi; e peggio se in atto di scaraventare i bicchieri e le bottiglie che avevano innanzi.

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24 Marcus Loke

25 Lit up alleyway in Kyoto Jase Bloor

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22 Andrea Baldino

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squallore e miseria Pendant con tutte le sfumature del grigio Ma sino a quel punto, i più non vedevano altro Dio che costoro; e come dèi gli adorava Marocco, vecchio volpone, che conduceva un caffeuccio, proprio in sulla piazzetta del borgo. Egli se gli era tenuti sempre bene edificati, e si dava attorno a servirli colla moglie che aveva bella: nè faceva segno di recarsene, dove questa sorridesse ad alcuno di essi, o rispondesse piacevolmente ai loro motti arditi. Pur di brancicar monete, sarebbe stato ad occhi chiusi tutta la vita; e già dacchè gli Alemanni erano nel borgo, aveva messo in serbo di belle doppie. La sua era una botteguccia a modo, e antica al mestiere che ei vi faceva dentro; come si vedeva all’insegna sopra la porta, dalla quale si sarebbe potuto cavare la più bella vignetta, che abbia mai ornato frontispizio di poema eroicomico. Era una tavola, dipinta di molte figure, che volevano essere la meglio parte soldati, assorti in enormi stivaloni, e stranamente ingoffitti da immani cappellacci. Effigiati com’erano a sedere, guai se quei

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Sempre la solita prospettiva! Non più da quando esistono i droni La vecchia ondeggiò un istante; e in quell’istante capì, quanto le sarebbe poi riuscito amaro lasciare quella casa che si poteva dir sua; quella padrona che l’aveva tenuta più da amica che da serva; per buttarsi su d’una via, in cerca di pane e di ricovero. Se Giuliano partiva, che vi poteva essere di meglio per lei? Avrebbe potuto rimanere tranquilla al proprio posto, chè il pericolo d’offendere Dio servendo un peccatore era bell’e

dall’ambasciata avuta in castello al mattino; e le narrò ogni cosa, sino al modo in cui don Apollinare se n’era andato imbestialito mezz’ora prima. Le eresie buttate dal giovane, e la minaccia del prete di fargliela costar saporita, diedero alla signora il tuffo; e le venne addosso una smania, che le pareva di non poter durare sino all’alba dell’indomani. E se non fosse stata la tema di vederlo intestarsi a rimanere, avrebbe pregato

cessato. E quanto a sè abbandonò del tutto il suo disegno; ma quanto al pievano, quel che gli era seguito col signorino, non le riuscì tenerlo sullo stomaco, manco un minuto. Vinta dalla propria natura, e dallo sguardo della padrona, cominciò

Giuliano a montare a cavallo, e a partire subito segnato e benedetto. Ma si quetò un poco pensando, che alla fine delle fini, per acchiapparlo bisognavano birri, e che a come Dio voleva, di quella roba non ve n’era. +

26 Samuel C

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CREDITS Free University of Bolzano - Bozen Faculty of Design and Art Bachelor in Design and Art - Major in Design WUP 18/19 | 1st semester foundation course Project Modul: Editorial Design Design by: Chiara Facchini Book | Oltre i vicoli ciechi Supervision: Project leader Prof. Antonino Benincasa Project assistants Maximilian Boiger, Gian Marco Favretto Photography: Alexandre Chambon, Ali Arif Soydas, Andrea Badino, Andre Benz, Andrew Haimerl, Andrew Halliday, Arvydas Venckus, Benjamin Hung ,Christopher Alvarenga, Dimitry Sovyak, Fancycrave, Imna Lesielle, Jase Bloor, Joris V, Kai Pilger, La So, Linda Xu, Markus Loke, Nick Karvounis, Ricardo Esquivel, Robert Brands, Rudra Prasad Dhungana, Ryan Spencer, Samuel C, Sean Barker, Sebastian Pichler, Sebastian Pociecha, Sergey Pesterev, Tim Goedhart, Tze Hua Chen, Vali Sachadonig Paper: Color Copy 160 gr. Color Copy 300gr. Fonts: The bold font Lora Bahnshrift Printed: Bozen-Bolzano, January 2019 Inside pages – Digital Print | Canon Cover – UV-Serigprahy

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Ma sino a quel punto, i più non vedevano altro Dio che costoro; e come dèi gli adorava Marocco, vecchio volpone, che conduceva in un caffeuccio, proprio in sulla piazzetta del borgo. Egli se gli era tenuti sempre bene edificati, e si dava attorno a servirli colla moglie che aveva bella: nè faceva segno di recarsene, dove questa sorridesse ad alcuno di essi, o rispondesse piacevolmente ai loro motti arditi. Pur di brancicar monete, sarebbe stato ad occhi chiusi tutta la vita; e già dacchè gli Alemanni erano nel borgo, aveva messo in serbo di belle doppie. La sua era una botteguccia a modo, e antica al mestiere che ei vi faceva dentro; come si vedeva all’insegna sopra la porta, dalla quale si sarebbe potuto cavare la più bella vignetta, che abbia mai ornato frontispizio di poema eroicomico. Era una tavola, dipinta di molte figure, che volevano essere la meglio parte soldati, assorti in enormi stivaloni, e stranamente ingoffitti da immani cappellacci. Effigiati com’erano a sedere, guai se quei soldati si fossero levati in piedi; e peggio se in atto di scaraventare i bicchieri e le bottiglie che avevano innanzi; i cocci ne sarebbero andati sin chi sa dove, tanto erano tremendi in vista, pei mostacchi non più veduti, e per occhi che mostravano il bianco,

ISBN: 978-3-03778-108-8

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