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Quello che ho fatto:

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Introduzione

Introduzione

• Bella idea ripetere questo gioco. Benchè annunciato in precedenza preso da altre cose non ci avevo riflettuto. Stamattina ho avuto un poco di tempo per rileggere il tutto e decidere di parteciparvi. Ho avuto due idee ed ho scelto la seconda magari più facile almeno in apparenza.

• La prima era La casa di notte. Angoli della casa ripresi con il cellulare modalità Notte anche per testare la potenzialità che non uso mai. Per chi si sveglia presto, praticamente da sempre quando è ancora buio, poteva risultare facile. Ho fatto uno scatto che doveva essere il primo poco fa ma l'entusiasmo è sceso subito e prima di avventurarmi in una cosa dal potenziale noioso ho voluto ripensarci.

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• La seconda idea è stata quella di un mese di colore. Da sito di Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_dei_colori (benchè dichiarato suscettibile di cambiamenti) i nomi dei colori sono più di 200 e sceglierne uno al giorno sarà facile; poi fotografarsi col cellulare il colore per averlo bene in mente e darsi l'intera giornata per acchiappare quel colore in una foto di qualunque natura poteva avere come progetto una potenzialità molto variegata. Chissà cosa ne uscirà fuori. Magari non posterò ogni giorno anche se ovviamente raccolgo per tutti i 28 giorni un colore al giorno con la foto corrispondente.

• Oggi 1 febbraio è il giorno dell'Ecru. Se ci riesco entro oggi posterò la foto relativa.

Ecrù

La prima volta che ho sentito l’espressione colore cane che fugge ho riso perché mi piaceva l’inventiva della battuta; mai capito di quale colore poi si trattasse ma proprio questa capacità sfuggente era il divertimento.

L’ecrù cui forse somiglia, è riportato tra le gradazioni del marrone, per complicare le cose, insomma quasi vicino al beige dal quale pare si distingua.

Ad ogni modo su questa capacità di vedere due colori diversi occorre fisiologia, forse genetica secondo me.

Cioè probabilmente non tutti sono capaci di queste fini percezioni.

Io forse no.

Celadon

Da quando ero poco più di un ragazzo, giocavo a ramino e fischiavo le donne, mi hanno sempre raccontato che il verde brillante della prateria dimostrava in maniera lampante l’esistenza di Dio (cit.).

Ma diciamoci la verità questo verde brillante chi lo aveva mai visto?

Era quasi un fantasma che viene da ridere soprattutto col nome che gli hanno dato, scopro oggi dopo quarant’anni.

Celadon?

Insomma una grande sega mentale che quasi viene voglia di ribattezzarlo Nonceladon.

Tutti grigi meno le ardesie e l’asparago. Innanzitutto chiariamo una cosa: non sono cinquanta!

Poi effettivamente l’asparago e le due ardesie fanno venire da ridere.

E vi sfido a posizionare da voi il topo nell’elenco delle percentuali di nero sul bianco, di questo non colore ottenuto da un mix di due non colori, il quasi bianco in alto e il quasi nero più scuro del topolino che al mercato mio padre comprò… n pezzo del suo miglior blù speriamo presto accessibile a tutti anche se permettetemi una certa freddezza, ci credo quando lo vedo...

Quale giorno migliore del 4 febbraio per esibire un colore freddo come il blù?

Voi potreste anche stravedere per il Dodger come me ma quale occasione migliore per rubare dell'oltremare dal Molo San Vincenzo in visita odierna?

Giallo presunto. In fondo ogni colore è una presunzione. Seguitemi.

Nella serie di gialli il più simpatico è stato questo scuolabus che porta un nome divertente. Ma oggi era domenica ed una passeggiata sulle scale di Via Morghen mi ha rivelato un altro giallo, che gli somiglia. Ma, appunto è una mia presunzione. Come si presume che un tempo questo muro sia stato giallo, magari Giallo Napoli. E come si presume sarebbe necessaria una pur minima manutenzione che la faccina blù disegnata alla meno peggio sembra allarmata di non poter vedere a breve... chissà.

Ma la presunzione dei colori, cioè la soggettività della loro percezione, è cosa più seria di questo giochino fotografico; ed allora non c'è

"Giallo delle scale di Via Morghen", come avrei voluto intitolare questo post, che tenga: il mistero dei vostri gialli non finirà mai per me.

La guerra è finita!

Ahimè parlo di una di quelle borboniche i cui cannoni arrugginiscono alla fine del molo San Vincenzo, così come fotografati il giorno 4 del mese foto-meditativo. Anche buscando una ramanzina per questa foto perché in uno spiazzo largo, di poco conto, senza nulla a pretendere era di vietata frequentazione dal dettato militare vigente: per imprecisati motivi di sicurezza, la cui risposta napoletana più adatta era "Uanema ra maronn"... tranquilli fu sostituita da un rispettoso silenzio.

Con la stessa rimozione dei cannoni indotta dal divieto, il color ruggine nella lista dei colori non si trova! Fra le gradazioni del marrone verso cui uno si dirige, si trova qualcosa di somigliante ma non è che sia molto soddisfatto. Eppure la ruggine è così comune oggi come ieri anche tra le persone. Ad ogni modo la più gradita è quella di sicuro sui cannoni.

Kermes vermilio

L'albero c'è, anche se non è un verde melograno.

Il vermiglio fiore che aspettava l'autobus di stamattina c'è, ci voleva solo la mia pargoletta mano che ha fatto il suo click quotidiano...

E poi non dite che dagli insetti non si ricava nulla di buono...eh!?

Firmato quel gran moscone nero col cappello sui fianchi dell'ignara signora

Oggi sono andato a fotografare il bianco. Non quello di Sanremo. Il bianco è un non colore fatto di tutti i colori, come il nero, anch’esso un non colore fatto da nessun colore.

Il bianco è l’unico colore che può essere sporco, infatti rappresenta la purezza. Nella lista dei colori il Bianco sporco però, tra i 9 bianchi, non c ’è.

Tutti abbiamo avuto un mobile bianco nella nostre case e qualche amico che abita nel palazzo bianco vicino al nostro.

Fotografare il bianco sembra facile, la gente veste di bianco, i cani più simpatici possono avere molto bianco. Le colombe sono bianche anche se mi sembra di rubare l’arte altrui.

Così pensando di aver fallito la mia foto-meditazione quotidiana me ne sono tornato a casa a fotografare la mia conchiglia bianca.

Rosa shocking

«Questo magenta intenso fu chiamato rosa shocking negli anni trenta, rosa caldo negli anni cinquanta, e rosa stravagante negli anni sessanta… Appare nell'avanguardia di più di una rivoluzione giovanile… ad alcuni canta, ad altri urla»

(Helen Varley)

Prendo a prestito la frase di una autrice di un libro sui colori perché nel colore rosa c’è di più che un fiocco per la nascita di una bambina che è già di per sé una stupenda notizia. Nonostante sia solo questo quello che ci hanno insegnato: dividere già dai colori, celeste per i maschi e rosa per le femmine, il mondo, giusto il tempo di assicurarsi che li capivamo e questo ci fu detto.

Di sicuro sono rarissimi o non ci sono proprio più quelli che avevano venti anni negli anni trenta e cinquanta, ma sono ancora tra di noi fortunatamente quelli che negli anni sessanta percorrevano la loro trentina, come mia mamma, che ancora indossa un colore che in verità a lei un poco urla, per carattere, per occasioni mancate, per temperamento. Anche se non è il modello di quella rivoluzione giovanile, le sta bene questo magenta luminoso anche se un poco ridendo se ne vergogna “a quest’età…”.

Giallo servile.

Ma a voi come piace essere trattati coi guanti gialli o coi guanti bianchi?

Gainsboro.

Quando avete una giornata grigia, chiamatela Gainsboro vi sembrerà meno triste come una zia sbarazzina sulla destra, oramai settantenne...

Incarnato prugna.

Sarà una necessità del politically correct ?

Una costrizione della lobby dei fruttisti?

Mi sa che questo colore, Incarnato prugna che sia, invece che Rosa vitello, ha comunque una certa accezione erotica in entrambi i casi a seconda dei gusti...

Pare arrivi da lontano, nientemeno che dal 1700 dove era chiamato anche color pulce, ed io questa volevo mettervi nell'orecchio...

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